T E R R I T O R I D I C A C C I A
quasi un vaudeville in due tempi
di Luigi Antonio Mazzoni
personaggi
PAOLINA
GIACOMO
LA NONNA
FABIANI
GIULIA
SERGIO
MARICA
1° CAMERIERE
2° CAMERIERE
3° CAMERIERE
4° CAMERIERE
Oggi, in un albergo a Cervinia
PRIMO TEMPO
Soggiorno di un appartamento di due stanze e bagno in un grande albergo a Cervinia. Sul fondo, al centro e a breve distanza l'uno dall'altro, due grandi armadi a muro. Ai lati degli armadi le due porte del bagno a sinistra della camera da letto a destra. Sulla destra della scena la porta d'ingresso, mentre a sinistra vi sono una vetrata con tendine che porta ad una terrazza e un mobile alto, in legno massiccio, a cassetti e ripiani. I1 centro della stanza‑soggiorno è occupato da un piccolo tavolo con due sedie spalliera alta. Vicino alla porta di ingresso si trovano un divanetto di legno e stoffa e un tavolinetto con telefono, intonati per colore e stile al cassettone, al tavolo e alle sedie; fra il vecchio e l'antico. Le pareti sono rivestite in legno e al muro sono appese stampe con paesaggi alpini.
Entrano due camerieri. Portano un grosso baule, simile a quelli usati per il trasporto di costumi o pellicce. Assieme a loro entrano Giacomo e Paolina. Giacomo porta alcune valigie mentre Paolina dà disposizioni per il baule.
PAOLINA Ecco... ecco... piano... mettetelo lì. Ecco, così, vicino alla vetrata... no no! Alla vetrata no!... Qua, vicino alla parete, fra gli armadi... piano... con garbo... (a Giacomo che ha posato le valigie in mezzo alla stanza) Le valigie portale di là, caro, in camera. (Giacomo esegue sbuffando. Paolina guarda dalla vetrata) Ah, che meraviglia! Che meraviglia!... Giacomo, vieni a vedere che panorama!
1° CAM. E' il Cervino, signora!
PAOLINA Eh, ha ragione. Siamo a Cervinia! E' lui che domina da queste parti! (ride. I due camerieri fanno per aprire il baule) No no... lasciate. Faccio da me. (i due si ritirano e aspettano. Paolina fruga nella borsetta. Non ha moneta adatta) Caro?
GIACOMO (dalla camera) Cosa c'è?
PAOLINA Vieni, presto.
GIACOMO (si affaccia. Paolina indica i camerieri. Li guarda, non capisce) Eh?!
PAOLINA (si avvicina. Sottovoce) I camerieri...
GIACOMO Li vedo.
PAOLINA (impaziente, all'orecchio) La mancia...
GIACOMO Ah! (va al telefono) I1 Direttore, per favore. Grazie... Pronto? I1 Direttore? Piacere, Giacomo Bersani. Una informazione... Grazie. In questo albergo, qual 'è la paga di un cameriere?... Come?... Sì... una scommessa fra me e mia moglie... una curiosità!... Pressappoco... Quanto?... Grazie! (posa il ricevitore, poi rivolto ai camerieri) Buona sera, buon lavoro e portate i miei omaggi al direttore! (i camerieri escono).
PAOLINA Ma Giacomo?!...
GIACOMO (rifacendola) Ma Giacomo?!... Lo sai quanto guadagnano quei due? Più di due milioni al mese ‑ a cranio!... E tu... tu vuoi che io gli dia la mancia? Lo sai quanti metri di tubo devo stendere, al freddo e con le mani sporche, per guadagnare due milioni, io? Lo sai?
PAOLINA E così ci facciamo compatire...
GIACOMO Compatire?
PAOLINA Già. Per spilorci.
GIACOMO Meglio farsi compatire per spilorci che farsi deridere per fessi!
PAOLINA Neanche la mancia ai camerieri... dai...
GIACOMO Le valigie le ho portate anch'io. A me che me la dà la mancia?
PAOLINA Cosa c'entra! Non è il tuo mestiere...
GIACOMO Già, perché quando metto su un water o un bidè mi danno la mancia a me. Un tubo, mi danno! E apri quel baule!
PAOLINA Lo apro, lo apro! Non ti agitare!
GIACOMO Quando penso che questa vacanza mi costa cinque milioni...
PAOLINA (comincia ad aprire il baule) Non ricominciare. E' una vacanza premio. Una vacanza premio per due persone per aver istallato il millesimo bidè "Sorriso rosa" della ditta Klinker e C. "Un premio alla sua fedeltà e costanza" come ha detto il dottor Giovanni Fabiani!
GIACOMO Buono quello! E il mancato guadagno? Chi me lo paga? E i soldi che spenderemo negli "extra" in questo luogo ameno? Chi me li dà? Quindici giorni! La concorrenza non aspetta altro! Gli affari migliori si fanno quando i colleghi vanno in vacanza...
PAOLINA Hai tanto lavoro.
GIACOMO Appunto. E sono venuto quassù!
PAOLINA Non menare il can per l'ala! Ne abbiamo già parlato. Il lavoro può aspettare!
GIACOMO Sì, il lavoro può aspettare... E la finanza? Denuncio delle perdite e poi vengo in vacanza a Cervinia!...
PAOLINA In vacanza premio!
GIACOMO Per i mille bidè. Benissimo. E tu lo sai quanti ne abbiamo registrato in contabilità di quegli stramaledetti bidè! Nessuno! Mai comprati e mai venduti. E noi abbiamo vinto un premio! La finanza ci sguazza in queste cose!
PAOLINA Se ti decidessi a metterti in regola, non vivresti sempre nell'ansia.
GIACOMO Non tocchiamo questo tasto per favore! Chi sono io? Il più fesso? Le tasse non le paga nessuno! E tu vorresti che io pagassi le tasse? A chi? Ai politici? Non ingrassano già a mie spese? E tu vorresti che io gli dessi altri quattrini magari per fare altre riunioni nelle quali decidere di farmi pagare ancora più tasse? (intanto Paolina ha aperto il baule ed ha fatto uscire la nonna seduta su una rudimentale sedia a rotelle, così come la potrebbe costruire un idraulico nel tempo libero. Giacomo aiuta la nonna ad alzarsi e la fa camminare lentamente per la stanza) Ecco, mamma... piano... piano... e poi non le pago le tasse? La grande con l'università, la piccola con il liceo... e i libri e la mensa e il treno e... un canchero!... Mamma, volete camminare o battiamo la fiacca?!
PAOLINA Sono figlie tue!
GIACOMO Lo so, lo so! E dire che dopo tutti i miei errori, il Signore mi aveva graziato liberandomi almeno della mia prima moglie! (alla nonna) E non guardatemi così!... Nossignore, mi sono voluto risposare!
PAOLINA Giacomo, non esagerare!
GIACOMO Non esagero. E poi tu non c'entri. Me la sto prendendo con me stesso!... Avanti... un altro passo... un altro... Voi, almeno, avete fatto buon viaggio?
PAOLINA Buonissimo. Dentro il baule nel furgone.
GIACOMO Sai benissimo che non è così!
PAOLINA Quasi.
GIACOMO Ancora due passi e poi siamo arrivati...
PAOLINA Tua mamma, perlomeno, potevamo lasciarla a casa.
GIACOMO A casa? A chi?
PAOLINA Si prendeva un'infermiera...
GIACOMO Eh già, spendiamo, spandiamo! Tanto paga sempre Pistolone!
PAOLINA Pantalone.
GIACOMO Eh?
PAOLINA Si dice "Paga sempre Pantalone!".
GIACOMO No no! Pistolone! Uno come me che paga sempre è un pistolone!
PAOLINA Cafone!
GIACOMO Ai suoi ordini signora contessa!... Ecco, mamma, mettetevi qua e guardatevi gratis il Monte Bianco!
PAOLINA I1 Cervino, asino!
GIACOMO I1 Cervino Asino, fa lo stesso! (fa sedere la nonna che approfitta di un suo attimo di distrazione per afferrargli un orecchio) No, mamma! L'orecchio no! Mamma, lasciate l'orecchio o vi ammollo uno sganassone! (Paolina ride) Mamma!... Paolina, porca... ahi! Vuoi che mi stacchi un orecchio!...
PAOLINA Mamma, lasciatelo! E' buono, è buono! Non è stato lui!
GIACOMO (va in bagno massaggiandosi l'orecchio) Un altro po' e me lo tronca netto!
PAOLINA Fesso tu, che ti sei lasciato prendere. Lo sai, che i dintorni della mamma sono tabù per i "bambini cattivi".(dà alla nonna il necessario per l'uncinetto) La mamma ha la pensione...
GIACOMO (che d'ora in poi risponderà sempre dal bagno fino a notazione diversa) E allora?
PAOLINA L'infermiera si pagava con quella!
GIACOMO E continua! Ma lo sai quanto costa un'infermiera all'ora, lo sai? Ammesso che tu la trovi?
PAOLINA E allora, provvisoriamente, si metteva in una casa di riposo...
GIACOMO Non tocchiamo questo tasto per favore!
PAOLINA Provvisoriamente...
GIACOMO No! E poi la pensione della mamma va messa via per la sua vecchiaia!
PAOLINA La mamma ha ottantacinque anni!
GIACOMO Appunto. Nella mia famiglia meno di tutti è campato zio Amilcare morto a 92 anni con il morbillo! Porca... ma non viene l'acqua calda? Ma guarda che razza di impianto idraulico! Mezz'ora, prima che arrivi un filo d'acqua tiepida!... E poi la mamma non ha mai fatto una vacanza.
PAOLINA Questa era una vacanza per due!
GIACOMO Dai la colpa a me adesso? Te l'avevo detto di venirci solo con lei.
PAOLINA Guarda che io speravo che fosse la mia luna di miele, sempre promessa e mai fatta.
GIACOMO Ci venivi con la mamma e te la facevi.
PAOLINA Giacomo, io ho sposato te!
GIACOMO Ecco, è questo il guaio!
PAOLINA A chi lo dici!
GIACOMO E poi, che fastidio ti dà la mamma non lo so. Non parla, non si muove, le orecchie le tira a me, mangia gratis e non paga niente. E' l'unico affare che abbiamo fatto in questa vacanza!
PAOLINA E se quelli dell'albergo ci scoprono, ci denunciano!... E poi, passi la mamma, c'è il divanetto... Ma che bisogno c'era di far venire anche Giulia e Marina. Dove le mettiamo a dormire?
GIACOMO Secondo te avrei dovuto lasciarle a casa, con tutti i maschi che ronzano nei paraggi... e poi, magari, quando torno me le trovo incinta!
PAOLINA Stai parlando delle tue figlie come se fossero gatte in calore.
GIACOMO Sono femmine! E tanto basta!
PAOLINA Ah, si? E io allora? Sono una gatta in calore anch'io?
GIACOMO (rientra a rispondere e a prendere l’accappatoio) Lo eri. Adesso sei mia moglie!
PAOLINA Grazie! La schiava ringrazia per la redenzione il maschio possente!
GIACOMO Per favore non tocchiamo questo tasto!
PAOLINA Non tocchiamo, non tocchiamo... e intanto le hai fatte venire in autostop (durante tutto il dialogo Paolina avrà sistemato pellicce e cappotti tolti dal baule della nonna, avrà sparso oggetti sui mobili e addirittura sostituito qualche quadro alle pareti con altri portati da casa).
GIACOMO Cosa?
PAOLINA Dicevo... e le hai fatte venire in autostop!
GIACOMO Per forza, nel furgone ci sono solo tre posti...
PAOLINA I1 treno costa...
GIACOMO I1 treno è scomodo!... E poi sono giovani e belle... dei fessi che le caricano ne trovano a dozzine.
PAOLINA E se incontrano qualche maschio piacente e rimangono incinta?
GIACOMO Sono mie figlie, mica delle gatte in calore!
PAOLINA (disarmata) Oohh!... (dopo una pausa) Quindici giorni a casa da sole gli avrebbero fatto solo bene. Avrebbero, perlomeno, imparato a farsi da mangiare e a rifarsi i letti.
GIACOMO E al corso di sci? Ci mandavamo la mamma?
PAOLINA Si rinunciava.
GIACOMO Non si rinuncia ad un corso di sci gratis, specie se ti danno anche gli sci, gratis! Porca... (entra, con la schiuma da barba in faccia e l’accappatoio e va al telefono) Pronto?... Pronto! (a Paolina) Che numero ha questo appartamento?
PAOLINA Suite 43.
GIACOMO Qui è la Suite 43! Voglio parlare con il Direttore!... Allora il Vicedirettore!... Come non ci sono? Li vada a cercare... come? Ma come si permette! Pronto?... Pronto!... (riattacca).
PAOLINA Cosa succede?
GIACOMO Era uno dei tuoi amici camerieri... quelli della mancia... e lo sai cosa mi ha detto? Che con lo stipendio che prende non è tenuto a farsi rompere le scatole da me! (Paolina ride) Ridi ridi! Lui, tra un po' riderà meno!
PAOLINA Dove vai?!
GIACOMO A rompergli il...
PAOLINA Giacomo!
GIACOMO ... il muso! A rompergli il muso! E poi vedremo se non è tenuto a farsi rompere le scatole!
PAOLINA Per carità, non fare mattate!
GIACOMO Vado dal Direttore! Io pago e voglio l'acqua calda in camera. E se l'impianto non funziona che chiami un idraulico! Con quello che costano! (esce tirandosi violentemente dietro la porta)
PAOLINA (alla nonna) E' matto vostro figlio, vero?
NONNA (scuote la testa per dire sì. Poi indica che vuole scrivere).
PAOLINA La lavagnetta! E' rimasta sul tavolo della cucina! Mi spiace mamma!
NONNA (scuote le spalle "Pazienza!")
PAOLINA State bene?
NONNA “Sì”
PAOLINA Siete stanca?
