Terra di nessuno

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TERRA DI NESSUNO

TERRA DI NESSUNO

DI

HAROLD PINTER

PERSONAGGI

Hirts, un sessantenne

Spooner, un sessantenne

Foster, un trentenne

Briggs, un quarantenne         

La scena: una grande stanza in una casa nella zona nord- ovest di Londra, con pochi mobili ma di buona qualità. Una poltrona comoda e robusta, con schienale dritto, dove è seduto Hirst. Una parete-libreria, con vari oggetti di ceramica e due boccali che fungono da reggilibri. Tende pesanti lungo tutta la finestra. Al centro della stanza, in bella vista, vi è un tavolino a più ripiani, la cui superficie è di marmo bordato in ottone e su cui si trova una grande scelta di bottiglie: alcolici, aperitivi, birre, ecc.      

ATTO PRIMO

Estate. Notte. Spooner è in piedi al centro della stanza. Indossa un vestito vecchio e sdrucito, una camicia scura e scolorita, una cravatta a pois mal stirata. Hirst è accanto al tavolino e sta versando whisky in un bicchiere. E’ vestito di tutto punto. Giacca sportiva. Pantaloni di buon taglio.

HIRST            - Ghiaccio?

SPOONER     - No, liscio, grazie. (Hirst gli porta il bicchiere). Grazie. Molto gentile da parte sua. Davvero molto gentile.

HIRST Si versa una vodka.

HIRST            - Salute.

SPOONER     - Alla sua salute.

Bevono. Spooner sorseggia. Hirst beve la sua vodka d'un fiato. Si riempie di nuovo il bicchiere, va verso la poltrona e si siede. Spooner vuota il bicchiere.

HIRST            - Prego, si serva.

SPOONER     - Molto gentile da parte sua. (Va al tavolino, si versa da bere. Si volta) Alla sua salute. (Beve) Cos'è che stavo dicendo quando siamo arrivati davanti all'ingresso?

HIRST            - Ah... mi faccia pensare.

SPOONER     - Si! Stavo parlando della forza. Si ricorda?

HIRST            - Della forza. Si.

SPOONER     - Si. Stavo per dirle che ci sono uomini che appaiono forti, le cui idee su ciò che è la forza sono convincenti, ma che della forza possiedono solo quelle idee e non i fatti. Non si tratta di forza, bensì di mestiere. E’ tutto un calcolo, un atteggiamento ben studiato e ben sostenuto. Metà delle volte funziona. Ci vuole un uomo intelligente e perspicace in grado di penetrare quell'atteggiamento e di accertarne la leggerezza del contenuto. Io sono quell'uomo.

HIRST            - Intende quest'ultimo.

SPOONER     - Quest'ultimo, si, quello intelligente e perspicace. No, no, non uno degli altri. Ci mancherebbe. (Pausa).Devo dire che lei è stato davvero gentile a invitarmi qui. Lo sa che lei è la cortesia fatta persona? Forse è sempre stato la cortesia fatta persona, ora, in Inghilterra, a Hampstead e per tutta l'eternità. (Si guarda in giro per la stanza) Questa stanza è davvero gradevole. Mi da un senso di pace. Al riparo da ogni pericolo. Ma la prego, non si preoccupi. Non mi tratterrò a lungo. Non mi trattengo mai a lungo. Sembra che non faccia piacere a nessuno. E io non domando di meglio. Vede, la mia sola sicurezza, la mia unica gioia e consolazione, sta nel suscitare in tutti, nessuno escluso, una comune e costante indifferenza. Mi da la certezza di essere quello che penso di essere, saldo e concreto. Il benché minimo segno di interesse nella mia persona, Dio ne scampi, qualcosa simile alla simpatia mi getterebbe nel più profondo sconforto. Per fortuna è un pericolo remoto. (Pausa). Le parlo con questa assoluta franchezza solo perché lei è chiaramente un uomo reticente, cosa che apprezzo molto, e anche perché è un estraneo, e perché è chiaramente la cortesia fatta persona. (Pausa). Lei bazzica spesso tra i boschetti di Hampstead Heath?       

HIRST            - No.  

SPOONER     - Ma quando le succede... anche se raramente... quelle rare volte che le succede... non si aspetterebbe mai di imbattersi in tipi come me? Vero?

HIRST            - Difficilmente.

SPOONER     - Io invece ci bazzico a Hampstead Heath, senza aspettarmi molto. Sono troppo vecchio per qualsiasi tipo di attesa. Non trova?     

HIRST            - Si.    

SPOONER     - Tutte trappole e tranelli, se cosi si possono definire. Però, quando mi metto a spiare tra i cespugli, mi capita. di vedere molte cose. Uno spiritoso una volta mi ha soprannominato «il fruga-frasche». L'ho trovata un'espressione piuttosto goffa.        

HIRST            - Infelice, più che altro.        

SPOONER     - Cristo, lo sa che ha proprio ragione?

Pausa.

HIRST            - Sai che spirito!

SPOONER     - E’ molto arguto, lei. In fondo non ci resta altro che la lingua inglese. Non c'è modo di salvarla? Mi chiedo.

HIRST            - Cioè, in che cosa è riposta la sua salvezza?

SPOONER     - Più o meno.

HIRST            - La sua salvezza è riposta in lei.

SPOONER     - Parole davvero cortesi le sue. Magari anche in lei, sebbene io non abbia ancora prove sufficienti. Pausa.

HIRST            - Perché? Ho parlato troppo poco?

SPOONER     - Lei è di poche parole. Che sollievo. Se lo immagina se fossimo in due a blaterare come faccio io? Sarebbe insopportabile (Pausa). A proposito del mio spiare tra i cespugli, penso sia mio preciso dovere mettere in chiaro una cosa. Non è il sesso che spio. Acqua passata, ormai. Mi segue? Quando alle mie frasche, se cosi si può dire, succede di posare lo sguardo su congiungimenti sessuali, sia pure frammentari, io riesco a vedere solo il bianco degli occhi, così da vicino, da esserne ingozzato, non esiste una distanza possibile, e se non si è in grado di mantenere la giusta distanza tra noi e gli altri, se non si è capaci di mantenere un reale distacco dalla materia, allora il gioco non vale più la candela, lascia perdere e ricordati che ciò che devi sempre avere nel tuo campo visivo è spazio, distanza, specie con la luna piena, e parecchio, anche.          

HIRST            - Lei sembra avere una grande esperienza alle spalle.

SPOONER     - E anche sotto. L'esperienza è un fatto irrilevante. Ognuno si fa la sua e poi viene a raccontartela come vuole. Lascio l'esperienza agli psicologi, al mondo dei sogni bagnati. Anch'io sono in grado di fare un grafico di tutte le esperienze che vuole, accontentando il suo gusto e anche il mio. E un gioco da bambini. Senza distorcere il presente. Io sono un poeta. A me interessa solo ciò che mi rende perennemente presente e attivo. (Hirst si alza,va verso il tavolino e si versa della vodka). Mi sono spinto troppo in là, forse?

HIRST            - Mi aspetto che lei si spinga molto più in là.

SPOONER     - Davvero? Spero non significhi che la interesso.

HIRST            - Nient'affatto.

SPOONER     - Grazie a Dio. Il mio cuore si è fermato per un attimo. (Hirst scosta le tende, guarda fuori un attimo,poi le lascia ricadere, rimane in piedi). Tuttavia lei ha ragione. Il suo istinto è acuto. Potrei spingermi molto più in là, in più di un senso. Potrei avanzare, trattenere le difese, mandare avanti le riserve, far avanzare la cavalleria o, dalla consapevolezza, trarre ed esibire le prove per dimostrare che quando la gioia trabocca non può essere più trattenuta. Quello che sto cercando di dirle, nel caso le fosse sfuggito, è che io sono un uomo libero.

HIRST            - Si versa un'altra vodka e la beve. Posa il bicchiere, si avvicina cautamente alla poltrona e si siede.

HIRST            - E’ molto che noi non vedevamo un uomo libero in questa casa.

SPOONER     - Noi?

HIRST            - Io.

SPOONER     - C'è qualcun altro?

HIRST            - Altro cosa?

SPOONER     - Gente. Persone.

HIRST            - Chi?

SPOONER     - Ci sono due boccali su quello scaffale.

HIRST            - II secondo è per lei.

SPOONER     - E il primo?

HIRST            - Lo vuole? Vuole qualcosa di caldo?

SPOONER     - Sarebbe poco prudente. Continuo con il whisky, se non le dispiace.

HIRST            - Prego.

SPOONER     - Grazie. (Va al tavolino).

HIRST            - Prenderò un whisky anch'io, se vuoi essere cosi gentile.

SPOONER     - Con piacere. Ma non stava bevendo vodka?

HIRST            - Sarò felice di unirmi a lei con un whisky.

SPOONER     - Versa.

SPOONER     - Ghiaccio?

HIRST            - No, liscio.    

SPOONER     - gli porta il bicchiere.           

SPOONER     - Alla sua salute.       

HIRST            - Alla sua. (Bevono). Mi dica, frequenta spesso il pub Jack Straw 's Castle?

SPOONER     - Ci andavo da ragazzo.

HIRST            - Trova che abbia lo stesso fascino che aveva ai tempi dei briganti, quando era frequentato dai briganti? Dal famoso Jack Straw. Il grande Jack Straw. Lo trova molto cambiato da allora?      

SPOONER     - Mi ha cambiato la vita.       

HIRST            - Mio Dio. Davvero?

SPOONER     - Mi riferisco a una notte di mezza estate quando bevvi una birra con un profugo ungherese, che aveva lasciato Parigi da poco.         

HIRST            - Una birra in due?    

SPOONER     - Ci mancherebbe altro. Avrà sicuramente capito che si trattava di un discendente dell'antica nobiltà ungherese.     

HIRST            - Sì, l'avevo supposto.           

