SPIRITO ALLEGRO
di Nol Coward (1899-1973)
scritta nel 1941
PREFAZIONE
Ambientazione anni 50; Ruth e Carlo invitano la medium Madame Arcati a tenere una seduta spiritica in casa loro. Le conseguenze della pretestuosa e sconsiderata iniziativa si faranno sentire col contributo interessato di Elvira, prima moglie defunta di Carlo.
Spirito Allegro - Atto Primo - Quadro Primo
Edith - (Entra in scena canticchiando, riordina, ed esce)
Ruth - (Entra chiamando) Edith.
Edith - (Da fuori) Si, signora.
Ruth - Porta i bicchierini.
Edith - Si, signora.
Ruth - Hai tolto i cubetti di ghiaccio dalle bacinelle?
Edith - (Entrando con i bicchierini) Certo, signora.
Ruth - Bene. (Guardandosi attorno) Dopo cena, madame Arcati, la signora Bradman ed io prenderemo il caff qui in salotto.
Edith - Si, signora.
Ruth - Carlo e il dottor Bradman lo prenderanno in sala da pranzo. E chiaro?
Edith - Si, signora. (Fa per uscire)
Ruth - Quando servirai a tavola, ricordati di fare tutto con calma.
Edith - (Vorrebbe uscire) Si, signora.
Ruth - Non necessario che tu faccia tutto di corsa.
Edith - (Resta ferma) Bene, signora.
Ruth - Ora va pure a prendere il secchiello del ghiaccio.
Edith - Subito. (Esce veloce)
Ruth - Senza correre, Edith.
Carlo - (Entrando) Nessun segno delle orde avanzanti?
Ruth - Non ancora.
Carlo - (Avviandosi al mobile bar) Non c ghiaccio...
Edith - (Entra col secchiello del ghiaccio)
Ruth - Grazie, Edith.
Edith - Si, signora.
Carlo - Ho dimenticato il portasigarette in camera, Edith, vuoi andare a prendermelo?
Edith - Si, signore. (Esce veloce)
Carlo - Hai visto?
Ruth - Lhai colta di sorpresa.
Carlo - Martini secco anche per te?
Ruth - Si, caro. Credo che madame Arcati vorr qualcosa di pi dolce.
Carlo - Beh, ad ogni modo, questo ce lo berremo noi.
Ruth - Devi promettermi che non mi guarderai, specialmente se dovesse sfuggirmi qualche risatina.
Carlo - Sta attenta a non farlo. Dobbiamo badare a non offendere madame Arcati.
Ruth - Ma allora, perch hai invitato i Bradman? Lui non meno scettico di noi.
Carlo - Li ho avvertiti. Devono esserci pi di tre persone e non potevamo invitare il vicario con sua moglie... Primo, perch sono tremendamente noiosi; secondo, perch probabilmente non avrebbero accettato. Non ci restavano che i Bradman.
Edith - (Entra veloce con il portasigarette)
Carlo - Grazie Edith. Ce lavresti fatta ugualmente con un po pi di calma.
Edith - Si, signore. (Esce)
Carlo - (Porge il bicchiere a Ruth) Provalo, com?
Ruth - (Sorseggiando) Ottimo.
Carlo - Allinvisibile!
Ruth - (Ridendo) Sarebbe un ottimo titolo per il tuo romanzo.
Carlo - Se stasera andr tutto bene, domani attaccher la prima stesura.
Ruth Dimmi Carlo, Elvira ti aiutava, nel tuo lavoro?
Carlo - Di tanto in tanto, quando riusciva a concentrarsi.
Ruth - Avrei proprio voluto conoscerla.
Carlo - (Bevendo) Mi chiedo se ti sarebbe piaciuta.
Ruth - Da come ne parli, direi di si. Doveva essere una donna incantevole. S, sono sicura che mi sarebbe piaciuta, sai, perch non ho mai provato un attimo di gelosia verso di lei. E un buon segno, no?
Carlo - Povera Elvira.
Ruth - Sei ancora addolorato, quando pensi a lei?
Carlo No, ma qualche volta vorrei esserlo.
Ruth - Se io morissi prima che tu ti fossi stancato di me... mi dimenticheresti cos presto?
Carlo - Beh, prima di tutto io non ho mai dimenticato Elvira... Mi ricordo comera affascinante... Mi ricordo la sua grazia quando le riusciva di averla vinta e la sua acidit nel caso contrario... Mi ricordo la sua attrattiva fisica, che era straordinaria, e...
Ruth - Era pi attraente di me?
Carlo - Che domanda... Dovrei risponderti il contrario della verit.
Ruth - Sei molto gentile.
Carlo - Grazie.
Ruth - E anche un po ingenuo.
Carlo - Perch?
Ruth - Perch immagini che mi dispiaccia che Elvira fosse pi attraente di me.
Carlo - Scusa, non sar aggiornato in materia di psicologia femminile, ma avrei pensato che ogni donna sarebbe dispiaciuta di...
Ruth - Non si tratta del tuo aggiornamento caro, sei soltanto un po scolastico.
Carlo - Cosa vuoi dire?
Ruth - Tu sai bene che Elvira se la sarebbe presa molto se tu avessi trovato unaltra donna pi attraente di lei, ma questo non significa...
Carlo - (Avvicinandosi a Ruth la bacia) Tesoro, ti amo.
Ruth - (Scostandosi) Povera Elvira.
Carlo - Quel lieve bacio non ha avuto nessun effetto?
Ruth - Come sei noioso. Quando ho detto Povera Elvira, mi veniva dal cuore. Posami il bicchiere, da bravo.
Carlo - (Esegue) Certo che lei, sapeva godersi a fondo la vita.
Ruth - Povera Elvira!
Carlo - Questa osservazione si sta facendo monotona.
Ruth - Povero Carlo, allora.
Carlo - Preferisco cos.
Ruth - Se io morissi, mi domando quanto tempo lasceresti passare prima di risposarti.
Carlo - Tu non morirai, cara. Non sei tipo da morire.
Ruth - Nemmeno Elvira, lo era.
Carlo - Oh, si, adesso che ci ripenso, lo era. Aveva un certo che di etereo... Sono stato molto affezionato a lei. Abbiamo vissuto insieme cinque anni. Poi morta e mi mancata moltissimo. (Suona il campanello) Questi saranno i Bradman.
Ruth - Potrebbe anche essere madame Arcati.
Carlo - Vado io o lasciamo che Edith spicchi il volo?
Ruth - Forse non ha sentito.
Edith - (Rumore di una porta che sbatte - Entra veloce)
Carlo Calma, Edith.
Edith - Si, signore. (Esce - Carlo e Ruth si guardano divertiti)
Edith - (Entra seguita dai Bradman ed uscir poco dopo) Il dottore e la signora Bradman.
Dottore - (Porgendo la mano a Carlo) Siamo in ritardo? Sono tornato dallospedale appena mezzora fa.
Carlo No, affatto. Madame Arcati, non ancora arrivata.
Ruth - Non tarder molto. (Porge la mano al dottore) Sono contenta di vedervi.
Violetta - (Verso Ruth) Non vedevamo lora che fosse stasera. (Baciandosi con Ruth) Mi sento cos eccitata...
Ruth - (Invita Violetta a sedere) Prego. (Si siede a sua volta)
Dottore - (Si reca al tavolo invitato da Carlo) Garantisco che Violetta far la brava. (Sedendosi) Glielho fatto promettere.
Violetta - (Dura al marito) Non ce nera bisogno! (Poi gentile agli altri) Sono emozionatissima... Ho visto madame Arcati soltanto due o tre volte, in paese... Voglio dire che non le ho mai visto fare nulla di strano, ecco!
Carlo - (Dopo una pausa generale di imbarazzo - Avviandosi al mobile bar) Un Martini secco?
Dottore - Volentieri.
Carlo - Senza dubbio madame Arcati un tipo strano Sembra che eserciti a Londra da anni...
Violetta - E buffo vero? Dico che ci sia gente che lo fa per professione. (A Ruth) Ci crede lei?
Ruth - Beh, veramente...
Carlo - Io sospetto il peggio, una vera ciarlatana di professione. Ad ogni modo proprio quello che spero. Il personaggio che ho in mente per il mio romanzo, devessere un perfetto impostore.
Dottore - E che cos che le interessa?
Carlo - Soprattutto Il frasario e qualche trucco del mestiere. Sono anni che non partecipo ad una seduta spiritica e vorrei rinfrescarmi la memoria.
Dottore - Allora non una novit per lei?
Carlo - (Porgendo i bicchieri) Oh, no. Quandero ragazzo una mia zia, di tanto in tanto, veniva a trovarci. Credeva di essere una medium e, dopo cena, si abbandonava alle pi elaborate trance. Mia madre ne era affascinata.
Violetta - Ma... era convinta?
Carlo - Macch. Detestava mia zia e si divertiva a metterla in ridicolo.
Dottore - Immagino che non vi siano mai stati risultati evidenti.
Carlo - Certe volte non era poi male. Una sera, mentre eravamo seduti al buio, nel mezzo della seduta, mia zia lancio un grido, dicendo di aver visto un cagnolino nero accanto alla mia sedia. Accesero le luci e il cagnolino era proprio li.
Violetta - Straordinario.
Carlo - Evidentemente era un cane randagio entrato per caso. Persino mia madre rimase stupita.
Violetta - E... che fine fece il cane?
Carlo - Rest con noi per molti anni.
Violetta - Crede che madame Arcati sappia predire il futuro? Adoro sentirmelo predire.
Carlo - Credo di si. Comunque dovremo fare sul serio e... fingere di credere a tutto.
Dottore Io star buono come il pane.
Ruth - Ha mai avuto occasione di avvicinarla, dottore?
Dottore - Si, in gennaio ha avuto linfluenza. E qui da solo un anno, sapete, e devo dire che allora mi sembrava che possedesse tutto tranne che capacit medianiche. Avevo sempre pensato che fosse una scrittrice.
Carlo - Gi, ci incontrammo una volta ad un ricevimento come colleghi.
Violetta - Che genere di libri scrive?
Carlo - Beh, io...
Violetta - No, non lei. Intendevo madame Arcati.
Carlo - (Deluso) Madame Arcati? Lei scrive storie bizzarre per ragazzi, con foreste incantate. (Suona il campanello)
Ruth - (Scatta in piedi) Eccola che arriva.
Violetta - (Alzandosi veloce) - Ma lei lo sa di questa sera ?
Edith - (Entra veloce ed esce per aprire)
Carlo - Certo che lo sa. E stato tutto organizzato la settimana scorsa. Le ho detto di comero profondamente interessato a tutto ci che aveva a che fare con locculto, e lei sbocci come una rosa.
Edith - (Entrando) Madame Arcati.
Arcati - (Entrando) Buonasera. Temo di essere un po in ritardo. (Al dottore) Oh, il dottor Bradman, luomo dalle mani di velluto.
Dottore - Sono lieto, le presento Violetta, mia moglie.
Arcati - Piacere.
Violetta - Felicissima.
Carlo - Mia cara madame Arcati, gradisce un cocktail?
Arcati - Se un Martini secco, si.
Carlo - (Porgendo il bicchiere) E un Martini secco.
Arcati - (Prendendo il bicchiere) Grazie. (Tracanna dun fiato) E il miglior Martini secco che abbia bevuto da anni.
Carlo - Ne vuole un altro?
Arcati - Certo! Chiunque pu scrivere libri, ma ci vuole un vero artista per fare un Martini secco, secco al punto giusto.
Ruth - Sta scrivendo qualcosa, madame Arcati?
Arcati - Ogni mattino, regolare come un orologio, dalle sette alluna.
Carlo - E un romanzo o sono memorie? (Gli porge il bicchiere)
Arcati - E un libro per bambini. Tratta tutto di animaletti. Il protagonista uno scarabeo che...
Edith - (Entrando) Il pranzo servito, signora.
Ruth - Grazie Edith. (Edith rimane in scena) Vogliamo andare?
Arcati - Niente carni rosse, spero?
Ruth - C carne, ma non credo che sia molto rossa. Se preferisce un uovo.
Arcati - Un uovo? No, grazie! E buona norma evitare le carni rosse prima delle sedute, possono provocare strani effetti.
Carlo - Che specie di effetti?
Arcati - (Evasiva) Niente di particolare... E poi, se non molto rossa, credo di poter correre il rischio.
Ruth - Andiamo allora... Signora Bradman, dottore, madame Arcati lei alla destra di Carlo. (Escono tutti) (Buio e Musica)
Fine del Primo Quadro del Primo Atto
Spirito Allegro - Atto Primo - Quadro Secondo
(Ruth, Violetta e Arcati sono sedute e stanno prendendo il caff)
Arcati - dal lato materno, era una diretta discendente dei Borgia, e credo che questo abbia influito non poco sul suo temperamento. Dafne, il mio spirito guida, ieri ne era terribilmente spaventato Lo sentivo dalla sua voce mentre mi parlava Sapete, non che una bambina
Ruth - Il suo spirito guida una bambina?
Arcati - S, generalmente i bambini sono i migliori e danno i risultati pi soddisfacenti, soprattutto quando hanno imparato a conoscerti. Dafne lavora con me da molti anni, ormai.
Violetta - E continua sempre ad essere una bambina; voglio dire, non da nessun segno di crescere?
Arcati - (Pazientemente) I valori del tempo, sullAltra Riva, sono completamente diversi dai nostri.
Violetta - Si sente buffa, quando cade in trance?
Arcati - Buffa? Che cosa intende?
Ruth - La signora Bradman voleva dire buffa non nel senso di comico ma... di strano, di curioso...
Arcati - La scelta della parola non stata felice.
Violetta - Sono proprio spiacente.
Arcati - Non importa. Non il caso
Ruth - Quando si accorse di possedere questi poteri soprannaturali?
Arcati - Da quando ero piccola. Mia madre era una medium, e quindi ho avuto la possibilit di cominciare dalla gavetta, per cos dire. Ebbi la mia prima trance a soli quattro anni, e la mia prima manifestazione ectoplasmica a cinque anni e mezzo. Che giorno emozionante fu quello, non lo dimenticher mai.
Violetta - Immagino la gioia di sua madre.
