Studio medico "Sorpresa"

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Commedia in tre atti di

Giuseppe fazio

PERSONAGGI

DOTT. RACCIO:sui 40 anni, veste elegantemente, ha una 24 h, è molto gentile nei modi, disponibile, allegro. Ma nasconde qualcosa, un’insofferenza dentro se. Come se cercasse la sua vera identità, infatti, nelle scene in cui non è coinvolto sta sempre, pensoso con sguardo assente, dietro la scrivania, leggendo, come se cercasse una risposta, che troverà nel terzo atto, dopo aver conosciuto Lucio, che capisce fin da subito lo stato d’animo di Renzo, così si chiama.

NANCY: sui 20 anni, spigliata, allegra, ma con un chiodo fisso, quello di trovare un fidanzato. É innamorata del dottore, ma più che amore è il desiderio di stare con un uomo. Cerca di farglielo capire in tutti i modi, ma egli non accenna a condividere questo suo interesse. Veste normalmente, tranne nel primo atto che per far colpo sul dottore veste prorompente.

PAOLO: sui 40 anni. Possidente terriero, un po’ ignorante, ragiona da tipico siciliano antico, gelosissimo della moglie, infatti, non la lascia andare da sola in giro. Veste con camicia bianca e pantaloni scuri, giacca e coppola neri. Ha dei baffi folti nerissimi, che esaltano la mascolinità siciliana, ha un tic, quando si arrabbia e vorrebbe fare gesti mafiosi, si alza i pantaloni con i polsi.

GRAZIA:sua moglie, molto più giovane di lui. Veste, perché obbligata dal marito, con abiti molto casti, molto lunghi, che non lasciano intravedere nulla. Furba, con atteggiamenti intriganti, capace di aggirare il marito per ricercare sensazioni, passioni, emozioni che egli con la sua morbosa gelosia non le fa provare.

ANGELA:donna comune sui 40. S’impiccia un po’ di tutti e di tutto. La tipica ficcanaso. Cerca di darsi da fare per aumentare gli introiti familiari facendo le pulizie nello studio. 

MARISA:c.s. Con la sua “comare” Angela, sparlano di tutto e di tutti. In fondo, lo fanno per scacciare il tempo, la noia, non avendo ideali, né hobby, né passioni, cui dedicarsi.

STEFANO: sui 27 anni, rimasto un po’ bambino per colpa della madre, che lo tiene lontano da tutto ciò che lei ritiene, sbagliando, pericoloso. Nella prima comparsa veste e parla a mo di bambino, con i capelli pettinati con la riga al centro. Egli intuisce bene le cose, e fa vedere anche una certa insofferenza verso la madre. Nelle successive comparse veste bene, alla moda, con i capelli impomatati, parla anche bene, un playboy.

MARA:sua madre, vedova sui 50 anni. Contadina attaccata morbosamente al figlio, che pur essendo adulto considera sempre un bambino. Molto retrograda. Veste di nero.

LUCIO:informatore farmaceutico sui 40. Veste elegantemente, ha una 24 h, molto gentile e pacato nel parlare. É omosessuale, ma non lo dimostra eccessivamente. Una volta conosciuto Renzo, rivela subito la sua identità, vedendolo come potenziale compagno.

GIACOMO:sui 20/25 anni. Un po’ imbranato e bruttino. É innamorato di Nancy, ma, ella non lo considera. Veste alla buona, tranne nel terzo atto, quando si dichiarerà, sarà vestito elegantemente, con i capelli impomatati, con un mazzo di fiori per Nancy.

Trama:la segretaria del dottore è pazzamente innamorata di lui, ma egli non la considera, perché gay, anche se non è ancora dichiarato. Infatti ha dei conflitti interni, che supererà incontrando Lucio un altro gay, che lo aiuterà. Nel frattempo nello studio si susseguiranno pazienti di ogni tipo, e finalmente la segretaria incontrerà la sua anima gemella.

In una cittadina della Sicilia ai giorni nostri: la scena, unica per tutti gli atti, sarà divisa in due da una parete perpendicolare al pubblico. A destra della quale, la saletta d’aspetto,e a sinistra lo studio. Saletta: a destra, boccascena che funge da entrata per i clienti, bagno, in fondo la scrivania della segretaria, al centro un portariviste ed attorno delle poltroncine, a sinistra la porta che dà nello studio. Studio: un separé in fondo, a destra il lettino, a sinistra la scrivania con dietro una finestra con tende. Sempre a sinistra, boccascena che da nel bagno e nel ripostiglio, alle pareti varie illustrazioni del corpo umano, ed in un angolo un armadietto con medicine. Potranno addobbare la scena altri oggetti attinenti al luogo.

ATTO I

(In scena Nancy che sistema dei fiori sulla scrivania del dottore. Apre le tende e quindi la finestra. Poi entra il dottore con una 24 h)

DOTTORE. (parla quando entra nello studio)Buongiorno Nancy, come va?

NANCY.(con malinconia, con occhi languidi)Bene dottore, ma potrebbe andare meglio.

DOTTORE.( mettendo il camice)Pazienza Nancy, pensa a chi sta peggio di noi, purtroppo.

NANCY.(aiutandolo premurosamente)Lo so, lo so, ma a me basteresse poco...

DOTTORE.(correggendola con simpatia)Basterebbe Nancy, basterebbe.

NANCY.Si si, basteresse poco per essere una donna felice e completa.

DOTTORE.Scusa, cosa intendi per completa?

NANCY.Completa! Che ho un maschio, cioè un uomo che mi vuole, che si innamori di me, che poi diventa mio marito. Purtroppo questi uomini sono ciechi.

DOTTORE.Hai ragione.

NANCY.(seducente)Certo che ho ragione. Hanno la donna della propria vita sotto il naso e non la vedono.(triste) O non la vogliono vedere.

DOTTORE.Dai su Nancy, che discorsi sono. Non è un tuo problema questo. Tu sei una ragazza bella e giovane, e prima o poi incontrerai il principe azzurro.

NANCY.(avvicinandosi quasi a dirglielo)Ma io l’ho già incontrato, il mio principe è...

DOTTORE.(interrompendola)Éh?

NANCY.(ripensandoci)No niente.

DOTTORE.Hai ragione, lo conoscerò quando sarà il momento. É un uomo fortunato ad avere una ragazza come te al suo fianco, non vedo l’ora di conoscerlo.

NANCY.(sottovoce, uscendo)Anch’io... vado di la.(esce chiudendo la porta dello studio)

DOTTORE.(rimasto solo diventa pensieroso)Si vai vai.

NANCY.(saletta, disperandosi)Come devo farglielo capire che è lui l’uomo che voglio? Lo sogno tutte le notti, che dolce, romantico, gentile, educato, è l’uomo della mia vita. Qualche giorno faccio una pazzia e glielo dico. Anzi la faccio ora questa pazzia.(si sistema l’abito, si guarda nella trousse) Adesso entro e gli dico”dottore lei è l’uomo della mia vita, faccia di me quello che vuoi” No, cosi è esagerato. (passeggia pensando e parlottando) “dottore io brucio di passione per lei, perché non mi spegne?” No, non è mica un pompiere? Mannaggia, quando sono a casa le parole mi vengono spontanee... si, ci sono.(si guarda di nuovo, poi prende fiato e aprendo la porta dello studio) “dottore qua c’è una donna che brucia d’ardore, la vuole curare?”

DOTTORE.(alzandosi di scatto)La faccia entrare subito.

NANCY.(senza parole)Si, si, va bene.(richiude la porta e quasi piangendo si siede alla scrivania)

DOTTORE.Nancy, allora?

NANCY. (ricomponendosi)Cosa dottore.

DOTTORE.(entrando in saletta)La donna che stava male?

NANCY.Ah niente, gli è passato, era un falso allarme, è andata via.

DOTTORE.Ah, vuol dire che non era poi così grave.(rientra in studio)

NANCY.(guardandolo truce)Si. Io sono grave. Mi sa che devo fidanzarmi con Giacomo. Certo, non ha tutte le bellezze di questo mondo, anzi non c’è na nessuna, ma come si dice, ogni acqua disseta. Tantu Giacomo sa aspettare, e poi non si è ancora dichiarato. Certo si vede subito che è innamorato di me, ma io prima devo farmi la mia di strada, poi si vedrà.

PAOLO.(entra tirando per mano la moglie Grazia)Entra. Siediti li, vediamo se è arrivato il dottore. (a Nancy) Buongiorno, è arrivato il dottoraccio?

NANCY.Ma…come si permette?

PAOLO.A fare cosa?

NANCY.A dire quello che ha detto!

PAOLO.Perché c’ho detto? C’è il dottore?

NANCY.No, lei non ha detto proprio così.

PAOLO.Perché, come ho detto? C’è il dottoraccio?

NANCY.Di nuovo? Lei è maleducato!

PAOLO.(facendo il tic)Signorina, moderi i termini.

NANCY.No, lei deve moderar i termini.

PAOLO.Ancora non ho capito quali termini devo moderare.

NANCY.Ma che fa lo spiritoso? Lei ha detto “ c’è il dottoraccio?”

PAOLO.Éh! Cosa c’è di male?

NANCY.Allora se non c’è niente di male, io le dico che è una personaccia!

PAOLO.Che centra. Quello non è il mio cognome. Io ho detto come c’è scritto sulla targa fuori la porta. C’è scritto “dottor Raccio” ed io ho detto “dov’è il dottoraccio? Qual è il male?

NANCY.Lasciamo stare. In ogni modo il dottore è qui.

PAOLO.(tirando la moglie c.s.)Vieni entriamo.

NANCY.(fermandolo)Aspetti, la devo annunciare.

PAOLO.Cosa deve fare?

NANCY.La devo annunciare.

PAOLO.(minaccioso con tic)A chi?

NANCY.A lei no?

PAOLO.(c.s.)Signorina, guardi che con me casca male.

GRAZIA.Ci annunci signorina, ci annunci.

PAOLO.(guardandola truce)Zitta tu. Voglio sapere con precisione cosa deve annunciare.

NANCY.Devo dirlo al dottore.

PAOLO.(c.s.)Cosa deve dirle?

GRAZIA.Se possiamo entrare.

PAOLO.Ti ho già detto zitta.

NANCY.Ha ragione sua figlia.

PAOLO.(c.s.)Che figlia, quale figlia.

NANCY.Ah, non è sua figlia?

PAOLO.No. È mia moglie, perché, non si vede?

NANCY.Ah....si, si, guardando bene si vede. Comunque, vado a dirlo al dottore. (entra in studio)

GRAZIA.Sempre a farmi fare brutte figure.

PAOLO.Ti ho detto zitta. Tu mi fai fare brutte figure, ti fai prendere per mia figlia.

NANCY.(rientrando, li fa accomodare e richiude la porta dello studio)Potete entrare prego. (dapprima pensa al dottore, dopo un po’ fa l’uncinetto)

PAOLO.(tirandola c.s. entrano)Forza cammina.

DOTTORE.(allunga la mano per salutare prima Grazia)Buongiorno.

PAOLO.(tirando via la moglie che aveva allungato la mano, gli da la sua)Grazie altrettanto.

DOTTORE.Prego accomodatevi.