SPOONER     - Quella sera d'estate, sotto la sua guida, ho capito, per la prima volta in vita mia, quanto quieto vivere ci sia in mezzo ai balordi e agli schiamazzi. Quell'uomo riusciva a infondermi una sensazione unica... di serenità, senza il minimo sforzo, e senza... cercare di influenzarmi. Era parecchio più vecchio di me. Tra le mie speranze di allora, lo confesso, a quei tempi nutrivo ancora delle speranze, lui non era contemplato. Mi stavo trascinando verso Hampstead Heath, prigioniero di ricordi più neri del solito, e mi ritrovai, senza sorprendermi più di tanto, di fronte al banco del Jack Straw's Castle che ordinavo una birra. Dopo averla afferrata, ed essere riuscito ad aprirmi un varco tra un'orda di intellettuali leccaculo particolarmente schifosi, sono inciampato, e sono finito, non so nemmeno io come, con il boccale in mano, sul suo tavolo, calvo, scuro, immobile. Com'era calvo! (Pausa). Credo che, dopo aver mandato giù una buona metà della mia birra, mai più ne ho gustata una cosi buona, io abbia parlato, improvvisamente, si improvvisamente parlai, e ricevetti... un responso, si, un responso, non posso definirlo diversamente, che corrispondeva a...

HIRST            - Cosa stava bevendo?

SPOONER     - Eeh?

HIRST            - Cosa stava bevendo, lui?

SPOONER     - Pernod. (Pausa). Più o meno a questo punto mi resi conto che quell'uomo possedeva una dose di serenità che non avevo mai incontrato prima.

HIRST            - Cosa le disse?

SPOONER lo fissa.

SPOONER     - Si aspetta davvero che mi ricordi quello che disse?

HIRST            - No. Pausa.   

SPOONER     - Quello che mi ha detto... tanti anni fa... non ha importanza. Non è quello che ha detto, ma il modo in cui stava seduto che mi è rimasto impresso per tutta la vita, e, ne sono certo, mi ha fatto diventare quello che sono. (Pausa). E stasera ho incontrato lei, a quello stesso pub, anche se a un altro tavolo. (Pausa). E ora la guardo con ammirazione proprio come guardai lui allora. Ma mi chiedo, durerà fino a domani questa ammirazione, come dura ancora oggi quella per lui?          

HIRST            - Non saprei dire.      

SPOONER     - Non si può dire. (Pausa). Le farò un'altra domanda. Lo sa da dove traggo la mia forza?           

HIRST            - Forza? No.  

SPOONER     - Non sono mai stato amato. E da questo traggo la mia forza. E lei? Lo è mai stato? Amato?     

HIRST            - No, non credo.        

SPOONER     - Una volta alzai lo sguardo su mia madre. E ciò che vidi non era altro che ostilità. Per fortuna l'ho scampata bella. Lei vorrà sapere cosa avevo fatto per provocare tanto odio in mia madre.          

HIRST            - Si era pisciato addosso.      

SPOONER     - Esatto. E lo sa quanti anni avevo allora?   

HIRST            - Ventotto.    

SPOONER     - Esatto. Comunque, me ne andai di casa poco dopo. (Pausa). Devo dire che mia madre è, ancora oggi, una donna straordinariamente attraente sotto molti aspetti. Le sue ciambelle sono ineguagliabili. (Hirst lo guarda). Quelle con le uvette. Ineguagliabili.       

HIRST            - Le dispiacerebbe versarmi un altro po' di whisky?

SPOONER     - Ma certo. (Prende il bicchiere, versa il whisky, lo porge a Hirst) Forse è il caso che mi presenti. Mi chiamo Spooner.       

HIRST            - Ah. 

SPOONER     - Sono un grande appassionato delle arti in genere, della poesia in particolare, e una guida per i giovani. La mia casa è sempre aperta. Giovani poeti vengono da me. Mi leggono i loro versi. Io offro i miei commenti, il mio caffè, e non chiedo il conto. Sono ammesse anche le donne, qualcuna è anche poeta. Non tutte però. Nemmeno tutti gli uomini lo sono. Anzi la maggior parte degli uomini non lo è. Ma con le finestre aperte sul giardino, mia moglie che versa grandi bicchieri di spremute, con ghiaccio, in una sera d'estate, giovani voci che si levano a tratti in ballate libere, corpi giovani distesi nella luce morente, mia moglie che passa tra le ombre nelle sue vesti lunghe, che male possiamo fare? Chi può biasimarci? Chi può aver da ridire, au fond, di un gesto volto al sostegno dell'arte, e attraverso l'arte raggiungerete la virtù?          

HIRST            - Attraverso l'arte raggiungere la virtù. (Alza il bicchiere) Alla sua eterna salute.

Spooner  si siede per la prima volta. 

SPOONER     - Quando avevamo il cottage.., quando avevamo il cottage... offrivamo il tè sul prato, ai nostri ospiti.

HIRST            - Anch'io.

SPOONER     - Sul prato?

HIRST            - Anch'io.

SPOONER     - Aveva anche lei un cottage?

HIRST            - II tè sul prato.

SPOONER     - Che fine hanno fatto? Che fine hanno fatto i nostri cottage? Che fine hanno fatto i nostri prati? (Pausa). Sia sincero. Mi dica. Lei mi ha rivelato qualcosa. Si sta chiaramente riferendo al suo passato. Non lo neghi. Abbiamo qualcosa in comune, noi due. Il ricordo di una vita bucolica. Siamo inglesi tutti e due. Pausa.

HIRST            - Le travi della chiesa del villaggio sono ornate di ghirlande, in onore delle giovani donne della parrocchia morte vergini o almeno reputate tali. (Pausa). In realta, le ghirlande non sono solo un privilegio delle donne ma anche di tutti coloro che sono morti senza essersi sposati, il fiore bianco di chi ha vissuto una vita senza macchia.

Pausa.

SPOONER     - Vuoi dire che questo onore non è solo riservato alle giovani donne ma anche agli uomini della parrocchia?

HIRST            - Sì.    

SPOONER     - E anche i vecchi della parrocchia che sono morti celibi hanno diritto alle ghirlande?

HIRST            - Certo.          

 

SER^T            - E’ affascinante. Mi dica di più. Mi dica di più sulle piccole e singolari perversioni della sua vita e della sua epoca. Mi dica di più, con tutta la forza e lo spinto che riesce a chiamare a raccolta, sulle strutture socio-politico-economiche dell'ambiente con le quali ha raggiunto l’età della ragione. Mi dica di più.

Pausa.

HIRST            - Non c'è nient'altro da dire. 

SPOONER     - E allora mi parli di sua moglie.       

HIRST            - Quale moglie?         

SPOONER     - Se era bella, tenera, fedele. Mi dica con che slancio si librava in aria, come schizzava fuori porta, se reagiva al tocco a effetto, se si prestava ai servizi tagliati, o al gioco di gamba sotto porta. In altre parole, era pratica nelle mosse simulate? (Silenzio). Non vuole parlarmene?          Allora parlerò io... a mia moglie... non mancava niente. Aveva occhi, bocca, capelli, denti, culo, seno, proprio tutto. Anche le gambe.       

HIRST            - Che se la sono portata via. 

SPOONER     - Chi? La sua o la mia? (Pausa). E’ ancora qui sua moglie? Magari, acquattata su una stanza chiusa a chiave? (pausa) C’è mai stata? E’ mai stata nel vostro cottage? E’ mio dovere informarla che lei non è stato affatto convincente. Io sono un uomo onesto e intelligente. Lei mi sottovaluta. E nei riguardi della signora, è sicuro di comportarsi altrettanto lealmente? Comincio a dubitare che un'interpretazione essenziale, poetica, perciò davvero precisa, abbia un qualche significato per lei. Comincio a chiedermi se lei la ricordi veramente, se l'abbia davvero amata, davvero carezzata, davvero coccolata, se sia stato un vero marito per lei. Falsamente sognata o davvero adorata. Ho esaminato seriamente tutte queste ipotesi e le trovo improbabili. (Silenzio). I suoi occhi, se non mi sbaglio, erano color nocciola?

 

HIRST si alza con cautela. Va verso il tavolino barcollando un po', si versa un whisky, beve.

HIRST            - Merda-nocciola.

SPOONER     - Mio Dio, mio Dio, mi sbaglio o sento odor di sentimentalismo?

(PflKM)          Merda-nocciola. Mi domando: ho mai visto merda color nocciola? O se è per questo, occhi color nocciola? (Hirst gli scaglia contro il bicchiere, ma non lo colpisce. Il bicchiere rimbalza sul tappeto). Mi sbaglio o sento odor di ostilità? Mi sbaglio o sento odor con tutto il rispetto di troppe birre seguite dal grande whisky al malto che uccide? Che uccide? Silenzio.      

HIRST            - Stasera... amico mio... lei mi trova all'ultimo giro di una corsa che avevo da tempo dimenticato di correre. Pausa.           

SPOONER     - Una metafora. La faccenda comincia a farsi interessante. (Pausa). Le posso dire, nonostante la nostra           - breve conoscenza, che a lei manca la qualità essenziale che fa di un uomo un uomo, che è di far seguire alle parole gli atti, cioè di prendere in mano un bicchiere e sapere che è un bicchiere, e sapendo che è un bicchiere affermare che è un bicchiere, e restar fedele a quel bicchiere come se l'avesse partorito lei stesso, dal buco del culo. Ecco, secondo me, a lei manca questa capacità. (Pausa). Perdoni il mio candore. Non è un metodo, è solo follia. Quindi spero che lei non abbia nulla da ridire se tiro fuori i miei grani sacri, il mio tappeto di preghiera e mi inchiodi fronte a quella che ritengo sia la sua impotenza. (Si alza). Mi inchino. Mi metto sull'attenti. E cosi facendo mi rimetto al suo servizio in tutto e per tutto. Mi ascolti. Io sono un testimone di gran rilievo. E potrei diventare un amico. (Hirst si aggrappa al tavolino, rigido). Lei ha bisogno di un amico. Il tragitto è lungo, e fino a ora vecchio mio lo ha percorso senza amici. Mi permetta di diventare il suo barcaiolo. Poiché se parliamo di un fiume, quando parliamo di un fiume, parliamo di un'architettura umida e profonda. In altre parole, non disdegni mai una mano che si tende, specie se di qualità cosi rara.  E non è solo la qualità della mia offerta che è rara, bensì l’atto stesso l'offerta stessa... assolutamente senza precedenti. Le offro la mia amicizia. Rifletta prima di rispondere. (Hirst cerca di muoversi, si ferma, si aggrappa al tavolino) Ricordati Hai perso una moglie color nocciola; che vola e volerà, e mai più da tè ritornerà, che ci vuoi far trallaie- ro-trallà-trallallero-lero-là.

