Tempo in prestito

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TEMPO IN PRESTITO

Titolo originale: On borrowed time

Spettacolo di nove quadri in due parti

di PAUL OSBORN

Versione italiana di Gigi Cane

PERSONAGGI

(nell'ordine di entrata in scena)

PUD

GIULIANO NORTHRUP (GRAMPS)

NELLIE (GRANNY)

IL SIGNOR BRINK

MARCIA GILES

DEMETRIA RIFFLE

UN RAGAZZO

UN OPERAIO

IL DOTTOR EVANS

IL SIGNOR PILBEAM

IL SIGNOR GRIMES

LO SCERIFFO BURLINGHAME


Commedia formattata da


PARTE PRIMA

QUADRO PRIMO

L'atrio-veranda della casetta di Giuliano e Nellie Northrup, in una cittadina della provincia america­na. Nel mezzo un tavolo rotondo e due poltroncine. Uno scrittoio di foggia antiquata, addossato alla parete di destra, presso una porta. Sulla parete di sinistra, accanto ad una bassa credenza, si apre una seconda porta. Due scalini di legno scendono dall'atrio su uno spiazzo erboso, recinto da una siepe, dove sorge un vecchio melo che, diramandosi, sfiora i montanti della costruzione.

(Un tardo pomeriggio d'estate. All'alzarsi del si­pario, Gramps, seduto su una poltroncina a destra del tavolo centrale, sta incidendo delle cifre su un orologio. Pud sogguarda dalla porta di destra).

Pud                               - (dirigendosi al tavolo cui è seduto Gramps) Ci potresti scrivere su Pud, dopo.

Gramps                         - Già. Anche mangiamele ci potrei scri­vere su, ma non credo che ce lo scriverò.

Pud                               - Che cos'è un mangiamele?

Gramps                         - Mangiamele è un uccello.

Pud                               - E' quella cosa che tu chiami gli uccelli?

Gramps                         - Proprio quella. (Pausa).

Pud                               - Se l'orologio fosse dell'uccello, ci scrive­resti su mangiamele?

Gramps                         - Gli uccelli non hanno orologi.

 Pud                              - Ma se quell'uccello ce l'avesse ci scrive­resti su mangiamele, Gramps?

Gramps                         - Bisognerebbe vedere.

Pud                               - Perché mangiamele è quella cosa che tu chiami gli uccelli, vero Gramps? (Si siede a sini­stra del tavolo centrale).

Gramps                         - Certo, topolino. (Continua a lavorare all'orologio).

Pud                               - Qual'è quella cosa che chiami me, Gramps?

Gramps                         - Eh? Oh, te ti chiamo un po' tutte le cose: topolino, ranocchio...

Pud                               - No, no. Proprio il nome che dici a me.

Gramps                         - Oh, Pud vuoi dire. Pud. Perché somi­gli proprio ad una focaceetta. Pud.

Pud                               - E' questa la cosa che mi chiami, vero Gramps?

Gramps                         - Sicuro, ti chiamo proprio questa cosa, topolino.

Pud                               - Allora, se l'orologio è mio e tu mi 'chiami Pud, ci dovresti scrivere su Pud. Se il mangiamele avesse un orologio...

Gramps                         - Là, là, là. Ho detto che non avrei scrit­to Pud su quest'orologio.

Pud                               - Ma io mi chiamo Pud.

Gramps                         - Tu ti chiami John Gìlford Northrup. Ed è proprio il nome che sto scrivendo su questo orologio. John Gilford Northrup.

Pud                               - Pud mi piace di più.

Gramps                         - Pud è troppo accomodante. Pud. John Gilford Northrup. E non te lo dimenticare. (Pud va alla credenza. Pausa. Gramps continua a lavo­rare. Pud s'avvicina allo scrittoio).

Pud                               - E mamma dov'è andata oggi, Gramps?

Gramps                         - E' andata con papà.

Pud                               - Dov'è andato papà?

Gramps                         - E' andato a Gainesville per una visita.

Pud                               - C'è qualcuno malato?

Gramps                         - C'è sempre qualcuno malato, topolino. (Pausa).

Pud                               - Anch'io farò il dottore quando sarò grande.

Gramps                         - Sicuro che farai il dottore. Diventerai un dottore bravo come papà.

Pud                               - Forse più bravo ancora. (S'avvicina a Gramps).

Gramps                         - E' molto difficile diventare più bravo di .papà. Papà è un dottore in gamba.

Pud                               - Che cos'è un dottore in gamba? (Si cir­conda il collo col oraccio sinistro dì Gramps) Che cos'è un dottore in gamba, Gramps?

Gramps                         - Bè, è un dottore in gamba. Già. Bene, come ti sembra che sia venuto? (Pud guarda l'oro­logio).

Pud                               - Sembra che sia venuto quasi bene.

Gramps                         - Come sarebbe a dire, « sembra che sia venuto quasi bene » ?

Pud                               - (si appoggia al bracciolo della poltrona) La lettera G che hai scritto somiglia piuttosto ad una lettera C, ecco.

Gramps                         - Davvero? Fammi un po' vedere. (Prende l'orologio).

Pud                               - Io mi chiamo John Gilford Northrup. Non John Cilford Northrup.

Gramps                         - Lo so, piccolo, lo so. Bene, Credo che basterà allungare un pochino la coda di questa G. Sicuro, credo che basterà allungarle la coda. Gra­zie della correzione, ranocchio.

Pud'                               - Di niente, Gramps. (Va allo scaffale e vi posa dei sassolini) Uno di questi giorni faremo be­ne ad andare al Milbaur Park, Gramps. Abbiamo bisogno di altre pietre per la nostra collezione.

Gramps                         - (cercando in tasca) Oh, guarda, qui c'è un osso che ho trovato davanti al macellaio. (Pud si avvicina al tavolo).

Pud                               - E' l'osso di un uomo, Gramps?

Gramps                         - (porgendoglielo) Può darsi.

Pud                               - Mi sembra proprio l'osso di un uomo, Gramps.

Gramps                         - Può darsi che lo sia.

Pud                               - E' un gran bell'esemplare, ad ogni modo, Gramps. (Prende l'osso e va a posarlo sullo scaf­fale da cui torna con una rana che porta a vedere a Gramps) Mi pare che questa rana stia diventando vecchia, Gramps.

Gramps                         - Già. Ho paura che dovremo buttar­la via.

~Pud                             - Però, Gramps, è anche un bell'esemplare. (Va allo scaffale e vi si ferma).

Gramps                         - Ne troveremo un altro.

Pud                               - (cantando, all'improvviso) Zia Demetria è un formicone. Zia Demetria è un formicone.

Gramps                         - Cosa, cosa? E questa dove l'hai sen­tita?

Pud                               - Hai detto tu a Granny che lo era.

Gramps                         - Già. Ma non sta bene dire che la zia Demetria è un formicone.

Pud                               - (riavvicinandosi a Gramps) Ma se l'hai detto tu che era un formicone.

Gramps                         - E' un formicone. E' il più grosso formicone che io abbia mai visto. Sai che cosa è un formicone, topolino?

Pud                               - No.

Gramps                         - E' un insetto. Formicone è uno degli insetti più avari ed ingordi che ci siano al mondo. E tua zia Demetria è un formicone. Ma è bene che tu non lo dica. A Granny non piace sentirlo dire. (Pud s'arrampica sulle ginocchia dì Gramps).

Pud                               - Ma perché zia Demetria è così avara ed ingorda?

Gramps                         - Perché è nata così.

Pud                               - E perché è nata così?

Gramps                         - Ecco, adesso ti spiego. Quell'altro tuo nonno Gramps...

Pud                               - Quale, Gramps?

Gramps                         - Dico che quand'era vivo l'altro Gramps...

Pud                               - Quale altro Gramps?

Gramps                         - Il papà di mammina. Ma, figliolo, non sapevi di avere un altro Gramps? Tutti abbia­mo due Gramps.

Pud                               - (lacrimosamente) Ma io non voglio avere nessun altro Gramps, Gramps. Hai avuto un altro Pud, tu?

Gramps                         - No, piccolo, non ne ho mai avuto un altro. Tu sei l'unico Pud che io abbia mai avuto.

Pud                               - (battendo sul tavolo) E allora anche tu sei il solo Gramps che io abbia mai avuto.

Gramps                         - Come vuoi tu, piccolo, come vuoi tu. Quell'altro signore lo chiameremo soltanto nonno. Va bene così?

Pud                               - Così mi pare che vada bene, Gramps.

Gramps                         - E allora andiamo avanti. Questo tuo nonno, dunque, ebbe tanti e tanti bambini. Il primo di questi bambini fu proprio zia Demetria. Tuo nonno, allora, era un giovanotto che aveva poca esperienza e forse non faceva tanto buon uso della sua giovinezza. Faceva le cose un po' alla leggera, ecco. Poi continuò ad avere altri bam­bini, e così diventò pratico finché, per ultima, gli giunse la tua mammina. E ormai era così pratico che, effettivamente, la tua mammina fu un capo­lavoro. Sicuro, fu proprio una cosa perfetta.

Pud                               - (saltando a terra) Però, zia Demetria gli è venuta un bel pasticcio.

Gramps                         - Esattamente come ho cercato di spie­garti, piccolo.

Granny                          - (fuori scena) Giuliano!

Gramps                         - Oh, all'inferno! (Tira fuori di tasca una fiaschetta).

Pud                               - Dov'è l'inferno, Gramps?

Gramps                         - E' dove fioriscono i quadrifogli. (Be­ve una sorsata) Non toccare mai questa fiaschetta, piccolo.

Pud                               - Assaggiare.

Gramps                         - No,

Pud                               - (si fa più vicino a Gramps) Solo un sor-settino...

Gramps                         - Ma è cattivo.

Pud                               - Per piacere, Graanps, per piacere.

Gramps                         - E va bene. Prova. (Pud prende la fia­schetta. Trepestìo a destra. Mentre Pud porta la fiaschetta alla bocca, Granny ricomincia a chiamare. Pud sputa il liquore facendo boccacce).

Granny                          - (fuori scena) Giuliano!

Pud                               - (si pulisce la bocca) Peuh!

Gramps                         - Bè, io te l'avevo detto. (Riprende la fiaschetta).

Pud                               - Ma allora, perché tu lo bevi?

Gramps                         - Ecco. Lo bevo per... perché mi... oh, insomma lo bevo perché la tua Granny si sgola a chiamarmi e alla fine dovrò portarmi a spasso quel maledetto cane puzzolente.

Pud                               - (facendosi addosso a Gramps) A me l'odore di Betty piace.

Gramps                         - Sei fortunato, tu. (Granny entra da sinistra, col cane. Non appena la vede arrivare, Gramps si affretta a nascondere la fiaschetta).

Granny                          - Voi due, quando ve ne state insieme dietro a qualche aggeggio, diventate più sordi di una campana.

Gramps                         - Avevi chiamato, Nellie? Non abbiamo sentito niente.

Granny                          - Non c'è peggior sordo di quello che non vuol sentire.

Gramps                         - Già. E che cosa volevi?

Granny                          - Ho strillato abbastanza forte da sve­gliare un morto. Su, Betty, va col nonnino.

Gramps                         - (prendendo il guinzaglio) Ti sarò grato se vorrai smetterla di imparentarmi a quel­la cagna.

Granny                          - Giuliano! (Accenna a Pud).

Gramps                         - E' quello che è insomma... né più né meno che una cagna.

Pud                               - (cantando e ballando) Cane, cagna o altro sesso, Nessun sa chi sia quel desso.

Granny                          - (guardandolo sbalordita) Sei stato tu!

Gramps                         - No, Nellie, non glie l'ho insegnato io, te lo giuro.

Granny                          - Hai fatto di tuo nipote uno sboccato impudente come te.

Gramps                         - Davvero, Nellie, io non gli ho insegnato niente del genere.

Granny                          - Spero di vivere tanto da vedere quel giorno...

Gramps                         - Su, Petunia, andiamo.

Granny                          - Non si chiama Petunia.

Gramps                         - E' vero. Andiamo, Pisellino.

Pud                               - Vado io, Gramps. (Prende il guinzaglio) Non uscire, oggi: fa troppo caldo per te.

Gramps                         - Credo che tu abbia ragione. Troppo caldo. Grazie, Pud. Su Betty, va con lo zio.

Pud                               - Sono io lo zio?

Gramps                         - (con un'occhiata a Granny) Sembra di sì. (Torna a sedersi sulla sua poltrona. Pud esce con il cane).

Granny                          - Ripete tutto, quello che dici e fai tu. Ha la sfortuna di star troppo poco con suo padre. Jim è sempre così occupato. Ti avverto: quel bam­bino crescendo ti assomiglierà in tutto e per tutto. E' proprio questo che vuoi?

Gramps                         - No. Voglio che faccia più strada di quanta ne ho fatta io.

Granny                          - E allora cerca di dargli miglior esem­pio. E' ora che tu la smetta di sparlacciare e di fumare quella tua pipa puzzolente. Non puoi aprire bocca senza sputare fumo e parolacce. Devi cam­biar vita, signor Norbhrup, altrimenti tornerò a dire a Jim e a Susan di mandare Pud in collegio.

Gramps                         - Mandare Pud in collegio? Alla sua età?

Granny                          - Starà sempre meglio che vicino a te.

Gramps                         - Ma nessun collegio vorrà prenderlo. E' troppo piccino.

Granny                          - Lo prenderanno, sta tranquillo. Demetria sa di una scuola che...

Gramps                         - Demetria. Perdio, me lo sarei dovuto immaginare subito che qui sotto c'era Demetria. (Gmnny lo guarda) Brutto spaventapasseri.

Granny                          - Demetria è una ragazza educata, di ottimi sentimenti cristiani. Non mi piace che si parli male di lei.

Gramps                         - Dico soltanto che è uno spaventapas­seri.

Granny                          - Nient'affatto.

Gramps                         - Oh, Nellie, non riesco a capire perché ti ostini a difendere Demetria. E' uno spaventa­passeri, e tu lo sai bene.

Granny                          - Demmie può avere i suoi difetti, ma è una donna che ha il timore di Dio. E' lei che ha detto a Susan che tu sei la rovina di Pud, e s'è anche data da fare finché ha trovato un ottimo collegio diretto da una buona signora della Chiesa battistica.

Gramps                         - Signora della Chiesa battistica? Perdio, Pud non metterà piede in nessun collegio diretto da nessuna buona signora della Chiesa battistica.

Granny                          - E allora dovrai deciderti a cambiare' le tue maniere, Giuliano Norbhrup. (Gramps le si avvicina) Dai cattivo esempio al bambino, ed è ora di farla finita. E' proprio ora. (Gramps le bat­te dolcemente su una spalla. Granny si dirige alla porta di destra. Pausa. Guarda Gramps) Che cosa è uno spaventapasseri, Giuliano?

Gramps                         - E' esattamente uno spaventapasseri.

Granny                          - Sì. Ma vuol dire qualcosa, come espressione.

Gramps                         - No. Non vuol dire niente. Adamo vide un cane che somigliava a un cane e lo chiamò cane. Io ho visto Demetria che somigliava ad uno spaventapasseri e l'ho chiamata spaventapasseri. Così adesso è uno spaventapasseri. (Pausa).

Granny                          - Proprio caldo, oggi, non ti pare?

Gramps                         - Già. Più caldo di un visone in amore.

Granny                          - Non sono pratica di visoni. (Gramps ride. Pausa) Sta a vedere che farà un altro tempo­rale. Spero che non guasti la giornata a Susan. Va così poco fuori con Jim.

Gramps                         - (andando alta finestra) Perché è uscita, oggi?

Granny                          - Per poter stare un poco con lui.

Gramps                         - (canticchiando) E così la sua compagna Fu bloccata su in montagna Fu bloccata su in montagna Tutta notte la compagna.

Granny                          - Giuliano, non mi sento tanto bene. Credo sia meglio che mi vada a buttare un po' di sopra. (Esce. Gramps va alla porta di sinistra).

Gramps                         - Certo, Nellie, certo. Verrò anch'io, appena sia tornato Pud. Sono parecchio stanco, oggi. (S'avvicina allo scaffale a destra. Riprende a canticchiare)Vita allegra e spensierata Nient'affatto ritirata

(Torna alla poltrona, ansimando come colto da malore. Da destra compare Brìnk che sì ferma sulla porta. Gramps si siede, e china il capo, come dormisse. Brink comincia a parlare).

Brìnk                             - Il signor Giuliano Northrup, se non sbaglio.

Gramps                         - Cosa succede? Non vi avevo sentito entrare.

Brink                             - Molti non mi sentono, così di primo acchito.

Gramps                         - Come diavolo potevo sentirvi, se mi ero addormentato?

Brink                             - Siete proprio certo che dormivate?

Gramps                         - Mi è capitato così, all'improvviso. Mi sono sentito mortalmente stanco, d'un tratto. Ma voi chi siete, cosa volete?

Brink                             - Vi chiedo di venire con me.

Gramps                         - E dove andate, voi?

Brink                             - Dove fioriscono i quadrifogli.

Gramps                         - Dove fìoris... L'ho detto io, questo, poco fa. L'ho inventato io. Sono quelle cose che sì dicono ai bambini. Io non sono un bambino.

Brink                             - Non siete un bambino?

Gramps                         - No, non lo sono. Dico, giovanotto, si può sapere chi diavolo siete esattamente?

Brink                             - Chiamatemi pure signor Brink.

Gramps                         - Bene, signor Brink, statemi a sentire: non mi piacete proprio per niente. Non verrei con voi neanche a vedere la regina di Saba. Meglio che c'intendiamo su questo punto.

Brink                             - Sono dolente.

Gramps                         - Non mi piace come siete entrato in casa mia. Non mi piace come parlate.

Brink                             - Temo che dovrete prendermi così come sono.

Gramps                         - Oh, voi temete... (Si alza, gli ripren­de l'ansito affannoso, si siede di nuovo) Bene, tan­to di guadagnato per voi... se ve ne andrete... fuori di qui... alla svel...

Brink                             - Vedete. E' proprio ora che veniate con me.

Gramps                         - (Nota: Gramps non guaréa mai diret­tamente Brink) No... no... Non ci vengo. Io devo stare proprio qui. Sto aspettando Pud. E voi andate fuori dai piedi. (Si alza voltando le spalle a Brink) Fuori da questa casa di mio figlio. Via! (Brink esce silenziosamente senza che Gramps se ne accorga).

Granny                          - (fuori scena) Giuliano!

Gramps                         - Fuori... (Si rende conto che Brink è scomparso e resta confuso) Bè, sarà... (Torna a sedersi).

Granny                          - (rientrando da sinistra) Perché vo­ciavi a quel modo?