Arcati - S, ne fu proprio contenta.
Violetta - E il futuro? Prevede anche il futuro? Adoro sentirmelo predire.
Arcati - Certamente no. Disapprovo la lettura del futuro.
Edith - (Entra per sparecchiare la tavola, prender le tazzine, ecc. lasciando solo la tovaglia)
Ruth - Lascia il resto com, Edith. Riordinerai domattina.
Edith - Si, signora.
Ruth - E non farci disturbare per nessuna ragione, capito?
Edith - Si, signora.
Ruth - Se qualcuno telefona, di che siamo fuori e fatti lasciare detto chi .
Edith - Si, signora.
Violetta - (Rivolta a Ruth) A meno che non si tratti di una chiamata urgente per Giorgio
Ruth - A meno che non si tratti di una chiamata urgente per il dottor Bradman.
Edith - Si, signora. (Esce)
Violetta - Oh, se i signori se la prendessero un po meno comoda! Sono cos eccitata...
Arcati - Non lo sia, la prego. Ci rende tutto pi difficile.
Carlo - (Entrando seguito dal dottore) Ebbene, il tempo si avvicina!
Arcati - Chi pu dirlo? Potrebbe anche allontanarsi.
Carlo - Profonda verit!
Dottore - Spero che si senta ben disposta, madame Arcati.
Arcati - Non si tratta di disposizione, ma di concentrazione, piuttosto.
Ruth - Deve perdonare la nostra impazienza... Possiamo benissimo aspettare, se non pronta
Arcati - Sciocchezze mia cara. (Alzandosi) Sono prontissima.
Carlo - Dobbiamo fare qualcosa?
Arcati - Fare?
Carlo - Si, tenerci per mano, oppure...
Arcati - Questo verr dopo... Prima qualche profonda inspirazione di aria fresca Parlate pure, se volete, non mi disturba.
Ruth - (Con unocchiata interrogativa a Carlo) Ma guarda!
Carlo - (Mettendosi un dito davanti alla bocca) Un pranzo eccellente, cara.
Ruth - La maionese non era al punto giusto.
Carlo - Si, era montata un po istericamente, ma di sapore delizioso.
Arcati - Avete un tavolo?
Carlo - Va bene questo?
Arcati - Credo di si. (Violetta si alza) Questo il momento che ho sempre detestato. (Cammina per la stanza torcendosi le mani)
Ruth - Si sente nervosa?
Arcati - S. Da piccola mi venivano le nausee.
Dottore - Meno male che le ha superate.
Arcati - (Sulla cantilena riordiner le sedie) Luigino e Carletto - aprono larmadietto. Cercano il mandorlato - trovano il pangrattato. E una cantilena un po sciocca, vero? Ma a Dafne piace moltissimo.
Dottore - Chi Dafne?
Ruth - Lo spirito guida di madame Arcati. E una bambina.
Dottore - Ah, capisco
Carlo - Quanti anni ha?
Arcati - Quasi sette, quando morta.
Dottore - E quando morta?
Arcati - Il 6 febbraio 1884.
Violetta - Povera piccola.
Dottore - Dovrebbe essere un po cresciuta a questora, secondo me.
Arcati - Secondo lei, dottor Bradman, ma non secondo le Leggi Eterne.
Violetta - Zitto, Giorgio, stai scoraggiando madame Arcati.
Arcati - Non si preoccupi, cara; sono pi che abituata agli scettici
Dottore - Voglia scusarmi, madame Arcati
Arcati - Non ha importanza. Prego, volete sedere tutti intorno al tavolo e posarvi sopra le mani?
Ruth - Venga, signora Bradman. (Si siedono tutti tranne Carlo)
Carlo - E le luci?
Arcati - Ogni cosa a suo tempo, signor Considine! Segga, ora, per favore. (Carlo si siede) Avete un grammofono?
Carlo - (Alzandosi) Si, di l. Vuole che...
Arcati - Prego, rimanga al suo posto. Faccio io. (Esce - Poi, da fuori) Vediamo un po... che cosa abbiamo Dov la musica da ballo?
Ruth - Quelli sciolti, a sinistra.
Arcati - Trovati.
Carlo - Non saranno molto recenti.
Arcati - Dafne ama i motivi che si possono canticchiare... Ah, ecco... I Miserabili.
Carlo - (Alzandosi) I Miserabili?
Ruth - Siedi, Carlo. Che hai?
Carlo - Niente, che quel disco.... Non importa.
Arcati - Linterruttore della luce accanto alla porta? (Rientra in scena)
Carlo - (Ad alta voce) Si.
Arcati - Ho capito, si calmi. Ora vi prego di ascoltarmi attentamente.
Ruth - Certo, dica pure.
Arcati - Quando la musica comincer, spegner le luci e, al momento opportuno mi unir a voi. (Al Dottor Bradman) Mi metter tra lei e sua moglie e poser lievemente le mie mani sopra le vostre. Debbo chiedervi di non rivolgermi la parola n di muovervi o di fare la minima cosa che possa distrarmi. E tutto chiaro?
Carlo - Perfettamente!
Arcati - (Camminando per la stanza) Naturalmente non posso garantire che avverr qualcosa. Pu darsi che Dafne non sia disponibile. Recentemente ha avuto una cefalea, povera cara. Daltro canto, uninfinit di cose potrebbero accadere. Uno di voi potrebbe avere unemanazione, per esempio; o potremo venire in contatto con qualche fluido distruttore.
Ruth - In che senso, distruttore?
Arcati - Rompere oggetti o tirarli per esempio.
Ruth - Ah, non sapevo... Non sarebbe meglio togliere gli oggetti pi fragili, prima di cominciare?
Arcati - Non necessario, le assicuro che ho un mio metodo per trattare gli spiriti cosmici.
Ruth - Ne sono lieta.
Arcati - (Uscendo spegner la luce e metter la musica) Ed ora, cominciamo con la musica. (Musica e Penombra)
Violetta - Oh...
Arcati - (Rientrando) Calma, prego. (Si siede al tavolo - Fine musica) C qualcuno l? (Silenzio) C qualcuno l? (Silenzio) Se si, batti un colpo... se no, due colpi... C qualcuno l? (Si ode un timido colpo)
Violetta - Oh...
Arcati - Ssss!... Sei tu, Dafne? (Un colpo) C qualcuno l che voglia parlare a qualcuno di qui? (Silenzio - Poi un colpo) Cominciamo ad andare bene. Sono io quella persona? (Due colpi) E il dottor Bradman? (Due colpi) E la signora Bradman? (Due colpi) E la signora Considine? (Una serie di colpi forti) Smettila Dafne! Comportati come si deve! E il signor Considine? (Silenzio, poi un colpo fortissimo) C qualcuno che vuole parlare con lei.
Carlo - Gli dica di lasciare un messaggio. (Un colpo secco)
Arcati - Devo pregarla di non fare dellironia gratuita.
Ruth - Carlo! Come puoi essere cos sciocco! Rovinerai tutto.
Carlo - Scusatemi, mi sfuggito.
Arcati - Conosce qualcuno trapassato da poco?
Carlo - Da poco nessuno, tranne un mio cugino, ma credo che non voglia parlare con me. Non ci sentivamo da anni...
Arcati - E forse il cugino del signor Considine? (Colpi violenti) Temo che abbiamo fatto cilecca... Non c proprio nessun altro?
Ruth - Potrebbe essere la vecchia signora Plummett.
Carlo - Non vedo perch la vecchia signora Plummett vorrebbe parlare con me. Avevamo cos poco in comune.
Ruth - Beh, si pu provare.
Arcati - E la vecchia signora Plummett? (Silenzio)
Ruth - Era molto sorda, forse non ha sentito.
Arcati - (Forte) E la vecchia signora Plummett? (Silenzio) Non c pi nessuno.
Violetta - Oh, che peccato.
Arcati - Temo che non mi rimanga altro che andare in trance. Speravo di poterlo evitare. (Si alza) Scusatemi un momento. Rimetto il disco. (Esce ed accende la luce) (Luce Normale)
Carlo - Non rimetta quel disco.
Ruth - Ma perch, Carlo? Non essere stupido.
Arcati - (Da fuori) Temo proprio di doverlo rimettere. Non prudente cambiare i cavalli durante la corsa.
Carlo - Faccia come vuole.
Arcati - (Musica - Entrando, spegne la luce - Penombra - e va a sedere - Dopo un attimo comincer ad emettere gemiti. Quindi nel buio si ode una voce di bambina che recita un po sfiatata la cantilena di Luigino e Carletto)
Dottore - Sar Dafne Avrebbe dovuto farsi togliere le adenoidi.
Violetta - Ti prego, Giorgio
Arcati - (Improvvisamente lancer un grido e cadr in trance allungandosi sulla seggiola restandovi immobile - Il tavolo comincia a saltellare)
Ruth - Sta fermo, Carlo!
Carlo - E chi si muove.
Violetta - Cerca di andarsene.
Dottore - Non riesco a tenerlo
Ruth - Premete forte (Il tavolo si rovescia fragorosamente) E ora cosa si fa?
Violetta - Dobbiamo alzarlo o dobbiamo lasciarlo stare?
Dottore - E che diavolo ne so io?
Violetta - Non c bisogno di rispondermi cos.
Voce di Elvira - Lasciatelo dov!
Carlo - Chi ha detto cos?
Ruth - Chi ha detto cos, cosa?
Carlo - Qualcuno ha detto: Lasciatelo dov.
Ruth - Sciocchezze, caro.
Carlo - Eppure lho sentito chiaramente.
Ruth - Ma nessun altro lha sentito.
Violetta - Io non ho sentito nulla.
Carlo - Sei stata tu, Ruth. Smettila di scherzare.
Ruth - Io non ho aperto bocca.
Voce di Elvira - Buonasera Carlo.
Carlo - (Corre veloce al mobile bar e si versa da bere)
Ruth - Carlo! Che coshai?
Carlo - Stavolta lavrai sentita, no? Qualcuno di voi lavr sentita.
Ruth - Sentita cosa?
Carlo - Volete dire che nessuno di voi ha sentito nulla?
Dottore - Io certamente no.
Violetta - E nemmeno io. Magari avessi sentito! Mi piacerebbe tanto sentire qualcosa!
Ruth - Carlo, sei tu che stai scherzando, cercando di spaventarci.
Carlo - Ma no, ti giuro che non sto scherzando.
Voce di Elvira - Non facile trovare qualche cosa da dire, dopo sette anni, ma potresti almeno dirmi ciao.
Carlo - Ma chi ?
Voce di Elvira - Sono Elvira, diamine!
Carlo - Non resisto un minuto di pi! alzatevi tutti. Il divertimento finito. (Va ad accendere la luce) (Luce Normale)
Ruth - Oh, Carlo, come sei noioso!
Carlo - Mai pi! mai pi una cosa simile. Mai pi in vita mia
Ruth - Carlo, che ti succede?
Carlo - Niente niente! (Turbato) Non ne posso pi, ecco. Non ne posso pi di tutta questa faccenda.
Dottore - Ha sentito davvero qualcosa che noi non abbiamo sentito?
Carlo - Ma no! Facevo finta
Ruth - Lo dicevo, io!
Violetta - Oh, mio Dio! guardate madame Arcati.
Ruth - Che dobbiamo fare?
Carlo - Fatela rinvenire il pi presto possibile.
Dottore - Forse faremo meglio ad aspettare che rinvenga da s.
Carlo - (Nervoso) Fatela rinvenire! Fatela rinvenire il pi presto possibile!
Ruth - Ma potrebbe restare cos per ore intere
Dottore - (Dopo averle esaminato il polso) Non corre alcun pericolo
Carlo - (Istericamente) Fatela rinvenire! E pericoloso lasciarla in quello stato!
Ruth - Ma Carlo
Carlo - (Scuotendo madame Arcati) Si svegli, signora! Si svegli, su, ora di tornare a casa.
Dottore - E faccia piano.
Carlo - Prendete un po di brandy. Datele un po di brandy. Tiriamola su, e mi aiuti dottore. Sveglia, madame Arcati... (Cantando) Luigino e Carletto.
Ruth - Ecco il brandy. (Porge il bicchiere al dottore che ne berr un sorso e successivamente lo passer a Carlo)
Carlo - (Prende il bicchiere, ne berr un sorso e quindi cercher di far bere madame Arcati) Sveglia!
Arcati - (Emette un flebile lamento)
Violetta - Rinviene.
Ruth - Sta attento, glielo versi addosso.
Arcati - (Apre gli occhi - Con voce normale) Ecco fatto.
Ruth - Come si sente?
Arcati - Benone.
Carlo - Vuole un altro po di brandy?
Arcati - Ah, era questo lo strano sapore che sentivo! Strano da parte sua, Dottor Bradman, non sa che il brandy, in piena trance, pu avere un effetto catastrofico? (Finisce di bere e porge il bicchiere) Portatelo via. Non chiuder occhio, stanotte.
Carlo - (Prendendo il bicchiere) Nemmeno io.
Arcati - Perch? Cos successo?
Ruth - Non successo un gran che.
Arcati - Eppure, qualcosa successo, lo sento Per fortuna niente fluido. Apparizioni?
Dottore - Zero.
Arcati - Niente ectoplasma?
Ruth - Non so esattamente cosa sia, ma credo di non averlo visto.
Arcati - Strano, ho come la sensazione che...
Ruth - Carlo ha finto di avere sentito un voce.
Carlo - E stato uno scherzo e nientaltro.
Arcati - Poco felice. Eppure potrei giurare che in questa casa c una forte presenza psichica, oltre la mia... Comunque, ce ne accorgeremo nei prossimi giorni. Credo che ora sia veramente tempo di andare. (Si alza)
Ruth - Non gradirebbe qualcosa, prima di uscire?
Arcati - No, grazie... Sono spiacente che sia successo cos poco... Torneremo a provare unaltra volta.
Ruth - Sar un vero piacere.
Arcati - (Stringendo la mano alla signora Bradman) Buonanotte, signora Bradman.
Violetta - E stato proprio emozionante davvero. Ho sentito il tavolo tremarmi tutto sotto le mani.
Arcati - (Salutando il dottor Bradman) Buonanotte, dottore.
