Sposini freschi… freschi!

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SPOSINI FRESCHI…FRESCHI!

Commedia in due atti di

Calogero Maurici e Rosanna Maurici

Personaggi

Francesco                            (Il Marito)

Lucia                                     (La Moglie)

Maria                                   (La Madre di Lucia)

Alfio                                      (IL Padre di  Lucia)

Teresa                                  (La Madre di Francesco)

Giuseppe                              (Il Padre di Francesco)

Ugo                                        (IL Fratello di Francesco)

Rosa                                      (LA Sorella di Lucia)

P.Paolo                                 (IL Sacerdote)

                          Tel autori: 3393359882/3490730285/  (Fisso 090638009)

La scena si svolge in un piccolo paese, una commedia diversa dalle solite che ho scritto dove non si ride a crepapelle, però si riflette ma riuscendo a caratterizzare i personaggi, sicuramente riuscirà un bel lavoro. Una moglie che non sa di essere incinta, accusa il marito di essere cambiato, mentre il marito accusa la moglie dicendo che è lei ad essere cambiata. Insomma quel vero amore, bellissimo, unico per il momento non sembra esserci più.  UN equivoco che scoprirete leggendo la commedia, un sacerdote che riesce a mettere pace e serenità e dei genitori che difendono i propri figli. Alla fine si risolve il mistero e tutto finisce bene. Ogni regista e attore puo’ caratterizzare il personaggio come meglio crede. Scena unica che rappresenta, tavolo, sedie ,quadri etc. come meglio ritiene regista e scenografo.

S C E N A  I°

(Francesco, Lucia)

Fra.     I me soggiri, specialmente me soggira mi dici spissu…Franco (La imita)

            Siti sposini freschi…freschi! (verso il pubblico) E io ci rispunnu, si, niscivu di

            dintra un frigorifero. O magari ci pari ca sugnu un mazzu di lattuca, picchi mi

            dici puru ca sugnu Tenero tenero. Avi sette misi ca sugnu maritatu, sei anni

            zitu e tutto a posto. Ora dicono tutti che la crisi arriva al settimo anno, ma

            quannu mai…. ammia  m’arrivau al settimo mese. Mia moglie Lucia, prima mi

            chiamava con tutti i  nomi bellissimi, amorucccio…tesoruccio, cucciolo,

            cucciolone, Franceschino mio,  etc…etc…ora mi chiama solo per nome:

            FRANCO, e sparti mi chiama in modo freddo, non sacciu chi ci

            capitau e chi ci continua ancora a capitare, manchiamo di dialogo. A pensare

            male si fa presto, la potrei fare pedinare o magari essere io stesso a pedinarla.

            Il fatto è ca idda pensa di mia li stessi cosi chi pensu io di idda, comu si fa ad

            Aggiustare sta situazione non lo so è sempre triste , fredda.   

            (Entra Lucia)

Luc.     Ciao Franco (Fredda)

Fra.      Ciao Lucia (stessa cosa)

Luc.      Com’era bello come mi chiamavi prima, tesoruccio, amoruccio, cucciolina, e

             con tanti altri belli nomi, ora ti limiti sulu a chiamarimi Lucia.

Fra.      E tu, e tu, allora io che cosa devo dire di te (alza un po’ la voce)

Luc.      Eravamo l’invidia di tutti, ora semu u spassu di l’amici e di qualche parente

             chi sta cuminciannu a capiri ca si friddu, cambiato….il tuo cambiamento attia

              ti pari che è dovuto al mio, invece il mio è dovuto al tuo.

Fra.      Invece il mio è dovuto al tuo, e attia ti pari ca io cambiavo sulu senza motivo.

Luc.     Si, te lo ripeto, tu si friddu canciasti piano piano senza motivo, almeno ci fussi

             Un motivo, putia capiri ma cosi di punto in bianco…e non vogghio ca si

             Mettono i genitori di mezzo, sunnu cosi…

Fra.      Sunnu cosi ca dobbiamo risolvere noi u sacciu!

Luc.      Ma tu non ti vidi ca si friddu?            

Fra.      Io sugnu friddu… ma chi stai dicennu ca si attia ti pari ca sugnu friddu, tu pari

             ca niscisti di dintra un congelatore.

Luc.     Prima mi chiamavi….con tanti nomi belli.

Fra.      Mi dici a stessa cosa sempre. Avi deci minuti chi parlamu e semu sempre

             punto e a capo. Chiddu chi ti dissi attia , ora mu dici tu? Comu ti chiamavu…

Luc.      Vita mia (e subito scatta la canzone di Amedeo Minghi) Mi chiamavi

             Dolcezza infinita, amoruccio, coccolina, amore grande della mia vita,

             trottolino amoroso (altra canzone di Mietta e Amedeo Minghi)

Fra.      Senti, non ho più voglia di ascoltarti, esco … (Esce)

                                                                    S C E N A   II°             

                                              (Lucia, ed i genitori Maria, Alfio)

Luc.      Dicono che la crisi del matrimonio arriva dopo sette anni, io conosco

             Marito e moglie che dopo cinquantanni di matrimonio si tennu ancora

             Mano nella mano, ed il mio fresco ….fresco, dopo sette mesi già in crisi,

             picchi non sacciu chiddu chi ci capitau a me maritu…u sintistivu, mi chiama

             Lucia, di cognome mi chiamo Mondella, si Lucia MOndella, pari ca nascivu

             Dal romanzo dei promessi sposi di Alessandro Manzoni. ( si va a sedere triste

             ascoltando preferibilmente la canzone di  Riccardo Cocciante: TI amo ancora

             di più o di Riccardo  Fogli: Malinconia. Entrano Alfio, e

             Maria, Alfio ci vede poco ed è con un occhiale molto spessi, papillon,

             bretelle, insomma da caratterizzare anche con i costumi )

Mar.     (vedendo la figlia triste) Lucia, gioia da me vita chi hai….

Alf.       UNNè…unnè! (la moglie indica e lo porta dalla figlia) Figlia miiiiiiiiiiaaaaa

             Tu si fiiiiiiiiiiiglia (il tormentone, allungando molto la I)

Mar.     Ma chi hai, unnè Franco, siti l’invidia di tutti, di quantu vi vuliti beni

              Tutti lu dicinu.

