Spiriti non perfetti

Stampa questo copione

Spiriti imperfetti

27 febbraio 2012

Spiriti Non Perfetti

Commedia in tre atti

di

Salvatore Macri

Personaggi:

Vincenzo                                                                           U

Carmela, moglie di Vincenzo                                                     D

Filomena, moglie di Giacomo                                                    D

Giacomo, compare di Vincenzo                                               U

Maria, parrucchiera                                                                      D

Daniela Frazzoni, impresaria teatrale                                     D

Scena: interno di appartamento moderno, un paio di quadri, sedie, tavolo, mobile con cassetti. Comune a sinistra, altra uscita a destra per l’esterno dell’appartamento. Finestra finta con panorama di una città moderna, grattacieli e nuvole grigie.


Primo atto – Scena prima: Vincenzo, Carmela, Maria

Vincenzo                                (entra da sinistra, e rivolto verso l’interno) Forza Carmeli’, aizati! Eh… ecco fatto! Oggi è la grande giornata nostra… Carmela… il primo giorno nella grande metropoli! (si porta verso la finestra) Carmeli’… qua finisce la nostra iella… addiventammo ricchi! Carmela…?

Carmela                                  (entra da sinistra portando un vassoietto con due tazzine) Enzo, buongiorno e cominciamo bene ‘a giornata…! Ricordati di parlare italiano, Maria ce l’ha raccomandato… qui anche i muri hanno le orecchie, ci vuole poco per farsi rifiutare… e poi è inutile che chiami… mi sono svegliata prima di te… vieni, prendiamoci un poco di caffè… (poggia il vassoio sul tavolo e si siede) Madonna mia, che nottata infernale! E ci stanno tutte quelle scatole ancora da aprire e sistemare!

Vincenzo                                (siede e prende il caffè anche lui) Va bene, Carmela… certo che al paese era meglio… avevamo tutte le comodità… Madonna mia, che caffè… infernale!

Carmela                                  E’ la seconda volta che lo faccio ed esce sempre così, è colpa dell’acqua… non è come quella che avevamo… bisognerà che ci abituiamo anche a questo… adesso te la sogni, la sorgente vicina casa e le altre cose!

Vincenzo                                E che dobbiamo fare… ci abitueremo a questa nuova vita… (rabbrividisce) Allora ti sei alzata presto? Io pensavo che fossi ancora a letto… ci sta qualcosa sotto le coperte, allora… pensavo fossi tu, e… hai dormito male?

Carmela                                  Ah, si? Enzo, quel cumulo nel letto sono i cuscini! Stanotte ti sei preso anche il mio e non sono riuscita a riaverlo! Poi ti sei preso anche tutta la coperta… qui ci fa freddo, hanno pure spento i termosifoni, stanotte… mi sono dovuta alzare per disperazione… mi sono scaldata cucinando… e sognando il mio vecchio camino!

Vincenzo                                Uh… scusa, bella Carmela mia… ma io non lo faccio per disturbarti… lo sai che mi piace dormire comodo …

Carmela                                  Lo so, lo so… e lo ha sempre dimostrato benissimo! Mah… (alzandosi e guardando alla finestra) oggi vado dalle vicine di casa, chiederò se le serve una stiratrice o una cameriera… (indicando fuori) si vedono un sacco di case, qui… tutte alte… chi sa quanta gente c’è!

Vincenzo                                Bella Carmela mia… ma io vorrei che tu non dovessi lavorare… tu sei la stella della mia vita! (si alza, prende il vassoio e si avvia a sinistra) Ecco qua! Adesso queste tazze le lavo io! E pure la macchinetta! E poi sistemo anche la roba nei mobili!

Carmela                                  (si alza e si avvicina a Vincenzo) Enzo, per favore, lascia stare queste tazzine… e pure i pacchi da aprire… ci penso io…

Vincenzo                                Bella mia… stai ferma… e riposati! (le manda un bacio ed esce di corsa a sinistra)

Carmela                                  (si siede di nuovo; rumori di cocci in quinta; Carmela fa un cenno come per dire che se lo aspettava)

Vincenzo                                (si affaccia dalla quinta) Bella Carmela mia… riposati, penso io a tutto! E pulisco pure a terra! (le manda un bacio ed esce)

Carmela                                  Povera me! Sono andate pure le tazze buone… ha rotto tanta di quella roba in questo trasloco, che mi dovrò fare casa nuova!

(bussano; Carmela apre e fa entrare Maria)

Maria                                       (entrando) Buongiorno, mamma… tutto a posto? Hai dormito bene?

Carmela                                  Sì, si… c’è un poco di rumore di traffico… ma non dà molto fastidio.

Maria                                       E papà? Dorme ancora?

Carmela                                  Volesse Dio…! Poco fa ha rotto due tazzine del servizio buono… ora dice che sta pulendo in cucina… a proposito, vuoi un poco di caffè?

Maria                                       No grazie, io l’ho preso prima di scendere… piuttosto, hai bisogno di qualcosa?

Carmela                                  No, non lo so… per adesso lascia stare… devo prima capire…

Vincenzo                                (rientra asciugandosi le mani) Uhe’, Maria, buongiorno! Come stai? (va ad abbracciarla) Che bello vederti… e sapere che adesso ci siamo anche noi, qui!

Carmela                                  E speriamo che abbiamo trovato pace… e ci fermeremo!

Vincenzo                                Sicuro che ci fermeremo! In una città grossa come questa chi sa quanto lavoro c’è… bella, moderna, non è come il paese…

Maria                                       Eh, papà, ma non credere che sia tanto facile trovare lavoro… è facile pure perderlo… Leopoldo ne sa qualcosa… non so quante volte è stato licenziato, la sua fortuna è che conosce molta gente e qualcosa la trova sempre… ora è al lavoro ma stasera ci sarà!

Vincenzo                                Lavora… a quest’ora?

Maria                                       Papà, qui si lavora di notte, anche di sabato e domenica… se no ti lasciano a piedi!


Primo atto – Scena seconda: Vincenzo, Carmela, Maria, Dolores

(bussano)

Carmela                                  E chi sarà? (apre e fa entrare Dolores)

Dolores                                   (entrando) Permesso, buongiorno! Io sono la vostra vicina… ciao, Maria! Maria mi hanno detto di voi e ieri ho sentito che eravate arrivati, ma sentendo l’ammuina del trasloco e delle cose che si rompevano… ho pensato che era meglio salutarvi stamattina! Io sono Dolores Loiacono!

Carmela                                  Accomodatevi, signora… quindi conoscete mia figlia?

Dolores                                   Ma certo! Piacere, permettete! (dà la mano a Carmela, poi passa a Maria) ciao, ciao…

Maria                                       Ciao, Dolores! Questi sono i miei genitori, Vincenzo e Carmela!

Vincenzo                                (mentre Dolores gli dà la mano) Ciao, Dolores!

Carmela                                  E che è? (si piazza davanti a Vincenzo, aggressiva) La chiami cl nome? Conoscevi già questa signora? E quando, dove vi siete incontrati, in che occasione… cosa stavate facendo?

Vincenzo                                Bella Carmela mia, non essere così gelosa! Io non la conoscevo… la signora si è presentata, prima… perciò so il suo nome! E’ vero, signora?

Dolores                                   Signora Carmela, non pensate male… vi ripeto che conosco vostra figlia, ma certamente non vostro marito… è la prima volta che lo vedo!

Carmela                                  Vedremo! (rivolta Maria) Tu sai perché io sono nervosa… e sai anche tuo padre com’è… deve essere controllato! Sempre!

Maria                                       Va bene… ma adesso vediamo cosa si deve fare oggi…

Carmela                                  Oggi… dobbiamo disfare i bagagli, ma io vorrei prima cercare lavoro, Maria… forse qualche signora da queste parti ha bisogno di aiuto in casa… o qualcuno che le lavi e stiri i panni… farei anche la cameriera, mentre Vincenzo si sistema… un poco di soldi farebbero comodo!

Maria                                       Mamma, vuoi venire con me? Oggi devo fare un giro nel palazzo, ho tre appuntamenti, due per i capelli e uno come manicure… un paio di loro mi hanno detto tempo fa che cercavano chi le aiutasse… una persona anche di compagnia, non solo per lavori domestici… so’ gentili, solo una è un poco… stramba, l’altra volta ha voluto che le facessi i capelli blu!

Dolores                                   Signora Carmela, se permettete, pure io ho un paio di amiche che vorrebbero un piccolo aiuto… lavorano e non hanno tempo per casa… almeno un paio d’ore ogni due o tre giorni…

Carmela                                  Signora, io non mi offendo… abbiamo tutti bisogno di lavorare… forse potrei anche accettare più di un lavoro, se i periodi lo permettono… ma voi dove abitate?

Dolores                                   Semplice, sono alla porta a fianco… Lojacono… anzi, permettete… piacere di avervi conosciuti, ma devo andare, ho lasciato la casa vuota, sapete com’è…! Vi aspetto, non dimenticate! E se avete bisogno di qualcosa, bussate!

Carmela                                  Va bene, ho capito… (l’accompagna alla porta)

Dolores                                   Saluti a tutti, buone cose… arrivederci! (esce)

Vincenzo                                Anch’io devo finire in… quello che stavo facendo… ciao, Maria, ci vediamo stasera! (esce)

Maria                                       Mammà però stasera non fare troppe cerimonie per noi… e il vino lo porto io!

Carmela                                  Niente cerimonie… ma per il vino, cerca di trovare qualcosa di nostro… lo so che qui è difficile… quello stupido di tuo padre ha fatto quel disastro, ieri sera… stasera ci vorrebbe proprio il nostro Gragnano doc… altrimenti che festa è?

Maria                                       Povero papà… si è tanto mortificato…

Carmela                                  Già… ma non rinuncia a fare disastri! Vedi che puoi fare… e poi niente cerimonie, ho messo solo a fare il ragù, si sta cuocendo proprio bene… farò i nostri maccheroni… poi ho fatto le verdure piccanti a modo nostro, le mozzarelle sono pronte… ci staranno bene pure quelle e… sorpresa! Farò la pastiera!

