Svegliatevi, Giufà è tornato

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SVEGLIATEVI GIUFÁ È TORNATO

SVEGLIATEVI GIUFÁ È TORNATO

Commedia

di Nunzio Cocivera

Personaggi 1° Giufà ( non ha età)

2° Il Sindaco (uomo di qualsiasi età)

3°Il Medico (uomo di qualsiasi età)

4° Il Professore ( uomo o donna di qualsiasi età)

5° Il Macellaio (sui 50 anni)

6° Martina (Figlia del Macellaio. Ragazza sui 20/ 25 anni

Scena: Una piazza in Italia nel 2000

Sulla destra un vicolo con all’angolo una macelleria

Sulla sinistra il Municipio, un vicolo e varie case

Una panchina davanti al Municipio, fioriera e due lampioni

Giufà (Appare sulla piazza con addosso pantaloni di velluto rigato.

Giacca di panno verde oliva, stivali gialli e cappellaccio di feltro)

(Grida) Ehi! C’è nessuno…. Non c’è nessuno… . come mai? (Piano )

(Grida) Gente, siciliani svegliatevi! Giufà è tornato! (Si guarda intorno, si

gratta la testa prima col cappello poi senza). Qui non si interessa

nessuno di Giufà (Piano riurla) Svegliatevi! Giufà è tornato, Giufà

è qui! (Si rigratta il capo e rimette il cappello, sbircia nei due

vicoli e poi ritorna al centro della Piazza.) Ma dove sono tutti? Non

vi sono bambini sulla strada a giocare, né vecchi sui furrizzi a

parlottare, nè vecchie a ricamare o a cucire….. (Si rigratta il capo e il

sedere).

Non saranno tutti morti! ….Magari di malaria.(Si appoggia al

lampione).

E codesto coso cos’è?! Manco da un po’ e mi sembra molto cambiato

l’ambiente….. mah! È curioso come non vi sia nessuno in giro. Ci

dovrebbero essere i vecchi con i nipoti sulle ginocchia e raccontare

loro le storie di Giufà. Hoo Sveglia! (Guarda in giro, si apre la

finestra della macelleria e appare Martina).

Martina Cos’hai da urlare, zitto!

Giufà Oh finalmente qualcuno! Ciao chi sei?

Martina La figlia del macellaio, il mio nome è Martina e tu chi sei?

Giufà Sono Giufà!

Martina Giufà! Che nome che hai! Sei forestiero?

Giufà Davvero non sai chi sono?

Martina Perché dovrei conoscerti?

Giufà Certo! Tutti sanno chi è Giufà!

Martina Tutti?! E chi sei un attore, un cantante?…

Giufà Non so chi sia un attore o un cantante, io sono Giufà e basta!

Martina Parli come se fossi chissà chi, ma io ignoro chi tu sia, ti sto vedendo

ora per la prima volta!

Giufà Certo mi vedi ora… ma dovresti conoscermi, nessuno ti parlò di me

della mia storia, neanche i tuoi nonni?

Martina No mai.

Giufà Che fai scendi?

Martina Va bene vengo. (Lascia la finestra aperta)

Giufà Spine e ortiche! Non sa chi è Giufà! Tutti sapevano chi era anni fa, è

così cambiato il mondo!

Martina Salve!(Lo guarda da tutti i lati) Certo che sei strano come sei

vestito.(Lei è con minigonna e canottiera o camicia molto scollata)

Giufà ( La guarda abbastanza interessato) Tu si che saresti capace di far

passare pene e guai a un uomo… urca!

Martina Ma sei buffo sembri di un altro mondo, chi sei realmente?

Giufà Io sono Giufà!

Martina Davvero dovrei sapere chi sei?

Giufà (Perplesso) Bertoldo, Cacasenno sai chi sono?

Martina No mai sentiti!

Giufa Allora certo che non sai chi è Giufà… però è strano. Eppure non sei una

bambina, sei una donna e che donna! (gli fa una piroetta intorno)

Martina I bambini dovrebbero sapere chi sei, perché?

Giufà Oggi è più difficile che i bambini sappiano chi sono. Ma tu da bambina

dovevi saperlo, tutti i bambini crescevano con le storie di Giufà.

Martina Che storie?

Giufà Questa è bella! Tu che favole racconti ai tuoi figli?

