Tango di fame

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OUVERTURE

TANGO DI FAME

di Poalo Trotti

OUVERTURE

Entra un uomo, una specie di giudice e di giullare, al buio.

Canta.

GIUDICE/BUFFONE

Benvenuti alla piazza

alla faccia della città

qui riposano malati e santi

vecchi decrepiti si trovan quà.

Benvenuti alla gran stalla

nelle segrete della città

appesi al gancio, del macellaio

cani e padroni si divoran quà

(parla)

Fame e vecchiaia

ti squadrano coi loro occhi gonfi

di mendicanti sopravvissuti.

Si affacciano ai balconi

e gridano sconcezze al mondo...

Il paese di cui si parla è ovunque!

potete vederlo con uomini bianchi o neri

assaporare la crudeltà che in loro inietta la fame

in un crocicchio di storie e storielle

che non saranno mai ricordate...

Un muro è stato abbattuto

un altro è stato innalzato fino a Dio,

e la coscienza dei costruttori è pulita

come quella dei muratori...

Ogni pietra è contrassegnata e non si può rubare,

ogni casa è stata sigillata, ogni traccia cancellata.

Esisto solo io, in forma di giudice e di buffone,

mi hanno lasciato qui per ricordare

ma non ricordo cosa devo ricordare

e in mancanza di meglio saltello

sulle macerie e bevo e canto,

nessun morto può farmi male...

(canta)

Benvenuti al gran giudizio

alla serratura dell’umanità

chiusi al freddo, dentro o fuori

esausti e stanchi ci accampiamo quà!

(parla)

Ora silenzio.....

silenzio....

c’è solo il silenzio!

I

Il palcoscenico e' buio, si sente il rumore di passi, di catene e tonfi sordi, come di un cuore che batte. Due figure di militari con una catena al collo fanno la guardia, le loro figure emergono pian piano dall’oscurità'. Sul fondo prende vita un telo con il ventre di una donna incinta  proiettata.

Al centro del palcoscenico una ciotola per cani piena di cibo. I due soldati non arrivano mai abbastanza vicini tra loro, ma se si chinassero a quattro zampe con la faccia potrebbero raggiungere la ciotola o toccarsi con le baionette. I due continuano a vegliare l'enorme busto che  li sovrasta. Si ascolta ora anche uno scampanellio in lontananza.

GUARDIA A

E' l'ora del rancio!

GUARDIA B

Non verranno a darci il cambio prima di un'ora.

GUARDIA A

Da mangiare ce l'hanno mandato.

GUARDIA B

Hai visto chi e' stato?

GUARDIA A

Tu ti fidi?

GUARDIA B

Non credo, non so.

GUARDIA A

L'hanno lasciato lì.

GUARDIA B

Comincia tu, io finisco il giro.

GUARDIA A

Ora non ho fame.

I due si fermano uno davanti all'altro e guardano la ciotola di cibo al centro del palco, poi si girano e continuano il giro.

GUARDIA A

Mi sembra stupido fare la guardia a un muro.

GUARDIA B

Che ne sai di quello che c'è dietro?

GUARDIA A

Tu lo sai?

GUARDIA B

Non mi interessa.

GUARDIA A

Ieri non c'era.

GUARDIA B

L'avranno fatto oggi pomeriggio.

GUARDIA A

Queste sono cose che si fanno solo di notte.

GUARDIA B

Però ieri non c'era.

GUARDIA A

Però ieri non c'era.

GUARDIA B

Ne stanno facendo ovunque, un Po li costruiscono e un Po li buttano giù.

GUARDIA A

Certo che viene fame a parlare.

GUARDIA B

Meno che a combattere. Al fronte avevamo sempre fame e c'era il comandante, Giovanni qualcosa, che non mangiava mai, beveva ma non mangiava.

GUARDIA A

Quella roba ha un buon odore.

GUARDIA B

Pollo e riso...roba da ribelli.

GUARDIA A

Perché li costruiscono se poi li tirano giù?

GUARDIA B

Per il cibo. Dicono che di là la roba costa meno e poi quando arriviamo noi abbiamo da mangiare gratis per un anno.

GUARDIA A

Di là non mangiano?

GUARDIA B

Non so, ma dicono così, se no perché li fanno?

GUARDIA A

Hai mai ucciso?