PAOLO.(eseguono e subito comincia a parlare)Dunque. Dice che non si sente bene, vediamo di che si tratta, facciamo presto che ho premura.

DOTTORE.Faremo in un baleno, anche perchè dall’apparenza sembra in ottima forma sua figlia.

PAOLO.(arrabbiato) Mia moglie, mia moglie. Questo voleva dirgli la signorina che per forza è voluta entrare prima? Lei glielo ha detto?

DOTTORE. No. Nancy l’ha solamente annunciato.

CAMMNU. La prossima volta mi annuncio da me. Allora, mia moglie, e dico mia moglie, non si sente bene, cos’ha?

DOTTORE. Che ha?...che ha?

PAOLO. Questo glielo sto chiedendo io a lei? Che ha?

DOTTORE.(ironico)Ma come faccio a saperlo io se non mi dice i sintomi.

PAOLO.Ma che dottore è?

DOTTORE. Infatti sono un dottore, non un mago. I maghi vanno per tentativi ad indovinare, i dottori devono avere dei dati delle informazioni.(a Grazia, che lo guarda civettuola ) Se lei mi dice cosa si sente....

PAOLO.(interrompendolo)Perché io non posso dirglielo?

DOTTORE. Me lo può dire anche lei, ma se è la signora che sta male, penso che mi saprà spiegare meglio i sintomi che la disturbano.

PAOLO. Allora. Lei dice che le gira la testa, che si sente debole, e che ha la pressione….

GRAZIA.(interrompendolo)Depressione.

PAOLO.Zitta, perché, cos’ho detto io? E nascondi i polsi che sono scoperti.(gli suona il cellulare, che prende un po’ impacciato) Il rompiscatole. “Cosa vuoi”

VOCE.Signor Paolo io sono Gino.

PAOLO.(a voce alta)E chi altro può essere. Ti ho detto mille volte che quando sono impegnato non mi devi disturbare.

VOCE.E io come faccio a sapere quando è impegnato?

PAOLO.Cosa ti ho detto ieri? “domani vado dal dottore”

VOCE. Infatti, io pensavo che ci andavate domani.

PAOLO.(agitandosi)Perché oggi cos’è?

VOCE.Oggi è mercoledì. (Grazia stuzzica il dottore facendo attenzione al marito)

PAOLO.(c.s.)Dico oggi non è domani, rimbambito.

VOCE.Oggi è oggi, domani sarà domani.

PAOLO.Al diavolo tu e questi maledetti cellulari, cosa vuoi?

VOCE.Non sarebbe meglio se gli operai facessero i doppi turni?

PAOLO.Ti ho già detto che non c’è bisogno.

VOCE.Si, ma così il lavoro andrebbe più speditamente.

PAOLO. Anche i miei soldi scomparirebbero più speditamente.

VOCE.Le assicuro che non è così.

PAOLO.Gino, ma tu fai i miei interessi o quelli degli operai?

VOCE.I suoi, ci mancherebbe altro.

PAOLO.A me non sembra. Sembra invece che ho bisogno di un’altra persona di fiducia.

VOCE.Ha ragione, niente doppi turni. La saluto.

PAOLO.(posando il cellulare)Oh Santo Dio. Quindi stavo dicendo. Mia moglie si sente debole, le gira la testa, cos’ha?

DOTTORE.(alla moglie)Mi dica signora, questi sintomi le vengono, in certe occasioni, in certi momenti della giornata, oppure li ha sempre.

PAOLO.(senza dar il tempo di rispondere)Sempre, sempre, in ogni momento.

DOTTORE.La lasci parlare, così mi spiegherà in modo più dettagliato e vedremo di cosa si tratta.

PAOLO.E va bene. Parla tu.

GRAZIA.(con passione, guardandolo sempre negli occhi)Dottore, io mi sento morire dentro, capisce, mi fa male il cuore, l’anima, lo spirito, mi sento soffocare.(Paolo la guarda stupito, cercando di capirci qualcosa) Sento che il mio ardore sta soffocando, la mia testa, gira come una libellula in cerca di quel senso che faccia rinascere in me quel fluido ormonale, che con gli anni è svanito. Ecco dottore, io ho bisogno di ciò, ho bisogno di un’immediata cura di, concupiscenza,

dottore, per far tornare a vivere questo povero spirito soffocato. Mi dia una mano a distruggere quest’angustia, dottore.

DOTTORE.(cerca di evitare gli sguardi, ogni tanto tossisce)Ehm....

PAOLO.(che non ha capito niente)In poche parole dottore, cos’ha mia moglie?

DOTTORE.(confuso)Eh.. che ha...

PAOLO.Cos’ha?

DOTTORE.Così, su due piedi...potrebbero essere tante le cause, dovrei farle una visita accurata.

PAOLO.Perché qua non può fargliela? E poi, cos’è una clinica, un ospedale?

DOTTORE.Cosa mi scusi?

PAOLO.Questa accurata. È un ospedale?

DOTTORE.Quale ospedale?

PAOLO.Accurata, cos’è una clinica, cos’è?

DOTTORE.Accurata, ho detto accurata.

PAOLO.Ho capito, accurata accurata.

DOTTORE.Accurata, nel senso di una visita fatta con cura, con attenzione, ha capito?

PAOLO.Certo che ho capito, bastava che lei lo dicesse prima.

DOTTORE.(va verso il lettino)Signora si tolga la camicetta e si sdrai sul lettino.

PAOLO.(alzandosi di scatto blocca la moglie)Oh. Eh. Non ti muovere tu. Ma lei è pazzo?

DOTTORE.Scusi, devo o non devo visitarla.

PAOLO.Si. Ma c’è bisogno di spogliarla?

DOTTORE.Io le ho detto di togliersi la camicetta, non di spogliarsi.

PAOLO.Togliendosi la camicetta siamo già sulla buona strada. Ma, vestita non può visitarla?

DOTTORE.Come faccio? Devo auscultarla!

PAOLO.Cosa vorrebbe fare?

DOTTORE. (mostrando lo stetoscopio)Auscultarla. Con questo, devo sentire i battiti, i bronchi.

PAOLO.(rassegnato)Va bene, se proprio è indispensabile.(va a chiudere la finestra)

DOTTORE.Scusi perché chiude la finestra?

PAOLO.Non si sa mai, dovesse passare qualcuno.

DOTTORE.Ma c’è la tenda

PAOLO.(esegue)Giusto, chiudiamo anche la tenda, e la luce. Così siamo sicuri.

DOTTORE.Ma che fa? Come faccio al buio?

PAOLO.Non si preoccupi, ho i fiammiferi. E poi un bravo dottore, anche al buio sa visitare.

DOTTORE.Si ma non volendo, al buio posso sbagliare dove mettere le mani.

PAOLO.Non si preoccupi, ci sono io qua.

DOTTORE.(rassegnato)Va bene. Vada dietro il separé.

PAOLO.Dove dovrei andare? Io non mi muovo di qui.

DOTTORE.Ma non lei, dicevo a sua moglie, vada dietro il separé per togliersi la camicetta.

PAOLO.(accompagnandola) Stai attenta, a non sbottonarti qualche altra cosa.

GRAZIA.(con moine)Non ti preoccupare caro.

PAOLO.Niente caro per oggi. (al dottore) Lei si giri.

DOTTORE.(che è appoggiato al lettino)Ma che devo girarmi, se non vedo neanche il mio naso.

PAOLO.Meglio così.

GRAZIA.(da dietro il separé)Sono pronta.

PAOLO.Dottore, mia moglie è pronta.

DOTTORE.Anch’io. Signora si venga a mettere sul lettino.

PAOLO.Oh. Ferma tu. Ma lei è pazzo?

DOTTORE.Ma scusi, devo o non devo visitare sua moglie?

PAOLO.Infatti, deve visitarla, non coricarsi con lei.

DOTTORE.Chi ha detto che devo coricarmi con lei. Si deve mettere sul lettino per farle la visita.

PAOLO.E va bene. Ma mi sembra tutto esagerato per una visita. Si giri.

DOTTORE.(esegue, scocciato)Infatti, quello che dico io. Troppo esagerato.

PAOLO.(prende Grazia per il braccio e la porta al lettino)Vieni. Dottore è sul letto.

DOTTORE.(si gira)Oh finalmente.

PAOLO.Che fa? Si gira?

DOTTORE.(arrabbiato)Senta, se vuole che visiti sua moglie mi faccia lavorare, altrimenti se ne vada perché io non ho tempo da perdere.

GRAZIA.(nonostante sia senza camicia ha ancora corpetti ed altro, facendogli carezze) Dai su Paolino, non ti preoccupare, il dottore farà solo il suo lavoro, fai il bravo Paoluccio mio.

PAOLO.( in estasi)Va bene zuccherino mio.

DOTTORE. (che ha in mano lo stetoscopio e la pila)Mi faccia auscultare il cuore.

PAOLO.(gli prende lo stetoscopio e se lo mette sul cuore)Senta, senta, ancora mi sento un toro.

DOTTORE.(ironico)Se non fosse per le corna!

PAOLO.Che corna?

DOTTORE.Dico se non fosse per le corna, che non ha, potrebbe essere un toro. Era una battuta.

PAOLO.E lei faccia quello che deve fare, invece di fare battute.

DOTTORE.Ma se lei accendesse la luce forse vedrei cosa fare.

PAOLO.Ma lei non deve vedere, deve solo sentire con quel coso.

DOTTORE.(mette lo stetoscopio nelle orecchie)Si ma così non vedo dove metto le mani.

PAOLO.E lei li tenga a posto, glielo metto io questo coso sul cuore(sbattendo lo stetoscopio)

DOTTORE.(arrabbiato, va ad accendere la luce)Basta. Non è possibile, non si può lavorare così.

PAOLO.Spenga la luce.

DOTTORE. (esegue)No. Anzi, apro pure la finestra così se ne va’. Che caspita, non mi è mai capitato un caso del genere.

PAOLO.(cerca di nascondere la moglie)E a me non mi è capitato un dottore così.

GRAZIA.(c.s.)Paoluccio mio, vuoi che io stia male, vuoi che mi giri sempre la testa, è questo che vuoi? Lascia che il dottore mi visiti, così facciamo presto e c’è n’andiamo a casa.

PAOLO.(c.s.)Va bene, zuccherino mio.

GRAZIA.(accattivante)Dottore faccia il suo lavoro.

DOTTORE.(si avvicina e comincia ad auscultare le spalle)....dica trentatre.

PAOLO.(subito)Trentatre.

DOTTORE.Non lei, sua moglie.

PAOLO. (poi piano va a chiudere la finestra e la tenda)Mi scusi non parlo più.

GRAZIA.Trentatre.

DOTTORE.I bronchi mi sembrano apposto.

PAOLO.(che ritornato si mette vicinissimo al dottore a scrutare ogni sua mossa)

Menu male.

DOTTORE.(facendosi spazio)Scusi, auscultiamo il cuore ora.

PAOLO.(prende lo stetoscopio, lo appoggia sul petto della moglie)Il cuore glielo faccio sentire io.

DOTTORE.(rassegnato)Anche il cuore è ottimo.(inavvertitamente illumina il seno di Grazia)Apra la bocca e dica aaa. (Grazia esegue)

PAOLO.(prendendogli la pila)Ah ah ah, cosa sta facendo? Mi dia quella pila.

