Svegliami, amore…

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Svegliami, amore...

Traslochiamo in paradiso

COMMEDIA IN TRE ATTI

Scena uguale per tutti e tre gli atti: sulla sinistra, una camera da letto con finestra ampia con vista sul mare e porta che immette nel salone adiacente; sulla destra, un grande salone - salotto con ingresso dal giardino con grande vetrata al centro (all’inglese), con porta che immette nelle cucine (senza che queste siano visibili) e porta d’ingresso principale. Utilizzare un angolo del salone-salotto per le scene in canonica.

PERSONAGGI

ROBERT WEST                ricco petroliere texano

KATE WEST                       moglie di Robert

LORRAINE                         medium sensitiva (interpellata per la traslazione dei beni da questo

all’altro mondo)

PAUL                                      inventore(inventa lo spray che smaterializza le cose terrene)

JIMMY JONES                  amico dei West

BARBARA JONES        moglie di Jimmy, mamma di Lorraine

Reverend FORREST

Vescovo (Bishop)


D. IPPOLITO


Svegliami, amore...

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Prologo

(SIPARIO CHIUSO)

Entra Paul... dal fondo del teatro camminando e fermandosi di tanto intanto, ri-volgendosi al pubblico

PAUL - Salve a tutti.(fa un inchino). Il mio nome è Paul, ma non è importante cono-scerlo e poi non sempre un nome significa qualcosa; io sono colui che tutto nega, che un di

èinsieme a te, l’altro ti frega, che con la strega o il frate ha buonumore, per tutti io sarò Paul, l’inventore. Inventore di cosa? Inventore di tutto e di niente! Ah! Ah ah!... Ma è pro-prio qui il trucco!

Un giorno il male si trovò faccia a faccia con il bene e fu sul punto di inghiottirselo, per finirla una buona volta con quella disputa ridicola, ma vedendolo molto piccolo il male pensò: Non può trattarsi che di un’imboscata, infatti, se io adesso inghiotto il bene, che sembra così debole, la gente penserà che ho fatto male ed io rimpicciolirò così tanto dalla vergogna che il bene non si lascerà scappare l’occasione e m’inghiottirà, con la differenza che la gente allora penserà che il bene…è bene se finisce in bene eccetera eccetera.

Sì, signore e signori. Vi mostrerò quanto la gente non solo sia avara, bigotta e troppe vol-te priva di scrupoli, ma è anche stupidamente credulona. Già, stupidamente, perché a volte non vuol credere neanche ai propri occhi… ehm state a vedere.

(Brano tratto per gent conc. da Art Fleury )


Svegliami, amore...

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ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

KATE E ROBERT WEST

(SIPARIO)

Kate sta ancora dormendo; Robert viene a svegliarla con il caffè...

ROBERT - Svegliati, amore...

KATE        - Buon giorno, darling.

ROBERT - Buon giorno a te, cara.

KATE        - Uhm... che buon odore di caffè.

ROBERT - Per una volta, anch’io sono riuscito a portarlo a te a letto...

KATE           - Così è ancora più buono. Grazie, darling. Però... hai lo sguardo stanco; non hai

dormito bene?

ROBERT - Non ho dormito affatto.

KATE        - Non hai dormito?

ROBERT - No. Sono stato tutta la notte in piedi a pensare...

KATE        - A cos’hai pensato?

ROBERT - A noi.

KATE         - Come sei romantico! Hai gli occhi stanchi, è vero; ma sicuramente ti fa bene non

dormire: c’è una profondità nei tuoi occhi che mi fa smarrire e precipita... ahhhh

aiuto! Dammi un bacio!

ROBERT - Non ho ancora lavato i denti, cara. Dicevo che ho pensato a noi, a quello che ab-

biamo...

KATE        - Io ho te!

ROBERT - Intendo dire : a tutti i nostri beni… e alla morte!

KATE            - Lo so: la paura di morire si fa sempre più grande a mano a mano che gli anni passa-no; e, mio Dio, gli anni passano!


Svegliami, amore...

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ROBERT - Passano?   (VA  A  GUARDARE FUORI DALLA FINESTRA) - [rumori  di


aerei che volano a bassa quota, per coinvolgere emotivamente il pubblico]


– (RITORNA VERSO


KATE) - Oserei dire che volano!

KATE        - Sì, volano davvero. Quanti erano?

ROBERT - Tanti, tanti! E volano sempre più veloci!

KATE        - Comunque un bacio me lo puoi dare.


(DOPO UN PO’)... Non voglio morire!

ROBERT - Anche i pazzi suicidi, come li chiami tu, hanno un bel coraggio; io non riuscirei a

farlo!

KATE        - Neppure io riuscirei a farlo, darling; comunque credo che sia  il modo più pazzo di

arrendersi alla vita. Anche se, devo ammetterlo, per noi  è certamente più facile viverla!

ROBERT - Anche essere ricchi è un bel problema!

KATE         - Sì: è davvero un bel problema! Bisogna ricordarsi di controllare sempre tutto: far

fare il pieno all’aereo, controllare che la piscina sia stata riempita e che l’acqua sia

alla giusta temperatura, far lavare la Rolls e la Cadillac, decidere se mangiare ca-

viale o aragosta... I poveri, invece, non devono pensare a tutte queste cose...

ROBERT - Non esistono poveri!

KATE        - Che bella notizia! Chissà se lo sanno quelli della FAO? Sarebbero certamente con-

tenti: non dovrebbero più dannarsi per sfamare il mondo!

ROBERT – Ma potrebbero aver paura di perdere lo stipendio sicuro!

KATE -        Vedo che non ti sfugge mai il lato del puro profitto!

ROBERT - Io volevo dire che non esistono poveri ma solamente scelte di vita: loro hanno scel-

to di vivere in quel modo, noi in un altro. Neppure io sono nato ricco!

KATE        - Ad ogni modo, credo che tutti vorrebbero avere i problemi che abbiamo noi!

ROBERT - Perché non hanno quello che abbiamo noi, solo per questo! Io ho sudato per avere

ciò che ho, ed ho sudato per mantenerlo: tasse, inflazione, personale da pagare...

Tutte cose che corrodono la torre del mio avere, mettendone a repentaglio la stabili-

tà. Ed ora ci si mette  anche il tempo che ci corre contro!

KATE        - Lo sai che purtroppo bisogna lasciare tutto, prima o poi. Cosa fai ora, darling?

ROBERT - Stai tranquilla, cara: metto in bocca la sigaretta  senza  fumarla. Però mi piacerebbe

tanto poterla fumare!

KATE        - Sai benissimo che fumare fa male. Sarebbe forse peggio che  mangiare del burro a-

nimale!


Svegliami, amore...

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ROBERT – Forse che non fa male pensare di dover lasciare tutto?

KATE

- Fa parte del gioco, darling: tutti lasciano tutto.

ROBERT - Egià questo io non l’accetto. Ma c’è pure un’altra domanda: a chi?

KATE

- Non farmi ridere, darling. Che cosa importa a chi? Quando saremo morti, perché

questo è sicuro: moriremo!, cosa importa a chi?

ROBERT - Io stavo pensando...

KATE

- Ha forse importanza sapere chi farà il bagno nella nostra piscina, quando ci sarà la

luna a riflettere la sua luce sull’acqua tranquilla nelle notti d’estate? Ha forse impor-

tanza sapere chi, rumorosamente   e magari con le scarpe infangate... ah, mi vengo-

no i brividi solo a  pensarci!... entrerà qui nella nostra camera da letto? E i nostri se-

greti, resteranno ancora segreti? E i lunghi discorsi pensati guardandoci in silenzio

negli occhi, saranno infranti, da qualcuno che riderà per tutto quello che sara’

riu-

scito ad avere da noi nostro malgrado? Chiunque sarà un estraneo per noi, quindi...

ROBERT - Quindi un corno!

KATE

- Non si può far nulla. Nulla! Meglio non avvelenarsi il sangue e non pensarci.

ROBERT - Meglio pensarci, invece!

KATE

- È una battaglia persa in partenza, darling. Quanto potremmo vivere ancora, un gior-

no, un anno? Fosse pure un secolo, poi dovremmo comunque andare via e lasciare

tutto a qualcun altro!

ROBERT - Questo è il punto: io non voglio arrendermi e lasciare tutto agli altri!

KATE

- No?

ROBERT - No!

KATE

- E... cosa pensi di fare, portare tutto con noi?

ROBERT - Potrebbe essere un’idea!

KATE

- Dovrò chiedere alla sarta di cucirmi delle tasche più capienti!

ROBERT - Non sto scherzando; ci sto pensando seriamente.

KATE

- A cosa?

ROBERT - Pensaci: non è poi così sicuro...

KATE

- Cosa?

ROBERT - Che non possiamo portarci tutto con noi.

KATE

- Come?

ROBERT - Te ne ho già accennato.

KATE

- Pensi davvero che qualcuno sia in grado di smaterializzare i nostri beni mortali per

farceli portare con noi?


Svegliami, amore...

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ROBERT - Vedrai che qualcuno potrà aiutarci.

KATE

- Anche se qualcuno avesse la possibilità di farlo, non lo farebbe: c’illuderebbe forse,

questo sì; ma non lo farebbe. Ci prenderebbe certamente in giro per poi tenersi tutto

quanto!

ROBERT - Ho pensato anche a questo; e questo sarebbe ancora peggio del male naturale!

KATE

- Allora lasciamo perdere tutto. Cerchiamo soltanto di vivere e goderci quello che

abbiamo il più a lungo possibile. Ora rilassati, darling. Vieni qui dalle tue calami-

te... (indica il seno) Ti attirano ancora, vero?

ROBERT - No!

KATE

- (Offesa)Come no? E poi, lo dici con quel tono così deciso! Sono dunque tanto ap-

passita?  (Fissandolo... ) Non è che per caso... sei tu che ti sei smagnetizzato?

ROBERT - No; intendevo dire che dobbiamo provare...

KATE

- D’ accordo! Così potrò togliermi anche quest’ultimo dubbio su di te!

ROBERT - Ma cosa fai? Dobbiamo provare a fare qualcosa...

KATE

- Appunto!

ROBERT - ...qualcosa per il nostro futuro!

KATE

- Il presente arriva già dal futuro, darling. Approfittiamone prima che se ne vada nel

passato e lo perdiamo!

ROBERT - Ma come parli, cara? Non ti capisco!

KATE

- Capisco io! Ad ogni modo, se la tua mente non può proprio pensare a cose più sem-

plici e naturali, penso che bisognerebbe sapere almeno...

ROBERT - Almeno? Continua, cara...

KATE

- Bisognerebbe sapere dove andremo dopo.

ROBERT - Intendi dire quando saremo nell’aldilà, cioè che ... potremmo anche non andare in

paradiso?

KATE

- Darling, vorrei ricordarti che non saremo più noi a decidere dove e come vivere,

quando saremo volati via.

ROBERT - Uhm... sì, hai ragione, cara; come sempre, del resto. Forse è possibile sapere in an-

ticipo qualcosa sul nostro... eh, futuro.

KATE

- Interpellandoun medium?

ROBERT – Perche’ no? O meglio :  Potremmo ricorrere ad un medium, per la traslazione dei no-

stri beni; per le nostre anime, invece, basterà forse interpellare il nostro reverendo.

KATE

- Il reverendo Forrest? Ma tu...pensi che lui sappia già dove saremo destinati?

ROBERT - Basterà che ci dica se c’è qualcosa che c’impedisce di andare in paradiso...


Svegliami, amore...

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ATTO PRIMO

SCENA SECONDA

KATE E ROBERT WEST, BARBARA E JIMMY JONES

Suonano alla porta. Robert va ad aprire. Entrano Barbara e Jimmy Jones.

ROBERT - Barbara, Jimmy!… Quale piacere rivedervi! Siete già in giro a quest’ora? BARBARA - Scusaci, Robert. Io l’avevo detto a Jimmy di non disturbare di mattino presto.

Forse Kate sta ancora dormendo.

JIMMY

- Ma che dici? Sono le dieci! Ormai è giorno pieno. Però, se a voi sembra che sia

ancora troppo presto, possiamo salutarci e darci appuntamento a quando saremo

di ritorno...

ROBERT

- No; è da molto che siamo svegli. Ci siamo trattenuti un po’ di più del solito in

camera da letto...

JIMMY

- Alla vostra età! Vuoi che togliamo il disturbo, Gallinaccio?

BARBARA - Sei il solito, Jimmy: ormai abbiamo già disturbato!

ROBERT

- Accomodatevi, accomodatevi.  La visita delle persone care sono sempre più rare

e fanno ancora piacere. Ma... ho capito bene, siete un’altra volta di partenza?

JIMMY

- Certo, mio caro texano! Noi abbiamo deciso di vivere. Vivere il più intensamen-

te possibile, non come te che te ne stai rinchiuso nella tua tana come un orso, te-

nendo con te il tuo dolce cerbiatto... a proposito, dov’è Kate, ancora a letto?

Entra Kate (nel salone-salotto)...

KATE

- Sono qui.

JIMMY

- Kate, cara Kate, fatti guardare... sei bellissima! Tu sei l’unica cosa che invidio a

Robert.

BARBARA - Oh, grazie tante! E io?

JIMMY

- Cara, lo sai: tu sei un’altra cosa! Tu sei speciale. Ma sei già mia, mentre invece

Kate...


Svegliami, amore...

