Stasera mi butto

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STASERA

MI BUTTO

Atto unico

Di

Fabiano Marti

La scena è rappresentata da un ponte. Luci soffuse. Mario entra. E’ evidentemente a pezzi. Si avvicina al bordo della strada, sale sul ponte ed è pronto a lanciarsi nel vuoto. Arriva Fabio e si mette accanto a lui.

Fabio: Buonasera!

Mario: Buonasera!

Pausa

Fabio: Come va?

Mario: (ironico) Non potrebbe andare meglio!

Fabio: Davvero?

Mario: Sì sì!

Fabio: Ah, che bello trovare qualcuno che ammetta che le cose gli vanno bene. Non se ne può più di questa mania di lamentarsi sempre di tutto!

Mario: E’ vero!

Fabio: Che poi a cosa serve lamentarsi in continuazione?! Tutti abbiamo qualche problema, ma questo non significa niente. Il bicchiere va visto sempre mezzo pieno, mai mezzo vuoto, se no ci si avvilisce inutilmente e basta…e poi? Che cambia quando si è negativi? Niente, assolutamente niente. La vita va vissuta giorno per giorno e i problemi fanno parte della vita stessa…basta solo saperli affrontare nel modo giusto, questa è l’unica cosa che conta! E’ d’accordo con me?

Mario: Certo…d’accordissimo!

Fabio: Lo so, lo so…si vede che lei è una persona in gamba, serena…uno di quelli che sa come affrontare la vita e, soprattutto, come godersela! Ce l’ha scritto in faccia!

Mario: (sempre ironico) Complimenti, lei è uno psicologo nato!

Fabio: Grazie, grazie, effettivamente sono bravissimo a capire le persone che ho di fronte, è una specie di dote naturale…e quasi mai mi sbaglio, eh!

Mario: Tolga il “quasi”, non faccia troppo il modesto!

Fabio: Ha ragione, se uno ha un pregio, perché non deve ammetterlo?! E nel mio caso è talmente evidente che sarebbe davvero inutile nascondersi dietro un dito!

Mario: Infatti...fa bene ad essere così sicuro di sé!

Fabio: Be’, come lei, del resto…o vuole dire che lei non è una persona sicura di sé?!

Mario: (sempre più ironico) Niente…non sbaglia un colpo, eh?!

Fabio: Visto?!

Mario: Talento…c’è poco da fare…talento puro!

Pausa

Fabio: Fabio Martini! (porgendo la mano e continuando a guardare nel vuoto)

Mario: Mario Pulpo! (porgendola anche lui)

Fabio:Piacere!

Mario: Il piacere è tutto mio!

Pausa breve

Fabio: Perché, mi scusi?!

Mario: Cosa?

Fabio: No dico, perché il piacere è tutto suo?

Mario: In che senso?

Fabio: Lei ha detto che il piacere è tutto suo… E a me niente?

Mario: Ma no, è un modo di dire!

Fabio: E sì, intanto s’è preso tutto il piacere!

Mario: Ma io non voglio prendermi niente!

Fabio: Sì, dite tutti così!

Mario: Guardi, per cortesia, non è proprio giornata!

Fabio: Per fare cosa, per lasciare un po’ di piacere agli altri?

Mario: Ma no, non è giornata per fare questa discussione!

Fabio: Ah no?!

Mario: No!

Fabio: Eh, ma domani non posso io!

Mario: Cosa?

Fabio: Fare questa discussione!

Mario: Ma che me ne frega, scusi?!

Fabio: E quindi quando ci vediamo?

Mario: Per cosa?

Fabio: Per fare questa discussione!

Mario: Ma per favore, non dica sciocchezze!

Fabio:L’ha detto lei che dobbiamo vederci un altro giorno…io domani non posso…

Mario: Ma no, io ho detto solo che non è giornata per fare questa discussione!

Fabio: E come faccio a saperlo?

Mario: Cosa?

Fabio: Qual è la giornata giusta?

Mario: Ma no, non è possibile!

Fabio: Ah, non è possibile?! Quindi non c’è un metodo?

Mario: Per fare cosa?

Fabio: Per sapere qual è la giornata giusta!

Mario: Ma no, la smetta!

Fabio: Ah, adesso sono io che devo smetterla!?

Mario:Senta, mi scusi…non se la prenda…

Fabio: No, guardi, io non sono abituato a prendermi niente, al contrario suo…

Mario: Ma no, non volevo dire che lei si prende qualcosa…non se la prenda, nel senso che non deve restarci male!

Fabio: Se non mi prendo niente? No, si figuri…

Mario: Ma no, la smetta!

Fabio: Senta, la smetta lei, per favore, ho già i miei problemi!

Mario: E non se la prenda con me!

Fabio: No, guardi, non cerchi di farmi diventare suo complice, ha capito?! Io non mi prendo niente da solo…figuriamoci con lei, poi!

Mario: Oh mio Dio, per favore! Ci mancava solo lei, stasera!

Fabio: Perché, chi altri è venuto?

Mario: Nessuno, perché?

Fabio: E che ne so io?! Lei ha detto che mancavo solo io, quindi vuol dire che gli altri sono venuti prima di me!

Mario: Ma no, non è venuto nessuno prima di lei!

Fabio: E allora perché mi ha detto che mancavo solo io stasera?

Mario: Rispetto ai miei problemi!

Fabio: Grande rispetto…ci mancherebbe!

Mario: Per cosa?

Fabio: Per i suoi problemi!

Mario: Ma no, che ha capito?! Intendo dire che lei è un altro problema…quello che mancava!

Fabio: Che mancava per fare cosa?

Mario: Per averli tutti!

Fabio: Cosa?

Mario: I problemi!

Fabio: Ma non dica sciocchezze!

Mario: Perché, che ne sa lei?

Fabio: Lei ha un’auto o gliel’hanno rubata?

Mario: Ma che c’entra?

Fabio: Mi risponda!

Mario: Ce l’ho…è parcheggiata qua dietro!

Fabio: E, se gliel’avessero rubata, sarebbe stato un problema?

Mario: In linea di massima, sì..anche se stasera…

Fabio: Sì o no?

Mario: Certo, sarebbe stato un problema!

Fabio: Ma non gliel’hanno rubata!

Mario: Esatto!

Fabio: Le si è incendiata casa?