Maria                                       Alla salute! Allora è meglio che Leopoldo si tiene leggero, a pranzo! Che dici, vogliamo fare questo giro? Non è troppo presto, non ti preoccupare!

Carmela                                  Aspetta, avviso tuo padre… (si affaccia a sinistra) Vincenzo… Viciè! Io esco un poco… d’accordo? (a Maria) Possiamo andare!

Maria                                       Mammà, ma papà non ha risposto…

Carmela                                  Figlia mia, hai dimenticato com’è fatto? Di sicuro aveva una polpetta in bocca… mica poteva rispondere! Jammucenne! (escono a destra)


Primo atto – Scena terza: Vincenzo, Giacomo

Vincenzo                                (entrando da sinistra, con un tovagliolo al collo e una forchetta in mano) Carmela… Carmeli’… mannaggia, già è uscita! E adesso come faccio? Il ragù è venuto troppo salato! Bisogna fare qualcosa, ma io non so cucinare… che ci metto… che posso fare? Forse se aggiungessi dello zucchero…

(bussano alla porta; Vincenzo va ad aprire e fa entrare Giacomo)

Vincenzo                                Compare Giacomino, buongiorno vieni, vieni…

Giacomo                                Vicie’, ma tu sei a tavola… a quest’ora? Non fa niente, ripasso, non voglio disturbare…

Vincenzo                                Ma quando mai? (seguendo lo sguardo di Giacomo; si toglie il tovagliolo e involge la forchetta) Ah, no, Carmela è già uscita… io stavo solo assaggiando una polpetta del ragù per stasera… è uscito salato!

Giacomo                                Davvero? Carmela è una cuoca di prim’ordine, direi… sei sicuro? Per caso… avevi mangiato qualcosa di dolce, prima?

Vincenzo                                Veramente, prima m’ero preso un caffè…

Giacomo                                E allora è stato quello! Quanto zucchero?

Vincenzo                                Mah, diciamo un tre cucchiaini …

Giacomo                                Caro compare, così non va! Quando si assaggia qualcosa, bisogna avere la bocca pulita, predisposta, direi! E’ stato lo zucchero! Avresti dovuto mangiare prima un pezzetto di pane e solo dopo aver ben masticato… (mima, Vincenzo lo segue, masticando a vuoto) ah, se poi sul pane fresco croccante si mettesse qualcosa, come delle verdure grigliate…

Vincenzo                                Compare… mi sta venendo fame… le verdure ci stanno… vogliamo provare adesso?

Giacomo                                E va bene, però solo per fare un piacere… ma dopo ci vorrebbe un sorso di vino, direi…

Vincenzo                                Compare Giacomo… a proposito… ieri sera, mentre scaricavo il vino… mi è scappata da mano la cassetta… si sono rotte tutte! Sapessi quante storie mi ha fatto Carmela!

Giacomo                                Madonna mia! Te l’avevo detto che ti volevo aiutare ancora… ma tu sei il solito testardo… hai voluto fare da solo… e come facciamo questa sera? Io non voglio bere quella roba che si trova qui… no, no… stasera è speciale, vado a prendere una cassetta nella mia cantinola… però non voglio che si rompano anche le mie, mi servirebbe una mano, da solo non posso…

Vincenzo                                Non posso venire… Carmela è uscita, non voglio lasciare sola la casa… ci hanno tanto raccomandato… portane un paio e grazie!

Giacomo                                Eh? E che ne facciamo di sue bottiglie sole? Mentre si apre la prima, quella finisce, allora apri la seconda, cominci a bere e… ti viene sete, direi! E stasera è festa, direi!

Vincenzo                                Compare Giacomo, allora facciamo così, vai prima tu, ne prendi tre o quattro e le porti qui, poi vado io mentre tu resti in casa… quattro o cinque viaggi ciascuno, non ci stanchiamo… però è solo un prestito, te le restituirò alla prima occasione!

Giacomo                                Va bene… allora io vado… e torno, direi!

Vincenzo                                Un momento, compare! Non so dov’è la cantinola… e poi devi lasciarmi la porta non chiusa o la chiave, altrimenti io come entro?

Giacomo                                Uh, è vero! Hai ragione… la porta l’accosterò soltanto… nessuno ha voglia di entrare lì… la mia cantinola è il locale a fianco delle casette della posta, nell’androne al piano terra… c’è la porta tutta nera, una volta era l’alloggio del portiere… figurati che l’amministratore me l’ha affittata gratis… dice che è infestata dai fantasmi del portiere e della moglie… sono morti insieme alcuni anni fa!

Vincenzo                                Compare… e tu vorresti che entro in un locale… infestato da spiriti?

Giacomo                                Ma quando mai… non ci sta niente, direi! Una città moderna come questa… gli spiriti se c’erano, sono scappati! E’ stata colpa della stufa difettosa… mica si sono suicidati… io non li ho mai né visti né sentiti, direi!

Vincenzo                                (guardandosi intorno, apprensivo) Compare… ma tu sei sicuro? Almeno… lasciami le luci accese!

Giacomo                                E va bene… non ho la corrente, lì, ti accenderò tre o quattro candele! E le bottiglie te le faccio trovare vicino alla porta, così non mi sbagli l’annata… a tra poco, direi! (esce a sinistra)


Primo atto – Scena quarta: Vincenzo, Daniela

Vincenzo                                E chi se lo immaginava? La porta nera… gli spiriti… le candele… ma questa è ‘na città moderna o fosse tutto finto? Pure qua credono agli spiriti… ci credono tanto che gli hanno dato una casa sana sana senza pagare… ma allora posso riprendere la mia vecchia passione… leggere le carte e fare gli oroscopi! Qui i Carabinieri non mi conoscono… farei passare ‘a voce sotto sotto… mi farei fare un bel camice, come quello che avevo una volta, col cappello… un sacco di clienti, niente tasse…! Potrei affittare la cantinola del compare, per fare la stanza di ricevimento, così Carmela non sa niente e il compare guadagna pure! (si frega le mani) Sì, si… Vicienzo, “il Mago con l’Incienzo”, sta un’altra volta cca’! Bella ge’… venite, venite!

(bussano alla porta)

                                                  Santo prutettore mio, aiutame! Questi sono già venuti? E come hanno fatto a saperlo? Ma io non sono ancora pronto… (va ad aprire e fa entrare Daniela) Scusate, ma chi siete?

Daniela                                   Permesso, scusate… io mi chiamo Frizzoni, Daniela Frizzoni… posso parlarvi?

Vincenzo                                E ormai ci state… accomodatevi e dite…

Daniela                                   (si siedono) Ecco qua, io sono la regista, la scenografa, la costumista e la direttrice della compagnia teatrale “Passato che Ritorna”!

Vincenzo                                Complimenti! Che cosa posso fare per voi?

Daniela                                   Io cerco uno come voi! Mi serve un facchino, manovale, operaio, ma soprattutto suggeritore che conosce il napoletano, e l’amministratore mi ha detto che il nuovo inquilino, che sareste voi, è napoletano! Accettate?

Vincenzo                                Un momento, accettate che cosa?  Voi… siete troppo veloce… cercate quattro persone… io sono solo uno!

Daniela                                   E che significa? Quando finite un ruolo, ne pigliate un altro! Pensateci, pigliate quattro salari, per le ore che fate, però; se fate l’operaio per due ore, io vi pago quelle due ore come operaio… passate a fare il suggeritore? Vi pago come tale per il tempo che fate… io risparmio contributi, e voi guadagnate di più! Accettate?

Vincenzo                                Io veramente stavo incominciando un altro lavoro… che orario dovrei fare?

Daniela                                   Voi dovete venire in teatro solo la sera, dalle diciotto alle ventiquattro, sei ore il giorno, però inclusi sabati e domeniche quando si recita. Potreste anche avere un altro lavoro part-time…

Vincenzo                                Patrìme? E che ci azzecca?

Daniela                                   No, che avete capito… dicevo che potete avere anche un altro lavoro, l’importante è che siate puntuale con i miei orari… però ci sono due condizioni: innanzitutto dovete saper leggere e tradurre il napoletano… finora ho incontrato un sacco di gente che diceva di conoscere il dialetto… ma non lo sanno leggere!

Vincenzo                                Ah! Io sono capace di leggere… ma il napoletano… non ci ho mai provato a leggerlo…

Daniela                                   (prende un foglio dalla borsetta e glielo porge) Allora, ecco qua! Voi vi leggete questo e poi me lo scrivete in italiano… di vostro pugno, con calligrafia facilmente leggibile… e vedremo se siete idoneo!

Vincenzo                                Scusate, ma quanto sarebbe la paga?

Daniela                                   Voi pensate prima a quel che vi ho chiesto… dipende anche da come riuscite a tradurre, dalla vostra abilità; ne terrò in conto quando vi farò l’offerta… ora vi lascio il tempo di fare questa cosa, ritornerò tra poco… ah… la seconda condizione! Assoluta sobrietà durante il lavoro, mi raccomando! (sillabando) So-bri-e-tà! Ci tengo e me la dovete assicurare! A tra poco, fate subito la traduzione! (esce a destra)

Vincenzo                                (attonito, con il foglio in mano) Ma questa che diavolo vuole? (sillabando) Sobrità… se non so cos’è, come gliela do? (leggendo) Santo protettore mio, aiutami! E che è questa roba? Ci stanno più apostrofi e virgulelle qua sopra di quelli che ho usato finora in tutta la mia vita! E comme se legge?


Primo atto – Scena quinta: Vincenzo, Giacomo

Giacomo                                (entrando con due bottiglie in mano) Vicie’… hai lasciato la porta aperta! Non è prudente, qui!

Vincenzo                                (ancora attonito) Sì, hai ragione, compare… mi sono dimenticato perché stavo leggendo questa cosa … (lo guarda meglio) Ma come, solo due bottiglie?

Giacomo                                Compare mio, mentre venivo, ho voluto verificare che erano di quelle giuste e così… ne ho aperta una per strada… non si può fare brutta figura!

Vincenzo                                Ho capito… ed era quella giusta?