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BARBARA (A se stessa, ma ad alta voce)- Avrei dovuto insistere più spesso col mal di testa.

KATE            - Dicevi, di me?

JIMMY            - Di te...! Che ormai hai scelto questo povero petroliere texano! Credi che si possa

ancora trovare un rimedio?

ROBERT    - Giù le mani dalla mia donna!

JIMMY             - La sua donna... ma sentilo! È rimasto il solito mandriano sporco di petrolio e di

dollari. E non li spende neppure, sempre chiuso in casa, grande tirchio com’è!

Kate, Kate... come hai fatto a stare accanto a quest’uomo per così tanto tempo?

KATE            - Troppo pigra per cambiare.

ROBERT    - Grazie tante!

KATE            - Basta su, raccontateci tutto.

JIMMY           - Sì; voglio che sappiate anche voi del nostro piano di viaggio...

BARBARA - Jimmy, prima dovresti almeno raccontare loro qualcosa del viaggio che abbiamo

appena concluso...

JIMMY     - Hai ragione, cara; prima di prendere l’aereo, possiamo raccontare tutto con calma.

ROBERT    - Non avete paura di vivere un po’ troppo intensamente?

JIMMY           - Chi, noi? Ah, ah, ah! Noi...

BARBARA - Smettila di ridere, Jimmy. Sì, Robert, è vero: stiamo vivendo troppo intensamen-te; ma è inutile mentire a noi stessi: viviamo così intensamente perché abbiamo paura di morire e di dover lasciare tutto a degli estranei!

ROBERT    - Anche voi!

BARBARA - Purtroppo, anche noi non abbiamo nessuno cui lasciare la nostra eredità. Ma adifferenza di voi due, io e Jimmy avevamo voluto e avuto un erede; evidentemen-te il destino, o chi per esso, non ha voluto che restasse con noi...

KATE            - Lo so cara: perdere un figlio è una cosa molto brutta.

BARBARA - No, Kate; è molto peggio di come lo immagini tu! Forse per te è stato un bene

non avere figli. Pero’ avevo... avrei... ho anche una figlia...

KATE, ROBERT E JIMMY (in coro)- Una figlia?!

BARBARA - È una grande sorpresa per tutti, lo so; ma lasciatemi finire. Mia figlia non mi vuo-le, non mi ha mai voluta. Un giorno è sparita; ha cambiato tutto: nome, modo di vestire, pettinatura, ed è sparita... e non sono più riuscita a ritrovarla. Neppure i migliori investigatori d’America sono riusciti a farlo!

JIMMY           - Non me lo avevi mai detto.

BARBARA - Ho provato a farlo tante volte, ma tu non hai mai voluto saperlo. “Nonm’interessa il tuo passato”, dicevi... Te lo ricordi?


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JIMMY

- Prima del matrimonio si dicono tante cose...

BARBARA - Lo so, per fare la parte del cavaliere gentile e generoso! Ma solo perché in testanon avete altro che una donna sdraiata sul letto! Tutto il resto, pensate voi, si ag-giusterà col tempo, purché in quel momento quella donna sia vostra! Poi, quando

èdavvero vostra, cominciate a vederla sotto una luce diversa. In realtà, la tua, questa volta, non era altruismo; quando hai intuito che c’era qualcosa che avreb-be potuto spaventarti, sei scappato mentalmente. Hai avuto paura del mio passato e di quello che poteva nascondere. Non puoi non avere capito nulla in tutti questi anni; tu ne eri semplicemente geloso! E questo potrebbe essere anche un bene: in fondo, sono tua moglie; però non avresti dovuto fuggire l’evidenza. Lo so che è un peso tutto mio; ma dimmi, è davvero una colpa amare qualcuno quando sei giovane?

BARBARA - Che importanza avrebbe saperlo? Quello che conta è  che, come vedi, anche que-

sta volta stai rifuggendo il passato. Dev’esser soltanto mio; tu vuoi solo e sempre il mio presente! Il tuo altruismo non è altro che gelosia camuffata! JIMMY - Ma tutto questo e’ un tuo passato ormai lontano. Dimentica e vivi la tua vita. BARBARA - Ma è sempre mia figlia!

KATE (Intervenendo)- Io credo di aver capito una cosa: voi due consumate ciò che vi resta davivere viaggiando per sfuggire l’una da una figlia che non c’è, l’altro da

una figlia che non è!

BARBARA - Meglio non parlarne più.

KATE            - Anche Robert ed io, stamattina, abbiamo parlato di quando non saremo più qui...

ROBERT    - È davvero un bel problema!

JIMMY    - Ossessionante, direi. ma vi dirò, cari miei, che non rideranno molto alle mie spalle!

ROBERT    - Cosa intendi dire?

JIMMY           - Meglio spendere tutto.

KATE            - Vuoi dire: spendere tutto prima di...?

JIMMY           - Prima di...! Potremmo morire da un momento all’altro!

BARBARA - A voi non sembra una buona soluzione?

KATE            - E se poi... viveste più a lungo di quanto voi crediate?

BARBARA - A questo non avevo mai pensato, cara. Forse bisognerebbe riflettere un momenti-

no con calma.

JIMMY           - Sciocchezze: non vivremo mai abbastanza da poter spendere tutto quello che ab-

biamo!


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ROBERT

- Io credo che il punto sia un altro: spendendo tutto ciò che avete, vi sentite soddi-

sfatti?

JIMMY

- È sempre meglio che sapere che qualcun altro spenderà per noi quello che do-

vremo lasciare quando non ci saremo più! Vero, cara?

BARBARA - Io ho sempre desiderato lviaggiare. Viaggiare e spendere. Mi ricordo che quando

ero una ragazzina, dovevo sempre chiedere se avessi potuto avere questo o avere

quello; e, naturalmente, mi veniva sempre detto di no. Ora posso farlo e voglio

godermi tutto ciò che riesco a prendere dalla vita!

ROBERT

- Non vi fa male al cuore pensare di dover buttare via così velocemente tutto ciò

per cui avete sudato tanto?

JIMMY

- Fra noi possiamo dircelo: non è che abbiamo mai sudato più di tanto! Sono gli

altri che sudano per noi...

JIMMY (Ironico)- Già: prima era il nostro turno di guadagnare e il loro di sudare; ora è il loroturno di farci guadagnare e il nostro di farli sudare!

KATE            - Ma c’è un turno anche per morire; e lì non si può barare!

BARBARA - Basterebbe non pensarci!

KATE            - Tu ce la fai ?

BARBARA - No.

ROBERT    - Voi fate quello che volete; ma io non me la sento di spendere e spandere ai quat-

tro venti. Alla mia età non mi diverte più l’idea!

KATE            - Però è una bell’idea...

JIMMY           - Grazie, mia cara. Perché non hai sposato me?

ROBERT    - Perché ha sposato me!

ROBERT     - No; ormai sono troppo avanti negli anni per spendere il denaro in cose inutili,

giusto così per spendere.

BARBARA - Ma non è inutile: noi ci divertiamo da morire.

ROBERT    - Per morire, vuoi dire!

KATE            - È inutile spendere se la cosa non ti diverte!

JIMMY           - E allora?

ROBERT    - Io sono dell’idea che in un modo o nell’altro si possa portare con noi quello che

abbiamo.

JIMMY           - Questa sì, sarebbe una bell’idea. Dimmi come, amico mio, e ti ricoprirò d’oro!


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KATE

- Non è mai accaduto che qualcuno, per quanto ricco o potente, si sia portato con

sé i suoi beni terreni nell’aldilà!

BARBARA - Nell’aldilà?

JIMMY

- Certo sarebbe una bella cosa!

BARBARA - Pensate, potremmo anche portare qualcosa per nostro figlio: una bicicletta, un

paio di pattini a rotelle…

JIMMY

- Meglio di no, cara: potrebbe cadere e farsi male! E comunque, meglio non illuder-

si: nessuno, come ha detto Kate, è mai riuscito a portare lassù nie nte di quaggiù!

ROBERT - Nessuno ha mai provato a sufficienza e con giusta determinazione! Proprio come

ha detto la ragazza...

KATE

- Quale ragazza?

ROBERT

- La medium.

KATE

- Non sapevo che il medium fosse una ragazza!

ROBERT

- Nemmeno io, prima di parlare con lei al telefono. Comunque ha ragione lei: biso-

gna credere nella traslazione dei beni...

KATE

- Tu ci credi?

ROBERT

- Io lo spero!

KATE

- È diverso!

JIMMY

- A proposito, Avete sentito cosa ha detto il professor Gunnell?

ROBERT

- No; chi è?

JIMMY

- Si vede che sei rimasto un provincialotto che sa solo contare barili di petrolio. Il

professor Gunnell è uno psicologo grande e apprezzato nel mondo intero.

ROBERT  -Non ero a conoscenza di questo. Ha detto qualcosa che possa interessarci?

JIMMY

- Oh, non ha detto niente di suo, veramente; si è limitato a riportare dei dati statistici

sulle morti da infarto da incubi.

ROBERT - Infarto da incubi... Puoi spiegarti meglio?

JIMMY

- Ha verificato che molta gente muore all’alba...

ROBERT -  La  gente  muore  a  tutte  le  ore,  del  giorno  e  della  notte!  Purtroppo,

è  un

servizio che si svolge ad orario continuato, ventiquattr’ore su ventiquattro!

JIMMY

- Sì;  ma  si  muore  di  più  all’alba.  Nelle  prime  ore  del  mattino  si  hanno  i

sogni più profondi che spesso diventano incubi, e possono far battere talmente

forte il cuore da farlo scoppiare!


ROBERT - Vuoi dire che quella è l’ora più delicata per il cuore?


Svegliami, amore...

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JIMMY

- Sì, la più pericolosa. Pensa che io e Barbara non dormiamo mai all’alba: ci

facciamo svegliare prima; a volte, andiamo a letto dopo!

BARBARA - Purtroppo non vi è altra scelta.

ROBERT  - Io non mi fido di nessuno: e se non ci svegliano?

ROBERT  - Allora c’è una sola cosa da fare: dormire a turno!

KATE            - Dormire a turno?

ROBERT  -    Certo!   Ed   è   anche  abbastanza  facile   da   organizzare:  per   esempio,  io

potrei dormire nelle ore del mattino, mentre tu, Kate, potresti dormire la notte.

KATE            - E non dormire mai assieme marito e moglie? Mai!

JIMMY          - Ma forse Robert ha ragione...

KATE            - Tu pensi che sia l’unico modo, darling?

ROBERT    - Sì.

JIMMY           - Potreste farvi svegliare da qualcuno, come facciamo noi.

ROBERT  - C’è qualcuno di cui potersi fidare?

KATE            - No, visto che non abbiamo figli e che non ho più il mio fedele maggiordomo.

ROBERT  - Ci risiamo col maggiordomo!

KATE               - Insisto: per un maggiordomo inglese, servire una persona è una missione! Non

capisco perché tu non l’abbia voluto qui in casa nostra...

ROBERT  - Qui siamo in America!

KATE             - A volte mi chiedo come tu abbia potuto prendere una donna inglese e l’abbia po-

tuto portare qui in America come tua sposa...

ROBERT  - Perché tu sei unica al mondo, amore!

JIMMY         - Sentilo, il piccioncino innamorato! Meglio andare ora, anche se non abbiamo nep-

pure parlato dei nostri viaggi.

ROBERT - Sai che danno!

KATE            - Robert! Non è carino!

ROBERT  - No, hai ragione; ma è la verità! Ah. ah, ah!...

KATE            - Darling!...

JIMMY          - Lascialo dire, cara; in fondo, gli orsi, non sono cattivi! Se doveste mai trovare una

soluzione per il dormire o... per il trasporto verso il Paradiso...

ROBERT -    Cosa ne dite di dormire in quattro?

BARBARA - Due alla volta?

ROBERT  - Due alla volta.


Svegliami, amore...

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BARBARA - Non sarebbe una cattiva idea; in questo modo, i due si tengono compagnia, men-

tre aspettano il loro turno.

JIMMY

- Sì; se ne può parlare al nostro ritorno. Non mi sembra una cattiva idea, nonostante

che sia stato Robert ad averla.

ROBERT

- Intanto studiamo come fare per portare qualcosa di nostro in Paradiso.

BARBARA  -  A  proposito,  come  fate  ad  essere  sicuri  della  strada  da  seguire

per

andare in paradiso? Non mi sembra che voi siate mai stati da quelle parti; e poi,

siete davvero sicuri di andare in paradiso?

ROBERT

- No; ma questo lo chiederemo al reverendo appena arriva.

JIMMY

- Il reverendo Forrest? Carissima persona.

BARBARA (tristemente ironica)- Già, proprio una cara persona!

JIMMY (salutando)- Allora, arrivederci.

BARBARA - A proposito del reverendo, Jimmy caro, quando non era ancora reverendo...

JIMMY

- Me lo dici strada facendo, cara; ora è meglio andare: l’aereo non aspetta.

BARBARA - Arrivederci, carissimi.

ROBERT

- Arrivederci.

KATE

- Arrivederci.

Barbara e Jimmy Jones escono...

CAMBIO LUCI


Svegliami, amore...

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ATTO PRIMO

SCENA TERZA

Il REVERENDO E LORRAINE

SIPARIO

LORRAINE (Andando incontro al reverendo)- Padre!...

REVERENDO - Figliuola!