Martina Sono nubile!

Giufà Nobile, sei figlia del Re?

Martina Nubile, signorina. Ma quale Re!

Giufà Assomigli ad una fidanzata che avevo, ti vuoi fidanzare con me?

Martina Ma sei scemo o cosa?!

Giufà Sono Giufà non ti piaccio?

Martina Ti sto vedendo adesso per la prima volta.

Giufà (Gira su se stesso) Riguardami per la seconda volta di lato, di sopra, di

sotto e io guardo te anche se ti ho vista e quello che vedo é abbastanza.

Martina Ma non basta uno sguardo per queste cose.

Giufà A me si!

Martina A me no!

Giufà Meglio che parlo con tuo padre.

Martina Perché?

Giufà Gli chiedo la tua mano e tutto il resto.

Martina Papà non può darti nulla, non decide lui.

Giufà E chi tua madre?

Martina Neanche.

Giufà Chi?

Martina Io sola, io decido chi voglio e poi lo presento a casa a tempo debito.

Giufà Che debito? Posso pagarlo io, è grosso?

Martina Oh ma ti sembro scema?

Giufà No, ma se tuo padre vuole che io paghi i tuoi debiti per sposarti….

Martina Io non ho debiti!

Giufà Neanch’io!

Martina Allora perché parli di pagare debiti?

Giufà Tu parlavi di debiti.

Martina Io?

Giufà Certo debiti col tempo, chi è il fornaio questo signor tempo?

Martina Calma, ricominciamo…. anzi chiudiamola qui!

Giufà Cosa devi chiudere la finestra?

Martina Quale finestra?!

Giufà La porta?

Martina Basta! Non chiudiamo nulla.

Giufà Riapriamo il discorso… tu mi piaci e io?

Martina Tu no! E non voglio fidanzarmi.

Giufà Pazienza ci ho provato!

Martina Di la verità, tu fingi di essere questo Giufà.

Giufà No perché?

Martina Mi prendi in giro mi sfotti o sei un pazzo?

Giufà Sono solo Giufà!

Martina Va bene ricominciamo daccapo. Chi sei e che vuoi? parlotti di favole…

cosa c’entrano?

Giufà In questo paese che favole raccontano ai bambini i nonni, i genitori?

Martina Nessuno più racconta favole ai bambini, ora vedono i Gattoni in TV!

Giufà TV, Gattoni…..Gattoni….Cosa sono gatti grossi?

Martina Ma dove vivi mi prendi in giro? Davvero non sai cosa sono i Gattoni

animati?

Giufà No!

Martina Topolino non sai chi è?

Giufà Un topo penso!

Martina Esatto é un topo che fa spettacolo!

Giufà Un topo che fa spettacolo! (Ci pensa un po’) Ho capito! Quel gattone

grosso di prima che insegue un topolino, mi immagino che spettacolo!

Martina (Confusa sorride) Non hai capito! (muta) Sono io che non capisco.

Giufà (La guarda bene confuso) Ora sono confuso, non so chi siano i topi che

fanno spettacolo! Le donne scoprono tutto urca! (la guarda)

Madre natura ti ha ornata bene, certo che ne vinci battaglie con

gli uomini! (Pausa) Non si vedono né vecchi né bambini per le strade

dove sono?

Martina Tu sei confuso! Allora io che devo dire?!(lo guarda) Sembri un barbone!

Giufà Non ho barba io! Mi vedi forse la barba?

Martina Parli di cose strane! O sei un pazzo o non so chi sei.

Giufà Io sono Giufà spine e ortiche!

Martina Chiamo papà lui forse ti conosce.

Giufà No! Se ti vede parlare con me ti riempie di botte, o magari le da a me un

sacco di botte!

Martina Ma sei scemo? Perché dovrebbe darti un sacco di botte…. cosa gli hai

fatto?

Giufà Nulla! Ma parlo con te!

Martina Calma! Tu parli di cose ormai superate da mezzo secolo eppure non

sembri tanto vecchio… sembri tornato dal passato. Adesso chiamo papà

non aver paura. Rimani lì!

Giufà (Resta perplesso).

Martina (Urla) Papà papà!(Appare un uomo sui cinquant’anni).

Macellaio Che urli figlia cosa c’è?

Martina (Si avvicina al padre) C’è uno che dice d’essere Giufà!