Giacomo                                Non c’era un’ombra di posa, sotto… aroma giusto e saporito… però mi è venuta sete, direi…

Vincenzo                                E te ne sei scolata un’altra!

Giacomo                                Uh, e come hai fatto a capire?

Vincenzo                                Lascia perdere… ma tu sai leggere il napoletano?

Giacomo                                Il napoletano… proprio quello scritto? E’ una parola, direi!

Vincenzo                                Vieni qua e vedi se ci capisci qualcosa…

Giacomo                                (posa le bottiglie a terra e si avvicina a Vincenzo, leggendo pure lui) Fammi vedere…mamma mia bella, e che è ‘sta roba? I nomi si capiscono… ma che dice questa…? “’O saccio ca si ‘n… ‘nz… ‘nzurato!” Ah ecco, in italiano si direbbe: “Lo saccio ca sei spusato!”, direi!

Vincenzo                                Allora lo capisci! Fammi questo piacere, scrivimi la traduzione, così me la imparo pure io… (prende dei fogli e una penna dal tavolo) …ecco qua, io vado a prendere le bottiglie a casa… degli spiriti… e tu siediti e scrivi, per favore!

Giacomo                                (si siede) Compare bello, io lo faccio con piacere per te… ma vorrei sapere cos’è questo foglio? Da dove è uscito?

Vincenzo                                Eh, è passata una di un teatro che mi ha offerto un lavoro di suggeritore napoletano; questa sarà una parte della commedia… mi ha chiesto di tradurla per vedere se ero adatto…

Giacomo                                Ma se la scrivo io, non è che poi il lavoro lo vogliono dare a me? No, no… io non ne voglio sapere niente! Sto bene come sto… modestamente… e po’ Filomena è gelosa, gelosa assai… può essere che ci stanno le attrici… (si infervora) già… le attrici… e come, ci devono essere per forza, direi! E pure le ballerine! Come mi piacciono le ballerine!

Vincenzo                                Compare, adesso calmati, se lo sa tua moglie, quella ti scassa qualcosa in testa! Non ti preoccupare, tu traduci e poi io lo copio, così lo imparo anche!

Giacomo                                Ho capito, va bene, direi… neppure è troppo difficile… però qualche volta mi inviterai a teatro, direi… d’accordo?

Vincenzo                                Vedremo, compare, adesso non so se potrò! Fammi prima prendere il lavoro e poi vediamo! Allora… vado a prendere le bottiglie… stanno vicino alla porta?

Giacomo                                Ah… stavo dimenticando! Sì, le bottiglie stanno là, però… non ho trovato le candele! Si vede che sono finite …

Vincenzo                                E io dovrei entrare senza neppure un poco di luce, dove ci sono due fantasmi, con le bottiglie per terra che se ci metto un piede sopra cado e divento fantasma pure io? Ma non se ne parla proprio!

Giacomo                                Caro compare, ti ho già detto che gli spiriti lì non ci stanno! Poi uno come te, che legge le carte… come fai a metterti paura degli spiriti?

Vincenzo                                Che c’entra? Tu leggi i giornali di sport, ma mica vai a giocare allo stadio!

Giacomo                                Comunque le candele sono proprio finite, ma ti ho portato i fiammiferi! (gli tende una scatolina) Tu ne accendi uno, pigli le tue quattro bottiglie e te ne vieni!

Vincenzo                                (dopo aver preso i fiammiferi) Ma io non ho sei mani, come quella dea orientale… se porto il micciariello in mano, al massimo posso prendere due o tre bottiglie con l’altra!

Giacomo                                Hai ragione… vuol dire che faremo qualche viaggio in più… e adesso vai… io ti faccio un capolavoro, direi!

Vincenzo                                A dopo…(esce a destra)

Giacomo                                (si china a scrivere)  Ma come me piaceno ‘e ballerine!


Primo atto – Scena sesta: Giacomo, Carmela, Vincenzo

Carmela                                  (entra da destra) Vicie’… uh, compare Giacomino, buongiorno… che piacere!

Giacomo                                Donna Carmela, buongiorno… scusa, sto facendo un lavoretto pe’ Vincenzo…, è una cosa un poco difficile, pare che gli hanno offerto lavoro come suggeritore napolitano in un teatro…

Carmela                                  Speriamo! Tu sai perché siamo qui, Vincenzo si butta a fare tutto ma esagera e non gli viene niente bene! Comunque pure io ho truvato qualche cusarella ‘a fa’… (si siede) Compare… me sienti? (lo tira per un braccio) Compare, pure io riuscirò a guadagnare qualcosa, finalmente!

Giacomo                                (infastidito) Commare, statti ferma, direi…! Mi fai sbagliare e chi sa se Vincenzo capisce!

Carmela                                  E che deve capire? Ma che sono, questi fogli?

Giacomo                                (continuando a scrivere, con pause) Questo è come un esame per faticare, direi… se Vicienzo… no… se il Capocomico… o quella signora che è venuta… insomma quella che ‘o vulesse far lavorare… vuole vedere se Vincenzo sa scrivere l’italiano dal napoletano… e perciò io lo scrivo e Vincenzo dopo lo copia… e se lo ‘mpara, direi…

Carmela                                  Io non ci capisco niente! Speriamo che va bene… ieri ci è capitato quel guaio, il lavoro di Vincenzo dato a un altro … non ci vuleva proprio…

Giacomo                                (continuando a scrivere, con pause) Non ti preoccupare… se muore un Papa… se ne fa un altro, direi… (esultante) Ecco! E’ finito…!

Carmela                                  (alzandosi) Beh io vado in cucina, la pastiera mi aspetta… ma Vincenzo dov’è…?

Giacomo                                (alzandosi anche lui e lasciando i fogli sul tavolo) Ah, viene subito, direi… è andato a pigliare un poco di vino pe’ stasera…

Vincenzo                                (entra malinconico, senza bottiglie) Ah, Carmela… pe’ piacere, mi serve la paletta, la scopa e lo straccio… devo pulire una goccia di vino che mi è caduta…

Giacomo                                (allarmato) Hai rotto le mie bottiglie… pure quelle? E quante erano…?

Vincenzo                                Non è stata colpa mia… per fare bella figura con te ne avevo prese sei… portavo il fiammifero in bocca… ero uscito, andava tutto bene… stavo soffiando con il naso per spegnerlo… (mima)

Carmela                                  Vicie’, quanto sei brutto!

Giacomo                                Compare Vincenzo… ho capito buono? Sei bottiglie! (barcolla) Bastavano pe’ mezz’ora, direi! (si accascia sulla sedia e chiude gli occhi) Mamma mia bella… mi sento male… sei bottiglie!

Carmela                                  Vicie’, io vado a pigliare l’aceto per farlo rinvenire… o un poco d’acqua… tu fagli aria, fallo ripigliare! (esce a sinistra)

Vincenzo                                Compare… aspetta… (prende un foglio dal tavolo e lo sventola davanti al viso di Giacomo) Andiamo compare… forza… ma che ti posso dire…? Compa’… ce venisse a teatro… a vede’ ‘e ballerine?

Giacomo                                (sbarra gli occhi e si alza a metà) ‘Aro’ stanno ‘e ballerine…? (si gira intorno) Ah… compa’, sei tu… le bottiglie! Ma dimmi, com’è successo?

Carmela                                  (rientrando con un bicchiere d’acqua) Compare, l’acqua! Ah, ti sei ripigliato… Vicie’… ci sono schizzi di sugo dappertutto, pure sulle mattonelle, la macchinetta del caffè non ha più il manico e la bottiglia dell’aceto è scomparsa… per caso, hai rotto pure quella?

Vincenzo                                Sentite… avete ragione, ma che ci posso fare? Sono nato sfortunato… sentite… io ero nella cantina… camminavo con il fiammifero in bocca per avere le mani libere, ho preso le bottiglie e quando sono uscito fuori lo volevo spegnere… si era incollato alle labbra… ho tirato il fiato per soffiare… e mi sono bruciato la faccia! Mi sono fatto tanto male che… alla fine, mi sono cadute le bottiglie!

Giacomo                                Compare, facciamo una cosa, direi… tu stai qui, fermo, le bottiglie le porto io! Ah… la traduzione è finita, ho lasciato i fogli sul tavolo!

Vincenzo                                (guardando il foglio tra le sue mani) Ah, ma è questo… grazie, compare… mo’ lo copio subito… uh… devo pulire là fuori…

Carmela                                  Ci penso io, Vicie’, si no chi sa che altro combini… anzi, passo per la casa di Maria o della signora Dolores, e lo facciamo insieme… Vincenzo… rimani assettato! Mi raccomando… assettato! (posa il bicchiere sul tavolo ed esce a destra)

Giacomo                                Allora io vado, compare… mi raccomando, adesso che tenete l’esame fate una bella figura… io al teatro ci voglio andare, direi! (uscendo a destra e gesticolando) Come mi piacciono le ballerine!

Vincenzo                                (si avvicina al tavolo, strofinandosi il naso e sfogliando le carte) Mi brucia ancora… allora… questo è l’originale… e lo mettiamo qua… questa è la traduzione… che devo ricopiare… ma che dice? (legge, mormorando qualcosa d’incomprensibile) Ma non mi sembra che sia proprio italiano… e poi manca qualcosa! (gira i fogli) Uh, è finita… che delusione… chi sa come va a finire…? Ma questa non è una commedia napoletana, quando mai! Anzi… fa venire i brividi addosso… bah… e facciamoci questa copia!


Primo atto – Scena settima: Vincenzo, Carmela

Carmela                                  (entra da destra, con quattro bottiglie di vino) Vicie’… abbiamo pulito tutto l’androne…il compare mi ha dato queste, lui viene tra poco… (posa le bottiglie a terra e mette le mani sui fianchi) Vincenzo… ma tu mi stai ascoltando?

Vincenzo                                (nel frattempo si è andato a sedere, ed ha iniziato a scrivere, laboriosamente) Sì, Carmelina cara… sto solo copiando questo foglio… devo farlo con bella calligrafia… e poi il compare aveva fatto delle… imprecisioni!

