Su, nell’immensità del cielo

Stampa questo copione

Su, nell’immensità del cielo

Su, nell’immensità del cielo

di Fausto Beretta

liberamente ispirato al racconto

di Massimo Carlotto

“Niente più niente al mondo”

Personaggi:

MADRE

BAMBINA

 ARTURO      

VOCE

n° 4-6 INVITATI, all’occasione PERSONE A PASSEGGIO, all’occasione BALLERINI

(per arricchire la rappresentazione ma non indispensabili)

Sinossi

“Su, nell’immensità del cielo” non è un fatto di cronaca, come si potrebbe semplicemente pensare, ma un episodio immerso completamente nella nostra realtà. La realtà di una famiglia normale alle prese con i problemi del momento. E’ la storia delle storie, simile a tante storie vere, a fatti che ci colpiscono tutti i giorni lasciandoci stupiti e senza parole ...

Una madre fa di tutto per impedire che la figlia ripeta la sua vita di miseria. Il suo sogno vede la “Bambina” partecipare a sfilate, mostre di bellezza, concorsi televisivi... ma la figlia non le dà nessuna soddisfazione: “non voglio che mi guardino come se fossi una bestia... non ho voglia di andare a fare la cretina”.

La figlia si accontenta di cose semplici, del suo quartiere, dei suoi amici, anche se sfigati, di Abdel, ragazzo tunisino, clandestino.

Sogni diversi che si scontrano, che si infrangono ... sui nostri giorni d’oggi.

 “caro Abdel, amore mio, ti auguro la buona notte ...con un bacio

L’opera  è coperta da diritto d’autore

 è stata messa in scena per la prima volta il

27 marzo 2009 dal Gruppo Teatro Bussero

con la regia dell’autore stesso.

L’autore è disponibile a fornire collaborazione.

faustoberetta@alice.it
Note di regia: suggerimenti

-- Differenziare con voce, atteggiamento, spazio e luci i momenti in cui la Madre parla a se stessa, parla con ARTURO E BAMBINA, racconta al pubblico

-- Le parti sottolineate vanno evidenziate con voce che “spacca” il momento

-- Gli INVITATI si alzano dal pubblico e vanno sul palcoscenico. Finito il “matrimonio” rimangono sul palco dietro le quinte. Rientrano come PERSONE A PASSEGGIO quindi riescono e rientrano come BALLERINI, fino a quando la MADRE li rimanda tra il pubblico

-- Gli “stacchi” di scena possono essere accompagnati con MUSICA adatta all’atmosfera del momento

-- La BAMBINA parte scrivendo sul diario poi continua andando verso il proscenio

In scena

sul lato sinistro: tavolo da cucina con sedie, mobiletto da cucina sul fondo, divano ancora cellophanato  in centro, attaccapanni. Sul tavolo borsa con la spesa.

Sul lato destro, camera della Bambina con piccola scrivania, alle spalle piccola libreria, a lato porta oggetti, con vari pupazzetti,qualche disegno della Bambina appeso.

Un piccolo separé simbolicamente  divide la camera dalla cucina. La camera della Bambina è di un gradino rialzata rispetto il piano della cucina

 Apertura Sipario – scena buia, Madre al centro illuminata da una luce soffusa – sta fissando le sue mani aperte, insanguinate – respiro affannato- si strofina le mani sul vestito come per pulirle-mani nei capelli-  disperata- si calma- sguardo assente sul pubblico, poi sul tavolo- lo fissa-  si scuote  

MADRE - Devo mettere a posto la casa. Tra poco arriveranno e non voglio che la trovino in disordine. Ne troveranno solo nella sua came­ra ... ma lì, niente più niente al mondo, potrà met­tere ordine. ...(sguardo sulle mani)

Niente più niente al mondo servirà a met­tere a posto le cose.

(sguardo sul pubblico...si scuote)

Prima cosa mettiamo a posto la spesa che quando le cose sono a posto sono a posto e mi posso fermare a riposare un po’! ... Sono stanca, la fermata dell'autobus è lon­tana dal Supermegafantadiscount e mi sono dovuta fare una bella camminata con le borse piene dopo una mattina di lavoro. Ma ne va­leva la pena: Polpa di pomodoro, barattolo da 400 gr, 0,24.      Mozzarella bocconcino, 100 gr, 0,39.     Detersivo Marsiglia, bucato a mano, 1 eu­ro e 15.    Dentifricio al fluoro, 0,42.   Caffè 4 pacchi da 250 gr, 3 euro e 39.  Olio Extravergine, 1 litro, 2 euro e 75.- Pesto alla genovese, 0,66

Il vermouth invece l'ho preso qui alla bot­tiglieria sotto casa. E l'unica cosa su cui non ri­sparmio. Mi piace di marca. E poi, Torino è la capitale del vermouth, è roba nostra. Se mi sbrigo farò in tempo anche a berne un goccio.

Anzi me lo faccio subito ( si versa da bere) , non ho compra­to surgelati oggi, che si rovinano se non li met­ti subito nel freezer. Quelli li prendo da Comprabenissimo, due volte al mese ci sono le grandi offerte di sofficini e bastoncini di pesce che piacciono tanto alla Bambina.

(sguardo verso camera, poi mani -vestito)

Mi devo anche cambiare. Niente più nien­te al mondo riuscirà a togliere le macchie da questo vestito.

( si blocca...) Poco male, l'avevo comprato dai cinesi - 12 euro e 90 ... (si scuote)...un affare! L'ultimo vestito che mi sono fatta fare da una sarta è stato per il matrimonio di mia ni­pote. C'era ancora la lira. La stoffa l'avevo comprata a una svendita, il modello l'avevo co­piato da un giornale. Insomma me l'ero cavata con poco meno di 200.000 lire.

Sono sempre stata attenta al risparmio, io! Anche Arturo, mio marito, devo dire. (indicando la camera) E’ lei che ha le mani bucate, che butta via il denaro. E’ lei!

(si blocca,assorta, guarda verso la camera ...si scuote)

Prima, quando mio marito aveva la paga da metalmeccanico ce la cavavamo abbastan­za bene. Io andavo a servizio giusto due volte la settimana per le piccole spese, mie e della Bambina. Poi quando l'hanno licenziato - do­po la mobilità e la cassa integrazione che c'hanno mangiato tutti i risparmi - ho iniziato a fare la settimana.

Il lunedì e il giovedì dalla signora Masoero. Il martedì, mercoledì e venerdì a casa Baudengo. E non ho più smesso. Adesso mi dan­no 6 euro e 50 l'ora. Tutto in nero, ovviamen­te. Cinque ore. Dalle otto all'una. 32 euro e 50 al giorno. 162 alla settimana. 642 al mese.

Poi a Natale mi danno anche un regalino, una specie di tredicesima. Saltano fuori quei 200 euro per i regali e la cena della vigilia che viene sempre mia sorella col marito e i figli. Mentre il Capodanno lo passiamo al paese dai parenti di Arturo ma lì siamo ospiti e ce la ca­viamo con lo spumante, il cotechino, i gian­duiotti e il panettone.

Avrei potuto lavorare anche il pomeriggio ma c'era anche questa casa da mandare avan­ti e la Bambina da seguire.(pausa)

La lasci sola... (spaventata) e si fa mettere incinta. Dopo i tredici anni le devi controllare ogni minuto. In quartieri come questi è meglio avere figli maschi, ti danno meno preoccupazioni.

Ma da quando eravamo fidanzati avevo continuato a dire ad Arturo che una femmi­nuccia la desideravo proprio. Solo che ho ca­pito dopo che fatica era tirarla su. Col maschio, se riesci a non farlo bucare e purché non finisca in galera, il gioco è fat­to. Dopo la scuola se ne va a lavorare e se proprio va male segue le orme del padre e viene fuori un'altra famiglia uguale uguale di sfigati.

Ma con la femmina è diverso. Da quando nasce devi progettare il suo futuro altrimenti si fotte lei, e ti fotti anche tu. Dipende tutto da quanto è carina. E la mia Bambina, per fortu­na lo è. (Guarda verso la camera) Sei carina, te lo dico sempre ! (pausa) ...te lo dico sempre

Negli anni devi farle capire cosa è meglio per il suo futuro, la devi preparare a fare le co­se giuste. E la mia Bambina in questo, non mi ha mai dato soddisfazioni. Nemmeno, una. Quasi quasi avrei fatto meglio a lavorare an­che il pomeriggio e mettere via i soldi solo per me. Che si faccia pure sbattere da questi ragazzet­ti e mettere incinta, almeno se ne va fuori casa in fretta. Un matrimonio ri­paratore, che ancora si usa grazie a dio, paga­to dalla famiglia dello sposo s'intende, e tanti saluti.