DOTTORE.Ma che fa?

PAOLO.No, lei che fa?

DOTTORE.Sto guardando la cavità orale.

PAOLO.Si, ma la pila era direzionata sui pettorali. Allora dottore, cos’ha mia moglie?

DOTTORE.(si appoggia alla scrivania, pensieroso)Signora scenda dal letto e cammini verso me.

GRAZIA.(cammina fissandolo e pavoneggiandosi)Va bene.

PAOLO.Cammina normalmente, senza contorsioni.

DOTTORE.Adesso con la mano destra tocchi la punta del naso.(esegue) Bene ora con la sinistra. Ora chiuda gli occhi e continui questo movimento.....Va bene basta così.

PAOLO.(con preoccupazione)Dottore, ma è grave?

DOTTORE.(c.s.)Scs...chiuda gli occhi e li riapra quando le dirò io.(la fa girare su se stessa)Li apra. Le gira la testa?

GRAZIA.(si butta tra le braccia del dottore, cercando dei contatti)Oh Dio come mi gira tutto.

PAOLO.(subito la toglie dalle sue braccia)Ma certo le gira la testa. Se lei la fa girare come una trottola è normale che le gira. Insomma, cos’ha mia moglie?

DOTTORE.(sedendosi)Signora si può vestire.(Grazia va dietro il separé) Si sieda prego.

PAOLO.Dottore, non mi faccia stare sulle spine. Ha qualche brutta malattia?

DOTTORE.(pacatamente, ma con insicurezza)Vede, sua moglie in realtà, è un caso patologico. La sua...la sua ansietà, la sua...malattia, è encefalica. Quindi è affetta da una... una nevrosi, da una...nevrastenia, che si aggrava ancora di più, perché lei somatizza....

PAOLO.(interrompendolo)Cosa faccio? (Grazia si affaccia e cerca di distrarre il dottore)

DOTTORE.Lei, intendo sua moglie. Quindi dicevo, che si aggrava ancora di più, perché somatizza internamente, quindi, il tessuto corporale e mentale viene attaccato da questa nevrosi.

PAOLO.(che ascolta a bocca aperta senza capire niente)Ma non potrebbe dirmelo in italiano?

DOTTORE.Più italiano di così! (intanto Grazia si avvicina alla scrivania) Prego signora si accomodi. Stavo dicendo a suo marito di questa sua ansia, questa sua nevrosi, provocata sicuramente...da una...intollerante e morbosa...restrizione, a cui, lei non può sottostare...

GRAZIA.(interrompendolo)Si dottore, infatti, prima glielo detto, io sto soffocando, soffro tanto di concupiscenza, ho bisogno di concupire assolutamente.

DOTTORE.(imbarazzato)Si, lo so, capisco, immagino, ma...io...non so...ecco...cosa, come aiutarla.

PAOLO.(segnandosi) Mi scusi, ma che dottore è se non sa come curarla?

DOTTORE.Non è proprio così. Io so benissimo la cura che avrebbe bisogno la signora.

PAOLO.E allora perché non scrive la ricetta?

GRAZIA.(facendogli l’occhiolino)Su, avanti dottore, se ha capito la cura, la scriva.

PAOLO.Forza, così passando prendo le medicine dalla farmacia. Ma cos’è questa cupiscenza?

DOTTORE.Ehm....è come una....mancanza di....come se mancasse una….una vitamina..come se…

PAOLO.(interrompendolo)Sembra più confuso che persuaso.

DOTTORE.É un po’ difficile da spiegare, a casa, sua moglie gli darà delle delucidazioni. Sa, tra moglie e marito.

PAOLO.Quello che mi da mia moglie a lei non deve interessare. E come dice il proverbio tra moglie e marito non mettere dito.

DOTTORE. Intendevo dire che a casa le darà tutte le spiegazioni a riguardo.

GRAZIA.(c.s.)Si Paolino, poi a casa ne parleremo.

PAOLO.(c.s.)Si zuccherino mio.                           

ANGELA.(entrando, mentre in studio playback)Ciao Nancy che fai?

NANCY.Niente, quando non ho da lavorare ne approfitto per fare un po’ di uncinetto.

ANGELA.É impegnato il dottore?

NANCY.Si, ma dovrebbero uscire, è da un po’ che sono dentro.

ANGELA.E chi c’è?

NANCY.Non li conosco.

ANGELA.(guardando l’uncinetto) Bello questo disegno! (parlano in playback)

PAOLO.Va bene, quant’è il disturbo.

DOTTORE.Alla segretaria prego.

PAOLO. (gli squilla il cellulare)Di nuovo il rompiscatole. Cosa vuoi?

VOCE. Sono io Gino

PAOLO.Ti ho detto che ero dal dottore.

VOCE.Siete ancora dal dottore? E cose state facendo?

PAOLO.Non sono fatti tuoi cosa sto facendo. Che vuoi?

VOCE.Gli operai si chiedevano se potevano continuare con il lavoro di ieri?

PAOLO.(arrabbiato)Certo che devono continuare. Rimbambito, sto arrivando, sto arrivando.

VOCE.Va bene, aspettiamo. Fate presto con il dottore.

PAOLO.(lo saluta, lasciando indietro la moglie)Arrivederci dottore, devo scappare.

DOTTORE.)Arrivederci.

GRAZIA.(tenendogli a lungo la mano, e guardandolo a suo modo)Arrivederci dottore, spero potrò contare su di lei per la mia terapia.

DOTTORE.(imbarazzato, tossisce)Ma...non so... vedremo...

PAOLO.( ritornando prende la mano della moglie)Dottore, come non sa. Non si preoccupi che la pagherò. Lei deve seguire mia moglie nella terapia, la deve aiutare, poi alla fine, gli farò un bel regalo. Andiamo.(tirando la moglie)

GRAZIA.(riuscendogli a dare l’altra mano)Di nuovo arrivederci. (escono in saletta)

DOTTORE.Arrivederci.

ANGELA.(arrabbiata per l’attesa)Finalmente, era ora. (entrando nello studio) Permesso?

DOTTORE.Prego avanti. Buongiorno Angela.

ANGELA.Buongiorno dottore, gli volevo chiedere una cosa.

DOTTORE.(si siedono, poi in playback)Prego, si accomodi.

PAOLO.(truce)Ma tu guarda. Non basta i problemi che uno ha, anche la gente deve stare a sentire.

GRAZIA.Già, il dottore è tanto carino, gentile, che non ci si accorge del tempo che passa.

PAOLO.Io me ne sono accorto. Signorina, quanto pago?

NANCY.(che ha deposto l’uncinetto per prendere le ricevute)É prima visita?

PAOLO.Si si, la visita di prima.

NANCY.Dico, è prima visita?

PAOLO.Si si, la visita di prima. Prima visita.

NANCY.150 euro.

PAOLO.(saltando in aria)Porc..! E se fosse stata seconda quanto pagavo?

NANCY.120 euro.

PAOLO.Allora lo scriva che ho fatto la prima, chissà per un’eventuale seconda risparmierò 30 €.

NANCY.Vuole la fattura?

PAOLO.Si la faccia.

NANCY.Allora mi deve dare altre 50 euro.

PAOLO.(porgendole i soldi)Ah. Niente fattura, non c’è bisogno. 

NANCY.Mi dia il nome.

GRAZIA.Grazia Scodelli.

PAOLO.Accompagnata dal marito, Paolo Storno.

GRAZIA.(va per aprire la porta)Un attimo, saluto il dottore.

NANCY.(fermandola)Signora dove va? Il dottore è impegnato.

GRAZIA.Che peccato, volevo salutarlo, è tanto gentile. Me lo saluti lei, mi raccomando.

PAOLO.(tirandola)Quante volte lo devi salutare? Andiamo, arrivederci.

GRAZIA.Arrivederci, mi raccomando. (escono)

NANCY.Si signora, sarà servita. Tiè, cosa ti saluto. (fa il relativo gesto) Guarda tu questa gallinella. (imitandola) Com’è gentile, com’è carino. Mi sa che gli è piaciuto, non vorrei che questa ci tenti. Devo sbrigarmi a sedurlo, prima che me lo soffino. Basta, quando esce Angela, mi faccio coraggio e gli dico che sono innamorata di lui.

ANGELA.(nello studio)Gli volevo chiedere, se per questa settimana potrei fare le pulizie di sera.

DOTTORE. Va bene, non ci sono problemi, naturalmente dopo la chiusura dello studio.

ANGELA.Certo, dopo la chiusura. Intanto le chiavi c’è l’ho.

DOTTORE.Nessun problema, lo dica anche a Nancy, così ne è al corrente anche lei.

ANGELA.Si. Va bene, la saluto, arrivederci e grazie.(esce in saletta)

DOTTORE.(si alza per salutarla)Grazie di che? Arrivederci. (si risiede pensoso)

ANGELA.Nancy, ti volevo dire...

NANCY.(interrompendola)Angela come mai dal dottore, c’è qualche problema?

ANGELA.No, niente...

NANCY.(c.s.)Pensavo che avessi qualche problema.

ANGELA.No, sto bene grazie.

NANCY.(c.s.)Guarda che bel centrino.

ANGELA.(con enfasi)Che bello. Quando finisci mi dai il disegno?

NANCY.No, mica dobbiamo avere gli stessi centri? Poi ti do un altro disegno anche bello. Ma questo devo averlo solo io. Ne sto preparando un po’ per quando mi sposerò.

ANGELA.(sorpresa)Perché, sei fidanzata?

NANCY.Ancora no, ma è questione di giorni.

ANGELA. (contenta)Finalmente. Brava, e chi è chi è? Lo conosco?

NANCY.Non dico niente, altrimenti porta male.

ANGELA.A me puoi dirlo, per me sei come una figlia.

NANCY.Ti dico soltanto che lo conosci.

ANGELA.Lo conosco? E chi è? (pensandoci) Toni il giglio di Anna? (guardando Nancy  che non fa nessuna piega) No, no, lui è grande per te. Nino, quello che chiamano la pulce? No, no, lui è davvero più piccolo di una pulce, tu lo nascondi sotto la gonna. Ma chi è? Ah, ho capito, Giacomo

NANCY.No, sei fuori strada.

ANGELA.No no. È lui. Lo puoi dire a me. Quando ti vede diventa rosso, e sembra che sia in paradiso. Ti mangia con gli occhi. Si vede lontano un miglio che è innamorato di te, vero?

NANCY.Si, ma non è lui.

ANGELA.E chi potrebbe essere?

NANCY.Inutile sforzarti, non lo indovinerai mai. Abbi un po’ di pazienza e vedrai.

ANGELA.Va bene, vedremo. Adesso vado che è tardi, ti saluto e tanti auguri.

NANCY.Non si fanno anticipatamente gli auguri, porta sfiga.

ANGELA.Hai ragione, niente auguri. Ti saluto ciao. (esce

NANCY.Ciao. Devono schiattare d’invidia, quando mi vedranno a braccetto con il mio dottorino. Anzi, adesso entro e mi dichiaro.

GIACOMO.(entrando timidamente)Buongiorno Nancy.

