Storienko

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STORIENKO

Commedia in tre atti

di LUIGI BONELLI

(ex Getoff Stenberg)

PERSONAGGI

STORIENKO

RAIA

BOBI

MARIONA

UN SIGNORE DELLA PLATEA

DUE STORICI

UNA PETTINATRICE CHE NON PARLA

Commedia formattata da

ATTO PRIMO

Storienko                       - E’ un giovane generale la cui preoccupazione continua, specialmente nel primo quadro, è di darsi un’aria napoleonica; anche l’abito di tipo militare russo moderno deve arieggiare quello dell’imperatore.

Raja                              - E’ una aristocratica viziata e viziosa.

Bobj                              - E’ un vecchio aristocratico che la rivoluzione ha travolto; è molto mal messo, ma rivela sempre il suo stato signorile.

Mariona                        - E’ una rozza zitellona, di campagna, assai brutta ma con delle continue velleità di far l’amabile.

IL LUOGO: La camera da letto di Raja. Ric­co e suggestivo ambiente di stile parigino. Un letto basso all'orientale, con pelli e cuscini. Vicino al letto una grande specchiera. A sinistra la porta del gabinetto da toeletta e quella degli appartamenti. A destra una porta d'ingresso munita di cortine. In fondo, a destra, una finestra.

La camera è preparata per un piccolo rice­vimento intimo. Fiori, servizio da tè, sigari e sigarette, liquori, ecc. Il pomeriggio.

SCENA PRIMA Mariona - Bobj

Mariona                         - (introducendo Bobj) Ecco, atten­dete qui. Poiché ci tenete tanto, compagno ordinanza, consegnerete voi stesso il vostro biglietto alla compagna signora.

Bobj                              - (guardandosi intorno) Oh, buona don­na, mi avete introdotto in camera?

Mariona                         - E' la stanza dove Raja riceve. Non sapete che dopo la rivoluzione è di gran moda ricevere in camera da letto?

Bobj                              - Non è una novità. Ciò succedeva anche prima. In ogni modo potevate avvertirmi e non l'avrei profanata con le mie scarpe fan­gose. Ho un antico culto per la camera da letto, (si toglie gli stivali e va a deporli fuori della porta).

Mariona                         - I vecchi! Sempre stupidi! (a Bobj) Se credete che i vostri piedi siano migliori delle vostre scarpe! Chi debbo annunciare? (prende una tazza sporca dal tavolo). Chi vi manda?

Bobj                              - (sedendo con voluttà) Il generale Sto­rienko.

Mariona                         - (lasciando cadere la tazza) Ah! « Lui »! Storienko! Oh, che colpo! (raccoglie i cocci). Scusate, sono di natura che su­bisce molto le emozioni! E voi siete la sua ordinanza Lo vedete tutti i giorni ce Gli parlate anche? Oh, lasciate che io baci la vostra casacca! (eseguisce)

Bobj                              - E sia, purché tu non abbia mangiato della salsa a colazione! (dandole un abbrac­cio mentre ella bacia ripetutamente il lembo della sua tunica). In quanto a me, preferisco rendere la galanteria non già alla tua veste, ma a quello che contiene... (le bacia il collo e le spalle).

Mariona                         - (respingendolo) Non erano mica per voi.

Bobj                              - Ah! No?

Mariona                         - No, no... Per IV idolo »! Sto­rienko! Che eroe! Che bel giovane! Quanta gloria alla sua età! Già così celebre, già così generale a trentasette anni soli ?!

Bobj                              - Ebbene: che c'è di strano. I figli dello Czar erano altrettanto celebri a... trenta­sette mesi, e nessuno se ne meravigliava.

Mariona                         - Che asino, salvo il vostro ufficio presso il generale! « Egli » è grande per suo merito!

Bobj                              - Ma che! Chiunque è grande lo è per merito degli altri. Se no basterebbe fare una smanacciata a se stessi per credersi dinanzi ad un applauso. In ogni modo a voi, compa­gna cameriera, piace molto il compagno ge­nerale.

Mariona                         - Alla follia: io ammiro i giornali che parlano di lui, come si ammirava prima una bella immagine. Se sapessi leggere...

Bobj                              - Sarebbe finita: non c'è più che l'anal­fabeta capace di ammirare così, la carta stampata!

Mariona                         - Io ho anche un ritratto di lui.

Bobj                              - Davvero? Non è una rarità. Egli dete­sta simili ce fanciullaggini » da donnicciole come chiama le fotografie... ma viceversa, è l'uomo più fotografato d'Europa.

Mariona                         - (togliendosi dal seno un pezzo di giornale stracciato che reca un'incisione) Ec­colo qua: io lo porto sempre con me.

Bobj                              - (prendendo il foglio) Fate vedere. Ah, ma costui non è Storienko!

Mariona                         - Come?! E chi è?

Bobj                              - E' il... presidente Wilson.

Mariona                         - Non dite sciocchezze! Guarda te! (riprende il foglio) E' proprio lui. L'ho ba­ciato tante volte!...

Bobj                              - Ma se lo guardate alla rovescia! An­diamo... (riprende il foglio alla sua volta) Non voglio togliervi l'illusione. Talvolta una buona illusione è meta della nostra salute. Scriverò sotto il ritratto «Storienko ». E così potrete            - (eseguisce)... e così potrete seguitarlo a baciare con tranquillità. D'altra parte gli italiani hanno fatto adorare al mondo tante donnine allegre, scrivendo sotto ai loro ritrat­ti «La Vergine» (restituendo il pezzo di gior­nale) Via, compagna chiacchierona annun­ciatemi.