Alf.       Tutti lu dicinu, (Si trova seduto) picchi si tristi dici a mamma, figlia miiiiiiiiiia.

              Voglio dari un bacetto a FRanco unnè unnè, cu sti occhiali novi non vidu

              Nenti.

Mar.     Alfio, si tu, sunnu l’occhi toi ca non ti fannu vidiri non sunnu l’occhiali.

              Signuri mei in un mese e mezzo ci n’amu canciatu sei e dici ca sunnu

              L’occhiali ca non vannu.

Luc.      (Piange improvvisamente) Mamma, avi un pocu di tempu ca non sugnu felice

             O ci cuntu tutti cosi a me soru Rosa o a padre Paolo.

Mar.      Padre Paolo a mamma ogni tanto è ubriaco! Dicono cosi, ma io

               Non ci cridu, quanti problemi familiari chi ha risolvutu, quanti problemi di

               Altro genere chi risolvi.

Alf.        Insomma è un risolutore!

Luc.       IO non sacciu chi ci capitau a me maritu…è troppu friddu già da un po’.

Mar.      Parla con padre Paolo quannu vidi ca non è umbriaco!

Alf.        Allura u vinu da sacrestia è bonu, qualche volta lo devo assaggiare!(ride con

              una risata anche da caratterizzare)

Mar.      To soru avi un annu chiassai di tia e ancora non è zita.

Alf.        E lassala stari, pi forza sa va maritari subitu? Figlia miiiiiiiiiiiiiiiiiiaaa

Luc.       Franco , me maritu haiu l’impressione ca avi a un’altra, prima u sapiti

              Comu eramu , ora quasi quasi non mi calcola asinò mi confido con mio

               Cognato Ugo. Cu iddu amu avutu sempre un rapporto fraterno.

Alf.        Fraterno, si chiddu pigghia pi fisssa a tutti. Non ti preoccupare ca si sistema

              tutto solo…figlia miaaaaaaaaaaa(mi raccomando da farlo dire in modo

              sempre uguale caratterizzando ovviamente la frase.

Mar.      Io e to patri quantu ne abbiamo avuto, intanto sempre accanto io sono con

               Lui e lui con me….

Alf.        Io con lei e lei con me! Figlia miiiiiiiiiiiiiia…..  Ora vidi ca ci passa a to

             maritu!    Figlia miiiiiiiiiiiiiiiiia unni si…. Unnè me figghia!

Luc.      Ma si prima era una perla!

Alf.       Una perla di saggezza! Ora ci passa, sunnu cosi chi capitano non po’

             continuare sta schifezza!

Mar.    U sai ca truvasti un marito d’oru, po esseri c’avi un po’ di pinseri al lavoro.

Alf.      Io o travagghiu sempre cu tutti mi sciarriava e poi turnava nervoso dintra

            e puviredda di to matri ca non c’entrava nenti, mi la pigghiava cu idda.

            Poi idda  s’arrabbiava ed io non dicia nenti di nenti! Inveci quannu si stava

            Muta io ma pigghiava chiassai cu idda, quantu ni passamu! Figliiiiiiiiiia mia.

            Veniccà, unni si (Fanno scena) Bedda du papà tu si…

Mar.    E Rosa cu è , non è bedda toa?!

Alf.      Certu i me figli sunnu tutti e dui i beddi mei. Sulu ca idda è sposata e chidda

            ancora non ni voli sentiri.

Luc.     Non è giustu però, anche io al lavoro haiu problemi ma non mi la pigghiu cu

           iddu e poi pensu autri cosi strani, non penso ca è questione di lavoro.

           Io haiu da fari dda dintra, cchiù tardu vegnu. (entra nell’altra stanza)

S C E N A  III°

(Alfio, Maria, Teresa, Giuseppe, genitori di Francesco)

                                        (entrano i genitori di Francesco)

Ter.     Allura chiccè Maria, Alfio, Lucia unnè. Parlu in siciliano quannu sugnu troppu

             Arrabbiata….me figlio Francesco non si merita questo. Mia nuora o meglio

             Tua figlia ha qualcosa da nascondere e non lo vuole tirare fuori .

Mar.    Me figlia non deve tirare niente fuori perchè non ha da nascondere niente.

             Ed io quando sono arrabbiata parlo in italiano.

Ter.      Meglio che non parli in  italiano.

Giu.     Cummari non faciti troppu casu a me mugghieri e parlati comu vi pari.

Ter.     Tu si non stai mutu ti tagliu a lingua a pezzettini…

Alf.      Unnè a figlia mia….figlia miiiiiiiiiiiiia (ovviamente facendo scena, essendo

             anche non vedente e quando non allunga la I di figlia allunga la i di mia)

Mar.    Di sicuru chiddu chiccè non è colpa di me figlia.

Giu.     Ma che stu fattu ca ni dissi me figliu ca Lucia pensa cose strane.

Ter.      Saranno cose passeggere, sicuramente come capitano a tutte le coppie.

Mar.     Si non è passeggera diciticci a Francesco di mettere pace e di stare

              Tranquillo cu so mugghieri.

Alf.          Unne a bedda mea, (Ogni tanto si alza) figlia miiiiiiiiiiiiia. Unnè me

                figghia. Maria lo rimette a sedere, attenzione, scena che si deve ripetere

                spesso)

Giu.        Ma almeno sapissimu chiddu chi succidiu, me figliu dici ca non è successo

               Niente, dice che è Lucia che è fredda, cambiata…

Ter.        Tu parla picca e du picca ti la diri io quannu a parlari.

               Dicevo che Lucia lo accusa sempre di essere cambiato lui.

Mar.       Me figlia dice invece le stesse cose che dice Francesco, guarda caso.

Alf.        Ora dico io cu avi ragiuni? Unnè me figghia! Figlia miiiiiiiiiiiiiiiia…..

               Veniccà unni si, ca ti abbracciu forti forti e non ti lasciu cchiù.

Giu.       E’ Megghiu ca se la sbrigano tra di loro e nautri non nni miscamu.