Mario: In che senso?

Fabio: Mi risponda…le si è incendiata casa?

Mario: Certo che no!

Fabio: Ha per caso subito una denuncia penale per bancarotta fraudolenta?

Mario: Ma no, assolutamente mo!

Fabio: Oh, ha visto che non è come dice lei?!

Mario: Cosa?

Fabio: Che non ha tutti i problemi…una macchina rubata, una casa incendiata, una denuncia penale per bancarotta fraudolenta, ad esempio, non ce li ha! E sa quanti altri problemi che non ha potrei trovarle?

Mario: Ma per favore, lei non ha la più pallida idea dei problemi che ho io! E adesso mi lasci perdere, ho una cosa importante da fare!(fa un piccolo movimento in avanti, verso il vuoto)

Fabio: (fermandolo con una mano sulla spalla) Attenzione, non si sporga troppo…è pericoloso, sa?!

Mario: Davvero?! Ma non me lo dica!

Fabio: Perché non lo vuole sapere?

Mario: Cosa?

Fabio: Che è pericoloso!

Mario: Fare cosa?

Fabio: Sporgersi troppo!

Mario: E chi le ha detto che io non lo voglia sapere?

Fabio: Lei! Io le ho detto che è pericoloso sporgersi e lei mi ha detto di non dirglielo!

Mario: Lo so, ma nel senso che lo so già!

Fabio: Cosa?

Mario: Che è pericoloso sporgersi!

Fabio: E chi gliel’ha detto?

Mario: Chiunque me lo direbbe…è evidente!

Fabio: Allora è giusto da me che non vuole sentirselo dire…è una questione personale!

Mario: Ma no, perché dovrei non volerlo sentire proprio da lei?

Fabio: Non lo so…forse le dà fastidio come lo dico!

Mario: Ma che sta dicendo?!

Fabio: Non ha capito?

Mario: Cosa?

Fabio: Quello che stavo dicendo!

Mario: Ma certo che l’ho capito, non è mica difficile!

Fabio: E allora perché me l’ha chiesto?

Mario: Cosa?

Fabio: Che stessi dicendo!

Mario: Ma no, è un modo di dire…”Che sta dicendo” nel senso che non è giusto quello che dice! Come quando le ho detto “Ma non me lo dica”, non nel senso che non deve dirmelo, ma nel senso che lo so già!

Fabio: Ma che sta dicendo?

Mario: (sorridendo) Ha visto?! Anche lei ora mi ha chiesto cosa stessi dicendo…e invece voleva dire…

Fabio: Che non ho capito quello che sta dicendo… esattamente questo!

Mario: Ah!...Senta, sig. Martini, sono modi di dire: “Che sta dicendo”, “Non me lo dica!”, modi di dire!

Fabio: (cominciando ad alterarsi) Modi di dire cosa, mi scusi?!

Mario: Modi di dire, modi di dire!

Fabio: Due volte?

Mario: Ma no, una volta sola!

Fabio: Guardi, sig. Pulpo, lasci perdere, non ho voglia di discutere con lei, ho già i miei problemi!

Mario: E io i miei!

Fabio: E quindi che vogliamo fare?

Mario: Niente!

Fabio: Ah be’, menomale!

Mario: Menomale cosa?

Fabio: Pensavo volesse fare uno scambio…e non è che mi andasse tanto!

Mario: Ma no, perché?

Fabio: Perché ai miei problemi ormai mi sono abituato…con i suoi dovrei cominciare tutto daccapo!

PAUSA

Mario: No, non è possibile, lei è pazzo! Ma cos’ha deciso di fare, di esasperarmi?

Fabio: Io?! E lei allora che voleva scambiare i suoi problemi con i miei?!

Mario: Senta, Sig. Martini, ora mi lasci perdere, ho da fare e lei mi sta deconcentrando inutilmente!

Fabio: Ah sì?! E cos’ha da fare di tanto importante?

Mario: Lasci stare, non sono cose che la riguardano!

Fabio: E che ne sa se mi riguardano, scusi?! Lei mi dica di cosa si tratta e io le faccio sapere se la cosa mi riguarda!

Mario: (innervosendosi) Per cortesia, non insista, le ho detto che non la riguarda e basta!

Fabio: D’accordo, d’accordo, non c’è mica bisogno di alterarsi!

Mario: Ma lei insiste a non farsi i fatti suoi…io ho già i miei problemi!

Fabio: Cioè? Che problemi ha?

Mario: Di nuovo?

Fabio: No, no, anche i problemi vecchi m’interessano!

Mario: Ma no, la prego, non ricominci!

Fabio: A fare che?

Mario: A prendere tutto alla lettera!

Fabio: Io non prendo tutto alla lettera, ascolto solo quello che mi dice lei!

Mario: Senta, la prego, fermiamoci qua!

Fabio: Per tutta la notte?

Mario: Cosa?

Fabio: Dobbiamo fermarci qua? Io a una certa ora preferirei andar via…

Mario: (esasperato) No, no, no!

Fabio: E va bene, non gridi…fermiamoci qua, non c’è problema…ci organizziamo!

Mario: Senta, sig. Martini, la prego, ora ho da fare una cosa importante, me la lasci fare!

PAUSA. Mario ricomincia a guardare nel vuoto preparandosi a buttarsi, ma viene interrotto da Fabio  che lo sta guardando con attenzione.

Mario: (sentendosi osservato) Che c’è? Cos’ha da guardare?

Fabio: Lei è di qua?

Mario: (ironico) Noo, sono africano!

Fabio: (meravigliatissimo) Veramente?

Mario: Sì sì!

Fabio: Non sembra affatto!

Mario: Cosa?

Fabio: Che lei sia africano!

Mario: Ah no?

Fabio: No no!

Mario: Eppure sono africano africano, eh!

Fabio: Sì?

Mario: Sì, proprio dell’Africa nera!

Fabio: Davvero? E come mai è così bianco?

Mario: Mi sono sbiancato!

Fabio: Sbiancato?! In che senso?

Mario: Col tempo…da bambino ero nerissimo!

Fabio: Ah sì?

Mario: Sì sì…poi col tempo sono diventato sempre più bianco! Come i capelli che quando sei giovane sono scuri e poi, mano a mano che invecchi, diventano bianchi!