LORRAINE (Stringendo il reverendo)- Padre mio!

REVERENDO (Imbarazzato) -Non     esagerare  con  quest’entusiasmo, figliuola; quello è un

modo di dire...

LORRAINE     - E no, padre; è un modo di fare!

REVERENDO - Che cosa intendi dire?

LORRAINE    - Anche se sei un prete, sei pur sempre un uomo!

REVERENDO – Si ma sono un prete! Anche se, quando ero giovane, anch’io, come tutti, ave-

vo pensato a questo... (si ferma un attimo a pensare ai ricordi)... ma poi, con l’

aiuto di Dio, ho capito che la mia vera strada era quella del sacerdote.  Ma

dimmi ora, mia cara, cosa posso fare per te?

LORRAINE    - E cosa ne so, io? Non sono mica padre! Prova  a  fare quello che gli altri padri

fanno di solito con le loro figlie!

REVERENDO - E cosa fanno di solito gli altri padri con le figlie?

LORRAINE    - Ci vivono insieme e si prendono cura di loro!

REVERENDO (Sorridendo teneramente) -Questo è lodevole. Ma io, cos’ho a che fare con te?

LORRAINE    - Ti ricordi ancora di Barbara?

REVERENDO (Impallidendo) -La signora Jones... la moglie del signor Jones? LORRAINE - Un tempo non era la moglie del signor Jones... REVERENDO - Eh no; allora era una dolce fanciulla. Una brava ragazza...

LORRAINE     - E poi?

REVERENDO – Beh! Ora la vedo solamente in chiesa, una fedele fra i fedeli…


Svegliami, amore...

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LORRAINE

- Ma allora fu così brava da capire che stavi vivendo una crisi...

REVERENDO - Succede a tanti di noi , prima o poi. E lei è stata l’angelo che è arrivato al

momento giusto per aiutarmi in un momento di tempesta interiore, la mia

ciambella di salvataggio...

LORRAINE

- Aveva il brevetto da bagnino o era un’abusiva?

REVERENDO - Come dici, figliuola?

LORRAINE

- Dico che ti sei abbracciato piu’ ad un bell’ angeloche non ad una ciambella!

(Lorraine indica il seno) E cosi’ in quel momento sono arrivata io...

REVERENDO - Tu?...

LORRAINE

- Io...

REVERENDO - Tu?...

LORRAINE

- Io!

REVERENDO (Allarmato) -No!

LORRAINE

- Sì!

REVERENDO -Ma è stato un attimo; in quella situazione disperata, non me ne sono neppure

accorto!

LORRAINE   -Dicono tutti così!

REVERENDO (Con tono di rimprovero) -Figliuola!

LORRAINE

- Sì, papà?

REVERENDO - Scusa, scusa, figlia mia. Ma... tua madre non mi ha mai detto niente. Io...

LORRAINE

- Sarebbe cambiato qualcosa? Eri un seminarista!

REVERENDO - E si!

LORRAINE

- Ma neppure ora che sei un prete di una parrocchia importante puoi cambiare

le cose.

REVERENDO - Dici bene, figlia mia. Niente può cambiarle!

LORRAINE

- A meno che...

REVERENDO - A meno che?...

LORRAINE

- Mi puoi far parlare con il papa?

REVERENDO - Forse volevi dire papà; hai dimenticato l’accento sulla “a”...

LORRAINE

- Ah, ah, ah! Non pensavo che gli uomini di Chiesa fossero anche spiritosi. No!

Volevo proprio dire papa. P-a-p-a!

REVERENDO - Ah, allora lo chiamo subito... Santità... Ma tu sei pazza, figlia mia. E poi, perquale motivo? Cos’ hai in mente?


Svegliami, amore...

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LORRAINE

- Semplice: se riesco a convincerlo che anche per voi può esserci il matrimo-

nio, tu potresti riconoscermi...

REVERENDO - Ma io ormai saprò riconoscerti certamente. Ho buona memoria io!

LORRAINE

- Spiritoso! Tu potresti riconoscermi e tenermi con te. Lorraine FORREST...

suona proprio bene! Così potrei finalmente dire di avere... un padre anch’io.

In tutti i sensi.

REVERENDO - No per carita’! L’ unica cosa che posso fare per dimostrartie’ che ti farò avere

udienza con Sua Eminenza il vescovo per quella faccenda del Papa.

LORRAINE

- Per cominciare, può andare anche bene. Lo sapevo che saresti stato un bra-

vo... padre, papà. Un giorno ti faranno vescovo!

REVERENDO - Mi butteranno nelle fiamme dell’inferno, altro che vescovo!

Cambio luci


Svegliami, amore...

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ATTO PRIMO

SCENA QUARTA

LORRAINE E IL VESCOVO

VESCOVO - Accomodati figliuola.

LORRAINE (Rivolta al pubblico) - Come se non bastasse essere figlia di un prete!

VESCOVO    - Dimmi in cosa posso aiutarti...

LORRAINE - Voglio incontrare il papa.

VESCOVO - Così, semplicemente, come se fosse la cosa più semplice di questo mondo. Tu

forse non sai quanti impegni ha il Santo Padre...

LORRAINE - Lo so; però la mia è una cosa importante!

VESCOVO - Sentiamo dunque cos’e’ questa cosa importante.

LORRAINE - Il matrimonio.

VESCOVO - E per un problema simile dobbiamo scomodare il papa? Non vorrei sembrare

immodesto, ma forse potrei risolverlo io personalmente...

LORRAINE - Per me sarebbe ancora meglio, Eminenza: risparmierei un viaggio; però non cre-

do che la cosa sia facilmente risolvibile...

VESCOVO - Si tratta forse di un divorzio che la Sacra Rota non ti concede?

LORRAINE - Nessuna ruota, né sacra né profana! Si tratta di matrimonio nella religione Cat-tolica.

VESCOVO - Il tuo innamorato è forse di un’altra religione?

LORRAINE - E cosa c’entra il mio innamorato?

VESCOVO - Insomma, figliuola, perché non mi spieghi esattamente qual è il tuo problema?

LORRAINE - Vorrei vivere con mio padre.

VESCOVO - Tutto qui? E chi te lo impedisce?

LORRAINE - Il papa!

VESCOVO - Questa è davvero bella! Non sapevo che il papa andasse in giro ad impedire ai si-gnori padri di stare con le proprie figlie.

LORRAINE - C’è poco da ridere: egli non vuole che quelli come mio padre si sposino! VESCOVO - Ho capito bene? Tuo padre ha una figlia così grande e... non è sposato?


(asciugandosi la fronte)

Svegliami, amore...

18

LORRAINE - Non è sposato, e non può neppure riconoscermi come sua legittima figlia! VESCOVO - Forse è meglio che tu mi dica chi è tuo padre, figlia mia... ehm, figliuola. LORRAINE - Il reverendo Forrest!

VESCOVO                                             - Madonna santissima! Per un momento ho temuto il peggio!

LORRAINE - Anche lei, Eminenza, da giovincello ha avuto una crisi mistica?

VESCOVO - Cosa c’entro io?  Piuttosto, cerchiamo di capire...

LORRAINE - Sono qui per questo!

VESCOVO   -    Noi   uomini  di   Chiesa   non  possiamo  sposarci;  devi   capire   che    noi

siamo già sposati...

LORRAINE - Hai capito!

VESCOVO - Ma no, figliuola, non complicare le cose; noi siamo sposati con la madonna LORRAINE - Io non ne faccio certamente un problema di bigamia; la mia è solamente la sa-

crosanta richiesta di una figlia che è in cerca di suo padre!

VESCOVO - Ma tuo padre è un prete!

LORRAINE - E io mica lo sapevo: altrimenti, avrei scelto un altro!

VESCOVO - Su, su, figliuola; non si può scherzare su queste cose!

LORRAINE - È forse colpa mia, se mio padre è un prete?

VESCOVO - Il reverendo Forrest, non ne sa niente di tutto questo?

LORRAINE - Beh... qualcosina dovrà pur saperne, visto che se sono qui è anche grazie a lui. VESCOVO - Te lo ha detto lui di venire da me?

LORRAINE - Sono stata io a chiedergli di parlare con lei, Eminenza. Naturalmente, io voglioarrivare a discutere la cosa con il papa..

VESCOVO - Ci mancherebbe altro! Ehm... cerca di capire: tuo padre è un Ministro di Dio; nonpuò sposarsi.

LORRAINE - Ma Dio ha fatto in modo che potesse diventare padre due volte!

VESCOVO (Allarmato) - Vuoi dire... che c’è un altro….?

LORRAINE - Ma no: intendevo dire che è diventato un padre vero ed un padre spirituale. Diessere padre mio ne è venuto a conoscenza soltanto ora; adesso pero’ potrebbe rimediare...

VESCOVO - È tardi per rimediare. Potrebbe abbandonare il sacerdozio, ma non credo che vo-glia farlo: un Ministro di Dio ha una sua missione da compiere, e lui la sta com-piendo egregiamente.


Svegliami, amore...

19

LORRAINE - Ma i Ministri protestanti, che sono pur sempre Ministri dello stesso Dio, si spo-sano ed hanno famiglie normali e figli felici; e allora, perché io devo essere in-felice senza un padre?

VESCOVO - Bisogna saper soffrire in silenzio e accettare il nostro destino, quando non pos-siamo cambiarlo.

LORRAINE - E chi ha detto che non possiamo cambiarlo? (se ne va)

Cambio luci


Svegliami, amore...

20

ATTO PRIMO

SCENA QUINTA

REVERENDO FORREST E LORRAINE

(Dopo che Lorraine è stata a colloquio dal vescovo)

LORRAINE     (Con tono arrabbiato) -Ah, ma io vado lo stesso dal papa! Chi crede di essere

quello lì?

REVERENDO - Calmati, figlia mia; quello lì, come lo chiami tu, è il vescovo.

(ALZANDO GLI OCCHI AL CIELO)... Io lo sentivo che sarebbero arrivati i guai!LORRAINE - I guai c’erano già! E poi, sarebbe tutto risolto, se solo il papa acconsentisse al

matrimonio dei preti!

REVERENDO - Ma che differenza farebbe ormai? Non potrei comunque sposare più Barbara,


tua madre; lei è la signora Jones!

LORRAINE     - Però tu potresti essere mio padre davanti a tutti, alla luce del sole!

REVERENDO - Se il papa non vuole, vuol dire che questa è la volontà del Signore...

LORRAINE     - Io credo che questa sia soltanto la volontà del papa, non quella del Signore!


REVERENDO - Ti prego, figlia mia, non bestemmiare. Il papa segue l’insegnamento di Dio.


LORRAINE             - E l’insegnamento di Dio sarebbe abbandonare i propri figli in giro permondo?


il


REVERENDO - Ti ho detto di non bestemmiare! Dio non insegna questo. Io non sapevo nep-

pure che tu fossi nata!

LORRAINE     - Vero. Però ora lo sai!

REVERENDO - Sì; e intendo aiutarti come posso.

LORRAINE     - Io voglio un padre!


Svegliami, amore...

21

IL REVERENDO RACCOGLIE UNA SCOPA E RINCORRE UN PICCOLO TOPO GRIGIO...

REVERENDO - Ed io sono qui davanti a te.

LORRAINE     - E lo dirai anche domenica prossima davanti ai tuoi fedeli?  Ecco, questa è mia

figlia?...

REVERENDO - Potremmo anche fare un annuncio sui giornali locali e nazionali in modo che

a nessuno possa sfuggire la notizia; cosa ne dici?

LORRAINE    - Non sarebbe una cattiva idea. E dico anche che sei spiritoso!

REVERENDO - Non posso farlo; e tu lo sai! Io... posso fare tutto il resto.

LORRAINE    - E quale sarebbe questo resto?

REVERENDO - Per esempio, potrei pagare per farti studiare...

LORRAINE     - Ce l’hai la stoffa del genitore: ti comporti proprio come tanti altri padri che

non hanno mai tempo per i propri figli; pensano che basti pagare la retta della

scuola o comprare un nuovo giocattolo per farsi amare da loro e per sentirsi a posto con la coscienza. Ma non è così! I figli bisogna conoscerli bene standoci assieme, giocandoci assieme, asciugando le loro lacrime e sorridendo con loro!

REVERENDO - Non fare così, figlia mia! Fammi almeno abituare all’idea di avere una figlia,prima di una lezione simile!

LORRAINE       - Io non voglio più giocattoli! Io voglio un padre con me. Anche mia madre a-vrebbe voluto darmi tutto il resto, ma io voglio una famiglia come tutti gli al-tri. I soldi li posso guadagnare da sola! Sono andata via da mia madre per que-sto. E come sono andata via da mia madre, ora saprò andare via da te! (esce ridendo)

FINE PRIMO ATTO


SIPARIO


Svegliami, amore...

22

ATTO SECONDO

SCENA PRIMA

KATE E ROBERT WEST

SIPARIO

KATE        - Pensi davvero che sia una buon’idea quella di dormire a turno?

ROBERT - L’unica!

KATE        - Certo, saremmo sicuri di dormire tranquilli, senza pericoli di morire d’infarto in uno

di quegli incubi così incredibilmente reali...

ROBERT - Al minimo movimento sospetto... ZAC! si interrompe il sogno crudele.

KATE         - Si, e con una carezza piena di questo nostro amore che ancora ci unisce! Comince-

remo da stanotte? Ormai non potrei più dormire se sapessi che non c’è nessuno a

vegliare su di me.

