Teodolinda

Stampa questo copione

I METICCI

TEODOLINDA

di Rino Gobbi

(atto unico)

Trama

Teodolinda è il nome della cagna di Oreste, che viene uccisa da un’auto. Teodolinda è anche il nome della sorella di Oreste, dai facili costumi.La scena si svolge nella sala teatro del patronato di un paese, dove si sta allestendo lo scenario per la rappresentazione della Prima di una commedia, che la compagnia del posto dovrà recitare.

Arriva sul palco la moglie di Oreste, che trova Fulvio; lo avvisa della morte di Teodolinda, che lui pensa sia la sorella di Oreste, e si dispera. Entra Aldo e viene a sapere della notizia; lui sa che Teodolinda è una cagna (animale), e si comporta non dando peso al fatto. Entra in scena un altro attore, che viene a sua volta informato e si dispera per la morte della sorella di Oreste, e anche perché non si reciterà la Prima per il lutto familiare che ha colpito il collega. Insomma, ci sarà chi pensa sia una cagna animale a essere morta, e chi la “cagna” sorella di Oreste.

Alla fine, quando l’equivoco sarà chiarito, si scoprirà che la cagna era quella di Iselda, un’attrice. Allora subentrerà la lotta per l’assicurazione, visto che Carlotta, la moglie di Oreste, aveva assicurato la cagnetta anche se non era sua.

Si scoprirà inoltre che a uccidere Teodolinda è stato il figlio scapestrato di Oreste, che lui credeva di avere punito adeguatamente.Aldo lo prende in giro, ma non sa che sua figlia, che lui credeva di avere messo in castigo, era proprio con il figlio di Oreste, che assolutamente non voleva che lo frequentasse.

Alla fine telefonerà Teodolinda, chiederà di fare parte della sgangherata compagnia, che finanzierebbe con cinquanta milioni. Tutti ne saranno contenti perché potranno acquistare lo scenario mancante e i riflettori; e gli uomini anche perché vedono la possibilità di divertirsi con lei.

Personaggi:   Pensano che Teodolinda sia:

CARLOTTA  Moglie di Oreste                                        CANE

ALDO                        Attore                                                       CANE

FULVIO                    Proprietario della mura                                 DONNA

ORESTE                    Proprietario della cagnetta; fratello di Teodolinda   CANE

FLORA                      Amica di Teodolinda donna                                     DONNA

ISELDA                     Nemica di Teodolinda donna            DONNA

MORENA      Assicuratrice di Teodolinda cane                    CANE

ARTURO       Padre di Andrea                                   NESSUNO

TEODOLINDA    Sorella di Oreste


In scena: qualche pannello, una cassetta attrezzi e qualche sedia o poltrona.

ATTO I

Scena prima

CARLOTTA

CARLOTTA              (entrando in scena, al pubblico) Toh, nessuno. Dove saranno andati? E quel deficiente di mio marito, sparito. Oggi è il nostro anniversario di matrimonio e non è voluto restare a casa: devono recitare la commedia, è la Prima! Non si può mancare. Accidenti a lui, anche se salta la prima ce ne saranno delle altre, no? Volevo dirgli che Teodolinda è stata investita da un’auto pirata ed è morta. Camminava sul ciglio della strada, e poi bum! Per fortuna che è assicurata, guadagneremo almeno qualcosa dalla sua morte. Teodolinda la cagna a quattro zampe intendo, perché l’altra Teodolinda, la cagna a due gambe, sorella di Oreste, anche lei è partita ieri, ma non è stata investita. Si sa, le auto purtroppo non corrono sui “marciapiedi”! Sapete perché Teodolinda cane si chiamava così? Perché gliel’ho affibbiato io: era arrivata randagia proprio ieri e siccome era appena partita Teodolinda donna, scusate, troia! sorella di Oreste, ho pensato bene di chiamare anche la bestia Teodolinda, tanto una cagna era partita e un’altra cagna era arrivata… Ma dove sarà, dove sarà mio marito? (esce Carlotta. Entrano Aldo e Fulvio).

Scena seconda

ALDO, FULVIO

ALDO                        (montando le scene)Noi montiamo le scene, ma anche stavolta non siamo riusciti a comprarci i riflettori per illuminarle, la commedia ne perderà.

FULVIO                     Cosa vuoi Aldo, se non abbiamo i soldi per comprarli bisogna rassegnarci e illuminare la scena con le luci del palco.

ALDO                        Ma i visi resteranno in ombra e faranno un brutto effetto sul pubblico.

FULVIO                     Beh, quelli che sono brutti resteranno brutti, comunque, cosa vuoi che importi al pubblico se si vedono bene i visi o no; e poi, per quella gente che verrà… recitiamo in un patronato.

ALDO                        Verranno i nostri parenti e il prete, se non ha da dire Messa.

FULVIO                     E gli invitati di Oreste.

ALDO                        Se verranno… Li conosco: quelli hanno solo voglia di mangiare e vedrai che invece di venirci a vedere resteranno a casa ad ingozzarsi.

FULVIO                     Certo, con quei manicaretti che fa Carlotta.

ALDO                        Lei? Lei fa qualcosa di buono solo quando va in rosticceria, almeno questo è quello che dice Oreste.(dall’alto della scala) Dammi una vite. (Fulvio gli dà la vite). No, non questa, una più corta…(Fulvio gliene dà un’altra) Neppure questa: una più lunga.

FULVIO                     Insomma, una o l’altra andrà bene lo stesso.

ALDO                        No, no, no! I lavori o si fanno bene o non si fanno. Dammi il martello (Fulvio gli dà un martello). Non questo, l’altro.

FULVIO                     E dov’è l’altro?

ALDO                        Era assieme a questo.

FULVIO                     Qui non lo vedo.

ALDO                        (scende dalla scala, Va dietro una quinta e lo trova). Chi lo aveva messo là?

FULVIO                     Guarda che non sono stato io.

ALDO                        No? E chi è stato allora? Io? Ti sembra che io metta il martello fuori posto?

FULVIO                     Neanch’io; e poi a me sembra uguale.

ALDO                        Uguale? Ti sembra che io adoperi un attrezzo invece di un altro?