Fabio: Ah, ho capito…non l’avevo mai sentita questa cosa!

Mario: Lo so, ma è una caratteristica della mia tribù!

Fabio: E come si chiama?

Mario: La tribù degli scoloriti!

Fabio: Davvero?! Mai sentita!

Mario: Possibile?! Hanno fatto anche uno speciale a Quark qualche mese fa!

Fabio: Non l’ho visto!

Mario: Peccato!

Fabio: Eh, infatti!

Mario: (improvvisamente) Ma che cazzo sta dicendo?

Fabio: In che senso, mi scusi?!

Mario: Ma le sembra mai possibile che a Quark abbiano fatto uno speciale sulla tribù africana degli scoloriti alla quale io appartengo?!

PAUSA

Fabio: Ah, non l’hanno fatto?

Mario: Certo che no!

Fabio: Be’, effettivamente è giusto…perché avrebbero dovuto farlo?!

Mario: Infatti!

Fabio: Però è un peccato!

Mario: Cosa?

Fabio: Che non l’abbiano fatto…io l’avrei visto volentieri, è bello conoscere modi di vivere così lontani dal nostro! Piuttosto, lei che ha vissuto per tanti anni nella giungla, ha avuto problemi poi ad adattarsi alla civiltà o è stato abbastanza facile?

Mario: (ironico) E’ stato facile!

Fabio: Davvero?! Non l’avrei mai detto!

Mario: Neanche io, se non avessi conosciuto lei!

Fabio: Cosa?

Mario: Che nel mondo ci fossero persone capaci di dire cazzate del genere!

PAUSA

Fabio: In che senso, scusi?

Mario: Io sono italiano…pugliese per la precisione!

Fabio: Ma, mi scusi, io prima le ho chiesto se fosse di queste parti e lei mi ha risposto “noo, sono africano”!

Mario: Dell’Africa nera!

Fabio: Esatto!

Mario: E lei ci ha creduto davvero?

Fabio: Certo, se l’ha detto lei, che ne so io di dov’è lei…

Mario: Ma le sembra mai possibile che io sia dell’Africa e per giunta nera?

Fabio: Tutto e possibile!

Mario: Ma cosa sta dicendo?! Allora se adesso le dicessi che c’è un asino che vola, lei lo vedrebbe?

Fabio: Certo che no!

Mario: Appunto…e perché non lo vedrebbe?

Fabio: Perché è buio!

PAUSA

Mario: Non è possibile, io non ci credo!

Fabio: Come non ci crede?! Si vede benissimo che è buio!

Mario: Senta, la prego, ora vada via…devo fare una cosa importante e non posso perdere tempo con lei!

Fabio: Ma deve farla qua?

Mario: Sì!

Fabio: Davvero?! Allora sono curioso, mi dica di cosa si tratta e vado via!

Mario: Non posso!

Fabio: Perché?

Mario: Perché se glielo dicessi non se ne andrebbe più!

Fabio: (eccitatissimo) Veramente? Allora dev’essere una cosa bella! Ho capito, una donna, deve vedere una donna e magari bellissima!

Mario: No, assolutamente no, devo fare una cosa da solo!

Fabio: (imbarazzato) Ah! E no, no, queste cose non si fanno…guardi che si diventa ciechi!

Mario: Ma no, che ha capito?! E, secondo lei, questa sarebbe una cosa per la quale lei non andrebbe più via?

Fabio: E che ne so io?! Ognuno ha i gusti suoi!

Mario: Ma non dica idiozie! Senta, davvero, mi lasci solo, ho bisogno di non avere nessuno attorno per fare questa cosa!

Fabio: E va bene, io la lascio solo, ma prima perché non andiamo a mangiare qualcosa?! A me l’aria del mare che passa qua sotto ha fatto venire fame!

Mario: Assolutamente no, grazie, non ho fame! In questo momento non riuscirei a mangiare neanche uno spillo!

Pausa

Fabio: Ma perché, se avesse avuto fame avrebbe mangiato uno spillo?

Mario: Avrei mangiato uno spillo?! Ma che sta dicendo? Fabio: Senta, sig. Pulpo, l’ha detto lei: “No, grazie, non ho fame, non riuscirei a mangiare neanche uno spillo!”. Questo al paese mio significa che, se avesse avuto fame, uno spillo se lo sarebbe mangiato volentieri!

Mario: (innervosendosi sempre più) Ma cosa le viene in mente, mi metto a mangiare gli spilli?

Fabio: E che ne so io?! Le ho già detto che ognuno ha i gusti suoi…a me, ad esempio, piace il riso con i carciofi, a lei gli spilli!

Mario: E sì, adesso vado a casa e mi mangio uno spillo!

Fabio: Le è tornata la fame?

Mario: Assolutamente no…e poi a me non piacciono gli spilli!

Fabio: E allora che li mangia a fare?

Mario: Ma no, perché mai dovrei mangiare uno spillo?!

Fabio: Infatti…ne deve mangiare almeno un paio!

Mario: E sì, quasi quasi me ne faccio una scatola!

Fabio: Tanto sono leggeri!

Mario: Ma non dica sciocchezze!

Fabio: Sono pesanti?

Mario: Per favore, la smetta!

Fabio: Ma la smetta lei!

Mario: Di fare cosa?

Fabio: Di mangiare gli spilli!

Mario: (esasperato) Sig. Martini, la prego, le ho già detto che ho da fare, quindi mi lasci in pace…se ne vada!

Fabio: D’accordo, d’accordo, me ne vado!

Mario: Bravo, finalmente!

Fabio: Arrivederla sig. Pulpo! (esce)

Mario, rimasto solo, si prepara nuovamente a buttarsi. Suda, è preoccupato, ma sta per buttarsi. Appena sta per darci lo slancio, squilla il telefono. Mario risponde.

Mario: (al telefono) Pronto?! Ciao! Sì, sì, va tutto bene, Margherita! No, non vengo da te, stasera…sono stanco di questa vita, non voglio continuare a far finta che vada tutto bene! Non è colpa tua, Margherita, lo sai…sono io quello sbagliato, non tu, ed è arrivato il momento di prendersi le proprie responsabilità…ti prego, Margherita, lascia stare, preferisco non venire, non me la sento…ciao tesoro mio, ti amo! (chiude)

Mario, dopo una brevissima pausa, si prepara nuovamente a lanciarsi, ma, quando sta per farlo, spunta nuovamente Fabio.

