LUIGI FILIPPO PARRAVICINI
TERESA di MAGGIO
Confessioni di un’amante
Monologo
ATTO PRIMO
Scena prima
Ambiente domestico dell’alta borghesia italiana. Teresa da sola in scena seduta in poltrona mentre scarta un cioccolatino. Si alza in piedi e si aggira pensierosa sul proscenio.
−Non ve l’ho raccontata la storia? … Non sapete come è cominciata?
…allora; adesso ve la racconto: è andata così!
−Io stavo cercando un aiuto per mio figlio, il grande, quello che vuole fare il carabiniere; e si sa com’è: va per concorso, adesso anche per entrare come soldato semplice devi fare un concorso… così io mi stavo
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informando, chiedo, cerco… E un amico mi fa: ‚senti c’è questo tizio che conosce… sai l’esercito, l’arma, le cose, ha agganci, magari lui ti può aiutare. Posso dargli il tuo numero?‛
−E io gli ho detto: ‚Certo! Fammi sapere…‛
−Detto, fatto e dimenticato; … passa qualche giorno e non se ne sa più niente; dopo una settimana, forse anche di più di una settimana… forse dieci giorni, mi arriva una telefonata, di questo Signor ‚Tal dei Tali‛,molto gentile, molto formale, che mi dice: ‚Buon giorno Signora… Si mi hanno detto… suo figlio, cosa vorrebbe fare… ha studiato, non ha studiato…. Sì, si sta diplomando…., qua e là… cosa vorrebbe fare.. etc. etc. ‚ Sempre dandomi del lei, sempre molto rispettoso.
−Al che parlando, mi sembrava molto educato…cioè normale. Una persona tranquilla. Al che decidiamo di incontrarci, per bere un caffè o una cosa, in maniera di parlare della questione e fare un piano per eventualmente trovare, ecco… una strada per questo ragazzo, per entrare insomma… in qualche modo.
−L’unica cosa è che questo Signore era a Milano e io ero a Roma, per cui mi dice: ‚Io per lavoro, almeno una volta al mese vengo a Roma, perché devo andare in ministero, per cui troveremo il modo, adesso le farò sapere, non so se è il sei o l’otto.‛
−‚Certamente… ‛ rispondo… insomma immaginavo. Comunque non sifissa la data. E rimaniamo così che mi avrebbe fatto sapere.
−Passa diversi giorni e mi arriva un messaggino… ‚Buon pomeriggioSignora di Maio, guardi mi sono liberato… etc.‛ Al che mi telefona e più o meno mi conferma per la data… Lo ringrazio, così, poi parlando del più edel meno, insomma: i convenevoli‛
−Al telefono però c’era qualcosa di… di strano. Come se… come se si riuscisse a parlare bene, come una strana tranquillità dentro. Io ero calma… questo è strano. Lui come se volesse dirmi di più… come se volesse parlare… anche lui aveva un figlio… roba del genere. Non so c’era qualcosa di strano: era come parlare con un’amica; …sapete quandosi dice: quella persona la si conoscesse da sempre… Qualcosa di simile.
−E’ stato un attimo… (cambiano tono repentinamente.)Però: come neaccorgo, io mi spavento di questo! Mi è preso il panico… ‚Cosa mi sta succedendo?‛ … E mi chiedo: ‚ma io questo non lo conosco, ma chi è?‛. Ho paura. Terrorizzata scappo e non lo voglio. Fisso l’appuntamento e gli
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butto giù il telefono. ‚Guardi devo andare‛ concludo, ‚la ringrazio. Arrivederci!‛
−Mi è preso come un… non lo so: a me non capita mai, con le persone in generale, con gli uomini poi non ne parliamo. Difficilmente qualcuno riesce a entrare. C’è come uno schermo. C’è mio marito, ci sono i miei figli, c’è la mia famiglia, il resto… con tutto rispetto, ma non me ne importa niente.
−Per cui la questione finisce lì.
−Passano i giorni; l’appuntamento per mio figlio è fissato e questo èquanto.
−Una note; era notte fonda. Forse saranno state le due, le tre. Forse le due e mezza. Squilla il telefono. (Pausa) Una volta. Poi ancora, un’altra.Un’altra ancora. Io dormivo.
Pausa.
Guardo bene: era lui. Mi giro dall’altra parte. Sarà stato uno sbaglio… Neanche cinque minuti dopo, torna a squillare!
−Se il telefono squilla per due chiamate, due volte di fila, per una dopo l’altra! Non può essere uno sbaglio!!! Due chiamate non risposte alle due emezza di notte! Mi dico: ma questo è un pazzo…
−Al che, mi alzo sul letto e decido di rispondere per messaggio e dico: (con tono deciso) ‚Ma lei lo sa che ore sono?! Mi sta telefonando?!?‛
Evidentemente ci deve essere un problema. Penso tra me... Che ne sa questo se c’è mio marito?!
−E lui risponde giulivo: ‚Oh mi scusi… deve essere partita la chiamata.E’ sveglia?‛
Pausa.
−Ed io dico: ‚… sì. Sono sveglia.‛
−‚Ecco vede: abbiamo una cosa in comune, non riusciamo a dormire la notte.‛
−E ci mettiamo a chattare… A scherzare…
−(Breve pausa) A un certo punto mi fa: ‚…posso chiamarla?‛
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Teresa scoppia a ridere.
−E io rispondo: ‚NOOO!‛ Dico io! Sì buona notte! …se mi chiamava svegliava tutta la casa! Ma siamo pazzi?
−No! (breve pausa) ‚La chiamo io.‛
Pausa.
−Per cui vado di la; e lo chiamo.
−‚Scusa‛ mi dice; avevo voglio di sentirti…
Breve pausa −Niente…: ci mettiamo a parlare di… tutto.(Breve pausa) E arrivano le sette del mattino. Non mi sono neanche resa conto. Abbiamo parlato tutta la notte… Dalle tre alle sette del mattino…
−Prima che suonasse la sveglia, l’ho spenta, mi sono fatta la doccia. Misono preparata, ho portato il bambino a scuola e sono andata a lavorare.
−Da quel momento abbiamo iniziato a sentirci più spesso… Messaggi, telefonate… Beh, più che altro pensieri. La cosa che mi più mi sconvolgeva era che lui sapeva esattamente cosa mi passava per la testa. Questo è davvero incredibile! Non so neanche come spiegarlo; se accadeva un fatto, ma anche una cosa qualsiasi, lui mi diceva: ‚Ah si, certo, allora tu hai pensato questo, poi è successo quello, allora hai deciso quell’altro!‛. Una cosa sconvolgente! Mai accaduto in vita mia, mai… Prima.
−Poi a un certo punto arriva il giorno, il momento in cui lo dovevo vedere… Perché l’appuntamento ormai era fissato…
−… e niente, andiamo in questo posto che avevo scelto io, super asettico,super formale, civile. E mi prende un colpo! Perché io non sapevo che faccia avesse quest’uomo…
−E lui, invece, come se fosse una cosa normalissima, quasi un appuntamento di lavoro. Durante tutta la colazione, impeccabile… mi spiega tutto, mi dice quali erano le possibilità. Mi dice quali erano le possibilità per mio figlio, cosa dovevo fare, se va fosse andato bene, se fosse andata male…
−Poi niente, il pranzo finisce e niente, mi dice: ‚Signora, se vuole l’accompagno…‛. Rispondo: ‚sì grazie.‛ Cosa dovevo dire?!
−…in macchina, mi chiede se voglio bere qualcosa, un caffè, non so...
‚Sì con piacere.‛ Rispondo. E io lo bacio.
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−Sì: l’ho baciato io.
Pausa
−Al che, mi porta in Via Veneto, beviamo un caffè, e mi chiede se voglio andare in albergo da lui. Io rispondo(con fermezza e dignità) ‚No!‛
−Giusto?! No…
−Va bene… E cosi lui torna a Milano e io a Roma. (Breve pausa)E continuiamo a sentirci… Ed è bellissimo…!
−Dopo due settimane lo rivedo …. E… e l’abbiamo fatto.
Pausa. Il pensiero di Teresa, in questo caso, è molto più greve e informale di quanto pronunciato. Ha a che fare più con il: ‚mi sono presa qualcosa che mi tormentava, che mi mancava da tempo, che non con: ‚fare l’amorecon lui è stata una cosa meravigliosa‛. E questo traspare dai suoi occhi.
−Poi siamo andati in montagna, perché era Natale. Io ero da una parte, lui dall’altra; e a un certo punto lui mi dice: ‚Senti: incontriamoci a metà strada. … ho voglia di vederti!‛
−Io ero in un paese, lui in un altro; forse un po’ distante; lontano ma neanche troppo… E niente, sono andata e lì mi è preso il pazzo: l’ho iolentato. L’ho preso lì e l’abbiamo fatto, tipo… dietro quell’albero
(indicando un posto qualunque con la mano). Allora ha iniziato a capireche c’era qualcos’altro.
Pausa.
−… E sto bene. Sono più sicura di me, sono più tranquilla. Anche con mio marito va meglio.
−Perché lui è come me. Mi capisce: sa quello che penso…
−Non me lo sarei mai aspettato!
−Io credo che… quando deve succedere succede.
Teresa prende il telefonino in mano e inizia a cercare tra i suoi messaggi.
Poi legge.