Mariona                         - (ripone il pezzo di giornale in seno) Subito (esce).

Bobj                              - (accende la pipa, sedendo di nuovo).

SCENA SECONDA Raja e Bobj.

Raja                               - (entra prestamente; è in toilette da casa lì molto elegante e molto rivelatrice. Bobj si alza e le porge un biglietto). Raja e Bobj.

Raja                               - (afferrandolo) Storiènko, vero? (lo legge con un occhiata).

Bobj                              - Proprio lui, duchessa.

Raja                               - (volgendosi) Com'è che mi chiamate così e con una voce che conosco? (osserva il vecchio).

Bobj                              - Una perfida abitudine che non riesco a mandar via.

Raja                               - (gli si avvicina vivamente) Ah, ma gli è che conosco anche il puzzo della vostra pipa! Oh, Bobj... il ciambellano dell'Impe­ratrice! Il nostro buon vecchio principe Bobj. Che fate sotto queste spoglie disadorne? Era­vate generale...

Bobj                              - Ed ora sono ordinanza. Ho fatto car­riera a differenza di voi, che siete rimasta i? stessa.

Raja                               - (con una mano sulla spalla del vecchio) Povero Bobj. Ricordate?!... E soffrite molto?

Bobj                              - No, tutt'altro. Avevo sempre avuto una grande invidia dei miei servitori e Dio ha esaudito questa vocazione. Devo riconoscere, è vero, che anche la vita del servo ha i suoi inconvenienti... Nessuno è perfetto sotto il sole... ma in ogni modo quale liberazione!... Non ho quasi più responsabilità... posso dare dei pizzicotti alle cameriere senza che esse pretendano di diventar principesse...

Raja                               - (ridendo) Ah, Bobj, Bobj, sempre con i soliti grilli?

Bobj                              - Non credo che i miei padroni vogliano togliermi anche quelli.

Raja                               - Su da bravo, Bobj... un biscotto...?

Bobj                              - Grazie, Raja: ne sono un po' stufo...

Raja                               - Eh?

Bobj                              - Ma sì... Prima non me ne toccava mai di freschi e ne, mangiavo pochi... Ora faccio delle scorpacciate coi primi usciti di forno... Perché aiuto in cucina! Ah! Il mio ideale era di fare il cuoco! Dicevo sempre: se viene la rivoluzione, io che non so far niente, farò il cuoco o il ruffiano. La fortuna ha voluto che covassi una via di mezzo per cui potessi fare un po' dell'uno e un po' dell'altro insieme.

Raja                               - Come?

Bobj                              - Sicuro. Un'ora fa ho frullato uno zaba­ione e cinque minuti or sono ho portato un biglietto a una bella signora.

Raja                               - Se è per questo (mostra il biglietto) La fortuna vi ha tradito, Bobj. Lo credete un biglietto, dolce?

Bobj                              - Ah, non so,.. Non l'ho mica leccato io.

Raja                               - Sentite (Si siede vicino a lui) a Com­pagna, non amo le lettere verbose come le vostre. Non ho tempo da perdere in salotto. In ogni modo verrò stasera a passare i miei quindici minuti di riposo diurno in compa­gnia di amici. Storiènko ».

Bobj                              - Non vi formalizzate, mi raccomando. E' un bravo ragazzo buono come il pane... Ma lo guastano le cattive letture.

Raja                               - So effettivamente che viene dal basso...

Bobj                              - Suo padre era un pizzicagnolo...

BLaja                            - E lui ha mantenuto il gusto di quei libri volgari con le cui pagine si rinvolge il salame... Non è così?

Bobj                              - Niente affatto. Prima di tutto siete in errore riguardo al salame. Non è vero che lo rinvolga in libri volgari: si adoperano invece per esso le opere più serie: quei volumi gravi e bellissimi che ordinariamente si rivendono a peso di carta, senza averli sfogliati. Poi non parlavo della lettura che intendete voi, par­lavo di qualche cosa di peggio: dei libri di storia. Il Generale sa di essere un grand'uo-mo e vuole imparare il mestiere. Imita. Come hanno fatto tutti prima di lui. Alessandro imitava il grand'uomo che lo aveva prece­duto, Cesare imitava Alessandro; Napoleone imitava Cesare; Storiènko imita Napoleone...

Baja                               - E non ama le donne...

Bobj                              - No, come il giovane Buonaparte. Al­meno a quello che dicono...

Raja                               - Quindi non ha un'amante.

Bobj                              - No, ve lo giuro Egli dice che questo avviene per contrasto, perché i Granduchi ne avevano troppe! Perdinci; ciò ad ogni modo prova una cosa: che egli sarà un grande, ma che i granduchi erano... uomini! (alzandosi) Arrivederci, Duchessa: i servi non hanno molte occupazioni, ma non bisogna abusare nemmeno dell'ozio.

Raja                               - Non volete restare un altro minuto, buon Bobj?

Bobj                              - Sento delle automobili. Vengono i vo­stri invitati. Che direbbero se vi trovassero a colloquio con un ordinanza?

Raja                               - E' vero; sono degli ugualitari: si scan­dalizzerebbero. Addio Principe.

Bobj                              - (sulla porta) Grazie. Voi conoscete il mondo: in qualsiasi condizione fa sempre piacere avere un titolo (esce).

Raja                               - (richiamandolo) Bobj! Bobj!

Bobj                              - (ricomparendo) Eh!

