SPOGLIARELLO di Dino Buzzati
SCENA PRIMA
VELIA E IL RICCO AMANTE
Si suppone trattarsi di un salotto o della camera da letto dell'ing. François Taravelli, ricco industriale di circa 70 anni, che mantiene la nostra protagonista. Quando Velia entra, troverà François ad attenderla.
VELIA (vestita da gran signora con potente pelliccia di visone, eventuale cappello e gioielli a non finire, entra con aria annoiata e si siede dinanzi a una supposta toilette) Ah, ciao - (si toglie la pelliccia e la scaraventa su un divano, poi si siede voltando le spalle al supposto François e con una ipotetica lima si mette a lavorarsi le unghie). E così tu non vuoi che io vada a Parigi - tu non credi che io vada dalla mia amica Pauline - tu sospetti - sempre il solito tu - é mai possibile che voi uomini ci immaginiate ininterrottamente affamate di maschi? - come se non ci fossero mille altre cose più interessanti a questo mondo? (Voltando per un istante la testa all'uomo) Ma si mio bambinone a Parigi ci sono due fusti che mi aspettano, per il pomeriggio e per la sera - non avrò un minuto di respiro! A proposito... lo sai, François, che da qualche tempo sei diventato micragnoso... cosa? - un po' vecchia ormai questa storia della congiuntura... voi poi dei farmaceutici per male che vada, vi casca addosso sempre più grana, più depressione c'è più tranquillanti si vendono - (sempre curandosi le unghie con suprema indifferenza, quasi parlando con se stessa, dopo una breve pausa) dico François l'abbiamo fatto questo benedetto testamentino ... (come se lui non avesse capito)dico se ti sei deciso finalmente a redigere le cosiddette ultime volontà (con estrema gaiezza voltandosi e ridendo) perché... ma quanti anni pensi ancora di restare in questa valle di lacrime? Se tu te ne vai insalutato ospite cosa fa la tua Velietta (sempre vivacemente si gira sullo sgabello guardando lui) - patti chiari amicizia lunga se vuoi un bacetto oggi mi devi fare una promessa... su avvicinati... e adesso in ginocchio... come sarebbe a dire oggi non vuoi metterti in ginocchio? Vuoi che me ne vada?... credi che ci pensi due volte? (Fa l'atto di alzarsi e di andare a prendere la pelliccia sempre con gli occhi rivolti su di lui) Oh bravo (si risiede sullo sgabello e fa l'alto di dare due affettuosi schiaffi all'uomo inginocchiato davanti a lei) Cosa voglio? - Tu... tu adesso ripeti testualmente: Ti prometto... ti prometto... su non fare il duro perché tanto sai che... sul mio onore... che entro sabato... perché si... che entro sabato farò regolare testamento lasciando a te Velia Britti (vago mugolio come se stesse pensando) a te Velia Britti la metà delle mie sostanze (nel frattempo lei sarà andata accarezzando la testa dell'uomo come fosse un gattone). Bravo... avaro ma gentiluomo, questo devo riconoscerlo e va da sé che stasera io parto per Parigi (scoppiando a ridere come per una bellissima scoperta) ma sentili qui i due bei cornini che ti sono cresciuti (facendo atto di allontanare le mani di lui) tu lasciali stare... minuscoli eh si sentono appena appena ma vedrai adesso dopo la mia gitarella a Parigi (le sue risate s'interrompono di colpo e lei fa una faccia spaventata) caro cos'hai su su ma io scherzavo, no (come se lui fosse piombato a terra morto) Madonna santa... e adesso? (Si guarda intorno spaventata raccoglie la pelliccia e fila via).
SCENA SECONDA
VELIA E LA VEDOVA DEL RICCO AMANTE
Supposta casa di Velia. Qualche sedile.