NONNA “Un po'”
PAOLINA Avete fame?
NONNA “Nooo....”
PAOLINA Il mangiare è gratis! (la nonna sgrana gli occhi) Allora?
NONNA “Sì sì sì!”
PAOLINA Mi pareva! (al telefono) Pronto? Buonasera. Suite 43. Potrebbe per favore portarmi un consommè e una frutta? In fretta, grazie. (ripensa al gioco di parole) Frutta... in fretta... (bussano alla porta) Oh Dio, così presto? (forte, alla porta) Un momento! (posa il ricevitore e mette in fretta la nonna dentro il baule) Tenete chiuso! (alla porta) Un momento ancora! (va ad aprire) Avanti.
FABIANI E' permesso?
PAOLINA Dottor Fabiani?!
FABIANI Buonasera... (le porge un mazzo di fiori)
PAOLINA Grazie... Come mai lei qui?
FABIANI Non indovina?
PAOLINA (che ha già capito tutto) E' venuto in vacanza!
FABIANI Sì, è ho affittato l'appartamento sopra il vostro... Ma non solo!...
PAOLINA E' venuto a controllare se siamo soddisfatti del trattamento che la Ditta Klinker e C. ci ha riservato!
FABIANI Non solo...
PAOLINA Se l'Hotel è all'altezza del premio...
FABIANI Non solo!...
PAOLINA E' venuto a vendere anche qui i suoi bidè rosa!
FABIANI Eh no! Per favore non parliamo di lavoro!
PAOLINA Lo dica a mio marito. E' andato proprio ora a protestare dal Direttore per l'impianto idraulico. Dice che è uno spreco indecente che l'acqua calda arrivi dopo un quarto d'ora che il rubinetto è aperto...
FABIANI Lo so, lo so. L'ho salutato prima per le scale... mi ha fatto una testa così di rendimenti termici, dispersioni e intasamenti (ridono, poi serio) A me non interessa l'opinione di suo marito, ma la sua!
PAOLINA (pronta) Sull'impianto idraulico dell'albergo?
FABIANI No, sul luogo. Le piace qui?
PAOLINA E' un posto stupendo... (indicando dalla finestra e sfuggendo a Fabiani che ha sempre cercato di avvicinarsi) Sa, si vede il Cervino!... Dobbiamo veramente ringraziare lei e la sua Ditta....
FABIANI Per carità, per carità...
PAOLINA No no no! Lasci che lo dica. Anche Giacomo diceva, cinque minuti fa, com'era contento di questa vacanza "Finalmente diceva ‑ per la prima volta nella mia vita potrò concedermi un po' di pausa e questo grazie al caro amico Fabiani... ha detto proprio così "caro amico Fabiani"!
FABIANI Veramente, prima, non mi è sembrato molto entusiasta di essere qua!
PAOLINA Si capisce, era arrabbiato per l'acqua calda che non arrivava...
FABIANI (ironico) L'acqua calda...
PAOLINA Sì!... e forse era anche preoccupato per la mamma!
FABIANI La mamma?
PAOLINA Sì, a casa con una infermiera privata! Non abbiamo badato a spese, abbiamo preso la migliore, ma non si può mai stare tranquilli, dice lui... (chiude il baule che la nonna aveva socchiuso) Per me invece è come sia qui tra noi.... sono più preoccupata per le bambine... non si vedono ancora...
FABIANI Come?
PAOLINA Dicevo Giulia e Marina non si sono ancora date pensiero di telefonare... eppure sanno che io sto in ansia... che non vivo tranquilla se non le sento!
FABIANI Forse sono loro che aspettano una vostra telefonata.
PAOLINA Perché?
FABIANI Di solito è chi arriva a destinazione che telefona a casa...
PAOLINA Ah già, è vero! Che sciocca! E io aspettavo che telefonassero loro... Telefono subito... (si avvicina alla porta esterna e l'apre per accomiatarsi) Grazie, grazie ancora del premio... e grazie della visita...
FABIANI Sono io che devo ringraziare voi, lei in particolare...
PAOLINA Vorrà dire mio marito.
FABIANI No, mi creda. (richiude la porta) I1 premio l'ha meritato lei!
PAOLINA (ingenua) Davvero? Pensavo che fosse per i mille bidè!
FABIANI Al diavolo i bidè! Mi scusi... (Paolina ride) Perché ride?
PAOLINA (che è ritornata alla porta e l'ha riaperta) Niente niente... mi immagino l'Inferno arredato con i bidè "Sorriso rosa"! Le pensa tutte lei!
FABIANI (richiudendo la porta con decisione) Al diavolo anche l'Inferno! Paolina sono le belle donne che contano nella vita di un uomo. Un tale ha scritto "Gli uomini sono più interessanti delle idee!" Balle!... Pardon... Sono le donne ad essere più interessanti! (la nonna sbircia dal baule)
PAOLINA Anche delle idee?
FABIANI Di qualunque cosa! E lei è una donna stupenda!
PAOLINA Fabiani!...
FABIANI Mi lasci dire. La settimana scorsa ho completato la campagna fotografica per i nostri nuovi prodotti. Cinquanta stand arredati e fotografati... Ogni modella era lei! La vedevo in tutti i bagni della serie "Aurora"... in tutte le vasche della serie "Mattino" come Venere sorgente dalle acque... E pensavo a quando l'avrei rivista qua, lontano da quell'ufficio, fuori da quel tetro ambiente... pensavo "Allora potrò dirle...
PAOLINA (interrompendolo) Per carità, non dica niente! (chiude di colpo il baule) Anche i bauli hanno orecchie!
FABIANI Non si preoccupi! Nessuno ci sente! (la nonna riapre il baule) E se qualcuno ascoltasse e me ne accorgessi, pur di non saperla in pericolo, lo ucciderei! (il baule si richiude di scatto).
PAOLINA (che si è accorta del baule) Non dirà sul serio? Davvero ucciderebbe una persona per così poco?
FABIANI Dicevo per dire. Per farle intendere un briciolo della mia passione per lei! (il baule si riapre)
PAOLINA Suvvia dottor Fabiani. Ho due figlie grandi.
FABIANI Che non sono le sue.
PAOLINA La mamma...
FABIANI Di suo marito... e con un piede nella fossa! (dal baule appaiono le corna)
PAOLINA Un marito gelosissimo!
FABIANI Che la trascura... Mi lasci dire! Non un fiore, né un dolce, né un sorriso, me ne sono accorto, sa? Solo lavoro e basta. Non pensa ad altro e non si accorge per niente che una donna giovane e bella come lei non può essere trascurata senza che ne soffra. Perché lei ne soffre! Una donna come lei ha bisogno di affetto, di attenzioni, di carezze...
PAOLINA Fabiani...
FABIANI Paolina! Lei non merita questa vita! Lei ha bisogno di un amante! Di un amante discreto, fedele...
PAOLINA (si accorge ancora del baule aperto e lo chiude) Ma io un amante discreto e fedele ce l'ho già!
FABIANI Ce l'ha gia?!
PAOLINA Sì... mio marito.
FABIANI Mi prende in giro?!
PAOLINA No no... è proprio lui. Come amante è molto discreto il più delle volte mi accorgo che è a letto solo se russa. E' anche molto fedele torna sempre, a pranzo e a cena.
FABIANI Suvvia... non finga di non capire!... Fedele e discreto agli occhi del mondo, ma con la sua amante infuocato, imprevedibile, fantasioso...
PAOLINA Bello, bello! Mi dica il titolo del fotoromanzo!
FABIANI Del fotoromanzo?...
PAOLINA Domani lo compro subito...
FABIANI Paolina...
PAOLINA (appoggiandosi al baule) Infuocato... imprevedibile... fantasioso!... Ecco l'uomo con cui tradirei mio marito! (la nonna da dentro la punge) Ahi!
FABIANI Cosa c'è?
PAOLINA Niente niente... (con intenzione al baule) Forse mi ha punto un angioletto fedele a mio marito.
FABIANI Non scherziamo più! Io sono l'uomo adatto a lei... (la pressa da vicino) E lei lo sa, Paolina. Lo sapeva anche prima. E si aspettava, qua, una mia visita!... Non fingiamo più, sia sincera...
PAOLINA Fabiani basta!... Non le sembra di esagerare? Dice tutto lei... mi aggredisce!... Non mi lascia nemmeno il tempo di prendere fiato!... Sa che avrei già dovuto metterla alla porta? Se non l'ho fatto è solo per rispetto a Giacomo che la stima tanto!...
FABIANI (che si è appoggiato al baule) Non mi parli più di suo marito! (la nonna lo punge) Ahi! Ma cosa c'è?...
PAOLINA E' l'angioletto! Non le sembra di star commettendo qualche peccatuccio?
FABIANI Senta Paolina, lei mi piace. E non ci saranno né angeli né diavoli che mi impediranno di giungere a lei. Abbatterò ogni ostacolo anche suo marito!
PAOLINA Ostacolo? Giacomo?! Ma Giacomo non è un ostacolo... anzi, se mai, uno stimolo!... Se io non fossi sposata sarei così attraente ai suoi occhi con tante ragazze più belle, giovani e disponibili di me?... E non pensa che anch'io ‑ appunto perché sposata ‑ non potrei, io, vederla come un'avventura interessante?
FABIANI Ah... ma allora... Paolina!...
PAOLINA Eh eh eh! Non saltiamo subito alle conclusioni. Ho usato il condizionale. Quindi, da bravo, adesso ci salutiamo e non ci pensiamo più.
FABIANI Crudele!
PAOLINA Decisamente lei legge troppi fotoromanzi.
FABIANI Io non leggo mai fotoromanzi!
PAOLINA Allora ne legga qualcuno. Le farà bene. (invitandolo a uscire)
FABIANI Almeno accetti di venire a ballare...
PAOLINA Non so ballare.
FABIANI A cena...
PAOLINA Non ho il vestito adatto.
FABIANI I1 vestito non è una scusa sufficiente...
PAOLINA Sono stanca.
FABIANI Non le credo!
GIACOMO (da fuori cercando di aprire la porta) Com'è che non si apre?! In questo albergo non funzionano neanche le porte!?
PAOLINA Giacomo?!
GIACOMO (da fuori) Paolina!
PAOLINA Arrivo! Un attimo. Sono in bagno! (a Fabiani) Si nasconda! Presto!
FABIANI Perché?
PAOLINA Non voglio che Giacomo la trovi qui...
FABIANI Io non ho paura!
GIACOMO (da fuori) Paolina, porca... vuoi venire ad aprirmi o devo sfondare la porta?
PAOLINA Arrivo!... (a Fabiani) Guardi che è capace di alzare le mani!
FABIANI Io non ho paura!
PAOLINA Ma io sì! Si nasconda! (alla porta) Un attimo di pazienza ancora, caro! (a Fabiani che cerca di aprire il baule della nonna) No, non lì! (apre l'armadio di destra) Qua! (apre il baule e ne estrae la nonna) E voi mamma... ssst!... Non fiatate!
GIACOMO (da fuori spazientito) Paolinaa!! (picchia sulla porta)
PAOLINA (apre) Eccomi! E non urlare tanto, ci facciamo compatire da tutto l'albergo!
GIACOMO (entra con una tuta da lavoro in mano) Perché hai chiuso la porta?
PAOLINA Io non ho chiuso!
GIACOMO E allora perché era chiuso?
PAOLINA Dall'esterno ci vuole la chiave!
GIACOMO (alla nonna che cerca di attirare la sua attenzione) No mamma, adesso non ho tempo! (a Paolina) Non le hai dato da mangiare? (va in camera da letto mentre Paolina cerca di calmare la nonna) In questo albergo hanno un impianto idraulico che fa pietà... la caldaia dell'acqua calda ha una resa del 10%... i tubi sono tutti intasati... spendono un capitale per avere dell'acqua fredda!... Un impianto centralizzato che avrà un secolo!... Non parliamo poi dei rubinetti e dei sanitari... li hai visti anche tu... più scadenti di questi sono solo quelli della Ditta Klinker e C.!... sì, quelli del tuo amico... (Paolina intanto ha rimesso la nonna dentro il baule e, con mille precauzioni, fatto uscire dall'armadio, Fabiani) Ah, l'ho visto prima per le scale... Ehi! Non sarà mica venuto qui!
PAOLINA No no!... Qui non s'è visto...
GIACOMO Mi sono accorto come ti guarda! Non vorrei venisse a fare il pappagallo!
PAOLINA (fingendo incredulità) Il dottor Fabiani?
GIACOMO Sì, dottore!... E' un imbecille! (Fabiani che stava per uscire è colpita come da una mazzata) Spaccia la sua pessima terracotta per porcellana e crede che la gente sia tanto tonta da non accorgersene!... Sarà venuto a vendere i suoi orrendi bidè rosa!...
PAOLINA (cercando di rimediare e di far uscire Fabiani che è rimasto come paralizzato) Ma Giacomo... non ti ho mai visto così nervoso!...
GIACOMO (sempre dalla camera) Nervoso io? Sono calmissimo!
PAOLINA Non ti ho mai sentito parlare così del dottor Fabiani!... Tu che lo stimi tanto!
GIACOMO Chi?! Io?! Quel verme?! Questa è bella! Ma se ho sempre detto che è un pallone gonfiato, incompetente, ladro e per giunta becco!
PAOLINA (al colmo dell'imbarazzo mentre Fabiani si contorce come sotto i colpi di un pesante maglio) Ma caro!...
GIACOMO Becco! Sì, becco! Sua moglie, quella tr...
PAOLINA (copre con la sua voce quella di Giacomo) Giacomo!
GIACOMO ... se la fa con il titolare, e lui lo mandano in giro per il mondo a vendere i bidè! (ride di gusto)
PAOLINA (a Fabiani che si è accasciato su una sedia mentre la nonna esulta) Mi dispiace... è fuori di sè... non so come...
FABIANI (rialzandosi) Se questi sono i complimenti squisiti, me ne vado prima che si passi agli insulti.
