TERESA
(COLONNELLO PER AMORE)
Commedia in due atti di
Paola Settele
(Versione originale in dialetto romanesco)
N.B. Dello stesso testo è disponibile anche la versione in italiano.
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Mail : paola7leteatro@libero.it
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Sinossi :
Attraverso la storia di Teresa si ripercorre un periodo storico del nostro paese, che va dal dopo guerra agli anni duemila.
Teresa, appena ventenne, si innamora di Oreste, un giovanotto bello e intraprendente, ma con una “situazione un po’ complicata”. Nonostante le iniziali contrarietà dei genitori e del fratello maggiore Pietro, riuscirà, grazie al suo temperamento e contravvenendo alle convenzioni sociali dell’epoca, proprio come un “colonnello” che non abbandona mai la battaglia e guida “il reggimento” con severità e caparbietà, ad avere una vita degna di essere vissuta.
In questo sarà aiutata da Lucia, la madre, che avrà “sempre” un ruolo predominante nelle scelte di Teresa.
E’ la storia di una famiglia italiana che, nonostante le difficoltà, riesce con amore a superare ostacoli e pregiudizi.
Le due protagoniste, Teresa e Lucia, riescono a modo loro, inconsapevolmente ed in tempi non sospetti, ad incarnare il ruolo delle future “suffragette italiane”.
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PERSONAGGI |
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TERESA |
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LUCIA |
(madre di Teresa) |
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ORESTE |
(marito di Teresa) |
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PIETRO |
(fratello di Teresa) |
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OTELLO |
(fratello di Teresa) |
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ENNIO |
(fratello di Teresa) |
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ANGELO |
(padre di Teresa) |
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MARIA |
(sorella di Teresa) |
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ADALGISA |
(madre di Oreste) |
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ANNA |
(figlia di Teresa) |
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SIGNORA PROIETTI |
(inquilina) |
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DONNA |
(amica di Adalgisa) |
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CARLO |
(compagno di Adalgisa) |
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VOCI FUORI SCENA |
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FIGLIA 1 |
(prima figlia Teresa) |
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FIGLIA 2 |
(seconda figlia Teresa) |
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FIGLIA 3 |
(terza figlia Teresa) |
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PRIMO ATTO
I° scena. Buio, una luce a cono illumina un tavolo con sopra un’urna cineraria. Notizie e musiche alla radio che riconducono all’anno in corso (2006). Fuori scena si sentono delle voci.
FIGLIA 1 sei proprio sicura?
TERESA
si, si, andate tranquille.
FIGLIA 2
però se hai bisogno di qualcosa, chiami subito vero?
TERESA
ma di cosa devo ave’ bisogno? E comunque, sì, chiamerò subito.
FIGLIA 3
non vuoi proprio ripensarci?
TERESA
v’ho già detto che va tutto bene. Ora però moveteve, sennò sai il traffico che trovate!
FIGLIA 1
va bene, ciao ma’, ci sentiamo stasera
FIGLIA 2
ciao, ti chiamo
FIGLIA 3
sei proprio una testarda……..
TERESA
ciao, ciao, date un bacio a casa, ciao……. (si sente chiudere la porta)
Entra Teresa, spegne la radio e si siede al tavolo, parlando all’urna posta sul tavolo.
TERESA
ecco fatto, finalmente so’ riuscita a convincele. Sì lo so, se preoccupano per me, ma tanto, prima o poi, dovrò abituamme, visto che hai pensato bene de lasciamme qua da sola! La fanno facile: vieni a stare da noi! Io voglio sta’ a casa mia, non voglio da’ fastidio a nessuno. Ma loro insistono, insistono, che teste dure!
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Un’altra luce a cono illumina Lucia seduta ad un tavolo laterale che pulisce della verdura.
LUCIA
chissà da chi avranno ripreso?
TERESA
ma’, non te ce mette’ pure tu.
LUCIA
io non dico niente, ma per un po’, potevi anche andattene da una delle tre. Che stai a fa’ qua tutta sola?
TERESA
per fortuna che non dovevi di’ niente! Che faccio qua tutta sola? Non lo so, non c’ho pensato e quindi non lo so. Vedremo. Po’ essere pure che tra un po’ lo seguo (indicando l’urna) e il problema è risolto. Sono stufa ma’,ormai so’vecchia, m’arrendo.
LUCIA
chi? Tu? Il colonnello Teresa che abbandona la battaglia?
Non sei proprio capace a arrendete, è più forte de te.
TERESA
no, stavolta ho finito le risorse, e poi, a che è servita sta guerra continua? Tanti sacrifici per ritrovamme vecchia e sola.
LUCIA
sul vecchia c’è poco da fa’, tocca a tutti, ma sola, no, questo non lo devi di’. Quelle nipoti mie so’ tre angeli e tu sei una capocciona.
TERESA
ma’, i tempi so’ cambiati. Adesso i figli c’hanno la vita loro, so’ pieni di impegni. Mica che non ce vogliono bene e non
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pensano a noi, ma glie manca proprio il tempo. Se andassi a
vive con loro, sarei solo d’impiccio.
LUCIA
ce credo, con quel caratteraccio che c’hai! Comunque ce la
farai anche stavolta, abbi fede.
TERESA
dici ma’? So’ così stanca! E poi dopo esse’ stati un corpo e
un’anima sola per sessant’anni, senza Oreste è come se me
mancasse un braccio o una gamba. Anche se se discuteva,
(rivolta all’urna) perché eri un bel testone!, sapevo che c’era,
ce potevo conta’.
LUCIA
Tere’, pensace un attimo. In tutti i momenti brutti che hai
passato chi t’è stato vicino?
TERESA
eh…….. tante persone. Sicuramente tu mà, papà, i miei
fratelli, qualche amico caro e ………. nei momenti peggiori…
le mie figlie.
LUCIA
ecco. Vedi, allora non sei sola. Le tue figlie ce stanno. E che
figlie! Avete fatto un capolavoro tu e quel testone. Nessuno
v’avrebbe dato un soldo de fiducia sessant’anni fa.
TERESA
è vero! Solo io ce credevo con tutta me stessa!
Buio. Cambia scena. Anno 1947. Camerata di Palazzo Braschi. Fondo scena: coperte/lenzuoli di rivestimento tipo tende di separazione. Arredamento minimale: due tavoli, qualche sedia, una brandina. Alla radio notizie e musica dell’anno. In scena Lucia seduta al solito tavolo che pulisce la verdura. Entra Pietro in canottiera e sbadigliando. Spegne la radio.
PIETRO bongiorno mà.
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LUCIA
benalzato!
PIETRO
che c’è pe’ colazione?
LUCIA
l’orzo sta nel bricco e il pane nel sacchetto.
PIETRO
tutti l’altri do stanno?
LUCIA
do voi che stanno? Stanno a lavorà, loro.
PIETRO
che ricominciamo? Dopo esco e me vado a fa’ un giro. Po’ esse’ che oggi sono fortunato e trovo qualche lavoretto.
LUCIA
e certo, con comodo.
PIETRO
ma Teresa oggi non faceva il turno de pomeriggio?
LUCIA
infatti. E’ annata a fasse una passeggiata con Dea.
PIETRO
e certo! E Cristo è morto de freddo vero?
LUCIA
che vorrebbe significà?
PIETRO
che lo sapemo benissimo tutti e due con chi è annata a fasse una passeggiata Teresa.
LUCIA
e con chi, sentimo?
PIETRO
a mà, quello, non è il tipo giusto per lei, lo voi capì? Passi per papà, che a lui glie va sempre tutto bene, ma a te non te capisco proprio. Lo sai la gente quanto chiacchiera…….
LUCIA
ahó! A me de quello che dice la gente non me n’è mai fregato niente, quindi cambia discorso.
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PIETRO
e va be’, cambiamo discorso. Quello non se la potrà sposà mai, mai, hai capito?
LUCIA
lo so, te credi che non lo so? Ma Teresa la conosci. E’ capocciona e…. innamorata. Che volemo faglie fa’ qualche sciocchezza? E poi Oreste è un bravo giovine, lavoratore e pure lui glie vole bene. E’ stato sfortunato. Non te scordà che semo usciti da poco dalla guerra e che non è stato facile pe’ nessuno.
TERESA
(entrando) mamma, la sora Giovanna ha detto se…… oh, il principe s’è svegliato! Era ora!
PIETRO
ndo sei stata?
TERESA
e a te che te frega?
PIETRO
porta rispetto a tu’ fratello maggiore sennò………
TERESA
sennò?
PIETRO
sei uscita co’ Oreste è vero?
TERESA
se anche fosse?
LUCIA
fatela finita! Tu’ fratello c’ha ragione, porta rispetto e non fa’ la scostumata.
TERESA
scusa mà! Però non capisco perché non vole che esco co’ Oreste. E’ pure amico suo!
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PIETRO
appunto! Proprio perché è amico mio, non deve fa’ il cascamorto con mi sorella.
TERESA
e sta regola chi l’ha scritta?
PIETRO
io. Te basta?
LUCIA
Tere’, Pietro non ce l’ha con lui pe’ capriccio, se preoccupa solo pe’ te.
TERESA
io e Oreste se volemo bene e volemo facce una famiglia insieme, che c’è de male?
PIETRO
il problema è proprio questo, voi non ve la potete fa’ una famiglia. Lui già ce l’ha!
TERESA
non è vero. Cioè sì, è vero, è sposato, ma la moglie non la vede da anni. E’ stato un errore! Era giovane, solo e bisognoso di una casa. Dovrà paga’ sta piccola cosa per tutta la vita? E io con lui?
PIETRO
piccola cosa? Ma tu lo sai che se ve fate una famiglia, come dici tu, sarai sempre una concubina? E che se avrete dei figli non potrà daglie il nome suo? Tu, sempre una ragazza madre resti! Non ci pensi ai tuoi figli?