HIRST            - No. (Pausa). Terra di nessuno... non si muove, non cambia... non invecchia... resta... per sempre.... gelida... muta (Si stacca dal tavolino, barcolla, attraversa la stanza, si aggrappa a una sedia. Aspetta si muove, cade. Aspetta, si alza, si muove, cade).

Spooner. lo guarda. Hirst raggiunge la porta a quattro zampe, riesce ad aprirla, esce carponi. Spooner  non si muove.           

SPOONER     - Questa scena l'ho già vista. Uscir carponi con la pancia penzoloni. (Si guarda attorno, fa un giro per la stanza, osservando tutti gli oggetti da vicino, si ferma, con le mani dietro la schiena, osserva la stanza).           Si sente chiudere una porta in casa. Silenzio. La porta d'ingresso si apre e viene richiusa con violenza.

Spooner. si irrigidisce e rimane immobile. FOSTER entra nella stanza È vestito sportivo. Si blocca vedendo Spooner.Rimane in piedi guardando Spooner. Silenzio.      

FOSTER         - Cosa sta bevendo? Cristo, che sete ! Come sta? Ho la gola secca. (Va al tavolino, apre una bottiglia di birra e versa) Cosa sta bevendo? Cazzo come è tardi. Sono a pezzi       - Proprio quello che ci vuole. (Beve) Di taxi? Nemmeno l'ombra. I tassisti ce l'hanno con me. Devo avere qualcosa Qualcosa di nascosto. Forse è il mio comportamento. O forse perché giro in incognito. Ah ora va meglio. Fa miracoli. Come sta? Cosa sta bevendo? Chi è lei? Non credevo di farcela. Che scarpinata. E non solo. Sono disarmato. Non giro mai armato a Londra. Tanto nessuno mi da fastidio. Una volta che ti sei fatto l'Oriente, ti sei fatto tutto. Io, l'Oriente me lo sono fatto. Eppure torno sempre volentieri m un posto come questo. Conosciuto il padrone di casa? E’ mio padre. Vede, oggi avevamo la serata libera. Lui sarebbe dovuto rimanere a casa, ad ascoltare un po' di musica. Spero abbia passato una serata tranquilla e piacevole. A proposito, chi è lei? Cosa sta bevendo?

SPOONER     - Sono un suo amico.

FOSTER         - Non ne ha proprio l'aria.

BRIGGS entra nella stanza, si ferma. E’  vestito sportivo, è tarchiato.

BRIGGS         - Chi è questo?

FOSTER         - Si chiama Amico. Questo è il signor  Briggs. Signor Amico... signor  BRIGGS. Io sono il signor FOSTER. Un classico inglese. John  FOSTER. Johnnie. Johnnie  FOSTER. Vecchio nome inglese. FOSTER John  FOSTER Johnnie  FOSTER.  FOSTER Lui si chiama BRIGGS. Pausa.

BRIGGS         - Ho già visto il signor Amico da qualche parte.

FOSTER         - L'hai già visto?

BRIGGS         - Si, lo conosco.

FOSTER         - Ma va?

BRIGGS         - Si, ti ho già visto da qualche parte.

SPOONER     - Possibile, possibile. 

BRIGGS         - Si. Tu sei quello che sbarazza i tavoli in un pub di Chalk Farm.   

SPOONER     - II proprietario è un mio amico. Quando è a corto di personale, vado a dargli una mano.           

BRIGGS         - Chi l'ha detto che il proprietario è tuo amico?       

FOSTER         - Lui.  

BRIGGS         - Io parlavo del Bull Head, a Chalk Farm.   

SPOONER     - Si, sì. Anch'io.        

BRIGGS         - Anch'io.      

FOSTER         - Conosco il Bull Head. Il proprietario è un mio amico.      

BRIGGS         - Lui ci sbarazza i tavoli.

FOSTER         - È un ottimo pub. Conosco il padrone da anni.

BRIGGS         - Lui dice che è amico del padrone.

FOSTER         - Dice anche che è amico del nostro amico.

BRIGGS         - Quale amico?

FOSTER         - Quello che ci ospita.

BRIGGS         - E allora è un amico del cazzo di tutti.

FOSTER         - È un amico del cazzo di tutti. Quanti amici ha in tutto, signor Amico?

BRIGGS         - Forse ha perso il conto.

FOSTER         - Beh, ora ci sono anch'io. Sono un altro dei tuoi amici. Uno dei più recenti. Lui no.

BRIGGS         - No. Lui non è l'amico del cazzo di nessuno. La gente ci va piano con  BRIGGS. Sono restii a dargli troppa confidenza. Io invece sto simpatico a prima vista.

BRIGGS         - A volte si sono anche innamorati di tè a prima vista.

FOSTER         - Sì, a volte. E per questo che, quando viaggio, mi prendo sempre tutto il meglio, nessuno si permette mai di offrirmi la merda. Faccio colpo immediatamente, specialmente con le donne, specialmente nel Siam o a Bali. Lui sa che non dico balle. Digli di quelle ragazze siamesi.

BRIGGS         - Si sono innamorate di lui a prima vista.

FOSTER         - (a Spooner) Tu non sei siamese, vero?

BRIGGS         - È molto lontano dall'esserlo.          

FOSTER         - Ci. sei mai stato laggiù?     

SPOONER     - Sono stato ad Amsterdam. (FOSTER e BRIGGS lo guardano fisso). Cioè, quello è l'ultimo posto... che ho visitato. Conosco bene l'Europa. A proposito mi chiamo Spooner. Si, un pomeriggio ad Amsterdam... ero seduto fuori, in un caffè lungo il canale. Il tempo era splendido. A un altro tavolo, all'ombra, sedeva un signore che fischia- va in sordina, era immobile, quasi rigido. Sulla riva del canale c'era un pescatore. Aveva preso un pesce. E lo teneva sollevato. Il cameriere applaudiva allegramente, e i due uomini, il cameriere e il pescatore, risero. Una bambina che passava di li, rise. Una coppia che passava, si baciò. Il pesce era inalberato sulla canna. Pesce e canna, oscillando, luccicarono al sole. Il pescatore aveva le guance arrossate di piacere. Decisi di fare un quadro... del canale, del cameriere, della bambina, del pescatore, degli innamorati, del pesce, e sullo sfondo, in ombra, metterci anche l'uomo all'altro tavolo e di intitolarlo, L'uomo che fischia. L'uomo che fischia. Se aveste visto il quadro, il titolo vi avrebbe confuso?

FOSTER         - (a BRIGGS)            Vuoi rispondere tu?   

BRIGGS         - No. Dai. Rispondi tu.         

FOSTER         - Beh, in quanto a me, credo che quel titolo mi avrebbe confuso. Ma forse avrei apprezzato il quadro. Avrei perfino potuto essertene grato. (Pausa). Hai sentito quello che ho detto? Avrei potuto perfino esserti grato per il quadro. Una bella opera d'arte di solito mi commuove. Hai capito? Non sono mica un coglione, io. (Pausa). Mi fa piacere sentire che sei un pittore. Nel tempo libero, immagino?   

SPOONER     - Certo.          

FOSTER         - L'hai poi fatto quel quadro, « L'uomo che fischia»?         

SPOONER     - Non ancora, purtroppo.      

FOSTER         - Non perdere tempo. L'ispirazione potrebbe svanire.         

BRIGGS         - Hai mai dipinto un boccale di birra?          

SPOONER     - Una volta, quando volete, venite a vedere la mia collezione.       

BRIGGS         - Di cosa? Di boccali di birra?          

SPOONER     - No, no. Di quadri.  

FOSTER         - Dove ce l'hai?         

SPOONER     - Nella mia casa di campagna. Verrete accolti molto cordialmente.           

FOSTER         - Da chi?        

SPOONER     - Da mia moglie. Dalle mie due figlie.

FOSTER         - Davvero? Pensi che piacerò? Cosa dici? Si innamoreranno di me a prima vista?

SPOONER     - (ridendo) È probabile.

FOSTER         - E di lui?

Spooner guarda BRIGGS.

SPOONER     - Sono delle donne talmente gentili.

FOSTER         - Sei un uomo fortunato. Cosa stai bevendo?

SPOONER     - Whisky. (FOSTER va al tavolino, versa del whisky, rimane in piedi con il bicchiere in mano). Cosa ne pensi di questa storia? Quando ero in Oriente... una volta... un vecchio accattone, nudo come un verme, mi chiese qualche spicciolo. Non lo conoscevo. Non lo avevo mai visto prima. Ma mi accorsi subito che non c'era da fidarsi. Aveva anche un cane. Avevano si e no un occhio in due. Io gli butto una moneta. Lui acchiappa quel cazzo di moneta, la guarda con un po' di disgusto, e me la ributta indietro. Io, automaticamente, faccio per riprenderla al volo, chiudo il pugno, ma quel cazzo di moneta sparisce nell'aria. Non era caduta da nessuna parte. Era sparita...nell'aria... mentre volava verso di me. Poi tira due bestemmie e si leva dai coglioni assieme al cane. Ah, il tuo whisky. (Glielo porge) Allora cosa ne pensi di questa storia?

SPOONER     - Era un illusionista.

FOSTER         - Dici?

SPOONER     - Farebbe bene a non dare troppo peso a quell'episodio.

FOSTER         - Tu, allora, non credi ai misteri d'Oriente?

SPOONER     - E un tipico gioco di prestigio orientale.

FOSTER         - Una specie di trucco, insomma?

SPOONER     - Esattamente. Alla sua salute. (Beve).

HIRST entra, in vestaglia. BRIGGS va al tavolino, si versa un whisky.

HIRST            - Non riesco a dormire. Ho sonnecchiato un po'. Credo. Forse mi è bastato. Si. Mi sono svegliato da un sogno. Mi sento allegro. Chi mi da un whisky? (Si siede. BRIGGS gli porta un whisky). Mio Dio, è per me? Come facevi a sapere che ne volevo uno? Tu sai sempre tutto. Sei molto perspicace. Salute. E il primo della giornata. Che giorno è? Che ora è? E’ ancora notte?

