Squilla il telefono

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SQUILLA IL TELEFONO

SQUILLA IL TELEFONO

(Versione dialettale)

di Antonella Bertoli

Atto unico

Personaggi:

Donna

Uomo

Ragazzo

Secondo Uomo

Seconda Donna

Terza Donna

Quarta Donna

Squilla il telefono. La scena divisa a met. Su una met c un divano su cui sdraiata una donna trasandata, vestita con una tuta larga e stinta, di diversi colori, con i capelli sporchi che sembrano spinaci; ha un tavolino davanti su cui c il telefono. Sul divano ci sono varie pupattole di pezza e bambole sparse di qua e di l.

Laltra met del palcoscenico occupata da una cucina e un tavolo con due sedie. Il telefono a parete. Un uomo seduto al tavolo e sta sbucciando una mela. Ha i piedi appoggiati sulla sedia di fronte.

Il telefono che squilla proprio questo.

Le scene si svolgono in parallelo.

LUomo si alza borbottando imprecazioni e raggiunge il telefono.

Pronto? (la voce normale e poi si altera sempre di pi)

Pronto? Pronto? Prontooooo???? Mavaffan

E torna a sedersi, recuperando la posizione di prima.

Appena si risistemato riprende a squillare il telefono.

Si taglia un dito e sobbalza. Si porta il dito alla bocca imprecando. Sbatte le posate sul tavolo e si rialza di malavoglia riavvicinandosi al telefono.

Stessa scena. Alla quinta volta che dice Pronto!, luomo sbatte la cornetta ed esce di scena succhiandosi il dito ferito, buttando la mela sul tavolo.

La Donna sdraiata sul divano forma il numero sul display. Quando laltro risponde balza a sedere sul divano e mette gi la cornetta del telefono.

Prende una rivista e la sfoglia nervosamente.

Poi riprende il telefono e rif il numero. Attende che laltro dica: Pronto?

E poi rimette gi il telefono.

Riprende la rivista (Cosmopolitan o Amica o Gioia etc.) Legge:

Lui vi ha appena lasciato? Non lasciategli il tempo di prendere fiato. Rincorretelo. Fategli sentire che lui tutta la vostra vita. Telefonategli. Le prime volte non rispondete cos lui si incuriosir. Alla terza (meglio quarta telefonata) rivelatevi con un sospiro. Questo sospiro gli ricorder tutto quello che di bello cera tra voi e sar di nuovo vostro.

La Donna riflette tra s e s mentre ha in mano la rivista e la sbatte su gi contro le ginocchia:

Eh si! Fazile da dire. Ma se l scap de corsa. Propio parch el diseva ca jero cuss, cuss!.. va ben, va ben se lo dise Crepet, crepat, crep a ghe sar da credarghe! Sti qua g psicologhi, chi sogna mi par non provarghe ma dio sel jera belo!oddio, maria vergoine santa! El gheva chi-i cavej on fi radeg su in tela testa chel parea on fratin, per par mi el jera belo. Daltronde non bello ci che bello, bello ci che piace, no? dio sa ghe vojo ben, ma tanto ben, tanto tanto

La donna rif il numero di telefono

Risquilla il telefono a parete dallaltra parte. Luomo rientra di corsa e sbatte un piede sul muro, ha un vistoso cerotto sul dito, si prende il piede in mano imprecando di nuovo e saltellando fa:

Ahi! Ahi! Ahiiii!!!!

Riprende in mano il telefono e con voce un po sofferente e un po incazzata dice:

Pronto, chi cca parla de l dal filo? Se te s quea o queo de prima sa scopro chi ca te si a te fago on culo cuss te tajo on deo e te spaco on pi! Prontoooooooooo!!!!!!

Tace e resta lo stesso al telefono con la cornetta attaccata allorecchio, facendo segno di far silenzio rivolto al pubblico. Si siede per terra massaggiandosi il piede sempre con la cornetta in mano.

La Donna sente il silenzio, ha anche lei la cornetta allorecchio. Si rannicchia sul divano, poi si stira voluttuosa e gattina e dice:

Ciao. Scusame sa te disturbo, a s mi

L Uomo alzandosi da terra:

Ma ca te vegnesse on azzidente in tel copon! A na te podevi mina dirlo prima?