Gramps                         - Ecco... s'è presentato qui un brutto individuo.

Granny                          - E dov'è?

Gramps                         - Adesso se n'è andato.

Granny                          - Che cosa voleva?

Gramps                         - Non ho capito precisamente, Nel­lie, io...

Granny                          - Tu faresti meglio ad uscire da questa stanza che sembra un forno. (Esce da sinistra).

Gramps                         - Sì, credo anch'io che sia meglio.

Pud                               - (rientra. Va al tavolo. A Gramps) Chi era quell'uomo, Gramps?

Gramps                         - L'hai visto anche tu, piccolo?

Pud                               - Sì, che l'ho visto. Ha infilato il viale. Chi era?

Gramps                         - Non so chi era, di preciso.

Pud                               - E che cosa voleva?

Gramps                         - Voleva che andassi con lui.

Pud                               - Dove?

Gramps                         - Dove fioriscono i quadrifogli.

Pud                               - Oh! All'Inferno, vuoi dire.

Gramps                         - Per Di...ana, piccolo. Credo che sia meglio uscire: questa stanza sembra un forno.

 (Fine del primo quadro - Buio)

QUADRO SECONDO

Un tardo pomeriggio, sette giorni dopo. Pud legge, sdraiato sul pavimento. Gramps scrive. Granny, in poltrona a sinistra, lavora di maglia.

(Entra Marcia. S'avvicina al tavola con un bic­chiere che porge a Granny).

Granny                          - Grazie, Marcia. Lo prenderò poi. (Si asciuga gli occhi con un fazzoletto orlato a lutto).

Marcia                           - Come vi sentite, signora Northrup?

Granny                          - Credo che non mi resti più molto tem­po per preoccuparmi di come mi sento.

Marcia                           - (accarezza lievemente la spalla a Granny. Poi va allo scrittoio, lo apre, vi prende una boc­cetta d'inchiostro che porta sul tavolo al centro) Oh, avete ancora tanti anni da vivere, signora Northrup.

Granny                          - Tu sai come desidero questi anni...

Gramps                         - Ecco. Chissà dove diavolo si potrebbe trovare dell'altro inchiostro.

Marcia                           - Eccolo.

Gramps                         - Oh, grazie, Marcy. Mi domando co­me facevamo a metter le mani sulla roba prima che arrivassi tu. (Marcia apre la boccetta dell'in­chiostro. Pausa. Gramps riprende a scrivere. Granny torna alla sua maglia).

Pud                               - (improvvisamente) Granny, perché i morti si mettono nella bara?

Granny                          - Oh, Pud. (Nasconde il viso fra le ma­ni e scoppia in pianto).

Gramps                         - Su, su, Nellie. (Si alza e le si avvi­cina) Tu, topolino, non devi parlar più di queste cose.

Pud                               - Ma perché ce li mettono, Gramps?

Marcia                           - (chinandosi su di lui) Perché così si dimostra di volergli bene. Su ora, Pud, continua a leggere il tuo libro. (Va a chiudere lo scrittoio, poi esce a sinistra. Pud è assorto).

Gramps                         - Va tutto bene, Nellie, molto bene.

Granny                          - (guardandolo) Non so, Giuliano, mi sento così stanca.

Gramps                         - Bè, si capisce. Ma ora va meglio, mol­to meglio, Nellie. (Le dà un bacio in fronte, poi tor­na alla sua sedia).

Pud                               - Si sta bene nella bara?

Gramps                         - Sì, piccolo, si sta molto bene nella bara.

Pud                               - Bene come nel mio letto?

Gramps                         - Certo, certo. Si capisce che si sta bene. Proprio come nel tuo letto. (Accennando al libro sul pavimento) Ma ora continua a leggere quel tuo dannatissimo libro. (Pausa).

Granny                          - Si sta molto bene nella bara, Pud.

Pud                               - (alzandosi di scatto) Mammina e papà sono nella bara. Li hanno messi nella terra, come qui. (Si inginocchia, ripetendo) Potete calare, ades­so. Noi, o Signore, confidiamo nella Vostra bontà.

Gramps                         - (vagendosi bruscamente) Non parlare così, Pud, non parlare così, ti dico.

Granny                          - Non fa niente, Giuliano1. (Pud si fa vicinissimo a Granny che se lo stringe fra le brac­cia) Sì, tesoro, mammina e papà stanno molto bene.

Pud                               - Mio papà era coraggioso, non è vero?

Granny                          - Sicuro che lo era, caro. Molto corag­gioso.

Pud                               - Ha buttato l'auto fuori della strada perché non voleva andare addosso ad un bambino come me.

Granny                          - Proprio così.

Pud                               - (come ripetendo una lezione) Ma io non devo mai dimenticare che la mia cara mamma e il mio caro papà non ci sono più e che mai, mai più ne avrò degli altri. Io sono un orfano.

Gramps                         - (rapidamente) Ohi ti ha detto questo?

Pud                               - Zia Demetria. (Torna al suo libro sul pavimento).

Gramps                         - (esasperato, volgendosi a Granny) Lo sapevo. Quella maledettissima vecchia...

Granny                          - Giuliano!

Gramps                         - Perché va a dire di queste cose al bambino? Brutta strega d'inferno, se...

Granny                          - Giuliano! Quando la smetterai di parlare in questo modo davanti al...

Gramps                         - Ce n'è abbastanza da far sacramen­tare un prete.

 Pud                              - Quando avrò nove anni potrò sacramen­tare anch'io.

Gramps                         - (minacciandolo col dito) Ah, ah!

Pud                               - (avvicinandoglisi) Ma tu mi hai detto che potevo, Gramps. (Gramps gli accenna ener­gicamente di tornare al libro. Pud si siede in terra. Gramps fra sé, riferendosi alla lettera che stava scrivendo: « Be', mi pare che possa andare », o qualcosa del genere).

Granny                          - (in collera) C'era bisogno di dire al bambino che poteva... che poteva... (Pud torna a sdraiarsi sul pavimento. Granny beve. Gramps ri­prende a scrivere. Pausa) A chi scrivi, Giuliano?

Gramps                         - Al reverendo Murdock. L'ho guardato mentre faceva il discorso al funerale, e mi è sem­brato piuttosto malandato. Suppongo che non gli rendano le spese, gli uffici funebri. (Continua a scrivere. Pausa),

Granny                          - Perché gli scrivi?

Gramps                         - Per dirgli che gli mando un assegno dì cinquanta dollari. (Sì volge a Granny) Questa è una buona azione, no, anche se parlo in quel modo che tu dici.

Granny                          - Pare buone azioni e condurre una vi­ta secondo i principi cristiani sono due cose diffe­renti.

Pud                               - (alzandosi sulle ginocchia, eccitato) Oh, Gramps, se fai una buona azione devi dire un desi­derio e ti sarà esaudito.

Gramps                         - (scrivendo) Che cos'è questa storia?

Pud                               - (ripetendo cosa imparata) « Se fai una buona azione ed esprimi un desiderio sarai esau­dito ».

Gramps                         - Davvero, topolino?

Pud                               - Sul mio libro sta scritto così.

Gramps                         - E allora è così senz'altro.

Pud                               - (eccitatissimo) Dì un desiderio, Gramps, dì un desiderio, dì un desiderio.

Gramps                         - Certo, ranocchietto, ora ne penso uno bello. (Pausa. Si volge a Granny) Senti un po', Nel­lie, come ti pare che ho scritto? « Caro reverendo Murdock, qui accluso troverete un assegno da cin­quanta dollari che vi mando perché mi facciate avere una copia del discorso da voi pronunciato al funerale di mio figlio, dottor James Northrup e di sua moglie Susan. Se per caso non l'aveste già fatto, credo non vi spiacerà scriverne i punti principali che mi sono sembrati molto buoni, ap­propriati e convenienti alla circostanza. Spero che l'accluso assegno basterà a compensarvi in qual­che modo per il disturbo che vi dò. Vostro Giulia­no Northrup ». Cosa dici, credimica che si possa offendere?

Granny                          - Non credo Giuliano.

Gramps                         - (tornando a volgersi allo scrittoio) No. Non ho nessuna intenzione di offendere quel vec­chio porco.

Granny                          - Giuliano!

Gramps                         - Oh, scusa Nellie. Ritiro tutto. Non pensarci più.

Pud                               - (si alza. Pausa) Vado al gabinetto.

Granny                          - Cosa?

Pud                               - Vado al gabinetto.

Granny                          - Ma Pud, non è affatto necessario che tu dica dove vai. Quando hai bisogno di andarci ti alzi piano piano e ci vai.

Gramps                         - Basta dire che vai a darti una sciacquatina alle mani, topolino.

Granny                          - Va pure, Pud. (Pud da sinistra corre di sopra, Granny depone il lavoro che non ripren­derà fino a Quando Demetria non glie lo riporrà in mano) Non è stato un incidente.

Gramps                         - Che cosa?

Granny                          - Non è stato un incidente la morte di Jim e Susan.

Gramps                         - Certo, certo ch'è stato un incidente, Nellie. La loro macchina si è rovesciata.

Granny                          - E' il Signore che ha voluto con sé Jim e Susan, Giuliano.

Gramps                         - Oh, oh. (Torna alla sua lettera).

Granny                          - Come un ammonimento per noi, Giu­liano. Ho inteso la voce del Signore al funerale. Sedevo là, mentre si cantavano gli inni e mi chie­devo perché ci è stata addossata questa croce. Che cosa abbiamo fatto di male? E improvvisamente Iddio mi ha illuminata. Sei tu.

Gramps                         - Io?

Gramps                         - Tu ed io insieme, Giuliano.

Gramps                         - Ma che cosa abbiamo fatto di male, noi due, Nellie? Io non ricordo niente. A meno che non sappia qualcosa tu.

Granny                          - Lo so, Giuliano. Non ho fatto nulla per impedirti di rovinare Pud. Noi non possiamo allevare il bambino, Giuliano, così da soli. Siamo troppo vecchi.

Gramps                         - Cosa? Sicuro che possiamo, Nellie. Allo stesso modo che abbiamo allevato Jim. Io gli insegnerò a sacramentare e tu lo persuaderai a non farlo. Vedrai che verrà su benissimo.

Granny                          - (voltando il viso da lui) Dobbiamo tro­vare qualche altro modo per allevare Pud.

Gramps                         - Per allevare Pud non c'è nessuno al mondo più adatto di noi.

Granny                          - (volgendosi a lui) Giuliano, la voce del Signore ha detto...

Gramps                         - La voce del 'Signore non c'entra per niente. E' la voce di Demetria che ha dotto...

Granny                          - No. Non la voce di Demetria. La voce di Dio.

Gramps                         - La voce di Demetria.

Granny                          - Giuliano Northrup, credo di saper di­stinguere la voce di Dio da quella di Demetria Riffle.

Pud                               - (rientra da sinistra. Si avvicina a Gramps indicando il di dietro dei pantaloncini) Non ho chiuso la porta di dietro.

Gramps                         - (sospingendolo affettuosamente) Va da Granny.

Granny                          - Su, vieni da me, ranocchio, ti aiuterò io. (Gli abbottona i pantaloni) Eccoti abbottonato proprio come si deve. (Fa per dargli un bacio) C'è un bel bacetto per Granny? (Pud si divincola e si allontana) Perché fai così, tesoro?

Pud                               - Perché in questi giorni troppo tante si­gnore hanno voluto baciarmi.

Granny                          - Troppe signore, non troppo-tante.

Pud                               - Troppe signore. Credo che mi piacerebbe non aver più donne intorno per un po' di tempo.

Granny                          - Oh, bene, bene.

Gramps                         - Non è mica bello dire queste cose a Granny. E se qualche volta vuol proprio darti un bacio, devi lasciartelo dare, non ti sembra?

Pud                               - Ma mi bagna tutto, quando mi bacia.

Gramps                         - Be'... non fa niente... (Un ragazzo si fa sotto l'albero e comincia ad arrampicarsi) Ad ogni modo non voglio che impari a fumare e nean­che a dire parolacce e soprattutto (Pud s'avvicina alla porta, Gramps agita l'indice contro di lui), so­prattutto non voglio sentirti sacramentare. (Si vol­ta e dà un'occhiata trionfante a Granny. A questo punto Pud guarda fuori della porta).

Pud                               - Gramps, Gramps, rubano di nuovo le mele.

Gramps                         - Brutto figlio d'una... (Si alza e va alla porta) Dove sono?

Pud                               - Sull'albero.

Gramps                         - (gridando in direzione dell'albero) Ehi tu, sfacciatissimo mangiamele. (Il ragazzo comin­cia a scendere dall'albero) Adesso vengo fuori io e ti concio. Aspetta, aspetta.

Pud                               - Corri, Gramps, sta scendendo.

Gramps                         - Sta fermo là. Voglio darti una stri­gliata che te la ricordi.

Pud                               - Oh, Gramps! Scappa.

Gramps                         - (facendosi più vicino alla finestra) Ehi tu, aspetta... (Il ragazzo salta dall'albero. Esce correndo).

Pud                               - Oh, Gramps, è scappato. Non ti ha aspet­tato.

Gramps                         - (schioccando le dita) Oh, diavolo. (Torna con Pud al centro).

Granny                          - (ride) Eh, eh.

Gramps                         - Giuro che desidero soltanto vedere appiccicato a quell'albero chiunque ci salga su, fino a che non vada a staccarlo io.

Pud                               - Gramps, hai detto il desiderio!

Gramps                         - Cosa?

Pud                               - Il desiderio. Hai detto che desideri vedere appiccicati all'albero tutti quelli che ci salgono su finché non vai tu a staccarli.

Gramps                         - Ne sono felicissimo.

Pud                               - (saltella intorno, eccitato. Corre da Gramps) Bene, scommetto che stavolta prenderemo uno di quei bambini cattivi che salgono sulla nostra pianta e ce lo faremo stare per cento anni. Forse anche per un milione d'anni. Non si sa. (Da destra appare Demetria. Pud s'arresta immediatamente, si fa silenzioso guardando alla porta. Demetria entra, si toglie il cappello, lo appende all'attaccapanni).

Granny                          - (seguendo gli occhi di Pud) Oh, buon­giorno, Demmie.

Gramps                         - Oh, all'inferno!

Granny                          - Vieni, vieni.

Demetria                       - (avvicinandosi a Pud) Povero il mio agnellino, che cosa gli succede? Pensa ancora alla sua mammina e al suo papalino?

Gramps                         - Lascia stare il bambino, per amor di Dio.

Granny                          - Giuliano.

Demetria                       - Bene.

Pud                               - (divincolandosi) Lasciami stare.

Demetria                       - Sì, sì agnellino mio, zia Demetria ti capisce bene. (Spettina affettuosamente i capelli a Pud che li ricompone con espressione di insofferen­za) Devi fare il bravo bambino, piccolo. Il Signore ha voluto prendere...

Gramps                         - Lascia stare il bambino, ho detto. (Si avvicina a Pud).

Demetria                       - Non vorrete negare i conforti cri­stiani a quest'innocente, mentre i suoi genitori non si sono ancora raffreddati nella tomba...

Gramps                         - (abbracciando Pud) Al diavolo te e i tuoi conforti cristiani, vecchia...

Demetria                       - Vieni qui, Pud.

Pud                               - Ti odio!

Gramps                         - Ora sai come stanno le cose.

Demetria                       - Vieni qui da me, Pud!

Gramps                         - Ha tanta voglia di venire con te come di andare all'inferno.

Pud                               - Ho tanta voglia di venire con te come di andare all'inferno.

Demetria                       - (a Granny) Ma senti? Senti? (A Gramps) Un sepolcro imbiancato, ecco che cosa siete.

Gramps                         - Cosa? Un sepolcro imbian... Oh, fem­mina di Babilonia, brutta...

Pud                               - Pormicona!

Gramps                         - (prendendogli la mano) Ben detto, pic­colo. Andiamocene. (Esce con Pud dirigendosi verso l'albero) Non vogliamo aver che fare con certa gente.

Demetria                       - Hai sentito, Nellie?

Granny                          - Non avrei mai creduto di dovere as­sistere ad una cosa simile.

Demetria                       - Hai sentito cosa mi ha detto? Mi ha chiamata...

Granny                          - Lo so, Demmie. Apocalisse, capoverso diciassette, versetto cinque. Non me lo ripetere.

Demetria                       - Certo (si siede), certo io non valgo molto. Può anche darsi che quello che dice di me certa gente sia vero. Ma non credo mi possa accu­sare di essere una di quelle...

Granny                          - Ma si capisce che no, Demmie. Non so Giuliano che cosa avesse per la testa.

Demetria                       - E l'ha detto proprio in presenza di quel povero innocente... Ma, in fondo, non sono affari che mi riguardino.

Granny                          - Invece, sono proprio affari che ti ri­guardano. '

Demetria                       - No. Credo anzi che dopo quello che è successo farò bene a starmene a casa mia. Dopo tutto, qui, non sono che una seccatrice.

Granny                          - Non dire così, Demmie. Li sai che non è vero. Sei una cara, dolce ragazza cristiana, e non è giusto che ti mortifichi così da sola. Sei una delle poche creature che conservino il timor di Dio... Oh! Porse è questo che voleva dire la voce del Signore.

Demetria                       - Che cosa?

Granny                          - Non vorresti prendere Pud con te?

Demetria                       - Che cosa?

Granny                          - E' il figlio di tua sorella. E lo potresti allevare secondo i retti princìpi, come Dio coman­da. Forse questo voleva dire il Signore quando mi ha parlato.

Demetria                       - Ecco, Nellie, ti dirò che avevo già pensato a questa soluzione. Ma non posso mante­nere Pud nell'agiatezza cui è abituato. A meno che Jirn non abbia lasciato un testamento, che so io, delle disposizioni...

Granny                          - Ma c'è il testamento, Demmie. Jim ha fatto testamento.

Demetria                       - (siede) Oh, molto bene, questo sem­plifica le cose. E quanto... cioè l'avvenire del nostro agnellino è?...

Granny                          - E' assicurato, Demmie. Jim gli lascia cinquantamila dollari.

Demetria                       - Cinquantamila... Caro piccolo agnel­lino... Bene, Nellie, credo proprio che tu abbia ra­gione.

Granny                          - Di che?

Demetria                       - Forse è opportuno che io adotti Pud.

Granny                          - Vorresti adottare Pud?

Demetria                       - Voglio dire che se possiede cin­quantamila dollari lo potrò mantenere in quella agiatezza cui è abituato.

Granny                          - Già, ma tu parli d'adottarlo... io non intendevo questo... non si tratta d'adottare Pud. Pensavo soltanto di farlo stare un po' con te; magari Giuliano sarebbe venuto a prenderlo il pomeriggio, così... Ma credo che non si possa, Demmie... Voglio dire, forse è meglio che Giuliano ed io...