GUARDIA B

Una volta sola, un pastore di capre, eravamo a caccia di nemici e avevo fame...faceva un vento e non si capiva niente con la neve negli occhi...quello diceva di non avere più niente e io mi sono messo a scavare una fossa,

la mia trincea gli dicevo, poi sono entrato in casa sua

e ho visto che aveva una scodella fumante sul tavolo...

GUARDIA A

Bastardo, sono tutti così qui, tutti nemici.

GUARDIA B

Era solo acqua calda...allora ho cercato in tutta la casa, c'era odore di formaggio, almeno del pane secco, pensavo, invece niente...tutto qui.

GUARDIA A

Lo hai ucciso perché non c'era niente?

GUARDIA B

No, gli ho sparato perché c'era qualcosa...è si, qualcosa c'era...c'era lui! Prima gli ho sparato, poi l'ho sepolto nella trincea, sotto un sottile strato di neve...si conservano meglio così...è durato una settimana, così magro! Ma me lo sono fatto bastare, poi il fronte si è ritirato e sono venuto qui...

GUARDIA A

Te lo sei mangiato?

GUARDIA B

Ormai l'avevo ucciso, che differenza faceva per lui..prima di tornare l'ho sepolto e ho messo una lapide, non sapevo il nome, allora ho fatto una x.

GUARDIA A

Sei stato coraggioso.

GUARDIA B

Lo penso!

GUARDIA A

Certo che ha un buon odore...

GUARDIA B

Però non sappiamo chi ce l'ha mandato..

GUARDIA A

Aspettiamo il cambio....

Di quel Giovanni, hai più saputo niente?

Non sono ammessi comandanti ubriachi...

GUARDIA B

Era di una famiglia influente, per questo lo lasciavano fare, poi quando partiva all'assalto dei paesi era una vera furia...non aveva paura di morire...

Una volta si è trovato a cento metri dai nemici da solo perché nessuno di noi aveva il coraggio di andargli dietro....allora lui si è girato e a cominciato a spararci....poi come se niente fosse è entrato nel paese e ci ha aspettati seduto in un bar...ci siamo divertiti quella volta, si che ci siamo divertiti...

GUARDIA A

E' morto?

GUARDIA B

E' tornato a casa sua.

GUARDIA A

Io ho preso diversi paesi...la maggior parte era vuota..

solo vecchi e infermi, senza divisa, ma neanche noi ne avevamo una...

GUARDIA B

E' strano, vero...

GUARDIA A

Dicono che la guerra, questa soprattutto, è morte...

io non ho visto tanti morti, immaginavo centinaia di corpi accatastati, budella fuori....si sbagliavano tutti, basta che tu guardi quante donne sono rimaste incinta nei paesi conquistati...la guerra è vita...

GUARDIA B

Non vengono a darci il cambio.

GUARDIA A

Che fame!

I due si fermano e fissano la scodella

GUARDIA A

Sento dei rumori!

GUARDIA B

Sono topi..

GUARDIA A

A sentirli non si direbbe....

GUARDIA B

Avevamo anche due negri nella squadra...due egiziani credo..sono musulmani gli egiziani?

GUARDIA A

Comunque non sono come noi, anch'io ne avevo qualcuno, mangiavano di tutto...che schifo!

GUARDIA B

Un vero schifo.

GUARDIA A

Io mangio!

La guardia si inginocchia e inizia a mangiare dalla scodella

Mentre l’altro in piedi lo guarda.

GUARDIA B

E se fosse una trappola per addormentarci?

L’altro continua a mangiare.

GUARDIA A

E’ buono!

GUARDIA B

Lasciane un po' per me!

L’altro si piega ancora di piu’ e strappa i pezzi di carne. Guardando il compagno con aria di sfida. La guardia B tende la baionetta.

GUARDIA A

Non vorrai azzuffarti per vedere chi è più forte.

La guardia B si getta sulla ciotola, la catena impedisce ai due dei movimenti liberi, inizia una sorta di lotta, i due si affrontano come cani, alla fine la guardia a si alza e con la baionetta uccide il compagno e poi finisceIl suo pasto. Ora l’uomo e’ seduto, prova a liberarsi dalla catena inutilmente.

GUARDIA A

(URLA)

AAAAAH!