Raja                               - Voi credete dunque che Storienko ven­ga mal volentieri?

Bobj                              - Allora non conoscete più il mondo: Storienko ha detto alla sua ordinanza: «Cor­ri da Rajà; consegna di tua mano il biglietto. Voglio essere ben certo che lo abbia rice­vuto ». E ha spedito il povero vecchio con uno sguardo da cento chilometri all'ora... (ba­cia a lungo sorridendo la mano di Raja ed esce di nuovo).

SCENA TERZA Raja sola poi Mariona.

Raja                               - (pensando accende una sigaretta) Però per trovare il merlo sotto l'aquilotto, biso­gna che io resti sola con lui. (Chiama) Ma­riona!

Mariona                         - (coti fuoco) C'è?

Raja                               - Chi?

Mariona                         - « Lui », Storien...

Raja                               - Ah, sai anche tu chi deve venire? Non v'è dunque barba di rivoluzione che cambi la natura alle cameriere e la funzione delle porte chiuse.

Mariona                         - Vi giuro...

Raja                               - Basta. ce Lui » non c'è ancora, ma ci son di là altri personaggi senza importanza: ministri, commissari... con quelle brave don­zelle a cui han dato il rango delle dome. Man­dali via.

Mariona                         - Eh?

Raja                               - Si, di loro che non ho voglia stasera di ricevere molte persone e mi contento di una visita sola. Trattandosi di un'aristocra­tica dell'antico regime essi sopporteranno anche questo con cieca fede.

Mariona                         - Vado, ma se viene...

Raja                               - Si capisce; sei molto intelligente, Ma­riona.

(Mariona esce. Raja dopo una pausa, toglie da uno scaffaletto uno spruzzatore e ne irrora la stanza) Strategia... (si avvicina allo specchio e accomoda con qualche tocco la sua acconciatura. Rinfresca il rosso delle labbra e il lieve azzurro delle palpebre). Manovre preparatorie... (Si avvia verso la porta e sol­leva la cortina osservando. Ad un tratto se ne stacca bruscamente).

SCENA QUARTA Raja, Mariona, poi Storienko.

Mariona                         - (alza la portiera e si inchina con un sospiro esagerato che investe Storienko men­tre questi fa il suo ingresso teatrale).

Storienko                      - (con rapidità studiata) Signori, buona sera.

Raja                               - Oh, generale... (Mariona esce silen­ziosa).

Storienko                      - (accorgendosi con meraviglia di es­sere solo) Compagna, non ho tempo da perdere conducetemi presso i vostri invitati.

Raja                               - Ci siete (mostrando lui stesso). I miei invitati eccoli. Ciò vi seccherà, ma non è colpa mia se non è venuto nessun altro.

Storienko                      - Ah, no? Non è venuto altro? Bene, bene. (A sé, esasperato) Diavol mi ero preparato ad una cosa tutta diversa (A Raja) Non è già Storienko che possa impressionarsi dell'imprevisto. Avrete il mio quarto d'ora tutto per voi.

Raja                               - Mi basta e ne sono orgogliosa... Non sono io la prima donna che ha l'onore di ricevere il generale in capo nei suoi salotti?

Storienko                      - Può darsi. Vi confesso che non ho fatto questa osservazione. Nemmeno la prima città che ho espugnato mi ha rivolto la domanda che mi rivolgete voi ora. Mi ha sem­plicemente consegnato le chiavi.

Raja                               - Io non potrei consegnarvi, generale, che quelle del cuore... se non le avessi per­dute da un pezzo.

Storienko                      - Odio le parole quindi mi sono de­testabili i giochi delle medesime...

Raja                               - Senza accorgervi che ne adoperate già uno voi...

Storienko                      - Come? Ah!... Io?! (confuso) Ali, ah...: è vero. Ma sarà l'ultimo.

Raja                               - Volete sedervi?

Storienko                      - Amo stare in piedi.

Raja                               - Avete ragione. Lo Czar doveva avere in proposito dei riguardi, poiché nessuno poteva sedersi se egli non si sedeva... Ma noi ormai...

Storienko                      - (sedendo) Non voglio farvi star a disagio.

Raja                               - Prendete una tazza di tè?

Storienko                      - Di tè? Datemela. Sono il primo generale che prenda del tè.

Raja                               - (meravigliata) E' possibile? Io stessa altre volte...

Storienko                      - Napoleone non prendeva che caffè!

Raja                               - Ah! (prepara il tè).

Storienko                      - (Ammirandola, nei moti sapienti con i quali il corpo rivela le sue grazie attraverso la tenue vestaglia) Fa leggermentecaldo qui dentro. Depongo la mia sciabola.

Raja                               - Per un istante...: non se ne accorge­ranno i nemici della rivoluzione! (mettendo lo zucchero nella piccola tazza che ha pre­parato per Storienko). Naturalmente, poco zucchero...

Stomenko                      - (slacciandosi la sciabola e deponen­dola su di una poltrona). Punto.

Raja                               - Ecco. (Gli presenta una tazza con mos­sa birichina).

Storienko                      - (Guardandola) Grazie. (Si rove­scia una parte del liquido sul vestito preso com'è dall'ammirazione per lei).

Raja                               - Attento!

Storienko                      - Perdio, anch'io... i... movimenti epilettoidì?!...

Raja                               - Come « anche voi »?

Storienko                      - (Bevendo in un sorso il restante del tè) Sicuro: Buonaparte andava soggetto spesso a simili fenomeni nervosi! E' seccante ma è naturale.