FULVIO                     A me sembra uguale, ti dico.

ALDO                        (mostrandogli la parte piana) Non vedi Fulvio che questo è bombato, così si possono battere i chiodi anche in obliquo.

FULVIO                     In obliquo? Io per costruire la mia mura ho usato un comune martello anche se infilavo i chiodi obliqui. A proposito, hai visto la mura che ho costruito nella casa nuova?

ALDO                        A dire il vero non ho neanche visto la casa.

FULVIO                     Dovresti proprio venire a vederla: è un’opera d’arte, un gioiello. Ho perfino lucidato le pietre a faccia vista con una vernice che mi sono fatto mandare da Verona. Per non parlare della ringhiera in ferro battuto. Conosci Pasqualino?

ALDO                        Il fabbro? Sì.

FULVIO                     La ringhiera me la sono fatta fare da lui, vedessi che capolavoro! Dovresti venire a vederla. Sono proprio fiero del lavoro; e sai con chi l’ho costruita? Con mio figlio… Ecco, tua figlia dovrebbe mettersi con lui e non con quello scavezzacollo di Andrea.

ALDO                        Non parlarmi di figli, per carità. Lasciamo stare che stasera vorrei recitare tranquillo; comunque va bene, verrò a vedere la tua mura, ma intanto dammi il cacciavite verde.

FULVIO                     Qui c’è quello rosso (glielo dà).

ALDO                        Ho detto il verde.

FULVIO                     Ma se sono uguali…

ALDO                        (prendendo il cacciavite verde da terra) Ti sembrano uguali?

FULVIO                     A me pare di sì. Dimmi, sei così anche a casa?

ALDO                        Così, come?

FULVIO                     Lasciamo stare, va. Allora, verranno tutti a vederti stasera?

ALDO                        Sì, tutti; anzi mia figlia no: si è comportata male e l’ho messa in castigo.

FULVIO                     Hai ragione, al giorno d’oggi le ragazzine disubbidiscono, pretendono, inseguono l’apparenza e dentro sono sciocche. Proprio ieri ne ho visto una davanti la farmacia, tutta truccata, con una minigonna che più corta non si poteva, e un paio di stivali fino alle ginocchia, sembrava proprio una prostituta. L’hai vista anche tu, per caso?

ALDO                        Sì, era mia figlia.

FULVIO                     (dopo un attimo di perplessità) Tua figlia? Non l’avevo riconosciuta.

ALDO                        Neanch’io... Per cosa pensi che l’abbia messa in castigo?

FULVIO                     Pensavo perché fosse andata via ancora con Andrea.

ALDO                        Anche per quello. Ma ieri è andata da lui per l’ultima volta, te l’assicuro. Gliene ho dette tante che se ne ricorderà per un pezzo. Andare via con quello scapestrato? Mi dispiace per Arturo, ma io non posso mettere a repentaglio la vita di mia figlia per suo figlio.

FULVIO                     Eppure oggi mi sembrava di averli visti assieme.

ALDO                        Impossibile!

FULVIO                     Eppure…

ALDO                        Impossibile ti dico: lei è a casa che starà ancora meditando su quello che le ho detto.

(Fulvio va dietro le quinte per prendere un asse. Aldo non se ne accorge e continua a parlare).

Scena terza

ALDO

ALDO                        Una lavata di capo ci voleva: bisogna fare i duri con i figli, solo così ubbidiscono. Basta, basta! Davvero ieri è stata l’ultima volta che Teresa è andata da Andrea; anche se Arturo ha detto che suo figlio ha fatto giudizio, io non mi fido. Poi siamo noi padri a subirne le conseguenze: diventiamo nervosi proprio per colpa delle mancanze dei figli. Ecco, per esempio, quando sono andato da Oreste ho visto una cagnetta randagia che era appena arrivata da loro… come l’hanno chiamata?… Teodolinda, mi pare. Tutta sporca com’era voleva strusciarsi addosso a me, e io le ho dato un calcio. Ho fatto male, lo so; ma ero nervoso, nervoso per colpa di Teresa. Cosa ne dici tu Fulvio? Non è sempre colpa dei figli?… Fulvio? (chiama) Fulvio! (Fulvio entra con un asse in mano).

Scena quarta

ALDO, FULVIO

ALDO                        Io sono qua che parlo e lui che va via… Ma cosa mi hai portato? No, non quella, aspetta che scendo io. (va a cercare dietro le quinte. Entra Carlotta).

Scena quinta

FULVIO, CARLOTTA

CARLOTTA              Dov’è Oreste?

FULVIO                     E’ andato con il camion a prendere il mobilio per la scena.

CARLOTTA              Va be’, fa niente, quando torna digli che Teodolinda è stata investita e uccisa da una macchina e che s’informi da Morena per l’assicurazione.

FULVIO                     Cosa?!... Teodolinda morta? Ma come è stato?

CARLOTTA              Una macchina, ti ho detto, lei camminava sul ciglio della strada quando un’auto pirata l’ha investita e uccisa.

FULVIO                     Ma cosa ci faceva lungo la strada? Ma ora è proprio vero che faceva la… Oh, come mi dispiace, mi dispiace lo stesso. In fondo era una povera creatura anche lei. E tu Carlotta che non la volevi in casa.

CARLOTTA              Come non la volevo? Era arrivata da chissà dove e, sporca com’era, è naturale che non l’abbia accettata a braccia aperte.

FULVIO                     Almeno si fosse accoppiata, così non avrebbe fatto certamente questa fine.

CARLOTTA              Come faceva? Non ha trovato neanche un cane che la volesse. Chi vuoi che se la prendesse una così: era una cagna, brutta e sporca. Comunque non è la fine del mondo, quando viene Oreste tu diglielo e basta (esce Carlotta. Entra Aldo con l’asse).

Scena sesta

FULVIO, ALDO

FULVIO                     Lascia stare, stasera non si recita.

ALDO                        Non si recita? Ma cosa dici?

FULVIO                     E’ successa una disgrazia a Oreste. è morta Teodolinda.

ALDO                        Teodolinda? Mi dispiace, com’è successo?

FULVIO                     Era sulla strada ed è stata investita da un’auto.