Fabio: Chi era?

Mario: (preso di soprassalto) Oh mio dio, mi ha fatto spaventare…lei è ancora qua?

Fabio: Certo, perché non mi vede?!

Mario: Sì che la vedo!

Fabio: Allora lo sa che sono ancora qua!

Mario: Certo che lo so!

Fabio: E allora perché mi ha chiesto se sono ancora qua se mi vede e quindi sa benissimo che sono ancora qua?

Mario: Così, tanto per dire!

Fabio: E uno, tanto per dire, chiede ad un altro se è ancora qua quando ce l’ha evidentemente davanti?!

Mario: Ma sì, sono cose che si dicono…come quando si dice: “Sei tornato?”

Fabio: Cioè?

Mario: Una persona torna, tu la incontri e chiedi: “Sei tornato?”

Fabio: E perché gli chiedi se è tornato?! E’ ovvio…sta là!

Mario: Appunto, gli chiedi se è tornato proprio perché, vedendolo ti rendi conto che è tornato e quindi, constatandolo, glielo chiedi!

Fabio: Quindi, ad esempio, io potrei incontrare lei e chiederle: “Sei pelato?”

Mario: A parte il fatto che ad uno pelato non si dice mai: “Sei pelato?”

Fabio: E invece ad uno che é tornato di può dire: “Sei tornato?”

Mario: Ma sì…E’ come quando dici ad un amico: “E tu, qua stai?”

Fabio: Che c’entra?

Mario: E’ un altro esempio!

Fabio: Ah!

Mario: Incontri un amico in un ristorante e gli chiedi “E tu qua stai?”

Fabio: Ma lui c’è?

Mario: Certo che c’è…se no, come faresti a chiedergli se sta là?

Pausa

Fabio: No, non ho capito!

Mario: Ma cosa c’è da capire?! Incontri una persona in un ristorante e gli chiedi: “E tu qua stai?”

Fabio: E lui che risponde!

Mario: Non risponde proprio! Per quale motivo dovrebbe?

Fabio: Per educazione! Se uno fa una domanda l’altro deve rispondere, funziona così, mi pare!

Mario: Certo…ma non in questo caso!

Fabio: Perché?

Mario: Perché è evidente che stia là!

Fabio: E allora perché glielo chiedi, se sta là?! Potrebbe mai risponderti di no?

Mario: No!

Fabio: E allora per quale motivo glielo chiede?! “Qua stai?”, “No, sono a casa, non avevo voglia di uscire stasera”, “Va be’, fammelo sapere quando hai voglia di venire qua, magari ci veniamo insieme!”, “D’accordo, ti chiamo, ciao!”

Mario: Ma che dice?!

Fabio: Glielo ridico?

Mario: Ma no, “Qua stai?!” è come dire che non mi sarei mai aspettato di vederti qui!

Fabio: E quindi, se incontro una persona che non mi meraviglia affatto che sia lì, che devo dire? “Ah, a casa tua stai?”…tutto al contrario?

Mario: Ma no, che c’entra?!

Fabio: L’ha detto lei, non io!

Mario: Senta, sig. Martini, lei ha le idee un po’ confuse!

Fabio: Ah, lei incontra una persona in un posto e gli chiede se sta là e io ho le idee un po’ confuse?!

Mario: La prego, basta, non ce la faccio più a sopportarla. Davvero, se ne vada, non è possibile!

Fabio: Che me ne vada?! Certo che è possibile!

Mario: Ma no, non parlavo di questo! Sig. Martini, la prego…le ho già detto mille volte che ho bisogno di stare da solo perché ho un impegno importante, per cui se ne vada!

Fabio: Tre!

Mario: (non capendo) Cosa?

Fabio: Tre volte!

Mario: Tre volte, cosa?

Fabio: Me l’ha detto…che voleva stare solo perché aveva un impegno importante…tre volte, non mille!

Mario: (distrutto) Ma che c’entra?! Mille è un numero così, che si dice tanto per dire, non è mica necessario il numero preciso, si dice mille per dire tante volte…è un numero tondo, per questo mille!

Fabio: E allora dica dieci, non mille…da tre a mille c’è troppa differenza, mi scusi! Un conto è arrotondare a dieci, un altro a mille…è troppo esagerato!

Mario: Va bene, va bene, dici…anzi, facciamo cinque, se le piace di più!

Fabio: Be’, è più giusto!

Mario: Però adesso vada via, la prego, già non è facile per me!

Fabio: (sorridendo) Davvero?

Mario: Certo!

Fabio: Che carino, grazie…sinceramente non pensavo che si fosse affezionato tanto!

Mario: Ma che ha capito?! Non è che è difficile sopportare il fatto che lei se ne vada, è difficile fare quello che farò quando lei se ne sarà andato!

Fabio: E non è che vuole una mano?!

Mario: (spingendolo via) No, grazie, lei è molto gentile, ma le ho già detto mille volte…(ci ripensa) mi scusi, cinque, che è una cosa che devo necessariamente fare da solo!

Fabio: D’accordo, come desidera…allora io vado!

Mario: Ottimo…vada!

Fabio esce. Mario, rimasto solo, si mette in posizione come al solito nel tentativo di buttarsi nel vuoto. Ma, mentre sta per farlo, squilla nuovamente il telefono.

Mario: Ancora?! (seccato, risponde) Pronto?! Lei?! Ma come ha avuto il mio numero? Senta, mi dice cosa vuole da me? C’è una domanda alla quale non ho risposto?! E quale sarebbe, sentiamo?!...Ah, non le ho detto chi era prima al telefono?! Be’, sinceramente non credo che la riguardi!...Va bene, allora facciamo così, la prossima volta che ci vediamo glielo dico…tanto non credo che succederà! Buona serata! (chiude velocemente il telefono)

Dietro di lui, un attimo dopo, spunta Fabio.

Mario: Oh mamma, lei è ancora qui?

Fabio: Perché, non mi vede?

Mario: No, la prego, di nuovo con questa storia, no!

Fabio: D’accordo…allora mi risponde?

Mario: A quale domanda?

Fabio: Chi era prima al telefono?

Mario: Ma che le frega, mi scusi?!