NANCY.(sorpresa)Giacomo, come mai sei qui?

GIACOMO.Io...io...ti volevo...io ti volevo dire.....io ti volevo dire una cosa.

NANCY.(interrompendolo)E poi, poi me la dirai. Io devo lavorare.

GIACOMO.Si lo so, ma io ti volevo dire….se…se….si....

NANCY.(c.s.)Un’altra volta Giacomo, un’altra volta me la dici,va bene? Non vorrei che entrasse qualcuno.(Angela si affaccia per spiare)

GIACOMO.E che m’importa se entra qualcuno.

NANCY.Si però non voglio fare sparlare nessuno, specialmente su te.

GIACOMO.A me non m’interessa della gente. Io ti volevo dire….se…

NANCY.Dopo, dopo me lo dirai. Giacomo.

GIACOMO.Ormai che ero qui?

NANCY.(spingendolo verso l’uscita)Vattene, per favore, io devo lavorare.

GIACOMO.(rassegnato)Va bene. Sarà per un’altra volta. Ciao Nancy.(esce)

NANCY.Ciao. Ci mancava anche questa. Gli è venuta la fretta ora, oltre la parola. Basta, ora glielo dico, quel che sarà, sarà. (fa dei respiri profondi, poi di corsa apre la porta dello studio) Dottore, io, le volevo dire...(si blocca, ma contemporaneamente entra Lucio)

LUCIO.(entrando)Permesso?

DOTTORE.Si Nancy, cosa vuoi dirmi?

NANCY.(avvinta)Le volevo dire, che c’è un signore di là.

DOTTORE.Si, fallo passare.

NANCY.(a Lucio)Si accomodi prego.(gli richiude la porta, e disperandosi torna a fare l’uncinetto)

LUCIO.Buongiorno, piacere Lucio Fiorelli.

DOTTORE.(dandogli la mano)Piacere Razzo. Fiorelli, come Fiorello, solo con la i finale.

LUCIO.Si come Fiorello, solo con la i finale.

DOTTORE.Prego si accomodi.

LUCIO.Grazie. Come ha già capito, sono un informatore farmaceutico.

DOTTORE.Si, l’avevo intuito.

LUCIO.Ne ero sicuro, come sono sicuro che lavoreremo bene assieme.

DOTTORE.Beh, ci proveremo.

LUCIO.( con sorrisini e sguardi ammalianti)Molto bene, quando c’è la disponibilità dell’interlocutore, viene proprio la voglia di lavorare.(rimane incantato a fissarlo)

DOTTORE.(cerca di non incrociare lo sguardo, un po’ imbarazzato)Bene, se vogliamo procedere.

LUCIO.(c.s.)Oh, mi scusi, si procediamo. Quindi, io promuovo la linea della casa farmaceutica Protos, ne ha sentito parlare?

DOTTORE.Si, ne ho già sentito parlare.

LUCIO.Speriamo bene?

DOTTORE.Diciamo che ne ho sentito parlare, così superficialmente, comunque, bene.

LUCIO.(c.s.)N’ero sicuro. La nostra linea di farmaci, tratta tutte le patologie, a partire dal semplice raffreddore, all’emicrania, ai dolori muscolari, ipertensione e così via. Inutile farti la lista delle malattie. Volevo invece attirare la tua attenzione su questo nuovo farmaco della Protos, (prendendolo dalla 24 h) di cui abbiamo avuto risultati sorprendenti. Sono delle compresse contro l’insonnia, ovviamente, ho qui solo le confezioni da 10 mg, ma ci sono anche da 50 mg, e come ti dicevo i risultati....

DOTTORE.(interrompendolo)Si, scusi signor Fiorello, scusi Fiorelli.

LUCIO.Se non le dispiace, potremmo darci del tu, tanto siamo coetanei, siamo colleghi, e poi son sicuro che avremo un buon feeling. Io mi chiamo Lucio.

DOTTORE.Io Renzo.

LUCIO.Oh, che coincidenza, come Renzo e Lucia, solamente con la o finale.

DOTTORE.Si, infatti, con la o finale. Senta signor Lucio.

LUCIO.Ma eravamo rimasti che ci davamo del tu.

DOTTORE.Hai ragione, Lucio, ma sai, sono abituato con i pazienti a dare a tutti del lei.

LUCIO.Si capisco Renzo.

DOTTORE.Bando alle ciance Lucia, oh scusa Lucio.

LUCIO.(per niente offeso, anzi)Oh, bella questa, Lucia.

DOTTORE.Non volevo, ma prima con il Renzo e Lucia del Manzoni, mi sono confuso. Scusami.

LUCIO.Non preoccuparti, non faccio caso a queste sciocchezze. E poi, non sarà una vocale a cambiare i nostri rapporti, no?

DOTTORE.Certo. Lasciami il catalogo e qualche campione, farò qualche esperimento sui pazienti.

LUCIO.Si. Ma prima ti volevo dare qualche delucidazione!

DOTTORE.Ma non è necesssario. Non perdiamo tempo. Sono sicuro che sono ottimi farmaci.

LUCIO.(uscendoli  dalla 24 h)Si certo Renzo. Ti lascio un po’ quello che è d’uso frequente. Poi, in qualsiasi momento del giorno, o della notte, mi chiami. Questo è il mio biglietto da visita, anzi se mi dai anche il tuo cellulare.

DOTTORE(contrario)Ma no, non è necessario. E poi, non lo porto quasi mai.

LUCIO.(prende i bigliettini)Va bene, mi accontento del numero dello studio per ora.

DOTTORE.(alzandosi)Ok. Allora alla prossima.

LUCIO.Si alla prossima, speriamo presto Renzo.

DOTTORE.Chi lo sa? Dovremmo chiedere a Manzoni, Lucia..

LUCIO.Mi piaci, sei molto simpatico.

DOTTORE.Anche tu, Lucia. Sto scherzando, non te la prendere.

LUCIO.Si, puoi scherzare, sono una che non se la prende.

DOTTORE.(sorridendo)Ti sei un po’ ingarbugliato, hai detto una invece di uno.

LUCIO.Infatti, va bene ci vediamo presto, ciao.(gli da la mano e tirandolo lo bacia)

DOTTORE.(colto all’improvviso)Ciao. (poi si toglie il camice per uscire di fretta)

LUCIO.(esce in saletta, e dopo aver salutato esce)A rivederla signorina.

NANCY.Arrivedergliela....finalmente se ne andato. Adesso tocca a me (c.s.) Dottore io...

DOTTORE.(interrompendola, con la 24 h in mano pronto per uscire)Anche io Nancy, anche io.

NANCY.(euforica, fraintendendo)Anche lei cosa?

DOTTORE.Quello che stavi dicendo tu.

NANCY.(c.s.)Allora perchè non me lo dice lei!

DOTTORE.Ma lo sai Nancy, che con me non devi avere vergogna, non ci sono problemi.

NANCY.Ma veramente m’imbarazza un po’.

DOTTORE.Ma che ti imbarazzi a fare, non ci conosciamo mica da ieri.

NANCY.Lo so, ma mi vergogno.

DOTTORE.Nancy Nancy, ti vergogni a dirmi che stasera hai da fare e vuoi andare un po’ prima? Ma dai su. Stasera guarda caso, anch’io ho da fare.

NANCY.(imbambolata)Ah...

DOTTORE.Visto, l’ho detto io, sei contenta? Ma le prossime volte quando avrai da fare, dillo senza problemi, capito? Ok, io vado, ci pensi tu a chiudere?

NANCY.(triste)Si dottore.

DOTTORE. (con una pacca)Dai su con la vita, vai dal tuo principe azzurro. Buona serata. (esce)

NANCY.(piange a squarciagola, poi piagnucolosa)Come devo farglielo capire? Come devo fare? (idea) Ora gli scrivo una lettera. Perché non mi è venuta prima quest’idea.(prende carta e penna) Caro amore mio, no no, forse è meglio, caro dottore mio. Caro dottore mio.....da quanto ha.....che lavoro qua, la mia vita, ha cambiato, punto. Totalmente, punto di nuovo. Quando alla sera....finisco il lavoro....è come se muoio...perché, mi devo distaccare...da lei....ma con il pensiero...che domani...lo vedo di nuovo...mi consola…virgola, e così per tutti...i giorni....della mia vita, amen, che amen, punto. Io vedo in lei...anzi... visto che oramai che....mi ho dichiarato...ti do del tu...io vedo in tu... il maschio...della mia vita...che mi ama....mi coccola....e mi protegge sempre, punto. Io ti ho amato dal primo attimo...che ti ho veduto, virgola, e ti amerò per sempre...anche se a te non t’importerebbe...niente di me...sappi che a me si. Ora che....mi ho aperto dichiarandoti ...l’amore

mio...spero che...anche tu ti apri con me....e così tutti due...ci chiudiamo nel…nostro… nido...di amore. Punto. La tua adorata...innamorata...appassionata...segretaria, Nancy.(la bacia stampandogli le labbra, le mette un po’ di profumo, la mette sulla scrivania del dottore, mettendogli una rosa sopra) Ah. Così è sicuro che capirà.(esce chiudendo le luci e la porta)

ANGELA.(entra e accende la luce, paurosa, va nel ripostiglio e prende la scopa e comincia a pulire, poi spaventata) Cos’è stato? Oh mamma mia, perché sono venuta da sola, io sono paurosa.(riprende, da dietro la porta che socchiude)Quel cretino  di mio marito non è voluto venire, c’è la partita, e lui vive solo di partite. Adesso, in un baleno faccio tutto, tanto non è poi così sporco, la settimana passata ho pulito, quindi. Anzi, non c’è bisogno neanche di lavare, adesso do una spolverata e una scopata. (va nel ripostiglio a prendere l’occorrente, e comincia a spolverare in saletta, canticchiando ma guardinga, poi passa nello studio e si accorge della lettera, la prende, la odora la guarda contro luce)E questa lettera? Accidenti, è chiusa ... mamma mia che profumo...non si riesce a leggere...e che labbra. (guardando con attenzione) Se non sbaglio...sono quelle di Nancy...si, sono sue...e il profumo è quello che usa lei. Ma tu guarda, ha i bollori la signorina, che tempi signori miei, che tempi, le donne che importunano i maschi. Come cambia il mondo! E più avanti si va e più cambierà. Altro che Giacomo? Il partito se l’è cercato buono. Ma io avevo notato qualche atteggiamento strano. Eh furbacchiona, mah, meglio lei che un’estranea. (riponendola) Meglio sbrigarsi, altrimenti faccio mezzanotte.( prende la scopa)

NANCY.(rientrando)Avevo visto bene dalla strada che c’era luce. Sono con la testa in aria.(esce)

ANGELA.(rientrando con la scopa va in saletta, ma vedendo buio rallenta) Mah, che cretina, ho spento la luce, come se la pagassi io! (la riaccende scopa canticchiando, poi nello studio e ricomincia da dietro la porta che socchiude, poi va nel ripostiglio)

NANCY.(rientrando guardinga)Mah, stasera fa i capricci la corrente? ( spegne, e si accorge che nello studio è accesa) Anche nello studio l’ho dimenticata accesa!(la spegne e va per uscire)

ANGELA.(dopo che Nancy spegne la luce esce)E che ci stanno i fantasmi che giocano con la luce?