ALDO                        Dove vuoi che succedesse? Era andata via?

FULVIO                     Sì.

ALDO                        D’altronde, con la vita randagia che faceva… Povera cagna! (continuaa lavorare).

FULVIO                     Cosa fai? Non capisci che Oreste non può recitare.

ALDO                        Per una cagna? Ma dai, fammi il piacere.

FULVIO                     Sei impazzito? Ha avuto una vita sfortunata, tutto qua. Non si può incolpare e tanto meno offendere chi è morto.

ALDO                        Adesso non esageriamo, il rispetto va alle persone.

FULVIO                     Ma anche se era una “cagna”, come dici tu, era pur sempre una creatura di Dio (entra Oreste).

Scena settima

ALDO, FULVIO, ORESTE

ALDO                        (a Oreste) Tienimi l’avvitatore finché vado su per la scala. (Fulvio sbigottito). Ah, è venuta qui tua moglie per dirti che Teodolinda, la cagna, ieri pomeriggio è stata uccisa da un’auto.

ORESTE                    Ah sì? Infatti era scappata di casa. Beh, meglio così, l’avevamo appena assicurata con Morena, così guadagneremo un po’ di soldi.

FULVIO                     Ma dico… va bene che era… Non capisco, mi sembra… (a Oreste) Ma contava proprio niente per te?

ALDO                        Dai, che era solo una cagna. D’altronde doveva morire sulla strada: è la fine che fanno questi animali.

FULVIO                     E continui a offendere… (entra Flora).

Scena ottava

ALDO, FULVIO, ORESTE, FLORA

ALDO                        Sai, Flora, è morta la cagna che era a casa di Oreste.

FLORA                      La cagna?… Ah, Teodolinda? Oh Dio, com’è stato?

ALDO                        Per la strada, camminava sul ciglio ed è stata investita da un’auto.

FLORA                      Mi dispiace, mi dispiace veramente, anche se era malconcia,però di fronte alla morte…

ORESTE                    Ma tu l’avevi vista?

FLORA                      Certo, proprio ieri, quando sono venuto casa tua, lei stava partendo. Mi faceva pena poverina. Si sapeva che sarebbe andata ancora a ramingo; la vita è ingiusta talvolta. D’altronde se uno nasce sfortunato, sfortunato resta.

ORESTE                    Sicché tu l’hai vista quando è partita.

FLORA                      Certo che l’ho vista quando è partita. Ma tu dov’eri? Non ti ho visto salutarla.

ORESTE                    Anche salutarla? A parte il fatto che non l’ho chiamata io in casa mia, se l’avessi vista partire le avrei dato lo stesso il buon servito, così sporca lei voleva stare da noi, ma io ho già abbastanza preoccupazioni con mia moglie.

FLORA                      Pure tu contro lei: pensavo fosse solo Carlotta a volerle male.

ORESTE                    Un animale è sempre un animale.

FULVIO                     Comunque non si farà niente stasera.

ORESTE                    Perché?

FLORA                      Ma per la morte di Teodolinda, no?

ORESTE                    Scherzi! Voi donne siete troppo sentimentali, non vorrai che saltiamo la Prima solo perché lei è morta? Ci mancherebbe! Su, Aldo, dimmi cosa ti occorre che bisogna fare in fretta, bisogna pur trovare il tempo di concentrarsi prima di cominciare la commedia.

FLORA                      Concentrarsi? Io invece bisogna che mi rilassi. Non capisco, proprio non capisco. (esconoOreste e Aldo. Entra Iselda).

Scena nona

FULVIO, FLORA, ISELDA

ISELDA                     (snob) E i riflettori? Dove sono che non li vedo?

FULVIO                     I riflettori non li vedi perché non ci sono.

ISELDA                     Mi avevate promesso che compravate almeno quello che doveva illuminarmi.

FULVIO                     Non ci sono soldi Iselda, capisci: niente soldi, niente riflettori.

FLORA                      Finché recitiamo nei patronati per beneficenza…

ISELDA                     Ma io devo fare la parte della vamp, devo essere illuminata.

FLORA                      (tra sé) Sì, da fuori, perché di dentro non basta una centrale di fari.

ISELDA                     E il mio specchio, e il mio beauty-case? Dove sono che non li vedo? Mi ci vuole tempo sapete, se devo fare la parte della vamp devo prepararmi prima.

FLORA                      Tu mi sembri una svamp anche senza la parte.

ISELDA                     Vuoi dire che sono affascinante? Lo so, altrimenti perché avrei questa parte?

FLORA                      Intendo svampita; ma stavolta ho paura che non farai nessuna parte.

FULVIO                     (a Flora) Guarda che Oreste recita lo stesso, non lo hai sentito?

ISELDA                     Oreste recita lo stesso? Si è ancora arrabbiato perché mancano i riflettori? Va bene, lo capisco, ma se non faccio i capricci io che sono la prima donna…

FULVIO                     Cosa vuoi che c’entrino i riflettori: gli è morta Teodolinda.

ISELDA                     Teodolinda, sua sorella! Quella poverina? Che tutti offendono chiamandola cagna!

FLORA                      La chiamavano, la chiamavano cagna.

ISELDA                     Com’è successo?

FLORA                      E’ stata investita da una macchina ed è morta. Mi pare ancora impossibile, era una donna così espansiva, piena di vita, d’amore…

ISELDA                     Su questo non ci sono dubbi.

FLORA                      Adesso era così, e pensare che da piccola aveva una sensibilità fuori dal comune: aveva cominciato a studiare musica, mi ricordo che una volta venne da me e mi mostrò come era brava a solfeggiare e a battere il tempo con il piedino.

ISELDA                     Poi si è messa a battere e basta.

FLORA                      Insomma, non si può parlare male di una morta!

FULVIO                     E’ quello che dico anch’io. E poi lei…

ISELDA                     La vacca?... Oh, scusa.

FULVIO                     Lei mi voleva bene, mi trattava come un figlio.

ISELDA                     Visto che di“mariti” ne aveva già tanti.

FULVIO                     Mi dispiace veramente che sia morta.