Ter.       (donna elegantissima) Ma che dici…che dici Giuseppe, a momenti tutto il

              Paese sa di questo e noi non dobbiamo intervenire in questo che è stato

              Un fidanzamento e fin’ora un matrimonio perfetto?

Giu.      Certo moglie come dici tu, a nostra casa sempre tu hai comandato!

Ter.      Mio figlio Ugo è come un fratello per LUcia.

Mar.     E mia figlia Rosa è come una sorella per Francesco.

Alf.        A voglia di frati e soru! Unne Lucia…figlia miiiiiiiiiiiiiiia.

Mar.     Non c’è per ora…dda dintra è, sta facennu lavori di casa

Alf.        Ci vaiu dda dintra tantu boniceddu vidu….avi ca non ci dicu….

             figlia miiiiiiiiiiiiiiiiia…

Giu.      Ma non ponnu parlari tra iddi figli e cugnati , forse risolvono a situazione.

Ter.      Giuseppe attenzione a quello che dici, tu non apriri bucca si prima non

              Parlo io, ca di esperienza ne ho chissà quanta. Tu solo me hai avuto da

              Fidanzati.

Giu.      Infatti, solo te ho amato.

Ter.      Io ho avuto 13 fidanzati!

Giu.      Chissu non lu sapia!

Ter.       Sulla carta 13, quelli duraturi di mesi! Ma poi ci sono stati quelli

              Occasionali!        

S C E N A  IV°

(Detti, Lucia Francesco)

                                                                   (entra Lucia)

Luc.          Ma dico io a vuliti finiri ora, (entra Francesco)

Fra.          (capisce subito il discorso) A mumenti veni striscia la notizia, Padre             

                 PAOLO e tanti vicini oltre i parenti a capire in questo matrimonio

                 Cosa non va al neppure al settimo mese.

Ter.         Di sicuro non è colpa tua francesco!

Mar.       DI sicuro non è colpa di Lucia….

Alf.         Si avi ragiuni me mugghieri..unnè a bedda mea …figlia miiiiiiiiiia.

               Fra deci jorna c’e u concertu dei cugini di champagne…chiddi chi cantanu

                (accenna alla canzone) Anima mia, torna a casa tua!  

Ter.        Si, i cugini di champagne per brindare ad un incontro!

Alf.         Io non bivu champagne, bivu vinu ,almenu va no stomacu e non nelle spalle,

               e mi vogghiu biviri chiddu chi si bivi padre Paolo.  

Giu.       Ma dico io…. (viene interrotto)

Ter.       Tu non dire una parola!

Giu.       Stava dicennu, si chiamanu cugini di campagna! Ammia mi piciunu

               I pooh! (accenna alla canzone) Pensiero, non restare chiuso qui…etc.

 Ter.       Eventualmente si confessano con padre PAOLO e poi si sa la verità…anche

            

               se io gia so di chi è la colpa! Mio figlio l’ha sempre chiamata con tutti

               i nomi belli possibili e bellissimi che veniva la pelle d’oca!

Mar.      E ci batti…

Alf.         Cu batti …

Luc.       Basta ora, itivinni tutti ca ristamu suli , io e me maritu.

Fra.       Forse è la migliore cosa, itivinni tutti. Io non ho niente da nascondere.

Luc.       Se è per questo, figurati io…..

Mar.     Teresa amuninni, niscemu lassamuli suli. (escono i genitori)

                                                             S C E N A  V°

                                                (Lucia, Francesco, Padre Paolo)

Luc.      Hai visto, che è successo, tutto questo per colpa di chi.

Fra.       Certo ca non è culpa mea, se non è colpa tua, certo magari facemu di tutti

              e dui.

Luc.      Francesco, ma picchi che ci sta succedendo, anzi chi ti succidiu!

Fra.      Ecco chi ti succidiu, non è ca dici magari che ci sta succedendo!

              Ti fissasti ca a culpa è mia solamente mia, io che devo pensare!

               Che tu hai….

Luc.      Basta non pronunciare più parole, perché ho capito. Dimmi io che devo

              Allora, ca tu …ca tu….che tu hai….

Fra.      Basta, io dico come te, non pronunciare più parole, stai pensando alle stesse

             Cose che penso io…

Fra. Luc.   (entrambi)  Tutte e due pensiamo le stesse cose!

Luc.     Tu mi pari ca hai la testa a qualcu….( Fra. la interrompe)

Fra.       No , tu mi pari ca hai la testa a qualcun….(  Lucia, lo interrompe)

Luc.       Sei fissato ormai, come io sono fissata che…

Luc. Fra.  (assieme) E se fosse vero?!

Fra.       Un bel matrimonio entrato in crisi da sposini …..

Luc.       Freschi…freschi! Guarda io supra di mia ci mettu a manu sul fuoco!

Fra.       Io supra di mia ci mettu tutti e due li mani!

Luc.       Io ci mettu gambe e mani!

Fra.       Io mi ci mettu tutto intero!...

Luc.       Mio cognato, tuo fratello Ugo, mu fici capiri ca si diverso.

Fra.      Guarda caso, anche to soru Rosa, mi fici capiri ca si un po’ diversa!

             Si stannu interessannu troppe persone e parenti su di noi!

Luc.      Io l’haiu dittu ca sunnu cosi nostri, ma si tu ca non voi capiri.

             Il pubblico si sta facennu già un’opinione di chi ha ragione.

Fra.      Sicuramente ancora il pubblico non sta capendo niente di chi ha ragione.

Luc.      Si non cha capito fin’ora, piano piano capirà ca si tu ca stai, anzi

              Hai rovinato un bel matrimonio da sposini Freschi…Freschi!

Fra.      Anche io penso le stesse cose che dicisti tu. Ma alla fine, videmu chi

             Ha ragione. (Bussano, entra un sacerdote che il regista puo fare recitare a

             Soggetto, volendo si puo caratterizzare come si ritiene opportuno) 

P.pao.   Permesso, buongiorno….sono enuto a benedire questa casa e anche per

               Un altro motivo, per benedire voi. (Benedice la casa dicendo a soggetto

                Quello che vuole dire)

Fra.        Padre Paolo, come mai questa visita a quest’ora?