Si alza atterrito da cio’ che ha fatto e guarda il cadavere e poi il muro, getta a terra il fucile tenendo solo la baionetta e con un colpo preciso, dal centro a salire, sventra l’enorme ventre che ha davanti. Dietro il telo sventrato c’e’ una tavola riccamente imbandita e quattro personaggi.

Tutti in quel momento strappano con le mani un pezzo di carne che sta al centro del tavolo.

GUARDIA A

Fameeeee!

VOCE

Fermo, buono! buono!

Cuccia!

Uno sparo fuori scena.

II

Nella stanza rivelatasi dietro il ventre, i quattro lasciano il cibo che stavano straziando con le mani e guardano imbarazzati verso il pubblico. Sono tre uomini e una donna. Tutto e’ molto elegante, ci sono candele e bicchieri di cristallo che frammentano la luce. Uno degli uomini e’ in divisa da ufficiale, gli altri sono molto eleganti. Sopra di loro si accende la luce di un alto scranno di giudice, i quattro non gli fanno caso e riprendono a mangiare.

L’unica particolarita’ della stanza sono le sedie, grandi tazze da cesso con lo schienale molto alto.

GIUDICE/BUFFONE

(fa il verso ai quattro a tavola)

Am! Ham! Gnamm, Gnamm!!!

(rutta soddisfatto)

Quella è comodità, non si devono neanche alzare, è un flusso continuo, ininterrotto, un lungo coito col cibo...

Non serve carta, ci sono i tovaglioli....

tutto sul tavolo, tutto nello stomaco, tutto nel cesso,

questo è saper riciclare.....

Saverio, il vecchio....

....immaginate che abbia un figlio e una figlia,

che lui sia stato in guerra e lei data in sposa a Donato,

il figuro che mangia con le mani.....

al momento tutti stanno mangiando con le mani...

e..colpo di scena, il figlio di lei è del fratello...

La guerra rende cinici e bastardi,

allora, se in un paese civile la donna

verrebbe giustiziata o costretta all’aborto,

qui non si spreca niente...niente...

tutto fa brodo, il brodo...è un vecchio adagio...

Ma il vecchio non sospetta....

ha venduto tutto a Donato e lasciato una parte ai due figli...una piccola parte di niente...industrie distrutte,

capannoni svuotati...catene di montaggio smontate...

campi distrutti...risaie allagate....insomma tutto pronto

per il grande piano di risanamento dell’occidente...

manca solo un po' di olio di oliva extra a quel brodo...

Il giudice buffone scompare

GIOVANNI

A noi!

Così si brinda sotto le tende prima del massacro!

Imbottito, sono imbottito di grappa e ho preso coraggio, nessuna paura. A noi! Indietro non si torna, non si torna indietro e allora via verso la patria, conquistiamo ancora un pò d'aria per i nostri polmoni malati, ancora una manciata di terra per costruire fragili trincee sull’idiozia

......

Cosa sono quelle ombre? Soldati nemici, dite?

E allora ecco!

Morite tutti!

Schiattare dovete sotto il nostro piombo: Abbiamo fuso campane e denti e fedi per finanziare quest’impresa, abbiamo rubato a tutti, ai più poveri anche, per trovare la rabbia e la forza che non avevamo!

E adesso ci chiamano carnefici?

Chi?

Muori negro bastardo! Eri polacco, dici?

Che importa dove o chi, vincere dobbiamo! Ci portano bendati  sul campo di battaglia, ogni corpo a corpo diventa una sorpresa, una novità.

Gialli, rossi, neri, bianchi, perfino un verde con le antenne ho visto spiaccicato da una granata.

Morire dovete, morire!

Questo è il senso della nostra felicità.

ANNABELLA

Calmati, ti prego.

SAVERIO

Ecco, calmati!

Non sai quanto ci costa pagare il vostro eroismo. Umiliazioni? Una sull'altra! e soldi, soldi che voi guadagnate per assassinare degli uomini. Tornate carichi di eroismo e vi prendete tutti i meriti, come se tutto vi volse dovuto. Prendila, è tua sorella, vuoi anche lei?

GIOVANNI

Tu taci o ti ammazzo.

SAVERIO

Bravo, ammazzare, non sai parlare d'altro.

GIOVANNI

Sei entrato in una casa dove c'era la pace e hai distrutto tutto.