Macellaio Cosa Giufà?

Martina Lui! (lo indica)

Macellaio (Lo guarda bene)

Giufà (Si fa piccolo piccolo si china impaurito come aspettasse legnate)

Macellaio Giufà lo sembri davvero così come sei vestito!

Giufà Io sono Giufà! (altero)

Martina Infine tu sai davvero chi è!

Macellaio Questo sarà un pazzo! Ma Giufà so chi era!

Martina Era?

Macellaio Certo. Giufà era un personaggio di fantasia arabo o siciliano. Era uno

sciocco su cui si raccontavano storie, aneddoti, farse, racconti… favole.

Martina Un tipo mai esistito allora?

Giufà Esisto! Sono qui, certo manco da un po’…. ma sono tornato!

Martina Dal passato sembra.

Macellaio Se mai fossi esistito, saresti o vecchio di cent’anni o morto!

Martina Morto non è, e tanto meno vecchio!

Giufà Spine e ortiche vi sembro morto?(si tocca)

Macellaio Be io vedo davanti a me uno che dice di essere Giufà, ma io conosco

le sue favole che mi raccontava mio nonno e che gli raccontava suo

nonno.

Giufà Perché tu non le hai raccontate a Martina? Oppure tuo padre, suo

nonno?

Martina Quando ero bambina il nonno non viveva più con noi forse non

poté!

Giufà Dove viveva?! Da come ne parli non c’è più!

Martina È morto a Pasqua, a Villa Laura!

Giufà Dov’è Villa Laura… cos’è?

Martina Un ospizio, una casa di cura.

Giufà Ospizio?(ci pensa) casa di cura? Era malato, era all’ospedale!

Martina Non sai cos’è l’ospizio?

Giufà No!

Macellaio Era forte la storia di Giufà e Il porco che leggeva.

Martina Il porco che leggeva com’era? Raccontala!(al padre)

Macellaio Non la ricordo bene, lui se è Giufà dovrebbe saperlo!

Martina La racconti?

Giufà Va bene ti racconto l’essenziale perché è troppo lunga, a un patto però.

Martina Dimmi.

Giufà Tu mi insegni i Gattoni e l’ospizio.

Martina Affare fatto.

Giufà Nonna aveva un porco dal nome Cosimo, col suo grembiule piegato

a mo’ di fagotto gli portava le fave da mangiare. Cosimo ormai sapeva

l’ora e appena nonna appariva, emetteva grugniti di gioia e le correva

vicino in attesa. Io pensai di fare uno scherzo a Cosimo, pigliavo il

grembiule a mo’ di fagotto e facevo finta di lanciargli le fave, lui dal

grugnito di gioia passava a quello di delusione e io mi divertivo tanto,

finché mi venne un’idea: presi un libro di papà.

Papà aveva "La Smorfia", le storie dei "Paladini di Francia" le storie di

"Guerino Meschino", "Il Segretario Galante", le storie di "Genoveffa"

quelle di "Bertoldo" e qualche altro, presi il libro di Bertoldo.

Cominciai a mettere un favo per foglio, lui mangiava il primo poi

girava il foglio col grugno e mangiava l’altro e così via, io gli pulivo

le bave perché non sporcasse il libro.

Martina Mi sembra una cosa scema!

Macellaio Ora viene il bello lascialo finire.

Giufà Feci per giorni quel lavoro, lui mangiava le fave e nella ricerca

dell’altra fava, girava col grugno i fogli ad uno ad uno. Così

facendo sembrava che sfogliasse il libro per leggerlo, andai dal Re

e scommisi mille lire che avevo insegnato al porco a leggere.

Macellaio E l’ha gabbato!

Martina Sentiamo il seguito.

Giufà Il Re era incredulo e minacciò di tagliarmi la testa se non fosse stato

vero. Presi Cosimo, il libro di Bertoldo con una fava per foglio e non

diedi da mangiare a Cosimo per qualche giorno. Perciò Cosimo emise

dei grugniti di piacere a ogni fava che mangiò e girava svelto il foglio

per mangiare l’altra, finché finì tutte le fave e il libro!(Giufà mima il

porco e i grugniti) Il re mi disse: "Io non ho capito nulla" per forza

dissi io, conoscete la lingua porcina? "No disse il Re"! E allora lui

legge nella sua lingua.