ISELDA                     Io, sinceramente non l’ho mai sopportata: non ha mai lavorato… di giorno intendo, non si è fatta una famiglia, è vissuta come una parassita in casa del fratello. Come si fa a volere bene a una persona così?

FULVIO                     Ma lei sì che ne ha dato tanto di bene!

FLORA                      Quello si chiama amore, Fulvio.

ISELDA                     Quello si chiama sesso, e Dio sa se il buon Dio la perdonerà (entra Morena).

Scena decima

FULVIO, FLORA, ISELDA, MORENA

FULVIO                     Morena, conoscevi Teodolinda? E’ stata uccisa in un incidente stradale.

MORENA                  Già morta? Allora lo hanno fatto apposta.

FLORA                      Chi? Fatto apposta cosa?

MORENA                  Ma Oreste, no? Pareva che sapesse che sarebbe morta subito perché proprio ieri è venuto da me per assicurarla. Beh, in fin dei conti non valeva tanto.

FLORA                      Anche tu? Ma come si fa a parlare così di una morta?

MORENA                  Su, adesso non esageriamo, per una cagna? E poi era vecchia.

FULVIO                     Vecchia? Non era vecchia, era un po’ abbruttita, ma con quella vita che faceva…

MORENA                  E aveva il pelo lungo…

ISELDA                     Quella del pelo non lo sapevo.

MORENA                  Tutti gli animali hanno il pelo.

ISELDA                     Specialmente quel tipo di animali.

FLORA                      Basta con le offese, io volevo bene a Teodolinda.

MORENA                  Così, a prima vista? Ti sei affezionata subito allora?

FLORA                      Cosa occorre, domandarle quanti anni ha per volerle bene?

MORENA                  Vorrai dire domandarle il suo pedigree.

ISELDA                     Ecco, brava, proprio il pedigree ci voleva per lei (esce Iselda. Entra Carlotta).

Scena undicesima

FULVIO, FLORA, MORENA, CARLOTTA

CARLOTTA              Dov’è Oreste?

MORENA                  Era qui un momento fa.

CARLOTTA              E Arturo?

MORENA                  Arturo?.., non lo abbiamo ancora visto.

CARLOTTA              Lo immaginavo; è stato lui a uccidere Teodolinda, e sarà tornato indietro per vedere cosa aveva fatto. Ma non occorreva: con la vita che conduceva, neanche a un cane gli interessava più.

TUTTI                        E’ stato Arturo?

FULVIO                     Non si è neppure fermato? E tu Carlotta lo dici così? Mi sembra che stia vivendo un incubo.

CARLOTTA              Ma dai, per una cagna?!…

FLORA                      Sempre una creatura di Dio è.

CARLOTTA              Mi sembrate tutti matti qua; adesso vado e quando arriva Arturo, mi raccomando, rincuoratelo, che non è la fine del mondo se ha ucciso Teodolinda (esce Carlotta).

Scena dodicesima

FULVIO, FLORA, MORENA

MORENA                  Ma dai che ha ragione, non è il caso di farne un dramma, sono cose che succedono.

FULVIO                     Capisci che è morta, non respira più, non sarà più in vita per l’eternità?

MORENA                  A me dispiace per la mia compagnia d’assicurazione, che dovrà sborsare i soldi rimettendoci.

FULVIO                     E’ stato Arturo… Se Oreste non sente pietà per lei vedrete che lui, avendola uccisa proverà rimorso e non si farà vedere di sicuro. E la Prima salterà. Vado a levare i manifesti della commedia.

MORENA                  Aspetta, ma sei matto! Se recita Oreste, vuoi che non reciti Arturo?

FULVIO                     Oreste è senza cuore, ma Arturo spero ne abbia un poco. Io vado, è meglio che la gente sappia che non si farà niente, non voglio fare la brutta figura di mandarla a casa.

FLORA                      Guarda che saranno solo i nostri parenti a venire a vederci, e il prete se avrà tempo.

FULVIO                     E i manifesti? Qualcuno li avrà visti…

MORENA                  Per tre manifesti? Uno alla bottega di Tony, uno al bar sport di Nando, e uno… ah sì, qui in patronato.

FLORA                      Che compagnia! Neanche i soldi per comprarci un po’ di manifesti!

FULVIO                     Beh, io vado.

FLORA                      No, aspetta, aspetta… (esce Fulvio. Entra Arturo, tranquillissimo).

Scena tredicesima

FLORA, MORENA, ARTURO

FLORA                      Arturo,  come va?

ARTURO                   Mai andata così bene. Ma cosa sono queste facce? E’ l’emozione, vero? Strano, non vi credevo così fifone. Dopotutto siamo in un patronato, nel nostro patronato, saranno i nostri che verranno a vederci. Giocheremo in casa, come si dice.

FLORA                      Non c’è proprio niente che dovremmo sapere? Niente di cui tu debba pentirti?

MORENA                  (a Flora) Suvvia, non infierire su di lui più di tanto.

FLORA                      Dovrebbe almeno ammettere che l’ha uccisa, anche se è stato un incidente. Non si può far finta di niente; anche se si sa, si immaginava che avrebbe fatto questa fine… sempre sulle strade.

ARTURO                   Cosa, cosa?  Chi avrei ucciso io?

FLORA                      Teodolinda. Ce l’ha detto Carlotta. E tu ti presenti qua con quella faccia tosta.

ARTURO                   Io non conosco questa Teodolinda, e non ho ucciso nessuno. Siete tutti matti qua dentro (esce Arturo. Entrano Carlotta e Iselda).

Scena quattordicesima

FLORA, MORENA, CARLOTTA, ISELDA

ISELDA                     (a Carlotta)   …Ti dico che non lo so.

CARLOTTA              Insomma, dov’è mio marito? Ho gli ospiti in casa e lui non è né là e né qua, quel deficiente!

MORENA                  Deve essere andato a scaricare il camion.

CARLOTTA              Dovrebbe almeno andare a spostare il corpo di quella carogna che io non ho tempo, non capisce che devo badare ai parenti. Non si può lasciarla sul ciglio della strada, è una vista così schifosa.

ISELDA, FLORA     (allibiti) Cosa?!