TERESA
so’ solo regole scritte su pezzi di carta. Quello che conta è il bene, il rispetto e l’amore col quale cresceremo sti figli.
PIETRO
(rivolto a Lucia) ma la senti? Se lui te volesse veramente bene, te lascerebbe perde. Ma lo so io qual è lo scopo suo.
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Se vole piazza’ in questa casa per scappa’ dalla propria. Se vole sistema’ il signorino!
TERESA
Beh certo, passa’ dal terzo al sesto piano de Palazzo Braschi è come sali’ de posizione sociale no? Del resto più se sale……
PIETRO
fa’ poco la spiritosa. Comunque, vive in una casa in otto cristiani non è come vivece in dieci, anzi undici, se contamo pure l’ultimo arrivato.
TERESA
stai a di’ che me fa il filo solo pe’ allargasse un po’? Ma quanto poi esse’ scemo…….
LUCIA
lascia perde’ gli allargamenti, però quello che dice tu’ fratello è vero. C’hai pensato bene?
TERESA
sì. L’amore supera ogni ostacolo.
LUCIA
eh, magari bastasse quello! Tere’, tu lo sai, semo una famiglia modesta che s’arrabatta tutti i giorni per porta’ in tavola il pranzo e la cena. Quei poveri monelli dei tuoi fratelli lavorano otto ore al giorno all’osteria e dal sor Anselmo in macelleria, per aiuta’ la baracca. Maria rimedia qualch’altra cosa dalla sora Gina, la sarta, tu t’arrangi a fa’ la commessa, Pietro (sospirando) prima o poi troverà qualcosa……
PIETRO
sta tranquilla mà, che prima o poi anch’io sarò d’aiuto.
TERESA
si mà, prima o poi.
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LUCIA
quello che volevo di’, è che nonostante i sacrifici, le rinunce, riuscimo ad esse’ una famiglia unita e nessuno se pò azzarda’ a attacca’ uno di noi, perché tutti insieme ce schieramo a difesa.
TERESA
e allora mà? Dove voi arriva’?
LUCIA
voglio arrivà a fatte capi’……. che la strada che voi fa’, sarà piena di difficoltà, di spine, di dolori! La gente è ignorante, e quando s’è ignoranti se diventa cattivi. Perciò, c’avrai bisogno della famiglia tua pe’ difendete, di tutta la famiglia.
TERESA
stai a di’ che se qualcuno è contrario, non potrò…….
LUCIA
non sto a di’ niente! Tere’, io e tuo padre volemo solo il bene vostro e ce ne semo sempre fregati de quello che dice la gente, ma potemo non basta’. Tu c’hai bisogno dell’appoggio di tutti i tuoi fratelli, nessuno escluso.
PIETRO
e siccome il mio non ce l’hai, levatelo dalla testa.
Teresa esce piangendo.
PIETRO
speriamo che stavolta l’ha capita una volta per tutte.
LUCIA
e speriamo! Però ricordate, quando Teresa se mette in testa una cosa, non la ferma nessuno e se deciderà di andà avanti, tu te schiererai con tutti noi a sua difesa.
PIETRO
non ce penso per niente……
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LUCIA
Pie’! Io e tu padre non camperemo in eterno, perciò me devi promette’ che le sarai sempre vicino, fino alla morte. Giuramelo!
PIETRO
me dispiace ma’, non contà su di me. (esce)
LUCIA
ma tutti testardi l’ho fatti sti figli miei? Per forza, hanno ripreso tutti da quell’abruzzese capoccione del padre, che lo possino ammazzallo!
MARIA
(entrando) con chi ce l’hai mamma?
LUCIA
Maria, già stai qua?
MARIA
è l’una!
Allora, con chi ce l’hai oggi?
LUCIA
con nessuno bella de mamma. Com’è andata, sei stanca?
MARIA
ma’, sta tranquilla. Me sento bene, non te devi preoccupà.
LUCIA
e invece me preoccupo. Dovresti stà sotto una campana de vetro, altro che cecatte dietro a un ago. Mannaggia sta miseria! Se quel disgraziato de tu’ fratello se decide a trovasse un lavoro, te licenzi subito.
MARIA
vedrai che prima o poi lo trova sto lavoro, daglie tempo. E poi me piace anda’ dalla sora Gina, me distraggo. Che faccio tutto il giorno a casa?
LUCIA
aiuti mamma
no?
(ride
malinconicamente
e Maria
l’abbraccia)
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MARIA
Teresa è già andata al negozio?
LUCIA
no, stà de là, ha litigato con Pietro.
MARIA
ancora? Sempre per Oreste vero? Ma perché non vole? A me me sta così simpatico! Scherza sempre, è allegro e poi, alle serate danzanti, è l’unico che me fa sempre balla’. Lo sai che è proprio un ballerino coi fiocchi?
LUCIA
non glie manca proprio niente a questo! E’ bello, simpatico, lavoratore e pure ballerino. Qui la vedo proprio dura!
MARIA
anche tu sei contraria mà? Perché?
LUCIA
sò cose complicate, non poi capì.
MARIA
perché già è stato sposato? Embè?
LUCIA
vedo che le notizie
corrono
come
treni.
Io
voglio
solo
la
felicità vostra……
MARIA
Teresa è felice così, quindi…….
LUCIA
quindi, ne riparlamo un’altra volta. Apparecchia che sta per arrivà tu padre.
TERESA
(entrando) io vado.
MARIA
ciao sorellona, buon lavoro.
(avvicinandosi
e
parlando
sottovoce) Io sto dalla parte tua!
TERESA
grazie (l’abbraccia)
LUCIA
hai preso il pranzo? T’ho preparato pane e frittata.
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TERESA
(prendendo un pacchetto, sostenuta) a stasera (esce).
MARIA
(urlandole dietro) Teresa, stasera mi porti con te alla festa?
TERESA
(fuori scena) chiedilo a mamma.
LUCIA
quale festa?
MARIA
a ma’, è sabato! C’è la serata danzante in terrazza.
LUCIA
poi vedemo.
ANGELO
(entrando)che dovemo vede’?
MARIA
ciao papà
ANGELO
ciao piccole’. Allora?
LUCIA
non so cose che te riguardano, vatte a lavà le mani e mettete a tavola.
ANGELO
e quando mai in questa casa me riguarda Andamose a lavà le mani che è meglio (esce)
qualcosa?
Entrano Ennio e Otello.
ENNIO
ciao donne di casa (bacia Lucia).
OTELLO
è pronto? C’ho una fame.
LUCIA
so arrivati i lupi Mari’, sbrigate, sennò ce se magnano pure a noi.
MARIA
intanto andate a lavavve le mani, zozzoni, e poi aiutateme a apparecchià. Do’ sta scritto che lo dovemo fa’ sempre io e Teresa?
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ENNIO
MARIA
OTELLO
MARIA
ANGELO
LUCIA
MARIA
ANGELO
LUCIA
MARIA
LUCIA
ENNIO
OTELLO
MARIA
ANGELO
LUCIA
ANGELO
perché sete femmine no? (ride e le fa i dispetti)
e piantala………..
dai, t’aiuto io.
bello della sorellona tua (lo bacia).
(rientrando) allora? Se magna? C’ho una fame!
eccone ‘n altro.
è pronto, tranquillo. Forza sedetevi. Ma Pietro do’ sta?
starà in giro tutto sudato a cercà lavoro, vero Luci’?
e prima o poi lo trova sto lavoro, lo trova, lo trova
lo sapete? Stasera vado a balla’ con Teresa.
quanto corri. E poi chi te l’ha detto che lei va a balla’?
Nessuno gli ha ancora dato il permesso perciò…
mà, se vanno loro però, vado pure io
e pure io
ma dove volete anda’ voi due? I mocciosi non ce li vonno.
posso sapè de che stanno a parlà o pure queste so cose che
non me riguardano?
appunto! Su, sbrigate, che così te riesce de fatte una
pennichella prima de riprende’ a lavorà.
e te pareva.
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PIETRO
(entrando) ammazza, già state tutti a tavola! Che c’è pe’ pranzo?
ANGELO
(ironico) ostriche e caviale!
LUCIA
(lanciando
un’occhiataccia
a
Angelo)
cicoria
ripassata
e
frittata.
PIETRO
ancora? Ma la cicoria l’ho magnata ieri, sia a pranzo che a cena.
ANGELO
me dispiace, ma al campo l’ostriche non ce crescono.
OTELLO
e manco il caviale (ride)
PIETRO
(gli da uno scappellotto) che te ridi? Me devi di’ qualcosa papà?
ANGELO
meglio de no. Vado a famme una pennica. Luci’, quando è ora (esce)
svegliame
PIETRO
però mà, non se po’ permette de trattamme così
LUCIA
perché no? È tu padre e lo devi rispetta’.
PIETRO
pure lui però me deve rispetto.
LUCIA
certo! Però vedi Pie’, lui se l’è già guadagnato, il rispetto, lavorando dodici ore al giorno per sfamacce tutti. Ora tocca a te, datte da fa.
PIETRO
ho capito, lasciamo perde’ che è meglio.
MARIA
allora ci posso anda’ stasera a balla’ con Teresa?
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PIETRO
tu non vai da nessuna parte e manco tu sorella.
MARIA
guarda che tu non comandi nessuno. Allora mà?
LUCIA
poi vedemo.
PIETRO
stai a scherza’? A ste serate non se sa mai che succede. Tutti i giovanotti de Palazzo Braschi e dei rioni vicini ce vengono solo per rimorchià le ragazze.
MARIA
come te no?
OTELLO
allora io ce posso venì?
ENNIO
e pure io allora?
MARIA
se vanno loro, c’andiamo anche io e Teresa.
LUCIA
basta! C’annate tutti insieme o nessuno.