−‚Amore ti amo così tanto come non immaginavo fosse possibile… Grazie! Mi hai regalato una giornata meravigliosa. Ti voglio tanto bene.‛
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−E lui mi ha risposto: ‚Anche io Teresa. Non pensavo di potermiritrovare a questo punto, così… oggi. Innamorato e felice. Grazie per la bella giornata anche a te!‛
−e poi ancora: ‚Che cosa pensi?‛ Mi ha chiesto. ‚Che sei il mio uomo eche ti amerò per tutta la vita! Ricordatelo sempre… qualunque cosa possa succedere…
−‚Io di te penso che mi stai simpaticissima: Che sei bravissima! E mi piace tantissimo il tuo modo di essere; perché nella mia razionalità, il tuo modo di vivere irrazionale, si sposa perfettamente e mi diverte un sacco.‛
−‚…ancora oggi, hai visto che ti ho dovuto bloccare. Ti ho fatto da scudo…‛
−‚Io ci sono sempre per te, e cerco di affrontare ogni cosa da uomo. Questo per me è molto importante… E’ fondamentale, altrimenti non sareinessuno.‛
−e io a lui: ‚Amore mio: ti sei infilato nel mio cuore e so che ci starai per sempre…‛
−‚Anche tu.‛
−‚Ti amo.‛
−‚Un bacio….‛
Scena Seconda
−Oggi ho rifatto la camera di mio figlio…il grande (breve pausa).Sono stravolta… Ho portato via due sacchi di roba alti così (indicando con lamano). Lui era fermo sdraiato sul letto e mi diceva: ‚No… Sì.. . No…‛‚Questo lo butto?‛ Come una Geisha… Con le persone che amo è così.
−Si lo so: forse è sbagliato… ma io sono così… Sempre stata. Per i miei figli poi, farei qualsiasi cosa. (Breve pausa riflessiva). E’ sbagliato. Nonposso farci niente. E’ un mio difetto. Se mio figlio mi portasse in casa un cadavere dicendo che l’ha ucciso lui. Prenderei la pala e lo aiuterei a
seppellirlo in giardino. (Pausa di riflessione) E’ più forte di me; non posso farci niente.
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Teresa cammina sulla scena, incerta se voler o meno dire una cosa.
Cambio di atmosfera.
−Quando lui mi ha telefonato era notte fonda. Era stato a mangiare con suo figlio e non so che cosa hanno fatto... Hanno parlato, hanno bevuto.
Non so… suo figlio ormai è grande, come il mio, ed ha problemi… E’ uno di quelli che esce la sera, beve e ti sfascia un locale…
−Non ho idea di cosa abbiano fatto. Certamente avevano bevuto e quando lui mi ha telefonato era un po’ alticcio; si sentiva… Quando mi ha chiamato sarà stata mezzanotte e ci siamo messi a parlare. Era un po’ alterato ma niente di che… Poi è caduta la comunicazione. A mezzanotte e trentacinque. Ho visto l’ora sul display.
Pausa.
−E non mi ha più chiamato. (Breve pausa).
−Io ho aspettato per un po’ ma alla fine sono crollata perché ero esausta. Poi però, ho visto dal telefonino, che l’ultimo suo contatto è stato alle tre e quindici. (Breve pausa). Posso immaginare molto bene che cosa sia successo. Perché comunque, un messaggino lo scrivi. Non ci sono scuse… cade la comunicazione, che fai? Vai a letto alle tre senza dirmi neanche scusa… buono notte, che so… qualcosa.
−Io so che lui ha dei giri strani. Questo lo so per certo. Ma ieri sera mi ci sono incazzata. … Sono stata male. Non per altro. (Pausa)
−Non è la buona fede, non è la correttezza morale quella di cui ho bisogno io. Intendiamoci… non sono una santa, ma quello di cui ho bisogno è… (con imbarazzo) La condivisione.
−E’ un lato del mio carattere… Io sto a tutti i giochi; basta che si sappia… Lo so: è pericoloso…. Non è la moralità; della moralità non ci faccio un bel niente! Semplicemente lo voglio sapere. Tutto qui.
−Perché per me non ha senso… è come se uno va al bar, si fa una birra e poi alla fine si ubriaca. Probabilmente se ci fossi stata io lì, non ci sarebbe nemmeno andato al bar. O comunque non si sarebbe ubriacato…
−E’ per quello e lo capisco... Lui è fatto così e io lo so.
Pausa.
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−Il mattino dopo l’ho mandato affanculo. (breve pausa)e poi gli ho detto ‚Ti amo.‛
−(Con tono di voce più basso) Lui ha risposto ‚anche io.‛Ha farfugliatoqualcosa e poi a mezza bocca mi ha detto: ‚Non c’eri…‛
−Ma era un ‚Pour Parler…‛ Intendiamoci… non è che abbia ammesso la cosa. (Pausa) …Io lo so che lui ha questi strani giri… ma non è la questione; so quello che valgono..
−(Cambiando tono, rivolta alla platea) Voi mi direte: di questo passo, saidove andrete a finire?! (Anche divertita) … Non è detto.
−Non lo so. (Dubbiosa) forse è meglio dirlo apertamente? O è meglio tacere? (Sicura) No. Non credo; credo sia meglio tacere. …E’ un po’come un… ‚io so che tu sai… ma non farlo mai più…‛
−Perché lui è così… io lo so. E lo so perché sono fatta allo stesso modo.
(Poi sicura) Ed è un uomo che mi comanda. (Raggiante) Finalmente! Nonl’ho mai trovato in vita mia un uomo che riuscisse a comandarmi…
−Che fortuna! … e me lo tengo stretto! Ci sono un sacco di donne… forse anche la maggior parte, che cercano un uomo da comandare… che fesse. Un uomo che faccia quello che loro vogliono. Sono solo delle poverette…
−Sapete cosa fanno le donne? Ve lo dico io: le donne vogliono certe cose. Di solito vogliono solo ottenere un certo status e non hanno nessuna voglia di faticare per raggiungerlo… e allora dicono: ‚ma perché devono fare io tutto il lavoro, se c’è uno scemo che può farlo al posto mio…‛ e loscemo sareste voi, cioè gli uomini… (Breve pausa)
−Entro certi limiti un uomo forte, per molte donne non è che sia proprio il massimo… perché se l’uomo è forte di carattere, la donna ha poco spazio per fare quello che le interessa. O lui è molto ricco. O se no è un problema. Più l’uomo è forte e più è un problema.
−Ma facendo così fa solo i conti senza l’oste… Perché un uomo che fa fare alla donna quello che vuole, non è un uomo. Per cui lei si ritroverà a poter fare sì, quello che vuole, ad avere tutto quello che desiderava… masenza nessuno accanto… ma questo non le basterà affatto. E a lui non potrà neanche rinfacciargli niente…
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−Donne: volete sapere che cosa è il massimo? Ve lo dico io: un uomo che ti dice quello che devi fare! (Breve pausa) Pensateci…
−E se tu fai quello che ti dice e poi sbagli? Cioè se quello che ti dice è sbagliato? Beh…, allora a quel punto salta lui!
−Per ora la situazione mi va bene così… poi si vedrà. … Vivere insieme
èdiverso, si vedono i limiti, i difetti, poi si vedrà…
−Io ho anche provato a tradirlo… non c’è stato verso… quando stava nascendo la cosa… Tradirlo per ucciderlo. Perché scomparisse dalla miavita!
Pausa.
−Sapete cosa è successo? (Breve pausa) …Niente. Non è successo niente. Non ci sono riuscita.
−Ho preso un poveretto che mi piaceva tempo fa e ho provato a baciarlo.
−Manca poco vomito… Mi faceva schifo.
Pausa.
−Semplicemente non ci sono riuscita…
−Per ora va bene così.
−Più avanti si vedrà…
Scena Terza
−…Mio marito niente… Mio marito non si è accorto di nulla… (Pausa)
…Non lo so… Secondo me chi veramente ti ama, si accorge sempre… sinceramente io credo che si accorga di tutto… se lo tradisci, intendo.
−L’altro giorno mi ha detto: ‚beh… potevi inventarti anche un’altra scusa questa sera, invece di: ‘esco con le amiche..’‛.
−E io ho risposto (Con aria tra la santarella e la sbarazzina) : ‚Ma di cheti preoccupi? Esco sempre da sola… Una volta che esco con le amiche? …oggi che problema c’è?‛
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−Così si è calmato e non ha detto più niente.
−Lui adesso è qui. (Breve pausa) Quando viene resta un pomeriggio, una notte, una mattina… e io sto insieme a lui, il pomeriggio, la notte, e la mattina…
−Ho paura, sto male dalla paura, ma non cambierei questa storia per niente al mondo. Il problema è che mi sto sbilanciando tantissimo! Sono fuori come un balcone. E’ come se uno va in banca, chiede un prestito gigantesco e questi glielo danno. Poi prende tutti i soldi e li punta sul rosso!
−Ho davvero paura. E non posso farci niente! (Con aria trasognata) …E’ bellissimo. (Poi decisa, taglia corto) E’ la cosa più bella che ti possa capitare nella vita!
−Ieri sono uscita alle nove e mezza, sono tornata all’una e mezza. Sono andata nella camera di mio marito, ho dormito con lui; alle sei e mezza mi sono alzata, ho portato il bambino a scuola. Sono tornata da lui… abbiamo trovato questo alberghetto molto intimo, molto tranquillo, molto anonimo, sono entrata in camera, mi sono messa nel suo letto e mi sono riaddormentata tra le sue braccia.
−Non è mai successo! Cioè: io che mi addormento tra le braccia di uno sconosciuto… Non riesco ad addormentarmi in quelle di mio padre! Poi alle nove e mezza del mattino… Figuriamoci!
−(Poi con calma) …Non sono mai stata così: non sono neanche piùacida. Non sono più bisbetica. Sono sottomessa. E’ una cosa che non maipotuto neanche immaginare… per me non è mai esistita. Mi dicono: ‚Fai una cosa‛. La faccio. Ubbidisco… Boh?! Forse mi ha drogato, che dite?
−Sono innamorata cotta! Quello che mi fa impazzire di lui è la famiglia… Io ho parlato con la madre. Siamo amiche adesso io e la madre. E’ una persona semplice, schietta, sincera, con i valori di una volta. Lecose tranquille, sane, a dimensione umana intendo. Niente di artefatto: una parola vale quello che dice, nulla di più, nulla di meno.
−Ho una paura terribile… lui dice che anche è innamorato… ma chi losa?! Mi ha scritto un messaggio in cui mi ha detto: ‚ma secondo te, se ci dovessimo vedere più spesso, sarà la stessa cosa o cambierà?‛
−Questo vuol dire che per lui…(leggero cambio di tono) non so quanto sia dentro… Ho paura! Per telefono non si capisce mai, e in più lui è un
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‘business man’ per cui è abituato a giocare con le parole. Ad essere calcolatore… Ed è molto intelligente. E se vuole ha un pelo sullo stomacocosì!!! E se giocasse anche con me?!
