Commedia in tre atti
di Renato LELLI
PREMIO RICCIONE 1955
da IL DRAMMA n. 239-240 - Agosto-Settembre 1956
LE PERSONE
VALERIO
LUCIA
MAURIZIO
La voce di MARIO
Rappresentata al Teatro delle Arti di Roma l'8 Maggio 1966
dalla Compagnia del Teatro Italiano
ATTO PRIMO
Luci accese nello studio dove l'avvocato Rossello sta lavorando. Luci nel corridoio, luci nella camera da letto. La radio trasmette, in sordina, musica classica. Dopo breve tempo, trilla il telefono.
Valerio (che è in veste da camera, tralascia di scrivere e solleva il ricevitore) Avvocato Rossello...
La voce dell'avvocato amico Avvocato Ginzi...
Valerio Un momento! (Posa il ricevitore sul tavolo e va a spegnere la radio. Ritorna al tavolo) Dimmi, caro...
La voce Ti disturbo in un'ora un po' insolita, ma so che anche tu sei sempre lì, attaccato al tuo tavolo...
Valerio Dimmi, dimmi, non mi disturbi.
La voce Volevo solo dirti che proprio oggi, al dibattimento, come affermavi, la personalità della vittima è risultata di sentimenti miti e generosi... e che l'uccisione, quindi, non poté essere provocata da motivi politici...
Valerio Ma certamente! La vera origine del crimine, fu la volontà degli imputati di impossessarsi della notevole somma che egli portava con sé all'atto del prelevaménto...
La voce Chiaro e lampante.
Valerio Mi fa piacere di averti potuto illuminare.
La voce (tra lo scherzoso e il convinto) Non per nulla sei il numero uno dei principi del nostro Foro...
Valerio Non dire sciocchezze! Dove sei?
La voce Allo studio, ma ora chiudo e vado a casa.
Valerio Battiti con tutte le tue forze!
La voce Puoi stare tranquillo: in fondo sai come la penso.
Valerio (marcando) Non sempre!
La voce Tanto più che al caso in discussione quell'amnistia non è applicabile.
Valerio Certo! Pagheranno il loro delitto. Buona notte.
La voce E per quell'altro affare... Scusa un momento!... sei sempre ostinato a non volerne sapere?
Valerio Non mi avrai telefonato... soprattutto per insistere ancora...
La voce Dio mio, come sei...
Valerio Sai che di cose poco chiare non ne voglio sapere...
La voce Ma se è chiarissima, la cosa!
Valerio (inquietandosi) Come puoi vederla chiara, una questione che è perduta in partenza! Perché mi consigli la difesa di gente che io...
La voce Perché col tuo nome accanto al mio...
Valerio Ripeto che non accetto.
La voce È gente che ha milioni!... e se riesce, non dico a salvarsi, ma appena appena...
Valerio Buona notte, Ginzi, buona notte.
(Posa il ricevitore, ha un momento di stanchezza, subito si riprende, si alza, va nel corridoio, guarda verso la scaletta; d'improvviso apre la porta che immette nella camera da letto... e vede le luci accese)
Io ci avrei scommesso che almeno qualche luce era accesa, in giro.
(Si avvicina alla toletta e siede: si guarda nello specchio lisciandosi il volto)
Si fanno lunghe dissertazioni sull'economia domestica, poi si spreca a tutto spiano. Una luce qua, una là, una festa, uno spettacolo, lo smoking per il ragazzo, l'abito da sera per la moglie... (Guardandosi attentamente) Come invecchi, mio caro Valerio! Quante rughe! (Spegne le luci) Mah! Il ragazzo deve pur svagarsi!
(Va nel corridoio, chiude la porta della camera)
La moglie deve pur trovarsi cogli amici!
(Spegne la luce del corridoio. Nello studio riaccende la radio, quindi spalanca la porta di fondo che conduce in sala da pranzo. La illumina. Lo si vede prendere qualcosa da un mobiletto. La radio trasmette un jazz. Ritorna portando una bottiglia di cognac e un bicchiere. Spegne subito la radio)
Questa strana musica!
(Posa bottiglia e bicchiere sul tavolo, va a spegnere la luce in sala da pranzo e chiude la porta. Poi si versa da bere... e beve... e pensa... e beve. Sulle labbra gli fiorisce un sorriso. Posa il bicchiere, tappa la bottiglia e siede al tavolo, avvicina a sé l'apparecchio telefonico, fa per segnare un numero, una sosta e guarda l'ora)
Mezzanotte e mezza. (Poi, deciso) Ma sì!
(Segna un numero) Forse sta lavorando come me.
(Nell'attesa solleva colla mano libera il portaritratti che incornicia la fotografia della moglie)
Com'eri bella, a vent'anni! E come desideravo sposarti!
(Suono dell'occupato)
Strano, a quest'ora!
(Posa il ricevitore e continua a guardare la fotografia)
Eri bella e sei bella ancora.
(Posa il portaritratti e rifà il numero) Fiori freschi tutti i giorni... Soldi sprecati... ma tu dici che è una tua necessità... e allora...
La voce dell'avvocato Gigante Avvocato Gigante.
Valerio Avvocato Rossello... (E ride).
La voce Oh, caro! Lo sai che in questo preciso momento pensavo proprio a te? Volevo telefonarti io, ma temendo che tu fossi a letto...
Valerio Non mi dirai che sei già al corrente di tutto...
La voce Di tutto! L'onorevole mi ha telefonato all'ora di cena, per dirmi la sua gioia. Era felice come un ragazzo.
Valerio Il bello è questo, allora, che senza che lo sappia io sono più felice di lui... perché per me poter difendere quei disgraziati...
La voce ... Che non ti daranno un soldo...
Valerio Servire un ideale è la miglior ricchezza!
La voce Ha telefonato a me, perché sa che sono stato il tuo più caro allievo! È orgoglioso di te, della tua modestia...
Valerio Dunque: volevo darti una notizia che sapevi già. Non c'è gusto.
La voce Tua moglie è lì con te?
Valerio Ma non è con tua moglie, a un concerto?
La voce Ah, sì, sì, scusa!
Valerio Mio figlio è in casa d'amici per una festicciola... e io sono qui...
La voce (ridendo) E io qui. È la vita. Domani passerò da te, ancora per quella pratica...
Valerio (colla mano libera cerca una cartella tra le tante) Ce l'ho qui!
La voce No! Ora sei stanco!
Valerio Solo un po' agitato. (Estrae un foglio dalla cartella) Basterà che tu rilevi che sei di fronte a una chiamata di correo contraddittoria, alterata in tre punti, in tre versioni, ritrattata, non logica, probabilmente non disinteressata... così quando il giudice, dal canto suo, sarà di fronte a più ipotesi, senza prove univoche e sicure...
La voce ... La sua coscienza gli imporrà di assolvere.
Valerio E assolverà un disgraziato... che era stato raggirato.
La voce Grazie, Valerio. Quando poi potrò esserti utile anch'io...
Valerio Non mancherà l'occasione. Buona notte.
La voce Buona notte.
(Valerio lascia l'apparecchio, lo scosta da sé, fa per riprendere a scrivere e non gli riesce. Porta lo sguardo nel vuoto. Si accende improvvisamente la luce nel corridoio. Se ne accorge subito perché la porta è aperta)
Sei tu, Lucia?... sei tu, Maurizio?...
(E attende, senza alzarsi. Dal fondo, nel giro a chiocciola della piccola scala, giunge Lucia) Lucia...
Lucia (discreta pelliccia su di un discreto abito da sera. Avanzando lentamente) Sono io. Stanchissima e molto annoiata. (Sosta sulla porta dello studio).
Valerio E come mai?
Lucia Come mai? Un programma di musica tanto barbosa, che se l'avessi solo sospettato non mi sarei mossa di casa... e poi... Clelia in lite col fidanzato non ha dato pace... Nel palco, per me la posizione peggiore: da torcicollo... La macchina di Tullio s'è guastata e abbiamo dovuto fare un pezzo di strada a piedi... Una scarpa che mi stringe maledettamente...
(Lascia la porta dello studio e si dirige verso quella della camera da letto)
Proprio una serata sciupata. (Aprendo la porta) È già rientrato, Maurizio?
Valerio (accendendo una sigaretta) Non credo.
Lucia Non l'hai sentito?
Valerio No.
Lucia Allora... non è rientrato. Perché dici « non credo »?
Valerio Non essere sempre così nervosa...
(Lucia entra in camera da letto e accende le luci. Tutte)
Vieni qui, piuttosto, che ho una bella notizia da darti.
Lucia Un momento, mi tolgo la pelliccia. (Se la toglie e la getta sul letto) Se pelliccia la si può chiamare! (E va alla toletta per guardarsi nello specchio).
Valerio Una bella notizia e un bicchierino di cognac. (E se ne versa per sé).
Lucia Figurati!
Valerio Una buona sigaretta. (Beve a piccoli sorsi).
Lucia No, grazie. (Lascia la camera da letto e, nel corridoio, si dirige verso la scala).
Valerio Dove vai?
Lucia Salgo in camera di Maurizio per vedere se c'è...
Valerio Ti ho già detto di no.
Lucia Non ne sei sicuro.
Valerio Spegni quelle luci, prima!... E non accenderle sempre tutte! Pare un incendio!
Lucia (ai piedi della scala) Maurizio! (Sedendo sulla cassapanca) Non salgo perché sono stanchissima. (Richiama) Maurizio!
Valerio Non gridare!
Lucia Tu ti preoccupi di tutto, fuorché di me.
Valerio O che c'entra?
Lucia C'entra. Se lo dico, c'entra.
Valerio Per esempio?
Lucia Di come son vestita, per esempio! (Si alza ed entra nella studio).
Valerio E come sei vestita? Bene, mi pare.
Lucia Bene, perché per te va tutto bene.
Valerio Quando sei uscita eri molto soddisfatta!
Lucia Per forza. Mi mancavano i confronti. (Sedendo sul bracciolo di una poltrona) Tu avessi visto gli abiti delle altre. Ricchi... Nuovi... Bellissimi! Specie quello che indossava la moglie del tuo più caro allievo: la signora Gigante.
Valerio Ci siamo telefonati poco fa.
Lucia Non cambiare discorso!
Valerio Te l'ho già detto tante volte che la signora Gigante ha portato al marito una dote formidabile...
Lucia Insomma... non restartene sempre in casa, se vuoi pretendere di giudicare.
(Valerio fuma,scuote appena il capo e sorride).
Tutte vestite meglio di me, che sono la moglie del maestro, dell'avvocato più importante!... (Va a sedere sull'altra poltrona) E non fumare troppo, ché quando poi te ne vieni a letto puzzi tremendamente di tabacco.
Valerio (ridendo) Addirittura?! Se è un profumo che ti piace, quando sei di buon umore!
Lucia Ridicola, mi sono sentita. (E subito, marcando) Non dire gli anni che ho, che ho un figlio quasi maggiorenne, e che tutte queste fisime...
Valerio No, non dico niente.
Lucia Ecco. (Poi) Una pelliccia che ormai andrebbe appena bene per mettersela sotto i piedi in camera da letto...
Valerio Volendo esagerare, certo.
Lucia Appena appena. Desideravo delle scarpette di raso... e si faranno...
Valerio Non dirmi, adesso, che non hai scarpe!...
Lucia E quattro ruote, le abbiamo? No, e si deve sempre andare sulla macchina di qualche amico pietoso, che ti condurrà sempre e solo dove vorrà...
Valerio Verrà anche la macchina!
Lucia Quando gli altri andranno in elicottero! E non parliamo poi dei gioielli, perché quelli che ho sono talmente microscopici e antiquati che non oso nemmeno mostrarli!
Valerio Se m'hai sempre detto che i gioielli non t'interessano!
Lucia Adesso ho cambiato idea. E credi, credi, Valerio, che è proprio una pena questa mia vita.
Valerio E non riconosci che da un po' di tempo, tu, Lucia...
(Lucia tace)
Non lo riconosci?!...
Lucia Sì... lo riconosco, che da un po' di tempo...
Valerio Meno male. E che cos'è che... Eh?
Lucia Quello che pensi tu.
Valerio Procurato da che?
Lucia Non lo so. Che ci posso fare? Sono molto inquieta.
Valerio E ingiusta.
Lucia Forse... ma non contraddirmi troppo.
Valerio No, appena appena, se vuoi!... e anche con garbo, perché del garbo ne ho.
Lucia Non hai generosità, devi ammetterlo.
Valerio (alzandosi) Me l'aspettavo. Si ritorna al vecchio ritornello.
Lucia Sei avaro. Cosa vuoi farci!
Valerio Lo sarò... nei confronti dei tuoi eccessi...
Lucia E quali eccessi sono, i miei, se non sfociano mai?...
Valerio Non possono sfociare, perché il mio buon senso prima... e poi il tuo...
Lucia Sei un avaro e non aggiungo altro.
Valerio Va bene, va bene, sono un avaro. (Verso la porta che da nel corridoio) Tant'è vero che tutte queste luci le debbo spegnere. (Esce e va a spegnere le luci ovunque).
Lucia Spegni, spegni! Finirai collo spegnere anche il mio amore!
Valerio (dalla camera da letto) Non dire sciocchezze, adesso!