Demetria                       - Ho capito. Vuoi dire che hai deciso di permettere a Giuliano di tirar su Pud come un miscredente.

Granny                          - Oh, Demmie, non so più che cosa fare. Sono così stanca!

Marcia ----------------- - (entrando con un bicchier d'acqua che depone sul tavolo) L'acqua minerale, signora Northrup.

Granny                          - Grazie, Marcia. Sì. Sento che il mio stomaco non è ancora a posto.

Marcia                           - Buongiorno, signorina Riffle.

Demetria                       - (freddamente) Buongiorno. (Mar­cita esce confusa. Demetria si appoggia al tavolo) Non mi dirai che vi siete presi in casa Marcia Giles. (Marcia dalla cucina attraversa la veranda ed esce dalla porta di destra).

Granny                          - E' venuta ad aiutarci dopo la disgra­zia. Perché? E' una brava ragazza, no?

Demetria                       - (chinandosi verso Granny) Sì? Lei e quel giovanotto, Bill Murdock, il figlio del reve­rendo Murdock...

Granny                          - Sì, Demmie, ho capito chi è... e che cosa c'entra?

Demetria                       - Vanno in giro insieme. E' una sfac­ciata, se vuoi saperlo. (Entra Gramps con una rana morta su un ramoscello) E tu permetti che una donna di quella fatta, viva nella stessa casa con Pud? Nellie Northrup!

Granny                          - Ma io non ne sapevo niente, Demmie.

Demetria                       - Costava tanto poco domandarmelo.

Gramps                         - (si avvicina a Demetria, le fa vedere la rana, poi si scosta fermandosi) Rana morta. Nuo­va marca. Splendido esemplare. Pud l'ha trovata proprio adesso.

Demetria                       - Stomachevole!

Gramps                         - Oh, non fare quella faccia. Demmie. Metteremo anche te su un letto di ramoscelli, vi­cino1 alla rana, uno di questi giorni.

Granny                          - Giuliano! (Prende un libro dallo scrit­toio).

Gramps                         - Veloce, Nellie! Pud mi sta aspettando sotto il granaio. Ha trovato un altro fungo. (Sfoglia il libro) Credo che stavolta si tratti di un « Pleauro-tus Ostreatus ».

Granny                          - Giuliano, sta attento. Potrebbe essere velenoso.

Gramps                         - (avvicinandosi alla porta, sempre sfo­gliando il libro) Be', è appunto quel che sto cercando di vedere.

Demetria                       - (sottovoce a Granny) Marcia!

Granny                          - Un momento, Giuliano...

Gramps                         - (volgendosi verso di lei) Che c'è, Nel­lie?

Granny                          - Si tratta di Marcia. Temo che dovre­mo mandarla via. Sembra che si faccia vedere in giro col giovane Bill Murdock.

Gramps                         - Bill Murdock? Bene. Simpatico ragaz­zo, Bill.

Demetria                       - Sareste tanto incosciente da tenervi in casa una ragazza di quel genere?

Gramps                         - Come sarebbe a dire? Che genere di ragazza?

Demetria                       - Ecco, né più né meno che una vol-garissima...

Gramps                         - Sei una bugiarda.

Granny                          - Giuliano, non parlare così a Demmie. Non sappiamo niente, noi, di Marcia.

 Gramps                        - So tutto, di Marcia, io. Mi sono ac­corto che era una brava ragazza dal primo mo­mento che l'ho vista.

Granny                          - Ma Demetria sa che cosa si dice.

Gramps                         - (a Demetria) Che cosa sai tu? Su, rac­contalo a me quello che sai.

Demetria                       - Benissimo. Li ho visti io, nel parco.

Gramps                         - E che cosa facevano, nel parco?

Demetria                       - Si baciavano!, e come non ho mai visto nessuno baciarsi. In un modo, vi dico, da far ribollire il sangue. Se fanno- così in pubblico, do­mando io, che cosa faranno mai quando sono soli?

Granny                          - Be', Demmie, può darsi che continui­no a baciarsi.

Gramps                         - Dio... Roba da far impazzire. Giuro che ci manca soltanto un fottutissimo pelo 'Per farmi uscir matto.

Granny                          - Giuliano Northrup, devi assolutamen­te smetterla di bestemmiare. Devi smetterla una volta per tutte.

Gramps                         - Nellie, se dai retta ancora un solo minuto a questa strega, penserò che sei diventata scema.

Granny                          - (minacciando Gramps con l'indice) Non dirmi scema, Giuliano Northrup, non dirmi scema. (Si abbandona sulla poltrona. Demetria si china su di lei).

Gramps                         - (a gran voce) Mi hai deluso, Nellie, mi hai deluso completamente.

Granny                          - Oh, caro! Oh, caro!

Demetria                       - Su, su. Colpa mia che ti ho stan­cata. Non avrei dovuto dirti di Marcia. Tutta col­ pa mia. ,

Granny                          - Ma no, Demmie. Hai fatto benissimo, benissimo.

Gramps                         - (esce e va a sedersi nelVatrio) Vec­chia strega maledetta. Sempre colpa sua se litigo con Nellie.

Granny                          - Non può dirmi scema, Demmie. Non può dire che l'ho deluso.

Demetria                       - Non è il caso di prenderla così, Nellie. (Le porge il lavoro a maglia) Su, ora, ecco qua il tuo lavorino. Parlerai a Marcia?

Granny                          - Ma, non so. Tu l'hai soltanto visti che si baciavano...

Demetria                       - Nellie!

Granny                          - Sta bene, Demmie. Chiamala. Dille che mi porti un tazza di tè.

Demetria                       - (esce a sinistra).

Marcia                           - (si avvicina a Gramps, da destra) Si­gnor Northrup, Pud sta chiamando.

Gramps                         - Vieni qui. Spiegami un po' che cos'è questa storia che tu baci gli uomini nel parco.

Marcia                           - Ma... io non ho... io non ho baciato gli uomini nel parco. Ho baciato solo un uomo nel parco.

Gramps                         - E perché l'hai baciato proprio nel parco?

Marcia                           - (quasi piangendo) Ecco, eravamo nel parco, e...

Gramps                         - Be', quest'altra volta che vuoi baciarlo, portatelo qui.

Marcia                           - Co... cosa?

Gramps                         - Ti ho detto di portarti qui Bill Murdock e di baciartelo a comodo tuo. Credo che ci si baci troppo poco in questa casa. Come diavolo farà Pud a imparare a baciare se non ha mai occasione di vedere nessuno?

Marcia                           - Oh, signor Northrup. (Getta le brac­cia al collo dì Gramps e comincia a piangere).

Gramps                         - (dolcemente) Su, su Marcia. Sei pro­prio innamorata di Bill?

Marcia                           - Sì. Oh, sì. E' tutta l'estate che ci di­scorriamo.

Gramps                         - Già. Mi pareva di aver riconosciuto i sintomi.

Marcia                           - Bill ha solo più un anno da fare per diventare avvocato, e poi ci sposeremo. L'anno scorso è stato il primo, a scuola.

Gramps                         - Bene. Va a raccontare tutto questo a Nellie e ogni cosa tornerà a posto. E se la pros­sima volta che sarai con Bill vi accadrà di incon­trare Demetria nel parco, fatti dare un bel bacione alla faccia sua. (Bacia Marcia che poi si allontana a destra) Così.

Demetria                       - (rientrando) Non c'è. Dev'essere uscita. (Va alla porta, a destra. Chiama) Marcia!

Marcia                           - Sì, signorina Riffle.

Demetria                       - La signora Northrup dice di por­tarle una tazza di; tè. E... vuole dirvi qualcosa.

Marcia                           - (guarda Gramps) Va bene, signorina Riffle. (Attraversa l'atrio. Demetria siede a destra con un ricamo).

Gramps                         - (fa cenno a Marcia di avvicinarsi) Devi dire a Nellie che tu e Bill siete fidanzati, e che Bill è stato il primo a scuola, l'anno scorso.

Marcia                           - Sta bene. (Si avvia alla porta di de­stra, per entrare in casa. Si ferma) Signor Nor­thrup.

Gramps                         - Sì?

Marcia                           - Bill è stato soltanto « quasi » il primo, l'anno scorso.

Gramps                         - E allora di' che è stato quasi il primo. Quasi il primo è già molto, perdio. (Marcia va verso il tavolo dì centro. Gramps la guarda, mor­morando fra se) Brava ragazza davvero, Marcia.

Pud                               - (osservando Marcia) Ehi! Mi piacerebbe che Granny facesse sul mio giubbetto due bozze come quelle che Marcia ha lì davanti.

Gramps                         - (volgendosi, a Pud) Cosa? Ah, sei tu. Quelle non sono cose per te, giovanotto. Non c'en­trano niente con le maglie di Granny. (Si allon­tana con Pud, a destra).

Granny                          - Oh, ma non mi va di far questo. Ha tanto bisogno di quattrini.

Demetria                       - Ci sono cose più importanti dei quat­trini, Nellie.

Granny                          - Be', forse hai ragione. E anche que­sto è fatto. Li avevo cominciati per Jim e ora li finisco per Giuliano. Credo che farò un sonnellino, dopo il tè.

Demetria                       - Ti farà bene certamente, Nellie.

Granny                          - Mi sento stranamente in pace. (Pau­sa) Lui non dà mica importanza a quello che dice. E' soltanto un omaccione sboccato, ecco.

Demetria                       - Chi, Giuliano?

Granny                          - E non è neanche uno che bestemmi. Non proprio. Non ha mai dileggiato davvero la re­ligione. Soltanto non glie ne importa niente.

Demetria                       - Come peccato è quasi lo stesso. (Guarda Granny che sta assopendosi) Nellie cara, non credi che farei bene a cominciare a mettere insieme la roba di Pud?

Granny                          - (come in sogno) La roba di Pud?

Demetria                       - Sì. Domani mattina voglio andare dal signor Pilbeam a farmi preparare i documenti e poi te li porterò per la firma. Sai, il testamento, la domanda di adozione, e tutto...

Granny                          - (con un sussulto) Oh, Demmie, inten­diamoci. Non ti ho affatto promesso il mio con­senso per l'adozione di Pud. Mi sembra che tu vo­glia cambiare le carte in tavola. Non mi piace per niente questo modo d'agire, Demmie.

Demetria                       - Nellie Northrup! Cinque minuti fa m'hai detto tu stessa di prendermi Pud!

Granny                          - Ho domandato, così...

Demetria                       - L'hai detto, Nellie. (Da destra s'intravvede un ragazzo che si arrampica sul melo).

Granny                          - Be', se te l'ho detto mi sono sbagliata. Adesso invece dico che non mi place il tuo modo di agire, Demmie... (S'abbandona all'indietro, senza forza) Oh, cara.

Demetria                       - (le si avvicina) Su, su, Nellie, adesso non pensarci più.

Granny                          - Di' a Giuliano di venire qui subito, Demmie. Voglio vederlo.

Demetria                       - (va a destra, depone il ricamo sullo scrittoio. Guarda fuori della porta) Oh, c'è un ragazzo sulla pianta.

Granny                          - Già. Le mele sono mature, ormai.

Demetria                       - Ci vorrebbe una bella lezione per queste canaglie. Portar via così la roba degli altri...

Granny                          - Giuliano non è mai riuscito a pren­dere nessuno. Comincia subito a urlare, così quelli sentono e scappano.

Demetria                       - Ah, sì? Ma lo prenderò io. Brutto ladruncolo...

Granny                          - (a Demetria che sta uscendo) E non dimenticare di dire a Giuliano di venire qui un momento... (Demetria è già fuori, oltre l'atrio, da­vanti all'albero. Granny mormora qualcosa indi­stintamente, tenta di riprendere il lavoro. Sì as­sopisce).

Demetria                       - Vieni giù di là, tu. Ti ho visto.

Un Ragazzo                  - (dall'albero) Non facevo niente. Io sono...

Demetria                       - Sei soltanto un ladro, ecco che cosa sei.

Il Ragazzo                     - Le mele non le ho mica toccate.

Demetria                       - Scendi subito, manigoldo!

Il Ragazzo                     - Non posso.

Demetria                       - Però, salire hai potuto.

Il Ragazzo                     - Sono infilato col didietro dei pan­taloni.

Demetria                       - O scendi immediatamente, o vado a 'chiamare una guardia.

Il Ragazzo                     - (piangendo) Non ho fatto niente. Non avevo ancora cominciato a prendere le mele.

Demetria                       - Scendi ti dico. T'insegnerò io a ru­bare le mele alla gente. (Gramps e Pud sovrag­giungono da destra. Gramps, che ha un bastone in mano, s'avvicina a Demetria. La donna si volge).

Gramps                         - Che cosa stai facendo, tu?

Demetria                       - (giustificandosi) C'è un ragazzo sul­l'albero.

Gramps                         - E che cosa hai detto che volevi inse­gnargli?

Demetria                       - Credevo che m'avreste ringraziato dopo che ho preso il ladro delle vostre mele.

Gramps                         - E come facevi conto d'insegnargli a non rubare?

Demetria                       - (guardando il ragazzo) Gli avrei dato un paio di ceffoni, ecco come avrei fatto.

Gramps                         - Gli avresti dato un paio dì ceffoni. (Agita il bastone) Grazie per avermelo detto, Demmie. Dal momento che di ladri, qui, ce n'è due, voglio cominciare col più vicino. (Fa qualche passo verso Demetria minacciosamente)..

Demetria                       - Non fate l'idiota, Giuliano.

Pud                               - (saltellando soddisfatto) Pestala, Gramps! Pestala sul groppone.

Demetria                       - Cosa!... brutto marmocchio.

Gramps                         - (agitando il bastone) Fuori da casa mia.

Demetria                       - (indietreggia verso la veranda) Ah, è così? Vedremo presto di chi è questa casa, Giu­liano Northrup.

Gramps                         - Vedrai presto come so badare ai fatti miei.

Demetria                       - Nei fatti vostri è facile che inter­venga la legge. (Attraversa la veranda ed esce da sinistra. Gramps getta il bastone).

Gramps                         - (guardando verso l'albero) Come si chiama tuo padre?

Il Ragazzo                     - Jud Martin.

Gramps                         - Perché vieni a rubarmi le mele?

Il Ragazzo                     - Avevo fame.

Gramps                         - Non ti danno da mangiare a casa tua?

Il Ragazzo                     - Sì, signore.

Gramps                         - Allora, avevi soltanto fame di mele.

Il Ragazzo                     - Sì, signore.

Gramps                         - Perché non scendi?

Il Ragazzo                     - Non posso?

Gramps                         - Perché non puoi?

Il Ragazzo                     - Mi si sono attaccati i pantaloni.

Gramps                         - Ti si sono attaccati i pantaloni?

Pud                               - (saltellando, eccitatissimo) Gramps, Gramps! Il desiderio! Non può più scendere.

Gramps                         - Ssst! (Al ragazzo) Su, adesso cerca di liberarti. (Il ragazzo dà una strappata ai pantaloni e vede che non sono più impigliati) E scendi più presto che puoi.

Il Ragazzo                     - (meravigliato) Sì, signore. Scendo subito. I pantaloni non sono più attaccati. (Scende e si ferma davanti a Gramps).

Pud                               - O, Gramps, non avresti dovuto permet­tergli di staccare i pantaloni. Avremmo potuto te­nerlo sul melo per un milione d'anni.

Gramps                         - E ti pare che sarebbe stata una bella cosa, topolino? (Va all'albero, prende due mele, s'avvicina al ragazzo e gliele infila nelle tasche dei pantaloni) Ora t'insegno io a rubare. Qua. Questa altra volta che vuoi mangiarmi le mele, ncn en­trare di nascosto nel cortile. Vieni alla porta, suo­na il campanello e domandamele. Hai capito?

Pud <                            - Non ha capito niente affatto, vedrai. (Salta addosso al ragazzo. Breve lotta. Il ragazzo mette a terra Pud e gli si siede sul petto).

Gramps                         - Piantatela, mocciosi. Pud, lascia stare il ragazzo. (7 due si alzano. Gramps sospinge il ra­gazzo verso la porta) E adesso, fila.

Il Ragazzo                     - Grazie, signor Northrup. (Esce a destra).

Pud                               - Gramps, perché ci hai fatto smettere? Gliele avrei suonate.

Gramps                         - Be', glie le hai quasi suonate. Credo che quelle mele non gli piaceranno più tanto, vi­sto che non è riuscito a rubarle.

Pud                               - (va all'albero) . Spingimi su, Gramps, spingimi. su.

Gramps                         - (dietro a Pud, aiutandolo a salire) Non hai mica bisogno di rubarmi le mele, tu. Oh, bene. Perdio, piccolo, me ne dai del lavoro. Su, eccoti a posto.

Pud                               - (dall'albero, agitando un dito verso Gramps) Bada che adesso non posso più scendere finché tu non mi liberi.

Gramps                         - (ride).

Pud                               - Tu hai desiderato che nessuno potesse scendere finché non volevi tu. Hai desiderato questo.

Gramps                         - Sicuro, topolino. Mi pare proprio di averlo desiderato.

Pud                               - Perciò non posso scendere finché non vuoi tu. Spero che non mi terrai qui sopra troppo tem­po, Gramps.

Gramps                         - Capacissimo di farti star lassù tutta la settimana. Fonrs'anche cent'anni. Dipende da come mi salterà in testa.

Pud                               - Oh no, Gramps.

Gramps                         - Sì. (S'allontana).

Marcia                           - (appare da sinistra con un vassoio che depone sul tavolo dì centro. Chiude la boccetta dell'inchiostro, poi versa il tè) Ho portato il tè, signora Northrup.

Granny                          - (debolmente) Oh, mettilo lì, Marcy.

Marcia                           - (inquieta) C'è qualcosa che non va, signora Northrup?

Granny                          - Qualcosa che non va? No, Marcy, va tutto bene. Soltanto, sono stanca. Non riesco a te­nere gli occhi aperti... Aspetta, mi pare che avevo qualcosa da dirti. Che cos'era?... Be', l'ho dimen­ticato. Si vede che non era niente d'importante. (Pausa) Marcy.

Marcia                           - Sì, signora Northrup. (Le sì avvicina).

Geanny                         - (prendendole una mano) Marcy, sta attenta tu che Giuliano abbia sempre la pipa ca­rica. Ci starai attenta?

Marcia                           - (meravigliata) Sì, signora Northrup.

Geanny                         - Sei una brava figliola, Marcy. Su, ora torna pure alle tue faccende. (Marcia esce da sinistra. Sulla porta di destra appare Brink).