ROBERT - Io starò sveglio a vegliare sul tuo sonno.

KATE        - Però, forse sarebbe meglio se ora riposassi un po’.

ROBERT - Non ho sonno; però hai ragione tu: meglio riposare un po’ perché la notte sarà lun-ga e non potrò dormire che domani al tuo risveglio.

ROBERT  sta per andare un camera da letto;  KATE lo ferma...

KATE        - Darling...

ROBERT - Sì?...

KATE        - Forse sarebbe meglio se riposassi qui, dove potrei vederti.

ROBERT - Ma non è l’alba!

KATE        - E se... tu avessi un incubo lo stesso?

ROBERT - Pensi che potrebbe accadere?


Svegliami, amore...

23

KATE        - Non saprei; però non rischierei.

ROBERT - D’accordo: mi metto lì sul divano.

KATE sorride tranquilla, mentre ROBERT va a riposarsi sul diva- no...

KATE        - Darling?...

ROBERT - Sì?...

KATE        - Pensi che se tu sognassi qualcosa di orribile, me n’accorgerei subito?

ROBERT - Credo di sì, cara.

KATE        - Come fai a dirlo?

ROBERT - Non lo so. Se c’è qualcosa di strano, non esitare: svegliami, amore.

KATE        - Sì, darling. Darling?...

ROBERT - Sì?...

KATE        - Dormi, dormi. Sono solo un tantino agitata.

ROBERT - Rilassati: sarai all’altezza del tuo compito.

KATE        - Buon riposo, darling. Mi piacerebbe dormire con te...

ROBERT - Lo sai che non si può. Svegliami, amore. Ma prima... fammi dormire!


Svegliami, amore...

24

ATTO SECONDO

SCENA SECONDA

KATE, ROBERT E IL REVERENDO

ROBERT dorme sul divano, KATE mette in un vaso alcune rose colte in giardino.

Suonano alla porta...


KATE REV. KATE REV. KATE REV. KATE REV. KATE REV.


- Vengo, vengo. Entri  pure, reverendo. Puntuale, come  sempre.

- Grazie, milady; so che voi inglesi tenete molto alla puntualità. Sono le cinque esatte!

- In tempo per una tazza di English tea... Ne gradirebbe, reverendo padre?

- Grazie, milady; ma dov’è Mr West, milady?

- È lì sul divano, reverendo padre.

- Dorme? Eh, quando passano gli anni...

- Cosa intende dire, padre?

- Non è certo una colpa essere  arrivati  a  quest’età;  anzi, invecchiare vuol dire non

essere rimasti impigliati in una delle tantissime trappole disseminate ovunque sulla

strada irta della nostra vita! Quelli che ce la fanno a passare oltre, non devono rim-

proverarsi nulla. Ora, quindi, un riposino pomeridiano non può fare altro che be-

ne. Io stesso, spesso, faccio un riposino quando posso il pomeriggio. Come farei,

altrimenti, ad essere sveglio la sera, dopo aver accudito quelle anime sì pie, ma con

troppe domande che l’esperienza degli anni (tanti!) ha fatto maturare nelle conso-

relle della mia parrocchia? Eh sì, non  si riesce più a fare tutte le cose che si face-

vano una volta, da giovani, il giorno diventa sempre più lungo.

- Anche la notte diventa sempre più lunga.

- Se il Signore ha creato la notte così lunga, avrà avuto i suoi motivi; io, per la verità,

di questo non mi lamento: più è lunga, più si riposa!


Svegliami, amore...

25

KATE

- Non quando bisogna stare svegli!

REV.

- Bisogna stare svegli, ha detto, milady? Capisco: avete paura dei ladri! Io non mi

permetterei mai di contestare cio’ che ha fatto il Signore; ma forse la notte così

scura aiuta un po’ troppo i ladri  Certo è che voi qui siete quello che si dice un

buon bocconcino per questa gente che ha smarrito la retta via; e, Dio grande e

misericordioso, ve ne sono sempre più di persone che smarriscono la retta via.

KATE

- No, reverendo; niente ladri.

REV.

- Meglio così, milady. Ma allora, perché stare svegli la notte?

KATE

- Incubi.

REV.

- Avete paura degli incubi? Tutti  abbiamo degli incubi di cui avere

paura.

KATE

- Abbiamo deciso di dormire a turno io e mio marito.

REV.  - Avete per caso... sì, insomma, c’è qualche incomprensione fra lei e Mr West, milady?

KATE

- No, reverendo; nessun diverbio: andiamo d’amore e d’accordo.

REV.

- E allora?

ROBERT (Svegliandosi) - Allora, abbiamo solo una maledetta paura di morire all’alba!

REV.

- Oh, si è svegliato, Mr West. Preferirebbe morire  in  un’altra ora, per esempio, al

tramonto? Morire insieme al giorno... A me sembra anche poetico!

ROBERT - A me no! Noi abbiamo semplicemente paura di morire. E basta!

REV.

- Questo è già più comprensibile; almeno per me. E allora, Mr West?

ROBERT - E allora, è vero o non è vero che si muore d’infarto, e che  il  momento cruciale è

all’alba?

REV.

- Non lo so, Mr West; mi trova impreparato. Quanto tempo ho per rispondere?

ROBERT - Cosa dice?

REV.

- Ehm... Dicevo che i miei parrocchiani forse non hanno mai fatto caso all’ora in cui

sono morti d’infarto. O, almeno, non mi hanno mai confessato di essere morti

d’infarto all’alba.

ROBERT - Lasci stare, padre. Conosce i signori Jones?

REV.

- Barbara e Jimmy Jones?

ROBERT - Sì.

REV. - Lo sapete anche voi? Certamente è una situazione incresciosa. Io non sapevo nulla, io...

ROBERT (Interrompendolo) - Neppure noi lo sapevamo: non è certo una colpa non sapere che simuore d’infarto in modo particolare all’ alba!


Svegliami, amore...

26

REV.

(Rinfrancato) -Ah, è per questo!... È per questo che mi ha chiesto se conoscevo i si-

gnori Jones! Sì, quando possono, passano: qualche volta hanno donato

qualcosina alla mia piccola parrocchia. Come voi, del resto.

ROBERT - Bene. Loro hanno sentito dire che è provato,  che si muore facilmente d’infarto

all’alba...

REV.

- Ma lo sapete che tutti, prima o poi, dobbiamo morire.

ROBERT - Non è tanto morire che ci dispiace, quanto l’idea di dover lasciare tutto quanto a

nessuno.

REV.

- Cosa potrei mai consigliarvi io, umile servitore di Dio? Potrei soltanto dirvi che

tanta altra gente, trovandosi nelle vostre stesse condizioni ...

REV.            - Ha lasciato alla Chiesa molto, a volte tutto...Anche quelli che hanno lasciato i loro

averi ai loro naturali eredi, hanno lasciato qualcosina alla Chiesa...

ROBERT - È appunto questo il dramma: noi non abbiamo eredi!

REV.           - Chi dovrebbe averli non li ha, e chi non dovrebbe averli li ha!

ROBERT - Cosa dice, padre?

REV.            - Dico che il Signore qualche volta si distrae. Eglinon  ha  voluto, comunque, che

voi aveste dei figli.

ROBERT - Non è stato il Signore...

REV.           - No?

KATE         - Si! La colpa è soltanto mia.

ROBERT  - Nostra, amore. Nostra. È colpa di entrambi: avrei dovuto insistere un po’ di più

perche’ ne avessimo.

KATE         - Gia’! Forse l’avrei fatto per accontentarti.

ROBERT - Lo so, cara; però non si può fare un figlio solamente per accontentare un marito: bi-

sogna volerlo in due.

KATE         - Grazie, darling. Sei così comprensivo.

ROBERT - Avrei anche potuto far finta di niente e metterti incinta in alcuni momenti... KATE - Grazie per non averlo fatto!

I DUE SI ABBRACCIANO STRETTI...


REV.


- Non vorrete farlo adesso, questo benedetto figlio, spero!


Svegliami, amore...

27

REV.

- Non avete mai pensato di adottarne uno?

ROBERT - No, adottarne uno non sarebbe stata la stessa cosa: un figlio di un altro è sempre fi-

glio di un altro!

REV.

- Insomma... non ho capito bene in cosa posso esservi d’aiuto…

ROBERT- In questo: conosco qualcuno che potrebbe far volare i nostri beni con noi, nell’aldilà

REV.

- Volare con voi?... Non mi risulta che la cosa sia mai riuscita a qualcuno.

ROBERT - Questa volta riuscirà! O, almeno, lo spero. Conosco la persona giusta.

REV.

- La persona giusta? Senz’altro non può essere Dio questa persona, altrimenti, per-

ché avreste  interpellato me, suo umile servitore? Potrebbe essere... vediamo un

po’, Satana? Ma allora, sono forse stato chiamato qui per darvi il perdono cristia-

no? Un perdono anticipato. Ecco, sì: un perdono anticipato! È questo il motivo per

il quale sono qui. E tutto per una tazza di té!

KATE

- Se vuole un bour-bon, Robert gliene verserà uno.

REV.

- Grazie, milady; forse mi servira’ a capire meglio quello che volete da me.

ROBERT (Offrendo un bour-bon) - Noi abbiamo bisogno di sapere dove questi nostri averi devo-

no essere, diciamo così, spediti. Non importa se arrivano un

po’ in anticipo o in leggero ritardo; purché, cosa indispensa-

bile questa, arrivino nello stesso posto in cui andiamo noi!

REV.

- Spedire nel cielo... Non ho capito male?

ROBERT - Non ha capito male: nel cielo!

REV.

- E dove, precisamente?

ROBERT - Ecco il punto! È proprio questo che non sappiamo:  esattamente dove.

REV. (Bevendo in un solo sorso il suo bour-bon)- Penso che questo sia meglio chiederlo diretta-mente al vescovo. Lui è al di sopra di me e ne sapra’ piu’ di me. Parlerò con lui di questo non appena lo vedrò.

ROBERT - Grazie per l’interessamento.


Cambio luci


Svegliami, amore...

28

ATTO SECONDO

SCENA TERZA

REVERENDO E VESCOVO

SIPARIO

REV.              - È permesso, eminenza?

REV. - Sono qui per i signori West. A quanto ho capito... o, almeno, mi è sembrato di capire... VESCOVO - Cosa succede, figliolo, non capisci più le tue pecorelle? Ti stanno forse sfuggen-

do di mano?

REV.               - No, no, Eminenza; è che  queste  pecorelle.... sì, insomma, i si gnori West vorreb-

bero parlare con Sua Eminenza per quanto riguarda i loro beni terreni una volta

che il Signore li avrà chiamati a sé.

VESCOVO - Bene, bene, reverendo Forrest. Mi sembra che queste pecorelle siano ancora den-

tro il nobile ovile. Ma ora mi chiedo... ti chiedo, figliolo, se non vi sia nient’altro

di cui parlare?

REV.              - Ci sarebbe l’ala destra della chiesa da ristrutturare...

VESCOVO - Di questo parleremo un’altra volta; non c’è nient’altro?

REV.              - Ci sarebbe anche la canonica da imbiancare...

VESCOVO - Già; ma anche di questo parleremo un’altra volta, figliolo. Ora dimmi, non c’è

proprio nient’altro di cui parlare?

REV.                    - Dovrebbe esserci dell’altro, Eminenza? Le nuove campane... sono arrivate le

nuove campane! È questo, eminenza?

VESCOVO – No! Siamo distanti. Mi riferisco al tuo essere padre.

REV. (Contando gli anni in modo ingenuo) - Non capisco, è da trent’anni che sono stato ordinato

sacerdote.

VESCOVO - Non intendevo padre spirituale. È venuta a trovarmi una pecorella...

REV.              - Smarrita, Eminenza?


Svegliami, amore   29

VESCOVO - No, figliolo; questa non si è smarrita lei. Ha smarrito il proprio padre               ...

REV.              - Io          ...

VESCOVO (Comprensivo) - Oh, figliolo caro, non devi preoccuparti: quando è successo il fatto

eri libero, in quel periodo evidentemente avevi perso la ragio  ehm, avevi smarrito

la strada maestra. Ma mi piacerebbe sapere come ne puoi venire fuori adesso. Que-

sta tua benedetta ragazza non mi sembra il tipo che si arrenda tanto facilmente!

REV.              - Vuole che io la riconosca davanti a tutti come mia legittima figlia!

VESCOVO - Non è legittima la richiesta?

REV.              - Ahimè sì, lo è! O almeno, potrebbe esserlo      ...

VESCOVO - Capisco cosa intendi dire: in queste cose, chi è mai sicuro? Ma tu      ...

REV.    - Sì. Ora però non posso fare ciò che lei mi chiede di fare. Ho provato a farle capire            ...

VESCOVO - Ci ho provato anch’io; ma è testarda, come lo sono un po’ tutti i ragazzi di oggi,

d’altronde.

REV.           - Spero, Eminenza, che non voglia arrivare davvero fino al Santo Padre.

VESCOVO - Lo spero anch’io; ma ho timore che proverà seriamente a farlo!

REV.              - Ma non servirà a nient’altro che a peggiorare la situazione      almeno la mia!

VESCOVO - È che non so fin dove potrà arrivare quella ragazza. Sembra proprio figlia del

diavolo!

REV.              - Ehm.... Eminenza!