PIETRO
io non vado a fa’ la balia a mi sorelle
MARIA
i due mocciosi però no. Chi figura ce faccio? Nessuno m’inviterà a balla’!
OTELLO
ENNIO
(canticchiando) tutti o nessuno, tutti o nessuno
LUCIA
ancora n’altra parola e se sta tutti a casa.
PIETRO
finalmente l’hai detta la cosa giusta. Tutti a casa.
MARIA
anche tu allora?
PIETRO
io vado dove me pare, hai capito ragazzì? Ma da dove l’hai tirate fori ste due mà, che so una più impunita dell’altra?
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ENNIO
con una mamma così (bacia ridendo Lucia che si divincola ridendo fingendo fastidio)
OTELLO
non potevano che usci’ due sorellone come le nostre (prova a baciare Maria che anche lei fingendo fastidio scappa).(rincorrendola) Allora andiamo insieme stasera sorellina? Lo fai con me il primo ballo?
ENNIO
no (rincorrendo anche lui Maria) con me.
PIETRO
ahó! La finite co sto casino? Ho detto che stasera state a casa! Chiaro?
LUCIA
e io ho detto o tutti o nessuno.
PIETRO
mica parlavi sul serio?
LUCIA
te risulta che so’ un pagliaccio?
PIETRO
a mà, continuo a non capitte.(uscendo) Comunque…….. non potrai dire che non t’avevo messa in guardia. (quasi si scontra con Angelo che entra) ce vedemo papà.
ANGELO
e ce vedremo. Su che t’ha messa in guardia? E non me di’ che so cose che non mi riguardano.
ENNIO
io vado. Aspettami sorellina (esce).
OTELLO
vado pure io, senno il sor Anselmo m’affetta a me. A stasera sorellina (esce).
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MARIA
(parlando sulla porta) guai a voi se stasera me ronzate intorno. Dovete fa finta di non conosceme capito? Che catastrofe, anche stasera farò da tappezzeria. Mà, però non è giusto……
LUCIA
un’altra parola e…….
MARIA
e se sta tutti a casa. Ho capito, ho capito. Va bè, vado pure io, che alla sora Gina oggi glie girano. Ciao mà, ciao papà (esce)
ANGELO
mentre me bevo
un
goccetto
d’orzo
me
voi
spiegà
che
c’hanno tutti?
LUCIA
c’hanno che stanno a cresce tutti insieme e so dolori.
ANGELO
che succede Luci’? Non è da te stà così preoccupata.
LUCIA
sto’ preoccupata per Teresa. S’è invaghita de uno che po’ porta’ solo guai.
ANGELO
il figlio dell’infermiera.
LUCIA
(lo guarda meravigliata) non ce stai mai, sembra che vivi su n’altro pianeta, ma sempre tutto sai eh?
ANGELO
guarda che l’occhi e l’orecchie ce l’ho pure io.
LUCIA
e allora c’avrai pure la lingua. Che ne pensi?
ANGELO
tu lo sai che voglio un bene dell’anima a tutti e cinque, ma sai pure che per Teresa c’ho un attaccamento particolare e
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quindi….. sto preoccupato tanto. Però de sto giovanotto me parlano tutti bene. E’ un lavoratore e c’ha le mani d’oro nel mestiere suo. La famiglia è quello che è, ma purtroppo non se po’ scegliere dove nasce’.
LUCIA
Angelo, qui nessuno se mette a fa’ lo schizzinoso sulle famiglie. Dentro a sto palazzo ce stanno solo sfollati come noi che, dopo che gl’hanno bombardato le case, non sapevano dove anna’, e i prìncipi non ce passano manco per caso. La sora Adalgisa è solo n’altra disgraziata che cerca de mandà avanti la baracca. Vedova, con nove figli e un nipote, non è uno scherzo! Già è tanto se riesce a sfamalli. I buoni princìpi costano cari.
ANGELO
costano cari a tutti. Noi ce provamo no?
LUCIA
hai detto bene, ce provamo, ma ce riusciremo? E comunque, non me preoccupa la madre o i fratelli o le sorelle, passi pure che non se potranno sposà mai, che non è poco, ma quello…… è pure ricercato! Tu dirai: per na cazzata. Ma sempre ricercato è ! Che vita se prospetta per sta figlia?
ANGELO
senti Luci’, Teresa è intelligente, vedrai che lo capirà da sola che non po’ andà sta cosa. Damoglie tempo, vedrai che le cose s’aggiustano da sole. Ora però famme andà, senno faccio tardi. Prima di torna’ provo a passa ai pratoni, trovassi un po’ di cicoria. (esce)
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LUCIA ecco bravo, va per cicoria. So proprio omini. “Le cose
s’aggiustano da sole, damoglie tempo”. Questi manco tra
mille anni, impareranno a conosce le femmine. Che la
madonna c’assista!
Buio. Cambia scena. Ambientazione: terrazzo della serata danzante. Un pannello davanti alle tende con disegnato un parapetto e cielo stellato. La brandina può essere ribaltata a formare una panca. Lucia vene oscurata. Musica rock and roll. In scena Oreste e alcuni ragazzi/e che chiacchierano. Entrano Teresa, Maria, Ennio e Otello.
TERESA ciao Ore’.
ORESTE ciao Tere’. Ammazza quanto sei bella (si prendono le mani)
MARIA ci siamo pure noi.
ORESTE ciao principessa. Ennio (pacca con le mani) Otello (pacca
con le mani). Che te sei portata la scorta?
TERESA per forza, senno mamma non me faceva veni.
ORESTE Maria, riservame un ballo, me raccomando.
MARIA con sti due appiccicati, poi sta tranquillo, chi s’avvicina
ORESTE s’avvicinano, s’avvicinano. Se non ce fosse Teresa, te farei
una corte spietata.
TERESA ma siccome ce sto, gira alla larga.
ORESTE lo sai che c’ho occhi solo per te (smancerie)
ENNIO (disgustato) mamma mia…… Otello, andamo a fasse un
giro.
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Mentre Ennio e Otello chiacchierano con qualche ragazzo e Maria s’avvicina ad una ragazza, parte la musica: tango. Teresa e Oreste ballano tutto il brano. Entra Pietro a fine musica.
ORESTE ciao Pietro.
PIETRO vedo che sei sordo de comprendonio
ORESTE che c’è Pie’?
PIETRO t’ho detto che devi girà alla larga da mi sorella o sbaglio?
TERESA Pietro piantala.
PIETRO non t’empiccia, queste so’ cose da omini.
ORESTE allora se so cose da omini, vedemosela tra noi due, ma non
qui, e non adesso. Andamo a fasse un goccio domani e ne
riparliamo.(Prende per mano Teresa e fa per andarsene)
PIETRO che fai te ripari dietro a una donna?
ORESTE senti Pietro non c’ho voglia di litigà con te, sei amico mio.
Damme retta parlamone domani.
PIETRO no, io voglio parlà adesso.
ORESTE e va bene, l’hai voluto tu però, ricordatelo (s’azzuffano e
riparte la musica rock and roll)
TERESA vi prego no, smettetela, basta (piangendo e uscendo) siete
due cretini.
Maria, Ennio e Otello la seguono. Buio. Cambio scena. Camerata Palazzo Braschi. Sparisce il pannello, branda al suo posto.
Lucia seduta al solito posto, Angelo legge un giornale. Entra Teresa piangendo seguita dai fratelli.
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TERESA mamma! (l’abbraccia piangendo)
LUCIA che è successo?
MARIA quel cretino di Pietro ha provocato Oreste e ora se le stanno
a dà in terrazza.
ENNIO dovessi vedè che cazzottoni. Oreste pareva Joe Di Maggio.
OTELLO Pietro pure però, se difendeva bene.
LUCIA speriamo che due cazzottoni per uno li faranno rinsavi.
ANGELO vado a vedè che stanno a combina’.
LUCIA no! Non t’entromette. Ognuno sta a fa la parte sua. Prima o
poi doveva succede. Meglio adesso che poi. Forza, tutti a
letto che è tardi.
MARIA no, voglio aspettà che torna…..
LUCIA ho detto tutti a letto, forza.
MARIA uffa (esce)
ENNIO notte (esce)
OTELLO notte (esce)
ANGELO dai (si avvicina a Teresa) va a dormì pure te.
TERESA papà che devo fa’? Io glie voglio bene.
ANGELO lo so bella de papà, lo so (l’abbraccia)
Entrano Pietro e Oreste con i segni visibili della lotta.
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ORESTE
buonasera sora Lucia, sor Angelo
i miei
rispetti.
Scusate
l’ora, ma vorrei parlà con Teresa.
TERESA
Oreste come stai? che t’ha fatto?
ORESTE
stò bene, tranquilla.
LUCIA
che altro c’è, non poi aspettà domani?
PIETRO
no ma’, deve parlacce adesso.
TERESA
(parlando con Oreste) che sta a succede? Che me devi dire?
(rivolta a Pietro) e tu che c’entri?
ANGELO
forse è meglio lascialli soli. Andamo Luci’.
ORESTE
no, preferisco che restate tutti.
TERESA
allora? Che è sta’ storia?
ORESTE
Teresa, tu lo sai che sei la luce dell’occhi mia, che te voglio un bene dell’anima e che per te voglio il meglio di questo mondo…
TERESA
lo so, lo so, taglia corto.
ORESTE
però famme parlà, che già è difficile.
LUCIA
Teresa statte zitta e sentimo che c’ha da dì. Continua.
ORESTE
quello che te voglio di’ …..
TERESA
e dillo!
ORESTE
tu te meriti de più de sto disgraziato (indicandosi)……
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TERESA
lo saprò io chi me merito no?
ORESTE
tu però me devi fa finì! Che caratteraccio che c’ha sta figlia vostra però!
ANGELO
me sa che te piace proprio per questo.
LUCIA
lo famo finì o no?
