SUPERENALOTTO
di Rino Gobbi
(atto unico)
personaggi:
UBRIACO
ALCIDE Primo messaggero, figlio dell'esercente del Lotto.
ORESTE Secondo messaggero, amico di Alcide.
FAMIGLIA DI DESTRA (N. 18)
RAIMONDO Capofamiglia
MARIA Moglie di Raimondo
GABRIELLA Figlia di Raimondo e Maria
FAMIGLIA DI SINISTRA (N.16)
EMILIO Capofamiglia
SALVINA Moglie di Emilio
PIERO Figlio di Emilio e Salvina
MIRO Fratello di Raimondo
EMMA Moglie di Miro
CAPOUFFICIO Capoufficio di Emilio
CELESTE Amante di Emilio
Trama
La vicenda si svolge in un paesino del Veneto, contemporaneamente su due scene distinte, una a sinistra e una a destra del pubblico, rappresentanti due interni di abitazione. Sui muri esterni sono in evidenza il numero 18 a sinistra e il numero 16 a destra.
Dal numero 18 si stacca un pezzetto, per cui diventa 16 anch’esso.Sulla strada passa un ubriaco, vede il pezzetto del numero 18 e lo riattacca. Ma questo cade ancora, senza che lui se ne accorga.
Nella scena di destra entra la famiglia, amica di quella di sinistra: Raimondo, il capofamiglia, Maria, sua moglie e Gabriella, sua figlia.
In un momento che Raimondo resta solo, rivela al pubblico che quando era andato a mettere al Superenalotto i numeri che la moglie Maria, patita del gioco, gli aveva dato, lui li aveva scambiati con quelli di Emilio.
Entra la famiglia di sinistra: Emilio il capofamiglia, Salvina, sua moglie, e Piero il figlio.
Anche qui regna l'armonia e si intuisce l'amicizia che li lega all'altra famiglia.
Parlano della giocata al Superenalotto ed Emilio dice che se dovesse vincere Maria sarebbe come se avesse vinto lui. Intende questo perché ha scambiato i numeri che Maria aveva dato a Raimondo. Ma Piero pensa invece che forse ci sia una relazione tra suo padre e Maria, la donna dell'altra casa.
Per la strada arrivano di corsa Alcide e Oreste, due ragazzi mandati dall'esercente del Lotto per avvisare la famiglia del numero 16 che avevano vinto 43 miliardi di lire al Superenalotto.Arrivando da sinistra vedono il primo numero 16 (ex 18), entrano quindi nell’abitazione sbagliata, e avvisano la famiglia della vincita.
Emilio pensa bene di telefonare al suo capoufficio e licenziarsi con una pernacchia.Piero, il figlio, confessa che Gabriella è incinta di un figlio suo. Da qui cominciano le malevolenze all'interno della famiglia e tra le due famiglie perché Salvina non vuole accettare come nuora una ragazza al di sotto del loro ceto.
Emilio rivela alla moglie Salvina che ha vinto con i numeri di Maria, e lei, in un momento di rabbia, ribadisce ad alta voce lo scambio dei numeri.Di là Maria sente e si dispera perl’ingenuità del marito e sviene.Emilio riferisce di voler scappare con l'amante. Piero, ricordando la frase "se vincesse Maria è come se avessi vinto io" (però riferita ai numeri scambiati) dice alla madre che l'amante è Maria. Raimondo, di là, sente che Emilio vuole scappare con sua moglie. Maria rinviene e chiarisce l'equivoco dell'amante. Ricorda però lo scambio dei numeri e si accanisce sul marito; vuole la ricevuta, secondo lei perdente (ma effettivamente vincente)che ha il marito, e la strappa dalla rabbia. Raimondo, a causa della reazione della moglie subisce un infarto e muore.Intanto per la strada ripassa l'ubriaco, si accorge ancora del pezzetto di numero per terra elo riattacca. Arriva Alcide, di ritorno dall'avere accompagnato a casa l'amico e vede quel che l'ubriaco sta facendo, si rende conto dell'equivoco ed entra nella famiglia di sinistra per avvisarla che non hanno vinto niente.Nello stesso momento in cui lui rivela lo sbaglio, Maria di là sente, ma è nello stesso momento in cui sta spezzettando la ricevuta dei numeri veramente vincenti. Comprende il madornale errore e impazzisce. Alcide, il ragazzo dell’Enalotto, va nella abitazione di destra per dire che hanno vinto loro. Vede Raimondo esanime (morto), e lo crede svenuto per lo shock della vincita; vede Maria (impazzita) cantare le cose che vorrebbe avere, e pensa sia per la gioia. Ne deduce che loro avevano già saputo la notizia che avevano vinto, e ne erano euforici.
Intanto nell'abitazione di sinistra, Emilio,dopo essere scappato di casa rientra per riprendersi le chiavi della macchina. Salvina e Piero sanno che lui non ha vinto niente e per punirlo, con uno stratagemma si fanno intestare la casa.Una volta uscito Emilio, Piero va da Gabriella per accattivarsela, visto che ora era lei la ricca. Ma viene rifiutato. Vede Raimondo esanime e pensa anche lui che sia svenuto per la felicità; poi vede Maria cantare e pensa che stia aspettando felice suo padre per scappare assieme. Emilio, essendo venuto a conoscenza che non era lui il vincitore cerca di farsi perdonare dalla famiglia, promettendo una vita integerrima, quando entra il capoufficio, che lo saluta perdonandogli il suo modo di essersi licenziato (con una pernacchia). Il capoufficio gli rivela inoltre che Celeste, l’amante di Emilio, si era licenziata anche lei visto che ora partiva con lui da miliardaria, e stava venendo da lui. Celeste entra, e vede Emilio, il suo amante, rannicchiato in un angolo che la fissa disperato.
Di sera, stagione fredda.
Scenario:
Due scene distinte, divise da un muro, raffiguranti due interni di abitazione, con il telefono all’angolo. Nessuno in casa.
Nella scena di destra, rispetto al pubblico, abita una famiglia: Raimondo con la moglie Maria e la figlia Gabriella.
Nella scena di sinistra abita l’altra famiglia: Emilio con la moglie Salvina e il figlio Piero.
Sulla scena di destra si vede il numero civico 16, e sulla sinistra il numero civico 18.
Dal numero 18 si stacca un pezzetto, che così diventa 16.
ATTO I
Arriva un ubriaco, e osserva i due numeri 16.
UBRIACO (al pubblico) Xei uno o xei do 16? Se li xe do vol dire che chi li ga tacà jera imbriago, se li xe uno vol dire che l’imbriago so mì. Ma mì go bevù solo un goceto… in pì; epure non me jera mai capità de vedere robe de sto genere. (si accorge del pezzetto del numero a terra). Tuto a posto: quelo che lo ga atacà nol jera imbriago, e mì non go bevù … tanto. Vedìo, non se sa mai cossa poe sucedere per un toco de numero che manca, quali sventure poe causare. Ea vita xe cossì efimera e befarda che basta un gnente perché l’omo se perda e el se trova incatià nea so rete malefica. Povero omo, sbatùo dai eventi, vitima de miragi… Mejo che non suceda. (attacca il pezzetto di numero e se ne va. Il pezzo cade ancora senza che l'ubriaco se ne accorga. E il numero 18 ridiventa 16).
Entra la famiglia di destra.
MARIA Non poe essere, non poe essere che Miro, chel spendacion de me cognà nol siain casa. Nol poe dire: “Dopo ea pizza ansè che Emilio e fameja torna da soli e voialtri vegnì a bere el cafè da noialtri”… Edopo te trovi tuto sprangà. Emilio el garà vù tute le so bone razon per non essere in casa, ma anche mì go le mie bone razon da vedere da lori se ghevo vinto al Superenalotto. Adesso xe massa tardi per “Il Lotto alle otto”, massa tardi per el telegiornae; e el Televideo non lo ghemo: con na television cossì vecia… Chi me dirà i numeri adesso? Come fasso a savère se go vinto?
GABRIELLA Mama, la xe sempre ea stessa storia, ma non te capissi che te ghe na probabilità su sentotrenta milioni de vinsere al Superenalotto. E dopo, varda che lo Stato te frega sempre e comunque, perché nea malaugurata idea che te dovessi fare na cinquina, èo te paga un milion de volte, mentre el garìa da pagarte 44 milioni de volte. Xe inùtie che te te afani con sta mania, che te perdi noti intiere a seguire ea cabala dele maghe aea television. Non te vinserè mai!
MARIA Invesse stavolta vinserò, meo sento: le carte me xe sta amiche, tuto combacia.
GABRIELLA Voto dire che te sì sta alsà anche stanote? Per vedere le maghe? Adesso capisso perché te ghe la luna storta: non te ghevo mai sentìo parlare mae de me zio Miro. Se èo e la zia non li jera in casa, non li jera in casa… Oppure.
MARIA Opure cossa?
GABRIELLA Gnente, jera solo na me riflession.
MARIA Dime cossa che te voi dire!
GABRIELLA Gnente, mama.
MARIA E invesse te meo disi!
GABRIELLA Non se poe gnanche pensare adesso!
MARIA Se poe pensare, ma non pensare a vose alta. Tì te ghe qualcossa da dirme e te ghe da dirmela.
GABRIELLA Alora, se proprio te voi te la digo: te sì diventà cossì insoportàbie con sto Superenalotto per cui xe probàbie che i zii li sia sta in casa e che non li ga verto perché li saveva che te volivi vedere el Lotto in television.
MARIA Se xe cossì li poteva anche non invitarme.
GABRIELLA Coea to mania del Lotto te condisioni noialtri e tutti i altri!