P.Pao.    Vinni per benedire la casa e picchi, ieri in sacrestia, vinniru I tuoi Francesco,

               e parlamu chiassai di un’ora del vostro matrimonio, poi stamatina prestu,

               Lucia, vinniru i tuoi e parlamu più di due ore .

Fra.       Chi dannu chi stannu facennu sti me soggiri!

Luc.       I miei, i toi no veru?

Fra.       Si ma i mei parlaru un’ora, i tuoi du uri!

P.Pao.   Si ma l’ura dei tuoi è comu si fussiru stati quattru uri, picchi to matri parlava,

               e io non putia mai rispunniri bonu e giustu e to patri che dicia sulu qualchi

              cosa mischinu! E Lucia, to patri chi dicia sempre…Unnnè a figliiiiiiiia mea!

               Allungando sempre da I, ma picchi ti chiama accussi cu sta I allungata.

Luc.        Chissu non lu sacciu, sempre accussi ma chiamatu di quannu è cchiù

              Anziano.

P.Pao.    Ma  dicu io, si po sapiri chiddu chi aviti tutti e dui?

Fra.       CHissu lo deve dire a mia moglie….

Luc.       Chissu lo deve dire a mio marito…

P. Pao.   Non è ca io vinni ccà pi capiri megghiu dei vostri genitori ,inveci mi nni vaiu

               Cchiù confusu di prima? IO vi putia parlari a sulu a sulu, anche in

               Confessione, però talmente credo in voi, nel vostro matrimonio che   

               Come vedete, sto parlando a tutti e due, e capisco dalla vostra espressione

               intuisco, comprendo con la mia esperienza, intelligenza, con la mia sagacia,

               ma soprattutto con l’aiuto di  DIO, nostro padre onnipotente che tutto

               vede… e poi provvede!

Fra.        (verso il pubblico) mizzica che longu!

P.Pao.    Che io sono convinto, anzi convintissimo che fra voi due ci sia sempre

               Amore profondo, un amore ancora grande e che sempre rimarrà…e che

               Ci sia solo qualche piccola o magari grande incomprensione che non

              Riuscite a risolvere da soli, perché pensate male uno dell’altro. 

Fra.       Padre Paolo, siti cchiù longu ora ca quannu faciti a predica.

Luc.       E se è comu dici lei comu facemu a risolvere sta situazione? Picchi io penso

              Ca iddu….

Fra.       IO penso ca idda….

P.Pao.  ( Interrompendo) Vedete che pensate male uno dell’altro?  Io vi dico

              solo di parlare….parlare e sopprattutto di pregare e se volete confessarvi

             io sono sempre disponibile. Ma sono certo, sicurissimo che nessuno di voi

              sta sbagliando di come credete l’uno dall’altro. Spero che al più presto

             risolvete questa situazione, perché siete stati sempre l’esempio di vero

             AMORE di questo piccolo paese, accussi non vennu cchiù i vostri genitori

             A stunarimi la testa, picchi per ora vennu a dui a dui, poi capaci ca vennu

             Tutti e quattru assieme.

Luc.      Grazie Padre Paolo per le belle parole, ma io non capisco a me marito…

Fra.          ED io non capisco a mia moglie….

P. Pao.     Vedete, vi sentite, è come ho detto io, siete confusi e vi accusate a

                 Vicenda. Ora io vado e mi raccomando, pregate e parlate, dialogate

                 Ma ricordate che io sono a disposizione. (LI bacia ed esce)

    

S C E N A  IV°

(Lucia, Francesco, Ugo)

Luc.      U vidi puru u parriunu dici quannu vulemu ni cunfissamu.

Fra.       Io non ho niente di confessarmi, non sacciu chiddu chi ci adiri o parrinu.

 Luc.      Mancu io sacciu chiddu ci a diri, ma se ci fosse qualcosa anche minima.

Fra.       Io non sacciu ne minimu ne massimu, senti ora io nesciu asinò nautri

              Cuminciamu di novu a diri sempre li stessi cosi. (esce)

Luc.       Iddu nesci, ed io sula a pinsari chi ci potti capitari ,ma di sicuru qualcosa c’è.

              Io a parlari cu me cugnatu Ugo, mi devo sfogare cu iddu.

               (bussano, entra Ugo)

Ugo.      Carissima cognata.

Luc.       U signuri ti fici veniri (lo abbraccia e piange per un attimo, poi lo lascia)

Ugo.     Chiccè lucia, cognatina chi succidiu.

Luc.       Nuddu sapia nenti , ora tutti u sannu tranni ca tia.

Ugo.      Che devo sapere.

Luc.       To frati non è cchiù lu stessu, non ha più attenzione verso di me,

              è friddu , cambiau e  forse avi a qualcuna.

Ugo.     Ma chi dici, addirittura ha qualcuna? Forse non vi siete capiti bene in alcune

             Cose e pensi chissà chi cosa.

Luc.      Tu pensi ca io posso dirti fesserie? Tu pensi ca io sono scema? Tu pensi ca io

            Non capisco se ci sono cose che non vanno. Quanto parole belle prima mi

            Diceva, ora nenti, mi chiama pi forza, mi parla pi forza ed è convinto che è

            Colpa mia e che addirittura (piangendo lo abbraccia forte come un fratello

            E lo bacia in viso, Ma anche facendo capire un atteggiamento quasi

            sospetto…. Mi raccomando devono essere bravi gli attori, poichè in quel

            momento entra Francesco)

Fra.     (Mani nei capelli) Lucia…cu me frati?! Tutto putia immaginari ma non cu me

             frati. E tu tutto putia immaginari ma non cu me mugghieri. Ecco la

             spiegazione di   tutto e dicevi che ero io il responsabile di tutto.

Luc.      Non è come pensi…

Fra.      Come pensi! IO ho visto abbracci e baci di un certo…

Luc.      Ma chi stai dicennu, io ero abbracciata con lui per sfogo, sai quanto lo voglio

             Bene.

Ugo.     Ma chi battisti a testa u frati, sai di quantu ni vulemu beni cu to mugghieri

             E stai pinsandu mali di mia e di idda!