Raja                               - (Sedendo presso di lui) Del liquore... per la vostra epilessia?

Storienko                      - No, non bevo mai alcol... Io non me ne ero accorto... Ma un giornale lo ha scritto...; la stampa del mondo lo ha ripe­tuto... ed è vero: non bevo alcol.

Raja                               - (Con famigliarità) E spiegatemi dun­que, generale la vostra avversione per le riu­nioni mondane...

Storienko                      - Mi concederete che ho altro da pensare. Il popolo ha voluto la sua pace vit­toriosa ed io ho dovuto procurargliela. Non l'avrei fatto certamente sgranocchiando pa­sticcini nei salotti della capitale...

Raja                               - Vi hanno definito una macchina di ac­ciaio a servizio della repubblica... Vi con­fesso però che ho sempre sorriso della de­finizione...

Storienko                      - Le donne non prendono mai sul serio le cose troppo serie. Ridono di tutto e di tutti!...

Raja                               - E per questo voi ce lo avete con le donne...

Storienko                      - E' una leggenda. Io non ce ce l'ho »: le ignoro... (egli guarda per un impeto dei sensi più forte di lui le nudità che Raja gli fa intravedere). Le ritengo quantità trascu­rabili... Montecuccoli, il condottiero famoso, nei suoi « Aforismi sull'arte bellica », ricor­da le donne una volta sola.

Raja                               - Ah! Sì?

Storienko                      - Sì. Al quarto titolo che tratta del « Bagaglio ».

Raja                               - E che cosa dice?

Storienko                      - Dice testualmente: « ai fantacci­ni ai passano in campagna, donne e somari ». Niente altro.

Raja                               - Donne e somari?

Storienko                      - Già...

Raja                               - E' senza dubbio un efficace definizione del genere umano...: donne e somari! Bah! Del resto capisco bene perché i soldati ci ten­gano in tanto dispregio: prima di tutto perché noi li amiamo troppo... e poi perché non vestiamo ancora la divisa! E capisco, anche, come a voi le donne non interessino punto...

Storienko                      - Non possono interessarmi. Io ho bisogno di forze. La donna non è che una debolezza...

Raja                               - Pur tuttavia l'amore...

Storienko                      - Non me ne parlate: l'amore è fatto per chi ha tempo da perdere.

Raja                               - A voi basta il senso?

Storienko                      - (Alzandosi) Peggio, signora: esso è fatto per chi ha da perdere la reputazione. Ma c'è caldo qui dentro (si slaccia un po' la tunica, toglie un libretto di tasca e legge più per sé che per gli altri). « Era indispensabile la severità dei costumi per poter comandare agli uomini tanto superiori a me per età, per­ciò la mia condotta fu irriprovevole ed esem­plare. Io mi dimostrai come un nuovo Ca­tone e dovetti apparire a tutti gli sguardi, come lo ero infatti, un filosofo e un saggio ».

Raja                               - Che cosa è questa roba? Le vostre me­morie?

Storienko                      - No. Quelle dell'Imperatore.

Raja                               - Guglielmo?

Storienko                      - Volete scherzare? Napoleone.

Raja                               - Per cui voi restate insensibile come un Dio tra le passioni terrene?

Storienko                      - E' così... E' una missione che ab­biamo avuto in pochi ma ci è necessario non tradirla!... Bisogna essere diversi dagli altri uomini... Capite?... Ecco: diversi!

Raja                               - Alla buon'ora! Finalmente ho trovato un bel giovane potente... sano... con il quale si può stare tranquilla...; sotto l'antico re­gime era una disperazione... come mi sento più libera a mio agio!... Avrò una buona volta l'amico che non sia lo spasimante...

Storienko                      - (Dopo una pausa) Perché... Sotto l'antico regime, voi...!?

Raja                               - Ah!... se sapeste!... Erano degli uo­mini brutali i generali e i principi di quel tempo! Non avendo altro da pensare, non pensavano che a una sola cosa...

Storienko                      - Ah!... Solo a una cosa?

Raja                               - Essi mi hanno fatta a uso e consumo di questa loro forma mentale...

Storienko                      - (Avvicinandosi) Chi?

Raja                               - Come chi?

Storienko                      - Chi avevano fatto ad uso e con­sumo...?

Raja                               - Me.

Storienko                      - Come sarebbe a dire.

Raja                               - ... Ciò non può interessarvi!

Storienko                      - Mi interessa, anzi, moltissimo.

Raja                               - Ebbene, amico mio, sapete che mi di­ceva un brillante zoologo della Corte? Che io sono una specie di essere nuovo; il risul­tato di una lunga selezione che ha fatto della donna non più la femmina dell'uomo ma una perfetta opera d'arte costruita a uno scopo solo: « Il piacere ». Io non sono una donna disgraziatamente, sono Venere, una Venere perfezionata da venti secoli di alchi­mie... Ed è tutta colpa di quella gente là, da cui voi siete così diverso...

Storienko                      - Delle vere bestie...

Raja                               - Bestie sapienti; hanno fatto di me la più bella e la più voluttuosa...

Storienko                      - Voi foste di tutti?

Raja                               - No. Dandomi il diadema della femmi­nilità mi hanno dato anche una specie di vo­lere sovrano. Ho resistito ai più potenti. Lo stesso Rasputin non ha potuto annoverarmi fra le sue prede...

Storienko                      - Perché Rasputin...

Raja                               - Oh! Era come un pazzo. Lo scacciai...