Brink                             - (avvicinandosi a Granny) Non vi pare d'aver lavorato abbastanza?

Granny                          - Sei tu, Giuliano?

Brink                             - No, non è Giuliano.

Granny                          - Chi siete?

Brink                             - Sono il signor Brink. Mi sembrate piuttosto stanca.

Granny                          - Sono stanca davvero, signor Brink.

Brink                             - Lo immaginavo. Bene, ora verrete con me.

Granny                          - (rianimandosi) Venire con voi? Brink? Non conosco nessun Brink... Dite un po' come siete arrivato in questa stanza?

Brink                             - Di solito vado in camera da letto. E' molto più comodo.

Granny                          - Perché è più comodo?

Brink                             - Per venire via con me.

Granny                          - Perché tutti dovrebbero venire in giro con voi?

Brink                             - Be', si usa così.

Granny                          - Oh? Bene, allora prendetevi una se­dia ed aspettate. E non pensate che mi muova prima d'aver finito quest'altro guanto. (Confidenzialmente) Sapete, ho già cominciato a calare.

Brink                             - Sì, vedo.

Granny                          - (ride) Che cosa ne sapete voi dei la­vori a maglia?

Brink                             - Non mi riferivo al guanto. Mi riferivo a voi.

Granny                          - (ride) Ma sono sciocchezze da dire? Non sapete distinguere una signora da un guanto?

Brink                             - (spostandosi a sinistra) Sì, so distin­guere una signora da un guanto.

Granny                          - Non andatevene, adesso. Aspettate lì, tranquillo. Avevo cominciato questa cosetta per mio figlio Jim... (Un istante dì incertezza, poi ac­cenna a finire la frase)... Quando andava a Gaines-ville diceva sempre che niente gli teneva calde le mani come le mie muffole. (Ride) Quella robuccia che si compra in giro nei negozi vale niente. I dottori devono andare fuori con qualunque tempo, capite?

Brink                             - Quest'anno non ne avrà bisogno. (Sor­ride).

Granny                          - (rìde) Cosa ne sapete voi?

Brink                             - Oh, io so molte cose.

Granny                          - E io scommetto che un paio di maliziette sui lavori a maglia ve le potrei sempre in­segnare.

Brink                             - (le si fa più vicino) Ne sono persuaso. Siete pronta, adesso?

Granny                          - (ansante) Aspettate... solo un minu­to... ho quasi finito... (Il respiro le è sempre più affannoso) Là! E' fatto. Non vi sembra che questa striscia di rosso s'intoni perfettamente col grigio?

Brink                             - A meraviglia, mia cara, a meraviglia. (Tende le braccia, immobile, mentre Granny si spegne dolcemente) Venite, ora. (Granny, sorridendo, muore. Brink esce).

Gramps                         - (da destra sì avvicina all'albero sul qua­le Pud è rimasto tranquillamente arrampicato per tutta la scena della morte di Granny) Non è mica escluso che ti lasci là sopra e che me ne vada da solo al Milbaur Park a cercare altri esemplari per la nostra collezione.

Pud                               - (si afferra ad un grosso ramo dell'albero cercando di scendere) E allora scendo, Gramps.

Gramps                         - Non puoi. Sei sotto il mio incante­simo magico. Sicuro, credo proprio che me ne andrò a fare due passi. Ciao, ciao.

Pud                               - Aspettami. Voglio venire con te. (Cerca di scendere. Afferra un grosso ramo sporgente, si sporge, si lascia penzolare) Non mi posso staccare.

Gramps                         - Si capisce che non puoi. Finché non te lo dico io non puoi.

Pud                               - (impaurito) Non posso davvero, Gramps.

Gramps                         - Si capisce che non puoi. Credevi mica di poter rompere il mio incantesimo magico così come niente fosse?

Pud                               - (sempre più inquieto) Fammi scendere, Gramps, fammi scendere. Per piacere. Ho le brac­cia stanche. (Gramps ride) Gramps, Gramps, fam­mi scendere, fammi scendere, Gramps, Gramps.

Gramps                         - E va bene. Scendi, allora. Scendi, ra­nocchio. (Pud salta a terra. Corre da Gramps) Che cosa ti succede, piccolo, che cos'hai visto?

Pud                               - (emozionato) Non potevo più scendere.

Gramps                         - Ma sì, che potevi benissimo.

Pud                               - No. Non potevo, Gramps. Non potevo più aprire le mani.

Gramps                         - Be', mi sembra che stiamo esagerando un pò con questo gioco.

Pud                               - No, Gramps. Prima giocavo, ma poi dav­vero non potevo più aprire le mani. La pianta non mi voleva più lasciar andare. (Dà un'occhiata all'albero).

Gramps                         - Per Dio... mede, quando ti ci metti riesci a far andare il latte alle ginocchia di una statua. Mi vorrai mica dire che credevi davvero che la pianta non ti lasciasse più andare.

Pud                               - Ma sul serio, Gramps, che non mi lascia­va più andare.

Gramps                         - Ma se non c'è pianta al mondo meno adatta di quella a non lasciar andare la gente.

Pud                               - (voltandosi e puntando il dito a Gramps) Non è vero ch'è la meno adatta. Tu hai desi­derato che tenesse attaccati quelli che ci salivano su. (Si avvia con Gramps verso destra).

Marcia                           - (giungendo da sinistra vede Granny, si ferma, capisce quel che è successo. Piangendo) Signor Northrup! (Corre alla porta di destra) Venite presto, signor Northrup, signor Northrup! (Cade alle ginocchia di Granny.

Fine dei secondo quadro. Buio).

QUADRO TERZO

 (Una settimana dopo, all'imbrunire. Gramps, solo, siede sugli scalini dell'atrio. Ha il segno di lutto sulla manica. Dall'interno Marcia si affaccia verso il giardino. Vede Gramps, gli si avvicina).

Marma                           - (continua ad agitare un frullino) Si­gnor Northrup.

Gramps                         - (alza gli occhi) Salve, Marcia.

Marcia                           - La signorina Riffle è stata qui di nuovo.

Gramps                         - E' stata qui?

Marcia                           - Viene tutti i giorni, dopo la disgra­zia. Chiede come state e se ne va.

Gramps                         - Brutta strega. Non vede l'ora di sa­permi morto.

Marcia                           - Oh, signor Northrup, bisogna che vi facciate animo. Se continuate come la settimana scorsa che non avete quasi mandato giù un boc­cole... (Va a fermarsi sugli scalini, accanto a Gramps) Dovete tenervi in forza, signor Northrup.

Gramps                         - Certo, Marcy. Grazie. (Rimane im­mobile).

Marcia                           - Pud è sempre così malinconico.

Gramps                         - Pud?

Marcia                           - Non sembra più quello di prima.

Gramps                         - E perché?

Marcia                           - Se non vede mangiare voi, neanche lui inghiotte niente.

Gramps                         - Come diceva lei. Diceva sempre: « ri­pete tutto quello che fai tu».

Marcia                           - Proprio così.

Gramps                         - (improvvisamente) Se soltanto fossi arrivato in tempo, Marcia.

Marcia                           - (sedendosi alla destra di Gramps) Non ve la prendete così, signor Northrup.

Gramps                         - Ci siamo bisticciati e lei è morta prima che potessi tornare indietro a dirle che mi rincresceva.

Marcia                           - Lei lo sapeva.

Gramps                         - E' morta senza perdonarmi, è morta senza perdonarmi.

Marcia                           - Vi ha perdonato, signor Northrup. Vi avrebbe perdonato qualunque cosa le aveste fatto... Oh, quasi dimenticavo... (Per la porta di sinistra entra nella stanza, l'attraversa, esce. Da destra entra Pud).

Pud                               - Gramps!

Gramps                         - Oh, sei tu, piccolo.

Pud                               - (gli si avvicina) Ti fa niente se mi siedo qui?

Gramps                         - Certo che no, topolino. Perché me lo domandi?

Pud                               - Mi sembrava. (Siede a destra di Gramps).

Gramps                         - La cena è quasi pronta.

Pud                               - Non ho appetito.

Gramps                         - Bisogna mangiare, piccolo. Appetito o non appetito.

Pud                               - Perché?

Gramps                         - Per tenersi in forza. (Abbraccia Pud, improvvisamente) Ci siamo soltanto più tu ed io...  Soltanto tu ed io. Dobbiamo essere incollati insie­me, tu ed io.

Pud                               - Proprio così. Dici maledettamente bene.

Gramps                         - Non dire «maledettamente», piccolo.

Pud                               - Perché no? Tu lo dici sempre?

Gramps                         - Non lo dico più neanch'io. A Granny non piaceva sentirci parlar così. Bisogna che tu ed io dimentichiamo queste brutte parole. ,

Pud                               - Perché poi?

Gramps                         - Perché zia Demetria non potrà più dire che ti dò cattivo esempio, e non saprà che scu­sa prendere per portarti via.

Pud                               - Oh, e noi l'ammazzeremo.

Gramps                         - Perdio, qualche volta vorrei esserne capace davvero.

Pud                               - (eccitato) L'ammazzeremo, l'ammazzere­mo e la metteremo sotto terra. La chiuderemo nella bara, e poi dirò le...

Gramps                         - Sst, piccolo, sst. (Si prende la testa fra le mani).

Pud                               - (lo tocca, inquieto) Che cosa ti succede, Gramps? Sei malato?

Marcia                           - (esce dalla cucina, a sinistra. Attraver­sa la camera di soggiorno, s'avvicina a Gramps, nell'atrio. Ha in mano una pipa).

Gramps -                       - Pensieri, piccolo.

Marcia                           - La pipa, signor Northrup.

Gramps                         - La pipa, Marcia? Grazie, non ho vo­glia di fumare. Credo di avere un po' di irrita­zione in gola. Già. Sarà meglio che non fumi più. A lei non piaceva.

Marcia                           - A lei piaceva, signor Northrup. Lo so io che a lei piaceva.

Gramps                         - No. Nellie diceva ch'è un brutto vizio. Aveva ragione...

Marcia                           - A me ha detto di star attenta che la vostra pipa fosse sempre carica.

Gramps                         - Come? Nellie? Quando?

Marcia                           - Poco prima di morire. (Siede a destra di Gramps) Le avevo portato una tazza di tè, e lei mi prese una mano e disse... aspettate, ricordo le parole precise... mi disse: «Marcy... Marcy, bada che Giuliano abbia sempre la sua pipa carica...».

Gramps                         - Marcy... non me lo dici solo per far­mi piacere?

Marcia                           - No, no signor Northrup. Non farei mai una cosa simile.

Gramps                         - Dammi la pipa. (L'accende lenta­mente).

Pud                               - E' buono, Gramps?

Gramps                         - Più buono di ogni altra cosa al mon­do, ranocchio.

Marcia                           - Vado a finire di preparare la cena. (Esce a sinistra).

Pud                               - Perché ti tremava la mano mentre ac­cendevi la pipa, Gramps?

Gramps                         - Mi tremava la mano? Porse non mi sono tenuto abbastanza in forza. Mi sento come frastornato. (China il capo. Da destra, seminasco­sto tra le fronde del melo, si avvicina Brink. Ve­dendolo, Gramps si passa Pud alla sinistra).

 Brink                            - Buona sera.

Gramps                         - Oh, voi. Che cosa volete?

Brink                             - Voi.

Gramps                         - Possibile che non sia padrone di chiu­dere gli occhi senza che voi saltiate fuori da qual­che parte?

Brink                             - Pensavo che forse vi piacerebbe venire con me, adesso.

Gramps                         - Sentite, signor Brink. Non ho nessu­nissima voglia di venire con voi. Ho voglia di star­mene qui, con questo mio giovanotto. La vostra presenza in questa casa è gradita come quella di una mosca sul dolce.

Brink                             - Le vostre similitudini sono forse un po' rudi, ma il loro significato è inequivocabile.

Gramps                         - (si volge a Pud, ridendo) Le mie simi­litudini? Ohe modo di parlare è mai questo?

Pud                               - Già. Che modo di parlare è mai questo? Parla in un modo buffo, vero Gramps?

Gramps                         - E adesso sgombrate. Fuori da casa mia.

Brink                             - Su, cerchiamo di non litigare. Vostra moglie è stata così carina.

Gramps                         - Nellie? Sta bene?

Brink                             - Dolente. Non sono autorizzato a farvi comunicazioni di sorta. Solo, vi posso dire che è cambiata.

Gramps                         - Nellie è cambiata? Non è possibile.

Brink                             - Sentite, caro il mio omarino, è inutile che andiate cercando storie. Questa volta non riu­scirete a farmela. (Paum) Su, venite.

Gramps                         - No. No, io...

Brink                             - Su, venite. Andiamo...

Gramps                         - No. No. (E' sconvolto dal dolore. Guarda Pud).

Brink                             - Rieccovi a recalcitrare. Pensare che è così facile e bello. Su, non fate il testardo. Guar­datemi. (Tende il braccio sinistro).

Gramps                         - Un momento. Un momento solo, pre­go, signor Brink. Vorrei ancora mangiare una delle mie mele, prima di andarmene.

Eìiink                            - Oh, perché no?

Gramps                         - ('si alza per andare verso l'albero. Im­provvisamente si ferma) Non vi spiacerebbe prendermela voi?

Brink                             - Io? Siete un bel tipo. E va bene. (S'ar­rampica sul melo. Indica una dopo l'altra alcune mele. Gramps e Pud lo guardano, immobili) Que­sta? Questa? Quest'altra?

Gramps                         - Né quella, né quella, né quell'altra. Voglio che restiate sull'albero. Ci starete fino a quando vi dirò io di scendere. (Un colpo di vento scuote l'albero mentre Brink, stupefatto, cerca di liberarsi).

Pud                               - (abbracciando Gramps) L'hai chiappato, Gramps! L'hai chiappato! (La luce vacilla. Si sen­tono tre colpi di tuono).

Gramps                         - (abbraccia strettamente Pud, guardan­dolo affettuosamente) Perdio, ranocchio, credo proprio che l'abbiamo chiappato.

FINE DELLA PRIMA PARTE

PARTE SECONDA

QUADRO QUARTO

(Sono passate due ore. E' buio. Due operai stan­no lavorando ad una palizzata in costruzione at­torno all'albero. Dalla porta di sinistra entra De­metrio. Si ferma un istante nell'atrio, poi si avvi­cina agli operai. Brink è invisibile, sull'albero).

Demexria                      - (a uno dei due) Ehi, voi, sentite.

L'Operaio                      - Sì, signora.

Demetria                       - Il signor Northrup vi ha detto perché vuol tirare su la palizzata?

L'Operaio                      - Ecco, signora, non proprio. Dice che è per tenere la gente lontano dall'albero.

Demetria                       - Perché?

L'Operaio                      - Dice che è pericoloso' toccarlo.

Demetria                       - Pericoloso, perché?

L'Operaio                      - Be', non lo so proprio preciso. Mi sembra abbia detto che c'è pericolo di morte.

Demetria                       - Ma guarda. Anche a me ha detto la stessa cosa. (I due operai attraversano la scena ed escono a destra. Entrano Evans e Pilbeam che si dirigono verso Demetria, nell'atrio a sinistra) Ah, dottor Evans, signor Pilbeam come state? Sono contenta che abbiate potuto venire. Giuliano è andato dietro il garage a seppellire il cane.

Evans                            - (avvicinandosi) Che cosa vuole North­rup da noi?

Demetria                       - Non vuole niente, lui. Sono io che vi ho mandato a chiamare. Desidero farvi conosce­re qualcuno.

Pilbeam                         - (a destra di Demetria) Chi? (Fa un passo avanti).

Demetria                       - Un amico di Giuliano, un tale si­gnor Brink.

Evans                            - Signora, io avrei molto da fare.

Demetria                       - Lo so, dottore, ma credo che non vi rincrescerà conoscere l'amico di Giuliano.

Evans                            - (guarda l'ora. Depone la borsa nell'atrio, a destra) Bene. Allora dov'è questo signore?

Demetria                       - Ecco, un momento fa era sul melo. (Pausa. I due la guardano perplessi, poi si volgono all'albero. Demetria li osserva in silenzio).

Pilbeam                         - Già. Dove avete detto che era?

Demetria                       - Ho detto sul melo.

Evans                            - (si fa sotto all'albero con Pilbeam. Guar­dano attentamente) Qui sopra non vedo nes­suno.

Demetria                       - Oh, no. Non lo potete vedere. E' invisibile.

Pilbeam                         - Come? (S'avvicina a Demetria con Evans).

Demetria                       - E' invisibile. Ora vi spiego: dopo che Giuliano fece salire il signor Brink sul melo, Betty, la cagnetta, lo vide e cominciò ad abba­iargli contro. Al signor Brink non piacque che gli si abbaiasse contro e così si rese invisibile. Poi Betty andò ad annusare l'albero, lo toccò inavvertitamente e cadde fulminata. Adesso Giuliano e la stanno sotterrando.

Evans                            - Che cos'è questa storia?

di

Pilbeam                         - Mi sembra che abbiate voglia scherzare, signorina Riffle.

Demetria                       - Che cosa direste se vi assicurassi che ci credo come alle verità del Vangelo?

Evans                            - Direi che siete pazza.

Demetria                       - Sarei pazza, dite voi. Bene. E se vi dicessi ancora che questo signor Brink è un uomo come voi e il signor Pilbeam, che se ne va in giro a prender la gente per la quale è giunta l'ora di morire e vi confermassi che credo nella verità di questo fatto, che cosa direste, signor Evans?

Evans                            - Direi che non c'è dubbio. Che siete effettivamente pazza, signorina Riffle.

Demetria                       - Sì. Bene, io non ci credo (Evans e Pilbeam la guardano) ma ci crede Giuliano.

Pilbeam                         - Andiamo, andiamo signorina Riffle, che razza di storielle ci andate raccontando?

Demetria                       - Un'ora fa, mentre passavo di qui, ho visto un camion che stava scaricando dei pali. Naturalmente mi sono fermata a chiedere per che cosa servivano, e Giuliano mi ha detto che servi­vano a costruire una protezione per tener la gente lontano dal melo perché a toccarlo c'è pericolo di morte.

Pilbeam                         - Pericolo di morte?

Demetria                       - E non basta. Adesso si può morire soltanto se si tocca il melo di Giuliano. Nessuno può più morire sulla terra, signor Pilbeam, finché Giuliano tiene il signor Brink sul suo melo.

Evans                            - Dico, signorina Riffle, non vorrete darmi ad intendere che Northrup crede sul serio a questa storia?

Demetria                       - Giuliano è vecchio, e in questi ultimi tempi è andato precipitando. Non vedo niente di straordinario in quello che sta succe­dendo: gli si è girato di colpo il raziocinio, ecco tutto. Giuliano Northrup è diventato matto.