Sei entrato con i tuoi sgherri da operetta e avete convinto mio padre d'avere ragione, ti sei preso i mobili, gli arazzi, i tappeti, mia sorella...

Per ogni nemico hai la tua percentuale e poi con il sorriso di un carnefice vai a firmare la pace, una pace ricca, prospera, densa di nuovi affari che non richiedono sangue,

ma dietro ogni nuova macchina costruita, dietro ogni piccola industria c’è questo...

Prende un osso dal piatto e glielo lancia addosso

A migliaia....nascosti nelle miniere da dove estrarrete nuove ricchezze, sepolti nei campi a concimare frutti rari da vendere ai vostri pacificatori.

Ogni notte penso ad Annabella, penso alla ripugnanza che deve provare per te e al suo immenso coraggio. Non hai delicatezza, non hai dolcezza, la prendi come se fosse una statua comprata all'asta di un mercato delle pulci, non sei, con lei, meglio di un macellaio con un agnello e agiti la mannaia che hai tra le gambe per punirla di esserti superiore, perché questo ti hanno insegnato alla scuola dell'infamia che hai frequentato. Sei venuto e mi hai fatto partire per la guerra, hai tentato di uccidermi in ogni modo, mi hai tolto tutto quello che è caro e dolce, hai bruciato i miei libri e violato i posti che amavo; e adesso parli di soldi, di spese per il nostro eroismo...un coccodrillo almeno piange, tu non sai cos'è la vergogna, l'onore. Non te l'hanno insegnato mentre crescevi troppo velocemente e con i tuoi artigli sporcavi in giro, mentre ti cingevi di allori e donavi titoli onorifici a tuo padre, un semplice calzolaio. Non ti hanno detto che l'omicidio e il ricatto sono cose da pezzenti, che per ogni nemico morto ne sorgono mille e uno dal niente, che non basta mandarmi in guerra per vedermi tornare dentro una bara.

No.

Non penso che te l'abbiano detto.

SAVERIO

Sei chiassoso e inutilmente ubriaco, ogni tua parola è noiosa per me. Quindi taci! Se ho quello che ho, è perché l'ho guadagnato, non ereditato; è vero, ho preso tua sorella per farti male, per costringerti a uccidermi e svelare che non ho sposato una vergine e che il figlio che aspetta non è mio ma di quel demente di suo fratello. Ma anche su questo posso passare, il mio trionfo è vederti ridotto così, senza neanche più lo stomaco per mangiare.

DONATO

E' falso!

SAVERIO

Annabella, diglielo tu se è falso!

Spiega ai signori chi ha concepito l'aborto che sta per nascere.

GIOVANNI

Mangia e taci.

Saverio prende il cibo, abbassa la testa sul piatto e mangia come se non avesse mai mangiato prima, si riempie la bocca, beve e poi rutta.

SAVERIO

Dillo!

DONATO

I miei figli non si macchierebbero mai di un delitto contro natura, sono cresciuti nelle migliori scuole......

SAVERIO

Ma i soldi per tutta questa roba, sono miei!

E’ tutto mio qua dentro! Taci vecchio e mangia la mia roba!

DONATO

Pagherai caro tutto questo.

Donato prende il cibo con forchetta e coltello e mangia molto educatamente, Annabella non mangia, Giovanni beve e basta.

SAVERIO

Pagato, ho pagato!

Ho pagato tutto e adesso è mio!

Alzati  vattene, vecchio!

Donato si alza a testa bassa

DONATO

Prima che arrivasse la tua razza questo era un paese libero, poi...non lo so neanch’io, piano piano siete usciti dalle galere e avete cominciato a comprare...comprare...comprare...come se non ci fosse altro da fare che comprare..

Saverio continua a mangiare in modo brutale

Non mi ero accorto di niente, le stanze della casa sembravano in perfetto ordine, non avevo mai visto i pavimenti così lucidi..ma era perché avevi svuotato tutto.

Prima comprare, poi rubare, poi fare uccidere e alla fine

uccidere tu stesso....

GIOVANNI

Esci! Non devi scusarti!

DONATO

Non sono scuse...vi maledico tutti...

anche voi due che avete approfittato di lui, della sua stupida e gretta ignoranza, delle sue mani grosse e dei suoi guanti bianchi....stava a voi dire no. Io sono vecchio. Ma non avete fatto nulla....allora meglio così...sono senza fiato e parole, quando costruisci una torre e poi vedi i suoi merli più alti avvicinarsi sempre di più a terra, allora non rimane che uscire...ed io esco.