Carmela                                  Basta che non combini altri guai… adesso ho la cucina da sistemare…

Vincenzo                                Ah, a proposito… mi pareva che il ragù fosse venuto salato!

Carmela                                  Vincenzo, la cucina non è arte tua… lasciami fare, poi quando mangerai, mi farai sapere! (prende due bottiglie ed esce a sinistra)

Vincenzo                                (tende due fogli davanti a sé, compiaciuto) Ah, così va bene! Prima era troppo… ‘na cosa irregolare… adesso si capisce meglio:                

                                                  Allora, lui dice… (legge dal primo foglio):

                                                  “Cara, tu sai che mia moglie non me vo’ bene, mi tratta malamente senza mia colpa, quanne mai m’ ‘a voluto veramente bene…! Ma io invece le voglio bene… il guaio è che anche tu ti fai voler bene da me, ma io non ti posso offrire nulla… non voglio divorziare, perché la amo… e poi lei è malata, e se non ci fossi io a curarla…”

                                                  E lei gli risponde… (legge dal secondo foglio): “Lo so che sei spusato, ma non me ne frega! Sei entrato nel mio cuore come un chiodo che spertosa!

                                                  Ma sì… “spertusare” deve essere italiano! (continua a leggere) Non posso più vivere senza di te; sarò la tua compagna nascosta, ti faccio la cameriera, la serva, qualunque cosa, basta che tu nun me lassi! Da ora in poi sarò la tua ombra nascosta nel tuo cuore, per tutti i secoli! Tieni la moglie? E lei da una parte e io dall’altra! Spero che tua moglie si ammali gravemente, così potrei accudirla… come una infermera… e potrei starti vicino, darti tutto quello non ti dà lei… l’amore mio senza fine e senza freni… aspettanne che lei… vola in cielo…”

                                                  Ecco qua…(mette i fogli sul tavolo) e mo’ quando viene quella signora… signorina… Daniela… Frizzante, mi pare… ce lo facciamo vedere… e il posto è mio!

Carmela                                  (entra da sinistra) Vincenzo, dammi una mano… bisogna mettere queste bottiglie in frigo…

Vincenzo                                Carmeli’, bellella mia… io non voglio che tu fatichi… ecco… tu stai seduta! (prende due bottiglie e fa per andare, poi si ferma) Ah… che dici, vorresti cucirmi un camice… come quello che avevo una volta?

Carmela                                  Madonna mia aiutaci! Vuoi fare un’altra volta quella fine… andare di nuovo in galera? (avvicinandosi) No… questa volta no… tu non vai ‘n galera, Vicie’… e non scassi manco più niente… (lentamente) posa le bottiglie!

Vincenzo                                Carmeli’, bellella mia… (ancora con le bottiglie in mano) io ti voglio fa’ contenta… ma non so come ti vedo…

Carmela                                  (minacciosa) T’aggio ditto posa ‘e butteglie…! Vicie’… mi vedi…? E guardame buono… è l’ultima occasione… io t’ammazzo!…! (si avventa su di lui)

Vincenzo                                (si fa scudo del tavolo) Carmeli’, calmate… nun t’aggio mai vista accussì brutta… che te succere…?

Carmela                                  Me succere che me so’ stufata! ‘A quanne t’aggio spusato n’avisse fatta una bona… (cercando di prenderlo) Mo’ basta… t’acciro e nun ne parlammo cchiù! Brutto fetente… pe’ colpa toja ‘ammo avuto lassa’ ‘a casa nosta…! (come sopra) ‘E prumesse che t’ ‘a fatto chillo se so’ squagliate… ‘e avuto chesta furtuna che t’anno dato ‘n’ata fatica… io pure aggio truvato ‘na fatichella… e tu mo’ vulisse ‘nguaia’ n’ata vota tutte cose…? (isterica) Ma io t’acciro! Te scasso ‘a capa!


Primo atto – Scena ottava: Vincenzo, Carmela, Filomena

(bussano)

Carmela                                  (ricomponendosi) Questo sarà il compare… Vicie’, statte accuorto… prima o poi ti acchiappo… in separata sede… (isterica) e te scasso ‘a capa! (va ad aprire e fa entrare Filomena, usando un tono normale di voce) Comare bella, buongiorno… come andiamo?

Filomena                                (entra e si siede) Carmeli’, così non andiamo bene per niente! Mio marito non dice mai di no… ma non approfittatevi di lui, un poco di umanità! E’ malato di cuore… e voi lo sapete!

Carmela                                  Lo so… ma io non gli ho chiesto niente… cosa stava facendo?

Filomena                                L’ho incontrato mentre veniva, portava bottiglie in braccio, nelle tasche, pure una in bocca… sembrava un albero di Natale! Si era caricato tanto che faticava a respirare…! Io… ho solo lui… voi me lo fate morire, così!

Carmela                                  Ma le bottiglie… le stava portando tutte qua?

Filomena                                Eh, già! Mi ha detto che Vincenzo… (gesto dispregiativo) non è adatto e che ne ha fatte rompere sei in un colpo solo!

Vincenzo                                Comare, il fatto è che il micciariello …

Carmela                                  Statte zitto tu! E mo’…?

Filomena                                Gli ho fatto posare tutto e ora ci aspetta sotto l’androne… io non ho potuto prendere niente, avevo già le mie borse della spesa… ma ora che le ho posate, prima di tornare giù, volevo sapere se ci potete dare una mano…

Carmela                                  No, no… Filomena, tu ci aspetti qui, andiamo io e Vincenzo (lo squadra) e non preoccuparti che quando ci sono io, lui non rompe niente… tu riposa un poco, si sente che sei sopraffiato…

Vincenzo                                Carmelina bellella… (si ferma, vedendo lo sguardo che gli rivolge Carmela)

Carmela                                  Vicie’, nun te penza’ che m’ è passato… è n’armistizio, solo per aiutare il compare… appena torneremo, te scasso ‘a capa… in privato!

Vincenzo                                Carmelina… tu sei sicura che nun me fai niente?

Carmela                                  (rivolgendosi a Filomena) Commare, sapete che mi ha detto? Vorrebbe di nuovo un camice da mago!

Filomena                                Non sia mai! (guardando male Vincenzo) Vincenzo, non ti è bastata la prima volta? E poi… se vuoi andare in galera, accomodati… ma qui c’è anche una famiglia! Non puoi infangarci di nuovo!

Vincenzo                                E’ che la prima volta… sono stato sfurtunato… ma non è detto che si debba ripetere!

Carmela                                  Basta! Non voglio più sentire questo discorso! Andiamo! (spinge Vincenzo davanti a sé, verso destra) Comare, riposati, leggiti un giornale… noi torniamo subito… (a Vincenzo, uscendo) E muoviti, incapace…! (escono)

Filomena                                Meno male… m’ero stancata… un poco di riposo mi ci vuole proprio… (girandosi intorno) ma io non vedo giornali, qui intorno… chi sa che cos’è questa roba… (prende i fogli e legge) Maronna mia aiutace… ma nun po’ essere… Vicienzo è asciuto pazzo… (passa al secondo foglio) See, see, vi’ che figlia ‘e… Maronna mia, aiutace… no, nun pò essere… no, no…’na cosa ‘e cheste nun se lassa ‘ncopp’ ‘o tavulino… nun è robba soja… (passa al terzo foglio) Maronna mia aiutace tu! Chesta è ‘a scrittura ‘e mariteme… allora ‘o pazzo è isso… (si lascia cadere sulla sedia, col foglio teso davanti a sé) …me sento male… chillo disgraziato! (legge in silenzio e dopo lascia cadere il foglio) Cu’ me fa ‘a parte d’ ‘o malato… po’ viri che cumbina… Maronna mia, aiutalo tu… (si alza e si avvia a destra) si nun è muorto ancora p’ ‘a fatica… l’acciro io! (esce a destra)

Fine primo atto


Secondo atto – Scena prima: Carmela, Vincenzo

Scena: altri quadri alle pareti, con vedute di Napoli, del Vesuvio, ecc., un appendiabiti

Carmela                                  (entra da sinistra, portando un piatto di plastica con due bicchierini anch’essi in plastica, rivolta verso l’interno) Forza Vincenzo, alzati! E’ quasi tardi! Io ho fatto il caffè, se lo vuoi sbrigati! Vincenzo! Alzati, sta arrivando il compare! Rispondi, che diamine!

Vincenzo                                (entra da sinistra, sbadigliando, in pigiama) Dolce Carmelina mia, buongiorno… oggi… ci vediamo all’una e mezza, vero?

Carmela                                  (siede e prende il caffè) Come al solito! Quando il compare se ne sarà andato, tu per favore lessami le patate, mi raccomando, scegli quelle di pezzatura media e mettile in pentola quando l’acqua è fredda! Poi… otto miniti per l’ebollizione, venticinque per la cottura… spegni, scolale e lasciale raffreddare!

Vincenzo                                Va bene… (sbadiglia ancora, poi siede e prende il caffè) ma anch’io ho la mia giornata devo dormire poi ho… le consegne, la correzione delle bozze, il teatro…

Carmela                                  Niente scuse, sono cose che farai nel pomeriggio! Stamane sei libero… o hai preso altri impegni?

Vincenzo                                No, no, e chi ce la fa? Ogni sera si fa tardi… la mattina ci si deve alzare presto… vorrei dormire un poco di più… (sbadiglia e prende ancora caffè, dimostrando disgusto)

Carmela                                  Beh, ti farai il solito pisolino prima di uscire, però mi devi dare una mano, per pranzo, altrimenti io… vado in rosticceria e compro il pronto!

Vincenzo                                No, quella no, per favore, ti prego! Ti lesso due chili di patate, le sbuccio, sminuzzo e condisco, maionese, tonno e aceto, va bene?

Carmela                                  Bene, così anche per stasera siamo a posto, basterà aggiungere una birra o un chinotto e via!