Evans                            - No, no. Ho parlato con Northrup ap­pena ier l'altro. Ragionava diritto come voi e me. Lo conosco da parecchio tempo: è un vecchietto che gli piace scherzare.

Demetria                       - Voi, dottor Evans, dite che lo co­noscete da parecchio tempo. E 11 signor Pilbeam, qui, è suo legale da anni. Perciò vi ho pregato di venire. Non vi domando di credermi sulla parola. Vi domando semplicemente di parlare con Giulia­no in modo da farvi persuasi voi stessi.

Pilbeam                         - (scambia un'occhiaia con Evans) Se si provasse che Northrup è pazzo, voi, naturalmen­te, vi prendereste Pud, non è vero, signorina Rif­fle?

Demetria                       - Si capisce. Sono la sua parente più stretta.

Evans                            - Ehm!

Pilbeam                         - Me l'immaginavo.

Demetria                       - Che cosa volete dire? Non pense­rete che mi sia inventata tutta questa faccenda?

Evans                            - (si sposta a destra dell'atrio, presso l'al­bero. Fa per strappare un ramoscello poi, come colto da un pensiero, ritira la mano).

Pilbeam                         - Non so che cosa pensarne, signorina Riffle.

Demetria                       - Signor Pilbeam, da quando è morta la povera Nellie voi non avete fatto altro che osta­colarmi l'adozione di Pud, nonostante vi abbia ripetuto che questa era l'estrema volontà della de­funta.

Pllbeam                         - Non vi ho ostacolata, signorina Rif­fle. Ho detto soltanto che nessun tribunale vi pre­sterebbe fede.

Demetria                       - Qualunque tribunale, però, sarebbe curioso di sapere perché si è affidato un piccolo innocente alla tutela di un pazzo. Voglio essere franca con voi, signor Pilbeam: intendo portar via il bambino da questa casa prima che accada qual­cosa di terribile. (Mentre Demetria parla, Evans si sposta a sinistra. Da destra rientrano i due ope­rai portando un altro elemento di palizzata) Sta­sera stessa, se mi è possibile. (A Evans) Dottore, data la gravità del caso mi affido a voi per proce­dere rapidamente.

Evans                            - Sì, sì. Io non sono uno specialista, si­gnorina Riffle, ma se avrò qualche sospetto sulla salute mentale di Northrup ne parlerò immediata­mente al dottor Grimes. Il direttore della clinica psichiatrica è lui.

Demetria                       - Glie ne parlerete stasera?

Evans                            - (irritato) Si capisce che se è pazzo non lo possiamo lasciare in giro per molto tempo.

Demetria                       - Grazie, dottor Evans. Vado subito a dire agli operai di... (Si sente Gramps tossire fuori scena. Poi entra con Pud che porta una pala. Si fermano accanto agli operai).

Gramps                         - (agli operai) State attenti, voi due. Non c'è niente da guadagnare a toccare il mio melo. O non ve l'ho detto di stargli lontano se vi preme la pelle?

Pud                               - O non ve l'abbiamo detto di stargli lon­tano?

Gramps                         - Forza, ragazzi, sotto con questa pa­lizzata. Non addormentatevi.

Pud                               - Non addormentatevi, ragazzi. (Gli ope­rai escono a destra. Pud depone la pala, poi siede a terra).

Gramps                         - (a Demetria) Be'? Si può sapere che cosa stai ancora cercando da queste parti? Ti ho già detto...

Demetria                       - Appunto volevo parlarvi, Giuliano...

Gramps                         - E Pilbeam, e Evans, eh? Perdio, gli hai detto tutto, gli hai detto. Dopo tanto che ti avevo raccomandato.

Demetria                       - Ma no, Giuliano, non ho detto niente.

Evans                            - Sicuro, ci ha detto tutto. Ci ha detto del melo, della palizzata, del signor Brink... tutto, insomma.

Gramps                         - Spero che abbiate capito. Spero pro­prio che abbiate capito.

Evans                            - Be', signor Northrup, che cosa ci dite voi, adesso? Che cosa rispondete?

Gramps                         - Già. E' proprio così, Evans. E' tutto vero, come è vero che io sto qui.

Pilbeam                         - (ridendo) Volete dire che sul melo c'è qualcuno?

Evans                            - E che nessuno può più morire, d'ora in avanti?

Gramps                         - E' così. Più nessuno può morire finché non voglia io, a meno che non si tocchi l'albero, o le mele dell'albero, oppure il signor Brink.

Evans                            - Northrup, avete voglia di scherzare.

Demetria                       - (scende dall'atrio, s'avvicina a Evans, lo tocca leggermente col gomito) Non è uno scherzo, dottore. Dice proprio sul serio. Vero che dite sul serio, Giuliano?

Gramps                         - (a Demetria) Che cosa c'entri tu? Perché vieni a cacciare il becco negli affari che non ti riguardano?

Demetria                       - Ma perché non dovrei, Giuliano? Ho diritto anch'io di...

Gramps                         - Non ho nessuna intenzione di par­lare ancora del signor Brink. (Si siede) L'ho man­dato sul melo e adesso bisogna che pensi cosa debbo farne.

Demetria                       - Non ti sembra che sia ridicolo darsi tanto pensiero per una cosa di questo genere?

Evans                            - Dite, Norhtrup: potete parlare col si­gnor Brink?

Gramps                         - Sicuro che posso.

Evans                            - Gli avete già parlato dopo che lo avete fatto salire sul melo?

Gramps                         - No. Non ne ho avuto tempo.

Evans                            - E adesso, non avete voglia di dirgli due parole?

Gramps                         - Perché? Solo per farlo sentire a voi?

Evans                            - Ecco, pensavo che se provaste a par­largli... taè... magari vi accorgereste che è anda­to via.

Gramps                         - Oh, non è andato via, state tran­quillo.

Demetria                       - Prova a farlo parlare, Giuliano. (Dalla porta di sinistra esce Marcia che si ferma nell'atrio) Mi piacerebbe tanto sentirlo.

Gramps                         - Oh, ti piacerebbe. Bene, Demmie, perdio. (Si avvicina all'albero) Voglio accontentarti. Lo farò parlare, per accontentarvi tutti. (Si fa più sotto) Signor Brink, mi potete sentire anche se non grido?

Brink                             - Dite, signore.

Gramps                         - Sentito? Mi chiama signore.

Demetria                       - (a Evans e Pilbeam) Ecco. E' persuaso che qualcuno gli risponda.

 Gramps                        - Bè, signor Brink, mi spiace di non aver aver più trovato un momento di tempo per far quattro chiacchiere insieme.

Brink                             - Forse non dovrei dirlo, ma non ne sono affatto sorpreso.

Gramps                         - Non ce l'avreste mica su con me, alle volte?

Brink                             - Credo che mi sì potrebbe giustificare una leggera punta di risentimento.

Gramps                         - Sentite: non vi avrei messo sul mio melo se non avessi avuto delle buone ragioni. Vi ci ho messo soltanto per impedire a questa strega di portar via Pud a me, e i quattrini di suo padre a Pud.

Brink                             - Sono perfettamente al corrente.

Gramps                         - Già. E adesso mi è venuta l'idea di tagliar corto ai maneggi di quest'impicciona per pigliarsi Pud. (S'avvicina a Demetria. La sospinge dinnanzi all'albero) Vieni qui, tu. (A Brink) Vedete questa specie di ramazza? Si chiama Demetria Riffle. C'è mica scritto sul vostro registro se è quasi ora di toglierla di mezzo?

Brink                             - Riffle? No, per il momento questo nome non m'interessa.

Gramps                         - No, signor Brink? Onestamente vi avverto che starete sul melo fino a quando non vi sarete deciso a sbarazzarmene.

Brink                             - Ma caro il mio omarino, chissà quanto tempo mi ci vorrà. Nessuno può sapere gli anni che la signora deve ancora aspettare.

Gramps                         - Bè, se volete scendere, il modo lo sapete.

Brink                             - Ma se me ne rimango quassù inoperoso per tanto tempo il mio superiore penserà che tra­scuro vergognosamente i miei doveri.

Gramps                         - Non ci posso far niente. Le condizioni ve le ho dette.

Brink                             - (sospirando) Ecco. Lo sapevo che sa­rebbe andata a finire così. E sta bene. Dal momento che voi e il vostro melo siete così tetragoni non mi resta altro da fare che starmene quassù ad aspettare che la signorina Riffle sia chiamata.

Gramps                         - Credete di farcela a resistere per tanto tempo?

Brink                             - Caro il mio omarino, la vita umana per me è come un batter d'occhi.

Gramps                         - Si. Immaginavo qualcosa del genere. Va bene, signor Brink, grazie. (Sedendosi, si volge agli altri) Allora, eccovi accontentati. (Tutti lo guardano).

Demetria -                     - Giuliano, mi spiace per te. Davve­ro, mi spiace. (Fa un passo verso Gramps).

Gramps                         - Ti spiace per me? Ma non hai sentito che cosa ha detto il signor Brink?

Demetria                       - No, non ho sentito niente.

Gramps                         - Non hai sentito niente? E voi, Pil­beam, avete sentito il signor Brink? (Si alza).

Pilbeam                         - Dolente, Northrup. Non l'ho sentito

Gramps                         - (a Evans) Evans?

Evans                            - No, Northrup. Non ho sentito neanch'io.

Gramps                         - (freneticamente) Marcia! (Marcia si allontana in silenzio) Allora, io sono... che diavolo sta succedendo? (Torna a sedersi) Sono diventato matto?

Evans                            - (s'avvicina a Gramps) E' un brutto sogno, Northrup, o qualcosa del genere. Fra poche settimane vi risveglierete e non ci penserete più.

Gramps                         - (debolmente) Ma possibile che nessuno abbia sentito che cosa ha detto il signor Brink? (Si alza).

Pud                               - (improvvisamente correndo da Gramps) Ha detto che la vita umana, per lui, è come un batter d'occhi.

Gramps                         - Perdio, ha detto proprio così. Ha detto proprio così. Un sogno, eh? E che cos'altro ha detto, Pud? (Marcia esce dalla porta di sinistra).

Pud                               - Ha detto che deve stare lassù perché tu e il melo siete ter... tert... una parola buffa, Gramps.

Gramps                         - Tetragoni!

Demetria                       - (a Evans e Pilbeam) Vedete come ha ridotto quell'innocente.

Gramps                         - Ha detto proprio così, parola per pa­rola. (Torna a sedersi) Bella figura che ci avete fatto. (Pausa).

Demetria                       - Devo essere un po' dura d'orecchi.

Gramps                         - Già, sarà così. Credo che siate tutti quanti un po' duri d'orecchio.

Demetria                       - Sì, credo anch'io.

Evans                            - (fa qualche passo a, sinistra. Si ferma.'Si volge a Gramps. Tutti sono stranamente silenziosi) Voglio fare un piccolo esperimento, Northrup.

Gramps                         - Ehi voi, che cosa vi salta in mente?

Evans                            - (avvicinandosi all'albero) Voglio man­giarmi una mela alla vostra salute.

Gramps                         - Badate! (Gli fa sgambetto. Evans cade. Pud afferra la pala e la passa a Gramps che la alza minacciosamente su Evans. Pilbeam salta in piedi) Pezzo di ostinatissimo imbecille, non avete sentito che cos'ho detto? Se tentate di fare un altro passo verso il melo vi faccio a brani. (Demetria getta un grido e fugge a sinistra zompando).

Evans                            - (sempre a terra, calmo) D'accordo, Northrup. Lasciatemi alzare. Non rni avvicinerò all'albero.

Gramps                         - Brutto scemo, cercare d'ammazzarsi così.

Evans                            - (si alza) Sta bene, Northrup. (Gramps restituisce la pala a Pud) Desideravo soltanto ac­certarmi se facevate sul serio. (Dà un'occhiata d'intesa agli altri) Vi fa niente star alzato un mo­mento di più, stasera?

Gramps                         - Per me...

Evans                            - Passerei di qui un momento, per - ehm -parlare ancora un po' con voi di questa faccenda.

Gramps                         - Come vi pare, Evans.

Evans                            - Bè, grazie. (Fa un cenno a Demetria e Pilbeam).

Demetria                       - Io devo andare.

Pilbeam                         - Sì. Vi accompagno. (Escono attra­verso l'atrio, a destra).

 Evans                           - Allora, salve, Northrup.

Gramps                         - Salve, Evans. Mi spiace di essere stato un po' rude.

Evans                            - Per carità! Niente, niente! (Prende la borsa e s'avvia a destra per uscire).

Gramps                         - E non stupitevi troppo se per qualche tempo non vi muore nessuno.

Evans                            - Certo, Northrup. Salve. (Esce).

Gramps                         - (a Pud) Ed ora, al lavoro, topolino, al lavoro!

Pud                               - Perché loro non hanno sentito il signor Brink?

Gramps                         - Non lo so, piccolo. Forse erano troppe occupati a pensare ad altro.

Brink                             - (visibile) No, caro il mio omarino. Non è mica questa la ragione.

Gramps                         - (volgendosi verso Brink) Oh, salve, si­gnor Brink. Allora, secondo voi, perché abbiamo sentito soltanto io e Pud?

Brink                             - Preferirei sorvolare, se non avete niente in contrario.

Gramps                         - Come volete, signor Brink. C'è una cosa che vorrei sapere, però.

Brink                             - Sentiamo.

Gramps                         - Non credete che cercheranno di fare a Pud quello che io ho fatto a voi?

Brink                             - Non desidero e non sono autorizzato a dare alimento di sorta alla vostra curiosità.

Pud                               - (ride) E' sempre più buffo come parla.

Gramps                         - Bene. Dovrò affrontare il rischio. An­diamo, ranocchio. Di' buongiorno al signor Brink. (Solleva Pud verso l'albero).

Pud                               - Buongiorno, Brink.

Gramps                         - Signor Brink, bisogna dire.

Pud                               - Buongiorno, signor Brink. Scusate.

Brink                             - Così va bene. Buongiorno Pud.

Gramps                         - Su, che cerchiatalo finire la palizzata ancora per stasera.

Pud                               - Avremo da lavorare come dannati, Gramps.

(Escono a destra. Fine del quarto quadro. Buio).

QUADRO QUINTO

(La medesima sera, alle dieci. Gramps sonnecchia sulla poltrona a destra del tavolo. Pud legge, sdraia­to sul pavimento. I due operai armeggiano attorno all'albero).

Pud                               - (cantarellando) Il re di Massonia teneva la corona sul fondo dei calzoni. (Si alza, toglie il giornale dal viso di Gramps. Gli si arrampica sulle ginocchia. Pausa) Ehi, Gramps!

Gramps                         - Che cosa c'è?

Pud                               - Il re di Massonia teneva la corona sul fon­do dei calzoni.

Gramps                         - Ma no? E come l'hai saputo?

Pud                               - Alla scuola della domenica.

Gramps                         - Non mi ricordavo di questa storia, pic­colo. Sarà mica il re di Macedonia, alle volte?

Pud                               - Forse è il re del Massachusetts.

Gramps                         - Già, sarà quello. E che se la teneva a fare la corona sul fondo dei calzoni?

Pud                               - Per sedersi sopra. (Gli operai armeggiano rumorosamente) Fanno un lavoro mica male con quella palizzata, Gramps.

Gramps                         - Sì. Spero che sia finita prima di do­mani. (Pud è sempre sulle ginocchia di Gramps. Ha il pollice fasciato da una striscia di cerotto ade­sivo) Che cosa ti sei fatto a quel dito?

Pud                               - Mi son fatto male mentre lavoravo alla palizzata. Poi Marcy ci ha incollato su un chilo­metro di questa striscia e adesso dev'essere guarito.

Gramps                         - (ride) Oh, un chilometro di striscia. Un chilometro di striscia. Sicuro, un buon cerotto accomoda tutto.

Pud                               - Gramps, quanto ci vuole ancora prima che arrivi il dottor Evans?

Gramps                         - Dovrebbe esser qui a momenti, ormai.

Pud                               - (appoggiando la testa sulla spalla dì Gramps gioca con i capelli di lui) Affondapisello.

Gramps                         - Come sarebbe a dire?

Pud                               - Affondapisello.

Gramps                         - Che diavolo è questa roba?

Pud                               - Un affondapisello.

Gramps                         - Dove hai imparato una parola così?

Pud                               - L'ho pensata io. Pensavo ad una barca che affondava, poi ad un pisello. Così ho detto affondapisello.

Gramps                         - Più che giusto.

Pud                               - Dillo tu, Gramps.

Gramps                         - Perché dovrei dire una parola così sciocca?

Pud                               - Per piacere, Gramps. Dilla.

Gramps                         - (si guarda intorno) Affondapisello.

Pud                               - Dilla più forte.

Gramps                         - Affondapisello. Affondapisello. Affon­dapisello.

Marcia                           - (entra da sinistra. Si avvicina al tavolo centrale) Dicevate, signor Northrup?

Gramps                         - Affondapisello... Oh, salve, Marcia. (Dà un bacio a Pud, poi lo fa scendere dalle gi­nocchia) Là! Ed ora a letto. Pensaci tu Marcy. 'Notte, ranocchio.

Pud                               - (asciugandosi la bocca) 'Notte, Gramps. Domani mattina mi alzo presto.

Marcia                           - (raccoglie il libro dal pavimentò).

Gramps                         - (alzandosi) Dormi bene. (Si sente suonare il campanello) E' il dottor Evans: vado io ad aprire, Marcy. (Esce a destra. Marcia e Pud si avviano a sinistra).

Pud                               - (con voce sonnacchiosa) Marcy, stanotte dormirò come un macigno.

Marcia                           - Certo, caro.

Pud                               - Vorrei già essere a letto.

Gramps                         - (fuori scena) E che cosa aspetti ad andarci? (Rientra da sinistra con Evans e Grimes. Evans depone il cappello sulla credenza e to borsa sul tavolo) Lieto di conoscervi, signor Grimes.

Grimes                          - Già.

 Gramps                        - Accomodatevi, Evans. (Evans siede sulla poltrona a sinistra. Gramps resta in piedi. Grimes tiene il cappello in testa) Sedetevi, Grimes. Prendete un bicchierino?

Grimes                          - Non è il caso. Siamo venuti per...

Evans                            - Il fatto sta, Northrup, che ho detto al dottor Grimes del signor Brink e del vostro melo.

Gramps                         - Bè. E perché glie lo siete andato a dire?

Evans                            - Queste cose lo interessano moltissimo.

Gramps                         - (a Grimes) Non mi avete la faccia di uno disposto a credere che il signor Brink è sul mio melo.