ORESTE
grazie sora Lucia. Tere’ …. per il tuo bene se dovemo lascià.
TERESA
per il mio bene? So bastati due cazzotti de sto fenomeno (indicando Pietro) per fatte cambia’ idea? Pensa quanto m’amavi.
ORESTE
lo sai che non è vero. Io te voglio bene e l’idea de famme una famiglia con te me fa’ camminà a un metro da terra. Ma non c’ho il diritto de rovinà pure la vita tua. Che te posso offrì io oltre all’amore? Anche se non te farei mancà mai niente, perché lo sai che il lavoro non me spaventa, non potrei mai datte l’onorabilità. La gente non perdona e io non potrei sopporta’ di veder un giorno nell’occhi tua il rimpianto per una vita normale.
TERESA
ma de che stai a parlà? (rivolta a Pietro) Sei stato tu vero? Che gli hai fatto? (rivolta a Oreste) T’ha minacciato di qualche cosa?
PIETRO
Tere’, Oreste ha più bonsenso de te. Daglie retta
TERESA
tu non me devi parlà più a me. Hai capito?
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LUCIA
te l’ho già detto, porta rispetto a tu fratello e non fa’ la scostumata. Allora giovanotto, hai detto tutto?
ORESTE
sì sora Lucia. Me dispiace avevve dato un sacco de pensieri sto periodo, ma io c’avevo intenzioni serie con Teresa e pure l’idea de fa’ parte de ‘na famiglia come la vostra, d’avecce finalmente una famiglia, me piaceva. Ma proprio per rispetto de Teresa e de tutti voi, me tiro indietro.
ANGELO
l’ho sempre detto che eri un bravo giovanotto. Non me saresti dispiaciuto per niente come genero, peccato……
TERESA
bravi, tutti d’accordo. Ma a quello che penso io non ci da peso nessuno vero? Ve siete tutti sistemati. Me voi lascià? Bene! Se sei un omo, me lo devi ripete domani a quattrocchi. Ce vedemo al solito posto (esce).
ANGELO
giovanò, mesa che t’ha fregato.
PIETRO
tu non c’andrai vero?
ORESTE
ma come faccio a tiramme indietro? Penserà che so’ un vigliacco.
PIETRO
e chissene frega de quello che pensa, non ce devi andà, le conosci le donne, ne sanno una più del diavolo.
LUCIA
Pietro, tu quello che dovevi fare l’hai fatto e pure lui, ora tocca a Teresa. Ognuno deve fa la parte sua. E ora andatevene a letto che è tardi
26
ORESTE
bonanotte a tutti e scusateme ancora (esce)
PIETRO
lo sapete vero, che se domani s’encontrano, non è servito a niente tutto questo? Mà, papà, chiudetela in casa.
ANGELO
tua madre è stata chiara e pure io la penso così, bonanotte.
Pietro esce arrabbiato.
ANGELO Luci’, andamo pure noi?
Entra Adalgisa seguita da una donna.
ADALGISA
do sta mio figlio? che gl’avete fatto? Oddio me sento male (si siede su una sedia)
DONNA
mamma mia!
sora
Adalgisa?
Presto
fate
qualcosa
(sventolandola)
LUCIA
non ve preoccupate che non more. Che cercate a quest’ora sora Adalgisa?
DONNA
cerca il figlio.
LUCIA
nessuno v’ha chiesto niente a voi. Allora sora Adalgisa che cercate?
ADALGISA
cerco mì figlio. M’hanno detto che ha fatto a botte col vostro.
Voglio sapè come sta’.
ANGELO
e da quando in qua ve preoccupate per i figli vostri sora Adalgi’?
ADALGISA
ma come ve permettete?
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LUCIA
Angelo va a dormì, che la “tranquillizzo” io la sora Adalgisa, va, va.
ANGELO
e va be’, vedetevela tra donne che è meglio. Bonanotte a tutte. (esce)
LUCIA
da quando in qua se preoccupamo se i figli nostri fanno a botte? Succede un giorno sì e l’altro pure, che c’è de diverso stasera?
ADALGISA
io me preoccupo sempre dei
figli
miei…….
E va
bene,
parlamose dritte senza tanti giri
LUCIA
e se dovemo parlà davanti a sta “signora”?
DONNA
che ve do fastidio? Guardate che dentro a sto palazzo l’occhi e l’orecchie ce l’avemo tutti perciò……
LUCIA
perciò……. visto che già sapete tutto potete pure andavvene a quel paese. Fori da casa mia.
DONNA
(uscendo) sta burina analfabeta
LUCIA
allora?
ADALGISA
sora Lucia voi lo sapete, io so vedova e c’ho nove figli e un nipote da sfamà
LUCIA
me sembra che i figli vostri s’arrangiano tutti, non è che ve morite de fame
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ADALGISA
appunto. S’arrangiano…….
e contribuiscono
“tutti”
al
menage famigliare
LUCIA
a che?
ADALGISA
ognuno porta quello che guadagna, a casa.
LUCIA
ah! E allora?
ADALGISA
e quindi servono i soldi de tutti, nessuno escluso. Ce semo capite?
LUCIA
no!
ADALGISA
a sora Lucia non fate la finta tonta. Lo sapemo tutte e due che Oreste è un anno che fa il filo a vostra figlia Teresa. Il filo……diciamo che so proprio fidanzati
LUCIA
e allora? Continuo a non capì.
ADALGISA
e sapemo anche bene tutte e due, che a mette la paglia vicino al foco… prima o poi brucia.
LUCIA
a sora Adalgisa non avevate detto parlamose dritte senza giri? Che volete di’?
ADALGISA
voglio di’ che qui prima o poi ce scappa qualche inguacchio e poi so dolori.
LUCIA
pe’ chi?
ADALGISA
pe’ tutti! Teresa è una brava ragazza, perché se vole impiccià con Oreste? Oh, parlamose chiaro, mì figlio è un
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bravo giovanotto, forse il meglio dei figli miei, ma voi lo sapete bene che c’ha una situazione complicata. Perché non se trova un giovanotto tranquillo e se fa una famiglia con lui?
LUCIA
ve state a preoccupà de mi fija o state preoccupata per voi?
ADALGISA
che volete dì?
LUCIA
che forse se Teresa e Oreste se fanno una famiglia loro, voi non potete più contà sul salario de vostro figlio? Po’ esse?
ADALGISA
state a di’, che li voglio divide per pochi spiccioli?
LUCIA
stò a di’ proprio questo.
ADALGISA
lo sapevo che venì a parlà con voi non sarebbe servito a niente. Del resto che me potevo aspettà da n’analfabeta. Comunque, chiarimo subito le cose, se dovesse succede il fattaccio, ve l’accollate voi. A casa mia altre due bocche da sfamà non ce le voglio.
LUCIA
sora Adalgisa state tranquilla, st’analfabeta i figli se li tiene in casa sia nella buona che nella cattiva sorte e una bocca in più da sfamà non gli fa paura. Ora se non ve dispiace, vorrei andà a dormì.
ADALGISA
me ne vado, me ne vado. Io dormirò sicuramente……..voi….
non lo so. Ce vedemo (esce).
LUCIA
e c’ha ragione lei! Mesa che stasera non se dorme! E pulimo un altro po’ de cicoria, m’aiutasse a pensà……….
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Buio. Anno 1962. Spariscono tende e branda trasformata in divano. Nuova casa di Lucia. Qualche mobiletto anni ’60. In scena Lucia seduta al solito posto. Alla radio notizie e musica dell’anno. Entra Teresa tutta trafelata e palesemente contenta.
TERESA (fuori scena) mamma, (entrando)mamma indovina un po’?
(spegne la radio)
LUCIA che devo indovinà?
TERESA ho trovato casa!!
LUCIA cioè?
TERESA cioè, ho trovato casa…… e pure qui vicino. Ricordi che
t’avevo detto de quel cartello? Beh, sono passata, ho parlato
coi proprietari e hanno detto che me l’affittano.
LUCIA a quanto?
TERESA ventimila lire.
LUCIA Teresa che te sei impazzita? E come li pagate?
TERESA con lo stipendio mio.
LUCIA con tutto lo stipendio tuo!
TERESA a mà non esse’ pessimista. All’inizio faremo un po’ de
sacrifici. Del resto finora avemo campato con quello che
porta a casa Oreste. Io lavoro solamente da tre mesi e su
questi soldi non ce facevamo conto. Faremo finta che sto
ancora a casa.
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LUCIA
sì, ma con le ragazzine come farai? Chi te le guarda quando stai al lavoro?
TERESA
me so’ già informata, vicino casa ce sta una scuola de monache.
LUCIA
perché, quelle te le tengono gratis?
TERESA
no, però m’hanno detto che me vengono incontro, ce la potemo fa’.
LUCIA
ah! Già hai fatto tutto. Allora che parlamo a fa’?
TERESA
perché fai così? Lo sai pure tu che non potemo continuà a sta’ tutti qua.
LUCIA
e perché? Posso capì quando stavamo a Palazzo, ma mo che c’hanno dato sta casa così grossa, che ce manca?
TERESA
ma’, stamo sempre in nove dentro a tre camere. E poi a Maria non glie fa bene tutto sto casino, sta confusione. Ora che s’è allettata, è meglio se c’ha una camera tutta per lei e pure Ennio non po’ continua’ a dormi in camera da pranzo. Sta casa sembra ‘na stazione, col via vai che c’è a tutte l’ore
LUCIA
Maria rimane a dormì in camera mia e de tu padre, che la notte la controllo meglio e quindi non la usa’ come scusa, e pure tu fratello sta bene do sta.
TERESA
lo sai che me dispiace anche a me, che qua me sento protetta, al sicuro, ma ormai sono madre anch’io e devo
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pensa’ alle mie figlie. Ora sono piccole, ma cresceranno, avranno bisogno de spazio per gioca’, per studia’. E poi ogni famiglia deve sta’ per conto suo, avere la sua casa, potè discute’ senza che tutti ce mettono il naso.