Fabio: Curiosità!

Mario: Era mia moglie!

Fabio: Sicuro?

Mario: Certo, le ho detto anche “Ti amo”! Ma che fa, mette in discussione che si trattasse di mia moglie?

Fabio: No, no, assolutamente, era solo per avere conferma!

Mario: Senta, signore caro, io sono sposato con Margherita da 12 anni…e sono sempre stato fedele!

Fabio: Impossibile!

Mario: Perché?

Fabio: Perché quando ci siamo conosciuti mi ha detto di essere Mario!

Mario: In che senso?

Fabio: Come potrebbe essere Fedele se è Mario!

Mario: Ma che c’entra?! Senta, sig. Martini, io con lei voglio essere franco…

Fabio: Come preferisce…anche se a me Mario non dispiaceva affatto!

Mario: La prego, la smetta, le ho già detto che ho problemi grossi!

Fabio: Che problemi?

Mario: Be’, diciamo che io…come dire…non sono felice!

Fabio: E qual è il problema?

Mario: In che senso?

Fabio: Neanche io sono Felice, ma non mi dispiace affatto il nome che ho!

Mario: Ma no, la prego! Se solo la mia vita fosse andata diversamente…

Fabio: E come?

Mario: Non lo so…ma credo che sia tutta colpa mia…in fondo sono stato fortunato!

Fabio: Prima di essere Mario?

Mario: Cosa?

Fabio: Era Fortunato…e poi ha cambiato nome!

Mario: Ancora?! Ma che c’entra?!

Fabio: L’ha detto lei!

Mario: Eppure Margherita era stata chiara con me…

Fabio: Neanche a sua moglie piace il nome che ha?

Mario: Certo che le piace!

Fabio: E allora perché con lei era Chiara?

Mario: Era chiara nel senso che era chiara?!…Lei si chiama Margherita, una donna stupenda, colta…

Fabio: Be’, questo è ovvio!

Mario: Cosa?

Fabio: Che sia colta…è ovvio che Margherita sia colta!

Mario: Ma non dica idiozie!...Una donna sempre serena!

Fabio: E Margherita e Chiara, quando?

Mario: (non ascoltandolo) Quando l’ho conosciuta sono stato onorato!

Fabio: Dopo essere stato Fortunato e prima di essere Mario?

Mario: (non ascoltandolo più) All’inizio mi ha trattato molto male, ma poi è tornata da me…e io l’ho perdonata…sono stato clemente!

Fabio: Dopo essere stato Onorato?

Mario: Ma adesso basta, non voglio più vivere così…voglio essere libero!

Fabio: E va bene, sig. Pulpo, faccia come cazzo vuole…l’importante è che non continui a cambiare nome ogni tre secondi, perché non ne posso più!

Pausa

Mario: Senta, sig. Martini, ora che le ho detto chi era al telefono e quindi lei ha avuto tutte le risposte che cercava, vorrei restare da solo!

Fabio: Ah, va bene!

Mario: Prima, però, sa dirmi che ore sono?

Fabio: Certo che so dirglielo, per chi mi ha preso, per un idiota?

Mario: Ma no, no, lo so che sa dirmelo, ci mancherebbe!

Fabio: E allora perché l’ha messo in dubbio?

Mario: Ma non l’ho messo in dubbio…

Fabio: (insistendo) Lei l’ha messo in dubbio, se no non mi avrebbe chiesto se sapessi dirglielo, mi avrebbe solo chiesto che ore fossero!

Mario: Ma la prego, secondo lei io potrei mai avere dubbi sulla sua capacità di dirmi l’orario?!

Fabio: E che ne so, io?! Uno che cambia nome ogni tre secondi è capace di tutto!

Mario: Va bene, lasci stare, per l’orario non fa niente…adesso vada via e mi lasci solo, per favore!

Fabio: Devo proprio?

Mario: (gridando) Certo che deve! Una persona avrà pure il diritto di essere lasciato solo se ha una cosa importante da fare, no?! Vada via, per favore!

Fabio: (risentito) D’accordo, d’accordo, vado via…non c’è mica bisogno di mettersi a gridare così!

Mario: Ma è lei che mi esaspera, scusi! Su, vada! (lo spinge via)

Fabio si allontana e sparisce dietro l’angolo. Mario, rimasto solo, si mette nuovamente in posizione ed è pronto a lanciarsi nel vuoto. Ma viene interrotto da un piagnucolio che arriva da dietro l’angolo.

Mario: (fermandosi improvvisamente) Oh mio dio, che succede ancora? (va dietro l’angolo e trova Fabio) Sig. Martini, che c’è adesso? Su, venga qua…perché sta piangendo?

Fabio: (ricomparendo) No, niente, non si preoccupi!

Mario: Ma come niente?! Lei si allontana e improvvisamente comincia a piangere, mi dica per quale motivo!

Fabio: Niente, le ho detto che non è niente, perché insiste? Non si preoccupi!

Mario: Come vuole lei…arrivederci sig. Martini!

Fabio: (smettendo improvvisamente di piangere) Be’?!

Mario: Cosa?

Fabio: Che sta facendo?

Mario: Niente…perché?

Fabio: E va be’, ma non insiste?

Mario: A fare cosa?

Fabio: A chiedermi perché io stia piangendo!

Mario: Ma se lei mi ha detto di non preoccuparmi perché non è niente, mi spiega per quale motivo dovrei insistere?

Fabio: Perché non è mai esistito un solo caso nella storia di persone che abbiano detto “non è niente” quando davvero non era niente…o le risulta il contrario?

Mario: Non lo so, non mio sono mai posto il problema! Per me se uno dice “non è niente” vuol dire che non è niente e basta!

Fabio: Come si vede che non la conosce!

Mario: Chi?

Fabio: La mia ex moglie!

Mario: Perché?

Fabio: Perché se la conoscesse smetterebbe di pensare che

“non è niente” significhi che davvero non è niente! L’ultima volta che mi ha detto non è niente voleva dire che non era più innamorata di me da anni, che stava con un altro e che era arrivato il momento di separarci!

Mario: Alla faccia…figuriamoci se avesse detto che c’era qualcosa!

Fabio: Be’, in quel caso non sarebbe stato niente!

Mario: Non è chiarissimo!