Grimes                          - (ridacchiando) Sicuro, sicuro che ci credo. Sono venuto proprio per chiedervi se avreste voglia di far quattro passi con me per parlarne un po'. (Dà un'occhiata a Evans) Sapete, c'è un signore amico mio che vorrebbe sentire da voi come sono andate le cose.

Gramps                         - Capisco. Ma vedete, signor Grimes, ho poca voglia che la gente parli di questa fac­cenda fino a che non avrò modo di dimostrare che è vera. E' una storia un po' difficile da mandar giù. Nessuno riesce a sentir la voce del signor Brink. Credo che...

Grimes                          - (con un'occhiata a Evans) A che prò stiamo qui a cacciar farfalle? Northrup, qui si tratta di rimettervi in ordine la testa. Sono ap­punto venuto a prendervi per accompagnarvi alla mia clinica.

Gramps                         - (sbalordito. Debolmente) Siete ve­nuto a prendermi... per accompagnarmi... al ma­nicomio... (Si alza. Guarda Evans che si agita a disagio) Demetria!

Evans                            - E' meglio così, Northrup.

Gramps                         - (debolmente) Demmie!... Dov'è Dem-mie, Evans?

Evans                            - Ecco... è...

Gramps                         - Dove?

Evans                            - E' fuori, nell'auto.

Gramps                         - Sta aspettando, eh? (Si siede) Aspetta Pud.

Evans                            - Sarete soltanto in osservazione, North­rup. Demetria terrà Pud fino al vostro ritorno.

Grimes                          - Certo, certo. Su ora, venite con me. Se farete come vi si dirà, presto starete meglio e potrete tornare a casa.

Gramps                         - Ma la mia testa funziona benissimo, signor Grimes.

Grimes                          - E' appunto quello che vedremo.

Gramps                         - Dico davvero. Non sono pazzo.

Grimes                          - > Allora, volete venire con le buone o devo farvi mettere la camicia di forza? (Evans sì alza, va a sinistra. Pausa. Evans e Grimes ten­gono d'occhio Gramps).

Gramps                         - (debolmente) Dio del cielo, che gi­nepraio! (Fa due passi al centro, coinè per uscire. Poi si volge a Grimes) Faccio un salto su a salu­tare Pud.

Grimes                          - (sbarrandogli la strada) No, no, lo vedrete domani. Ve lo porteranno in clinica.

Evans                            - (passando alla destra di Gramps) Me­glio andare Northrup.

Gramps                         - Sì. Porse è meglio così.

Grimes                          - Oh, bene. Venite, andiamo.

Gramps                         - Certo. Come no? Sicuro che vengo con voi. Andiamo tutti quanti dritti a trovare i matti e gli faremo una bella sorpresa.

Grimes                          - Bravo. Così si fa. Una bella sorpresa.

Gramps                         - Certo che sarà una sorpresa vedere come vengo volentieri con voi.

Grimes                          - Splendida sorpresa: è proprio una buona idea.

Gramps                         - E' vero? Andiamo. (S'avvia. Evans, passando a destra, prende il cappello) Oh, aspet­tate.

Grimes                          - Che cosa c'è, adesso?

Gramps                         - Le medaglie. Voglio mettermi le me­daglie come se andassi alla sfilata. Sono un vec­chio soldato, sapete.

Grimes                          - Questa è buona. Possibile che non possiate venire senza le medaglie?

Gramps                         - Nossignore, non posso. (Va a destra del tavolo, barcollando. Evans sì siede. Grimes si china su di lui, accennando a Gramps. Evans scuote la testa).

Grimes                          - Tutto sta a saperli prendere. Qualche volta è meglio dargli ragione; altre volte invece è preferibile usare la maniera forte.

Gramps                         - Oh, eccole. Avevo paura di averle messe di sopra. E adesso... (Alza la mano armata di pistola. Evans si alza passando a sinistra).

Evans                            - Posate quella pistola, Northrup.

Grimes                          - Già. Posatela. Su, posatela.

Gramps                         - (accennando loro col dito) Ah. ah! Voi sareste quello che sa prendere i matti. Allora, dal momento che sembrate così persuaso che io sono matto, non vi stupirete se monto in bestia se non mi si sa prendere.

Evans                            - Attento, Northrup. Voi state cercando guai. Non è mica questo il modo di comportarsi.

Gramps                         - E' il solo modo che fa per me, in questo momento. Mettetevi in testa che al ma­nicomio non ci vengo.

Grimes                          - Ascoltate, Northrup.

Gramps                         - Non vengo al manicomio e non per­metterò a quella vecchia gatta di prendersi Pud. E vi dimostrerò che tutto quello che ho detto del signor Brìnk non è una frottola.

Evans                            - Siate ragionevole, Northrup.

Grimes                          - Sì. Ce lo dimostrerete più tardi.

Gramps                         - No. Aspettate un momento. (Breve pausa. Gramps ferma gli occhi sulla borsa di Evans) E' la vostra borsa, Evans?

Evans                            - Sì.

Gramps                         - Che cosa c'è dentro?

Evans                            - Un po' di tutto.

Gramps                         - C'è del veleno?... C'è abbastanza ve­leno per ammazzare una mosca?

 Evans                           - Si capisce... ma...

Grimes                          - (facendo un passo avanti) Potrete gio­care con le mosche a vostro comodo quando...

Gramps                         - Giocare? Vi sembra che abbia voglia di giocare nel momento in cui punto la mia libertà sulla vita di una mosca?

Grimes                          - Che cosa volete fare con questa mosca?

Gramps                         - Voglio fare un patto con voi. E vi consiglio di starci, se non volete vedermi fuori della grazia di Dio. (Agita la pistola).

Grimes                          - Bè, sentiamo questo patto.

Gramps                         - Voi prendete il veleno più potente che c'è in quella borsa e ne mettete un po' in un bic­chiere. Poi chiappate una mosca e la mettete dentro il veleno. Se la mosca muore, io verrò con voi alla polizia, al manicomio, al diavolo e farò tutto quello che vorrete. (Grimes ed Evans si scambiano un'occhiata) Allora?

Evans                            - Se la mosca muore, verrete con noi senza fare altre storie?

Gramps                         - Sì. Giuro. Croce sul cuore, che possa morire.

Evans                            - Bene.

Gramps                         - (accennando con la pistola) Mi sem­bra la soluzione migliore.

Grimes                          - (guardando Evans) D'accordo.

Evans                            - Sta bene.

Gramps                         - Tirate fuori il veleno, intanto che prendo i bicchieri. (Indicando con la pistola) Voi, signor Grimes, chiappate una mesta. (Va allo scaffale).

Grimes                          - E' matto. Matto da legare.

Evans                            - Sembra. Ma badate che quello non è tipo da scherzare con la sua pistola. Lo conosco...

Grimes                          - Va bene. Lasciamolo giocare un altro po' con le mosche. Ma come possiamo sapere se manterrà la parola, poi?

Evans                            - Non c'è che da sperare che la man­tenga davvero.

Grimes                          - La parola d'un matto!

Evans                            - (sottovoce) E allora, che cosa volete fare? Prendergli la pistola?

Grimes                          - (guardando l'arma) No, no. Lasciamolo fare. Non precipitiamo le cose.

Gramps                         - (torna con due bicchieri che depone sol tavolo) Naturalmente un patto non è un patto se non impegna le due parti. Perciò, se la mosca non muore, voi due dovrete dichiarare che io sono perfettamente savio.

Grimes                          - Be', non so.

Evans                            - Non ci pensate. So benissimo che fine farà la mosca.

Gramps                         - Voi non sapete niente.

Evans                            - Se quella mosca non muore, cambio mestiere. (Con un'occhiata a Grimes) Siete d'ac­cordo, vero, signor Grimes?

Grimes                          - Oh, certo.

Gramps                         - Giurate?

 Evans                           - Sì. Giuriamo.

Grimes                          - Certo che giuriamo. Fidatevi di noi.

Gramps                         - Va bene. Dov'è la mosca? (Va verso la "porta a destra. Riesce a catturare una mosca, torna al tavolo) Un momento. Ecco qua. (Evans prende dalla borsa il veleno e un paio di pinzette) Sta ferma, moschina bella. Fra un minuto te ne riscapperai via vispa come una ragazzina.

Grimes                          - Siete il più bel tipo che abbia mai conosciuto, Northrup. (Ride).

Gramps                         - Già. Persuaso.

Evans                            - Avanti. (Versa un po' dì veleno in un bicchiere) Qui c'è veleno abbastanza per mandare all'altro mondo uni bue. (Gramps introduce la mosca nel bicchiere vuoto. Evans lo copre con una mano, lo rovescia su quello che contiene il veleno, poi spinge l'uno e l'altro in mezzo al tavolo. Tutti e tre si chinano a vedere) Ecco sistemata la vostra mosca.

Gramps                         - Non imi sembra una nuotatrice molto in gamba. Lasciatela stare. Lasciate che si riempia per bene il pancino prima di tirarla fuori. Quanto tempo è che fate il medico, Evans? Trent'anni, no?

Evans                            - Sì, poco più, poco meno.

Gramps                         - E siete convinto di poter ammazzare la mosca, eh?

Evans                            - (dolcemente) Ne sono sempre stato con­vinto, Northrup.

Gramps                         - Bè, vivendo s'impara, Evans, vivendo s'impara. (Continua a parlottare fra sé. Anche Grimes mormora qualcosa).

Evans                            - Be', credo che abbia bevuto abbastanza. (Con le pinzette tira fuori la mosca dal bicchiere e la depone su un giornale. Tutti si chinano sul tavolo).

Gramps                         - Sembra piuttosto malandata, non vi pare?

Grimes                          - Mai visto una mosca più definitiva­mente morta.

Evans                            - E' proprio morta, Northrup. (Siede nel­la poltrona a sinistra. Gramps tocca la mosca, in­citandola a muoversi. Pausa).

Grimes                          - Non ci direte che non sappiamo di­stinguere una mosca morta da una viva.

Gramps                         - Aspettate un minuto. Diamole un po' di respiro. Non va Mica a fuoco, la casa, ad aver tanta fretta.

Grimes                          - Siete un bel testardo. Northrup. Matto e testardo. (Pausa. A Evans) Ebbene?

Evans                            - Adesso credo che verrà.

Grimes                          - Allora, andiamo. (Guardano Gramps che, stupito, umiliato, continua a tenere gli occhi fissi svila mosca).

Gramps                         - Un momento... aspettate... si muove... (J due si volgono al giornale, osservando).

Evans                            - Eh?

Grimes                          - Eh?

Gramps                         - Guardate, guardate! (Tutti si chinano sul tavolo) E' sbronza come Noè, ma ciò non ha importanza ai fini del patto. Guardatela come va su e giù in mezzo alle parole di questo dannatis­simo giornale!

Evans                            - Cose dell'altro mondo! Cose dell'altro mondo!

Grimes                          - Dio dal cielo!

Evans                            - Che cosa vuol dire tutto questo, North­rup?

Grimes                          - Non c'era abbastanza veleno, Evans.

Evans                            - Ce n'era abbastanza per ammazzare un milione di mosche.

Grimes                          - E allora c'è qualcosa sotto.

Evans                            - Avete visto anche voi quando ho messo la mosca nel veleno.

Gramps                         - E allora? Siete persuasi, adesso, di quello che vi dicevo del signor Brink?

Grimes                          - Al diavolo il signor Brink. Mettete giù quella pistola, Northrup! (Si avvicina a Gramps gettando un paio di manette sul tavolo).

Gramps                         - Ehi, state fermo. Avete giurato...

Grimes                          - Giù quella pistola, vi dico! Non so che trucco m'avete combinato, ma...

Evans                            - Grimes, avevate giurato! (Gli si avvi­cina).

Grimes                          - Sono venuto per portarlo via e, perdio, lo porterò via. Che cosa volete che conti il giura­mento fatto ad un pazzo?

Gramps                         - Ah, così non ci volete credere. Anche dopo la prova che vi ho dato?

Grimes                          - (con ira contenuta) Maledetto pazzo!

Evans                            - Aspettate, Grimes. Aspettate un mo­mento. (Si fa alla destra di Gramps).

Gramps                         - E non volete mantenere il giuramento, eh? Bene, perdio, c'è un altro modo per farvi vedere che ho detto la verità e...

Evans                            - Per amor di Dio, Northrup, che cosa...

Gramps                         - Voglio fare un altro esperimento. Voi mi servirete di testimonio.

Grimes                          - (avvicinandosi a Evans) E' pazzo sca­tenato. E' pericoloso.

Evans                            - Che cosa volete fare, Northrup?

Gramps                         - Evans, se da questa distanza un uomo si piglia una pallottola nella pancia, lo si può con­siderare morto?

Evans                            - Per carità, Northrup!

Grimes                          - Aspettate, Northrup.

Gramps                         - Lo si può considerare morto?

Evans                            - Si capisce, ma...

Gramps                         - Questo volevo sapere. (Fa fuoco su Grimes che cade sulla poltrona a sinistra e poi sci­vola abbandonandosi sul pavimento.

Evans                            - (si precipita su di lui).

Gramps                         - Su, non datevi pensiero, voi. Non morirà.

Evans                            - Pazzo incosciente! Sarà morto entro un'ora.

Gramps                         - (esce a destra nell'atrio. Si ferma. Si volge all'albero) Statevene lassù, signor Brink. Se mi scendete adesso, perdio, mi cacciate in un bel guaio.

(Fine del quinto quadro. Buio).

QUADRO SESTO

(E' l'alba, Presso la palizzata intorno all'albero il dottor Evans maneggia una lunga canna da pesca alla cui estremità è attaccato qualcosa di grigio. Evans si inginocchia su questo qualcosa - un topo - e lo esamina con una lente d'ingrandimento. Marcia esce nell'atrio, vede la borsa di Evans a destra, poi Evans).

Marcia                           - (trasalendo) Oh! (Evans si volge con un sussulto) Oh, buongiorno, dottor Evans. Non sa­pevo olle eravate qui.

Evans                            - Buongiorno, Marcia.

Marcia                           - Cercate il signor Northrup?

Evans                            - Sì, sì. E' già alzato?

Marcia                           - Sì. Sta facendo colazione con Pud. Gli vado a dire che ci siete voi. Verrà subito.

Evans                            - Sì, grazie.

Marcia                           - (avvicinandosi a Evans) E' successo qualcosa?

Evans                            - No, no. Va tutto bene.

Marcia                           - (indicando) E' un topo?

Evans                            - Sì, Marcia. E' un topo.

Marcia                           - Oh!  (Rientra in casa, guardando Evans meravigliata).

Evans                            - (torna a esaminare il topo. Lo lascia. Si fa sotto l'albero) Buongiorno. (Pausa. Nessuna risposta) Ehi voi, lassù, buongiorno. (Giunge Pil­beam da destra. Si ferma presso l'atrio).

Pilbeam                         - Salve.

Evans                            - (si volta di scatto) Oh! Salve, Pilbeam. Mi stavo proprio domandando... ehm...

Pilbeam                         - (avvicinandosi) Vi sentite bene?

Evans                            - Certo. Perché?

Pilbeam                         - Così. Domandavo. (Fa qualche passo a sinistra) Perché mi avete fatto chiamare?

Evans                            - Avrò bisogno di voi, forse.

Pilbeam                         - Oh! (Pausa. Osserva attentamente Evans) Ho sentito che non avete portato via North­rup, ieri sera.

Evans                            - Già.

Pilbeam                         - Perché?

Evans                            - Non è matto.

Pilbeam                         - Cosa? (Si avvicina a Evans).

Evans                            - (ripetendo, a voce più alta) Non è matto. (Va alla palizzata, raccoglie la lenza).

Pilbeam                         - Oh! (Pausa) Che cos'avete, là?

Evans                            - Una lenza.

Pilbeam                         - Andate a pescare? (Passa alla sini­stra di Evans).

Evans                            - Già andato.

Pilbeam                         - Ne avete presi molti? Be', questo è un topo.

Evans                            - Già. E' un topo.

Pilbeam                         - Ma che diavolo vi sta succedendo, Evans?

Evans                            - Come sarebbe a dire: « che diavolo mi sta succedendo » ?

Pilbeam                         - Mi avete tirato giù dal letto.

Evans                            - Un momento, Pilbeam. Su, non ecci­tatevi. Bisogna tener la testa a posto, perché è accaduto qualcosa che metterà il mondo sossopra, se non corriamo ai ripari. Ho bisogno del vostro aiuto.

Pilbeam                         - Eh?

Evans                            - Northrup ha sparato a Grimes, ieri sera.

Pilbeam                         - Dio del cielo!

Evans                            - Gli ha sparato dritto nella pancia. L'ho lasciato un'ora fa all'ospedale con un'emorragia interna.

Pilbeam                         - Perché gli ha sparato?

Evans                            - Per fare un esperimento. (Dà un'oc­chiata all'albero).

Pilbeam                         - Per fare... un esperimento?

Evans                            - Aspettate. Grimes sta bene.

Pilbeam                         - Sta bene?

Evans                            - Praticamente sta bene. (Va a deporre la lenza nell'atrio) Questo è il guaio. Se tutto quello che mi hanno insegnato all'Università è vero, Grimes avrebbe dovuto morire entro stanotte, ieri sera stessa. Ma non è morto. (Si passa il faz­zoletto sul viso. Pausa. Va a sedersi sugli scalini dell'atrio) Questa notte avrebbe dovuto morire pa­recchia gente. Ma non è morto nessuno. (Tace pochi istanti, poi riprende con voce confusa) Sono stato su tutta la notte cercando di ammazzare qualcosa. Ho cercato di ammazzare tutto quel che mi è capitato fra le mani. Insetti, bestiole. Ho cercato di ammazzare tutti i gatti e i cani vaga­bondi che mi sono venuti a tiro. Non sono riu­scito ad ammazzare neanche una mosca. Eccetto quel topo. (Pilbeam tace. Evans si alza) E volete sapere come ho fatto per ammazzarlo? L'ho le­gato all'estremità della lenza e l'ho mandato a toc­care il melo di Northrup.

Pilbeam                         - Sentite, Evans, siete stato su tutta la notte e...

Evans                            - Oh, perdio... (Fa qualche passo a destra) Vedete nessuno sul melo, voi?

Pilbeam                         - No, no, naturalmente. (Segue Evans a destra).

Evans                            - Sentite niente?

Pilbeam                         - Non un fischio.

Evans                            - Nemmeno io. Ma se c'è qualcuno su questo maledetto melo, Pilbeam, lo faremo scen­dere. Lo faremo scendere, vi dico. E voi mi aiute­rete. (Insieme guardano l'albero da ogni parte. Da destra entra Gramps che si ferma nell'atrio. Evans e Pilbeam si volgono con un sussulto).