Vincenzo                                Certo che, una volta… quella pastasciutta al ragù…

Carmela                                  Una volta… ora chi ha il tempo? La farò durante le vacanze, dovrai aspettare! (guarda l’orologio) A proposito… tempo scaduto! Ciao, a più tardi! Buon riposo!(prende il soprabito, lo indossa ed esce)

Vincenzo                                (prende malinconicamente il piatto e i bicchieri) Che gentile… mi sveglia per augurarmi il buon riposo… e offrirmi questo cosiddetto caffè! Bah… occupiamoci delle patate, adesso… devo fare presto (sbadiglia) così dopo parlato col compare, dopo potrò addirittura andare a dormire! (esce)


Secondo atto – Scena seconda: Vincenzo, Daniela

 (bussano ripetutamente; Vincenzo rientra va ad aprire e fa entrare Daniela, vestita in modo appariscente)

Vincenzo                                Accidenti! Questo non è il compare, (si allaccia meglio il pigiama) dev’essere un’emergenza… (apre) Oh, buongiorno, boss! Che succede… come mai già sveglia? Scusa per il pigiama…

Daniela                                   (passeggia per il palco, nervosamente) Non mi frega niente che sei in pigiama… io sto vivendo un casino! Ho un grosso problema… a te lo posso dire… mi cercano per dei pagamenti e i miei debitori sono tutti non raggiungibili, sono stata a girare in macchina tutta la notte per trovarli, mi sono fatta tutti i locali e i teatri e non ho chiuso occhio… sono esausta! (si lascia cadere su una sedia) Poi c’è un traffico! Sono stata fortunata a trovare un posto per la macchina, qui vicino!

Vincenzo                                Mi dispiace, ma io non credo di poterci fare nulla… le tue sono grosse cifre… vuoi un caffè? (si siede) Non li hai trovati, vero?

Daniela                                   Niente caffè, grazie e ne ho trovati solo due… al night… che mi hanno rimandato ancora… sono veramente stanca… devo andare a cercare gli altri, ma è troppo presto e sono all’altro capo della città… trovandomi da queste parti… mi era venuto un pensiero… c’è qualcosa che potresti fare per me… vorrei riposare un pochino… hai un divano disponibile? Mi serve di stare distesa per un’oretta, massimo due… così si fa anche orario di ufficio e li becco lì!

Vincenzo                                Senti, Daniela… la casa è piccola, non ho divani… ma c’è il mio letto… Carmela è uscita e non torna prima di pranzo… accomodati pure, la stanza è prima a destra e la seconda è il bagno… se ti vuoi sentire più tranquilla, chiuditi dentro a chiave… per me non c’è problema… solo non ho avuto… dico il letto, non c’è stato il tempo per rifarlo… veramente avevo previsto di… rifarlo più tardi…

Daniela                                   Grazie, ma non so se è il caso… avrei preferito un posto meno… riservato…

Vincenzo                                Beh, io questo ho, mi dispiace… se vuoi…

(bussano)

Vincenzo                                Santo cielo… io non sono vestito ancora… e tu… sei qui… con questo vestito…

Daniela                                   Già… hai ragione! Io… non vorrei metterti in difficoltà… allora vado in camera… così chiunque sia, non mi vedrà! (mentre esce a sinistra) E grazie… non chiamarmi, metterò la sveglia!

Vincenzo                                (sussurrando) Va bene, vai tranquilla!


Secondo atto – Scena terza: Vincenzo, Giacomo

(bussano)

Vincenzo                                Arrivo! (va ad aprire)

Giacomo                                Buongiorno, compare Vincenzo! Hai fatto la nota? Io devo partire…

Vincenzo                                Buongiorno, certo che è pronta, siediti, mentre prendo… ecco… (prende una cartellina, la sistema sul tavolo e si siede; poi apre la cartellina e legge) allora… questo è l’elenco… quindici chili di pasta assortita, quarantotto bottiglie, sei chili di mozzarella, cinque chili di fagioli secchi, una ‘nzerta di aglio e quindici chili di arrosto! Qui ci sono i dettagli e cento euro nella busta… poi facciamo i conti!

Giacomo                                Perfetto, direi! Dammi il foglio! (prende il foglio e la busta e si alza) Allora io vado, ci vediamo tra cinque o sei giorni… direi!

Vincenzo                                (si alza) Va bene… mi dispiace per stasera, ti perdi lo spettacolo…

Giacomo                                Sapessi come mi dispiace! Ma non posso rinunciare al viaggio, col furgone gratis… e poi è da tanto che non scendo al paese… ma dimmi… stasera c’à ancora quella spagnola?

Vincenzo                                No… non è spagnola, è argentina… e… le ho parlato, stasera le faccio anche le carte! Ci metteremo nel camerino grande!

Giacomo                                Ti metterai anche la mantellina oro?

Vincenzo                                No, proprio quella serve a lei, per lo spettacolo, ma ci sono altri camici, nella costumeria del teatro… ne ho scelto uno rosso e nero, molto elegante!

Giacomo                                Mette la mantellina oro? Mamma mia… quella è corta… tutta aperta… ah… se ci potessi essere anche io…

Vincenzo                                Già… peccato che Filomena non voglia proprio sentir parlare di teatro… è una bella rappresentazione!

Giacomo                                Ma che hai capito? Io volevo esserci… con te, mentre… le facevi le carte! Lei… (mimica) col costume di scena… co’ tutte le cosce da fuori… direi!

Vincenzo                                Uhm? E se lo sapesse la comare Filomena…?

Giacomo                                Ah, meglio che non lo sa… mi spaccherebbe la testa, direi proprio!

Vincenzo                                Compare… meglio che non lo sa neppure Carmela… mi raccomando! Ora gli affari stanno andando meglio… nel tuo… loculo non sono mai riuscito a concludere niente!

Giacomo                                N’altra volta ‘sta cosa degli spiriti? E dai, compare…

Vincenzo                                Io ho passato tanti di quei guai, lì dentro… candele che si spegnevano, folate quando non c’era vento, cose che si perdevano, rumori ovattati, sospiri malefici… i miei clienti se ne scappavano! Quelli sono spiriti che portano jella! Io me la sono cavata perché li ho sempre rispettati… non li sfidare!

Giacomo                                Io non ci credo, compare! E nessuno può dimostrare che esistono!

Vincenzo                                Guarda… ti potrei dire qualcosa… ma lasciamo perdere…

Giacomo                                No, no… voglio sapere, direi!

Vincenzo                                Io certe cose le evito… eppure ogni tanto, mi viene la tentazione… come adesso… mi è saltata in testa una strana cosa… ma non la voglio dire… te la scrivo… dammi la nota (prende il foglio e scrive qualcosa in calce) ecco qua…

Giacomo                                (legge) Che sciocchezza! E che significa?

Vincenzo                                Io… non te lo so spiegare… ancora… è come un messaggio dall’oltretomba (si gira intorno, inquieto) spero che non significhi niente…

Giacomo                                Va là… adesso devo preoccuparmi anche di quello che non esiste, direi! Beh, ti saluto e ci vediamo tra qualche giorno… ciao!

Vincenzo                                Sii prudente…

Giacomo                                E dalli, direi! Salutami Carmela e Maria! (esce a destra)


Secondo atto – Scena quarta: Vincenzo, Dolores

Vincenzo                                Sarà fatto, vai tranquillo! (mentre è alla porta, si presenta Dolores) Oh, signora Lojacono! Buongiorno!

Dolores                                   (entra, fiutando l’aria)

Vincenzo                                Scusate il pigiama… mi sono alzato proprio adesso, volete un caffè?

Dolores                                   Buongiorno, niente caffè, grazie, non sono venuta per quello… ma come spinta da una sensazione… ho sentito qualcosa, dentro…

Vincenzo                                Mica sentite… spifferi… o lamenti lontani? (si gira intorno, con apprensione)

Dolores                                   Non proprio… ma come se ci fosse una presenza in casa… don Vicie’… ma… siete solo?

Vincenzo                                Beh… lo vedete, prima c’era il mio compare Giacomo… accomodatevi, prego…

Dolores                                   (si siedono; Dolores gira intorno la testa) Eppure si sente… come un profumo… e un odore acre… come di sudore… e voi non mi sembrate sudato!

Vincenzo                                Forse viene da fuori, signora… ma comunque dite, cosa posso fare per voi? Parlavate di una… sensazione?

Dolores                                   Io veramente volevo parlarvi proprio di questo… ma Carmela… è andata a fare il suo giro, vero?

Vincenzo                                Sì… se volete parlare con lei, viene ad ora di pranzo… dateci il tempo di mangiare qualcosa insieme, poi io dovrò uscire… e lei starà a casa… di solito porta un poco di roba da stirare… la troverete certamente!

Dolores                                   Ah, ecco, sì, così va bene… per cui adesso… non c’è, vero? E voi siete solo… vero? Ma… vogliamo darci di nuovo del “tu”?

Vincenzo                                Ma, veramente, certo, cara Dolores… e comunque sono solo… come mi vedi…

Dolores                                   Ed anche io sono senza affetti… come mi vedi… sola da troppo tempo… ho tanto spazio nel mio… cuore… sembra un deserto… solitudine intollerabile… e tu come stai?

Vincenzo                                Ah! Beh, io… lo sai che sono sposato… Carmela è pure gelosa…

Dolores                                   Gelosia? Roba che non mi riguarda, io non ho nessuno di cui esserlo…(sospiro) dev’essere bello avere qualcuno con cui parlare… quando scende la sera sulla città, quando c’è freddo fuori… e ci si scalda vicini…

Vincenzo                                Veramente… non lo so, è da un po’ di tempo che io e Carmela facciamo orari strani… ci incontriamo praticamente solo a pranzo… lei dorme di notte… io di giorno…

Dolores                                   E quindi ci sarebbe… c’è un angolo di spazio… per un altro affetto… (si alza e si avvicina a Vincenzo)

Vincenzo                                Dolores… io mi sento un momento in difficoltà… (si alza anche lui e indietreggia; si portano in un angolo lontano dall’ingresso di destra) Chella me spacca ‘a capa!