BRIGGS         - Si.

HIRST            - La stessa notte? Stavo sognando una cascata. No, no, un lago. Credo... poco fa. Chi si ricorda di quando sono andato a letto? Era giorno? E’ bello dormire di pomeriggio. Dopo il tè e qualche toast. Senti i primi vaghi rumori della sera, e poi più nulla. Tutti si stanno cambiando per la cena. E tu, te ne stai li, sotto le coperte, le persiane chiuse, lasciandoti il mondo alle spalle. (Passa il bicchiere a BRIGGS che glielo riempie e glielo rida). C'è qualcosa che mi angoscia. Cosa sarà? Dev'essere stato il sogno, si. Una cascata. No, no, un lago. Acqua. Qualcuno che annegava. Non io. Qualcun altro. Che bello essere in compagnia. Pensa, svegliarsi, e non trovare nessuno, solo i mobili, che ti fissano? Terribile. Ne so qualcosa, ho attraversato un periodo del genere  cin-cin alla fine sono tornato in mezzo agli esseri umani. Come voi. Una decisione saggia. Ho provato a ridere da solo. Patetico Avete tutti da bere? (Guarda Spooner.) Chi è? Un vostro amico? Non me lo presentate?          

FOSTER         - E’ un suo amico.

HIRST            - Ho conosciuto gente eccezionale in passato. Ci deve essere un album di fotografie da qualche parte. Lo cercherò. Alcuni volti vi colpiranno. Bellissimi. Seduti sui prati, con le ceste da picnic. Io avevo i baffi. Molti dei miei amici avevano i baffi. Volti notevoli. Baffi notevoli. Cos'è che caratterizzava l'atmosfera? La tenerezza verso i nostri simili, forse. Il sole splendeva. Le ragazze avevano capelli meravigliosi, scuri, a volte rossi. I loro corpi bianchi sotto le vesti, E tutto nell'album. Lo troverò Rimarrete colpiti dal fascino delle ragazze, dalla loro grazia dall’eleganza e dalla delicatezza con cui siedono, versano        il tè, si stendono. E tutto nel mio album. (Vuota il bicchiere e lo alza). Chi è il più gentile di voi? (Briggs prende il bicchiere e lo porta al tavolino). Grazie. Cosa farei senza voi due? Rimarrei qui seduto per sempre, in attesa che un estraneo venga a riempirmi il bicchiere. Cosa farei nell’attesa? Sfogherei l'album? Farei progetti per il futuro? BRIGGS (portando il bicchiere) Si trascinerebbe a quattro zampe fino alla bottiglia e se la ficcherebbe in gola.

HIRST            - No. Io bevo con dignità. (Beve, guarda Spooner.) Chi è quest'uomo? Lo conosco?

FOSTER         - Dice di essere un suo amico,

HIRST            - I miei veri amici mi guardano dall'album. Avevo il mio mondo. Ce l'ho. Non crediate che adesso che è passato lo decida di deriderlo, di metterlo in discussione, o di chiedermi se sia davvero esistito. No. Stiamo parlando della mia gioventù, che non mi potrà mai abbandonare. No, E esistita. Era solida, la gente era solida e allo stesso tempo... mutata dalla luce, e allo stesso tempo sensibile a tutti i cambiamenti di luce. Quando mi alzai in piedi la mia ombra si posò su di lei. Lei alzò lo sguardo. Datemi la bottiglia. Datemi la bottiglia. (Briggs gli porta la bottiglia. Beve a canna). Non c'è più. E’ mai esistito? Non c’è più. Non è mai esistito. Rimane. Sono seduto qui per sempre. Che gentili. Vorrei tanto che mi diceste che tempo fa. Volete dirmi, cazzo, che notte è, è stanotte o domani notte o quell'altra ancora, o la notte dell'altro ieri? Ditemi la verità. E la notte dell'altro ieri? Servitevi. Detesto bere da solo. C'è troppa solitudine di merda. Che cos'era? Ombre, guizzi di luce, tra le foglie. Capriole. Nei cespugli. Giovani amanti. Una cascata. Era il mio sogno. Il lago. Chi annegava nel mio sogno? Era accecante. Lo ricordo. L'ho dimenticato. Per tutto quello che c'è di più sacro e di più santo. I suoni sono ces-sati. Gelavo. Ho dentro un vuoto. Non riesco a colmarlo. Un diluvio mi attraversa. Non riesco ad arginarlo. Vogliono annientarmi. Chi è? Soffoco. E’ una truffa. Una truffa camuffata. Qualcuno mi vuole morto. Lei alzò lo sguardo. Vacillai. Non avevo mai visto niente di più bello. E tutto veleno. Non possono aspettarsi che viviamo così. Non ricordo nulla. Siedo in questa stanza. Vi vedo tutti, uno per uno. Una serata tra amici. Le premesse sono buone. Dormo? Non c'è acqua. Nessuno sta annegando. Si, sì, su, su, su, fatevi sentire, parlare, parlate, parlatemi avete rotto il cazzo, stronzi, fantasmi, ombre lunghe, state facendo chiasso, vi sento ronzare, indosso una camicia celeste arricciata e sono al Ritz, indosso una camicia celeste e sono al Ritz, lo conosco bene, il sommelier, Boris, Boris, è li da anni, ombre accecanti, poi una cascata d'acqua...

SPOONER     - Ero io che annegavo nel suo sogno.

HIRST cade a terra. Tutti accorrono. FOSTER si gira verso Spooner.

FOSTER         - Levati dai coglioni.

BRIGGS tira su Hirst. Hirst lo scansa.

HIRST            - Lasciatemi stare. (E’ dritto in piedi).

SPOONER gli si avvicina.

SPOONER     - Ha dei nipotini. Come me. Come li ho io. Abbiamo procreato tutti e due. Abbiamo un'età. Conosco i suoi bisogni. Lasciate che gli prenda il braccio. Rispetta te la nostra età. Venga, l'aiuto a sedersi. (Prende il braccio di Hirst e lo accompagna alla sedia) Non c'è pietà in questa gente.      

FOSTER         - Cristo.         

SPOONER     - Io sono un suo vero amico. Ecco perché il suo sogno... era cosi angoscioso. Mi ha visto annegare nel suo sogno. Ma non abbia paura. Non sono annegato          

FOSTER         - Cristo.         

SPOONER     - (a Hirst) Vuole che le faccia un caffè?      

BRIGGS         - Pensa di essere il cameriere di Amsterdam. 

FOSTER         - Service non compris.          

BRIGGS         - E invece fa il raccatta-boccali al Bull Head. E anche il raccatta-pitali.    

FOSTER         - II padrone di casa dev'essere stato al Bull Head stasera, dove ha fatto un incontro infelice. (A  Spooner. Ehi  ragazzo, credo che ci sia stato un malinteso. Non sei capitato nel cesso pubblico del porto. Sei nella casa di un signore, di un uomo di successo. Hai capito? (Si gira verso      BRIGGS) Ma che me ne frega in fondo? Eh? (Si rigira verso Spooner.) Senti, pallone gonfiato, noi proteggiamo questo signore dalla corruzione, dagli scrocconi, dai malintenzionati, potremmo distruggerti con un semplice sguardo, noi ci occupiamo di lui, e lo facciamo per amore (Si gira verso BRIGGS) Ma perché gli parlo? Sto perdendo il mio tempo con una mezza calza. Devo essere diventato matto. Di solito io non parlo. Non ne ho bisogno, io. Di solito sto zitto. (Si rigira verso Spooner.) So cos'è. C'è qualcosa in tè che mi affascina.

SPOONER     - E’ il mio portamento.

FOSTER         - Dev'essere quello.

BRIGGS         - Ho visto degli irlandesi massacrarlo a calci nei coglioni.

FOSTER         - Credo che quando hai provato un irlandese hai provato tutto. (A SPOONER) Senti. Vacci piano. Hai capito? Hai a che fare con un uomo ricco e potente. E non ci sei abituato, ragazzo. Non so se mi spiego. Altra classe. Altro campo d'azione. Un mondo di seta. Un mondo di        organza. Un mondo floreale. Un mondo di libri di cucina            del diciottesimo secolo. Niente a che vedere con noccioline e bruscolini. Qui si fa il bagno nel latte. I campanelli sono appesi a un cordone. Qui regna l'organizzazione.

BRIGGS         - Niente robaccia.

FOSTER         - Niente robaccia. Qui c'è solo roba autentica. Niente scarti o surrogati, qui non si beve un cognac qualsiasi. E tu stai attento a non finire nelle sabbie mobili. (A  BRIGGS) Perché non gli spacco la testa cosi non se ne parla più?

SPOONER     - Ho la stessa età del vostro padrone. Anch'io a quei tempi andavo in campagna a fare picnic come lui.

FOSTER         - Senti amico quest'uomo seduto su questa sedia è un uomo creativo. E un artista. Noi tentiamo di rendergli possibile la vita. Siamo i suoi uomini di fiducia. Non venire a seminare zizzania in una casa serena. Hai capito? Non disturbare la quiete famigliare.

BRIGGS         - (a FOSTER) Se non lo fai tu, lo faccio io. (Va verso Spooner. e lo chiama con un dito) Vieni un po' qui.

HIRST            - Dove sono i panini? Affettate il pane.

BRIGGS         - È già affettato.

HIRST            - Non è vero. Affettatelo!

BRIGGS rimane in piedi immobile.

BRIGGS         - Adesso vado ad affettarlo. (Esce).

HIRST            - (a Spooner.) Io l'ho già vista da qualche parte.