MORENA                  Eh sì, bisognerebbe chiamare quelli della spazzatura, fa parte dei rifiuti urbani.

ISELDA                     (travisando) Rifiuti umani?… Questo sembra troppo anche a me.

CARLOTTA              A pensarci bene, invece no, dovrebbe essere Arturo. Lui l’ha uccisa e lui deve portare via il corpo.  (esce Flora, schifata. Entra Arturo).

Scena quindicesima

MORENA, CARLOTTA, ISELDA, ARTURO

CARLOTTA  (ad Arturo) Potevi almeno fermarti, no? Come si fa a lasciarla così, sulla strada?  Ora c’è tutta la gente che è là curiosa e nessuno ha il coraggio di spostarla.

ARTURO                   Ma di cosa stai parlando? Anche tu? Ma siete tutti matti davvero! (esce Arturo imbronciato).

Scena sedicesima

MORENA, CARLOTTA, ISELDA

CARLOTTA  Lui vuole menare il can per l’aia. Capite che bisogna spostare il corpo dal ciglio della strada? Che vada con Oreste… Ma dov’è Oreste? Su, chiamatelo!

ISELDA                     Non c’è tempo, la commedia comincia fra poco… (entra Oreste con Fulvio).

Scena diciassettesima

CARLOTTA, MORENA, ISELDA, ORESTE, FULVIO

CARLOTTA  Finalmente ti si rivede. Guarda che io non ho tempo per Teodolinda: ho gli ospiti a casa, ospiti che hai voluto invitare tu “per il nostro anniversario di matrimonio”.

ORESTE                    Non sapevo che il debutto sarebbe stato stasera, e poi abbiamo fatto bene ad invitarli, altrimenti che anniversario sarebbe stato?

CARLOTTA              Il nostro! E adesso prendi un badile e va a sotterrare la cagna nel fosso vicino.

ORESTE                    Non c’è tempo, e poi non si possono seppellire nei fossi i corpi delle carogne.

FULVIO                     Ma cosa dici Oreste? Perché la offendi anche tu?

CARLOTTA  (a Fulvio) Non pretenderai che le facciamo un funerale come fosse una persona come noi?

ISELDA                     Ma neanche seppellirla in un fosso.

CARLOTTA              Insomma basta! La cagna deve essere seppellita nel fosso. Va, Oreste!

ORESTE                    Non c’è tempo, te l’ho già detto.

CARLOTTA              (osservando lo scenario) E’ tutto pronto ormai, va, ti dico, e che non resti fuori la coda.

FULVIO, ISELDA    La coda?!…

CARLOTTA              Avete mai sentito di un cane senza coda?

FULVIO                     Sì, quelli da caccia.

CARLOTTA              Beh, questo ce l’ha.

ISELDA                     Ma, allora è un cane quello che è morto?

CARLOTTA              No, è una cagna.

FULVIO                     Tu intendi… cagna come cane, non cagna come la sorella di Oreste?

CARLOTTA              Cagna come cane sì. La… quella là se n’è andata per fortuna.

FULVIO                     Era un cane, e non Teodolinda… Ma allora… allora è tutto a posto, si farà la commedia rilassati. Meno male, su, avanti, terminiamo di preparare la scena che tra poco cominciamo.

CARLOTTA              Niente affatto, anche se è una cagna deve essere seppellita: non voglio avere rogne io.

MORENA                  Calma Carlotta, calma: non si può nascondere la prova dell’avvenuta morte.

CARLOTTA              Cosa dici? Non si può seppellire Teodolinda?

MORENA                  No, fintantoché non arriverà il perito dell’assicurazione per constatarne la morte. Poi si arrangerà lui per il seppellimento; anzi, è meglio che gli telefoni subito (esce Morena con il telefonino in mano).

Scena diciottesima

CARLOTTA, ISELDA, ORESTE, FULVIO

ISELDA                     Bene, così almeno non sentiremo più parlare di Teodolinda, la cagna.

CARLOTTA              Io invece purtroppo sento che la vedrò ancora, e presto, Teodolinda, la mignotta.

ORESTE                    Carlotta, è mia sorella! Comunque è partita e non tornerà per qualche tempo.

CARLOTTA  Torna, torna. Qualcosa mi dice che torna. (esce Fulvio).

Scena diciannovesima

CARLOTTA, ISELDA, ORESTE

CARLOTTA              Dico, come si fa scambiare un cane con una donna, non lo so.

ISELDA                     E lo domandi? L’hai sempre chiamata cagna, è naturale che qualcuno si confonda con una cagna vera.

CARLOTTA  Anche tu la giudicavi una cagna.

ISELDA                     Chi? Tua cognata? Ma quella è ancora una cagna.

ORESTE                    Basta, adesso mi sono stufato. Meno male che si arrangerà l’assicurazione, così Teodolinda non resterà là tutta la notte? (entra Flora).

Scena ventesima

CARLOTTA, ISELDA, ORESTE, FLORA

FLORA                      Resterà dove?

CARLOTTA  Sulla strada.

FLORA                      Teodolinda ancora sulla strada? Ma non è stato portato all’obitorio il corpo?

ISELDA                     Guarda che era una cagna.

FLORA                      Lo so sai che l’hai sempre disprezzata; ma un minimo, dico, un minimo di rispetto ci vuole almeno per i morti.

ISELDA                     Ti dico che era una cagnetta.

FLORA                      Ti stai addolcendo cara? Cominci a provare un po’ di rimorso? A te basta essere sempre in primo piano, fare la donna fatale dentro la scena, e la stupida fuori.

CARLOTTA              Guarda Flora che era veramente una cagna.

FLORA                      Anche tu come lei (indicando Iselda). Ma cosa avevate contro Teodolinda? Sarà stata quel che era, ma perché è stata sfortunata, tutto qua. Neanche dopo morta avete un po’ di rispetto?

ORESTE                    Era una cagna, come te lo dobbiamo dire?

FLORA                      Ma dico… no, non è possibile!

FULVIO                     Flora, ti stai sbagliando di grosso, ti stiamo dicendo che era una cagna, un animale con quattro gambe.

FLORA                      Una vacca, vuoi dire? Hanno influenzato anche te con questi giudizi su Teodolinda. Ma tanto, tu sei tonto e basta poco per condizionarti.