Secondo atto – Scena quinta: Vincenzo, Dolores, Carmela

Carmela                                  (entra, portando un fagotto di panni; sentendo le voci, si blocca all’ingresso)

Dolores                                   Sei emozionato, vero? Anch’io mi sento… stravolta, ho sempre desiderato di dirtelo… e stamattina ho deciso di parlarti… io capisco la gelosia e rispetto il tuo matrimonio… ma questa serebbe una cosa diversa, molto diversa… ti propongo un affetto… nuovo…

Vincenzo                                Dolores… ti prego…

Dolores                                   (incalzandolo) E’ un piccolo affetto ma anche smisurato… che supera le mie capacità… devo dividerlo con qualcuno… sono io che prego te… di accettarlo… un bene silenzioso, che non ti darà problemi con tua moglie…

Vincenzo                                Io… non so che dirti, non mi ero mai reso conto di quello che mi stai dicendo…

Carmela                                  (poggia delicatamente a terra il fagotto , si toglie il soprabito e sfila la cintura, provandola silenziosamente sulla mano come fosse una frusta)

Dolores                                   Io… non mi chiamare sfacciata… io ho tanta nostalgia del nostro paese… dove facevo quel che volevo… qui siamo come in prigione, se fai tanto di allungare una briciola o di manifestare interesse in pubblico… ti escludono e ti chiamano con termini oltraggiosi… allora… posso contare su di te?

Vincenzo                                Ma… così su due piedi… cioè…

Carmela                                  (si porta in zona visibile dai due) Adesso basta! Ne ho sentite fin troppo! Madonna mia… dammi la calma… Vincenzo… sei drogato, ubriaco, o ti vuoi suicidare? (urlando e avventandosi) I’ te spacco ‘a capa! E tu gran pezzo di…

Dolores                                   (interponendosi) Fermati, Carmela, lui non ha fatto niente…

Carmela                                  Tu sei una… non voglio dirlo! Lo difendi pure! Io lo ammazzo! Anzi prima lo sgommo ‘e sangue… poi lo ammazzo!

Dolores                                   Calmati… sì lo so che sono una… gattara… ma quel micino è troppo dolce… ed io lavoro… non posso tenerlo da sola… ho sbagliato, scusa, scusate…

Vincenzo                                Che cosa?

Carmela                                  Un gatto?

Dolores                                   Sì, forse a te non piacciono… ma io ne avevo dodici giù al paese… mi mancano tantissimo… e quel povero, piccolo… è abbandonato! Lo volevo prendere io… ma non posso accudirlo tutto il giorno… perciò… avevo pensato a Vincenzo… non a te, Carmela… lo so che tu hai lavoro fino ai capelli!

Vincenzo                                E tu hai detto tutto… pensando al gatto?

Dolores                                   Ma certo! E’… piccolo, meraviglioso… ti entra nel sangue… non si può non amarlo, se lo si vede! Ho provato a dargli qualcosa… è bastata una briciolina… si è subito affezionato… una sensazione che non provavo da quando… ero al paese!

Vincenzo                                Mi dispiace, ma non è possibile… io… sono pieno di lavoro e il tempo libero lo voglio dedicare a Carmela…

Carmela                                  Vicie’, hai voglia di sviolinare… tu stivi facenne ‘o tacchino, annanze a… Dolores… te penzavi… nun ‘o saccio… ma se dicevi solo un’altra parola… ti sei salvato n’ata vota!

Dolores                                   Mi dispiace… cercherò altrove… scusatemi… buona giornata (esce, mestamente)


Secondo atto – Scena sesta: Vincenzo, Daniela, Carmela

Vincenzo                                Che roba… beh il regolamento del condominio è chiaro… niente animali!

Carmela                                  Non lo dire ad alta voce, se no se lo ricordano… e ti cacciano, brutto… tacchino! Io mi faccio in quattro per guadagnare qualcosa… (indica il fagotto per terra) li vedi quei panni? La signora Clerici ha la figlia malata, è saltata la giornata da lei… meno male che aveva da stirare… me li ha dati da fare a casa, così non perdo nulla… e tu che hai fatto? Ti metti a fare il cretino con la vicina e il suo gatto? Incapace! E… hai messo le patate a lessare?

Vincenzo                                (si dà un colpetto in fronte) No! L’ho dimenticato… il fatto è che è venuta la…

Carmela                                  Lo sapevo! Scommetto che adesso mi dici la banalità che quella è venuta quando io non c’ero… e che sei stato costretto, per gentilezza, ad ascoltarla e fare una cosa che non volevi!

Vincenzo                                Allora… lo sai! Come hai fatto?

Carmela                                  Ma tu sei scemo? Ti sei dimenticato già… sì, dev’essere l’aria di questo posto, tu hai perduto la testa, ti dimentichi anche di vestirti! Ma lo sai che ore sono? Tra poco devi andare al lavoro, non c’è niente di pronto, e io ho da fare, non posso andare in rosticceria! Salterai il pranzo! Appena possibile, te lo giuro… ce ne torniamo al paese! Sono stufa di tutto questo, qui non si vive…

Vincenzo                                Calmati, Carmelina bella… c’è ancora tempo, ecco, adesso vado, metto il gas al massimo… uso la pentola a pressione… e qualcosa ci uscirà!

Carmela                                  Esce la marmellata di patate! Lascia perdere, riscaldo un precotto… (prende il fagotto) però metto prima questa roba sul letto, non vorrei che si sporcasse o prendesse l’odore!

Vincenzo                                Dove? Sul… letto? Ma… io… non ho fatto in tempo a…

Carmela                                  Il pisolino non hai il tempo di farlo, mi dispiace! Se non sprecassi tempo a fare il tacchino con le vicine… oddio… e questa… chi è? Che cos’è?

Vincenzo                                Oh, Madonna… che stai guardando… hai visto uno spirito?

Daniela                                   (entra, ancheggiando) Oh, buongiorno! Enzuccio, mi sono dovuta fare anche la doccia, mi sentivo tutta… sudata! E tu devi essere la moglie di Enzuccio… a proposito… avete un letto comodissimo, complimenti!

Carmela                                  Vincenzo… io… il letto… il mio letto! Madonna! (mentre si lascia cadere su una sedia) Lo spirito… io ti ammazzo come un maiale… questo sei… (sviene e lascia cadere il fagotto)

Fine secondo atto


Terzo atto – Scena prima: Carmela, Maria, Filomena

Maria                                       (entra con Maria) Mammà, la comare ha ragione, non è possibile che tu tratti papà in questo modo, e che diamine!

Filomena                                (entrando) Adesso ti siedi e parliamo da persone civili…

Carmela                                  Dopo tutto se lo meritava! Voi non avete sentito come faceva il cascamorto con Dolores… quel rimbambito incapace! Quello sembrava un… come se io non fossi mai esistita, come se non fosse ammogliato! Se non fossi intervenuta, mi avrebbe tradito!

Filomena                                Ma c’è un limite! Capisco quello che dici, ma tieni presente anche quel che è capitato a me con Giacomo, gli ho fatto una testa così e dopo, pace! Dopo tutto abbiamo passato una vita insieme!

Maria                                       E tu non gli hai dato neppure la possibilità di parlare… povero papà… anche lui cerca di tirare la sua carretta…

Carmela                                  Quello tira solo il carro del carnevale di Rio, con le ballerine nude sopra!

Maria                                       Mamma, questo è un processo alle intenzioni!

Filomena                                Dai, stasera torna Giacomo, lo preleva lui e ce lo porta… e tu gli cucinerai qualcosa di buono… pastasciutta al ragù?

Carmela                                  A chi? Veleno per topi in un bicchiere di… lasciamo perdere, ecco cosa gli faccio trovare!

Filomena                                E dai, smettila… sei ancora sotto l’impressione… vieni con me, andiamo in cucina, vediamo che c’è di buono, ho deciso che stasera ci invitate a cena!

Maria                                       Ci saremo anch’io e Leopoldo! Niente fagioli, per favore! E niente piselli… o farro!

Carmela                                  Mari’, e come sei scocciante! Quando imparerai a mangiare fagioli? Il compare porterà anche i nostri Cannellini…

Filomena                                Ecco, brava… pasta e fagioli con le cotiche?

Maria                                       Allora per me solo il secondo! Mi raccomando… se fai il ragù… a me piacciono le puntine di maiale… non le mangio da una vita… ci vuole tempo per farle… a proposito di tempo, mamma… ma tu hai avvisato che… oggi non andavi?

Carmela                                  Uh! Mi sono completamente dimenticata!

Filomena                                Se devi andare, almeno per scusarti… comincio io, va bene?

Carmela                                  Comare… (la bacia) sei un tesoro! Vado! (prende il soprabito ed esce di corsa, senza infilarlo)

Maria                                       Ma come si deve fare, con mia madre?

Filomena                                E’ fatta così, ma non ti preoccupare, le sta già passando e scommetto che, ritornando, porterà anche i dolci!

Maria                                       Speriamo! Io potrei fare delle foto…

Filomena                                E’ una buona idea… vogliamo mettere anche dei festoni alle pareti?

Maria                                       A casa ho un sacco di roba… pure qualcosa di Carnevale… porterei pure quello, magari ci mettiamo anche cappellini e parrucche, per le foto! Sarebbe una cosa Indimenticabile, veramente una bella festa! Mi sembra di ricordare che qui ci sono delle cose… (apre un cassetto) però bisogna togliere i quadri, per piacere fai tu… anche qualche soprammobile… altrimenti si rompe…(traffica nei cassetti) mentre io tiro fuori questa roba… che confusione!

Filomena                                (toglie velocemente i quadri e soprammobili, portandoli fuori scena) Mi servono le sedie per metterceli sopra, non li voglio poggiare a terra! (prende le sedie e le porta fuori scena)

Maria                                       (prende dei piccoli fiocchi colorati e li sistema sui chiodi rimasti via via liberi) Beh, questo c’era… però a casa mia ho ben altro… vado a prendere la scatola con quella roba e la macchina fotografica, d’accordo?

Filomena                                (guardando i fiocchi) Senti, mi sembra che non sia un buon risultato… leviamoli, e mettiamoci quello che hai tu, senz’altro è migliore!