MARIA Sapi che mì lo fasso per la nostra fameja, non te vedi in che condisison che semo messi? Eo fasso anche per tì e Piero. Ve go visto stasera mentre magnavi, parevi pì inamorà che mai, parevi riguardosi uno del’altra: questo xe amore!Garì pure da sposarve, no? Ma te lo se anche tì che da aquando to pare ga fato falimento con l’impresa de costrussion semo quasi ridoti in miseria.
GABRIELLA E sarìa el Lotto a salvarme?
MARIA To pare, alora? Un dèboe de caratere e de cuore…
RAIMONDO Adesso non esagerare Maria.
MARIA Perché? Non la xe la verità?
GABRIELLA Non xe certo colpa sua se el sofre de cuore.
MARIA Sicuro che xe colpa sua: se el fosse sta forte de caratere nol sarìa sta debole de cuore.
GABRIELLA Cossa voto dire, mama?
MARIA Che sel se ghesse imposto nei afari e nol ghesse fato falimento, nol garì subìo le forti emossion che ghe ga indebolìo el cuore. Varda Emilio: èo el ga el so lavoro, un bon posto, l’è rispetà,el se fa volere ben da tuti i coleghi e le coleghe. Mì amiro zente cossì.
RAIMONDO Però nol riesse a farse dare l’aumento, poareto.
MARIA Vero, dal come ne parla se lo meriterìa davero; vorìa andare mì dal capouficio a spacarghe el muso. Comunque lori de schei ne ga a suficiensa, semo noialtri che non semo boni de vegnerne fora.
GABRIELLA Se solo te spendessi manco al Lotto…
MARIA Alora te la ghe su con mì!
GABRIELLA Con la to mania, solo con la to mania, mama! Te te trascuri, te ghe le ochiaie, e te spendi, te spendi!Varda Salvina: la se veste ben, la frequenta ea palestra. Gheto visto come che la xe dimagrìa da quano la ga coscomissià a fare ginastica. Adesso non la xe pìpafutèa, ea sembra ringiovnìa. Quando una cossì ea conduse la fameja sensa afani non poe capitarghe gnente de mae.
MARIA Beata èa che poe permetesse de ste libertà qua… A proposito, Raimondo, sito riussìio a convinsere Emilio a metere i numeri con tì?
RAIMONDO Certo.
MARIA Che numeri galo messo?
RAIMONDO (imbarazzato) Adesso non me ricordo.
MARIA Ma se sì andà insieme?…
RAIMONDO Come fasso a ricordarli? Ansi, non li go gnanche visti.
MARIA Non importa, se qualcuno ga da vinsere non sarà mai uno che mete ea prima volta.
RAIMONDO Seto, qualcuno invesse dise che ea fortuna aiuta i principianti.
MARIA Bale, bale! La fortuna aiuta chi se la va a sercare.
RAIMONDO Epure go sentìo dire che…
MARIA Te digo che un principiante non poe vinsere, ea fortuna non poe conossere un povero ingenuo che se avissina per la prima volta al boteghin: bisogna informarse, fare diventare ea casualità na siensa, farse amissi dea fortuna e inseguirla, inseguirla sempre.
GABRIELLA Sì, de note... (Maria e Gabriella vanno fuori scena a levarsi il cappotto).
RAIMONDO (al pubblico) Invesse ea fortuna aiuta proprio i pincipianti. Go sentìo dire che uno ga messo per la prima volta ala machineta magnaschei, e el ga vinto; n’altro ga messo per la pima volta ala pesca de beneficensa, e el ga vinto el primo premio; n’altro ancora ga messo per la prima volta dei numeri ala loteria del paese, e el ga vinto. Èa questo non lo sa, perché la xe testarda com un mulo e la xe sicura che prima o dopo la vinserà. Mì invesse vojo acelerare i tempi e prima de entrare al boteghin go scambià i nummeri con Emilio, che nol gheva mai messo. Me dispiase per èo: vorà dire che se vinso, non so perché, ma sento che vinserò, ghe darò qualcossa e dimostrerrò a Maria che non serve seguire ea cabala o i morti per vinsere.Mì, el falito, mì che la go costreta a na vita misera, mì che go scmabià i numeri con uno chenol gheva mai messo al Lotto, mì, che farò me mojere miliardaria. Podarò cossìliberarme del peso che me oprime da quando go fato falimento, fato per colpa de me fradèo Miro, e per fortuna questo,Maria non lo sa.
D’altra parte Santina forse gnanche sa che Emilio me ga prestà dei schei. E sicuramente noea sa che so marìo ga l’amante: queste xe confidense che se fa tra òmani. D’altronde gnache èo sa che èa juga in borsa, e queaste xe confidense che se fa tra done, ma che Maria me gà rivelà... Non go mai parlà cossì tanto, non xe che con me mujere possa farlo spesso, e adesso go na sèn… sarà ea pizza. (Esce a bere. Entrano Maria e Gabriella).
GABRIELLA Mama, go i fastidi.
MARIA Sarà sta ea pizza.
GABRIELLA Ea pizza non c’entra, go i fastidi, vorìa andare al convento.
MARIA Perché te ghe i fastidi te voi andare in convento?
GABRIELLA Mama, go i fastidi, le nausee… Xe arivà el momento che te lo diga: mama, so incinta.
MARIA Incinta! Tì, la me bambina. De chi?
GABRIELLA De Piero, de chi se no?
MARIA Ah, el furfante! Chel malandrino, non garìa mai pensà chel fosse bon de… ma come se fa a essere cossì maldestri.
GABRIELLA Varda che el xe un omo anche èo, e mì so na femena… xe robe che sucede.
MARIA Ma dime, come che xe poesto sucedere.
GABRIELLA Te ricordito chea note, quando te vardavi el Lotto ala television e te ghe dito a Piero: “Resta, resta”.
MARIA Lo disèvo a tì resta.
GABRIELLA Ghe jera Piero drio a tì, non mì. Èo xe restà, e so restà anche mì… incinta. Eco, vedito le conseguense dea to mania per el Lotto!
MARIA Lo gavì fato ae me spale, sol tapeto?
GABRIELLA Ma no mama, non te te ricordi che dopo te go dito che andàvimo in camera per vardare un film, e tì te ghe dito: “Andè pure, basta che me ansè vardare la television”.
MARIA No, tì te ghe dito “vago”, e Piero jera xa andà via.
GABRIELLA Mì go dito andèmo, e Piero jera ancora là. Se alamanco te te fossi girà, mama! Mama, la colpaxe tua! Adesso te poi ben dire che queo che porto in pansa xe fiolo del Lotto.
MARIA E basta con sto Lotto!
GABRIELLA Apunto.
MARIA Basta con ste critiche, intendo. Dime, cossa xea sta storia del convento? Non te poi farte suora perché te speti un toseto.
GABRIELLA Ma no mama, farme suora? Non xe proprio el caso.
MARIA Alora perché te voi andare a partorire in convento?
GABRIELLA Non te sé cossa che xe el “convento”?
MARIA Certo che lo so, ma non so perché tì te voi andare là?
GABRIELLA Vedo che invesse non te sé gnente: te sì massa vecia per savèrlo. El convento xe la clinica ginecologica dea cità qua vissina, dove na volta ghe jera un convento… Voto che noialtri zovani disèmo: “Vago a abortire nea clinica ginocologica con tanto de nome, indirizzo e quant’altro? Disèmo invesse: vago in convento, e basta! (Raimondo sente).
RAIMONDO (da fuori scena) Gheto tacà barufa con Piero? Sucede, sucede anche con to mare, anche adesso che sé conossemo da na eternità, pì che altro xe èa che taca barufa con mì, in chei pochi momenti che litighemo, s'intende. In convento? Per na picola barufa? Ma fame el piassere, bisogna soportarse e amarse, amarse.
MARIA Bisogna dirlo a to pare.
GABRIELLA De cossa? Che so incinta o del convento?… Ma tì mama, cossa dito se mìvago?…
MARIA Be’, seto, se proprio bisogna… se xe capità per sbaglio… invesse de rovinarte ea vita… Se spieghemo tuto questo a to pare èo capirà: l’è tanto bon! (entra Raimondo).
RAIMONDO Savìo cossa che pensavo? Gavìo visto ea copia che gestiva ea pizzeria? La jera zovane, no?(a Gabriella) Perché non fè anche tì e Piero cossì: restè na decina de ani senza fioi e afitè un locale come queo. Sarà un sacrificio, ma dopo, con i soldi che guadagnerì, vivarì de rendita.
MARIA E… se nel fratempo Gabriella restasse incinta, podarìa abortire?
RAIMONDO Mai! Questo mai!
Entra la famiglia di sinistra.
SALVINA Povera Maria, la xe proprio mata per el Lotto. Gheto visto come chea me ga piantà in asso per andare a bere el cafè da Miro e a vardarse “Il Lotto alle otto”? La me fa pena, poverina. Lo fa con la speranza de aiutare la fameja, ma secondo mì la buta ancora pì xo con tuti i soldi chea spende per el Lotto.
PIERO Infati… me lo dise spesso anche Gabriella che la sta mandando ea fameja in rovina.
SALVINA Speremo chea vinsa prima o dopo, almanco la se vestirìa un fià pì decentemente.
PIERO Adesso non sta esagerare, mama, non xe chea vaga via coi ratopi sui vestiti.
SALVINA Anche se diventerà to suocera bisogna dire che non lase veste certo ala moda.
EMILIO Comunque loro li conserva sempre ea loro dignità: anche dopo el falimento non li se ga sarà in se stessi a compatirse. E pensare che…
SALVINA Che cossa?
EMILIO Gnente, non volevo dire gnente…
SALVINA Non se scomissia un discorso per ansarlo a metà. Dai, disi queo che te ghe da dire, che so curiosa.
EMILIO Go promesso a Raimondo de non dire gnete, seto, xe na roba un poco delicata.
SALVINA Te lo ghe promesso a Raimondo, ma non a mì, per cui te poi dirmelo. Comunque, se el xe proprio un segreto resterò con ea me cusiosità, sofrirò dala voja de savère, ma non vojo che te tradissi un amico.