Donato esce. Un colpo di pistola

SAVERIO

Il vecchio si è ucciso, ha tirato le cuoia.

Giovanni e Annabella si alzano

ANNABELLA

E’ tutto tuo adesso, legalmente intendo. Era nei patti, noi ce ne andiamo, partiamo domattina presto, fa quel che vuoi della casa e seppellisci nostro padre. Noi emigriamo.

I due escono, Saverio guarda la tavola e continua a mangiare. Beve. Rutta. Si alza, fa un fagotto con la tovaglia ed esce.

Buio. Rullio di tamburo

III

Interno di una casa, un uomo seduto a capotavola, ha solo un campanello davanti a sé. Il tavolo è senza tovaglia ed assomiglia ad un altare, il candeliere a sette braccia nel centro conferma quest’impressione. L’uomo è vestito di bianco e nero. Suona il campanello.

UOMO

E’ tardi!

Sbrigati!

Entra una camerriera con un vassoio un bicchiere e una bottiglia. Stappa la bottiglia e versa da bere.

Basta così!

Gli invitati sono in ritardo...si capisce, con questo tempo.

Nel salone è tutto pronto?

La donna tappa la bottiglia e non risponde

Probabilmente si!

Siediti sulle mie ginocchia!

No, è?

La donna tappa la bottiglia con violenza e si ferma in piedi a fianco dell’uomo.

D’altra parte capisco che è duro per te stare qui...

E’ la vita che l’ha voluto, sei mia prigioniera, almeno fino alla mezzanotte di questa sera, certo, potevo evitare di

servirmi di te, ma ci tenevo che tu fossi presente...

L’ultima cene prima della fine!

A mezzanotte sarai libera, prima dello scoppio della bomba. Senza farti notare dagli ospiti ti vestirai, preparerai le tue cose, non dimenticare i candelieri d’argento, quelli li puoi impegnare, e poi uscirai, come se avessi finito il tuo servizio.

L’uomo beve e la donna gli versa altro liquore.

L’ultima cena....non capisci vero?Quando ti ho comprata dal mediatore pensavo che avrei potuto fare di tutto con il tuo bel corpo, la sera prima del tuo arrivo fantasticavo, mi sono ubriacato e il girno dopo non sono andato alla banca...l’unica assenza in tanti anni.. I soldi con me sono in buone mani...Non so perché non ti ho mai toccata, devo ancora capirlo e morirò ‘sta notte senza sapere come sono le tue guancie...

.....

Saranno tutti qui, il presidente, il ministro della guerra, quello degli interni e signore...all’inizio pensavo di avvelenarli, ma si sa che gli statisti prendono le loro misure nei confronti del cibo, una bomba mi è sembrata la cosa più sicura. Ricordati, prima di uscire, devi attivare il meccanismo, girerai le lancette dell’orologio sulla mezzanotte e quindici, un quarto d’ora ti sarà sufficiente ad allontanarti...si...

......

Adesso lascia la bottiglia e va a finire di preparare.

La donna esce

Dovevano dirmi a cosa servivano tutti quei soldi....

Investimenti per il terzo mondo...siamo noi il terzo mondo,

noi che ci portiamo addosso solo i finimenti di quella che era l’umanità e quelli soli riusciamo a vedere....

e così tutto scompare in un dedalo di comunità, l’unione che andiamo invocando non è unicità. Il villaggio globale è un palazzo delle imposte senza uscite con guardiani giganteschi in cui si sconfiggono le menti migliori...

solo con la magia, a stento, nell’illusione, di rado, riuciamo a scappare dalle gabbie aperte e dai lucchetti finti che ci circondano...

La mia mente produce ormai, da sola, la droga necessaria e gli ampi spazi, i voli che sembro fare, non sono più ampi del richiamo di dolore e rabbia di un canarino lontano dalla sua compagna....

E’ un cancro che divora, una fame di scoprire dove non c’è più niente da scavare, una malattia che ha contagiato tutti quanti e che solo ora mi decido ad estirpare...la vecchiaia....siamo solo soldatini dalle voglie senili... senza neanche il conforto di una bandiera o di un nemico..