Lucia Che cosa importa avere per marito un grande avvocato, se non ne approfitta come fanno gli altri! Dovresti essere il più ricco di tutti!... E invece carità, carità, solo carità cristiana.
Valerio Non dire sciocchezze. Prima il buio...
Lucia Sì, mi rattrista.
Valerio Anche a distanza?
Lucia Che discorso è questo?!
Valerio Lasci le luci accese anche quando esci...
Lucia Questo mi accade perché ho sempre la mente altrove.
Valerio (ritorna nello studio) E dove?!
Lucia Non ci voglio pensare.
Valerio E fai arzigogolare me, vero? (Siede sull'altra poltrona) Suvvia! La vuoi la buona notizia?
Lucia Avanti. Sentiamo. Sarà una delle solite.
Valerio Pressappoco. Dunque...
Lucia Vorrei prima telefonare per sentire se Maurizio è ancora là. Non mi so abituare a saperlo fuori di notte...
Valerio E va bene. Telefona. (Lucia si alza) Bada, però, che dopo lo prenderanno in giro. Sai come sono i ragazzi. Fosse una femmina, direi!... ma un maschio...
Lucia Già. Ci sono anche le convenienze. (Risiede) Certo non te ne interessi molto, tu, di tuo figlio!
Valerio Ma sì, di' anche questa. Tanto... una più, una meno...
Lucia Dammi dunque la « grande » notizia che dopo vado a spogliarmi.
Valerio Grande, sissignore, ma che purtroppo te ne procurerà un'altra un po' meno piacevole...
Lucia Ho già capito: il viaggio promesso se ne è andato in fumo.
Valerio Tu esageri sempre: solo rimandato.
Lucia Ebbene, se vuoi proprio saperlo non me ne importa troppo. (Alzandosi) Scusa, ma bisogna che vada a togliermi il vestito. (Va nella camera da letto e accende tutte le luci).
Valerio (remissivo) Ma sì!... poi vattene a letto, così domani...
Lucia (prende la pelliccia e si dirige verso la piccola porta a muro che immette nello spogliatoio) lo non andrò a letto, finché non sarà rientrato Maurizio.
Valerio Io dovrò lavorare ancora un po', sai!...
Lucia Che cosa vuoi dire, con questo?! Che ti disturbo? Non parlerò. Oh, ma... lavori in istudio, lavori a casa, di giorno, di notte... (Ed esce).
Valerio (scattando) E solo per capriccio, vero? Solo per capriccio. Mi alzo alle sette del mattino, per capriccio... Mi corico alle due, alle tre di notte, per capriccio... Studio, scrivo, viaggio, mi logoro... e solo per capriccio... Mi costringi a volte a sopportarti, ecco.
(Lucia compare sulla piccola porta, preoccupata e anche stupita)
Una notizia un po' incerta non te la posso dare, perché i tuoi nervi sono sempre tesi! Non ne conosco la ragione, e faccio di tutto per non conoscerla, onde evitare che questi tuoi nervi si posino sui miei che vibrano già per loro conto!... I nervi, li ho anch'io, e li trattengo! Una buona notizia non mi riesce mai di dartela, così la gioia mi si smorza sempre...
Lucia (quasi supplichevole) Valerio!
Valerio (marcando) Non eri così.
Lucia (guardandolo attraverso le porte aperte) Ad ascoltarti, si potrebbe pensare che siamo sempre in lite, che tra noi non c'è mai pace...
Valerio Da un po' di tempo, tra noi, non c'è più pace.
(Lucia esce di nuovo dalla porticina a muro. Valerio quasi tra sé, lentamente)
Il grande avvocato... chiuso tra le sue pareti domestiche non è che un imbecille qualunque. (Si alza, va nel corridoio) Del resto l'hanno sempre detto che gli uomini non comuni sono delle nullità nella loro vita privata. (Sale la scaletta) Ammesso che io sia un essere non comune. (Scompare).
(Dalla piccola porta rientra Lucia, in veste da camera: si dispone a preparare il letto per la notte).
Lucia Una volta le donne di servizio, prima di andarsene, preparavano i letti!... Ora non più.
(Dalla piccola scala scende Valerio, lentamente. Ed entra nella camera da letto).
Valerio Sono stato di sopra, Maurizio non è ancora rientrato.
Lucia (gli va accanto e lo abbraccia) Oh, caro! Ti voglio bene, sai!... anche se spegni sempre tutte le luci, anche se mi trascuri un po'!... Perdonami se qualche volta non so bene quel che dico, e non pensare che io sia così sciocca...
(Valerio le solleva il viso e glielo bacia più volte)
Ma non dire più che mi sopporti! Anche se lo pensi non lo dire!
(Valerio la conduce accanto al letto. Vi si siedono sopra) Magari lo merito, ma mi dà fastidio sentirmelo dire!
Valerio Adesso calmati.
Lucia Quale casa più bella di questa, potrei desiderare! E gli abiti?! Che cosa vuoi che m'importi degli abiti? Tutte sciocchezze che dico. Non so nemmeno perché!... e se penso a quel che si era non molti anni fa...
Valerio Un avvocatino squattrinato senza cause, e una moglie tutta spaurita...
Lucia (ridendo appena) Un povero cólto, dicevo, che ha sposato una povera ignorante.
Valerio Ignorante, poi...
Lucia Ignorante, ignorante, vuoi che non mi conosca?...
Valerio Lasciamo andare.
Lucia Lasciamo pure andare!... ma come t'ho detto non dare ascolto alle mie parole, quando attraverso momenti...
Valerio Che superiamo sempre. (Alzandosi) Ora vieni con me che c'è da brindare. (E muove verso lo studio).
Lucia (va alla toletta) Smetti di lavorare, stanotte!
Valerio (entrando nello studio) Non hai detto che c'è da aspettare Maurizio?
(Va nel fondo, apre la porta, accende la luce in sala da pranzo, vi entra)
E allora?!
(Dal solito mobiletto toglie un secondo bicchiere)
Non tornerà a giorno!
(Spegne, chiude, ritorna, va al tavolo e versa del cognac nei due bicchieri).
Lucia (entrando nello studio) Appena un goccio, per me! (Ritorna subito sui suoi passi)
Le luci! (Spegne in camera da letto, poi nel corridoio. Entra nello studio)
È troppo!
Valerio Macché troppo! Aspetta a bere! Dunque: oggi mi ha telefonato una persona molto importante per affidarmi la difesa del maggior imputato in una causa che sarà la più clamorosa dell'anno. Non vi saranno molti quattrini...
Lucia Puoi dire pochi!
Valerio C'è un delitto... uno scandalo... Di questa orribile cosa io debbo avertene parlato, quando...
Lucia ... sì... infatti...
Valerio E debbo averti anche detto che, seguendo l'istruttoria, complicatissima, mi sono sempre più convinto che appunto questo maggior imputato sia invece innocente!... E bada che c'è tanto, contro di lui. E pensa che sono tutti contro di lui.
Lucia ... sì...
Valerio Immagina dunque quale battaglia dovrò affrontare, affinché questa mia... chiamiamola ora semplicemente deduzione, possa concretarsi.
(Sollevando il bicchiere) E allora alziamo il bicchiere, alla speranza che tutto riesca come spero.
Lucia (alzandolo) Io sono certa che tutto andrà come tu vuoi.
Valerio Grazie, cara.
(E beve d'un sorso. Lucia beve lentamente. Valerio sfogliando una cartella)
Non sei troppo allegra, ma insomma mi accontento. E ora... dimmi perché quel nostro viaggio non ti interessa più.
Lucia Perché... perché non mi sento di lasciare a casa Maurizio. (Posa il bicchiere sul tavolino).
Valerio Non si era stabilito che lo avremmo lasciato a casa di tua madre?...
Lucia No, Valerio, nemmeno a casa di mia madre.
Valerio Io non so... non capisco... compie fra poco i diciannove anni...
Lucia Non sono tranquilla, sul suo conto.
Valerio (scrivendo) Ed è questa tua preoccupazione, che ti dà poi quel nervosismo...
Lucia Sì.
Valerio ... che fai scontare anche a me. E le scarpette di raso, l'abito nuovo, la macchina... tutti appigli, per non dirmi veramente tutto ciò che pensi.
Lucia Niente di grave, credo!... tutte mie idee, forse!... ma quel non avere assolutamente voglia di studiare, il non dimostrare nessuna passione particolare.
Valerio Io ti ho già detto che mi deciderò presto a raccomandarlo presso qualcuno, per un lavoro qualsiasi, non importa se per lui umiliante... purché io lo veda occupato. (E battendo il pugno chiuso sul tavolo) E lo sa... e non se ne dà per inteso... forse non ci crede...
Lucia Sarebbe un momento terribile!
Valerio Sempre meglio che vederlo ciondolare inutilmente. Ma il male peggiore lo facciamo noi, sai, e tu in specie. Sempre dei quattrini...
Lucia Non dire eresie! Sempre quattrini? Tu gliene hai sempre dati pochissimi... io ho sempre potuto dargliene meno di te...
Valerio ... e lo smoking... fuori la sera... niente punizioni...
Lucia Lo smoking ci voleva! È tuo figlio! Fuori la sera?!... È già un uomo, non lo si può legare!
Valerio Accompagnarlo d'estate al mare, come si sta facendo.
Lucia È un'età tanto critica!
Valerio Che ho avuto anch'io e senza tante smancerie. A meno che non abbia un cervello ottuso...
Lucia Questo no.
Valerio E allora bisogna strigliarlo.
Lucia Lo vedi? Non te ne parlerei mai. Non te ne accorgi, ma con lui... sei sempre il Pubblico Ministero!
Valerio Vuoi intendere sì o no che coccolandolo e adorandolo lo vizi e lo rovini?
Lucia Io, Valerio, vorrei il tuo aiuto!... ma vorrei anche che non fosse violento!
Valerio (tralasciando di scrivere) Aiuto... perché?! Che c'è?!
Lucia Niente... e tanto! Frugo sempre nei suoi cassetti... cerco sempre qualcosa che poi non so nemmeno io!... soltanto perché non sono tranquilla! Un giorno trovai un libretto con degli appunti: uno strano itinerario...
Valerio Gli chiedesti che cos'era?
Lucia No!
(Valerio scuote il capo e riprende a scrivere)
Passato un po' di tempo, mi venne tra le mani una carta geografica con tanti segni di matita...
Valerio Una volta tanto, avrà tentato di studiare!
Lucia Anch'io, infatti, volli pensare così.
Valerio (tralasciando di scrivere) Per nostro figlio noi due siamo anche giunti a cose veramente spiacevoli... ma non ricordiamole. Ricordiamo soltanto che si arrivò a stabilire che di lui te ne saresti occupata da sola, sino al momento in cui non ce l'avresti fatta più. Sarei allora subentrato io e naturalmente da solo. È vero?
Lucia Sì.
Valerio E allora... questo momento è giunto?
Lucia No. Direi di no. (Tentando indifferenza) Io... io ti sto disturbando e tu devi lavorare. Non dirò più niente.
(Valerio si rimette a scrivere. Dopo un po' si alza, si avvicina al tavolo, è di fronte a lui)
Scusa ancora un momento: non ricordo se alla porta di casa ho messo la catena... Se si va a dormire, dovremo poi alzarci, uno dei due!... Sarebbe seccante!
Valerio (alzandosi) Ho capito. E tu hai un piede che ti fa male... (Si muove, si avvicina al corridoio).
Lucia Va' anche in cucina, per favore, e guarda se le chiavi le ha prese. È tanto sbadato. Lo vedi subito: se non sono appese a quel gancio...
Valerio (nel corridoio) Berrò anche un bicchier d'acqua. Ne vuoi?
Lucia No, grazie.
(Valerio va in fondo al corridoio, scende uno scalino, si ferma e, in sospetto, ascolta. Lucia, intanto, si è avvicinata al telefono, lo tocca, vuol sollevare il ricevitore e non osa e, pure in sospetto, guarda verso il corridoio. Poi, non molto decisa, muove verso la porta. Valerio è scomparso scendendo la piccola scala. Lucia, sulla porta, guarda verso il fondo del corridoio e non vede Valerio; corre al telefono, segna in fretta un numero sul quadrante e attende, ansiosa, preoccupata).
La voce femminile di casa Vallardi Pronto... (Insieme alla voce giunge un lieve suono di jazz).
Lucia Pronto. Casa Vallardi?
La voce Sì. Chi parla?
Lucia Casa Rossello. Sono la madre di Maurizio...
La voce Ah!... dica, signora.
Lucia Mi perdoni. Desidero sapere se i ragazzi stanno ancora ballando. È molto tardi, sono un po' in pensiero... ma se mio figlio è ancora lì mi tranquillizzo subito...
La voce I ragazzi stanno ancora ballando, signora... ma suo figlio...
Lucia Come?
La voce Voglio dire che lo si aspettava... ma non è venuto...
Lucia Non è venuto affatto?!
La voce No, signora.
Lucia O come mai?!
La voce Non so proprio!
Lucia Forse me l'ha detto e ora non ricordo... Certo ho capito male... Scusi tanto.
La voce Prego. Buona notte.
Lucia Buona notte.
(Lascia l'apparecchio. È agitatissima. Cammina nervosamente. Siede. Si alza. Si avvicina al tavolo, vi si appoggia di schiena e attende. Valerio giunge dal fondo, entra nello studio).