−A volte sto malissimo, credo di impazzire! E se fosse tutto in inganno?
−E poi ha scritto. ‚ se dovesse essere così, sarebbe bellissimo. Per tutta la vita…
−(Cambiando repentinamente tono e buttandosi tutto alle spalle) Ilproblema è che lui mi ritorna tra dieci giorni. Adesso mio marito parte, e poi invece la settimana dopo, quello in cui l’altro viene, è qui, e mi dovròinventare un’altra scusa… va beh, tanto il tempo passa e tra dieci giorni non si ricorderà più niente!
−Mi dovrò inventare qualcosa… Non so, qualcosa tipo: il Rosario delgiovedì sera! Esco tutto vestita di nero e gli dico che vado a pregare! Vado con il gruppo a dire il Rosario il giovedì sera.
−(Rivolta alla platea) Che ne dite…: vi sembro troppo blasfema? Va beh,poi vedremo…
−Se fosse davvero così significherebbe che il guru aveva ragione.
−Il guru mi aveva detto (serissima): ‚Incontrerai un uomo che ti insegnerà ad amare, non sarà del tuo ambiente, ma vi sposerete e starete insieme tutta la vita.‛
−(Pausa e cambio di tono) Se va così significherebbe che io me lo sposoin chiesa. Al guru gli faccio fare il testimone! Non ci posso credere! Il terzo matrimonio… Sai che divertente! Io con l’abito bianco e quello inchiesa senza scarpe, con la barba e i capelli lunghi e i vestiti indiani! Ne parleranno tutti per non so quanto tempo!
Scena Quarta
−Oggi ho mandato affanculo mia madre.
Pausa.
−Sono passata a casa sua, perché eravamo in centro per una visita dal pediatra e mi aveva chiesto di vedere il bambino… Gliel’ho portato ed
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eravamo in camera sua a chiaccherare; sembrava una cosa tranquilla, normalissima… a un certo punto lei inizia a fare delle scene strane (mimando gesti e modi): ‚Amore mio vieni, tesoruccio, amore amoreamore della nonna‛ E se lo stringe tutto. Solite cose.
−A un certo punto mi dice: ‚Tu vattene!‛
−…Sinceramente credevo di aver inteso male. Le dico: ‚Scusa..?‛
−E lei ripete, ma seria è… vi giuro: ‚te lo riporto a casa io il bambino… tu vattene!‛ testuali parole.
−Mi sono alzata, ho preso la borsa e le ho detto: ‚Mamma: Vaffanculo!‛
Ho sbattuto la porta e me ne sono andata.
−Sono uscita e sono andata a mangiare un gelato… ho rotto la dieta… e va beh pazienza… per una volta non è grave. Ma vi dico una cosa: … ero libera! Finalmente ero libera!
−Conoscete quella sensazione di quando uno litiga, che te ne vai, ma dentro c’è sempre qualcosa che non va, magari una piccola… come una sensazione, ma è spiacevole, no?
−Ecco sono uscita di casa e non c’era. Oggi, per la prima volta in mia ero felice! Per trent’anni sono stata la donna che avrei dovuto essere… Brava, perfetta, carina, educata, mai una cosa fuori posto… ci si sposa perché ci si deve sposare, si fanno i figli perché li si devono fare, non si dicono le parolacce, non si fa questo, non si fa quello!
−Io dovevo fare la mammina! Questo è il dramma della mia vita. Questo
èquello che mi hanno inculcato nel cervello. E non ci sono altre possibilità. Sposarsi, stare a casa allevare bambini… Andare in Chiesa la domenica e ubbidire a tuo marito.
−Volete che vi dica una cosa: ‚Io posso essere quello che voglio!‛
−Ogni donna può essere quello che vuole!
−Volete fare affari? Fateli! Volete vendere e comprare? Fatelo! Volete fare le zoccole? Pure! Fatelo. E’ meglio che niente. Volete stare a casa con i figli a pulire e cucinare? Si può. Non volete? Lasciate stare!
−Un giorno scriverò un libro. Lo sapete voi a quante persone può essere utile? Sapete quante donne vivono represse, soffocate, schiacciate dal
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padre dalla madre, dal marito, dalla religione, dai costumi, dalla società, dalla scuola, dalla tradizione!
−Ebbene io vi dico: donne…. ‚Vivete!!! Siate voi stesse! Ringraziate Dio che siete sane, che avete le gambe e le braccia e nessuna malattia! Il resto non conta. Potete essere quello che volete.
−Sto rinascendo! Tutto quello che mi hanno insegnato, e mi hanno indotto a credere, forse non era proprio la cosa più giusta! I miei genitori, il mio passato, mio marito. Volete che vi dica una cosa…: sono morti.
−E volete che vi dica di più? Sono morti talmente tanto che gli voglio anche bene lo stesso!
−Sono felice. Sono felice perché lo amo! E’ bellissimo… è una cosa bellissima! Sono felicissima, sono al settimo cielo! Cammino per strada e si girano tutti. Sono innamorata, si vede, è per quello…
−Ma ho una paura del diavolo! Sto malissimo. Se non lo sento sto male… E’ tutto su, e giù. Come le montagne russe! Up and Down! Ma non lo cambierei per niente al mondo! Essere innamorati. Questa è la cosa più bella del mondo. Questo è ciò per cui vale la pena vivere… il resto credetemi, è un dettaglio!
Pausa. Cambio di stato d’animo.
−O mio Dio! …Spero che anche lui non mi deluda… E se scoprissi che è solo un bluff? Che sta mentendo e recitando una parte. Purtroppo lo vedo solo una volta ogni due settimana, magari anche di più, ma non lo vedo abbastanza spesso. Se fossi sola sarebbe tutto più semplice.
−Però quando parliamo o stiamo insieme, mi sembra la cosa più bella del mondo… E questo non può mentire!
−(Tristissima) Tutti gli uomini della mia vita mi hanno deluso.
−Signore, ti prego! Fai che almeno lui non mi deluda. Fai che almeno lui non muoia! Fai che rappresenti qualcosa di buona e di vero. Ti prego, ti supplico… Almeno lui… Almeno una volta nella vita… Non ho mai avuto niente di vero. Niente, niente, mai niente che esistesse un volta. Mai niente per me. Mai nessuno che mi capisse. Signore ti prego… Non tradirmi, almeno tu…
Teresa si accascia a terra e piange.
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ATTO SECONDO
Scena prima
−Siccome doveva vedere mio padre, mi ha chiesto di trovargli un posto anonimo… Perché lui odia svegliarsi presto, per cui ho trovato un alberghetto lì vicino. Effettivamente il bagno era un po’stretto! Ma era carino… una cosa tipo ‚Bed and Breakfast‛, potevamo fare quello che volevamo, non c’era neanche il concierge alla porta, comunque…
−(Sbadata e sbarazzina) …ah sì, mio padre! Io ho voluto che conoscessemio padre. (la frase va pronunciata velocemente e senza soste, in un clima molto colloquiale) Mi direte: è troppo! …Sì lo so; non mi importa.
−C’era una questione di un affare, di un business e io lo sapevo che luipoteva esserci utile! Dovevamo vendere non so che cosa, tipo un capannone con dei macchinari dentro, o qualcosa del genere… E io ho insistito con mio padre, perché anche lui indirettamente è di quel campo.
−Insomma, per farvela breve, l’ho portato in questo albergo perché è li vicino all’ufficio.
−A un certo punto ha chiamato mio marito ed era inferocito! Mi ha detto: ‚Dove cazzo sei?! Basta! Io domani me ne vado!‛ Era incazzato nero! Gliho detto: (con la massima calma e nonchalance, e con tono da donna bambina onestissima, quasi spaventata dell’eccessiva reazione del marito)
‚Ascolta Gualtiero, ma che cosa c’è? Che cosa ti prende? E’ tutto il giorno che corro… Sto andando dal medico, dopo esco con le miei amiche e andiamo a mangiare. … forse ci beviamo anche qualcosa. Stai calmo, appeno abbiamo fatto vengo a casa‛
−Lui mi ha mandato a quel paese e mi ha riattaccato il telefono gridando:
‚Domani me ne vado!‛.
−Benissimo ho pensato io. (Senza pausa alcuna) Vado a prenderlo alla stazione e andiamo subito in albergo.
Con fare da bambina innamorata, felice e giuliva; senza la ben che minima parvenza di un senso di colpa.
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−Quando sono con lui divento un’altra. No anzi, ho sbagliato. (Enfatizzato) Da quando sono con lui sono diventata un’altra. Sono calma.Non so che mi ha preso… sono serena. E’ lui che mi para tutti i colpi.
−(Felicissima, con pausa, estasiata) …lo amo…. Siamo finiti subito inalbergo e scopiamo. Poi volevamo andare a mangiare. E lui voleva portarmi in un posto non si sa di che tipo; gli ho detto: ‚no. Voglio staretranquilla.‛ Dopo siamo andati a bere una cosa al ‚Nineteen nine‛. Io ero già ubriaca e non volevo entrare. Ma lui ha insistito; mi ha detto: ‚ dai… vieni, vieni. Non c’è nessuno. E’ entrato prima lui a vedere e poi mi ha trascinato dentro.
−Ha chiesto delle ostriche e non c’erano. Ha chiesto del caviale e non c’era. C’erano solo dei formaggi, e ha detto: ‚allora vada per i formaggi‛
Ma ha voluto un whisky super vecchio, che non si sa da dove venisse o qualcosa del genere… Io gli ho detto: ‚ti prego: non facciamo tardi, devo rientrare presto questa sera...‛
−Di solito torno verso l’una, perché prima lo accompagno in albergo estiamo insieme, e poi torno a casa.
−Infatti abbiamo fatto così. Però mi ha dato la chiave della stanza. In maniera che il mattino dopo rientrassi e lo svegliassi.