Ma chi se lo immaginava che venisse fuori così asina. Da pic-cola mi ascoltava e quando le chiedevo cosa voleva fare da grande mi ri­spondeva sempre: l'attrice! L’attrice, l’attrice

Però ho fatto bene a non buttarmi nel lavoro. Bisogna stare at­tenti a non bruciare tutte le energie, altrimen­ti non duri negli anni. I lavori di fatica come il mio - perché a fare la colf ti spacchi la schie­na - mica li puoi fare fino a ottant’anni e io che non ho pensione, almeno fino a sessantacin­que, devo andare a servizio. E non battere la fiacca perché arriva il momento che ne piglia­no una più giovane e più veloce.

(si blocca ... si siede)

Devo cambiarmi anche il collant e le scar­pe. Niente più niente al mondo riuscirà a farle tornare pulite. (si scuote)

Queste ballerine le avevo com­prate ai saldi l'anno scorso e le avevo appena fatte risuolare. Con tutto quello che cammino queste sono le scarpe giuste per me. La sera c'ho sempre le gambe e i piedi gonfi, ma dopo un paio d'ore che sto distesa sul divano passa tutto. E il giorno dopo sono pronta a ricomin­ciare.

Mi alzo alle sei, preparo il caffè e accendo il televisore. D'inverno non alzo mai le ser­rande per evitare di guardare le finestre dei palazzidi fronte. È ancora buio, e attraverso le tendine da quattro soldi, trasparenti come carta velina, vedi gente già stanca alle prese con le caffettiere. Hanno tutti una faccia in­cazzata come la mia. Solo alla televisione si ve­de la gente contenta, sempre contenta, io non so come fanno. Le conduttrici poi sono sempre fre­sche come rose e sorridono con quei bei den­ti bianchi che devono aver speso un capitale dal dentista. (pausa)

Quello del licenziamento diArturo ( entra Arturo, si toglie cappello) è sta­to proprio un brutto periodo. Il peggiore da quando ci siamo sposati, ma dopo un paio d'anni buoni...(si gira verso Arturo)

ARTURO  (si versa da bere, fissa Madre) ...ho trovato lavoro

MADRE   e lo dici così! Dovresti essere contento. Fare salti di gioia!

ARTURO    si dovrei esserecontento. Sono due anni che sto tribolando .. .che stiamo tribolando

MADRE -  che lavoro devi fare eh!

ARTURO -  il magazziniere, su e giù col muletto, su e giù, su e giù

MADRE -   Bello! Non è pesante!

ARTURO -  Si non è pesante ... però io sono un meccanico specializzato ... e sono anche un metalmeccanico!

MADRE -   e allora?!

ARTURO -  Allora mi hanno detto subito di non mettermi in testa di fare scioperi

MADRE -  Non dirmi che gli hai parlato di tutte quelle stronzate che ti hanno messo in testa i tuoi compagni!

ARTURO -   (con voce aggressiva) Lasciali stare quelli!... lasciali stare.. (si allontana,ripete a se)... lasciali stare...No, non ho detto niente, non solo ... pur di avere il lavoro ( si emoziona) ha stracciato davanti al padrone la tessera del sindacato.

MADRE -  Bravo! Bravo! ... ( Arturo la spinge via allontanandosi poi si ferma di spalle) Beh non è il caso dì prendersela così non ci ha certo fatto arricchire la tua CGIL ...

Arturo ha  stretto i denti, la sera a casa ha pianto, l'ho sentito ... e via su e giù col muletto tutto il giorno e la paga non è stata più la stessa. 760 euro al me­se. Insieme ai miei fanno 1.402.Non sembrano pochi ma se cominci a to­gliere 300 euro d'affitto per questo apparta­mentino  tot di spese condominiali, le bollette di acqua, luce e gas, 127 euro la rata della macchina: una Punto a tre porte che io non volevo nemmeno comprare.

“Ma perché compri una macchina della Fiat? che ti hanno dato un calcio in culo dopo sedici anni di lavoro!”

(Arturo si gira di scatto,la guarda poi esce sbattendo contro il tavolo con rabbia una sedia)

Poi c'è la rata dei mobili del salottino, 85 euro e l'abbonamento alla televisione via ca­vo per le partite. Una volta mio marito an­dava allo stadio a tifare Toro! Toro! Toro! ma poi non ho più voluto: troppi pericoli! Me lo ha detto anche la ragazzadella promozione che mi ha venduto l'abbonamento al telefono. Mi ha chiamato tante di quelle volte che alla finesiamo diventate quasi amiche. Io, all'inizio, ero un po' titubante perché ogni anno è una bella mazzatadi euro ma lei, alla fine, mi ha convinto.

 “Signora ormai gli stadi sono pieni di teppisti che vanno là solo per far casino e noi dobbia­mo proteggere i nostri mariti, perché sa, sono moglie e madre anch'io, e l'unico modo per proteggerli e per non farci venire il patema d’animo alla domenica è tenerli a casa davanti al televisore”.

Arturo non mi è sembrato tanto contento all'inizio... Diceva che non era la stessa cosa.

Ho conosciuto altre ragazze simpatiche che fanno le promozioni al telefono, soprat­tutto delle compagnie telefoniche. Basta dire che si è indecisi e loro chiamano un sacco di volte. Ti ascoltano, ti danno dei consigli e alla fine non si arrabbiano se non vuoi abbonarti. Ho provato a capirci qualcosa delle tariffe ma è impossibile. Alla fine siamo rimasti con quella che avevamo prima. Tanto io e Arturo non telefoniamo quasi mai e la Bambina * ha il suo cellulare e sa che il telefono di mamma e papà non lo deve toccare.

(* guarda  Bambina che entra da ds, va in camera sua e si mette a scrivere sul suo diario)

Alle spese fisse poi devi aggiungere il mangiare, il vestire e i divertimenti per due persone, perché adesso la bambina lavora e le sue spese se le paga lei, così incomincia a capire cosa vuol dire la vita...eh!

Divertimenti... una pizza al mese e due sa­bati a ballare e quest'anno la settimana a Mi­lano Marittima alla pensione Turchese l'ab­biamo saltata. Non siamo riusciti a mettere via un euro che fosse uno.

La signora Masoero invece è andata in Sardegna, tutto agosto. Mentre la Baudengo sulle Dolo­miti dove c'hanno la casa e una cameriera del posto. Loro, le pensioni come la Turchese non le hanno mai viste. Conduzione familiare, un armadio, due comodini scassati e il televisore piccolo. Il bagno è in comune ma il mangiare non è male, anche se la sera ti danno sempre minestrina, formaggio e insalata. D'altronde con 35 euro al giorno cosa vuoi pretendere?eh!

( si siede sul divano,accende TV)

BAMBINA-  16 agosto. Finalmente, è arrivata, la notte. (Va verso il pubblico) La mamma si è addormentata subito davanti al televisore. Con 'sta storia che non è potuta andare in va­canza beve più del solito. Ho sentito che dice­va a papà che era colpa mia, se avessi messo i 100 euro al mese la settimana al mare, loro, avreb­bero potuto permettersela. Papà le ha detto di stare zitta e poi è andato sul terrazzo a fumare. Domani, ricomincerà, con la solita, solfa.( ritorna alla scrivania)

MADRE - Di vizi io e l'Arturo ne abbiamo pochi. Lui c'ha il pacchetto di ms, il caffè al bar la matti­na, l'aperitivo alla sera -1 euro e sessanta -, laGazzettadello Sport e le gocce per dormire che le devi pagare per intero perché la mutua non te le passa più.

Io c'ho il vermouth, tre bottiglie, a volte anche quattro, a settimana... dipende da come mi sento... c’ho Sorrisi e Canzoni TV, Novella 2000, la schedina del superenalotto, non si sa mai, eh!, e una volta al mese la tinta dalla signora Esposito che abita qui, al quarto piano.

Una volta l’Esposito c'aveva il negozio da parrucchiera col marito, adesso che è vedova arro­tonda la pensione. L'arrotonda bene perché il suo salotto è sempre pieno. Per il colore e la messa in pie­ga si piglia 20 euro e comunque non sono i 60-80 dei parrucchieri veri. La tinta ovviamente non è di prima qualità ma vado volentieri per­ché lei è una pettegola nata e ti racconta tutto quello che è successo nel quartiere. E ce ne sono cose da sapere. Nascite, mor­ti, matrimoni, separazioni e licenziamenti, fi­gli che non trovano lavoro, gente che si è am­malata e non ha i soldi per andare a farsi ope­rare dal chirurgo bravo o fare la cura miracoIosa all'estero. Storie di soldi, insomma. La gente fa fatica a campare ... e mi consola sapere che qui, alla fine, siamo tutti uguali.

E poi vado volentieri dalla Esposito per­ché è l'unica della zona che non fa i capelli al­le extracomunitarie. Non dico le negre perché quelle c'hanno i loro negozi, ma le russe, le al­banesi, quelle dell'est, insomma. Adesso l’Esposito sta con l’Umberto e non vuole mica quella gente li a casa sua. Ogni giorno nel quartiere arriva una famiglia di loro e se ne va una famiglia di italiani. Un conto se sono cinesi che non danno fastidio a nessuno ma il resto è tutta gentaglia. O sono puttane, o ladri; o ti portano via il lavoro...o ti portano via il marito

Alle ultime elezioni ho litigato con i co­munisti del quartiere che dicevano che non era vero.