Valerio (ritornando al suo lavoro) Mi hai allontanato anche per telefonare?
Lucia (volgendosi verso di lui quasi di scatto) No.
Valerio (riprendendo a scrivere) Ne ho ancora per poco, sai.
Lucia (tentando la calma) È un'arringa, quella che stai preparando?
Valerio No. È un elogio al Magistrato che dirò nel pomeriggio di domani all'Ordine degli avvocati. Ma per la verità non so bene quel che faccio.
Lucia Come mai?
Valerio E chi lo sa? (Poi) Ricordi quando te le leggevo ad alta voce, le mie arringhe?
Lucia Sì.
Valerio Non appena finito, con Maurizio o senza Maurizio, io e te si andrà a dormire. Le chiavi le ha prese e non c'è catena alla porta.
Lucia (gira lentamente attorno al tavolo, gli è accanto, quasi dietro, gli posa le mani sulle spalle. Poi, con uno sforzo) Ieri, in una tasca di una sua giacca, nell'armadio, trovai una rivoltella...
(Valerio tralascia di scrivere. Non la guarda)
Ieri sera non c'era più... Stamane l'ho ritrovata tra le sue camicie, nel ripiano dello stesso armadio... Stasera, non appena uscito... prima che uscissi anch'io, la rivoltella era di nuovo scomparsa...
Valerio (apre in fretta un cassetto del tavolo, cerca qualcosa ed estrae una rivoltella) È qui, perbacco!
Lucia (scostandosi) Non quella, non quella, ne sono sicura. Molto più piccola.
Valerio Sei certa che non fosse uno di quei giocattoli... Ne ha avuto una, un tempo, che...
Lucia L'avrei riconosciuta! Quella era leggera, questa era pesante...
Valerio Hai notato che fosse carica?
Lucia Non saprei. L'ho sollevata appena.
Valerio Io ti domando perché me lo dici solo ora. Perché aspetti di perdere, di trovare e di ritornare a perdere. (Rimettendo la rivoltella nel cassetto) Vuoi che si ferisca? Che andandoci attorno possa ferire qualcuno? (Marcando) Perché non gliel'hai tolta?
Lucia Non t'inquietare, Valerio!
Valerio Perché sei sempre la stessa, sempre timorosa! Perché si può arrabbiare, il signorino! (Afferra il telefono, vuol segnare un numero) Il numero di casa Vallardi...
Lucia No, Valerio... ho già telefonato.
(Valerio lascia il telefono)
Scusa la bugia!... ma le tue indagini, a volte, disturbano tanto...
Valerio E allora?!...
Lucia Niente di male. Ho parlato colla signora Vallardi... Hanno ballato... si sono molto divertiti... e sono per strada. (Lascia il tavolo) Scusa.
(Si avvicina ad una poltrona e vi si appoggia, volgendogli le spalle).
Valerio Permetterai che domani io gli chieda conto di quest'arma che tiene nascosta nel suo armadio... e delle scorribande che le fa fare. Sempre che poi non mi supplichi di volerlo fare tu, e con quell'energia che non avrai mai.
Lucia Se gliene avessi parlato, so bene che non avrebbe potuto negarne l'esistenza... ma tu sapessi come le temo quelle frottole che inventa lì per lì e che mi lasciano sempre così perplessa...
Valerio Lo so che è bugiardo... e tante altre cose so, sul suo conto.
Lucia (volgendosi verso di lui) Quali?!
Valerio Non t'allarmare, non m'inquieto. Continuo soltanto ad avvelenarmi a poco a poco, sino al giorno in cui non ne potrò più... e allora saranno guai. E la colpa sarà anche tua.
(Lucia si avvicina al tavolo, per parlare. Valerio marcando)
Anche tua. Molto tua. Ma è possibile che per la nostra quiete io debba continuare ad estraniarmi?... che io non debba quasi esistere, per lui? Posso anche comprenderti! Sei sviscerata!... ma debbo pur constatare che esageri, perdinci! Se si deve solo attendere che si ravveda da sé, non farà che adagiarsi sempre più sulla sua inettitudine... e si riempirà di armi per illudere se stesso di essere già un uomo e di non temere niente e nessuno continuando a rubacchiare a me e a te...
(Movimento di Lucia)
Anche a me, anche a me, e me ne sono accorto molte volte.
Lucia Lo tieni così a stecchetto...
Valerio Perché non merita altro.
Lucia Si tratta sempre di pochi spiccioli...
Valerio Insomma : io voglio smettere di contare continuamente i soldi che ho in tasca e di tener segnati quelli che spendo. E non voglio più vedere te fare e rifare i conti, perché non ti tornano mai.
(Lucia ha udito un rumore ed ha subito un gesto per invitare Valerio a tacere. Guarda verso il corridoi. Valerio posa i gomiti sul tavolo e nasconde il viso dietro le mani. Dalla piccola scala sale furtivo Maurizio. Indossa un soprabito. In una mano tiene un fazzoletto che preme contro la fronte. Ha un largo strappo nel fondo dei calzoni. Spaurito sosta appena sul pianerottolo... quindi sale in fretta, scomparendo).
Lucia È lui, è lui, finalmente!
(Lascia lo studio, nel corridoio ha un attimo d'incertezza, quindi sale in fretta la scala).
Valerio (scopre il viso, si versa del cognac, lo beve, guarda sui fogli e legge)
« Rivolgiamo il nostro pensiero alla funzione... all'alta funzione del Magistrato... funzione sociale... »
(alzandosi tenta di continuare a mente)
« e consideriamo che essa... ». Mi sembra di dire un monte di sciocchezze.
(Si porta nel corridoio. Guarda verso il fondo)
«Lavoro affannoso, a cui l'atto riverente… l'atto riverente... ».
(tace di nuovo, entra in camera da letto, senza accendere la luce. E camminando al buio, riprende)
«... a cui l'atto riverente... a cui l'atto di riverenza impone... ».
(Tace. Ritorna nel corridoio, rientra nello studio) Che cos'è che impone?...
(Non gli riesce di continuare, va a guardare sui fogli)
Ora, è di moda! Si rientra, ci si chiude in camera e niente buona notte, a nessuno.
(Marcando) « Atto di riverenza, ho detto... ».
(Volge le spalle al tavolo e vi si appoggia di schiena)
Farò proprio una bella figura, domani!
(Si passa una mano davanti agli occhi. Lucia scende veloce la scala)
« Egli è quasi sempre obbligato a vivere al centro di un dramma... ».
(Lucia, facendosi forza per nascondere un travaglio, si avvicina alla porta dello studio)
«... di un dramma che... ».
(Lucia entra nello studio, sorridendo)
Stavo constatando che in questa casa nemmeno si saluta più, quando si va a dormire...
Lucia L'ha detto a me di salutarti e di scusarlo... L'ho fatto subito spogliare: era tutto bagnato di sudore.
Valerio (con leggera ironia) Già, esistono anche i malanni.
Lucia (sedendo su di una poltrona) Non pensiamo più a lui, ora che è rientrato. Facciamo piuttosto come si faceva un tempo...
Valerio Che cos'è questa novità) Va' a letto che ti raggiungo subito. Suvvia. È molto tardi.
Lucia Non ho sonno. Tu parli e io sono il tuo pubblico.
Valerio Non so nemmeno quel che ho combinato... Non mi riesce di mettere insieme quattro parole.
Lucia Non ti è mai accaduto!
Valerio Ebbene mi sta accadendo.
Lucia Fammi sentire!
Valerio Gli hai chiesto della rivoltella?
Lucia (dopo un silenzio) Lo farò domattina, non appena salirò per svegliarlo.
Valerio È una cosa che non mi piace affatto.
(Lucia nasconde improvvisamente il viso e piange convulsamente. Valerio scattando)
Io lo so perché non mi riesce di lavorare, stanotte! Ora salgo, gli dò quattro ceffoni e gli proibisco, d'ora in avanti...
Lucia No... no... no...
Valerio Dimmi allora che ti divertono queste tue crisi di nervi!
(Lucia gli tende le braccia. Valerio le si avvicina)
Mia povera e cara Lucia! Malgrado tutto, ti voglio tanto bene, sai?...
(E la stringe a sé).
ATTO SECONDO
Dalla fine del primo atto, sono trascorse poco più di due ore. La camera da letto, dove Lucia e Valerio stanno dormendo, è completamente al buio. Al buio è il corridoio. Nello studio, invece, dalla grande finestra entra un lieve raggio di luna. Nel silenzio più assoluto, l'orologio da tavolo suona lievemente le quattro. Subito dopo, d'improvviso, un po' di luce nel corridoio: luce che giunge, attraverso la scala, dal piano di sopra. È Maurizio che scende lentamente, in pigiama, zoppicando. Lucia subito si muove, solleva il capo dal cuscino e resta in ascolto. Maurizio, ai piedi della scala, sosta. Ha un calzone insanguinato, il destro, e continua a premersi un fazzoletto contro la fronte. Poi si avvicina in punta di piedi alla porta dello studio. Apre, entra, chiude e si dirige verso la porta di fondo.
Lucia scende dal letto, attenta per non svegliare Valerio. Si infila la vestaglia, si avvicina al corridoio. Maurizio muta direzione. Si porta accanto al tavolo e accende la lampada verde. Vede la bottiglia di cognac e beve a collo. Sulla fronte, molto visibile, una ferita che comprime con un fazzoletto inzuppato di cognac. Lucia è nel corridoio. Intravede la luce nello studio e si avvicina; fa per entrare. Maurizio, accorto, spegne subito la lampada.
Lucia (entra e sottovoce) Maurizio!...
(Maurizio non risponde e tenta di nascondersi)
Maurizio!...
(Chiude la porta dietro di sé)
Se non rispondi accendo la luce... e sveglio tuo padre, se chiamo ad alta voce...
Maurizio (malamente) Che cosa vuoi?
Lucia Perché mi parli così?
Maurizio Come debbo parlarti...
Lucia Con rispetto. Da più di due ore sono a letto, immobile, per non destare tuo padre... e con un'angoscia che mi tormenta. Gli occhi sbarrati, il cuore in gola...
Maurizio E perché?
Lucia Me lo domandi!... Accendi quella luce sul tavolo, che voglio vederti. Perché sei rientrato in uno stato che non si racconta... Accendi, ti dico!
(Maurizio accende. Lucia verso di lui)
Ma ti sei guardato?...
Maurizio (scostandosi) Non ti avvicinare.
Lucia Parla sottovoce... e non con quel tono. Gli ho detto soltanto che sei rientrato tutto sudato... egli non sa ancora niente...
Maurizio (eccitato) E non gli dirai niente, siamo d'accordo.
Lucia Ma domani ti vedrà! Non sono ferite che puoi nascondere.
Maurizio Quella alla gamba, sì.
Lucia Guarda, tutto il pigiama insanguinato!...
Maurizio Lo laverai tu, non lo darai alla donna...
Lucia Ma quella alla fronte?
Maurizio Domani, quando rientrerò... sarò caduto allora.
Lucia E lo smoking, con un calzone strappato...
Maurizio Non bisogna dirgli nemmeno questo.
Lucia Tu detti legge! Tu dai degli ordini!
Maurizio È un brutto momento che passerà. Devi ritornare a letto.
Lucia Che cosa facevi, qui?
Maurizio Niente.
Lucia Come, niente?!
Maurizio Volevo bere del cognac... Le ferite mi fanno male, ora scendo in cucina per medicarmi meglio: su, non ho trovato quel che mi occorreva. Va', dunque, non pensare ad altro.
Lucia Non mi riuscirà. Spegni.
(Maurizio spegne la lampada. Lucia verso il corridoio)
Comincia a far giorno. (Accanto alla porta) Non vuoi che scenda con te?
Maurizio No.
Lucia Mi farai ammattire. (Apre la porta).
Valerio (muovendosi nel letto) Lucia!...
(Lucia e Maurizio si immobilizzano)
Lucia!... dove sei?!...
Lucia (piano, a Maurizio) Scendi in cucina, subito. Muoviti, non esitare.
(Maurizio le passa accanto, va nel corridoio e scompare scendendo la scala).
Valerio (alzando il tono) Lucia!...
Lucia (esce dallo studio, si affaccia in camera da letto) Sono qui. Non potevo dormire, non potevo star ferma, temevo di disturbarti... e allora sono andata di là, a sedermi su di una poltrona...
Valerio E con chi parlavi?
Lucia Con nessuno. Non me ne sono accorta, di parlare.
Valerio Con chi parlavi?...
Lucia Avrò parlato da sola, inconsciamente...
Valerio Accendi.
Lucia Perché?! Tu devi riposare! Non pensare a me! Potrò restarmene a letto, io... non ho nessuno che mi attende... mentre tu...
Valerio Accendi una volta tanto e non mi fare inquietare.
(Lucia fa per accendere)
Un momento: che cos'è quella luce nel corridoio?...
Lucia Oh, già! Ho dimenticato la luce della scala. (Fa per uscire).
Valerio Che non hai accesa tu.
Lucia Come?
Valerio A meno che... tu non sia salita da Maurizio...
Lucia Sono salita, infatti! Volevo vedere se dormiva.
Valerio Dormiva?
Lucia Sì, dormiva.
Valerio Non mi nascondi niente?...