NANCY.(subito)Si i fantasmi! Ci sarà un corto circuito..(si blocca spaventata)Mah, adesso sento anche delle voci.

ANGELA.(spaventata)O Dio, adesso sento anche le voci.(si avvicinano pianissimo all’interruttore, facendo in modo che si sfiorino le mani)

NANCY.(quando sente la mano grida uscendo di corsa)Aaahhhh....mi hanno toccato....

ANGELA.(anche lei grida, ma si butta a terra in ginocchio pregando)Aaahhh…gli...spi…gli spi, gli spiriti, gli spiriti... Gesù Giuseppe e Maria, liberate l’anima mia. (segnandosi lo dice più volte, poi si fa coraggio) Calmati Angela, calmati, non esistono gli spiriti, non esistono.(alzandosi piano va ad accendere la luce, e guardando dappertutto) Visto? Visto, non c’è niente? E’ soggezione. Avanti, forza, fai quello che devi fare e andiamo. Forse è meglio che pulisca domani, già è tardi. Altrimenti domani mattina faccio fatica ad alzarmi. (lascia la scopa e piano  si avvia in saletta, poi di corsa esce spaventata)

FINE I ATTO

II ATTO

(mattina, Nancy entra un po’ guardinga e paurosa, per la sera prima)

NANCY.(a voce alta)E siamo di nuovo qua.(come se aspettasse la risposta di qualcuno, poi piano va nello studio e si accorge della scopa) E questa scopa? L’avrà dimenticata quella sbadata di Angela.(un po sospettosa) Ma quando è venuta a far la pulizie? Mah? (con paura la riporta nel ripostiglio) Ah, la lettera! (la guarda attentamente) Sembra che non è stata toccata.

GIACOMO.(entra in silenzio, quando Nancy esce dallo studio la saluta)Ciao Nancy.

NANCY.(spaventata)Mi hai fatto spaventare!

GIACOMO.Scusa, non l’ho fatto apposta.

NANCY.Ma che fai qui, così presto?

GIACOMO.Sono venuto per dirti quella cosa.

NANCY.Di nuovo?

GIACOMO.Di nuovo cosa? Se ancora non t’è l’ho detto?

NANCY.Ma, prché tutta questa fretta? Poi me l’ha dirai.

GIACOMO.No. Io te lo voglio dire adesso. Io non resisto più. Nancy, io...ti.... io...ti...io ti amo.

NANCY.(meravigliata)Come hai detto?

GIACOMO.Si. Io ti amo. E tu?

NANCY.Io cosa?

GIACOMO.Tu mi ami? Mi vuoi come il tuo fidanzato?

NANCY.Mah, così, subito, non ti posso rispondere!

GIACOMO.Non ti piaccio? Sono brutto?

NANCY.No, non è questo!

GIACOMO.E allora, perché non ci fidanziamo?

NANCY.Ma il coraggio di parlare, ti è venuto adesso?

GIACOMO.Si. Guardandoti, è l’amore che mi fa parlare. Allora che dici?

NANCY.Giacomo, cosa vuoi che ti dica?

GIACOMO.(piagnucoloso)Non mi vuoi?

NANCY.No, si, però devo pensarci. Non è una risposta che si può dare subito!

GIACOMO.Va bene. Aspetto un po’, vengo tra mezz’ora.

NANCY.Accidenti, aspetti tanto! Giacomo, io non so, ho bisogno di un po’ di tempo.

GIACOMO.Quanto?

NANCY.Non lo so quanto. Facciamo che t faccio sapere io. Va bene?

GIACOMO.Passo fra tre giorni?

NANCY.Ti ho detto che mi farò sentire io.

GIACOMO.Va bene. Non farmi aspettare tanto, io starò con l’animo sospeso!

NANCY.E tu l’animo, non sospenderlo. Ora vattene, io devo lavorare, ciao.

GIACOMO.(uscendo)Ciao Nancy. A presto. Ciao.

NANCY. Ci mancava anche Giacomo. Adesso  non mi darà pace. Non ho avuto il coraggio di dirgli subito no, e poi non si sa mai, lo tengo di riserva.

MARA.(entra con suo figlio che tiene per mano, e con un cesto)Permesso? Siediti là Stefanino.

STEFANO.(indicando la sedia, per tutto il tempo si tocca perché ha dei fastidi)Qua mamma? Eh?

MARASi, si.

NANCY.Buongiorno, dovete aspettare, il dottore non ha arrivato ancora.

MARA,Non si preoccupi, io sono venuta prima per non trovare gente.

NANCY.Siete assieme?

MARA.Si, è mio figlio, Stefanino saluta, dai.

STEFANO.Buongiorno signorina.

NANCY(guardandolo con interesse, sottovoce)Mica male? Ciao, io sono Nenzina.

STEFANO.Mamma, hai sentito come si chiama? Nenzina.

MARA.Ah...hai visto. Signorina, per curiosità, ma quanti anni ha?

NANCY.Ventidue.

MARA.Ma è ancora una bambina! E sua madre, la fa già lavorare?

NANCY.Veramente lavoro già da 4 anni, da quando ho preso la patente.

MARA. Ha anche la patente? Secondo me, è ancora troppo giovane per uscire sola da casa.

NANCY.Apposta lei accompagna suo figlio, ha paura a farlo uscire da solo?

MARA.Certo! Per me, mio figlio è sempre un bambino.

NANCY.Si vede. Quanti anni ha?

STEFANO.28.

MARA.Si, 28 tra un mese!

NANCY.Infatti, ancora ha bisogno de latte della mamma. Signora, suo figlio a quest’ora doveva essere già sposato con figli, no sotto la sua gonna.

STEFANO.Si, si, io mi voglio sposare.

MARA.Zitto tu. Ma dico, signorina, non gli metta strane idee in testa, ancora non è il momento.

STEFANO.(entusiasta)Si, è il momento. È da un po’ che io sono pronto per fare i figli.(a Nancy)

NANCY.Allora, non sei fidanzato?

MARA.Ei...ma cosa dice? Signorina, le ho detto che non è ancora il momento.

STEFANO.(convinto, un po’ autoritario)E io dico che è il momento. Vero Benzina?

NANCY.Si. Io mi chiamo Nancy. Scherzavo prima. E tu, perché ti fai chiamare Stefanino? Ormai non sei più un bambino, ti devi far chiamare Stefano!

STEFANO.(euforico)Capito mamma? Io non sono un bambino, e mi chiamo Stefano.

MARA.Quando arriverà il dottore! Perché sono venuta prima. Tu guarda quante strane idee gli ha messo in testa.

NANCY.Ma che strane idee? Lei deve lasciarlo libero suo figlio, non tenerlo sotto la gonna, ormai è il momento che si sistemi, che trovi una bella fidanzata e che faccia tanti figli!

STEFANO.(c.s.)Si, si. Sono pronto.

NANCY.(civettuola gli fa una carezza)Scusate, vado un attimo nello studio. Ciao Stefano, anzi Stefy, è più carino, più intimo.(esce)

STEFANO.(traballando per la contentezza)Ciao Nancy.

MARA.(autoritaria)Basta ora, Stefanino, basta.

STEFANO.Mamma!

MARA.Niente mamma. (poi parlando in playback)

NANCY.(dallo studio)Che fico, un po’ imbranato, ma bello. Per forza, sua madre non lo lascia respirare. Quasi quasi, ci faccio un pensierino.(guardando la lettera, prendendola, riposandola, e ancora) Che faccio? Sono indecisa! Basta la tolgo, ho aspettato tanto, se aspetto ancora un po’ non fa niente. (mette la rosa nel vaso, e la lettera nel seno) Dottore mio, non è un tradimento, è che tu non ti sei ancora deciso, e io ho trovato di meglio. Che fico, che fusto. Adesso lo faccio svegliare io in 4 e 4, 8.(ripensandoci) E se non si sveglia?... rimetto la lettera al mio dottore. (esce)

STEFANO.(appena la vede)Cia Nancy.

MARA.(zittendolo)Ancora?

NANCY.(con sguardo fulminante)Ciao Stefy.

DOTTORE.(entrando di corsa)Buongiorno, scusate il ritardo, ma stamattina c’è un traffico pazzesco. Nancy fai passare il primo.

NANCY.Sono assieme dottore, lei è la mamma e lui il figlio, Stefano.( Mara truce)

DOTTORE.(entrando nello studio, mette il camice)Prego, accomodatevi.  É da molto che apettate?

MARA.(seccata)Il tempo necessario.

DOTTORE.(sedendo)Ditemi tutto.

MARA.Allora dottore, mio figlio Stefanino...

STEFANO.(interrompendola)Stefano, mii...

MARA.(truce, con tono più alto)Mio figlio, da un po’ di giorni figghiu, ha un bruciore continuo.

DOTTORE.Mi scusi, gli brucia cosa, lo stomaco?

STEFANO.No, più giù.

MARA.Zitto. Più giù dottore, più giù. Come devo spiegarglielo, gli brucia…proprio lì, ha capito?

STEFANO.E diglielo mamma. Mi brucia il pisellino dottore.

DOTTORE.(sorridendo)Ho capito. Ma cosa il pene o i testicoli?

STEFANO.Cosa?

MARA.Ma, non ha detto di aver capito?

DOTTORE.Si, ma vorrei sapere se sono i testicoli, o il pene.

MARA.Io non capisco cosa vuole sapere.

DOTTORE.Non fa niente ora lo visito. Intanto dimmi, per caso hai mangiato tanti dolci in questi giorni, cioccolata, marmellata, miele, insomma cose molto zuccherate?

STEFANO.No, vero mamma?

MARA.Si, noi mangiamo solo quello che produciamo, abitiamo in campagna, e nell’orto coltivo un po’ di tutto. Anzi, gli ho portato delle uova, sono freschissime, di stamattina.

DOTTORE.(mettendosi i guanti va verso il separé)Grazie, molto gentile. Vieni Stefano che ti visito. Mettiti qua e abbassa i pantaloni.

STEFANO.(che è dietro il separé)Mi vergogno.

DOTTORE.Avanti su, di cosa ti vergogni, tra maschi non ci si vergogna.

MARA.É timido.

STEFANO.Si, sono timido timido.

DOTTORE.Avanti su. Ormai hai passato l’età della timidezza. Mi sembri abbastanza cresciuto.

STEFANO.E va bene, ma si scanzi.

DOTTORE.(sbalordito)Uh, la Madonna.

MARA.(preoccupata)Dottore, com’è?

DOTTORE.Non c’è male, non c’è male.

STEFANO.E come se mi fa male!

DOTTORE.(esce per andare in bagno)Ora provvediamo subito.

STEFANO.Mamma, cosa mi fa il dottore? Non è chi mi farà ancora più male?

MARA.Non aver paura, non ti farà male Stefanino.

STEFANO.(uscendo solo la testa dal separé)Stefano, capito, oh...

DOTTORE.(rientrando con una bacinella d’acqua)Ecco qua, adesso rimediamo subito

MARA.Dottore, stia attento a non stemperarglielo!

DOTTORE.(andando dietro al separé)Non si preoccupi.

STEFANO.(preoccupato)Dottore cosa devo fare?