−Sono andata a casa e mi marito dormiva. La mattina mi sono svegliata, ho portato il bambino a scuola e sono tornata da lui. Mi sono riinfilata nel suo letto e mi sono addormentata. Poi abbiamo fatto l’amore e siamo andati da mio padre.
Pausa.
−A mio padre è piaciuto.
−Incredibile... lo sapete come è mio padre?
−E’ l’immagine della prudenza… diffidente per natura. Non è maligno, intendiamoci… ma siccome ne ha prese tante nella vita, è l’equilibrio fatto a persona, non si sbilancia mai. Se tu dici bianco lui dice nero. Se tu dici nero lui dice grigio… Non per cattiveria, ripeto, ma per prudenza, ènemico degli eccessi a priori. Io sono l’opposto.
−Insomma per farvela breve, c’era da vendere questo capannone e lui era già in trattativa, con un tizio. Per cui è stato molto chiaro e glielo ha detto:
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‚Guardi le cosa stanno così, colì, colà, se però lei è interessato e riesce a concludere o a trovare qualcosa di meglio, noi siamo disponibili.‛
−‚Certo‛ ha risposto lui.
−Poi hanno continuato a parlare e dopo un po’ gli ha chiesto: ‚Ma scusi ingegnere, ma chi è che è interessato alla questione? Come si chiama?‛ Emio padre ha detto il nome. E lui ha risposto: ‚Ma lo conosco benissimo! Allora lo faccio chiamare e fisserò un appuntamento in settimana.‛
−Finito l’appuntamento ha detto: ‚vorrei andare a San Pietro. Può chiamarmi un taxi?‛ E io ho risposto: ‚Guardi se vuole la accompagno io. Tanto è qui vicino, ci metto cinque minuti.‛ ‚ La ringrazio, molto gentile.‛
−Saliamo in macchina e lui fa: ‚Che culo che lo conosco! Sai cosa facciamo? Adesso chiudiamo l’affare, quando prendo la stecca, perché la prendo, perché se mi ci metto la prendo, apriamo un conto insieme a nome nostro. Mio e tuo. Adesso però non andiamo a San Pietro. Portami nella tua chiesa preferita perché voglio mettere una candela al Santissimo!‛
−E così siamo andati; lui ha messo la candela e io ho pregato fortissimo, e ho parlato con il Padre Eterno e gli ho detto: ‚ti prego, ti prego, perdonami questo peccato, ti prego, perdonami tutti. Ti premetto che, (enfatizzato) se non è lui… io con gli uomini ho chiuso. Chiuso. Chiuso,per tutta la vita!
−Poi l’ho accompagnato alla stazione ed è ripartito.
Pausa.
−Ho il terrore di deluderlo… Non lo so… non mi è mai successo…
−Mentre facevamo l’amore gli ho detto: ‚Promettimi che sarò solo tua‛.
−E lui ha risposto: ‚Te lo prometto.‛
−Non ho paura di mio marito, ne di andare in giro che qualcuno ci veda. Può parlarne tutta la città non mi interessa niente. Tanto lo so quali sono le persona che non dobbiamo incontrare. Sono solo due. Perché nessun altro si azzarderebbe mai a dirgli qualcosa.
−E volete sapere che cosa penso, volete sapere la verità? Lui lo sa e fa finta di niente…
Pausa.
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−Questa mattina mi ha chiesto scusa per la scenata di ieri, e non è andato da nessuna parte.
Scena seconda
Teresa trafelata, entra in scena camminando svelta e attraversa il palco.
−Sono super in ritardo! Sto andando da lui… devo correre, scusate. Con tutti questi cavolo di figli! Il treno era in orario e io non ce l’ho fatto. Ha preso un taxi ed è già in albergo…
−Mio marito non c’è! Ho piazzato tutti i figli uno di qua e l’altro di là. Gli ho inventato una bella balla, così sono tranquilli. Volete sapere la verità: (pazza di gioia) E’ fighissimo avere un amante! Ma non lo dite in giro!
−Fare sesso fa benissimo alla pelle! Altro che footing e palestra!!! Questo si che ravviva la circolazione! Altro che andare dallo psicologo! Tutti soldi buttati! Te la dico io qual è la vera terapia!
−E con mio marito sono anche molto più gentile. Adesso andiamo d’amore e d’accordo!
−In più ho fatto il fioretto che non bevo! Non bevo e non mangio più niente. Mangio solo con lui… sostanzialmente vivo solo quando sono con lui!
−Allora alle sette andiamo a bere un bicchiere di champagne. Alle otto siamo a cena chissà dove, a mangiare chissà cosa, e alle undici siamo a letto!
−Alla fine una coppia funziona molto scopando… Ci sono questi
momenti di follia e di passione! Ed è quello che ci fa vivere! Altro che stupidaggini. E poi alla fine, è così che lo catturi…
−Ma lo voglio più innamorato! Lo voglio Ai miei piedi. (Spaventata di quanto ha pronunciato) Anzi no!!! No, io non lo voglio ai miei piedi! Iovoglio un uomo che mi comandi!
Breve pausa, poi sollevata.
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−Mi sa che è diventato pure bravo. Non va più con le russe… Ci credo ci vediamo agni settimana! E poi è pure bello aspettare una pochino prima di vedersi… uno si vede. Poi passano un paio di giorni che ci si pensa e ci si riprende; e poi si inizia a desiderare che ci si riveda un’altra volta!
−Così, vedersi una volta in mezzo alla settimana è perfetto. Ne troppo, ne troppo poco… E in più sta portando avanti questo affare di mio padre.
−Al che gli ho detto se aveva bisogno di vederlo e mi ha risposto che non c’era necessità alcuna; cioè, se doveva vedere mio padre per amicizia, per cortesia… che a lui faceva piacere. Ma dal punto di vista di lavoro, dell’affare vero e proprio, non c’era necessità.
−Cioè mi ha detto: ‚se io lo devo vedere per dirgli che ho fatto una telefonata e che sto aspettando che mi richiamino, non c’è motivo alcunoper vedersi.‛
−Che mi sembrava una cosa molto plausibile, però l’ho riferito lo stesso a mio padre. Gli ho detto: ‚guarda io lo vedo. Viene in città, berremo un aperitivo. No so: se ci devi parlare di lavoro…‛
−E lui mi ha risposto: ‚Va bene, se volete passare da qua vi offroqualcosa da bere…‛
−Ho risposto che non gli avrei fatto sapere…
−Poi l’ho detto a lui e lui mi ha detto ok, che gli faceva piacere vedermio padre.
−Che dite ho fatto male? (preoccupata) Non dovevo dirgli che lo vedevo affatto?
−E’ ovvio! … lo so quello che mi direte: ‚dovevi tenerlo fuori!‛ Nondovevo dirgli niente di niente.
Pausa. Teresa scuote la testa in segno di diniego.
−Sentite cosa volete che vi dica?! (Disperata) Non ci riesco, non ci riesco! (Poi seria e risoluta, come a voler prendere le distanze) Insomma ho quarant’anni! In definitiva sono cavoli miei e faccio come mi pare!
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Scena terza
−Non ci posso credere! Abbiamo scopato come dei ricci… Lui è un pazzo! Se ve lo racconto. Quasi non riesco a crederci io stessa. Quando lo ha detto poi….
−Siamo andati da mio padre, e niente, papà ha cercato di definire la cosa dal punto di vista economico… che se l’affare fosse andato in porto, ci sarebbe stato etc. etc.
−(allibita) … e niente; lui gli ha detto: “Guardi io voglio bene a Teresa.Ci sentiamo tutti i giorni. Il lato economico è l’ultimo dei miei problemi!”
−Un altro poco svengo!
Pausa. Teresa esterrefatta e al settimo cielo, non riesce a credere alla sue orecchie. Con grande cambio di stato d’animo e di tono, quasi gridando −Ma che sei scemooo?!?!?!
−(Poi calma) E lui mi ha risposto: “Ascolta Teresa, io ho cinquant’anni.
E non ho voglia di perdere tempo. Forse non sono stato chiaro, ma io non gioco! Tutta questa storia, se finisce finisce… altrimenti meglio!
−E’ stato chiaro e corretto… (Pausa. Poi serissima, quasi in lacrime) E mi ha fatto impazzire!
−Mio padre è sbiancato! Io ho iniziato a bere come una spugna!| Che dovevo fare?!? Ero imbarazzatissima! Alla fine quasi non stavo in piedi.
−Poi siamo andati via. E i miei lo sapevano benissimo che andavo a mangiare con lui.
−Questa mattina mio padre ha detto a mia madre: “Ma sta con Teresa? Tu che dici…: le piace?”
−L’unico problema è mio marito; e quello non si tocca. Il mio lui però lo sa benissimo. Ed è stato il primo ad ammetterlo, sin dall’inizio… me lo ha detto e ripetuto chiaro: “io non sono qui per distruggere niente”
−Sembra la storia di Ginevra e Lancillotto del Lago. Cosa volete che vi dica… parliamo bene, ci diamo consigli.
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−In definitiva ho un amante! Non sarò ne la prima ne l’ultima!
−E mentre facevamo l’amore gli ho detto: “Mi ami?” Lui ha risposto: “Si!”. “Per tutta la vita?” “Sì. Per tutta la vita!”
ATTO TERZO
Scena prima
Teresa entra in scena estremamente concitata, si muove freneticamente al limite della parossismo.
−Sono isterica! Ho un diavolo per capello…(Breve pausa).
−Non ci posso credere! Non ci posso credere. Devo calmarmi…
Si avvicina al mobiletto del bar e si versa un whisky con ghiaccio.
Cercando di convincersi −Non è successo niente…! (Bevendo avidamente poi gridando) Non è vero! E’ successo di tutto. E il problema èche non ha capito…
−Ma figuriamoci quello ha capito benissimo, solo che fa finta di niente.
−Allora: …devo andare per gradi(prendendo un altro sorso di whisky).
−Tutto è iniziato perché si è rotto il menisco… E’ per quello che noi lo si portava dal dottore… quello da cui andavamo insieme; io per la schiena elui per il ginocchio.