Fabio: Se conoscesse la mia ex moglie, tutto lo sarebbe molto di più!

Mario: Va be’, comunque vuole dirmi per quale motivo si è messo a piagnucolare?

Fabio: Piangere, non piagnucolare!

Mario: Sì, va bene…è lo stesso!

Fabio: E no, non è lo stesso…

Mario: (interrompendolo) D’accordo, d’accordo, andiamo avanti…mi dica perché piangeva!

Fabio: Perché lei mi ha chiesto di andar via e invece, proprio oggi, io ho bisogno di parlare con qualcuno!

Mario: Perché?

Fabio: Perché sono triste!

Mario: Per cosa?

Fabio: Per zio Vito!

Mario: Chi?

Fabio: Zio Vito, il marito della sorella di mio padre…è morto ieri!

Mario: Davvero?! E com’è morto?

Fabio: All’improvviso…un infarto fulminante!

Mario: Be’, menomale…almeno non ha sofferto!

Fabio: Che cazzata!

Mario: Perché, mi scusi?!

Fabio: Perché, se le avessi detto che era morto dopo una lunga malattia, mi avrebbe detto: “Menomale, almeno ha smesso di soffrire!”…Praticamente, in un modo o nell’altro, menomale che è morto!

Mario: Ma non dica stupidaggini!

Fabio: Ah, io! Ma per favore, io le dico che zio Vito è morto all’improvviso e lei mi dice “Menomale!”

Mario: Va be’, lasciamo stare! Comunque condoglianze vivissime a lei e a tutta la sua famiglia!

Fabio: Ma allora lei vuole sfottere oggi!

Mario: Perché?

Fabio: Ma le sembra normale?

Mario: Cosa?

Fabio: Dire ai parenti di uno che è morto “Vivissime condoglianze”…

Mario: Perché? Che c’è di male?

Fabio: Perché è offensivo…uno muore e tu, alla sua famiglia, dici “Vivissime condoglianze!”. Ma non lo vede che è un’ostentazione?! E’ come dire: “Lui è morto, ma le mie condoglianze non sono vive…sono vivissime!”

Mario: Ma che sta dicendo?!

Fabio: ma che sta dicendo lei…Si vergogni!

Mario: Va be’, faccia conto che quella cosa l’abbia mai detta…mi dispiace molto per suo zio e basta!

Fabio: (dopo una breve pausa) E perché?

Mario: Cosa?

Fabio: Le dispiace?

Mario: Perché sicuramente era una brava persona!

Fabio: Ma se lei non lo conosceva proprio!

Mario: No, ma lo immagino!

Fabio: E immagina male, perché zio Vito non era affatto una brava persona…anzi, era uno stronzo come pochi!

Mario: Va be’, ma è morto!

Fabio: E questo che significa…pure gli stronzi muoiono, grazie a Dio!

Mario: Ma non si dice mai di un morto che in vita era stronzo, mi scusi!

Fabio: E perché?

Mario: Perché non si dice e basta!

Fabio: Lo so io perché

Mario: Perché?

Fabio: Per paura!

Mario: Di cosa?

Fabio: Dei fantasmi!

Mario: E che c’entrano i fantasmi?

Fabio: Be’, nessuno dice che uno che è morto era uno stronzo, perché tutti hanno paura che il fantasma del morto vada a trovarli durante la notte: “Ciao, sei tu quello che ha detto che ero uno stronzo?”

Mario: Ma non dica stupidaggini…

Fabio: E’ così, mi creda!

Mario: Non è vero!

Fabio: E allora lo dica che zio Vito era uno stronzo!

Mario: Ma no che non lo dico…non lo conoscevo proprio!

Fabio: (accompagnando con il gesto della mano) Paura, eh?!

Mario: Assolutamente no!

Fabio: Piuttosto, si è mai chiesto cosa dirà la gente di lei quando non ci sarà più?

Mario: Sì, spesso…soprattutto in questo periodo!

Fabio: Davvero?! E cosa si è risposto?

Mario: Che molti non se ne accorgeranno neanche!

Fabio: Ma non dica sciocchezze…ci sarà qualcuno che sentirà la sua mancanza, no?!

Mario: Certo…e quelli saranno i più contenti: Mia moglie, i miei figli, i miei amici…tutti sentiranno il piacere della mia mancanza!

Fabio: Ma cosa sta dicendo?! La smetta!

Mario: Senta, la smetta lei di farmi domande, lei non sa niente di me!

Fabio: Questo è vero, ma non c’è bisogno di sapere tutto della sua vita per capire che esagera! Nessuno al mondo è così inutile da non far sentire la propria mancanza o addirittura da far godere della propria assenza le persone più vicine!

Mario: Be’, io sì, io lo sono…i miei parenti ed i miei amici saranno felicissimi!

Fabio: Ma perché ne è così convinto?

Mario: Perché conosco i miei polli!

Fabio: E quindi?

Mario: So come reagiranno!

Fabio: Ho capito…ma che le frega dei polli, mi scusi?! Pensi ad amici e parenti!

Mario: Oddio, non è possibile! Ma parlavo proprio di loro quando ho detto “i miei polli”!

Fabio: E’ imparentato con dei polli?

Mario: Ma no, che le salta in mente?! E’ un modo di dire!

Fabio: Senta, certe volte faccio difficoltà a capirla!

Mario: Beato lei…io a capire lei faccio fatica sempre!

Fabio: (alleggerendo il tono) Comunque, basta parlare di morte, parliamo di cose più divertenti…mi dice cos’ha da fare di così importante stasera?

Mario: Ecco, appunto!

Fabio: Ma come…su, mi dica, sono troppo curioso!

Mario: Senta, sig. Martini, io potrei anche dirglielo, ma lei deve promettermi una cosa!

Fabio: Cosa?

Mario: Che non farà niente per impedirmelo…o per farmi cambiare idea!

Fabio: E perché dovrei, mi scusi?!

Mario: Non faccia domande inutili e prometta!

Fabio: D’accordo, non c’è problema…prometto!

PAUSA

Mario: Sto per suicidarmi!

Fabio: (incredulo) Cosa?

Mario: Sto per suicidarmi…ho deciso di togliermi la vita! Mi butterò giù da questo ponte e sparirò nel mare!

Fabio: (prendendo il telefono dalla tasca) Oh mio Dio, ma lei è pazzo…io avviso subito la Polizia!