Dottore - Congratulazioni, madame Arcati.
Arcati - Buonanotte a tutti. La prossima volta, risultati eccezionali. Evocheremo lintero esercito delle ombre! (Esce seguita da Carlo)
Ruth - (Ridendo) Oh, cielo...
Violetta - Attenta signora Considine, potrebbe sentirla
Ruth - Non posso farci niente. Non so come sia riuscita a trattenermi finora. E proprio pazza, non c il minimo dubbio.
Dottore - Pu darsi. La trance era piuttosto genuina ma questo, naturalmente, si spiega con facilit.
Ruth - Isterismo?
Dottore - S, una forma disterismo, direi
Violetta - Mi auguro che il signor Considine abbia trovato latmosfera giusta per il suo romanzo.
Ruth - Avrebbe ottenuto di pi se non avesse rovinato tutto comportandosi in quel modo.
Elvira - (Entra da sinistra e, non vista, cammina per la stanza)
Ruth - Ho sentito una corrente daria. Ci devessere una finestra aperta.
Violetta - Forse stato uno di quei... (Al marito) Come si chiamano?
Dottore - Spiriti cosmici.
Elvira - (Avanza in proscenio sulla sinistra e resta ferma)
Ruth - Oh, no, non possibile. (Ridendo) Ha detto che non era la stagione adatta.
Carlo - (Entrando) Sapete, ho finito per convincermi della sua sincerit. Non le pare dottore? Potrebbe essere una forma di autoipnosi.
Dottore - Appunto, come stavo spiegando a sua moglie, ci sono certi soggetti isterici che
Violetta - Caro Giorgio, devessere tardissimo. Credo che sia proprio ora di andare a casa. Domattina devi alzarti presto
Dottore - Vedete? Appena comincio a parlare di qualcosa che mi interessa sul serio, mia moglie mi interrompe.
Violetta - Ma caro quasi mezzanotte
Dottore - (A Carlo) Studier un poco tutta la faccenda tanto per divertirmi.
Carlo - Almeno un altro bicchierino, prima di andare.
Dottore - No, davvero, grazie. Temo proprio che Violetta abbia ragione. Domattina devo alzarmi prestissimo Ho un paziente da operare a Canterbury.
Violetta - (Alzandosi) E stata una serata emozionante. Non la dimenticher mai. (A Ruth) E stata molto gentile ad invitarci.
Dottore - Buonanotte, signora Considine. E grazie ancora.
Carlo - E proprio irremovibile, su quel bicchierino?
Dottore - Devo esserlo
Ruth - Vi faremo sapere se troveremo qualche fluido vorticante.
Violetta - (Uscendo) Andiamo caro. (A Ruth) Buonanotte. (I Bradman escono seguiti da Carlo)
Ruth - (Lentamente si avvia al mobile bar e si verser da bere)
Carlo - (Entrando) Ebbene?
Ruth - Ebbene caro, stata utile la serata?
Carlo - (Poco convinto - Riordinando la scena) Si, credo di si.
Ruth - (Sedendosi) In certi momenti era di uno spasso irresistibile.
Carlo - (Pensieroso) Si... si, certo.
Ruth - Che coshai? Ti senti bene?
Carlo - Mi sento benissimo. Forse ho bisogno di un bicchierino anchio. (Si serve) Non credo che prender appunti stasera. Comincer domattina, a mente fresca. (Nel voltarsi vede Elvira - Beve di colpo e batte il bicchiere sul tavolo) Mio Dio!
Ruth - Carlo!
Elvira - Guarda come sei maldestro.
Carlo - Elvira! Allora vero. Eri tu?
Elvira - Certo che ero io.
Ruth - Carlo... di che stai parlando?
Carlo - Sei un fantasma?
Elvira - Credo di si.
Ruth - Ma che cosa guardi l? Voltati... Che c?
Carlo - (Felice) Non vedi?
Ruth - Cosa?
Carlo - (Con gioia) Elvira.
Ruth - Elvira?
Carlo - Elvira, questa Ruth... Ruth, questa Elvira.
Ruth - Vieni a sederti qui, caro.
Carlo - Vuoi dire... Vuoi dire che tu non la vedi?
Ruth - Ascolta, Carlo... Siediti qui.
Carlo - Ma com possibile che tu non la veda. E li, guarda, proprio davanti a te.
Ruth - Senti se uno scherzo, durato anche troppo. Siediti e smettila con queste buffonate. (Si alza e si reca al mobile bar dove verser da bere per se e per Carlo)
Carlo - Che cosa devo fare?
Elvira - Potresti mostrarti un po pi contento di vedermi. Dopo tutto, sei stato tu a evocarmi.
Carlo - Io non ho fatto niente del genere.
Elvira - Si, caro, sei stato proprio tu. Quellorribile bambina raffreddata venuta a dirmi che mi volevi vedere con urgenza.
Carlo - Ma stato un equivoco
Ruth - (Porgendogli il bicchiere) Carlo! Smettila di parlare da solo. Ti ho detto che lo scherzo durato anche troppo.
Carlo - Sono impazzito, ecco cos. Sono diventato pazzo furioso.
Ruth - (Versa un po di brandy e lo porge a Carlo) Tieni, bevi questo.
Carlo - (Prendendo meccanicamente il bicchiere) E incredibile.
Ruth - Calmati.
Carlo - Ma come posso calmarmi?
Ruth - Coraggio, bevi un po di brandy.
Carlo - (Bevendo dun fiato) Ecco; sei soddisfatta ora?
Ruth - Adesso siediti.
Carlo - Ma perch vuoi farmi sedere per forza?
Ruth - Voglio che tu ti calmi, e finch resterai in piedi, non riuscirai a calmarti.
Elvira - Eppure gli aborigeni africani ci riescono benissimo. Rimangono su di una gamba sola per delle ore intere.
Carlo - Ma io non sono un aborigeno africano.
Ruth - Cos che non sei?
Carlo - Un aborigeno africano.
Ruth - E questo che centra?
Carlo - Niente, Ruth, hai ragione, non parliamone pi. (Si siede)
Ruth - Vuoi un altro bicchierino?
Carlo - Si, grazie.
Elvira - Non te lo consiglio. Hai sempre avuto la testa un po debole.
Carlo - Posso sfidarti a bere fino a vederti finire sotto il tavolo.
Ruth - Non c bisogno di essere aggressivi. Sto facendo del mio meglio per aiutarti.
Carlo - Scusami.
Ruth - Ecco, bevi questo, e poi andiamo a letto.
Elvira - Liberati di lei, Carlo, cos potremo discutere in pace.
Carlo - E una proposta immorale!
Ruth - Non vedo che cosa ci sia di immorale
Carlo - Non parlavo con te.
Ruth - Con chi parlavi allora?
Carlo - Con Elvira.
Ruth - Al diavolo Elvira.
Elvira - Vedi, ora si arrabbiata.
Ruth - Senti Carlo, tu devi avere uno scopo per fare tutto questo. Non sono cos stupida da non accorgermene.
Carlo - Non dire sciocchezze. Che scopo dovrei avere?
Ruth - Probabilmente avr a che fare con lintreccio del tuo romanzo... Ma io non sono disposta a fare da cavia per i tuoi esperimenti.
Carlo - Elvira qui, Ruth. E in piedi a pochi passi da te.
Ruth - Si caro, la vedo magnificamente... L, sotto il tavolo, in compagnia di una zebra.
Carlo - Ma, Ruth...
Ruth - Non ho nessuna intenzione di restare qui a discutere in questo modo.
Elvira - Era ora!
Carlo - Vuoi stare zitta.
Ruth - Non ne posso pi. non posso ascoltare queste idiozie. Me ne vado a letto. (Fa per uscire poi, voltandosi) Puoi venire a darmi la buonanotte, se credi.
Elvira - Lo vedi che ti vuole a letto con lei?
Carlo - Smettila di comportarti come una donna di strada.
Ruth - Non ho altro da dire. Buonanotte! (Esce)
Carlo - Ruth...
Elvira - E stata una delle mezzore pi divertenti della mia vita. Povera Ruth.
Carlo - E ora? Cosa devo fare?
Elvira - Quello che suggeriva Ruth, calmarti.
Carlo - Da dove sei venuta?
Elvira - Sai, strano, ho limpressione di essermene scordata.
Carlo - E resterai qui, per sempre?
Elvira - Non ti so dire neppure questo. Ti dispiacerebbe tanto se restassi?
Carlo - Beh, ammetterai che sarebbe un po imbarazzante.
Elvira - Non vedo perch. In fondo, si tratta solo di adattarsi.
Carlo - Senti, Cerca di metterti nei miei panni. Sono cinque anni che ho sposato Ruth, e tu sei morta da sette.
Elvira - No, Carlo, trapassata. Da noi morto non si usa. E volgare.
Carlo - Bene, trapassata allora.
Elvira - Comunque ora sono qui, e tu potresti mostrarti un po pi gentile con me.
Carlo - Daccordo.
Elvira - Carlo, credo che tu non mi ami pi.
Carlo - Non vero, io...
Elvira - Sei stato tu a chiamarmi. Me lha detto quella medium che sei stato tu, e poi... ho finito col trovarmi in questa stanza.
Carlo - Comunque sia, ora devi cercare di sapere per quanto tempo resterai qui.
Elvira - Non vedo come possa farlo.
Carlo - Non conosci nessuno, lass, con cui poterti mettere in contatto?
Elvira - Non so, non riesco a pensare. Sembra tutto cos lontano... Come se avessi sognato. Oh, Carlo...
Carlo - Che c?
Elvira - Vorrei piangere ma, non credo di poterlo fare.
Carlo - Perch vorresti piangere?
Elvira - Per averti rivisto e... per averti ritrovato cos scorbutico.
Carlo - Non che voglia essere scorbutico ma...
Elvira - Non ha alcuna importanza, davvero. Non ne ha mai avuta.
Carlo - Elvira... i fantasmi, sono freddi?
Elvira - No, credo di no.
Carlo - Che succederebbe se... se ti toccassi?
Elvira - Dubito che sia possibile. Perch, lo vorresti?
Carlo - Oh, Elvira.
Elvira - Che c?
Carlo - Mi sento cos strano.
Elvira - Cos va meglio.
Carlo - Che cos che va meglio?
Elvira - La tua voce, pi gentile.
Carlo - Sono mai stato scortese con te?
Elvira - Spesso.
Carlo - Come puoi dirlo.
Elvira - Lasciamo stare... E pensare che io ti amavo tanto.
Carlo - Anchio ti amavo. (Vorrebbe toccarla) No, non posso toccarti. (Va a sedere)
Elvira - (Tra se) Credo che far bene a rimanere il pi a lungo possibile.
Carlo - (Sbadigliando) Suppongo che presto o tardi mi sveglier.
Elvira - Cos va bene. Chiudi gli occhi.
Carlo - Cos?
Elvira - (Accarezzandogli i capelli) Senti nulla?
Carlo - (Assonnato) Solo una piccola brezza.
Elvira - Beh, meglio di niente.
Carlo - Immagino che sono veramente uscito di senno.
Elvira - Non preoccuparti adesso, riposati.
Carlo - Povera Ruth...
Elvira - (Con dolcezza) Al diavolo Ruth.
Fine del Primo Atto
Spirito Allegro - Atto Secondo - Quadro Primo
(La mattina del giorno dopo - Ruth seduta e sta leggendo un giornale)
Carlo - (Entrando da sinistra) Buongiorno.
Ruth - Buongiorno, Carlo.
Carlo - Oggi una splendida giornata.
Ruth - (Sfogliando il giornale senza curarsi di lui) Edith sta tenendo in caldo la tua colazione, farai bene a chiamarla.
Carlo - Ho intenzione di lavorare tutto il giorno.
Ruth - Bene.
Carlo - (Sedendosi) E straordinaria, la luce del giorno.
Ruth - In che senso?
Carlo - Per come riduce tutto alla normalit.
Ruth - Davvero?
Carlo - Davvero, si.
Ruth - Mi fa piacere.
Carlo - Sei molto gelida, stamattina.
Ruth - Ti meraviglia?
Edith - (Entra col vassoio della colazione)
Ruth - Per ora non c bisogno daltro, Edith.
Edith - Bene, signora. (Esce)
Ruth - Farai meglio a prendere la colazione finch calda.
Carlo - Non lo pi.
Ruth - Ieri sera ti sei comportato in un modo assurdo.
Carlo - Ero vittima di unallucinazione.
Ruth - Eri ubriaco!
Carlo - Ubriaco?
Ruth - Avevi bevuto quattro Martini secchi, prima di cena, una quantit di Borgogna durante il pasto e Dio sa quanto Porto e Kummel con il dottor Bradman, mentre io facevo del mio meglio per intrattenere quella maniaca. E infine due doppi brandy che io stessa...
Carlo - Non ero affatto ubriaco. Ieri sera successo qualcosa di molto strano.
Ruth - Sciocchezze.
Carlo - Non sono sciocchezze. Possono sembrarlo ora, ma ieri sera non lo erano affatto.
Ruth - Preferirei che non ne parlassimo pi.
Carlo - Ti giuro che durante la seduta ero convinto di aver sentito la voce di Elvira.
Ruth - Nessun altro lha sentita.
Carlo - Non so che farci. Io, si!
Ruth - E impossibile.
Carlo - E in seguito ero altrettanto convinto che lei si trovasse in questa stanza. Lho vista chiaramente e le ho parlato.
Ruth - E hai la pretesa di convincermi che non eri ubriaco?
Carlo - Se fossi stato ubriaco, non pensi che dovrei avere un terribile cerchio alla testa?
Ruth - Non sono cos certa che tu non labbia.
Caro - Non ho la minima traccia di mal di testa e la mia lingua non patinata. Guardala. (Tira fuori la lingua)
Ruth - Non ho il desiderio di vedere la tua lingua. Ti prego di rimetterla dentro.
Carlo - Capisco quello che hai, sei spaventata.
Ruth - Spaventata? Di che dovrei essere spaventata?
Carlo - Di Elvira. Non te la saresti presa tanto se mi avessi creduto semplicemente ubriaco.