Lucia ... no...
Valerio (scende dal letto, cerca la veste da camera) Accendi, accendi...
Lucia Tu ti vuoi agitare per forza. Non ti basta che lo sia già io...
Valerio Perché lo sei ancora?
Lucia È un periodo!... Dammi ascolto, Valerio!
Valerio Questa è una notte sciupata, ma non importa. (Si infila la vestaglia).
Lucia (ponendosi sulla porta) Tu metti in dubbio tutto quel che dico. Me ne risentirò. Questo mi offende.
Valerio (verso di lei) Senti, Lucia: (accende la luce) me ne sono andato a letto col pensiero di aver fatto male a non salire prima dal signorino per dirgli quel che meritava. Non si rientra senza nemmeno farsi vedere, quando ci si accorge che tu stai aspettando e che io sono ancora nello studio. No, cara, non si rientra così. Lui non è ancora il padrone e noi non siamo ancora rimbecilliti. E ora, siccome sono certo che non mi riuscirebbe più di dormire se prima non gli parlassi, lasciami passare perché...
Lucia No, ti prego!
Valerio (alzando il tono) Insomma... non ti sembrerà logico che io e te si continui di questo passo, solo per evitargli, e in continuazione, ogni più piccolo disturbo... Eh, no! Basta! Io sono deciso a batterlo anche contro il muro... e solo se oserà rispondermi appena fuori tono, come fa spesso con te. Tutto ha un limite. Io pretendo d'ora in avanti di vederti tranquilla, che da lottare ne ho abbastanza fuori di casa. (Tenta di scostarla) Oh, vedrai che dopo una buona lezione egli muterà d'avviso.
(Lucia gli si aggrappa, per trattenerlo)
Muterà nello studio dove si dimostra assolutamente insufficiente... muterà nell'educazione dove si rivela ignorante... e nelle sue azioni dove non mi garba affatto. (Riesce a liberarsi) Adesso non mi seguire.
(Va nel corridoio e sale in fretta la scala).
Lucia (smarrita) Fai male, Valerio, fai male!
(Lo segue collo sguardo. Quando non lo vede più, rientra in camera e cammina, cammina, tenendosi il capo tra le mani)
Tu non sai rimproverare. Io sono debole, ma tu non hai misura. Pare incredibile! Colla professione che fai, non ne hai il garbo, il metodo... Giudichi gli uomini e non sai guidare un ragazzo. (Lo sente scendere e va sulla porta).
Valerio (ricompare, scendendo) Io non ti crederò più davvero. Perché mi lasci salire, se poi... Dov'è?!
Lucia ... giù in cucina...
Valerio E che fa?! (Senza attendere risposta fa per scendere).
Lucia No!
Valerio (si ferma) Perché?
(Lucia gli tende una mano tremante. Valerio va verso di lei)
Che cosa succede?
(Lucia gli prende una mano e lo conduce con sé, nello studio)
Perché non parli?...
(Lucia lo lascia e siede stancamente su di una poltrona. Valerio accende la luce. Lucia si porta istintivamente una mano davanti agli occhi)
E allora?...
Lucia ... è vero... ti sto mentendo di continuo... e per qualcosa, poi, che non è eccessivamente grave!... ma solo per impedire che tu lo punisca troppo severamente. (Marcando e scoprendo gli occhi) Come meriterebbe, hai ragione, proprio come meriterebbe!... eppure io ho sempre tanta paura. I giovani, oggi, non sono più come eravamo noi...
Valerio Avanti, avanti, sono qui che aspetto. I giovani sono sempre giovani, come i guai sono sempre guai. Sono favole, che tutto sia cambiato!
Lucia Mi sbaglierò. Certo sono io che complico così, che dal niente ne faccio una tragedia...
Valerio Dimmi cos'è accaduto...
Lucia Ieri sera io telefonai, per sapere...
Valerio Stanotte. Sì. Continua.
Lucia Non essere così preciso... e reciso!
Valerio Come, così reciso?!... se me ne sto qui fermo come un idiota, invece di scendere per farmela raccontare da lui questa bella storia!...
Lucia Non è una storia! È la verità! Il ragazzo non è andato a ballare in casa Vallardi... ma insieme ad un altro amico che non so chi sia... e in motocicletta, si è recato fuori città... per ballare da altra parte, con un'altra comitiva...
Valerio In smoking...
Lucia Come si trovava.
Valerio In motocicletta...
Lucia Aveva il soprabito! È così, è così!... e poi, non so come... non lo sa nemmeno lui... sono caduti. Dell'altro non ho avuto tempo di chiedere, ma Maurizio si è ferito a una gamba, alla fronte e un po' alle mani. È tutto qui, non c'è niente di peggio.
Valerio E ti par poco?! E giù, che fa?!
Lucia Si sta disinfettando...
Valerio (verso il corridoio) Dopo due o tre ore?
Lucia (tendendo un braccio verso di lui, per trattenerlo) Si è curato anche di sopra, ma gli è mancato qualcosa...
(Valerio è nel corridoio. Lucia, alzandosi)
Vi vedrete domani, quando sarete più calmi...
Valerio (ritornando sui suoi passi) Non voglio scomodarmi, fallo salire.
(E gira attorno al tavolo per raggiungere il suo posto di lavoro).
Lucia Non ti sedere a quel tavolo... Impressioni tanto anche me! Sembra che tu voglia...
Valerio (battendo un pugno sul tavolo) Io vorrei che avesse battuto la testa... e forte. (Accende la lampada verde e siede) Chiamalo, chiamalo!...
Lucia (dopo un attimo) Va bene.
(Muove verso il corridoio. Dal fondo della scala, sale Maurizio; sulla porta, lo vede)
Tuo padre ti vuole.
Maurizio (fermandosi) Ho sentito... ma si parlerà domani.
Valerio (lo chiama, con forza) Maurizio!
Maurizio (sempre fermo, alzando il tono) La gamba mi fa male, la fronte mi brucia... Se ho mancato, mi pare di essere già stato punito abbastanza...
Valerio (reciso) Non farti richiamare che è meglio per te...
Maurizio (qualche passo verso la porta dello studio) E poi, mancato perché? Ero in motocicletta con un amico, siamo caduti... Non credo sia tanto riprovevole... è cosa che capita a tanti...
Lucia Ubbidisci a tuo padre!
Maurizio Se non sono andato dai Vallardi... se ho preferito andare altrove... è cosa che riguarda me solo! Non vorrete che anche quando sono fuori, la sera, io debba...
Valerio Tu devi venire qui!
(Maurizio si avvicina lentamente alla porta dello studio. Lucia si scosta per lasciarlo passare. Maurizio entra nello studio)
Chiudi la porta.
(Maurizio eseguisce).
Lucia (nel corridoio, avvicinandosi alla scala) Oh, Valerio! (Siede sul primo scalino, raggomitolandosi quasi).
Valerio Ascoltami attentamente, Maurizio... (Una pausa)
Quando pronuncio questo nome mi vengono in mente tutti i bei sogni che si sono fatti per te... e tutta la gioia che ci diede la tua nascita... Per te ci voleva un bel nome, ci voleva ogni cura... Eri il nostro orgoglio, l'unica nostra ricchezza... E invece, tutto sbagliato. (Altra pausa)
Che io non sono affatto contento di te, tu devi averlo capito da un pezzo, vero?... e se riconosco che sei un inetto, un disamorato e un pigro, solo desideroso di facile e comoda vita, tutto invaso di vanità e vuoto d'orgoglio e d'amor proprio, debbo pur riconoscere che una certa intelligenza non ti manca, se vuoi... Avvicinati!
(Maurizio eseguisce)
Tutto, dunque, deve cambiare. Radicalmente. Da questo stesso momento. Vedi bene che non ho nemmeno voluto lasciar passare la notte. Gli altri dormono, a quest'ora... gli altri riposano... e noi no. Bisogna dunque dedurne che di te io ne sono talmente stanco da non poterne più. Purtuttavia l'ultima carta te la voglio lasciar giocare... tanto più che di carte tu devi intendertene...
Maurizio Non è vero, non gioco mai.
Valerio Non rispondere. Ma l'ultima, intendimi bene... e sappi che questa mia generosità tu la devi a quella povera donna di tua madre che non merita davvero di vivere sempre così allarmata e solo per te. Non credo di dovermi spiegare di più, perché tu mi capisca in tutto... e nemmeno di dover gridare, perché tu debba credere che questa volta faccio sul serio. Alla tua prima mancanza, di qualunque genere essa sia, io provvedere. E sai anche quel che ti aspetta. Siamo d'accordo?
Maurizio Sì.
Valerio Perché tu, se ti si lascia andare, sei tipo da sgarrare. E io sono uno di quelli che non credono che i giovani che sgarrano, possano essere continuamente scusati... perché cresciuti in tempi tragici di lotte e di sangue. Tu parti già male verso la tua maturità. Non ho altro da aggiungere.
(Maurizio si volge appena, per andarsene)
Per quelle tue ferite, domattina farò venire il dottore.
Maurizio (quasi di scatto) Non è necessario... sono superficiali...
Valerio (marcando) Domattina farò venire il dottore. Non si discute. Non ho visto bene, non desidero vedere... ma non voglio complicazioni.
Maurizio Preferirei di no... anche perché... perché quel mio amico che guidava la macchina... non avrebbe dovuto essere fuori con me... Ragioni tutte sue, un po' delicate... e tu capisci che se il medico indagasse...
(Lucia si è alzata e resta ferma accanto alla scala).
Valerio Perché dovrebbe indagare? Ti sei fatto male... e ti cura!
Maurizio Non si sa mai!
Valerio E invece si sa per certo che dell'altro non se ne occuperà!
Maurizio Te lo chiedo per favore! Non voglio nuocergli in nessun modo! Non puoi capire e ben poco ne capisco io, ma prima di lasciarmi mi si è molto raccomandato.
Valerio Non capisco davvero. E chi è, questo tuo amico...
Maurizio Non lo conosci, non è un mio compagno di scuola.
Valerio A sentirsi, si direbbe che i tuoi amici di scuola io li conosca tutti...
Maurizio Volevo dire... che non puoi conoscerlo!
Valerio Di' piuttosto che non sai quello che dici!
Maurizio Forse perché ho sonno...
Valerio Non è vero, tu non hai sonno.
Maurizio La caduta e le ferite mi hanno un po' stordito...
Valerio È della tua età?
Maurizio Sì.
Valerio Si è fatto male anche lui?
Maurizio Un po' meno di me, direi.
Valerio E che significa?
Maurizio Un po' meno!...
Valerio Non afferro bene, non...
Maurizio Per forza. Vi sono dei piccoli segreti che...
Valerio Per forza cosa? Che c'entra? Che dici?
Maurizio ... Piccoli segreti... Magari anche stupidi...
Valerio Che c'entra il segreto col male che può essersi fatto...
Maurizio Sei tu che mi confondi, con questo interrogatorio...
Valerio Vuoi dirmi il nome di questo tuo amico?
Maurizio Un nome qualunque, un nome che non ti « direbbe » niente!
Valerio Non ti preoccupare...
Maurizio In questo momento, mi è uscito anche di mente...
(Lucia è accanto alla cassapanca, attentissima).
Valerio È molto strano! Avrà una casa, un telefono...
Maurizio La casa di certo... il telefono non so... Ci si trovava fuori, non in grande intimità...
Valerio Sei reticente!
Maurizio Può sembrare, infatti...
Valerio E va bene. (Apparentemente convinto) Niente medico... e niente di niente.
Maurizio Posso andare?
Valerio Puoi andare.
(Maurizio muove verso la porta. Lucia corre in camera da letto. Valerio, improvvisamente e lentamente)
Quella rivoltella, poi, che tua madre ha visto nel tuo armadio e sempre in posti diversi...
(Maurizio si è fermato. Non si volge)
...vorrei che tu me la consegnassi. Anche subito. Subito, anzi...
Maurizio Non ce l'ho più. (Volgendosi appena) Era appunto di questo mio amico... e gliel'ho ridata ieri sera.
Valerio Ah, bene! Non mi piaceva che tu tenessi armi per casa. Bene, bene.
(Maurizio è appena nel corridoio)
Perché poi l'aveva data a te?
Maurizio Un giorno me l'aveva fatta vedere... m'era piaciuta...
Valerio Lo vedevi dunque anche di giorno...
Maurizio Qualche volta di giorno... qualche volta di sera...
Valerio No, siccome tu m'hai detto che lo vedevi solo di sera...
Maurizio L'ho detto... per dire!
Valerio Sì, capisco. Ti era dunque piaciuta...
Maurizio ... Volevo provarla...
Valerio Contro chi?
Maurizio (tentando di sorridere) Contro un bersaglio qualunque... per gioco... ma poi, naturalmente, non sparai mai.
Valerio Un desiderio un po' strano...
Maurizio Proprio un sciocchezza.
Valerio Infatti.
Maurizio Buona notte.
Valerio Dimmi ancora che siamo pienamente d'accordo...
Maurizio Sì, siamo d'accordo.
Valerio Buona notte.
(Maurizio fa per chiudere la porta)
No, non chiudere.
(Lucia è sempre attentissima. Maurizio non chiude e fa qualche passo verso il fondo del corridoio)
Avrai sciupato anche lo smoking, ferendoti alla gamba...