Storienko                      - Voi, dunque... Ho capito! E' stato un po' come si fa per i cavalli...

Raja                               - Cosa?

Storienko                      - L'affare della selezione... (si av­vicina molto alla donna). Pare che siate mol­to bella Rai a?

Raja                               - Lo dicevano i cortigiani di una volta...

Storienko                      - Ma lo dicono anche i rivoluzio­nari d'oggidì... Voi siete rimasta!... Certo deve essere in voi qualche cosa di diverso dal comune... qualche cosa di permanente...

Raja                               - (Sedendosi sul letto) Parlatemi un po' dei vostri progetti, generale...

Storienko                      - Se io fossi sicuro che potessero restar chiusi fra queste mura profumate, ve ne parlerei...

Raja                               - E' vero che la mia cameriera origlia alle porte, ma vi giuro che non sa la geogra­fia. Potete parlare...

Storienko                      - Dicono che gli antichi Indu qual­che volta, trovassero le donne di questa terra desiderabilissime...

Raja                               - Forse lo stesso Napoleone...

Storienko                      - (Sedendo sul letto vicino a lei) ... Forse... Volete darmi del liquore, Raja?

SCENA V. Detti poi Mariona e Bobj.

 (Un colpo di cannone, Storienko si alza vivamente, si abbottona e si precipita sulla spada).

Raja                               - Ebbene?

Storienko                      - L'ora della rivista...

Raja                               - Lasciatela passare...

Storienko                      - Chiamate la vostra cameriera

Raja                               - (Chiamando) Mariona!

Mariona                         - (Entrando) Eccomi, (a Storienko) Eccellenza...

Storienko                      - C'è di là qualche mio ufficiale

Mariona                         - C'è l'ordinanza.

Storienko                      - Mandatelo qui.

Mariona                         - Subito, (esce. Storienko si affretti a rimettersi in ordine).

Raja                               - Il vostro quarto d'ora è passato

Storienko                      - Avete sentito il cannone? Al diavolo l'artiglieria! (entra Bobj. Il generale si rivolge a lui). C'è nessuno alla porta che tenda il mio passaggio?

Bobj                              - Oh, Dio! I soliti ragazzi sfaccendati che ormai conoscono la vostra automobile vi si riuniscono intorno per il gusto di fai del baccano acclamandovi...

Storienko                      - Sono sempre dei rappresentanti del popolo. Guai se mi cogliessero in ritardo! Le mie reclute non sarebbero mai più così puntuali! (Mette il cappello, avendo cura i renderlo più napoleonico che sia possibili Compagna Raja, arrivederci! (esce a precipizio, Mariona lo segue con un altro gran sospiro:Bobj sorride e scuote la testa inchinandosi a Raja, come un gentiluomo. Esce anch’egli).

Raja                               - (Prorompe in una gran risata) Oh! Ma che stupido!

ATTO SECONDO

La camera è priva di quanto ne faceva una stanza da ricevere.

SCENA I. Mariona sola con un Signore della platea.

Mariona                         - (Spolvera con lentezza, guardando ogni tanto dalla finestra),.

Signore                          - (Dopo una certa pausa) Insomma, Brava donna, che cosa succede?

Mariona                         - Eh?... Dio, mi avete fatto paura!

Signore                          - Non possiamo mica accontentarci di vedere una serva spolverare delle seggiole! Noi abbiamo pagato per...

Mariona                         - Che cosa pretendereste, sentiamo? Che io svelassi i segreti della casa? Mai e poi mai. Sono una tomba io! L'unica cosa che posso dirvi è che il generale Storienko è divenuto dittatore e capo dell'armata interna­zionale di polizia... Egli scorrazza per il mondo coi suoi cinquecentomila uomini ar­mati a metter pace dove i popoli fanno le bizze... Dicono che è un terrore! Dove va se­mina lo spavento... Proprio oggi deve torna­re fra noi e la gente fugge spaurita...

Signore                          - E con Raja non c'è stato più nulla?

Mariona                         - No. Ve ne dò la parola. Nemmeno con me. Non l'abbiamo più visto, ma ha mandato spesso qualcuno a informarsi della signora... Zitto, zitto... che sento qualcuno...

SCENA II. Mariona e Raja.

Raja                               - (Entrando, investe da passeggio) Sono già in città. Il borgomastro è corso a consegnare il potere nelle mani di Storienko.

Mariona                         - Gli avrà dato le chiavi...

Raja                               - Ti ricordi bene ciò che hai ascoltato, un anno fa, dietro quella porta?

Mariona                         - No... Io...

Raja                               - Va ad aprire. Il portinaio chiama.

Mariona                         - (Esce).

Raja                               - (Si toglie la pelliccia e il cappello, si sbot­tona la giacca,, va a sentire alla porta come se udisse qualche cosa. Rassicurata torna presso il letto e si toglie la giaccia e la sottana).

SCENA III. Raja, Mariona, quindi Storienko.

Mariona                         - (Entrando affannata) E'... « lui »...

Raja                               - Chi?

Mariona                         - Storienko.

Raja                               - Di' che sono a letto. Ritorni.

Storienko                      - (Entrando) E' inutile che mi si annunzi: ricordo bene la strada;

Raja                               - Generale... Non concepisco il vostro modo di agire: voi entrate così nella camera di una donna?

Storienko                      - Sono già stato ricevuto una volta.

Raja                               - Vi avevo invitato, allora...

Storienko                      - Ora ho creduto bene di invitarmi.