Ruth - Senti, ieri sera, prima di cena, mi sembra di averti detto che le tue opinioni sulla psicologia femminile erano alquanto scolastiche. Ora ti dico che sono puerili.
Carlo - Tutto cominciato da l.
Ruth - Tutto cosa?
Carlo - Avevamo parlato troppo di Elvira. E pericoloso avere in mente qualcuno con molta insistenza quando si comincia a dilettarsi di occultismo.
Ruth - Io non lavevo affatto in mente con molta insistenza.
Carlo - Io si.
Ruth - Ah, davvero?
Carlo - Si.
Ruth - Questo troppo!
Carlo - Le donne!
Ruth - Le donne? La verit che le donne ti hanno sempre dominato.
Carlo - Nessuno mi ha mai dominato.
Ruth - Tua madre non ti ha lasciato respirare sino allet di ventitr anni, poi sei caduto tra le grinfie di quella Non-so-come-si-chiama...
Carlo - La signora Winthrop-Llewellyn...
Ruth - Bene, non mi interessa. Poi ci fu Elvira, che ti comandava a bacchetta...
Carlo - Elvira non ha mai comandato nessuno.
Ruth - Poi ci fu Maud Charteris...
Carlo - Con lei durato sei settimane e pianse tutto il tempo...
Ruth - Poi ci fu...
Carlo - Se desideri fare linventario della mia vita sessuale, allora giusto che ti dica che hai tralasciato un buon numero di episodi.
Ruth - Non tentare di impressionarmi con la sfilza delle tue imprese amatorie.
Carlo - La sola donna, in tutta la mia vita, che abbia tentato di dominarmi, sei tu.
Ruth - Questo falso.
Carlo - Nientaffatto. Non mi permetti neppure di avere unallucinazione.
Ruth - Senti, Carlo, se ti abbandonerai allalcool...
Carlo - Una volta per tutte, lo vuoi capire si o no che lalcool non ha niente a che vedere con quello che successo ieri sera? Ero sconvolto.
Ruth - Tu eri sconvolto, ed io? Sembri scordarti di avermi insultata gratuitamente.
Carlo - Non lho mai fatto.
Ruth - Mi hai chiamata donna di strada, mi hai detto di stare zitta, e quando ho suggerito di andarcene a letto, hai risposto che era una proposta immorale!
Carlo - Ma io parlavo con Elvira!
Ruth - Se vero, tutto quello che posso dire che evoca veramente un bel quadro del tuo primo matrimonio!
Carlo - Il mio primo matrimonio stato incantevole.
Ruth - Non sono affatto interessata al tuo primo matrimonio, il secondo che mi interessa. Il mio atteggiamento quello di ogni donna normale quando suo marito si ubriaca e la maltratta!
Carlo - (Gridando) Ti dico che non ero ubriaco!
Ruth - Parla piano, ti sentiranno fino in cucina.
Carlo - Non me ne importa, anche se mi sentissero fino al municipio di Folkestone! Non ero ubriaco!
Ruth - Controllati, Carlo.
Carlo - Come posso controllarmi, davanti alla tua ostinazione?
Ruth - Faresti meglio a chiamare il dottor Bradman.
Edith - (Entra con un vassoio) Posso sparecchiare, signora?
Ruth - Si, Edith.
Edith - La cuoca vorrebbe avere ordini per la colazione, signora.
Ruth - (A Carlo) Ci sei per colazione?
Carlo - Ti prego di non preoccuparti per me. Sar del tutto felice con una bottiglia di gin in camera mia.
Ruth - (A Edith) Di alla cuoca che prepari per due.
Edith - Si, signora. (Esce)
Ruth - Vado in paese, stamattina, desideri qualcosa?
Carlo - Si, molte cose. Ma dubito che tu possa trovarle.
Edith - (Entra e vorrebbe sistemare la tavola)
Ruth - Non preoccuparti della tavola, Edith, la rimetto a posto io.
Edith - Si, signora. (Esce col vassoio)
Carlo - Ti prego Ruth, sii ragionevole, io non fingevo. Ho creduto davvero di aver visto Elvira e...
Ruth - Ma impossibile che tu labbia vista.
Carlo - Eppure lho vista.
Ruth - Posso concedere che tu abbia creduto di vederla.
Carlo - E quello che cerco di spiegarti da ore.
Ruth - Ti sentivi bene, ieri sera?
Carlo - Certo.
Ruth - Coshai mangiato a colazione?
Carlo - Dovresti saperlo, abbiamo mangiato insieme.
Ruth - Fammi pensare... Cera la sogliola al limone e quel piatto piuttosto abbondante a base di formaggio.
Carlo - Perch mai un piatto di formaggio dovrebbe farmi vedere la mia defunta moglie?
Ruth - Non si sa mai.
Carlo - E tu, perch non hai visto il tuo defunto marito? Ne hai mangiato quanto me.
Ruth - Forse dovresti farti vedere da uno psicanalista.
Carlo - Si, per farmi dire che allet di quattro anni mi ero innamorato del mio cavallo a dondolo. E questo dopo mesi di costosa umiliazione. No grazie.
Ruth - Che pensi di fare, allora?
Carlo - Non penso di fare nulla.
Ruth - Ma adesso, come ti senti?
Carlo - Mi sento bene.
Ruth - Non vedi o non senti niente di insolito?
Carlo - No.
Elvira - (Entrando) Laiuola vicino alla meridiana completamente rovinata. Sembra un campo di insalata mista.
Carlo - Oh, mio Dio!
Ruth - Che c, ora?
Carlo - E ritornata.
Ruth - Chi, ritornata?
Carlo - Elvira.
Ruth - Non dire assurdit.
Elvira - Tutti quei nasturzi, sono cos volgari.
Carlo - I nasturzi mi piacciono.
Ruth - Che cosa ti piace?
Elvira - Pochi vanno bene, ma una massa come quella.
Ruth - Che stavi dicendo dei nasturzi?
Elvira - Avete avuto una bella scenata, eh?
Carlo - Ti prego di pensare agli affari tuoi.
Ruth - Mi pare che siano affari miei.
Elvira - Immagino che sia per colpa mia, vero? Dovrei esserne dispiaciuta, lo so, ma invece ne sono felicissima.
Carlo - Come puoi essere cos sconsiderata?
Ruth - Sconsiderata! Senti, ora...
Carlo - Ruth, cara...
Ruth - Ho fatto tutto il possibile per aiutarti... ma ora voglio dirti che non credo ad una parola...
Carlo - (Avvicinandosi) Ruth.
Ruth - Non mi venire vicino!
Elvira - Lasciale fare un bel pianterello, le far bene.
Carlo - Sei proprio senza cuore.
Ruth - Senza cuore?
Carlo - Non parlavo con te, parlavo con Elvira!
Ruth - Continua a parlar con lei, allora, parla con lei fino a scoppiare, ma non mi rivolgere pi la parola. (Esce)
Carlo - Aiutami, Elvira.
Elvira - In che modo?
Carlo - Fa che ti veda.
Elvira - Temo di non poterlo fare.
Carlo - Tu sei qui, no? Non sei unallucinazione?
Elvira - Potrei anche essere unallucinazione, ma senza dubbio sono qui.
Carlo - Come hai fatto a venire?
Elvira - Te lho gi detto ieri sera... Non so esattamente. Come sei scortese, mi fai sentire unintrusa.
Carlo - Non ho intenzione di essere scortese, ma devi capire...
Elvira - E colpa tua, se hai sposato una donna che non capace di vedere al di l della punta del proprio naso.
Carlo - Come puoi pretendere che possa credere a una cosa simile?
Ruth - (Entrando) Carlo.
Carlo - Si.
Ruth - Mi dispiace di essermi arrabbiata... Capisco tutto ora, davvero.
Carlo - Davvero?
Ruth - Certo.
Elvira - Sta attento, una manovra.
Carlo - Vuoi stare quieta, per piacere?
Ruth - Certamente, caro. Staremo tutti quieti, come tanti topolini.
Carlo - Ascoltami...
Ruth - Voglio che tu venga di sopra con me e vada a letto.
Elvira - Il modo con cui quella donna insiste col letto, scandaloso.
Carlo - Con te far i conti dopo.
Ruth - Va bene, va bene. Andiamo?
Carlo - Che coshai in mente?
Ruth - Niente, voglio che tu vada a letto tranquillo, e aspetti finch verr il dottor Bradman.
Carlo - No, Ruth, ti sbagli.
Elvira - Prima che tu te ne accorga, ti avr fatto mettere la camicia di forza.
Carlo - Elvira. devi aiutarmi.
Elvira - Lo farei con piacere, ma non vedo come.
Carlo - Senti, Ruth.
Ruth - Si, caro.
Carlo - Lasciami restare ancora cinque minuti.
Ruth - Veramente, credo che sarebbe meglio...
Carlo - Ti chiedo di avere pazienza per altri cinque minuti.
Ruth - Va bene. Di che si tratta?
Carlo - Siediti.
Ruth - (Sedendosi) Ecco.
Carlo - Ora ascolta attentamente.
Elvira - Prendi una sigaretta, ti calmer i nervi.
Carlo - Non voglio una sigaretta.
Ruth - E allora non prenderla.
Carlo - Ruth, Elvira si trova qui, in questa stanza, e sono deciso a provartelo.
Ruth - Ma perch non vieni a riposarti un po? Pi tardi potrai darmi tutte le prove che vorrai.
Carlo - Un pi tardi potrebbe non esserci pi.
Elvira - Non ti preoccupare, ci sar.
Carlo - Oh, Dio!
Ruth - Buono, caro.
Carlo - Mi prometti che farai quello che ti chiedo?
Elvira - Dipende.
Carlo - Vedi quel mazzo di fiori?
Ruth - Si, lho preparato io.
Elvira - Molto sciattamente, se mi permetti.
Carlo - Non ti permetto...
Ruth - Benissimo, non lo far pi, te lo prometto.
Carlo - Ora Elvira prender il vaso di fiori dal tavolo e lo porter sul mobile e poi lo riporter al suo posto.
Elvira - Non vedo perch dovrei farlo.
Carlo - Elvira.
Elvira - Va bene, ma per una volta sola.
Carlo - Ed ora, Ruth, osserva attentamente.
Ruth - Certo, caro.
Elvira - (Prende il vaso dei fiori e lo porta lentamente sul mobile. Quindi lo riprende e lo riporta sul tavolo)
Ruth - (Alzandosi) Carlo, come hai il coraggio?
Carlo - Ma...
Ruth - E un trucco, lo so benissimo, lhai preparato tu.
Carlo - Non vero! Ti giuro che non vero. Elvira, fa qualche altra cosa, ti prego.
Elvira - Si caro, qualsiasi cosa per compiacerti.
Ruth - Ti vuoi liberare di me, stai cercando di farmi impazzire.
Carlo - Non dire stupidaggini.
Ruth - Sei crudele.
Elvira - (Alza minacciosamente una sedia verso Ruth)
Ruth - Non ne posso pi. (Carlo cerca di prenderla) Lasciami! (Carlo la lascia) Carlo, questa pazzia. E una specie di ipnotismo. Giurami che non altro, giurami che non altro. (Esce tra terrore e stupore) (Buio e Musica)
Elvira - (Sbattendo la sedia) Ipnotismo un corno!
Fine del Primo Quadro del Secondo Atto
Spirito Allegro - Atto Secondo - Quadro Secondo
(Ruth e madame Arcati sono sedute per il t)
Arcati - E cos sono venuta non appena ho ricevuto il suo messaggio.
Ruth - E stata molto gentile.
Arcati - Gentile? Sciocchezze.
Edith - (Entra con il vassoio del t)
Ruth - Desidera il t?
Arcati - Cinese o indiano?
Ruth - Cinese.
Arcati - Bene. (Edith serve il t) Non assaggio mai il t indiano, scombussola le mie vibrazioni. (Fiutando laria) Trovo questa stanza molto interessante.
Ruth - Grazie, Edith, puoi andare. (Edith Esce) Sono molto agitata Ho bisogno del suo aiuto.
Arcati - Lavevo immaginato! Che cosa c, in questi sandwich?
Ruth - Cetrioli.
Arcati - Meglio di cos. (Si serve) Coraggio, dunque.
Ruth - E difficile da spiegare.
Arcati - Prima i fatti, dopo le spiegazioni.
Ruth - E proprio i fatti, che non facile spiegare.
Arcati - Indubbiamente avr sentito strani rumori di notte: cigolii, porte sbattute.
Ruth - No.
Arcati - Niente gelide ventate allimprovviso, spero?
Ruth - No, sembra ridicolo a dirsi, ma laltra notte, durante la seduta, forse successo qualcosa. Lei sapeva che mio marito era gi stato sposato?
Arcati - Si, lho sentito dire.
Ruth - La sua prima moglie, Elvira, morta relativamente giovane.
Arcati - Dove?
Ruth - Qui, in questa casa.
Arcati - Comincio a vederci chiaro. E laltra sera, dopo che io sono uscita, si materializzata.
Ruth - Si, ma soltanto per mio marito.
Arcati - (Balzando in piedi e passeggiando) Splendido!
Ruth - Capisco che professionalmente possa considerarlo un successo.
Arcati - Un trionfo, cara signora.
Ruth - Ma dal mio punto di vista , a dir poco, imbarazzante.
Arcati - Finalmente! Unautentica materializzazione!
Ruth - La prego, si segga.
Arcati - Come ci si pu sedere, in un momento come questo?
Ruth - Tuttavia la prego di sedersi ugualmente. Grazie al suo successo, la mia posizione in questa casa, si fatta insostenibile.
Arcati - Mi perdoni, signora Considine. (Si siede) Come posso aiutarla?
Ruth - Come? Ma rimandando immediatamente Elvira nel luogo da cui venuta.
Arcati - Credo che sia pi facile a dirsi che a farsi.
Ruth - Vuol dire che... potrebbe restare qui per sempre?
Arcati - Temo che dipenda da le. Dov ora?
Ruth - Carlo lha portata in macchina a Folkestone.
Arcati - (Cava dalla borsa un notes e prender appunti) Mi perdoni la formalit, ma dovr fare una comunicazione allistituto di ricerche psichiche.
Ruth - Le sarei molto riconoscente se non facesse nomi.