LUCIA
stai a dì che s’empicciamo troppo? Basta dillo e ordino a tutti de fasse l’affari propri…
TERESA
mà! Hai capito bene quello che voglio dire.
LUCIA
e ste nipotine mie quando le vedo? Non posso immagina’ sta casa senza ste tre paperelle che gironzolano, ridono. A tu padre c’hai pensato? E a Maria? Per loro sarà una mazzata. Stravedono per le nipoti.
TERESA
ora però stai a esagerà, che me voi fa sentire in colpa? E poi mica andamo all’estero, ce spostiamo solo a dieci minuti de strada a piedi da qua. Ho anche deciso de prendeme la patente, così faccio pure prima.
LUCIA
te voi mettè pure a guida? A Tere’, non starai a esagera’?
TERESA
comunque non te preoccupà, che ce dovrete sopporta’ spesso. Con l’orari miei, papà dovrà aiutamme con la scuola andandole a prendere e tu dovrai preparaglie il pranzo. Stai tranquilla, non cambierà niente.
LUCIA
qui invece sta a cambià tutto. Prima Pietro, poi Otello e ora te ne stai andà pure tu.
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ANGELO
(entrando) do stai andà Tere’?
TERESA
(imbarazzata) papà devo scappa’, fattelo di’ da mamma. Ce vediamo dopo (esce e rientra). Ma non è ora de levalla sta chiave dalla porta? Mica stamo più nell’anni cinquanta, ora c’è il benessere! E quindi pure i ladri. Vedete de chiudela sta porta. (esce)
ANGELO
(preoccupato)
ma che c’ha?
Che me devi dì?
E’
successo
qualcosa?
LUCIA
se ne vanno!
ANGELO
chi?
LUCIA
Teresa ha trovato una casa e ce vanno a abita’.
ANGELO
chi?
LUCIA
come chi? Loro.
ANGELO
e le pupe?
LUCIA
secondo te?
ANGELO
le lasciano qua.
LUCIA
e certo. Loro se ne vanno a casa loro e le figlie le lasciano qua.
ANGELO
ah ecco.
LUCIA
ecco che? È chiaro che se le portano dietro no?
ANGELO
ma che stai a dì? Perché?
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LUCIA
perché dice che qui ormai stamo stretti, che Maria c’ha bisogno de tranquillità, che le figlie devono cresce’ in una casa loro e perché…………perché c’ha ragione!! Sta figlia tua è una testona e sa quello che vuole.
ANGELO
cioè? Che vole?
LUCIA
ha deciso de trovasse un lavoro? E alla fine l’ha trovato…
ANGELO
e ha fatto bene! Nella situazione loro, non se sa quello che po’ succede da un giorno all’altro.
LUCIA
ha deciso
de
cercasse
una
casa?
E
pure
quella
l’ha
trovata….
ANGELO
e qui non ha fatto bene!
LUCIA
e non sai l’ultima!
ANGELO
che altro c’è?
LUCIA
se vo’ imparà pure a guida’!
ANGELO
o mamma mia! Questa è un petardo impazzito!
LUCIA
no, in confronto a lei un petardo è una miccetta!
ANGELO
petardo o miccetta la dovemo convince a restà, Luci’! Usa tutti i mezzi che conosci, ma non la fa andà via.
LUCIA
te risulta che qualcuno è mai riuscito a faglie cambià idea? Anche se c’ho la morte nel cuore, so che stà a fà la cosa
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giusta. Angelo, io e te mica camperemo in eterno e anche Ennio prima o poi se farà una famiglia sua…..
ANGELO c’è sempre Maria però! Lo sai che stravede per la sorella e le nipoti.
LUCIA già Maria……. ma per quanto ancora?
Angelo si siede con la testa tra le mani in silenzio.
LUCIA
Angelo, damme retta, va bene così. Se glie volemo bene dovemo accetta’ le sue decisioni, senza creaglie altri problemi.
ANGELO
e va be’ sora Lucia, faremo come dici tu.
LUCIA
ecco, bravo. Ma com’è? Oggi non ce vai per cicoria?
ANGELO
e che stavo a fa secondo te? Se vedemo più tardi (esce)
LUCIA
oddio me ritornerà con altri due bustoni de verdura da puli’ e me ritoccherà falla spari’ senza famme accorge’! Meno male che la sora Ines ancora non s’è stufata de magnà cicoria!
MARIA
(fuori scena con voce fievole) mamma?
LUCIA
arrivo bella de mamma, arrivo
MARIA
mà, mà……..
LUCIA
(spaventata) oddio Maria che c’è? Che c’è? (corre fuori)
Maria (urlando) Maria, Maria………..
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Musica.
FINE PRIMO ATTO
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SECONDO ATTO
Qualche anno dopo, 1968. Casa di Teresa. Qualche cambio di mobili. Solito tavolo di Lucia. Scena vuota, alla radio notizie sui disordini studenteschi e musica dell’anno. Squilla il telefono. Entra Teresa, spegne la radio e risponde.
TERESA
pronto……Otello finalmente, allora?....Regina Coeli? Ma sei sicuro?.....già te l’ho detto. Si sono avvicinati al bar e se lo so’ portato via….. sei proprio sicuro che non ce posso anda’ subito? Ho capito, ho capito, ma io così divento matta lo capisci? Va bene…..ma appena sai qualcosa chiamame subito’………sì l’ho sentito, dovrebbe sta’ qui a momenti. Sì, sì, sta tranquillo, sto calma, ciao (attacca e si siede sconsolata su una sedia. Suonano alla porta e entra Pietro)
PIETRO
Tere’! (l’abbraccia)
TERESA
allora?
PIETRO
tutto a posto, ho parlato con l’avvocato…..
TERESA
quello bravo?
PIETRO
sì, quello. Ha detto che se move subito e spera entro un paio de giorni de fatte avere il permesso per andallo a trovare.
TERESA
gli hai detto che me porto pure le ragazzine?
PIETRO
sei proprio sicura de voleccele portà?
TERESA
lui c’ha bisogno della famiglia, di tutta la sua famiglia.
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PIETRO
va bene, va bene! A proposito, come stanno? Come l’hanno presa?
TERESA
come la devono prende’? So’ così attaccate al padre! Gli ho spiegato quello che sta a succede e sembrano serene, che te devo dì! A Anna avevo già accennato qualcosa, lei è grande, ma con le altre due speravo di avecce più tempo, che crescessero un altro po’, anche se lo sentivo che ormai era questione de giorni.
PIETRO
che voi di’?
TERESA
Oreste quest’ultimo periodo aveva notato movimenti strani.
Poi pure quelle telefonate…
PIETRO
quali telefonate?
TERESA
da parecchi giorni, a tutte le ore, squillava il telefono e non rispondeva nessuno. Eravamo arrivati al punto che se sonavano alla porta e Oreste stava a casa, non aprivamo e restavamo in silenzio, aspettando che chi avesse sonato s’allontanasse. Da una parte meno male che è finito st’incubo. Sta situazione era insopportabile! Ora speriamo che le cose se sistemano. Perché se sistemano vero?
PIETRO
e certo che se sistemano. Ste carogne! Invece d’annà a arrestà i delinquenti veri, s’accaniscono su un padre de famiglia. E poi perché? Per una storia de più de vent’anni fa, per di più successa durante la guerra. Non ce se crede!
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TERESA
già. Purtroppo la vita non fa sconti a nessuno, figuramoce a gente come noi.
PIETRO
non t’abbatte sorè. Vedrai che superamo pure questa.
TERESA
certo che la superamo, a costo de smove tutto il mondo! S’accorgeranno con chi c’hanno a che fa, vado a rompe’ le scatole a tutti, fino al Presidente della Repubblica se serve.
PIETRO
faremo tutto quello che c’è da fa’, però tu adesso devi stare tranquilla, soprattutto per quelle creature.
TERESA
pare facile! A proposito…..papà?
PIETRO
sta a casa con Ennio. Poro vecchio! Gli è preso un malore quando l’ha saputo. Ora però sta meglio.
TERESA
meno male, ce manca solo questo.
PIETRO
dopo tutti sti colpi, uno dietro l’altro, era il minimo. Mamma che se n’è andata due mesi fa, ora Oreste…
TERESA
mamma……..quanto vorrei che ce fosse in questo momento!
PIETRO
e invece mesa che è meglio che questa se l’è risparmiata. Sarebbe stato un dolore troppo grande. Per lei Oreste era come un figlio.
TERESA
è vero, glie voleva un bene dell’anima.
PIETRO
come tutti noi.
40
TERESA
certo, se ripenso a quanti bastoni c’hai messo tra le ruote, non riesco a credè che adesso, quasi quasi, sei più attaccato a lui che a me.
PIETRO
Oreste è come un fratello per me e anche allora lo sapevo che era un brav’omo, ma ero troppo preoccupato per te e, visto quello che sta a succede’, tutti i torti non ce l’avevo.
TERESA
Pietro, io lo sapevo bene a che potevo andà incontro, ma a vent’ anni te sembra d’avecce il mondo tra le mani e de potello fa girà come vuoi. Comunque non so pentita de niente. Me vole bene, adora le figlie e non c’ha fatto mancà mai niente. Ora supereremo sto momentaccio e ricominceremo una vita più serena. (suonano e Pietro va ad aprire.)
PIETRO
(rientrando) Tere’,ce sta la signora Proietti.
PROIETTI
(entrando) signora Teresa buongiorno, come state?
TERESA
bene grazie, e voi?
PROIETTI
anche io non mi lamento.
TERESA
prego sedeteve, in cosa posso esseve utile?
PROIETTI
sicuramente mi sbaglio, ma stamattina mi è capitato tra le mani un giornale e ho creduto di riconoscere il signor Oreste……..