Mario: (strappandogli il telefono dalle mani) E no, sig. Martini…ha promesso! (lancia il telefono in mare)

Fabio: Ma che ha fatto?! Il mio telefono!

Mario: Aveva promesso di non far nulla per fermarmi, quindi è stato colpa sua!

Fabio: Ma io…

Mario: (interrompendolo) E va bene, mi butto subito! (sta per scavalcare)

Fabio: D’accordo, d’accordo, aspetti…ha ragione! Ma, allora, mi spieghi almeno il motivo! Questo posso chiederglielo, no?!

Mario: Guardi, sarebbe un discorso troppo lungo!

Fabio: Be’, non mi pare che dopo l’impegno di suicidarsi, ne abbia altri subito dopo!

Mario: Anche questo è vero…ma non ho voglia! Le basti sapere che i miei figli non hanno alcuna stima di me, i miei amici mi frequentano solo perché mia moglie è simpatica a tutti…e, a proposito della simpatia di mia moglie, credo che già da un po’ sia particolarmente simpatica a qualcuno!

Fabio: Che intende dire?

Mario: Che mi tradisce…da tempo…non so con chi, ma sono sicuro che mi tradisca!

Fabio: Ed è per questo che ha deciso di suicidarsi?

Mario: Certo! A lei non sembrano ottimi motivi?

Fabio: Assolutamente no! Capisco che tutto questo possa non farle piacere, ma da questo a suicidarsi, ne corre! Ma ci sarà qualcosa che prescinda da sua moglie, i suoi figli ed i suoi amici…Il lavoro, ad esempio, che mi dice del suo lavoro?

Mario: Io lavoro per una società di miei amici, diretta da mia moglie e con i miei due figli come miei dirigenti!

Fabio: Capisco! E gli hobby? Avrà qualche hobby che la distragga da loro!

Mario: Ce l’avevo…andavo a pesca con una bellissima barca a motore regalatami da mio suocero!

Fabio: Bello!

Mario: Le avevo messo il nome di mia moglie, anche per riconoscenza verso i miei suoceri…Margherita!

Fabio: Molto carino da parte sua!

Mario: Oltre ai miei figli, che erano sempre in barca con me, ero pieno di amici…adoravano venire a pesca con la mia barca, non ne potevano fare a meno!

Fabio: E poi che è successo?

Mario: Mia moglie me l’ha tolta. Adesso la usa lei per andare a prendere il sole…dice che ha il suo nome, quindi è ovvio che sia sua!

Fabio: E i suoi amici?

Mario: Adesso adorano prendere il sole…è la loro unica ragione di vita!

Fabio: Be’, certo!...E i suoi figli?

Mario: Abbronzatissimi!

Fabio: Ah!

Mario: Nessuno ha il piacere di stare con me…nessuno! E così, ho deciso di farla finita! Non voglio più essere di peso a nessuno…tolgo il disturbo, ecco!

Fabio: Senta, sig. Pulpo, io la conosco da pochissimo, ma ho il dovere di dirle che deve provarci!

Mario: A fare cosa?

Fabio: A dare una svolta alla sua vita…oppure lasci fare al destino che è davvero imprevedibile!

Mario: Lei dice?

Fabio: Ne sono sicuro! Guardi me, avevo sposato la donna sbagliata e con le avevo anche fatto due figli…be’, dopo la separazione, quando pensavo che la mia vita fosse un fallimento totale, ho conosciuto una donna meravigliosa…la donna della mia vita e adesso sto per andare a vivere con lei!

Mario: E come l’ha trovata?

Fabio: Per caso, in un bar...ci siamo guadati per un’ora prima che io trovassi il coraggio di avvicinarmi a lei! Ma poi è stato tutto naturale…intenso…fantastico!

Mario: Ah!

Fabio: Anche lei ha sposato l’uomo sbagliato, ma adesso il destino ha deciso per noi! Il marito è in fin di vita e, quando se ne andrà, potremo finalmente essere felici insieme!

Mario: Mi fa piacere per lei, sig. Martini, ma per me è diverso…io non ho più voglia d’incontrare nessuno, non ne sarei capace…non sono una bella persona come lei!

Fabio: E pensa che togliersi la vita la farà diventare una persona migliore? Un uomo più amato?

Mario: Non credo…ma almeno metterò tutti davanti alle proprie responsabilità! Dovranno sentirsi in colpa per quello che mi hanno fatto…soprattutto mia moglie!

Fabio: Ma non crede che lei ne soffrirà?

Mario: Chi, Margherita? Per lei e il suo amichetto sarà una liberazione…ma almeno voglio che viva col peso della mia morte sulla coscienza per il resto dei suoi giorni!

Fabio: E, mi scusi sig. Pulpo, come farà sua moglie a sapere

che lei si è suicidato? Qui sotto c’è il mare aperto e le onde la porteranno via per sempre, nessuno avrà più sue notizie!

Mario: Tranquillo, ho pensato anche a questo! Ho scritto una lettera in cui spiego i motivi di questo gesto! (fa un movimento con la mano)

Fabio: Quale gesto?

Mario: (ripetendo casualmente il movimento con la mano) Questo!

Fabio: E non le sembra eccessivo?

Mario: Cosa?

Fabio: Scrivere una lettera per spiegare i motivi di questo gesto (ripetendo il movimento di Mario)…io ne faccio mille al giorno senza sentire il bisogno di giustificare niente!

Mario: Certo che lei è incredibile…ma che c’entra il gesto con la mano?! Parlavo del suicidio…l’estremo gesto!

Fabio: Ah, mi scusi…è che lei ha fatto per due volte lo stesso gesto e mi ha confuso!

Mario: Senta, sig. Martini, lasci stare…ora le ho detto tutto…vada via!

Fabio: E no, sig. Pulpo, io le ho promesso che non avrei fatto nulla per fermarla, ma ho il diritto di dirle che, lasciando una lettera a sua moglie in cui le spiega di essersi suicidato a causa sua, le dà solo una grande soddisfazione!

Mario: Ma io la lettera non l’ho lasciata a mia moglie…e no, troppo facile…tutti devono sapere perché l’ho fatto…e tutti i colpevoli devono prendersi le loro responsabilità…soprattutto Margherita!