Luc.      Un abbraccio di fratellanza e di disperazione.

Ugo.     Ed il baci erano di ….

Fra.       DI amore, statti zitto, tutto putia esseri, ma non cu me frati, cara moglie

              Sei caduta in basso, troppo in basso.

Ugo.      Finiscila ora, non fari u cretinu (arrabbiato) e cerca di capiri picchi vi sta

              Capitannu sta crisi accussi cretina.

Fra.       Picchi avi attia, ma dicu io, non tu putiatu pigghiari prima?

Luc.       Ma chi stai niscennu pazzu? Me maritu tu si, io attia haiu vulutu da sempre.  

Fra.       I baci e l’abbraccio non mi sono sembrati di fratellanza.

Ugo.      Ma se siamo stati sempre

Fra.       Prima, quannu tuttu andava lisciu. Ma chiddu chi mi brucia chiassai è

              Che incolpavi me di essere cambiato e recitavi la parte della Madonnina

              Della donna abbandonata etc…etc…Ugo , a voi , vi vuliti pigghiativi ed itivinni

              Io…io…(piangendo) sacciu stari sulu, l’importante è che non sono stato io

              Ad essere colpevole….

Luc.       Ma che dici Francesco, io amo te, sei tu il mio amore, sei tu che mi devi una

              Spiegazione.

Ugo.      Senti u frati, ma sicuramente….

Fra.        Zitto tu….non sei più il mio sangue!

Ugo.      Inveci tu sei sempre il mio sangue, picchi io capivu ca tra voi due c’è solo un

              Malinteso e che vi amate da morire. Capite quello che vi è successo.

              Ora io me ne vado , poi mi chiamerete e mi fate sapere quello che vi è

              Capitato.  (Fine I°Atto)

     

 

      

II° A T T O

S C E N A  V°

(FRANCESCO, LUCIA,

Fra.     Come sei caduta in basso, appena sapranno i nostri genitori moriranno…ed io

             Che ero andato da padre Paolo a confessa…lasciamo stare! 

Luc.     Ancora, ancora , ma tu si convinto che io ho una tresca con tuo fratello,

            con mio cognato che lo sempre considerato mio fratello.

Fra.     Ecco perché quella freddezza nei miei confronti che tu dicevi che ero io.

Luc.     Non cambiare le carte vin tavola.

Fra.     Dimmi tu allora di chi è la colpa, ho visto con i miei occhi. Non sono cieco

             Come tuo padre….scusa tuo padre non c’entra niente, è questo periodo

             Che ci sta massacrando e diciamo delle cose strane. Lucia ma io ho visto.

Luc.     Che hai visto degli abbracci e dei baci che ci sono stati sempre fin da ragazzi

             Figuriamoci ora da cognati e di quanto ci vogliamo bene, ma tu vuoi vedere

              Sulu chiddu chi ti fa comudu attia, senza capiri ca io mi stava sfugannu

              Cu me cugnatu.

Fra.      Brava, lo sfogo è accussi, u sacciu ca vi vuliti beni, però erano abbracci e baci

             diversi dal solito.

Luc.     Io vado dai miei, quanto sei in te poi dialoghiamo. (esce)

S C E N A  VI°

( FRANCESCO, Teresa, Giuseppe, ROSA, Alfio, Maria)

Fra.      ED io ca pinsava, mancu sacciu chi pinsava un matrimonio rovinato

              Fra l’altro fresco fresco e da chi da mia moglie e da mio fratello.

              del resto non sono ne il primo ne l’ultimo con questa situazione precisa.

              (Bussano, entrano i genitori di Francesco)

Ter.       Francesco chiccè, tuo fratello ni cuntau tutto, mica puoi credere a questa

              Storia? Una storia Assurda.

Giu.      TUO fratello Ugo ha sempre avuto un debole per  Lucia ma come sorella

             E tu u sai benissimo.

Ter.       Ti ho detto parla poco.

Fra.      Mamma, papà, erano abbracciati e si baciavano non come fratello e sorella

             erano proprio come se fossero amanti. Ecco perche mi diceva sempre

              che ero freddo, picchi si sintia in colpa.

Ter.      Caro figlio, vidi ca stai pigliando un abbaglio grosso, to frati cu to mugghieri

             Mai e poi mai.

Giu.      Mai e poi mai.

Ter.      Tua moglie che dice! 

Giu.      Tua moglie che dice!

Ter.      SI me figliu, però non ci crederò mai!

Giu.      Si me figliu, però non ci crederò mai!

Ter.      E finiscila di ripetere i stessi cosi!

Giu.      E che diri io allura!

Fra.       MI sento disperato!

Giu.       MI sento….

TEr.        Zittuti e non fari u pappagaddu. (bussano entra Rosa)

Ros.      Francesco, non ci posso credere, ma non mi diri ca ci cridi veramente?

Fra.      Ho visto con i miei occhi!

Ros.     Ma u sai è stato un momento di sfogo!

TER.      Rosa parlaci tu con mio figlio, vi lasciamo soli. (escono)

Ros.      Ma iddi si vonnu beni comun i vulemu beni nautri dui.

Fra.      Pensi che non so riconoscere un abbraccio e bacio da….da…da… mancu dillu

             U vogghiu.

Ros.      Secunnu mia voi dui vi amate alla follia comu dicemu tutti ed è nato

              Stu malintesu… e non sapiti ancora come e picchi vi nasciu stu malintesu.

              Tu ti pari ca è idda fridda, e idda ci pari ca si tu friddu, certu ca siti tutti e dui

               Friddi misi dintra un congelatore.

Fra.         Rosa mi cridi , io non ho niente, non la tradisco è frutto della sua

               Immaginazione.

Ros.       Certo ca ti cridu, io non staiu capennu a me soru chi ci sta capitannu, se non

               ti cridu io cu ta va cridiri (in quel momento si abbracciano stretti e si baciano

               come nella scena precedente di Lucia,ed entrano dopo alcuni secondi i

              genitori di Lucia)

Mar.      E bravi….bravi menumali ca Lucia ristau dintra ca avia a passari di padre

               Paolo. Figlia mia, proprio tu cu to cugnatu, disonorato, svergonata.