FOSTER         - Devo pulire la casa. Se no non lo fa nessuno. Il suo consulente finanziario viene per il breakfast. Devo pensarci io. Cambia gusti ogni giorno. Un giorno vuole le uova alla coque con i toast, il giorno dopo uova in camicia con spremuta d'arancio, il giorno dopo ancora uova strapazzate con salmone affumicato, quello dopo ancora omelette ai funghi e champagne. Manca poco all'alba. Un nuovo giorno. Il suo consulente finanziario si starà sognando il breakfast. Sogna uova. Uova, uova. Ma uova fatte come? Sono distrutto. Non ho dormito niente stanotte. Non ci si ferma mai. Niente si ferma mai. Sempre a tutta birra. Questa è la mia vita. Si, ho le mie brevi distrazioni. Mi lasciano senza fiato. Non riesco a star dietro al ritmo di Londra. Nessuno sa ciò che mi manca davvero. (BRIGGS entra e rimane in piedi ad ascoltarlo). Mi mancano le ragazze siamesi. Le ragazze di Bali. Qui non se ne trovano. Si, a volte ne vedi qualcuna sulle scale di qualche scuola di lingue, vengono a imparare l'inglese, ma non hanno voglia di scherzare e di farsi fare qualche coccola nella loro lingua. Almeno, non in Regent Street. Due risate e una coccola. A volte le mie ambizioni non vanno più lontano di cosi. Potrei fare dell'altro. Potrei cambiare vita. Invece di perdere il mio tempo dietro a un vecchio ubriacone. Potrei trovarmi una nicchia ed essere felice. Una giusta nicchia, una giusta felicità    

BRIGGS         - Non c'è più pane. Sto parlando con la governante. Con quella checca isterica. Preferisce oziare, lui Frodo insopportabile. Preferisce le isole della Malesia lui dove gli portano un grog caldo nel suo letto a baldacchino.  Non   è altro che un balordo del cazzo. (A Spooner.) Togliti tu.( Spooner. si sposta. A Hirst) Si alzi. (Hirst si alza lentamente. Briggs lo accompagna alla porta) Avanti. Non si giri      

HIRST            - Conosco quell'uomo.

BRIGGS lo accompagna fuori. Silenzio.      

FOSTER         - Lo sai cosa ho visto una volta nel deserto nel deserto australiano? Un uomo con due ombrelli aperti Due ombrelli. Nel cuore del deserto. Pausa.

SPOONER     - Pioveva?

FOSTER         - No, era una giornata bellissima. Stavo per chiedergli una spiegazione ma poi ho cambiato idea

SPOONER     - Perché?

FOSTER         - Beh, mi sono detto, sarà un povero pazzo Non può che confondermi le idee. (Si aggira per la stanza e si ferma sulla porta). Senti un po'. Lo sai cosa succede quando ti trovi m una stanza con la luce accesa e all'improvviso la luce se ne va? Te lo faccio vedere io. Questo. (Spegne le luci).

Buio.

ATTO SECONDO

Mattino.  Spooner è solo nella stanza. Le tende sono ancora chiuse, ma filtrano dei raggi di luce. È seduto. Si alza, va lentamente verso la porta, tenta di girare la maniglia, con fatica, poi ci rinuncia.

SPOONER     - Questa scena l'ho già vista. Mattino. Porta chiusa a chiave. Estranei, una casa silenziosa. (Si siede, è per- corso da un brivido). La porta viene aperta. Entra BRIGGS con la chiave in mano. Indossa un completo. Tira le tende. È giorno.    

BRIGGS         - Ho avuto ordine di chiederle se ha fame.  

SPOONER     - Fame? Non tocco mai cibo, io.

BRIGGS         - II consulente finanziario non è venuto. Può prendere il suo breakfast, se vuole. Ha telefonato per ordinarlo, poi ha richiamato per disdire l'appuntamento.

SPOONER     - Per quale motivo?

BRIGGS         - Ha parlato con Jack, non con me.

SPOONER     - E che motivo ha dato al suo amico?

BRIGGS         - Gli ha detto che si è trovato, senza alcun preavviso, nel bel mezzo di un disastro economico aborigeno. Pausa.

SPOONER     - Ha proprio bisogno di un consulente. Pausa.

BRIGGS         - Senta, se intende sprecarlo, il breakfast, non glielo porto.

SPOONER     - Detesto lo spreco. (Briggs esce). Questa scena l'ho già vista. La porta che si apre. Un estraneo che entra   L’ elemosina. Lo squalo nel porto. Silenzio. Briggs entra con un vassoio. Sul vassoio alcuni piatti ricoperti da coperchi d'argento e una bottiglia di champagne nel secchiello del ghiaccio. Appoggia il vassoio su un tavolino e avvicina una sedia.    

BRIGGS         - Uova strapazzate. Stappo lo champagne? 

SPOONER     - E’ freddo?  

BRIGGS         - Gelato.        

SPOONER     - Lo stappi pure. (Briggs comincia a stappare la bottiglia. Spooner. alza qualche coperchio, ne scruta il contenuto appoggia i coperchi da una parte, imburra un toast) Chi è il cuoco di voi due?

BRIGGS         - Ci dividiamo tutti i compiti, io e Jack. (Briggs versa lo champagne. Gli porge un bicchiere). Spooner.lo sorseggia. Pausa.

SPOONER     - Grazie. (Comincia a mangiare. Briggs avvicina un 'altra sedia al tavolino e si siede, lo guarda). Io e Jack siamo vecchi amici. Ci siamo conosciuti all'angolo di una strada Guardi che lui negherà tutto quello che sto per raccontarle. La sua versione sarà completamente diversa. Ero all'angolo di una strada. Una macchina si ferma. Era lui Mi chiede indicazioni per Bolsover Street. Gli spiego che Bolsover Street si trova nel bei mezzo di un intricato sistema di sensi unici. Facile entrarci, ma una volta dentro impossibile venirne fuori. Gli dico che la miglior cosa da fare se davvero vuoi andare in Bolsover Street, è prendere la prima a sinistra, poi la prima a destra, poi la seconda a destra, polk terza a sinistra, dove c'è una ferramenta, fare tutto il giro della piazza, tenendosi nella corsia interna poi infilare la seconda stradina a destra e fermarsi Di fronte e un palazzo tutto uffici, molto alto, con un cortile semicircolare. Bisogna approfittarne. Attraversare il cortile, attraversarlo tutto, da parte a parte, uscire dal lato opposto, seguire le frecce, oltrepassare due semafori e prendere a sinistra al primo segnale di svolta. Non perdere mai di vista la torre dell'ufficio postale. A questo punto non resta altro che entrare nel parcheggio sotterraneo a marciai indietro per fare manovra, innestare la prima, proseguire dritto, e ci si trova in Bolsover Street senza la minima difficoltà. Però, gli dissi, attenzione, i problemi non sono finiti qui, una volta trovata Bolsover Street non ci vuole niente per riperderla. Conosco due o tre persone che sono anni che girano per Bolsover Street senza venirne a capo. Hanno sciupato parte della loro giovinezza in quel cazzo di strada. Quelli che ci abitano, hanno il volto grigio, vivono in un clima di disperazione, ma nessuno ci fa caso, sa com'è. Tutti badano solo ai soldi che riescono a rubare. Ho anche scritto una lettera al «Times», una volta. La intitolai. Vita in un vicolo cieco. Non è servito a niente. Poi cercai anche di convincerlo che la miglior cosa da fare sarebbe stata quella di rinunciare all'idea di andare in Bolsover Street. Ricordo di avergli detto: abbandona l'idea di quest'avventura, potrebbe esserti fatale. Ma lui mi spiegò che doveva consegnare un pacco, e comunque mi sono preso tutta questa briga solo perché aveva una bella faccia aperta. Anche lui aveva l'aria di una persona sempre pronta ad aiutare gli altri. Di solito non me ne frega un cazzo. Ma l'avverto, lui negherà tutto. La sua versione sarà diversa. (Rimette il coperchio sul suo piatto).

BRIGGS gli versa lo champagne nel bicchiere.

BRIGGS         - Quand'è stata l'ultima volta che ha bevuto champagne per breakfast?

SPOONER     - Beh, se devo essere sincero, bevo spesso champagne.

BRIGGS         - Ah, davvero?

SPOONER     - Conosco i miei vini. (Beve) Digione. Anni trenta. Sono stato parecchie volte a Digione, per la degustazione dei vini, con il mio traduttore francese. E anche dopo che è morto ho continuato ad andare a Digione finché non mi fu più possibile. (Pausa). Hugo. Un buon compagno. (Pausa). Lei si chiederà cosa traduceva. La risposta è: i miei versi. Io sono un poeta. Pausa.

BRIGGS         - Credevo che i poeti fossero giovani:

SPOONER     - Io sono giovane. (Con una mano raggiunge la bottiglia) Ne vuole un po' anche lei?

BRIGGS         -  No, grazie. 

SPOONER osserva la bottiglia.

SPOONER     - Un'ottima scelta.     

BRIGGS         - Non mia.     

SPOONER     - (versando)Tradurre versi è un compito difficilissimo. Soltanto i rumeni hanno conservato un certo talento in questo mestiere,    

BRIGGS         - È un po' presto per tutto questo, non trova? (Spooner beve). Finisca la bottiglia. Ordine del medico          

SPOONER     - A proposito, posso osar chiedere il perché sono stato chiuso a chiave in questa stanza?

BRIGGS         - Ordine del medico. (Pausa). Mi dica quando vuole il caffè. (Pausa). Deve essere bellissimo essere un poeta e avere ammiratori. E traduttori. Ed essere giovani. Io non sono niente di tutto questo.    

SPOONER     - Già. Lei mi ha fatto venire in mente una cosa. Devo scappare. Ho una riunione a mezzogiorno La ringrazio molto per il breakfast.

BRIGGS         - Che tipo di riunione?          

SPOONER     - Un consiglio di amministrazione. Sono nel consiglio di una rivista di poesia appena nata, A mezzogiorno e è la prima riunione. Non posso arrivare in ritardo.  

BRIGGS         - Dove?         

SPOONER     - Al Bull Head di Chalk Farm. Il proprietario ci presta gentilmente una saletta privata al primo piano È molto importante che la riunione sia riservata sa dobbiamo discutere la linea della rivista

BRIGGS         - Al Bull Head di Chalk Farm?        

SPOONER     - Si. il proprietario è un mio amico. Per questo ci ha concesso l'uso della saletta privata. È anche vero che gli avevo detto che ci sarebbe stato Lord Lancer alla riunione, Gli è molto piaciuta l'idea che ci sarebbe stato bisogno di riservatezza.

BRIGGS         - Lord Lancer?

SPOONER     - II nostro mecenate.

BRIGGS         - Un Lancer del Bengala?

SPOONER     - No, no. È di discendenza normanna.

BRIGGS         - E’ un uomo di cultura?

SPOONER     - Credenziali ineccepibili.