CARLOTTA  Era una cagna, ti dico, della razza dei cani, quelli che hanno quattro gambe, che abbaiano e hanno la coda.

FLORA                      La coda? Ma allora era un cane?

TUTTI                        E’ da mezzora che tentiamo di dirtelo.

FLORA                      Sicché Teodolinda è viva! Meno male, che sollievo, sentite come il cuore mi batte.

ISELDA                     Anche lei batte.

ORESTE                    Iselda, un po’ di rispetto per mia sorella!

ISELDA                     Guarda che ho detto che anche a lei batte.

ORESTE                    Non sono sordo, sai: ho sentito bene, tu hai detto che anche lei batte.

ISELDA                     Cosa vuoi che sia per una A. (ricordando) Ma, un momento, un momento... un cane avete detto? Una cagnetta, con il muso nero?

ORESTE                    Sì, perché?

ISELDA                     Aveva anche la gamba destra nera?

ORESTE                    Questo domandalo a Carlotta, io non ho così tanta memoria.

CARLOTTA              Certo, e anche il pelo lungo aveva, ed era sporca e sapeva di selvatico.

ISELDA                     Oh mio Dio! Ma allora era la mia Barbie. Oh Dio, la mia Barbie! Oh poverina!

ORESTE                    Mi sembra strano che tu tenessi un animale così sporco in casa. 

ISELDA                     Vuoi mettere? Era da tre giorni che era scappata. Oh la mia Barbie, la mia Barbie… E l’ha uccisa Arturo? Ah quel farabutto! Ma dov’è ora?

FULVIO                     Guarda che può anche darsi che la colpa sia della tua “Barbie”, e che tu debba pagargli i danni.

ISELDA                     L’avete detto tutti che lei camminava sul ciglio della strada; adesso deve darmi una spiegazione, altrimenti io… (esce Flora. Entra Arturo).

Scena ventunesima

CARLOTTA, ISELDA, ORESTE, ARTURO

ISELDA                     Come hai fatto, dimmi come hai fatto ad ammazzare la mia Barbie?

ARTURO                   Chi ho ammazzato adesso? La tua Barbie? Ma dico, mi avete preso per un serial killer?

ORESTE                    E’ stato oggi pomeriggio; lo so che guidi prudentemente, ma se dicono che sei stato tu, ammettilo, dopotutto è solo un cane.

ISELDA                     Solo un cane un corno: era la mia Barbie!

ARTURO                   Ma se oggi non ho mai adoperato la macchina…

ORESTE                    Carlotta, chi ti ha detto che è stato lui a uccidere Teodolinda?

CARLOTTA  La gente che ha assistito all’incidente, ha visto la macchina di Arturo investire il cane e poi andare a sbattere contro un muro. Poi ha proseguito.

ARTURO                   (tra sé) La mia macchina?… Allora… Andrea, è stato Andrea, mio figlio. Ma se mi aveva giurato che avrebbe guidato con prudenza… (esce Arturo con il telefonino in mano).

Scena ventiduesima

CARLOTTA, ISELDA, ORESTE

CARLOTTA  Beh, non tutto il male viene per nuocere: avremo i soldi dell’assicurazione.

ISELDA                     Un momento, un momento, casomai sarò io a percepire i soldi dell’assicurazione: la cagnetta era mia.

CARLOTTA              Ma l’assicurazione l’ho fatta io!

ISELDA                     Su un cane che non era tuo.

ORESTE                    Era randagia, non aveva padroni. Potevi tenertela a casa se ci tenevi tanto alla tua “Barbie”.

ISELDA                     Se vuoi saperlo, bello mio, stavo facendo le prove allo specchio quando mi è scappata.

CARLOTTA              Dio sa quanto ci avrai messo a fare le prove davanti allo specchio, vanitosa come sei.

ISELDA                     Il tempo che ci vuole, e non cominciare a offendere adesso (entra Arturo).

Scena ventitreesima

CARLOTTA, ORESTE, ISELDA,ARTURO

ARTURO                   Ehi, gente, qui state dimenticando chi deve veramente prendere i soldi dell’assicurazione!

CARLOTTA E ISELDAE saresti tu?

ARTURO                   Sì, io! Io ho ucciso Teodolinda, e almeno metà dei soldi spettano a me.

ISELDA                     Ah farabutto, allora è vero: sei stato tu. Mi uccidi la cagnetta e vuoi i soldi dell’assicurazione…(esce Oreste. Entrano Morena, Aldo e Fulvio).

Scena ventiquattresima

CARLOTTA, ISELDA, ARTURO, MORENA, ALDO, FULVIO

MORENA                 È stato quel criminale di Andrea ad ammazzare la cagnetta.

TUTTI                        (ad Arturo) Ma allora non sei stato tu.

ARTURO                   Io o mio figlio che importanza ha? E’ sangue del mio sangue, e parte dell’assicurazione spetta comunque a me.

CARLOTTA  Intanto cominciamo già a scendere col prezzo.

ISELDA                     I soldi sono miei: la cagna era mia!

CARLOTTA  I soldi sono miei: l’assicurazione l’ho fatta io!

ALDO                        Calma ragazzi, calmi tutti. I soldi sono una cosa e la vita è un’altra. Avete visto che razza di scavezzacollo è Andrea? Ho fatto o non ho fatto bene a non concedere mia figlia a un tipo così? Su, ditemelo. Come al solito va a finire che ho sempre ragione io. (ad Arturo) Tu, che lo ritenevi pentito, che avesse fatto giudizio; con i figli bisogna essere duri, ma tu non hai carattere. Guardate, se Andrea fosse stato diverso gli avrei dato volentieri mia figlia, ma conoscendolo, come si fa, ditemi come si fa? Carattere ci vuole, carattere, non bisogna essere indulgenti con i figli! Mia figlia ora è in castigo ed è la che espia. Lei sì che mi ubbidisce, basta che io apra bocca e…

MORENA                  (ironica) Carattere ci vuole, carattere!

ALDO                        Mi stai prendendo in giro?

MORENA                  Io? Non sia mai, con i genitori duri non mi ci metterei proprio.