               Mi staiu sintennu mali!...Alfio pigliami…pigliami….

Alf.         Unni si, chi succidiu ….unnè me figghia….chi ci sunnu corna ammucciuni?

                Figlia miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiia…..

Mar.      Cchiù a vista di cosi….

Ros.       Mamma, non dire idiozie picchi nautri eramu misi comu frati e sorella,

               picchi amu statu sempre fin da piccoli cosi affezionati, come Ugo e Lucia.

Alf.        Unnè me figghia Rosa, chi facisti dannu a Lucia? Unni si veniccà

Ros.      Papà ccà sugnu davanti attia….(mentre Francesco tiene la suocera)

              Papà nenti fici io, comu pozzu fari dannu a Lucia e a Francesco

               Idda è me soru, Francesco è come un fratello. 

Mar.      Basta, basta Francesco, non voglio essere tinuta di tia, e mancu di tia Rosa.

               Megghiu ca mi teni me maritu Alfio…..

Alf.        IO ti tinissi ma unni si ….(qui si fa scena per movimentare il tutto)

Mar.      Chi mi staiu sintennu mali! Appena u sapi Lucia, allura avia ragiuni.

Alf.        Ma chi cazzu sta succidennu, non vidu nenti e non capisci nenti!

              Maria tienimi tu ca a mumenti cadu, unni si….

Fra.      Suocera, vidi che è tutto un malinteso, hai visto cosi che non dovevi vedere.

Mar.     Veru è, vitti cosi ca non dovevo vedere, e tu a  to soru comu ci putisti fari

             Chissà, al sangue del tuo sangue!

Ros.      Mamma stai dando i numeri, non essere ridicola, Francesco mi stava

               Cuntannu u fattu e…

Mar.      E u fattu cuntannu cuntannu vi abbracciati e vi stringiti…

Alf.         Allura veru corna ci sunnu….

Mar.      Si alfio veru corna ci sunnu.

Alf.        Maio non staiu capennu comu sunnu sti corna, Ugo cu cu è?! Rosa

              Cu cu è!

                                                  

S C E N A VII°

( FRANCESCO, I GENITORI, I GENITORI di LUCIA,  Lucia, Rosa

Ros.      Francesco, senti io ora mi nni vaiu poi cchiù tardu vegnu e mi racconti precisi

              Li cosi comu sunnu fra te e mia sorella, picchi per ora c’è solo l’isteria di me

              Matri.  (entrano Teresa e Giuseppe)

TEr.      Maria chiccè avete saputo la verità, to figlia chi si metti cu Ugo, il fratello

             Dello sposo, cioè mio figlio  sposo di tua figlia che si mette con il cognato.

             Io a mia figlia ho fatto capire che non ci credevo ma a quanto pare tutto è

             Evidente.

Giu.      Tutto è evidente!...

Alf.       Pi tutti è vedente ma io non vidu nenti!   

Giu.      Cumpari dissimu èvidente, non ….(viene interrotto dalla moglie)

Ter.      Lucia faceva meglio a sposarsi con Ugo.

Mar.    E Rosa faceva bene a sposarsi con Francesco.

Ros.     Quannu siti tutti lucidi parlamu megghiu in me ne vado, (Esce)

Alf.      Cumpari Giuseppe ma vui chi stati capennu!

Giu.     CChiù picca di quantu stati capennu vui.

Ter.      Non c’è bisogno di capire nenti tu, basta che ho capito io.

Fra.       Suocera sai bene il legame di fratellanza che mi lega con  Rosa.

Ter.       Come Ugo con Lucia ,ma tu non le credi…

Mar.      Dici me figliu ca l’abbracci erano diversi, e bacetti a volontà.

               IO ho visto con i miei occhi e l’occhi miei non sunnu chiddi di me maritu.

Alf.        Unnè me figghia lucia…vulissi sapiri comu sunnu l’occhi mei!

Giu.       ED io vulissi sapiri picchi non apru mai bucca, picchi a stari sempre zitto.

Fra.       Si vuliti ancora sciarriarivi pi nna cosa inesistente fate pure, o mi nni vaiu io

              Da me casa o nisciti tutti. (bussano, entra Padre Paolo)

P.Pao.   Pace a tutti, anche se in questo momento pace ce n’è poca e niente

              In questa casa e tra di voi.

Alf.       Unnè me figghia Lucia. Figlia miaaaaaaaa…..

Ter.      Padre, porti un po di pace e serenità nei nostri cuori colpiti duramente

              Da questa incresciosa situazione.

Giu.       Chi dicisti, non capivu nenti.

P.Pao.    Intanto benediamo di nuovo la casa, che porti pace e serenità e che l’amore

               Che vi era prima al più presto ritorni in questi sposini freschi…freschi!

Alf.         P.Paolo mi pari ammia, ca lei cu stu andazzu po’ veniri a benediri a casa ogni

                jornu. Figlia miaaaaaaaa…..unni si…..

Fra.        Padre Paolo, sa per caso mia moglie dov’è?

P. Pao.   E’ passata da  me poi doveva andare a fare un esame delle urine, cosi mi ha

              detto:

Fra.        Un esame delle urine? (Tutti esclamano : UN ESAME?)

Alf.         Forse bivi picca me figghia e si preoccupa del fegato.

P.Pao.    Dei Reni forse!

Alf.         Padre qualchi volta mu fa assaggiari u so vinu, dici ca è bonissimo.

                Magari ci fazzu u chierichettu (ride, sempre caratterizzando la risata)

Mar.      Padre, preghi per me, mi sento male ci foru matrimoni scambiati…

Alf.         Padre ci foro corna ma non capivu comu foru! (Entra Lucia)

MAR.      Lucia , avevi ragione, Francesco e Rosa sono amanti.

Alf.         Finalmente capivu ca me figghia è ccà dintra….

Fra.        Amore mica vorrai credere a questa cosa?

Luc.     Che sei strano si, ma che sei con mia sorella se non vedo con i miei occhi

             Non ci credo….anche se è MIA MADRE, che lo dice, puo’ dirlo per rabbia, tu si

             che credi che io con Ugo, Ugo tuo fratello c’è qualche Cosa.