Donna: Prima? Prima quando, na jero mina mi ca ciamavo prima!!! Parch gato z ricevuo altre telefon? Chi ca te g ciam eh? Chiela st? No che mi a vuoja farme i t affari, po sa, per insuma Ma senti, te disturbigna?alora, va ben! Alora a te saludo

Silenzio, tutti e due al telefono.

Donna con voce alterata: A g dito ca te saludo

Uomo un po arrabbiato: Eh no cara la me betonega! Adesso ca te mha fato alzare in pi a te me disi che casso ca te vo ale diese de sira ca te sa che par mi l on rito ale diese magnare el me pomo (cantilenando e scandendo bene le sillabe: la mia mela), che, digo ben, el x on pomo de nova produzion, senza conservanti e bi-o-lo-gi-ca-men-te prodotta in te on frutteto la su in montagna, sulapeninno emilian intramez con el modenese. Domenega a ghe fago ncora e min togo na scaret, anzi sa tin voi anca ti a tin porto un fitin. I fa ben ala pele sa te le schizi e te le mescoli col miele dacacia. Ma el g da essare propio dacacia parch el deventa di-la-tan-te e inveze ti te vona crema ca strinze i pori, vero? Si, si con tuti chi-i problemi de pori verti ca te g e la pele cuss onta e grassa! E po adeso ca me vien in mente, i vende anche e fragole,de quele a te s fin mata, me ricordo!

Donna incrociando le gambe: mi? Mi gavaria la pele onta e grassa? Ma in mona va! ca te me disevi senpre che bela pele ca te g, che lissa, sa la ghesse mi na pele cuss! E po, insuma cossa voto ca voia! Solo solo saludarte, vedare come ca te stavi, ma sito da solo? I pumi te dixevi, ah si, grazie. Ma te sa che a mi propio no i me piaxe. E ale fragole so anca alergica e i me fa vegnere tute bole rosse in facia, anzi dapartuto!.

Uomo: Ma si, insuma, cossa voto ca te diga, mi da solo solo, propio solo solo na so mina. Ma, te si alergica ale fragole? Ma da quando?! Come che e canbia e robe, ma sa me ricordo ca tin magnavi cuss tante! O forse no, na te jeri mina ti, forse el jera el to amigo che e ghe piaxeva? Mah! Boh! Na me ricordo tanto ben

Donna: Eco! A lo savevo, te conosso cuss ben romai!. E mi ca me ricordo tuto de ti, ma propio tuto! Magari el x parch te te si but subito in te nantra storia ero? E desso la x l con ti? E dime chi che la x. No, fa de manco de dirmelo. A x mejo de no. Anzi si. A ne g tuti i diriti. Chi xela? Come xela? No, No. Fa de manco de dirmelo. No ca me ne frega qualcossa sa! L cuss, tanto par fare quatro ciacole, ma sa te si in conpagnia, elora non parlo pi. Ma Come xela? bionda? Mora? Rossa? Si, si, a ti te piaxe e rosse Mi a meto z la corneta, eco. Si, si, a meto z. Voto ca meta z? E avanti, dimelo ca te v ca meta z el telefono. Dime ca no te voi pi parlarme, ca no te voi pi sentirme! Dimelo, avanti!

Donna piagnucolando: A te te si parfin desmenteg che a mi non me piaxe i pumi e ca so alergica ale fragole parch e me fa male, che sa in magnavo anca una sola a me vegneva tute bole rosse in tel muso!

Luomo cerca di intromettersi nel discorso della donna ogni tanto dicendo: Ma noa volevo dire ca eco mi

Alla fine si rialza in piedi e dice: A no volevo mina dire questo. Ah si! Me ricordo quela olta a casa de to sorela che la gaveva fato la torta co e fragole e ti dopo ca te ne ghevi magn on fi te si devent come on balon rosso fa na feta de anguria! Me ricordo ca ridevino tuti ca se tegnivino fin la panza! Parfin chel to amigo ca te m present propio che la volta l. Ma senti on fi, ma lo sato che ti no te g nessun dirito de tratarme cuss e gnanca de domandarme con chi ca stago desso A te g fato tuto ti come al solito. L senpre la stessa storia con ti. Te te le f e te te le dixi e te rivi ale conclusion ca te v ti. Sao metare z, miti pure, sato cossa ca mintaressa, ostia de onostia!