Maria                                       Hai ragione… sono troppo piccoli! (li toglie velocemente e li butta nei cassetti lasciandoli aperti e in disordine) Vado e torno! Tu comincia in cucina!(esce a destra)

Filomena                                Meno male che a me piace cucinare! (esce)


Terzo atto – Scena seconda: Vincenzo, Giacomo

Vincenzo                                (ha la testa fasciata, entra a retromarcia) Ecco… piano, piano… ci sei… finalmente siamo a casa! Adesso ti avvicino una sedia… (si gira intorno) Maronna mia! Le sedie…! (va a controllare i cassetti, i posti vuoti dei quadri) Ci sono stati i ladri! Hanno portato via tutto!

Giacomo                                (entra lentamente con un bastone, anch’egli con la testa fasciata) Vicie’… mi hai lasciato qui fuori da solo? Dammi ‘na sedia… sto ucciso, direi!

Vincenzo                                (smarrito, va ad aiutarlo) Se le sono arrubbate! Compa’… te volessi assettare sulla tavola?

Giacomo                                Eh sì, secondo te, io ce la faccio a salire là sopra? Ma… sicuro che questa è casa tua?

Vincenzo                                Va bene che sono tutte uguali, ma almeno ‘a serratura è quella giusta…

Giacomo                                A meno che gli spiriti nun t’hanno fatto ‘o scherzo… e ce sta n’altra serratura uguale alla tua…

Vincenzo                                Maronna! Allora ce ne dobbiamo andare subito… qua hanno rubato di sicuro, guarda quel mobile… jammuncenne, facimmo subito, se ce trovano, ce pigliano pe’ ladri!

Giacomo                                “Subito”… è una parola, direi! (si gira faticosamente verso l’uscita)

Vincenzo                                (gli prende la mano e lo guida, avanzando di spalle verso l’uscita) Jammo bello, che ce la facciamo… chi sa a che piano stiamo… compa’… io… nun me ricordo più a che piano sto di casa!

Giacomo                                T’hanna accidere! Ma comme, non te ricordi più casa tua? Ma tu fussi scemo?

Vincenzo                                No, è che tengo la capa che mi fa male… nun capisco più niente, compare mio!

Giacomo                                (sempre uscendo molto lentamente) Ti ricordi almeno comme se chiama il tuo vicino di piano?

Vincenzo                                Ah, sì e chi se lo scorda? Lowan…, no, Lavan… aspetta… se chiamma Dolores!

Giacomo                                Quella è la ballerina spagnola, pezzo di scemo!

Vincenzo                                Andiamo a domandare al portiere!

Giacomo                                E’ morto!

Vincenzo                                Uh, e tu che ne sai?

Giacomo                                Lo sai pure tu… è quel fantasma che ti ha lasciato quel messaggio… devono accidere a te e a isso, direi!

Vincenzo                                Ma un fantasma non si può ammazzare…

Giacomo                                Appena lo vedo, ti faccio vedere come si fa! (escono)


Terzo atto – Scena terza: Filomena, Carmela, Vincenzo, Giacomo

Filomena                                (entra portando una sedia e un quadro, che metterà al loro posto) Eppure mi pareva di aver sentito delle voci… ecco qua! Ci voleva una bella pulita alle sedie e al resto, povera Carmela, pulisce per gli altri e per lei non ha tempo… ma adesso i quadri non ce li posso tenere sopra… la parete vuota è pure brutta… (mentre recita, risistema velocemente sedie e quadri) ecco fatto… sembrava una casa di fantasmi! Vediamo se si può migliorare ancora… (rimette a posto centrini e soprammobili in giro e poi chiude in successione i cassetti) Adesso va un poco meglio… (esce)

Carmela                                  (entra con decisione, ogni tanto si volge indietro) Forza, muoviti… se non entri in casa, non posso dirti quello che devo…

Vincenzo                                (dalle quinte, con voce malferma) Solo parole, eh? Posa le bottiglie, Carmelina bellella mia!

Carmela                                  Avanti sbrigati! Madonna mia, che figura, che figura! Sembravate due mendicanti, due pezzenti… povera me, ma che male ho fatto?

Vincenzo                                (ha sempre la testa fasciata, entra a retromarcia sostenendo Giacomo, anch’egli con la testa fasciata) Ecco… piano, piano… ci sei… (si gira intorno) Uh… ma questa è casa mia!

Carmela                                  E dove pensavi che ti portassi, rimbambito? Forse al tuo teatro?

Giacomo                                (si sostiene con un bastone) Vicie’… vacci piano… sei sicuro che adesso siamo nella casa giusta?

Vincenzo                                E come no? Guarda tu stesso! Ah, che bella cosa… (guarda Carmela) Io però non mi sento sicuro… compare Giacomo, forse hai ragione tu… abbiamo sbagliato… andiamocene…

Carmela                                  Qui ho sbagliato solo io… a sposarti! Questa è casa nostra… per il momento! (si avvicina minacciosamente a Vincenzo) Qui non ci sono cantanti e attrici, c’è solo tua moglie… forse non ti piace?

Giacomo                                Carmela, dammi ‘na sedia… sto ucciso, direi! Qui ci sono gli spiriti… poco fa stavamo qua dentro, era… una casa di fantasmi, pareva svaligiata!

Vincenzo                                Come fai a dire che eravamo qui? Questa era… diversa!

Giacomo                                (sedendosi) Ahhh… finalmente! Vince’ avevo messo il bastone in quel buco della mattonella… e si stava incastrando! Lo riconosco!

Carmela                                  (si siede anche lei) Compare, mi dispiace che Vincenzo ti abbia dato tanto fastidio… noi non sapevamo che l’incidente che hai avuto era così grave, se no andavo io a prendere Vincenzo in Ospedale!

Giacomo                                Ma l’incidente non era grave! Non mi ero fatto niente! E’ stato uscendo dall’Ospedale, che dei portantini mi hanno buttato per aria… mi hanno squilibrato, sono caduto, sbattendo a terra… e mi hanno messo quattro punti in testa! Solo che adesso cominciano a farmi male tutte le ossa, direi! Vorrei andare a casa mia…!

Carmela                                  Compare, Filomena sta qua… a casa tua non c’è nessuno, stasera… rimanete a cenare con noi! (si alza e parla verso l’interno) Comare Filomena! Qui c’è il compare Giacomo!


Terzo atto – Scena quarta: Filomena, Carmela, Vincenzo, Giacomo

Filomena                                (entra, pulendosi le mani con un canovaccio) Giacomi’… ma che hai fatto? Dici che non ti eri fatto niente… (gli va vicino e lo accarezza) Povero Giacomino… chi è stato?

Giacomo                                So’ sbattuto per terra, dopo aver preso il compare in Ospedale… mi hanno dato quattro punti! Il furgone sta giù, non sono riuscito a scaricarlo…

Carmela                                  Vincenzo! Andiamo noi a scaricare! Compare… mettiamo tutto nella cantinola, vero? Mi dai la chiave?

Filomena                                Che piacere che ci fai, Carmela, grazie!

Giacomo                                Grazie, Carmela… però la roba deperibile… mettetela nel frigo… e la chiave ce l’ha Vincenzo!

Carmela                                  Ah! Non sapevo che ci avessi fatto mettere la corrente… e il frigo… (guardando Vincenzo) e come mai la chiave ce l’hai tu?  Compare… ci fosse pure un letto, là dentro adesso?

Filomena                                E quando è successo, questo? Il frigo… la corrente…? Perché non mi hai mai detto niente?

Giacomo                                Io lo sapevo! Vicie’… avevi ragione, quelli ce l’hanno con me!

Filomena                                Non menare il can per l’aia! Allora, perché hai fatto mettere la corrente? E… c’è davvero anche un letto?

Carmela                                  Già… allora? Vincenzo, perché hai quella chiave?

Giacomo                                Io pensavo… gli spiriti… gli ospiti… per farli stare più comodi, direi… e pure per affittarlo, un domani… volevo farti una sorpresa…

Filomena                                Vallo a raccontare a qualcun altro! (si scosta bruscamente, Giacomo quasi cade dalla sedia) Hai fatto bene a mettere il letto… stanotte dormirai lì… e pure la successiva… per sempre! Io voglio divorziare! A casa… mia non ci metti più piede, hai capito?

Carmela                                  (incalzando Vincenzo) Quindi tu hai la chiave di una “garçonniere”… spero che il letto sia a due piazze… così tu e il compare dormirete bene! Fuori di casa mia, subito! Sporcaccione che non sei altro, vecchio maiale ingrugnito…

Vincenzo                                Bellella Carmelina mia… non mi cacciare, sto male… ho le chiavi solo per fare un piacere al compare, per evitargli di cercarle… ma che significa “ingrugnito”?

Giacomo                                Lassa perdere, compa’… qua ci possono aiutare solo loro, gli spiriti… Filomena, io non ho fatto niente di male… era veramente per affittarlo… ma adesso io mi devo mettere su un letto, mi sento male da tutte le parti… che dici… nel loculo… ci posso andare domani invece di stasera? Se mi venisse qualcosa, stanotte?

Filomena                                Ti fai portare in Ospedale dal compare! Fila fuori di casa!

Vincenzo                                Carmelina, bellissima… io non ti ho mai fatto torto… il fatto è che sono sfortunato… e poi il loculo del compare è… pieno di spiriti!

Carmela                                  Peggio che mai! Significa che ci sei stato spesso e lo conosci bene! Cosa ci sei andato a fare… visto che c’è anche il letto?

Vincenzo                                Ma il letto non ha il materasso! C’è solo la rete! E sì, ci sono andato… volevo farti una sorpresa pure io… l’ho restaurato, dipinto, ho sistemato il bagno e le finestre… ti ripeto… ti voglio bene e non ti ho mai tradito!

Carmela                                  E vicino alle pareti, hai messo pure i quadri delle tue ragazze?

Vincenzo                                (a Giacomo) Io mi arrendo… compare, andiamocene… ormai non abbiamo più nessuno che ci aiuti… siamo rimasti soli e abbandonati… possiamo solo contare sul di loro… gli esseri eterni che ci circondano… e sanno la verità… saranno loro che, già da questa notte, andranno a trovare Carmela e Filomena… e diranno loro la verità…

Filomena                                Io non voglio spiriti mentre dormo! Queste maledizioni tienile per te!