EMILIO Invesse sì, ve lo digo: xe giusto che lo bone assion vegna ala luce: Raimondo ga fato falimento a causa de so fradeo Miro.
SALVINA De Miro?
EMILIO Sì, proprio per causa sua, perché Raimondo ghe ga firmà na cambiàe che Miro non ga podesto pagare. Cossì el ga dovèsto pagarla èo, da là xe scomissià i so guai, e non le xe pì riussio a a risolevarse… Ma dovì tasère, nessuno sa del fato, tanto manco Maria. Anche tì Piero, non parlarne a Gabriella.
PIERO Speremo veramente che prima o dopo Maria riessa a vinsere al Lotto.
SALVINA (a Emilio) A proposito del Lotto, sito andà anche tì a metere i numeri con Raimondo? Xeo riussìo ala fine a convinserte?
EMILIO Sicuro… soldi buttà via.
SALVINA (guardando l’orologio) Oh Dio, non go telefonà al’istrutore per dirghe che stasera non vago in palestra. (corre a telefonare… ma al suo agente di borsa).
PIERO La mama voe mantegnerse in forma, vero papà?
EMILIO Perché, non se vede? Ea palestra ghe fa veramente ben, nel fisico, ma anche nelo spirito.
SALVINA (al telefono) … Se go i titoli? Certo che li go… Quotata? Quanto?… Che percentuale?… Le mie xe cative assion?… Non importa se vago su e xo… No, no, credeme, non le xe cative assion.
PIERO (vedendo il padre preoccupato) Papà, non te preocupare, li starà sicuramete parlando de na gara de ginastica.
EMILIO Gara de ginastica?...
PIERO Cossa voto che sia alora? I titoli xe i titoli che èa ga per vinsere; quotata, xe sempre èachea ga tante probabilità de vinsere; e percentuale xe ea percentuale de vitoria.
EMILIO E le cative assion?
PIERO Le sarà le cative assion che èa ga fato con l'istrutore.
EMILIO Cative assion con l’istrutore?…
PIERO Sì, perché la sarà sta birichina con èo.
EMILIO Birichina con èo?…
PIERO Birichina nel senso che non la ga fato li esercizi che voleva èo?
EMILIO Esercizi, che voleva èo?…
PIERO Ma papà, perché te sì cossì malisioso? Ea mama garà fato la scansafatighe, eco cossa che intendo dire!
EMILIO E, su e xo?
PIERO Cossa su e xo?
EMILIO Quando chea disèva che non ghe importava andare su e xo?
PIERO S’intende le flession, cossì (fa delle flessioni a terra).
EMILIO Senza nessuno soto, spero.
PIERO Papà, te sì patetico, mama voe farme na sorpresa, non te lo ghe gnancora capìo, mostrandome dopo la copa che a quanto pare vinserà... Sarìa beo se ea mama vinsesse ea gara e Maria al Lotto.
EMILIO Se vinsesse Maria xe come se ghesse vinto mì.
PIERO Cossa dito, papà?
EMILIO Gnente, ero soprapensiero.
PIERO Qualcossa te volevi dire, cossa xea sta storia che se vinsesse ea Maria xe come se te ghessi vinto tì?
EMILIO Non xe gnente de importante, e adesso basta!
PIERO Me pare che sia importante invesse: te parli dea mama, e tì…
EMILIO E mì?…
PIERO Tì e Maria… (si avvicina Salvina).
SALVINA Bene, anche questa xe fata! Cossa gavìo voaialtri do? Tì Piero, xe da un toco che te vedo strano… e anche Gabriella me pare pensierosa, non xe che gavì barufà? In pisseria me parevi immusonìi.
PIERO Non ghemo barufà.
SALVINA Alora perché non sì contenti come le altre volte?
PIERO Perché… perché. A sto punto ve lo go da dire: Gabiella xe in atesa…
SALVINA In atesa?…
EMILIO In atesa?…
PIERO Forse de andare al convento.
EMILIO Manco mae… Cossa? In convento? Alora la situassion xe grave?
PIERO Eh, sì…
EMILIO Gavìo roto, con na barufa?
PIERO Non ghemo barufà.
EMILIO Alora non te sì sta in grado de darghe l’amore che la voleva?
PIERO Mì ghe gheo dà l’amore, xe per questo che la vole andare al convento.
SALVINA Tì te la ami e èa voe andare in convento, perché?
PIERO In convento se risolve tuti i problemi.
EMILIO Tuti i problemi del'anima, ma non quei del'amore.
PIERO Anche quei papà, anche quei.
EMILIO Mì non ghe capisso gnente.
All’esterno, Alcide e Oreste giungono di corsa da sinistra. Osservano il numero 16 sull’abitazione di sinistra (ex 18), ed entrano.
ALCIDE Gavì vinto! Gavì vinto 43 miliardi al Superenalotto!
SALVINA Cossa? Noialtri?…
EMILIO Mì?! Mì go vinto? Non poe essere, xe qualcossa de incredibie!
ALCIDE Sicuro, voialtri. (a Emilio) Non gavì puntà proprio stasera con il vostro amico? (Lui intende lo stesso Emilio come amico). Non sì andà a magnare la pizza insieme con èo? (guarda l'indirizzo del biglietto che tiene in mano, senza mostrarlo e senza leggerlo: stessa via, numero 16) L'indirisso xe queo giusto. (rivolgendosi a Emilio) Me papà, el gestore del Loto, la conosce (suo padre invece si riferisce a Raimondo, il vero vincitore); avrebbe voluto lui correre qua per festeggiare assieme a voi, ma aveva un appuntamento...
SALVINA (urlando) Mama mia, quanti schei!
(La famiglia di destra, sentendo l’urlo, si addossa alla parete per sentire).
PIERO Non me pare vero: ghemo vinto! Ghemo vinto tuti sti miliardi! (Emilio è turbato perché ha vinto con i numeri di Raimondo) Papà, te sì formidabile! Ma rilassate, rilassate, non sta essere cossì irequieto, xe tuto vero: tì, che non te ghevi mai jugà, te ghe vinto! Ma esulta, no? Te me pari preocupà invesse che contento. (adAlcide) Come faseva to papà a ricordarse i numeri di me pare?
ALCIDE Èo per i numeri el ga na memoria de fero, ma questi li jera anche fàsili da ricordare (sono: 5, 10, 20, 40, 80). (Emilio si allontana un poco, di nascosto tira fuori di tasca i numeri, li osserva e si stupisce della memoria del gestore visto che i numeri che gli aveva dato Raimondo, quelli di sua moglie Maria, erano difficili da ricordare).
PIERO Ghemo vinto, semo miliardari, miliardari!
SALVINA Tasi, che de là li podrìa sentirme: non xe giusto esultare mentre loro li ga perso. (di là sono appiccicati al muro e stanno sentendo tutto).
PIERO Te sito dismentegà che li xe andà da Miro?
SALVINA Te ghe razon, per fortuna non li xe in casa.
EMILIO (defilato dalla parete centrale) Telefono a Raimondo per darghe ea bea notissia.
SALVINA Ma non li xe in casa, li xe da Miro.
EMILIO Lo so, ma mì telefono da Miro.
SALVINA Va ben, ma serca de non mostrarte euforico, dìgheo con umiltà. (Emilio va a telefonare).
ALCIDE Adesso che so marìo non xe qua, posso dirghe na roba? (La famiglia di destra ascolta).
SALVINA Cossa?
PIERO Cossa?
ALCIDE Tanto, a sto punto nessuno se poe ofendere.
SALVINA Ofendere, perché?
ALCIDE Per queo che ga dito me papà, e cioè che solo un cretino podeva metere dei numeri cossì.
PIERO Ma che numeri galo messo me papà?
ORESTE 5, 10, 20, 40, 80: uno il dopio del’altro.
SALVINA Xe vero, solo un cretino podeva metere dei numeri cossì.
PIERO Sì, solo un cretino podeva metere dei numeri cossì. Ma el ga vinto, e questo xe queo che conta.
Scena di destra.
MARIA (Raimondo ha sentito tutto, tranne i numeri. Maria ha sentito tutto)Li ga vinto loro! Nooo! Non poe essere, non poe essere! Le carte me jera sta amiche come non mai, tuto jera pronto per la vincita, ea me vincita. Maledeta maga, maledeta fortuna chea me ga tolto in giro, la me ga umilià. No, non poe essere. El me sogno distruto. Chi me darà ea casa bela, i vestiti ala moda, chi me saluterà come na signora? Podarìa avere fato na crociera: el mare me piase tanto. Maledeta striga ala television, la me ga tradìo. Ga vinto Emilio, èo che nol gheva mai messo. (Raimondo è disperato).
Scena di sinistra.
Si vede Emilio fare un numero al telefono (a Miro); dopo un po’ farne un altro (a Raimondo).
Scena di destra
Si vede Raimondo correre al telefono, alzare la cornetta e mimando fare gli spergiuri perché Emilio tronchi la conversazione, che non dica niente a Salvina dello scambio perché loro stavano ascoltando e c'era il pericolo che Maria sentisse dello scambio scatenando una furiosa reazione.
Scena di sinistra
Emilio si riunisce a Salvina e Piero, distante dal muro centrale, in modo da non essere sentiti.
SALVINA E ora, come la gai ciapà?
EMILIO Non li jera da Miro.
SALVINA Come? (Emilio cerca di allontanarli dal muro centrale perché gli altri non sentano) Ma vieni pì in qua, perché te te alontani? Come, non li jera da Miro?
EMILIO Miro me ga dito cheli jera apena partii, che li doveva essere per strada.
SALVINA Ma vieni pì in qua!... E la seconda telefonata?
EMILIO Go provà a telfoanre a casa sua, de là, per vedere caso mai se li fosse tornà.