La donna riattacca la cornetta del telefono e si mette a lamentarsi arrabbiata:

Ma che bruto stronzo. Eco a lo savevo ca no dovevo ciamarlo. Ma el se lo sogna che mi a me meta a pianzare par lu. Eco, bruto stronzo. El se la fa z con nantra. E ma mi a ghea fago vedare, ecome. Altro che stare male, mi, gnaca sa el me prega in zenocio

E si mette a piangere buttandosi a testa in gi sul divano. Poi si rialza di scatto e riprende la cornetta del telefono, rif il numero.

Nella cucina delluomo che si sta mangiando la mela risquilla il telefono. Lui lo lascia suonare tre, quattro volte.

Staolta na rispondo mina. E no! Tanto a lo so che la x ela de novo.

La donna rimette gi la cornetta. Poi la riprende e rif il numero.

Luomo nel frattempo prende il telefono e fa il numero.

Tutti e due sentono che il telefono dellaltro occupato.

Uomo: Eco! La sta z telefonando a nantro omo. E po la st l a farme scenate de gelosia e qua e l, e questa rossa e questa bionda. A te dago mi el rosso el moro! Na ghe rispondo na olta e zac! Tuto chiuso, finio, FI-NI-TO stoppete! Pronti qua! El calendario del mas-cio disponibile, la fa on numero, tanmto desso co tute ste agensie de colocamento amoroso, a ghi n a spifera! E cuss la va a fare la zoeta. Ma sta olta la me sente, e porco e z se la me sente!

E riattacca. Torna a sedersi. Guarda la mela e se la rigira in mano.

Ormai el me fa schifo anca sto pomo!

Le luci si abbassano e si riaccendono inquadrando altri due personaggi, un uomo e una donna che entrano rispettivamente dalla parte della donna seduta sul divano e dalla parte delluomo seduto al tavolo di cucina.

Secondo uomo: (avanza sulla scena spuntando da dietro il divano dove coricata la donna che tiene gli occhi chiusi, si guarda intorno di qua e di l)

-Mi a s la personificazion vivente dei desideri dela dona lass e sbandon. S bravo e gentile, la perfezion soto tuti i punti de vista. A rido quando me se dise de ridare, a pianzo quando me se dise de pianzare, amo quando me se domanda de amare. Gnente de spontaneo fago, se nol me x domand. Mi a s quelo che tute e done e voe. Lomo perfeto. El buratin de pezza sogn e desider. E me stuo quando na servo. Pecato che non sia vero gnente. A s solo na proiezion delinconssio. (con voce robotica e cantilenante): Dona volere me, io aparire. Io dire. Io tasere. Io Tarzan, ti Jane.

Seconda donna: (anchella avanza sulla scena spuntando da sotto il tavolo della cucina, con fare deciso, spavalda e con la testa alta guardando di qua e di l. E agghindata come una signora):

-Mi a inpersonifico i desideri delomo che nol sa decidarse. Che nol sa chi e cossa verghe ben. Che nol g gnancora cat logeto del so amore. Mi a s la dona che lu el vuria par s stesso, ma anche quela dona che lu el vuria essare. Diventare dona. Pensare da dona. Cressare da dona. Na dona che la parla quando ca ghe se dise de parlare, na dona che la tase quando a ghe se dise de tasere. (Abbassando la voce, rivolta al pubblico:) Mina par dire, ma quasi senpre.