“ Non è vero?! A noi ci portano via il lavoro eccome!  le loro donne vanno a ser­vizio anche per 2 euro e mezzo all'ora e sono fortunata che le mie signore non vogliono stranieri per casa ma solo, piemontesi, figlie di piemontesi. Gente di razza sana. Altrimenti anch’io ero già per strada e chi ci manteneva poi? I vostri ideali? Chiacchiere, sono tutte chiacchiere , sono stufa delle vostre balle!”

Poi Arturo è andato a scusarsi perché lui li conosce tutti quelli della sezione. Una volta la frequentava ma dopo aver stracciato la tes­sera del sindacato si è vergognato e non si è  fatto più vedere.

A proposito di extracomunitari: un'altra mattana della Bambina è stata uscire con un ragazzo (voce bassissima) tunisino, tunisino, sii tunisino, che lavorava dal panettiere. Anche quella volta suo padre non ha detto una parola. È toccato a me risolvere la fac­cenda.

BAMBINA - (entra in cucina, si prepara per uscire)

MADRE  - (d'acchito) Dove vai?

BAMBINA - esco

MADRE - E conchi esci?

BAMBINA -(alza le spalle)

MADRE  - Siediti un momento!

BAMBINA - ( sì siede sbuffando) Non è ora di togliere questo rivestimento di pla­stica, lo sai che a papà dà fastidio.

MADRE – Lo so, lo so che si incazza perché gli fa sudare il se­dere, ma io glielo lascio fino a quando non abbiamo finito di pagare i mobili. Non si sa mai che ci tocca restituirli e non voglio che dica­no che li abbiamo rovinati. Siamo gente one­sta noi....(gira attorno alla Bambina)

BAMBINA – ... Allora?

MADRE  - ...allora?(imitando il tono)...Quello lì!, con la faccia da cioccolato al latte, che ultimamente ti sta girando attorno, si può sapere chi è?

BAMBINA - E’Abdel, un ragazzo tunisino, lavora dal panettiere

MADRE  - beh! Non mi piace, fallo smettere di girarti attorno, mida fastidio.

BAMBINA - Che fastidio ti dà. Gira attorno a me non a te.

MADRE  - Basta! ti ho detto di farlo smettere! Quello lì ti fa figliare come una coniglia e quando si stufa si porta via i bambini al suo paese e tu finisci a “Chi l'ha visto”!

BAMBINA - Mamma siamo solo amici!

MADRE - E quando mai ti sono amici quelli? Quelli sono islamici, gente di cui non ti puoi fidare, circoncisi come gli ebrei! guarda cosa stanno combinando in giro per il mondo! Mettono le bombe, sgozzano la gente! E poi, nel quartiere, che figura ci facciamo?

BAMBINA –Ecco! Ecco!  E' soloquesto che interessa a te, non ti interessa se sono felice,ti interessa solo che figura ci facciamo con la gente!  Gli altri!  cosa pensano  gli altri!   Ma va...

( va in camera, si sfoga, si calma, scrive sul diario)

MADRE- se non la smette vedrai cosa gli faccio io! ...

Non volevo un nipotino color cioccolato! Per essere sicura  sono andata al posto di poli­zia e ho detto al commissario “ si! è un extracomunitario ed è senza documenti e importuna sempre la mia Bambina, e voi dovete fare qualcosa, sono calma, sono calma ma voi dovete intervenire, è vostro dovere intervenire!” ... Il giorno dopo se lo sono caricato in macchina ed è sparito.

Per fortuna che le è passata subito alla Bambina. All'inizio aveva un muso che non si poteva più stare in casa.

 BAMBINA- Caro Abdel, amore mio. Anche Patrick è stato arrestato, ma lui è fi­nito in carcere. Qualcuno ha fatto la spia. I ca­rabinieri lo hanno aspettato dove teneva il fu­mo e lo hanno anche pestato di brutto. Adesso il fumo lo andiamo a comprare dagli albanesi che stanno al Blubar. È un po' più caro ma è buono uguale.

I ragazzi dicono che presto arresteranno an­che loro e ci toccherà andare a prenderlo in un altro quartiere. Qui è pieno di spie. Sono tutti dei disgraziati e hanno anche tempo di non far­si gli affari loro!

A questo proposito c'è una cosa che non ti ho detto, anzi avevo deciso di non dirtela proprio ma non posso tacere.

Ho chiesto a papà di dirmi la verità. E lui finalmente si è deciso. È stata la mamma a de­nunciarti. Non ha nemmeno tentato di giustificarla. Ha solo scosso la testa. Lei odia gli stranieri e aveva pau­ra che tu mi mettessi incinta. Anch'io la odio adesso. Non doveva fare una cosa simile....

  È sempre stata ignorante e stupida, ma adesso a forza di bere è diventata anche cattiva. E così diversa da mio padre che non capisco proprio come abbia potuto sposarsela. Mamma mi sta sempre addosso,Ti avevo raccontato qualcosa ma in realtà è molto peggio. Pensa solo ai soldi e pretende che sia io a risolvere tutti i suoi problemi. Vuole che vada a fare la cretina in televisione o che cerchi di accalappiare un uomo ricco... ma io non voglio  ( Arturo entra,colpo di tosse, si siede, si versa il vino) Anche papà (guardando il padre) è angosciato per i soldi, la pensione e tutto il resto ... ma lui non mi ha mai fatto pesare nulla.

 Ma alla mamma questa... gliela faccio pagare, vedrai.

ARTURO – La bambina?

MADRE –(estraniata)Bambina... io e Arturo continuiamo a chiamarla così ma ormai è una donna, ha ven­t’ anni. L'anno scorso ha preso il diploma al­l’istituto tecnico, perché è stata bocciata una volta, e subito dopo è andata a lavorare. In gi­ro in motorino a portare la posta. Io ero con­traria.

ARTURO -        (alando la voce) Tutto bene la Bambina?

BAMBINA- (rispondendo dalla camera) Ciao Pa

ARTURO - Ciao

MADRE- “Io e papà facciamo qualche sacrificio in più e tu vai a seguire qualche corso di danza, di recitazione, c'hai un certo fisico, un muset­to che è un amore, e puoi andare in televisio­ne o comunque puoi farti ammi­rare da qualcuno con i soldi che ti sposa. Se vai in giro tutto il giorno con il casco in testa, chi ti nota? Non vorrai mica prenderti uno di questi fessi del quartiere destinati a fare i mor­ti di fame come noi”.

ARTURO – Perché non la lasci in pace?!

MADRE –Lo so, lo so che ti arrabbi quando le parlo così, ma sai benissimo che ho ragione. Ascolta bene non hai una casa tua, se non paghi a rate non puoi permetterti nulla, hai un lavoro che ad ogni momento ti possono sbattere fuori, se ti ammali non puoi permetterti i medici mi­gliori... cosa pensi di essere, un benestante come le mie signore? Certo non moriamo di fame ma pensi che sia sufficiente? Vuoi che anche lei faccia questa vita ?

Io guardo sempre dentro al frigorifero e alla dispensa delle famiglie in cui faccio le pu­lizie. Mozzarelle di bufala del casertano, pasta di Gragnano, vino di enoteca, tavolette di cioccolato che costano quanto tutta la spesa che ho fatto stamattina e le mie signore in un discount non ci hanno mai messo piede.

Una volta mi sono permessa di dire alla Masoero, che voleva preparare una mousse di tonno per i suoi ospiti, che da Gustosiaffaric'era una buona offerta: una confezione da ot­to scatolette da 80 gr con una ciotola omaggio in vera ceramica a soli 4 euro e 20. Lei è scop­piata a ridere.

BAMBINA – (dalla camera, imitando la Masoero) Mica è tonno, quello. Noi com­priamo solo tonno rosso di Favignana.

MADRE - Ah, non è tonno? E cos'è?

BAMBINA  Squalo!  

MADRE - Squalo! Squalo!?... Come fai a saperlo tu.

BAMBINA – l’hai detto tante di quelle volte che l’ho imparato a memoria

MADRE- Ma non eri uscita? ...Poi la mousse me l'ha fatta assaggiare e la differenza si sentiva, eccome se si sentiva, che le scatolette non le ho più, comprate,.eh!

E la carne Arturo! Certi pezzi come quelli che ve­di nelle vetrine delle macellerie del centro. E a noi le ali e le cosce di pollo comprate in of­ferta a pacchi da due chili che ci escono dalle orecchie.

Ormai non so più come cucinarle. Per fortuna mia cugina mi ha regalato per Natale il ricettario di Suor Germana. Ricette semplici, buone, sane e po­co costose. La signora Masoero, in cucina -che è più grande della nostra camera da letto -c'ha certi libri di ricette che ci vuole uno sti­pendio solo per avere in casa gli ingredienti. Quando fa il brasato...(alzando la voce per far sentire alla Bambina in camera) il brasato usa una bottiglia di vino di quelle buone. Roba da 5-6 euro.