ALDO                        E allora, cos’è questo farmi il verso?

MORENA                  Io non so niente, so che con Andrea c’era una ragazza.

ALDO                        Unaragazza?…

MORENA                  Una ragazza sì.

ARTURO                   Ma, dimmi Morena, aveva i capelli biondi?

MORENA                  Hanno detto di sì, sciolti, con qualche meches.

FULVIO                     Ah sì? Portava anche un orecchino al naso?

MORENA                  Anche questo mi hanno detto

FULVIO                     Era truccata, e aveva una minigonna da sballo?

MORENA                  Sì, proprio così, perché, la conosci?

FULVIO                     Certo, ma la conosci anche tu, vero Aldo?

ALDO                        Me la pagherà, me la pagherà!

FULVIO                     (ridendo) Genitori modello!(escono Arturo e Aldo. Entra Oreste).

Scena venticinquesima

CARLOTTA, ISELDA, MORENA, FULVIO, ORESTE

MORENA                  (riprendendo il discorso) … Doveva correre forte perché ha sbandato a sinistra, ed è là che ha investito Teodolinda, dopo ha sbandato a destra, poi ancora a sinistra, poi a destra, dove ha fracassato una mura, poi ancora a sinistra. Quindi ha proseguito con l’auto ammaccata.

FULVIO                     (allarmato) Ma dov’è successo l’incidente?

MORENA                  Tranquillo Fulvio, non è la tua mura, so dove abiti.

FULVIO                     Ah, che sollievo, perché se avessero abbattuto la mia mura mi sarebbe venuto un infarto, con tutto il tempo che ho impiegato a costruirla.

MORENA                  Questa volta ti salvi perché l’incidente è avvenuto sulla strada che porta fuori paese.

FULVIO                     Sulla strada che porta fuori paese? Ma è successo in via Verdi?

MORENA                  Sì, perché?

FULVIO                     Dopo la prima curva?

MORENA                  Sì, perché?

FULVIO                     Di fronte a un capannone?

MORENA                  Sì, perché?

FULVIO                     Perché quella è la mia mura, ho cambiato casa! (esce Fulvio disperandosi. Entra Aldo).

Scena ventiseiesima

CARLOTTA, ISELDA, MORENA, ORESTE, ALDO

ALDO                        Cos’è successo a Fulvio?

MORENA                  Andrea ha abbattuto la sua mura?

ALDO                        Con la testa?

MORENA                  Ma no, nell’incidente in cui è morta Teodolinda.

MORENA                  Oreste, non potresti riparare tu i danni della mura con i soldi dell’assicurazione? Rimborsati i danni, te ne resteranno comunque in tasca.

ISELDA                     Caso mai domandalo a me, perché la cagnetta era mia.

CARLOTTA              L’assicurazione l’abbiamo fatta noi, e basta! I soldi saranno nostri.

ORESTE                    Ma dai Carlotta, un po’ di comprensione.

CARLOTTA              Comprensione un corno! Se non andavo io dall’assicurazionedi Morena, dimmi, chi avrebbe assicurato una cagna randagia così sporca? (esce Carlotta. Entra Fulvio).

Scena ventisettesima

ISELDA, MORENA, ORESTE, ALDO, FULVIO

FULVIO                     Non ci sono più. I manifesti non ci sono più!

ALDO                        Non ci sono più? Chi li ha strappati?

FULVIO                     Non lo so, so che ce ne sono degli altri al loro posto.

MORENA                  È stato sicuramente Smilzo, il nuovo attacchino: quello attacca carta dappertutto.

ALDO                        Smilzo? Non è quello grasso che quando è in motorino questo scompare sotto la sua mole? Mi fa pena vederlo così, non può tirare avanti in questo modo.

ISELDA                     Chi? Smilzo?

ALDO                        Macché Smilzo, il motorino. Ora si dice che abbia tanti soldi, ma trenta chili fa era povero in canna e non poteva permettersi certi lussi.

FULVIO                    Vero, pare che ogni anno vaga ad Elba a passare le vacanze.

ISELDA                     Cos’è Elba?

FULVIO                    Un’isola

ISELDA                     E dov’è?

FULVIO                    In mezzo al mare.

ISELDA                     Scemo, lo so anch’io che è in mezzo al mare, ma dimmi quale: Il Mare Maggiore il Mare d’Iseo o il Mare di Garda?

ALDO                        E’ in Toscana, Iselda, e quelli sono laghi.

FULVIO                    Ah, in Toscana, dove c’è la cupola del Vaticano.

ALDO                        No, quella è del Brunelleschi.(entrano Flora e Arturo).

Scena ventottesima

ISELDA, MORENA, ORESTE, ALDO, FULVIO, FLORA, ARTURO

MORENA                  (rivolgendosi a Iselda) Lasciamo stare… Ritornando all’assicurazione, tu Oreste hai pagato solo il primo premio…

ISELDA                     Pagato? Di solito si vince il primo premio.

ALDO                        Premio è un termine per indicare ciò che si dà a uno che ha onorato un merito che gli altri hanno valorizzato. Hai capito Fulvio?

FULVIO                     No.

ALDO                        Non conta, l’importante è che l’abbia capito io.

FLORA                      Dunque questo è un premio che si dà?

MORENA                  Che si dà per riceverne un altro ben più grande alla scadenza. Invece Teodolinda è morta appena è stata assicurata, tanto che non ha fatto a tempo di maturarsi il primo premio.

ISELDA                     Non capisco niente neanch’io.

ARTURO                   (tra sé) C’è da meravigliarsi?!

MORENA                  A pensarci bene, un po’ di quei soldi spettano anche a me: dimmi Carlotta, chi ti ha consigliato di assicurare la cagna?

CARLOTTA  Non vorrai dire che anche tu vuoi i soldi dell’assicurazione? (arriva una telefonata al cellulare di Oreste).

TEODOLINDA         (voce infantile e sensuale) Ciao Oreste, sono Teodolinda.

ORESTE                    (ai presenti) È Teodolinda.

DONNE                     La vacca!

UOMINI                    Dov’è?

ORESTE                    Dove sei?