BRIGGS         - Molti di questi aristocratici detestano l'arte.

SPOONER     - Lofd Lancer è un uomo d'onore. Lui ama l'arte. Ha dichiarato questo suo amore in pubblico. Non si rimangia mai la parola data. Devo scappare. Lord Lancer non condivide la tesi che ai poeti sia permesso di considerare il tempo con disinvoltura.

BRIGGS         - Anche Jack avrebbe bisogno di un mecenate.

SPOONER     - Jack?

BRIGGS         - E’ poeta.

SPOONER     - Poeta? Davvero? Beh, se vuole, può mandarmi qualche saggio del suo lavoro, foglio in quarto, doppio spazio, doppia copia in cartelle e buste separate, in caso di smarrimento o appropriazione indebita, con acclusa una busta affrancata e indirizzata, li leggerò.           

BRIGGS         - Molto gentile da parte sua. 

SPOONER     - Non c'è di che. E gli può anche dire di contare su un giudizio onesto e scrupoloso e, se mi permette, altamente qualificato.           

BRIGGS         - Glielo dirò. Ha proprio bisogno di un mecenate. Certo il boss potrebbe fargli da mecenate, ma la cosa non sembra interessargli. Forse perché è poeta anche lui. Un po' di rivalità, chissà. Con questo non voglio ^dire che il boss non sia una brava persona. Tutt'altro. E un uomo molto civile. Ma pur sempre un uomo. Pausa.       

SPOONER     - II boss... è poeta anche lui?

BRIGGS         - Non faccia lo stupido. E molto di più, no? E’ un saggista e anche un critico. E’ un uomo di lettere.          

SPOONER     - Mi sembrava un viso conosciuto. Squilla il telefono.

BRIGGS va a rispondere, alza la cornetta e ascolta.           

BRIGGS         - Sì, signore. (Prende il vassoio ed esce).     

SPOONER rimane seduto fermo.     

SPOONER     - Questa scena l'ho già vista. Una voce che non si sente. Un orecchio che ascolta. Ordini che provengono dai piani superiori. (Si versa dello champagne). Entra HIRST, indossa un completo, è seguito da Briggs.     

HIRST            - Charles ! Che bella sorpresa ! (Stringe la mano ai Spooner) Ti hanno trattato bene? Denson, ci porti un po' di caffè. (BRIGGS esce). Ti trovo benissimo. Non sei cambiato affatto. Lo squash, eh? Ti tiene in forma. Eri un vero asso a Oxford, se ben ricordo. Giochi sempre? Uomo saggio. Bravo. Mio Dio, quanti anni! Quand'è stata l'ultima volta che ci siamo visti? Credo che sia stato nel '38, al club, abbiamo cenato insieme. Vero? C'era Croxiey, si, e Wyatt, mi ritorna tutto in mente, anche Burston-Smith. Che gruppetto. E che serata, se ben ricordo. Tutti mor- ti. No, no, che dico! Che scemo. Che idiota. L'ultima volta, ricordo benissimo. E stata al Pavillion a Lord, nel '39, giocavamo contro la squadra delle West Indies, Hutton e Compton alla battuta, formidabili, Costantine al servizio, la guerra era già nell'aria. Non mi sbaglio, vero? Ci bevemmo insieme una bottiglia di porto davvero eccezionale. Sei in forma come allora. Hai fatto una buona guerra? (Entra BRIGGS con il caffè, lo posa sul tavolo). Oh grazie, Denson. Lascialo pure qui. Va bene cosi. (BRIGGS esce). Come sta Emily? Che donna. (Versando) Latte? Ecco qua. Che donna. Devo dire che a un certo punto me ne innamorai. Lo confesso. La invitai a prendere il tè al Dorchester. Le aprii il mio cuore. Avevo deciso di prendere il toro per le corna. La spinsi a tradirti. Le dissi che sapevo che tu eri un gran bei tipo, ma le dissi anche che non ti avrei tolto niente, solo quella piccola fetta che tutte le donne tengono da parte per i tempi grami. Persuaderla fu un inferno. Ti adorava, disse, la sua vita non avrebbe avuto senso se fosse stata costretta a fingere. Me la lavorai con brioches al burro, panna montata e crèpes alle fragole. Capitolo. Non credo tu l'abbia mai saputo, vero? Oooh, siamo troppo vecchi ormai per dare importanza a certe cose, non trovi? (Si siede, con la tazzina in mano) Affittai un cottage, quell'estate. Veniva a trovarmi in macchina, due o tre volte la settimana. Io ero parte integrante della spesa. Vivevate ancora nella fattoria. Si. La fattoria di suo padre. Veniva da me all'ora del tè o del caffè, le ore innocenti. Quell'estate fu mia mentre tu credevi fosse solo tua. (Sorseggia il caffè) Adorava il mio cottage. Adorava i fiori. E anch'io. Narcisi, crochi, bocche di Icone viola, fucsie, giunchiglie, ranuncoli, verbena, (Pausa). Le sue mani delicate. (Pausa). Non dimenticherò mai come ci sapeva fare con le giunchiglie. (Pausa). Ti ricordi, quella volta, mi pare nel '37, quando la portasti in Francia? Ero sullo stesso traghetto. Rimasi tutto il tempo in cabina. Veniva da me mentre tu facevi ginnastica. Era molto passionale, devo dire che non ne ho mai conosciute altre così, non io almeno. Eh, beh. (Pausa). Eri sempre cosi preoccupato... del tuo fisico... ti ricordi? Non posso darti torto. Eri davvero un bell'uomo. Un atleta nato. Coperto di medaglie, di coppe, il tuo nome inciso a lettere d'oro. Quando un uomo riesce a tagliare un tra- guardo per primo, continuerà a tagliar traguardi per sempre. Quei momenti di gloria non si offuscheranno mai. Corri sempre? Come mai ci siamo frequentati cosi poco dopo Oxford? Avevi altre frecce al tuo arco, vero? Eri un letterato. Come me. Si, è vero, facevamo qualche pic-nic insieme, con Tubby Welis e tutta la banda, qualche raro whisky al club, ma non siamo mai stati veramente in- timi, vero? Chissà perché. Certo, io al successo ci sono arrivato quasi subito. (Pausa). E allora hai fatto una buona guerra?

SPOONER     - Si, non c'è male.

HIRST            - Bene. Aviazione?

SPOONER     - Marina.

HIRST            - Che bello. Cacciatorpedinieri?

SPOONER     - Lanciasiluri,

HIRST            - Fantastico. Hai fatto fuori qualche tedesco?

SPOONER     - Uno o due.

HIRST            - Bravo.

SPOONER     - E tu?

HIRST            - Ero nel controspionaggio.

SPOONER     - Ah. Pausa.

HIRST            - Hai continuato la tua carriera letteraria dopo la guerra?

SPOONER     - Si, certo,

HIRST            - Anch'io.

SPOONER     - Con molto successo a quanto pare.

HIRST            - Con molto successo, si. Ma il meglio ormai l'ho già dato.

SPOONER     - Vedi mai Stella? Pausa.

HIRST            - Stella?

SPOONER     - Non puoi essertela dimenticata.     

HIRST            - Stella chi?   

SPOONER     - Stella Winstanley.   

HIRST            - Winstanley?

SPOONER     - La sorella di Bunty Winstanley.    

HIRST            - Ah, Bunty. No, non la vedo mai.   

SPOONER     - Eri alquanto preso da Stella.          

HIRST            - Davvero? E tu come facevi a saperlo?       

SPOONER     - Ero molto amico di Bunty. E lui era molto seccato con te. Voleva darti un pugno sul naso.      

HIRST            - E perché?    

SPOONER     - Per aver sedotto sua sorella.           

HIRST            - E lui cosa c'entrava?           

SPOONER     - Era suo fratello.      

HIRST            - Appunto. (Pausa). Dove diavolo vuoi arrivare?    

SPOONER     - E’ stato Bunty a presentare Stella a Rupert. Era molto legato a Rupert. E stato lui ad accompagnare la sposa all'altare. Erano molto amici. Minacciò di frustarti.           

HIRST            - Chi? 

SPOONER     - Bunty.         

HIRST            - Non ha mai avuto i coglioni di dirmelo in faccia. 

SPOONER     - Fu Stella che lo supplicò di non farlo. Lo scongiurò di dominarsi. Lo scongiurò di non parlarne con Rupert.          

HIRST            - Ah. E allora chi l'ha detto a Bunty?          

SPOONER     - Io, l'ho detto a Bunty. Ero molto amico suo. E anche di Stella. Pausa.

HIRST            - A quanto pare eri amico di tutta la famiglia.

SPOONER     - Specialmente di Arabella. Andavamo a cavallo insieme.

HIRST            - Arabella Hinscott?

SPOONER     - Si.

HIRST            - La frequentavo a Oxford.

SPOONER     - Anch'io.

HIRST            - Volevo molto bene ad Arabella.

SPOONER     - Lei voleva bene a me. Bunty non ha mai capito cosa provasse davvero per me, ne che tipo di legame ci fosse.

HIRST            - In nome di Dio, cosa stai cercando di dirmi?        

SPOONER     - Bunty si fidava di me. Sono stato suo testimone   di nozze. E si fidava anche di Arabella.

HIRST            - Ti avverto che io volevo molto bene ad Arabella. Suo padre era un mio professore. Dormivo spesso da loro.          

SPOONER     - Conoscevo bene suo padre. Ci teneva molto a me.

HIRST            - Arabella era di una sensibilità sottile e raffinata.

SPOONER     - Sono d'accordo. Pausa.

HIRST            - Stai cercando di dirmi che hai avuto una relazione con Arabella?           

SPOONER     - Una specie di relazione. Non voleva la consumazione completa. Si appagava di una sua particolare predilezione. Consumare il membro maschile.

HIRST si alza.

HIRST            - Comincio a pensare che lei sia un mascalzone. Come si permette di parlare in questo modo di Arabella Hinscott? La farò cacciare dal club !        

SPOONER     - Mio caro signore, posso ricordarle che lei ha tradito Stella Winstanley con Emily SPOONER, mia moglie, per tutta una lunga e sordida estate, un fatto, allora risaputo in tutte le contee? Vorrei anche ricordarle che Muriel Blackwood e Doreen Busby non si sono più riavute dai suoi dispotici atti sessuali, perversi e massacranti. E inoltre lo sa che della sua amicizia e conseguente traviamento di Geoffry Ramsden, a Oxford, ne parlavano per fino a Londra?      