TERESA
no, non vi sbagliate, è proprio lui.
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PROIETTI
ma che dite?
TERESA
che ve devo dì? È una storia di tanti anni fa’, del tempo de guerra. Sa, so’ quelle cose che pensi siano finite lì, invece per qualche sbaglio de registrazione o de archiviazione o de vattelappesca….te ce ritrovi ancora dentro. Ora chiariremo tutto con l’avvocato…..
PROIETTI
beh, da quello che dicono i giornali, non sembrerebbe una cosa così semplice. Si parla di associazione a delinquere, di affiliazione ad una pericolosa banda ……….
TERESA
che parole difficili signora Proietti, non so nemmeno che significano. Io so solo che Oreste s’è ritrovato coinvolto, poco più che ventenne, in una storia più grossa de lui. Lui lavorava nella trattoria dove quelli de sta banda andavano a mangià. Nient’altro!
PROIETTI
lavorava……. Diciamo che era la trattoria della ….moglie!
TERESA
(guardando Pietro) pure questo c’hanno scritto sui giornali?
PIETRO
non hanno tralasciato niente e c’hanno pure lavorato tanto de fantasia.
TERESA
che iene! Già, era la trattoria della moglie, che l’ha piantato subito dopo i fatti.
PROIETTI
quindi, deduco, che non siate neanche sposati?
42
TERESA
se intendete sposati davanti al prete, no, non siamo sposati.
Ma semo lo stesso una famiglia, forse più de tante altre.
PROIETTI
povere bambine!
PIETRO
ma povere bambine de che?
TERESA
Pietro, non devi tornà dall’avvocato?
PIETRO
mò ce vado, dopo che è andata via la “signora”, ce vado.
TERESA
no, vacce
subito,
che
alla
“signora”
ce
penso
io,
sta’
tranquillo
PIETRO
sei sicura?
TERESA
tranquillo!
PIETRO
ce sentimo dopo. Signora…….. (esce)
PROIETTI
nonostante tutto, vostro fratello vi sta aiutando. Deve esservi molto affezionato.
TERESA
sì, “nonostante tutto” mi sta vicino e m’aiuta, come pure gli altri due miei fratelli. Noi siamo una famiglia sempre e comunque. Ve sembra strano?
PROIETTI
per carità, dicevo così per dire.
TERESA
ecco appunto,
che
volevate
dire
prima
con
“ povere
bambine”?
PROIETTI
niente, mi preoccupavo solo di quelle anime innocenti che ora probabilmente si vergogneranno di andare a scuola, di
43
rivedere gli amichetti e che forse…..potrebbero restare anche senza casa. Non si sa come la prenderà il nostro padrone di casa quando saprà di avere affittato la casa a…… a……
TERESA
a chi? Per vostra informazione, anche se non ve riguarda, il signor Alfredo è stato il primo a venire questa mattina e c’ha avuto solo parole di conforto e di incoraggiamento, lui! Sapete che m‘ha detto? “Teresa, pensi solo a Oreste e alle bambine e non si preoccupi di altro. Se poi non riesce a pagare l’affitto per un po’, non fa niente, sono cose secondarie. Sappia che può contare su di me. Ce ne fossero di famiglie così, dentro questo palazzo!”. Avete capito che m’ha detto? Quindi, se state preoccupata che ce caccino, tranquillizzateve e tranquillizzate pure quell’altri preoccupati come voi, noi restamo qua.
PROIETTI
non è il caso che vi scaldiate così però, mi preoccupavo solo per voi. Io però, anche se con dispiacere, il mio appoggio non posso offrirvelo. Sapete, la gente è maligna e io ho dei doveri verso i miei figli, li devo proteggere. Magari quando le cose si sistemeranno, se si sistemeranno, i bambini potrebbero anche tornare a giocare insieme no?
TERESA
signora Proietti, ve posso di’ una cosa?
PROIETTI
certo, dite.
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TERESA
in tutti questi anni, per rispetto, ce semo sempre date del voi, ma adesso, dopo tutte ste confidenze, penso proprio che è arrivato il momento d’entrà più in intimità
PROIETTI
sinceramente non so se sia il caso, sapete, io ci tengo a certe convenzioni……
TERESA
no, no, è proprio il caso, perciò lo sai che te dico: ma va a morì ammazzata te e tutti quelli come te, fori da casa mia!
PROIETTI
ma come vi permettete?
TERESA
me permetto, me permetto, fuori!!!
PROIETTI
siete proprio una popolana! (esce)
Teresa si siede sconsolata. Entra Lucia che si siede al solito tavolo e pulisce la verdura.
LUCIA
non glie da peso. Che te frega de quello che pensa certa gente.
TERESA
mà ! Ma dove
sei
stata?
Sparisci
proprio
quando
c’ho
bisogno de te?
LUCIA
c’ho avuto da fa. Che te credi che de là so tutte rose e fiori?
TERESA
manco là’? Allora stamo messi proprio bene. Hai visto che è successo?
LUCIA
e ho visto sì. Lo sai che là non sfugge niente. Che pensi de fa?
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TERESA
tutto quello che ce sarà da fa’. Pietro già ha trovato l’avvocato, Otello se sta a occupà de altre faccende, Ennio sta con papà, che non l’ha presa proprio bene, ….
LUCIA
(preoccupata) che c’ha?
TERESA
ma non avevi detto che de là non sfugge niente?
LUCIA
se vede che m’ero distratta. Allora che c’ha?
TERESA
niente, sta’ tranquilla. Un piccolo malore, ora sta bene.
LUCIA
meno male. Anche perché non
me
sembra
proprio
il
momento de creà altri problemi.
TERESA
mà, sto preoccupata, che faremo se se deve fa tutti st’anni de carcere?
LUCIA
Tere’, lo sapevi che poteva succede. Tu non lo sai, ma sei già pronta a affrontà pure questo, nella testa tua te sei già allenata, damme retta! E comunque so sicura che le cose se risolveranno nel migliore dei modi. Mica ponno esse’ così impuniti a accanisse contro stò poraccio. A proposito come sta?
TERESA
che ne so, chi l’ha sentito. Sicuramente starà a passà il quarto d’ora più brutto della vita sua, come tutti noi. Pure tu però, non potevi aspettà un altro po’ a lasciacce? Io c’ho bisogno de te.
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LUCIA
fosse dipeso da me…… ma il padreterno è più capoccione de te, non ha voluto sentì ragioni, non c’è stato verso. Comunque lo sai che te sto sempre vicina no? Pure adesso stò qua me sembra.
TERESA
già, ma non è la stessa cosa!
(suonano)
TERESA
oddio, oggi sembra de stà a casa della levatrice! Adesso chi è?
Entra Adalgisa con Carlo.
ADALGISA
famme sedè prima che svengo. Tutte a me me capitano, un po’ d’acqua Carlo che me sento male, presto. Che disgrazia!
CARLO
ciao Teresa, vado a prendere ……….(esce)
TERESA
buongiorno, (ironica) noi stiamo tutti bene, grazie!
ADALGISA
guarda che hanno arrestato “mi” figlio, c’ho tutto il diritto de sentimme male.
TERESA
che è anche mio marito e il padre delle mie figlie, volemo fa’ a gara a chi c’ha più diritto de svenì? Non me sembra il caso. Comunque se sei venuta per sape’ come sta, ancora nessuno è riuscito a sentillo. I miei fratelli stanno tutti in movimento per fa’ i primi passi. Ah…….. le ragazzine stanno bene!
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ADALGISA
sta lingua tagliente ce l’hai sempre avuta e col passare degli anni s’è affilata sempre de più. Tra le mie nuore sei sempre stata la più sfacciata, la più ribelle…….
TERESA
no, tra le tue nuore so’ stata l’unica che non t’ha mai menato e ancora devo capì perchè.
ADALGISA
sei proprio figlia de tu madre, quell’analfabeta burina…
LUCIA
Tere’ falla stà zitta senno non me tengo.
TERESA
(sottovoce rivolta a Lucia) non c’ho bisogno che mi dici quello che devo fa’. (rivolta a Adalgisa) Mia madre sarà stata pure de paese e non avrà studiato come dici che hai studiato tu
ADALGISA
guarda che io me so diplomata da infermiera
TERESA
e capirai! E comunque è stata una madre de famiglia davanti alla quale te devi solo inchina’. Tu non sai nemmeno che vole di’ esse’ madre.
ADALGISA
ma come te permetti e poi che ne sai tu dei sacrifici che ho fatto io? Lo so io che ho passato mentre mi marito giocava a fa’ il comunista. Se se fosse occupato dei figli, invece de fasse ammazza de botte da quei pazzi fanatici, forse per me sarebbe stato più facile fa’ la madre.
TERESA
forse! Ma non te poi continua a nasconde dietro a sta storia.
Con la scusa de esse vedova hai sfruttato e continui a sfruttà
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tutti i tuoi figli. Pretendi, pretendi, ma che gli hai dato in cambio? Niente, solo dispiaceri. Non te l’hanno mica chiesto loro de venì al mondo! Hai tirato su una famiglia de sbandati.
C’hai poco da essene fiera.
Rientra Carlo e porge il bicchiere d’acqua a Adalgisa che beve.
CARLO Tere’, come state? Le bambine?
TERESA tutto a posto Carlo, grazie.
ADALGISA già, qui non serve niente a nessuno, semo de troppo, potemo pure andassene. (esce)
CARLO me dispiace, non è cattiva ……..
ADALGISA (fuori scena) Carlo allora?
CARLO ciao Tere’, te telefono domani per ave notizie (esce)
TERESA grazie Carlo, ciao.
LUCIA più invecchia e più peggiora.
TERESA perché è possibile?
LUCIA non essè troppo severa. E’ sempre il figlio!
TERESA da quando in qua sei così diplomatica?