BAMBINA – (imitando ancora la Masoero)Perché  tanto non se ne accorge nessu­no che non è Barolo di marca.                       (entra in cucina, da un pacchetto regalo al padre)

BAMBINA- auguri pà (lo abbraccia poi siede al tavolo vicino a lui)

ARTURO- (contraccambia abbraccio, dopo aver girato e rigirato il pacchetto regalo se lo mette in tasca)

MADRE – “Hai capito Arturo? Una bottiglia di quello buono, roba da 5, 6 euro per fare il brasato! Noi invece il vino, lo prendiamo in bottiglioni da due litri e non costano mai più di 2 euro e 80. Non dico i ricchi, ma la gente che sta be­ne come la Masoero e la Baudengo, oggi, si ve­de da quello che mangia. E da quante volte va al ristorante”.

( Arturo si alza, va sul balcone)

Lo so che queste cose non le vuoi sentire, lo so che questi discorsi ti rendono triste, che ti fanno venire il senso di colpa per non essere riuscito a darci di più... è vero! hai fatto quello che hai potuto, non potevi fare di più ...ma io insisto sempre, chissà che prima o poi ti venga ancora la voglia di fare soldi ...

“Con la tua pensione -sempre che non le aboliscano del tutto - non ce la faremo mai a mantenerci questa casa, dove pensi che an­dremo a vivere?”

BAMBINA- ma perché non stai un po’ zitta?

MADRE- taci, taci, alza pure le spalle, così tanto per darti un contegno. Una volta mi rispondevi che qualcuno avrebbe provveduto, ma adesso, anche tu hai capito che non ce n'è più per nes­suno. Una volta lo Stato in qualche modo aiu­tava, ma adesso ti devi arrangiare per tutto e devi pagare di tasca tua. ( si siede, accende TV)

BAMBINA – 22, agosto. Oggi è il compleanno di papà. Gli ho rega­lato un dopobarba. La mamma è riuscita a rovinargli la festa, facendo battute sui ristoranti che non potevamo permetterci. Però ha fatto la pa­sta al forno, le polpettine coi piselli, che piacciono tanto a papà, e una torta... E poi si è messa davanti al televisore. Papà invece è andato sul terrazzino a fumare. Ma era triste... Così sono andata anch’io sul terrazzino.

BAMBINA – Non devi essere triste pà. Oggi è il tuo compleanno

ARTURO –(Tira fuori il pacchetto regalo,le mette una mano sulla spalla e l‘attira a sè) Grazie

BAMBINA- Non lo apri?

ARTURO- c’è tempo per aprirlo, è anche bello sentirlo così

BAMBINA – ...Sai pa, anch’io sono triste... Mi manca tanto Abdel.

ARTURO – (pausa, la guarda)Mi dispiace... (guardandola negli occhi) questo mondo è pieno di ingiustizie. (Le  fa una carezza, fa per uscire, si gira) Ma io ti voglio tanto bene, lo sai?            ( esce)

BAMBINA-  ( tra se) An­ch'io ti voglio bene... Papà è un uomo buono, è solo sfortunato. La mamma non se lo merita.

MADRE – (spegnendo il televisore, si alza dal divano) Sotto sotto l'unica speranza, oltre natural­mente al superenalotto - ma quei numeri che ho pagato 100 euro a maga Misteria non sono ancora usciti - era la Bambina. L'unica speranza era la Bambina! Magari se tut­to andava male e non diventava un personag­gio famoso almeno si sposava un bravo ragaz­zo messo bene e potevamo contare su di loro. Anche noi ci siamo sobbarcati la mamma dell'Arturo quando il babbo era morto e in quat­tro in questa casa è stata dura. Anche perché la vecchia, non era più in grado di andare al cesso da sola, e ai servizi sociali si sono messi a ridere quando abbiamo chiesto l'assistenza.

Cinque anni fa ho cominciato a ritagliare da Novella 2000 articoli e fotografie di matri­moni e a incollarli sulle pagine di un quader­no per preparare quello della Bambina ma quella non si è mai degnata di guardarlo.

Una delusione la Bambina. Tutta una vita a fare sacrifici per non avere nulla, solo la cer­tezza che in futuro potrà solo andare peggio.Una vita da discount, da cinesi, da rate a inte­ressi zero, da affari imperdibili. Che sono sempre una fregatura. L'avevo detto ad Arturo che non dovevamo fidarci della televendi­ta. E lui a insistere che ci davano un sacco di regali. Le pentole fanno schifo, si attacca tut­to, anche il brodo si attacca, e dei regali ne abbiamo vi­sto la metà.

“Fateci causa”, ci hanno detto i bastardi.

Eppure poteva farcela la Bambina... Glielo dicevo sempre, quando guardavamo la televi­sione.

BAMBINA             (rientra dal balcone – divano, accende Tv. pausa)

MADRE – (alle spalle)sei più bella di Alessandra

BAMBINA – Alessandra chi?

MADRE – Quella famosa di Uomini e Donne

BAMBINA             (sbuffa)

MADRE - Sbuffa, sbuffa... lei però si è presa Costantino, sempre quello di Uomini e Donne, e fa i soldi. Quelli veri non la miseria che prendi al Pony: Che poi è pericoloso con quel motorino sempre in mezzo al traffico.

BAMBINA - Non è pericoloso, è solo  bello!

MADRE – Potevi  andare dalla De Filippi, prendere contatto con qualche agenzia. Ero anche disposta ad accompagnarti per presentarti ai telespettatori, mi eroanche preparata il discorso .

BAMBINA –Ti eri preparata un discorso?, ti eri preparata un discorso? Ma tu sei fuori! Completamente fuori!

MADRE - Sei fuori, sei fuori. Una volta che sei nel giro, qualche cosa succede sempre. Anche Costantino viveva in un quartiere come questo e poi è riuscito ad andarsene e l'ho visto sul giornale in vacanza in Costa Smeralda.

Ma hai idea, Bambina mia, quanto costa un caffè a Porto Cervo? Ma se non ti fai nota­re adesso non combinerai nulla di buo­no per la tua vita. Se non ne approfitti adesso che sei giovane niente più niente al mondo servirà a cambiarti il destino.

BAMBINA - (sbuffa)

MADRE - Non sbuffare, smettila ! mi fai venire certi nervi!

BAMBINA             ma dai mamma! Sempre con sta storia. Che palle!

MADRE - Ma vuoi diventare come me?  Vuoi fare anche tu la mia vita? C'ho quarantacinque anni e la mia vita è già finita da un pezzo. Tutto il santo giorno a sbattermi per ti­rare avanti con l'angoscia che il giorno se­guente sarà grigio e uguale come il preceden­te! Ma non vuoi qualcosa di diverso?

BAMBINA – che palle! Ma che palle! (spegne TV, esce di scena dalla parte della  camera- Arturo entra)

MADRE – “Il giorno seguente sarà grigio e uguale come il precedente".Che bella frase eh Arturo! L'ho sentita guardando Un Posto al Sole. Mi aveva tanto colpito! A lei invece entra da un orecchio ed esce da quell’ altro.

ARTURO - Perché non lasci in pace la Bambina, vedrai che troverà la sua strada,è giovane, s’è diplomata, ha trovato un lavoro e prima o poi metterà su famiglia., come tutti.

MADRE - tutti chi? Guarda là, tutte quelle finestre dei palazzi di fronte, guarda! Gente...come noi, con la vita identica alla nostra. Che se tutto va bene, riesci a stringere la cin­ghia fino a quando non schiatti in un letto d'o­spedale, magari in corridoio perché non c'è posto.

Come è successo alla mia mamma. Non era malata, era solo vecchia e l’ hanno par­cheggiata in un corridoio finché non è morta.

E se ne sono accorti solo al cambio del turno. Quando ho chiesto al medico di cosa era mor­ta ha alzato le spalle. “Era vecchia, era arrivato il suo tempo.”Sì, lo so anch'io che era vecchia. Ma di cosa è morta?

“Ma non lo so, signora. Un infarto, un ictus... cosa vuole che importi”.

ARTURO-  Vedrai che ce la caveremo 

MADRE – “Si, ce la caveremo!..Se hai soldi non ti trattano così. Non dicotanti ma comunque molti di più di quelli che abbiamo noi. Io non voglio morire come la mamma. Ho una paura maledetta della vec­chiaia”.Certe volte mi sveglio pensando che quando andrai in pensione a sessantacinque anni avrò già smesso anch’io di pulire pavi­menti. Cosa faremo tutto il giorno? Esatta­mente quello che fanno gli altri pensionati che adesso compatisco, e cioè nulla, se non aspet­tare di tirare le cuoia..

Da queste parti poi badanti non se ne vedo­no... e chi se le può permettere? c'è l'ospizio! a fianco della chiesa, ma piut­tosto che finire lì, mi ammazzo. Niente più niente al mondo mi costringerà a finire la mia vita in mezzo ad altri vecchi tristi... e poveri.

ARTURO – (le mette una mano sulla spalla)

MADRE - ... (canta) suona un’armonica...