PAOLINA (aprendo la porta) Sì... vada... vada...
FABIANI (sulla porta) Alle nove passo a prenderla...
PAOLINA (lo spinge fuori) Vada!...
GIACOMO (entra in tuta) Cosa stai facendo?
PAOLINA (che ha appena richiuso la porta) Io?... Niente!
GIACOMO Come niente?
PAOLINA Controllavo la serratura... ma è come dicevo io... si apre solo dall'interno (esce un attimo e non vede come è vestito Giacomo)
GIACOMO Hai deciso di far morire soffocata mia madre! (apre il baule e tira fuori la nonna che cerca disperatamente di comunicare con il figlio) Adesso ti portano da mangiare, mamma! Su con la vita! Sei in vacanza!... Cosa c'è? (la nonna indica Paolina e mostra le corna) Cosa?... Paolina ha visto dei cervi dalla finestra?... No?... Degli stambecchi... Adesso non ho tempo. Scrivi, scrivi...
PAOLINA (che è rientrata) La lavagnetta ce la siamo dimenticata.... Giacomo?!
GIACOMO Cosa c'è?
PAOLINA Ti sei messo la tuta?!
GIACOMO (rifacendola) Ti sei messo la tuta?! Mi devo mettere i vestiti della domenica per riparare la caldaia?
PAOLINA Riparare la caldaia? Quale caldaia?
GIACOMO Quella dell'acqua calda dell'albergo.
PAOLINA Riparare la caldaia?! Giacomo!... Siamo in vacanza!
GIACOMO Tu sei in vacanza, la mamma è in vacanza, le bambine ‑quando arriveranno ‑ saranno in vacanza. La famiglia è in vacanza!
PAOLINA Perché tu non fai parte della famiglia?
GIACOMO Qualcuno deve pur guadagnare le lire che la famiglia spende per andare in vacanza!
PAOLINA Sai benissimo che non è vero! Non c'è bisogno che tu lavori anche quassù! Con quello che guadagni puoi permetterti di fare tre mesi di vacanza all'anno!
GIACOMO Vuoi smetterla di dirmi quello che devo o non devo fare?
PAOLINA Non ti sto dicendo quello che devi o non devi fare. Cerco solo di farti ragionare.
GIACOMO Grazie! Ragiono benissimo con la mia testa. Anche se non ho studiato come te!
PAOLINA Vuoi ascoltarmi?
GIACOMO Non ho tempo di ascoltare le tue chiacchiere!
PAOLINA E invece ti siedi e mi ascolti! (lo spinge a sedere) Ne ho le scatole piene! Capito? Piene! Di aspettare rimandando da un giorno all'altro, di averti a mia disposizione per quindici giorni... una settimana. Una settimana!... Una settimana all'anno, durante la quale parlare, ridere, fare l'amore... senza orologio, senza telefono, senza lavoro! Soli, io e te!... Lo so, lo so... ti chiedo troppo! Tu lavori anche per me, hai due figlie una all'università, l'altra al liceo... hai una madre da mantenere... le tasse! (rubando la parola a Giacomo che cerca di intervenire) Lo so da me! me l' hai già detto!... Eppure sai benissimo che non hai bisogno di lavorare tanto!... Ah! Credi che mi interessino i milioni che metti da parte? Pensi che io pensi "Sono sua moglie... sono anche i miei!"... Invece no! Non mi interessa! Se il conto in banca cresce ogni giorno, non mi interessa!... (l'ultima frase è urlata) Sono due anni ‑ da quando ho avuto la malaugurata idea di sposarti ‑ che mi ignori!... Almeno prima ‑ non dico molto ‑ un paio d'ore ogni due giorni – week-end compresi ‑ per me le trovavi... un po' mi dovevi corteggiare, se poi volevi... Ma anche allora, ricordo, c'era sempre poco tempo... ‑ Una volta sposati ‑ dicevi... Una volta sposati?!... Via, più veloci della luce!... Anche a letto ‑ quando capita!... E in prima riga? Il lavoro e poi il lavoro e poi il lavoro!... Perpetuamente il lavoro!
GIACOMO (si alza spazientito) Hai finito?
PAOLINA (lo ricaccia a sedere) No! Ce n'è ancora! Vedi... sono realista. Non credevo, quando siamo partiti, che avremmo fatto tutti i quindici giorni di vacanza... Che vuoi con la mamma, le ragazze... mi sarei accontentata di tre, quattro giorni!... Ma almeno stasera, la prima sera ‑ dico ‑ mi porterà fuori... a cena, a ballare, a passeggio.... vuol risparmiare? Toh, a prendere un bicchiere di neve fresca nel parco dell'Hotel!... E invece cosa fa? Si mette la tuta! Non è ancora arrivato e ha già trovato lavoro. E poi dicono che c'è la disoccupazione! (non sa se ridere o piangere per la battuta).
GIACOMO (si rialza) Hai finito?
PAOLINA Sì, adesso ho finito! (siede)
GIACOMO L'impianto dell'acqua calda ‑ hai visto anche tu ‑ non funziona... e forse sono l'unico in grado di rimetterlo in sesto. Il direttore è il Presidente degli albergatori della valle e mi diceva che tutti i vecchi alberghi sono così sistemati. Se gli faccio questo favore forse mi becco un contratto di ristrutturazione degli impianti, non solo di questo ma di parecchi altri alberghi... e tu vuoi, per un tuo capriccio...
PAOLINA Hai ragione è un mio capriccio! Passo la vita a furia di capricci! Voglio mio marito per una settimana all'anno? Un capriccio!... Senza la mamma ‑ (alla nonna che ha assistito interessatissima alla scena) scusate mamma ‑ e le figlie intorno? Altro capriccio!... La luna di miele? Capriccio, capriccio, capriccio! Adesso capisco com'è morta la tua prima moglie anche lei a furia di capricci!
GIACOMO Per favore non tocchiamo questo tasto!... Che se c'era una donna calma e paziente!
PAOLINA Adesso ‑ dov'è ‑ è calmissima! Perché non te la riprendi!
GIACOMO Smettila! Vuoi andare a ballare? Vacci! Fra un po' arrivano le bambine... vacci con loro!
PAOLINA Io a ballare ci vado con chi mi pare!
GIACOMO Questo resta da vedere!
PAOLINA Scommettiamo?
GIACOMO Tu ‑ da sola ‑ di qui non ti muovi!
PAOLINA E invece io ci vado. Sono venuta in vacanza e intendo divertirmi, con o senza di te!... Guarda, anche a costo di andarci con Fabiani...
GIACOMO Con Fabiani? Provaci! (esce sbattendo la porta)
PAOLINA (in corridoio) Ci vado a ballare! Ci vado! Ci vado!... E forse non solo a ballare!... (rientra. Alla nonna che cerca di attirare la sua attenzione) E' inutile che protestiate! Non ne posso più!... Sono stanca di essere trattata peggio di una nullità!... Non mi approvate? Non me ne importa niente! Tanto a lui non importa un tubo di me! Anzi, a lui, gli importa più di un tubo che di me! (bussano) Chi è?
1° CAM. (da fuori) Il consommè, signora.
PAOLINA Un momento. (Sposta la nonna in modo che non sia visibile dalla porta e apre) Dia pure a me, grazie. (Richiude la porta e prepara la nonna per la cena e l'assiste) Ecco mamma, così... state attenta... scotta... (la nonna è agitata) no no, non vi preoccupate... gli altri uomini non mi interessano... sì, è solo Giacomo... purtroppo!... Che mi piace.... Ecco, così... però se voi nella vostra vita avete sopportato, io ‑ nella mia ‑ non sono disposta a sopportare... io, il mio spazio lo voglio... e voglio che un po' del suo tempo lo dedichi a me... non ho ragione? (la nonna approva) Avanti... su... un altro cucchiaio... Mi ha sposata?... E allora fa anche il marito!... E' buono vero? (bussano) Chi è?
GIULIA (da fuori) Sono Giulia... Siamo arrivate!... (Paolina apre la porta) Eccomi qua! Ciao Paolina!... (si baciano) Dov'è papa?
PAOLINA Non c'è.
GIULIA Bene. (Alla porta) Sergino, puoi entrare!
PAOLINA Sergino? E Marina?
GIULIA (Sergio entra) Non è venuta. Ha detto ‑ Un'occasione come questa per stare un po' in pace, dove la trovo? ‑Così sono venuta con lui... (a Sergio) Avanti, presentati! E' un po' timido.
SERGIO Buona sera signora. Sergio Crementi.
GIULIA Ma che Sergio! Sergino! Sergino!
SERGIO Veramente io mi chiamo Sergio.
GIULIA Oh, non discutere anche su questo. E non stare lì impalato. (piano a Paolina) Ti piace?
PAOLINA (piano a Giulia) Complimenti. (Forte) Non hai valigie? (Torna a finire di accudire alla nonna).
GIULIA Sono in macchina.
PAOLINA Hai ragione. Se ti avessero visto passare. Mando subito a prenderle.
GIULIA Non crederai mica che dorma qui con voi?
PAOLINA Ah, no?
GIULIA Io e Sergino prendiamo un'altra camera.
PAOLINA Da soli?!
GIULIA Sicuro, da soli. Sono maggiorenne, no?
SERGIO Veramente Giulia, non mi sembra opportuno che tu e io...
GIULIA Ehi, i patti erano chiari! Non vorrai cambiare le carte in tavola. Tu mi accompagni e facciamo il corso di sci assieme.
SERGIO Eravamo d'accordo per il corso di sci, ma dormire nella stessa stanza d'albergo...
GIULIA Quello era sottinteso!... Non aver paura, non ti tocco. Voglio solo compagnia.
PAOLINA Potresti prenderti la nonna...
GIULIA Eh?
PAOLINA Se vuoi compagnia, la nonna è disponibile...
GIULIA Non cercare di appiopparmi la nonna! Vi avevo detto di lasciarla a casa. Si prendeva un'infermiera! Avete voluto portarla? Adesso ci pensate voi! (allegra, alla nonna) Nonna!... Come stai?... Aspetta... (estrae una lavagnetta dalla borsa da viaggio) Guarda! Ti ho portato la tua lavagnetta!... L'avevi dimenticata eh?... Ma io penso sempre a te! (la bacia)
PAOLINA Vuoi dormire da sola... E a tuo padre come glielo dici?
GIULIA Non ti preoccupare. All'orso ci penso io!
PAOLINA E la camera? Come la paghi?
GIULIA Sergino?
SERGIO Non ho soldi a sufficienza... Mi avevi detto di non preoccuparmi...
GIULIA (a Paolina) Me li presti tu.
PAOLINA Io?! E tu credi che io possa disporre di tanti soldi?
GIULIA Eh! Ci vorrà tanto. Due o trecentomila per i primi giorni basteranno.
PAOLINA (prende il borsellino) Ecco mille... duemila... tremila... cinquecento... Tremilacinquecentoventilire! Tieni, per te mi sveno!
GIULIA (li prende) Grazie! Li chiederò a papà!
PAOLINA Guarda tuo padre potrà anche pagarti la camera, ma non ti darà mai il permesso di portarci Sergio e meno che mai pagherà l'albergo anche per lui!
GIULIA Non vorrai che dormiamo sul divanetto?!
PAOLINA No no. Sul divanetto ci sta la nonna!
GIULIA Ecco. Vedi che ci serve una camera?
SERGIO Io potrei dormire in macchina... e poi domani...
PAOLINA Sei tocco?! Ma lo sai che la notte ‑ qui ‑ va sotto zero?
SERGIO E se tornassimo a casa?
GIULIA Non se ne discute nemmeno. C'è un piccolo ostacolo da superare? Lo si supera! Paolina tu devi aiutarci!
PAOLINA E come?
GIULIA Chiedi tu i soldi a papà per me!
PAOLINA Io??!
GIULIA Dai, non fare l'usuraia. Tu e papà ‑ qua ‑ siete in luna di miele... Non ti ci vorrà molto a scucirgli qualche centomila. Gli dici che vuoi stare sola con lui, che noi potremmo prendere un'altra camera...
PAOLINA Tu e Sergio?
GIULIA Sergino non esiste! Io sono qui con Marina.
PAOLINA Marina eh? E quando tuo padre vedrà che non è lei? Potrebbe notare la differenza!
GIULIA Se prendiamo un'altra camera non si accorgerà nemmeno che Marina non c'è.
PAOLINA Di questo sono sicura!
GIULIA Vedi? E' così distratto per certe cose. E poi gli dici che per lasciarvi soli, siamo disposte ‑ io e Marina ‑a prenderci anche la nonna...
PAOLINA Davvero?
GIULIA Ma no, naturalmente!... Dicevo per trovarti degli argomenti... E poi puoi addolcirlo... tu sai come prenderlo... sei la sua preferita! Dai, a buon rendere...
PAOLINA Lo sai dove si trova in questo momento tuo padre? Ad aggiustare l'impianto idraulico dell'albergo!... Posso addolcirlo!... Ha preferito la caldaia a gasolio a me! Raccomandati a lei se vuoi ‑ perché lo sai cosa faccio io, adesso? Io adesso faccio quello che stavo per fare prima che entraste voi mi preparo e vado a ballare; perché ‑ guarda caso ‑ c'è ancora qualche uomo a cui piaccio! Eh, sì! E lo sai cosa faccio ‑ ancora ‑ se mi va? Questa sera metto a tuo padre e mio marito un paio di corna imponenti e ramificate come un traliccio dell'alta tensione!
GIULIA Ok ok ok! Non ne parliamo più! Mi arrangio, mi arrangio!
PAOLINA Ecco, brava! Io vado a farmi una doccia per vedere se mi calmo un po' i nervi! Con permesso! (va in bagno)
GIULIA Che bisogno c'era d'arrabbiarsi tanto io non capisco. In fondo se l'è sposato lei, papà!... Ed era ben grandicella! Che bisogno aveva di prendersela con me!