VELIA (al suono di un campanello va ad aprire la porta da cui entra la vedova di François. Velia ha l'aria seria compunta ed estremamente riservata) Si accomodi, si accomodi... Ah signora (sospiri) la ringrazio, la ringrazio di questa sua visita.., un gesto, da parte sua molto bello e generoso... lei sa... oh Dio sono cose talmente difficili... lei sa quanto volessi (correggendosi) quanto fossi affezionata al povero François (piccolo piagnucolamento di circostanza). (Quindi ascolta attonita le parole inviperite dell'altra) Cosa?... Cosa?... allora lei é venuta qui per...? (con crescente indignazione) io? io?... François morto per colpa mia? (risata quasi isterica) per colpa mia ma lo sa che lei ha una bella faccia tosta?... Vuol saperla la verità, vuole proprio saperla... lei é stata, non io ad accorciargli la vita, lei moglie con la sua noia con la sua presenza, con la sua bestiale gelosia... Ah non ho il diritto di parlare? Guardi solo che lei sapesse una centesima parte di tutto quello che François diceva di lei, si sentirebbe sprofondare sottoterra. Sa il termine più affettuoso? Vecchia befana la chiamava, cariatide, Santippe... ma il termine più usato era la rompi... carino eh? (Rifacendo la voce di lui) Taci che stasera devo uscire con rompi, spetta che devo telefonare alla rompi, meno male che domani la rompi parte per il mare... eh no, eh questo non me lo lascerò mai dire: sfruttatrice? Ci mancherebbe (risata) solo che avessi fatto cosí con un dito, se lo metta bene in testa, cara la mia vedovella, lei oggi sarebbe sul lastrico... Mi ha lasciato forse una lira, il nostro François...? Lo vuol sapere perché non mi ha lasciato una lira? Io sono stata a non volerlo, lo sa che voleva lasciare tutto a me? Negli ultimi tempi non parlava d'altro, ma io sono una donna pulita cara lei io so stare al mio posto. Amore disinteressato in vita, amore disinteressato in morte.In ginocchio ho dovuto supplicarlo, già che lei vuol saperlo, in ginocchio l'ho supplicato di non mettermi in una situazione difficile di fronte al mondo... C'è da impazzire a pensarci, io che lo persuado a fare erede sua moglie e adesso lei che mi rinfaccia la mia onestà.(Piagnucolosa) E si ricordi che se negli ultimi anni François ha avuto qualche giornata serena, quelle giornate gliel'ho date io, e invece quando doveva tornarsene a casa era come se dovesse andare a una galera (additando la porta) e quella è la porta, cara la mia signora rompi... e si vergogni... pussa via, vecchia befana!
SCENA TERZA
VELIA E LA ZIA
Supposta casa della zia . La Velia é vestita in modo piuttosto dimesso.
VELIA Sai, zia... (silenzio)... beh, vuoi che te Io dica? Perché non avevo il coraggio... si, non avevo più il coraggio di farmi vedere... Perché?... perché... beh insomma vuoi che te lo dica?... tu sei sempre stata così buona con me... tu mi hai sempre aiutata... tutte le volte che ti ho chiesto soldi mi hai detto di si... E dai e dai... alla fine... capisci quello che vuol dire sentirsi obbligati?... Te li restituirò fra un mese, te li restituirò fra due mesi... e invece niente... e tu non fiatavi... lo capisci che a uno viene il complesso di inferiorità... Tutte le mattine, ti giuro. appena mi svegliavo, era come un rimorso. E mi chiedevo: quando potrò ripresentarmi decentemente dalla zia? quando potrò sdebitarmi almeno un poco?... Bene, sono felice e orgogliosa, cara zia Teresa, di potermi finalmente presentare a testa alta... (armeggia nel frattempo con la borsetta, quasi che vi fosse contenuto un tesoro). Non dico di potermi completamente sdebitare... però... insomma questa volta sono io che ti offro qualcosa di buono... Ah, su questo non ci sono dubbi... Un affare addirittura incredibile. Guarda, per almeno dieci anni é assicurato il trenta, quaranta per cento... Beh, si tratta di un bar... Non spaventarti, zia Teresa, é un bar di grande battaglia... un bar d'angolo... sul corso... E se io lo posso avere é perché c'è uno, beh é inutile forse che ti spieghi... c'è uno che si é incavolato abbastanza di me ... si il mediatore... Vuoi sapere per quanto lo puoi avere? ... Oh zia... come fai a pensare cose simili?... Con la gratitudine che ho per te ... Si capisce, lo farei andare io ... almeno di me ti puoi fidare... Dunque zietta, sei contenta? ... Ma no, ma no, figurati... Lo sai che per vederti contenta farei qualsiasi cosa...
SCENA QUARTA
VELIA NEL BAR
Si suppone un bar al banco del quale sta Velia servendo i clienti.