SALVINA Ma se li jera apena partii da Miro e ghe vorà mesora per arivare?...
EMILIO Certe robe poe sucedere: pò darsi che corendo in freta, se non li ghesse trovà trafico, se i semafori fosse sta tuti verdi…
SALVINA Insoma, xei in casa o no?
EMILIO (dopo un istante di riflessione) No, non li xe in casa.
SALVINA Manco mae, cossì podemo festegiare sensa che loro ne sofra.
ALCIDE Mì vago, go da acompagnare el me amigo Oresta a casa. Semo contenti de averve portà na notissia cossì bela. Sarì contenti ora: 43 miliardi li xe na soma sproposità… na vincita che te cambia ea vita… (però non parte).
EMILIO Sì, xe vero, poe cambiarme ea vita. Grassie, ringrassia anche to papà. Veramente na bea nortissia. Arivederci. (i due non si muovono).
ORESTE Gavì vinto tanti miliardi, che xe gnente in confronto a qualche soldino.
EMILIO Adesso capisso, furfanteli! Ma gavì razon, ve la meritè la mancia. (guarda nel suo portafogli e non trova i soldi) Purtropo adesso non go gnete; tì Salvina, gheto qualcossa per sti tosi? (Salvina guarda nella sua borsetta e anche lei non trova niente da dare loro). Gnente, fasèmo cossì, doman, quando andrò a ringrassiare el gestore me ricorderò de voialtri.
ALCIDE Va ben, alora ve salutèmo e ve fasèmo ancora tanti complimenti per la vincita.
Scena di destra.
MARIA (a Raimondo) Chi jera al telefono?
RAIMONDO Nessuno.
MARIA Nessuno te ga telefonà e tì te ghe risposto?
RAIMONDO Nessuno nel senso che li ga sbaglià numero.
MARIA Ma chi, perdio, chi ga sbaglià numero?
RAIMONDO (confuso) Jera Miro, che voleva parlare con Emilio.
MARIA Alora li jera in casa? Ga razon Gabriella: non li ga volesto verserme perché non vedesseel Lotto ala television. Chei bastardi!
RAIMONDO No, non xe proprio cossì, el fato xe che…
MARIA Insoma, jereli in casa o no?
RAIMONDO Sì, ma po’ darsi che li fosse apena arivà.
MARIA Te gai almanco dito perché li jera andà via, savendo che li me gheva invità per el cafè?
RAIMONDO No.
MARIA Cossì, lori li telefona, ansi, li telefona a Emilio, sensa scusarse con noialtri, senza portare dele giustificassion per non essere sta in casa, come xe possìbie?
RAIMONDO Xe possìbie… se li te sara la porta in facia li poe fare anche questo.
MARIA Ah, bastardi!
Scena di sinistra.
EMILIO (a Salvina) Cossa dito se aiutèmo raimondo:adesso de schei ne ghemo tanti.
SALVINA Non vorìa che per lori fosse na umiliassion.
EMILIO Un sistema ghe sarìa, sicome quando Raimondo ga fato falimento ghe go prestà un paro de milioni, podemo scomissiare con l’anulare el debito.
SALVINA Tì te ghe prestà do milioni a lori? Sensa dirme gnente?
EMILIO Te lo sé anche tì che li jera sul lastrico; semo amissi, diventeremo parenti, se non se aiutemo fra noialtri…. (Scostandosi dalla parete centrale) Ricorda che anche èo ga aiutà so fradèo firmandoghe ea cambiàe.
SALVINA Parla pì forte che non te sento.
EMILIO El ga aiutà so fradeo Miro.
SALVINA (ad alta voce) Sì, te meo ghe dito chel ga firmà per so fradeo e dopo el ga fato falimento.
EMILIO Tasi, che li poderìa sentirme.
SALVINA Ma se nonli xe in casa…
EMILIO Non se sa mai. Noialtri non faremo falimento se li aiutassimo scomissiando con l’anulare el debito.
Scena di destra.
MARIA (a Raimondo) Cossa gheto firmà per Miro?
RAIMONDO Go firmà come testimone al matrimonio.
MARIA Cossa c’entra ea firma del matrimonio, lo so anche mì che te sì sta el co compare de matrimonio, ma cossa c’entra col falimento? Varda che vago de là e me lo fasso dire da lori, seto!
RAIMONDO No, no, per carità: mejo ea cambiàe che lo scambio…
MARIA Lo scambio? Cossa intendito con lo scambio?
RAIMONDO El fato xe che mì ghe go dà dei soldi a Miro, e dopo Emilio li ga dà a mì.
MARIA Ma cossa sito drio dire? Che schei gheto dà a Miro? Spiegate mejo.
RAIMONDO Bè, insoma… se trata dela cambiàe…
MARIA Quaea cambiàe? Spiegate, se no…
RAIMONDO Apunto, se te me ansi finire… la cambiàe che go firmà per Miro, che dopo èo nol xe riussio a pagarla e la go pagà mì. Da là xe scomissià le nostre disgrassie… e ghemo fato falimento.
MARIA Ghemo?…“Tì” te ghe fato falimento, rimbambito che non te sì altro! Per aiutarechel iresponsàbie de to fradeo te ghe portà ala rovina ea to fameja, sensa che mì ne savesse gnente.
RAIMONDO Se teo disevo, tì te disevi de no.
MARIA Sicuro che te disevo de no, e garissimo vissù come che li fa loro adesso: sensa tante preoccupassion e fasendo grandi spese. Ah miserabie, come se fa a essere cossì ingenui… e mì che pensavo che te fosse andà mae li afari…
Scena di sinistra.
EMILIO Alora, cossa dito? (Salvina dubbiosa sull’aiutare l’altra famiglia). Insoma, ghemo messo el Lotto insieme, podeva vinsere èo, ricordalo.
SALVINA Ma te ghe vinto tì, un cretino (ricordando i numeri).
EMILIO Cossa?
SALVINA Gnente. Va ben, concedemoghe sto favore, in fondo diventeremo consuoceri; e dopo, i miliardi non xe bagatele.
EMILIO Visto che te sì cossì bona, voria dirte che mì con Raimondo…
SALVINA (severa) Aiutarlo ancora? Adesso non stemo esagerare, de solito xe i parenti che quando li sente odore de schei li core a lecare, ma ora te sì tì che li serca. No, ghemo da stare tranquili, avere ea nostra privacy,ea nostra vita adesso la sarà serena, ansi beata… Perciò al largo dai altri.
EMILIO Non volevo dirte questo…
SALVINA Cossa volevito dirme alora?
EMILIO Gnente.
SALVINA Mejo cossì.
EMILIO (dopo un istante di riflessione) Mejo cossì un corno! I numei li go messi mì. Go vinto mì, e posso dispore dei schei come che vojo, per cui posso aiutare Raimondo.
SALVINA Va ben, ma ricorda che mì so sempre to mujere… Masì, dopotuto te ghe razon, non xe giusto agitarse dopo che se ga vinto al Lotto. Adesso sta calmo: non semo na fameja unita noialtri?
Scena di destra.
MARIA (avendo sentito) Che dona perfida!
RAIMONDO E pensare che…
MARIA Cossa?…
RAIMONDO Gnente.
MARIA Gnente? Ma cossa xeo sto parlare e non parlare. Tì te me nascondi davero qualcossa.
RAIMONDO Ora loro li xe miliardari e non ga pì importansa tegnere el segreto: Salvina juga in Borsa, ma Emilio non lo sa.
MARIA Alora?… Anche mì jugo al Lotto.
RAIMONDO Il fato xe che Emilio non sa gnanche che èa ga un agente che la consiglia.
MARIA Non capisso?… Ah,ghe so arivà! Ea se la fa con el so agente, xe questo che te voi dirme?
RAIMONDO Prove non ghe ne xe, ma mì non ghe meterìa ea man sol fogo.
MARIA Sicuro che xe cossì: èa va a caricarse dal’istrutore in palestra per essere pronta con el so agente de Borsa.
Scena di sinistra.
SALVINA Caro, cossa faremo dei schei adesso, dopo che garemo anulà el debito con Raimondo?
EMILIO Cossì, de punto in bianco non lo so gnanche mì. De sicuro compreremo na villa… na villa? Salvina, me pare un sogno1 Maxe tuto vero: semo miliardari! Non andarò pì a lavorare, farò ea vita da nababo
SALVINA Sì, faremo ea vita da nababi.
EMILIO Bisogna che avisa subito el me principale e che me licensia. Èo, che me ga sempre sotovalutà, che non voleva darme l’aumento. Aspeta, aspeta!… (va al telefono, e dopo aver parlato fa una pernacchia). Cossì anche questa xe fata!
Scena di destra.
MARIA Che insolente!
RAIMONDO E pensare che non riceveva l'aumento perché al lavoro el jera un imbranà, un scansafatighe, e dopo circola anche altre voci sul so conto.
MARIA Sarìa a dire?
RAIMONDO Se la fa con un'impiegata del so uficio
MARIA Senti, senti… Anche èo come so mujere. Naturalmente Salvina non sa gnente? Èo, cossì gentìe con i coleghi, ben visto… almanco cossì el diseva. Invesse penso chel sia sta un lecchin e un gran libertin.
Scena di sinistra.
EMILIO Seto Salvina, poderò comprarme uno yacht e girare, via da sto paese.
SALVINA Ma se non te sì bon gnanche de andare in barca.
EMILIO Gavarò l’equipagio.
SALVINA Gavaremo l’equipagio, ricorda che semo in do.
PIERO mama, te compreremo na palestra, tuta per tì… A proposito, voto ancora fare ea gara?
SALVINA Quae gara?
EMILIO Quea de ginastica. Te volevi farme na sorpresa, vero?
SALVINA Quaea gara de ginastica, quaea sorpresa?