SERGIO Se consideriamo le cose dal suo punto di vista, non ha tutti i torti. Arriviamo all'improvviso e pretendiamo che lei ‑ con i suoi problemi ‑ si occupi di noi, dei nostri!
GIULIA Io non ho preteso niente! Chiedevo... Uff! Mi fai una rabbia quando mi contraddici!... Bastava semplicemente che ‑ con garbo ‑ mi dicesse quello che mi ha detto da arrabbiata... non vorrai mica che stanotte dormiamo, qui, per terra!... Oh, insomma! Adesso io vado a prenotare una camera e poi... vedremo chi la paga! (Dal bagno si sente scrosciare la doccia)
SERGIO Aspetta... vengo con te!
GIULIA No. Tu resti qui!
SERGIO Perché?
GIULIA Sei stanco! Devi riposare!
SERGIO Ma no...
GIULIA Perché devi discutere sempre tutto? Hai guidato per tutto il viaggio? Ci sono cinquecento chilometri da casa fin qui? Allora non puoi non essere stanco!
SERGIO Se arriva tuo padre...
GIULIA Gli dici che mi... anzi che ‑ ci ‑ hai accompagnato gratis!... Ti sarà molto riconoscente! E poi, mi arrangio io? Arrangiati anche tu!
SERGIO Senti Giulia .. scusa... parliamo un momento. Mi sembra che tu sia un po' agitata... forse il viaggio... la stanchezza.... Hai ragione quando dici che se ci sono ostacoli bisogna superarli. Ma bisogna vedere quali ostacoli e se ne vale la pena.... Forse se io ritorno a casa è meglio per tutti. Quindici giorni di distacco non sono poi la fine del mondo. I soldi per pagarmi la vacanza non li ho; tuo padre ‑ hai sentito ‑ non ce li darà mai, e poi... io non sono abituato a sotterfugi...
GIULIA Hai finito di dire scemate?
SERGIO Volevo solo cercare di farti capire...
GIULIA Non c'è niente da capire! Abbiamo deciso di fare questa vacanza e abbiamo deciso di farla assieme! E basta! (si avvicina alla porta del bagno) Paolina... io vado a prenotare una camera!...
PAOLINA (dal bagno) Fai come credi...
GIULIA Sergino resta. E' stanco e voglio che si riposi... (a Sergio che vorrebbe negare) Sei stanco! E se non ti senti stanco, tieni compagnia alla nonna! (esce)
SERGIO (siede sul divano. Dal bagno la doccia cessa di scrosciare. La nonna lo fissa insistentemente. Imbarazzo) Buona sera, signora... mi scusi se non mi sono presentato prima... mi chiamo Sergio... (la nonna scrive sulla lavagna) si vede un bel panorama qui... siamo proprio in faccia al Cervino... questo èil lato più bello... (la nonna ha scritto "VIENI QUI!" e lo mostra) Ha bisogno di qualcosa? (Si avvicina e si china su di lei) Ecco, mi dica... (la nonna gli prende un orecchio) Guardi che si è attaccata all'orecchio... Ahi! Mi fa male!... Lo lasci andare!... Ahi!... Per favore me lo vuole lasciare andare?... La prego... (la stretta lo fa inginocchiare) mi fa male... mi lasci, sia gentile, milasci...
PAOLINA (entra in accappatoio) Mamma!... Lasciatelo, lasciatelo! E' buono! E' buono! (la nonna lo lascia. Sergio tenendosi l'orecchio va a sedersi sul divano) Oh, mi dispiace, mi dispiace... ma con il trambusto di prima non l'ho avvisata della mamma acchiappa per le orecchie tutti gli uomini che le capitano a tiro. Da giovane era maestra!
SERGIO Me ne sono accorto.
PAOLINA Che era maestra?
SERGIO No, che acchiappa per le orecchie.
PAOLINA Faccia vedere.... Niente, niente è solo un po' strapazzata.... Del resto... lei è abituato a farsi strapazzare...
SERGIO Io... strapazzare?...
PAOLINA Si sentiva anche sotto la doccia...
SERGIO Ah, dice per prima, con Giulia?... Sì, è un po' impulsiva... forse è stanca per il viaggio abbiamo fatto cinquecento chilometri.... E poi, mi piace proprio per questo suo modo sbrigativo di fare. Con lei non ci si annoia mai!
PAOLINA Contento lei!... Perché mi guarda così?
SERGIO Lei è giovane e bella.
PAOLINA Grazie.
SERGIO E' la verità!... Pensavo ai genitori di Giulia venendo su e non mi aspettavo sua madre così... pensavo ad una signora cinquantenne, taglia forte, autoritaria e un po... aggressiva..
PAOLINA Come la figlia! Giulia non le ha parlato molto della sua famiglia.
SERGIO Quando siamo assieme non c'è mai tempo per chiacchierare. Non so come dire... parliamo... ma a lei piace più fare, anche quando parla!... Usa le parole come cose... non ha tempo per raccontare... non so se mi sono spiegato.
PAOLINA Si è spiegato benissimo. No, non l'ho avuta quando andavo alle elementari. Sono solo la sua matrigna. La matrigna cattiva! Vuole qualcosa da bere?
SERGIO Un po' d'acqua, grazie.
PAOLINA Solo acqua?
SERGIO Solo.
PAOLINA (lo serve) Come ha conosciuto Giulia?
SERGIO A dire la verità è lei che ha conosciuto me. Lavoravo da appena tre giorni in uno studio tecnico di fronte al liceo. La finestra del mio ufficio è proprio dirimpetto a una di quelle della classe di Giulia. Lei mi ha visto. Mi ha abbordato all'uscita del lavoro; è salita in macchina; ha voluto che l'accompagnassi fin sotto casa e mi ha invitato a una festa per la domenica dopo. Ho accettato... ed eccomi qua.
PAOLINA Un colpo di fulmine!
SERGIO Non so. Certo mi è piaciuta subito... E' successo esattamente come ho sempre pensato dovesse accadere... al contrario! Lavorando di fronte al liceo; uscendo alla stessa ora delle studentesse; ho subito immaginato di abbordarne una... invitarla a una passeggiata.... Se l'avessi vista e mi fosse piaciuta io avrei dovuto abbordare Giulia... io invitarla...
PAOLINA Giulia non le piace?
SERGIO Mi piace moltissimo. Ma in quell'orgia di visi, gambe, gonne, capelli, non l'avevo notata.
PAOLINA Ci sono solo ragazze in quel liceo?
SERGIO I ragazzi non contano. Sono come i neutroni di un nucleo, fanno massa. Solo le ragazze hanno carica.
PAOLINA Ah!...
SERGIO Da quando ho conosciuto Giulia anche le altre ragazze sono diventate massa. C'è rimasto un solo protone ed un solo elettrone lei e io!
PAOLINA Allora tutto è fatto. I1 sole può splendere!
SERGIO Questo è quello che vedo io? Ma Giulia, cosa vede?... Io so perché lei mi piace. Ma non capisco ancora perché io piaccio a lei... perché lei abbia scelto me. In base a quale certezza, per quale ragione...
PAOLINA Pensi che tutto ciò che avviene tra un uomo e una donna debba essere per forza spiegato per assiomi? Che non ci siano motivi inconsci o spinte irrazionali che guidano verso una scelta?... Se ti ha scelto significa che le piaci.
SERGIO Le piaccio? E' troppo generico... Prima ho detto che con lei non mi annoio mai. E' vero... con lei mi preoccupo!... Sono sempre più in ansia... sempre più spesso mi accorgo che lei si irrigidisce su certe scelte... in certi atteggiamenti... e non so fino a che punto posso e debbo contrastarli.
PAOLINA Attenzione! Giulia sta occupando tutto il tuo territorio!
SERGIO Territorio?
PAOLINA Sì, e ne sta fissando i confini.... Non trova contrasti? Si fa sempre più ardita... Vuole le cose solo a modo suo! Vero?
SERGIO Le prime volte non mi sembrava il caso di mettermi a discutere; anzi, mi piaceva concederle ‑ così credevo ‑ di essere tanto invadente... ora, lo confesso, ho paura...
PAOLINA Paura di cosa?
SERGIO Paura di irritarla... paura che si stanchi di me... che mi lasci...
PAOLINA Non devi aver paura. Non puoi continuare ad averne. Giulia è come suo padre va contrastata! Guai!... Vedi, ogni essere vivente ha bisogno di uno spazio fisico... di un territorio, per vivere. Sono territori di caccia di cui si è padroni e che si difendono contro tutti gli invasori. A costo della vita!... Noi, esseri umani, abbiamo bisogno anche di uno spazio psicologico... il problema si pone quando due esseri umani si incontrano i loro universi psicologici entrano in contatto ed inizia il conflitto...
SERGIO Quale conflitto?...
PAOLINA L'uno invade lo spazio dell'altro e cerca di ridefinirlo... di colonizzarlo secondo i suoi princìpi, le sue idee, le sue convinzioni... Vuole che l'altro faccia ciò che vuole lui!
SERGIO Eh già...
PAOLINA Se non trova resistenza, dopo poco tempo avrà ridotto il territorio altrui e lo avrà piegato al suo disegno...
SERGIO Allora questo vuol dire che...
PAOLINA Se lascerai che Giulia detti solo le sue leggi tu, domani, non avrai più un territorio tuo!... Sarai un oggetto nel suo!... Ecco perché devi contrastarla!... Non devi permetterle di giungere a tanto perché... perché il risultato sarà proprio quello che tu credi di evitare ‑ adesso ‑ lasciandola fare per paura! Ti abbandonerà!
SERGIO Ma se la contrasto lei potrebbe lasciarmi ora.
PAOLINA Giulia?! Non ti ha scelto? Non ti preoccupare . In ogni caso è un rischio che devi correre. E' solo avendo un territorio tuo e tabù che sei interessante per gli altri... (bussano) chi è?
1° CAM. (da fuori) Un pacco per lei, signora.
PAOLINA Un momento. (a Sergio) Porta di là la mamma, per favore. E' in incognito. (Sergio esegue. Paolina apre la porta) Avanti!
1° CAM. (entra con un mazzo di fiori ed uno scatolone) Per lei, signora.
PAOLINA Posi pure sul tavolo, grazie. (il cameriere esegue e se ne va. Paolina prende il mazzo dei fiori in mano... trova il biglietto. Lo legge) No! Non è possibile!... Non è possibile! (lo rilegge. Poi in preda ad una crescente agitazione apre il pacco e ne estrae un abito da sera) Whow! Che magnifico!... E' troppo bello! E troppo bello per essere vero!... Sergio, puoi tornare con la mamma...
SERGIO (rientrando ed evitando un ennesimo tentativo della nonna di acchiappargli le orecchie) Buone notizie?
PAOLINA Buonissime! (mostrando abito e fiori) E' Giacomo! Stiamo ridefinendo!... Stiamo ricolonizzando! Questa sarà una settimana di caccia grossa!...
GIULIA (da fuori, bussando) Paolina! Apri, presto!
PAOLINA Eccomi... (esegue)
GIULIA (entrando) Ho visto papà!
PAOLINA Ti ha dato i soldi?
GIULIA Sì, i soldi! E' arrabbiatissimo! Ha saputo che sono venuta su con lui...
PAOLINA Ha saputo? Come?
GIULIA Gliel'ho detto io!
PAOLINA Astuta come una faina!
GIULIA Mi sembrava di buon umore! E invece si è infuriato!... Presto Sergino! Devi sparire!... Dobbiamo sparire! Lontano dagli occhi, lontano dal cuore e dai fulmini di papà! Vieni!...
PAOLINA Dove vuoi andare?
GIULIA Non lo so. Via da questo appartamento, via da questo albergo fintanto che la bestia non si sarà calmata.
PAOLINA Eh, adesso... non giudicare male tuo padre. Sarà un po' bisbetico ma in fondo ha un cuore d'oro! (le dà il biglietto) Leggi!
GIULIA (legge) "Qualsiasi lavoro non può essere più importante di chi si ama"... Beh?
PAOLINA (mostra abito e fiori) Guarda!... E' stato lui! Me li ha regalati lui!
GIULIA Papà?!
PAOLINA Papà!
GIULIA E cosa te lo fa pensare?
PAOLINA Il biglietto! Si è accorto di avermi trascurata... In fondo è un angelo!
GIULIA Sì, con il forcone!
PAOLINA Ma non capisci? Se tuo padre mi ha fatto un regalo significa che è di buon umore e se è di buon umore significa che se io non faccio l'arpia ‑ poi lui sgancia le lire per pagare il vostro hotel!
GIULIA Lo faresti davvero?
PAOLINA Certo che lo farò!
GIULIA Allora l'angelo sei tu! Ti voglio così bene, in certi momenti!.. (la bacia, poi a Sergio) Via, adesso! Sparire! (apre la porta ma la richiude immediatamente) Sta arrivando!... Andiamo di là! (corre verso la camera da letto) No!... In bagno!... Paolina... dove ci nascondiamo?
PAOLINA (apre la porta dell'armadio) Qua, presto! Il posto più ovvio è sempre il migliore! (Giulia spinge Sergio nell'armadio, poi si nasconde nell'altro sotto lo sguardo divertitissimo della nonna) Io vado a cambiarmi. Non vi preoccupate, ve lo porto via subito! E voi mamma... ssst! (apre la porta esterna e va in camera da letto. Un attimo di pausa poi si sente bussare discretamente. Nessuno risponde. La porta si socchiude e appare la testa di Fabiani.)
FABIANI E' permesso? (vede la nonna e crede di aver sbagliato camera) Oh, scusate!... (scompare per riapparire dopo un attimo) Scusate, signora... (nota scatola e fiori sul tavolo) la signora Paolina... c'è? (immediata antipatia reciproca - la nonna lo guarda con interesse poi gli mostra la lavagnetta dove è ancora scritto "VIENI QUI!"`) Sì, mi dica... (si avvicina, si abbassa per ascoltare e la nonna svelta lo acchiappa per un orecchio) Ah! Ma cosa fa? Mi lasci!... Mi lasci le dico! Mi fa male! Ahiai! Lei non sa chi sono io!... Aiuto!... Qualcuno mi aiuti! E' matta!... Ahia!