VESCOVO - Dicevo così per dire; anche se, in fondo, credo che senz’altro il diavolo ci abbiamesso lo zampino. Ma di questa tua figliuola... beh, avremo tempo per parlarne. Ora torniamo al motivo della tua visita: sarà opportuno andare dai signori West per questa preoccupazione sul loro futuro, che poi, potrebbe anche riguardare il nostro futuro. Le casse cominciano ad essere vuote, e se qualche anima pia voles-se generosamente alleggerirsi di qualche dollaro, non saremmo certamente noi ad impedirglielo!

REV.                  - Certamente, Eminenza. Ma non mi è parso di capire che la loro ultima volontà fos-se proprio quella! Penso che desiderano solamente, solamente tra virgolette, sa-pere se andranno o no in paradiso.

VESCOVO – Ah! Solamente questo.

I DUE ESCONO


Cambio luci


Svegliami, amore...

30

ATTO SECONDO

SCENA QUARTA

KATE E ROBERT

SIPARIO

ROBERT - È ora che tu vada a letto, mia cara; il sole è tramontato da un pezzo. KATE - Sì, darling. Così potrò alzarmi presto domani mattina, incubi da infarto permetten-do; in questo modo, tu potrai riposarti prima.

ROBERT - È senz’altro meglio per entrambi dormire a turno, ne sono sempre più convinto.

KATE            - Ormai abbiamo pensato così tanto al fatto di dormire a turno, che se dovessi dormi-re la notte senza sapere che tu sei qui a vegliare sul mio sonno, avrei paura e sono certa che non riuscirei a dormire!

ROBERT - Sono qui, invece, e controllerò ogni tuo respiro, ogni tuo movimento; se dovessi per

caso vederti agitare nel sonno...

KATE        - Mi sveglierai, amore. Grazie!

ROBERT - Dormi pure tranquilla, cara.

KATE dorme (la notte); ROBERT la guarda dormire. Prende un libro e comincia a

leggere.

KATE si agita nel sonno. ROBERT  torna  veloce  al  suo  fianco. È preoccupato

e non sa cosa fare.

Quando sta per svegliarla,  KATE sembra essere  più  tranquilla, ad- dirittura sor-

ridente       (Viso con espressione di una bambina che sogna una magnifica bambola)...            Decide di

non svegliarla. L’accarezza dolcemente.

Robert passa così alcune ore. Prova a leggere il libro, poi si alza e va alla fine-stra; poi ritorna a leggere finche è ora di svegliarla.


Svegliami, amore...

31

ROBERT (In un sussurro)     - Svegliati, amore...

KATE        - È già  mattino?

ROBERT - Per questa notte non devi temere più nulla, cara: il momento più pericoloso è ormaipassato e tu l’hai superato!

ROBERT VA ALLA FINESTRA...

ROBERT - ... La notte ormai ha vissuto la sua vita ed ha lasciato il posto al giorno nuovo. Ehsì, il mondo non si ferma; siamo noi che ci togliamo di mezzo morendo. Il mondo neppure si accorge di noi! Miliardi di anni sono trascorsi, e chissà quanti altri ne tra-scorreranno; figurati quanti Robert e Kate hanno calpestato e calpesteranno questa terra! Certo, avremmo potuto lasciare qualcuno che continuasse i nostri passi; ma anche così, per quanto tempo avrebbero saputo di noi? Qualche anno, e poi? Dimen-ticati, come se non fossimo mai esistiti. Perché, perché esistiamo?

KATE - Vedo che hai pensato molto questa notte, darling. È stato difficile per te stare sveglio?

ROBERT - Certamente! Ma solo perché non ho potuto stringermi a te e dormire.

KATE        - Dormi un po’ tu adesso.

ROBERT - Non dovrei correre gravi pericoli dormendo la mattina tardi, se è vero quello che ci

è stato detto.

KATE        - Meglio non rischiare! Ti svegliero’, buon riposo, darling.

ROBERT si addormenta; KATE lo osserva felice. Piano piano, ROBERT sembra avere un sonno sempre più agitato.

KATE è preoccupata. Si alza; si siede; lo osserva. Si rialza; si risiede; lo rios-serva...

KATE    (A se stessa, ma ad alta voce) -Dio mio, Dio mio! Cosa mai starà sognando? Oh Dio mio,

come si agita. Lo sveglio? Ma non ha dormito abbastanza! E se poi gli prende un infar-

to? Mi sembra d’impazzire. Guarda un po’ come si è messo a battere quel suo cuore

traditore! Tze!... andare a scoppiare proprio quando lui dorme e non può neppure difen-

dersi! Ah, se fosse sveglio!

KATE        - Svegliati, amore...


Lo sveglia e lo stringe a sé. Quasi lo soffoca mettendogli il seno sul viso...


Svegliami, amore...

32

ROBERT (Svegliandosi) - Ah... aiuto, soffoco! Che incubo, che incubo!

KATE

- Calmati, darling; ora sei sveglio. Sono arrivata in tempo a svegliarti, grazie a Dio!

ROBERT - Ho sognato che qualcuno stava soffocandomi con qualcosa di morbido... forse uncuscino.

(ROBERT guarda il seno di Kate)...

KATE        - Forse erano i miei cuscini!

ROBERT - Sarebbe il colmo! Quelli sono sempre stati, e sono ancora, piu’ che piacevoli perme!… Anche questa notte, quando ti ho vista dormire, avrei voluto fare l’amore con te...

KATE         - Non possiamo: lo sai che alla nostra età è gia’ un po’ faticoso! E poi, non potremmofarlo tranquillamente perché poi non possiamo abbandonarci l’uno nelle braccia dell’altra: rischieremmo di addormentarci, dopo; e non possiamo dormire insieme!

ROBERT - No; almeno finché non saremo sicuri di poter portare tutto con noi. Il fatto è chequesta paura di morire d’infarto fa aumentare l’agitazione, e con essa la possibilità di morire d’infarto. Ma ora è meglio che mi alzi. Un buon caffè forte mi rimetterà in sesto!

KATE        - Hai detto caffè, darling?

ROBERT - Sì, Kate; ho detto caffè.

KATE        - No, Robert; il caffè fa male!

ROBERT - Ho anche una maledetta voglia di fumare...

KATE        - Cosa? No, non posso permetterti di fumare!

ROBERT - Spero solamente che alla fine sia valsa la pena avere fatto tutti questi sacrifici!


Svegliami, amore...

33

ATTO SECONDO

SCENA QUINTA

KATE E ROBERT WEST, REVERENDO E VESCOVO

KATE Legge un libro; ROBERT controlla la contabilità. Suonano alla porta...


KATE ROBERT


- Vado io, darling.

- Chi sarà?


KATE ROBERT KATE


- Vediamo: potrebbe essere il postino, il lattaio, l’esattore delle tasse... Vuoi che

continui? Un attimo di pazienza e lo sapremo.

- Prima di aprire...

- ...Devo assicurarmi che non sia gente malintenzionata: né un mendicante fan-

nullone e drogato, né un falso agente della società del gas! Sicuro, darling.

Arrivo, arrivo; chi è?


REVERENDO - Siamo noi, milady: il reverendo Forrest e Sua eminenza il vescovo. KATE - Benvenuto, Eminenza; bentornato reverendo Forrest. VESCOVO - Ecco la gentile pecorella inglese da riportare all’ovile. Come sta, milady? KATE - Solo qualche timore, Eminenza, il resto va bene; ma non credo di dover ritor-nare all’ovile: non ne sono mai uscita! Dio è soltanto uno, se non sbaglio...


REVERENDO (Intervenendo) - Certamente, milady. Dio è uno solo ed è misericordioso. Alla

fine sa bene chi è una pecorella smarrita e chi non lo è!

VESCOVO         - Ad ogni modo, milady, sappia che la Chiesa cattolica è sempre pronta ad ac-

coglierla a braccia aperte.

ROBERT (Andando incontro ai nuovi arrivati) - Eminenza, la stavamo aspettando. Spero abbia ri-

cevuto l’obolo per la Casa Comune del Piccolo Trovatello...

VESCOVO              - I lavori sono già stati avviati. Le opere pie aiutano sempre, grazie. In che co-sa posso aiutarvi, signori West?


Svegliami, amore...

34

ROBERT

- Come lei sa, Eminenza, io e Kate siamo avanti negli anni e vorremmo piani-

ficare la nostra situazione futura, quando, per volontà del Signore, si dovrà

andare via…

REVERENDO - Intendono dire nell’aldilà, Eminenza.

VESCOVO

- Giusto, giusto. Bisogna sempre pensare per tempo a tutto, anche a quelle co-

se. Non bisogna avere paura di morire: la morte, figlioli, è una cosa naturale,

che ci viene donata dal Signore...

KATE

- Un dono non richiesto!

REVERENDO - A caval donato non si guarda in bocca!

VESCOVO (Facendo finta di non aver udito Kate)... Un dono che ci serve come premio per arriva-

re finalmente al suo Regno! Il sole, cari figlioli, non ha timore di tramontare quan-

do giunge la sua ora...

KATE

- Il sole, Eminenza, sa che il giorno dopo risorgerà!

REVERENDO - Giusto, giusto, milady; ma il vescovo intende dire...

VESCOVO

- Anche noi risorgeremo, un giorno; e sarà un giorno nuovo, più bello e splen-

dente, nel Regno di Dio.

KATE

- Ma, nel frattempo, moriamo.

VESCOVO

- La morte è solamente un momento di passaggio verso il cielo! Non bisogna

avere paura di morire.

ROBERT - È proprio per questo che vi abbiamo chiamati. Noi non abbiamo paura di morire...

VESCOVO        - No?

ROBERT             - No! Sì... cioè... abbiamo paura di morire, ma piu’ o meno come tutti gli altri!

Ma cio’ che ci angoscia Eminenza, è di dover lasciare tutto ciò che abbiamo a

chi nemmeno conosciamo!

VESCOVO          - Capisco. Fidarsi della Chiesa è una cosa alquanto pregevole.

KATE    - È sicuro di capire, Eminenza? Mio marito intende dire che lui vorrebbe ... che noi...

ROBERT             - Kate voleva dire... che io intendevo dire che... insomma, noi vorremmo sape-

re se, quando sarà l’ora...

KATE                    - Se proprio non si potrà trovare ancora un rimedio!

ROBERT              - Ossia...Vorremmo sapere se andremo direttamente  in paradiso o se invece...

dovremo passare dal purgatorio prima di arrivarvi.

VESCOVO          - Vedo che non esitate minimamente a scartare la parola inferno.


Svegliami, amore...

35

REVERENDO - I signori West non considerano affatto l’inferno come loro possibile dimora

futura, Eminenza. Il regno di Lucifero, Dio mi perdoni per averlo chiamato

regno, sia pure con la erre minuscola!, quel regno, dicevo, è troppo distante

dal loro modo di pensare e di essere.

VESCOVO

- E vorreste che io vi assicurassi che andrete in paradiso direttamente?

ROBERT

- Sarebbe l’ideale, Eminenza.

Il VESCOVO guarda il reverendo; Il REVERENDO ricambia lo sguardo e allarga le braccia..

REVERENDO - Io non ho saputo dar loro una risposta, Eminenza; sono certo che voi siete

persona più degna e altolocata di me per...

VESCOVO       - Certo, certo, figliolo; hai fatto bene. Dunque signori West, voi vorreste essere

certi di andare in paradiso...

ROBERT           - O sapere almeno se, prima di andare in tale luogo, come dicevo, dovremo ri-

manere molto in purgatorio.

VESCOVO        - Voi avete aiutato spesso quelli che hanno avuto meno di voi dalla vita?

ROBERT          - Veramente...

REVERENDO - Qualche volta hanno aiutato la Chiesa, Eminenza.

VESCOVO           - Bene, non stiamo qui a quantificare e a precisare. Chi aiuta la Chiesa, non èforse vero che aiuta i poveri? Non sono i bisognosi che la Chiesa aiuta, con quel poco che ci viene generosamente offerto?

KATE                    - Non è poi così poco!

VESCOVO         - Certamente no; è poco nel senso che sono in tanti ad avere bisogno. E anche

il futuro non è per niente roseo, purtroppo!

KATE                    - In quel futuro, Eminenza, noi non ci saremo nemmeno più!

REVERENDO - Ma i poveri sì, ci saranno!

VESCOVO         - E’ vero: non dobbiamo dimenticarci dei poveri del futuro! Ad ogni modo, io

posso solo pregare perché il vostro desiderio si avveri!

ROBERT             - Si, ma l’ idea mia …Insomma, Eminenza, vorremmo anche portare tutto lassù!

VESCOVO           - Tutto cosa? e lassù... dove?

ROBERT              - Tutto, Eminenza; tutto ciò che vede e che non vede qui, tutto quel che è no-

stro. Vogliamo portarlo in paradiso!

VESCOVO - Signore benedetto! Avete forse avuto una visione divina che vi ha garantito iltrasporto delle vostre cose terrene lassù nel cielo?


Svegliami, amore...

36

ROBERT

- Purtroppo no, Eminenza.

VESCOVO

- Allora le regole sono sempre le stesse: quando si muore, si lascia tutto qui!

Magari alle persone che hanno bisogno, per poi essere ricompensati in pa-

radiso dal Signore!