Arcati - Sar un rapporto confidenziale. Ha detto che visibile solo a suo marito?
Ruth - Si.
Arcati - (Scrive) Visibile solo al marito. E udibile anche, immagino?
Ruth - Estremamente.
Arcati - Estremamente udibile. Suo marito le era molto affezionato?
Ruth - Credo di si.
Arcati - Marito affezionato. Quand che trapassata?
Ruth - Sette anni fa.
Arcati - Ah! Vuol dire che era in lista dattesa.
Ruth - Lista dattesa?
Arcati - Si, altrimenti non avrebbe potuto materializzarsi. Si sar messa in nota per una visita di ritorno, e non le sarebbe stato possibile se non per una forte influenza che lo desiderasse.
Ruth - Vuol dire che Carlo, desiderava rivederla?
Arcati - E possibile. La definirebbe una donna forte di carattere?
Ruth - Questo proprio non lo so, non lho mai conosciuta. Madame Arcati, io non ho nessuna curiosit di sapere come e perch sia venuta qui, lunica cosa che mi interessa allontanarla il pi presto possibile.
Arcati - Capisco, signora Considine, far tutto quello che in mio potere per aiutarla ma, non ho la minima idea di quello che si possa fare.
Ruth - Vorrebbe dire che dopo aver evocato questo spirito, ora non pi in grado di mandarlo via?
Arcati - Lonest innanzi tutto.
Ruth - Ma non si rende conto di ci che ha provocato con il suo stupido dilettantismo?
Arcati - Stupido dilettantismo?
Ruth - Si. Mi sembra che sia il colmo del dilettantismo evocare spiriti maligni ed essere incapaci di liberarsene.
Arcati - Io ero in trance. Pu succedere qualsiasi cosa, quando sono in trance.
Ruth - Ci ritorni subito, allora, e mandi via questa donna da casa mia.
Arcati - Non posso andare in trance da un momento allaltro. Occorrono ore di preparazione.
Ruth - Comunque, deve fare qualche cosa.
Arcati - Non si agiti, il nervosismo non le sar di nessun aiuto. Cerchi di vedere la cosa da un lato meno nero.
Ruth - Meno nero, si! Ma se la prima moglie di suo marito apparisse improvvisamente dalla tomba e venisse ad abitare in casa con lei, sarebbe capace di vedere la cosa da un lato meno nero?
Arcati - Il suo tono mi offende.
Ruth - Non ha nessun diritto di offendersi, perch tutta colpa sua.
Arcati - La prego di ricordarsi che io sono venuta qui, la sera scorsa, su suo stesso invito.
Ruth - Su invito di mio marito.
Arcati - Ho fatto quello che mi stato richiesto di fare, cio di compiere una seduta spiritica e stabilire un contatto con laldil. Non sapevo che ci fossero altri motivi.
Ruth - Altri motivi?
Arcati - Suo marito era evidentemente ansioso di mettersi in contatto con la sua prima moglie.
Ruth - Mio marito non aveva intenzione di mettersi in contatto con nessuno. La seduta fu organizzata perch potesse ricavare del materiale per un romanzo giallo al quale sta lavorando.
Arcati - Quindi linvito mi fu rivolto in uno spirito di derisione?
Ruth - (Correggendosi) Niente affatto, voleva solo prendere nota di qualche trucco del mestiere.
Arcati - Trucchi del mestiere! Questo intollerabile! Non sono mai stata insultata in questo modo. Non abbiamo altro da dirci. Signora Considine, addio. (Esce)
Ruth - La prego, non se ne vada... Accidenti!
Carlo - (Entrando con Elvira) Che cosa faceva qui madame Arcati?
Ruth - Era venuta a prendere il t.
Carlo - Lhai invitata tu?
Ruth - Si, certo.
Carlo - Non mi avevi detto nulla di questa tua intenzione.
Ruth - E tu non mi avevi detto che avresti chiesto a Elvira di venire a vivere con noi.
Carlo - Non lho mai fatto.
Elvira - Oh, si che lhai fatto, caro.
Carlo - Perch madame Arcati era cos arrabbiata? Mi passata davanti quasi senza salutarmi.
Ruth - Le ho detto la verit.
Carlo - Non era necessario.
Ruth - Bisognava sgonfiarla, si era messa a fare la ruota come un pavone.
Carlo - Perch lhai invitata a prendere il t?
Elvira - Per farmi esorcizzare, naturalmente.
Carlo - E vero, Ruth?
Ruth - Vero cosa?
Carlo - Quello che ha detto Elvira.
Ruth - Sai benissimo che non sento quello che dice Elvira.
Carlo - Ha detto che hai invitato madame Arcati per farla esorcizzare. E vero?
Ruth - Ne abbiamo discusso la possibilit.
Elvira - Ecco quel che si dice avere una serpe in seno.
Carlo - Non avevi il diritto.
Ruth - Ne avevo tutti i diritti. Questa situazione diventata insostenibile.
Carlo - Se solo tu volessi fare un piccolo sforzo e cercare di essere un po pi dolce con Elvira potremmo vivere tutti benissimo.
Ruth - Non ho nessuna intenzione di vivere benissimo insieme ad Elvira.
Elvira - Che brutto carattere. Non riesco a capire come tu abbia potuto sposarla.
Ruth - Dov adesso?
Carlo - Sulla seggiola accanto al tavolo.
Ruth - Senti Elvira, ammetto di avere invitato madame Arcati per farti esorcizzare e credo che se tu fossi nella mia posizione avresti fatto altrettanto.
Elvira - Si, ma lavrei fatto con un po pi di diplomazia.
Ruth - Che cosa dice?
Carlo - Niente. Annuisce e sorride.
Ruth - Grazie Elvira. Vorrei che non ci fossero malintesi tra di noi.
Carlo - Questo buon senso!
Ruth - (A Elvira) Prima di continuare, voglio chiederti: perch sei venuta qui?
Elvira - Sono venuta perch la forza dellamore di Carlo tirava, tirava, tirava... finch mi ha trascinato. Non vero, caro?
Ruth - Che cosa dice?
Carlo - Dice che venuta perch voleva vedermi.
Ruth - Beh, ora ti ha visto, no?
Carlo - Non possiamo mostrarci inospitali.
Ruth - (A Carlo) Non ho intenzione di essere inospitale. Elvira, vorrei sapere quanto tempo intendi trattenerti.
Elvira - Non so. (Ridendo) Non lo so davvero!
Carlo - Dice che non lo sa.
Elvira - Quella medium non ha avuto nessuna idea per liberarsi di me?
Carlo - Che cosa ha detto madame Arcati?
Ruth - Che non poteva farci niente.
Elvira - Come sono contenta.
Carlo - (A Elvira) Non ti agitare. Ruth, vedrai che ci abitueremo. Devi riconoscere che unesperienza veramente unica.
Ruth - Carlo! Tu devi aver proprio perso il cervello.
Carlo - Niente affatto. Prima, credevo che fosse cos. Ma ora devo dire che comincio a divertirmi.
Ruth - Oh, Carlo.
Elvira - Adesso ricomincia.
Carlo - Non essere cos cinica, Elvira.
Ruth - Immagino che mi avr insultata.
Carlo - No, cara, non ha detto nulla...
Ruth - Ora senti, Elvira...
Carlo - Si alzata, vicino alla mensola.
Ruth - Ma perch non rimane ferma nello stesso posto!
Carlo - Smettila, cara, non farai che peggiorare le cose.
Ruth - A chi si riferisce quel cara, a lei, o a me?
Carlo - A tutte due.
Ruth - (Alzandosi) E intollerabile!
Carlo - Controllati.
Ruth - Ho fatto tutto il possibile per controllarmi. Lei pu dire quel che le pare e piace senza che io possa sentirla, e non ha bisogno di interpreti addomesticati.
Carlo - Cosa vuoi dire?
Ruth - Lo sai bene! Non hai mai ripetuto una sola volta le sue parole esatte!
Carlo - Ruth, non devi parlare cos.
Ruth - Elvira mi antipatica quanto io lo sono a lei. Lei non ha fatto altro che cercare di mettere scompiglio tra noi. Pranzer da sola in camera mia. La casa a vostra disposizione. (Esce)
Carlo - (Quasi a seguirla) Ruth.
Elvira - Lasciala andare. Pi tardi si calmer.
Carlo - Non da lei comportarsi in questo modo.
Elvira - Le vuoi bene?
Carlo - Certo che le voglio bene.
Elvira - Quanto ne volevi a me?
Carlo - Non essere sciocca, una cosa diversa.
Elvira - Ne sono felice. Non avrebbe mai potuto essere lo stesso, non vero?
Carlo - Piantala.
Elvira - Continua, caro, mi piace tanto quando fingi di essere arrabbiato con me.
Carlo - Adesso vado di sopra a parlare con Ruth.
Elvira - Che vigliacco!
Carlo - Non essere stupida. Non posso lasciarla cos.
Elvira - Non vedo il perch. Dovrebbe imparare ad essere pi malleabile.
Carlo - Forse, con il tempo. E stato un tale colpo.
Elvira - Anche per te?
Carlo - Si, certo.
Elvira - Piacevole o spiacevole?
Carlo - Che cosa vuoi?
Elvira - Che cosa voglio? Non so che intendi dire.
Carlo - Mi ricordo che ogni volta che ti mostravi gentile era perch volevi qualche cosa.
Elvira - non voglio altro che stare con te.
Carlo - Ebbene, ci sei.
Elvira - Si, ma da soli. Se tu vai a coccolarla, ce la vedremo scendere gi unaltra volta, e la nostra deliziosa e calma serata insieme, sar completamente rovinata.
Carla - Sei unegoista.
Elvira - Non ti vedo da sette anni, naturale che voglia stare un po sola con te. Ti lascer andare da lei soltanto per un momento, se credi proprio che sia necessario.
Carlo - Certo che lo . (Fa per uscire)
Elvira - (Dolce) E allora, va... Non ti tratterai molto... Tornerai presto?
Carlo - Si, Elvira. Torner presto. (Esce)
Elvira - Grazie, Carlo.
Edith - (Entra, va al tavolo e sposta il vaso dei fiori - Elvira li rimette a posto - Edith resta un attimo perplessa, quindi li risposta - Elvira li rimette a posto nuovamente - Edith spaventata, lancia un grido ed esce)
Elvira - (Prende un fiore dal vaso) Mama... Non mama... (Sale la musica mentre cala la luce e con essa il sipario)
Fine del Secondo Quadro del Secondo Atto
Spirito Allegro - Atto Secondo - Quadro Terzo
(E sera, sono trascorsi alcuni giorni)
Violetta - Povera signora Considine, stata proprio una sequela di accidenti, vero?
Ruth - Proprio cos.
Violetta - Certe volte, sono dei periodi Sembra che tutto vada a rovescio, come se ci fosse una forza maligna che ci andasse contro. Mi ricordo una volta, quando io e Giorgio ci prendemmo due settimane di vacanza, poco dopo il nostro matrimonio. Fummo perseguitati dalla sfortuna dal principio alla fine. Il tempo fu infame, Giorgio si storse una caviglia, io mi presi un terribile raffreddore e dovetti restare a letto per due giorni e per coronare il tutto, cadde il lampadario dello studio e dette fuoco al trattato sulliperplasia delle glandole addominali che Giorgio aveva appena scritto
Ruth - (Assente) Oh, tremendo!
Violetta - Pensi, ha dovuto riscriverlo tutto daccapo, ogni parola!
Ruth - Gradisce uno sherry?
Violetta - No, grazie, Giorgio sar qui tra un minuto e bisogner andare via come un fulmine.
Ruth - Penso che lo prender io. (Si avvia al mobile bar e si serve) Ne ho davvero bisogno.
Violetta - Non si preoccupi per il braccio di suo marito, signora Considine. Non sar altro che una distorsione.
Ruth - Non del braccio, che mi preoccupo.
Violetta - E sono sicura che Edith tra qualche giorno sar di nuovo in piedi.
Ruth - La cuoca si licenziata stamattina.
Violetta - Ma no! Questi domestici sono terribili. Nemmeno un briciolo di gratitudine. Al primo segno di qualche guaio ti piantano in asso. Fuggono come i topi da una nave che affonda.
Ruth - Mi sembra che la sua similitudine non sia del tutto felice, signora Bradman.
Violetta - Oh, mi scusi... Non volevo, mi creda.
Dottore - (Entrando) Nulla da temere. Non altro che una piccola distorsione.
Ruth - Meno male.
Dottore - Ha fatto un sacco di storie, mentre lo visitavoSi sa che gli uomini sono pazienti molto peggiori delle donne, particolarmente gli uomini con i nervi tesi come suo marito.
Ruth - Ha i nervi molto tesi, lei dice?
Dottore - S e gliene volevo appunto parlare. Credo che abbia lavorato troppo, in questi ultimi tempi.
Ruth - Lavorato troppo?
Dottore - E in uno stato nervoso estremo niente di serio, intendiamoci, ma
Ruth - Che cosa glielo fa credere?
Dottore - Oh, conosco i sintomi. Certo, il trauma della caduta, ma consiglierei ugualmente riposo completo per un paio di settimane
Ruth - E... che sintomi ha notato?
Dottore - Oh, niente di allarmante Una forte tensione... Unincapacit a focalizzare la persona con cui sta parlando certe frasi incongruenti
Ruth - Capisco. Ne ricorda qualcuna?
Dottore - Per esempio, allimprovviso ha gridato: Che stai facendo nel bagno? o poi, un poco dopo, mentre stavo scrivendo una ricetta, ha detto tutta un tratto: Comportati come si deve!.
Violetta - Oh, veramente strano.
Ruth - (Nervosa) Lo fa spesso, specialmente quando immerso nella preparazione di un nuovo libro
Dottore - Credo che un po di riposo gli far bene.
Ruth - Grazie infinite, dottore. Vuole uno sherry?
Dottore - No, grazie, dobbiamo proprio andare.
Ruth - Come sta la povera Edith?
Dottore - Tra pochi giorni sar guarita. E stata una brutta caduta.
Violetta - (Ridendo) E buffo, non le pare, che tanto la sua cameriera che suo marito, siano caduti nello stesso giorno, vero?