Macellaio E così imbrogliò il Re che pagò la scommessa.

Martina Molto furbo, ma il Re era scemo.

Giufà Adesso tocca a te.

Martina Va bene vieni con me e ti faccio toccare tutto con mano!(lo prende

per mano)

Giufà Toccare con mano! E c’è ne roba da toccare qui!

Macellaio Io vado a chiamare il Sindaco e il professore di storia e folclore per

vedere di fargli conoscere questo Giufà…. e magari il medico che lo

visiti, questo è pazzo!(escono di scena)

Macellaio Venite venite! (entrano in scena)

Sindaco Io ho da fare!

Dottore Perché io no!?

Professore Io sono curioso di vedere sto pazzo!

Macellaio Martina mi ha detto che lo avrebbe riportato qui!

Dottore Martina?! Incosciente d’un macellaio…. come mandi quel fiore di tua

figlia con uno mai visto? Un maniaco depressivo se non schizofrenico?

Macellaio Non ci pensai (impaurito) ma no! Magari è un po’ scemo.. io l’ho visto!

Dottore Calmi! I pazzi che si credono altri, impersonano in tutto il

personaggio. Se si credeva Frankstein era pericoloso, ma si crede

Giufà … Giufà è l’immagine dello sciocco, allocco, sbadato e

imbranato che lotta con i mulini a vento, che contesta l’autorità e il

governo; lasciatemi dire che Martina è al sicuro con lui, in buone

mani…. mani che se dovessero allungarsi su Martina non lo farebbero

mai per ferirla, casomai per toccarla, palparla e li c’è ne roba da

toccare! Perciò niente paura.

Macellaio Come niente paura, a me non piace molto quel palpare, toccare e chissà

che altro fare!

Dottore Calma manipolatore di carni, ignorante come gli animali che macelli!

La mia fu ipotesi, riflessione di una lontana probabilità, non certezza,

né sicurezza di fatti.

Macellaio Ma io….

Dottore Onde per cui taci! Non immaginare! Non macellare la carne ancora

viva! Carne che tua figlia…. non è detto che gli concederà, se mai

lui oserà! Poiché lo sanno tutti che Martina è manesca e ne sa

qualcosa mio figlio che ricevette un sonoro ceffone per aver tentato

di palparla in pubblica piazza.

Macellaio Se lo meritava!

Dottore Certo e anche di essere lo zerbino del paese, a volte mi sorge il

dubbio se abbia qualcosa di mio… (riflette) magari non è neanche

mio figlio!

Sindaco Ma cosa vai a pensare….

Dottore Penso…. penso…. che voi tutti ipocriti sapete, sapete e tacete

vigliacchi! (al macellaio) Tu stupido carnaro sai per caso se io ho le

corna dei tori che tu macelli?

Macellaio Ma che gli ha preso!

Sindaco Suvvia siate serio, vostra moglie si rigirerà nella tomba sentendovi

parlare così!

Dottore Oh dubbio atroce che mi rodi come tarlo! Oh! Oh….(Dopo aver

preso la testa tra le mani qualche attimo, scatta di colpo) (al sindaco)

Voi primo cittadino del paese sapete dirmi senza timore se io sono il

primo cornuto?

Professore Qui il problema é grave, se il dottore é pazzo a chi ci si deve

rivolgere? (al dottore) Voi parlate da pazzo!

Dottore Parlo da cornuto e quelle come pesano sul capo e confondono,

offuscano la mente… e il tarlo del dubbio rode

Sindaco Perché immaginate cose mai esistite?

Dottore Oh misero me…… (al macellaio) tu confidente di massaie parla!

Macellaio Macché confidente di massaie, io macello tori é vero, ma non potrei

mai avere le corna di tutti, io ne macello uno al giorno da trent’anni!

Professore Veramente sarebbero troppi!

Sindaco Cambiamo argomento parliamo di questo Giufà.

Dottore Magari quelle di qualche ovino?! Delle piccole corna?

Sindaco Basta !!!(appare Martina)

Martina Buongiorno!

Macellaio Dov’è?

Sindaco Dov’è?

Professore Dov’è?

Dottore Dov’è?

Martina Sta arrivando l’ho lasciato vicino alla cabina elettrica aveva da fare, così

mi ha detto.

Professore Com’è? Dimmi cosa pensi.