“Questa frase me la porto dietro dal nostro matri­monio. Tuo cugino suonava la chitar­ra, ricordi?, e aveva cantato II cielo in una stanza. E l'u­nica canzone che ho imparato per intero:

(Madre canta. Si alzano dal pubblico INVITATI. Salgono sul palcoscenico. Uno porta Abito da Sposa che fa indossare alla Madre, tutti ballano)

Quando sei qui con me

questa stanza non ha più pareti

ma alberi

alberi infiniti

Quando sei qui vicino a me

questo soffitto viola

no, non esiste più.

Io vedo il cielo sopra noi

che restiamo qui

abbandonati

come se non ci fosse più

niente, più niente al mondo.

Suona un'armonica

mi sembra un organo

che vibra per te e per me

su nell'immensità del ciclo. (Arturo si stacca, si gira di spalle)

Per te, per me:

nel cielo.

(gli INVITATI sfumano dietro le quinte, dopo aver tolto alla Madre l’Abito da Sposa e averlo steso sulla parte alta del divano)

Allora pensavo di avere un futuro, di po­termi giocare la vita. Ero giovane. Invece in ventidue anni 'sto cazzo di cielo non l'ho mai visto. Il soffitto è sempre stato lo stesso, color bianco che Arturo rinfresca ogni due anni e prima di arrivare al cielo ci sono ancora sei piani e gli zoccoli della signora Andreis che, puntuale come un orologio svizzero, si alza ogni notte alle tre per andare a pisciare...ma mettiti ‘ste ciabatte!!

Il giorno peggiore è il sabato. Durante la settimana ti ammazzi di fatica e non pensi, ma il sabato pomeriggio si esce a fare un giro in centro (Arturo si gira- entra la Bambina- entrano le PERSONE A PASSEGGIO. Con la Madre mimano il passeggio). A guardare le vetrine di negozi in cui non abbiamo mai messo piede. A guardare i prezzi di cose che non potremo mai permet­terci. Una vera sofferenza. Dopo un po' miviene da piangere ma ho sempre fatto finta di nulla perché è giusto che io, Arturo, e la Bambina ci rendiamo conto di quello che non ab­biamo e soprattutto di quello che siamo.

Così la Bambina capisce - mi dico sempre - ma lei è distratta, si annoia, si attacca al te­lefonino. A volte mi viene voglia di sbatterle la faccia contro quelle vetrine...(Bambina si stacca, va in camera) Arturo invece guarda le belle donne. ( Le PERSONE A PASSEGGIO sfumano dietro le quinte) Me ne accorgo sempre, ma non mi importa. Sono comunque stimoli, chissà che non succeda qualcosa.

BAMBINA - 2 settembre. Un altro sabato del cazzo! Sono furiosa. Mia madre ci obbliga a queste passeggiate senza senso, in centro. Oggi ha preteso di entrare in un ne­gozio di abiti da sposa. Quello che costava me­no veniva 5.000 euro. Ha detto alla commessa che mi sarei sposata presto e che volevamo da­re un'occhiata. La tizia, una fighetta con la puzza sotto il naso, ci ha squadrato e ha sottoli­neato “ guardi signora che qui i vestiti sono molto cari” . Papa si è voltato dall'altra parte( Arturo si gira), tutto rosso in faccia. Quella è pazza. Ci fa fare figure di merda ovunque.(esce di scena dalla parte della camera)      

MADRE - Quando torniamo a casa mi chiudo in cu­cina e bevo, (beve) bevo fino a quando non ce ne sta più nella gola e quasi mi soffoca. Una, due, tre volte. La odio quella passeggiata in centro ma è un dovere per una buona madre e una buona moglie. E io lo sono.

Una volta, mi piaceva ballare. Arturo era bravo. Mi portava nei locali e alle fe­ste dell'Unità. Adesso due volte al mese un pullman fa il giro del quartiere, fa il pieno di coppie della nostra età e ci porta in provincia

dove c'è un capannone enorme dove ci sta un mare di gente, (entrano BALLERINI) e queste orchestre che non smettono mai di suonare. Paghiamo 15 euro a testa con la consumazione e balliamo fino alle due del mattino.

(si avvicina ad Arturo e gli gira attorno. Ballano)

Con i balli a due va tutto bene ma quando ci sono quelli di gruppo, mi torna la tristezza del sabato, del giro delle vetrine. Siamo solo degli estranei che ballano insieme perché è sabato e ci dobbiamo divertire per forza al­trimenti saremmo tutti a casa a fissare il tele­visore.

... E quando la musica finisce(Madre smette di ballare, Arturo continua) rimontiamo sui pullman e ce ne torniamo a casa in silen­zio perché nessuno di noi è più capace di co­noscere gli altri, di fare amicizia con gli altri. Gli altri so­no solo un problema,(Arturo  si ferma girato  di spalle al pubblico, I BALLERINI vengono “rimandati” dalla Madre ai loro posti in platea) una rottura di balle e devi mostrare i denti per ogni cosa sennò se ne approfittano e ti mettono i piedi in testa. Per il parcheggio, per il condominio, per la fi­la dal fruttivendolo o all'ufficio postale.

Sì, me la sono meritata questa vita dove gli unici sogni puoi farli al cesso. Una vita dove anche scopare con tuo marito è una questione di soldi... Ad Arturo, dopo il licenziamento gli si è ammosciato, tutto...ma proprio, tutto. Prima era regolare co­me un orologio svizzero. Il sabato notte e la domenica pomeriggio, tra il pranzo e l'inizio delle partite sempre che il Toro non giocasse in casa.

È stato così fin da quando era giovane. Il lavoro in fabbrica gli toglieva la voglia e gli serviva tutto il venerdì per ricaricarsi.

ARTURO – ( girandosi al pubblico) Il medico mi ha detto che è colpa dellostress

MADRE - capirai che scoperta, mica ci vuole una laurea per capire che ritrovarti a spasso con una famiglia da mantenere qualche pensiero te lo fa venire per forza lo stress.

ARTURO – Mi ha detto che è anche un po' colpa del fumo e del colesterolo e mi ha prescritto, mi ha prescritto...

MADRE – beh! Ti ha prescritto?

ARTURO - ... il Viagra. Più di 80 euro a confezione per quattro pastiglie. Di ticket neanche parlarne.

MADRE  - II che significa  per otto scopate al mese sono 160 euro, che x 12 fanno 1920 euro all'anno! Un altro affitto! ... Senti, eliminiamo la ciulatina della domenica pomeriggio  così dimezziamo la spesa, quindi  80 euro al mese per dodici fa 960 all'anno. 200 euro in più di un tuo stipendio per fartelo rizzare. Vedi di farti passare lo stress! ( Arturo si rigira)

Invece, non gli è passato, e a me invece, è passata la voglia di fare l'amore. Le pastiglie facevano effetto solo dopo un'ora e a stoma­co pressoché vuoto e allora si andava a letto digiuni ed era una noia stare lì ad aspettare il miracolo di San Gennaro con i morsi della fame.

E poi a lui veniva ancora di più l'ansia per il timore che non funzionasse...E più di una volta è successo.,, Allora mi toccava fare i salti mortali per non buttare via 20 euro di pa­stiglia.

Poi una sera, è arrivato a casa, tutto contento.

ARTURO – (girandosi al pubblico, è ubriaco)Il medico mi ha detto che c'è una nuova medicina che fa effetto per trenta­sei ore e si può anche mangiare prima di prenderla. Costa sempre tanto, 42 euro e 30 per le solite quattro pastiglie ma è comunque un risparmio perchépossiamo recuperare il rapporto della domenica che rientra nelle trentasei ore. (la bacia, esce barcollando cantando) Vinceròò, vinceròò

MADRE - Della serie paghi uno, e prendi due.

Comunque gi­ra e rigira era sempre uno stipendio che se ne andava e non era più come una volta. (pausa)

Mi sento strana, come se mi si fosse rotto dentro qualcosa. Forse è il vermouth. Forse dovrei piangere, disperarmi, invece mi sento lontana da tutto. Come quella volta che sono andata in ospedale a farmi togliere una cisti e non sentivo nulla perché mi avevano fatto le punture. Poi il dolore l'ho sentito. Ma dopo. Forse anche oggi succederà così.

“Bambina!!! Amore della mamma, vieni qui che facciamo pace” (beve)

Il vermuth va giù che è un piacere. Ho iniziato a berlo quando Arturo è fini­to in cassa integrazione e non ho più smesso. È come una medicina, mi fa sentire meglio. Anche la Bambina dovrebbe berne un goccio ma a lei non piace. “Una cosa da vecchi” mi ha detto una volta. Non le ho risposto, perché aveva ragione. Sono diventata vecchia presto e non ho mai avuto i soldi per le cure di bel­lezza.

Me ne sono accorta, quando ho visto le pieghe sotto il sedere, una per chiappa. Avevo seguito una trasmissione della Lambertucci che spiegava che quello era il primo segno di decadenza del corpo. Secondo lei bisognava intervenire subito con massaggi, palestra, die­ta e creme. Ma chi aveva il tempo di andarci... e soprattutto i soldi?