PAOLINA (rientra. Ha indosso l'abito da sera) Fabiani?!... (ride)
FABIANI Mi liberi, la prego!
PAOLINA Mamma! Lo lasci, lo lasci! E' buono. E' buono! (la nonna lo lascia e Fabiani si massaggia l'orecchio strapazzato) Fa male?
FABIANI Insopportabile!
PAOLINA Mi spiace. La mamma è una specialista! Cosa ci fa lei qui?
FABIANI Sono venuto a prenderla per la cena. (nota l'abito)
PAOLINA Che peccato, troppo tardi! Sono già stata invitata!
FABIANI Da chi?
PAOLINA Da un uomo affascinante!
FABIANI Non scherzi. Non merita tanto quell'uomo!
PAOLINA Merita!... Merita!... (gira su se stessa mostrando il vestito) Non ha visto?
FABIANI E come!
PAOLINA Non lo trova splendido?
FABIANI Non è l'abito splendido! E' chi l'indossa!
PAOLINA Fabiani! Non ricominci!
FABIANI Non capisco...
PAOLINA L'uomo che mi ha regalato questo abito è quello che verrà a cena con me stasera. Chiaro?
FABIANI Chiaro, chiarissimo. La donna che verrà con me a cena faccia pure con comodo io l'aspetto qui! (guarda la nonna) Lontano da lei!
PAOLINA No no. Lei adesso da bravo se ne va. Non vorrà farsi trovare qui quando lui arriverà!... (gli apre la porta) Su, avanti...
FABIANI (credendo a un gioco) D'accordo, Fabiani esce da questa porta per lasciare il posto a lui! Che pazza che è, Paolina! (esce)
PAOLINA Oh, era ora!
GIULIA (facendo capolino dall'armadio) Ah! Ah! Ah! L'aria si fa pesante!
PAOLINA Sì! E se arrivava Giacomo si faceva ancora più pesante! (bussano con decisione alla porta) E' lui! (Giulia richiude in fretta l'armadio dal quale stava per uscire. Paolina riapre la porta) Ancora lei?
FABIANI No, non sono io sono "lui"! (chiude la porta)
PAOLINA Oh, basta! Cosa si è messo in testa, le ho già detto e ripetuto che... (improvvisamente comprende) No!... Lei!...
FABIANI Qualsiasi lavoro non può essere mai più importante di chi si ama!! (abbraccia Paolina e... bussano alla porta)
GIACOMO Paolina!... E' sempre chiuso?
PAOLINA (come risvegliandosi improvvisamente) Giacomo!... (a Fabiani mentre cerca di far sparire i fiori e scatola) Si nasconda presto, si nasconda!
FABIANI Dove?
PAOLINA Nel baule! (a Giacomo) Un attimo!
FABIANI (il baule non lo convince. Apre l'armadio dove è Giulia...
GIULIA Aaah!
FABIANI (... lo richiude poi cerca di aprire quello di Sergio che resiste!)
GIACOMO (da fuori) Cosa succede?
PAOLINA Niente niente! Ho urtato un mobile! (a Fabiani spingendolo nel baule) Qui qui! Svelto!
GIACOMO Paolina! Porca... Vuoi aprire!
PAOLINA Arrivo arrivo!
FABIANI (entrando nel baule) Paolina, vi amo!
PAOLINA Buono! Buono! (chiude il baule e apre la porta) Scusami scusami... ero in bagno...
GIACOMO (entrando arrabbiatissimo) Ti è preso un attacco di dissenteria? Sei sempre in bagno!... Beh? Cosa fai lì impalata? Dov'è Giulia?
PAOLINA Giulia?.. Non...
GIACOMO Ah, neanche qui è venuta! Bene! Lo sai cosa hanno fatto le tue figlie? Marina è rimasta a casa e Giulia è venuta su col maschio!
PAOLINA Avrà fatto l'autostop... come avevi detto tu...
GIACOMO No no. Se l'è portato da casa! Dice che è il suo ragazzo! Capisci?
PAOLINA Beh? Che c'è di male? Avrà voluto presentartelo.
GIACOMO Prima di tutto quello farà bene a non comparirmi davanti! E poi, cosa crede? Crede ‑ per un passaggio ‑ di farsi una vacanza gratis e di scoparsi mia figlia?
PAOLINA Giacomo!
GIACOMO Ai miei tempi ho sempre pagato io e poi... andavo in bianco!... E lei? E' talmente scimunita che voleva che pagassi io.., anche per lui!
PAOLINA Calmati, calmati!
GIACOMO Tu ci pensi poco a tua figlia!
PAOLINA Ci penso poco! Sei tu che ne fai una tragedia. E' normale che alla sua età una ragazza si cerchi un ragazzo, anzi...
GIACOMO E' normale se lo decido io!... Hai ordinato la cena?
PAOLINA No.
GIACOMO Brava!
PAOLINA Io pensavo che stasera...
GIACOMO Ma come cavolo ti sei vestita? (va in camera da letto)
PAOLINA Non ci badare, è uno sbaglio!... Pensavo uscissimo stasera a cena! (apre a Giulia e Sergio invitandoli con i gesti ad uscire svelti, penserà a tutto lei!)
GIACOMO (da fuori) E tu per uscire con me ti vesti come una puttana?
PAOLINA Giacomo! (Giulia e Sergio escono)
GIACOMO (da fuori) E poi che cavolo vuoi uscire a fare? Per una volta che possiamo farci servire in camera...
PAOLINA Hai ragione. Ordiniamo la cena, mi tolgo subito questo orrendo abito, mettiamo a letto la mamma e poi ceniamo a lume di candela... io e te soli...
GIACOMO (comparendo per un attimo sulla porta) A lume di candela cenate tu e la mamma! Io devo finire... il bruciatore è ancora smontato.
PAOLINA Lascialo smontato! (apre il baule ed invita Fabiani ad uscire).
GIACOMO Non dire cretinate! Potrò lasciare senza acqua calda l'intero albergo? Devo finire. Tu ceni con la mamma e io mi farò un panino giù.
PAOLINA No. Tu stasera ceni con me! Sono io che ti ho sposato, non il bruciatore!
GIACOMO Per favore Paolina non ricominciare!
PAOLINA Io non ricomincio. Ti avviso! Se tu stasera non trovi un po' di tempo per me, io esco per conto mio! (Fabiani che stava per uscire si blocca).
GIACOMO No, tu non esci perché fra poco arriverà quella sciagurata di tua figlia e tu devi separarla da quel galletto! Devi cacciarlo via!... Ah, a proposito! Ho visto Fabiani prima, in corridoio, mi sono dovuto nascondere per evitarlo. Chissà dov'èra diretto... in abito scuro!
FABIANI (prende la mano di Paolina e la bacia sotto gli esterefatti della nonna)
PAOLINA Fabiani è un uomo molto elegante!
GIACOMO Sembrava un incrocio tra una cornacchia e un beccamorto!
FABIANI (prende la pelliccia di Paolina e gliela mette sulle spalle)
PAOLINA Fabiani è anche un uomo molto gentile!
GIACOMO Un pappagallo! Fa il cascamorto con tutte!
PAOLINA A una donna ‑ qualche volta ‑ può far piacere avere un corteggiatore! (prende di braccetto Fabiani mentre la nonna cancella affannosamente la lavagnetta)
GIACOMO Ma fammi il piacere! Sono, tutte cretinate! Robe da ragazzini! Come se la gente campasse di complimenti e riverenze... Di quattrini la gente campa! Di quattrini! Tutto tende al Dio Quattrino! Cosa credi? Fabiani corteggia te, ma il suo vero scopo è quello di vendere a me i suoi schifosi bidè rosa! E' tanto chiaro!... Ci pensavo prima mentre riparavo la caldaia... Mille bidè... ne avremo venduti si o no trecento... chissà che intorto deve aver fatto con la sua ditta... Paolina?... (si affaccia) Paolina! (vede la porta aperta) Dov'è? (la nonna indica "E' uscita") E' uscita? (la nonna mostra la lavagnetta "FABIANI") Con Fabiani?! (vede il biglietto sul tavolo, lo legge) No!... (la nonna gira la lavagnetta " SEI BECCO!") Paolina?!... Paolina?! (esce di corsa).
SECONDO TEMPO
Stessa scena del primo atto. E' trascorsa appena una mezz'ora. Giacomo è uscito in cerca di Paolina e ha rinchiuso la nonna nel baule. Entra circospetta Marica, ha una chiave passepartout, abbigliamento provocante.
MARICA (guarda per l'appartamento, lasciando la porta esterna aperta) Nessuno? L'ora è questa... boh, sarà uscito. Aspetteremo. Intanto ripassiamo la parte. (si toglie la pelliccia, siede e dalla borsetta estrae una scheda) Dunque vediamo Nome... Professione... Età trentacinque anni... sarà vero? Io, non ho ancora incontrato un uomo che mi abbia detto la sua vera età... e poi dicono delle donne... Eh eh... Ma si scopre... poi, si scopre... alla prova dei fatti, si scopre. Vediamo ancora... Esigenze particolari "Ama molto l'inversione dei ruoli, gli piace essere aggredito dalla partner, magari di sorpresa come un animale della savana... Anche questo, nell'infanzia, ha avuto cattivi rapporti con la madre... Arrotiamoci le unghie e prepariamoci a fare la belva "madre". (siede per un po'. Si lima le unghie, canticchia, si ripassa il trucco, guarda l'ora) Se c'è una cosa che non sopporto sono i ritardatari e capitano tutti a me! (Si alza e va in bagno)
SERGIO (entra ha con se una valigia ingombrante e pesante) E' permesso? Giulia? Signora Paolina? Ecco, lo sapevo, non è neanche qui. E' un'ora che mi trascino questa valigia... E adesso?... Adesso l'aspetto. La miglior cosa quando due si cercano è che uno dei due si fermi ad aspettare l'altro così non si rincorrono all'infinito... già, ma se anche lei fa questo ragionamento e si ferma ad aspettare?... E se arriva suo padre e mi trova qui? Se arriva suo padre gli dico tutto... tutto... gli dico "Mi scusi, so che è contrario al nostro rapporto. Perché non trova giusto che sua figlia si scelga l'uomo adatto per lei? Se io fossi suo padre, non di lei, di lei... la lascerei fare... (Marica entra non vista) Non si stupisca. So esattamente cosa mi aspetto da lei. E lei sa esattamente cosa farà adesso lei mi aggredirà... ma io non mi lascio intimidire. Avanti mi aggredisca pure... si lanci su di me... su, cosa aspetta?... Avanti, so che non aspetta altro che mettermi le mani addosso! Non si faccia scrupoli anche se non mi conosce. Mi aggredisca, mi aggredisca! (Marica lo aggredisce alle spalle) Ehi, ma cosa c'è?... Aiuto!
MARICA Non aver paura cucciolone. Hai appena detto che non ti lasci intimidire...
SERGIO Signorina, ma cosa fa?
MARICA Dipende dai momenti. Adesso devo spogliare un uomo.
SERGIO Chi?!
MARICA Lei.
SERGIO Eh no, non è mica possibile?
MARICA E' possibilissimo. (gli toglie la giacca) Ehi, ma lei dimostra più giovane. Briccone! Ti sei cresciuto gli anni per sembrare più maturo. (gli toglie il maglione) Vieni, vieni dalla tua mammina, sarà una cosa divertentissima.
SERGIO Non può spogliarmi. ‑
MARICA Suvvia, sono pratica e poi non c'è niente di complicato. (gli toglie la camicia e attacca i pantaloni) Visto?
SERGIO Signorina si fermi, per favore.
MARICA Ma se ho appena cominciato.
SERGIO Si fermi la prego.
MARICA Qual 'è il problema?
SERGIO Il problema è che io non la conosco.
MARICA Impareremo a conoscerci presto. Una conoscenza biblica. Diamoci del tu intanto... (gli toglie la cintura dei pantaloni) O preferisci che ti frusti a sangue, prima!
SERGIO Ma insomma! Mi lasci stare! Cosa vuole, lei, da me?
MARICA Beh, mettiamola così, tu sei venuto a caccia qui ma hai chiesto di fare per un po' da cucciolo preda e io ti sto accontentando facendo la madre cacciatrice! Ah! (batte in giro la cintura)
SERGIO Si fermi un momento! Mi scusi ancora... ma... io non so nemmeno il suo nome.
MARICA Ah. già, è vero. Che sbadata! Un cacciatore ‑ alla preda ‑ dice sempre, prima di ucciderla, il suo nome ad alta voce. Sono Marica dea iperborea e... ipertesa!
SERGIO Piacere, Sergio.
MARICA E adesso che conosci il mio nome e abbiamo sbrigato i convenevoli, veniamo al dunque?
SERGIO Quale dunque?
MARICA Vuoi essere frustato?
SERGIO Fossi matto.
MARICA Va bene. (getta la cintura) Allora ti violento. Qui, sul divano. Ti va?
SERGIO Ma lei è matta! E' matta!
MARICA Ohe, bambino! Non offendiamo! Io sarò tutto, ma matta no! Io sono una professionista seria, cosa credi! E la scheda parla chiaro!
SERGIO Quale scheda?
MARICA Quella dell'agenzia.
SERGIO Quale agenzia?
MARICA Fai anche il finto tonto adesso? Va bene la finta ingenuità, va bene la finta aggressione... ma qui si sta superando ogni lecito limite. Non posso mica continuare senza un minimo di collaborazione. Ho anch'io un'anima!
SERGIO Non capisco.
MARICA (legge la scheda) Nome Fabiani, Professione...
SERGIO Io non mi chiamo Fabiani.
MARICA Come no.