VELIA Un cappuccio signore?... subito signore (fa atto di servire, di riscuotere, di dare il resto e così via)... Con una brioche? Allora novanta... dieci di resto a lei - grazie - il suo lungo é pronto, dottore... ecco lo zucchero... prego signore - (fa atto di vedere entrare un uomo che non le piace affatto. E' un creditore pericoloso)... Oh caro avvocato che bella sorpresa... contavo appunto di farmi viva io con lei... (amabile sorridente) Cosa prende avvocato?... Proprio niente? mi dispiace avvocato... mi spiacerebbe se facesse complimenti... (con un corruccio da bambina) Subito così parlar di affari?... é sabato oggi avvocato... sabato inglese... (badando a un altro cliente) un fernet subito signore... centocinquanta signore... ecco il resto e grazie. (Tornando a badare all'avvocato) Mi scusi sa avvocato... (assentendo a un discorso di lui) Si , lo so... lo so purtroppo... Lo so la scadenza é lunedì... Ma io so anche perché lei oggi é venuto a trovarmi... Lei é venuto a dirmi che mi concede una proroga, vero avvocato? ... Basterebbe un mese, avvocato... Ma si, ma si, ci ho il modo!... Intanto ho due tre riscossioni importanti da fare... poi la prossima settimana arriva mio cugino Ettore dal Brasile, mi ha promesso di aiutarmi, lui ha una grande concessione per la gomma, se non é miliardario poco ci manca... (Tono via via più preoccupato perché l'altro non molla) No, avvocato non faccia così... Sia buono avvocato... se lei mi porta via i mobili e i lampadari qui devo chiudere il bar e sono rovinata... lei non mi può fare questo... lei è un uomo di cuore avvocato, tutti qui nella casa sanno che lei è un galantuomo, una brava persona, che fa sempre del bene... io sono stata sfortunata, avvocato, lo ammetto... ho aperto questo bar mentre lì all'angolo si installava l'Alemagna... sono stata stupida lo ammetto, ma adesso se lei avvocato mi fa portare via i mobili è peggio anche per lei avvocato... Che cifra può ricavare?... Sia buono, avvocato, sia generoso, abbia pietà le dico, glielo chiedo in ginocchio... Ma perché avvocato? ...No, scusi sa ma questo proprio non lo può dire...questo bar é frequentato da tutta gente perbene, magari povera ma per bene, lo può chiedere a chiunque... Che lettere?... Lettere anonime? ... Oh lei avvocato, immagino sarà superiore a queste bassezze... tutta gente perbene in questo bar, glielo giuro avvocato, mai un incidente, mai una protesta, lo trovi lei avvocato un altro esercizio pubblico dove in tre anni non sia mai successo niente... (Fa atto dí afferrare una mano di lui) No, la supplico avvocato, mi dia una proroga anche solo quindici giorni avvocato... (quasi piangendo, scuote il capo disperata)... No, no, no... questa é una infamia... rovinarmi così... Che cosa faccio adesso povera Velia?... Chi aiuta la povera Velia?... In quanto a lei avvocato, stia bene a sentire... lei si pentirà, avvocato... Lei adesso mi rovina completamente, lei in pratica mi uccide... Ma lei é un gran porco, avvocato, e quello che le dicevo prima erano balle... lei qui nel quartiere ha una fama orribile... lei é il più schifoso strozzino di Milano... e se lo vuole proprio sapere lei é un grandissimo beccaccione anche... e le raccomando anche sua figlia... con quella puzza sotto il naso... ma se lo sanno tutti che smarchetta per tutta la città... E lei viene qui a farmi lezione di morale, avvocato dei miei stivali... E beccaccione ripeto... (con impeto, quasi per salvarlo) attento attento adesso!... per carità sbassi la testa... a momenti prendeva dentro il lampadario con le corna...
SCENA QUINTA
VELIA IN QUESTURA
In un supposto ufficio di questura, di notte. Velia, presa nella retata notturna di puttane, sta parlando con un brigadiere.
VELIA Grazie (si siede su una sedia. Tra sé) Miracolo!... (Sta immobile in silenzio qualche secondo, come se l'altro stesse scrivendo. A bassa voce, timidamente) Signor Commissario... Maresciallo allora... Beh Brigadiere allora... che cosa sta scrivendo Brigadiere?... Niente che mi riguardi?... Mi scusi Brigadiere perché le altre mie... come dire?... le altre mie colleghe le hanno messe dentro in guardina e io invece...?... (Agisce come se il Brigadiere si alzasse dalla scrivania e le si avvicinasse. L'invisibile Brigadiere infatti le farà capire che lei gli piace, che gli consta che é bravissima nel fare l'amore e che é disposto a chiudere un occhio se lei quella notte stessa si concederà) Ah così? (Ridacchia guardando dal sotto in su come se il Brigadiere le stesse alle spalle, in piedi)... Come fa a sapere certe cose, signor Brigadiere?... Ma chi glielo ha detto?... (furbesca e soddisfatta) lo?... Io?... Oh sono esagerazioni queste, sono esagerazioni... Certo che... Oh non mi faccia dire certe cose signor Brigadiere... Insomma con chi é gentile so essere gentile anch'io... (calcando le parole)... molto gentile, mi creda... Si, ma lei mi fa una fama superiore ai miei meriti... e se dopo rimane deluso?... (Ride) Eh pianino pianino... (come se lui le mettesse le mani addosso). Una cosa alla volta, amore... Ma certo, mio bel Brigadiere... ma sì, se sarai buono faremo anche quello... Ti piacciono eh i giochettiní?... (Minacciando scherzosamente con il ditino)... Eh, anche il signor tutore dell'ordine ha i suoi vizietti, vero? (Di colpo cambia espressione, passando dalla civetteria compiaciuta e sensuale a un'espressione di sfida. E si alza in piedi, facendo atto di respingere il Brigadiere) Ma, dico, siamo diventati matti?... Che cosa ti sei messo in testa, si può sapere che cosa ti sei messo in testa?... Alle volte c'è veramente da non credere... Io fare l'amore con un fetente poliziotto come te?... Perché sono una battona?... E con questo?... Dovrei buttarmi via così?... E sta fermo con quelle manacce... Ma non lo vedi quanto sei brutto, quanto sei cafone?... Guardati allo specchio. Piuttosto che fare l'amore con te, giuro, dieci anni di galera mi faccio... Mi viene da vomitare solo a pensarci... Ma si, .ma si ... Ficcami in guardina: sempre meglio che in letto con un burino come te.