HIRST            - Ma è scandaloso! Come si permette? La taro frustare!     

SPOONER     - E lei, mio caro signore, che si e comportato in  maniera scandalosa. Con il gentil sesso di cui mia moglie era una delle più gentili rappresentanti. E lei che si è comportato in maniera scandalosa e contro natura, verso la donna che si era congiunta a me davanti a Dio.     

HIRST            - Io? Contro natura? Scandaloso?    

SPOONER     - Scandaloso. Emily mi ha raccontato tutto.

HIRST            - E lei da retta alle ciance della moglie di un contadino?    

SPOONER     - Si, visto che il contadino sono io.  

HIRST            - Ma quale contadino! Lei era solo un segaiolo da weekend.

SPOONER     - Ho scritto l'ode Omaggio a Wessex, nel padiglione di West Upfield.

HIRST            - Non ho mai avuto l'onore di leggerla.

SPOONER     - L'ho scritta in terza rima, una forma poetica in cui, se mi permette, lei non è mai riuscito a eccellere.

HIRST            - Ma questo è un oltraggio! Chi è lei? Cosa ci fa in casa mia? (Va verso la porta e chiama) Denson ! Un whisky e soda ! ((Laminino, per la stanza) Lei è chiaramente un cafone. Il Charles Wetherby che conoscevo era un signore. Lei non è che la sua immagine svilita. Mi dispiace per lei. Dove hai gettato quell'ardore intellettuale che ti anima- va un tempo? Nel cesso. (BRIGGS entra, vena un whisky con soda, lo porge a HIRST. HIRST guarda il bicchiere) Nel cesso. Giù, nel cesso. (Beve) Non capisco... non capisco... è un continuo... non vedo altro attorno a me... che uomini col- ti e sensibili trasformarsi, nel giro di una notte, in ladri, bari, mascalzoni. Ai miei tempi nessuno cambiava. Un uomo... era. Solo la religione riusciva a trasformarlo, e questo, se non altro, era un nobile tormento. (Beve seduto sul- la sua sedia) Per fortuna non siamo dei banditi qui. Sono disposto a usare la pazienza. Sarò gentile. Le mostrerò la mia biblioteca. E magari anche il mio studio. La mia penna e il mio tampone. E forse anche il mio poggiapiedi. (Allunga il braccio con il bicchiere in mano) Un altro. (BRIGGS lo prende, gliene versa un altro e glielo porge). E magari le farò vedere anche il mio album di fotografie. Potrebbe forse trovare un viso che le ricordi il suo, di una volta. Potrebbe trovare visi di altri, in ombra, guance di altri, sfuggenti, o mascelle, o nuche, o occhi scuri sotto i cappelli, che potrebbero ricordarle persone, che una volta conosceva bene, che credeva morte da tempo, ma dalle quali riceverà ancora uno sguardo obliquo, se riesce a cogliere 11 buon fantasma. Accetti l'amore di questi fantasmi. Tutte quelle emozioni sono ancora li... irretite. Si inchini di fronte a esse. Certo non basterà per liberarli, ma chissà... che non ne traggano sollievo... chissà se non riuscirà a rianimarli... nelle loro catene, nei loro vasi di vetro. Le sembra crudele... risvegliarli dalla loro fissità, dalla loro prigionia? No... no. Nel profondo, dal profondo, essi desiderano il suo contatto, il suo sguardo, e quando sorriderà loro, la loro gioia... potrà sconfinare. Per questo le dico di essere dolce con i morti, così come vorrebbe che tutti lo fossero con lei, ora, in questa che lei definisce la sua vita. (Beve).

BRIGGS         - Sono astratti, amico, astratti. I morti sono astratti. Silenzio.

HIRST            - Sciocchezze. (Pausa). Passami la bottiglia.

BRIGGS         - No.

HIRST            - Come?

BRIGGS         - Ho detto di no.

HIRST            - Niente scherzi. Poche storie. Dammi la bottiglia. Pausa.

BRIGGS         - Mi rifiuto.

HIRST            - II rifiuto può comportare il licenziamento.

BRIGGS         - Non può licenziarmi.          

HIRST            - Perché no?  

BRIGGS         - Perché io non me ne vado. 

HIRST            - Se ti dico di andartene tè ne vai. Dammi la bottiglia. (Silenzio. HIRST si gira verso SPOONER) Mi dia la bottiglia. SPOONER va verso il tavolino. BRIGGS non si muove. Spooner prende la bottiglia di whisky, la porta a HIRST. HIRST si versa da bere e si mette la bottiglia accanto.       

BRIGGS         - Ne prenderò uno anch'io. (Va verso la bottiglia con un bicchiere, si versa da bere e beve).

HIRST            - Che impertinenza. Beh, fa niente. E’ sempre stato            un po' birichino. Piove? Piove cosi spesso, d'agosto, in Inghilterra. Le capita mai di guardare nei fossi della campagna inglese? Sotto ai rami, sotto alle foglie morte, ci sono sempre delle palle da tennis, marce. Sono le ragazze che le tirano ai cani o i bambini che se le tirano a vicenda, lasciandole poi rotolare nei fossi. E li si perdono, sono date per morte, vecchie di secoli. Entra Foster.   

FOSTER         - È l'ora della passeggiata mattutina. (Pausa). Ho detto che è l'ora della passeggiata mattutina.  

HIRST            - Passeggiata? No, no, stamattina non ho tempo.    

FOSTER         - La passeggiata lungo il fiume Heath.        

HIRST            - Non posso proprio. Sono troppo occupato. Ho molte cose da fare.         

FOSTER         - Cosa sta bevendo?  

SPOONER     - II grande malto, che uccide.          

HIRST            - (a SPOONER) Mio Dio, ma lei non sta bevendo niente. Dov'è il suo bicchiere?

SPOONER     - Grazie. Ma non sarebbe saggio mischiare. 

HIRST            - Mischiare?   

SPOONER     -Stavo bevendo champagne.

HIRST            - E’ vero, certo. Albert, un'altra bottiglia.    

BRIGGS         - Subito, signore. (Esce).      

HIRST            - Non posso proprio. Ho troppe cose da fare. Devo scrivere un saggio. Un saggio critico. Dobbiamo cercare tra le mie carte, scoprire cos'è che devo recensire. Al momento mi sfugge.          

SPOONER     - Potrei aiutarla io.    

HIRST            - Ah? 

SPOONER     - In due modi. Primo, ho un fiuto da segugio. Riesco a trovare qualsiasi cosa in un archivio. Secondo, ho scritto molti saggi critici anch'io. Non ha un segretario?

FOSTER         - Sono io il suo segretario.

SPOONER     - II posto di segretario non rende giustizia al suo talento. Un giovane poeta dovrebbe viaggiare. Viaggiare e soffrire. Perché non si arruola in marina, cosi vede un po' il mare. Viaggiare ed esplorare.

FOSTER         - Ho già navigato. Sono andato e tornato. E ora so- no qui dove c'è bisogno di me.

BRIGGS entra con lo champagne, si ferma sulla porta e ascol ta.

SPOONER     - (a Hirst)        Parlava di un album di fotografie. Potremmo sfogliarlo insieme. Potrei dare un nome a quei volti. Potremmo dar luogo a una vera e propria esumazione. Si, sono sicuro che potrei esserle di grande aiuto.

FOSTER         - Quei volti sono senza nome, amico.

BRIGGS entra, mette giù il secchiello dello champagne.

BRIGGS         - E non avranno mai nome.

HIRST            - Ci sono luoghi nel mio cuore... che nessuna anima viva... può... o potrà mai... raggiungere.      

BRIGGS stappa lo champagne, versa un bicchiere per Spooner.

BRIGGS         - Ecco qui. Fresco come una rosa. (A Hirst) Ne vuole un goccio anche lei, signore?

HIRST            - No, no. Io rimango... dove sono.

BRIGGS         - Terrò compagnia al signor Amico; me lo permette, signore?

SPOONER     - Ma certo. BRIGGS (a FOSTER) Dov'è il tuo bicchiere?

FOSTER         - No, grazie.

HIRST            - E su, sii socievole. Sii socievole. Su solidale con la comunità di cui fai parte. A cui sei legato da vincoli d'acciaio. Unisciti a noi. BRIGGS versa un bicchiere per FOSTER.         

FOSTER         - Non è nemmeno l'ora di colazione.

BRIGGS         - L'ora migliore per bere champagne è prima di colazione, coglione.         

FOSTER         - Non darmi del coglione.     

HIRST            - Noi tre, ricordatevelo, siamo vecchissimi amici.   

BRIGGS         - È per questo che gli ho dato del coglione. 

FOSTER         - (a BRIGGS)            Taci.   

HIRST alza il bicchiere.        

HIRST            - Alla nostra. [Qualche cin-cin borbottato. Bevono tutti. Hirst guarda la finestra) La luce... là fuori... è triste... non sembra nemmeno giorno. Sta calando, rapidamente. Che orrore. Tiriamo le tende. Accendete le luci. ( BRIGGS tira le tende, accende le luci). Ah! Che sollievo. (Pausa). Com'è allegro. [Pausa). Oggi arriverò a una conclusione.     - Ci sono alcune cose... che oggi risolverò.   

SPQONER     - L'aiuterò io. 

FOSTER         - Ero a Bali quando mi ha mandato a chiamare. Non ero obbligato a partire, nessuno mi costringeva a venire qui. Ma ho sentito... come un richiamo... e non ho avuto scelta. Nessuno mi costringeva a lasciare quell'isola incantevole. Ma ero incuriosito. Ero solo un ragazzo. Non ero nessuno, anonimo. Uno scrittore famoso aveva bisogno di me. Voleva che gli facessi da segretario, autista- governante, copista. Come faceva a conoscermi? Chi gli -  aveva parlato di me?          

SPOONER     - Aveva fatto un lazzo immaginario. Pochi ne sono capaci. Pochi lo fanno. Lui ci è riuscito. Per questo Dio lo ama.    