−L’altro ieri ha sentito una fitta forte ed è andato al pronto soccorso… e niente. E’ il menisco… si doveva operare. Ma nulla di grave.
−Il problema è che lui ha iniziato a fare un sacco di scene, della serie:
‚Non voglio nessuno, non voglio nessuno…‛ Io lo chiamavo parlavamo,messaggi, lui rispondeva, eccetera eccetera. Solite cose.
−A un certo punto, mi chiama la madre...
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−E la verità è che mi ha fatto pena, povera donna; perché io le voglio bene. Mi è dispiaciuto perché piangeva. Era preoccupata, perché lui non la voleva. Sembra addirittura che l’abbia trattata in malo modo e l’abbia mandata a quel paese…
−Così lei mi ha telefonato e mi ha detto: ‚Ma che fai: vai tu? Perché a me non mi vuole…‛ E piangeva… Devo dire la verità: non è che mi hafatto piacere. Perché è una persona anziana.
−Comunque io ho cercato di tirarla su e le ho risposto: ‚No, dai Ada, non ti preoccupare. Non è una cosa grave. Tutto vedrai che si sistema. Adesso lo chiamo ci parlo io…‛
−La verità era che io ero disposta ad andare… figuriamoci; lo amo! Farei qualsiasi cosa per lui. Il problema è che, come ho detto alla madre: ‚Ma cosa fa, davvero vuole stare solo?! Non vuole neanche la moglie?! Sicuramente lei andrà... Dobbiamo parlarci un attimo, per non fare confusione.‛
−Si noti bene che per me non è facile andare a Milano e ritorno in giornata. Devo portare il bambino a scuola. Prendere il treno, partire… Inventarmi una balla. Andare, tornare in tempo;. Insomma… non è proprio una cosa da poco. Comunque.
−Comunque… do la mia disponibilità. Glielo dico, ma lui ha insistito. ‚No, no, no. Voglio stare solo.‛ Al che ripeto: ‚ma guarda tua madre, che
èlì… non è che mi abbia fatto piacere sentirla in questo modo.‛
−Dopo un paio d’ore mi arriva un messaggio con scritto, testuali parole:
(prende il telefonino in mano e legge) ‚Siccome non voglio personeapprensive che mi mettono ansia, faccio venire solo mia moglie…‛
Pausa.
−Questo mi ha mandato fuori. …neanche fosse andato con tre battone!
Che hai fatto ieri sera? Mi sono ubriacato e sono andato a donne. Niente di grave… ma questo mi ha mandato in bestia!
−Questo è un giochetto! Questa è una presa in giro.
−Al che ho preso il telefono in mano e gli ho detto: ‚Allora ascoltamibene… forse tu ancora non mi hai capito. Se vuoi perdermi, questa certamente è la strada giusta. Continua a prendermi per il culo e vedi bene come va a finire!‛
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−Io sono fatta così: sono vera al cento per cento. E ti do tutto quello che vuoi. Anzi di più: io capisco tutto e scuso tutto! Qualsiasi cosa tu faccia, sappi che non c’è problema, perché io sono con te e ti reggo qualsiasi gioco.
−Ma non mi prendere in giro!
−Non vuoi nessuno, ma viene tua moglie perché non ti mette ansia? Perché non è apprensiva?
−Ma chi la vuoi raccontare!!!
−E’ ovvio che sarebbe venuta. Già lo sapevo che sarebbe venuta lei…apposta te l’ho detto! Se dovessi operarmi e sono in ospedale, è ovvio che mio marito verrebbe a trovarmi. Con tutto che sono dieci anni che non ci diciamo ‚buon giorno e buona sera‛!
Teresa sbatte il telefono sul cuscino e ha un moto di stizza!
Pausa.
−Dopo un paio di ore, mi arriva un messaggino: ‚Tutto chiaro?‛. Con il punto interrogativo… Ma che vuol dire, ‚tutto chiaro‛?
−Io non ho risposto.
−Dopo di che me ne arriva una altro che dice: ‚guarda ho parlato con tuo padre tutto risolto. Appena mi sono rimesso, settimana prossima vedo quello persona. Non ti disturbare…
−Ma allora forse non ci siamo capiti…
Pausa. Lei ammutolita, e poi pensierosa.
−Il problema io credo sia che lui è un maniaco del controllo, è uno potente, che vuole comandare, e vuole dominare tutto e tutti… e questa cosa del ginocchio lo ha mandato in tilt.
−Al che non ha voluto sua madre, perché lei gli vuole bene davvero, e non può controllarla, e non ha voluto neanche me.. probabilmente per la stessa ragione. Però vuole la moglie, che lui usa come un calzino.
−…ma era ovvio che sarebbe venuta la moglie. Mi sarei stupita del contrario. Il problema è che non doveva fare tutte quelle scene ‚voglio stare solo, voglio stare solo, non voglio nessuno eccetera…‛
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Pausa.
−…e doveva dirmi: ‚Ascolta Teresa: non è una cosa grave… non stare a disturbarti. In ospedale verrà mia madre, verrà certamente anche mia moglie, non stare a disturbarti… mi dispiace che non ci sei tu… purtroppo le cose stanno così.‛
−A me non me ne frega niente. Anche io ho mio marito. Cosa volete che faccia? Che lo uccida, che lo seppellisca vivo?
−Ma perché non posso essere una donna stupida, come ce ne sono tante?!? I figli la casa, un marito noioso, lo shopping con le amiche e alla sera tutti davanti alla televisione?
−Adesso vorrei proprio vedere cosa si inventa…
−Dannazione! Quanto lo odio…
−Quanto (enfatizzando il pronome) ‚mi‛ odio!
Scena seconda
Teresa è visibilmente alticcia. Bicchiere in mano e bottiglia sul comodino. In vestaglia di seta, preparata per la notte.
−Mi ha telefonato…. Niente, tranquillo… Come se niente fosse.
−A sentir lui ci siamo chiariti… Ha anche chiamato la madre… le ha detto che appena si sveglia, appena finita l’operazione la chiama, le dice come è andata e che pure può venire quando vuole.
−Più o meno la stessa cosa l’ha detta a me. Però sapeva benissimo quello che mi è passato per la testa. E’ stato una specie di tacito consenso. Un ammissione anonima. Tu sai che io so…
−Mi ha anche ripetuto per telefono: ‚E’ tutto chiaro!‛.
−‚Sì‛ ho risposto ‚Per me è sempre stato tutto chiaro!‛ Vedi un po’ tu che ci puoi fare…
Pausa.
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−(Pensierosa e laconica)−Però per me è come sceso un muro. Nonriesco più a parlarci… Come prima… Parlarci come prima poi, non me lo immagino neanche. Qualcosa si è spezzato. Magari è solo un momento… Chi lo sa… Adesso vediamo che si inventa..
−Quello che mi domando io è: ma perché ho bisogno di un uomo! Se fossi scema, bionda e stupida, come sarebbe tutto più bello?! Beh.. bionda già lo sono. Dovrei solo diventare un pochino più svampita…
−Beh… tutto sommato se mi ci metto d’impegno ci riesco.
−Il problema di una donna è, che se è una donna… e vale, diciamo così, tanto per dire, diciamo dieci (e in questo momento lui per me vale sei) ha bisogno di un uomo che valga almeno undici!(Quasi gridando) E dove lo trovo io!?!
−La verità è che lui per me valeva trenta!!! L’avevo messo lassù.
−(Laconicamente) … e adesso è sceso repentinamente a 12.
−Ha ancora due punticini, piccolini piccolini. E vediamo quanto ci mette a dimenticarsene. Una cosa ve la dico chiara: se arriva a dieci io lo falcio!
−Ce ne ho già uno di morto vivente in casa. Di un amante che non ha niente da insegnarmi, non so cosa farmene.
−Adesso che ci penso mi viene un dubbio… E’ un business man… Non
èche i business man sono tutti stupidi?! Sembrerebbe è… mio marito è uguale… Pensa solo ai soldi!
−Ma mi vuoi dire che sono passata da un fantoccio all’altro? Ma dai no… Impossibile… Teresa, non dire stupidaggini.
−Il problema è che mi piace la madre… Quando mi ha telefonato, e piangeva era cosi dolce, poverina… mi ha fatto una tenerezza. Mi ha detto che è rimasta vedova a trentatré anni ed ha dedicato tutta la sua vita per crescere i figli; e non lo meritava di essere trattata in questo modo! Che non era giusto che le parlasse in questo modo!
−Le volevo dire che anche per me era lo stesso. Che mio marito sono più di dieci anni che è morto… Morto proprio no, morto dentro di me quello di sicuro, e che anche io tutto quello ho fatto l’ho fatto solo per i figli…
−Poverina.. Il problema è che i figli prendono e basta. Non è che diventanti quello sono diventati i genitori. Se lui ha una mamma così può
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essere qualsiasi cosa… non è che per forza deve essere una brava persona solo perché la mamma è una brava persona… questo no.
−Vedremo… Domani vedremo quanto sarà capace di stupirmi.
Ammesso che l’abbia capito, che ho bisogno di essere stupita.
−Questa roba mi ha dato proprio un po’ alla testa. (Prende la bottiglia di whisky e la guarda l’etichetta cercando di leggere qualcosa). Comeanalgesico non è male…
Scena terza
La mattina dopo. Teresa sempre in vestaglia ma lucida sebbene con uno stato d’animo generalmente triste.
−Questa sera devo andare ad una cena con mio marito. Voi non potete immaginarvi la tristezza. (Pausa, lei pensierosa). Secondo me sono queste le cose che ti rubano l’anima… Io faccio tutto… Non credetevi.
−Dall’esterno sembro la moglie perfetta. D’altro canto, è questo tutto quello che vuole: la mogliettina perfetta; la coppia perfetta, i pranzi le cene, la vita sociale. Alla fine è solo una questione di affari. E il rischio è che tu diventi parte del business. Il rischio è quello di venire comprata anche tu. D’altro canto in qualche modo bisogna pur vivere…
−Non lo so… Secondo me ogni volta è sempre peggio. Semplicemente ti rubano l’anima. E’ come se uno si trovasse in un labirinto senza la minima possibilità di vedere la luce. Ed ad ogni cena, ad ogni pranzo è sempre più buio. Di luce ne vedi sempre meno. Alla fine arrivi a credere di essere quella coppia che tutti vogliono che tu sia… che lo stato, la società, la famiglia e le buone maniere impongono, mentre tu non sei più niente. Sei morta, definitivamente…
Pausa.