Maurizio Sì, ma non molto.
Valerio Meno male, sai quel che costa... mentre la gamba guarisce da sola... no?
(Maurizio tace, fa qualche altro passo verso il fondo, sempre zoppicando)
Hai pensato di scusarti presso i Vallardi? Se ti aspettavano. Avrai telefonato!
Maurizio (soffermandosi ancora) Lo farò domattina.
Valerio Non ti dimenticare!
(Maurizio si porta accanto agli scalini)
Quel tuo amico, lo conoscono anche loro?
Maurizio No. (Sale il primo scalino).
Valerio Tu andavi dai Vallardi... hai incontrato quell'altro...
Maurizio Perché mi rivolgi tutte queste domande?
Valerio Perché tu mi risponda...
Maurizio Si può pensare che non mi credi!
Valerio (marcando) Hai incontrato quell'altro...
Maurizio (fermo sul primo scalino) ... Mi ha chiesto di andare con lui... la motocicletta mi è sempre piaciuta...
Valerio ... Ti avrà promesso di lasciar guidare un po' anche te...
Maurizio ... Sì...
Valerio E a te non è parso vero.
(Lucia si avvicina alla porta per ascoltare meglio)
C'è però qualcosa di molto vago. Andavi dai Vallardi... non sapevi d'incontrare quell'altro... eppure tu avevi in tasca la rivoltella che volevi consegnargli...
(Maurizio scende lo scalino)
... O meglio restituirgli... (Attende qualche parola che non viene pronunciata)
Col silenzio non si danno spiegazioni...
Maurizio (ritornando di un passo) La portavo sempre con me, pensando che alla prima occasione...
Valerio Questo non è vero. Quando tu uscivi, la si poteva trovare in una tasca di una tua giacca o da qualche altra parte... Soltanto ieri sera la rivoltella non c'era più!
(Maurizio non risponde e sale in fretta)
Io ti consiglierei di non allontanarti, Maurizio, perché la cosa sta diventando veramente interessante...
Maurizio (si ferma) Io sono stanco... ho sonno... Te le darò domani tutte le risposte che vuoi!
Valerio No, no, io le voglio subito! Non dormiremo nessuno dei due, per pensare! Io voglio invece che tu riposi... e voglio riposare anch'io. Finiamola finché ci siamo. Vieni, vieni, che voglio vederti ancora, risentire delle altre frottole!... Soppesarti, vagliarti, confonderti, magari!... E per raggiungere quella verità che non so ancora quale importanza può avere!... Ma quella verità.
(Maurizio ridiscende. Lucia esce dalla camera da letto e lo guarda)
Vieni, vieni... Lo sai che se il nostro patto è cominciato da appena un quarto d'ora, tu lo stai già tradendo?
(Lucia muove verso Maurizio)
No, Lucia!
(Lucia si ferma)
E lo tradisci per una ragione che non vale la pena, se la cosa, come vuoi lasciar credere, non ha grande importanza? (Lucia entra nello studio, si avvicina al tavolo)
Cambiare idea e seguire un amico in motocicletta, può capitare... Mancare di riguardo verso chi ti aspetta in casa sua per una festicciola, non è poi eccessivamente riprovevole!...
(Lucia si avvicina lentamente a Valerio. Maurizio nel corridoio, siede sulla cassapanca)
Credere di portare sempre con sé un oggetto da restituire, dimenticandolo invece qualche volta a casa, anche questo può essere!
(Lucia gli posa un braccio sulle spalle)
... E può anche essere che un padre, non molto tranquillo desideri conoscere questo nuovo amico del figlio, per sapere chi è...
(Lucia posa le labbra contro la fronte di Valerio e lo bacia. Anche per contenerlo)
... E chi è, me lo dirai.
Maurizio Non lo conosco che di nome.
Valerio Non ti sento!
Maurizio (volgendosi e alzando la voce) Non lo conosco che di nome.
Valerio Non è molto credibile... E gli interrogatori non mi piacciono fatti a distanza! Non vedendoti, posso pensare che tu stia tremando. Fammela vedere la tua tranquillità!
Maurizio Che lo conosco solo così, posso anche giurartelo!
Valerio Le parole grosse, tienile per la fine. Dove sei stato a ballare?
Maurizio Non siamo giunti dove si voleva... Siamo caduti prima...
Valerio Dove eravate diretti?
Maurizio Non lo so... in campagna... in una villa isolata...
Valerio Perché non vuoi il medico?
(Maurizio non risponde)
Per quale piccolo segreto? Che cos'hai fatto, stanotte?
(Lucia, per trattenerlo, lo comprime sulle spalle. Quasi gridando)
Dimmi almeno che c'erano delle donne, con voi, e che proprio per loro...
Maurizio (subito) Sì, c'erano delle donne.
Valerio L'hai afferrata al volo! Donne non ce n'erano! Eravate voi due soli, chissà dove, in qualche brutta tresca! Bada che se non vieni qui, mi alzo io... se mi alzo ti costringerò a parlare a forza di ceffoni... se non ti ho mai messo le mani addosso comincio ora...
(Maurizio si alza, e non sa che fare, che dire)
Che cos'è che avete commesso?! Se qualche sciocchezza, sarà da ragazzi... Ebbene dillo!... Alla tua età ne commisi anch'io! Non lasciarci credere chissà che cosa! Vorrei che tu sentissi il tremito che è in tua madre!...
(Lucia si scosta subito, da lui)
La motocicletta non era né tua, né sua... L'avete rubata...
Maurizio (avvicinandosi allo porta dello studio, quasi barcollando) No, è sua, è sua!...
Valerio ... quella rivoltella doveva servirvi per spaventare qualcuno...
(Maurizio è sulla porta, si appoggia allo stipite, più morto che vivo)
... per aggredire qualcuno...
(Maurizio crolla in terra)
Lucia (in un urlo strozzato) Maurizio!...
(Valerio è scattato in piedi. Con un braccio teso trattiene Lucia che vorrebbe raggiungere Maurizio. Per un attimo, come un quadro, tutti e tre immobili e muti. Con voce paurosamente spenta)
Alzati!
(Maurizio si solleva lentamente, faticosamente, raggiunge a malapena una poltrona, vi si butta sopra e scoppia in un pianto convulso. Lucia riesce a liberarsi dal braccio di Valerio, raggiunge Maurizio e, muta, lo scuote. Valerio è ricaduto a sedere ed ha abbassato il capo, quasi a posarlo sui fogli. Solo dopo uno sforzo le riesce finalmente di parlare)
No... No... non è possibile! Parla, Maurizio, parla per carità... non farci pensare. Siamo qui per aiutarti. Non aumentarci l'angoscia! Qualunque cosa tu abbia fatto... qualunque cosa tu debba dirci... La tua mamma non ti abbandonerà!... Le mamme ci sono appunto per questo, per non abbandonare mai i figli che si sperdono! Se domani avrai tutto il mondo contro di te, tra te e il mondo ci sarò sempre io! Io e tuo padre, perché anche lui, sai, ti vuol bene!... anche lui, anche lui! Non piangere dunque più, sii uomo, sii forte e parla se vuoi che noi si possa fare qualcosa...
(Si scosta e grida) Mi senti?
(Fuori di sé guarda Valerio che è sempre accasciato. Gli è vicino e lo accarezza nervosamente)
Diglielo anche tu, Valerio, che lo aiuteremo!... Diglielo anche tu!
(Maurizio solleva il capo e la guarda. Valerio si alza, con una mano spazza via malamente tutte le sue carte, molte di esse volano in terra. Maurizio nasconde di nuovo il viso).
Valerio (spegne la luce verde della lampada) Io... io non ho più niente da dire... più niente da sapere... non ho più nessuna volontà.
(Si muove. Lucia, per lasciarlo passare, indietreggia, si appoggia allo stipite della finestra e resta così, come pietrificata. Valerio, girando attorno al tavolo)
So che tutto è distrutto... che non c'è più nulla da salvare!... È come se in me non esistesse più niente, nemmeno la ribellione, nemmeno l'ira. L'onore... il lavoro... la casa... la famiglia... Niente! Ogni mia facoltà si è come addormentata e le leggi che ho sempre tenute in pugno, ora si ritorcono contro di me. (È accanto alla porta che dà nel corridoio) Sei un mostro!
Lucia (quasi in un soffio) Parla, Maurizio!
Maurizio A me non resta che scomparire, anche se dovrò lottare contro la paura!
Lucia (disperatamente) Non è questo!
Maurizio E che cosa?... Che debbo dire, se non chiedere che mi si salvi!
Valerio (volgendosi di scatto verso di lui) E come?!... e che hai fatto, che non lo so ancora?...
Maurizio Si voleva partire...
Valerio (un po' come folle, con larghi gesti, rivolto a Lucia) L'itinerario che hai trovato.
Maurizio ... si voleva andare lontano...
Valerio I segni su quella carta.
Maurizio ... ci occorreva molto denaro...
Valerio Per andare alla ventura! Qui non ci stava bene, qui ci soffriva! (Gli è accanto e alza una mano per colpirlo).
Lucia (verso i due, tragicamente asciutta) No, Valerio!
(Valerio la guarda, abbassa la mano, si scosta)
Vi occorreva molto denaro. E poi?...
Maurizio Per giorni e giorni si pensò...
Lucia Per giorni e giorni. E poi?!...
Maurizio Si era certo come due pazzi...
Lucia Continua!...
Maurizio ... si cercavano questi mezzi, come qualcosa che ci spettasse... se ne parlava quasi con tranquillità... alfine si trovò...
Lucia Avanti!...
Maurizio Si seppe che un tale avrebbe percorso, di notte, in auto, una strada non molto battuta... e che portava con sé sempre molto denaro... che era sempre solo... (Nasconde il viso).
Lucia (urtandolo con forza) Non ti vergognare ora!
Maurizio Ci siamo appostati... abbiamo rovesciato la moto... mi sono sdraiato fingendo di essere ferito...
Valerio Banditi da strada!
(Esce, attraversa il corridoio, entra in camera da letto).
Maurizio ... l'altro mi si piegò sopra come per soccorrermi... e abbiamo atteso. Quando finalmente la macchina è giunta, ci ha illuminati coi suoi fari... chi la guidava ha scorto dei gesti e si è fermato... è sceso... gli siamo stati addosso, la lotta si è fatta furibonda... stava per essere il più forte... ha gridato con quanto fiato aveva in gola... (Tace di nuovo).
Lucia (afferrandolo per i capelli e scuotendolo così) Non ti fermare!
Maurizio Io non ho potuto sparare, ma l'altro sì, l'altro sì... e l'uomo è caduto, non si è più mosso...
Lucia (scostandosi, terrorizzata) L'avete ucciso?!... Valerio!
(Valerio è come trasognato. Sembra non senta il richiamo della moglie)
Maurizio Siamo corsi accanto all'auto per prendere il denaro... c'era una grossa borsa, piena... ma i fari di un'altra macchina sono apparsi, subito, là, in fondo alla strada, dalla parte opposta... Se non fossimo fuggiti ci avrebbero presi... Abbiamo avuto un attimo di smarrimento, siamo risaliti sulla moto, siamo partiti a tutta velocità, abbiamo cambiato strada perché quella poteva venire bloccata da un momento all'altro... ed è stato là che siamo slittati e caduti. Il male non l'ho nemmeno sentito. Ci siamo guardati attorno, non c'era nessuno... e allora, in macchina di nuovo, siamo ritornati in città. Mi ha accompagnato a casa, poi è andato a casa anche lui. (Un silenzio) Ora non so quel che farà. (Altro silenzio) Vorrei un po' d'acqua.
(Lucia lo guarda a lungo, quindi esce dallo studio).
Valerio (stilla porta della camera) Dove vai? Non scenderai per servirlo! Io lo lascerei morire, di sete! E sarebbe ancora poco! È un fuori legge! Hai capito che è un fuori legge?
Lucia (con voce spenta, quasi non udibile) Acqua... chiede acqua... e io... io...
(Esce, va nel fondo del corridoio e scende la scaletta. Scompare. Intanto, dalle finestre, la luce del giorno).
Valerio (sulla porta dello studio) Se non sai quel che farà, che cosa farai, tu? Io lo so bene quel che vorrei fare: saltarti al collo, strozzarti, o afferrare la prima cosa che mi capita tra le mani e spaccartela sulla testa. (Entra e gli gira al largo).
Maurizio Non ho sparato io e l'ho detto.
Valerio (urla) E che credi, con questo, di renderti innocente? Delinquente!
(Lucia riappare, salendo. Porta un bicchiere colmo d'acqua, ma le mani le tremano e l'acqua si versa)
Ma la mia parte anche per me, anche per me che ti ho creato! Anche per me che condannavo l'odio improvviso e non sapevo che cosa fosse veramente... che imperavo sullo sgomento degli altri giungendo quasi a deriderlo... Solo ora m'accorgo quanto fossi ingiusto... Sembra una favola orrenda.
(Lucia ha consegnato il bicchiere a Maurizio che l'ha vuotato d'un fiato. Valerio improvvisamente, imperioso)
Vattene! (Maurizio muove verso la porta)
Posso ben dire, però, che uno come te non l'avrei mai difeso!
Lucia No, Valerio...
Valerio E non ti difenderò. E non aiuterò altri a difenderti!