Gramps                         - Come va, Evans? Come va, Pilbeam?

Pilbeam                         - Oh, salve, Northrup.

Gramps                         - Come sta il signor Grimes?

Evans                            - Sembra che stia bene.

Gramps                         - (siede nell'atrio, a sinistra. Mormora) . Contento di sentirvelo dire. Brutto affare. Be', accomodatevi. Che cosa posso fare per voi? (Pausa. Evans si siede sugli scalini, Pilbeam sale l'atrio e si ferma a destra).

Evans                            - Vi debbo delle scuse, Northrup.

Gramps                         - No. Non è il caso. Non avrei avuto molta stima per voi se aveste creduto alla faccenda così, al primo colpo. Siete medico... (A Pilbeam) Un fatto interessante, vero Pilbeam?

'Pilbeam                        - Certo... ehm... naturalmente molto interessante.

Geamps                         - E' un tipo spettacoloso, il signor Brink. Un vero amico.

Brink                             - Molte grazie.

Gramps                         - (si alza) Oh, buongiorno, signor Brink. Non pensavo che eravate ancora là. (Anche Evans si alza. Gramps toma a sedersi. Evans guarda Gramps, poi l'albero. Pilbeam, del pari, guarda l'al­bero, poi Gramps).

Brink                             - Oh, sì. Ho avuto un simpatico inizio di giornata. Con un topo che mi passeggiava sulla faccia.

Gramps                         - (guarda Evans) Che cosa? (Si alza di nuovo) 'Cramento, Evans, che diavolo avete com­binato? Perché mandate i topi a passeggiare sulla faccia del mio amico Brink?

Pilbeam                         - (andando verso Gramps) Dio del cielo!  come fate a saperlo, voi?

Gramps                         - Me l'ha detto il signor Brink in questo momento.

Pilbeam                         - Io me ne devo andare. (Pud entra nell'atrio da destra. Evans raggiunge Pilbeam, lo prende per un braccio).

Evans                            - Aspettate, Pilbeam.

Pilbeam                         - (esitando) Ho un sacco di cose da fare, Jim.

Evans                            - Non ve ne andate, Pilbeam, datemi retta.

Gramps                         - Sicuro, non ve ne andate. E' una gran giornata, questa. Stamattina Demetria si sarà svegliata al pensiero che io ero già in manicomio. Ed io, invece, non mi sono mai sentito così bene come in questo momento. Sissignore. Pud è vispo come un grillo. Il signor Brink è soddisfatto. Tutti siamo felici, eccetto Demmie, che Dio la benedica.

Evans                            - Northrup! (Va a sedersi accanto a Gramps).

Gramps                         - Sì?

Evans                            - Northrup, c'è un tizio che da dieci anni sta all'ospedale. Soffre le pene d'inferno.

Gramps                         - Mi dispiace, Evans. Davvero.

Evans                            - L'altro giorno mi sono deciso ad ope­rarlo. E' andata male. Soffre più di prima, adesso.

Gramps                         - Mi spiace proprio tanto, Evans.

Evans                            - Pensavo che sarebbe morto stanotte. Speravo che sarebbe morto.

Gramps                         - Capisco.

Evans                            - C'è una bella vecchietta, nella camera 2 C, la signora Trenner. Ve la ricordate?

Gramps                         - Quella che aveva sempre la casa piena di cani?

Evans                            - Quella.

Gramps                         - Dio buono, non ci pensavo proprio più.

Evans                            - Più nessuno ci pensa. E' in ospedale da sei anni. In letto. Non le è rimasto molto. Soltanto un pensiero: morire. Sono due casi che ho sott'occhio nel nostro piccolo ospedale. Nella nostra piccola città. A Grainesville gli ospedali sono due. Nel mondo sono milioni, tutti pieni di gente come la piccola signora Trenner.

Gramps                         - Mi rincresce per tutti. Mi rincresce per ognuno di loro. Ma se con questo volete dimo­strarmi che farei bene a lasciar scendere il signor Brink debbo dirvi che avete sbagliato strada.

Evans                            - (guarda Gramps) Che cosa pensate che succederà nei prossimi giorni, Northrup, quando la gente comincerà ad accorgersi che non c'è più morte?

Pilbeam                         - Ma non è vero.

Evans                            - (s'avvicina a Pilbeam) La morte non c'è più. Pensateci un momento. Non è morto nes­suno la notte scorsa. Non muore nessuno- stanotte. Non morirà nessuno domani notte. Non morirà nessuno... (si volge a Gramps) fino a che Northrup non dirà basta. Che ve ne pare di questo?

Pilbeam                         - E' assurdo.

Evans                            - Proprio così. E' assurdo. (Va a mettersi di fronte a Gramps) Fra cinque anni la terra sarà così sovrapopolata che sarà impossibile abitarci... Pensate al male che fate, Northrup.

Gramps                         - Non penso a niente. Non m'importa un fischio di quello che succederà. Sono riuscito a mettere il signor Brink sul mio melo ed ora voglio che ci rimanga.

Evans                            - (andando verso gli scalini) Non può rimanerci, Northrup. Dovete farlo venire giù.

Gramps                         - E perché? Io debbo badare ai fatti miei e di Pud.

Evans                            - Ma chi diavolo credete d'essere?

Gramps                         - Sono quel tizio che ha messo il signor Brink sul melo e ce lo terrò finché mi verrà la fan­tasia di lasciarlo scendere.

Pilbeam                         - (inquieto) Bè, io devo tornare in uf­ficio. Ho parecchie cose da fare. Proprio oggi devo sbrigare un sacco di lavoro. 'Giorno, Northrup. (Gramps non risponde) Buongiorno, Evans. (Evans non risponde. Pilbeam si volge all'albero) Buon... (Esce a destra).

Gramps                         - Vedete, Evans, non è che io abbia paura di morire. La morte non mi fa affatto paura. Anzi, credo sia interessante sapere che cosa c'è, dopo. Ma ho Pud, vedete. Debbo stare con lui, nel caso che avesse bisogno di me. (Pausa).

Evans                            - Avete mai vasto un uomo di centodieci anni, Northrup?

Gramps                         - Sì. Ne ho visto, uno, una volta, che credo ci mancasse poco. Il padre del vecchio Fred Brown. Povero diavolo. Bè, dove volete arrivare?

Evans                            - Stavo pensando che avrete giusto quel­l'età, quando Pud sarà un uomo fatto.

Gramps                         - No, no. Appena mi accorgerò di di­ventare decrepito farò scendere il signor Brink e me ne andrò con lui.

Evans                            - Non lo farete.

Gramps                         - Sì, che lo farò.

Evans                            - Non vi renderete mai conto di essere diventato decrepito. Continuerete a pensare che c'è ancora tempo. Magari vi dimenticherete del signor Brink e lo lascerete sul melo. (Pausa. Gramps siede pensieroso) Dovete farlo scendere, Northrup. (Pausa).

Gramps                         - (debolmente) Non voglio mettere Pud nei pasticci.

Evans                            - Dovete far scendere il signor Brink oggi stesso. Vi avverto: non lascerò niente di in­tentato per cercare di costringervi. Meglio che ci pensiate bene. (Prende la borsa, poi volgendosi a Gramps) Tornerò fra un'oretta. (S'avvia a destra per uscire) Oh, grazie per non avermi lasciato pren­dere quella mela, ieri sera.

Gramps                         - Potete prenderne una adesso, se volete.

Evans                            - No, grazie. Bè, salve, Northrup.

Gramps                         - Salve.

Evans                            - Mi... spiace. (Prende il cappello ed esce a destra).

Gramps                         - Già. Signor Brink, se vi faccio scen­dere siete proprio costretto e deciso a portarmi via?

Brink                             - Siete il primo della lista.

Gramps                         - Lo immaginavo. Non c'è modo di ag­giustarla, vero?

Brink                             - Niente da fare.

Gramps                         - Gdà. Domandavo, così.

Brink                             - D'altra parte avete già ottenuto molto.

Gramps                         - Proprio quel che mi stavo chiedendo. Proprio! quel che mi stavo chiedendo. (Si avvicina all'albero) Signor Brink, credete che il dottor Evans abbia ragione di me e di Pud? Voglio dire, che finirò col fare il danno del bambino?

Brink                             - Omarino caro, su questo non c'è il mi­nimo dubbio.

Gramps                         - Ehm... (Va a sedersi nell'atrio).

Pud                               - (entrando nell'atrio a destra) Ecco Casey sul binario, ecco Casey sul binario... bingheti, bin­gheti, bing... Ecco Casey sul binario... bingheti, bin­gheti, bing... tu, tu, tu! (Attraversa la scena a destra) Tu, tu, tu... (Si ferma) Ehi, quell'uomo, siete in mezzo alle rotaie. Tiratevi fuori, uomo, se no vi vengo addosso... Ah, sì? E allora vi vengo addosso! Bum! Ecco,guardate che cosa avete fatto, adesso! Tutto il treno rotto! Non fa niente Casey, qui ce n'è un altro ancora più bello. Salta su, Casey, che ti faccio fare un giro. Partenza... tu, tu, tu, din, din, din... Fluori dalle rotaie, fuori dal binario... Ecco che arriva Casey Jones... tu, tu, tu... (Corre verso Gramps, gli cozza nelle ginocchia, lo abbraccia) Tu, tu... Ti voglio bene, Gramps, più bene che al treno!

(Fine del sesto quadro. Buio).

QUADRO SETTIMO

(Il medesimo giorno, verso sera, ho Sceriffo sta leggendo. Evans siede a destra, senza borsa. Gramps siede al centro con Pud alla propria destra. Lo Sce­riffo Burlinghame, Demetria ed Evans sono nell'ordine, da sinistra a destra. Marcia è nell'atrio).

Lo Sceriffo                   - ...firmato: dottor James Evans, medico chirurgo.

Gramps                         - Vi spiace leggere l'ultima parte, Sce­riffo? Prima di: «firmato dottor Evans? ».

Lo Sceriffo                   - Certo, Northrup. « Avendo il dot­tor James Evans accertato che il signor Giuliano Northrup è incapace di provvedere a sé medesimo e all'amministrazione dei propri beni, questa Corte dispone a Che il prefato Northrup venga affidato alla clinica psichiatrica di Gainesville, secondo le leggi di questo iStato. Dispone altresì elle la tutela del di lui nipote, John Gilford Northrup, sia affi­data alla qui presente signorina Demetra Riffle, zia del minore...».

Gramps                         - Grazie, sceriffo. (Volgendosi a Evans) Mi avete sistemato per le feste, eh?

Evans                            - Ve l'avevo detto che non avrei lasciato niente d'intentato.

Gramps                         - (allo Sceriffo) Così, Evans vi è venuto a raccontare che sono pazzo.

Lo Sceriffo                   - Credo che in proposito non ci sia­no dubbi, Northrup.

Demetria                       - Penserò io al bambino, finché stare­te in clinica, Giuliano. Non datevi pensiero. (Guar­da Pud che passa immediatamente alla sinistra di Gramps) Su, Pud. Ora devi venire con me.

Pud                               - (abbracciando Gramps) Oh, Gramps!

Lo Sceriffo                   - Andiamo, Northrup.

Gramps                         - Un momento. (Tutti si fermano) Vor­rei prima dire due parole a Pud. (Evans e lo Sce­riffo si scambiano un'occhiata).

Evans                            - Voi e la signorina andate pure ad aspet­tare nell'auto. E' questione di pochi minuti. (Deme­tria seguita dallo Sceriffo esce a destra. Evans si ferma) Mi dispiace, Northrup, ma vi avevo dato tem­po perché tornaste sulla vostra decisione. Ora non si poteva più aspettare. Così ve ne andrete al mani­comio.

Gramps                         - Siete un ' furbacchione, Evans. Avete pensato che piuttosto di andare là dentro mi sarei deciso a far scendere il signor Brink.

Evans                            - Il signor Brink deve scendere.

Gramps                         - Avete pensato che portandomi via il bambino non mi sarei più curato di quanto poteva succedere a me.

Evans                            - Questo è stato il mio ragionamento, Northrup. (Si dirige a destra per uscire).

Gramps                         - Già. Siete un furbacchione.

Pud                               - Che cosa è successo col dottor Evans, Gramps?

Gramps                         - Credo che sia un po' arrabbiato con me. (Si siede sugli scalini).

Pud                               - Perché è arrabbiato?

  Gramps                       - (a Pud, mentre Marcia attraversa la sce­na nel fondo) Vieni qui un momento, ranocchietto.

Pud                               - Hu, hu. (Va a raggiungere Gramps sugli scalini).

Gramps                         - Io me ne devo andare, ranocchietto.

Pud                               - Dove, Gramps?

Gramps                         - Dove fioriscono i quadrifogli.

Pud                               - Te ne vai via col signor Brink?'

Gramps                         - Già. Col signor Brink. Vedi, topolino, il tuo Gramps sta diventando vecchio. E quando si diventa vecchi ci si sente sempre più stanchi.

Pud                               - Sei stanco, tu?

Gramps                         - Sì. Anche in questo momento sono ma­ledettamente stanco.

Pud                               - Corichiamoci, così ti riposi.

Gramps                         - E' proprio quello che voglio fare. Ma quando un vecchio come me vuol coricarsi e ripo­sare davvero non ha che un modo. Andare col signor Brink.

Pud                               - Voglio venire con te, Gramps.

Gramps                         - No, tu non puoi venire con me, pic­colo. Hai ancora tutta la vita davanti.

Pud                               - Non voglio avere tutta la vita davanti. Voglio venire con te. Ti vaglio bene, Gramps. (Lo abbraccia).

Gramps                         - Non bisogna volermi troppo bene, topolino. Vedi, Pud, ci ho pensato bene. Forse è meglio per te che noi due non stiamo più insieme. E, sai, forse zia Demetria (Pud si alza) non è così formicona come pensavamo...

Pud                               - (volgendo le spalle a Gramps) Gramps!

Gramps                         - Nossignore, forse non è tanto formi­cona. Porse sarebbe meglio che tu andassi ad abi­tare con zia Demetria. (Pud gli volta ostinatamente le spalle) Ma che cos'hai, piccolo?

Pud                               - Non mi vuoi più bene, Gramps?

Gramps                         - Ma certo, topolino. Soltanto cercavo di spiegarti...

Pud                               - Gramps, tu non mi vuoi più bene.

Gramps                         - Sicuro che te ne voglio. Ma il fatto è che devo proprio andare.

Pud                               - (si volta. Si china su di lui) E allora vo­glio venire anch'io, Gramps.

Gramps                         - Ma non puoi venire, topolino, non puoi.

Pud                               - Per piacere, Gramps, per piacere.

Gramps                         - No.

Pud                               - Allora non ti voglio più bene, ecco, non ti voglio più bene... (Si volta e corre via piangendo).

Gramps                         - Aspetta un momento, ranocchietto, aspetta un momento...

Brink                             - E' meglio così.

Gramps                         - Porse.

Brink                             - Dimenticherà.

Gramps                         - Porse. (Evans, lo Sceriffo e Demetria si fanno sull'atrio).

Lo Sceriffo                   - Dunque, Northrup?

Gramps                         - Oh. Non vengo con voi, sceriffo, vado col signor Brink. Non vi te detto niente Evans, del signor Brink?

 Lo Sceriffo                  - Oh, sì. Me ne ha parlato. Be', ma adesso fatela Anita. Non possiamo star qui tutta la notte.

Evans                            - Un momento, sceriffo.... Volete che noi ce ne andiamo, Northrup?

Gramps                         - No. Restate. Preferisco che ci sia qualcuno. ,

Demetria                       - (avvicinandoglisi) Be', Giuliano...

Gramps                         - Demmie, davanti a Dio, terrai bene Pud?

Demetria                       - Lo terrò bene, Giuliano.

Gramps                         - Cercherai di rendergli la vita piace­vole?

Demetria                       - Cercherò.

Gramps                         - Non lo tormenterai continuamente, come sei solita?

Demetria                       - Sarò buona con Pud, Giuliano. Non datevi pensiero. Ho già fatto dei bei progetti per lui.

Gramps                         - Che progetti?

Demetria                       - Ecco, comincerò a prepararlo per benino in modo che quest'altro anno possa andare a scuola.

Gramps                         - Come sarebbe a dire, prepararlo per benino?

Demetria                       - Comincerò a insegnargli qualcosetta, Giuliano. Così, quando andrà a scuola passerà avanti a tutti.

Gramps                         - Non c'è nei tuoi progetti di lasciarlo un po' che se la goda?

Demetria                       - Certo, Giuliano. Avrà i suoi mo­menti di svago. Ma anche le sue ore di lavoro. E' ora che cominci a formarsi la mente.

Gramps                         - Non ne ha bisogno. Si sta già for­mando la mente da solo.

Demetria                       - E gli insegnerò delle graziose poe­sie da recitare...

Gramps                         - Oh, Signore Iddio!

Demetria                       - Gli insegnerò le buone maniere, Giuliano. A dire «sì, signore» e «no, signore», e come ci si deve comportare quando un vecchio...

Gramps                         - Come ci si deve comportare! A Pud!

Demetria                       - E in autunno, appena si riapre la scuola della signorina Ramsdell...

Gramps                         - La scuola della signorina Ramsdell ò per le bambine.

Demetria                       - Adesso non più, Giuliano. Questo altro anno dice che prenderà anche due o tre ma­schietti.

Gramps                         - Tu vuoi fare di.Pud una donniccio­la. (Si alza) Perdio, sei ancora e sempre un for­micene. Ho cambiato idea. Non vado col signor Brink. Me ne sto qui e bado io a Pud. (Torna a sedersi).

Evans                            - (affiancandosi a Demetria, Sottovoce a Gramps) Northrup. Come potrete badare a Pud se vi chiuderanno in manicomio?

Gramps                         - Oh!

Evans                            - Non dimenticate che vi chiuderanno in manicomio.

Gramps                         - Già. E allora come diavolo si può fare? (Pausa) No, non c'è proprio via d'uscita. (Si illumina, come chi ha avuto un'idea geniale. Si alza. A Marcia che sta arrivando) Salve, Marcia.

Marcia                           - (nell'atrio, a sinistra) Oh, signor Northrup.

Evans                            - Ho dovuto far io quello che non avete voluto far voi, Northrup.

Gramps                         - Già. (S'avvicina all'albero) Be', signor Brink, sembra che sia venuto M momento.

Brink                             - Sì, è venuto.

Gramps                         - Appena siete pronto, fatemelo sa­pere.

Brink                             - Sono pronto. Aspetto soltanto che mi facciate scendere.