−Io mi salvo perché ho una amante.
Pausa.
−Mio marito non ha mai presentato mio figlio alla madre. Semplicemente si vergogna. Non vuole che la madre veda che ha un altro bambino. Non vuole che ci veda insieme. Per lei la vera famiglia deve
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essere ancora quella vecchia: la prima moglie, i figli grandi eccetera eccetera… E io dovrei rimanere tutta la vita, la finta moglie fedifraga, chesfascia le famiglia ed è rimasta incinta.
−Io una volta l’amavo. L’amavo alla follia. Ve lo giuro. E lui mi amavaanche di più. Era innamorato. A dirlo adesso sembra una barzelletta, ma la verità è che per me ha lasciato moglie e figli. .. E non gliel’ho chiesto io!
−Che poi ci sia di mezzo un bambino di cinque anni non conta. Che ci siamo sposati, non conta.
−Questo inverno mi ha fatto fare Natale e Capodanno da sola.
Pausa.
−Ho preso i mie due figli, e siamo andati in montagna. Prima di partire gli ho chiesto: ‚Ascolta Gualtiero, ti prego. Cambiami le ruote dellamacchina. Piove, è brutto tempo, sono lisce. E io ho paura… sul bagnatoscivola da tutte la parti. Ho un bambino piccolo con me…‛
−E lui niente. Sono partita così come stavo. E sono andata pianissimo. Con il terrore di scivolare ad ogni tornante.
−Da quel momento lui per me è morto. Avete capito cosa vi ho detto: da quel momento (scandendo bene le parole) mio marito per me è morto.
Pausa.
−Io aspetto solo che gli muore la madre. Quella vecchia malefica…
(Pausa) E poi lo pianto e chiedo il divorzio. Non me ne frega niente. Logiuro su Dio, lo farò di certo. E’ vecchio, gli verrà un infarto. Non me ne frega un cazzo. Lo chiedo lo stesso. Aspetto solo il momento adatto.
Pausa.
−Mi sono cresciuta un figlio da sola, e credetemi, non è stata una passeggiata! Il secondo proprio non ci sto!
Pausa.
−Ah, dimenticavo… Il mio lui ieri sera, mi ha scritto che era stravolto… Ho risposto: ‚Immagino!‛
In questo istante squilla il telefonino perché è arrivato un messaggio.
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−(Prendendo il telefonino in mano)Ecco giusto appunto: è lui… lupus infabula.(Teresa legge a voce alta scandendo bene le parole) ‚tesoro, tu come stai?‛
−(Componendo il messaggio ripete a voce alta, lentamente, con freddezza glaciale) ‚Sono triste, mi manchi… amore ti amo!‛
ATTO QUARTO
Scena prima
Teresa vestita di tutto punto di ritorno da una appuntamento di lavoro. I toni sono più dimessi e sembra che l’eccitazione, la depressione e l’euforia abbiano lasciato, forse, un poco più di spazio al buon senso.
−E’ stato operato… (pausa)tutto bene.
−All’uscita mi ha subito telefonato. C’era la madre e la sorella. (Pausa) La prima che l’ha visto è stata la moglie. Ma lo so che non durerà… Come
èpossibile, mi direte voi… Lo sento, sento. Ormai ne seno sicura…
−Tanto per cominciare la madre la odia… e già solo per questo vuol dire che è belle che cucinata… la verità è che la odiano tutti. La pratica ormai èin via di archiviazione. Quando lei è andata via allora loro sono potute entrare. Questo vuol dire una cosa sola: che è out!
−Ieri notte non riusciva a dormire e abbiamo parlato tantissimo.
Breve pausa.
−La verità è che a questo punto sono pure contenta che se lo tenga per un po’… Io ho ancora parecchie cose da sistemare. Piano piano lui sisposterà e verrà qui per il lavoro. Almeno questo spero. Ma non è un utopia. Credetemi. Se no andrò io da lui…
−Il businnes con mio padre spero che si risolva a breve. Anche perché così ci metteremmo in tasca un pochino di soldini. Che quelli non fanno mai male. E poi lui sta aspettando un grosso contratto, che adesso non
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posso dirvi. Che se entrerà cambierà la situazione non poco. Speriamo….
Vediamo… Per questioni del genere bisogna avere pazienza. Chi lo sa?!
−Ah, a proposito… Dimenticavo; la data dell’udienza di separazione è stata fissata al tre marzo dell’anno venturo.
Pausa. Poi sbadata.
−Adesso c’avrà il gambone per un po’… (sorridendo)tutta la suapreoccupazione è… (attimi di sospensione) Come scopare?
−Gli ho detto che non c’era problema, che avrei trovato io la soluzione. (Ridendo) Non è difficile da immaginare no? … Starò io sopra.
−Prima dell’operazione la madre gli ha mandato un messaggio con scritto: ‚Stai tranquillo… andrà tutto bene‛
−… e lui si è messo a piangere. Mi ha detto che si è commosso percinque minuti. E io ci credo.
Pausa. Cambio di tono.
−Poi la cosa è stata divertente perché allora: quando è uscito, prima c’era la moglie. La moglie poi è andata via, e lui subito mi ha chiamato. Poi mi ha detto: ‚adesso ti devo lasciare perché arrivano quelle due che si strappano i capelli!‛ (ridendo) ‚quelle due‛ sarebbero la madre, e la sorella…
−La madre poi un mito, voleva dormire lì la notte prima dell’operazione! Cioè voglio dire… lui ha cinquant’anni!
−Mi ha chiamato che era nella stanza con lui e voleva che andassi… Mi ha detto: ‚Vieni, vieni. Stai a casa con me!‛ Troppo simpatica…
−Io ho provato con i voli, ma era un casino; all’aeroporto c’era lo sciopero, va beh, lasciamo stare.
−Adesso poi è fuori, è già andato a cena fuori al ristorante, con le stampelle e tutto… Ha il tutore. Il dottore ha detto che in un paio di settimane andrò tutto a posto. Magari andrà in giro con il bastone per un po’… Meglio sai… più affascinante!
−Mi sono innamorata. In definitiva lui è un uomo di una volta. Con una famiglia come c’erano uno volta.
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−E adesso sono più calma. Non mi era mai successo di essere così calma.. Di tutte quelle emozioni forti. Non ho più bisogno di morire a tutti
icosti per provare qualcosa per un uomo …di tutto quello stress. ‚Up andDown, su e giù, su e giù…‛
−E’ per questo che mi sceglievo sempre uomini sbagliati. La dottoressa mi ha dato un libro da leggere. E ho una paura folle di farlo… diincominciare voglio dire.
Pausa.
−S’intitola ‚Donne che amano troppo…‛
−Non ridete, vi prego.
−Ho fatto anni di psicoanalisi e non è servito a niente! Sapete qual è il problema? Che volersi bene, semplicemente, mi fa paura…
−Ho paura che tutto diventi noioso. Ho paura che non duri e tutto finisca, semplicemente perché finisca la passione e tutto diventi normale…
Per quello mi sceglievo sempre uomini sbagliati!
−Mio padre è una persona normalissima. E ci vuole bene, vuole bene a tutti. Sono io che sono sempre stata un disastro e non ho mai avuto un rapporto normale. Il terrore era…: tenermi il rapporto normale.
−Cioè io partivo dal presupposto che per me, normale, non sarebbe mai potuto durare!
−Ecco il terrore di tutta la mia vita! E di avere una relazione normale. Così prendo un uomo e lo faccio a pezzi! Perché penso di dover fare chissà cosa per essere amata. E’ questo il mio terrore: partire dal presupposto che lui non possa amarmi affatto!
−E così ho sempre cercato l’impossibile.
Pausa.
−Ah a proposito… Lui si chiama Tancredi… Tancredi. Buffo è… Lo stesso nome di mio padre. Si chiama Tancredi… nella vita certe cose a volte ritornano.
−E con Tancredi facciamo un gioco. Anzi no. E’ lui che gioca con me, e mi scrive: ‚Ti voglio bene?‛ Con il punto interrogativo. E poi subito,sempre lui, mi manda la risposta ‚... poco, poco.‛ E poi ripete e scrive
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ancora: ‚Ti voglio bene?‛ E poi subito dopo: ‚…poco, poco.‛ E così avanti all’infinito. Ieri l’ha tirata avanti un quarto d’ora buono.
−(Sorridendo) Uno dietro l’altro: Tanti messaggi così… ‚Poco, poco.
Poco, poco.‛ Alla fine tutti messi insieme diventa ‚tanto, tanto!‛ Altro che
‚poco, poco.‛
−(Teneramente) E’ carino…no?!
Pausa.
−(Seriamente) Io credo che me lo abbia mandato Gesù.
−Non sto scherzando. Su certe cose non si scherza… Ho pregato tanto. Vi giuro… Ho pregato tanto, se no morivo. In quella situazione alla finemi sarei ammalata e sarei morta… Sono sicura.
−E io a certe cose ci credo… (Breve pausa) Cosa volete che vi dica: ‚seson rose…
−‚… fioriranno!‛
Sipario
Per qualsiasi rappresentazione, rivolgersi preventivamente all’autore.
Luigi Filippo Parravicini
Massaciuccoli (Lucca)
Settembre - Novembre 2016
348/7563370
www.luigifilippoparravicini.it
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Parere dell’autore.
Contrariamente a quanto si possa pensare, l’emancipazione femminile e la libertà da essa derivata, non è stata, in letteratura, un tema trattato con sufficiente rilevanza.
Il primo ad occuparsene fu certamente Lev Nikolaevic Tolstoj.
Come tutti sappiamo, prima dell’ottocento e del romanticismo, pochissime donne hanno goduto della libertà e dell’autonomia sufficiente per decidere autonomamente di seguire le proprie passioni.