BRIGGS         - Ti avevo raccomandato io. Ho sempre apprezzato gioventù, perché puoi servirtene. Ma deve essere disponibile e onesta. Se no non serve a niente. Ti ho raccomandato io. Tu eri disponibile, avevi il mondo ai tuoi piedi.  

FOSTER         - E’ un lavoro che da i suoi frutti. Vivo a contatto con un'intelligenza superiore, un'intelligenza che mi nutre.  Che mi ha nutrito. Mi ha arricchito. Quindi è un'intelligenza che vale la pena servire. Trovo che le sue richieste siano naturali. E non solo. Anche lecite. Non faccio niente di scorretto. un sollievo. Avrei potuto facilmente prendere una brutta piega. Ci tengo a dare al mio lavoro un senso di dignità, di onore. Che non mi abbandonano mai. Servo una causa. (Si rivolge a BRIGGS). Lui è il mio socio. E’ stato lui a propormi. Ho imparato molto da lui. È stato la mia guida. E la persona meno egoista che abbia conosciuto. Può dirlo lui stesso. Lo faccia parlare.    

BRIGGS         - Con chi?      

FOSTER         - Eh?  

BRIGGS         - Parlare? Con chi?

FOSTER guarda Spooner..

FOSTER         - Con... lui.

BRIGGS         - Con lui? Con questo scopa cessi? Con questo raccatta-merda? Con questo lustraculi? Cosa cazzo dici? Guardalo. E’ un imbottigliatore di sugo di fica, uno sforna-stronzi del cazzo. Tu cosa ci parli a fare?

HIRST            - Sì, si, ma in fondo è un buon diavolo. Lo frequentavo a Oxford. Silenzio.

SPOONER     - (a HIRST) Mi permetta di vivere con lei e di farle da segretario.

HIRST            - C'è un moscone nella stanza? Sento un ronzio.

SPOONER     - No.

HIRST            - Lei dice di no.

SPOONER     - Si. (Pausa). Le chiederei... di prendermi in considerazione per quel posto. Se portassi un vestito come il suo, lei mi vedrebbe in tutt'altra luce. Ci so fare con i fornitori, con i venditori ambulanti, coi piazzisti, con le suore. So tacere quando è il caso ma, se necessario, so essere di compagnia. So trattare qualsiasi argomento, a sua scelta il futuro del Paese, i fiori selvatici, i Giochi Olimpici. E’ vero, ho vissuto momenti difficili, ma la mia fantasia e la mia intelligenza sono intatte. La voglia di lavorare non è stata intaccata. Sono ancora in grado di assumermi le più gravi e ardue responsabilità. Il mio umore muterà a seconda delle sue esigenze. Il mio carattere è, in fondo, di natura umile. Sono onesto e soprattutto non sono troppo vecchio per imparare. La mia cucina non è affatto da buttar via. Prediligo la cuisine francaise ma sono abile anche nelle pietanze semplici e senza tanti fronzoli. Per la polvere ho molto occhio. La cucina sarebbe impeccabile. Sono delicato con gli oggetti. Mi occuperei personalmente dell'argenteria. Gioco a scacchi, a biliardo e suono il pianoforte. Potrei suonarle Chopin. Potrei leggerle la Bibbia. Sono un ottimo compagno. (Pausa). La mia carriera, lo riconosco con tutta franchezza, ha avuto alti e bassi. Ero una promessa fra i giovani della mia generazione. Ma è successo qualcosa. Non so esattamente cosa. Ciononostante sono rimasto me stesso e sono sopravvissuto agli insulti e alle privazioni. Io sono io. Non mi offro con umiltà bensì con l'antico orgoglio. Vengo in veste di guerriero. Sarò felice di servirla e di considerarla il mio padrone. Mi inchino alla sua eccellenza. Porto in me pietà, prudenza, liberalità e bontà. Rifiutare è a suo rischio e pericolo. E’ mio dovere di gentiluomo quello di mantenermi amabile nei modi, coraggioso nelle imprese, discreto e cortese negli adempimenti, il che vuoi dire che la sua vita privata verrà sempre rispettata. Tuttavia saprò reagire al minimo torto che le verrà inferto. La mia spada sarà pronta a disperdere ogni manifesta incarnazione di forze maligne che cospirino alla sua rovina. Sarà mio preciso dovere conservare una condotta impeccabile e una coscienza pura. Accetterò la sfida della morte in sua vece. Le andrò incontro, per amor suo, audacemente, sia che si trovi sul campo di battaglia che nella camera da letto. Sono il suo Cavaliere. Preferirei seppellirmi vivo in un tumulo di onori che lasciare che la sua dignità venga macchiata da un nemico domestico o da un avversario forestiero. Sono ai suoi ordini. (Silenzio. HIRST è seduto, immobile. FOSTER e BRIGGS sono in piedi, immobili). Prima che mi risponda, vorrei dirle ancora una cosa. Ogni tanto organizzo delle letture di poesia in una saletta privata al primo piano di un locale. Sono abbastanza frequentate, soprattutto dai giovani Sarei felice di offrire una serata in suo onore. Potrebbe leggere le sue opere di fronte a un pubblico attento e colto un pubblico con un potenziale di entusiasmo infinito. Posso garantirle il tutto esaurito, e un congrue compenso o se preferisce, una sostanziosa partecipazione agli utili I giovani, le assicuro, accorrerebbero a frotte. Il Comitato si "terrebbe onorato di ospitarla. La presentazione prima della lettura, verrebbe condotta da un autorevole studioso della sua opera, magari io stesso. Dopo la lettura che avrà sicuramente un gran successo, potremmo scendete di sotto, dove il proprietario  che tra l'altro è un mio amico sarebbe senz'altro felicissimo di offrirle da bere.  Non lontano da li c'è un ottimo ristorante indiano, dove il Comitato sarebbe lieto di invitarla a cena. Lei appare cosi poco in pubblico, le sue parole, note a tanti, si sono ascoltate cosi di rado con tutta l'autorità della sua viva voce, che questo avvenimento potrebbe competere nella più rara delle categorie ed essere qualificato come unico. La prego di considerare seriamente le implicazioni sociali di        un evento simile. Lei, li, in carne e ossa. Andrebbe incontro ai giovani, e i giovani verrebbero incontro a lei. Anche i più anziani, coloro che hanno perso quasi tutte le speranze, lascerebbero le loro case e si precipiterebbero. Con la stampa non avrebbe problemi. Mi assumerei io stesso il compito di tenerli a bada. Potrebbe forse acconsentire a una mezza dozzina di fotografie, non di più A meno che lei non approfitti di questa occasione, per parlare. A meno che lei non voglia tenere, diciamo cosi una piccola conferenza stampa, dopo la lettura, prima di cena tramite la stampa rivolgersi al mondo intero. Lo dico così per dire, non rappresenta assolutamente una condizione. Accontentiamoci dell'idea di una lettura intima in un atmosfera piacevole e ricettiva, consideriamola una serata da ricordare, per tutti coloro che vi parteciperanno.

Silenzio.

HIRST            - Cambiamo argomento. (Pausa). Per l'ultima volta (Pausa). Cosa ho detto?

FOSTER         - Ha detto che cambierà argomento per l’ultima volta.

HIRST            - E cosa vuoi dire?    

FOSTER         - Vuoi dire che non cambierà argomento mai più.

HIRST            - Mai più?

FOSTER         - Mai più.

HIRST            - Mai più?      

FOSTER         - Ha detto per l'ultima volta.

HIRST            - Ma cosa vuoi dire? Cosa vuoi dire?           

FOSTER         - Vuoi dire per sempre. Vuoi dire che l’argomento verrà cambiato una volta per tutte e per l’ultima volta e per sempre. Se l'argomento è l'inverno, per esempio, sarà inverno per sempre.      

HIRST            - E l'argomento è l'inverno?  

FOSTER         - Ora l'argomento è l'inverno. Quindi sarà inverno per sempre.

BRIGGS         - E per l'ultima volta.

FOSTER         - Durerà per sempre. Se l'argomento è l’inverno, per esempio, la primavera non verrà mai più.    

HIRST            - Ma lasciate che vi chieda... devo chiedervi...        

FOSTER         - L'estate non verrà mai più. 

BRIGGS         - Gli alberi...  

FOSTER         - Non germoglieranno più.    

HIRST            - Devo chiedervi...    

BRIGGS         - La neve...    

FOSTER         - Cadrà per sempre. Perché lei ha cambiato argomento. Per l'ultima volta.            

HIRST            - Ma l'abbiamo cambiato? Questo è il problema. Mi chiedo. L'ho cambiato? Abbiamo cambiato argomento?   

FOSTER         - Certo. L'argomento precedente era chiuso.

HIRST            - E qual’era l'argomento precedente?           

FOSTER         - È dimenticato. Lei lo ha cambiato.

HIRST            - E l'argomento attuale?        

FOSTER         - Che non c'è possibilità di cambiare argomento, poiché l'argomento è già stato cambiato.          

BRIGGS         - Per l'ultima volta.    

FOSTER         - E cosi non accadrà mai più niente. Lei resterà seduto qui per sempre.

BRIGGS         - Ma non da solo.

FOSTER         - No. Ci saremo noi con lei. Io e Briggs.      

Pausa.            

HIRST            - E’ notte.

FOSTER         - E lo sarà per sempre.

BRIGGS         - Perché l'argomento...

FOSTER         - Non potrà mai più essere cambiato. Silenzio.

HIRST            - Sento il canto degli uccelli. Non lo sentite, voi? Suoni che non ho mai sentito prima. Li sento come doveva- no essere allora, quando ero giovane, ma allora non li sentivo benché cinguettassero intorno a noi. (Pausa). Sì. E vero. Sto andando verso un lago. Qualcuno mi segue, attraverso gli alberi. Lo semino, facilmente. Vedo un corpo nell'acqua, galleggia. Sono agitato. Guardo più da vicino e vedo che mi sono sbagliato. Non c'è nulla sull'acqua. Mi dico, ho visto un corpo che annegava. Ma mi sono sbagliato. Non c'è niente lì. Silenzio.

SPOONER     - No. Sei in terra di nessuno. Che non si muove, non cambia, non invecchia, ma che resta per sempre gelida e muta. Silenzio.

HIRST            - A questo io brindo. (Beve).

Lenta dissolvenza