ROBERT

- Veda, secondo gli studi di una brava medium sensitiva, possiamo portare

con noi le nostre cose terrene. La riuscita dell’operazione richiede di stu-

diare  ancora  un  po'  più  a  fondo  la  cosa,  di  credere  ciecamente

nell’operazione di traslazione. Forse occorreranno ancora degli anni; ma

verrà un giorno che sicuramente ci riusciremo!

VESCOVO

- Ma allora voi date retta al diavolo?

ROBERT

- Non è un diavolo!

VESCOVO

- E come la chiamate voi una che vi illudendovi, vuole ingannarvi, per poi deru-

barvi, in punto di morte?

ROBERT

- Non ci deruberebbe affatto: so prendere le mie precauzioni. Per ora, l’unica

cosa che vorrei sentire da voi è...

VESCOVO

- Andiamo via, andiamo via! Per oggi, ne ho già sentite abbastanza!

Il VESCOVO  esce...

REVERENDO - Pensate bene a cosa fate: per andare in paradiso, signora West, signor West,

non bisogna smarrire la retta via...

KATE - Forse, con un aiutino tangibile da parte nostra, ci aiutereste a ritrovarla?!! REVERENDO - Vado a calmarlo, vado a calmarlo, prima che decida di scomunicarvi.

Arrivederci.

KATE (Divertita) - Arrivederci, padre. Le conserverò il suo bour-bon.

SIPARIO


Svegliami, amore...

37

ATTO TERZO

SCENA PRIMA

BARBARA E JIMMY JONES

SIPARIO

JIMMY(Facendo sedere Barbara e sedendo egli stesso) - Raccontami tutto con calma, cara. Cosa

ti sta succedendo?

BARBARA - Penso che sia ora di pensare al futuro riprendendo il passato.

JIMMY              - Ma è proprio ciò che intendo fare: continuare a viaggiare senza preoccuparsi diniente, fino al momento in cui qualcuno troverà anche per noi il sistema di porta-re tutto con noi lassù, come per Kate e Robert.

BARBARA - Ho pensato molto ultimamente, avrei dovuto essere una madre mi -gliore per mia figlia.

JIMMY           - Può darsi! Ma è stata lei ad abbandonare te; non dimenticarlo.

JIMMY  si alza e prende qualcosa da bere per entrambi...

BARBARA - Bisogna capirla: lei voleva un padre. E noi...

JIMMY           - Noi?

BARBARA  - Volevo dire io. Non l’ho aiutata molto. Ma ora... ora potremmo darglielo. Cosa

ne dici?

JIMMY           - Non vedo come potrei aiutarti a trovarlo.

BARBARA - Basterebbe che tu ti mettessi davanti allo specchio e ti guardassi!

JIMMY             - Sapevo delle cicogne che portano i bambini; poi crescendo ho anche saputo che

si trovavano sotto i cavoli. Ma è la prima volta che sento che si diventa papà

guardandosi allo specchio!


Svegliami, amore...

38

BARBARA - Eppure, potresti essere tu quel padre. In fondo, sei mio marito; chi potrebbe esse-

re più adatto di te?

JIMMY

- C’è un piccolo particolare: io non sono suo padre!

BARBARA – Tanto il suo vero padre non è un uomo normale.

JIMMY

- Come?  È... uno di “quelli?”

BARBARA - No; è uno degli  “altri”! È il reverendo Forrest.

JIMMY - Un prete! Ho capito bene? Ti sei innamorata di un prete? E hai fatto un figlio con lui?!

BARBARA - Allora era un ragazzo normale.

JIMMY

- Solo dopo è diventato... quello che è?

BARBARA - Si! Ed e’ proprio perché il vero padre è un prete che tu potresti

considerarti il

padre di mia figlia.

JIMMY

- Mi sento tanto San Giuseppe il falegname! E va bene; visto che lo desideri cosi’

tanto, parliamo con questa bimba cresciutella. Sai dov’è ora?

BARBARA - Sì. E so anche che si fa chiamare Lorraine.

CAMBIO LUCI


Svegliami, amore...

39

ATTO TERZO

SCENA SECONDA

LORRAINE, BARBARA E JIMMY JONES

BARBARA si ferma prima d’incontrare LORRAINE...

JIMMY ENTRA...

JIMMY             - È permesso?

LORRAINE - Prego, prego.

JIMMY              - Permetta che mi presenti: sono Jimmy Jones. Vorrei, se non disturbo, parlarle di

sua madre; che poi, a quanto sembra, sarebbe mia moglie!

LORRAINE - Sì, lo so.

JIMMY               - Allora, lasci che le spieghi perché sono qui. Sua madre, Barbara, vorrebbe, co-

me dire?, che io la adottassi.

LORRAINE - Intende dire che mia madre mi ha trovato un padre?

JIMMY              - Non sia sarcastica. Sua madre soffre della sua mancanza, e vorrebbe averla con

sé, con noi...

LORRAINE - Dov’è ora?

JIMMY             - È fuori che aspetta; posso chiamarla?

LORRAINE - Certo che può. Anzi, la chiamo.

LORRAINE - Mamma! Vieni!

Entrando, LE DUE DONNE SI ABBRACCIANO...

BARBARA - Figlia mia, quanto tempo! Come sei cresciuta! Ti ho fatta cercare, ma tu sembra-vi svanita nel nulla.

LORRAINE – Lo so. Tante volte mi e’ venuta la tentazione di venire da te!… E così, mamma,

ora vuoi darmi un padre...

BARBARA - Io penso che Jimmy... mio marito, potrebbe essere il padre giusto per te.


Svegliami, amore...

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JIMMY

- È come se lei fosse gia’ mia figlia!

LORRAINE - C’è qualcosa che non quadra: come si può essere la figlia di qualcuno che ti dà

del “lei”?

JIMMY

- Oh, ma questo è presto risolto: ti do del tu volentieri, mia cara; se a te va bene,

naturalmente!

LORRAINE - A me va bene; ma in quel “lei” c’era tutto quello che c’è fra noi, anche dandoci

del tu: l’estraneità. Noi siamo due persone estranee, e tali resteremmo.

BARBARA - Ma io farò da collante. Stando con noi, Jimmy ti sentirà come una figlia.

LORRAINE - No! Vi ringrazio. Davvero! E ringrazio soprattutto lei, Mr Jones... ehm te,

Jimmy, ma ora mi sentirei prigioniera. Sono abituata a vivere libera, come il vento!

BARBARA - Con noi, puoi fare tutto cio’ che vuoi.

JIMMY

- Sì, cara; siamo abbastanza ricchi da farti vivere una vita molto agiata e libera.

LORRAINE - È proprio questo il punto. Mi sembrerebbe di affogare in una cascata d’acqua

limpida e pulita dopo aver rischiato di morire di sete in un deserto che ho attra-

versato da sola! E questo nel momento in cui da quel deserto sono appena uscita!

E poi, è più divertente conquistarselo il proprio posto nel mondo. Qui invece non

mi divertirei a starmene in una gabbia dorata. Forse,  avrei accettato quando ero

costretta a dormire nelle stazioni...

BARBARA - Non eri costretta: io ti ho cercata per molto tempo!

LORRAINE - Lo so, comunque grazie. Però ora sono cresciuta, e voglio restare da sola.

Pensa mamma: io mi guadagno da vivere aiutando proprio la gente ricca

come voi ad andare all’altro mondo!

BARBARA E JIMMY - Ammazzi la gente?

LORRAINE - La gente che aiuto io è già morta!

JIMMY

- Ammazzi i cadaveri?!

BARBARA - Mi fai paura, figlia mia. Cos’hai in mente di combina re?

JIMMY

- Stai attenta, Lorraine: non metterti nei pasticci!

LORRAINE - Non sono io ad  essere nei pasticci ma gli altri, quelli che mi chiamano per farsi

aiutare da me!

JIMMY

- Ma allora... sei una che conforta la gente, che l’aiuta a ritrovare la giusta via?

LORRAINE - Sì; io do loro una mano aiutandoli ad andare in paradiso!

BARBARA - Come sei cara! Lo sentivo che non potevi essere malvagia.

LORRAINE-Ehm... ora devo proprio uscire: bisogna battere il ferro finché è caldo per piegarlo.


Svegliami, amore...

41

BARBARA - Sì, ora andiamo; però devi promettermi che un giorno ne riparleremo sul vivereinsieme io, Jimmy e tu. Non voglio perderti di nuovo!

LORRAINE - Non puoi perdere ciò che non hai!

BARBARA e JIMMY, uscendo...

BARBARA - Ma tu, caro, hai capito cosa fa Lorraine esattamente?

JIMMY           - Boh?... Che sia una volontaria che aiuta il prossimo?

BARBARA - Non lo so. Ma sono contenta di averla rivista. Adesso, ho un dovere morale dacompiere. Mi basteranno pochi minuti.

JIMMY           - Ho capito. Vieni, ti accompagno da lui.

SIPARIO


Svegliami, amore...

42

ATTO TERZO

SCENA TERZA

BARBARA E REVERENDO...

SIPARIO

Il reverendo controlla alcuni fogli sui quali vi sono dei progetti per il restauro della canonica. Suonano alla porta. Il reverendo va ad aprire...

REVERENDO- Tu... qui?

BARBARA - Io qui! Sono venuta a parlarti di me e di Jimmy.

REVERENDO- Ma non c’è bisogno di spiegazioni. Dopo tanto tempo, poi. Tu hai fatto la tuavita, io la mia.

BARBARA - È proprio per questo che sono qui. Voglio dirti che sono felice, che non serborancore.

REVERENDO- Davvero?

BARBARA - Sì.

REVERENDO- Sono contento per te.

BARBARA - Da giovane ti ho aspettato a lungo. Ho sofferto molto anche, quando tu mi hai la-sciata. Ma poi ho capito che avevi ragione tu: ognuno ha diritto di vivere la pro-pria vita come meglio crede.

REVERENDO- Già. Bene. Ma tuo marito… sa di noi due?

BARBARA - Sì. Adesso mi sta aspettando fuori, in auto. Come vedi, non ha paura di lasciarmisola con te.

REVERENDO- E come potrebbe, io sono un prete, adesso! Ho alt re cose per la testa.

Il reverendo rivede il topo correre dietro la sua libreria. Con uno scatto prende la scopa e afferrandola per il manico, rincorre il topo.


Svegliami, amore...

43

REVERENDO- Ah... ma io ti acchiappo! Questa volta non mi sfuggirai, brutto topastro!

BARBARA - É questo che intendevi dire prima, è questo che hai in testa adesso?

REVERENDO - Il diavolo! É il diavolo che lo manda qui! A spiarmi! Ah, ma io  lo ricaccerò

all’inferno. È il solo posto che si merita!

BARBARA - Bravo. Nessuna pietà. È così che si fa.

Nella foga di colpire il topo, il reverendo resta impigliato con la tunica in un ango-lo sporgente. La tunica si strappa. Lui si blocca, mostrando le gambe quasi del tut-to scoperte. Guarda Barbara. Lei sorride.

REVERENDO - Il diavolo! Te l’avevo detto che è il diavolo che lo manda!

BARBARA - Sei monotono, reverendo caro. Su, vieni qui: due punti che ritorni piu’ o menocome prima. Avrai un ago, spero?

REVERENDO - Un ago?

BARBARA - Sì, un ago. Come faccio a cucirlo senza?

REVERENDO- Devo...?

BARBARA - Devi.

REVERENDO- Devo proprio togliermi la tunica?

BARBARA - Sì. Non fare il bambino!

Il reverendo si toglie la tunica. Barbara comincia a cucire lo strappo.

BARBARA - Se me lo avessero detto quando ero giovane, che un giorno avrei cucito una tuni-ca e non rammendato le tue calze, come fa ogni donna col suo vecchio marito, non gli avrei creduto!

REVERENDO- Già. Chi l’avrebbe mai detto? Ehm... Occorre molto ancora?

In quel momento, la voce di Jimmy, entrando, raggela il reverendo.

JIMMY - É permesso? Barbara... ma dove sei?

BARBARA - Cielo, mio marito!

REVERENDO - E non dirlo così, come se fossimo amanti!

BARBARA - Scusa, è la prima cosa che mi è venuta in mente.

JIMMY - Barbara, hai detto solo pochi minuti!


Svegliami, amore...

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BARBARA - Scusa, caro. Ehm... Sono qui… Iuh, uh!

REVERENDO - Siamo qui, signor Jones.

Jimmy si rende conto solo ora che il reverendo è spogliato. Equivoca...

JIMMY - No, eh! Questo no!

Jimmy corre via. Il reverendo gli corre dietro per spiegargli che c’è un equivoco, poi torna indietro da Barbara.

REVERENDO - Bisogna che tu lo fermi e gli spieghi. Dio mio, che equivoco! E sto pure a-

spettando l’ arrivo del vescovo.

In quel momento entra il Vescovo, rimane attonito a guardare la scena (BASITO!!!).

Il reverendo si zittisce e diventa rosso in volto. Il vescovo si gira e si accorge di Barbara, che continua a cucire la tunica con calma.

BARBARA - Oh!, Eminenza non ci guardi in quel modo! Le spiego: il reverendo stava rincor-

rendo un topo...

REVERENDO (intervenendo) - Il solito topo, che mi ha sicuramente mandato il diavolo,

Eminenza.

VESCOVO (come se il reverendo non avesse neppure parlato) - E c’era bisogno dispogliarsi, per rincorrere questo topo?.