Con fare suadente si avvicina al Primo uomo che sta con la testa tra le braccia abbandonato sul tavolo di cucina:

- Vardelo, povero iluso, el crede che i omani e le donne i poss volere e podere qualcossa. Ma nele vicende delamore tuto el x vanit e gnente el ne vien d par senpre. Comela che lu nol se domanda parch el g lass chealtra? Parch gnanca lo sfiora el pensiero de ela? Se la x drio deventare mata par lu? Se la x drio soffrire? Parch nol ghe telefona? Insuma, non x mina difizile telefonare

Secondo uomo, avvicinandosi alla Seconda donna in punta dei piedi:

-Beh, insuma! Dipende. Quando ca ocore essare busiari, i essari puliti, novi, sinceri, inamor, i odia el telefono. Anzi, anca queli busiari, infidi, senza ilusion e disinamor, i odia el telefono. Comunque, dele do robe una sola la x giusta. O nol se tenta de tornare indio da ela, e gnanca telefonarghe, opure el sta cuss ben adesso, distante, lontan, da solo, che nol pensa propio a ela. Comunque che la sia come che la sia, qualcossina el sconde. Comunque, ripeto! Mi conosso ben Ela. A x na vita ca ghe convivo insieme. La sofre. Ecome se la sofre! La ghe se jera oferta tuta, la gaveva costruio tuto el so futuro, el doman su de lu e sul so raporto con lu. E desso, poarina la se trova sola e sbandon. Sola con le s banbole de pezza.

Seconda donna:

- E mi conosso altretanto ben Lu. Na te vor mina insegnarme a conossarlo a mi an! Desmentegarse de ela, gnanca par sogno, e se nol se tenta de tore in man el telefono, forse el core on rischio mortale. Forse nol pole telefonare.

Secondo uomo:

-E parch nol poe telefonare? Te si on fi strania. Ti te sa qualcossa. Parla. Avanti, parla!

Seconda donna:

-Nol poe parch lu nol sa. Nol sa. El x in te na fase dela so vita dove el g da decidare cossa farne de s stesso. Nol poe mina vivare in te na casa che la pare on museo de banbole. Nol poe vivare con na dona che no la capisse el valore delambiente. Nol pole vivare con na dona, dona che no la ghe ricorda gnente dei so desideri e dele so matane. Dona?

Secondo uomo:

-Forse nol poe vivare con na dona e basta. A te g fato on esame de cossienza?

Vardate: no te pari gnanca na donna, ti. A te parina mama. So mama. Na mama maniaca anca. Maniaca delordine, del pulire, del metare a posto la roba.

Seconda donna:

-Maniaca delordine come ela la x maniaca dela confusion e del disordine! No formulo nessuna acusa, mi. Chel sia ben ciaro, questo!. Ma gnanca dividare i rifiuti, ndemo! Ala so et x ridicolo! A la osservo da on fi de tenpo: la x dela rassa dei eterni putini

Secondo uomo:

-No te sa propio scoltare. Mi a parlavo de ordine come incossiensa: no le esiste mina al mondo de onqu le anime semplicine. Al mondo ocore fare delle ssielte. Le ssielte, anche sbagli, e x mejo de sta penombra in cui ve sbrodol, che la ve piase e che la ne mete paura.

Seconda donna rivolta a met al pubblico:

-Forse el g bevuto on fiLei? No la ghe mina bitu. Forse la dorme, forse la se vergogna dela s vita e dela so incossienza. La x imperdonabile sta so incossienza. Sto so modo de fare, sto so abbandonarlo cuss

Secondo uomo (la piglia per il mento sollevandole il viso):

-No. A me sbagliavo. Ti a te si cieca, orba fa on quajo!.

Seconda donna scrollandosi:

-Spiegate. Cossa voto dire, an?!

Secondo uomo platealmente e indicando la Donna distesa:

-Ela la g pass giorni de desperazion.

Seconda donna scrollando la testa:

-Desperazion? La g semin in giro pa la casa biancheria onta, zenare, zigarete. Lu el jera drio sofegarse in in te chel carozon e el g dovesto zercare on fi de aria. E po, insuma: a chi toca lavare, stirare e fare le pulizie in te na casa? Ala dona toca. Da che mondo el x mondo!

Secondo uomo:

-Eco ca salta fora leducazion de lantichit de No! an-ce-stra-le! Eco che i diriti dele done i vien ancora pist soto i pi. Ani e ani de bataglie fati dale donne i vien pist da on omo che nol sa se gnanca se el x on omo o cossa! Maddai! E basta con ste storiele. La vicenda la x ciara: on banboccio, on fagotto de ossi non cress, egoista e anca poco culturato. Chel g in mente s stesso e basta! Basta. E ti a te si la so proiezion in tuto e par tuto. La so onbra nata e spu.