Martina Un povero scemo!

Professore Sicuramente un fissato, un tipo eccentrico. Ma dov’è?

Giufà (appare) Eccomi eccomi! (si tiene la guancia)

Sindaco (lo guarda da vari lati)

Dottore (lo guarda stupito)

Professore Lei sarebbe Giufà!

Giufà Da quando sono nato! (si tiene la guancia)

Sindaco Dovrebbe essere centenario se lo fosse, lei sembra giovane… quanti

anni ha?

Giufà No ho età! (si gratta il sedere)

Dottore Lei dice di non avere età, avrà (il dottore dice un età apparente

consone all’attore che impersona Giufà) 30 forse 40 anni. Dove è nato?

Giufà A casa di mia madre!

Sindaco Insomma io sono il sindaco e come autorità del paese le ordino di

qualificarsi. Dica chi e?

Giufà Ah lei è il colpevole della distruzione delle famiglie!

Sindaco Cosa farnetica?!

Martina L’ho portato all’ospizio, all’asilo, in giro per le città, gli ho fatto

vedere la TV.

Sindaco E allora?!

Giufà Allora?! Lei chiude i vecchi lì dentro a oziare e soffrire, i bambini alla

TV o all’asilo. Quando c’era la famiglia i vecchi erano in

casa che giocavano con i nipoti, tenevano i nipoti sulle ginocchia e

raccontavano loro le storie di Giufà e di altri! Si teneva viva la

Novellistica Popolare di cui é ricca l’italia e si teneva unita la

famiglia.

Sindaco Cose d’altri tempi ormai sorpassate, il progresso impone cambiamenti.

Giufà Io non conosco questo signore, ma non mi sarei mai fatto ridurre cosi la

famiglia!

Professore Devo dire che il suo punto di vista non fa una piega!

Giufà Mentre la guardavo la TV, c’era un medico che diceva che usata come

balia, blocca lo sviluppo dei bambini e la loro fantasia

Professore Alcuni lo credono!

Giufà Se anche la TV lo dice, perché la usate come balia?

Sindaco Insomma che vuoi…. chi sei?

Giufà Uffa spine e ortiche! Sono Giufà e voglio sapere perché non raccontate

più le favole ai bambini!

Sindaco È il progresso che lo impone.

Giufà E chi è costui il Re?

Professore Io credo che questo ci voglia gabbare, chi sarà mai?

Giufà Di nuovo porco di un porco più puzzolente di un porco, sono Giufà sono

tornato e rivoglio il mio posto in casa, nelle favole e perché no anche in

TV!

Sindaco Oh bella… e che faresti in TV?

Giufà Racconterei le storie mie, di Bertoldo, ne ho visto un po’ di TV e non è

bella anzi é un mostro!(Toglie la mano che mostra cinque dita sul viso)

Macellaio Un mostro lo divento io, hai toccato Martina?

Giufà Non io, la mia mano!

Sindaco Ma anche la sua vedo!

Giufà Non la voglio più per fidanzata, questa picchia.

Professore Vi siete fidanzati di già?!

Martina Nulla di tutto questo, lui voleva …. la mia mano disse.

Macellaio Ora non più dopo averla avuta sul viso, vero?

Giufà Magari per una carezza!

Martina Te ne faccio un’altra di carezza?

Giufà Basta così, mi arrendo!

Professore Allora hai visto la TV… e che altro?

Giufà Il compiu…terra, il play… stazione, quelle diavolerie che tengono i

bambini nella stanza, come abbagliati dal sole, dalla TV insomma

quelle cose li!

Martina Non gli sono piaciuti.

Giufà Certo che no! I bimbi giocano solo con quel mostro luminoso come il

sole.

Sindaco Hai detto ora che vorresti esserci!

Giufà Ma la userei molto meglio, con scopi più educativi.

Professore Ha ragione!

Sindaco Svegliatevi Professore questo sembra tornare dal passato, la civiltà

impone cambiamenti. Prendiamo il toro per le corna e……

Dottore Basta! Basta con queste allusioni, gira e rigira e il discorso torna alle

mie corna!

Sindaco Ma finiamola voi siete fissato! Malato!

Professore Il dottore è malato! Bisogna chiamare il dottore del dottore!

Guifà Che malattia ha?

Professore La fissazione che hai tu, tu ti credi Giufà…. lui si crede cornuto!