Fra.       IO ho visto con i miei occhi!

Luc.      Anche mia madre ha visto, ma ti ripeto che non ci credo.

Alf.       Non staiu capennu nenti di nenti, ma forse a ma fari nautri dui matrimoni?

              A ma canciari figghi? Io non ci staiu, i cosi vannu beni accussi, sannu a

               Sistimari e risolveri sulu stu equicocovoo (Non lo sa dire)

Giu.      E cu n’avi soldi! Cumpari Alfio si dice equivoco.

Ter.      IO non voglio sapere niente di niente per come avete rovinato tutto

             e la colpa di certo non è dei miei figli, risolvete se si puo’ risolvere.

             Qua di mezzo c’è la reputazione della mia famiglia, la famiglia MOndella

             E di certo se la colpa è di Lucia come sono sicura che è di lei a me non me

              Ne frega niente.

Giu.      UN po’ di pace moglie e videmu com’è u fattu.       

Mar.     Chi voi fari capiri che la colpa è delle mie figlie? Lucia è una santa, una

              Figlia d’oro che ha sempre voluto bene u maritu prima di ogni altra cosa al

             Mondo.     Rosa è stata influenzata da Ugo, è stato lui ad….

Ter.      Sono stati i tuoi figli! I tuoi figli specialmente la santarellina!

Giu.      Sono stati i tuoi figli!

TEr.      Finalmente caro marito hai detto una cosa giusta. PUOI parlare, puoi

             Dirglielo quanto vuoi ed anche tante volte.

Giu.      Sono stati i tuoi figli…sono stati i tuoi figli….(anche 4 volte)

Alf.        Che bello, u pozzu diri puru io…. (lo dice pure lui tente volte)

Fra.       Non potremmo rimanere soli io e mia moglie.

P. Pao.  Ha ragione, forse è meglio che usciamo tutti e li lasciamo soli.

Alf.         Unnè me figghia!

Luc.      Ccà sugnu papà. (Gli si avvicina e lo abbraccia)

Alf.        Figliiiiiiiiiiiiiiiiiiia mia bedda ‘nzuccarata do papaneddu!  

Ter.      Avanti usciamo tutti….(escono tutti e rimangono Lucia e Francesco)                                            

                                             

S C E N A  VIII°

FRANCESCO, LUCIA,ROSA,PADRE PAOLO, UGO, I QUATTRO GENITORI

Fra.        Perciònon ci cridi allura mancusi ti dissi me matri…

Luc.        Non c’è bisogno chi mi ricordi chiddu chi ti dissi to matri, la mia

               Cara suocera ti ha visto con mia sorella, ma fino a quando non vedo con i

               Miei occhi io non credo a niente, non sugnu comu attia, picchi sacciu di

              Quantu vi vuliti beni cu me soru, e tu non capisci ca è la stessa cosa di

              Quantu mi vogghiu beni io cu Ugo. Adesso che io ho parlato anzi mi sono

              Confessata con padre Paolo mi sento più leggera.

Fra.       Anchi iu mi confessavu cu padre Paolo, e mi sentu cchiù leggero, cchiù libero

              Dentro di me e verso di te….

Luc.       Quanto vado a preparare il letto e sistemare qualcosa là dentro. (Va)

Fra.       Si cunfissau, io puru e ni sintemu cchiù leggeri….(Bussano entra Rosa)

Ros.      Francesco u cugnatu, chi si dici, si sulu, comu mai si ancora accussi…

Fra.      P.Paolo è convinto ca è tutto un malinteso, io mi csono confessato, Lucia

            Puru, e si tutti e dui ci dissimu li stessi cosi? Ecco picchi iddu dici ca è tutto

            Un malinteso…e si fussi veru e non stamu (piangendo) capennu picchi

            Ni succidiu sta specie di crisi (si abbracciano come prima, rimanendo alcuni

            secondi ma parlando)

Ros.    Non ti preoccupari ora ci parlo io cu me soru.

                                         (entra Lucia vedendoli abbracciati)

Luc.   (disperata) Non c’è bisognu che mi parli, ho visto tutto ed ho capito tutto.

            Ma tu picchi non tu pigghiavi prima e tu puru picchi non ti la pigghiavi prima

            di mia. Ecco picchi i miei sospetti, i miei pensieri etc…etc…

Fra.       Lucia non è comu pensi.

Ros.      Sorella non è….

Luc.       Non mi chiamari sorella….

Ros.      Lucia non è ….

Luc.      Non mi chiamari pi nomi…

Ros.      Non è pi come pensi e come hai visto….sono abbracci che hai visto sempre

             e che in questo periodo ti sembrano abbracci amorosi.

Luc.      Anchi io ero abbracciato con Ugo, e al caro tuo cognato ci sembrano

             Abbracci e baci amorosi in  questo periodo…io mi sento cambiata da un po’

             Dentro e fuori…

Fra.      U vidi ca lu dici tu stessa.

Luc.      Ma non verso di te, mi sento io cosi…(Bussano entra Padre Paolo ed Ugo)

Fra.         Padre prego, chiccè un’altra predica?

P.Pao.    Prediche pi ttia ci ni vulissiru deci o jornu ed anche per Lucia, anche se per

               Lucia ci nni vulissiru un po’ di menu!

Ugo.      Francesco ma vero poi cridiri ca io e Lucia….

Fra.        Zitto, non parlari…non diri nenti….

Luc.       Picchi non ava parlari!

P.Pao.   Silenzio lo dico io adesso…..muti tutti (bussano entrano i quattro genitori)

Alf.        Unnè me figghia! (lo prendono) Figlia miaaaaaaaa…..

Ugo.      Tutti ccà semu, nautra scerra ora succede… ma come si puo credere o dire

                Che io e lucia…..

P.Pao.    Non succede nenti, dobbiamo chiarire tutto, picchi io non permetto che un

               matrimonio vada alla deriva senza motivo alcuno. (esce un foglio)

               chissi sunnu le analisi di urine di Lucia…

Fra.        Si sapia mi facia puru io le analisi del sangue!