Seconda donna:

-E ti cossa cridito de essare? Gato forse na vita toa? A te esisti solo come on desiderio gnanca tanto sconto de quelo chel vura averghe par le man quela che ti te ciami dona! E Lu el dovara deventare el so buratin! E sara mi la maniaca delordine? lunico che nol se drapegia in te le vestigia dela borghesia el x propio lu! Te lo digo mi cossa che l quela dona l: una che la vien da na fameja siora, con la pussa soto el naso. Lu el vien da na fameja de artisti. E desso? Cossa me disito esso?

Entrano in scena altre due donne che si sostengono a vicenda. Una, vestita di veli fluttuanti dice:

-Mi a so la terza dona. Nantro desiderio delo stesso omo che de done el ne vuria tante, una diversa a seconda de quelo chel g da farghe fare. Ecome, a so ch. La ballerina bela e putea, pronta a cavarse nuda e a sconparire in tel stesso tenpo pena sto ch el fa on diverso sogno. Ecome caro, pronta par piroettare e balare davanti a ti.

Laltra donna (la quarta), vestita da clown la tira per un braccio e la apostrofa cos:

-Ma pussa via! Ma chi sito! La danzatrice calva! El g bisogno de ridare el me caro ragassin mai cress. El me caro ragassin mai cress. El g bisogno de vedare el mondo coi oci de quando el gera putin. El g bisogno de credare che tuto sia possibile, anca de fare el pajazzo. El g bisogno de na dona che la lo faga godarse e che lo cocolesse e lo dindolesse. El g bisogno dela nina nana. El g bisogno de mi.

Secondo uomo si avvicina lentamente alla donna distesa sul divano e si stende accanto a lei facendo cenni di disgusto alla Seconda donna e accarezzando piano la donna distesa:

-Svejate cara, dolcemente, svejate. A x ora de tirare fora e onge. Svejate! Varda che rassa de insemenio ca te ghivi par le man! Uno chel imagina de avere quatro done e tute par lu. Nol sa gnanca lu cossa e chi chel vole. La mama, la pajazza, la sexy o quela vera. Ca te si ti. Non te sa cossa fartene. Pussa via!

La Seconda donna piano si va a sedere accanto al Primo uomo. Gli prende la mano e la bacia:

-Svejate caro, dolcemente, svejate. Risoleva el to spirito. Svejate.

Le altre due donne vanno (la Terza e la Quarta) vanno anche loro e sussurrano alluomo:

- Basta dormire. El mondo el te speta. Basta, svejate caro mio. Gh bisogno ca te verzi i oci. Su dai. E rimedia a chel erore cuss grande ca te s drio fare.

Da adesso fino alla fine il Secondo uomo e la Seconda donna insieme alle altre due donne resteranno dietro o accanto al Primo uomo e alla Prima donna facendo cenni di diniego rispetto a tutto quello che faranno e diranno i Primi.