Dopo le pieghe sotto il culo hanno co­minciato ad andare giù le tette, la vita si è in­grossata, la faccia si è riempita di rughe e il collo si è inflaccidito. Mi sono guardata allo specchio e mi sono detta che ormai era trop­po tardi.

Arturo sarebbe stato, il mio unico, uomo.

Avevo questo sogno, questa fantasia di avere un amante. L'idea di andare a letto tut­ta la vita con mio marito mi faceva venire una tristezza che nemmeno il vermouth riusciva a scacciare.

Sognavo un uomo che prima mi corteg­giava con fiori e vestiti e poi mi veniva a pren­dere con una bella macchina e mi portava a ce­na in un bel ristorante e poi in uno di quegli hotel del centro dove mi avrebbe spogliato, baciato e mi avrebbe fatto tutte quelle cose che ad Arturo non erano mai venute in men­te. Ma a me sì. Tutte le volte che Arturo mi prendeva.

E quando ci pensavo mi chiudevo in bagno ...da sola, con il mio sogno.(pausa)

Non sono mai stata e mai sarò una signora Masoero o Baudengo. Io vedo quello che spendono in cosmetici e profumi. Una crema antirughe di marca ormai costa anche 100-150 euro. Hanno la mia età ma dimostrano dieci anni di meno. E poi c'hanno certa biancheria elegante che basta mettersi quella per farlo rizza­re al marito.

Non so quante volte all'anno vanno dal gi­necologo e a farsi visitare da altri specialisti. La Baudengo mi dice sempre:”mi raccomando i test, si ricordi di fare le analisi”.

Ma quella vive nel pianeta Benestanti e non ha idea di quanto costano i ticket. Io le di­co sempre di si ma dal ginecologo sono anni che non vado.

A noi la salute ce la controlla il Signore dall'alto e dallo specialista ci vai solo se stai male. Ma male sul serio.

E poi, la Baudengo e la Masoero, hanno anche tempo per stare con le amiche. Vanno al cinema, al caffè, a teatro e stanno sempre a telefono. A loro le occasioni non sono mai mancate ... e secondo me la Baudengo un amante l'ha avuto. Per un periodo l'ho sentita fare certi discorsi al telefono e di­re certe bugie in casa ai figli e al marito..

Anche dalla signora Esposito sento sempre sto­rie di corna e di mogli furiose.

Or­mai sono davvero poche le coppie che reggo­no negli anni. Come ha detto la Esposito: an­che Romina e Albano si sono lasciati. E pure Katia e Pippo. Alessandra e Costantino di uomini e donne  sono in crisi. Non si salva più nessuno.

Io da Arturo non potrei mai separarmi. E poi, anche volendo, non ci sarebbero i soldi per farlo. Me lo sono sposato e me lo tengo. Come ha detto il prete: “ finchè morte ....”

Finchè morte ...(spaventata) Bambina, amore della mamma, vieni qui che facciamo pace ...

Non risponde... ma mi sem­bra impossibile. Oggi la medicina fa miracoli! è solo svenuta. No, è .... Ecco l'ho stavo per dire: è ... La mia Bambina è .... Un terribile incidente. È la prima cosa che dirò ai carabinieri. E mi farò sentire. Questa volta non starò zitta. Magari mi chiameranno a Una vita in diretta.

Ma crederanno che è stato un incidente? Non penseranno mica che io abbia .... Siamo in Italia e qui i giudici fanno un po' come pare a loro. Non c'ho i soldi per pagarmi l'avvocato Taormina, io, e non voglio finire come quelli che raccontano la loro vita dal carcere a Storie maledette.

Calma, calma... Mi sto preoccupando sen­za motivo. Glielo spiegherà l'Arturo che è sta­to un incidente. Sono sempre stata una donna onesta, non ho mai fatto nulla di male. Chie­derò scusa.

Bambina mia, la mamma ti chiede ancora scusa! Prova ad alzarti, dai che la mamma ètanto in pensiero... Certo che hai fatto di tutto per farmi arrabbiare. Cosa ti è venuto in men­te di comprare un ronchetto valtellinese? Vo­levi riempire la casa di coltellini del cazzo, eh? Non bastavano tutte le altre schifezze? Brutta deficiente mi stai ascoltando? Tutta una vita a fare sacrifici e tu mai una volta che hai fatto qualcosa per farmi contenta. Con quello che abbiamo speso per te alla fine sei solo una stracciona che va in giro a portare le lettere col motorino. Ma ti sei vista come ti conci? Mai un filo di trucco. E poi begli amici che c'hai, sfigati come te che non arriveranno mai da nessuna parte nella vita... Non volevo che tu fossi infelice come tutti noi. In­felice, sì, infelice. ... per tutta la vita.

BAMBINA – (rientrando in scena) 5 settembre. Alla televisione c'era un bel film ma mamma ha voluto guardare una delle sue menate. Parlavano di sogni nel cassetto. Mamma si è gi­rata e mi ha detto “ascolta, ascolta”. Una marea di parole stupide. Io non ho sogni come quelle galline. Anzi non ho proprio sogni. Cosa devo sognare? A me basterebbe una vita tranquilla, senza continue rotture di palle. Una vita da ra­gazza: lavoro e divertimento senza dover pensare a cose brutte.

E poi a me non dispiace vivere qui. Il quar­tiere è quello che è ma ci sono nata e ci sono tutti i miei amici.

Io non andrò mai a fare un provino. Non voglio che mi guardino come se fossi una be­stia. E non voglio fare i sacrifici di cui parla la mamma. Se vuoi fare carriera devi essere disposta a tutto e io non ho voglia di fare la cre­tina con i produttori e gli agenti. Che schifo!  Mamma è proprio ignorante. Ma gliela faccio vedere io.

MADRE -  Cheti costava accontentarmi e tentare di ave­re successo? Eh? Male che ti fosse andata ti saresti trovata un uomo con una posizione so­ciale migliore della nostra. Ai professionistipiacciono le ragazze di un certo tipo, mini­-gonna, tacchetto, calza velata e non quelle in jeans e maglione che sembrano maschi. Ma non capisci proprio un niente tu! E anche se fossi diventata una battona di classe, sarei sta­ta fiera lo stesso, era sempre meglio che vive­re come me! Lo vedi che mi stai facendo in­cazzare ancora una volta. E vieni qui che non ho voglia di urlare... Tu hai il dovere di fare come dice la tua mamma. Il dovere! Come hai il dovere un domani di accudire la tua mamma. Avrò bisogno di soldi e di cure e tu devi pensarci adesso. Altrimenti mi toccherà andare a lavare i pavimenti dalle signore fino alla fine dei miei giorni.

Belle stronze anche quelle, la prossima volta che mi rompono le balle gliele ricamo io le rughe su quei bei visini pieni di creme. ( fa vedere coltello)

(pausa - beve)

Ora niente più niente al mondo rimetterà a posto le cose. Non ho avuto il coraggio diavvertire Arturo. Lo faranno loro. Oggi il ver­mouth ha un sapore strano, come di ferro arruggi­nito, o forse è la mia bocca. Non so. Non so nemmeno bene cos'è successo. Ci penseranno loro a spiegarmelo. Io voglio solo che la mia Bambina sia felice. E lo voglio proprio. Che almeno lei, possa vedere, il cielo. E per farlo bisogna sacrificarsi. In que­sto mondo c'è sempre un prezzo da pagare. Ma lei ormai si è arresa. Ha iniziato a la­sciarsi andare come avevo fatto io tanti anni prima.

E sapere che mia figlia avrà il mio stesso destino non riesco proprio a sopportarlo.

Lavora dal lunedì al venerdì, 510 euro di paga con un contratto che la società può licenziarla quando vuole senza nessun pro­blema. La sera torna a casa stanca e per ri­prendere fiato si ferma in cortile con gli al­tri ragazzi a fumare una sigaretta e a raccon­tarsi le solite fesserie, poi sale, si prepara e...

MADRE - dove vai?

BAMBINA  - staseraandiamo in pizzeria

MADRE - Venerdi sera la pizza o il Macdonald e il sabato a ballare in discoteca. 20 euro di qua quaranta di là. insomma per divertirti spendi sui 60 euro a settimana, 240 a mese. Troppi, davvero troppi. Possibile che non riesco a fartelo capire?

BAMBINA -Mamma ho vent'anni, mi vuoi fare divertire un po'?

MADRE - poi hai la spesa del cellulare, hai qualche bel vestito da comprarti

BAMBINA -ma se non compro mai niente di vestiti!

MADRE -infatti, sempre in Jeans, scarpe da ginnastica e maglioni vecchi, Stracci! Sei bella! Fatti vedere che sei bella! Comprati qualcosa di carino

BAMBINA -a me piace così!

MADRE - piace cosi? E a fine mese corri da tuo padre a chiedere soldi parchè sai che luì non riesce a dirti di no!