Lucia No... no...
Valerio Vattene via! Oppure, guarda, tu puoi fare anche più presto. (Toglie la rivoltella dal cassetto e la lascia cadere sul tavolo) Sparandoti al cervello! Pagare scomparendo!
Lucia Metti via quell'arma, Valerio! Nessuno deve servirsene! Io e lui si parte, col primo treno, ovunque esso vada...
Valerio No, non partirete...
Lucia Ovunque esso vada, ripeto...
Valerio Io griderò la verità...
Lucia Tu non griderai niente. Tu mi devi ascoltare. (A Maurizio) Sali in camera tua e aspettami.
(Maurizio fa per ubbidire).
Valerio (puntando l'arma contro il ragazzo) Non ti muovere, Maurizio!
(Maurizio si ferma).
Lucia (ponendosi a scudo del figlio) Spara contro di me, allora! Avanti! Tu pensi a te, tu pensi a lui... ma a me, a me, chi pensa? Avanti, spara!
(Valerio lascia cadere la rivoltella e cade a sedere. Lucia è sulla rivoltella, l'afferra e la stringe comprimendola contro il proprio petto. E siede, schiantata. Un silenzio pesantissimo)
Ho freddo. Sono gelata. (Poi) Che cosa avresti ricavato, a colpirlo?
Valerio Avrei tentato di salvare il mio onore.
Lucia Sciocchezze. Tenta invece di salvare ogni cosa!
(Valerio lascia il tavolo, va a sedere su di una poltrona)
Se non sono stati veduti... se quel disgraziato è morto... capisci?... salvando lui, salvi te. Lascia stare l'onore. Siamo in gioco noi tre. Un'altra azione orribile, lo comprendo bene... ma non c'è altra via. Lui, poi, sarà punito dal rimorso, non aver timore... ma intanto non lo perderemo e non ci perderemo.
Valerio Non porrei più guardarlo, non potrei più vivere...
Lucia Sì, che si vive sempre!... e sarà sempre meglio che sapere lui in carcere e te completamente a terra.
Valerio Ma c'è quell'altro!...
Lucia Che pensi?
Valerio Non era solo! Come agirà, quell'altro? Basta che ne cada uno, nella rete, perché anche il suo complice venga scoperto!
Lucia (rivolta a Maurizio) Il suo indirizzo!... (A Valerio) Vado da lui.
Valerio (quasi pauroso, in quella sua calma tragica) No. E non a quest'ora. (A Maurizio) Quante rivoltelle avevate? Due?
Maurizio ... sì...
Valerio Dove sono?
Maurizio ... le abbiamo sepolte dove siamo caduti...
Valerio Le troveranno?
Maurizio ... no...
Valerio Erano state acquistate da poco tempo?
Maurizio ... no, le aveva da molto tempo...
Valerio Nessuno vi ha visti?
Maurizio ... no, nessuno...
Valerio Prima di raggiungere quel luogo, vi siete fermati da qualche parte?
Maurizio ... no...
Valerio Mi detesto!
Lucia Anch'io, ma non importa.
Valerio Per far giungere la notte, dove avete trascorso quelle ore?
Maurizio ... sempre in casa sua...
Valerio E la motocicletta?
Maurizio ...è in casa sua, come sempre...
Valerio Il denaro non lo avete preso?
Maurizio ... no...
Valerio Da chi lo avete saputo che ne portava sempre, con sé?
Maurizio ... lo sapemmo per caso, una sera, a un cinema, da delle persone che stavano sedute dietro di noi. Parlarono sempre di lui, sempre di lui, come avessero voluto informarci su tutto...
Valerio Quando vedeste giungere la macchina, quando vi appostaste, come poteste essere certi che era quella che aspettavate?
Maurizio Non lo so. Non pensammo.
Valerio Il tuo complice, ha già avuto a che fare colla polizia?
Lucia Non ingannarlo! Non ingannare te stesso!
Maurizio No. Assolutamente no.
Valerio (si alza, gira attorno al tavolo, pensa, poi si avvicina al telefono) Dove abita?
Maurizio Che cosa vuoi fare?
Valerio Dove abita?
Lucia Devi solo rispondere!
Valerio Ha il telefono?
Maurizio ... sì...
Valerio Con chi vive?
Maurizio Solo, in una camera d'affitto.
Valerio Perché, solo?
Maurizio I suoi padroni di casa sono via per tre giorni.
Valerio Dammi il numero... (Scostandosi) Fallo tu, chiamalo tu.
Maurizio No!
(Lucia gli è accanto e lo urta verso il telefono. Maurizio segna un numero e attende)
Nessuno risponde.
Valerio Resta in comunicazione. Risponderà.
Maurizio Che debbo dirgli?
Valerio Che mi hai detto ogni cosa... che voglio parlargli... (A Lucia) È una cosa spaventosa.
Lucia Dio ci perdonerà.
Valerio Domattina bisognerà subito avere il giornale.
Lucia È giorno, ormai. Ci penserò io.
Valerio Non bisogna servirsi della donna.
Lucia Certo no. (E colla rivoltella sempre stretta nelle mani, rivolgendo gli occhi al cielo) Tu vedi, signore Iddio, come siamo disperati. Aiutaci. Proteggici, anche se quel che stiamo facendo...
Maurizio (improvvisamente) Pronto?... Pronto!... sono Maurizio! Sei tu, Mario? Rispondi! Mario!...
La voce di Mario Pronto.
Maurizio Sei Mario?
La voce Sì.
Maurizio Mio padre sa tutto... vuole parlarti... Pronto?... Pronto?... Rispondi!...
(Guarda Valerio, posa il ricevitore sul tavolo, si scosta).
Valerio (all'apparecchio) Sono l'avvocato Rossello... Mi sente?
La voce Che cosa vuole da me?
Valerio Ora non le sto a spiegare... Fra qualche ora verrò da lei... Dovrà aprirmi, suonerò tre volte... Risponda se va bene...
La voce Io non capisco... Svegliarmi a quest'ora...
Valerio Io non l'ho svegliata affatto... lei non poteva dormire... Sarò dunque da lei... lei dovrà attenersi a tutto ciò che le dirò... non dovrà vedere nessuno... non uscire... M'intende?
(La voce non risponde)
Perché non risponde? Preferisce che la denunci insieme a mio figlio?
La voce Sì, ho capito.
Valerio Non ho altro da dire.
(Posa il microfono. Lucia si piega lentamente su se stessa e cade. Maurizio fa subito per sollevarla. Valerio, con forza)
Non la toccare, tu!... (Gli è addosso, lo urta lontano) Non toccarla!...
(La solleva di peso, poi,tenendola sulle braccia, muove verso la camera da letto. La rivoltella è rimasta in terra).
ATTO TERZO
Dalla fine del secondo atto sono trascorse più di tre ore. Sono quasi le otto del mattino. La luce è accesa soltanto nel corridoio. Nelle due stanze, la luce del giorno. Cartelle e fogli sono stati raccolti e malamente ammucchiati sul tavolo. Sul tavolo, c'è sempre la bottiglia di cognac e i tre bicchieri. Il letto è stato rifatto alla meglio. Sul letto, una valigia aperta. Una valigia-baule, pure aperta, è in terra, accanto alla toletta. Maurizio, vestito, ma senza cravatta, è nello studio, accanto alla finestra, e guarda fuori. Sembra che si regga per puro miracolo. Lucia, pure vestita, scende la scala a chiocciola portando degli indumenti del figlio. La sua espressione è da allucinata.
Lucia (dirigendosi verso la camera da letto) Maurizio!...
(Le due porte che danno nel corridoio, sono spalancate. Maurizio volge appena il capo. Ponendo gli indumenti nella valigia che sta sul letto)
Maurizio!... (Alzando il tono) Perché non rispondi? Dove sei?
Maurizio (lascia la finestra, si appoggia al tavolo) Sono qui...
Lucia Ti sei vestito? Sei pronto?
Maurizio ... Sì...
Lucia (dirigendosi verso la piccola porta a muro)
Fatti vedere...
(Maurizio muove verso il corridoio. Lucia scompare nello spogliatoio. Maurizio entra appena nella camera da letto. Lucia ricompare con degli indumenti suoi che va a posare nella valigia-baule. Trilla il telefono. Lucia « vola » verso il telefono, nello studio. Maurizio, che ha guardato di scatto verso lo studio, si sposta all'indietro, verso il letto)
Pronto... Pronto... Pronto!... Non risponde nessuno. Pronto!
(Posa lentamente il ricevitore, pensa per un attimo e ritorna in camera da letto)
È un tormento per ogni più piccola cosa.
(Riprende a disporre i suoi indumenti)
Non so come faccio a stare in piedi. E Valerio non torna, Valerio non torna... (Guarda Maurizio) Perché non metti la cravatta? Bisogna essere a posto come gli altri giorni. Avanti, non restartene così immobile.
(Maurizio si dirige verso il corridoio)
E il soprabito! Dev'essere a portata di mano anche quello!
(Maurizio si dirige verso la scala)
E il cappello! Devi nasconderla, quella ferita alla fronte!
(Maurizio sale, scompare. Lucia siede alla toletta e si pettina frettolosamente e nervosamente. Trilla il telefono. Corre all'apparecchio)
Pronto...
La voce di Valerio Pronto, Lucia...
Lucia Sei tu, Valerio! Finalmente! Qualcuno ha chiamato, poco fa, e nessuno...
La voce Ascoltami. Cerca di non agitarti troppo... Io torno a casa subito...
Lucia Sì, sono calma... ma non tardare, non lasciarci qui soli...
La voce Torno subito.
Lucia E non hai niente da dirmi?
La voce Ho il giornale... Non è morto...
Lucia Oh, Dio sia lodato! E nemmeno grave?
La voce No. Ma ora ti lascio.
Lucia Valerio, un momento... Dimmi se ha parlato, se li ha riconosciuti...
La voce Ti dirò a casa.
Lucia È giusto, è giusto. Vieni presto. (La voce borbotta qualcosa) Come? Parli così piano!
La voce (quasi scandendo) L'hai veduta la mia rivoltella? Guarda se è ancora in terra, dove ti è caduta stanotte...
Lucia (guardando) No, non c'è... Io non l'ho toccata...
La voce Non importa, non pensare... Sarò lì fra poco.
Lucia Valerio... l'hai veduto il ragazzo? Valerio! (Non ottenendo risposta) Valerio!
(Lascia l'apparecchio. Respira forte) Non è morto. Dio mio, non è morto. Oh, Signore, ti ringrazio.
(Maurizio scende col cappello in mano e il soprabito sul braccio. Ha messo la cravatta. Lucia va ad aprire i cassetti del tavolo e vi fruga. Non trova quel che cerca e li richiude)
Maurizio!...
(Corre sulla porta che dà nel corridoio)
La rivoltella di tuo padre, quella che mi è caduta di mano stanotte... dov'è?
Maurizio ... Non lo so...
Lucia (rientra nello studio. Guarda attorno. Fruga tra i cuscini delle poltrone) Qui non mi sono seduta... almeno non ricordo...
(A Maurizio) Guarda in camera mia...
(Maurizio resta fermo nel corridoio. Lucia va nel corridoio)
Ti ho detto di guardare di là!
(Fa per entrare nella camera, si ferma. Guarda il figlio, gli va accanto, gli toglie di mano cappello e soprabito che getta malamente sulla cassapanca, malamente lo afferra per il bavero della giacca, e lo scuote)
Dov'è, quell'arma? Non puoi averla presa che te! Che te ne vuoi fare? Sparare anche contro di noi? Bada, Maurizio, che se non mi dici subito dov'è, io non lo so, sai, cos'è che posso fare! Ho i nervi a pezzi, ho la testa che mi scoppia... ho un tale desiderio di gridare forte chi sei e che cosa sei, da non poterne più! E guai, sai, guai, se riesco d'improvviso a veder proprio chiaro in questo marasma dove hai cacciato anche noi, insieme a te! (Gridando) Dov'è quell'arma?
Maurizio (liberandosi ed entrando nello studio)
... Ho detto che non lo so...
(Lucia ha un attimo di smarrimento, poi, invece di seguirlo, entra in camera da letto e cerca tra le coltri e ovunque. Maurizio, nello studio, è come una piccola belva che cerca una via di scampo).
Lucia (sempre cercando) Se s'impazzisse, non si capirebbe più! Oppure morire. Che cos'è la morte, se di tutto ti libera! Allevare un figlio nell'amore... adorarlo... difenderlo... curarlo... scusarlo... scrutarlo giorno per giorno, ora per ora... averlo sempre dentro di sé come quando lo si concepì, e non avere mai sentito che ti ingannava, che piantava a poco a poco le sue unghie avvelenate nella tua carne... Non aver mai sentito!
(Stremata di forze siede sul letto. Maurizio ha tolto di tasca la rivoltella del padre e la guarda. Le mani gli tremano)
Volevi molto denaro, per andare chissà dove. E dove andavi? E che cosa ti mancava, qui? Ma volevi procurartelo colla mentalità dei delinquenti. E dei delinquenti, ora, ne sconterai la pena. Anche se riuscirai a sfuggire alla giustizia. Ma noi due, noi due, perché dobbiamo scontare anche noi? Non è giusto! Cosa sono questi sentimenti che ci legano? Perché ci sono? E questa febbre per salvare qualcosa. Perché c'è? Perché si deve crollare tutti e tre?