Gramps                         - Spero che non abbiate in mente di farmela pagare.

Brink                             - Vedremo, vedremo.

Gramps                         - Non dimenticate chi vi ho messo las­sù soltanto perché volevo tenere Demmie lontano da Pud.

Brink                             - Il movente sarà tenuto in benevola considerazione.

Gramps                         - Non intendevo ingannarvi. Vi avrei fatto scendere subito se mi aveste detto che la to­glievate di mezzo subito.

Brink                             - Lo so, lo so.

Demetria                       - (mormorando qualcosa, a disagio, pas­sa alla sinistra di Evans).

Gramps                         - (con un'occhiata a Demetria) Chissà se nel frattempo è arrivato l'ordine di portarla via?

Brink                             - No. Per il momento la signorina Riffle non è chiamata. Credo che passerò a prenderla soltanto di qui a qualche anno.

Gramps                         - (improvvisamente) Come? Dite che avreste dovuto portarla via un'ora fa?

Brink                             - No, no. Ho detto che passerò a pren­derla soltanto di qui a qualche anno.

Gramps                         - Dio mio, ma perché non me l'avete detto subito, signor Brink? Perbacco, se avessi sa­puto che avete intenzione di portarvi via anche Demmie...

Brink                             - Ma io « non ho » intenzione di por­tarmi via Demmie.

Evans                            - (avvicinandosi a Gramps) Northrup, dice proprio così?

Gramps                         - Sì. Dice che avrebbe dovuto prender­si Demetria un'ora fa. Questo cambia tutto. An­diamo, Demmie. (Va verso Demetria. La prende per un braccio trascinandola al centro mentre la donna cerca di fuggire).

Demetria                       - No, no, Giuliano. E' assurdo. E'... dottor Evans!

Evans                            - Sono dolente, signorina Riffle... ma quando giunge la nostra ora...

Demetria                       - Ma non c'è nessuno sul melo. Tutto ciò è così... così idiota.

Gramps                         - Grazie, signor Brink, che vi prendete anche Demmie. Vorrei chiedervi ancora un piccolo favore. Già che ci siete, vi farebbe niente prender­vi anche lo sceriffo?

Lo Sceriffo                   - Ehi! Che diavolo...

 Gramps                        - Manigoldo di uno sbirro. Ve l'ho detto che mi voleva portare al manicomio, signor Brink?

Evans                            - Dio santissimo, Northrup. Ma vi ren­dete conto di ciò che state facendo? Questo è omi­cidio bello e buono.

Demetria                       - (a sinistra di Evans) O... omicidio! Do... dottore! O...omicidio!

Evans                            - Signori, Northrup non è pazzo affatto.

Lo Sceriffo                   - Cosa? Ehi! Che cos'è questa sto­ria?

Evans                            - Northrup non è pazzo. Ma non capite che cosa vuol fare? Su quell'albero c'è la morte. E' con lei che Northrup sta parlando. Se si decide a farla scendere siete spacciati tutti e due.

Demetria                       - Che? Che? Io non ci credo.

Brink                             - Questa è...

Gramps                         - (volgendosi all'albero) Sst! Sst!

Brink                             - Questa è la più strana situazione in cui mi sia mai capitato di trovarmi. Sapete benissimo che non sono autorizzato a portar via questa gente. E' una cosa assolutamente fuori questione.

Gramps                         - Come? Dite che siete ben lieto di prendere anche lo sceriffo? Grazie, signor Brink. Non ho parole per esprimervi la mia riconoscenza.

Demetria                       - (istericamente) Non ci credo! Non riuscirete a farmi paura! Sull'albero non c'è nes­suno. Non ho sentito nessuna voce sull'albero.

Marcia                           - Io sì. Io l'ho sentita.

Gramps                         - Eh? Ma che cosa dici?

Marcia                           - Io l'ho sentita. (S'avvicina a Gramps) Ho sentito la voce del signor Brink.

Gramps                         - L'hai sentita? Davvero, Marcy?

Demetria                       - Non è vero! Non ha sentito niente.

Marcia                           - Ho sentito. Ho sentito. Ho sentito la voce del signor Brink come sento voi in questo momento.

Demetria                       - (guarda Evans).

Gramps                         - Marcy...

Marcia                           - (lo zittisce con un cenno) Ha detto che appena scende si porterà via tutti quelli che il signor Northrup gli ha indicato. (Gramps le stringe le mani).

Demetria                       - Non ha detto niente. Non è vero che ha detto che mi porterà via!

Marcia                           - Oh, sì che l'ha detto, signorina Riffle. Ha proprio detto che vi avrebbe portato via. Per la prima.

Demetria                       - (va a sedersi sugli scalini dell'atrio).

Brink                             - La ragazza...

Gramps                         - Sst! Sst!

Brink                             - La ragazza non può aver sentito ciò che ho detto. E' la più sfacciata mentitrice ch'io abbia mai incontrata.

Gramps                         - L'hai sentito, adesso, Marcy?

Marcia                           - Sì.

Gramps                         - Che cosa ha detto? Sta attenta.

Marcia                           - Ha detto di fargli il favore di lasciarlo scendere; che sta diventando nervoso... e che è stufo di perdere tempo sul vostro melo.

Gramps                         - Sì, proprio. Ha detto proprio così, parola per parola. Be', forse è meglio che mi decida. Non voglio fargli perdere completamente le staffe.

Brine                             - Impossibile. Già perse. Patemi scen­dere.

Gramps                         - Be', arrivederci a tutti. Voi due ve­nite con me, allora. Attenti: adesso pronunzio le parole magiche. Svelta, Demmie. Sceriffo, mette­tevi in riga. Ci siamo. Si parte! (Tenendo Demetrio, con la sinistra spinge lo Sceriffo al centro e li avvi­cina all'albero. Scompiglio generale).

Brink                             - Fatela finita con questa pagliacciata e lasciatemi scendere!

Evans                            - Fermatevi, Northrup!

Demetria                       - Fermatelo. Fermatelo, qualcuno! Fermatelo!

Lo Sceriffo                   - Basta, Northrup, basta!

Evans                            - (prendendo Gramps per le spalle) La­sciate perdere, Northrup, lasciate perdere. Faremo tutto ciò che vorrete.

Lo Sceriffo                   - (lacerando la dichiarazione di Evans) Ecco qua, Northrup, guardate.

Gramps                         - Oh. Va bene. (A Demetrio) Ora, giù le zampe dal mio piccolo, Demmie.

Demetria                       - Certo, Giuliano, certo.

Gramps                         - E cerca di tenerti alla larga anche da me.

Demetria                       - Cercherò, Giuliano, cercherò di te­nermi alla larga anche da te. (Sale l'atrio. Esce da destra).

Gramps                         - Benissimo. D'ora in avanti, signor Brink, mi userete la cortesia di portarvi via tutti quelli che cercheranno di costringermi a farvi scendere dal mio melo.

Brink                             - Questo è il colmo.

Gramps                         - Grazie. (A Evans e allo Sceriffo) An­datevene, adesso. Andatevene tutti. Ho deciso di starmene qui per badare a Pud. Non mi importa un fico se questo maledettissimo mondo va in ma­lora. Fuori. Fuori da casa mia. Filate, su, filate alla svelta. E non tornatemi fra i piedi, se tenete alla salute. (Evans e lo Sceriffo escono rapidamen­te a destra. Gramps e Marcia siedono sugli scalini. Gramps a destra) Marcy, ti voglio bene. Ti adoro, perdio. E non c'è più niente al mondo che ci possa far paura, adesso. Soltanto tu, io e Pud. Non c'è più niente che ci possa far paura.

Brink                             - (visibile) Di che mondo andate par­lando?

Gramps                         - Ohe cosa volete dire, signor Brink?

Brink                             - Di che mondo andate parlando?

Gramps                         - Non capisco, signor Brink.

Brink                             - Lo vedo che non capite. Povero il mio omarino.

Marcia                           - Che cosa ha detto, signor Northrup?

Gramps                         - Ha detto: « povero il mio omarino ». E non mi piace il modo con cui l'ha detto, Marcy, non mi piace affatto.

(Fine del quadro settimo.Buio).

 QUADRO OTTAVO

(Cinque minuti dopo. Brink è sempre sull'albero. Marcia, dall'atrio, chiama verso sinistra. Da destra entra Gramps. Più tardi, da sinistra, entrerà Pud).

Gramps                         - Pud! Pud!

Marcia                           - Pud, dove sei?

Gramps                         - Dobbiamo trovarlo. Marcia. Dobbia­mo trovarlo. Bisogna che gli spieghi come sono an­date le cose. Ehi, ranocchio, dove ti sei cacciato?

Marcia                           - Pud!

Gramps                         - Non riesci a vederlo?

Marcia                           - No. Forse è andato da Jim.

Gramps                         - Corri a cercarlo, Marcy. Non credo che sia ancora in giro. Corri a cercarlo, va.

Marcia                           - Torno subito, signor Northrup. (Esce a destra. Gramps attraversa l'atrio continuando a chiamare).

Gramps                         - Pud! Ehi, Pud! Dove sei, topolino? E' ora di venire a casa, adesso. Oh, Pud, dove sei? Pud! Pud! (Esce a destra).

Pud                               - (entra da sinistra. Butta il berretto e un fagotto in un angolo dell'atrio. Siede. Dall'albero Brink lo chiama avvicinandosi quanto può).

Brink                             - Pud!

Pud                               - (con voce lagrimosa) Salve, signor Brink.

Brink                             - Che cosa ti succede, Pud?

Pud                               - Gramps non mi vuol più bene.

Brink                             - Davvero?

Pud                               - Sì. Non avete sentito, prima?

Brink                             - Già. E adesso, Pud, che cosa vuoi fare?

Pud                               - Voglio andarmene via. Così a lui rincre­scerà.

Brink                             - Che cos'hai in mano?

Pud                               - (gli fa vedere) Biscotti... ho anche l'oro­logio dove Gramps ha scritto il mio nome, e due esemplari.

Brink                             - Allora, vuoi proprio scappare.

Pud                               - Certo.

Brink                             - Non scapperei, se fossi in te.

Pud                               - Sì, che scappereste.

Brink                             - Faranno presto a riprenderti e ti ri­porteranno a casa. Non sei grande abbastanza per scappar da casa, ometto mio.

Pud                               - Sono come sono. E non sono l'ometto vostro. E non è vero che sono piccolo. Vi sputo in un occhio.

Brink                             - Non è mica tanto facile.

Pud                               - Perché?

Brink                             - Perché non sei capace di venirmi a prendere.

Pud                               - Sì, che sono capace.

Brink                             - Io dico che hai paura.

Pud                               - Non ho paura nemmeno del gigante più grosso che ci sia al mondo.

Brink                             - Come sai che non sono io il gigante più grosso che ci sia al mondo.

Pud                               - Perché state su una pianta piccola pic­cola.

Brink                             - La tua risposta non manca di logica. Si vede che la mente ti si sta formando. Ed è un vero peccato.

Pud                               - Perché?

Brink                             - Perché la logica è la più grande scia­gura che possa capitare agli uomini. Li confonde al punto che non sanno più vedere i giganti. Anche tu, fra poco, non li vedrai più.

Pud                               - Sì, che li vedrò.

Brink                             - No, non li vedrai più. Non li vedrai più finché non sarai diventato vecchio come Gramps. Allora li vedrai di nuovo.

Pud                               - Balle. (Si alza, si avvicina all'albero).

Brink                             - Non sei mica troppo educato.

Pud                               - Sono più educato di voi, brutto squaccheracamerlo.

Brink                             - Temo di non aver mai inteso questa espressione, prima d'ora.

Pud                               - Si capisce. L'ho fabbricata io.

Brink                             - Sai fabbricare le parole?

Pud                               - Certo. Io so fare tutto.

Brink                             - Non è vero. Non sei nemmeno capace di arrampicarti su un albero.

Pud                               - Sì, che sono capace. Mi sono arrampi­cato su quell'albero lì, prima che ci saliste voi, e poi sono anche disceso. Voi sì, che non siete ca­pace di scendere.

Brink                             - Su questo punto hai perfettamente ragione. Ma adesso non sei più capace di arram­picarti. Bisognerebbe scavalcare la palizzata, e tu non sei capace.

Pud                               - Io la scavalco con un salto solo, se voglio.

Brink                             - Fammi vedere.

Pud                               - Va bene. (Si sposta a destra, s'afferra alla palizzata con una mano).

Brink                             - Non ce la puoi fare da quella parte. Meglio da quest'altra. E' più facile.

Pud                               - Ehi, mi sono fatto male alla mano. For­se è meglio che vada a prendere un pezzo di quella striscia con la colla. (Si dirige verso la porta di sinistra).

Brink                             - Pastafrolla! Pastafrolla!

Pud                               - Chi, pastafrolla? (Passa a destra dell'atrio. Mette il piede destro sul risalto di un mon­tante di sostegno e, afferrandosi alla palizzata, la scavalca con la gamba sinistra. Siede a cavalcioni).

Brink                             - Bravo. Non avrei mai creduto che ci riuscissi. Devo ammettere che sei più svelto di quanto supponevo. Adesso avanti. Ancora un pic­colo sforzo. Cerca di avvicinarti allo spigolo. Sca­valca anche l'altra gamba. Così. Là! Ci siamo. Ec­coti arrivato. Magnifico. Adesso sì, che sono con­vinto che sai fare tutto.

Pud                               - Ehi, di qui si vede più in su.

Brink                             - Mi puoi vedere, me?

Pud                               - Sì. Ehi, perché fate quella vocetta, signor Brink?

Brink                             - Non ti piace?

Pud                               - SI.

Brink                             - Bene. Mi vedi?

 Pud                              - Sì, che vi vedo.

Brink                             - Guardami.

Pud                               - Oh, che occhi strani avete, signor Brink. Mi fanno girare la testa. Sembrano gli occhi degli spiriti... (Si alza in piedi lentamente, reggendosi al montante dell'atrio).

Brink                             - Guardami ancora. (Pud obbedisce) Così va bene. Seguita a guardarmi fisso. Dammi la mano. (Pud si sporge tendendo la mano) Vieni più avanti. (Pud precipita, poi comincia a chia­mare, gridando).

Pud                               - (terrorizzato) Gramps! Gramps! Gramps!

(Fine del quadro ottavo. Buio).

QUADRO NONO

 (E' notte avanzata. C'è la luna. Nel mezzo dell'atrio, Gramps regge Pud fra le braccia. Brink è visibile).

Pud                               - Gramps, mettimi le strisce con la colla. Mi fa male la seMena, mi fa male la schiena.

Gramps                         - Sat, ranocchio, zitto un momentino... Signor Brink?

Brink                             - Sì?

Gramps                         - Pud soffre terribilmente. Il dottor Evans, ch'è uscito adesso, dice che non potrà mai più camminare. Perché l'avete fatto arrampicare sulla palizzata, signor Brink ?

Brink                             - Caro il mio omarino, non volevo fargli del male. Volevo soltanto prenderlo. Era l'unico modo che avevo per liberarmi. Ho aspettato per tutta la giornata che gli altri vi costringessero a farmi scendere. Ma voi siete riuscito a metterli nel sacco.

Gramps                         - Avreste dovuto cercare qualcos'altro, invece di prendervela col bambino.

Brink                             - Il bambino mi si è presentato come la strada giusta per uscire da questa incresciosa si­tuazione. E' l'unico motivo per cui vi ostinate a tenermi sul melo. E fino a quando sarei dovuto starmene quassù, secondo voi? Fino alla morte della signorina Riffle?

Gramps                         - Non starete tanto. No, che non ci sta­rete.

Brink                             - No. Ma voglio che vi rendiate conto di ciò che la mia assenza significa per voi, per tutto il vostro mondo. La terra sente già lo stupore, il pericolo, la paura della mia assenza. Ed ogni ora che passa è peggio.

Gramps                         - Sì. Forse ho voluto fare il passo più lungo della gamba.

Brink                             - Molto più lungo.

Gramps                         - Vi fa niente scendere e prenderci tutti e due?

Brink                             - Volentieri.

Gramps                         - Scendete, allora. (Brink scende, si porta alla destra di Gramps) In fretta.

Pud                               - Gramps.

Gramps                         - Sì, topolino.

Pud                               - Le strisce con la colla. Mi fa tanto male la schiena.

Gramps                         - Si, piccolo. Su, su, ranocchietto. Un minuto solo, un minuto solo. (Tende Pud a Brink).

Brink                             - No, prima voi. Ah, così va meglio, non vi pare?

Gramps                         - Bene, bene! Prima era pesante come un macigno. Adesso è leggero come una piuma. Su, prendetelo. (Porge Pud a Brink. Brink lo toc­ca. Pud, lentamente si scioglie dall'abbraccio di Gramps e si mette in piedi. A questo punto, il re­gista risolverà nel modo che crederà migliore il passaggio delle due vite - Pud e Gramps - alla morte. Come indicazione, si suggerisce l'espediente che i due personaggi, nell'istante in cui sono di spalla al pubblico, mettano una maschera prima di voltarsi e continuare a parlare).

Pud                               - (alzandosi) Salve, signor Brink.

Brink                             - Salve, Pud.

Pud                               - Siamo morti, Gramps?

Gramps                         - Sembra di sì. Mi sento come un bim­bette) di due anni. E tu come ti trovi?

Pud                               - Anch'io mi sento come un bimbette di due anni, Gramps.

Gramps                         - Signor Brink, perché non mi avete detto che le cose stavano così?

Brink                             - Caro il mio omarino, ho cercato di spiegarvi che si trattava di un passaggio sostan­zialmente piacevole, ma non mi valevate dar retta.

Pud                               - Che buffo modo di parlare avete, signor Brink!

Brink                             - Non ci badare. Andiamo, su, andiamo.

Pud                               - Dove andiamo, Gramps?

Gramps                         - Già, perbacco. Questo è piuttosto importante. Dove andiamo, signor Brink?

Brink                             - Lo vedrete da voi.

Pud                               - (guardando Brink) E quanto tempo ci staremo?

Brink                             - Per l'eternità.

Pud                               - (guardando Gramps) Quanto tempo è l'eternità, Gramps?

Gramps                         - Oh, è un bel po', ranocchietto.

Pud                               - Ad ogni modo, staremo insieme, vero Gramps?

Gramps                         - Diavolo porco, si capisce che staremo insieme!

Granny                          - (fuori scena) Giuliano! Giuliano, ti sembra questo il modo di parlare davanti al bam­bino? (Gramps e Pud guardano in alto).

Gramps                         - Oh, diavolo, mi sembrava che aveste detto ch'era cambiata. (Brink, seguito da Gramps che sospinge Pud, esce a destra).

FINE