P. Pao.   Lucia è incinta…io avendo studiato medicina, mi è venuto un sospetto

                E le ho consigliato le analisi delle urine!

Luc.         IO incinta?! Picchissu allura mi sintia accussi!

Mar.       Mi staiu sintennu mali!...

TEr.        Di chi è incinta di Ugo?

Ugo.       Si dumani matina, ma che dice signora cara….

Mar.       Mi stai sintennu mali!

Alf.          Quantu dannu chi stannu facennu sti figli! Non vidu l’ura di vidiri

                 Stu niputinu o nipotina…ma di cu è?

Mar.         Mi staiu sintennu mali!  

Giu.        Una telenovela stamu girannu…

P.Pao.    Il padre è …(tutti col fiato sospeso tranne Rosa ed Ugo) Francesco.

Fra.        Francesco, sugnu io e comu è stu fattu.

Luc.        IO immaginavo qualcosa picchissu mi sintia strana e ma pigghiava cu ttia.

Fra.         Ed io ma pigghiava cu ttia! E ni mangiavamo u figatu

P.Pao.    Cretino, tua moglie essendo incinta, il suo stato psico-fisico cambia,

               in una donna cambia quasi tutto…e gli abbracci e gli baci affettuosi li avete

               scambiati per chissà che cosa, in quel momento eravate talmente presi

               che non pensevate a niente.

Ugo.       Prima prova, io con mia cognata mi voglio un bene da morire!

Ros.        Seconda prova, io con mio cognato mi voglio un bene da morire!

Luc.        Terza prova, io ero incinta ed la depressione stava prendendo piede!

               A me sembrava che eri tu ed ero convinta…

Fra.        E a me sembrava che eri tu che eri con!

Alf.         Quarta prova…unnè me figghia!

Ter.        Quindi quel bellissimo matrimonio esiste sempre, vive, addirittura

               Con un nipote….

Giu.       Quinta prova…appena nasci , io vogghiu parlari chiassai cara moglie!

Fra.       Lucia mogliettina mia, semu sempre sposini freschi freschi….

Alf.       A voglia di lattuchi!

Luc.     Freschi…freschi con un figlio!

Giu.     Che masculu, picchi se masculu vogliu parlari chiassai ancora!

Luc.     Ancora è troppu prestu pi sapillu ,fra un paio di mesi si vidi.

P. Pao.   Sesta prova! Tutti e dui vi siete confessati e non avevate niente da

               Nascondere…ed io se non fossero stati per altri elementi non avrei fatto

               Morire un bel matrimonio come il vostro anche se la confessione è

               Inviolabile, avrei fatto in modo di farvi capire che era frutto tutto di un

               Cambiamento psico-fisico e certe incomprensioni possono succedere non a

               tutte le donne ma quasi c’è per un fatto a chi per un altro fatto, a Lucia

                le è capitato questo al sesto mese di matrimonio anzi molto prima.

              L’importante è arrivare a capire dove sta l’intoppo e risolvere il problema.

              Senza ovviamente violare il segreto della confessione. Il dialogo, la

              

                preghiera, aiutano tutti e tutto.

Alf.         Sei prove pi sapiri il vero amore…ma la settima prova non c’è?

               Settima prova l’haiu io…. Ho sempre creduto all’amore tra Me figlia

               E Francesco non putia esseri mai….

Luc.        Rosa perdonami ti prego, sapevo dell’affetto ma ero non vedente in quel

                 Momento. (si abbracciano) io che pensavo…lasciamo perdere!

Alf.        Eri peggiu di mia u papà, figliiiiiia mia…….

Fra.       Ugo, fratello mio, perdonami io ero cieco più di mia moglie. Io pensavo che

              al sesto mese già era crisi….

              (si abbracciano)

Ugo.      Non penserai di cavartela cosi con delle semplici scuse, lo voglio battezzare

               Io….

Luc.       Chissu è sicuro!

Ros.       E anche io… Menomale che abbiamo capito tutto in tempo, cosa da non

             credere, che storia assurda ma bella per farci una commedia, chissà se

             qualche autore raccontandogli la trama potrebbe scrivere una commedia

             graziosa.

Ugo.       Io conosco uno che la potrebbe fare….si chiama Calogero Maurici,

               possiamo provare. Intanto io e Rosa ci ritroviamo con un bel nipotino o

               nipotina.

Giu.        Basta che il parto vada bene tutto finisce bene o maschio o femmina.

Ter.        Stai cominciando a parlare già da adesso, figuriamoci appena nasce.

                Per il nome non c’è bisogno di decidere, già possiamo dire che sarà di mio

                Marito o il mio…nonostante io non sono ancorata a certe cose, io ci tengo.

Luc.        Questo lo decidiamo poi, l’importante è avere ritrovato l’amore di mio

               Marito.

Fra.        Lucia, questa è l’ultima volta che ti chiamerò col nome, da adesso

               Riprenderò tutti i nomi con cui ti chiamavo prima, però ammetti

               Che io non avevo colpa.

Luc.        Francesco, da questo momento anche io sarà l’ultima volta che ti chiamo

               Col nome, ma ti chiamerò come prima…amoruccio, tesoruccio, cucciolo, e

               tanti altri nomi che tu sai… riprenderò tutti i nomi con i quali ti chiamavo. Io

              non avevo colpa , perché in questo stato mi trovavo senza saperlo e

              scaricavo tutto a te . Ma tu sei stato sempre il mio tenerissimo maritino.

                   (Un bel lento con una canzone d’amore come sottofondo mentre si

                         Abbracciano stretti stretti e ballano)

Alf.      Fiiiiiiiglia mia , unni si veniccà….Rosa puru attia anche ca non si incinta

            Ma chi aspetti a maritariti tu…

Ros.     Papà appena è il momento giusto….

Gius.    Ugo e tu chi aspetti a maritariti….

Ugo.     Appena arriva la donna giusta e che sia un amore come quello di mio

             Fratello.

       

P. Pao.                                        Evviva gli sposini freschi…freschi!    

(poi tutti brindano ripetendo) EVVIVA GLI SPOSINI FRESCHI…FRESCHI

                (Scritta Aprile 2017)