Il Primo Uomo ritorna al telefono e rif il numero ma sente di nuovo occupato. Sbatte la cornetta sullapparecchio esclamando: Bruta put.! e la me fa e scenate de gelosia a mi! Ma cossa vorala mai da mi ca jerino propio incompatibili de caratere. Insuma, na ndavino mina dacordo! Ma si, forse la me piaxeva parch la saveva scoltare alinizio, la me vardava co du oci come sa fusse de oro! Na maraveja in tera! ma dopo! Senpre a ndare drio sulordine. E sistema sto chi, e meti l quelaltro. E piega sta roba chi e i calziti mitili in tel zesto del bagno. E svoda la lavatrice, e destira i pagni! E quela mania de saltarme dosso! Senpre l, a lamentarse parch a la ciav poco. La ghesse v on bel fisico anca! liscso e suto! ma la jera on vagon! Cuss formosa, con do tete cuss, che a mi a me piaxe e done magre, co le tete picole, quasi senza insuma, piate lisse e pulite: E po che gusti in tel magnare! Tuta roba carnosa e piena de sugo, che mi a magno solo prodoti bi-o-lo-gi-ci! Ve-ge-ta-li e no animali. E ma parch caro no te piaxe el pasticio e el sformato e el spezatino ca te g prepar? Ma come se fa? Una la capisse o no la capisse. Ma dopo on ano ca me fa schifo a mangnare carne, te si propio sema! E chi i cavji po! Senpre duri, inbacchet e z a spruzzarse la laca che el protocollo de Kioto i lo g fato solo par ela! E trovate on laoro. Quela po, senpre drio! Ma digo mi: se el to stipendio el basta e el vanza, che bisogno gh ca vaga a laorare anca mi? Mi a stago drio ala salvaguardia del focolare domestico no? A vago in zerca della roba da magnare bona, de i cibi ma-cro-bi-o-ti-ci e vago al marc a tore la verdura. Ma no al marc drio casa, no cari! quelo bi-o-lo-gi-co a met prezzo! Ca ghe meto tri quarti dora de machina (la sua, naturalmente, a na vur mina ca vaga a pi an!). Anca quelo: la pretendeva de ndare a laorare in machina e mi ca stesse a ca a fare i fati e senpre sar l dentro. Ma dasseme la machina, egoista ca na te si altro! Sto poro omo el dovar svagarse on fi. Che zente! E quelo no l mina on laoro? E farghe i massagi la sira quando che la vegneva a casa da laorare parch la gheva i pi desfati, la diseva, par du kilometri! Nol jera mina laoro? E tore el bidon delimondizia e farse in quatro par tiurarla dentro in tel discorso de cossa ca tocava chel giorno: umido, seco, multi? (cossa vol dire multi po mi na so tanto vae no metare gnente in ti chi altri giorni e metare fora tuto in tel bidon zalo, tuto insieme!). Eco: mi a faseva senpre cuss, la spetavo e ghe domandavbo cossa ca tova chel giorno. E ela la se irabiava, orco se la se incazava! Ma mi a voleva solo stabilire on raporto! Ai giorni nostri a se parla de raporto de copia, vera? E inveze no, cossa voto che la capisse quela l! Una che la se speta solo dele banalit! No proprio! A semo in pochi inteligenti a capire che el sentimento el passa attraverso anca le banalit e che el ben, lamore come che lo ciamava ela, el x trasversale anca ala spazatura e al loame!

Donna tra se e s: Ma sel sta con nantra, a chi xelo drio telefonare desso? A nantra oncora? O forse no, x drio ciamare el so amigo, anci el me ex amigo! par cuntarghe ca lo ciamo senpre e che O dio che figura! O dio, dio! Basta! Basta! Basta! No ghe ne vojio pi savere. Me ne frego. Tanto la me passa. Si che la me passa. Presto o tardi. Per a vuria ca fusse presto, presto. Prestissimo

Riprende la cornetta e rif il numero. Di nuovo sente occupato.