LUCIA le cose, da qua, se vedono da tutti i lati.
TERESA sarà! Me chiedo come fa’ sto pover’omo de Carlo a sopportalla, mah!
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ANNA
(entrando) ha fatto lo show pure oggi?
TERESA
la conosci tua nonna, è fatta così, bisogna ave’ pazienza
ANNA
troppa ne
hai
mamma!
Di
due
nonne
proprio
lei
doveva
restare?
LUCIA
bella de nonna!
TERESA
oh! Queste cose non si dicono. E’ sempre tua nonna e devi portaglie rispetto.
ANNA
(ridendo) come te?
TERESA
io so un’altra cosa. E poi non te preoccupà, che gli ne porto pure troppo.
ANNA
mi manca nonna Lucia. Come sapeva consolarci lei non sa farlo nessuno.
LUCIA
tu guarda se sta ragazzina mo me deve fa’ piagne!
TERESA
manca tanto anche a me. Lei comunque da lassù ce guarda e ce protegge lo stesso, fidate.
LUCIA
ce poi giurà.
ANNA
nulla sarà più com’era.
TERESA
perché dici così?
ANNA
e papà quando tornerà?
TERESA
non lo so Anna, spero presto. Tu però devi esse’ forte, per te, per le tue sorelle e anche per me. Dobbiamo stringerci
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tutte e avere forza e coraggio. Per piange e disperacce dovemo aspetta’ che tutto sia finito, ora non ce lo potemo permette’. Hai capito?
ANNA
ho capito! Ti voglio bene mamma! (si abbracciano)
TERESA
anche io! Ma perché hai detto che non sarà più com’era?
Quando torna papà tutto sarà come prima ….
ANNA
sì lo so, anzi, lo spero, ma io mi riferivo a nonna. Ora che non c’è più, finiranno tutte le belle abitudini. Le riunioni di famiglia, dove ci trovavamo tutti insieme a casa sua con gli zii e i cugini, il Natale….. Adesso dove lo passeremo il Natale?
LUCIA
io lo sapevo (asciugandosi gli occhi)
TERESA
ehi, ehi, una cosa alla volta. (abbracciandola) Le riunioni di famiglia continueranno, eccome! Le faremo a casa nostra e il Natale lo passeremo sempre tutti insieme, facendo le solite cose. Gli uomini giocheranno a carte fino alla mattina, io e le zie chiacchiereremo fino a tardi, mentre lavamo i piatti e preparamo il pranzo per il giorno dopo e voi cugini, invece di dormi’ tutti nel lettone di nonna, vorrà dire che dormirete tutti nel lettone di papà e mamma. Te piace?
ANNA
mamma sei una grande (la bacia).
TERESA
ora che abbiamo tranquillizzato sta ragazzina
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ANNA
ragazzina, guarda che il prossimo anno faccio diciotto anni
LUCIA
c’ha ragione, c’ha quasi diciott’anni
TERESA
come correte! Come corri! Se ancora ne devi fare diciassette! Ora però dobbiamo fa’ una cosa importante io e te, prendi un bel foglio da lettera e una penna.
ANNA
scriviamo a papà?
TERESA
anche, ma prima dobbiamo scrive’
a un
signore
molto
importante, anzi, tu glie devi scrive’.
ANNA
chi è, un cliente di papà?
TERESA
ma quale cliente, è molto più importante.
ANNA
insomma a chi devo scrivere e cosa?
TERESA
al Presidente della Repubblica
LUCIA
al Presidente della Repubblica?
ANNA
al Presidente della Repubblica? E che gli devo dire?
LUCIA
che glie deve di’?
TERESA
devi solo raccontaglie della nostra
famiglia,
di
papà
e di
quanto….ci manca, nient’altro.
ANNA
e perché a lui dovrebbe interessare qualcosa?
LUCIA
già perché?
TERESA
perché solo lui può firmaglie la grazia che lo riporterà a casa!
(rivolta a Lucia) Ma riesci a statte zitta cinque minuti?
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ANNA
mamma, tu pensi davvero, che con tutto quello che ha da fare, si occupi di noi?
TERESA
perché no? E poi ci dobbiamo prova’, le dobbiamo prova’ tutte Anna. Forza comincia.
ANNA
va bene: “onorevole Presidente della Repubblica, mi chiamo Anna e le scrivo per raccontarle una storia……..”(parte la musica. Buio.)
Quattro mesi dopo. Casa di Teresa. Entrano Teresa e Ennio.
TERESA
mamma mia che caldo! Non me la ricordavo un’estate così.
In macchina se moriva.
ENNIO
ce mancava pure quell’incidente. C’abbiamo messo quattro ore a torna’ da Spoleto, non ce se crede. Comunque là, manco sembra un carcere. Dopo tutto sta bene e con questi lavoretti che sta a fà, glie passa pure il tempo.
TERESA
come no! Quasi quasi sembra de stà in albergo! Ma quando finirà sto strazio Ennio? Quanto potemo andà avanti così? Pure voi c’avete da lavorà, gli impegni de casa vostra. So’ quattro mesi che è iniziato st’incubo e me sembra un’eternità.
ENNIO
tu non te preoccupa’ de noi e poi so’ sicuro che finirà presto.
A proposito, come stai a soldi?
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TERESA
ancora gliela faccio, non so per quanto….ma ancora riesco a mandà avanti la baracca. Certo, me dispiace per il sor Alfredo, gli affitti se stanno a sommà. Lui continua a di’ che non c’è problema, ma lo sai che non me piace ave’ debiti in giro. Per fortuna che tutti i clienti de Oreste so’ stati onesti e m’hanno dato quello che glie spettava, senno con lo stipendio mio dove andavo? So’ tutti dispiaciuti per quello che gliè successo. Non c’è niente da fare, se fa’ volè bene da tutti.
ENNIO
già! Comunque lo sai, se te serve qualcosa basta che fai un fischio. Io e i tuoi fratelli ce semo sempre.
TERESA
grazie. Ma già avete dato abbastanza.
ANNA
(fuori scena) mamma, mamma (entrando),
ciao
zione!
(sorpresa e contenta, gli salta al collo)
ENNIO
ecco la mia principessina, come stai?
ANNA
bene. Però sono arrabbiata con te. Da quando è finita la scuola non ti fai più vedere.
ENNIO
zio lavora .Il bar senza di me chiude!! (ride)
ANNA
lo sai zio che le mie amiche mi chiedono sempre di te?
ENNIO
ah sì? E perché?
ANNA
non fare il finto tonto! Mamma, lo sapevi che sono tutte innamorate di lui?
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ENNIO mò esageri……..però quando uno è bello….è bello (si
pavoneggia scherzando)
TERESA ce manca solo questo! Ste ragazzine d’oggi, non se tengono
proprio.
ANNA uffa con queste ragazzine. Ho quasi……
TERESA diciott’anni! Sì, già me l’hai detto.
ANNA appunto!
TERESA che c’hai in mano?
ANNA porca miseria, mi sono distratta con zio. Mi è arrivata una
lettera.
TERESA a te? Fa vede’………... Presidenza della Repubblica!
ENNIO forza apri.
TERESA non c’ho il coraggio!
ANNA la apro io?
TERESA no! Lo devo fa’ io. (apre la busta, legge e s’accascia su una
sedia in silenzio)
ENNIO allora, che dice?
ANNA mamma non ci tenere sulle spine.
TERESA Saragat ha firmato la grazia (musica).
Buio. Anno 1974. Casa di Teresa. Alla radio qualche notizia sul referendum divorzio. Musica dell’anno. In scena Oreste con Anna che gli sistema la cravatta. Lucia seduta al solito tavolo.
55
ANNA ecco fatto. Sei proprio bello.
ORESTE tu sei bella (la bacia). Oggi sarò il più invidiato de tutti. Con
ste tre damigelle d’onore, chi me batte? A proposito le altre
due do stanno? E tu madre?
ANNA stanno finendo gli addobbi delle scale e mamma si starà
facendo bella. Guarda che la sposa deve farsi desiderare.
ORESTE e tu che ne sai de queste cose?
ANNA guarda che il prossimo anno mi sposo anch’io.
ORESTE chi t’ha dato il permesso? (scherzano ridendo)
TERESA (entrando) siete pronti? Tra poco passano a prendece. Anna
hai preso gli anelli, il bouquet?
ANNA stai tranquilla, tutto a posto.
ORESTE ammazza sora Teresa quanto sei bella. (s’avvicina e
improvvisa un ballo)
TERESA dai che famo tardi.
ANNA no aspetta (mette un disco e parte la musica del tango)
TERESA ma che ve sete scemiti, è tardi (cominciano a ballare con
Teresa che protesta)
ANNA dai mamma….
Balleranno il solito tango. Alla fine Anna applaude contenta.
ANNA quanto siete belli quando ballate. Papà pure io (Oreste la prende per ballare)
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TERESA si, buona notte! Dai cominciate a scende, che chiudo le
finestre.
ANNA uffa! Però oggi alla festa balliamo insieme.
ORESTE lo sai che ormai la ballerina mia sei tu.
ANNA (parlando sottovoce con Oreste) hai visto mamma? Fa tanto
la sostenuta, ma è emozionata da morire. E pure io. Quanto
sono felice per voi papà!
ORESTE e io per tutti noi. E’ un grande giorno questo! Finalmente
porterete el cognome de papà (escono abbracciati).
TERESA mà, vado pure io.
LUCIA stai proprio bene Tere’. Goditela sta giornata, te la sei
meritata.
TERESA mancate solo tu e Maria, allora sì che sarebbe stato tutto
perfetto.
LUCIA lo sarà lo stesso vedrai. Io e Maria se godemo lo spettacolo
da là. Ora va che fai tardi.
TERESA va bene, domani te racconto tutto. Ciao mà (esce)
LUCIA auguri Tere’!