SERGIO Mi chiamo Sergio.
MARICA Sergio Fabiani.
SERGIO No. Sergio Crementi.
MARICA Come Sergio Crementi, qui c'è scritto Giovanni Fabiani. Posso aver sbagliato il nome ma non anche il cognome!
SERGIO Lei non ha sbagliato nome.
MARICA Ho sbagliato persona!.... Ma come? Destinazione Grand Hotel ‑ Suite 43.
SERGIO La suite 43 è questa, ma io non sono Fabiani. Mi creda (le mostra la carta d'identità) Guardi Sergio Crementi. Non so com'è ma c'è stato un errore.
MARICA Lei non è Fabiani.
SERGIO Come può vedere...
MARICA Oh, mi scusi, mi scusi, mi scusi! (cerca di rivestirlo contribuendo ancora di più a strapazzarlo) Sprofonderei sotto terra dalla vergogna.
SERGIO Lasci stare, faccio da solo.
MARICA Oh povera me, cosa mi doveva capitare anche stasera.
SERGIO E perché?
MARICA Come perché? (Cercando di rimetterlo in ordine) Ma io l'ho aggredita e lei... lei, non era la persona giusta... Lo dicevo io, che era troppo giovane!... Oh, che vergogna! Che vergogna! E' come se mi trovassi... nuda tutta in un attimo, in piazza del Duomo.
SERGIO Ma lo sa che la sua à una mania? Prima voleva spogliare me e adesso...
MARICA E adesso sprofondo nella...
SERGIO Non mi sembra poi il caso di sprofondare tanto. Se ho ben capito, lei aveva un appuntamento con questo signore... diciamo, per affari di sesso.
MARICA E allora?
SERGIO Sprofondare mi sembra un po' fuori luogo.
MARICA Come fuori luogo? E' proprio insensibile lei! Cosa crede, perché io concedo, momentaneamente, la mia compagnia a persone scelte, badi bene, momentaneamente a persone scelte, che io non abbia pudore?
SERGIO No, non intendevo dire questo...
MARICA Eh sì invece che intendeva proprio dire questo. Glielo dico io cosa intendeva dire "Come può ‑ lei ‑ aver vergogna se fa il mestiere più antico del mondo!" Intendeva dire questo?
SERGIO Pressappoco...
MARICA Prima di tutto io rendo un servizio secondo la consueta formula della domanda e dell'offerta. Un servizio sociale altamente qualificato. E poi, cosa ne sa di me. (drammatica) Mettiamo che io sia una madre disperata che non ha altro modo per mantenere i suoi tre figli maschi? Sarebbe ancora così sicuro del suo giudizio? Eh?
SERGIO Un momento, lei però...
MARICA E se avessi una madre, una madre molto malata, tanto malata che per curarla dovessi farla operare in una clinica in Svizzera e mi volessero tanti soldi, in fretta, ma tanti da non saperli neanche contare. E se nonostante i miei tentativi per cercarli non mi fosse rimasto altro modo per procurarmeli. E mia madre che vuole vivere, vivere!...
SERGIO Ce l'ha?
MARICA Cosa?
SERGIO Una madre malata?
MARICA Dicevo così per dire. Però vede che sarebbe già disposto a mutare opinione?
SERGIO Beh, se avesse una madre... Ha ragione... le chiedo scusa.
MARICA (sorpresa) Si scusa? Beh, adesso non esageriamo...
SERGIO Sì, mi sono comportato in modo banale... diciamo stereotipato... però... però, ho almeno una scusante.
MARICA E quale?
SERGIO Li mi ha... (mima l'aggressione)
MARICA E' vero. Ha ragione anche lei. Lo conosce questo Fabiani?
SERGIO No.
MARICA Peccato, serata buca. A meno che...
SERGIO A meno che?
MARICA Dopo il dovere, il piacere. Lei mi è simpatico. Viene a ballare con me? Glielo chiedo senza fini mercenari. Viene?
SERGIO Volentieri, ma non posso.
MARICA Perché?
SERGIO Sono arrivato da poco con la mia ragazza.
MARICA (tra se) Ti pareva che così interessante fossa ancora libero?
SERGIO Come?
MARICA Niente, niente.
SERGIO Anzi, pensavo che lei fosse qui... devo correre a cercarla altrimenti starà in pensiero e poi non voglio trovarmi qui quando arriverà suo padre...
MARICA L'attuale inquilino dell'appartamento...
SERGIO Già, io mi troverei in non poco imbarazzo. Sa, il padre è una specie di orso e non vuole assolutamente che io frequenti sua figlia e sarebbe capacissimo di mettermi le mani addosso... Era a lui che ipoteticamente parlavo quando mi ha... prima...
MARICA Ah, era con lui.
SERGIO Già.
MARICA Ho capito. E meglio che togliamo le tende entrambi e in fretta... se no rischieremo di finire uno in galera e l'altro all'ospedale (la nonna batte all'armadio) Perché batte così?
SERGIO Io non batto.
MARICA E allora chi batte?
SERGIO Io pensavo fosse lei a battere. (la nonna apre lentamente il baule)
MARICA Oh, mio Dio, il baule si apre! Ah!...
SERGIO Non abbia paura! Ci sono qua io! Chiunque tu sia fatti avanti se hai del coraggio! (appare la mano della nonna che fa "cucù") E' la nonna! E' vero!
MARICA Ma è viva o è morta?
SERGIO E' viva, è viva.
MARICA Meno male. I morti mi fanno impressione.
SERGIO Nonna? Ma cosa ci fate dentro il baule? Su, su che adesso vi togliamo di qua... mi aiuti se non le dispiace. (alla nonna) Adesso vi metto vicino alla finestra ma state ferma. Giù le mani! Non mi fregate mica più... Ecco, piano... così... giù quelle mani!
MARICA (guarda la nonna) Mamma?!... Maaammaa!... (le due si riconoscono e si abbracciano) No, non è possibile! Mamma! Vi ricordate di me? Sono Marica. Sì? Oh, mamma...Ma cosa ci fate qua, dentro un baule? Oh che bella sorpresa... (a Sergio) Ma chi è l'inquilino di questo appartamento?
SERGIO Bersani...
MARICA Giacomo?
SERGIO Sì.
MARICA E' sarebbe lui l'orso? E' vostro figlio l'orso? Oddio, per le mani addosso è vero... Oh mio Dio... dopo tanto tempo... Eh mamma? Saranno tre anni... no quattro... (a Sergio) Da quanto siete su?
SERGIO Siamo arrivati oggi.
MARICA Ah, ecco perché non ho saputo niente! Beh, insomma, tra me e Giacomo, ci sono dei trascorsi, avrà già capito! Ma guarda... Eh no, adesso non me ne vado più. L'aspetto. (alla nonna) Gli facciamo una bella sorpresa, eh mamma? La serata non è mai persa con uno come Giacomo. Anzi, so come devo aspettarlo. Arrivederci Sergio, piacere di averla conosciuta (va in camera).
SERGIO Ma cosa fa?
MARICA Vada vada, non voglio farle perdere tempo. E poi qui diventerebbe di troppo.
SERGIO Ma è sicura...
MARICA Vada, vada... la sua ragazza l'aspetta. A proposito Giulia o Marina?
SERGIO Giulia.
MARICA Auguri. Mamma, mi raccomando silenzio! (la nonna fa "uno") Cosa? (nonna ripete “uno'') Ah, mi ricordo! Ecco le caramelle! (a Sergio) E' ancora qui lei? Vada, vada! (alla nonna) Sssst! (va in camera da letto)
SERGIO Si, forse ha ragione. Vado. Però vorrei avvisarla... (guarda dalla porta) Oddio sta arrivando! (cerca un posto dove nascondersi)
MARICA Cosa c'è ancora?
SERGIO Giacomo è sposato! (si nasconde nell'armadio con la valigia)
MARICA Cosa ha detto? Giacomo è suonato? (rientra è in vestaglia) Ehi, cosa ha detto? E' già andato via. Mah... (alla nonna) Voi avete capito che cosa ha detto? (Nonna "No". Rientra in camera)
GIACOMO (entra) Non li ho trovati da nessuna parte. Ah, ma questa me la paga. Io la sbatto fuori di casa con le figlie... no, le figlie sono le mie! Beh, io la sbatto fuori lo stesso! E voi cosa avete da guardare? Invece di stare lì seduta, non potevate fare qualcosa? Tentare di avvisarmi. Io smontavo la caldaia e quello intanto mi montava... Come avete fatto ad uscire dal baule? Chi è venuto? E tutte quelle caramelle chi ve le ha date? (gliele porta via non senza proteste) Date qua! Cos'è questo profumo? Mamma, non vi sarete mica messa il profumo anche voi!
MARICA (gli è arrivata alle spalle) Ciao cucciolone! Indovina chi c'è?
GIACOMO Ehi, cosa sono questi... Marica?!
MARICA Sìììì , sono io! (lo abbraccia. Giacomo è inebetito) Beh, non mi sparnazzi un po? Dì qualcosa! Beh, cos'è, non hai parole? Dai, vieni dalla tua passerottina, facciamo pigia pigia!... Guarda che sono io, non mi saluti nemmeno?
GIACOMO Ciao.
MARICA Ciao? Ciao?! Ma dì sei tutto li? Ciao? Sei Giacomo o il suo zombie?
GIACOMO Sono io, sono io.
MARICA E allora?
GIACOMO E allora cosa?
MARICA Cosa ti è successo!?
GIACOMO Niente.
MARICA Eh? Niente! No, a me non me la dai mica a bere. Tu, a me, come saluto, non mi hai mai detto ciao, come minimo una pacca sul di dietro, quando non c'era qualcosa di più eccitante. E adesso mi dici "ciao"! Eh no, caro mio, tu sei malato. Vero mamma? E' malato!
GIACOMO Se è per quello, peggio.
MARICA Come? (nonna sulla lavagnetta "Becco") Cosa?... Ti sei sposato!
GIACOMO Già.
MARICA E' incredibile. Ma tutti i tuoi discorsi sulla libertà, sull'indipendenza ritrovata, sulla monade viscerale... scusa ma... ma... allora ti sposavo io!
GIACOMO E invece mi sono sposato lei e poi ci sono anche innamorato... come ti sei vestita?
MARICA Mi sta bene, vero.
GIACOMO Vai a rivestirti.
MARICA Quattro anni fa mi avresti detto "Spogliati!". Il tono della voce uguale ad allora... è il resto che si è rovesciato. Vuoi un po' di coccole per vedere se ritorna dritto?
GIACOMO Cosa?
MARICA Il tuo modo di vedere le cose.
GIACOMO Non mi rompere le scatole.
MARICA Bella maniera di accogliere una compagna di viaggio con cui hai passato ore indimenticabili ‑ dico ‑ per entrambi.
GIACOMO Ma insomma! Ci mancavi solo tu a completare il quadro! Volete lasciarmi in pace? Cosa volete tutte da me! Tu, mia moglie, Giulia... e anche tu mamma! Vi ho portato in vacanza. (a Marica) No, tu no. E chi parla con te. (alla nonna) Non vi va bene? Allora tornatevene a casa! (alla nonna fa segno che è matto) Voi, mamma, a piedi tornate a casa. A piedi!... Un povero disgraziato avrà diritto di passare almeno quindici giorni della sua vita in santa pace?
MARICA Il mio cucciolone è arrabbiato? Su su, la tua passerottina adesso ti farà passare l'arrabbiatura. Hai litigato con tua moglie?
GIACOMO Non tocchiamo questo tasto per favore.
MARICA E allora non tocchiamo.
GIACOMO E invece voglio parlarne perché se non parlo io scoppio. Senti e dimmi se non ho ragione. Da quando mi sono sposato ho smesso con la vita che facevo prima e tu sai bene che vita facevo.
MARICA Niente più donne?!
GIACOMO Niente donne, niente pazzie, niente vita notturna, niente di niente. Mi sono sposato, ho messo la testa a posto. Solo casa e lavoro, lavoro e casa. Una donna non dovrebbe essere contenta di avere un marito così? Nossignori mia moglie non è contenta! L'ho portata anche quassù in vacanza per quindici giorni... Tu pensi che lei sia contenta? Nossignori e stasera poi, per farmi dispetto, è andata a ballare con Fabiani...
MARICA Fabiani?
GIACOMO Ma sì un lumacone di rappresentante che le fa il cascamorto.
MARICA Come hai detto che si chiama?
GIACOMO Fabiani, Giovanni Fabiani.
MARICA E' la mia preda!
GIACOMO Ma se quel verme si azzarda solo ad allungare un lurido dito su Paolina io gli faccio ingoiare tutti i suoi bidè rosa uno per uno!
MARICA Bidè rosa? Ma quanti ne ha?
GIACOMO Mille.
MARICA E' un eccentrico?
GIACOMO No, è un porco!
MARICA Eh no scusa, almeno lì, sarà pulito! Su su, adesso rilassati.
GIACOMO Rilassati un corno, anzi due corna!
MARICA Mi avevano detto che eri diventato un .orso, non ci volevo credere, ma se continui così...
GIACOMO E chi te l'ha detto?
MARICA Segreto professionale.
GIACOMO Giusto. E tu cosa ci fai qui, nel mio appartamento?
MARICA Io? Indovina? Ho saputo che sei arrivato oggi e sono venuta a salutarti.
GIACOMO E tu per salutarmi ti metti la vestaglia di mia moglie?
MARICA Ah, è di tua moglie... pensavo fosse di tua mamma...
GIACOMO Fai meno la spiritosa e non cominciare a raccontar balle come quando eravamo assieme...
MARICA Io?!
GIACOMO La santarellina. Adesso cosa ti sei messa a fare?
MARICA La cameriera.
GIACOMO E vai nelle stanze degli ospiti a metterti in vestaglia... Avanti, cambiati e sparisci.
MARICA Sei il massimo della cortesia. Sono quattro anni che non ci vediamo e la cosa più gentile che sai dirmi è sparisci!