Suona  il campanello, la donna entra con alcuni croissant.

E pensare che all’inizio avevo un po' paura di te, per questo ti ho fatto tagliare la lingua, non per crudeltà, ma l’hai capito da un pezzo....bevi!

La donna beve, gli si avvicina e lo bacia su una guancia.

Grazie, e ricordati la bomba prima di andare....

BUIO

IV

Esterno di una periferia. Troneggia al centro della scena una tazza da cesso con un filone di pane tra l’asse e la tazza. l’impressione e’ che il water si stia mangiando il pane. Annabella e’ seduta a terra, il suo abito e’ sporco. Della divisa militare di Giovanni rimane solo il cappotto.

la giacca e’ sulle spalle della donna.

ANNABELLA

Fa freddo.

GIOVANNI

Ho provato di peggio sulle montagne.

ANNABELLA

Ho fame.

GIOVANNI

Più tardi andrò a cercare qualcosa.

ANNABELLA

Perché deve mangiarsi il nostro pane?

GIOVANNI

Anche lui ha fame..

ANNABELLA

Non pensavo potessimo arrivare a tanto.

GIOVANNI

Ora almeno siamo liberi.

ANNABELLA

Di morire di fame..

Annabella si avventa sulla tazza del cesso e tenta di strappare il pane dalle sue fauci.

Dammelo! Dammelo!

Almeno per il mio bambino!

GOVANNI

Meglio che nasca morto!

ANNABELLA

Meglio che non nasca addirittura...era meglio non pensarci neppure...stavamo così bene in casa, al caldo..Dammelo!

Non riuscendo a strappare il pane si inginocchia e inizia a mangiare la parte che ancora sporge.

GIOVANNI

Lascialo stare....

lascialo stare!

Annabella si stacca e inizia a frignare

Se l’hanno lasciato qui ci sarà una ragione...deve essere un simbolo sacro.

ANNABELLA

E’solo una tazza da cesso!

GIOVANNI

No...no. E’ un simbolo! Quella è l’unione di tutti gli uomini, un segno di pace lasciato qui da qualcuno, un segnale a tutta l’umanità...togliti lo scialle e coprilo...

ANNABELLA

Sto morendo di freddo.

GIOVANNI

Dio continuerà ad esistere anche dopo la nostra morte...questo è un simbolo di comunione degli uomini, è l’enorme conquista dell’occidente sulla storia...è un concetto, è l’essenza...

ANNABELLA

Non riconosco più le tue parole, i tuoi sguardi sono ciechi e non sarà un cieco la mia guida verso la libertà...Di là dal mare c’è la terra promessa, c’è sempre stata una terra al di là del mare, saremo accolti con tutti gli onori, siamo i primi a fuggire, ma dobbiamo far presto, quando arriveranno gli altri, tutti i caritatevoli, gli illuminati fin al più piccolo prete di provincia, chuderà le porte. Là dal mare c’è un tesoro con cui rifarci una vita, ci sono città sicure e strade illuminate di notte...lascia quella cosa....dobbiamo andare, prima degli altri.

GIOVANNI

E’ tardi, Annabella, è tardi e sono stanco. Non ho lasciato caa nostra in mano a quell’uomo per andare a rubare come fa lui, voglio una vita...mi spetta!

ANNABELLA

Noi ci prenderemo quello che è nostro diritto avere, quelli là hanno più di quanto abbiano bisogno, per anni hanno lasciato che ci sgozzassimo tra noi e adesso arrivano qui e si prendono tutto...andiamo noi da loro....quando ne avremo uccisi un po', derubato le loro case, quando non si sentiranno più al sicuro allora potremo fermarci e avere un altro bambino....occhio per occhio, hanno assassinato mio figlio e io voglio i loro!

GIOVANNI

Non serve...noi siamo i poveri....

ANNABELLA

E allora approfittiamone.

Lascia quello stupido idolo, è un’altra trappola della civiltà...

GIOVANNI

Siamo diventati ladri e assassini..

ANNABELLA

Siamo fratello e sorella, amanti, uniti in tutto, nessuno potrà fermarci!

GIOVANNI

Ci spareranno come alle capre.

ANNABELLA

Senza la tua protezione finirei a fare la puttana.

GIOVANNI

Allora andiamo...