Buio. Un anno dopo. In scena Anna e Angelo. Anna palesemente incinta cammina per la stanza nervosa. Lucia seduta al solito tavolo. Alla radio notizie e musica dell’anno (1975). Squilla il telefono. Anna spegne la radio.
ANNA
ANGELO
pronto? Papà, finalmente. Allora? Tra dieci minuti? Bene, vi
aspetto qui. Sì nonno è con me, lo sono passata a prendere
io. Ciao.
che dice?
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ANNA
ANGELO
ANNA
ANGELO
ANNA
ANGELO
ANNA
ANGELO
ANNA
LUCIA
ANGELO
LUCIA
ANNA
LUCIA
ANGELO
l’hanno dimessa, tra poco partono dall’ospedale.
speriamo bene.
nonno, va tutto bene. I dottori dicono che nonostante tutto, è
stata fortunata. Vedrai mamma ce la farà.
tua madre è battagliera, ma con la malattia c’è poco da fa.
Comanda lei.
quando c’è di mezzo mamma, non ne sarei così certa. Vado
a preparare un boccone per tutti.
Anna, nelle condizioni tue, non dovresti stancatte.
ma quali condizioni! (lo abbraccia) Nonnino sei contento di
diventare bisnonno?
so contento sì. Sta piccoletta che me diventa mamma! Non
ce posso crede.
a chi lo dici! Mi sembra ieri che venivi a prenderci a scuola e
ci portavi, di nascosto di mamma e di nonna, dal vinaio, dove
ci facevi assaggiare il vino.
che te possino amm……….
ma era quello rosso, dolce. Mica ve faceva male.
sto incosciente!
quanto ci piaceva! E mica dicevamo niente a nessuno. Mute
e complici. Che bei momenti! Siete stati due nonni fantastici.
lui un po’ meno!
pensa quanto sarebbe stata contenta tu’ nonna de sto
piccoletto che sta per arrivà!
58
LUCIA non poi capì quanto me ce rode.
ANNA già. Ti manca sempre tanto?
ANGELO chi? Quella brontolona? Sì, ogni tanto me manca.
Entrano Oreste e Teresa.
ANNA mammina! Come stai?
TERESA sto bene, sto bene. Ciao papà. (lo abbraccia).
ANGELO ciao Tere’, m’hai fatto prendè uno spavento.
ORESTE dillo a me!
ANNA insomma che ti hanno detto?
TERESA (infastidita) che m’hanno detto? Per loro è finita così. Non
devo fa’ niente. I soliti controlli durante il primo anno, poi ogni
cinque. Tutto qua.
ANNA e allora che è quella faccia?
TERESA so’ solo stanca. Tu come stai?
ANNA bene, stò bene non ti preoccupare per me.
TERESA ora però è meglio che te ne vai a casa e accompagna pure
nonno, che sarà stanco.
ANNA stai scherzando? Io resto qui…
TERESA non me fa arrabbià, vattene a casa. Ce stà tu padre, tu
sorelle. Non me fa preoccupà.
ANGELO dai Anna andamo. Domani torni.
ANNA quanto sei testona! Però mettiti a letto. Papà mi raccomando.
ORESTE tranquilla, va.
ANNA (bacia Teresa) ciao, a domani (esce con Angelo)
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ORESTE dai t’accompagno al letto.
TERESA adesso ce vado, non te preoccupà.
ORESTE Teresa, che c’è? Dovresti fa salti de gioia per come è andata
e invece sembri incazzata col mondo. Che c’hai?
TERESA e perché dovrei fa salti de gioia? De che dovrei essere
contenta?
ORESTE oh, de cancro se more. Tu sei stata fortunata! Hai sentito
che ha detto il dottore? Un altro mese e non se sa che
poteva succede’. Ma che te prende?
TERESA è vero, forse non morirò, ma sarò mutilata per sempre. Te
pare poco a te?
ORESTE e me pare poco sì! A me non m’importa niente se sei
mutilata, come dici te, a me m’importa solo che sei viva e
che stai ancora qua con noi.
Teresa scoppia a piangere. Oreste l’abbraccia.
ORESTE Tere’, per me senza un pezzo, due pezzi, tre pezzi, sei
sempre la vita mia.
TERESA sei sicuro che non te farà impressione?
ORESTE ora basta. (la abbraccia)
LUCIA quanto la stai a fà lunga. Che altro te deve di’ st’omo? Da
quando in qua te metti a fa’ i capricci?
TERESA (rivolta a Lucia) ma non c’hai proprio altro da fa’?
ORESTE che?
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TERESA
ORESTE
LUCIA
TERESA
LUCIA
TERESA
LUCIA
TERESA
LUCIA
TERESA
LUCIA
TERESA
scusa, so’ stanca e non so neanche quello che dico. Dai,
discorso chiuso, vamme a preparà il letto che me voglio
sdraia.
così me piaci. Corro.(esce)
a parte ste stronzate, come stai?
sto bene. E queste non sono stronz….. come dici tu. Per un
uomo non deve esse’ facile sta’ con una donna che non c’ha
più un seno.
capirai, c’hai sempre l’altro. E poi te risulta che te s’è sposata
solo per le sise che c’avevi?
che c’entra. Me fa impressione a me, figurate all’altri.
Terè, non te riconosco più. Hai sempre fronteggiato tutto e
adesso te voi arrende davanti a sta cavolata?
continua a chiamalla cavolata sa!
ma che potevi morì c’hai pensato? E che avresti lasciato tutti
nella disperazione? Stai pure a diventà nonna.
ok, ok, c’hai ragione come sempre. Ma c’avrò diritto pure io
de crollà ogni tanto? O devo esse’ sempre forte, dura, coi
piedi per terra?
purtroppo il destino ha voluto questo da te, non ce poi fa
niente.
ha voluto questo? Allora lo sai che te dico? Che me so’
stufata, che non c’ho più voglia de combattè, m’arrendo. Alzo
le mani!!
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LUCIA alza un po’ quello che te pare, ma ora vattene a letto che te
devi riposà
TERESA sei proprio insopportabile a volte, bona notte mà! (esce)
LUCIA bona notte figlia mia! (buio) Musica.
Anno 2006. Scena iniziale. I coni illuminano i due tavoli. Lucia e Teresa sedute come nella prima scena.
TERESA
LUCIA
TERESA
LUCIA
TERESA
LUCIA
TERESA
ma davvero ho passato tutto questo?
e già!
oggi come oggi, non ce l’avrei fatta.
e te credo, c’hai quasi ottant’anni.
settantanove prego! Comunque stavolta è diverso. Ho potuto
fa’ tutto quello che ho fatto perché semo stati sempre una
squadra io e Oreste. Vedi, anche st’ultimi anni, nonostante
non ce stesse più con la testa, il solo fatto di vedello gira’ per
casa o seduto su una poltrona, me rassicurava. Adesso c’ho
l’impressione che m’abbiano staccato una parte del corpo e
sto senza equilibrio, vacillo.
quante volte t’avrò sentito di’ sta cosa? M’hai quasi stufato!
Senti un po’, levame una curiosità, ma com’è che l’hai fatto
mette lì dentro (indicando l’urna)?
so state le figlie. Dicono che così, me sembra d’aveccelo
ancora a casa e forse…… c’hanno ragione. A proposito, l’hai
visto? E’ già arrivato? Come sta?
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LUCIA
TERESA
LUCIA
TERESA
LUCIA
TERESA
LUCIA
TERESA
LUCIA
TERESA
LUCIA
TERESA
ancora no. Guarda che pure qua ce stanno le regole, non te
crede che poi fa’ come te pare. C’è tutta ‘na trafila che
manco t’emmagini..
allora va, che s’arriva non te trova.
non te preoccupà! Tu padre e i tuoi fratelli so’ giorni che
stanno fissi all’entrata a aspettallo.
quasi, quasi, ve invidio! Ora starete tutti insieme e io non ce
sto.
non c’ave’ fretta, che tanto prima o poi arrivi pure tu, do
scappi. Ancora non è l’ora tua, pazienta!
comunque mà, la voi sape’ una cosa?
sentimo
rifarei tutto, nulla escluso.
e vedi un po’! Dopotutto c’hai avuto una vita piena de
movimento, non poi certo dì d’essete annoiata. Hai avuto
amore, affetto da parte de tanta gente, c’hai tre figlie d’oro
che, porette loro, nel bene e nel male, sono della stessa
pasta tua e … diciamolo …… pure della mia
già, pure loro a testa dura non scherzano, è vero
c’hai un sacco de nipoti che t’adorano, de che te voi
lamentà?
e de che me voglio lamentà? De niente. Ora però me ne
vado a letto, che domani c’ho una giornata piena. Devo
anda’ per prima cosa in comune a parla’ con n’ assessore,
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LUCIA
TERESA
LUCIA
TERESA
LUCIA
per la questione della fogna. Sti disgraziati prima te chiedono
il voto e poi non fanno quello che te promettono. Vedrai che
casino che gl’armo. Poi devo chiamà de corsa l’operaio
perchè c’ho una perdita in cucina. Devo portà la macchina
dal meccanico che me perde un po’ d’olio…….
allora vedi de fattece scappa’ pure ‘na sistemata a quei
capelli. Sembri mi nonna!
a mà, sti giorni c’avevo altro da pensà, figurate se me so
preoccupata de famme la tinta. Che poi glielo detto a tu
nipoti: basta con ste tinte, ormai so vecchia! Ma tu le
conosci, non sia mai. E così, continuamo a tingese sti capelli.
e certo, so loro che insistono, come no!
Insomma c’ho un sacco de cose da fa. Perciò, andamo a
dormì Orè, (prendendo l’urna) che la notte è un mozzico.
Buonanotte mà (esce).
buonanotte colonne’. Io resto un altro po’, devo finì de pulì
sta verdura.
Ma sta cicoria non finisce mai?
FINE
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