BARBARA - Il reverendo, stava rincorrendo un topo, quando la sua tunica si è strappata. Oraio la sto semplicemente ricucendo.

VESCOVO - Bene. Certo, però, che ogni volta che voi due vi incontrate... Ma lasciamo perde-re. L’importante è chiarirsi e capire la verità sperando che la capisca anche lui (fa cenno verso fuori).

BARBARA - Provvedero’ io! Tieni la tua tunica, caro padre. Ma mettici un po’ meno foga, laprossima volta a catturare il diav... eh, il topo.

Barbara esce. Il reverendo fa accomodare il vescovo su una poltrona. Poi gli mostra dei progetti.


Svegliami, amore...

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REVERENDO - Si accomodi eminenza. Ecco, questi sono i progetti ed i preventivi di spesaper i lavori di ristrutturazione.

VESCOVO - Bene, reverendo padre. Pero’ sara’ il caso di trovare una soluzione anche per iltuo piccolo ospite, prima che succeda ancora qualcos’ altro!

Il reverendo allarga le braccia, sospirando.

Cambio luci


lui si potrà capire come portare con sé i vostri beni terreni!

Svegliami, amore...

46

ATTO TERZO

SCENA QUARTA

KATE, ROBERT E MEDIUM SENSITIVA...

MEDIUM - È naturale che il vescovo creda che io sia il diavolo! D’altronde, è proprio con undiavolo che io sono in contatto!

ROBERT - Un diavolo?

MEDIUM - Con

KATE (A Robert)-Non credi che in questo modo compromettiamo la sicurezza del nostro andare

in paradiso? Il Signore potrebbe offendersi!

ROBERT (A Kate)-Pur di portare con me quel che ho, cara, non vado tanto per il sottile.

KATE   (A Robert) -Pensavo fossi più religioso!

ROBERT (A Kate)-Sono più pratico!

MEDIUM - Allora?

ROBERT - Siamo disposti a collaborare con lei.

MEDIUM - Bisogna fidarsi, signori, altrimenti la buona riuscita potrebbe essere fortementecompromessa. Io mi fido!

KATE         - Oh caro, hai sentito? Lei si fida!

ROBERT - Grazie tante: siamo nelle sue mani ed il gioco lo conduce lei!

MEDIUM - Già; e se riesce per voi, riuscirà anche per me!

ROBERT - Vuol dire che anche lei non intende lasciare qui i suoi beni materiali!

MEDIUM - Anche noi siamo fatti di carne ed ossa!

ROBERT - Capisco. Ma... se andasse via prima lei di noi?

MEDIUM - Perché dovrei andare via prima io?

ROBERT - Quando va via lei?

KATE         - Già, dovrebbe saperlo!

MEDIUM - Potrei saperlo interpellando il mio amichetto... Il mio amichetto diavolo! ROBERT - Diavolo! Cosa aspettiamo, allora?


Svegliami, amore...

47

KATE         - No! Fermi!

ROBERT - Non vuoi sapere quando...

KATE         - No!

MEDIUM (A se stessa, asciugandosi il sudore, come chi è appena scampato ad un pericolo) - Benedet-ta donna! Mi ha salvata!

ROBERT - Pensavo fosse una buon’idea.

MEDIUM - Ha ragione la signora West, potrei anche deludervi o spaventarvi: mettete che vi di-

ca che la vostra fine arriverà domani...

KATE                - Mi vengono i brividi! Io non voglio sapere niente del mio futuro. Sarebbe come sefosse già passato!

ROBERT - Forse hai ragione: meglio vivere così, giorno per giorno. Torniamo a parlare delnostro progetto.

MEDIUM - Lasciate fare a me. Bisogna prima riuscire a sapere se andrete direttamente in para-diso.

ROBERT - Abbiamo chiesto al vescovo...

MEDIUM - Alla concorrenza! E... che cos’ha detto?

ROBERT - È rimasto scandalizzato!

MEDIUM (A se stessa) - Meno male!

ROBERT - Come?

MEDIUM - Meno male che ci sono io qui! I prelati hanno i paraocchi: non vedono oltre il loronaso; e il loro naso è immerso nei libri di preghiera!

KATE         - È il loro mestiere.

MEDIUM   - Già; ma loro non riusciranno mai a scoprire il segreto per portarsi via tutto con sé!

ROBERT - Ma è sicuro che si può fare?

MEDIUM - Sicuro! Pensate che Dio vi abbia dato la possibilità di guadagnare quel che avete

guadagnato, che ammonta senz’altro a... a...? KATE - A quanto abbiamo! Esattamente a quanto abbiamo. MEDIUM - Appunto. E pensate che poi voglia farvelo lasciare qui?

KATE        - Agli altri lo ha fatto!

MEDIUM - Può darsi che gli altri non abbiano fatto nulla per guadagnarsi il viaggio anche deiloro, come dire?, bagagli.

ROBERT - Effettivamente, l’osservazione non è sbagliata: altrimenti ci avrebbe preso in giro! MEDIUM - Secondo la mia idea, che è quella che mi spinge ora ad aiutarvi, se uno si presenta

davanti a Dio con i suoi beni terreni, onestamente guadagnati e sudati...


Svegliami, amore...

48

ROBERT - Sudati sì!

MEDIUM - ... Egli è contento perché ciò dimostra che quela persona  è meritevole e non è un

fannullone buono a null’altro che ad ubriacarsi e a spendere tutto a put...

KATE         - Ehm...

MEDIUM - Mi scusi, milady. Insomma, signori, ci siamo intesi.

ROBERT – Allora cosa dobbiamo fare?

MEDIUM – Un momento! Prima devo dirvi che ho già provato con un’altra coppia... ROBERT - E... c’è riuscita?

MEDIUM - Devo essere sincera: no, purtroppo!. Ce l’avevamo quasi fatta! ma ecco che la mo-glie del mio sfortunatissimo cliente si e’ arresa in punto di morte: non ha piu’ voluto credere in me, fidandosi solo del suo benamato prete!

KATE         - E’ terrbile!

MEDIUM - Ma con voi sara’ diverso: voi credete in me, quindi tutto andrà per il meglio!

ROBERT - Speriamo!

KATE         - E se lei ci ingannasse? Scusi la mia franchezza!

MEDIUM    - Oh, diavolo! Come fate a pensare una cosa simile di me? Scommetto che è stato

quel diavolaccio di un prete ad insinuare in giro questa ipotesi tremenda! Ah, se

lo avessi qui tra le mani...

KATE         - Può trovarlo facilmente!

MEDIUM (Facendo finta di non aver sentito) - Come potrei ingannarvi? Se la cosa non riesce a

voi, anch’io non potrò portare niente con me nell’aldilà e quindi non potrei godermi nulla!

KATE         - Ma intanto, prima di andare nell’aldilà...

MEDIUM – Ma lei dimenticapoi che potrei essere io ad andare via per prima!

ROBERT - Questo è vero.

KATE         - Però è un rischio che correrei volentieri anch’io!

MEDIUM - Forse è la paura di morire che vi fa parlare in questo modo! Lo capisco! Natura-kmente siete ancora in tempo a rinunciare alla mia collaborazione! Tuttavia io va-do a completare gli esperimenti miei: sento che il mio amico diavoletto sta per dirmi qualcosa, e prima si arriva alla soluzione, meglio è! Se ci dovessero essere delle novità nel frattempo, mi farò viva con voi. Arrivederci, signora West, arrive-derci signor West.

ROBERT E KATE - Arrivederci.


La MEDIUM esce. ROBERT e KATE restano a parlare fra loro...


Svegliami, amore...

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ROBERT - Non mi sembri più tanto sicura...

KATE

- Perche’ dici questo? Temi che io faccia la stessa fine della moglie del tizio di cui

parlava la medium?

ROBERT - Ho paura di avere paura!

KATE

- E se chiedessimo consiglio al signor  Paul ?

ROBERT – Il nostro nuovo vicino di casa? Non sarà un tuo corteggiatore?

KATE

- È un inventore. Non mi dire che sei geloso del signor  Paul?

ROBERT - Devo esserlo?

KATE

- Ma come puoi?

ROBERT - Meglio non rischiare: sei sempre una bella donna!E poi lui sembra  esercitare su di

te uno strano potere…

KATE

- Ma darling; chi credi che sia il signor Paul: il diavolo? E poi sappi che so guardarmi

allo specchio!

ROBERT - Ti ho avuta con me tutta la vita, perché dovrei perderti proprio ora che dobbiamo

pensare al grande trasloco?  E’ tardi, riposati ora, cara.

KATE

- Sì, darling. Ho pensato troppo, oggi!

ROBERT - Ti preparo una camomilla; tu mettiti pure a letto.

KATE si mette a letto. ROBERT va in cucina a preparare la camomilla. KATE beve e poi si rimette a letto tenendo stretta la mano di ROBERT...

KATE (Chiudendo gli occhi) - Svegliami, amore...

ROBERT - Sì, darling.


Svegliami, amore...

50

ATTO TERZO

SCENA QUINTA

KATE, ROBERT E PAUL L’INVENTORE...

Kate spiega tutto al signor Paul.

PAUL

- Ho capito tutto, mia dolce Kate. Per una combinazione fortunata, ho proprio quello

che fa al caso vostro!

KATE

- Grazie, signor Paul.

PAUL

- Per ogni cosa, carissima; per ogni cosa!(Avvicinandosi di più)-  E poi … chiama-

mi semplicemente Paul

ROBERT - Vi dispiace spiegare anche a me?

PAUL

- Certamente: per caso,ho giusto uno spray che può far sparire le cose...

ROBERT - Grazie tante! Io non voglio farle sparire: voglio portarle con me!

PAUL

- Io non so se potete portarle con voi.

ROBERT - Non lo sa? Ma allora, come puo’ aiutarci?

PAUL

- Io posso soltanto consigliarvi di convertire tutto ciò che volete far sparire in docu-

menti, carta, certificati di credito eccetera, solo su questi  spruzzerete la mia speciale

sostanza spray. Si dissolveranno solo per il tempo necessario ad arrivare in paradiso.

Cosi’, se la cosa riesce bene, riavrete con voi tutto quanto; e se la cosa non riesce, pa-

zienza! Ma almeno, non vi sarete fatti imbrogliare da questo medium...

KATE

- È una medium, Paul.

PAUL

- Una donna?

ROBERT - Sì; ed è anche carina.

PAUL

- ... Stavo dicendo che comunque nessuno vi potrà imbrogliare perché le cose si dis-

solveranno e ricompariranno per chi e’ in possesso del mio secondo spray! La me-

dium non ha di certo il mio secondo spray e non potrà far riapparire un bel niente!

ROBERT - Questa sì, che è una notizia bella e tranquillizzante!

KATE

- Anch’io sono più tranquilla, ora. Meriti un bacio, Paul!


Svegliami, amore...

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PAUL         - Grazie, mia cara; ma non credo che tuo marito...

ROBERT - Una notizia simile vale un bacio!

PAUL bacia appassionatamente KATE come se fossero due giovani fidanzati a baciarsi, a lungo... molto a lungo...

ROBERT li osserva un tantino infastidito. Vorrebbe farli smettere, ma la paura che Paul si arrabbi e non lo fornisca più dello spray è più grande del fastidio di ve-dere la moglie baciare Paul.


Svegliami, amore...

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ATTO TERZO

SCENA SESTA

KATE, ROBERT E PAUL L’INVENTORE...

ROBERT si decide ad interromperli...

ROBERT - Ehm... Kate...signor Paul... signor Paul... Kate...Kate!

PAUL (Staccandosi malvolentieri da Kate) - Sì?...

ROBERT - Sarei pero’ curioso di vedere all’opera il suo spray.

PAUL (Guardando ancora Kate negli occhi)-Certo, Mr West; vado subito a prenderlo.

PAUL esce.

Restano ROBERT e KATE a parlare...

ROBERT - Kate, non credi di esserti concessa un tantino troppo a lungo al signor Paul?

KATE         - Poverino, sembrava proprio che  lo desiderasse!(affascinata)

ROBERT - Tu no?

KATE         - Ma cosa dici, darling? È stato solo un prezzo da pagare per lo spray...

ROBERT – Direi che lo hai pagato piuttosto bene! Speriamo solo che ne sia valsa la pena!


Svegliami, amore...

53

ATTO TERZO

SCENA SETTIMA

ENTRA LA MEDIUM SENSITIVA...

MEDIUM - Urrà! Sono riuscita a mettermi in contatto col mio amichetto!

KATE         - Il suo... amichetto diavolo?

ROBERT - Vi sono novità dal cielo?

MEDIUM - Mi ha trasmesso ciò che egli stesso è riuscito a vedere spiando dalla altra parte.

KATE         - E cioè?

MEDIUM - Ha visto le vostre anime arrivare in paradiso...

ROBERT - Ma allora è vero: moriremo!

MEDIUM - Beh...

ROBERT - Quando?

MEDIUM - Mi dispiace; non è riuscito a vedere nient’altro!

KATE         - Cosa vuol dire?

MEDIUM   - Vuol dire che andrete in paradiso, ma non si sa quando, né se dovrete passare pri-

ma dal purgatorio.

KATE         - Ne sappiamo quanto prima, allora!