DOTTORE.Tu niente. Stai fermo che adesso me la vedo io.(si sente un rumore di incandescenza, poi fumo) E che è, non ci posso credere. Mai vista una cosa simile.

STEFANO.(sospiri di sollievo)Aahh...che bello...che bello...    

DOTTORE.Passato?

STEFANO.Si, ma più tardi mi brucerà di nuovo.

DOTTORE.Non preoccuparti, ora ti dò la curetta. ( va a posare la bacinella) Ti puoi rivestire.

MARA.Dottore com’è?

DOTTORE.(rientrato si siede)Grande, molto grande.

STEFANO.( uscito dal separé, poi si siede)Visto? Anche il dottore dice che ormai sono grande?

MARA.Io intendevo, al bruciore, si tratta di qualche infezione?

DOTTORE.(ironico)Infezione? Non direi. Perché credo che suo figlio non ha mai avuto rapporti.

MARA.(dispiaciuta)Invece uno l’ha avuto. A scuola a 11 anni.

DOTTORE.Perbacco, così precoce?

MARA.Purtroppo si. Durante la ricreazione è successo il tutto. Mio figlio usciva dal bagno, e una bambina invece usciva, Stefanino è stato sempre imponente di statura, assomiglia alla buon’anima di suo padre. Allora, lui uscendo urtò con la bambina che cadde a terra, facendosi male alla testa. Il professore credendo che fosse stato mio figlio a farle lo sgambetto gli fece il rapporto.

DOTTORE.Ah, ho capito, va bene signora, se aspetta fuori, vorrei parlare un po’ con suo figlio.

MARA.Perché non posso rimanere, cosa vuole dirgli?

DOTTORE.Niente, voglio solo parlare con lui di certe cose.

MARA.Ma io non mi intrometto, non parlo, dopo tutto è mio figlio!

DOTTORE.Si, però tra uomini è più facile parlare di certi argomenti, e poi magari suo figlio si vergogna di lei.

MARA.No, no, lui non si vergogna di me. Vero Stefanino?

STEFANO.(la spinge fuori)Si, mi vergogno, aspetta fuori.

MARA.(mentre viene spinta)Mi raccomando dottore, non lo scandalizzi. (esce)

STEFANO.(approfitta per salutare Nancy, poi rientra)Ciao Nancy.

NANCY.Ciao Stefy. Cos’è, l’hanno buttata fuori?

MARA.(truce) No. Li ho voluti lasciare da soli, così parleranno tra loro maschi. (si guardano truci)

DOTTORE.Allora Stefano, dimmi un po’. Hai mai fatto sesso?

STEFANO.Non so cosa voglia dire, ma sono sicuro che mi piacerà.

DOTTORE.Si. Penso che ti piacerà. Ecco, vedi, tu sei stato, come si suol dire, sotto la gonna della mamma, e quindi hai perso, o ti hanno fatto perdere la dimensione, la misura del tempo che passava, perdendo così l’età in cui avresti dovuto fare le tue esperienze sessuali. Ma pazienza, vorrà dire che comincerai da adesso.

STEFANO.Si si, voglio cominciare subito con Nancy.

DOTTORE.Beh... non avere fretta adesso. Con le ragazze, prima ci si parla, ci si esce, poi…

STEFANO.(interrompendolo)E poi si va al sesso?

DOTTORE.Si. più o meno. Tu hai visto Nancy, che è una bella ragazza.

STEFANO.E come!

DOTTORE.Però, devi andarci piano, con i piedi di piombo, perché potrebbe essere già fidanzata, per questo,  prima uno parla, cerca di farle qualche domanda, e poi se è libera uno va alla carica.

STEFANO.(fa il relativo gesto)E poi...

DOTTORE.Non essere volgare. Mi sa che tu ti stia aprendo troppo in fretta.

STEFANO.Devo guadagnare il tempo perso!

DOTTORE.Il primo consiglio che ti do, è quello di uscire, di fare amicizie, con ragazze, ragazzi...

STEFANO.(interrompendolo)Ragazze, ragazze.

DOTTORE.Si, ma anche amici, con cui andare al cinema, a mangiare una pizza. E poi cerca di...

STEFANO.(c.s.)Di fare il sesso.

DOTTORE.Si, anche quello, ma prima devi corteggiarle, devi colpirle, devi farle perdere la testa. Per cominciare, dovresti vestire da adulto, un po’ alla moda. Cerca di curare l’aspetto.

STEFANO.Si ma dopo chi iò mi vestu bonu, comu si faci a fari...u sessu.

DOTTORE.(sorridendo)

Non ti preoccupare per quello. Quando sarai di fronte alla situazione, il tuo istinto mascolino ti guiderà. Intanto cerca di fare quello che ti ho detto. Se avrai bisogno di un consiglio sarò quà.

STEFANO.Va bene dottore, grazie. Adesso vado, perché ci vuole di nuovo l’acqua.

DOTTORE.Segui il tuo istinto mascolino, vedrai che non ci sarà bisogno dell’acqua. Corri in bagno, e fai quello che il tuo corpo ti chiede.

STEFANO.(guadagnando l’uscita di corsa)Va bene, grazie dottore. Ciao Nancy, ora scappo, vado dal mio istinto mascolino, ma ci rivedremo, eccome se ci vedremo. Andiamo mamma.(esce)

MARA.(segnandosi)O Gesù Gesù, non lo riconosco più, Stefanino. (esce)

DOTTORE.(affacciandosi in saletta)Quante se ne vedono.

NANCY.Infatti. Troppo protettiva la mamma. Lo ha fatto restare un bambino.

DOTTORE.Penso che da oggi in poi cambierà, gli ho spiegato alcune cosette della vita a Stefano.

NANCY.(soddisfatta)Ah si? Bene, bene. Ah, dottore, ma stamatina, ho trovato la scopa nel suo studio, ne sa qualcosa?

DOTTORE.L’avrà dimenticato Angela ieri sera.

NANCY.(sorpresa)Ieri sera?

DOTTORE.Si, non ti ha detto che per adesso farà le pulizie la sera, dopo la chiusura dello studio?

NANCY.No.

DOTTORE. L’avrà dimenticato. (rientrando, chiude la porta, si siede e legge)

NANCY.Allora era lei ieri sera, che mi ha fatto prendere uno spavento? Ora ci penso io.

GRAZIA.(entra con cappotto e su il capo un foulard) Salve.

NANCY.Buongiorno. È arrivato l’inverno?

GRAZIA.(indifferente)No, perché? C’è il dottore?

NANCY.(volendola annunciare)Si un attimo...

GRAZIA.(fermandola)No, non si disturbi, mi annuncio da me.(entra in studio)

NANCY.É vizio di famiglia non farsi annunciare.

DOTTORE.(al vederla resta di stucco, tossisce, si alza)Ehm...signora..come mai qui?...da sola?

GRAZIA.(a suo modo)Ciao dottorino, sono venuta a fare la terapia, l’hai dimenticato?

DOTTORE.(c.s.)Veramente...non so... cosa...come...aiutarla.

GRAZIA.(avvicinandosi piano)Non ti preoccupare lo so io, caro il mio dottore.

DOTTORE.(tossendo)So, che lei lo sa, ma non credo suo marito sia d’accordo.

GRAZIA.Mio marito. E su cos’è d’accordo lui? E poi, non devi preoccuparti, lui non è qui, quindi?

DOTTORE.Si, ma...io... non posso...e poi c’è la segretaria, arrivano i pazienti.

GRAZIA.(eseguendo)E noi chiudiamo la porta a chiave, così non ci disturberà nessuno.

NANCY.(sentendo la chiave)Ma, perché ha chiuso la porta a chiave? Non è che quella gallinella ci vuole provare? (guarda dal buco della serratura) Adesso busso....ma, pensandoci, a me cosa importa, ormai ho trovato Stefano.

STEFANO.(entra vestito da playboy, con una rosa in mano)Ciao bambola.

NANCY.(al vederlo non crede ai suoi occhi, poi quasi ansimando)Oh Stefy...

STEFANO.(avvicinandola, per darle la rosa)Che ne dici di andare a prendere un drink, Nancy.

NANCY.(si avvicina anche lei, prende la rosa e quasi si baciano)Stefy, come sei sexy. Accetto con molto piacere.(avvicinandosi alla porta dello studio, ma guardando Stefano) Dottore!

DOTTORE.(rianimato per l’intervento di Nancy)Si Nancy!

NANCY.Le dispiace se escio un attimo, torno subito, tanto lei sarà impegnato per un po’.

DOTTORE.Veramente Nancy...

NANCY.Oureuare, a dopo.

STEFANO.(prendendola per mano)Andiamo bambola.

NANCY.(pizzicandogli le guance)Si bambolotto mio.(escono)

DOTTORE.(aggirando Grazia, apre la porta)Nancy, Nancy, ma dov’è andata.

GRAZIA.(tirandolo dentro e richiudendo la porta)Soli è meglio. Così nessuno ci disturberà, mentre faremo la terapia...intensiva.... (lo accarezza)

DOTTORE.(cercando di allontanarsi)Ecco... io...

GRAZIA.Tu, cosa?

DOTTORE.Io... non penso sia una buona idea..la...la...terapia...

GRAZIA.(lo avvicina, spalle al pubblico, allarga il cappotto)Ah si? E cosa ne dici di quest’idea?

DOTTORE.(come se fosse nuda, a bocca aperta, chiude gli occhi, li riapre)Oh....Dio, ma che fa?

PAOLO.(entra velocemente, annusando come un segugio)Non c’è nessuno! Se non è qui, è passata da qui, il fiuto non mi tradisce. Dottore!(apre la porta)

GRAZIA.(coprendosi)Cielo mio marito.

DOTTORE.(spaventatissimo)Cielo sono finito!

PAOLO.(incredulo, truce, poi sorridente)Sorpresa! L’ho detto che il fiuto non mi tradisce.

DOTTORE.(c.s.)Guardi che c’è un malinteso, non faccia conclusioni affrettate.

GRAZIA.Caro...

PAOLO.(che nel frattempo è diventato nero in volto, poi con fermezza)Zitta tu.(prende il coltello) Dopo quest’affronto, non posso andare via, se non scorre il sangue.

GRAZIA.(la solita carezza all’orecchio)Ma Paolino mio, che vai pensando...

CAMMUNU.(dapprima si addolcisce, poi ritorna in se, e la scansa)Zitta, e non toccarmi. La donna è donna si sa, ma l’uomo deve controllarsi.

DOTTORE.(quasi morto)Ma...

PAOLO.(interrompendolo)Niente ma e mi. Stavo dicendo, voglio vedere il sangue che scorre.(avvicinandosi al dottore, aumenta sempre più il tono e il nervosismo) A me, Paolo Storno, mai nessuno si è permesso di guardare mia moglie, neanche con gli occhi, e lei, che ha avuto l’onore di visitarla, è andato oltre, mi ha fatto oltraggio. Quindi, ora ne voglio soddisfazione.(non controllandosi dai nervi, contro il dottore) Sangue rosso, voglio vedere.

GRAZIA.(sbattendo il fagiuolo in testa al marito, che sviene a terra)Forza dottore.

