TEATRANTI
monologo
di
Giuseppe
De Francesco
Pronto? Pronto? Patti sei tu? Ah! Ciao, cara, sono io. Come va? Senti,cara,
sono stata a vedere il tuo spettacolo l’altra sera... anzi, scusami se mi
faccio viva appena adesso... a dire il vero pensavo di venirti a salutare in
camerino, alla fine, ma sai com’è? Una cosa e l’altra, poi non ce la fai...
Ascolta: ma sei un tesoro, sì, giuro! Sei veramente un amore! Lo spettacolo in
sé è delizioso, devo dire... ma tu! Cielo! Ma perché non me l’hai detto prima
che sei così brava? A dire il vero me l’avevano detto... sì, qualcuno mi aveva
proprio detto: “Guarda che la Patti farà strada. E’ bravissima.” Io pensavo,
così, insomma... sai, la gente dice tante cose... i gusti del pubblico alle
volte sono indecifrabili... e invece, devo riconoscere che... ma tu guarda!
Ascolta: beh, devo dire che lo spettacolo era onesto, intenso, anche, in certi
punti... sì... sul serio, onesto e intenso! Quando ti ho vista sul palco, mi è
venuto in mente... sì, ho pensato che, proprio, io e te siamo della stessa
pasta... eh, già! Siamo uguali: tutte e due scaviamo nel profondo di noi
stesse... e i nostri personaggi ci guadagnano... uh! Se ci guadagnano... guai
se non fossimo così, saremmo morte, stritolate dalla routine e di conseguenza inespressive,
già... No, ma poi tu sei un genio. Un vero genio, sai, devo dire la verità.
Io? Beh, ho appena terminato questo laboratorio con Eugenio... sì, Barba. Come
chi è? Eugenio Barba, certo... chi, se no? Bene, è stato qualcosa di
folgorante. Uh! Mi ha letteralmente aperto la mente, ora per me il teatro è
un’esperienza cosmica... sì, non ho più tutte quelle chiusure di prima, no!
Ora... sono aperta ad ogni tipo di esperienza, per i miei personaggi... come
posso dirti? Un misto del metodo Stanislavskij e le pratiche dell’amore
tantrico... esaltante! Ed ora sono proprio aperta, sì... ho tutti i chakra
spalancati, sono recettiva alla massima potenza ma pure fattiva, operante...
eh... tutto, tutto, fantastico, guarda. Peccato che te lo sei perso, questo laboratorio...
d’altra parte c’era lo spettacolo, come facevi?
Ascolta, cara: volevo chiederti... beh, adesso per esempio sono che faccio
delle serate con questo mio amico musicista. Lui mi accompagna ora con il sax
ora con altri strumenti, alcuni anche strani, che ha costruito lui...
efficaci... dovresti vederli... e sentirli, anche. Io leggo cose o declamo, a
seconda del tipo di serata che vogliamo tirar sù... per esempio, la settimana
scorsa, siamo stati ai macelli generali e abbiamo preso tutte le interiora che
potevamo... porco, bue, bestie così... poi abbiamo riempito tanti sacchetti con
questa roba e con tanto sangue, anche. Poi, senti questa che è uno spasso, ce
li siamo sistemati sotto ai vestiti e nel bel mezzo della performance, ci siamo
infilati delle enormi forbici in pancia, proprio davanti al pubblico! Bluah!
Tutti a vomitare nel vedere noi con le budella di fuori, la gente delirava dal
compiacimento! Come che schifo? Una goduria! Cazzo, poi però sono scivolata su
tutto questo sangue e ho dovuto farmi dare due punti in fronte... la vita che
imita l’arte, ma ci pensi?
Poi c’è un altro numero che facciamo, stai a sentire: io prendo un teschio e lo
ricopro di formaggio, tanto che sembri carne umana. Poi me lo appendo sulla
schiena con tutto un sistema di molle e bastoncini. Poi saltello avanti e
indietro per il palcoscenico, mentre il mio amico ci dà dentro a tutto volume
con musica tecno e registrazioni di incidenti stradali... a tutto volume! Che
goduria! Io intanto faccio battere i denti al teschio dietro la schiena,
muovendo il bastoncino nascosto sotto la giacca. E’ grandioso! Tu pensa
all’effetto: faccio così e cadono brandelli di carne tutt’in torno! Intendo
dire, di formaggio... ma che sembra proprio carne vera... ‘Ste cose dovrei
proprio farle in teatri più grandi... tu che ne pensi? Ti dirò in tutta
sincerità che mi sento frustrata. Continuo a invitare alle mie serate
giornalisti e critici, ma loro non vengono perché recito in questi teatrini di
merda... e senza critiche è difficile pure riuscire a fare qualche tournée...
Senti, cara, volevo chiederti... è che per combinazione mi trovo qui tra le
mani un paio di video dei miei spettacoli... Maurizio forse vorrebbe vederli,
che ne so? Come chi è? Maurizio, sì, il tuo agente... quello a cui devi il tuo
successo, è chiaro... si sa che è lui che ti ha dato la spinta giusta... l’idea
di mandarti al Grande Fratello è stata sua, giusto? Mi chiedevo, tesoro, forse
sia a te che a Maurizio può interessare un numero nuovo in sinergia con queste
mie performaces, uniche nel loro genere. Magari passo da te e ne parliamo con
più calma, che ne dici?
Come? Beh, adesso non fare la bastarda! Sì, capisco che devi andare, anch’io
devo andare, ma che c’entra? Ho cercato di avere un po’ di tempo libero per
parlare con te, da buone amiche, anche se è passato del tempo dall’ultima volta
che ci siamo viste, io ti ho sempre considerata una mia cara amica, direi la
migliore amica... Solo per il fatto che il tuo nome compare sui giornali e
lavori alla grande, non vuol dire che ti devi scordare delle amicizie!
Allora, quando passo da te con i miei video? Oppure... noi andiamo in scena la
settimana prossima, forse preferisci vedermi dal vivo? Dài, ti metto in lista,
due biglietti: uno te e uno il tuo agente. Guarda che ci conto, te li mando a
casa assieme agli inviti, le brochoures e tutto il resto...
A proposito, mi ha appena telefonato Claudia Koll e mi ha detto che forse viene
anche lei. Ho scritto due righe alla Proclemer, così se viene a vedermi ci
ritroviamo tutte assieme e te la presento, magari ti introduce nel suo giro,
chissà... Che ne pensi? Tesoro... sì, anch’io ti saluto... adesso chiudo, va
bene, non ti agitare... cazzo, mi diventi anche isterica! Un’ultima cosa, dài:
se hai bisogno di me, chiamami a qualsiasi ora, non ti fare scrupolo. Okkey?
Okkey! Grazie, ci vediamo... ciao! Ciao! Ciao!
Merda... che stronza!