Raja                               - Non riconosco il severo Catone...

Storienko                      - E' scomparso. Sono arrivato all'apice. Ho raggiunto la mèta; posso divenire una bestia come quelle dell'antico regime.

Raja                               - Mi congratulo, ma non tollero che lo facciate in mia presenza. Vi prego di uscire.

Storienko                      - No. Sto molto bene qui (si siede).

Raja                               -Una prepotenza? Avete cinquecento­mila soldati; potete permettervela.

Storienko                      - (A Mariona) Via, voi!

Mariona                         - Io? Oh...

Raja                               - Maria, la mia veste da camera...

Storienko                      - Ma no. State così... andate dun­que, Maria. Non sono abituato a ripetere due volte i miei ordini... (Mariona scappa).

Raja                               - Se credete di farmi un buon effetto!

Storienko                      - Se credete che io mi curi molto dell'effetto che posso farvi...!

Mariona                         - (Rientra facendo capolino con la ve­ste da camera).

Storienko                      - (Con un urlo) Via! (Mariona scompare).

SCENA IV. Detti meno Mariona.

Storieko                        - Davvero? E perché, carina? (Gli siede vicino).

Raja                               - Perché non ricordate il nostro unico colloquio avvenuto in passato...

Storienko                      - Lo ricordo perfettamente, ed ho ancora sul naso quel maledetto odore che vel­licava tutti i miei nervi con perversa dolcez­za... Ne avete ancora?

Raja                               - Non parlo del profumo; parlo delle mie parole; io vi dissi che coloro stessi i quali mi avevano foggiata per il loro piacere non potevano impormi alcuna volontà!

Storienko                      - E sia! Erano però molto meno potenti di me.

Raja                               - Vanaglorioso...

Storienko                      - Mi sopporterete come sono.

Raja                               - E' bastato un anno di ascesa...

Storienko                      - Di gloria...

Raja                               - Per farvi divenire un maleducato.

Storienko                      - Non vi impedisco di insultarmi. Ma spetto che mi baciate... anzi: aspetto i tuoi baci, Raja...

Raja                               - Aspetta, caro.

Storienko                      - Questa volta ho tempo da perde­re. Non molto, ma, insomma, quanto basta per vincere un capriccio di donna.

Raja                               - Oh, oh! Vi permettete il lusso di as­sumere delle arie da Don Giovanni! Che ne sapete voi dei capricci femminili?

Storienko                      - So questo, femminetta imperti­nente: che il vostro non durerà più di cinque minuti. Ah, mia cara, non dovevate narrarmi la storiella della selezione, della donna più bella del mondo... del capolavoro di piacere», della « Venere coll'alchimia »... La vostra immagine è restata nei miei occhi e nel mio spirito bramoso... Appena ho po­tuto e quattro mascalzoni me ne hanno dato motivo, son corso da voi.

Raja                               - Comandando un esercito...

Storienko                      - Quando si ha un esercito, bisogna pure farne qualche cosa! Ma nonostante il mio nuovo stato continuo a non amare le pa­role...: accorciamo il dialogo, Raja.

Raja                               - Taccio subito. Per voi quella è la porta.

Storienko                      - Non è questa una soluzione accet­tabile; io intendevo altra cosa.

Raja                               - Ancora giuochi di parole?

Storienko                      - E perché no? Perché tu com­prenda alla fine...

Raja                               - Non capisco e vi avverto che ho freddo.

Storienko                      - Ti scalderò io.

Raja                               - Quanto siete volgare e banale!

Storienko                      - Andiamo Raja! La mia pazienza si esaurisce. Non sono abituato a discutere. Non discuto che con i capi degli Stati.

Raja                               - Chi vi chiede di discutere? Siete ve­nuto qui brutalmente come un rozzo conqui­statore. Non posso che disprezzarvi. Non si discute con chi si disprezza.

Storienko                      - Eppure un anno fa non disprez­zavate l'uomo.

Raja                               - E' vero. Ora disprezzo il despota vil­lano.

Storienko                      - Si può essere despota e non vil­lano?

Raja                               - Non so... Come era il vostro Napo­leone?

Storienko                      - Così come io sono, precisamente.

Raja                               - Allora vuol dire che in Storienko io odio il despota.

Storienko                      - Ma io in te amo tutto, Raja. Ed ho troppo atteso nella vita, per attendere ancora...

Raja                               - Non esageriamo, amico mio: avete fatto una carriera abbastanza rapida...

Storienko                      - Niente ironia, vi prego!

Raja                               - Non siete capace di sopportarla, è vero?

Storienko                      - No... No, Raja... Capitemi: gli « altri » non dovettero attendere di aver fatto carriera per essere arrivati...! Se volevano, potevano giungere subito sino a voi, loro! A vent'anni...; anche prima... Senza sforzo... senza vigilia... Mi capite? Io sono poi il più disgraziato di tutti perché, se c'è anche una moltitudine che non vi sogna, che non vi de­sidera... che non soffre l'attesa di voi perché o vi ignora o vi sente irraggiungibile, ebbene, io ne sono uscito, ormai, ed eccomi solo... a un palmo dal vostro paradiso...! Raja!

Uaja                              - E' già un ottimo risultato... Cercate di contentarvene senza troppo compiangervi...

Storienko                      - Contentarmene?! Oh! No. Se so­no giunto fin qui, gli è che mi chiamo Sto­rienko, io, e posso fare facilmente un altro passo in avanti!... (Imperioso e impaziente, afferrando le mani di lei) Raja! Raja!...