Piangendo:Ma parch? Parch, parch i g da capitarme tuti a mi i stronzi! Mi ca s cuss gentile e dolze fa on ciocolatin. Ma a s propio mi ca me li vago a zercare? In amore vince chi fugge, dixe el proverbio. E dora in poi fuggir. El dovar essare lu a zercarme. Eh si! E pensare ca ierino cuss beini. Come quando ca ghe dixevo: Caro, e braghe ca te te cavi piegale inveze de butarle a ramgengon sulautomana! E lui le toeva su e le piegava, (cambiando tono di voce e facendo un po la cantilena seccata) parch po dopo e se spigazza tute e a chi ca toca stirarle? A mi a me toca! faxesse qualcossa anca lu in te sta casa. Ma come se fa a ndare avanti? E no, digo mo, la parit dove la metito? Stessi diritti e stessi doveri. Se mi a stiro, ti te lavi, o te fa da magnare, o te lavipar tera. E po la spazatura! La imondizia, el loame insuma! Senpre l a ndare drio sulumido o sul seco no riciclabile! E lezite chel maledeto foglio del Comune, na bona olta! Gogna da dirtelo senpre mi che anqu al marti a toca el seco, al luni lumido, e al venare el multi! Quatro bidun par fameja: na discarica in te ogni apartamento! Bela roba la racolta diferenziata, per che do bale! Senpre l a spartire e po il bidon zalo e quelo verde, e lu no! Tuto insieme el butava. Che po me faxeva anca schifo parch tocava a mi coi guanti de goma a ndare a spartire tuta quela robazza. E anca el dixeva de essare on anbientalista? On verde! Ma qualo anbientalista e verde del cazo! Solo par i discorsi pi grandi de l! come il buco delozono! A te lo dago mi el buco, ma no quelo delozono! Testa da cazo ca no te si altro! Nol voleva gnanca ca me desse la laca. La laca, pensa! Come se co la me laca a fesse el buco delozono. Cossa che l sto ozono po no lo saveva gnanca l! Se nol jera gnanca bon de sparetirte la robazza delimondizia. E po el dentifricio e el spazolin par i denti? Mai na olta chel tapasse el tubeto del Colgate. Gnanca quelo de la Pasta del Capitano eh? E el spazolin? El se toeva el mio e el suo, senza badarghe. Eh no caro mio! E po a te vien a farme la predica a mi! Suligiene! E sul fumo, sul fumo!... che do bale: e te te brusi i polmoni e te te scuzi la vita e te te imbrutissi la pele! Ma cossa vot, na te gavar mina studi da Sirchia e desso dala Turco?! Porca miseria. Per a ghe vojo ben! Dio sa lo amo!.. anzi no! Lho amato e desso no lo amo pi! Parch el mi n fato passare massa! on maniaco! Mach sessuale! Magari! Quelo na olta la setimana se ndava ben, quando che nol gheva da ndare via col balon o co i so amighi! On maniaco del verde, e no pistare lerba dele aiole, e porta fora el can con la paleta tac al culo, che po le cache, digo, le cache, si insuma e merdine del so can, a le dovevo tore su senpre mi: E via, in giro col sacheto pien de merda del so cagnazzo bastardino! E po la foresta mazonica, e la carta riciclata, e guai a farte piaxere Julio Iglesias parch qua bisognava scoltare solo Sting e vedare i so video dei indios o indiani o queli l, si i African United parch no bisognava finanziare il sistema qualo sistema po mi na so mina. Quelo stelare, quelo nervoso forse. E no comprarte le creme in profumeria che e costa on ocio de la testa e fatele ti con e erbe. E z mi fessa a imbutirme la facia de pomodoro col limon e il miele e il cetriolo che ala fine quando ca ndavo fora a me pareva de essare na insalata ca caminava. Ma voto vedare e rughe! Ti! Ecole chi e rughe che a trentani a paro me mare quando che a ghi naveva sessanta! E le cure co lojo de oliva! On fiss, ve digo mi! Per el me faseva i massagi co lojo dev oliva . Mo dio sel jera bravo, el jera proprio bravo. Ma cuss bravo che el te desfava de piazere! Tuta on fogore a deventavo! El te passava quele so man forte e dolze su tuto el corpo, sule ganbe, sule cossie Ahhhh ma po dopo quando ca jerino riv l lbeh! Eco sto toco de imbezie chel se fermava e el me diseva: Girate da quua altra parte! E ancora mi di novo a sperare e ansimare e a movarme ca parevo na bissaboba e ghe metevo e man dapartuto e lu, sto insemenio el diseva (con voce stentorea) -Voil la signora servita!-. E mi l fa on banbanon a muso duro!.. e po a te disi sesso! (cantilenando). Ma qualo sesso e sesso a vedevo i osei si, ma qui in gabia l sul balcon! A dire la verit, desso ca me ricordo, no ca ghe sia mai piasesto tanto, el sesso. Qualche rara olta apena ca semo conossisti. Per quasi senpre da quea altra parte, si beh! Insuma a gh capio, ca fa tanto male!!! E desso? Mi a ghe gli telefono Parch a ghe vojo ben, dio sa ghin vpojo!... per desso ca ghe penso, anca lu, insuma, quando chel se meteva de l col me amico, che po dopo l devent el so, amigo? El gheva bisogno de massagi, el diseva, parch el gaveva male de ch e de l, mah! I se serava a ciave, ci e mi, gnanca sa morevo el vegneva a vedare de cossa gavevo bisogno! Ore e ore ci i stava sar in camara col mio-soo amigo. E mi chi a vardare la television. Che po dopo a dovevo stuarla parch par lu e jera tute cazzate

Uomo seduto con i piedi sul tavolo stravaccato sta leggendo la Gazzetta dello sport.