Giufà Io sono Giufà lui può scoprirlo se è veramente cornuto! E’ facile!

Dottore Tu sai come fare… ne sei certo?

Giufà Certissimo!

Professore Vaneggia!

Sindaco É pazzo davvero, come potrebbe….

Dottore Zitti, tacete forse saprò infine la verità, parla dunque!

Giufà Spine e ortiche! Ma è elementare lei e ricco in buona salute occupa una

posizione sociale di buon livello.

Dottore Certo ho quasi tutte quelle cose!

Giufà É fortunato, le accadono mai cose spiacevoli?

Dottore Mai in effetti… da tanti anni!

Sindaco Non vedo cosa c’entri, anch’io ho queste cose…. sarei come lui?

Giufà Allora non vi sono dubbi entrambi siete cornuti!

Sindaco Cosa? Come si permette!

Giufà E’ normale, perché le corna funzionano come le antenne delle TV,

attirano le forze benefiche e allontanano il malocchio.

Professore Ma a livelli più bassi vi sono anche cornuti credo.

Giufà In quel caso allontanano il malocchio e se chiudi un occhio possono

pagare la luce, la casa, il cibo ecc…

Dottore Che liberazione! Che liberazione! Il tarlo è morto, è morto (e va via)

che liberazione!

Professore Questa è una sparata di Giufà, ma vediamo se sei Giufà. Cosa ti

chiese il maestro all’esame di ottobre?

Giufà Mi rifece la domanda dell’esame precedente, chi era il padre del

figlio di Zebedeo?

Professore Bene e tu cosa gli hai risposto?

Giufà Don Antonio lo speziale!

Martina Per me è turco!

Professore Certo se non sai le storie di Giufà, lui sembra più informato, vediamo se

è vero. Da chi ti sei fatto aiutare per portare la farina a casa?

Giufà Dal Vento!

Sindaco Allora professore?

Professore Finora sembra confermare d’esserlo, almeno a parole!

Sindaco Ma io sono perplesso.

Macellaio Mi dici chi era che cantava la notte?

Giufà Papà chiamava cosi il gallo, ma io non lo capii e ammazzai un uomo

che cantava la notte sul carretto!

Professore E poi?

Giufà Papà lo buttò nel pozzo e da li uscì poi un caprone.

Martina Un caprone, come mai?

Giufà Non lo so pene e guai, non lo so!

Professore A proposito di pene e guai.. quando dicesti alle persone che portavi pene

e guai?

Giufà Pene e guai tocca e vedrai, dicevo.

Sindaco Pene e guai tocca e vedrai!

Martina Cosa dovevano toccare?

Giufà Trovai tante monete d’oro le misi dentro ad una pentola e le coprii con

spine ortiche. Tutti mi chiedevano cosa porti, cosa porti….

(Improvvisamente si sente gridare: l’ospizio brucia, la cabina elettrica

brucia, la città è al buio i vecchi sono per strada!)

Sindaco Presto cittadini andate a prendere i vostri vecchi, portateli a casa. Io

corro al municipio per vedere il da farsi!(Va via dalla scena)

Macellaio Mannaggia ma cosa può essere successo? Io vado alla macelleria.(fa per

allontanarsi)

Martina L’ospizio brucia, la città è al buio come può essere successo?

Giufà Sono stato io!(il macellaio torna indietro)

Martina Tu! E perché?

Giufà Così si ricompone la famiglia, i vecchi tornano dai nipoti che

mancando la luce si allontanano dalla TV e prestano loro attenzione,

loro magari raccontano una storia di Giufà, una favola!

Martina Ma tu sei folle!

Giufà Folle io!? Voi tutti vi siete persi dentro la TV, un nemico in casa che

divide i padri i figli e le mogli, e i nonni archiviati come vecchi conti.

Svegliatevi, ritrovatevi!

Macellaio Venite venite é stato lui, è stato lui!

Ritorna il Sindaco

 


Il Dottore È stato lui!

Il Professore

Qui il finale, o si lanciano su Giufà riempendolo di botte e lui fugge inseguito.

O appaiono vecchi e bambini insieme con sedie o furrizzi si siedono e uno di loro

inizia:‹‹C’era una volta Giufà….››

La luce si attenua e Giufà va lentamente via….

SIPARIO