Carmela                                  Spiriti? Lo sai che non esistono, non cercare di mettermi paura!

Giacomo                                (si alza in piedi, leva le braccia) Per carità, comare! Io ero il primo che non credevo alla loro esistenza… non ditelo più… negarli, significa offenderli… quelli si vendicano, come hanno fatto con me! Compare… diglielo tu!

Vincenzo                                Sì… prima che partisse il compare, mi… hanno mandato un messaggio, io l’ho scritto… il compare non ci credeva…

Carmela                                  E che diceva il messaggio?

Vincenzo                                Era come quel pezzo di musica classica… quello che fa “ta-ta-tà-tà!” Come se fossero quattro… punti… e basta… ma allora non lo avevamo capito…

Giacomo                                E adesso si capisce bene, direi… solo, non so perché li hai avuti pure tu! Vuoi vedere… che ci sta qualche cosa che sta arrivando… pure per gli altri…?

Carmela                                  (incerta) Queste sono sciocchezze! Anche a me qualche volta, rimane qualcosa nel cervello… questo non significa che io debba avere quattro punti in testa!

Filomena                                Figuriamoci! (guardandosi intorno) Allora, solo perché c’è una musica che ritorna in mente, arrivano guai?

Vincenzo                                No, ma è diverso! (si porta al proscenio) Per spiegarmi meglio… guardatevi… immaginate che noi, adesso, siamo qui… parliamo… pacificamente delle nostre cose… sentite la pace ed il silenzio intorno… e all’improvviso… mentre non ci pensiamo su… qualcosa ti colpisce… e ti penetra nel pensiero…

(si sentono quattro colpi alla porta)

Filomena                                Maronna! Io me ne fujo! (esce a sinistra)

Carmela                                  Commare! Aspe’, vengo pure io! (esce a sinistra)

(Vincenzo e Giacomo si guardano intorno, smarriti)

Giacomo                                Io nun ce la faccio a correre… e poi ho già pagato…

Vincenzo                                Compa’… non possiamo contrastare il destino… se arriva qualcosa… ce la troviamo addosso, anche se andiamo in cucina!


Terzo atto – Scena quinta: Filomena, Carmela, Vincenzo, Giacomo, Maria, Daniela

(altri colpi alla porta)

Maria                                       (dalle quinte) Uhhh, uhhhhhh… c’è nessuno?

Giacomo                                Stavolta non erano quattro, i colpi, direi!

Vincenzo                                Sì… però ci sta pure il lamento…

Filomena                                (si affaccia dalle quinte, con una scopa in mano) Insomma, arapite! Voi site già stati segnati…

Carmela                                  (anche lei si affaccia, brandendo una padella) Vicienzo… questa è casa tua… ancora… apri la porta!

Vincenzo                                (esitando e guardando alternativamente la porta e gli altri) Io vado… io sono il padrone di casa… e poi già tengo quattro punti in capa… (rivolto verso la porta) nun pazziammo… pe’ piacere… (apre e si ritrae, pauroso)

(non entra nessuno; Filomena e Carmela fanno timidi passi in avanti)

Carmela                                  Ma… io ho sentito, erano… proprio quattro colpi…

Daniela                                   (spalanca la porta, ed entra portando un cesto tra le braccia; sul cesto è gettato un lenzuolo bianco che pende fino a terra, nascondendole il più possibile i piedi; indossa una maschera di fantasma, con cappuccio bianco e top dello stesso colore; parla con voce deformata) Ci siete tutti! Ce n’è voluto!

Maria                                       (entra, portando una scatola tra le braccia; anche su questa c’è un lenzuolo bianco pendente fino a terra; Maria indossa una maschera da strega o da befana, con parrucca abbondante e top bianco) Ta-ta-tà-tà! Adesso comincia la festa!

Carmela                                  (inorridita) Maronna aiutaci! (esce a sinistra correndo) Vicie’, difendimi!

Filomena                                (urla e segue Carmela) L’inferno! Aiuto! Giacomi’, aiuto!

Giacomo                                (piagnucolando) Pietà!

Vincenzo                                (si inginocchia di fronte a Maria, a braccia aperte) Io sono ferito! E‘ stata ‘na buttigliata in capa! E ho avuto pure i quattro punti del messaggio! Anime eterne, noi vorremmo stare in pace… che cosa cercate da noi… volete Messe, preghiere, candele? Vi prometto che non faccio più le carte!

Daniela                                   Enzuccio… ma sei diventato scemo?

Maria                                       Uh, Compare… che avete fatto?

Giacomo                                (piagnucolando) Io nun tengo compari tra gli spiriti, direi… chi sei, anima in pena, che vai girando per le case dei vivi?

Vincenzo                                Tornate nelle vostre sfere, lasciate questa terra e i suoi poveri sofferenti feriti… che male vi abbiamo fatto?

(Maria e Daniela si guardano, posano a terra i materiali e si tolgono insieme le maschere)

Daniela                                   Forse è meglio così… però… che successo, ragazzi!

Maria                                       Papà… compare… ma veramente credevate che fossimo… fantasmi?

Vincenzo                                (rialzandosi) Io… mi stava venendo un infarto! (massaggiandosi il torace) Ma che idea avete avuto?

Maria                                       Era per festeggiare, stasera! Ho incontrato Daniela e ho chiesto anche a lei dei festoni… e dei costumi… abbiamo pensato che così era più…

Daniela                                   Davvero, è divertente… Enzuccio… ma davvero hai creduto che fossimo fantasmi?

Vincenzo                                Per poco non sono morto dallo spavento… e pure Giacomo… (si volta verso di lui e lo vede inanimato) Compare! (va verso Giacomo, lo schiaffeggia e lo risveglia)

Giacomo                                (ancora intontito) Aiuto, Filomena… Maronna! Spiriti maligni… diavoli… ma quant’è brutto l’inferno! Signo’… non lo facite piu’, pe’ piacere… ce stevo rimanendo secco…!

Maria                                       Compare, mi dispiace…

Daniela                                   Dai, Giacometto… ma che avete, in testa tutti e due?

Giacomo                                Colpa degli spiriti, direi! Cioè… no…

Vincenzo                                Un piccolo incidente, ha battuto la testa a terra e io… ho rotto una bottiglia… quattro punti ciascuno… ma… parlavate di una festa?

Maria                                       Una festa di riconciliazione… dopo quel che è successo…

Vincenzo                                Ah, ci siamo riconciliati già… e abbiamo litigato un’altra volta, per un altro motivo!

Giacomo                                (lamentoso) Ci hanno cacciati di casa!

Maria                                       Ma no… siete impossibili… adesso ci penso io… ma dove sono mamma e comare Filomena?

Daniela                                   Già… dove sono andate?


Terzo atto – Scena sesta: Filomena, Carmela, Vincenzo, Giacomo, Maria, Daniela

Carmela                                  (esce, timidamente, reggendo ancora la padella) Siamo qui…

Filomena                                (segue Carmela, stando al suo fianco, guardando intorno e sempre con la scopa in mano) Ma… eravate voi?

Maria                                       Certo, mammina… ma come mai hai tanta paura? Eppure papà è stato tanto coraggioso… anche lui credeva che fossimo spiriti… e ci ha affrontate!

Daniela                                   E’ stato davvero bravo… io non immaginavo che fosse capace di fare questo… Enzino… ma tu volessi provare anche a fare l’attore?

Carmela                                  No! Vincenzo è mio… (va ad abbracciarlo) e non voglio, neppure per finta, che sia di qualcun’altra! Brutto incapace… ti voglio bene!

Vincenzo                                Carmelina bellella mia! (la abbraccia)

Filomena                                A proposito di incapaci… Giacomo!

Giacomo                                Mi hai chiamato… direi!

Filomena                                Davvero la vuoi affittare, quella casa?

Giacomo                                Ma certo, così con i soldi guadagnati ce ne andiamo insieme al paese… vediamo i parenti, i vecchi amici…

Filomena                                Che amore! Allora avevi pensato a me! (va vicino a lui e lo abbraccia)

Daniela                                   Scusate… ma non sentite qualcosa… di strano?

Maria                                       Io sì… ed è pure forte!

Vincenzo                                No, eh… basta con scherzi del genere!

Maria                                       Ma quali scherzi? Questo è il ragù che si sta bruciando… in cucina!

Carmela                                  (esce di corsa) Aiuto, Filomena, vieni!

Filomena                                Arrivo! (esce di corsa)

Daniela                                   Maria… prima che sia troppo tardi, prendi la macchina fotografica, cominciamo!

Maria                                       D’accordo…

Vincenzo                                Ci mettiamo in posa io e il compare? 

Giacomo                                Vieni qua, questo è un momento da immortalare!

Maria                                       Ma che avete capito? Io voglio fotografare le mie puntelle… prima che si brucino! (esce)

Daniela                                   Vengo anch’io! Mi serve la foto del ragù per la scena! (esce)

Vincenzo                                Compare Giacomo… adesso sono in quattro in cucina…

Giacomo                                Ancora quel numero? Basta, direi!

Vincenzo                                Ma quale basta, compare Giacomo? Tu ci pensi? Con quel numerino abbiamo fatto pace con le nostre mogli, non abbiamo più niente da nascondere, adesso fraternizzano anche con Daniela… e tutto questo grazie agli spiriti!

Giacomo                                Già… e io che non ci credevo! Però…

Vincenzo                                Compare… io credo che ci sono e sono capaci di cose incredibili… forse, visto che sono così forti… meglio se le carte non le faccio più… potrebbero offendersi, sentirsi sfruttati… e vendicarsi su di me!

Giacomo                                Però… una cosa gli spiriti non ce l’hanno, compare mio…

Vincenzo                                Quelli sono immortali, perfetti, possono fare tutto… che gli manca?

Giacomo                                Vieni qua, non posso strillare…

(Vincenzo si avvicina)

                                                  Non sono perfetti, Vicie’… quelli… non hanno le cosce come le ballerine, direi!

Fine