SCENA SESTA
VELIA E IL CONFESSORE
Velia é inginocchiata a un confessionale. Di quello che dirà si udranno soltanto alcune parole ogni tanto. II resto si perderà in un fitto bisbiglio che, dosato opportunamente, potrebbe ottenere un certo effetto comico.
VELIA Sì, padre, è stata la signora Iolanda che mi ha consigliato di rivolgermi a lei... si, la Iolanda Perticari ... mi ha detto che lei é così buono... che lei vorrà aiutare una sciagurata come me... ma si, ma si, adesso le racconto tutto... vede, padre, io ero sistemata molto bene, una cosa onesta sa?... Proprio come una moglie... vivevo da signora... così per un paio d'anni... ma un giorno bz bz bz bz bz... (il discorso si perde in un sussurro)... senza un soldo capisce... ma per fortuna c'è stato uno che bz bz bz bz... purtroppo un giorno io bz bz bz bz... e poi c'è stato Carlo, un capomastro bz bz bz bz... insomma mi ha preso in castagna bz bz bz bz... e poi Aurelio il farmacista bz bz bz bz... ah con quello si! ... cosa faceva... devo dirle proprio tutto... oh padre io ci ho vergogna... bene, quando eravamo insieme bz bz bz bz... ma si, padre, le ho detto tutto... eppoi c'è stato Enrico bz bz bz bz_ e intanto io non ero più quella di una volta sa? ... Per fortuna mia zia Teresa bz bz bz bz... ho aperto un bar... bz bz bz... quelle maledette cambiali bz bz bz bz... completamente in bolletta... così un brutto giorno bz bz bz bz... quanti?... Dio mio come faccio a dire quanti? Ho lavorato per sei anni e poi bz bz bz bz... all'ospedale bz bz bz bz... che vuole? non c'era più un cane che mi volesse... e adesso son due anni che bz bz bz bz_ malata... pietà di me bz bz bz bz... mi aiuti padre la supplico...oh sì le giuro lo farò... cambierò vita... oh si padre come é buono lei... come? come?... tre Pater tre Ave tre Gloria?... Tutto qui?
SCENA SETTIMA
VELIA E LA MORTE
Supposta sala dl ospedale. Velia, moribonda, é assopita, come fosse ormai defunta. Ma lentamente si rianima e prende a parlare con fatica, a pause, ma con una dispettosa vivacità.
VELIA Oh Suor Domenica... Ma si, sono viva... sono ancora viva... non guardarmi con quegli occhi, Suor Domenica... Sfido che sembravo morta... Ero già passata di la... Un momentino ero già passata di là... Ho visto tutto... Sono tornata per spiegarti tutto... Ma si, ti giuro, Suor Domenica... Adesso ti dico cosa c'è ... Oh, tu sapessi... Vuoi sapere cosa c'è di là?... vuoi sapere come é la morte? (lungo silenzio). NIENTE... Ecco... Niente... Di la non c'è niente né Pater né Ave né Gloria... Buio... E silenzio... Né Paradiso né Inferno... Niente ti giuro... Né Paradiso né Inferno... che scherzo neh?... Macché Dio!... Di là non c'è proprio niente... Povera Suor Domenica... Lascia perdere... Né Paradiso né Inferno né angeli né dannati né beati né Dio... Prega prega Suor Domenica... Chi ti ascolta quando preghi?... Non c'è nessuno che ti ascolta... Controllo personale no?... Di la non c'è proprio niente... Tranne che il buio... Prega prega Suor Domenica... Stupidella!