ESCONO. BUIO,

V

Entra la guardia A, la catena al collo e’ spezzata, non ha piu’ il fucile e mangia un pane e poi lo sputa, mangia e sputa, mangia e sputa.

GUARDIA A

Che crampi...lo stomaco mi si spezza in due...sono giorni che scappo...fiumi, trote, arborelle, salmoni....mare, polipi, cozze crude, ricci e limone.... campagne, conigli, lepri, un mezzo cinghiale con la carcassa abbandonata dai lupi. Le luci spente delle città mi spaventano, almeno all’inizio...non c’è nulla che mi resti giù; è tutto infettato, tutto macito, guasto....è come vivere dentro un barile di acciughe...lo stomaco si ribella...ho sentito un’esplosione ieri notte, sono entrato nei resti di una casa e l’unica cosa rimasta in piedi era un tavolo imbandito....c’era sangue dappertutto. Ho mangiato, sotto le macerie sentivo dei souni, un sibilo, come un respiro, come una scheggia quando buca i polmoni....

ho mangiato e poi scavato fino a spezzarmi le unghie, il sibilo continuava e più mi avvicinavo più si faceva intenso....scavare, scavare per riportare in vita qualcuno, rompersi le dita fino alle ossa per far risorgere dei cadaveri...poi ho visto...erano uno sull’altro...ho seguito il sibilo, c’era una giovane donna col vestito tutto sporco e accanto a lei divise da generale, da presidente, il fischio continuava fino a entrarmi nel sangue e il mio ritmo era quello di quel debole respiro...mi stavo avvicinando a lei e sembrava un mostro sotto quelle macerie...

poi le ho toccato la mano....era morta!

Una spada si era conficcata in una pendola e il vento ci passava attraverso, era quello il battito che avevo seguito, il cuore che batteva...una spada in una pendola e attorno macerie e vento. Ho pianto...non sono riuscito più a mangiare...il telefono sotto le macerie ha cominciato a squillare, una radio ha ripreso a funzionare e una lavatrice ha ripreso a sciacquare...tra la morte....

La guardia si accorge del cesso con il pane tra le fauci. Gli da’ un calcio, il pane cade fuori, l’uomo lo raccoglie e inizia a sgranocchiarlo.

Sale e olio ci vogliono, olio e sale.

EPILOGO

RIENTRA IL GIUDICE-GIULLARE.

Annabella e Giovanni hanno attraversato il mare, era buio quando sono partiti, un vecchio con un traghetto e un bastone faceva loro da guida nelle acque immobili verso la terra promessa...una promessa non mantenuta, ma a chi importa oramai...questa è la fine del giorno, il sole affoga nelle lacrime dei sopravvissuti a una delle tante carestie.

E’ un po' stanca, l’enorme palla di fuoco, di illuminare azioni che richiederebbero il buio eterno, ma così vuole Dio, si dice per scusarsi...un angelo è sceso dal cielo e ha raccolto tutte le anime disperse, anche i paesi civili hanno avuto le loro vittime, ma le hanno considerate dalle pagine dei giornali, sicuri come sono tutti nei loro bunker corazzati.

Per me...io sto qui, non tocca a me giudicare, io registro, sono solo un gioco di luci, una visione... quel che conta è che possa continuare a bere e cantare fino a che un’altra giornata avrà inizio e la lotta per il pane, comunque sia chiamato, continui in eterno.....

Era solo un gioco, un gioco d’ombre, stralci di conversazioni....roulette!

Buona notte, cari signori....

Si abbassano le luci, i personaggi sono solo ombre che si intravedono. Si uniscono e formano un unico groviglio di corpi. In sottofondo un cuore batte e delle mandibole si muovono.

(canta)

Buonanotte miei compari

un po' compagni di sbronze

con voce roca, un po' affannata,

è trascorsa tutta una serata

Buonanotte alla luna

ai personaggi che muoion quà

finanziatori, ladri e santi

davanti al palco si inchiodan quà.

Buonanotte alle puttane

è tutta carne buona da importare

ai papponi ed ai signori

che coi contanti le han portate quà.

(parla)

Ora silenzio.....fate solo silenzio.....

per una cena finita, un’altra ne inizia....

questo è corpo e sangue di un popolo,

uno qualunque....anche il nostro.....

BUIO.

MUSICA.