BAMBINA - Papà mi capisce ... e mi vuol bene

MADRE – Ma anch'io ti voglio bene e mi preoccupo per il tuo futuro! 100 euro al mese potresti anche metterli in casa da mettere via!

BAMBINA             (sbuffa)

MADRE - Sbuffa, sbuffa. Butti via tutti i tuoi soldi in quelle stronzatine di collezioni che stanno riempiendo la casa. E le penne stilografiche gioiello Swarovski, e gli orologi da polso e gli orologi da taschino, le bambole, le zuppiere, i ventagli da collezione - pezzi unici dipinti a mano, i funghi, le divinità dell'antico Egitto, Hai riempito prima camera tua, adesso i mobili del salotto che finiremo di pagare nel 2010. Spendi quasi 300 euro al mese in queste cianfrusaglie

BAMBINA- papà non la pensa come te. Lui mi capisce

MADRE - certo, pur di non affrontare mai le cose di petto tuo padre sarebbe capace di dire che improvvisamente sei diventata una maga della finanza che investe in collezioni.

BAMBINA - (come per dispetto tira fuori un modellino d'automobile ,lo fa “correre” per  la casa, poi glielo mette davanti alla faccia, sfidandola)

MADRE - e questo cos'è? una nuova collezione? Una Fiat 128, una Fiat 128? Ma sai che mio padre ha perso la salute sulla catena di  montaggio della 128? Io sai?lo sai? ( ripete gridando e picchiandola)

BAMBINA - basta mamma, scusa non lo sapevo, non lo sapevo scusa 

MADRE - promettimi che non li prendi più, promettilo

BAMBINA - te lo prometto, te lo prometto (va nella sua camera)

MADRE  -me lo ha promesso! La Bambina però s'è spaventata. Non mi ha mai visto così. Ha smesso di parlarmi, mi evita e sta sempre più davanti al televisore. Poco male,  almeno impara qual­cosa, magari le viene voglia di fare come tutte quelle ragazzeche hanno capito come funzio­na il mondo. Io la incoraggio sempre a vedere i pro­grammi giusti, chissà che non le venga la voglia di andare alle selezioni per il Grande Fratello. Oppure di proporsi come valletta di qualche televendita, E chi se ne importa se sono quasi tutte truffe “ la paga è buona e ti danno anche i vestiti e ogni volta che vai in on­da il parrucchiere ti da una sistemata ai capel­li. Hai le gambe lunghe, una terza di seno e un sedere che sembra disegnato, da qualche par­te ti prendono di sicuro”.

Ma oggi, quando sono tornata a casa, e ho visto nell’immondizia, l'involucro, del primo numero della collezione, Coltelli tradizionali e da lavoro - il ronchetto valtellinese a 4 euro e 90 - ho perso la ragione, e niente più niente al mondo è riuscito a farmela tornare.

 (correndo in camera della Bambina e prendendola a schiaffi)

“Cos'è sta roba, cos'è, me lo avevi promesso

BAMBINA - basta mamma., basta

MADRE  Che cazzo te ne fai di un ronchetto valtellinese. Smettila di buttar via soldi

BAMBINA -basta, basta! Mi hai rotto le palle, basta! Basta!, tieniti il tuo ronchetto e tagliaci le cipolle

MADRE –( come assente, rientra in cucina,  senza mai fermarsi prende coltello dal tavolo e ritorna alla camera ) Me ne sono tornata in cucina per sbollire la rabbia. Non so come sia suc­cesso...non ricordo nemmeno di essere andata nella sua ca­mera.

MADRE - cos'è?

BAMBINA - niente, è roba mia (nascondendo diario)

MADRE - fammi vedere....

BAMBINA - non toccare!

MADRE – (strappandoglielo) Ah! è un diario! Non mi ero mai accorta che tenevi un diario!

BAMBIN -             non leggere è mio!

MADRE - 14 ottobre

MADRE /BAMBINA -Mia madre è una stronza

MADRE - tua madre è una stronza?

BAMBINA -Mia madre è una stronza

MADRE - Tua madre ? (la colpisce con il  coltello)

(buio)

 (fascio di luce sulla Madre. E’ nella stessa posizione di inizio spettacolo, lascia cadere il diario che ha in mano e il coltello, respira con affanno, ripete la stessa scena di inzio)

 “Scusa, Scusa, scusa, scusa, Bambina mia. Io non volevo farti male. È che ho perso la pazien­za, lo sapevi che mi avresti fatto arrabbiare. Ma io non volevo, cos’è, cos’è  tutto ‘sto sangue ... io pensavo di prenderti ancora a schiaffi ...Dai vatti a lavare. Io ti aspetto di qua. Ci beviamo un ver­mouth e facciamo pace."

“ Pronto! Pronto! Signora Calderoli è successo un incidente, è successo un incidente, chiami suo marito,fate presto, fate presto, la Bambina perde molto sangue”.

E adesso non so cosa fare. Forse dovrei mettere in ordine la casa ... la spesa, dovrei cambiarmi ...ma non ho più voglia di niente.

(beve)

 (bussano alla porta)

VOCE - “Signora, signora, sono Calderoli,  il brigadiere, cosa è successo, ...signora apra ...”

MADRE – Non urlate!Non sono an­cora pronta. Devo mettere a posto la spesa. Devo cambiarmi. Che vestito mi metto? Ci vuole qualcosa di importante, è la prima volta che qui entrano i carabinieri. Il brigadiere Calderoli poi è un bell’uomo ancora, gentile, mi saluta sempre quando ci incontriamo in ascensore.

Potrei mettermi il vestito da sposa. L'ho sempre conservato bene e anche se mi va stretto non se ne accorge nessuno.

Quello è stato il giorno più felice della mia vita. Lasciavo il paese per andare a vivere a Torino. Ero certa che tutto sarebbe cambiato in meglio.

Volevo vedere il cielo come nella canzone. Almeno un pezzettino.

Invece Dio mi ha dato un marito senza ambizioni e una figlia inutile.  

VOCE - “signora,  signora, sono Calderoli, stiamo cercando suo marito, come sta la figlia? ...signora apra che l’aiutiamo ...altrimenti dobbiamo sfondare la porta...”

MADRE – Non urlate!Bambina vai ad aprire, per favore!

Poi vado al supermegafantadiscount a comprarti le crostatine che ti piacciono tanto. La signora Novelli m’ha detto che sono in offerta: confezione da sei pezzi a  0,69. Poi ci sediamo e guardiamo assieme la De Filippi, magari ci facciamo anche un goccetto

Non si alza, forse è ancora svenuta. O è .... Non lo so. Basta che aspettino che tor­ni Arturo, lui ha le chiavi. Oggi ha il turno del pomeriggio. Su e giù col muletto. Carica e sca­rica. Carica e scarica...poverino anche lui

(Bussano)

Mamma mia fanno un casino... Non rie­sco proprio a fare un passo. “bambina, allora, vuoi andare ad aprire?”

VOCE - “signora, signora, ...signora apra che l’aiutiamo ...”

Eh! Battete, battete pure la porta! Vi romperete le corna prima di but­tarla giù. Ci è costata un occhio della testa ma in questo quartiere ci sono tanti di quei ladri che la porta blindata è un vero investimento.

Chissà se è arrivata anche la televisione. Potrei fare una dichiarazione e spiegare che si è trattato di uno stupido incidente, così chiari­sco tutto subito e non c'è bisogno di fare altro. Domani mattina devo pulire i vetri del salotto della signora Baudengo. Mi ci vogliono alme­no due ore. E poi devo stirare.

Che stupida! Me ne stavo dimenticando. Domani è mercoledì e iniziano le offerte da Buone carni italiane. Le ali di pollo sono a 0,99 al chilo. Con meno di 5 euro faccio saltar fuori la cena. Per tutti e tre o per due, ancora non lo so. Dipende da come sta la Bambina.

“Voglio parlare con la televisione altrimen­ti non apro! Avete capito? Chiamate Emilio Fede o il giudice Sante Licheri. Parlerò solo con loro”.

Oh madonnina santa ho finito il ver­mouth. Se avessi la forza di muovermi berrei la grappa di Arturo. M’aiuta a schiarirmi le idee e ne ho bisogno per quando arriveranno le te­lecamere.

Se la Bambina è ... sono capaci di pen­sare che non sono una buona madre. Non è vero. È lei che non è una buona fi­glia. Io faccio tutto quello che posso per farla crescere bene. Mi chiederanno che rap­porto ho con la Bambina. Ottimo.

“Siamo come amiche, anzi è la mia migliore amica. A volte litighiamo ma ca­pita in tutte le famiglie, no?

Anche la signora Baudengo litiga con i fi­gli. ...

La signora Masoero invece ha una figlia. Più piccola della mia Bambina, ha solo 13 an­ni.  Tra madre e figlia è tutto un parlare.

Pure i figli della Baudengo parlano tanto con la madre. Si dicono anche tante fesse­rie ma almeno si ascoltano. In quelle famiglie sono sereni.