Raja                               - Ebbene?

Storienko                      - Ti voglio.

Raja                               - Non mi avrete mai. (Si svincola e si allontana).

Storienko                      - Vedremo. Non ti vorrai mica cre­dere più forte di me?

Raja                               - Arriverete sino a mettermi le mani ad­dosso?

Étorienko                      - E' quello che sogno da un anno e più ancora: da che ti conosco. Lo farò. AJA - (Dinanzi al letto) Avanti dunque!

 Storienko                     - Non ti pieghi?

Raja                               - No.

Storienko                      - Eccomi allora... Ti avrò Raja, ad ogni costo... (si slancia su di lei selvaggia­mente),

Raja                               - Non mi avrai facilmente (breve lotta).

SCENA V. Detti e gli Storici.

(Mentre Storienko si slancia su Raja che si trova dinanzi alla grande specchiera posta al lato del letto, compaiono da destra i due sto­rici. Essi prendono degli appunti e delle fo­tografie della scena. Storienko li vide riflessi nello specchio e si ferma spaventato).

1° Storico                      - E' una delle solite scene disgu­stose che infamano la vita degli eroi.

2° Storico                      - Anche in lui si affaccia il germe della degenerazione geniale; il bruto si so­vrappone al grand'uomo.

Storienko                      - Ah! La Storia!... La Storia che mi guarda! E come è possibile in sua presen­za...?! No. Non è possibile!... E' inutile! Non posso!... Perdio! Che seccatura (agli storici). Ma chi vi ha detto di entrare anche qui dentro, a voi? Si esagera così, si esagera, perdio! Napoleone, all'Elba, freddò Rostan con un colpo di pistola la notte che quel ser­vo lo sorprese con Paolina!

1° Storico                      - Noi facciamo il dover nostro: sia­mo gli storici... Peggio per voi generale, se siete nella nostra giurisdizione! E non potete freddarci perché non siamo che simboli noi! Neppure Napoleone, quella notte, ci poté torcere un capello!

Storienko                      - Come difenderemo, dunque, la nostra intimità ?

1° Storico                      - Quale? Gli uomini della Storia, come le donne pubbliche, non hanno inti­mità..

2° Storico                      - In ogni modo ci congratuliamo; avete tempestivamente riflettuto all'atto diso­norevole che stavate compiendo. I posteri...

Storienko                      - (Furibondo) Al diavolo! Al dia­volo! Perdio!... (esce urlando).

Raja                               - (Sul letto) Che sciocco! Se durava ancora un momento avrei ceduto... con piacere!

1° Storico                      - Mille scuse, signorina (incomin­ciando un'intervista). Perdoni, la sua età?...

NB. I due storici possono apparire da un palco di proscenio.

ATTO TERZO

 La camera è come nel quadro secondo. An­cora nel pomeriggio.

SCENA I. Raja e Mariona, la Pettinatrice, poi Bobj.

Raja                               - Sì, sì, Mariona. Se « egli » viene, po­tete farlo passare qui (è semivestita da sera. Esce da sinistra poi rientra). Chiamate la pettinatrice (esce).

Mariona                         - « Egli » torna ancora una volta... (va fino all'uscio di destra, fa un cenno e traversa la scena con la pettinatrice introducendola a sinistra. Tornando in iscena si in contra con Bobj che è entrato con circospezione). Voi?!

Bobj                              - Proprio io!

Mariona                         - Avete ancora un biglietto?

Bobj                              - No, vengo solo ad annunciare con dovuti riguardi che il generale Storienko desidera visitare la duchessa Raja... se non w è nulla in contrario.

Mariona                         - Come si è fatto compitino quel giovanotto, dopo la tragedia dell'ultima voltai

 Bobj                             - Dopo quella tragedia, cara mia, è suc­cesso un grande evento da commedia.

Mariona                         - Ossia?

Bobj                              - E' intervenuto un celebre brillante che si chiama il signor Amore.

Mariona                         - Ah, ne avete delle belle voi! Che vuol,dire codesto pasticcio?

Bobj                              - Come? Ah! Scordavo la vostra deli­ziosa idiozia, compagna cameriera: sia per non detto... Avvertite dunque la duchessa.

Mariona                         - E' mutile, lo sappiamo di già.

Bobj                              - Corbezzoli! Sareste alla fine più furba di me?

Mariona                         - Può darsi. E' venuto qualcuno pri­ma di voi...

Bobj                              - Che cotta, quella del generale! Farne­tica. Ha dato due ordini uguali senza accor­gersene! Povero ragazzo: mi fa pena... Perché anche io sono stato giovane e, benché non fossi che un semplicissimo sottotenente, far­neticavo precisamente come lui.

Mariona                         - Chissà che bel costume si métterà il generale stasera per il gran ballo? Lo avete visto ?

Bobj                              - Non so quale delle sue grandi tenute si metterà: in ogni modo è così triste che nessuna di esse potrà farlo brillale.

Mariona                         - Sarà sempre bello però. Quando cavalca alla testa dei soldati è come uno di quei giovani di marmo che si vedono nelle statue.

Bobj                              - Con tutte le vostre sciocchezze siete ammirevole nella vostra passione... eroica, Mariona!

Mariona                         - C'è qualcuno... (corre a destra ed esce).

Bobj                              - (Andando vivamente verso la porta di destra. E' Storienko. Dio! Come è stra­volto! Forse mai la gloria militare lo ha ri­dotto così!

SCENA II. Detti e Storienko.