(Ha come un risveglio, si comprime la fronte, si alza, si dirige verso il corridoio. Maurizio, accorto, rimette la rivoltella in tasca. Nello studio)
Era qui, perché qui m'è caduta! È venuto in mente a tuo padre, me lo ha telefonato... Non c'eravamo che noi...
Maurizio Hai detto bene tu, mamma: desiderare la morte.
(Lucia si immobilizza, tace e non lo guarda)
Ed è già tanto che ci penso. Ma ne ho sempre lo stesso terrore. E se lo puoi capire, io non so ancora bene quello che ho fatto. Proprio... come se avessi vissuto e stessi vivendo la vita di un altro.
(Lucia si sforza per mostrarsi un poco tranquilla)
È così. Se parlo, mi pare di non riuscire quasi ad intendermi Se vi guardo, non vi riconosco quasi più. E niente, mi è più riconoscibile! Sono come nel vuoto. So soltanto che sono vivo.
Lucia (lentamente e timorosamente) Lo sai... chequell'uomo è solo ferito? E nemmeno gravemente?
Maurizio (stupito e subito agitato) Chi te l'ha detto?
Lucia Tuo padre. C'è solo da sperare che non vi abbia riconosciuti.
Maurizio (di scatto, diverso, già pieno di mille speranze) No, questo no.
Lucia (marcando) Che non abbia visto in voi qualcosa per cui si debba temere!
Maurizio Nulla, nulla, non può aver visto nulla.
Lucia Non possiamo ancora esserne certi!
Maurizio Ma certo, sono! Se mi domandi com'era lui, non saprei dirtelo!
Lucia (avvicinandolo) Dammi quella rivoltella...
Maurizio (scostandosi) E l'altro? Se qui si fa di tutto per salvarci, non potrà l'altro fare qualcosa per perderci?
Lucia Non lo farà.
Maurizio Senza volere!
Lucia Non lo farà. C'è tuo padre, ora, da lui... Dovrà attenersi a quel che gli dirà...
Maurizio Ma ci si atterrà, poi? Come possiamo esserne sicuri? È solo! Non sarà prudente!
Lucia (avvicinandolo ancora) Che cosa vuoi dire, con questo?
Maurizio (verso la porta che dà nel corridoio) Non lo so! Se nessuno gli è accanto per sorvegliarlo...
Lucia Ti ho già detto che c'è tuo padre!
Maurizio Ma lo lascerà!
Lucia Che cosa vuoi fare?
Maurizio (entrando nel corridoio) Andare da lui, restare con lui...
Lucia No, Maurizio!
Maurizio (prendendo cappello e soprabito) È uno spavaldo... Da solo, chiuso in casa, non ci resterà!
Lucia (sulla porta) Non ti muovere!
(Maurizio sta per scendere la scala)
Te lo ordino!
(Maurizio si ferma)
Non sei ancora salvo, se noi non ti si aiuta!
(Maurizio ritorna)
Riponi quella roba!
(Maurizio ripone cappello e soprabito sulla cassapanca. Lucia tendendo una mano)
E ti ordino di consegnarmi quella rivoltella. Vuoi servirtene ancora? Vuoi andare a sopprimere il tuo complice? Quando si è cominciato a scendere, si rotola. Ubbidisci!
(Maurizio toglie di tasca la rivoltella e gliela dà. Lucia, stringendo la rivoltella nelle mani)
E non ti muovere, sai, non ti muovere.
(Rientra nello studio, si avvicina ad una poltrona e vi cade sopra)
Sarebbe tanto peggio per te.
(Abbandonando il capo sullo schienale)
Oh, mio Dio! avrei tanta voglia di piangere!
Maurizio (sulla porta dello studio) Come ha saputo che non è nemmeno grave...
Lucia Dal giornale.
Maurizio (entrando) E che dice, ancora...
Lucia (socchiudendo gli occhi) Non lo so.
Maurizio (portandosi dietro di lei) Se mi salverò, sarò tanto diverso.
(Lucia sembra che dorma)
Non avrete più a lamentarvi, di me. Lo giuro. Sì, lo giuro, anche se non potete più credermi, anche se non ho più il diritto di dirlo. Quell'uomo guarirà... sarà stata solo una brutta avventura... tutto sarà cancellato... Una brutta, orribile avventura come la nostra. Cancellato, come fra qualche tempo la mia ferita alla fronte. Dimmelo, mamma, dimmelo che verrà un giorno in cui nessuno più ricorderà! Non lasciarmi credere che per tutta la vita, io dovrò trascinare questo peso! Non m'importeranno i brutti sogni, se quando aprirò gli occhi tutto sarà invece luminoso e tranquillo!
(Coprendosi il volto colle mani) Vorrei non parlarne e non posso! (Scoprendosi) Dei pazzi. Dei pazzi. Facile doveva essere la fuga. Facile passare il confine. Facile scomparire. Facile la nuova vita. La ricchezza e la fortuna, ci avrebbero sempre tenute per mano. Proprio degli incoscienti. Qui la scuola era una pena. L'insegnante un nemico. I genitori un ostacolo alla nostra volontà, alla nostra libertà. I padroni del mondo, capisci? Senza più obblighi, senza più legami...
(Ode un rumore e tace. Guarda verso il corridoio e indietreggia sin quasi contro la libreria. Lucia solleva il capo, guarda anch'essa verso il corridoio, si alza, corre accanto al tavolo, apre un cassetto e vi ripone la rivoltella. Dalla scala sale Valerio, lentamente, faticosamente. Sembra invecchiato di molti anni. Nel corridoio, si toglie il soprabito e il cappello, entra nello studio, si sofferma, guarda Maurizio che abbassa subito il capo e poi guarda Lucia).
Lucia (fremente) La rivoltella era qui nel cassetto. Io, forse... e non ricordavo...
(Valerio getta soprabito e cappello su di una poltrona, poi muove verso il telefono e solleva il ricevitore)
Perché non parli? Valerio! Che fai?
(Valerio non risponde. Segna un numero e attende)
A chi telefoni? Rispondi!
(Maurizio esce dallo studio, entra in camera da letto, va a sedere sul piccolo divano, volgendo le spalle. Valerio ha atteso inutilmente. Posa il microfono. Siede)
L'hai veduto? Gli hai parlato?
Valerio No.
Lucia Perché?
Valerio Perché non ho potuto. Sembrava che tutti mi guardassero, quando mi sono avviato per quella strada... Che tutti dovessero riconoscermi e stupirsi... Ho suonato alla porta e nessuno mi ha aperto... Ho risuonato non so più bene quante volte... Mi sentivo colpevole, eppure aspettavo che mi si aprisse. Finalmente una donna mi ha consigliato un piccolo caffè dove lui è solito andare. Ci sono andato, ho ordinato qualcosa sedendomi a un tavolo... Nel locale, appoggiato al banco, non c'era che un ragazzo... Ho avuto l'impressione che vedendomi si mettesse in sospetto... Aspettava del latte che gli stavano scaldando... L'ho tanto guardato, fingendo di leggere il giornale... E anche lui, senza parere... sino a che mi è venuto vicino per chiedermi il foglio, un attimo solo. Gliel'ho dato... l'ha sfogliato abbastanza tranquillo... e non s'è soffermato su niente. Me lo ha restituito, mi ha ringraziato, pareva volesse chiedermi qualche altra cosa, pareva che avesse indovinato chi ero e non osasse domandarmelo... E anch'io, come lui. Poi è andato a bere il suo latte...
Lucia (interrompendolo) Voglio vederlo anch'io, questo giornale!
Valerio Non m'interrompere... (E, sviato, ricerca il filo. Maurizio tende l'orecchio) Ha anche lui una ferita, ma alla guancia... Il barista gli ha chiesto come mai, e la risposta è stata semplice e logica : « Con quella motocicletta, cado quasi ogni giorno! Bisogna che mi decida a venderla! »... e ha riso. Male, ma ha riso. Non poteva dunque essere che lui. Non ha pagato ed è uscito, mentre l'uomo del bar scriveva su di un pezzo di carta... e parlava rivolto a me, senza che io lo avessi interrogato. Ha detto che è studente... che paga di tanto in tanto... che ha una camera in affitto che presto dovrà lasciare perché non è mai in regola col pagamento... che i suoi vivono in campagna... brava gente!... e che anche il ragazzo, in fondo, è un bravo figliolo... Solo un po' strano. (Si alza)
Benché ne fossi ormai certo, avrei voluto chiedergli il nome, ma non l'ho fatto per non destar sospetti. Poi me ne sono uscito anch'io, e ben deciso a risuonare a quella porta... ma non ho più potuto.
(Ritorna al telefono, segna un numero e attende. Lucia fruga subito nelle tasche dell'impermeabile e non vi trova il giornale. Valerio, al telefono)
Pronto?
La voce della signorina di studio Studio dell'avvocato Rossello...
Valerio Sono io, signorina...
La voce Buon giorno, avvocato...
Valerio Volevo dirle che non mi sento bene, stamattina... e non so nemmeno se in studio potrò venire nel pomeriggio...
(Maurizio, in camera da letto è sempre attentissimo. Lucia, accanto a Valerio, lo tiene per un braccio).
Disdica, dunque, per favore, tutti gli appuntamenti e non appena giungono i miei sostituti li avverta... Penseranno loro a giustificarmi in tribunale...
La voce Sissignore. Oggi, poi, non ci sono nemmeno cose importanti...
Valerio Per fortuna.
La voce Ma che cos'ha, avvocato?
Valerio Niente, niente, non si preoccupi. Proprio niente. Cedo più che altro alle insistenze di mia moglie.
La voce Qualche volta avrà pure il diritto di sentirsi anche male, no?
Valerio (ridendo appena) È quello che penso anch'io.
La voce E per la conferenza all'Ordine degli avvocati?
Valerio Vedo come si mette il malessere e, al caso, telefono io.
La voce Rimanderanno la conferenza!
Valerio Ecco. Grazie, signorina... e che nessuno si disturbi, per venire qui. Lo dica.
La voce Bene. Tanti auguri.
Valerio A rivederci. (Posa il ricevitore).
Lucia (subito) Il giornale, Valerio, dov'è il giornale...
Valerio Il giornale...
(Pensa. Lucia si scosta e lo guarda. Valerio, appoggiandosi di schiena al tavolo)
Non mi sembra vero, sai, Lucia... non mi sembra ancora vero. (Quindi) Il giornale debbo averlo lasciato in quel caffè.
Lucia Ma allora... queste notizie...
Maurizio (lasciando la camera da letto) Scendo io, un momento...
Lucia (gli grida) Tu non ti muovere!
Valerio (pure gridando) E non parlare! Non la voglio sentire, la tua voce!... e non voglio vederti!...
Maurizio (ritornando nella camera da letto, anch'egli ad alta voce) Dovevi vederlo e non hai potuto...
(Valerio, fuor di sé, muove verso il corridoio. Lucia, davanti, lo trattiene a stento)
Dovevi consigliarlo e non l'hai fatto...
Valerio Ti ho detto di tacere!
Maurizio Non posso più!
Lucia Maurizio!
Maurizio (timoroso e audace) Aspettate forse che commetta qualche sciocchezza... che ritorni in quel caffè...
Lucia Maurizio!
Maurizio E non posso più aspettare, non posso più star fermo!
Valerio Io ti stroncherò, se non la smetti!
Lucia (trattenendolo ancora) Ti prego, Valerio. Ti prego!
Valerio Assassini... che aspettate al varco un disgraziato che se ne ritorna a casa tutto tranquillo per derubarlo... e se si ribella, lo battete... e se sta per essere il più forte, lo colpite colle armi! Vigliacchi! Se non puoi più tacere, che cos'è che puoi dire? Siete dei ladri! Dei delinquenti!
(Lascia Lucia e gira... gira... Lucia si pone sulla porta e tende le braccia verso di lui per indurlo alla calma. Maurizio si è avvicinato alla finestra)
Se non puoi più aspettare, vattene! Ve ne sono degli altri uomini che di notte viaggiano con dei quattrini! Ritenta ancora! Colpisci ancora!... e vola, vola verso il carcere sicuro! Il carcere che meriti! E a vita, dovrebbero tenervi! Se non puoi più star fermo, là ci starai!
(Dirigendosi verso la porta sempre sbarrata da Lucia)
Non ho potuto parlargli, perché era già troppo ch'io fossi dov'ero!
Lucia Le parole non servono, le parole non servono a niente!
Valerio Non l'ho consigliato e non lo consiglierò. Mi sono ridestato in tempo dal commettere un errore che se avesse salvato la tua pelle avrebbe poi guastato la mia coscienza e quella di tua madre! Bisogna ridestarsi, Lucia!
Lucia Sì, Valerio, parole sante, ma si tratta di nostro figlio.
(Valerio la guarda, senza parole)
E non guardarmi così... (Si scosta e cammina dietro di lui) Pazza, pazza... ma non posso fare altrimenti. Non è morto... i denari gli sono rimasti...
Valerio (paurosamente calmo) La colpa non è minore!
Lucia Per me, sì.
Valerio Proprio pazza... come lo sono stato io per qualche ora soltanto...
Lucia E come lo sarai ancora se è vero che mi vuoi bene.