MEDIUM - Non bisogna sminuire l’operato del diavolo: prima supponevate soltanto di arrivarein paradiso; ora lo sapete per certo! E non è così facile per lui spingersi fino lassù:

sapeste quanti angeli spioni gironzolano da quelle parti! ROBERT - Ancora una volta ha ragione lei. Ma anche noi abbiamo una novità... MEDIUM - Volete mandare gia’ adesso i vostri beni nel cielo? ROBERT - No; anche se, pensandoci bene, ora che siamo sicuri di dove andremo, potremmo

cominciare a mandare su qualcosina.

KATE           - No caro; bisogna mandare su tutto quando saremo pronti anche noi a partire, per

essere anche pronti a ricevere la nostra roba.o sbagliato!

MEDIUM - E allora, qual è la novità?


Svegliami, amore...

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ROBERT - Dunque: abbiamo un amico. Più amico di Kate, direi ormai; un amico che ci conce-de per un prezzo diciamo... accettabile, una sostanza spray che può smaterializzare la carta, per poi farla riapparire dove vogliamo noi con una seconda sostanza spray. Questa carta o, per meglio dire, questi documenti, conterranno tutti i nostri averi!

MEDIUM - Dunque non vi fidate di me! Voi mi offendete!

ROBERT - Noi...

KATE         - Fidarsi è bene, eccetera, eccetera...

MEDIUM - Uhm... Forse non è sbagliato. Pensandoci bene, credo che abbiate ragione voi apremunirvi di piu’!. Io sono molto fiduciosa, ma, per una ragione qualsiasi, potrei anche non riuscire nell’esperimento...

ROBERT - Cosi’ non avremmo con noi i nostri beni terreni, ma comunque nessun altro potreb-be goderseli alla faccia nostra! O … essere tentato di farlo!

MEDIUM    - Già! Ad ogni modo, io non ho nulla da perdere, e poi, forse sarà meglio perl’esperimento stesso: far viaggiare dei documenti di carta, peraltro a scomparsa to-tale, sarà senz’altro più facile! Arrivederci signora West, arrivederci signor West. Ritorno ai miei contatti mentali.

LA MEDIUM ESCE...


Svegliami, amore...

55

ATTO TERZO

SCENA OTTAVA

ENTRA IL REVERENDO FORREST...

REVERENDO - Povero me! Che rischio! Il vescovo voleva scomunicarvi! Per cortesia, vorrei

un bour-bon!

ROBERT              - Subito, ma e’ disposto ora a dirci se andremo direttamente in paradiso, o se

passeremo prima dal purgatorio?

REVERENDO - Come faccio a saperlo io?

ROBERT          - Mi riferivo al vescovo!.

REVERENDO - Meglio non riprendere quel discorso, Mr West. Ed è anche meglio che non

faccia sapere a sua Eminenza che vi siete rivolti ad un medium!

KATE                - Questa casa, almeno finché vivremo noi come padroni, sarà frequentata da tutti

quelli che sono a noi, dico a noi, e sottolineo a noi, graditi! Cosa pretende

questo signor vescovo?

REVERENDO - A proposito di chi frequenta questa casa... posso sapere, se mi è consentito,

che cosa faceva qui quella ragazza che ho visto uscire?

KATE                    - Ma come, non conosce la ragazza?

REVERENDO - Veramente...

ROBERT            - È lei la medium!

REVERENDO - Lei! Che imbrogliona! Sua Eminenza non deve venirlo a sapere, assoluta-mente. Ora capisco cosa intendeva per mettersi in concorrenza col Signore! Vuole plagiarvi, circuirvi!

ROBERT           - Ha finito di parlare a vanvera da solo? Nessuno plagia o circuisce nessuno qui!E poi, come ha detto Kate, cosa pretende in casa nostra questo signor vescovo?

REVERENDO - Sua Eminenza desidera soltanto salvare le vostre anime; e c’è un solo modoper farlo: seguire la giusta via che la nostra amata Chiesa Cristiana c’insegna. Non vi sono altre via, né scorciatoie! I vostri beni, per esempio, sapete benis-simo che non potete portarli con voi. Mai!


Svegliami, amore...

56

ROBERT          - E se vi riuscissimo, invece?

REVERENDO - Queste sono cose neanche da pensare, come dice Sua Eminenza il vescovo.Dovete dimenticarvi di quel... quel... diavolaccio di una medium! Altrimenti, e questo proprio non me lo auguro per voi, egli...

KATE (Provocatoria) - Egli?...

ROBERT          - La prego, reverendo, continui...

REVERENDO - Egli vieterà a tutti noi Ministri di Dio di benedire i vostri... ehm, le vostre a-

nime, prima che esse .. si’, insomma… (gesto verso l’alto), ed in questo caso,

signori West, non saprei davvero se vi sarebbe ancora concesso il paradiso!

ROBERT            - Ma noi siamo ormai certi di andare in paradiso! Pur se non sappiamo ancora

né come né quando.

REVERENDO - E …come lo sapete ?!

KATE                    - Lo ha detto il diavoletto, amico del “diavolaccio”!

REVERENDO - Misericordia! Ma qui si insiste e persiste nel voler peccare! Non venite poi dame a lamentarvi se vi ritroverete a bruciare fra i tizzoni ardenti e la puzza di zolfo all’inferno!

KATE (Facendo finta di essere allarmata) - No! La puzza di zolfo no!

Il REVERENDO esce di corsa.


Svegliami, amore...

57

ATTO TERZO

SCENA NONA

KATE E ROBERT A LETTO. ULTIMA NOTTE.

KATE è a letto. ROBERT legge un libro mentre la sorveglia. KATE prova a dor-mire ma non riesce a farlo...

KATE (Alzandosi) -Non riesco a dormire, darling; forse è meglio che provi tu. ROBERT - Ma avevamo deciso che dovevi essere tu a dormire di notte perché è più faticoso

stare svegli...

KATE        - Lo so, darling; però è inutile, non riesco e mi agito soltanto! Dormi tu, darling; ve-

glierò io sul tuo sonno.

ROBERT - Ma non ti stancherai, cara?

KATE        - No, sono ancora abbastanza forte, anche se ormai sono...

ROBERT - ...Una rosa! Ecco cosa sei, cara.

KATE        - Grazie, darling; ma anche le rose appassiscono!

ROBERT - Tu non potrai mai appassire!

Fanno l’amore per l’ultima volta. ROBERT riesce anche a fumare, dopo aver fat-to l’amore e prima di dormire.

Dopo...

ROBERT - Se ti viene ancora sonno, cara, puoi svegliarmi a qualunque ora!

KATE        - Stai tranquillo; e se ti sento agitare nel sonno, ti chiamo.

ROBERT - Sì; svegliami, amore...


Svegliami, amore...

58

ROBERT dorme profondamente. KATE sta leggendo. Lo osserva, poi ritorna a leggere il suo libro. Non si sente tranquilla. Rialza lo sguardo su suo marito. Ritor-na a leggere. ROBERT si agita nel sonno. KATE posa il libro. È preoccupata. Non lo sveglia ancora.

ROBERT si agita sempre più nel sonno; sta sognando. Il suo sogno diventa pre-sto un incubo: KATE sta morendo d’infarto!

ROBERT si agita ancora di più nel sonno.

ROBERT (Nel sonno)Kate! …Kate! Non morire, non morire! Non puoi lasciarmi solo... iltrasloco in paradiso, ….

KATE (Strillando) - No, darling, io non sto morendo; sono sveglia, sveglia! È solo un brutto in-cubo quello che stai vivendo! Svegliati, amore... Svegliati!

ROBERT non si sveglia. KATE si agita sempre di più, si spaventa a morte. ROBERT muore d’infarto. KATE è presa dal panico: capisce che sta per morire anche lei per la forte emozione e corre a cospargere i documenti con lo spray.

Osserva i documenti che però non svaniscono come dovrebbero. Pensa di aver sbagliato spray, ma sulla bomboletta c’è proprio scritto “SPRAY UNO”.

KATE        - Forse ho sbagliato! … Non ho sbagliato: è proprio lo spray giusto. Ah! ci hanno in-

gannati! Anche tu, Paul... Oh, Robert, che umiliazione:! Ingannati come due poveri

sciocchi!

KATE si porta la mano con la bomboletta “SPRAY DUE” sul petto, dove sente un forte dolore che la fa cadere sul letto.

Un collasso la fa restare immobile per alcuni istanti intensi e molto dolorosi. Si stringe al suo Robert, come se dovesse ancora viaggiare insieme a lui verso il pa-radiso. Resta immobile così, stretta a lui.


Si abbassano le luci


Svegliami, amore...

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ATTO TERZO

SCENA DECIMA

MEDIUM SENSITIVA E PAUL L’INVENTORE

Si accendono le luci. Diventa giorno. Entra PAUL, poi entra LORRAINE...

PAUL              - Permesso?... È aperto!... Si può entrare?

Nessuna risposta.

Lorraine va a vedere. Poco dopo ritorna...

LORRAINE – Incredibile… Paul! Paul! Morti stecchiti! Tutti e due, partiti per l’aldilà!

PAUL              - Anche Kate?

LORRAINE - Ma allora sei sordo? Ho detto tutti e due! Tutti e due!

PAUL              - Povera Kate! Non era poi così male! Ma i loro documenti?

LORRAINE Accidenti quanto sei sentimentale! Stai tranquillo: lo spray non li ha danneggiati.

PAUL               - E come avrebbe potuto? Un po’ d’acqua colorata non ha mai fatto male a niente

e a nessuno! (ride)

LORRAINE - Sei proprio un imbroglione! Ad ogni modo, tutto è bene quel che finisce bene!(sventolando i documenti)

Paul rivolto al pubblico gesticolando lascia capire il doppio gioco.


I DUE ESCONO CON I DOCUMENTI


Svegliami, amore...

60

ATTO TERZO

SCENA UNDICESIMA

VESCOVO E REVERENDO

In casa dei signori West...


VESCOVO


-


È permesso? C’è nessuno?


REVERENDO -


Qualcuno si faccia vivo!


VESCOVO


-


Sembra che non ci sia nessuno in questa casa!


Il REVERENDO va in camera da letto. Torna subito dopo, urlando...

REVERENDO - Gesù, è morto!

VESCOVO           - Ma certo che è morto, figliolo... Poco meno di duemila anni fa! Pensiamo

piuttosto ai signori West, ora.

REVERENDO - È di lui che stavo parlando!

VESCOVO        - Il signor West è morto?

REVERENDO - Sì; ed anche la signora West. Sono morti entrambi. Il signore e la signora

West sono morti!

VESCOVO        - Ho capito, figliolo, ho capito.

REVERENDO - Siamo arrivati tardi per l’Estrema Unzione!

VESCOVO        - Potrebbero essere perdonati dal Signore… se i signori West…., come loro ul-

timo atto, avessero fatto una buona azione…, mica possono aver portato con sé….

I due cercano in ogni punto della casa...

REVERENDO - Niente. Non c’è proprio niente! E fra mezz’ora devo anche celebrare messa! VESCOVO - Va bene: diamo una benedizione postuma a quei due poveri disgraziati... REVERENDO - Ehm.. Eminenza!


Svegliami, amore...

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VESCOVO - Vuoi dire che non hanno avuto una disgrazia, quei due? REVERENDO - In questo senso, sì. Bisognerà chiamare un medico e un carro funebre.

Il VESCOVO benedice i corpi di Robert e Kate. Poco dopo, i due uomini di Chie-sa escono...

SIPARIO


Svegliami, amore...

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ATTO TERZO

SCENA FINALE

PAUL E LORRAINE

SIPARIO

I due entrano sul palco...

PAUL (Ripetendo le parole)-Tutto è bene ciò che finisce bene! LORRAINE - Non è stato neppure troppo faticoso. Chi è la prossima coppia di vittime? PAUL (Tirando fuori una lunghissima lista dalla sua tasca)– Dunque, vediamo un po’…Questa

volta si va in Europa, a Roma. Sull’Appia Antica!

LORRAINE -Il nome di quella strada mi ha sempre affascinato: Appia Antica... non è stupen-do? E poi, girare un po’ ci farà bene.

LORRAINE -Sì; ma soprattutto, andando in Europa eviteremo che una certa coppia che cono-sco diventi una delle nostre prossime vittime!

LORRAINE      Adesso mi dispiacerebbe per loro! Tanto, se volessi, sarebbe comunque tutto mio! No, meglio andare a Roma!

PAUL                       - Bisognerà però stare più attenti! A Roma c’è qualcuno più... altolocato di unsemplice vescovo!

LORRAINE -Sarà ancora più divertente!

PAUL              - Hai intenzione di sfidare il Santo Padre?

LORRAINE -Prima o poi riuscirò a far sposare anche gli uomini di Chiesa!


Svegliami, amore...

63

PAUL  - Ahh… la Chiesa!  Devo confessarti che con loro ho un  certo conto in sospeso

anch’io, (tra sé e sé) dalla notte dei tempi.

LORRAINE - Non dirmi che anche tu sei figlio di un prete?

PAUL

-Mia cara, così preoccupata a cercarti un padre, non hai ancora capito chi è il

mio ah! Ah! Ah!

LORRAINE (sbigottita )Ma allora tu !!!

PAUL

(In tono enigmatico)

LORRAINE - Che idea!

PAUL

- Forza, allora, in viaggio!(la afferra per un braccio, poi verso il pubblico)  e…

attenti a voi!

Si gira per uscire di scena trascinando la medium con sé, e nel girarsi lascia vedere la coda nascosta sotto la giacca

SIPARIO

FINE