Mariona                         - (Alza la portiera. Storienko entra in piccola tenuta) Eccellenza...

Storienko                      - Chiamatemi subito Raja e lascia­temi con lei. (Mariona esce).

Bobj                              - L'automobile vi attende per il ballo?

Storienko                      - No, non vado più al ballo, non ha luogo più alcun ballo.

Bobj                              - (tra se) Questo uomo ha commesso una sciocchezza... (saluto militarmente ed esce).

SCENA III. Storienko e Raja.

Raja                               - (Entrando) Eccomi, (è in magnifica veste da sera).

Storienko                      - Raja.

Raja                               - Non siete in grande uniforme?

Storienko                      - No, Raja.

Raja                               - Venite così al ballo in vostro onore?

Storienko                      - No, non vi può essere più ballo in onore del generale Storienko.

Raja                               - E perché?

Storienko                      - Perché il generale Storienko non esiste più...

Raja                               - Siete divenuto matto?

Storienko                      - No, sono savissimo. Io vi amo, Raja.

Raja                               - Va bene. Passiamoci sopra. E poi?

Storienko                      - E non posso resistere senza il vo­stro amore...

Raja                               - Avanti...

Storienko                      - Voi mi avete detto che non odia­te in me l'uomo, ma il despota.,.

Raja                               - Ebbene?

Storienko                      - Ho sacrificato il despota. Da un'ora io non sono più il generale in capo dell'armata di polizia, il dittatore del mondo civile... il grande Storienko... l'emulo di Napoleone. Sono Storienko semplicemente: un uomo umile e innamorato che viene a get­tarsi ai piedi...

Raja                               - Ma, insomma, che cosa avete fatto pre­cisamente, di concreto?

Storienko                      - Ho rinunziato al mio grado e alle mie dignità.

Raja                               - Oh! E io che avevo fatto fare un abito apposta...

Storienko                      - Per che cosa?

Raja                               - Per stasera; per il vostro ballo! Ma lo sapete che siete un bel guastafeste? Non lo farete di proposito, però...

Storienko                      - Raja!

Raja                               - Che idea avete avuto?!

Storienko                      - Andiamo! Se siete stata voi... in questo preciso punto di questa camera fa­tale a gridarmi: « Allora vuol dire che in Storienko odio il despota! ».

Raja                               - Ma come si fa a rammentarsi (nervo­sissima) con una simile precisione delle pa­role che sfuggono a una donna in certi mo­menti? Ci vuol proprio uno Storienko per giungere a questo!

Storienko                      - Ma di che ve la prendete? Con chi l'avete? Non riesco a capirvi.

 Raja                              - Lo so. Non mi capirete mai. Siamo di due razze diverse. Abbiamo due spiriti op­posti.

Storienko                      - Ma, Raja, ragionate. Calmatevi... Come? Io vengo, tutto commosso, ad annun­ciare un così grande sacrificio compiuto per voi... e voi vi esaltate, gridate, vi agitate! E' per il ballo? Vi manca il ballo? Ma farò in modo che abbia luogo lo stesso e vi accompa­gnerò... Volete?

Raja                               - Voi? Voi? Con quale veste?

Storienko                      - Ma...

Raja                               - Avete abdicato all'unica che ve ne des­se il diritto...: quella di dittatore.

Storienko                      - L'ho fatto per voi...

Raja                               - Non dite stupidaggini! L'unico mezzo per perdermi lo avete messo in pratica. Raja è una femmina da Re... Recinto nella vostra porpora, avreste finito per conquistarla...: così... così... Che volete che mi faccia di uno... Storienko qualunque?!

Storienko                      - Eh! Ma, Raja...

Raja                               - Ma Raja, ma Raja... Non sapete dire altro!

Storienko                      - Io ammattisco! Sento che ammattisco! Vi siete prefissa di rendermi idrofobo? Che cosa volete da me, alla fine? Eh?

Raja                               - Io ?! Nulla. Siete voi che volete qualche cosa da me e non sapete ne saprete prenderla mai!

Storienko                      - (Dandosi dei pugni) Ma io vi amo! Ma io vi voglio!... Se lo pretendete, ri­farò la mia vita!

Raja                               - Bravo! Cominciando da quei fantac­cini a cui il vostro Montecuccoli voleva che si procurassero le donne e... gli asini! (lo guarda con commiserazione, ridendo).

Storienko                      - Ma... (si agita ancora).

Raja                               - Non ho tempo da perdere con un ple­beo che insavisce... Addio, Storienko. (Esce sbattendo la porta).

SCENA IV. Storienko e Mariona, poi Bobj.

Storienko                      - Ah! Perdio! (urla).

Mariona                         - (Entrando) Che comanda, signor generale...?

Storienko                      - (Avvilito) Niente!... Non co­mando più niente... oramai!... (piange).

Mariona                         - Oh! Che cos'ha?! Che è successo?! Com'è possibile che un grand'uomo come lei possa soffrire così?! No... non è possibile! (scoppia a piangere). Se piange l'idolo... mi vien tanto da piangere anche a me!

Storienko                      - (Cadendo, singhiozzando, sulle spal­le di lei e abbracciandola) Oh! Maria!...

Bobj                              - (Affacciandosi) Eh!... (fa per ritirarsi, ma, considerando meglio la coppia, riconosce Maria e sorride, dicendo al pubblico). Pe­rò... perché il figlio del pizzicagnolo si met­tesse a fare all'amore con la serva, non mi pare che ci fosse bisogno di una rivoluzione!

FINE