E questo, almeno dal mio punto di vista, non era cosa così definitivamente negativa come si è facilmente portati a credere. Certamente molto meno negativa di quanto, il cinema, i libri di storia, la fiction e la stragrande maggioranza della cultura conclamata, vogliano a tutti costi farci credere.
Sin dalla notte dei tempi, la donna ha sempre avuto la libertà di decidere chi sposarsi. Questo è un dato sottovalutato e volontariamente omesso per ragione puramente ideologizzate.
E’ naturale ed ovvio che fosse premura e dovere, da parte dei genitori, tentare di affiancare ad una ragazza in età da marito, una persona simile, consona, adeguata e magari anche migliore, sotto tutti i punti di vista.
La figlia di un ricco possidente, evidentemente, non avrebbe desiderato di maritarsi (contrariamente a quanto si possa pensare) con nessuno tranne che il figlio di un altro ricco possidente. E quel che è certo, non si sarebbe accontentata di nulla di meno.
Evidentemente ci saranno stati dei casi in cui questa prassi non perveniva a buon esito, certamente, ma la verità era che i genitori di qualsiasi figlia, di qualsiasi livello sociale si tratti, nulla desideravano, tranne il bene della propria amata. Il resto sono solo fantasie. Superstizione culturali, direi.
So per esperienza diretta che nelle grandi famiglie (nella mia compresa) o nei grandi casati, ovi si tenevano una moltitudine di servitori e di persone a servizio, era dovere del Principe o del Conte di provvedere ad assicurarsi che il tal giovane e la tal giovinetta, entrata in età da marito, si sposasse con il tal giovine o la tal giovinetta, magari di una casata vicina, che fosse, prima di tutto di suo gradimento, e secondo poi di situazione caratteriale, psicologica e quant’altro, il più possibile affine.
Il matrimonio male assortito, sarebbe inesorabilmente diventato una continua fonte di problemi per tutti, oltre che per i diretti interessati. Si
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sarebbero lamentati i genitori. La situazione avrebbero creato difficoltà di ogni sorta. Certamente avrebbero lavorato male, scombussolando la quiete del villaggio e della famiglia tutta; e nel peggiore dei casi si sarebbe arrivati a fatti di cronaca e di violenza.
Si noti bene che la donna aveva comunque il diritto e la possibilità di scegliere. Bisogna essere precisi; nel passato, cioè dall’antica Grecia in avanti, e probabilmente anche prima, per quanto ne sappiamo, la donna ha sempre avuto la possibilità di scegliere. La questione però si giocava sul matrimonio e non sull’amore.
Ovvero sia: se un uomo si invaghiva di una donna, se era del suo stesso livello sociale, poteva chiederla in moglie. E la donna poteva o meno acconsentire. Punto, questa era la prassi. Cioè la donna poteva rispondere: ‚mi interessa, non mi interessa; me lo sposo, non me lo sposo‛.
L’amore non era in discussione. Era evidente che se alla donna fosse piaciuto il pretendente, della stessa estrazione sociale, della stessa cultura, simili in qualche modo per educazione e contesto, certamente si sarebbero trovati bene e amati tutta la vita. E così è stato per centinaia di migliaia di anni! E personalmente non credo che sia andata così male come i libri di storia vogliono a tutti i costi farci credere.
L’amore all’esterno del matrimonio era considerato, amore concubino. E qualsiasi donna si fosse concessa all’uomo che pur diceva di amarla, prima del matrimonio, o peggio ancora senza neanche la promessa del caso, ebbene costei lo faceva a suo rischio e pericolo. Rischiando quindi di diventare pubblica concubina. Per cui una poco di buono.
Per gli uomini c’erano i bordelli. Dal mio punto di vista istituzione assolutamente necessaria! La moglie comunque, restava un’altra cosa enon si toccava.
E’ evidente che nel caso di grandissimi interessi di carattere politicoeconomico e sociale, la cosa potesse portare delle aberrazioni. Ma anche in quei casi bisognerebbe giudicare e conoscere caso per caso. I Re potevano divorziare. Ovvio e doveroso sapere che l’Imperatore del Sacro Romano Impero, avrebbe sempre rigorosamente rispettato e dirò di più, voluto bene all’imperatrice. L’avrebbe tradita? Certamente si. Ma in molti cosi avrebbeprocurato che anche lei potesse trovare qualcuno di suo gradimento che l’amasse e quant’altro. E come lui la stragrande maggioranza dei Re dellastoria!
A questi livelli si godeva comunque di una libertà e di un potere pazzesco, inimmaginabile al nostro senso comune, per cui il problema dell’amore e dei sentimenti; non vorrei dire una qualunquismo, ma credo proprio passasse un pochino in secondo piano, e comunque rientrasse nella prassi e nella libertà dei costumi.
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Passioni e matrimonio erano realtà chiaramente distinte. E ripeto dal mio punto di vista, questo presupposto non è così assurdo come si possa pensare.
Nell’ottocento e con il romanticismo ecco l’inizio dell’emancipazione della donna. Il primo ad occuparsene, come dicevo Tolstoj. Il problema era questo: se nessuno decide per la donna e la donna decide per se stessa, il rischio è che decida male.
Per cui il Conte Tolstoj, che pure aveva molte figlie, tentò di seguire questa strada, assecondando i desideri e il singolo arbitrio di ciascuna e di altre giovani del suo distretto. Di fatto però, molti di questi matrimoni si rivelarono conseguire esiti a dir poco tragici. Alle inclinazioni delle passioni e dei sentimenti femminili, non corrispondevano assolutamente delle decisioni ragionevoli e minimamente adeguate, tanto meno in materia di matrimonio.
L’amore e la passione propriamente detta, portava nella grandemaggioranza dei casi ad un vicolo cieco. E questo è stato tema di numerosissime testimonianze letterali. Per cui grida, litigi, incomprensioni, drammi apocalittici e quant’altro. (Tutto sommato mi sembra che oggi giorno molto poco sia cambiato). Le giovani infatti, da sole, non avevano assolutamente la lucidità e la lungimiranza sufficiente per scegliere i loro futuri marito.
Peggio ancora la società tutta non era assolutamente disposta ad accettare la novità e il cambiamento portato dalla novità dell’amore e dell’emancipazione delle passioni femminili. Da queste e altre contraddizione ne derivò ‚Anna Karenina‛.
Oggi, le cose sono molto diverse. Vi è il divorzio. La gente si sposa anche molte volte, soprattutto nei paesi di cultura anglosassone, ma non solo.
In età contemporanea l’amore viene venerato come un semidio il cuisignificato resta definitivamente oscuro, e che può contemplare tutto e il contrario di tutto.
La donna ha la possibilità di decidere, almeno sulla carta, le sorti della sua esistenza, incondizionatamente! A cominciare dall’amore, dalla sua vita e dalla sfera emotiva e sentimentale.
Dal mio punto di vista scrivere un opera che parta dal presupposto di un adulterio è di per se stesso un aberrazione. Or dunque, si tratterà di un opera al nero, quindi di una tragedia, di un esempio in negativo.
D’altro canto se dovessi, per iscritto, condannare una donna perché unasua passione procede da un adulterio, e quindi far finire la vicenda con un suicidio, l’assunzione di un veleno o quant’altro (come sempre si è fatto a
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teatro in questi casi) non lasciando nessuna possibilità alle definitive conseguenze; avrei molta difficoltà a sopravvivere a me stesso per più di mezza giornata, in quanto quello dell’adulterio è un peccato che lastragrande maggioranza degli uomini, io compreso, commettono, almeno in tema di desiderio, quasi in continuazione.
Ma il problema di fondo non è questo! Il significato che in età contemporanea si da alla parola ‚AMORE‛!
A questo termine di per se bellissimo, ‚amore‛ continuano ad essere attribuiti, significati assurdi, tra i più disparati. E purtroppo, e dico purtroppo, in questo senso la cultura tutta, ma non solo, anche la religione e moltissimo uomini di Chiesa, pur anco nelle più alte sfere, pur anco tra i più importanti, non aiutano affatto. Anzi peggio… fuorviano!
Spessissimo mi è capitato nella vita di vedere identificato con il termine di ‚plagio‛ e violenza psicologica vera e propria, quello che la stragrandemaggioranza, compresi i diretti interessati, insistevano che fosse acclamato come amore.
L’amore descritto da San Paolo di Tarso. Cioè l’amore che unisce tutte le cose, il famoso ‚amore Paolino‛ senza il quale l’uomo nulla può, non siidentifica nella maniera più assoluta con ‚l’amore per i sentimenti e per le passioni‛ inteso dai media, dalla stampa, dalla televisione e della cultura tutta dei secoli ottocento, novecento e duemila!!!
Pochi lo sanno e certamente nessuno lo dice, l’ideale di San Paolo per un uomo è ‚non sposarsi!‛. Or dunque, non amare!!! Cioè non seguire i proprio istinti e le proprie passioni. Sentimenti compresi!
Wolfgang Goethe, dal conto suo è un altro che moltissimo ha contribuito all’emancipazione di codesta causa. Dolcissimo amatore e liberissimo di costumi, ha fatto dell’amore (e purtroppo chiamando in causa anche quelloPaolino) un vessillo e un baluardo di tutta un esistenza. Anche in questo caso bisognerebbe andare a verificare in maniera un poco più approfondita.
Di fatto, il sublime autore tedesco, unisce sempre ai sentimenti l’equilibrio di una lucidità assolutamente razionale, che lascia ben pocospazio ad una visione sconclusionata e romantica dell’esistenza. Tanto è moderato, tanto è ragionevole, tanto è colto, saggio e ricolmo di buon senso. In tutto e per tutto, a cominciare dai rapporti con le sue numerosissime amanti! Eccellente direi!
Or dunque bisogna vedere di che cosa si tratta! E se il termine effettivamente corrisponda al vero ideale di cui si sta parlando.
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La protagonista del mio dramma ‚Teresa di Maggio‛, passionalissima esimpaticissima direi, ha però commesso l’imperdonabile errore dimenticarsi di Dio.