Il telefono squilla. Lui lo guarda e poi guarda verso il pubblico con la faccia schifata. Sulla faccia ha delle fette di cetriolo che si leva piano piano, ad una ad una. Si alza e riprende il telefono dicendo:

Scometemo che la x da novo ela?.

Pronto? Si? Lo so ca te si ti! Ne st tanto fare la preziosa e parla. Na stago co nessuna dona capio? Gato capio? E po a chi ierito drio telefonare prima ca jera senpre ocup?

Donna fregandosi le mani con la cornetta appoggiata tra la spalla e lorecchio:

Ah! Ma alora te me jeri drio ciamare?! Che cariiiinoooo! Te jeri drio ciamarme! E dime, dime, caro, cossa volevito dirme ca te manco vero? Che anca ti non te ne po pi de stare distante! Ca te voi tornare da mi, a metare el to bel culeto e le to valisone chi, in tel me leto e in tel me armaro. No, no el culeto in telarmaro, si dai ca te ga capio. Od io, per sato, zerca de portare un fi manco roba de quelaltra olta, parch te sa come che l, a g dovesto rifarme on fi mejo lapartamento. A proposito, a te sa quela specie de pianola con quela casseta de atrezzature ca te gavevi lassiato chi, beh, non e ghe stava pi e cuss a g pens che

Uomo alterato:

Cossa gato fato!? Te g but el me piano chel jera de me zio pianista de fama, regionale? ma cossa digo, nazionale! Internazionale! E la me cassa indove che jera dentro tuti i me zoghi del picolo chimico? Ma cossa ne gato fato? A lo go senpre dito ca te si na dona senza scrupoli, senza rispeto par le persone, per la me persona!? E desso come fagna a ritrovarli? Dime, dime on fi. E inveze le banbole, quei schifosi tochi di ceralaca piene de pizzi e volants e de polvare, quele te le g tegn vero? Dapartuto, sul leto e sul com e sul divano ca me le sognavo parfin de note

Donna:

Ma calmate on atimo! Cossa, le me banbole disito? La me colezion fa-vo-lo-sa de banbole storiche? E zerto ca le ghe x ancora! (con fare da bambina) No te vor mina torme la me fantasia de putina, vero? Quanto al piano de to zio, ma quala fama internazionale che al massimo el g son in te on piano-bar a Ceregnano! E el picolo chimico a te lo riconpro sa te lo v ancora. Zerto per ca te ne g de pretese. Quela robazza ca te fasevi quei pestilenziali odorazzi e quele pozioni che po te voivi ca bevesse mi? Ma te ricordito quela olta ca te me g fato bevare quela roba verde che po dopo a so st in bagno tuta la notte! Il mio picolo sienziato che a mominti el me faseva ricoverare in ospedale, parch el gaveva siolto nela gazzosa le pastiglie contro la stitichezza disendome che gas e zucaro i gavariabilanciato leffetto dissenteria e i gavaria purific el me intestino pigro! Ma che pigro e pigro. Tuta la note sent sul vater a so sta, maledeto disgrassi! Va ben! insuma, gato ciam ti. O ggna ciam mi? Cossa voto?

Uomo:

Na so mina chi ca g ciam, e gnana na minporta cara la me babiona! Ma visto ca semo al telefoino a volevo domandarte na roba: lo gato sotoman el foglio del comune? Benon, dime alora cossa toca doman? umido o seco?

Clic. La donna riattacca e fa una faccia allibita sgranando gli occhi. Sulla scena dalla parte dellUomo che rimane con la cornetta in mano e la guarda allibito, entra un ragazzo con un asciugamano intorno ai lombi col viso pieno di una crema bianca che gli dice:

Ma tesoro, sito sicuro che sta patacca bianca ca te m spalm in tel muso la faga ben ala pele?

Buio.

--- FINE ---

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