GIACOMO Tu ci tieni alla tua pelle.
MARICA Che discorsi fai?
GIACOMO Se mia moglie ti trova qui, con la sua vestaglia addosso, della tua pelle ne fa un tappetino. Capito?
MARICA E va bene, me ne vado.
GIACOMO Guarda, sono così teso che...
MARICA Allora posso aiutarti...
GIACOMO Aiutarmi? A far cosa?
MARICA Ad abbassare tensione... io sono un ottimo rilassante...
GIACOMO Vai, vai, vai a cambiarti. A proposito, come hai fatto a entrare?
MARICA Mi meraviglio? Tutte le cameriere hanno il passepartout!
GIACOMO (apre l'armadio)
SERGIO Buona sera.
GIACOMO Buona sera. (chiude e poi riapre) E lei, cosa ci fa qui?
SERGIO Io? Eh eh...
GIACOMO Allora?
MARICA (che non si è mossa) E'... uno studente universitario.
GIACOMO Oh guarda? e tu lo conosci?
MARICA Sì. Ero appena entrataquando ha bussato e...
GIACOMO E ha affittato il mio armadio?
MARICA No, sta solo facendo una ricerca.
GIACOMO Ha perso qualcosa? Qui in questa camera?
MARICA No, sta facendo una ricerca, uno studio... è vero?
SERGIO Sì sì, uno studio...
GIACOMO Su che cosa? Sugli armadi?
MARICA No... sui graffiti d'albergo... E' vero?
SERGIO Sì, sì.
MARICA E ce ne sono di interessantissimi specie dentro gli armadi a muro...
GIACOMO Voi due volete prendermi per il culo?
MARICA No, ma cosa pensi?
GIACOMO Penso a quella volta che trovai quel tipo in casa tua e me lo spacciasti per un cacciatore di tarme.
MARICA Ah, l'entomologo. Era un vero entomologo.
GIACOMO E cosa ci faceva nella tua camera da letto?
MARICA Ma dai, è passato tanto tempo e poi qui non siamo mica a casa mia.
GIACOMO Vai a cambiarti per favore (Marica va in camera) e lei si tolga dai piedi e ringrazi, per la sua salvezza, la lingua di quella là. Neanche un momento è capace di stare senza, anche mentre lavora se li tira dietro! E voleva che io la sposassi?!
SERGIO (che fino ad allora ha tentato di farsi coraggio e diparlare) Senta, signor Bersani, io...
GIACOMO Ha qualcosa da dire?
SERGIO No no.
GIACOMO Allora, se ne vada! (Sergio accenna a prendere la valigia ma poi pensa che è meglio di no)
SERGIO Arrivederci.
GIACOMO Spero proprio di no! (Suona il telefono. Marica fa capolino e ascolta la telefonata, poi torna nella camera) Pronto?... Oh, Direttore... mi scusi... Certo che finisco di accomodarle il bruciatore. Ma scherzerà... sono un professionista serio sa io... vengo immediatamente! Ah, mi mandi una cameriera... per la mamma... (Marica va in camera) mia moglie... la chiamiamo mamma... Eh eh... un aiuto... anche metterla a letto... noooo... mia moglie è come dire... un po' depressa e non riesce a camminare bene, non parla... (alla nonna) Ssst... Zitta mamma, che ne sanno che tu non sei mia moglie! Insomma mi mandi una cameriera.(posa il ricevitore) Così almeno voi mamma, riposerete un po’! (a Marica) Ah, a proposito, tu non sei una cameriera? Allora metti a letto la mamma e se non ce la fai da sola, aspetta che arrivi la tua collega. (esce)
MARICA Va bene.
PAOLINA (Rientra Paolina) Oh, povera me, in che guaio mi sono cacciata. Giacomo sarà furioso e Fabiani non ce la faccio più a tenerlo. Oh mamma, e voi nessuno ancora vi ha messo a letto. Giacomo l'avete visto? E' di là? No? E' arrabbiato eh? (si mette il grembiulino. Nonna "uno") No, adesso dovete mettervi a letto. Ve ne ho già date troppe di caramelle. Vi potrebbero dare fastidio, ve ne darò una di più domattina, va bene? Adesso venite qua che andiamo a dormire...
MARICA (comparendo sulla porta della camera da letto, ancora in vestaglia) Non importa, la metto a letto io la mamma. Vero mamma? Vada pure signorina e grazie.
PAOLINA (colta di sorpresa) Come?...
MARICA Giacomo è sempre molto premuroso con sua madre. Ha pensato che avessi bisogno d'aiuto ma ce la faccio benissimo da sola.
PAOLINA Aiuto...
MARICA Certo, la mamma l'ho messa a letto più di una volta da sola.
PAOLINA La mamma... da sola...
MARICA Sa, lui deve finire di aggiustare la caldaia dell'acqua calda... Ha un accordo col Direttore... si sarà accorta che l'acqua calda non c'è più... Vedo che è già cambiata, forse stava per uscire, vada pure e grazie... (allunga la mancia)
PAOLINA (quasi sviene) Oh Dio...
MARICA Ma che ha? Si sente poco bene?
PAOLINA No no...
MARICA Si accomodi, si sieda... stia comoda, si rilassi... faccia come se fosse a casa sua... Si sente meglio adesso?
PAOLINA Così... lei vive qui... con... con Giacomo?
MARICA Ah, perché lo conosce? Che briccone. E solo un giorno che è su e ha già passato in rassegna tutte le cameriere. Scommetto che ci ha già provato anche con lei... Non si smentisce mai... Stavamo dicendo... Ah, se vivo qui con lui... Oddio, vivere non è il termine esatto. Ci sto.
PAOLINA E da quando?
MARICA Ci siamo rivisti stasera, pensi, dopo quattro anni e dato che sua moglie non torna, può darsi che ci si rimetta insieme...
PAOLINA Ah, perché lo conosceva da prima...
MARICA Oh si, siamo stati insieme un pezzo quando è morta la sua prima moglie... io avrei voluto sposarlo ma lui... insomma si è risposato con questa... che stasera gli ha messo... (segno di corna) ben gli sta! Beh, ma adesso non mi pare che sia il caso che stia a raccontarle... non voglio annoiarla...
PAOLINA Lei non può credere invece quanti mi interessino queste storie. Mi diceva che l'ha già rivisto solo oggi...
MARICA Sì, prima. Poverino, era cosi abbattuto... si era appena accorto che sua moglie... eh capirà... non mi ha nemmeno dato una pacca sul sedere...
PAOLINA Ah, perché lui...
MARICA Sempre! Era il suo saluto. E non le dico poi per il resto! Giacomo è infuocato, imprevedibile, fantasioso, incontenibile, energico, gentile, deciso, dolce...
PAOLINA Giacomo!?
MARICA Eh già! Io non capisco come abbia fatto sua moglie nemmeno a pensare di tradirlo... Non c'è paragone con nessun altro uomo, voglio dire... insomma ha capito... glielo posso garantire! Si è confidato con me, sa? Adora quella donna e lei non lo merita! E io...io mi sono sentita improvvisamente... trascinata verso di lui... per proteggerlo come... come...
PAOLINA Il suo angelo custode!
MARICA Brava. Sembra che lo conosca molto bene. Brava. Ho capito che non potevo lasciarlo solo in questo momento difficile. E ho deciso di rimanere con lui, almeno questa notte.
PAOLINA Lei è una santa.
MARICA Adesso non esageri.
PAOLINA No no lo dico senza ironia, mi creda. Beh, io mi sento meglio, me ne vado... vorrei però un consiglio da lei... lei che è così esperta e sensibile. Non per me. Per una mia amica. Le è capitato un caso... me lo darebbe un consiglio?
MARICA Se posso, volentieri. Lei mi è simpatica.
PAOLINA Anche lei, nonostante tutto.
MARICA Perché nonostante tutto?
PAOLINA Glielo spiego dopo. Dunque c'è un uomo che è tutto il contrario di quel Giacomo che conosce lei. E' sposato da soli tre anni ma già, la moglie, la saluta a mala pena, lavora tutto il giorno e la sera è stanco, dorme sul divano... insomma non c'è! Un giorno, dopo lunghe insistenze da parte di lei, decide di portarla ‑ la moglie ‑ in vacanza... lei dirà " Bene, siamo a posto. In vacanza ci si può dedicare di più l'uno all'altro" No! Perché non è ancora arrivato che ha trovato subito un lavoro... e la moglie? Non si ricorda nemmeno che ha fatto il viaggio con lui. Naturalmente la moglie è disperata. Lei se fosse sul posto della moglie, cosa farebbe?
MARICA Io? Io non sono sposata ma con un uomo così non ci resisterei un solo giorno.
PAOLINA Brava. Ma mettiamo il caso che lei sia innamorata di quest'uomo. Ecco, mettiamo il caso che quest'uomo sia Giacomo.
MARICA Ma io non sono innamorata di Giacomo...
PAOLINA Lei non è innamorata di Giacomo?
MARICA Certo che no... e poi, Giacomo non è mica così.
PAOLINA Già, dimenticavo. Insomma mettiamo l'uomo che vuole lei. Cosa avrebbe fatto.
MARICA Io? Io gli avrei messo un paio di corna alte come le torri gemelle di Manhattan! Almeno mi sarei cavata una soddisfazione!
PAOLINA Grazie! E' proprioquello che c'è da fare! Ah, un'ultima cosa. Se poi tornando lei trovasse quel suo uomo, con un'altra donna. Lei che farebbe?
MARICA Ma non ha detto adesso che lui non...
PAOLINA Invece mettiamo che ‑ lui ‑ con un'altra, sì. Cosa farebbe?
MARICA Prima di tutto caverei gli occhi a lei... e poi...
PAOLINA Basta così. Grazie. Mi è stata di molto aiuto. Arrivederci e mi saluti Giacomo.
MARICA Di niente, mi fa sempre piacere dare consigli alle persone in difficoltà. Ah, chi devo dire?
PAOLINA Dica Paolina. (Paolina esce)
MARICA Non dubiti, presenterò, buona serata. E' simpatica quella cameriera, vero mamma? (nonna scrive "no") Non è simpatica? (nonna mima "no cameriera") Non è una cameriera? E chi è? (nonna disegna un cuore e ci scrive anche Giacomo e Paolina) E' la moglie di Giacomo? Oh...! Oohhh!... e mi ha visto così! Prima di tutto caverei gli occhi a lei! Oddio! (ricordando e chiudendo gli occhi e mettendo le mani avanti come i ciechi) La cieca di... Cervinia. (corre in camera prende il suo vestito) Ah, vi metto a letto... e poi via di corsa... (si piega sulla mamma per metterle via le cose che ha sulla sedia. Nel frattempo entra Fabiani la vede di spalle, la scambia per Paolina e l'aggredisce)
FABIANI Lo sapevo che mi stavi aspettando!
MARICA (sempre girata) Ma chi è?
FABIANI Come chi e? Sono io?
MARICA Io chi?
FABIANI Su, Paolina, non mi sfugga più! Mi baci e amiamoci follemente! (Marica si gira) Ahh! Chi è lei?
MARICA Sono Paolina ?
FABIANI No, lei non è Paolina.
MARICA Dice davvero?
FABIANI Sono sicurissimo.
MARICA Meno male, stavo già entrando in crisi d'identità.
FABIANI Mi scusi ma non mi aspettavo di trovare un 'eburnea sirena in questo luogo alpestre...
MARICA Che poeta. Scusato. Marica.
FABIANI Incantato. Veramente. Permette che mi presenti? Fabiani?
MARICA Fabiani? Giovanni Fabiani?
FABIANI Perché lei mi conosce?
MARICA Certo che la conosco. Lei è famoso sa? Lei è famoso e in ritardo.
FABIANI In ritardo? Non capisco.
MARICA Capirà, capirà... lei alloggia in questo albergo?
FABIANI Sì, di sopraalla suite 53.
MARICA Ecco dov'era l'errore. Questo era solo un territorio di caccia.
FABIANI Continuo a non capire. Sa dov'è Paolina?
MARICA Paolina? Sono io.
FABIANI Lei? No, si vede benissimo che non lo è.
MARICA Come prima voleva che lo fossi e adesso che posso esserlo?
FABIANI Che ragionamenti. Prima l'avevo scambiata.
MARICA Mi scambi di nuovo. (si mette la pelliccia che Paolina ha lasciato e recita la parte di una improbabile Paolina) Sì, Fabiani, io sono Paolina è lei... lei è un demonio! Abbiamo fatto un bel giro in macchina, abbiamo bevuto un aperitivo, abbiamo ballato, lei mi ha stretto a se...
FABIANI Ma cosa dice?
MARICA Lei mi ha acceso, il fuoco mi divora... e adesso c'è un solomodo per spegnermi.
FABIANI Signora, guardi che potrei prenderla sul serio.
MARICA Non aspetto altro.
FABIANI Ah, ma allora! Ma cosa ci faccio io alle donne! Eh?... Vieni, tra le mie braccia allora, sirena, sarò il tuo tritone!
MARICA Davvero vorresti unirti a me?
FABIANI Ora più che mai.
MARICA Un momento.
FABIANI Non mi respingere ora, crudele.
MARICA Io non ti respingo ma ci tengo a ricordarti che la tariffa di agenzia, al contatto, è di duecentomila.
FABIANI Duecento... cosa?
MARICA ... mila. (estrae la scheda e legge)"Giovanni Fabiani. Ha telefonato alle ore venti. Appuntamento alle ore ventuno... siamo già in ritardo di un'ora... Non ha fatto problemi di tariffa". Ehi, non vorrai mica fare il difficile e taccagno adesso? Avanti, sgancia!
FABIANI (ancora sotto shock, paga)... l'agenzia... è vero...