E’ una donna assolutamente emancipata, che però non conosce nulla, se non il proprio necessario sensibile. E’ una donna completamente di preda a se stessa. Per dirla in una parola, è una donna, malgrado l’estrazione sociale, assolutamente ignorante! Se vogliamo anche una forza della natura, ma tutta passione e niente cervello. Un cavallo scosso allo sbaraglio!
Tutta la parte razionale e cognitiva della sua persona, è completamente sacrificata al lato emotivo. E’ una donna che vive di stereotipi, di frasi fatte e titoli delle riviste; per cui il mondo dovrebbe girarle intorno sempre e comunque… e non si capisce come mai, in qualche modo, tutto questo si realizza.
La religione per lei è un giocattolo, Dio il vicino di casa, lo stesso per la cultura, presupposta ma sistematicamente ignorata… La verità poi, un piccolo particolare… un minimo dettaglio, trascurabile direbbe, checambia a seconda dei suoi stati d’animo. La conoscenza, vaghissima. In sostanza, tutto e tutti diventano per lei, quello che si vuole che sia.
E purtroppo assomiglia moltissimo alla donna contemporanea.
In questa panacea sconclusionata di miti e di ideali, si è naturalmente sacrificata sull’altare dell’amore e dei sentimenti più pii, il cui vero volto però, si rivela essere quello dell’idolatria dell’ego.
Questo almeno quello che io vedo. Ovviamente se mi si chiedesse quale possibilità codesto suo nuovo amore di durare, la mia risposta sarebbe semplicemente: non ne ho idea! Forse pochissime. Mai dire mai nella vita! Però, se questi sono i presupposti, le cose non dovessero cambiare, al cinquanta per cento, Teresa di Maggio, forse si stuferà di codesta sua ultima passione, così come si è stufata di tutti i suoi mariti e gli amori precedenti. E se avrà ancora il tempo e la possibilità, la sostituirà certamente con una ennesima.
Questa apologia del sentimenti, così come ci viene presentata dalla protagonista, nonché dalla pseudo cultura contemporanea - che ho tentato di descrivere in questo dramma - è dal mio punto di vista, una velata menzogna.
L’amore in assoluto, di per se stesso non esiste. E questo sia chiaro! L’amore in assoluto è idolatria. L’unico valore universale che può esisterein termini di assoluto è Dio, e nella fattispecie la persona di Cristo. Che nella storia dell’umanità, ne è certamente la manifestazione più alta.
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L’epifania dell’amore uomo-donna, da parte di Dio è una delle Suemanifestazioni più alte! Come negarlo… che si identifica ovviamente nel termine della Misericordia, che insieme alla Giustizia (seconda Persona nella Trinità, che si identifica nella Croce di Cristo e quindi con la conoscenza da essa derivata) e alla terza, la Forza, manifestazione dello Spirito Santo, compongono la Trinità.
Nulla naturalmente a che vedere con l’unione atea, arbitraria e sensibile, all’insegna dell’emotività e dell’apologia dell’ego di un uomo o di donna.Nulla a che vedere quindi con le passioni umane, compresa naturalmente quella della carne; seppur animata da un supposto ideale virtuoso.
Or dunque perché tradisce una donna?
L’uomo tradisce per vanità. Tradisce perché si sente il gallo nel pollaio e come tale ritiene di potersi permettere il lusso di tradire - e in definitiva (entro certi limiti) lo fa continuando ad amare la sua compagna.
La donna tradisce perché si sente tradita, nel bisogno più importante, quello della responsabilità della famiglia, di crescere i figli e di sviluppare in essi la propria coscienza.
La donna tradisce quindi per ripicca, tradisce perché l’uomo non è stato abbastanza uomo da assicurarle ciò che le ha promesso. A cominciare dal supporto morale e psicologico nella crescita di una famiglia.
Intendiamoci, vi sono anche casi assolutamente viziosi, per cui la donna tradisce per puro desiderio carnale, per debolezza o per mille altri motivi.
Per quanto mi riguarda ritengo che la rinascita spirituale sia lo scopo e la finalità prima di ogni esistenza. In questa sede non ho purtroppo la possibilità di spiegarmi meglio. Altrove ho scritto molto a questo riguardo.
La donna, da un punto di vista sia psicologico che antropologico è necessariamente portata, sin da giovanissima, verso scelte e responsabilità di grande impegno; e per giovanissima intendo vent’anni. E or dunque attraverso di lei, non avendo avuto nessunissima possibilità, in così breve tempo di rinascere, si perpetra quella continuità di errori che nella cultura ebraico-cristiana-cattolica è giustamente definito come ‚peccatooriginale‛. E in quanto tale, sempre entro certi limiti, errore che non èpossibile non commettere.
L’innamoramento stesso, per quanto mi riguarda può rappresentare, nell’eccezione viziosa, una epifania di codesto peccato. Ritengoaddirittura, che l’uomo e la donna che si innamorano, si siano amati ancora prima di nascere, e insieme abbiamo commesso una serie di esperienze a livello animico, e in questo senso si ritrovano. Per questo è quasi impossibile per loro, non amarsi, seppur si conoscano appena. Codesto
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‚errore virtuale‛ ripeto, intendiamoci, può essere al contempo vizioso ovirtuoso.
La libertà che oggi è data alla giovane donna dalla società contemporanea, ritengo sia assolutamente eccessiva e inappropriata rispetto alle responsabilità che è in procinto di assumersi. E in tutto questo, la passione ne è certamente la peggiore consigliera. Il concetto stesso di ‚amore‛ per come ci viene presentato dai media e dalla culturaoccidentale tutta è a dir poco ridicolo.
I rischio e troppo spesso il risultato inevitabile, è quello di creare dei nuclei famigliare assolutamente depauperati delle più fondamentali nozioni esistenziali, delle famiglie infelici, degli ambienti frustranti e come ennesima conseguenza dei figli e degli uomini inadeguati, che continuino a perpetrare l’errore già commesso dai loro genitori.
Ovviamente se una giovane donna per sposarsi, sceglie e decide, a suo libero arbitrio, di seguire le sue passioni intestine, ecco appunto che la frittata è bell’e fatta!
La verità che per sposarsi non serve la passione. Serve più di tutto il buon senso, e con esso la prudenza. E più di tutto i serve il cervello! O quanto meno non è per passione che ci si dovrebbe sposare!
L’innamoramento è a tutti gli effetti, uno stato alterato della psiche, cheper un certo periodo di tempo, ci impedisce quasi completamente di intendere e di volere. Esattamente come si diceva tra i greci: l’innamoramento è una divinità. Anzi peggio: è un demone. E in questo caso il demone della passione stessa! A cui non deve assolutamente essere lasciato spazio di manovra!
Quanti sono i matrimoni d’amore falliti e andati male! E se dicessi la stragrande maggioranza, direi proprio una bestialità?
Allora il punto è questo: l’uomo e la donna, il cervello, la parte razionale, conoscitiva, la cultura, la memoria, la ragione, cosa ce l’hanno a fare?!
Il lato razionale, dovrebbe servire per l’appunto a gestire la parte emotiva. Per cui, l’uno e l’altra, l’uomo e la donna, come miopi, un po’ come dei ciechi, dovrebbero procedere insieme, desiderando con il cuore, e temendo con la ragione.
Affinché veglino entrambi, insieme, sullo stesso cammino. Cioè il breve tempo della vita! In maniera che i loro passi non siano incauti ed affrettati, per tema di inciampare, né immobili o affatto inesistenti, per mancata volontà di procedere.
Per far questo però è assolutamente necessario presupporre Dio. Senza di Esso, tutta la dialettica ragione sentimento, salta. E se si toglie Dio a
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questo eterno vagare, il valore dell’uomo e della donna risulteranno assolutamente sfalsati e ingigantiti. Dunque definitivamente deformati.
Cioè la donna, nell’uomo, cercherà non più una persona, con vizi e virtù, ma Dio stesso, e viceversa. E non trovandolo, perché naturalmente si pretenderà l’assoluto, non accetterà che vi siano dei limiti, comuni e mortali; e così facendo ci si avvierà speditamente verso il paradosso e con esso verso la follia o l’autodistruzione... Per l’uomo lo stesso.
Sostanzialmente non concepire l’essere mano come creatura, ma comeassoluto, è il presupposto di qualsiasi fallimento! Ed è proprio ciò che farà la nostra eroina. Questo è l’errore di fondo, ed ahimè questo è ciò che lasocietà contemporanea propone in ogni dove!
Dal punto di vista formale, il fatto di scrivere un rappresentazione in monologo, è una realtà assai richiesta nel teatro contemporaneo. Vuoi per problemi di carattere economico, o per la semplicità nella realizzazione, o vuoi per la vanagloria di una grande maggioranza di attori, il cui ego smisurato impone, troppo spesso, di affermare ciò che non sanno, rispetto alla verità e a se stessi, per cui ampiamente in uso.
Per quanto mi riguarda, il monologo nel teatro non dovrebbe esistere affatto! Il teatro è necessariamente dialogo. Il teatro è dialettica. Altri sono i generi letterari deputati all’espressione del pensiero interiore, cioè del pensiero inconscio e quindi del monologo. Non certo il teatro.
Il risultato ovviamente è che a teatro, il monologo risulti comunque noiosissimo! E purtroppo talmente abusato da correre il rischio di identificarsi con il genere.
−Che si fa questa sera, andiamo a teatro?
−Che cosa c’è?
−Il monologo dell’attore.
−No… che noia!
Che devo dire? Ha ragione! Il commento è doveroso.
Ciò non di meno, quando mi capita un opera, ho il dovere, anzi di più, ho l’imperativo categorico di tracciarla. E così è stato. Per cui ringrazio Dio diavermela concessa.
A Lui ogni Lode, Gloria e Benedizione.
Giudico questa mia ‚Teresa di Maggio‛ opera superba, sotto tutti i puntidi vista, a cominciare da quello della tecnica narrativa. Sarà dunque al giudizio del pubblico consegnare essa stessa con me, al biasimo o al dovuto al rispetto.
Luigi Filippo Parravicini
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