PIERO Ma dai mama, disi ea verità, te ghemo sentìo quando che te ghe telefonà al’istrutore che non te poodevi andare in palestra.
SALVINA Mì non go telefonà a nessun istruotore… cioè, sì (all’agente di borsa), go telefonà a èo, ma non ghe jera nessuna gara.
PIERO E i tìtoi? Ea percentua desuccesso, le flession?
SALVINA Adesso capisso… Bè, ora che semo richi tanto vae che veo diga: jugo in Borsa con el me agente.
EMILIO To’, chi lo garìa mai dito? Tì te jughi in borsa? Sensa che mì sapia gnente? Ma non xe che con el to agente de borsa te jugassi anche a…
PIERO Cossa dito papà, cossa voto insinuare?
EMILIO Che se non xe per ea gara de ginastica dime tì che significato ga le brute assion de to mama, l’andare su e xo… Ghevo dito mì che soto ghe jera qualcuno.
SALVINA Cossa dito Emilio? Gavarò anche dito cossì, ma li xe termini de Borsa: questo jera el soeo segreto, non ghe ne xe altri.
EMILIO Sichétì, invesse de andare in palestra te andavi dal to agente.
SALVINA Andavo anche in palestra, dal'istrutore.
EMILIO Siché te te li fasevi tuti e do?
SALVINA Emilio, cossa te salta in mente?
PIERO Papà, te sì davero insoportàbie, i schei te ga dà aea testa?
Scena di destra.
MARIA (a Raimondo) Invesse mì so sicura che èa se la fa con l’agente… Sicuro chea va aleto insieme, se no perché la tegneva el segreto che la jugava in borsa? Chel baòn gonfià!
RAIMONDO Però adesso non la xe pì grassa...
MARIA Certo, a forsa de andare su e xo col so agente…
Scena di sinistra.
EMILIO Tì Pierote poi sposarte con Gabriella e èa la porterà un abito bianco e lungo, con lo strascico; pagherò tuto mì. Te presterò anche lo yacht che me comprerò, cossì podì spassàrvea quanto che volì. Vedarì che la vita de copia xe bea nonostante (guardando la moglie). Ma bisogna che restè sensa fioi per qualche anetto, cossì sarì liberi come i osei del’aria; sensa fioi, ala vostra età xe na roba grandiosa. Cossa ne dito? Non te sì contento?… Come mai chea facia, non te sì contento?
SALVINA Cossa te sucede Piero?… Ah, el convento. Alora gavì barufà davero? Pareva a mì che in pizzeria l’aria fosse tesa. Sucede seto, anche tra mì e to pare…
PIERO Non ghemo barufà.
EMILIO Alora cossa xe che non va?
PIERO Xe che non podemo essere liberi come gli osei del’aria: Gabriella xe incinta.
EMILIO Incinta? De chi?
PIERO Ma de mì, papà, di chi se no?
SALVINA Ma ne sito sicuro?
PIERO Sì, èa la xe sicura.
SALVINA Come xe sucesso?
PIERO Xe sta na note, a casa sua, mentre so mama la vardava el Lotto ala television e noialtri semo andà in camera de Gabriella.
EMILIO Maledetto Lotto!
SALVINA Maledetta so mare! Èa e ea stramaledeta mania del Lotto; cossì, per non essere sta atenta la ga rovinà la vita de nostro fiolo. Come se poe, come se poe essere cossì deficienti! Voria savere quanti schei che la ga perso con chel jugo.
EMILIO Sbaglio o ti sì drio dismentegarte che semo richi per merito de chel jugo?
Scena di destra.
MARIA Ah, che vipera! Eco cossa che sucede a diventare ricchi sensa essere signori dentro. Xa prima la jera vanitosa: la andava in palestra per avere el fisico de miss, ma se vede distante un miglio che non la xe na magressa naturàe, che el so caminare da signora l’è sforsà. Caspita, ea pare una de quee!
RAIMONDO Cossa?! Gabriella incinta de Piero? Per colpa tua! Tì te lo savevi?
MARIA Sicuro che lo sàvevo.
RAIMONDO E non te me ghe dito gnente!
MARIA Temetito anche tì adesso?
RAIMONDO Certo, che se te ghessi fato pì atension ora i tosi non garìa de sti problemi.
Scena di sinistra.
SALVINA E chel babeo de so marìo chel ga fato falimento per aver firmà chea cambiàe a so fradèo, n’altro de bon, che non ga mai schei, ma in quanto a spenderne l’è bravissimo.
EMILIO Tasi, che li poe sentirme.
SALVINA Non li xe gnancora a casa.
EMILIO Li podarìa essere arivà.
SALVINA Sì, adesso li xe dei Superma dela velocità, no?
PIERO …Xe sucesso, sucede a tante copie.
SALVINA A tante copie sprovvedue come voialtri. E adesso? Adesso cossa conta avere miliardi se gavì un fiolo tra i piè? Ma dime un fià: sito sicuro chel fiolo xe tuo? Te ghe sì sta solo na volta, a quanto pare, mentre èa chissà quante volte la xe sta con li altri.
PIERO Mama, cossa dito? Perché te sparli cossì mae dea Gabriella: te ghe sempre dito che la xe na brava tosa.
SALVINA Sì, finché non la se ga fato metere incinta. Varda, fiolo mio, che le tose al giono d’ogi le xe furbe: dime, quante de loro ariva vergini al matrimonio? Su, dìmeo, tì, povero ingenuo.
PIERO Mì non so un ingenuo.
SALVINA Sì, tì te sì un ingenuo; lo seto cossa che sucede a scòea, con li studenti?
PIERO Mama, Gabriella non xe una che va con tuti.
EMILIO Salvina, adesso basta, te sì cinica! Se Gabriella xe sta incinta se troverà na solussion.
PIERO Infati, la doveva domandare ai genitori el permesso de andare al convento.
EMILIO Ancora con sto convento!
SALVINA In convento? Eco ea solussion! Là le suore la garà cura del bambinèo, sarà come “Marcellino pane e vino”.
EMILIO Varda che Marcellino jera in un convento de frati, non penso che Gabriella vaga dai frati,la andarà in un convento de suore.
SALVINA Frati, suore, basta che el toseto non intralci la vita de Piero.
PIERO Mama, te sì patetica! Disfarte cossì de to neodo!
SALVINA Ma chi dise chel xe to fiolo! Te ripeto che dele tose non se poe fidarse.
PIERO Comunque èa vorìa andare al convento per abortire…
SALVINA Abortire?… In convento? Non la podarìa andare in ospedae come che fa tuti? Anche là ghe xe la privacy.
PIERO El convento non xe queo che te pensi tì: el xe la clinica ginecologica dea cità qua vissina, dove na volta ghe jera un convento, e èa vorìa andare là.
SALVINA Convento o clinica, non me interessa, fato sta che la me pare na bona idea.
EMILIO E se i so genitori non accetassero l'idea del'aborto?
Scena di destra.
RAIMONDO Cossa, tì incinta?
GABRIELLA Sì papà, de Piero.
RAIMONDO Come xe sucesso?
GABRIELLA Xe successo.
RAIMONDO E adesso te voi abortire? Questo non sarà mai! Va contro i miei principi, che li xe anche li tui, o alamanco li dovarìa essere. Sì zovani, sarì penalisà dal fiolo, d’altronde se xe sta uno sbaglio, questa la sarà la punission. Ma almanco non gavarì problemi finanziari con i soldi che ve darà Emilio.
Scena di sinistra.
SALVINA Piero,te ghe da anssarla!
PIERO Mì non lasserò mai Gabriella, con me fiolo.
SALVINA Non xe to fiolo!
EMILIO Come feto a esserne cossì sicura: gai fato o non gai fato l’amore chea note quando che la Maria vardava la television?
SALVINA Sì che lo ga fato, se cossì li dise… Però na volta non basta per restare incinta: bisognerebbe avere na maledeta sfortuna... Voto la prova? Quando nascerà el toseto ghe femo fare l'esame del DNA.
EMILIO Ben, questo me sta ben.
SALVINA Intanto la anssa.
EMILIO No, èo non la anssa. Piero, xe come dise la mama, a scuola ghe xe el libero amore?
PIERO Be', insoma…
EMILIO Alora xe vero… E tì non te frequenti pì la scòea, te le ghe finìde da un toco...
SALVINA E èa se la spassa con li studenti.
PIERO Poe anche essere mama, ma garìa bisogno de certesse.
SALVINA Le certesse?...Varda, non so gnente de come la xe andà, ma so na femena anche mì, e serte robe savarìa come indirissarle a me vantagio in fato de amore.
EMILIO (a Piero) Su questo te poi darghe razon: ghe xe bastà na volta sola per aviarle ben le robe.
SALVINA Non fare el spiritoso tì! (a Piero) Scommeto che chea note xe sta èa a trategnerte…
PIERO Sì, infati.
SALVINA Xe sta èa a portarte nea so camera…
PIERO Infati…
SALVINA Ea la ga scomissià…
PIERO Infati.
SALVINA Ea xe restà incinta…
PIERO Sì, xevero.
SALVINA Ma de un fiolo che non xe tuo. Perché pensito che la gabia architetà sto piano? Per fregare un ebete come tì.
EMILIO Ma dai Salvina, le xe tute suposission.
PIERO La mama ga razon, non so per gnente sicuro che el fiolo sia mio.
EMILIO E tì come lo seto?
PIERO Ghe jero mì chea note, non te ghe jeri miga tì.
EMILIO Non capisso…
SALVINA Bisogna dirte proprio tuto: Gabriella non xe na verginela, capissito adesso? Tì Piero, adesso te sì libero.
PIERO Sì mama, penso che te gabi proprio razon.
Scena di destra.
GABRIELLA Mama, Piero me voe anssare… el fiolo xe suo… el fiolo xe suo, teo giuro!