Non hanno le nostre preoccupazioni che ti mangiano dentro, ti mangiano l'anima. Non che stare bene di portafoglio ti renda felice per forza. Guarda cos'è successo all'Avvocato eh!. Prima il figlio che è caduto giù dal ponte e poi il nipote morto di cancro.

Certo! Ma i soldi aiutano a non dover pen­sare sempre ai soldi!

Per questo, forse, la Bambina e io tante volte stiamo in silenzio di fronte al televiso­re, in fin dei conti non è che abbiamo tanto da dirci ma questo è meglio che non lo dica.

Anche con Arturo non è che ci sia tutto questo dialogo. Per parlare si parla ma non di noi stessi o di quelle cose che stanno dentro e che a volte vorresti tirare fuori perché sono ficcate nella gola e ti sembra di scoppiare. Si parla delle cose necessarie, quotidiane, ma so­prattutto passiamo il tempo a commentare quello che succede agli altri.

 È come se stessimo tutto il tempo alla fi­nestra. -

Guardiamo la televisione e commentia­mo, leggo Novella 2000 e commento, Arturo legge la Gazzettae commenta. Quando dob­biamo parlare di qualcosa di nostro diventia­mo tristi. Da quanto tempo non rido per qualcosa che ci è capitato?

Anche questo non posso raccontarlo. De­vo dire che siamo una famiglia felice. No, fe­lice è troppo, non ci crederebbe nessuno. Dirò che è normale. Una famiglia piemonte­se come tante, onesta e lavoratrice. Un padre, una madre e una figlia alle prese con la vita di tutti i giorni.

Invece quella scrive sul diario che sono una stronza. Il diario! Devo nasconderlo, dov'è finito? Eccolo. (Lo raccoglie con timore, ha paura di toccarlo, lo butta sul tavolo) È’ tutto macchiato. Niente più niente al mondo riuscirà a ripulirlo. Ma che cos’ha sempre da scrivere la Bambina... (titubante lo apre - entra Bambina)

MADRE- 9 settembre, ho litigato con mamma

BAMBINA – (scende in platea, si muove davanti alla prima fila di spettatori)9 settembre. Ho litigato con mamma. Mi sono compra­ta un paio di Puma rosse e lei mi ha fatto una sfuriata. Vuole che compri scarpe da signorina. Stronza, stronza, stronza,!!!

Debora le ha comprate uguali e sua madre non ha avuto nulla da ridire. Ma proprio a me doveva capitare una così. Papa mi ha fatto se­gno di lasciar perdere. Anche lui però si com­porta male, perché non le dice più spesso di sta­re zitta?

MADRE - Oh madonnina santa, guarda cosa scrive la Bambina. Basta non leggo più che mi sento morire. Questo diario è tutto contro di me. Chissà cosa penseranno? Ma io lo faccio a pezzetti e lo butto nel cesso.(allontana diario)

E brava la mia Bambina! Io sacrifico la mia vita per te e questo è il modo in cui mi ri­paghi. Adesso stattene in camera tua! Non voglio più vederti. Mai più. Ecco mi hai fatto piangere

(pausa, poi riprende diario)

MADRE - 27 agosto. Caro Abdel, ti amo tanto

BAMBINA - 27 agosto. Caro Abdel, ti amo tanto. Non so dove ti abbiano portato. Aspetto una tua lettera. Ma­gari riesci a tornare o ti raggiungo io. Non so­no mai stata in Tunisia. A dire il vero non so­no mai stata da nessuna parte se non a Milano Marittima con i miei. Un viaggio in autostrada e poi la macchina non si toccava più per una settimana. L'idea di viaggiare mi ha sempre fat­to paura. Mi piace stare a Torino, correre in motorino lungo i viali e guardare i palazzi e la gente. Quando c'eri tu, Torino era più bella. Perfino il quartiere sembrava diverso. Tutti gli amici ti salutano. Debora si è messa con Paolo. Durerà poco, lo sai come è fatto lui. Debora è la mia migliore amica e io le ho dovuto parlare chiaramente ma lei se l'è presa. La capisco. An­ch'io mi ero offesa quando diverse amiche, Giusy in particolare, mi erano venute a dire di non innamorarmi di te perché eri un "maroc­chino". Ma poi non ci hanno più fatto caso e an­ch'io ho lasciato perdere. Penso sempre all'u­nica volta che abbiamo fatto l'amore. È stato superbellissimo. Se la mamma sapesse che l'ab­biamo fatto sul suo divano nuovo ancora pla­stificato mi ammazzerebbe. Sei stato dolce, Abdel e io ti amerò per sempre. Mi hai chiesto quante volte l'avevo fatto prima e io ti ho ri­sposto due-tre con Sergio, il mio ex ragazzo. Non è vero, sai. Prima di Sergio c'è stato un al­tro ragazzo, Brandon Carnelutti. Spero che non ti arrabbierai per questo ma ci conosciamo ancora poco e non me la sono sentita di raccontarti tutto di me.

Sia Sergio che Brandon sono stati carini con me dopo che hanno saputo che la polizia ti aveva portato via. Anche tutti gli altri, comunque. Mi sono stati vicini...

(pausa lunga, poi la Madre  si scaglia sul diario tempestandolo di pugni)

MADRE - Una puttanella sei! Sei andata a letto con tutti, anche col tunisino. Allora sai cosa ti dico? Ho fatto bene, benissimo a farlo rispedire al suo pae­se. Altrimenti adesso aspetteresti un figlio da lui. Un bel bambino color caffelatte... E da domani metti i soldi in casa. Hai capito?

VOCE – “ Signora, signora apra c’è la televisione ...signora, signora ..”

MADRE – oddio! è arrivata la televisione. Come hanno fatto presto! “Non sono ancora pronta”. Ho perso il filo... madonnina santa...

Dunque... Una vita normale. Padre, ma­dre e figlia. Sì, dirò così. Padre, madre e figlia. Famiglia piemontese. Madre. Figlia. La mia Bambina. La mia Bambina è una ragazza ac­qua e sapone. Semplice e senza grilli per la te­sta. Sogna di sposarsi e avere una famiglia. Ha una gran passione  per le collezioni. È stato un incidente. Non so come sia successo. Sono sempre stata una buona madre. Mio marito Arturo è un buon padre. E un ottimo marito. Su e giù col muletto. Carica e scarica. Carica e scarica....(riprende diario)

BAMBINA – Si caro Abdel, gli amici sono stati tutti carini ...Lei, invece, è terribile. Ogni giorno la solita musica. Prima la compativo,adesso invece la disprezzo.

Caro Amore mio, lo so che tu non sei d'accordo a par­lare male delle proprie madri. Più di una volta mi hai sgridato per questo, ma adesso che sai che mia madre ha rovinato la vita anche a te, cambierai idea. Per farle dispetto avevo deciso di buttare tutti i miei soldi nelle collezioni. Poi avevo pensato dismettere quando si era incazzata di brutto ma adesso voglio ricominciare per farle pagare quello che ci ha fatto. Rinuncio anche ad usci­re ma voglio comprare tutte quelle cazzate del­le edicole e riempirle la casa. Anche sotto il let­to voglio fargliene trovare.

Chissà che non la smetta di rompermi le palle con queste menate sul mio futuro. Io non voglio pensare al futuro. Sono giovane, ho ven­t’ anni e voglio solo divertirmi. Avrò poi tutta la vita per preoccuparmi. Già mi faccio il culo lavorando al Pony. Possibile che non capisca?  (Risale sul palcoscenico, “sistema la sua camera”)

MADRE -Devo muovermi e andare in bagno a pettinarmi e a mettermi un po' di cipria perché sennò la luce delle telecamere ti fa venire la pelle lucida e brutta. Dovrei anche truccarmi un po'. Sì, almeno un po' di rossetto. Devo as­solutamente ricordarmi di guardare nell'o­biettivo come fanno i politici, parlare con cal­ma e sorridere. Ho letto che il messaggio così viene capito subito. ...è stato un incidente.

VOCE “ Signora, Signora...”

MADRE - Arrivo! Ora apro! Smettete di battere, mi state facendo impazzire con tutto quel ru­more.

(bambina esce dalla camera,va verso l’Abito da Sposa  steso sul divano)

Arrivo, arrivo...! Se solo riu­scissi a muovere le gambe. Forza, riposati an­cora un minuto, prendi fiato e vai ad aprire.

Scusate per il disordine nella camera del­la Bambina ma niente più niente al mondo servirà a rimettere a posto le cose. Niente più niente al mondo. È meglio che andiamo in sa­lotto. Qualcuno desidera un caffè? Sì, dirò proprio così. Qualcuno desidera un caffè?

BAMBINA (canta “il cielo in una stanza” mentre si mette l’abito da sposa, quindi attraversa la scena fermandosi al proscenio)

MADRE     (segue il canto poi apre diario)

BAMBINA / MADRE - Carissimo Abdel, amore mio ti auguro la notte ...

BAMBINA ...con un bacio.(scende in platea)

MUSICA – interrotta bruscamente da

UN VETRO che si rompe( Bambina si gira- lo sguardo di Madre e Bambina si incrociano per un attimo, poi buio)

FINE