TEODOLINDA         Sono a casa tua, anzi no, sono fuori. Dentro ci sono i parenti che non mi vogliono fare entrare perché non mi riconoscono.

ORESTE                    Non ti riconoscono come parente? In questo caso non posso dargli tutti i torti, lo sai anche tu quante volte ti ho detto di smettere di fare la vita.

TEODOLINDA         Non mi riconoscono e basta, non mi vogliono fare entrare.

ORESTE                    Aspetta un po’… come sei vestita?

TEODOLINDA         Come vuoi che sia vestita? Ho una camicetta…

ORESTE                    Ce l’hai anche davanti? Perché lo so che la tieni sempre aperta.

TEODOLINDA         Ma dai Oreste…

ORESTE                    E ai piedi cos’hai? Un paio di stivaloni fino al ginocchio, scommetto.

TEODOLINDA         A dire il vero sono un po’ più su, tantopiù su.

ORESTE                    Ancora più su, che ti nascondono quasi tutte le gambe? Ma dimmi, ce l’hai la gonna?

TEODOLINDA         Adesso non scherzare Oreste, certo che ce l’ho.

ORESTE                    Quanto è lunga?

TEODOLINDA         Arriva fino agli stivali.

ORESTE                    Sicché è come non l’avessi.

MORENA                  Lo credo bene che non la fanno entrare: vestita così non entrerebbe neanche in un casino. Tutt’al più potrebbe fare un personaggio nella nostra nuova commedia.

ISELDA                     Che personaggio le faremmo fare?

MORENA                  Prova a indovinare?

TEODOLINDA         (avendo sentito) Cosa? Volete farmi recitare nella vostra compagnia? Tu Oreste lo sai che ho avuto sempre un debole per il teatro.

CARLOTTA  (tra sé) Sì, di strada.

TEODOLINDA         E accetto volentieri.

DONNE                     Cosa?!… Non sia mai!

UOMINI                    (sfregandosi le mani) Lo sia, lo sia! Bene, bene. Anche se sarà uno spettacolo itinerante, noi la seguiremo (escono Aldo, Fulvio e Arturo per festeggiare).

Scena ventinovesima

ISELDA, MORENA, ORESTE, FLORA

ORESTE                    Perché sei tornata indietro?

TEODOLINDA         Per prendere i soldi che mi ero dimenticata. Ma se adessotu mi accetti nella tua compagnia, posso fare a meno di quei soldi.

ORESTE                    Ma quanti sono quei soldi?

TEODOLINDA         Non sono tanti, ma possiamo fare così: lo so che voi non avete danaro per iscrivervi alla Fita, che lo scenario è appena sufficiente e in più vi mancano i riflettori. Cosa dici se te li do’ tutti, così potresti comprarti queste cose?

ORESTE                    Non posso accettare.

TEODOLINDA         Sono diecimila euro; ma se non bastano starò via qualche altra notte e…

ORESTE                    No, no, per carità, Teodolinda; sei ben accetta anche senza fare gli straordinari. (alle donne) Cosa ne dite voi?

MORENA, FLORADiciamo che è meraviglioso. Che venga, che venga qui da noi, che le faremo fare la parte da protagonista nella prossima commedia.

ISELDA                     Se non erro, la prima donna sono sempre io.

ORESTE                    Tu eri, tu eri…

ISELDA                     Niente affatto: la prima donna sarò ancora io.

ORESTE                    È giusto, Iselda ha più esperienza di Teodolinda.

MORENA                  Strano, anche Iselda una di quelle?

ISELDA                     Cosa dici? Io una di quelle? Solo in teatro, di fuori sono una persona onesta.

ORESTE                    Neanche in teatro pare tu faccia qualcosa.

CARLOTTA              Brutto scimunito, cos’è questa allusione?

ORESTE                    Adesso basta! Iselda ha più esperienza di Teodolinda in campo teatrale, e sarà ancora lei la prima donna. Sapete cosa facciamo? Dedicheremo a Teodolinda il titolo della commedia, così sarete soddisfatte tute e due. Intitoleremo la commedia con il suo nome.

FLORA                      “Teodolinda”? Niente male.

ISELDA                     Sta bene anche a me se compreremo veramente quello che occorre.

ORESTE                    Non hai sentito? Con diecimila euro si compra tutto.

ISELDA                     Anche il mio riflettore?

ORESTE                    Certo.

ISELDA                     E anche uno specchio più grande?

ORESTE                    Certo, ti ho detto “tutto”.

ISELDA                     E sarò ancora io la prima donna?

ORESTE                    Certo.

ISELDA                     Allora evviva, evviva Teodolinda!

TUTTE                       Evviva, evvivaTeodolinda! (entrano gli uomini, esterrefatti).

Scena trentesima

TUTTI (tranne Carlotta)

ARTURO                   Ma dico, siete impazzite?

DONNE                     Evviva Teodolinda!

ALDO                        Prima vacca e adesso in gloria. Cos’è successo? Cos’è questo improvviso rispetto per Teodolinda?

ISELDA                     Beh, sai… tutte possono sbagliare, basta poi avvedersene.

FLORA                      Non è che poi lei sia stata… non è un gran male se una fa la…

ALDO                        Prostituta? Sono pienamente d’accordo. È una professione che è nata da quando è nato l’uomo.

ISELDA                     E la donna.

ALDO                        Donne come Teodolinda sono le vere donne. La donna è fatta per amare e dare amore. Se la donna non è così è sminuita della sua femminilità.

MORENA                  Adesso non esagerare.

ALDO                        Allora, ditemi cos’è successo?

MORENA                  Teodolinda viene da noi portando un personaggio vero, reale.

ARTURO                   Lo sappiamo e ce ne rallegriamo (gesti d’intesa). È per questo che festeggiate anche voi?

Senza rispondere, le donne si uniscono e gridano inneggiando a Teodolinda. Aldo, Fulvio e Arturo chiedono spiegazioni a Oreste e nel frastuono si vede questi che fa segni che Teodolinda porta con sé tanti soldi. Subito gli uomini si uniscono alle donne continuando a inneggiare a Teodolinda.

ISELDA                     Adesso basta, qualcuno chiuda il sipario che cominciamo la commedia!