DOTTORE.Oh Dio, mi tremano le gambe, mi sento svenire.

GRAZIA.(avvicinandosi al dottore)Dai su riprenditi, che adesso dobbiamo fare la terapia!

DOTTORE.Ma lei è pazza?

GRAZIA.(apre il cappotto)Si, sono pazza di te. Concupiamo, abbiamo tempo prima che si risvegli.

DOTTORE.(incredulo)Se, si risveglia. Ma si copra, e la smetta con questa commedia!!

GRAZIA.(cercando di baciarlo)La mia non è per niente una commedia, io ho bisogno di te.

DOTTORE.(la scansa e va dal marito)Basta, ora la finisca. Vediamo di far riprendere suo marito.(tasta il polso, prende una boccettina, la passa sotto il naso) Mi dia una mano a tirarlo su.

GRAZIA.(lo aiuta, ma cercando dei contatti con il dottore)Oops...mi scusi.

DOTTORE.(lo mette sulla sedia)Faccio da solo. Per favore si ricomponga, che adesso dovremo spiegare tutto a suo marito.

GRAZIA.(ironica)Si, mio marito. Adesso non ricorderà nulla, non è la prima volta che lo faccio.

DOTTORE.(incredulo, dando schiaffetti al marito per svegliarlo)Ma lei è proprio una pazza.

GRAZIA.(raccogliendo la coppola, il coltello che metterà in tasca al marito) Si. Sono pazza. Sono pazza di gioie, di desideri, di passioni, di coccole, d’affetto, che mio marito non mi da, è forse una pazzia questa? O è soltanto un modo per sentirsi viva, in questa vita effimera?

PAOLO.(toccandosi la testa)Hai, hai, chi duluri di testa, comu mi gira, hai hai, chi fu?

DOTTORE.Niente tutto ok, non si preoccupi.

PAOLO.(alla moglie)Ma cos’è successo? Che ci faccio dal dottore?

GRAZIA.Niente Paoluccio, hai avuto un piccolo abbassamento di pressione. Dai, andiamo a casa.

PAOLO.Che dolore di testa, sembra di aver preso una mazzata.

DOTTORE.(asserendo)É l’effetto del...del...delle gocce, passerà tra un paio di giorni, salvo complicazioni, vero signora?

GRAZIA.Si dottore, sarà quello. Grazie per ora. La saluto, e spero di essere persuasiva, la prossima volta. Altrimenti dovrò usare maniere forti anche con lei.

DOTTORE.Uhm. Spero invece che trovi la pace e l’armonia dei sensi. Arrivederci.(si salutano)

PAOLO. (toccandosi la testa)Arrivederci dottore. Mischia, che dolore ste gocce. (escono)

DOTTORE.(li accompa in saletta, dove rimane)Mah... Che strane cose...in questo strano mondo...

NANCY.(entra ballando e canticchiando con il rossetto sbavato)La..la..la...

DOTTORE.Cosa ti è successo Nancy?

NANCY. (c.s., poi prende il dottore e balla)Ho trovato il principe azzurro. Mi sono innamorata...

DOTTORE.(cerca di divincolarsi)Sono contento per te, ma io non so ballare, mi tremano un po’ le gambe, mi gira la testa.

NANCY.(euforica)Anche a me gira la testa, ma quando si è innamorati, è bello questo giramento.

ANGELA.(entra con Marisa, e guardano la scena)Ma che bella sorpresa!!

DOTTORE.(lasciando Nancy)Ma che sorpresa, c’è un malinteso. Un altro.

ANGELA.(sarcastica, ammiccando a Marisa)Si, si, conosco il malinteso. Vengo dopo per le pulizie. Andiamo Marisa, c’è il malinteso.(escono)

DOTTORE.Visto cosa hai combinato?

NANCY.(c.s.)Non si preoccupi. Presto anche loro conosceranno il mio principe azzurro.

DOTTORE.(entra in studio, si toglie il camice per uscire)Io vado, ci vediamo domani, buona serata con il tuo principe azzurro.

NANCY.Grazie. Sono, come se volassi, con la testa fra ne nuvole.

DOTTORE.Cerca di non perderla troppo la testa. Stai con i piedi per terra. Ciao. (esce)

NANCY.(c.s.) Caro dottore, tu non mi hai voluto, e ora mi concedo al mio Stefy. (cambia tono) Anzi, devo sbrigarmi a nascondermi, adesso glielo do io il malinteso.(prende le sue cose, chiude la luce in saletta, poi va nello studio, fa le prove per posizionarsi, parlando a soggetto, poi sceglie il separé, suona il telefono, esce ma rientra) Anche il telefono, ma chi è a quest’ora? Sarà meglio non rispondere, tanto, sono le otto passate. Stanno arrivando. (sentendo rumore si nasconde)

ANGELA.(fuori scena) Entra e accendi la lucei.

MARISA.(entra per prima, e accende la luce, Angela le sta attaccata dietro)Aaahh.…lo spirito..

ANGELA.(piagnucolosa)Aaah...lo sapevo, lo sapevo...

MARISA.(ridendo)Ma non è vero, stupida, scherzavo.

ANGELA.(dandole uno spintone)Ma ti sembrano scherzi da fare. Non si scherza con gli spiriti.

MARISA.Ma che, non esistono gli spiriti. Visto Nancy invece, come stringeva il dottorino?

ANGELA.Te l’avevo detto. Alla fine ci sarebbe cascato. Fatti suoi.

MARISA.Per me non stanno così bene assieme.

ANGELA.Perché?

MARISA.Se non sbaglio lui ha 15 anni in più di Nancy!

ANGELA.E con questo? Coi tempi che corrono, guardi l’età. Adesso non si fa più attenzione all’età. Non vedi in tv, ci sono coppie che si differenziano di 20/30 anni. Ormai è così. Piuttosto cominciamo, altrimenti facciamo tardi. Vai ad accendere la luce nello studio.

MARISA.Perché, tu non puoi andarci?

ANGELA.Io ho paura.

MARISA.Ti ho già detto che non esistono gli spiriti. Vai e accendi la luce.

ANGELA.(lentamente, entra la mano, cercando l’interruttore, ma Nancy la tocca, scappa)Aahh... ci sono, ci sono, mi hanno toccato la mano.

MARISA.La finisci adesso. Vediamo se toccano me.(entra e accende la luce) Visto, come mai a me non l’hanno toccata? Forza, entra e fai quello che devi, io sistemo qui.

ANGELA.(si riprende, fa dei respiri, poi entra con circospezione)Va bene, non ci sono spiriti. Sto andando in bagno a prendere la scopa Marisa.

MARISA.(che si è messa un camice a mo di fantasma)Si, si, sono qui.

ANGELA.(riesce con la scopa e vede il fantasma, Nancy, che ha spento la luce e si è messa al centro dello studio, tremante) Maaa… Maaa… Maarisa… Marisa…lo..lo..lo… spirito, lo spirito.

MARISA.(entrando nello studio)Si, c’è lo spirito, sta arrivando...

ANGELA.Maa… Maa…du..du…due spi…due spiriti. (sviene a terra)

MARISA. (ridendo si toglie il camice) Ma che spirito sono io.(alla vista di Nancy si spaventa) Ah....ah...ah, lo spirito, lo spirito.

NANCY.(muovendosi camuffando la voce)Aahh aahh aahh... io sono lo sspiiritooo...

MARISA.(inginocchiata accanto a Angela, tremante, a testa bassa )Cosa vuoi?

NANCY.Io voglio.......(le scappa da ridere)

MARISA.E perché ridi?

NANCY.Perché mi fai ridere.

MARISA.Ma gli spiriti non ridono così.

NANCY.Ah si? E come ridono?

MARISA.Ridono con una forte risata, come i fantasmi.

NANCY.Sciocca, infatti, io sono un fantasma non uno spirito. (c.s.)

MARISA.(con coraggio alza la testa)Non avevo mai sentito un fantasmsa ridere così!

NANCY. (con voce normale)Neanch’io.

MARISA.Ma.....

NANCY.Ma cosa?

MARISA.Ma, ha una voce identica a quella di Nancy!

NANCY. Infatti, io sono lo spirito Nancy. (si toglie il lenzuolo e ride a crepapelle)

MARISA.Ma vaffanculo. Non sono scherzi che si fanno? Mi stavi facendo morire di crepacuore.

NANCY. (c.s.)E tu mi stai facendu morire dal ridere.

MARISA.Adesso darai delle spiegazioni ad Angela.

NANCY.Non c’è bisogno, glieli darai tu.

MARISA.Io? Io le dirò che la stronza di Nancy ci ha fatto lo scherzo.

NANCY.E io le dirò che quella stupida di Marisa faceva il fantasma, che ne dici?

MARISA.(toccando Angela)Piuttosto prendi lo spirito, glielo facciamo odorare.

NANCY.(rifà il fantasma)Ecco lo spirito...

MARISA.Basta ora finiscila. Mi sa che è morta.

NANCY.(tasta il polso a Angela)Non ti preoccupare, adesso si sveglierà. Mettiamola sulla sedia. (eseguono) Vado a prendere lo spirito.

MARISA. (dandole piccoli schiaffi)Angela, Angela, svegliati.

NANCY.Ecco lo spirito. Togliti, fai fare a me, tu le fai male. ( passandole lo spirito sotto il naso, le da forti schiaffi) Angela, Angela, sveglia, dai su, sveglia..

MARISA.Meno male che ero io a farle male, tu le stai facendo cadere i denti.

NANCY.Quando servono bisogna darli. Vedi, si sta svegliando. Io me ne vado.

MARISA.Come te ne vai? E io cosa gli racconto?

NANCY.Inventa.Tanto è il vostro mestiere inventare palle. Ciao ciao. (esce)

ANGELA.(comincia a muoversi, aprendo gli occhi) Ai, ai, gli spiriti, gli spiriti.

MARISA.Ma quali spiriti e fantasmi.

ANGELA.(senza forze)Si, si, erano due. Uno grande grande, e l’altro piccolo.

MARISA.(ridendo)Si, saranno stati la mamma e la figlia. Mi sembra invece che tu ti debba riposare un po’. Sei stressata, e ti vengono le allucinazioni.

ANGELA.(interrompendola) Ma…

MARISA.Ma si, tu hai troppi impegni, la casa, le pulizie, il bucato, la cucina, poi tuo marito che…

ANGELA.Mio marito cosa?

MARISA.Tuo marito che ti stressa la notte…

ANGELA.(c.s.)Veramente…

MARISA.Dammi retta, è cosi, capita anche a me ogni tanto di stressarmi. Dobbiamo prenderci qualche pausa, ogni tanto, e non sgobbare sempre come sguattere dalla mattina alla sera, anzi alla notte, alla fine il corpo ne risente, ed ecco il risultato, gli spiriti.

ANGELA.Forse hai ragione, è la stanchezza che mi fa vedere queste cose.

MARISA.Certamente. Tu sei stanchissima. Non siamo mica fatti di ferro! Fermati un po’, rilassati.

ANGELA. (alzandosi)Hai ragione. Forse è meglio fermarsi ogni tanto, e riprendere fiato. Altrimenti mi vengono troppe allucinazioni.

MARISA.E cara, il troppo è troppo.