MARICA E adesso cucciolone, se non ti dispiace, mi vesto in fretta e andiamo nel tuo appartamento. Qui siamo in casa d'altri e non vorrei e neanche tu lo vorresti che i padroni ritornassero. Sarebbe una cosa spiacevole anche per te, no? Arrivederci, mamma, mi saluti Giacomo e la Paolina.
PAOLINA (da fuori) E indossava anche la mia vestaglia!
GIACOMO (da fuori) Vuoi smetterla di urlare così in corridoio?
MARICA Sono qua!
PAOLINA Oh, guarda un po,' adesso da fastidio a te che io urli in corridoio! Prima urlavi tu.
FABIANI E che si fa adesso?
GIACOMO Sì, mi da fastidio!
PAOLINA La verità è che l'hai fatta sporca! E hai paura che la gente lo sappia!
GIACOMO Tu stai sognando!
MARICA Andiamo a studiare i graffiti!
FABIANI Cosa?
PAOLINA Ahhh!... Anche per visionaria vuoi farmi passare?
MARICA Spicciati!
FABIANI Eh no, di nuovo? Dentro l'armadio non ci vengo!
MARICA Dai, vieni dentro!! (entrano nell'armadio, Marica si porta il suo vestito).
PAOLINA (entra) E ti porti anche una tua ex in camera. E mi vieni a dire che io ho sognato. Magari eravate d'accordo anche prima di partire! (cercando nell'appartamento. La nonna intanto scrive e cerca disperatamente di farsi notare) Dove sei! Dove ti nascondi! Puoi venire fuori sai!
GIACOMO Hai visto che non c'è nessuno.
PAOLINA Si è accorta di tutto e se n'è andata!
GIACOMO Hai sognato.
PAOLINA Ho sognato che tu sei un maiale e che non hai nessun ritegno.
GIACOMO Cosa vieni a farmi la morale a me, dopo che tu hai civettato tutta la sera con Fabiani!
PAOLINA Sì, e mi dispiace di essere tornata troppo presto.
GIACOMO Cosa hai fatto con lui?
PAOLINA (spalle all’armadio) Tutto quello che hai fatto tu con la tua puttanella! (Marica esce dall'armadio con intenzioni bellicose. Giacomo la vede e la ricaccia dentro). L'ho sentita bene sai prima quando diceva che con te faceva faville... "forse ci rimettiamo insieme"!
GIACOMO Marica non è una puttanella!
PAOLINA Marica. E la difende anche? Certo, in fondo, una moglie è solo una moglie, una rottura di scatole. L'amica invece, è molto di più. La moglie può essere ignorata, l'amica va difesa.
GIACOMO (spalle all’armadio) Hai una bella faccia tosta. E tu non hai sempre difeso quel porco! (Fabiani esce dall'armadio con intenzioni bellicose Paolina lo vede e lo ricaccia dentro) Anche stasera, nonostante io ti avessi avvisato che quello voleva... tu ci sei uscita ugualmente .
PAOLINA Fabiani è una persona gentile.
GIACOMO Sì, gentile. Dì solo che si faccia vivo, e vedrai come te lo riduco!
PAOLINA E io cavo gli occhi alla tua ganza!
GIACOMO E va bene. Mettiamo che lì siamo pari.
PAOLINA No, non siamo pari!
GIACOMO Ho detto mettiamo, mettiamo! Che bisogno c'era di farmi una piazzata così, davanti al Direttore dell'albergo. Bella figura mi hai fatto fare. E bella figura ci hai fatto anche tu!
NONNA (ha scritto la parola "armadio" e ha attirato l'attenzione di Paolina, che facendo finta di niente va a cancellare la parola)
PAOLINA Mamma, volete stare tranquilla almeno voi? Prendete questa e state buona.
GIACOMO Cosa aveva scritto la mamma che hai cancellato tanto in fretta!
PAOLINA Ma niente, niente!
GIACOMO Mamma, cosa avevate scritto?!
NONNA (ha riscritto "armadio")
GIACOMO Avevate scritto questo? (nonna "Sììì"; naturalmente anche Giacomo lo cancella) La volete smettere di scrivere baggianate?
PAOLINA (ingenuamente) Forse la mamma vuoi dire che c'è nascosto qualcuno nell'armadio.
NONNA "Sììì"
PAOLINA Hai nascosto qualcuno nell'armadio, tu?
GIACOMO Io? Io stavo aggiustando il bruciatore, come posso aver nascosto qualcuno! Se non l'hai nascosto tu?!
PAOLINA Certo che no. Sta a vedere che ho nascosto qualcuno nell'armadio e poi sono venuta a chiamarti!
GIACOMO E chi ha detto niente. Sei tu che hai tirato fuori l'armadio?
PAOLINA Io? E' stata la mamma! (la nonna scrive)
GIACOMO Già, siete stata voi, mamma? Cosa vi è saltato in mente? Non abbiamo già abbastanza guai senza che vi mettiate a giocare anche voi?
PAOLINA Su. Giacomo, non sgridare la mamma adesso. (alla nonna) Avete visto mamma che nell'armadio non ci può essere nascosto nessuno?
GIACOMO Paolina ha ragione, mamma, nell'armadio non c'è nessuno!
NONNA (la nonna ha scritto " Fabiani")
GIACOMO Ehhh? Come?
PAOLINA Mamma, non potete proprio farvi gli affari vostri?
NONNA (dall'altro lato ha scritto " Marica")
PAOLINA Ehhh?
A DUE Ah no, adesso basta! (aprono ciascuno, contemporaneamente, l'armadio e rimangono di stucco. Dall'armadio escono, imperturbabili Marica e Fabiani. Fabiani ha segni di rossetto in faccia ed è semisvestito)
MARICA Abbiamo seguito il litigio da cima a fondo, è stato molto interessante e istruttivo. Si vede che siete profondamente innamorati uno dell'altro. Se non vi dispiace però, adesso, vorremmo andarcene! Anche perché siamo venuti ad un accordo sulla serata e non vorremmo che andasse sprecata. Vero Giovanni? Insomma, l'armadio ci sta un po' strettino e avremmo pensato di passare alle azioni e posizioni successive in un posto più comodo.
FABIANI Ah, ci tengo a dirle che fra me e Paolina non c'è stato niente. Questo a scanso di equivoci.
MARICA Lo stesso vale per me e Giacomo. Signori, noi taglia ma il disturbo. Potete continuare a litigare. Ciao, ciao... (escono)
PAOLINA (a Giacomo) Cosa ci faceva quella nell'armadio?
GIACOMO (a Paolina) Cosa ci faceva quello nell'armadio? (improvvisamente si guardano in faccia e si mettono a ridere sempre più forte e incontenibilmente)
GIULIA (entra, è stanca morta) Babbo? Paolina? Cosa state facendo? Vi sentite bene?
GIACOMO Mai sentito meglio in vita mia.
PAOLINA Oh sì sì... anch'io.
GIACOMO Senti Paolina, ammucchiamo lì tutto quello che è successo e ci facciamo da quando siamo arrivati. Ti va?
PAOLINA Se mi va? E me lo chiedi?
GIACOMO Bene, allora, per prima cosa...
GIULIA Paparino?
GIACOMO Ah... Cosa c'è?
GIULIA Sei ancora arrabbiato con me?
GIACOMO Per cosa?
GIULIA Per Sergio.
GIACOMO E chi è Sergio?
GIULIA E' lui. Avanti entra... Avanti parla...
SERGIO Signor Bersani...
GIACOMO Lui è Sergio?... (scoppia di nuovo a ridere) Lui è Sergio!...
GIULIA Papà!
SERGIO Signor Bersani, io...
GIACOMO (improvvisamente serio) Cos'è che vuoi tu? Ti ho mai dato il permesso di pomiciare con mia figlia? Cos'è che speri per averle fatto da autista?
PAOLINA Giacomo!
GIACOMO Ho capito. Lasciami fare. Così tu sei Sergio. Piacere Giacomo Bersani.(gli da una stretta di mano vigorosa).
SERGIO Piacere.
GIACOMO Spero che tu abbia intenzioni serie, su mia figlia.
SERGIO Serissime, mi creda.
GIACOMO Sarà molto meglio per te. Che mestiere fai?
SERGIO Sono geometra.
GIACOMO Ah, è per quello che studi i graffiti!...
GIULIA I graffiti? Che graffiti?
GIACOMO Niente niente, non ti riguarda. Una cosa fra me e lui. Vorrei, però, che smettessi di studiarli.
SERGIO Cosa?
GIACOMO I graffiti.
SERGIO Guardi che non è vero quello che crede lei. Io non li ho mai studiati. E' stato solo un malinteso.
GIACOMO Meglio Cosi.
GIULIA Vi conoscevate già?
GIACOMO Cosa credi che non sappia quello che fai? Pensi di farmela sotto? (a Sergio) E va bene ti dò il permesso di parlare con mia figlia, ma non pensare mica di fartela subito! Giulia è mia figlia, non è di quella categoria, quella dei graffiti, ci siamo capiti?
SERGIO Perfettamente.
PAOLINA Giacomo, per favore, smettila! Giulia deve parlarti.
GIACOMO Adesso ascolto anche lei. Avanti, sono tutto orecchi... (alla nonna) Solo per Giulia, mamma, solo per Giulia, sono tutt' orecchi!
GIULIA Papà, ti prego, aiutaci. Tu sei sempre stato tanto buono con me e Marina. Lei è rimasta a casa a studiare... Hai sempre detto di essere un padre comprensivo... e noi ti vogliamo tanto bene appunto perché ci hai sempre trattate con affetto...
GIACOMO Vieni al sodo.
GIULIA D'altronde ormai io sono maggiorenne e credo che an che tu possa convenire che...
GIACOMO Vieni al sodo.
GIULIA Ecco... bisognerebbe che tu ci trovassi una camera.
GIACOMO Ah, io vi dovrei trovare una camera. Vi dovrei pagare una camera.
GIULIA Ecco.
GIACOMO Cosa vuoi che ti faccia da ruffiano!
GIULIA Ma babbo!
PAOLINA Giacomo.
SERGIO Le chiedo solo un prestito. Glielo restituirò.
GIACOMO Questo è poco ma è sicuro. Paolina vedi tu di sistemare questi due. Che stiano distanti l'uno dall'altro! Mi devo cambiare e devo uscire a cena.
PAOLINA Uscire? Con chi?
GIACOMO Con chi? Con la mia... (le parla all'orecchio)
PAOLINA (fingendosi scandalizzata) Ohhh! Sfacciato!
GIACOMO Ci pensa Paolina, va bene? (va in camera)
GIULIA Papà, sei il top! Ti voglio bene. Allora posso telefonare per una camera...
PAOLINA Telefono io. Telefono io. Pronto. Sì, sono la signora Bersani, suite 43. Vorrei prenotare un'altra stanza... si... per due persone... matrimoniale sì... benissimo... no, per adesso niente bagagli. (posa il ricevitore) Ecco fatto.
GIULIA Ah, Paolina sei un angelo. (a Sergio) Vieni, ci andiamo subito.
PAOLINA Dove?
GIULIA Nella camera che hai prenotato. Che numero è?
PAOLINA Scusami, carissima Giulia, ma voi restate qui.
GIULIA Come qui?
PAOLINA Questo è il vostro appartamento. La camera è prenotata per me e Giacomo.
GIULIA Come? E dobbiamo restare qui?
PAOLINA Già.
GIULIA E perché?
PAOLINA (guarda la nonna)
GIULIA La nonna!
PAOLINA Indovinato. Di là ci sono due letti, uno per te e uno per la nonna. Sergio dormirà sul divanetto. Poi domani fare portare un altro letto per lui.
GIULIA Eh no, no, Paolina, questo non me lo dovevi fare, non me lo dovevi fare...
PAOLINA Se pensi che non vada bene, possiamo sempre chiedere consiglio a tuo padre.
GIULIA Questo è... e un ricatto...
SERGIO Dai Giulia, Paolina ha ragione...
GIULIA Tu sta zitto!
SERGIO Dobbiamo ringraziarla mi pare...
GIULIA Sta zitto!
SERGIO E invece parlo! Non mi va che tu ti comporti così, senza un briciolo di riconoscenza...
GIULIA Io mi comporto come mi pare!
SERGIO Allora, facciamo una cosa. Tu ti comporti come ti pare e io me ne ritorno a casa. Siamo venuti in due tu e io. Finora non hai fatto che dare d'arterio. Beh, a me questa situazione non va bene. O ti calmi o me ne vado.
GIULIA E vattene, chi ti trattiene.
SERGIO Grazie della chiarezza. Mi scusi signora di averle fatto perdere tutto questo tempo. Prima avevo lasciato la mia valigia (prende la valigia dall'armadio). Grazie di tutto e scusate il disturbo.
GIULIA Dove vai?
SERGIO Me ne vado.
GIULIA No, tu non te ne vai.
SERGIO Signora Paolina, le auguro ogni felicità. Non mi trattengo perché mi aspetta un lungo viaggio e vorrei essere a casa prima dell'alba. Ciao Giulia.
GIULIA Ma insomma è possibile che tu debba prendere tutti gli spini per la punta.
SERGIO Ah, sono io quello che prende gli spini per la punta. Arrivederci.
GIULIA No, aspetta!... E va bene. Grazie Paolina per la camera. Baderemo la nonna e scusami per prima. Sei contento adesso?
SERGIO Andiamo già meglio.
GIACOMO (rientra) Allora, sei pronta.
PAOLINA Ma dove mi porti?
GIACOMO A... (le parla all'orecchio, Paolina ride complice) Scusate, noi andiamo via.
PAOLINA Arrivederci ragazzi e divertitevi. E mi raccomando mettete a letto la nonna (escono).
SERGIO Non si preoccupi signora, ci penso io. Su, nonna, adesso andiamo a letto, da brava. Sì sì, la porto in braccio, è contenta? (prende in braccio la nonna che lo prende per un orecchio) Nonna, mi lasci l'orecchio, me lo lasci per favore. Mi fa male! Ahiai! Giulia! Giulia! Aiuto!!!