MARIA Chea baldraca dea Salvina lo ga convinto. Adesso te perderè i schei e te guadagnerè un fiolo sensa pare. Non pensavo che Piero fosse cossì idiota; capisso che so mare xe na arpia, ma èo…
GABRIELLA El jera cossì bon…
MARIA El xe cossì bauco…
Scena di sinistra.
SALVINA Tì non te vedarè pì la Gabriella e non te ghe darè un centesimo.
PIERO Sì, mama.
EMILIO Non xe giusto, non xe giusto tratare cossì la to morosa, ora che te sì rico. Varda seto, che podeva vinsere Raimondo, cioè Maria.
SALVINA Ma te ghe vinto tì.
EMILIO Go vinto mì, sì, sì go vinto mì, ma… Voto che te diga cossa che xe sucesso tra mì e Raimondo, voto proprio che te lo diga?!
SALVINA Cossa xe sucesso fra tì e Raimondo, vorìa proprio saverlo.
EMILIO (allontanandosi dalla parete centrale) Alora vien qua.
SALVINA Perché go da vegnere là?
EMILIO Vien qua, te digo.
SALVINA Mì non vegno là, se te ghe da dirmequalcossa te ghe da dirmea qua, dove che ghe so mì.
EMILIO Alora non te la digo.
SALVINA Fa come che te voi.
Scena di destra.
MARIA Cossa xe sucesso fra tì e Emilio?
RAIMONDO Gnente.
MARIA Cossì èo parla a vanvera, no? Dime cossa che xe sucesso fra tì eèo!
RAIMONDO Non xe sucesso gnente… Opure sì, ghemo fato un pato perché mì non diga in giro che èo ga l’amante.
MARIA Siché Emilio xe drio confessare a Salvina chel ga l’amante? Per farghe rabia?
RAIMONDO Eco, sì.
SALVINA Ma se ghe xe un acordo vol dire che anche èo te coerse per qualcossa: per n'altra amante? Non sta dirme che te ghe l’amantge anche tì, se no…
RAIMONDO Te paro el tipo?
MARIA Vero: non te sì el tipo, almanco de questo so sicura.
RAIMONDO Te ghe razon, mì vojo ben solo a tì, te sì la me unica dona.
MARIA Non parlare da poeta adesso; d'altronde, chi te vorìa al’infora de mì? Varda, se vinsevo saremmo sta ea copia pì afiatà e rica del mondo.
Scena di sinistra.
(nella scena di destra, Maria non sente)
EMILIO Invesse te lo digo: te sì massa cativa. Vèdito sti numeri, li vèdito?
SALVINA No, se non te meli mostri.
EMILIO (scostandosi dalla parete centrale) Questi xe i numeri che ga vinto (quelli di Maria, che però non hanno vinto).
SALVINA E vieni qua! Me toca sempre corerte drio. (senzaguardarli). Lo so anche mì che li xe queli che ga vinto.
EMILIO Ma li xe quei de Raimondo, quei che ghe ga da Maria. Se li semo scambià i numeri. Go vinto con i so numeri, capissito!
SALVINA Oh no! Incredibie! Te ghe vinto con i numeri de Maria? E èa lo sala?
EMILIO No che noeo sa.
SALVINA (ricordando i numeri sentiti da Oreste: 5, 10 ecc.) Alora xe sta èa la cretina a metere quei numeri. Èa che sta alsà noti intiere, che perde un mucio de tempo per seguire ea cabala e i morti, e dopo ea mete dei numeri cossì stupidi!
EMILIO (credendo di avere i numeri vincenti di Maria) Bè, li xe numeri normali, come garissi da essere?
SALVINA Alora te sì un cretino anche tì se non te capissi che quei xe numeri che solo un cretino podeva puntare. Ma dime, perché te ghe volesto scambiare i numeri?
EMILIO Maché mì, xe sta Raimondo ad avere l’idea delo scambio, perché non credeva a so mujere.
SALVINA Alora el ga fato qualcossa de madornàe! Be', se la vedrà èo con Maria. Però… stavolta gheva razon èa, la garìa vinto èa… Tuti la denigrava per la so mania, e invesse… Invessenon la ga vinto gnente: ma non xe colpa nostra se èa ga un marìo cossì deficiente; prima el falimento, e adesso… (Maria e Raimondo, che stanno ascoltando, vengono interrotti dall’arrivo di Miro ed Emma).
Scena di destra. (Entrano Miro ed Emma).
MIRO Salve a tuti; semo vegnù a scusarse per non essere sta in casa. Macossa fèo là apogià al muro, vardè che lo butè xo. (Raimondo e Maria si girano) Ma cossa xee chele brute face? Alegria, allegria! come dirìa qualcuno. Vardè noialtri, semo apena tornà dala spesa al centro commerciale… savìo, per noialtri i centri commerciali non li chiude gnanche de note.Dovevi vedere quanta roba ghe jera là: na scelta infinita de prodoti… ma lo savì anche voialtri, no?… Non sarì cossì tirchi da non essere mai andà in un centro comerciale?…
MIRO Dovevi vedere me mujere: èa sì che sa cossa che xe la par condicio: la ga passà tuti i negossi, senza tralassiarne nessuno… Savì, mì dago libertà a me mujere.
RAIMONDO La mia invesse se la prende la libertà.
MIRO Cossa intendito?...Ah, el Lotto! Eo saèemo che la spende e spande, ma non xe giusto punirla…Vedessi quanta roba che ghemo in machina, tanta che non ghe stava pì nel bagagliaio… d’altronde, na roba tira l’'altra.
MARIA E mì ve tireria sul muso qualcossa altro, ghio finìo de fare festa coi nostri schei.
EMMA Come, con i vostri schei?
MARIA Con la cambiàe che ga firmà el fesso de me marìo per voialtri.
MIRO Quela?… Ma chi te lo ga dito? Ah èo!Vati a fidare dei parenti! (a Raimondo) Gavèvimo fato un pato tra noialtri do, te gheto dismentegà? Non se poe mancare de paròea, specialmente in sti casi qua. Non te credevo cossì… cossì inaffidàbie. E pensare che te credevo onesto, un vero amico, pì che un fradeo.
MARIA Voto vedere che adesso xe Raimondo el disonesto.
EMMA Ma dai Maria, ormai xe aqua passà.
MARIA Aqua passà? Gavìo restituio i soldi a Raimondo?
MIRO Certamente no, non podemo, cossa credìo, vardè che navighemo ancora in cative aque.
MARIA Ma fè bone spese.
EMMA Questo podemo permeterselo, se rinuncemo anche a questo…
MARIA Invesse noialtri rinuncemo anche a questo… Ma, cossa ghio dito? Che non jeri in casa stasera?
MIRO Sio sordi? Semo vegnù a scusarse apunto per questo.
MARIA Ma voialtri jeri in casa!
EMMA Noialtri jerimo fora!
MARIA Sì che jeri in casa! Podevi almanco scusarve quando ghi telefonà a Emilio.
EMMA A Emilio? Quando?
MARIA Ma stasera, no?
EMMA Varda Maria che xe da sto pomerigio che semo fora e non ghemo telefonà a nessuno.
MARIA (a Raimondo) Qua ghe xe massa misteri. Chi te ga telefonà, su, dìmeo!
RAIMONDO (mortificato) Xe sta Emilio a telefonarme, voleva darme la notissia chel gheva vinto.
EMMA Vinto cossa?
MARIA Al Superenalotto. (a Raimondo) Che motivo ghe jera de mentire? Perché non te me ghe ciamà per congratularme con èo? (Raimondo tace per via dello scambio).
MIRO Al Superenalotto? Ghe jera 43 miliardi... E li ga vinto lori?
MARIA Sì.
MIRO Ma… ma xe na roba da non credere! Tuti chei miliardi? A Emilio? Oh Dio, che notissia!… Ma voialtri, come mai sì cossì nervosi? Non godì dela vinvita del futuro consuocero? Qualche milioncino cascherà de sicuro nele vostre man; e dopo, Piero e Gabriella podrà sposarse presto, avere na villa per conto loro… Però sarìa beo se per qualche tempo li restasse sensa fioli…
MARIA Anche tì te vien qua a provocare! Xe mejo che andè via.
EMMA Te capisso Maria: te jeri tì che te dovevi vinsere. Tì te sì la maniaca… scusa, tì te sì l’esperta del Lotto… Come mai ga vinto lori? (tutti tacciono).
MIRO Ghe xe chi mete e chi che vinse. (Raimondo e Maria lo guardano di sbieco) Qua le robe se mete mae, Emma, andemo da Emilio per congratularse per la vitoria, speremo che almanco là l’aria sia manco triste. (escono ed entrano nella casa di sinistra).
Scena di sinistra.
MIRO Complimenti, complimenti, savèmo che ghi vinto al Superenalotto. Che effeto fa essere miliardari?
EMILIO Non riussemo gnancora a renderse conto.
EMMA Salvina, adesso te farè la signora.
SALVINA Xe vero, me pare un sogno… Ve fasso un cafè?
EMMA No, sarà per n'altra volta:ghemo el burro che se scongèa, savìo, tornemo adesso dala spesa al centro comerciale.
SALVINA Come? Non jeri in casa prima?
EMMA Anche tì te meo domandi? Te go dito che tornèmo adesso dala spesa.
SALVINA (a Emilio) Alora, a chi gheto telefonà se lori non li jera in casa?
EMILIO A Raimondo.
SALVINA Ma se te ghe dito chel jera per la strada.
EMILIO Apunto, el jera per la strada e nol me ga risposto.
SALVINA Varda che non so stupida, tì te ghe parlà con qualcuno.
EMILIO Va ben, go parlà con Raimondo, chel jera de là, contenta?!...
SALVINA Perché non te meo ghe dito? Te me ghe dito invesse che non te lo ghe trovà?
EMILIO Perché nol voleva che Maria savesse.
SALVINA Savesse cossa?