ANGELA.(avviandosi all’uscita)Si, hai ragione, è troppo. Andiamo, prima che mi venga un’altra allucinazione. Mamma mia che brutto, sembrano vere, me la stavo facendo sotto. (esce)

MARISA.Io invece me la sono fatta!(esce)

FINE II ATTO

III ATTO

(In scena Nancy seduta sulle gambe di Stefano, si coccolano)

NANCY.E di chi è questo nasino?

STEFANO.Tuo.

NANCY.E di chi è questa boccuccia di chi è?

STEFANO.Tua.

NANCY. (lo bacia violentemente)O bambolotto mio. Ma tu quanto mi ami?

STEFNO.Tanto tanto tanto.

NANCY.Sicuro?

STEFANO.Si amore, tanto tanto, tanto.

NANCY.(stroppicciandolo)O il mio pupazzo. Ma tua madre come l’ha presa?

STUFANO.Cosa?

NANCY.Il nostro fidanzamento!

STEFANO.(insicuro)Mah...ehm…..niente.

NANCY. (guardandolo fisso negli occhi)Stefy, l’hai detto alla mamma?

STEFANO. (c.s.)Veramente...

NANCY.Stefy, si o no?

STEFANO.Ni.

NANCY.Cosa vuol dire ni?

STEFANO.Le ho accennato qualcosina.

NANCY.(si alza e va al centro della stanza)A me non basta. Tu glielo devi dire.

STEFANO.(correndogli dietro)Ma ancora è presto!

NANCY.Già sono passati 21 giorni da quando ci siamo messi assieme.

STEFANO.E, va bene quando sarà un mese glielo dirò.

NANCY.(scostandosi)Questo vuole dire che non mi ami.

STEFANO.No, io ti amo Nancy, tu sei la mia vita.

NANCY.E allora perché non glielo dici?......Vuoi che lo faccia io?

STEFANO.No. devo farlo io.

NANCY.E allora oggi, glielo dirai....Altrimenti vorrà dire che non mi ami, e quindi ci lasciamo.

STEFANO.(prendendola per mano)No. Non puoi lasciarmi. Io non vivrei senza di te. Glielo dirò.

NANCY.(lo abbraccia e lo bacia)Oh quanto ti amo.

DOTTORE.(entrando vede la scena)Sorpresa! Buongiorno.

NANCY.Buongiorno.

STEFANO.Buongiorno ddottore.

DOTTORE.(meravigliato)Ma...è lui il preincipe azzurro?

STEFANO.Si, sono io.

NANCY. Si, finalmente l’ho incontrato.

DOTTORE.Bene, sono contento, davvero, complimenti Stefano, hai seguito i miei consigli. Bravo.

STEFANO.Si dottore. Anzi, se vuole qualche dritta, sono a sua disposizione.

DOTTORE.Bella questa, l’allievo che supera il maestro. Bene, allora auguri, e come si dice, figli maschi.(li bacia entrambi) Io vado di la. (va nello studio)

NANCY.Vieni balliamo.

STEFANO.Ma io non so ballare.

NANCY. (canticchiando lo trascina)Ma devi imparare. A me piace ballare il tango.

MARA.(entrando vedendo la scena resta a bocca aperta, incredula)Stefanino!

STEFANO.(al vederla lascia cadere Nancy, e vorebbe nasconderla)Mamma? Sei quì?

NANCY.Ai, ai, la schiena.

STEFANO(aiutandola a rialzarsi)Scusa Nancy, mi sei scivolata, te l’ho detto che non so ballare.

MARA.(attendendo spiegazioni)Stefanino! Allora?

NANCY.Si chiama Stefano, dai Stefy, diglielo.

STEFANO. (indeciso)Ma...ora...così...all’improvviso?

NANCY.La cosa improvvisata è sempre gradita!! Forza.

STEFANO.(guardando ora la mamma ora Nancy)Mamma...io...ti volevo dire...che...io e Nancy...

NANCY.(interrompendolo)Ci amiamo.

STEFANO.Ci amiamo....e ci vogliamo sposare. Così ti faccio 10 nipotini.

NANCY.Scendi scendi.

STEFANO.5 nipotini.

NANCY.Scendi.

STEFANO.Va beh, un paio di nipotini, non sei contenta mamma?

MARA.(c.s.)Io...veramente...

NANCY.(l’abbraccia)Certo che è contenta, la mia suocerina.

MARA.(carezzandola)Cosa devo dirvi. Dio Vi benedica. L’importante che vi vogliate bene.

STEFANO.(abbracciandola)Certo mamma, noi ci vogliamo bene.

MARA.Vado a casa, dopo questa notizia, mi devo distendere un po’ per riprendermi.

STEFANO.Si, anch’io vengo a casa, andiamo.

NANCY. (baciandola)Ciao, mamma.

MARA.(accarezzandola)Ciao, figlia mia.

STEFANO. (baciandola)Ciao Nancy, a dopo. (escono)

NANCY.Ciao amore. In fondo è una brava persona mia suocera. Lei voleva proteggere Stefano, tenendolo stretto a se, e lontano dal mondo. Dopo tutto, è rimasta vedova presto, quindi di si era legata di più al figlio. Come si dice, i figli son pezzi di cuore.

GIACOMO.(entra ben vestito con un mazzo di fiori che gli copre il viso)Ciao Nancy.

NANCY.Chi è?

GIACOMO.(abbassando i fiori)Non mi conosci più?

NANCY.Ah, sei tu.

GIACOMO.Si, sono io. Siccome tu non ti sei fatta sentire, allora sono venuto io.

NANCY.E perché….

GIACOMO.Perché?

NANCY.(indecisa)Perché..io....ormai...

GIACOMO.Non farmi stare sopra le spine!

NANCY.Giacomo, io sono fidanzata.

GIACOMO.Ah...ma prima non mi hai detto così?

NANCY.Ma, prima era prima!

GIACOMO.Perché non me l’hai detto? Io aspettavo la tua risposta e tu ti sei fidanzata con un altro.

NANCY.Ma, te l’ho avrei detto.

GIACOMO.E quando? Non si fa così però. Io sono stato tutto il tempo con il cuore in gola.

NANCY.Si, hai ragione Giacomo. Mi perdoni?

GIACOMO.(sospirando)Pazienza!

NANCY.(rincuorandolo)Giacomo, tu sei un bravo ragazzo, e prima o poi troverai la tua anima gemella, magari più bella di me.

GIACOMO.Si. Questi li avevo portati per te, d’altronde sempre un fidanzamento c’è stato. Auguri.

NANCY.(prendendo i fiori lo bacia)Grazi Giacomo.

GIACOMO.(uscendo demoralizzato)Ciao Nancy.

NANCY.Ciao. Povero Giacomo. Però, io cosa posso farci? Ognuno tira l’acqua al suo mulino. Eh.

LUCIO.(entrando)Permesso, buongiorno signorina.

NANCY.Signora tra poco.

LUCIO.Auguri allora. Il dottore è occupato?

NANCY.No, è libero. Aspetti un attimo. (apre la porta) Dottore c’è il signor...

LUCIO.Lucio.

NANCY.Lucio.

DOTTORE.Si, fallo passare.

NANCY.Prego, si accomodi.(richiude la porta)

LUCIO.(entrando in studio)Grazie. Ciao Renzo, come va?

DOTTORE.(salutandosi con il bacio)Bene Lucio, e tu?

LUCIO.Bene, non vedevo l’ora di rivederti.

DOTTORE.Ah si? Bene.

LUCIO.Ti ho chiamato l’altra sera, ma non ha risposto nessuno.

DOTTORE.Vuol dire che cen’eravamo andati.

LUCIO.Si infatti, sarà stato dopo le otto. Pensavo di trovarti ancora qui, magari da solo, facevamo due chiacchiere con più tranquillità.

DOTTORE.Be, sarà per un’altra volta. Non mancherà occasione.

LUCIO.Sicuramente.

DOTTORE.Come va, con il lavoro? Hai sicuramente tanti clienti?

LUCIO.(gli si avvicina, e comincia a massaggiarlo sul collo)Veramente ero passato per fare due chiacciere, non per parlare di lavoro.

DOTTORE.(un po’ teso)Come vuoi.

LUCIO.Mamma mia come sei teso. É per i miei comportamenti, o perchè c’è la signorina di la’? Anzi, mi ha detto che tra poco si sposerà.

DOTTORE.Si, non vede l’ora, si è appena fidanzata.

LUCIO.(mette il dito sulle labbra)Scsc….non facciamo pettegolezzi sugli altri. Parliamo di noi.

DOTTORE.(rilassandosi)Parliamone.

LUCIO.(c.s.)Bene...visto..adesso sei un po’ più rilassato!

DOTTORE.Si, infatti, avevo proprio bisogno di questi massaggi.

LUCIO.Immaggino. Anch’io ne sento tanto la mancanza.

DOTTORE.Vuoi che te li faccia io?

LUCIO.Dove qui...o a casa mia?

DOTTORE.(cedendogli il posto)Anche qui!

LUCIO.(sedendosi, gli fa una carezza)Come sei carino.Li accetto con vero piacere.

DOTTORE.Anche tu....sei carino

LUCIO.Mi fa molto piacere sai...

DOTTORE.Cosa?

LUCIO.Che tu ti sia aperto un po’.

DOTTORE.Sai, io sono stato abbandonato, sia dalla famiglia, sia dai miei amici più cari, quando ho cercato di spiegare, la mia..la mia...

LUCIO.Omossessulità.

DOTTORE.Si.E, quel loro atteggiamento, quel loro distacco, io l’ho vissuto come....come...

LUCIO.Come una colpa tua.

DOTTORE.Si.E questo mi ha bloccato. Mi ha fatto chiudere ermeticamente, ancora di più. Ma adesso non me ne frega niente di loro. Io non posso fingere tutta una vita.

LUCIO.Hai ragione Renzo, hai perfettamente ragione. In fondo non è colpa nostra se la natura ci ha giocato questo scherzo. La vita è una e va vissuta alla luce del giorno, no al buio.

DOTTORE.Si Lucio, alla luce del giorno.(avvicinandosi lentamente lo bacia sulla bocca)

NANCY.(entrando senza bussare, alla scena resta di stucco)Dotto.....re.....che sorpresa?

DOTTORE.(senza pudore)Infatti Nancy, hai proprio ragione. É una bella sorpresa anche per me. Daltronde la vita è piena di sorprese. Vedi, io sono stato a cercare e ricercare per anni, la mia identità. Ma, non sono mai riuscito a trovarla, o meglio, non ho avuto il coraggio di affrontarla. Adesso ho incontrato Lucio, e ho trovato il coraggio. Tutti, prima o poi, incontriamo la persona giusta nella vita, tu hai incontrato Stefano, ed io Lucio, che ha fatto scattare in me, quella molla, che mai e poi mai sarebbe scattata da sola. Quello che è importante nella vita, non è la nostra natura, ma la nostra felicità. E ognuno, deve vivere per quello che è realmente, non, per quello che gli altri vorrebbero che fosse. 

LUCIO.E poi, che mondo sarebbe, se fossimo tutti uguali? Il mondo è bello perché è vario, no?

NANCY.(c.s.)Si.

FINE

Roma gennaio 2004.