Ruth - Certo, se queste cose la divertono.
Violetta - Oh, no, non era questo il senso, signora Considine
Dottore - Andiamo, cara; parli troppo, come sempre.
Violetta - Sei odioso, Giorgio. Arrivederci, signora Considine.
Ruth - (Porgendo la mano a Violetta) Arrivederci.
Dottore - (Dando la mano anche lui) Passer domattina, a dare unocchiata a tutti e due i pazienti.
Ruth - Grazie molto, dottore.
Dottore - Beh, come andiamo?
Carlo - Benissimo.
Dottore - E solo una lieve distorsione.
Carlo - E allora perch questa maledetta fascia?
Dottore - Per precauzione. Le impedir di usare la mano sinistra tranne quando sia strettamente necessario.
Carlo - Ma io volevo andare in macchina a Folkestone.
Dottore - Sarebbe meglio di no.
Carlo - E molto seccante
Ruth - Puoi benissimo andarci domani.
Elvira - Non sopporter unaltra di quelle noiose serate in famiglia, Carlo. Mi fanno diventare pazza. Ed da sette anni che non vedo un film.
Carlo - (A Elvira) Sono daccordo con te, ti porter a Folkestone.
Dottore - Come dice?
Ruth - Carlo, tesoro, cerca di essere ragionevole.
Carlo - Scusami. (Guardando i Bradman) Dimenticavo che...
Dottore - Le permetto di guidare se mi promette di andare lentamente e di fare molta attenzione. La leva del cambio a destra, vero?
Carlo - S.
Dottore - Bene, usi la mano sinistra il meno possibile.
Carlo - Stia tranquillo.
Ruth - Faresti meglio a rimanere a casa.
Dottore - (A Ruth) Non potrebbe guidare lei?
Ruth - (Rigidamente) Temo di no. Ho moltissimo da fare in casa e devo assistere Edith.
Dottore - Se proprio vuole andarci, mi raccomando, faccia attenzione. Le strade sono sdrucciolevoli. Andiamo, Violetta.
Violetta - Di nuovo, arrivederci. (Uscendo) Arrivederci, signor Considine.
Ruth - Arrivederci.
Carlo - Vi accompagno. (Esce)
Ruth - Sei insopportabile, Elvira. Potresti aspettare domani, per andare al cinema.
Elvira - (Prende un fiore e lo tira a Ruth quindi, esce ridendo)
Ruth - (Raccogliendo il fiore) Smettila di comportarti come una ragazzina.
Carlo - (Entrando) Che stai dicendo?
Ruth - Parlavo con Elvira.
Carlo - Ma non qui.
Ruth - Un attimo fa, lo era, mi ha tirato un fiore.
Carlo - E stata molto vivace tutto il giorno. Conosco il suo carattere. Faceva sempre cos quando aveva in mente qualche cosa.
Ruth - (Guardandosi attorno) Sei sicuro che non sia qui?
Carlo - Sicurissimo.
Ruth - Voglio parlarti.
Carlo - Senti Ruth, perch vuoi ricominciare a...
Ruth - Carlo, smettila con questo tono paternalistico. La mia pazienza al limite.
Carlo - Scusa, ma anche la situazione di Elvira difficile. Poverina, tornata qui fiduciosa dopo sette anni dallaldil e che cosa trova? Liti e ostilit in continuazione.
Ruth - E che cosa si aspettava?
Carlo - Beh, direi che anche una manifestazione ectoplasmica ha diritto di aspettarsi un po di gentilezza.
Ruth - Carlo, vuoi capire che Elvira pericolosa.
Carlo - Ma com possibile, come pu essere pericoloso uno spiritello ansioso e solitario come Elvira?
Ruth - Oh, con estrema facilit, e ha gi cominciato a dimostrarlo.
Carlo - (Con scetticismo) In che modo?
Ruth - Questa una lotta, una lotta allultimo sangue tra Elvira e me.
Carlo - E questo isterismo melodrammatico.
Ruth - Non isterismo, la pura verit. Non hai gli occhi per vedere?
Carlo - Vedere che cosa? La gelosia produce le pi assurde immaginazioni.
Ruth - Lei venuta qui con un solo e unico scopo.
Carlo - Che scopo potrebbe avere, oltre al desiderio di rivedermi?
Ruth - Il suo scopo del tutto palese, ed quello di riprenderti per sempre.
Carlo - Ma assurdo, come potrebbe?
Ruth - In un modo facilissimo, facendoti morire.
Carlo - Facendomi morire?
Ruth - Perch mai credi che Edith sia caduta dalle scale, rompendosi la testa?
Carlo - Che centra Edith?
Ruth - Perch una parte della rampa delle scale era completamente spalmata di grasso.
Carlo - E una tua invenzione.
Ruth - Ah, si? E perch pensi che si sia spezzata la scala, mentre stavi tagliando quel ramo secco del pero? Perch era stata segata quasi interamente da entrambe le parti.
Carlo - Ma perch mai mi vorrebbe uccidere? Capirei se volesse uccidere te.
Ruth - Se tu morissi, raggiungerebbe il suo scopo: averti con s in eterno.
Carlo - (Colpito) Ruth...
Ruth - Capisci, ora?
Carlo - Non pu essere cos subdola.
Ruth - Credi?
Carlo - Ruth...
Ruth - E smettila di guardarmi come un cane bastonato.
Carlo - Che dobbiamo fare?
Ruth - Bisogna far si che non si accorga dei nostri sospetti. Dobbiamo comportarci in modo assolutamente normale, come se niente fosse. Io vado da madame Arcati. Anche se si offesa, deve aiutarci. Se non pu liberarci di Elvira, potr escogitare qualche cosa per renderla inoffensiva. Se sar necessario la manderemo in trance anche con la forza. Ritorner tra mezzora. A Elvira dirai che sono andata dal vicario.
Carlo - E incredibile.
Ruth - Non ci pensare e sta attento a non tradirti.
Elvira - (Entra con circospezione)
Carlo - (avvedendosi di Elvira - Rivolto a Ruth) Guarda.
Ruth - (Distratta) Che cosa?
Carlo - Dicevo... guarda che bellaffare.
Elvira - Che cos un bellaffare?
Carlo - Il tempo, Elvira. Il barometro non fa altro che scendere, scendere, scendere.
Elvira - Mi sembra strano che non sappiate trovare un argomento di conversazione pi interessante del tempo.
Carlo - Ti assicuro che...
Ruth - Carlo!
Carlo - Ruth!
Ruth - (Ad Elvira) Carlo ed io, non stavamo parlando del tempo. Non vorrei che tu pensassi che noi abbiamo dei segreti verso di te. Cercavo solo di convincerlo a non portarti a Folkestone. Gli far male al braccio e tu potresti benissimo aspettare domani. Per, dato che lui sembra deciso ad anteporre i tuoi desideri ai miei, non ho altro da dire. Arrivederci e buon divertimento. (Esce)
Carlo - (Ad Elvira) Vedi?
Elvira - Oh, Carlo. Lhai maltrattata?
Carlo - No, che non le piace di essere contraddetta.
Elvira - Ha un carattere doro, ma un peccato che sia tanto egoista.
Carlo - Preferisco non discutere di lei insieme a te. Mi fa sentire a disagio.
Elvira - Non la nominer pi. sei pronto?
Carlo - (Spaventato) Pronto per che cosa?
Elvira - Per andare a Folkestone.
Carlo - Prima voglio un sorso di sherry.
Elvira - Comincio a credere ce tu non mi ci voglia portare.
Carlo - Ma certo che ti ci voglio portare. Soltanto, penso, che sarebbe pi sensato andarci domani.
Elvira - Com familiare tutto questo.
Carlo - In che senso, familiare?
Elvira - In tutta la nostra vita coniugale, ogni volta che io proponevo qualche cosa, tu cercavi di mandarla a monte.
Carlo - Io ho detto soltanto che...
Elvira - Si, lo so, lo so. Passeremo unaltra serata intima in casa, con Ruth che ricama quellorribile coso, ringhiando contro di noi come un mastino.
Carlo - Ruth sa benissimo che quel centrino orribile. Ma si da il caso che sia un regalo per il compleanno di sua madre.
Elvira - Non ti mettere a difendere il suo gusto, adesso.
Carlo - Se non ti comporterai come si deve, non ti porter mai a Folkestone.
Elvira - Ti prego Carlo, da sette anni che non vedo un film.
Carlo - Non prima che abbia bevuto il mio sherry.
Elvira - Come sei noioso, sono ore che aspetto.
Carlo - E allora, qualche minuto in pi, non ha importanza.
Elvira - (Rassegnata) E va bene.
Carlo - Per di pi la macchina non sar di ritorno che tra mezzora.
Elvira - Che hai detto?
Carlo - (Bevendo) Che Ruth ha preso la macchina. Doveva andare dal vicario.
Elvira - (Agitata) No!
Carlo - Che coshai?
Elvira - Hai detto che Ruth ha preso la macchina?
Carlo (Tranquillo) Si, ma non tarder molto.
Elvira - Oh, mio Dio!
Carlo - Elvira...
Elvira - Fermala. Devi fermarla immediatamente.
Carlo - Ma perch?
Elvira - Fermala. Va subito a fermarla!
Carlo - E troppo tardi, ormai. Lho sentita partire qualche minuto fa.
Elvira - Oh, Dio.
Carlo - Ma perch fai cos? (Inizia a capire) Che cosa hai fatto?
Elvira - Fatto? Non ho fatto niente.
Carlo - Elvira, tu menti.
Elvira - Non mento. Su cosa dovrei mentire?
Carlo - E allora, perch sei cos agitata?
Elvira - (Istericamente) Io non sono affatto agitata.
Carlo - Tu hai fatto qualcosa.
Elvira - Non mi guardare cos. Non ho fatto nulla.
Carlo - La macchina!
Elvira - No, Carlo, no...
Carlo - Ruth aveva ragione. Tu volevi uccidermi.
Elvira - No... Io...
Carlo - Che cosa hai fatto? Rispondimi! (Suona il telefono - Carlo si avvia veloce a rispondere) Pronto... si... sono io. Si... capisco... al ponte, in fondo ala valle... I freni... (Occhiata ad Elvira - Musica) Grazie... no, vengo subito. (Lentamente aggancia il ricevitore)
Elvira - (Improvvisamente come per ritirarsi dinanzi a qualcuno si ripara la testa con le mani) No, ahi... Smettila, Ruth. Lasciami, Ruth! (Esce urlando)
Carlo - (Resta immobile, allibito, fissa il telefono - Musica e Buio)
Fine del Secondo Atto
Spirito Allegro - Atto Terzo - Quadro Primo
(E sera, alcuni giorni dopo)
Carlo - (E in piedi e beve il caff - Poi prende un libro, si siede e legge - Suona il campanello - Si alza infastidito ed esce per aprire)
Arcati - (Entrando seguita da Carlo) Spero che la mia visita non le sia sgradita. (Poggia la borsa e si toglie la giacca)
Carlo - Per carit, si accomodi.
Arcati - Grazie.
Carlo - Preferisce un caff o un liquore?
Arcati - (Sedendosi) Niente, grazie. Non ho potuto fare a meno di venire.
Carlo - Perch?
Arcati - Ho sentito un impulso irresistibile, e cos, eccomi qua.
Carlo - Molto gentile.
Arcati - Nessuna gentilezza, era mio dovere.
Carlo - Dovere?
Arcati - Si. Ho molto da rimproverarmi. Laltro giorno, con sua moglie, mi sono lasciata sopraffare dai nervi. Se non fossi stata cos impetuosa, molte cose si sarebbero potute evitare.
Carlo - Lei disse a mia moglie di non essere in grado di aiutarla. Non vedo che cosa possa rimproverarsi.
Arcati - In un momento di crisi, ho gettato la spugna, invece del guanto.
Carlo - Qualsiasi cosa avesse gettato, temo ugualmente che non si sarebbe potuto fare nulla.
Arcati - Non avrei mai dovuto darmi per vinta al primo scontro.
Carlo - Non ci pensi.
Arcati - Non posso. (Pausa) Siamo soli, vero?
Carlo - Si. La mia prima moglie, si sta riposando. Il funerale lha sfinita. Credo che Ruth sia con lei.
Arcati - Non ha notato nessuna differenza nella struttura della sua prima moglie dopo lincidente?
Carlo - No, mi sembra la stessa.
Arcati - Allora anche questo va a monte.
Carlo - Come dice?
Arcati - Una teoria che mi ero fatta. Nellottocento cera unopinione diffusa, secondo la quale, uno spirito che avesse partecipato alla morte di un essere umano, si disintegrava automaticamente.
Carlo - Come fa a sapere che Elvira responsabile della morte di Ruth?
Arcati - (Cambiando discorso) Elvira... Che nome armonioso, musicale e suggestivo... El-vi-ra.
Carlo - Non ha risposto alla mia domanda. Come ha fatto a saperlo?
Arcati - Lho intuito, laltra notte. Allimprovviso ho fatto un balzo nel letto e ho gridato: Finalmente ho capito! E cos ho messo insieme tutti gli indizi. Il mio solo desiderio quello di aiutarla.
Carlo - Temo proprio che non ci sia pi nulla da fare.
Arcati - Stia tranquillo, ho trovato una formula.
Carlo - (Scettico) Senta, madame Arcati...
Arcati - Lei desidera ancora smaterializzare la sua prima moglie?
Carlo - Certo che lo desidero, ma...
Arcati - Ma, cosa?
Carlo - In questi ultimi giorni, stata molto agitata. Senta, io preferirei...
Elvira - (Entrando turbata) Carlo...
Carlo - Che c?
Elvira - (Scorge madame Arcati) Che venuta a fare?
Carlo - E venuta a presentarmi le sue condoglianze. (Ad Arcati) Permetta che le presenti la mia prima moglie, Elvira.
Arcati - (Alzandosi, si avvicina a Carlo) Felicissima!
Elvira - (Si sposta dalla parte opposta, incrociando madame Arcati) Ma che vuole? Mandala via.
Arcati - In che parte della stanza si trova?
Carlo - Cammina rapidamente. Le dir io dove e quando si fermer.