EMILIO (piano, perché di là non sentano) che se ghemo scambià i numeri, come te go dito.
SALVINA Parla forte che non te sento.
EMMA Varda che non serve parlare forte o pian, quei de là li xe apicicà al muro, che li ascolta tuto.
SALVINA Ah, cossì la xe! (forte) Raimondo e Emilio se ga scambià i numeri!
MIRO Andemo Emma, che qua i me pare tuti mati.
Scena di destra.
Maria, sentendo dello scambio dei numeri, si accascia su una sedia disperata e chiede acqua. Gabriella gliela porta.
Scena di sinistra.
EMILIO Questo xe massa! Denigrare chi me xe sta sempre vissin, che li doveva diventare nostri parenti! Veramente i schei te ga da ala testa, li te ga fato diventare mata. Seto cossa che te digo, invesse? Che so stufo de sta casa, stufo de tì. Vago via, vago via con na dona che non ga la to cativeria, che la ga un nome angelico. Vago via coi me schei, s’intende, con tuti i me schei! Vago via con la me amante! (esce sbattendo la porta).
SALVINA (a Piero) L'amante, to papà ga l’amante, e adesso el va via con èa.
PIERO El va via con Maria.
SALVINA Cossa?… Con Maria? Sito drio diventare mato anche tì adesso?
PIERO Non pìde tì.
SALVINA Perché con Maria?
PIERO Lo go capìo dai discorsi chel ga fato stasera, quando chel ga dito “Se vinsesse Maria xe come se ghesse vinto mì”.
SALVINA Ma non poe essere, sito sicuro?
PIERO Sì che so sicuro, adesso po’ chel ga dito de avere l’amante…
SALVINA Chea sgualdrina! Chea strassona! Una cossì sarìa l’amante de to papà? Chi lo garìa mai dito!
Scena di destra.
RAIMONDO (avendo sentito, a Gabriella) Non sta farghe aria, faghe vento che ora la ga da andare via.
GABRIELLA (non avendo sentito quelli di là) La ga da andare dove? Non te vedi in che stato che la xe, come che te la ghe ridota?
RAIMONDO Queo che go fato mì xe gnante in confronto a queo che ga fato èa. La me ga tradìo, con Emilio. E èo che me diseva chel gheva come amante na impiegata del so uficio. Me mujere, to mama, jera la so amante!
GABRIELLA Cossa dito papà: mama te tradisse con Emilio? Schersito? Queste xe robe da fantasiensa.
RAIMONDO Aspeta e te vedarè. (rimane in attesa che Emilio entri).
MARIA (rinvenendo) Cossa feo là impalà?
RAIMONDO Semo drio aspetare che Emilio vegna a torte.
MARIA Vegna torme, Emilio? Perché?
GABRIELLA El vien tore la so amante.
MARIA Chi? Mì? Ma cossa disìo!
RAIMONDO Go ancora le recie bone, go sentìo perfetamente queo che li diseva de là. Tì te me tradissi con Emilio.
MARIA Mì te tradisso con Emilio?… (ricordando lo scambio dei numeri) Mì non te tradisso, mì te fulmino. Tì e la to deficiensa: scambiare i numeri con Emilio, i miei numeri, queli che ga vinto. Te sì un deficiente, un… Dame, dame i numeri de Emilio che li fasso in mile tochi (Raimondo glieli dà). 5, 10, 20, 40, 80? Ma xei numeri che poe vinsere questi? Solo un cretino poe metere dei numeri del genere! E tì te li ghe scambià con i miei, che li ga vinto! Per la tua imbecilità non semo diventà miliardari!Te sì un miseràbie, te me ghe rovinà! Mì te copo! (Maria aggredisce Raimondo, che già ammalato di cuore subisce un infarto e muore senza che lei se ne accorga).
L'ubriaco ripassa per la strada, vede il pezzo di numero ancora per terra.
UBRIACO Ancora el tocheto per tera?… Bisogna che i numeri li sia messi ben, se no… Manco mae che non xe sucesso gnente, a quanto pare. (raccoglie il pezzetto di numero e lo riattacca con cura. Arriva Alcide di ritorno dall'avere accompagnato a casa Oreste, e vede quello che fa l'ubriaco.
ALCIDE Sucederà, sucederà: aspetta che entra, te vedarè se non sucederà. Se te voi sentire?…
UBRIACO Non vojo sentire, perché se xe qualcossa de bon, gnente xe bon come el vin che go in corpo; se xe qualcossa de bruto, mejo che me tegna el vin che go dentro. (l'ubriaco se ne va e Alcide entra nell'abitazione di sinistra).
ALCIDE Ghe xe sta un equivoco. D’altronde non xe colpa mia se i numeri cade a tochi… Ma dove xeo el paròn? Ah, el sarà andà a festegiare con li amissi. Ve convien ciamarlo.
SALVINA De cossa parlito?
ALCIDE Ognuno vede quel che ghe xe, e agisse in base a quel che vede.
SALVINA Non sta parlare per indovineli, che qua non tira aria giusta. Disi queo che te voi dire e dopo sparissi.
ALCIDE La ga razon, non me sembra che tira aria bona qua dentro. Ebene, i numeri vincenti non li jera i vostri, ma queli dela familia de là. Lori li ga el numero 16 atacà sul muro.
SALVINA Cossa sito drio farneticare? Che ga vinto Maria?!
ALCIDE Non so se sia la Maria che abita de là, so solo che la ga el vero numero 16, per cui ga vinto èa.
SALVINA Me sento mancare: la ga vinto èa e non noialtri…
PIERO Cossì non ghemo vinto gnente?...
ALCIDE No, li ga vinto loro, queli del numero 16.
SALVINA Perché te sì vegnu da noialtri, alora?
ALCIDE Perché dal vostro numero 18 se ga stacà un tochetto che lo ga trasformà in 16, e mì so entrà nela prima abitassion che gheva sto numero. Siché ga vinto lori, con quei numeri! Ma come se fa a metere dei numeri cossì: 5-10-20-40-80.
SALVINA Ma questi xe i nostri numeri! Queli che ga messo Emilio.
ALCIDE Li xe i numeri che ga messo el numero 16, e el numero 16 xe quelo de là, ghe ripeto. E adesso, se la vole darme queo che me aspeta…
SALVINA (tra sé) Ma… Se li xe i numeri di Emilio, e ga vinto Maria, vol dire che… Ma sì: lo scambio!…I numeri vincenti xe quei che Emilio ga dà a Raimondo. Siché garìa vinto Emilio se non ghe fosse sta lo scambio. Peròga vinto lori… Chel scimunito de me marìo se ga fato infenociare da Raimondo… ma ora, ora ne vedremo dele bele.
ALCIDE Come che ghe go dito, se la me dà quel che me aspeta… che dopo go da andare de là.
SALVINA Se non sbaglio me marìo ga dito che te la garìa dà doman la mancia…
ALCIDE Sì, ma el pare de Oreste ga dito che quando xe passà el santo xe passà anche el miracolo, e voialtri poì dismentegarve de noialtri.
SALVINA Ma… un momento, se noialtri non ghemo vinto non te poi pretendere la mancia… (vede arrivare Emilio. Riflette maliziosa) Comunque quele xe robe che te ghe da sbrigare con me marìo. Naturalmente, non sta dirghe che nol ga vinto gnente, se no addio mancia.
ALCIDE Certo signora.
Scena di destra.
Maria, avendo sentito arrivare Alcide a sinistra si era accostata per ascoltare. Nel momento in cui Alcide sta dicendo che aveva vinto lei, lei dalla rabbia stava strappando la ricevuta che aveva in mano in mille pezzi. Disperata raccoglie i pezzettini e ha la conferma che sono il 5, il 10, il 20 eccetera, quelli che nell’altra abitazione aveva sentito essere i numeri vincenti. Urla la sua disperazione e impazzisce.
MARIA Èo dorme, el me dolce marìo dorme. (guardandosi attorno) Ea pace, ea pace che regna in sta casa. La me gabriella aspeta un fiolo. Che pace, che pace… (cantando) Volevo na bea casa, volevo bei vestiti, volevo andare in crociera, volevo che tuti me ciamassero signora…
Scena di sinistra.
EMILIO (entrando) Dove xele le ciave dela machina? Ah, ecole. (fa per andarsene e vede Alcide) Cossa feto ancora qua?
ALCIDE Sa, jero drio parlare con so mujere dela mancia che me gheva promesso… sarìa el caso cheme la dasesse adesso, che dopo…
EMILIO Ah, la maldicente! La te ga dito che so drio scampare, vero, e tì… te ghe razon (guarda nel portafogli).
SALVINA Varda che se non te ghevi gnente prima non te garè gnente gnanche adesso.
EMILIO Non ghevo spicioli, ma un biglieto da centomila lire lo go, qua,sconto tra la foto tua e quea de… staltra. (consegna i soldi ad Alcide e getta la foto di Salvina sul tavolo) Li jera li me ultimi soldi… liquidi, ela to foto, che adesso non me interessa pì. E ora vago via.
ALCIDE Vago via prima mì, e grassie, grassie infinite per la mancia (esce ed entra nell’abitazione di destra).
Scena di destra.
(Entra Alcide. Vede Raimondo esanime sul divano con Gabriella che gli fa vento perché lo crede svenuto).
ALCIDE Vedo che le notissie volano. Bene, bene. Non ocore che diga gnente. (a Gabriella, rivolto a sua padre) Essere miliardari vae pure un picoeo svenimento. Te vedarè, te vedarè quando che el se svejerà, sarà n’altra vita. (a Maria) Questa sogna xe, ma xe realtà. Auguri, tanti auguri; fortunati voialtri che gavarì na vita felice… Savìo, so sta mì a portare ea bea notissia che ghi vinto… (aspetta). Sarì miliardari, ve costa gnente darme qualcossa… (al pubblico) Me pare che qua tira aria ancora pegio che de là; e pensare che li ga vinto loro. Come xe strano el mondo: chi ga perso me dà bei soldoni, e chi ga vinto gnanche me varda in facia (esce).