Fabio: Quindi la lettera l’ha lasciata a uno dei suoi figli…o a qualche amico…

Mario: No no, nessuno di loro…l’ho lasciata a qualcuno super partes!

Fabio: Ehhhhhh, addirittura super partes…non le bastava un partes normale!

Mario: Ma che dice?! Super partes nel senso che è qualcuno al di sopra delle parti…estraneo a tutto quello che le ho raccontato!

Fabio: E chi è?

Mario: Non posso dirglielo, è un segreto!

Fabio: E, secondo lei, cosa potrei fare io che non conosco né lei, né tantomeno sua moglie o i suoi figli?

Mario: Ha ragione…ma non mi fido!

Fabio: Senta, io capisco che la vita l’abbia portata a non fidarsi più di nessuno, ma adesso mi pare che esageri!

Mario: E’ vero, forse ha ragione! Del resto non ci sarebbe motivo di non fidarmi di lei…non ha neanche la più pallida idea di chi siano le persone di cui le parlo!

Fabio: Direi proprio di no!

Mario: La vita mi ha proprio cambiato..un tempo non ero così! Comunque, se proprio è curioso di saperlo, ho lasciato la lettera sulla tastiera del computer del mio ufficio! Domani mattina arriverà la mi segretaria, l’unica persona di cui mi fidi, e, come tutte le mattine, aprirà il mio studio e la troverà! A quel punto, sarà in ottime mani…e nessuno potrà più far finta che non sia mai esistita!

Fabio: Ottima idea! Se quello che vuole è che si sappia, in questo modo il suo obiettivo sarà raggiunto di sicuro!

Mario: Ah, di questo stia certo!

Fabio: Però, lasci che le dica una cosa, quello che sta facendo è completamente sbagliato, non è la strada giusta! Forse la cosa migliore da fare sarebbe stata quella di andare via da qui e correre a riprendersi la sua vita!

Mario: Sì, lo so, ma l’ha già detto…la prego, sig. Martini, se sono arrivato a questa conclusione è perché ho fatto le mie riflessioni e non vedo altre possibilità…la mia vita non merita di essere vissuta…ma i miei amici, i miei figli e soprattutto mia moglie, meritano che io rovini la loro!

Fabio: D’accordo, sig. Pulpo, pur essendo in totale disaccordo con lei, come promesso, non la fermerò!

Mario: La ringrazio! Però, ora vada via, ho bisogno di restare da solo per pregare e poi farla finita…e non voglio che lei mi veda!

Fabio: Capisco!

Mario: Ah, una cosa, prima che vada via!

Fabio: Mi dica!

Mario:(prendendo il telefono dalla tasca e porgendoglielo) Questo è il mio telefono!

Fabio: E cosa dovrei farmene!

Mario: Glielo lascio per sostituire il suo che le ho buttato via…tanto a me non serve più! E mi scusi ancora se mi sono permesso di toglierle il telefono dalle mani, ma non potevo rischiare che lei rovinasse tutto!

Fabio: Lo so…stia tranquillo! E grazie!

Mario: Si figuri, era il minimo che potessi fare! Ora, se

non le dispiace, vorrei che se ne andasse!

Fabio: Certo, sig. Martini…è stato bello conoscerla! Mi dispiace di non essere riuscito a convincerla a cambiare idea!

Mario: Ci ha provato, se questo può farla stare meglio…ma le assicuro che questa è la decisione giusta!

Fabio: Addio sig. Pulpo!

Mario: Addio sig. Martini!

Fabio va via. Resta solo Mario al centro del palco. Si guarda attorno, poi sale scavalca la ringhiera. Sta per lanciarsi nel vuoto. BUIO.

Quando si riaccendono le luci, rientra sul palco Fabio. Guarda verso il basso. Poi sorride. Prende il telefono che gli ha dato Mario.

Fabio: Ecco qua…basta chiamare l’ultimo numero! Più facile di così! (attende per qualche istante la risposta, poi) Ciao amore mio, sono Fabio. Lo so che questo è il telefono di Mario, me l’ha dato lui, poi ti spiego! Tutto bene…sì, tranquilla, si è buttato! E’ stata dura, sai, non voleva dirmi dove fosse la lettera, ma alla fine gliel’ho fatto dire! Pensa che, per non insospettirlo, ho dovuto fare il cretino per un’ora…gli ho persino raccontato di noi, ma ovviamente non poteva neanche lontanamente immaginare che quella donna fossi tu! No, no, non c’è alcuna prova che si tratti di suicidio, si è lanciato in mare e la corrente lo riporterà a riva nei prossimi giorni! A quel punto, una volta fatta sparire la lettera, nessuno avrà mai prove del suicidio...si tratterà di morte, semplicemente di morte! L’assicurazione pagherà fino all’ultimo centesimo, Margherita…e noi saremo ricchi e felici insieme per sempre. Ma certo che mi libererò del telefono…lo tengo solo fino a quando ci incontreremo io e te, giusto per eventuali comunicazioni urgenti e poi lo faccio sparire! Ci vediamo in ufficio..la lettera è là! La distruggiamo e poi andiamo a festeggiare! Ciao, amore mio…a tra poco! Ti amo da morire! (chiude il telefono, poi, guardando giù nel vuoto, tra sé) Addio, amico mio…e grazie di tutto! Ahahahahahahah!!! (ridendo, esce di scena)

BUIO

Dopo qualche secondo, si riaccendono le lucie rientra Mario. E’ felice e soddisfatto. Prende dalla tasca un secondo telefono e compone un numero.

Mario: Pronto, tenente Lomonaco, sono Pulpo…tutto come previsto, si è fatto dire dove fosse la lettera e poi ha chiamato mia moglie per andarla a recuperare…tra una ventina di minuti saranno lì e potrete arrestarli per truffa all’assicurazione e istigazione al suicidio. Le prove? Tranquillo, ho pensato anche a questo…ha con sé il mio telefonino…è con quello che ha chiamato mia moglie! Prima di darglielo, avevo avviato la registrazione, troverà una confessione in piena regola! Sì, ho pensato proprio a tutto, tenente! E adesso mi scusi, devo lasciarla, ho un impegno urgentissimo! Quale? Be’, devo andare via da qui…e correre a riprendermi la mia vita!

BUIO – MUSICA - SIPARIO