Elvira - (A Carlo) E lei che mi ha fatto venire qui?
Carlo - Si.
Elvira - Allora dille di farmi andare via al pi presto possibile. Non posso sopportare questa casa un momento di pi!
Carlo - Ma, Elvira, mi sorprendi.
Elvira - Non mimporta se ne sei sorpreso o no! Voglio andare via!
Carlo - Non fare la bambina.
Elvira - Non faccio la bambina. Non voglio pi stare qui!
Arcati - Dov, ora?
Carlo - Qui, vicino a me. (Elvira si sposta)
Arcati - (Incrociandola) Sei felice, mia cara?
Elvira - (A Carlo) Digli di farsi gli affari suoi.
Arcati - E stato lungo e difficile, il viaggio?
Elvira - Ma che, scema, questa?
Carlo - Un momento, madame Arcati. (Va verso Elvira)
Elvira - (Va ad occupare il posto di Carlo) Per amor di Dio, dille di andare nellaltra stanza, ti devo parlare, Ruth sar qui a momenti.
Carlo - Madame Arcati, mi scusi ma debbo chiederle di passare nellaltra stanza, Elvira vuole parlarmi da solo.
Arcati - (Delusa) E proprio necessario?
Carlo - (Prendendo la borsa e la giacca di madame Arcati) Si, solo un minuto.
Arcati - Va bene. (Fa per uscire, si volta e manda un bacio ad Elvira, quindi esce con Carlo)
Carlo - (Rientrando) Ecco fatto.
Elvira - Credi che riuscir a farmi andare via?
Carlo - Non lo so, piccola cara.
Elvira - Non chiamarmi piccola cara!
Carlo - Non c bisogno di essere scortesi.
Elvira - E pensare che ero venuta con tante speranze.
Carlo - Non puoi pretendere molta simpatia verso le tue speranze, quando la principale era quella di assassinarmi.
Elvira - Non dirlo in modo cos brutale. (Piangendo) Una volta avresti accolto con gioia loccasione di poter restare con me in eterno.
Carlo - Smettila di piangere.
Elvira - Non sono che lacrime di fantasma, inconsistenti, ma ugualmente dolorose.
Carlo - Sei stata tu la causa di tutto questo.
Elvira - E vero, ma solo perch ti amavo. La cosa pi stupida che abbia mai fatto in vita mia stata quella di amarti. Io me ne stavo l, sullaltra sponda, sola, a desiderarti giorno dopo giorno. Ti ho sempre desiderato, anche durante la tua relazione con quella stupida francese e persino dopo che avevi sposato Ruth. Mi sforzavo di capirti e di perdonarti, perch pensavo che dentro di te, in fondo al cuore, tu amavi me pi delle altre. E per questo che mi prenotai per una visita di ritorno. Se solo fossi morto prima di incontrare Ruth, sarebbe andato tutto bene. E lei che ti ha rovinato. Me ne sono accorta appena arrivata. I tuoi romanzi non valgono nemmeno un quarto di quello che valevano prima.
Carlo - E falso. Lei mi ha sempre aiutato nel mio lavoro, cosa che tu ti guardavi bene dal fare. Tu non pensavi altro che ad andare ai ricevimenti e a divertirti.
Elvira - E perch non avrei dovuto divertirmi? Sono morta giovane, no?
Carlo - Se quella notte non te ne fossi andata sul fiume, con Guido Henderson, bagnandoti fino alle ossa, non saresti morta.
Elvira - Adesso, ricominciamo con Guido Henderson.
Carlo - Ti sei comportata in un modo vergognoso.
Elvira - Guido mi adorava, e poi era cos attraente.
Carlo - Ma se mi avevi giurato che...
Elvira - Per forza, avresti fatto saltare il soffitto.
Carlo - E stato il tuo amante?
Elvira - Preferirei non parlarne.
Carlo - Rispondimi, lo stato?
Elvira - Ma no, naturalmente.
Carlo - Per ti sei lasciata baciare da lui.
Elvira - Come potevo impedirglielo?
Carlo - Perch mi avevi giurato che...
Elvira - Perch facevi scenate in continuazione e senza motivo...
Carlo - Senza motivo?
Elvira - Tu non mi hai mai amato. Era tutta vanit, la tua.
Carlo - Credi che sia stata la vanit a sconvolgermi a quel punto, quando te neri andata sulla zattera con Guido Henderson?
Elvira - Non era una zattera, era una piccola lancia.
Carlo - Anche se fosse stato un brigantino a tre alberi, non avevi il diritto di andarci.
Elvira - Forse dimentichi il perch, ci sono andata. Tu avevi passato lintera serata a fare locchio di triglia a quella spampanata virago con le perle false.
Carlo - Credo che non ci sia nulla da guadagnare nel continuare questa discussione.
Elvira - E la solita frase di quando hai torto.
Carlo - Una volta per tutte, Elvira...
Elvira - Non te ne sei mai accorto, ma io mi sono burlata di te, dallaltare fino alla tomba, di tutte le tue ridicole e meschine gelosie.
Carlo - E tu sei sempre stata irresponsabile, vuota e moralmente inconsistente. Me ne accorsi appena arrivammo a Salterton.
Elvira - Solo un noioso al quadrato poteva concepire di passare la luna di miele a Salterton.
Carlo - Perch? Cosa non andava a Salterton?
Elvira - Ero una giovane sposa, assetata di fascino, di musica, di romanticismo. E tu, dove mi porti? In mezzo a quattro palme rinsecchite nei vasi, un campo da golf umido e deserto, e unorchestra a tre che suonava Allegra Inghilterra!
Carlo - Peccato che tu non me labbia detto allora.
Elvira - Te lo dissi, ma tu non mi ascoltavi. E per questo che me ne andai in brughiera quel giorno, col capitano Girdle.
Carlo - Mi avevi giurato che eri andata a trovare tua zia a Exmouth!
Elvira - E invece, andai in brughiera.
Carlo - Col capitano Girdle?
Elvira - Col capitano Girdle.
Carlo - Avrei dovuto immaginarmelo. Che stupido! E, ha fatto lamore con te?
Elvira - (Con malizia) Certo.
Carlo - (Cade a sedere) Oh, Elvira.
Elvira - Ma con molta discrezione sai, era in cavalleria.
Carlo - Tutto quello che posso dirti che finalmente mi sono liberato di te.
Elvira - Sfortunatamente, non cos.
Carlo - Oh, si che cos. Tu e Ruth siete morte. Vender questa casa, e me ne andr via per sempre.
Elvira - E io ti seguir.
Carlo - Andr lontano, lontanissimo. In America del Sud. Tu hai sempre detestato i viaggi, e non potrai seguirmi.
Elvira - Sar costretta a seguirti. Sei stato tu a chiamarmi.
Carlo - Non sono stato io!
Elvira - Quella sera, prima di cena, avevi parlato di me.
Carlo - E con questo? Avrei potuto parlare anche di Giovanna dArco, e non credo che avrebbe significato che io desiderassi che venisse a vivere con me.
Elvira - Eppure un tipo molto divertente.
Carlo - Restiamo in argomento.
Elvira - Quando penso a quello che sarebbe successo se fossi riuscita a farti venire allaltro mondo con me, mi vengono i brividi. Liti e battibecchi in eterno! Giuro che star meglio con Ruth.
Carlo - Basta, per favore, vattene.
Elvira - Non desidero altro. Richiama quella pazza. Non ne posso pi, voglio tornarmene a casa.
Carlo - (Alzandosi) Sono daccordo. (Si avvicina alla porta e chiama) Madame Arcati, per favore, vuole tornare?
Arcati - (Entrando) E ancora qui, la piccola cara?
Carlo - Si, ancora qui.
Arcati - Dov?
Carlo - L.
Elvira - Dille che la smetta di fare la stupida o romper qualcosa.
Carlo - Elvira ed io abbiamo discusso lintera situazione, e lei desidera tornare a casa immediatamente.
Arcati - A casa?
Carlo - Si, insomma, da dove venuta.
Arcati - Non potrebbe trattenerla ancora qualche giorno, in modo che possa organizzarmi meglio?
Elvira - No! Voglio andarmene subito.
Arcati - Potrei restare qui con lei, farle compagnia. Potrei portare il mio globo.
Elvira - Dio ce ne liberi!
Carlo - Ormai siamo gi daccordo. E meglio che Elvira se ne vada il pi presto possibile. Prima mi aveva parlato di una formula, di che si tratta?
Arcati - Se proprio insiste. Nientaltro che un versetto. Mi ci vorr un po di sale e un po di pepe.
Carlo - (Uscendo velocemente) Vado a prenderlo.
Arcati - (Ad Elvira) Non spaventarti, non proverai il minimo dolore.
Carlo - (Entrando con due grossi barattoli) Baster questo?
Arcati - Certo, poggi pure sul tavolo. Me ne servir solo un pizzico. E ora spargiamo qui il sale. (Esegue) Qui in mezzo, appena unombra di pepe. (Esegue)
Elvira - Sar un fiasco, ci giurerei.
Carlo - (Ad Arcati) E ora?
Arcati - Si segga, signor Considine. Poggi le mani su tavolo , senza toccare il pepe con le dita. Oh, cribbio! Me nero scordata. (Fa dei segni sul tavolo nel sale e pepe) Un triangolo, mezzo cerchio e un puntino. Ecco fatto.
Elvira - Tempo perso.
Carlo - (Ad Elvira) Ad ogni modo val la pena di provare.
Elvira - Rassicurati, vorrei quanto te che riuscisse. Ma scommetto dieci a uno che sballa.
Arcati - E ora, se sua moglie vuol essere cos gentile da sedersi...
Elvira - (Restando in piedi) Non te la pigliare con me se mi viene la ridarella.
Carlo - Concentrati e non pensare a niente.
Elvira - (Sempre in piedi alle spalle i madame Arcati - Poi mimer quello che dir madame Arcati)
Arcati - (Vicino alla seggiola dove crede che sia seduta Elvira) Cos, ecco... Le mani sulla testa... Respiri regolarmente... (Arcati respira, Elvira la imita) E comoda?
Elvira - (Sedendosi) No.
Carlo - Dice che comodissima.
Arcati - Forse dovr cadere in una leggera trance. (Esce per spegnere la luce -Penombra)
Carlo - (Emette un forte starnuto)
Elvira - E il pepe, caro.
Carlo - Accidenti!
Arcati - (Entrando) Silenzio e concentratevi. Spettro arcano, amico o odiato mai tu venga richiamato, pepe, sale ed arti dotte, ti ricaccin nella notte!
Elvira - Che versi disgustosi.
Carlo - Sta buona, Elvira.
Arcati - Silenzio! C nessuno, l? Un colpo, si; due colpi, no. C nessuno? (Un colpo forte) Sei tu, Dafne? (Un colpo) Scusami se ti disturbo, ma la signora Considine, vorrebbe ritornare... (Alcuni colpi) Dafne, hai sentito quello che ho detto? (Pausa, poi un colpo) Ci puoi aiutare? (Pausa, poi il tavolo comincia a muoversi) Tenga forte, signor Considine...
Carlo - (Ad alta voce) Sta cercando di andarsene... (Il tavolo si muove - Si sente un rumore secco e poi il silenzio - Carlo si alza ed esce ad accendere la luce - Luce Normale - Rientrando vede madame Arcati con la testa sul tavolo) Che succede... Si fatta male?
Elvira - E ancora in trance, non lo vedi? E io sono ancora qui.
Carlo - (Scuotendo madame Arcati) Si svegli.
Arcati - Che successo?
Carlo - Niente, assolutamente niente.
Arcati - Eppure... successo qualcosa.
Carlo - E caduta, in trance, ecco che successo.
Arcati - E ancora qui?
Carlo - Si.
Arcati - Qualcosa non deve aver funzionato.
Elvira - Faglielo rifare come si deve.
Carlo - Calmati, non vedi che sta facendo del suo meglio.
Arcati - (Guardandosi attorno) Eppure successo qualcosa, ho sentito come un brivido. Ecco, lo sento di nuovo.
Ruth - (Entrando) Una volta per tutte Carlo, che sta succedendo?
Fine del Primo Quadro del Terzo Atto
Spirito Allegro - Atto Terzo - Quadro Secondo
(Sono trascorse parecchie ore. La stanza in disordine, la scena stata rovesciata completamente. Rami di sempreverde sono disposti dovunque. I mobili sono stati spostati. Sul tavolo ci sono carte da gioco, il globo di madame Arcati, un piatto di sandwich e alcuni boccali di birra vuoti. Madame Arcati seduta a sinistra e sta dormendo. Carlo seduto. Elvira seduta per terra al centro. Ruth, passeggia nervosamente. Tutti sono evidentemente esausti)
Ruth - (Passeggiando) E cos, abbiamo fatto tutto il possibile.
Elvira - (Sbadigliando) Presto sar lalba.
Ruth - Sentimi, Elvira, se dobbiamo restare in questa casa, faremo meglio a metterci daccordo.
Elvira - In che modo?
Carlo - (Senza guardarle) Voi due non resterete in questa casa.
Ruth - Dovremo per forza.
Carlo - Non vedo perch. Piuttosto, perch non vi prendete una casetta da qualche parte?
Ruth - Sei tu che ci hai chiamate.
Carlo - Ho gi detto, fino alla nausea, che non lho mai fatto.
Ruth - Madame Arcati, dice di si.
Carlo - Madame Arcati non sa quello che si dice.
Elvira - Questo lavevo capito subito.
Ruth - Ti comporti molto miseramente, Carlo.
Carlo - Perch? Che cosa ho fatto?
Ruth - Sorvoliamo. (A Elvira) Credo che sia meglio per noi smaterializzarci il pi presto possibile. Ci siamo lasciate sottoporre alle pi umilianti balordaggini per ore senza lamentarci.
Carlo - Senza lamentarvi?
Ruth - Ci siamo alzate, ci siamo sdraiate, ci siamo concentrate. Siamo rimaste a sedere per ore, mentre quella noiosa recitava versi pi che offensivi nei nostri riguardi. Abbiamo sopportato cinque sedute. Labbiamo vista cadere in trance fino a farci girare la testa e, alla fine, ci ritroviamo allo stesso punto di prima.