Scena di sinistra.
SALVINA (falsamente supplichevole) Te me anssi, cossì, sensa dire gnente, non conta el legame checi univa, to fiolo, che sta diventando pare anche èo.
EMILIO Ve anso la casa.
SALVINA La casa xe intestà a tì, ghe vorìa la to firma…
EMILIO Firmerò queo che te voi, basta che te fassi presto: non posso pì aspetare, go xa telefonà al me amore.
SALVINA (presentandogli il contratto della casa) Eco, basta che te meti na firma qua, qua e qua (Emilio firma e poi esce di corsa). Piero, adesso va de là a parlare con Gabriella.
PIERO Ma mama, se la ga sentìo tuto non la me vorà pì.
SALVINA Po’ darsi che non la gabia sentìo tuto, o che la te perdona: xea o non xea incinta de to fiolo?
PIERO Adesso l’è mio!...
SALVINA Va, sbrigate! Se trata dela to vita (Piero va di là).
Scena di destra.
PIERO (entrando) Ciao Gabriella.
GABRIELLA Va via, bruto traditore.
PIERO Ma, Gabriella, mìte vojo ben.
GABRIELLA Adesso che ghemo vinto noialtri. Va via, via da sta casa!
PIERO E nostro fiolo?
GABRIELLA Savarò starghe drio anche sensa de tì.
PIERO So pentìo, saremo na vera fameja… Ma cossa galo to pare?… Ah, lo shock per la vincita, voto che te aiuta a farlo rinvenire…
GABRIELLA Va via, non te vojo pì vedere! (Piero esce).
Scena di sinistra.
PIERO (entrando) Gnente da fare, non me vole pì. (entra Emilio).
EMILIO Me jero dismentegà de dirve che ea casa xe ipotecà; ma sicome mì so generoso ve aviso che apena gavarò ritirà i schei dela vincita ve darò qualche milion per riscatarla.
SALVINA Ipotecà? Da quando?…
EMILIO Da quando go concesso el pretstito a Raimondo. Ma pagherò mì l'ipoteca, qualcossa non va?
SALVINA Te me ghe rovinà!
EMILIO Ve digo che ve dago i schei per riscatarla, non ve basta?
SALVINA Per noialtri xe tuto finìo. Ma la xe finìa anche per tì. Va, va da Maria che la xe là che te aspeta e la sta cantando de gioia.
EMILIO Da Maria? Cossa dito? Perché dovarìa andare da Maria?
PIERO Ma dai papà, me ricordo ben seto queo che te ghe dito: “Se vinsesse Maria xe come se ghesse vinto mì…, un nome angelico…”.
EMILIO Maria? Non la vorìa per tuto l’oro del mondo, cossì testarda con el Lotto!Mì vago via con Celeste, la me caracollega; e ghe vago subito, non vojo pì restare in sta fameja cossì retrograda e burbera.
SALVINA Va pure, ma non so se la to collega vorà un poro can.
EMILIO Mì poro can, con tui i miliardi che go vinto?
SALVINA Che ga vinto Maria, che ga vinto Maria!O Raimondo, che ga messo i numeri tui!
EMILIO Perché li ga vinti Maria e non mì? Sito diventà mata?
SALVINA La storia non vae la pena de contartela. Se almanco te gavessi avù Maria come amante te sarissi comunque rico. Povero imbecile, adesso te sì sensa un scheo e sensa casa, non so che vita che te farè.
EMILIO Ma perché non go vinto?!
SALVINA Perché il fiolo del gestore se ga sbaglià de casa, el ga visto el numero 16 da noialtri e l’è entrà.
EMILIO Ma noialtri ghemo el numero 18.
SALVINA Qualche volta el diventa 16, te lo sé anche tì; sarìa sta sempre 18 se te lo ghessi sistemà na volta per sempre. Adesso xe lori che li sta festegiando.
EMILIO Siché ga vinto lori, con i numeri che ghe go da mì?… Oh Dio, che disastro!… Ma lo sài che li ga vinto?
SALVINA Sicuro che lo sa, se li xe là che li ascolta… E dopo, el toso xe andà de là a darghe la bela notissia.
EMILIO Maledeta malasorte… Ma ghe xe Raimondo: semo sta sempre boni amissi, go ipotecà ea casa per èo, e èo questo lo sa. Dopotuto el ga vinto con i numeri miei, de sicuro me aiuterà.
SALVINA Lo spero per tì, comunque sapi che in sta casa qua tì non te meterè mai pì piè.
EMILIO Questo xe poco ma sicuro (esce ed entra nell’abitazione di destra).
Scena di destra.
EMILIO Salve a tuti, ciao Maria. Canta pure, e te ghe razon: go apena sentìo che ghi vinto al Lotto. Te lo sé, no, che te ghe vinto con i numeri che go messo mì... Maria!Go capìo, te sì contenta, ma te podarissi darme reta per un momento (Maria continua a cantare). Gabriella, cossa xe sucesso a to pare? Ah, lo shock. Su, svejalo che go da parlarghe, volevo domandarghe se el podeva darme un picolo aiuto… Ma perché nol rinvièn?
GABRIELLA Nol rinvièn perché l’è morto.
EMILIO (vede i pezzetti di carta per terra, li raccoglie e si accorge che erano i suoi numeri) Oh no! Non poe essere! Chi li ga ridoti cossì? Cossa xe sucesso?! Maria?... Oh Dio, la xe impassìa! (esce ed entra nella sua abitazione di sinistra).
Scena di sinistra.
EMILIO (a Salvina) De là xe na tragedia: Raimondo xe morto, Maria xe diventà mata e Gabriella la pianse disperà. E i numeri tutti spezzetà. I numeri che ga vinto, capissito?
SALVINA Morto? Raimondo xe morto?
EMILIO Un infarto, presumibilmente. Roba da non credere; pareche sia passà la morte con la falce. Oh Dio, che scena!
SALVINA Qua non xe tanto mejo. E adesso scampa, va via che non te vojo pì vedere. Te te sì rivelà per queo che te sì: un infedele, un vigliaco! Sparissi!
EMILIO Salvina, tienme con tì, lo so che go sbaglià, ma xe sta la vincita: tuti chei miliardi me ga da de volta al servèo. Ma adesso so tornà queo de prima, meterò ea testa a posto, lavorerò sodo, el paron me darà de sicuro l’aumento (entra il capoufficio).
CAPOUFFICIO Ah birbantèo, cossì te te licensi dal lavoro, con na pernachia? Ma te capisso, seto, lo garìa fato anche mì: caspita, vinsere 43 miliardi al Lotto non capita tuti i giorni… Complimenti, complimenti ancora.
EMILIO Nol se sarà ofeso, vero?
CAPOUFFICIO Ofeso, per la pernachia? Ma scherzito? Te lo go dito, lo garìa fato anche mì se gavesse vinto tui chei schei… Però, dopo tanti ani de servisio non…
EMILIO El me scusa, sa, xe sta in un momento de euforia. Me despiase de avere ansà un posto vacante. Sarìa disposto a ritornare se…
CAPOUFFICIO Schersito, con tuti i miliardi che te ghè?!… Ah, go capìo, te voi torme ancora in giro, vero? Comunque varda che el to posto l’è xe sta rimpiassà da Aristide: nessun dano alla società. Goditi invesse i miliardi, va in giro per el mondo…
EMILIO Da Aristide, quel bon da gnente.
CAPOUFFICIO Non ocoreva tanto de pì per ciapare el to posto. Pitosto, pàrtito subito con Celeste?
EMILIO Ssst! Ghe xe me mujere.
CAPOUFFICIO Cossa voto che c’entra to mujere, non te ghe telefonà a Celeste per dirghe che partì subito? Alora ansa pure i legami veci per compagne pì giovani. (a Salvina) La me scusa, sa signora, ma vinsere tanti miliardi vae ben na scapatèa.
EMILIO Ma èo, come falo a savère che vago via con Celeste?
CAPOUFFICIO Come che lo so? Perché dopo che te ghe ghe telefonà, èa me ga subito ciamà a casa e con na pernachia come la tua la se ga licensià anche èa… Ma ve capisso tuti e do: le xe robe che se fa quando se vinse tanti bei soldoni… La dovarìa arivare adesso, la me ga dito che la sarìa corsa da tì per partire subito.
EMILIO Chi, Celeste?
CAPOUFFICIO Sicuro, Celeste, la to amante.
EMILIO No, no, la ferma.
CAPOUFFICIO Perché?
EMILIO Vaga a fermarla, ghe digo.
CAPOUFFICIO Ma perché? Non dovì partire insieme?
EMILIO Dovèvimo, dovèvimo! Non go vinto gnente al Superenalotto, ghe xe sta un malinteso. La ferma, la ferma!
CELESTE (battendo alla porta) Emilio, amore mio, scampèmo, scampèmo subito. Adesso to mujere non sarà pì na striga per tì, ghe sarò mì, giovane e bela. Seto che me so licensià per tì, solo per tì; te ghessi visto che sberleffo che go mandà a chelcretino de capouficio, chel stronso che diseva che tì te jeri un incapace e mì na svampita. Vèrseme Emilio, verseme amore mio. Scamèemo, mì e tì da soli. Ma verseme, Emilio versi sta porta!
(Salvina apre la porta. Entra Celeste che, sbalordita, osserva la scena: Salvina che la guarda ironica, il capoufficio pure lui con una espressione ironica, Pietro, ed Emilio disperato, raggomitolato in un angolo).
Emilio, che fai là, scappiamo!
(Emilio, lentamente gira lo sguardo verso Celeste e la osserva avvilito. Si chiude il sipario).