Valerio (esasperato, tappandosi le orecchie) Non venire a patti ignobili!
(Maurizio lascia la camera da letto, è nel corridoio).
Lucia (accorta) Dove vai?... (Corre alla porta)
Non fare il gradasso... e non credere che ti si salvi per te! Ti si salva per noi! E non è ancora certo.
(Maurizio siede sulla cassapanca. Lucia, accanto a Valerio, stringendogli una mano su di una spalla)
Tenta di comprendermi... Voglio salvarlo e lo ripeterò all'infinito. Ma non credere che se dovessi dare ascolto al mio istinto, non lo punirei colle mie stesse mani... Lo fulminerei. Non credere che quando questo terribile momento sarà passato, io non giungerò a vederlo come dovrei anche adesso. Oh, sì! Forse lo odierò. Lo detesterò!... mi darà spavento!... ma ora... ora è solo mio figlio!... e non lo consegnerò nelle mani di nessuno, nemmeno nelle tue, costi quel che costi.
Valerio (alzandosi) In te c'è solo egoismo! Salvare tuo figlio, salvare il mio lavoro! Trarre dal naufragio una barca che affonderà qualunque sforzo tu faccia! Se non oggi, domani; se non domani... un altro giorno qualunque!
Lucia Non si può dire.
Valerio Perché sei cieca. (Siede al tavolo) E cieco avrei voluto essere poco fa, tornandomene a casa, quando ho pensato più volte di gettarmi sotto alla prima macchina che passava! Non me ne sarei nemmeno accorto, di...
(Lucia ha un singulto e nasconde il viso nelle mani)
Ma qui tu mi aspettavi... quindi non dovevo. Ho negli occhi quell'articolo, sempre quell'articolo di giornale, a grandi caratteri... Le prime supposizioni, le prime indagini, già di notte i primi fermi...
(Maurizio si è alzato, attentissimo).
Lucia (accanto al tavolo) Non temerai per questi! Non avendo prove, li rilasceranno!
Valerio ... per continuare a cercare!... a cercare!... nelle sale pubbliche o nelle case private dove si è ballato in abito da sera... e si segneranno i nomi di tutti... e si chiederà se qualcuno, pur avendo promesso, non è intervenuto.
Lucia Perché in abito da sera?
Valerio Perché quell'uomo che non ha potuto riconoscerli, ha però dichiarato di aver visto, alla luce dei fari della sua macchina, che uno dei due, sotto il pastrano, indossava uno smoking...
Lucia Non significa niente!
Valerio Nulla, significa per te!
Lucia (verso il corridoio) Lo si fa sparire! Lo si brucia!
(Maurizio è già sul primo gradino della scala a chiocciola. Fermo, guarda verso la porta dello studio come in attesa di un ordine. Lucia, sulla porta, a Maurizio)
Hai sentito? Portalo giù, non perdere tempo!
(Maurizio scompare, salendo).
Valerio Non servirà!
Lucia (volgendosi verso di lui) Servirà certo, invece.
Valerio E se verranno anche qui, per chiedere dov'era tuo figlio, stanotte, che cosa risponderai?
Lucia (dopo un attimo di smarrimento) Lo chiederanno anche a te!
Valerio Che cosa dovrò rispondere...
Lucia Si penserà, si cercherà un alibi!
Valerio E per le sue ferite?
Lucia (in un grido) Non analizzare così! (Si muove agitatissima, poi) Dato che non ho ancora capito, dimmi se tu senti il tuo dovere solo per il timore che egli venga scoperto!
(Valerio la guarda e tace)
In altre parole: se tu fossi certissimo che nessuno lo scoprisse mai, vorresti denunciarlo ugualmente?
(Valerio continua a guardarla e a tacere. Lucia, accanto al tavolo, di fronte)
Dimmelo, Valerio!
Valerio Non lo so più.
(E abbassa il capo. Lucia si muove per andargli vicino. Trilla improvvisamente il telefono. Valerio solleva il capo di scatto e guarda l'apparecchio. Lucia, si immobilizza, come agghiacciata, cogli occhi sull'apparecchio. Il telefono continua a trillare. Maurizio scende tenendo infagottato il suo smoking e sosta nel corridoio, ai piedi della scala, in apprensione).
Lucia Bisogna rispondere.
(Valerio posa una mano sul ricevitore)
Ricordati di lui, di te e di me.
Valerio (solleva il ricevitore e lo porta all'orecchio) Avvocato Rossello...
La voce di Mario (concitata, sempre udibilissima) Pronto... pronto, avvocato... io ho tanto aspettato... la sto aspettando ancora... Perché non è venuto?... perché non viene? ... perché mi fa tanto penare?!... Io non ne posso più, non resisto più!... Pronto? Risponda!
(Valerio stacca il ricevitore dall'orecchio e lo guarda)
Sono uscito solo un momento per bere qualcosa... credevo di svenire... Forse era lei quello che è entrato in quel caffè e mi ha tanto guardato... Me lo dica!... Le ho chiesto un giornale che avevo già letto... Perché non risponde? Come avrei potuto rivolgerle altre domande?... Sono qui solo, mi sembra di ammattire... mi vado ripetendo che non è morto, che non è morto, per sollevarmi un po', ma non serve!... Vorrei barricare la porta con tutto quel che ho qui!... ogni rumore sulle scale, mi batte sul cervello!... correrei alla finestra per gridarlo a tutti, quello che ho fatto!... Per liberarmi! Vorrei partire, per raggiungere i miei... Io non lo so cose meglio fare!... ma farmi arrestare no, farmi arrestare no!... Tutto, ma non lasciarmi prendere! Risponda!
Valerio (avvicinando il microfono alla bocca) Risponda a me: chi è stato, a sparare, dei due?...
(Maurizio muove qualche passo verso la porta della camera da letto)
La voce Non lo so, non lo so...
(Lucia si avventa contro Valerio e tenta di strappargli di mano il microfono).
Valerio (impedendoglielo energicamente) Chi è stato, a sparare?...
La voce Ripeto che non lo so. Le rivoltelle le abbiamo sepolte... Gliel'avrà detto! (Imperioso) Insomma, lei m'ha promesso di venire e deve venire! Sono anche senza denaro!... Non può lasciarmi così! M'intende?
Valerio Non urli, la sento!
La Voce E allora?!...
Valerio Fra pochi momenti richiamerò io. Attenda.
La Voce Pronto!... pronto!... pronto!...
(Valerio abbassa il ricevitore e muove verso il corridoio).
Lucia Dove vai?
(Valerio non risponde. Maurizio lascia cadere lo smoking infagottato e si avvicina alla porta).
Valerio Chi ha sparato, dei due?!...
(Lucia muove qualche passo verso Valerio. Maurizio tace e abbassa il capo)
Tu vero? Hai sparato tu! (Maurizio tace ancora) Io lo sapevo.
(Rientra nello studio. Giunto al tavolo vi si appoggia, piegato in avanti) Vieni qui!
(Maurizio entra nello studio, lentamente).
Lucia Ora non darai ascolto all'altro, che per difendersi...
Valerio (volgendosi) Sono dei piccoli camorristi senza scuse! Sono piaghe spaventose che segnano nel tempo quest'epoca di disfacimento morale! Sono dei focolai da distruggere senza pietà!
Lucia (inconsciamente) Non sempre!
Valerio Sempre, sempre. Anche se una madre grida, implora, supplica e giunge a patti dolorosi.
Lucia Sì, Valerio, e li mantengo. (Esce in fretta dallo studio, entra nella camera da letto, raccoglie lo smoking infagottato e lo comprime nella valigia-baule).
Valerio (alzando il tono) Anche se perisce tutta l'opera mia?
Lucia (gettando roba nella valigia) Sì.
Valerio Anche se tutta la famiglia va in sfacelo?
Lucia Sì.
Valerio E va bene. Maurizio... (Lucia si immobilizza) ... tu ti consegnerai alla Polizia...
Lucia (in un grido) Nooo!... Siamo noi i maggiori colpevoli, noi che gli abbiamo dato la vita, che lo abbiamo fatto così, che non abbiamo saputo conoscerlo, cambiarlo... per la nostra debolezza, per il nostro cieco amore! Noi, noi! (E corre nello studio).
Maurizio Mamma!
Lucia (lo stringe a sé e lo bacia follemente sul viso, tante e tante volte) Non dargli ascolto, sai, non dargli ascolto.
Valerio Libero così, non sarebbe più vita la sua...
Lucia Non dargli ascolto, non dargli ascolto...
Valerio E non sarebbe più vita la nostra...
Lucia ... non dargli ascolto. (Lo lascia e a Valerio) Si tenta, si tenta. (Ritornando in camera da letto) Se nemmeno lui sapeva d'essere quello che è, come potevamo saperlo noi! (E chiude la valigia).
Valerio Tua madre non ragiona per la sofferenza, non c'è altro da fare...
Maurizio (piangendo) Papà!
Lucia (brontola, quasi tra sé) Non dargli ascolto! (Porta la valigia ai piedi della scaletta e ritorna in camera da letto dove chiude la valigia-baule).
Valerio Tu, un giorno, alla giustizia, avrai pagato. Siamo noi due che non sapremo mai a chi pagare! Noi due! E per la mia ambizione, per la mia felicità e per il mio onore... Ma questi, forse, non sono debiti tuoi. Piangi, piangi, se senti la volontà di piangere. A me non riesce ancora, ma penso che ne avrò tutto il tempo.
Lucia (che sta tentando di trascinare la valigia-baule nel corridoio) Maurizio, vieni ad aiutarmi! E chiama un tassì! Non ce la faccio da sola.
(Maurizio corre in camera da letto per aiutarla. Valerio si è avvicinato al telefono. Maurizio e Lucia trascinano la valigia-baule nel corridoio. Valerio segna un numero al telefono. Lucia siede sulla valigia-baule e attende trepidando. Maurizio si stringe alla madre).
Valerio (all'apparecchio) Pronto?
La voce della signorina dello studio dell'avvocato Gigante Pronto? Studio dell'avvocato Gigante.
Valerio Sono l'avvocato Rossello.
La voce Le dò subito l'avvocato. Attenda.
Lucia Bada, Valerio, che se lo denuncerai, non mi ritroverai mai più! Mai più, intendimi bene!
La voce dell'avvocato Gigante Pronto, Valerio! Oggi, poi, come ti ho detto stanotte, passo da te...
Valerio Ascoltami attentamente, ti prego, e senza interrompermi, nemmeno con una parola... Ti chiedo un grande favore... Si tratta di una cosa molto grave, forse incredibile...
Lucia (soffocando un grido) No!!!
Valerio Questa notte mio figlio ha commesso un reato spaventoso... I giornali di stamane possono raccontartelo... Grassazione e ferimento della vittima... Maurizio è uno dei due... Avrà dunque necessità della tua assistenza legale...
(Anche Maurizio siede sulla valigia-baule, stretto stretto a Lucia)
Questa notte m'hai chiesto quando sarebbe venuto, per te, il momento di essermi utile... Ecco, dunque. Ti aspetto qui... Non farne ancora parola... Io stesso, fra poco, lo denuncerò. Poi lo affiderò a te, anche per accompagnarlo.
La voce Ma che dici?
Valerio Scusa! (Non può continuare e lascia l'apparecchio).
Lucia (si alza, entra nello studio, barcollando) Non dovevi, non dovevi, Valerio!
Valerio Perché sei ancora fuor di te... ma ti ritroverai. E non credere che non stia soffrendo!... che non stia lottando! Pensa soltanto se ci fossi rimasto io, stanotte, là in terra, colpito!... Che cosa avresti voluto, per i miei aggressori, che cosa avresti preteso?...
Lucia Ognuno pensa a sé!
Valerio Io penso al mio dovere, e il mio dovere è questo.
Lucia Vuol dire, allora, che non ami abbastanza tuo figlio!
Valerio Tu bestemmi, Lucia!
Lucia ... perché io lo amo anche così com'è fatto. Forse ancora di più. (Si avvicina ad una poltrona e siede).
(Trilla il telefono).
Valerio (al telefono) Avvocato Rossello...
La voce di Mario(disperata) Perché mi fa tanto aspettare... Mi ha detto qualche momento e sono ore, ore, ore...
Valerio Mi lasci parlare... Stavo appunto per chiamare... e per dirle che fra un'ora io stesso denuncerò mio figlio...
La voce No, non è vero!
Valerio Fra un'ora, ripeto. Su di lui ho dei diritti che non ho su di lei: perciò l'avverto...
La voce Voglio che Maurizio venga all'apparecchio... voglio sentirlo dire da lui...
Valerio Maurizio non le parlerà...
La voce È stato lui, è stato lui a sparare!... Se denunciandolo mi denuncerà, io la dirò la verità...
Valerio Non denuncerò che mio figlio!... e mio figlio non so come si comporterà. L'avverto in tempo, un'ora prima, perché lei possa decidere come crede meglio. Restare o fuggire...
La voce Lei mi ha ingannato perché mi trattenessi!... è stato un tranello, il suo, una vigliaccheria!...
Valerio Un'ora, ripeto!... e non un minuto di più.
La voce (disperata) Maurizio... Maurizio!... Maurizio!... (Valerio abbassa il ricevitore).
F I N E
♦ Copyright by Renato Lelli