Carlo - Non certo colpa mia. (Si alza e passeggia) Io sono esausto quanto voi. Ricordatevi che ho fatto ballare quel maledetto tavolo per tutta la notte.
Ruth - Se non capace di farci tornare indietro, bisogner escogitare qualche altra cosa.
Carlo - Deve assolutamente farvi ritornare! Non c altro da escogitare.
Elvira - (Sempre seduta) Bella gratitudine!
Carlo - Gratitudine?
Elvira - Si, per tutti gli anni che ti abbiamo dedicato. Dovresti vergognarti.
Carlo - E tutti gli anni che vi ho dedicato io?
Elvira - Sciocchezze. Ti abbiamo servito in ginocchio, non vero Ruth? (Si alzer e poi si recher verso il tavolo a destra) Sei un egoista.
Carlo - Se cos, non vedo perch avevate tanta voglia di tornare da me.
Ruth - Sei tu che ci hai chiamate. E dopo non hai fatto altro che cercare di liberarti di noi, mettendoci in questa situazione mortificante.
Carlo - Non cos! Ma anche se lo fosse, perch non ve ne andate da voi?
Ruth - Non possiamo.
Elvira - Forse, in fondo in fondo, Carlo non vuole che noi ce ne andiamo.
Carlo - Vi assicuro che vi sbagliate.
Elvira - Allora devi avere una volont debolissima.
Ruth - (Sedendosi) E inutile discutere. Sveglia madame Arcati.
Elvira - (Sedendosi vicino a Ruth) Basta con le sedute, per.
Carlo - Madame Arcati, la prego, si svegli.
Arcati - (Svegliandosi) Che ore sono?
Carlo - Le cinque!
Arcati - Da quando sono andata in trance?
Carlo - Pi di unora fa.
Arcati - Loro sono ancora qui?
Carlo - Si!
Arcati - (Parla come se fosse nel sonno fino a riaddormentarsi) Non dobbiamo perdere la speranza. Dunque.
Carlo - (Svegliandola) Dunque, che cosa?
Arcati - Che ne direbbe di unaltra seduta?
Elvira - No, per carit, basta.
Carlo - Non le pare che di sedute, se ne siano gi fatte abbastanza?
Arcati - Roma, non fu costruita in un giorno.
Carlo - Lo so, ma prima che lei vada in trance unaltra volta, vorrei discutere un po la situazione.
Arcati - Ottima idea. E mentre discutiamo, manger un altro di questi deliziosi sandwich.
Carlo - Vuole ancora un po di birra?
Arcati - No, grazie, meglio di no.
Carlo - (Si avvia al mobile bar) Io prender un goccio di brandy.
Arcati - Ne faccia due.
Ruth - Un giorno mi prender il gusto di dire a madama Arcati, tutto quello che penso di lei.
Carlo - Sta cercando di fare quello che pu.
Arcati - Le ragazze stanno diventando nervose?
Carlo - (Porgendogli il bicchiere) Direi di si.
Arcati - (Prendendo il bicchiere) Non si arrenda, saremo noi a vincere! (Ha finito il sandwich e beve) Ed ora, discutiamo sul da farsi.
Carlo - (Tornando al mobile bar) Allora... Io e le mie mogli abbiamo parlato a fondo... e loro sono convinte che, in un modo o nellaltro, sia stato io a richiamarle.
Arcati - Ma nessuna di loro sarebbe potuta apparire se non ci fosse stato qualcuno...
Carlo - Bene, non ero io.
Arcati - Ne proprio sicuro?
Carlo - Senza il minimo dubbio.
Arcati - Temo di essermi persa dietro unipotesi sbagliata.
Carlo - Che cosa vuol dire?
Arcati - Il caso Hutchinson!
Carlo - Che cos?
Arcati - Fu il caso che mi rese famosa.
Carlo - E che cosa aveva fatto?
Arcati - Ero riuscita a smaterializzare la vecchia lady Hutchinson, dopo che era stata chiusa per oltre diciotto anni nella tomba di famiglia.
Carlo - Come? Si ricorda come?
Arcati - (Decisa) Un caso che... (Osserva Carlo che la guarda con scetticismo, quindi) Un colpo di fortuna?... (Idem come prima) Una coincidenza?
Carlo - E... che coincidenza?
Arcati - Aspetti. Ogni cosa a suo tempo. Ora mi dica... chi si trovava in casa durante la nostra prima seduta?
Carlo - I Bradman, Ruth, io e lei.
Arcati - Ma i Bradman, non erano qui ieri sera, vero?
Carlo - No.
Arcati - (Avviandosi al tavolo) Presto, il mio globo... ancora nebuloso... Ora va meglio... ecco, li... ancora li... Finalmente comincio a capire. (Ruth ed Elvira si avviano ai due lati del tavolo e si siedono)
Carlo - (Avviandosi al tavolo) Vorrei capire anchio. Che cosa c?
Arcati - Una benda... Una benda bianca. Dobbiamo seguire una benda bianca. Se questo non riesce.
Carlo - Che deve, riuscire?
Arcati - Ssss! Aspetti e vedr. (Prende dellaglio e gira per la stanza)
Ruth - Per amor del cielo, non farle portare in giro quellaglio, nauseante!
Carlo - Vuole che spenga la luce? O che faccia suonare il grammofono?
Arcati - No, no, vicino. E molto vicino.
Elvira - (Alzandosi) Se un fantasma, grido!
Ruth - (Si alzer e rider)
Edith - (Entra in vestaglia da notte e ciabatte con una vistosa benda che le cinge la testa - Si avvicina a Carlo) Mi ha chiamata, signore?
Arcati - (Dallaltro canto della scena, sottovoce a Carlo) La benda! La benda bianca.
Carlo - (Senza guardare madame Arcati) No, Edith.
Edith - Mi scusi, eppure avrei giurato di aver sentito il campanello o qualcuno che mi chiamava. (Si guarda attorno) Io stavo dormendo...
Arcati - (Invitandola a sedere) Vieni qui.
Edith - (Ha paura, e quasi si stringe a Carlo)
Carlo - Vai da madame Arcati, non c niente di male. (Edith si avvia e si siede)
Arcati - Chi vedi in questa stanza?
Edith - (Senza capire) Oh, signora...
Arcati - (Dolce) Rispondi.
Edith - Vedo lei.
Arcati - E poi?
Edith - Il signor Considine.
Arcati - E nessun altro?
Ruth - (Si avvier in proscenio sul lato opposto a quello di Carlo)
Edith - No, signora.
Arcati - Guarda bene.
Edith - (A Carlo) Non capisco, signore, io...
Arcati - Guarda come si deve.
Elvira - (Avr iniziato a camminare, pensierosa, per incontrarsi con Ruth - Edith, le ha seguite entrambe con lo sguardo)
Ruth - (Accorgendosene) Concentrati, Elvira, e sta ferma.
Elvira - (Nervosa) Non posso.
Arcati - Vedi nessun altro, ora?
Edith - (Ha paura perch ovviamente le vede) No, signora.
Arcati - (Severa) Tu menti!
Edith - (Vorrebbe andarsene) Oh, signora.
Arcati - Dove sono, adesso?
Edith - (Ad alta voce abbassando gli occhi) Vicino alle sedie.
Carlo - (Felice ad alta voce) Le vede!
Edith - (Nervosamente) Lasciatemi andare, non ho fatto niente. (A Carlo) Fatemi tornare a letto... (Si alza e si stringe a lui) La prego, signore, io non ho visto nessuno.
Carlo - Coraggio. Fa quel che dice madame Arcati.
Edith - Non ho fatto niente di male.
Carlo - (Facendola sedere) Ma certo, stai calma.
Ruth - E stata lei la causa di tutto. Domattina la licenzio!
Elvira - Domattina potresti non esserci pi.
Arcati - (Avvicinandosi a Edith) Ora alzati e guardami.
Edith - (Si alza e osserva il dito della mano di madame Arcati, fino a restarne ipnotizzata)
Arcati - Vedi... adesso a destra... adesso a sinistra... Adesso indietro... e adesso in avanti... Vedi... Piano piano, avanti e indietro... (Fa schioccare le dita)
Edith - (Guarda fisso davanti a se, con gli occhi aperti, quindi cade a sedere sulla seggiola)
Arcati - Bene. Finora andiamo bene. E partita.
Carlo - Partita?
Arcati - Si. E una medium naturale. Proprio come nel caso Hutchinson. Ora, vuol pregare le sue mogli di stare vicine?
Carlo - Dove?
Arcati - (Seccata) Li, accanto a lei.
Carlo - Ruth... Elvira...
Ruth - Non ti permetto di comandarmi in questo modo.
Elvira - (Accenna un passo) Anchio.
Carlo - Mi dispiace, ma devo insistere.
Elvira - (Avvicinandosi a Carlo) Meriteresti che ci rifiutassimo di fare anche il pi piccolo gesto.
Ruth - (Si avvicina a Carlo)
Arcati - Ti sei pentita di averne combinate tante, Edith?
Edith - (Seduta con gli occhi chiusi) Oh, si, madame Arcati.
Arcati - Ed ora sai quel che devi fare, non cos?
Edith - (Alzandosi ed avvicinandosi al globo) Oh, si.
Ruth - (Ad Elvira) Credo che questa volta funzioner. Oh, Carlo...
Carlo - Ssss!
Ruth - Questo il mio addio, Carlo...
Elvira - Dille di smettere un momento, ti devo dire una cosa.
Carlo - Avresti dovuto pensarci prima. Adesso troppo tardi.
Elvira - Che ingrato e antipatico.
Ruth - Carlo! Ascolta un momento...
Arcati - (Esce per spegnere la luce - Penombra - e rientra) Luce!
Edith - (Nelloscurit si sente Edith cantare)
Elvira - (Inizia a voce alta, terminando la battuta fuori scena) Volevo dirti che ho rivisto il capitano Girdle, molte, moltissime volte... E non mi sono mai divertita tanto in vita mia... (E scomparsa, grazie alla penombra)
Ruth - (Come Elvira) Non credere di esserti liberato di noi cos facilmente... Tu non ci vedrai pi, ma noi saremo qui lo stesso... (E scomparsa, grazie alla penombra)
Arcati - Splendido! Ce labbiamo fatta!
Carlo - Posso accendere la luce?
Arcati - Faccio io. (Esce, accende la luce - Luce Normale - e rientra)
Carlo - (Felice) Se ne sono andate. (Guardandosi attorno) Se ne sono proprio andate.
Arcati - Stavolta labbiamo spuntata.
Carlo - Non ci sono pi. (Guardando Edith che ancora in piedi, si blocca) Credo che sarebbe meglio svegliarla, potrebbe farle tornare.
Arcati - (Schioccando le dita) Svegliati, Edith!
Edith - (Aprendo gli occhi e cadendo a sedere) Dove sono?
Carlo - Tutto a posto, Edith. Puoi tornare a letto.
Edith - Io ero a letto. (Alzandosi) Come ho fatto a venire qui?
Carlo - Ti ho chiamata, ho suonato il campanello e tu sei venuta.
Edith - (Senza capire) E poi mi sono addormentata?
Carlo - (Evasivo) Ora va, Edith... e grazie.
Edith - (Perplessa) Si signore, vado a letto. Buonanotte. (Esce)
Arcati - Per Giove, che notte! (Raccoglie il globo, le carte, ecc.)
Carlo - Se vuol rimanere a dormire qui, non faccia complimenti.
Arcati - No, grazie, ciascuno nel suo nido.
Carlo - Le sono veramente grato. Non conosco il suo onorario e...
Arcati - E stato un piacere.
Carlo - Ma per tute quelle trance?
Arcati - Mi creda, sono un divertimento, per me.
Carlo - Allora avr il piacere di averla a pranzo con me, uno dei prossimi giorni?
Arcati - Senzaltro, ne sar felicissima. (Ha finito di raccogliere le sue cose) Segua il mio consiglio, signor Considine, vada via il pi presto possibile.
Carlo - (Guardandosi attorno) Non vorr dirmi che...
Arcati - Non una casa felice, per lei, questa. Troppi ricordi, e poi...
Carlo - (Sottovoce) Vuol dire... Intende dire che potrebbero essere ancora qui?
Arcati - (Annuisce fischiettando)
Carlo - (Guardandosi intorno) Chiss, seguir il suo consiglio.
Arcati - Arrivederci, signor Considine. (Gli stringe la mano) E stata unesperienza affascinante. Permette che prenda un sandwich da mangiucchiare lungo la via del ritorno? (Si serve senza aspettare la risposta di Carlo)
Carlo - Si... figuri, laccompagno.
Arcati - Non si disturbi, conosco la strada. (Esce prima dalla parte sbagliata, poi da quella giusta)
Carlo - (E rimasto solo - va al mobile bar e si versa da bere - beve un sorso - si guarda intorno) Ruth... Elvira... Siete qui?... Ruth... Elvira... Lo so benissimo che ci siete Voglio soltanto dirvi che me ne vado... Andr lontano, molto lontano, dove dubito che voi riuscirete a seguirmi.
Ruth, tu mi hai detto che sono sempre stato dominato dalle donne... Avevi perfettamente ragione, ma ora sono libero finalmente, libero anche di te! (Cade un oggetto) Ah, lo sapevo...
Sei stata molto sciocca Elvira, a credere che non mi fossi accorto di te e del capitano Girdle. Ma quel che tu non sai, che a quel tempo, Paola Westlake, minteressava molto... (Cade un altro oggetto dalla direzione opposta)
Ti sono stato fedele, Ruth, ma dubito che lo sarei rimasto... Stavi diventando troppo autoritaria... (Rumori vari)
Addio, mie care. Credo che un giorno ci ritroveremo, ma prima i allora, voglio godermi la vita, come non ho mai fatto. (Gli tirano alcuni cuscini)
Potete fare a pezzi la casa come vi pare. Ve la lascio. (Rumori e altri oggetti che cadono) Buon lavoro, Ruth... fatti aiutare da Elvira... (Altri oggetti) Di nuovo addio! (Fa per uscire, poi) Partire, questa volta, vivere un poco... (Esce, mentre cadono altri oggetti - buio)
SIPARIO
- Questo copione è stato visto: