The kitchen

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PARTE PRIMA

THE KITCHEN

di Arnold Wesker

Personaggi in ordine di apparizione

MAGI

MAX

BERTHA

MANGOLIS

BETTY

WINNIE

PAUL

RAYMOND

HETTIE

VIOLET

ANNE

DAPHNE

GWEN

CYNTHIA

DIMITRI

MOLLY

JACKIE

MONIQUE

ALFREDO

CAPO CAMERIERE HARRY

MICHAEL

GASTON

HANS

KEVIN

NICHOLAS

PETER

FRANK

CHEF

MARANGO

IL VAGABONDO

Considerazioni su Arnold Wesker

I cosiddetti “giovani arrabbiati” inglesi non costituiscono, è risaputo, un gruppo organico, uniforme, un movimento che sia anche una scuola; ma fu comunque un’esplosione “con schegge proiettate in tutte le direzioni”, “la sua caratteristica è un moto impetuoso”. Ciò spiega come accanto a scrittori fondamentalmente accademici come Robert Bolt o Peter Shaffer, a beckettiani come Harold Pinter, a ironico paradossali come John Mortimer, accanto a nomi come Brendan Behan, John Arden, John Osborne, Joe Orton si trovi un Arnold Wesker, socialista appassionato, scaltro e ingenuo allo stesso tempo, persuaso di avere una missione da compiere e nel quale la rabbia programmatica cede il passo alla tristezza.

L’opera di Wesker è sempre sostanzialmente autobiografica, la trilogia (“Brodo di pollo con l’orzo”, “Radici”, “Parlo di Gerusalemme”) che scrisse tra il 1959 e il 1960, riflette in modo abbastanza evidente la storia della famiglia dell’autore, le sue battaglie politiche, le sue illusioni e le sue delusioni. Wesker è nato nel 1932 nel East End londinese, da famiglia ebrea: il padre, ungherese, faceva il sarto, la madre era russa. Terminata la scuola a 14 anni, tentò i mestieri più svariati: idraulico, sguattero, apprendista cameriere e pasticcere. Quest’ultimo lavoro, che lo condusse anche a Parigi, è all’origine di “The Kitchen”, opera scritta nel 1959, ma rappresentata solo nel ’61.

“Vorrei che non si parlasse tanto sul teatro – ha detto Wesker – non che la critica sia un male, ma il fatto è che si perde troppo tempo a reagire contro quello che dicono gli altri. Una delle ragioni per cui The Kitchen ebbe tanto successo fu che venne scritta quando la mia esperienza del teatro era ancora molto limitata, e non c’era nessuno al mio fianco a dirmi che non si può scrivere una commedia con trentadue personaggi, che non si può non mettere neanche un intervallo, che non si possono mettere dei forni in scena e via dicendo”.

Wesker è assillato dai grandi problemi, in una parola dal bene e dal male; problemi da un lato semplificati e vagamente idealizzati, come capita spesso agli autodidatti, dall’altro tradotti in esperienze dirette e formulati secondo una casistica tipicamente popolare (difesa della dignità del lavoro, sforzo per la conquista, nonostante le carenze scolastiche, dei mezzi d’espressione, ecc.

Introduzione e avvertenze per la messa in scena

Le lunghe premesse esplicative che sono costretto a fare potranno forse riuscire noiose, ma le considero necessarie.

La commedia si impernia sulla grande cucina del ristorante Tivoli. Su ogni cucina, specialmente all’ora dei pasti, si abbatte una ventata di follia: un andirivieni frenetico, battibecchi, brontolii, ipocrisie, presunzione, snobismo. Il personale di cucina ha un odio istintivo per il personale di sala ma l’odio per il cliente li accomuna tutti. Il nemico personale è il cliente.

Per Shakespeare il mondo sarà stato un palcoscenico ma per me è una cucina, dove la gente va e viene senza potersi fermare il tempo necessario per comprendersi e dove amicizie, amori e odi si dimenticano con la stessa rapidità con cui nascono.

La qualità del cibo non ha tanta importanza quanta ne ha la velocità con cui viene servito. Ognuno ha una sua mansione specifica. Noi possiamo fissare lo sguardo su di una persona singola o su un gruppo di persone ed osservarli nella loro individualità ma il personale di cucina non lo fa: è preso dal suo lavoro.

Dato, quindi che il ritmo di questa attività collettiva deve continuare anche mentre si svolge l’azione principale, dovremo stabilire, con l’aiuto di una pianta della cucina, a chi tocchi entrare e cosa debba fare.

Le cameriere impiegano la mattinata a preparare la sala da pranzo, finchè non andranno a colazione; tre o quattro vanno e vengono portando i bicchieri dalla cristalleria alla sala da pranzo o attendendo altre mansioni che verranno man mano indicate nelle didascalie del testo. Durante il servizio in sala le cameriere vanno e vengono in continuazione dalla sala da pranzo per ordinare ai cuochi le varie portate, che servono su vassoi d’argento, prendendo sei piatti per volta dallo scaldavivande posto sotto il banco di servizio, continuamente rifornito dagli aiutanti di cucina. Sono cameriere efficientissime, fanno il giro della cucina fermandosi nei punti dove è necessario, con spostamenti rapidi e portando una gran quantità di piatti sulle braccia.

Gli aiutanti di cucina, ciprioti e maltesi, si dividono in vari gruppi. C’è innanzitutto il gruppo degli sguatteri addetti alle macchine lavastoviglie, i quali però non compaiono in scena, salvo uno solo, che rifornisce continuamente il banco di servizio di piatti puliti, a disposizione delle cameriere, e che, ad intervalli regolari, spazza per terra e sparge la segatura.

Dalla vetrata di divisione sul fondo della scena compare qualche volta, di sfuggita, la cameriera che serve i formaggi, i dolci e il caffè, che viene al reparto pasticceria a rifornirsi di tartine e pasticcini.

Passiamo ora ai cuochi. Sia ben chiaro che non va fatto mai uso di cibi veri, dato che – ovviamente – non sarebbe pratico cucinare e servire vivande autentiche sulla scena. Perciò le cameriere porteranno piatti vuoti ed i cuochi si limiteranno a mimare la preparazione dei vari cibi. Poiché i personaggi principali della commedia sono i cuochi, io ne descriverò i vari caratteri ed indicherò il genere di attività che ciascuno dovrà svolgere, in modo da avere sempre qualcosa da fare durante tutto lo svolgimento dell’azione principale.

Avvertenza.

La scena che inizia a pag. 48 con la battuta: “due cotolette di vitella” è quella realizzata da John Dexter sulla base di una traccia da me originariamente fornita a titolo meramente indicativo e che io intendo adottare in questo testo.

Il servizio di sala si svolge in un crescendo di velocità: 1) dalla battuta “due cotolette di vitella” a pag.48 alla battuta di Gaston: “Max, manda presto bistecche e cotolette di montone” a pag.51, il ritmo è deciso ma non affrettato; 2) da lì fino al grido di Peter: “troppo vecchia, sei vecchia, mio dolce amore” a pag.53, il ritmo si accelera; 3) da quella battuta alla fine dell’atto: “siete diventati tutti dei maledetti pazzi rabbiosi che abbaiano”, il ritmo si fa frenetico.

Se però riuscirà difficoltoso realizzare la scena secondo questo ritmo, si potrà adottare altro ritmo appropriato.

Ogni regista è libero di ridurre il complesso dell’azione purchè sia in grado di renderne adeguatamente l’atmosfera.

Personaggi, con riferimento ai reparti della cucina cui sono addetti.

FRANK, secondo chef: pollame. Ha fatto quattro anni di prigionia di guerra ed ora, a trentotto anni, è un indolente. Non c’è niente che veramente lo turbi ma neppure qualcosa che lo interessi. Di giorno beve in continuazione ed alla sera è in uno stato di beata ubriachezza ma conserva sempre una sua istintiva efficienza nel servizio. Si diverte con le cameriere, le palpeggia sui seni e le pizzica sul sedere.

ALFREDO: arrosti. E’ uno chef anziano, sui sessantacinque anni, e con i piedi piatti. E’ muscoloso e robusto, anche se di media statura. E’ il vero tipo del cuoco, che non aiuta nessuno, non accetta alcun aiuto e non rende nessuno partecipe delle sue arti culinarie. Nel lavoro è il più alacre di tutti, si impegna a fondo e non si ferma finchè il suo reparto non è perfettamente a posto. Parla poco ma ha uno spiccato senso dell’umorismo. Lui è il dipendente e il padrone è il padrone ma lui, probabilmente, lo disprezza. Mentre lavora, canticchia fra sé.

HANS: fritture. E’ un giovanotto tedesco, di diciannove anni, pieno di pedicelli e con l’aria del fanciullone. Ha trovato lavoro a Londra mediante uno scambio di occupazione. Parla l’inglese molto male e rimane estasiato davanti a tutto ciò che è vistoso. Però è sensibile, per quanto può esserlo un tedesco.

PETER: pesce bollito. E’ il personaggio principale. Anche lui tedesco, ventitreenne, lavora al Tivoli da tre anni. I genitori sono stati uccisi in guerra. E’ turbolento, aggressivo, buontempone ma di buon cuore. Dopo tre anni di servizio al Tivoli, si può dire che vada avanti a forza di nervi. Parla bene l’inglese ma con accento straniero e, quando si rivolge a qualcuno, tende a bisbigliare all’orecchio, come rivelasse un segreto. Ha un tic nervoso ed un modo di ridere caratteristico, un riso forzato che fa: “Hya, hya, hya”, invece di “Ha,ha,ha”. Questa sua risata può esprimere sorpresa, canzonatura, derisione o semplice allegria. Canta anche una canzoncina che termina proprio con questa risata. In un certo senso, anzi, la sua cantilena ossessiva è parte integrante dell’atmosfera generale della cucina.

KEVIN: frittura di pesce. E’ un irlandese di ventidue anni, assunto di recente. La frenetica attività che si svolge attorno a lui e la gente che gli si agita a fianco lo frastornano durante quasi tutto l’orario di servizio. Non ha mai visto niente di peggio.

GASTON: griglia. Cipriota di nascita, quarant’anni suonati, magro e di carnagione scura. E’ l’amicone di tutti finchè non inizia a lavorare, da quel momento dà in smanie, si fa prendere dal panico e si lamenta con tutti. All’inizio della commedia ha un graffio sulla faccia, bene in vista.

MICHAEL: uova. E’ un ragazzo di diciotto anni che non ha nulla di particolare. E’ esattamente quale ce lo dimostra il suo dialogo; però è un cuoco e, prima o poi, ogni cuoco viene posseduto da un ramo di pazzia.

BERTHA: verdure. Un donnone, rozza, cordialona, d’intelligenza limitata, ebrea.

MANGOLIS: facchino di cucina. Ragazzo cipriota, sfacciato, lavora sodo, corre su e giù dalla cucina per rifornire di piatti lo scaldavivande.

ANNE: dessert e caffè. Irlandese, trentacinquenne, ha una voce piacevole ed un buon carattere. Parla con una cantilena lenta e stucchevole.

MAX: macellaio. Cinquantenne, corpulento, sboccato, sporco, si mette sempre contro tutto e tutti, purchè non ci debba rimettere. Ha sempre una sigaretta pendula fra le labbra e beve tutto il giorno ostinatamente, come Frank, finchè è ubriaco fradicio.

NICHOLAS: buffet freddo. E’ un giovane cipriota che vive in Inghilterra da tre anni; parla quindi un inglese abbastanza corretto ma con accento straniero. La conoscenza della lingua e il fatto di avere un’occupazione socialmente più elevata dei suoi compatrioti lavapiatti gli consentono di comportarsi con la cordialità istintiva di chi è ben accetto; e come tale vuole deliberatamente imitare Frank e Max, riducendosi, alla fine della giornata, ubriaco fradicio.

RAYMOND e PAUL: pasticceri. Paul è un giovane ebreo; Raymond un italiano che parla inglese quasi alla perfezione ma con accento straniero. Diversamente dagli altri pazzi della cucina, essi sono calmi e meno soggetti al panico. La confusione della cucina non li tocca; lavorano sodo e senza sosta, senza la pausa del pomeriggio, e non hanno contatto diretto con le cameriere. Raymond è un emotivo. Paul ha modi suadenti ma non sgradevoli.

LO CHEF. Un uomo grande e grosso, di cinquantanove anni, con i affetti. Se potesse, andrebbe a lavorare altrove – preferibilmente in un ramo di attività completamente diverso. Meno sono le cose cui gli chiedono di pensare, più lui è contento. In una cucina così in grande l’organizzazione va avanti da sola, quasi automaticamente. E’ raro che parli a persone diverse da Frank, secondo chef, da Max che lavora al suo fianco, o da Nicholas, che è il suo immediato sottoposto. Non darà mai il buongiorno né userà mai quelle maniere complimentose che ci si aspetterebbe da uno chef: secondo lui, dalla familiarità deriva meritatamente il disprezzo.

SIGNOR MARANGO: il proprietario. Un vecchio di settantacinque anni, ben piantato – ma non grasso – con le guance cadenti ed un’aria triste. Una faccia rigogliosa di capelli grigi gli orna posteriormente il cranio pelato, arricciandosi in dentro. Il suo sguardo è triste e rivela un senso di profonda autocommiserazione. La macchina che ha messo in moto rappresenta tutta la sua vita ed egli ha il sospetto che tutti cospirino per farla inceppare.

Le varie azioni dei cuochi.

Ai fini dell’azione scenica i vari cuochi dovranno provvedere alla preparazione dei piatti sotto indicati. Ovviamente essi non saranno tenuti a mimare scrupolosamente le varie fasi della preparazione delle vivande, a patto però che:

1)abbiano sempre qualche azione da mimare durante l’intero corso della commedia, fra una battuta e l’altra o fra l’una e l’altra delle loro chiacchierate;

2)quando sta per cominciare il servizio di sala, abbiano un assortimento ben ordinato di vassoi e di salsiere per “piatti e salse”, pronti da fornire a richiesta delle cameriere.

FRANK dovrà provvedere a: fagiano arrosto con patate fritte; pollo arrosto con pommes sautes; funghi; salare venti polli e metterli al forno (polli e fagiani vengono puliti altrove); tritare funghi e soffriggerli al burro.

ALFREDO provvederà a: vitella arrosto con spaghetti; prosciutto bollito con patate lesse; roast beef per il personale; condire e cuocere al forno vitella e manzo; far bollire gli spaghetti in acqua salata; tritare cipolle e carote per il sugo; mettere il prosciutto nella pentola a bollire.

HANS provvederà a: salsicce con riso al forno; braciole di maiale con fagioli; verdura per il personale; tritare prosciutto, pomodoro, cipolle e funghi e soffriggerli per il riso; lessare fagioli bianchi; friggere le braciole di maiale nel corso del servizio di sala; prendere dal frigorifero la verdura del giorno prima e riscaldarla per il personale.

PETER provvederà a: pesce misto con salsa; merluzzo meuniere con patate lesse; rombo lessato con salsa olandese; battere tuorli d’uovo con movimento lento, aggiungervi margarina fusa per la salsa olandese (ci vuole molto tempo); tagliare in trance da porzione merluzzo e rombo; affettare il limone per guarnizione.

KEVIN provvederà a: sardine alla griglia con patate lesse; salmone alla griglia con patate lesse; sogliola fritta con patate fritte o lesse; affettare il limone per le sogliole; tagliare il salmone in porzioni; sistemare sul banco quattro recipienti, per l’olio, per il latte, per la farina e per il pesce da friggere; pulire la griglia con la spazzola metallica.

GASTON provvederà a: braciole alla griglia con patate fritte; bistecche alla griglia con patate fritte (e vi provvederà prevalentemente mentre si svolge il servizio in sala); pulire la griglia con la spazzola metallica; prendere le patate dal deposito delle verdure e sbucciarle; aiutare Kevin.

MICHAEL provvederà a: hamburger con uova sopra e con patate fritte; omelette al prosciutto; zuppa di cipolle; affettare il prosciutto per l’omelette; tagliare a cubetti il pane raffermo per la zuppa di cipolle; rompere le uova in una scodella per le omelettes. Quanto alla zuppa sarà sufficiente quella avanzata dal giorno prima.

MAX provvederà a: trasportare, soprattutto, enormi quarti di carne dalla cella frigorifera al banco dove poi li taglierà e sezionerà.

NICHOLAS provvederà a: roast beef freddo con patate in insalata; prosciutto freddo con insalata russa; affettare le carni e preparare i vassoi delle insalate; arrotolare e tagliare in porzioni la carne macinata per gli hamburgers di Michael.

LO CHEF provvederà soprattutto, è ovvio, a funzioni direttive ed organizzative; baderà ai fatti propri il più possibile.

PAUL e RAYMOND provvederanno a: fette di crostata di mele e di pere; pasticceria cosidetta “Religieuse”; infornare le torte preparate il giorno prima e poi spalmarle di crema e affettarci sopra la frutta; fare dell’altra pasta, mescolando farina e burro, aggiungendovi acqua e spianandola; tagliare altre fette per il giorno dopo; riempire le torte di crema con la siringa; sbucciare la frutta.

BERTHA dato che le sue verdure, cavoli, verze, spinaci e sauté sono già cotte dal giorno prima, dovrà soltanto riscaldarle; il resto del suo tempo lo passerà a spettegolare con la donna addetta al caffè.

PARTE PRIMA

All’inizio dello spettacolo non c’è sipario.

La cucina è  quasi al buio.

M1 – INIZIO MUSICA

MAGI entra dalla prima a destra (lavapiatti), si stiracchia, guarda l’orologio e rimane immobile un attimo per orientarsi.

Sono le sette del mattino.

Dalle finestre in alto entra una luce grigia. Sta piovendo, un temporale estivo.

MAGI  con un candelotto accende i vari fornelli.

Prima si vede guizzare una fiamma, c’è fumo, fuoco e subito il primo fornello si mette a bruciare regolarmente e a ronzare. E’ il ronzio della cucina, un ruggito leggero; è il rumore che ci accompagnerà per tutta la commedia. Via via che Magi accende gli altri fornelli, il rumore cresce e diventa un ruggito forte e feroce. Fra il dialogo e il ruggire dei fornelli ci sarà un contrasto continuo.

Mentre MAGI sta accendendo il quarto fornello,

MAX entra dalla prima a sinistra (spogliatoio) va diritto alla ghiacciaia sul fondo a sinistra, la apre e tira fuori una bottiglia di birra, appoggia la bottiglia ad un bancale, da una botta forte e secca e la bottiglia si stappa, comincia a bere.

Quando MAGI accende l’ultimo fornello,

BERTHA entra dalla prima a sinistra e va al suo reparto.

M1 – FINE MUSICA

BERTHA (passa vicino a Max) Buongiorno, Max

MAX (risponde con un grugnito)…

BERTHA va verso la ghiacciaia delle verdure, la apre e tira fuori dei vassoi con dentro le verdure già cotte dal giorno prima.

MAGI contemporaneamente va a sedersi sulla panca, dopo quattro secondi,

BERTHA Magi, mi dai una mano?

MAGI Certo, tesoro.

BERTHA Ecco, prendi questi.

MAX  sempre bevendo si avvicina al suo bancone, posa la birra, si avvia verso la cella frigorifera delle carni, la apre, esce fumo, entra e richiude la porta.

MAGI prende due contenitori di verdura e li porta nella postazione di Bertha.

MANGOLIS entra dalla prima a sinistra (spogliatoio), non saluta nessuno e va a sdraiarsi sulla panca.

MAGI e BERTHA, durante tutto il loro dialogo, vanno avanti e indietro dalla ghiacciaia della verdura alla postazione di Bertha e viceversa, si parlano mentre portano avanti e indietro le verdure cotte.

MAGI (in imbarazzo) Bertha… quei dieci scellini…

BERTHA (sostenuta) Non te li hanno dati? E’ così. Non li hai avuti! Stai pensando di scappare?

MAGI No.

BERTHA (a Magi, dolcissima) Allora aspetterò.

MAGI (a Bertha) Sei una brava e… bella ragazza, Bertha.

BERTHA Brava sì. Ma bella, sfortunatamente non lo sono mai stata. Mi sento così vecchia!

MAGI (a Bertha) Lascia stare che me la spasserei volentieri con te.

BERTHA Con me? Potrei farti a pezzi come niente, ragazzino. Crrrrr!

BERTHA avanza come un fantasma verso MAGI che scappa.

BERTHA (a Magi) Prima le braccia – crak crak! -  Poi le gambe – crak crak! -  Poi gli occhi – ahm! Poi le orecchie, il naso e la gola, ahm ahm ahm!

MAGI (a Bertha, preoccupato) E del resto cosa ne faresti?

BERTHA (a Magi) Lo lavorerei per bene con sale e preghiere e lo appenderei a seccare!

MAX rientra in scena dalla cella frigorifera.

MAGI scappando da Bertha si scontra con

MAX che sta chiudendo con un piede la porta della cella frigorifera e sta portando un grande pezzo di manzo.

MAX (a Magi) Magi dammi una mano invece di…

MAX e MAGI portano il pezzo di manzo alla postazione di Alfredo e lo posano sopra al bancone.

MAGI (frastornato) Bertha, tu mi preoccupi.

BERTHA (a Max, ridendo) Lo preoccupo.

Nel frattempo entrano due cameriere dalla prima a sinistra (spogliatoio),

BETTY e WINNIE, stanno parlando sottovoce tra loro, attraversano la cucina dirigendosi verso la sala da pranzo, contemporaneamente, 

PAUL e RAYMOND entrano, con i loro arnesi sottobraccio, e si dirigono al loro reparto,

MAGI esce in prima a destra (lavapiatti),

MANGOLIS si alza ed inizia a sistemare i secchi della spazzatura, uno in ogni reparto, questa operazione la compie molto lentamente, avrà da correre dopo,

PAUL (rivolto a tutti) Buongiorno, buongiorno. (a Bertha) Buongiorno, cicciona mia.

BERTHA (a Paul) Giorno.

PAUL (a Max) Ho salutato anche te, Max.

MAX (col cervello ancora annebbiato) Buongiorno.

RAYMOND (a Max) Max, hai delle scaloppine di vitella?

MAX (a Raymond) Quante?

RAYMOND (a Max) Tre. Me le prendo adesso e le metto nel mio stipetto, prima che arrivino tutti gli altri.

MAX entra nella cella frigorifera,

BERTHA, PAUL, RAYMOND sistemano le cose del loro reparto,

MAX rientra in scena dalla cella frigorifera, ha in mano le tre scaloppine incartate in carta gialla da macellaio, le sbatte sul suo tavolo, beve un sorso di birra e si accende una sigaretta,

RAYMOND si avvicina e prende il pacchetto con le scaloppine,

MAX (a Raymond, con golosità) E non scordarti la mia pasta sfoglia domani.

RAYMOND Come sempre?

MAX Come sempre.

RAYMOND torna alla sua postazione,

MAX entra nella cella frigorifera,

BERTHA continua a sistemare le verdure,

PAUL (a Raymond) Abbiamo la torta “Religieuse” oggi?

RAYMOND (a Paul) Sì. Ma tu prepara le fette di frutta e lascia perdere la pasta. La faccio io. Il motorino della bicicletta va bene?

PAUL fa una faccia disperata e schifata pensando al motorino della bicicletta,

HETTIE e VIOLET entrano dalla prima a sinistra (spogliatoio), attraversano la scena in direzione della sala da pranzo.

HETTIE (a Violet) Di qui si va alla sala da pranzo.

VIOLET (a Hettie) Non sono abituata a lavorare in posti come questo, prima stavo al vecchio Carlton Tower.

HETTIE e VIOLET escono e vanno in sala da pranzo.

PAUL E’ un catenaccio. Non voglio più saperne di macinini di seconda mano.

RAYMOND Cos’ha?

PAUL Non ne ho la minima idea. Misteri della meccanica! Per scoprire dov’era la suoneria della mia sveglia ci ho messo un mese.

MAX rientra in scena, porta un grande pezzo di carne che va ad appoggiare al suo bancone, beve un sorso di birra e la finisce, butta la bottiglia nel secchio, ed inizia a lavorare.

RAYMOND Se vuoi nella pausa ci do un’occhiata.

PAUL Te ne intendi di motorini di bicicletta?

RAYMOND Sono passati un po’ di anni, ma durante la guerra ero nella staffetta motociclista. Forse qualcosa mi ricordo ancora.

PAUL Però l’ho lasciata a casa.

RAYMOND Allora stasera verrò a casa tua.

PAUL Ok, ti preparerò una cenetta.

RAYMOND Passeremo una serata da scapoli.

PAUL Una serata da scapoli.

RAYMOND Una serata da scapoli. Potremmo farci le cotolette di vitella che ci ha dato Max.

PAUL Ottima idea. Che ne è di tua moglie?

RAYMOND (felice) Fuori città, da sua madre! Qualche volta è proprio una fortuna liberarsi della propria moglie!

PAUL (triste) Sì.

RAYMOND (dispiaciuto, quasi disperato, cercando di rimediare) Scusa, mi dispiace, me n’ero completamente dimenticato, scusa.

PAUL Non ti preoccupare… era una pazza. Se fosse stata soltanto una puttana, pazienza, ma era anche completamente pazza.

RAYMOND (sollevato, sdrammatizza) Bè, allora è meno grave…

ANNE entra dalla prima a sinistra (spogliatoio) e va alla sua postazione,

MAX rientra nella cella frigorifera,

PAUL Per me non è grave. Assolutamente. Ma un giorno o l’altro avrà dei figli e quei poveri ragazzi avranno per madre una pazza… ecco il guaio.

RAYMOND Non ti manca?

PAUL No, non mi manca.

PAUL va alla ghiacciaia della frutta a prendere una cassetta di frutta e la porta al suo bancone,

PAUL Buongiorno Anne.

ANNE non sente è voltata di schiena.

PAUL  Buongiorno Anne.

ANNE (girandosi verso Paul) Buongiorno ragazzi.

PAUL Così va meglio.

RAYMOND Buongiorno tesoro.

ANNE va verso il primo fornello utile,

MAX rientra in scena con un vassoio da macellaio pieno di carne che va a posare sul suo bancone,

ANNE  Ciao ragazzi, ciao Max.

MAX (infatuato) Buona giornata a te, Anne.

ANNE versa il caffè in un bricco di metallo per scaldarlo sul fornello,

ANNE (a Max) Buona giornata a te, caro. (a tutti, stirandosi) Che bello il mio letto.

RAYMOND (lascivo) Non stento a crederlo.

MAX posa il vassoio facendo un forte rumore, si volta di scatto e guarda male Raymond.

ANNE (a Raymond) Raymond, ma che cosa è successo a Peter, ieri sera?

PAUL torna alla sua postazione con una cassetta di frutta,

RAYMOND (a Anne) E’ proprio scemo eh? Ho la certezza che sia proprio scemo. Ma non ho assolutamente capito cosa sia successo. (a Paul) Tu ne sai qualcosa, Paul?

PAUL (a Raymond e Anne) So solo che lui e Gaston se le sono suonate. Perché? Non lo so. Credo per un mestolo, o forse per…

MAX (a tutti, tagliando con una mannaia il pezzo di carne, un colpo) Peter è un dannato tedesco, un pazzo, ecco quello che è! (colpo di mannaia) Litiga sempre, in continuazione. Non c’è una sola persona con cui non abbia litigato, ho ragione? Nessuno! (colpo di mannaia) Che grande pensata questo scambio di cuochi! Che bisogno abbiamo noi di cuochi tedeschi? Sono tre anni che è qui, tre anni! (colpo di mannaia)

MAX smette di tagliare la carne e va alla ghiacciaia a prendere un’altra bottiglia di birra,

ANNE (romantica) Ah, quel ragazzo è innamorato.

RAYMOND (a tutti) Ma che amore è? L’avete visto? Quando Monique è di turno alla scala di ingresso per ricevere i clienti, lui la guarda continuamente da quella vetrata (indicando la vetrata di divisione con la sala)

ANNE (a Raymond) Idiozie!

RAYMOND (a tutti, imitando Peter, va verso la vetrata, torna alla sua postazione, va di nuovo alla vetrata) Si aggira per la cucina per sorvegliare se lei parla o fa la stupida con qualche cliente.

ANNE (a Raymond) Non è vero, non ci credo.

BERTHA (a Anne) Neanch’io.

RAYMOND (a Anne e Bertha, incredulo) Non ci credete?

MAX apre la bottiglia di birra come prima, beve e va alla sua postazione.

PAUL (a tutti) Ma se litigano davanti a tutti. Si fanno certe scenate! E che urla! Pensate che Monique alle volte non lo guarda neppure e aspetta le ordinazioni voltandogli le spalle.

ANNE (a Paul e a tutti) Poverino! Non ha nessuno! E’ sempre solo come un cane. Ma si può sapere che cosa è successo ieri sera? Possibile che nessuno sappia nulla?

MAGI rientra in scena dalla prima a destra (lavapiatti) e va verso Anne.

MAX (a Anne) Chiedilo a Magi.

MAGI (a Anne) Anne c’è un po’ di caffè?

ANNE (a Magi) Certo tesoro.  (versa il caffè a Magi) E’ di ieri ma è ancora buono.

RAYMOND (a Magi) Ehi, Magi, cos’è successo ieri sera a Peter, ne sai qualcosa?

MAGI (a tutti, con aria noncurante, di ordinaria amministrazione) Per poco non lo ammazzavano.

ANNE (drammatica in modo eccessivo) Oh mio Dio!

MAGI, RAYMOND, PAUL, MAX, BERTHA fissano con lo sguardo Anne,

pausa.

ANNE capisce di aver esagerato la reazione, si ricompone,

RAYMOND (a Magi, gesticolando) Insomma ci vuoi dire che cosa è successo? Non ne sappiamo niente.

MAGI (a Raymond) Sei tu che dovresti saperlo, io non c’ero.

PAUL (a tutti) Io e Raymond sappiamo solo che ad un certo punto hanno cominciato a urlare. E Peter, lo sapete com’è lui, urla sempre più forte degli altri, lui si fa sentire sempre, beh, poi, silenzio e due secondi dopo se le stavano dando. Ho visto Gaston che agitava un coltello e Peter che glielo faceva saltar via di mano e poi…

RAYMOND (a tutti) Ha sollevato da terra Gaston e per poco non lo mandava a finire sui fornelli e…

PAUL (a tutti) Poi è arrivato lo chef e…

MAX da un colpo di mannaia alla carne,

ANNE (a tutti) Sì, ho visto che lo chef li separava e ho sentito Gaston che diceva (imitando Gaston) “ E mica finisce qui, non pensare di cavartela così piccolo tedesco…” ma per cosa litigavano non l’ho capito.

PAUL (a tutti) Non me ne frega niente. Io, a Peter, gli do il buongiorno ma non gli do mai la buonanotte.

MAX da un colpo di mannaia alla carne,

MAGI (a tutti) Ieri sera sono arrivato alle undici, come sempre. I ragazzi si stavano cambiando, ed ecco che Peter entra e Gaston dietro di lui. Gaston  dice che Peter lo ha chiamato cipriota pidocchioso. I ragazzi bloccano Peter e lo circondano e gli vogliono fare la pelle! Tutti quanti… allora Peter (imitando Peter) “No, non avete capito, per me sono tutti uguali, la razza non fa differenza, avete capito male…” Tutti lo volevano menare! Si è preso una paura! Era pallido come un morto, non lo avevo mai visto così.

ANNE (a Magi) Sì, questo l’ho capito, ma quale è stata la causa che…

MAX da un colpo di mannaia alla carne,

MAX (a tutti) Un mestolo, ve l’ho detto!

PAUL (a tutti) Mah, chi può saperlo? Di liti ce n’è sempre… chi lo sa come cominciano?

MAGI (a tutti, posando la tazza) Va beh, io vado.

PAUL (a Magi) Fatti un buon sonno, vecchio mio.

ANNE Va beh… devo darmi da fare.

Anne guarda la cucina. Silenzio.

ANNE (a tutti) Lo direste voi che tra un paio di ore qui ci sarà un manicomio? Chi lo direbbe adesso?

MAGI si avvia verso l’uscita ed esce in prima a sinistra (spogliatoio),

ANNE raggiunge la sua postazione.

RAYMOND, PAUL e MAX continuano a lavorare, ma senza fare rumore,

MAX si accende una sigaretta,

silenzio.

DAPHNE, GWEN e CYNTHIA entrano dalla prima a sinistra e andando verso la sala da pranzo,

DAPHNE (a Cynthia e Gwen) Ve lo giuro se non viene a casa me ne vado per sempre.

CYNTHIA (a Daphne) Beh, il pomeriggio deve lavorare.

GWEN (a Daphne) Eh sì, poverino.

DAPHNE, GWEN e CYNTHIA escono in sala da pranzo,

MAX (A Raymond) Hai vinto niente alla lotteria, Ray?

RAYMOND (a Max) Lascia perdere.

MAX Norwich e Leyton me l’hanno fatta. Venti punti. Venti punti.

MAX da un colpo di mannaia alla carne,

HETTIE entra dalla sala da pranzo, con un piumino per spolverare e un fazzoletto in testa, va verso il bricco del caffè, prende una tazza, si versa il caffè,

HETTIE Buongiorno, Anne cara.

ANNE Buongiorno Hettie.

PAUL (a tutti) L’avete letto di quel matto in manicomio che ha vinto trentacinquemila sterline?

RAYMOND (a Paul) Ah sì, e sua moglie che s’è rifatta viva dopo diciott’anni! (a tutti, con voce femminile imitando la signora in questione) “Ma dov’eri finito caro maritino mio, amore della mia vita, non hai idea di quanto mi sei mancato…”

DAPHNE entra dalla sala da pranzo, con un secchio per lavare per terra e un fazzoletto in testa, va verso il bricco del caffè, prende una tazza, si versa il caffè,

PAUL Diciott’anni… ci vuole una bella faccia… Mah…

silenzio.

DIMITRI entra dalla prima a sinistra (spogliatoio) di corsa, ha in mano una radio portatile che ha fabbricato da solo e la porta a Paul,

DIMITRI (a Paul, felice e orgoglioso) L’ho fatta io, Paul, l’ho fatta io. Ecco! (posa la radio sul bancone) Non si presenta molto bene. Mi dispiace. Però…

PAUL (a Dimitri) Sei un bravo ragazzo, Dimitri. Adesso l’accendiamo.

MOLLY e JACKIE entrano dalla prima a sinistra (spogliatoio) ridacchiando tra di loro, e escono in sala da pranzo,

PAUL aspetta che escano,

silenzio,

PAUL prende in mano la radio, si guarda intorno per controllare che non ci siano superiori in vista, va a sbirciare alla porta della sala da pranzo, torna al suo bancone, posa come se fosse una reliquia la radio sul bancone,

DAPHNE e HETTIE si avvicinano a Paul e Dimitri.

PAUL (a Dimitri) Non c’è nessuno in giro!

HETTIE (a Paul, accennando alla radio) Che cos’è Paul?

PAUL (a Hettie) Marango è già in giro?

DAPHNE (a Paul) Ancora no. Di chi è quella cosa lì?

PAUL (a Daphne, orgoglioso e felice) E’ mia! L’ha fatta Dimitri per me.

HETTIE (a Paul) Sì, ma che cosa è?

PAUL (a Hettie, in modo solenne) Una radio!

HETTIE e DAPHNE Ahhh!

RAYMOND (a Dimitri) L’hai fatta tutta tu? Cioè tutti quei piccoli fili e quelle spine? Ma me lo dici che ci stai a fare qui? Perché perdi il tuo tempo a lavare migliaia di piatti in questo postaccio? Non potresti cercare un lavoro in una fabbrica di… (indicando la radio)

DIMITRI (a Raymond) In una fabbrica… Credi che ci starei bene in una fabbrica? Che ci farei? Raymond, li vedi questi piccoli fili? Questi farei o quelle… come le chiami?

PAUL (a Dimitri) Manopole!

DIMITRI (a Paul) Grazie. (a Raymond) Manopole. Mi ci vedi? Avviterei manopole tutto il giorno. (a tutti) Ve lo dico io, in fabbrica un uomo costruisce dei piccoli pezzi finchè non diventa anche lui un piccolo pezzo, avete capito?

HETTIE (a tutti) E’ vero, ha ragione Dimitri, le fabbriche sono…

DIMITRI (a tutti) Lo so perché mio fratello ci lavora. Lo so benissimo.

RAYMOND (a Dimitri) Tu lo sai cosa gli è successo a Peter ieri sera?

DIMITRI (a tutti) Stavano per fargli la pelle!

DAPHNE (drammatica in modo eccessivo) Oh mio Dio!

RAYMOND, PAUL, MAX, BERTHA, ANNE, DIMITRI, HETTIE fissano con lo sguardo Daphne,

pausa.

DAPHNE capisce di aver esagerato la reazione, si ricompone,

DIMITRI (a tutti) Credete che sia tutta colpa di Peter? Non è così. Avevano tutti voglia di menare le mani. Sentite me, mettete uno per una giornata intera in cucina a lavare piatti, vuotare secchi puzzolenti e a scopare pavimenti, di che altro può aver voglia se non di menare le mani? Deve pur dimostrarlo in qualche modo di essere un uomo! E allora, dategli torto!

DIMITRI accende la radio che suona un rock’n’roll fragoroso,

M2 – INIZIO MUSICA

PAUL afferra DAPHNE e si mette a ballare,

HETTIE cerca di far ballare DIMITRI, che non vuole…

HANS entra dalla prima a sinistra (spogliatoio), afferra HETTIE e ballano,

trenta secondi di ballo

MONIQUE entra dalla sala da pranzo, attraversa tutta la scena,

MONIQUE (Abbastanza tranquilla, ma urlando per farsi sentire) Marango! In sala da pranzo c’è Marango!

MONIQUE esce in prima a destra (lavapiatti),

DIMITRI-PAUL-RAYMOND-HANS-DAPHNE-HETTIE (a Monique, non avendo capito bene, hanno solo sentito Marango)  Come?

MONIQUE entra dalla prima a destra e si avvia verso la sala da pranzo,

MONIQUE (più forte di prima ma senza drammaticità) Marango… è in sala.

DIMITRI,PAUL,RAYMOND,HANS,DAPHNE,HETTIE, freneticamente mettono tutto a posto e fanno finta di riprendere a lavorare,

MONIQUE si ferma, li guarda stupefatta, sorride,

DIMITRI dopo alcuni tentativi non riuscendo a spegnere la radio corre  verso la stanza dei lavapiatti ed esce in prima a destra,

M2 – FINE MUSICA

HANS lo segue per aiutarlo,

MONIQUE esce in sala da pranzo,

ALFREDO entra dalla prima a sinistra,

ALFREDO Sono solo io! E’ il topo, non il gatto! Buongiorno, signori.

DAPHNE e HETTIE escono in sala da pranzo,

MONIQUE entra dalla sala da pranzo e si avvia verso la stanza lavapiatti,

ALFREDO si avvia verso la bacheca con il menù,

MAX (ad Alfredo, indicando il banco di Alfredo) La vitella te l’ho messa lì.

ALFREDO (a Max, studiando il menù) Grazie, grazie Max.

MONIQUE esce dalla prima a destra,

PAUL (ad Alfredo, gridando) C’è il nuovo cuoco?

ALFREDO (a Paul, scrollando le spalle) Non ne so nulla, nessuno mi ha detto niente.

MONIQUE entra dalla prima a destra (lavapiatti) con dei bicchieri e si dirige verso la sala da pranzo,

PAUL (a Monique, con sarcasmo, e un po’ irritato) Mi era sembrato che avessi detto che stava arrivando Marango.

MONIQUE (a Paul) Ho semplicemente detto che stava in sala da pranzo… e sarà ancora lì.

RAYMOND Monique, almeno tu, ci vuoi dire che cosa è successo ieri sera?

MONIQUE (a Raymond) Non è successo niente, Peter è un bravo ragazzo e Gaston ha un occhio nero.

PAUL (a tutti) Si annuncia una ottima giornata.

RAYMOND (a Monique) Gaston con un occhio nero… e a Peter… non è successo nulla?

MONIQUE (a Raymond) E’ stato fortunato.

RAYMOND (a Monique) E certo… dato che stava con te non l’hanno potuto toccare!

MONIQUE (a Raymond) Voglio dire che ha avuto fortuna. Lo aspettavano fuori.

RAYMOND (a Monique) Fuori?

MONIQUE posa il vassoio con i bicchieri su un bancone.

MONIQUE (a tutti, divertita) “Volete giocare ai gangsters?”, lui gli ha detto, “Portatemi Marlon Brando e io ci gioco”.

RAYMOND (a Monique) In un momento simile aveva pure voglia di fare lo spiritoso.

MONIQUE (a tutti, orgogliosa di Peter) E poi stringe loro la mano e dice “Buonanotte, bonne nuit, gute nacht e Kalinka”, a tutti, uno per uno. E li lascia lì pietrificati. (sorride) Che cosa potevano fare? (il sorriso svanisce, prende in mano il vassoio e si avvia verso la sala da pranzo) Che gentaglia!

Il CAPO CAMERIERE entra dalla sala da pranzo,

MONIQUE esce in sala da pranzo,

CAPO CAMERIERE (a tutti, agitato) Monique…

MONIQUE entra dalla sala da pranzo, avendo sentito di essere chiamata dal capo cameriere,

MONIQUE Giorno, Harry.

MONIQUE posa il vassoio con i bicchieri su un bancone,

CAPO CAMERIERE (a Monique, agitato) Janey è malata.

MONIQUE (al capo cameriere) Di nuovo! Quella ragazza è anemica, giuro che è anemica.

CAPO CAMERIERE (a Monique, gentilissimo) Per favore, oggi… prendi tu il suo posto.

MONIQUE (al capo cameriere) Ma non ho un vestito adatto per ricevere i clienti.

CAPO CAMERIERE (a Monique, complimentoso) Per me questo vestito va benissimo, basta che ti togli il grembiule.

MONIQUE (al capo cameriere) Questo? Ma se è tutto spiegazzato, e poi non è abbastanza…

CAPO CAMERIERE (a Monique, esasperato) Devi solo accompagnare i clienti al tavolo, (duro) non devi mica ballarci insieme.

Il CAPO CAMERIERE esce in sala da pranzo,

MONIQUE ci rimane male,

MONIQUE (a tutti, togliendosi il grembiule) Questa settimana è già la terza volta che sostituisco Janey. (a Bertha) Ecco, Bertha, tienimi questo grembiule.

BERTHA (a Monique) Dammelo, mi ci siedo sopra e così te lo stiro per bene.

DAPHNE, GWEN e HETTIE entrano dalla sala da pranzo.

MONIQUE (a Hettie, dolcemente) Hettie cara, Janey è di nuovo… malata, vuoi prendere il mio posto cara? (a Daphne, dolcemente) Daphne puoi darle una mano?

DAPHNE Non credo di farcela, Monique, oggi devo saltare tra i il tre e il quattro.

MONIQUE (a Daphne) Già… non ce la puoi fare. E allora chi potrebbe… Winnie sta al dieci, (a Gwen) tu al… a che posto stai oggi, Gwen?

GWEN (a Monique) Al sette.

MONIQUE (a Gwen) Al sette… vale a dire che non avrai un secondo libero.

HETTIE (a Monique) Potremmo chiederlo alla nuova cameriera.

MONIQUE (a Hettie) Perfetto, credo che abbia abbastanza esperienza, (a Daphne) può darti una mano e tu puoi darle un’occhiata, (a Hettie, Daphne e Gwen) su diamoci da fare.

MONIQUE prende il vassoio con i bicchieri,

PAUL (a Monique, Hettie, Gwen e Daphne) E buona fortuna, la più grande fortuna d’Inghilterra.

MONIQUE (a tutti) Almeno vorrà dire che non dovrò stare tutto il giorno di fronte a quel pazzo.

MONIQUE, GWEN, DAPHNE e HETTIE escono in sala da pranzo,

BERTHA va verso la ghiacciaia delle verdure a prendere qualcosa,

PAUL (a Raymond) Strana specie di amore.

RAYMOND (a Paul) Peter e Monique? Non mi sembra così male… è il marito quello che non mi piacerebbe essere. (ride come un pazzo)

PAUL (a Raymond, tristissimo) Eh, no… credo proprio che non ti piacerebbe…

RAYMOND (a Paul, mortificato) Scusa… scusa… ci sono cascato di nuovo… mi dispiace Paul… scusami.

PAUL (a Raymond) Non fa niente, non ti preoccupare, non m’importa di essere cornuto, sono in buona compagnia.

MICHAEL entra dalla prima a sinistra (spogliatoio),

MICHAEL (a Bertha) Buongiorno cicciona. Come stai?

MICHAEL lentamente va verso la sua postazione,

BERTHA (a Michael, tornando alla sua postazione con un vassoio) Per cominciare chiudi il becco, ragazzino, un po’ di educazione. Se mi girano posso stendere il tuo pannolino, e con te dentro.

MICHAEL rimane a centro scena fermato dalla risposta di Bertha, ci rimane male,

GASTON entra dalla prima a sinistra (spogliatoio) e va verso la sua postazione,

MICHAEL si rianima,

MICHAEL (A Gaston, senza malizia, con ingenuità) Gaston, hai un occhio nero.

GASTON (a Michael, con rabbia) Non fare lo spiritoso, non è giornata! Stai attento perché oggi ti faccio alla griglia!

MICHAEL come prima ci rimane malissimo.

MICHAEL (tra sé) Bene, bene… (a Paul) Ma che cosa hanno tutti quanti oggi, sembra che mi vogliano ammazzare.

PAUL Chi è che ti vuole ammazzare?

MICHAEL (a Paul) Giusto… a chi mai verrebbe in mente di ammazzarmi? Un giovanotto nel fiore degli anni e con il mondo in pugno. (a tutti) Guardate che magnifico spettacolo! Un ammasso maledetto di ferraglia e noi che ci lavoriamo sopra… sia lode a Dio per il lavoro degli uomini! Cosa c’è nel menù di oggi? Non so perché mi ostino a chiederlo, è sempre lo stesso. (Va al menù in bacheca) Minestra di verdura, brodo di pollo con orzo, omelette al prosciutto… uff! (torna a centro scena) Un giorno lavorerò in un posto dove creerò dei capolavori, e che razza di capolavori! Bistecca Strogonoff, pollo Kiev e il re dei piatti greci: la Mousaka.

GASTON (a Michael, con ira) Scordatelo! Tu non creerai mai una Mousaka. Tu puoi fare solo patatine fritte, patatine di contorno.

MICHAEL (a Gaston) Non metterti in testa che siete voi greci ad avere il monopolio della buona cucina. Una volta noi inglesi sapevamo bene come si mangiava.

GASTON (a Michael) Una volta.

MICHAEL Beh… sì… una volta.

M3 – INIZIO MUSICA

HANS entra dalla prima a sinistra (spogliatoio), accompagna

KEVIN, e dietro di loro viene

NICHOLAS, che va verso la sua postazione, fa un cenno di saluto a

MAX che sta bevendo la birra.

NICHOLAS passa davanti alla ghiacciaia, la apre, prende una bottiglia di birra, la stappa e beve, prima

HANS e poi

NICHOLAS vanno a vedere il menù in bacheca,

HANS (a Kevin) Non so dove lavorerai. Probabilmente al pesce. (a Paul) Paul, il nuovo cuoco.

PAUL (a Kevin) Salve.

Pausa, silenzio, continuano tutti a lavorare, ovvero

BERTHA sistema le sue verdure,

PAUL sbuccia la frutta,

RAYMOND sta preparando la pasta sfoglia,

ALFREDO sta preparando la teglia per mettere in forno l’arrosto,

ANNE si sta occupando nel suo bancone di sistemare le tazze,

GASTON sta armeggiando sotto al suo bancone,

MAX sta togliendo il grasso al pezzo di carne,

KEVIN osserva cuochi e cucina,

KEVIN si intrattiene con

PAUL e RAYMOND,

BERTHA si avvicina alla ghiacciaia, ci guarda dentro e prende un vassoio di patate bollite, tagliate a fette, dietro di lei si è appostato

NICHOLAS, che ha seguito i suoi movimenti, ha la bottiglia di birra in mano e sta bevendo,

 

KEVIN (a Paul) C’è molto lavoro?

PAUL (a Kevin) Non molto... duemila clienti al giorno.

M3 – FINE MUSICA

NICHOLAS (a Bertha, gentilmente) Dove vai con quella roba?

BERTHA (a Nicholas, con noncuranza) Mi servono per il sautè di verdure.

NICHOLAS (a Bertha, posando la bottiglia di birra su un bancone e afferrando il vassoio, con violenza inaspettata) Eh no, no, no. Queste patate sono mie. Mie! Me le sono preparate ieri. Servono a me per la mia insalata.

BERTHA (a Nicholas, cercando di non mollare il vassoio, per niente spaventata dalla violenza verbale di Nicholas) Vai a prendertene delle altre nel ripostiglio delle verdure.

NICHOLAS (a Bertha, pieno d’ira) Bertha! Porco diavolo! Pigliala tu la roba nel ripostiglio. Questa è mia, me la sono preparata io, è mia! Vai all’inferno!

BERTHA (con astio) Smettila di imprecare, straniero! Vacci tu all’inferno. (a tutti, con un tono di superiorità) Ma lo vedete, eh? Questo piccolo… (a Nicholas, con disprezzo) ma tornatene al tuo Paese!

NICHOLAS Questo è il mio Paese!

BERTHA Il tuo Paese è il cesso!

NICHOLAS (a Bertha, impadronendosi finalmente del vassoio) Il cesso è il Paese tuo, e le fogne, lo sai che cosa sono? Le fogne sono…

BERTHA (a Nicholas, prendendo un altro vassoio dalla ghiacciaia) Te la farò pagare, moccioso cipriota. Capitami tra le mani una sola volta, sì, una sola. Pidocchioso di un immigrato!

NICHOLAS (a tutti, con arroganza) E’ lei che chiama immigrato me. Sentitela, l’ebrea!

ALFREDO si avvicina alla ghiacciaia per prendere le sue provviste, trova sulla sua strada

BERTHA e NICHOLAS,

ALFREDO (a Bertha e a Nicholas, dolcissimo) Scusatemi, amici, fra un secondo ricominciate pure.

La lite si è ormai quietata,

NICHOLAS porta il vassoio al suo reparto e poi si avvicina al reparto di Paul e di Raymond,

BERTHA torna alla sua postazione,

NICHOLAS (a Paul e Raymond) L’avete sentita quella? Eh? Che vacca! (a Paul) Paul, ce l’hai un po’ di crostata o di torta o qualcosa del genere? Sto morendo di fame.

PAUL gli passa un piattino con della crostata,

NICHOLAS mangia la crostata,

NICHOLAS (A Kevin) Sei tu il cuoco nuovo?

KEVIN Sì.

NICHOLAS (a tutti, ridendo) Auguri! (a Kevin) Qual’ è il tuo reparto?

KEVIN (a Nicholas) Non so nemmeno che reparti ci sono qui dentro.

NICHOLAS tenendoil piattino in mano e mangiando si avvicina a

KEVIN e insieme fanno il tour della cucina.

NICHOLAS (a Kevin) Vieni, ti faccio vedere. Tanto per cominciare, qui c’è il menù… e’ qui che vedi quello che c’è da cucinare nella giornata, lo chef lo scrive tutte le sere. Qui ci lavoro io, al buffet freddo. Questo è Max, il macellaio. Qui lavora Hans, cucina per il personale e pensa al riso, alle cotolette e speriamo a qualcos’altro. Questo è Alfredo, agli arrosti. Poi abbiamo Frank, chef in seconda, al pollame… e qui, proprio qui eccoti quella grassona di una baldracca, beh, lavora qua come cuoca delle verdure. E quella è la dolce Anne, addetta al tè e al caffè. Questo è Michael, minestre e omelettes. E questo è Gaston, il mio più caro amico, il miglior cuoco della cucina, pensa alle bistecche e alle cotolette. Co-Co lavora qui ma oggi non c’è. Qui stanno Paul e Raymond, pasticceria. E qui ci lavora Peter, pesce bollito, lui…

A questo punto

NICHOLAS ha condotto

KEVIN sulla sinistra del palcoscenico, mentre sta dicendo le ultime battute

PETER entra dalla prima a sinistra con gran furia, è in ritardo, ride con la sua caratteristica risata,

PETER (a Hans) Auf geht’s! Auf geht’s!

HANS (a Peter) Auf geht’s, Pete! Was war denn los heut’ morgen?

PETER (a Hans) Ach, die Weiber! Die Weiber!

NICHOLAS (A Peter) Peter, ecco il nuovo cuoco, te l’affido.

NICHOLAS va al suo reparto,

PETER (A Nicholas) E perché a me? (A Kevin) Lo sai dove devi lavorare?

KEVIN (a Peter) Ancora no.

PETER Da dove vieni?

KEVIN Dall’Irlanda.

PETER No. Da quale ristorante, dove lavoravi prima?

KEVIN Al Parisito, in Shaftesbury Avenue.

PETER (stropicciando l’indice contro il pollice) Al Parisito! Gran paga!

KEVIN (scuotendo la testa in senso di diniego) Non sarei qui.

PETER (A Kevin, facendo segno a Kevin di seguirlo) Qui la paga è buona, ma si lavora! (seguito da Kevin raggiunge la sua postazione) Su aiutami. La sai fare la salsa olandese? (facendo l’atto di sbattere le uova) Sai quella con le uova e…

KEVIN Sì. Sì.

PETER (con allegria) Allora, iniziamo. Le uova sono lì, in ghiacciaia. Eccoti una scodella, il frullino è nel cassetto e io intanto preparo la margarina.

M4 – INIZIO MUSICA

KEVIN va alla ghiacciaia e prende le uova, torna alla postazione di Peter,

sono quasi tutti al lavoro:

PETER,

KEVIN,

NICHOLAS,

HANS,

ALFREDO,

PAUL,

RAYMOND,

BERTHA,

ANNE,

MICHAEL,

GASTON e

MAX,

mentre

BETTY,

WINNIE,

HETTIE,

VIOLET,

DAPHNE,

GWEN,

CYNTHIA,

MOLLY e

JACKIE entrano dalla sala da pranzo, portano e riportano i bicchieri, quindi entrano ed escono dalla sala da pranzo alla prima a destra (lavapiatti) e viceversa,

CYNTHIA, invece, distribuisce il menù del giorno a stampa a ogni cuoco,

JACKIE porta il pane per la colazione del personale di cucina, quando passa vicino ad

HANS, questi le si avvicina e cerca timidamente di farle la corte,

HANS (a Jackie) Ehi, piccola, aspetta un momento! Io… io… io… Du gefallst mir, du hast mir schon vom ersten Tag an gefallen! Konnten wir nicht mal was zusammen arrangieren?

M4 – FINE MUSICA

FRANK entra dalla prima a sinistra (spogliatoio),

MAX (a Frank) Frank, non abbiamo cotolette di agnello.

FRANK (a Max, andando verso di lui) Ieri hanno portato tre agnelli interi.

MAX E perché io non ne so nulla?

FRANK Non so!

MAX E allora ho la sensazione che dovrai aiutarmi a tagliarli questi tre agnelli, oggi sono solo.

FRANK Cosa hai di già pronto?

MAX Cotolette di vitella.

FRANK Ottimo, e allora, oggi, cotolette di vitella. (a Kevin, tornando sui suoi passi, avvicinandosi a lui) Sei tu il nuovo cuoco?

KEVIN (a Frank, sudando e continuando a rimescolare la salsa) Sì.

FRANK Oggi lavorerai alla frittura di pesce. Dietro di te c’è la cella frigorifera del pesce.

PETER (a Frank) Ehi Frank, io però oggi ho sei piatti da preparare.

FRANK (a Peter) Co-Co, oggi, non c’è. Qualcuno deve pensare alla frittura.

PETER (a Frank) Grazie! Grazie! (a tutti) Questo è proprio un posto schifoso. Siamo in piena estate e manca il personale. Ho sei piatti da fare, oggi!

CHEF entra dalla prima a sinistra (spogliatoio),

KEVIN entra nella cella frigorifera e ne esce poco dopo con una cesta di pesci.

MAX (allo Chef) Giorno, chef.

CHEF (a Max) Buongiorno.

ALFREDO (allo Chef) Buongiorno, caro chef.

CHEF (ad Alfredo) Buongiorno.

HANS (allo Chef, sardonico) Giorno, caro chef.

CHEF si blocca, si volta e squadra Hans da capo a piedi.

FRANK (allo Chef) Giorno Leo.

CHEF Ciao, Frank.

CHEF va al suo tavolo,

HANS fa una smorfia ed accenna un gesto volgare,

FRANK (a Kevin) Ehi, tu, prendi quel pesce dalla cesta e vieni qua, voglio farti vedere una cosa.

KEVIN prende il pesce e va da Frank,

GASTON va verso Max per farsi dare della carne,

HANS (a Peter) Du, gestern Abend Hat’s dich aber beinah erwischt!

PETER (a Hans) Sie sind nur mutig, wenn sie zusammen sind!

HANS (a Peter) Haben sie draussen auf dich gewartet?

PETER (a Hans) Ja, da warin auch welche. Leider war ich mit Monika zusammen und jetzt spricht sie nicht mehr mit mir.

HANS (a Peter) Sie wird auch wieder mit dir reden!

PETER (a Hans) Ach egal! Auf geht’s!

M5 – INIZIO MUSICA

PETER si mette a cantare la sua canzoncina,

HANS gli fa il coro e finiscono in una risata,

GASTON torna alla sua postazione con la carne,

M5 – FINE MUSICA

GASTON Pazzi, esaltati!

PETER (a Gaston, realmente dispiaciuto) Ehi, Gaston, mi dispiace, quell’occhio nero, mi dispiace proprio.

GASTON si ferma a centro scena,

GASTON (a Peter, pieno di rabbia) Non mi rivolgere la parola.

PETER (a Gaston) Ho detto che mi dispiace, ecco tutto.

GASTON (a Peter) Ti dispiace perché una mezza dozzina di ciprioti te lo hanno fatto sentire il dispiacere, ma non finisce così brutto figlio di…

PAUL Gaston! Ma che ti prende? Ti ha fatto le scuse, accettale e falla finita!

GASTON Accettarle? Lui mi concia così, e io dovrei accettare le sue scuse? (a Peter) Non finisce così, te lo dico io!

PETER esce dalla sua postazione e raggiunge Gaston a centro scena.

PETER Che cosa non finisce così? Dimmelo! Che vorresti fare ora? Vuoi farmi anche tu un occhio nero? Staresti meglio? Saresti contento? Va bene! Dai, fammi un occhio nero e così la facciamo finita, eh?

PETER assume una posa eroicomica,

GASTON è tentato di dargli un cazzotto, si trattiene,

GASTON Piantala di fare il buffone, Peter, te lo dico gentilmente, va a finire male, smettila!

PETER prende un’altra posa, sempre eroicomica,

PAUL (a Peter) E dai, basta Peter!? Sei matto?

GASTON guarda con commiserazione Peter e torna alla sua postazione,

PETER appena Gaston si muove torna anche lui alla sua postazione,

PAUL (a Raymond) Nessuno capisce quando è il momento di farla finita. Si comincia a litigare e si va avanti per mesi. Se uno dei due è pronto a fare le scuse allora l’altro non le vuole accettare, e se quello fosse disposto ad accettarle allora l’altro…

MAX da un colpo di mannaia alla carne,

MONIQUE entra dalla sala da pranzo e si avvicina a Gaston, gli mette un braccio sulla spalla,

PAUL (tra sé, facendo un gesto di disprezzo) Matti! Tutti matti!

M6BIS – INIZIO MUSICA

PETER canta a voce spiegata,

GASTON (a Monique) Sentilo, il tuo amichetto!

MONIQUE (a Gaston, mentre assistono ai lazzi di Peter) Fa un gran frastuono ma in fondo non è pericoloso. Fammi vedere l’occhio. (dolcissima) Primo premio di bellezza!

GASTON Monique… non cercare di proteggerlo.

MONIQUE Tu lo sai che non farebbe male a una mosca, o almeno non lo farebbe apposta.

GASTON Ma quest’occhio…

MONIQUE E’ stato un incidente, e tu lo sai bene, a me puoi dirlo, non è vero? Io so come trattarlo, so tenerlo a bada…

GASTON Tu? Tu sei un pezzo di carta che il vento spazza via.

MONIQUE Faccio quello che posso….

GASTON Quello che puoi? E che vita è questa? Tenerlo a bada? Lui ha bisogno di un grande spavento, una grande paura! Ecco di cosa ha bisogno!

MONIQUE Uno spavento? Non c’è niente che possa spaventare quel ragazzo.

GASTON Ragazzo? Un bambinetto! Tu minaccia soltanto di lasciarlo e vedrai come si spaventerà. Sentilo, il bambino!

M6 – FINE MUSICA

CAPO CAMERIERE entra dalla sala da pranzo e va verso il tavolo dello Chef,

CAPO CAMERIERE (allo Chef, porgendo una lettera allo Chef) Legga.

CHEF Che cos’è?

CAPO CAMERIERE Legga. Legga.

CHEF La minestra rancida, quale minestra rancida?

CAPO CAMERIERE Quella di ieri.

CHEF Io non c’ero ieri, dillo a Frank.

CAPO CAMERIERE (tra sé) Già, lui non c’era ieri… lo chef! E’ un miracolo che questa cucina riesca ad andare avanti! Un miracolo!

CAPO CAMERIERE va da Frank e gli porge la lettera,

FRANK (al capo cameriere, prendendo la lettera) Che vuoi? (a Nicholas) Nicholas! Dodici polli.

NICHOLAS (a Frank) Ne ho solo sei.

FRANK (a Nicholas) E allora ordinane degli altri! (al capo cameriere) Cos’è questa storia della minestra rancida?

HANS (a Nicholas) Auf geht’s, Nicholas! Sbrigati, Nicholas! Dodici polli, per favore! (a Raymond) Bonjour, Raymond, comment ca va?

RAYMOND (a Hans) Ca va, toujours au boulot, etcetera.

HANS (a Raymond) Vive le frigue!

MAX da un colpo di mannaia alla carne,

MAX (a tutti, con tono brusco) Siete in Inghilterra, ora, e parlate questo maledetto inglese.

HANS rimane male,

MAX (a tutti) Ognuno parla una lingua diversa, francese, italiano, tedesco. (ad Hans) Sei venuto qui per imparare l’inglese, no? E allora parla inglese!

PETER Che ti prende Max? Hai paura di qualche cosa? Beviti un’altra birra e non ci pensare.

MAX (avanzando verso la postazione di Peter) Di te non ho paura, è sicuro, te lo dico in faccia. Così puoi stare tranquillo.

PETER abbandona la sua postazione e si avvicina a Max,

PETER (a Max, parlandogli all’orecchio) Lo sai che cos’hai, Max? Ci sei stato troppo qui.

MAX (scostandosi da lui) Sì, sì, sicuro, Peter, è vero.

PETER (avvicinandosi di nuovo) Da quanto tempo stai qui? Vent’anni? Hai bisogno di cambiare.

MAX (scostandosi ancora) Sì, sì. Hai ragione.

PETER (avvicinandosi) Perché non vai a fare una stagione in Germania?

MAX Ci puoi contare, è proprio il sogno della mia vita!

PETER Guarda altre cucine! Impara altre cose!

MAX Sì, sì. Pensa al tuo lavoro, adesso!

PETER Lascia perdere il mio lavoro!

HANS (a Peter) Genug, Pete.

PETER Non te la senti di cambiare? Ti danno fastidio le facce nuove?

MAX (a tutti, quasi in lacrime, urlando) Vogliamo piantarla? (a Peter) Ora basta! Peter!

HANS (a Peter) Piantala Pete!

CHEF Basta, Peter, mettiti a lavorare!

MARANGO entra dalla sala da pranzo.

HANS Marango!

Silenzio,

PETER torna al suo posto e, passando, strizza l’occhio a Raymond,

MARANGO si muove lentamente attraverso la cucina, ispezionando dappertutto, passa la mano sullo scaldavivande per assicurarsi che funzioni. E’ un gesto abituale, qualche volta mette la mano sulla piastra fredda della pasticceria per vedere se è ancora calda, il suo è un giro d’ispezione puramente meccanico,

KEVIN (a Peter) Tutti i giorni così? (a Peter, asciugandosi il sudore dalla fronte) Non ho mai sudato tanto dai tempi gloriosi della mia luna di miele.

PETER (a Kevin) Questo è niente. Siamo solo all’inizio della giornata. Vedrai quando comincia il servizio. Sei pronto?

KEVIN Più o meno. Devo affettare il salmone.

PETER Bene, fra poco mangiamo.

MARANGO (a Kevin in modo gentile) Sei tu il cuoco nuovo?

KEVIN (asciugandosi di nuovo la fronte) Sì, signore.

MARANGO Fa caldo, eh, figliolo?

KEVIN Caldo è poco, mi sto sciogliendo.

MARANGO Non te la prendere, ti do una buona paga. Pensa a lavorare, ecco tutto, pensa a lavorare bene.

MARANGO continua il suo giro,

pausa,

MARANGO esce in sala da pranzo.

KEVIN (a Peter) Sembra un brav’uomo.

PETER Brav’uomo? E’ un bastardo! Parla così perché siamo d’estate ed il personale è poco per servire tutti i suoi clienti, ecco perché è gentile. Se rimarrai sino a questo inverno te ne accorgerai: “il pesce è bruciato! Troppa mise-en-place! La minestra è acida!” Quello non è un uomo, è un ristorante, te lo dico io! Va al mercato alle cinque e mezza, torna qui, legge la posta, sale in ufficio e poi scende a sorvegliare il servizio. Se ne sta qui impalato, qualche volta fa un giro, tocca lo scaldavivande, lo chiude, ficca il naso dappertutto. Finchè c’è un solo cliente, lui resta qui. Poi fa un pisolino di sopra, nel suo ufficio. Mezz’ora dopo che siamo rientrati, eccolo qui di nuovo, fino alle undici di sera, qualche volta fino a mezzanotte. Ogni giorno, dal mattino alla sera. Che razza di vita è questa, sempre ficcato in una cucina! E’ vita questa? Per quanto mi riguarda non me ne importa niente, fra poco mi sposo e allora… (fa un gesto col braccio per dire “me ne vado”)

HANS si avvicina alla postazione di Kevin con un grande vassoio in mano, che poi metterà nella ghiacciaia,

HANS (a Kevin) Aug geht’s, irlandese! (a Kevin, da un’occhiata a Max) Con te non devo parlare tedesco, sono in Inghilterra e devo parlare questo maledetto inglese.

HANS va verso la ghiacciaia del pesce,

HANS (canta)  Ohilì, ohilè, ohilà!

MONIQUE entra dalla sala da pranzo diretta in prima a sinistra (spogliatoio), passa vicino alla postazione di Peter,

MONIQUE (a Peter) Pazzo furioso!

MONIQUE esce dalla prima a sinistra (spogliatoio),

PETER (a Monique, quasi fuori scena) Va all’inferno! (a Kevin, con un grande sorriso e con orgoglio) Quella è mia moglie o lo sarà presto. Guarda, (tira fuori dal portafoglio una cartolina) questa cartolina me l’ha mandata quando era in ferie. (legge ad alta voce) “Non sarò felice finchè non ti rivedrò. Ti amo tanto.”. E guarda qui, l’impronta del suo rossetto. Non è un amore?

KEVIN (a Peter) Assomiglia ad una ragazza che conoscevo, tutta petto e culo.

PETER (a Kevin, non avendo capito quello che ha detto) Come un mulo! Ti sfruttano come un mulo.

KEVIN va a consultare il menù,

PETER (ad Hans) Hans, hilf mir.

PETER e HANS prendono un pentolone dal fuoco e ne filtrano il contenuto passandolo in una pentola più piccola,

KEVIN (a Peter, tornando alla sua postazione e facendo vedere a Peter il menù cartaceo) Guarda un po’, sul nostro menù c’è scritto rombo fritto e su quello c’è sogliola fritta.

PETER Dillo allo chef.

KEVIN va verso lo Chef titubante,

KEVIN (allo Chef) Buongiorno chef. Guardate, qui c’è scritto rombo fritto e là sogliola fritta e quindi… credo…

CHEF (a Kevin) Ah, sì? Bene. Ieri era la mia giornata di libertà, e quindi non ne so proprio nulla di rombi e sogliole, chiedi a Frank.

KEVIN (allo Chef) Ma il rombo ce l’abbiamo?

CHEF (a Kevin, con sarcasmo cercando il rombo addosso a se stesso) Rombo… rombo… no, qui non ne ho.

KEVIN torna alla sua postazione, passa davanti a Raymond,

KEVIN (a Raymond) E’ di grande aiuto lo chef! Ma non gliene importa nulla di questa cucina?

RAYMOND (a Kevin) Non ne vuole sapere nulla solo quando c’è qualche guaio.

MONIQUE rientra in scena (si era andata a rifare il trucco) dalla prima a sinistra (spogliatoio) e ripassa davanti a Peter per andare alla sala da pranzo,

PETER (a Monique, è arrabbiato, cerca di nasconderlo ma, naturalmente, non gli riesce) Perché continui a chiamarmi pazzo furioso? E’ tutta la mattina che mi chiami così.

MONIQUE (a Peter) Pazzo furioso!

MONIQUE ha quasi raggiunto la porta della sala da pranzo,

PETER lascia la sua postazione, insegue Monique e la raggiunge,

MONIQUE e PETER sono davanti alla porta della sala da pranzo,

PETER (a Monique, come suo solito le parla all’orecchio) Credi di farmi rabbia? Che volevi che facessi? Che me le facessi suonare?

MONIQUE (A Peter, voltandosi verso di lui) Ha un occhio pesto, capisci?

PETER Capisco, capisco. Ma lui mi stava per dare una coltellata.

MONIQUE Pazzo furioso!

MONIQUE Gli volta le spalle e sta per uscire dalla porta della sala da pranzo,

PETER la afferra per un braccio e la fa girare su se stessa,

PETER (a Monique) E ricordati che oggi fai la capo-sala, ti vedo dalla vetrata. Non fare l’oca con i clienti! (la scuote) Non fare l’oca,capito?

MONIQUE Parlerò con chi mi pare e piace.

MONIQUE  esce in sala da pranzo,

MAX e HANS escono in prima a destra,

PETER (sperando di non essere sentito) Vacca! Sei una vacca furiosa! Ti farai vedere da tutto il ristorante.

MAX e HANS entrano dalla prima a destra trasportando un tavolo e lo posizionano al centro della scena, vanno a recuperare alcuni sgabelli sparpagliati per la cucina e cominciano ad apparecchiare, con posate, bicchieri e pane,

MAX, ALFREDO, NICHOLAS, FRANK , KEVIN, MICHAEL, PETER e HANS mangeranno intorno al tavolo,

GASTON non mangerà perché non vuole sedersi a tavola con Peter, i due continuano ad ignorarsi,

MICHAEL (a tutti, gridando) Chi ha un passino? Gaston? Peter?

PETER (a Michael) Dovrai lavartelo.

MANGOLIS entra dalla prima a destra (lavapiatti),

PETER Ehi, Mangolis, per favore potresti lavare questo per Michael?

MANGOLIS fa un gesto sconcio con la mano e se ne va, esce dalla prima a sinistra (spogliatoio),

PETER scrolla le spalle e

MICHAEL prende il passino e se lo porta alla sua postazione,

HETTIE entra dalla sala da pranzo e va verso Peter,

HETTIE (a Peter, come se Peter dovesse fidarsi solo di lei) Ehi, Peter, che è successo ieri sera, non ti hanno mica…?

PETER (a Hettie, stroncando le velleità di pettegolezzo di Hettie) No, no. Tranquilla. Tutti  dei gran vigliacchi. Non è successo niente.

PAUL (a Hettie, che passa davanti al suo reparto) Hettie, ci sei poi andata ieri sera?

HETTIE (a Paul, in estasi) Mmmm…

PAUL (a Hettie) E’ un bravo attore?

HETTIE (a Paul, sempre più rapita, si stringe le braccia al petto) Che uomo! Oh, una notte con lui… una notte sola…  e poi laverei piatti per il resto della mia vita.

HETTIE ancora in estasi si muove ed esce dalla prima a destra (lavapiatti).

RAYMOND (a Paul) Lo vedi? Quante probabilità rimangono a noialtri poveri mortali? E ci meravigliamo che le nostre mogli non fanno più l’amore come prima! Sai cosa ci vorrebbe per le nostre mogli? (affranto) Scusa… scusami.

PAUL (a Raymond) Ecco perché non mi sposerò mai più. Compro libri illustrati e sono felice così.

M7 – INIZIO MUSICA

Mentre

RAYMOND e PAUL parlano,

GWEN per prima, seguita da

BETTY,

WINNIE,

VIOLET,

DAPHNE,

CYNTHIA,

MOLLY,

JACKIE e

MONIQUE, entrano dalla sala da pranzo, ciondolanti, chiacchierone e sghignazzanti

mentre

HETTIE entra dalla prima a destra (lavapiatti),

tutte quante si fanno intorno ad Hans e ad Alfredo che hanno messo sul banco i vassoi con le portate e, davanti, pile di piatti,

le cameriere si servono, tranne

DAPHNE che parla fitto fitto con

NICHOLAS,mentre

MOLLY parla amabilmente con lo CHEF,

GWEN (a Hans) Che ci avete preparato di buono stamattina?

ALFREDO Cani e gatti al curry!

GWEN (a Hans) Questo cavolo è di ieri, lo riconosco! E’ lui!

HANS (a tutte) E’ buono, è buono, mangiatevelo, è state zitte!

VIOLET (a Hans) E questa che roba è?

HANS (a tutte) Strepitoso! Buonissimo! E’… cavolfiore in salsa bianca.

VIOLET (a Hans) Salsa bianca? E la salsa bianca deve avere questa puzza?

MOLLY (a Hans) Ma ce l’hai qualcosa di buono, Hans?

HANS (a tutte) Se non vi piace, andate dallo chef!

MOLLY (a Hans) Ci sono patate lesse?

HANS (a tutte) Non sono ancora cotte, ci sono ma non sono pronte, accidenti a voi…

HANS si allontana disgustato e le lascia servirsi da sole, osserva per un momento PETER intento nel suo lavoro,

HANS va al reparto cottura a vapore,

Mentre le cameriere si servono brontolando, e poi si dirigono in ordine sparso con il loro piatto nella sala da pranzo,

notiamo che

NICHOLAS si è messo a litigare con

DAPHNE,

NICHOLAS alza la voce e, con grave disappunto di

DAPHNE, mette in piazza i loro fatti personali, forse è già un po’ ubriaco,

M7 – FINE MUSICA

NICHOLAS Io? Io? Io bugiardo?

DAPHNE Sì, tu!

NICHOLAS Oh! E quindi sono un bugiardo quando dico di aver passato l’esame da piazzista, eh? Sono un bugiardo quando dico di cercare di migliorare la mia posizione, eh? Sono un bugiardo se dico che ho preso un appartamento per noi, eh? Io continuo a fare e tu continui a dire che io non faccio nulla. Ti sembra un buon matrimonio, questo?

DAPHNE Non sei soddisfatto? Vattene!

NICHOLAS Il solito ritornello! Sentite il ritornello di questa ragazza! Vieni a domandarlo a lui, vieni. Se non credi a me, credi a lui, allora.

DAPHNE No, Nicky, no… ora basta.

NICHOLAS E allora perché non mi credi? Se ti dico che devo stare qui il pomeriggio, perché non mi credi? (urlando) Frank! Frank! Dove diavolo ti sei cacciato?

NICHOLAS va alla ricerca di Frank,

DAPHNE aspetta chiedendosi quali siano le intenzioni di lui,

NICHOLAS esce dalla prima a sinistra (spogliatoio),

RAYMOND (a Daphne, urlando) Daphne dagliele! Riempilo di botte!

RAYMOND da una gomitata a

PAUL, ridono,

FRANK trascinato da

NICHOLAS entra in scena dalla prima a sinistra (spogliatoio),

FRANK (a Nicholas) Che vuoi da me? Neanche in bagno posso… cosa vuoi?

DAPHNE (a Nicholas) Oh, Nicky, non fare lo scemo. (a Raymond e Paul in tono disperato) Oh, per amor di Dio, dite qualcosa anche voi.

NICHOLAS (a Daphne) No, no. Domandalo a lui, su, visto che sono un bugiardo.

FRANK (a Nicholas) Domandare cosa?

NICHOLAS (a Frank) Devo lavorare oggi pomeriggio, sì o no?

FRANK (a Nicholas, scostandosi, non riesce a credere che sia stato chiamato per una sciocchezza simile) E mi hai chiamato per questo? Ti ha dato di volta il cervello o cos’altro ti ha preso? Fammi il santo piacere di non tirarmi in mezzo, d’accordo? (a tutti, facendo una smorfia all’indirizzo degli altri) Ero di là che stavo… e vuole che risolva io i suoi problemi coniugali. (a Nicholas) Ora ti dico io come devi fare, ah, ah, ah!

La risata di Frank viene coperta da

HANS che urla in modo spaventoso, raggiungendo il centro scena coprendosi il viso con le mani. Accorrono

MICHAEL, GASTON, KEVIN, PETER, PAUL, RAYMOND, FRANK, ALFREDO e NICHOLAS e gli si fanno attorno,

MAX e lo CHEF sono gli unici che non si occupano della faccenda,

HANS (a tutti) Carogne! Carogne! La faccia! Mi sono bruciato la faccia.

FRANK Cosa è successo, Hans?

HANS (a tutti) Chi è quella maledetta carogna che ha messo un pentolone di acqua bollente sul vapore?

PETER Ti è cascato addosso?

HANS (a tutti, allontanandosi dal gruppo) E’ un posto schifoso! Non mi era mai capitato di lavorare peggio di così. Mai… mai.

PETER prende sottobraccio

HANS e lo porta fuori dalla prima a sinistra per medicarlo,

MOLLY (a Peter, sostenendo la voce e raggiungendo il centro scena) Mettigli sulla faccia quella roba gialla.

FRANK (a tutti) Se la caverà. Bene, tutto finito, torniamo al lavoro.

MICHAEL, GASTON, KEVIN, PAUL, RAYMOND, ALFREDO e NICHOLAS tornano alla loro postazione,

MOLLY esce in sala da pranzo,

FRANK va dallo Chef,

FRANK (allo Chef) Glielo puoi ripetere cento volte di lavorare con la testa ma...

CHEF (a Frank, indifferente alla cosa, scrolla le spalle) Va bene il nuovo arrivato?

FRANK Sembra di sì. (vedendo arrivare Marango) Attenzione.

MARANGO entra dalla sala da pranzo,

MARANGO (allo Chef) Cosa è successo a quel ragazzo?

CHEF (A Marango, simulando interesse) Non lo so. Ero impegnato in un lavoro e non... (a Frank) Che è successo, Frank?

FRANK (a Marango, annoiato) Qualcuno ha lasciato una pentola di acqua bollente sopra a uno dei fornelli a vapore e lui si è bruciato la faccia.

 

MARANGO (a Frank) Si è bruciato la faccia. Allora non è una cosa grave, (allo Chef) ma avrebbe potuto esserlo.

Marango scuote la testa con tristezza e si allontana,

CHEF Che posso farci, signor Marango? Fanno tutto di corsa, come pazzi, io glielo dico ma non mi stanno a sentire.

Marango esce in sala da pranzo, scuotendo sempre la testa,

CHEF (A Frank) Non gliene importa nulla. E’ solo dispiaciuto che si sia interrotto il lavoro. Ancora tre anni, Frank, tre anni, e poi… aria! Mi ritiro, fine! Così potrai prendere il mio posto.

FRANK (allo Chef) Ah, no! No davvero. Ne ho abbastanza di farlo un giorno a settimana! Possono trovarsi un altro matto.

CHEF Pensi che io sia matto?

FRANK Ti piace il tuo lavoro?

CHEF E a chi piacerebbe?

FRANK Oltre a non piacerti il lavoro, ti prendi anche delle responsabilità, questo non significa essere matti?

CHEF Io ho un tenore di vita da mantenere, idiota!

FRANK (allo Chef, tornando alla sua postazione) E allora sei matto!

CHEF (a Frank) Idiota! (a Michael) Michael!

MICHAEL Chef?

CHEF La minestra di ieri era rancida.

MICHAEL Rancida?

CHEF Rancida!

MICHAEL Era solo del giorno prima!

CHEF Ho avuto reclami dai clienti.

MICHAEL Dai clienti!

CHEF Dai clienti. E poi Michael, un piccolo consiglio, non portarti a casa i polli.

MICHAEL Polli?

CHEF Polli. Portati a casa cotolette, carne fredda ma non polli. I polli sono voluminosi. Aspetta di avere la mia esperienza prima di misurarti con i polli.

MICHAEL Dovrò cambiare i miei gusti.

CHEF Esatto! Dovrai cambiare i tuoi gusti. Ora vai a pranzo.

PETER e HANS entrano dalla prima a sinistra,

KEVIN (a Hans) Tutto bene?

HANS fa un gesto con le mani, come per dire “accidenti, ne ho piene le tasche, lascia perdere”,

PAUL (a Hans) Sei proprio bello!

KEVIN (a Hans) Un pellerossa.

PETER (a tutti) Su, mangiamo.

M8 – INIZIO MUSICA

Prendono tutti posto per mangiare,

PAUL torna al suo lavoro, ora c’è meno trambusto nella cucina, la calma prima della tempesta, qualche cameriera gironzola intorno,

MANGOLIS spazza il pavimento,

M8 – FINE MUSICA

KEVIN (a Peter) Quant’è che sei qui?

PETER Tre anni.

MICHAEL si mette a ridere,

KEVIN (a Peter) Come hai fatto a resistere tre anni?

MICHAEL (a Kevin) Non ne puoi già più?

KEVIN (a Michael) No, figurati, sono convinto che non riuscirò ad arrivare a stasera.

PETER (a Kevin) Qui al Tivoli i clienti non mancano mai.

HANS (tra sé, mangia poco) Me ne andrò presto, questo posto è…

MICHAEL (a Kevin) E deve ancora arrivare il peggio. (a tutti) Ho ragione? (a Kevin) Aspetta che arrivi l’orario del servizio… dopo un po’ ci fai l’abitudine.

PETER (a Kevin) L’abbiamo detto tutti che non avremmo resistito neppure un giorno ma alla fine ci si abitua a tutto. Basta che tu dimentichi dove sei e ti convinci che si tratta di un lavoro come un altro.

MICHAEL (a Kevin)  Dovresti occuparti delle uova. Ho cinque piatti, cinque! (a Paul) Ehi, Paul, ci sono dolci?

PAUL (a Michael) Tutti finiti, ho della crostata di ieri. (alzando le spalle) Mi dispiace!

MICHAEL (a Kevin, non troppo forte) Bugiardo!

KEVIN (a Michael, sussurrando) Credevo che qui si potesse mangiare quello che si voleva.

MICHAEL (a Kevin, tono normale) Si può, ma lo devi rubare. E così anche per il cibo da cucinare. Se voglio fare una zuppa di cipolle che sia appena decente, vado nella cella frigorifera e mi prendo le ali di pollo che mi servono. Non chiedo niente a nessuno, prendo e porto via… pssst!

PAUL (a Raymond) Perché dico che non ci sono dolci quando invece ci sono?

RAYMOND (a Paul) Non ti preoccupare, tanto mangiano molto lo stesso.

PAUL (a Raymond) Non ti è mai successo di dire qualcosa che invece non vuoi dire? Perché ho negato un dolce a Michael? Non mi costa niente darglielo, la maggior parte delle volte glielo diamo, però arriva la volta che non glielo diamo. La prima cosa che faccio la mattina è di scherzare con lui ma già a metà giornata gli dico delle bugie e difendo la proprietà di Marango come se fosse la mia. So essere meravigliosamente leale solo per mezza giornata.

PETER (a tutti) Dov’è Gaston? (a Gaston) Perché non sei qui con noi a mangiare? Ti ho pestato l’occhio non il sedere.

PAUL (a Peter) Piantala Peter, mettici una pietra sopra.

MICHAEL (a tutti) Ma come possiamo fare pace noi dopo una lite quando non ci riescono neppure marito e moglie?

PAUL (a Michael, un po’ risentito) Mia moglie era una povera donna, Michael. Veniva da una famiglia per bene e agiata, ma valeva proprio poco. Io mi sono comportato bene e quindi non ti impicciare… sono cose che…

FRANK, ALFREDO e MAX ridacchiano fra loro,

PAUL (a Frank, Alfredo e Max) Ridete, ridete pure furbacchioni. Ho fatto di tutto. Ho passato ore, ho perfino cercato di… per che diavolo sto affannandomi a spiegarti… (a Michael) Tieni, prenditi il tuo maledetto pezzo di dolce.

PAUL offre un piattino di dolce a

MICHAEL lo prende,

silenzio imbarazzato,

pausa,

HANS (a tutti, per spezzare l’imbarazzo) Credo che andrò in America.

KEVIN In America?

HANS (a tutti, ghigna sotto i baffi, sta per sbalordire Kevin) New York… ci sono già stato.

KEVIN Davvero?

HANS (a tutti) Due volte. (china la testa come per dire “pensate un po’”) Lavoravo su una nave. (pausa) Su una nave è più la roba che sprechi di quella che mangi. (aspetta che le sue parole facciano presa) Butti tutto in mare prima di toccare terra. (insiste sull’argomento) Polli interi! (mima il pollo e il volo del gabbiano) I gabbiani… se li mangiano al volo.

KEVIN E com’è New York?

HANS (a tutti, schiocca un bacio sulla punta delle dita) New York? New York das ist die schonste Stadt der Welt! Wenn du annkommst, (a Kevin) quando arrivi: la via del paradiso! L’Empire State Buildings! Coney Island! E Broadway, Broadway, ne hai sentito parlare?

KEVIN fa cenno di sì, con la bocca piena

HANS (a tutti) Che città!

KEVIN Sì, l’ho sentito dire.

HANS (a Kevin, ha preso l’abbrivio, fa una smorfia come per dire “e non è tutto”) E, le donne, Kevin! Alle tre del mattino! E i bar, i night-clubs! Si corre di qui, si corre di là!

Sotto sotto gli altri lo prendono in giro,

HANS (a Kevin) Una città meravigliosa! Il  paradiso. Questo, l’inferno, credimi!

KEVIN Sì, eh?

PETER va a prendere un bicchiere d’acqua.

PETER (a Kevin) Ti tocca sfornare piatti ben caldi e alla svelta. La qualità? Puah! Non c’è tempo! Correre! Correre!

KEVIN ( a Peter) Anche nei piccoli ristoranti non si bada molto alla qualità.

MICHAEL (a Kevin, accendendosi una sigaretta) E perché mai dovrebbero farlo? E’ questo (stropicciando il pollice con l’indice) che conta, lo sai benissimo. Solo questo, ormai!

KEVIN (a Michael) Mah, non lo so. Credevo che fosse possibile mandare avanti un piccolo ristorante, essere orgogliosi della sua cucina e fare anche i soldi.

PETER (a Kevin) Certo che è possibile, amico mio, ma devi pagare caro. Soldi, solo soldi. Il mondo corre dietro ai soldi ed anche tu devi correrci dietro. (fa schioccare le dita velocemente) Soldi! Soldi! Soldi!

PETER si è avvicinato a

FRANK e d’impulso gli mette il bicchiere in cima al berrettone bianco da cuoco,

PETER poi torna indietro quatto quatto, soffocando la sua strana risata,

PETER Frank!

FRANK naturalmente si gira di scatto e l’acqua gli si versa addosso,

PETER ride come un matto con la sua tipica risata,

GWEN entra dalla sala da pranzo,

FRANK (a Peter, irritato) Un giorno farai un uovo di troppo e ti si romperà sotto il culo. Sì… ridi, ridi.

PETER (a Kevin) Anche Frank è infelice.

GWEN si avvicina alla tavola,

PETER (a Gwen) Cosa vuoi?

GWEN mette una mano sulla spalla di MICHAEL che a sua volta mette la sua mano sul sedere della ragazza,

GWEN (a Peter, tranquilla) Chi è addetto al pesce, oggi?

MICHAEL (a Gwen) Mi ami?

GWEN (a Michael) Penso che sei irresistibile. (a tutti) Chi c’è al pesce?

KEVIN Io.

GWEN (a Kevin) Bene, quattro rombi.

GWEN esce in sala da pranzo,

KEVIN si alza per andare alla sua postazione,

PETER (a Kevin, ricacciandolo a sedere) C’è tempo. Non hai ancora finito il tuo pranzo. I clienti possono aspettare.

M9 – INIZIO MUSICA

Fa come il signor Alfredo. Il signor Alfredo non si lascia mai scomporre da niente. Il signor Alfredo è un lavoratore e odia il padrone. Il signor Alfredo sa qual è il proprio lavoro, fa quello che deve fare, niente di più, niente di meno e tutto al momento giusto. Il signor Alfredo è un vero inglese, guarda!

ALFREDO a questo punto avanza verso il proscenio, si guarda attorno per assicurarsi che nessuno lo osservi e si infila qualcosa nel grembiule. Poi, ridandosi contegno, ricomincia a stuzzicarsi i denti,

MOLLY entra dalla sala da pranzo,

M9 – FINE MUSICA

MOLLY (a Frank ) Una coscia di pollo e un po’ di sautè per il signor Marango.

FRANK (a Molly) Il signor Marango può andare al diavolo, sto mangiando.

MOLLY (a Frank, andando verso la sala da pranzo) Vengo a prenderli tra cinque minuti.

MOLLY esce in sala da pranzo,

FRANK (tra sé) In questo posto non ti danno neanche il tempo di mangiare.

MAX (a Frank e Nicholas) Ehi, avete saputo che ieri sera a momenti ammazzavano Peter?

FRANK (a Max) Non mi parlare di quel tipo. E’ pazzo. Ne ho fin sopra i capelli di lui… tre anni che lo sopporto.

NICHOLAS (a Max e Frank) Dovrebbero ammazzarli. Ammazzarli tutti, i tedeschi. Li odio, vi dico. Non odio nessuno quanto odio loro. Ed ora vorrebbero abolire la pena di morte. L’avete letto?

MAX (a Frank) Credi che passerà la legge?

FRANK (a Max) E come faccio a saperlo? Penso che valga la pena di fare la prova.

MAX (a Frank e Nicholas) Se ne pentiranno, te lo dico io.

NICHOLAS (a Max e a Frank, in vena di moralismo) Dico che se un uomo ammazza un suo simile dovrebbe venire ammazzato anche lui.

MAX (a Nicholas, approvando) Occhio per occhio.

NICHOLAS (a Max e a Frank) Bisognerebbe usare la sedia elettrica. La forca è vecchia, non va più.

MAX (a Nicholas, con aria di soddisfazione per quel che sta per dire) Te li ricordi quei due che mandarono alla sedia elettrica in America non molto tempo fa, per spionaggio? Quella trappola maledetta si inceppò, ah, dovettero cominciare da capo. Scommetto che all’elettricista addetto a quel lavoro gli prese un accidente!

FRANK (a Max, in modo definitivo) Cosa vorresti allora che si usassero, i forni a gas?

Pausa, silenzio, gelo,

MONIQUE entra dalla sala da pranzo, va verso il proscenio passando vicino a Peter e lo aspetta al suo reparto, ha una tazza di te in mano,

PETER la raggiunge subito, fanno sempre così all’ora dei pasti.

PETER Mi perdoni?

MONIQUE Non ce la faccio a tenerti il muso. Dopo un po’ mi scappa da ridere.

PETER Sono un bravo ragazzo, in fondo. Quando è il tuo giorno di libertà?

MONIQUE Domani.

PETER Allora non possiamo vederci.

MONIQUE No.

PETER Cosa farai?

MONIQUE La mattina vado a fare spese. Il pomeriggio vado dal parrucchiere e la sera a ballare all’Astra.

PETER Che ci vai a fare? All’Astra ci vanno tutte le puttane.

MONIQUE Ci vado con Monty.

PETER Stammi a sentire, Monique. Diglielo a Monty, stasera. Chiedigli il divorzio, ti prego, non possiamo continuare così, come ladri, continuiamo a farci del male, te ne rendi conto?

MONIQUE Non qui, Peter, ti prego. Non glielo posso dire ancora.

PETER E’ qui, qui dentro (battendosi la mano sulla testa) che ci facciamo male. Non intendo aspettare ancora molto, sai. Credi che mi piaccia questo ristorante?

MONIQUE Piantala, adesso. Perché devi scegliere sempre un posto pieno di gente per parlarmi di questo? Tu fai sempre lo stesso discorso e io continuo a dirti di darmi tempo. Ti ho promesso che lo farò e lo farò, e allora devi avere pazienza.

PETER Pazienza… pazienza, io?... Tu non ci credi che io non aspetto più, vero?

MONIQUE Fa come ti pare.

PETER (disperato) Ma cosa vuoi che faccia? Vuoi rendermi ridicolo? Sono tre anni che sto qui, tre…

MONIQUE Eh, che diavolo!

MONIQUE esce in sala da pranzo,

PETER (a Kevin, sta per infuriarsi ma si controlla, grida) Auf geth’s irlandese. Auf ghet’s.

KEVIN non gli da retta e allora,

PETER (a Kevin più forte) Auf geth’s irlandese. Auf ghet’s.

KEVIN (a Peter) Va bene, va bene.

M10 – INIZIO MUSICA

PETER si mette a cantare la sua caratteristica canzone e fa alzare in piedi

HANS,

HANS, KEVIN e PETER tornano ai loro reparti,

M10 – FINE MUSICA

CHEF (a Frank) Va bene, Frank.

FRANK (allo Chef) Benissimo, al lavoro.

CHEF (a Michael) Dai, Michael. (a Mangolis) Su, Mangolis, che tra poco ricominciano le danze.

MANGOLIS Sissignore.

Tornano tutti ai loro reparti,

CHEF si avvicina a Kevin,

CHEF (a Kevin) Tutto bene?

KEVIN Sì, chef.

CHEF Se hai bisogno di qualche cosa chiedi a Frank.

KEVIN Sì, chef.

CHEF Fammi vedere.

KEVIN sta infarinando il pesce prima di friggerlo,

CHEF (a Kevin) Va bene, ma più svelto, più svelto, più svelto.

PETER (a Kevin) Più svelto, più svelto, più svelto, irlandese.

HANS (a Kevin) Più svelto, più svelto.

PETER (a Hans) Guardalo adesso l’irlandese, tra poco non si ricorderà neppure il suo nome  iah…iah…iah.

M11 – INIZIO MUSICA

PETER e HANS si mettono a cantare la loro canzone,

M11 – FINE MUSICA

KEVIN (a Peter) Lo sa tua madre che sragioni?

Cominciano ad entrare le cameriere che gridano le ordinazioni ai vari reparti. Prendono i piatti dallo scaldavivande, mettendosene pile intere sulle braccia e passano le ordinazioni. Arrivano sempre più numerose, man mano che il servizio in sala si intensifica. Si formano code prima davanti ad uno poi ad un altro cuoco.

MOLLY (a Hans) Due cotolette di vitella.

HANS Due cotolette di vitella.

GWEN (a Peter) Quattro merluzzi… li spediamo questi merluzzi?

PETER Torna fra cinque minuti.

WINNIE (a Peter) Tre rombi.

PETER Tre rombi.

CYNTHIA (a Hans) Quattro cotolette di vitella.

HANS Quattro cotolette di vitella! Ehi, piccola, aspetta un momento! Io… io…io… Hast du dir’s uberlegt? Gehen wir zusammen aus? Ich lade dich ein! Wir gehen ins Kino und nachher tanzen. Willst du?

CYNTHIA (a Hans, come se parlasse a uno che non conosce una parola di inglese) No. De-vo tor-na-re in sa-la da pran-zo.

DAPHNE (a Frank) Tre cosce di pollo.

FRANK Tre cosce di pollo.

HETTIE (a Nicholas) Due insalate di pollo.

NICHOLAS Due insalate di pollo.

HANS (tra sé, che è rimasto ad osservare Cynthia) Oh Gott, le mie cotolette!

CYNTHIA (a Kevin) Tanto per iniziare, otto sogliole.

KEVIN Otto sogliole. Sei una lavoratrice.

JACKIE (a Gaston) Cinque bistecche ai ferri.

GASTON Cinque bistecche ai ferri.

DAPHNE (a Nicholas) Tre insalate alla francese.

HETTIE (a Daphne) C’ero prima io.

DAPHNE (a Nicholas) Speciali.

NICHOLAS Tre insalate alla francese speciali.

MOLLY (a Gaston) Sei bistecche.

GASTON Sei bistecche.

MOLLY (a Michael) Quattro minestroni.

MICHAEL Quattro minestroni.

GWEN (a Frank) Due polli arrosto con sautè.

FRANK Due polli arrosto con sautè.

CYNTHIA (a Hans) Sono queste le mie cotolette di vitella?

HANS (a Cynthia) Sì, sono queste! Quattro Kalbskotletts solo per te, piccolina.

CYNTHIA (a Hans, schioccandogli un bacio da lontano) Grazie grande cuoco!

HANS (a Peter) Wunderbar! Guarda, Peter! Wie die geth! Wie die aussieht, die ist genau meine Kragenweite!

PETER (cantando) “Hans è innamorato”.

KEVIN  (a Peter) Ehi, Peter, non ci sono più sogliole?

PETER (a Kevin) Nella cella frigorifera.

KEVIN va verso la cella frigorifera e si scontra con

DAPHNE,

DAPHNE (a Kevin) Fa attenzione, irlandese.

PETER (continuando a prendere in giro Hans) “Hans è innamorato”.

KEVIN entra nella cella frigorifera,

HANS (a Peter) Oh, Pete, piantala! Ich weiss nicht, was ich anstellen soll! Parlo inglese già abbastanza bene.

VIOLET (a Peter) Quattro merluzzi.

L’ordinazione di VIOLET non viene sentita da Peter,

HANS (a Peter) Ma quando la vedo mi scordo tutte le parole.

VIOLET (a Peter) Ho detto quattro merluzzi!

L’ordinazione di VIOLET non viene nuovamente sentita da Peter,

HANS (a Violet) E stà un po’ zitta, con quella vocetta! (a Peter) Cynthia è una cannonata!!

VIOLET esce in sala da pranzo,

MONIQUE (allo Chef) Chef, protestano per il minestrone.

PETER (a Monique) E ricordatelo, non scordarti di ricordartelo.

MONIQUE Ricordarmi cosa?

PETER Quello che stai facendo… non ti rendi conto di cosa stai facendo.

CHEF (a Michael) Michael, la minestra è acida.

MICHAEL (allo Chef) Non c’è problema…

MONIQUE (a Peter) Sei tu che non ti rendi conto di…

Approfittando del fatto che

MONIQUE sta guardando altrove,

MICHAEL versa lo stesso minestrone dal piatto che gli è stato restituito in un altro piatto e glielo porge,

BETTY (ad Alfredo) Due roast beef.

ALFREDO Prendili  prendili.

BETTY Oh, sono pronti?

ALDREDO Certo che sono pronti.

PETER (urla) Mangolis! Piatti! Piatti!

MANGOLIS (urla) Arrivano.

GWEN (a Peter) Sono pronti i miei quattro merluzzi?

DAPHNE (a Nicholas) Un’insalata.

WINNIE (a Frank) Due fagiani arrosto, caro.

FRANK Oh, tesoro, ti amo.

HETTIE (a Hans) Due salsicce.

JACKIE (ad Alfredo) Un arrosto di maiale.

ALFREDO Un arrosto di maiale.

DAPHNE (a Kevin) Due sogliole. Oh, dove diavolo si è cacciato?

DAPHNE aspetta che Kevin torni,

HETTIE (a Kevin) Tre rombi alla griglia.

JACKIE (a Peter) Due merluzzi.

PETER Due merluzzi.

KEVIN rientra in scena con un’enorme cesta di pesci,

DAPHNE (a Kevin) Due sogliole. Dài, dài, irlandese.

KEVIN (tra sé, stravolto) Oh Gesù, Madre di Dio Vergine Beata, l’Arcangelo Gabriele e tutti i Santi…

GASTON (che si trova a passare proprio in quel momento) Amen!

DAPHNE (a Kevin) Due sogliole.

MOLLY (a Hans) Sono pronte le mie cotolette di vitella?

HANS Tu cosa credi?

HETTIE (a Kevin) Tre rombi alla griglia.

KEVIN Tre rombi alla griglia.

MOLLY (a Nicholas) Una porzione di gamberi, un prosciutto con insalata.

NICHOLAS Gamberi e prosciutto con insalata.

CYNTHIA (a Michael) Tre omelettes al prosciutto.

BETTY (a Gaston) Tre lombate.

GASTON  Tre lombate.

ANNE (a Paul) Sono pronti i miei budini di frutta?

PAUL Te li porto, mia cara e dolce Anne.

GWEN (a Nicholas) Due prosciutti con insalata.

NICHOLAS Due prosciutti con insalata.

GWEN Voglio due caffè, Anne cara.

ANNE Va bene, tesoro. Due caffè.

WINNIE (a Hans) Due cotolette di vitella.

HANS (tra sé) Due cotolette di vitella… oh Signore, (a Max, urlando) Max, cotolette di vitella e salsicce scarseggiano.

HANS lancia un vassoio a

MAX che lo prende al volo,

MAX (a Hans) Sì… va bene.

GASTON (a Max, isterico) Max, mandami presto bistecche e cotolette di montone.

MAX (a tutti, iroso) Un minuto, un minuto, maledizione! Tutti ora vi svegliate?

GASTON (a Max, in grande agitazione) Ho già sei bistecche in attesa.

MAX  (a Gaston) E allora? Cosa dovrei fare?

GASTON (non rivolgendosi a nessuno in particolare, brontolando) Tutti uguali in questo posto maledetto. Davanti a me c’è la coda ancora prima che cominci a lavorare.

WINNIE (a Kevin) Per favore, una sogliola.

KEVIN Una sogliola. Bene.

BETTY (a Frank) Un pollo arrosto.

FRANK Un pollo arrosto.

HANS (a Max, con frenesia) Max, presto cotolette e salsicce!

HETTIE (a Kevin) Due salmoni alla griglia.

KEVIN Sì, cinque minuti soli. Via, hop!

JACKIE (a Kevin) Una trota alla griglia, per piacere.

KEVIN (si da da fare) Subito!

MOLLY (a Kevin) Per favore, due sogliole.

KEVIN Va bene, va bene.

PETER (gridando mentre consegna le ordinazioni) Ah-Ah! Eh-eh! Oh-oh! Eccole! Arrivano!

HETTIE (a Nicholas) Un pollo, un prosciutto con insalata.

CYNTHIA (a Peter) Un merluzzo.

PETER Un merluzzo.

WINNIE (a Michael) Un hamburger.

MICHALE Un hamburger.

VIOLET (a Peter) Sono pronti i miei quattro merluzzi?

GWEN (a Hans) Una cotoletta di vitella.

PETER  (a Violet) Non ho merluzzi per te! Quando li hai ordinati?

HANS Una cotoletta di vitella.

VIOLET (a Peter) Cinque minuti fa. Sono passata prima e tu stavi parlando con

Hans, te lo ricordi?

PETER (a Violet) No. Non mi ricordo niente. Torna tra cinque minuti. (a nessuno in particolare) Chi c’è ora?

VIOLET (a Peter) Non mi stavi a sentire, è così, vero?

PETER (a Violet) Ti dico che non hai ordinato niente.

MOLLY (a Michael) Due minestroni.

PETER (a Violet) Torna tra cinque minuti… (a Gwen) avanti un’altra.

VIOLET  (tra sé, piagnucolando) Non è giusto, insomma!

GWEN (a Peter) Un rombo al vapore.

BETTY (a Hans) Per piacere, tre cotolette di vitella.

CAPO CAMERIERE Violet

JACKIE (a Nicholas) Due prosciutti, un’insalata di gamberi.

DAPHNE (ad Anne) Tre budini di frutta.

ANNE Tre budini di frutta.

BETTY è rimasta impalata di fronte alla postazione di Hans,

HANS (a Betty) Che ti succede… cosa fai lì impalata… è così interessante vedere un povero cristo che cucina delle cotolette?

BETTY (a Hans) Beh, l’altra volta ho dovuto aspettare e quindi pensavo…

HANS (a tutti, facendo il verso a Betty) Beh, l’altra volta ho dovuto aspettare e quindi pensavo…

BETTY (a Hans) Va’ al diavolo… (al capo cameriere) scusami Harry.

WINNIE (a Gaston) Tre bistecche.

CAPO CAMERIERE (allo Chef) Violet ha ordinato quattro merluzzi dieci minuti fa e non sono ancora pronti.

KEVIN, GASTON e MICHAEL reclamano altri piatti,

CHEF Peter… non è ancora pronto il merluzzo?

PETER Quella è una bugiarda, non ha ordinato niente.

CHEF Andiamo, andiamo.

PETER (tra sé) Un merluzzo, due merluzzi.

VIOLET si avvicina a Peter per prendere i suoi quattro merluzzi.

DAPHNE (ad Anne) Due caffè.

PETER (tra sé) Tre merluzzi, quattro merluzzi.

VIOLETsi gira con i piatti in mano e

MANGOLIS, passando,la urta, i piatti cadono per terra.

JACKIE (ad Anne) Tre caffè.

ANNE Tre caffè.

CHEF (a Frank) Piatti rotti!

VIOLET (tra sé, disperata) Oh Dio, Dio, Dio, non ce la faccio, non ne posso più.

GWEN (a Violet) Non agitarti, cara.

FRANK (a Mangolis) Mangolis, piatti rotti.

VIOLET (a Gwen) Vedi, non si può lavorare così. Non sono abituata a questo modo di lavorare.

BETTY (a Michael) Un minestrone.

VIOLET (a Gwen) Non ho mai lavorato così, prima, mai, mai.

MANGOLIS spazza i cocci di porcellana,

PETER Troppo stupida, sei troppo stupida, mio dolce amore. Va’a casa, stupida ragazza questo lavoro non è per te, va a casa.

HANS (a Peter) E piantala, chiudi il becco.

PETER fa una smorfia allo Chef e appena si sente al sicuro intona la sua canzoncina,

(M12 – INIZIO MUSICA)

a metà s’interrompe e corre al fornello, nel suo modo di muoversi c’è qualcosa di solenne e di teatrale, vuole sempre recitare la parte dello sciocco,

(M12 – FINE MUSICA)

GWEN (a Hans) Una cotoletta di vitella.

PETER (a Kevin) Oh Dio! Brucia! Il merluzzo! E’ bruciato! Ahi, ahi, ahi. Bruciato, irlandese. Male, male. Molto male.

PETER di corsa porta la padella con il pesce bruciato alla vicina pattumiera e la copre di carta

PETER Ssh, sssh. Ahi, ahi, ahi.

HANS (a Peter, ad alta voce) Brutto lavoro, Peter, brutto lavoro, mein lieber. Lavoro da porci. (a Kevin, ridendo e ammiccando a Peter, davanti al banco di Kevin c’è una lunga coda) Abbiamo un po’ da fare, irlandese, eh?

KEVIN (a Hans) Buffone maledetto!

HETTIE (a Kevin) E’ pronto il mio salmone?

KEVIN (a Hettie) Il tuo che?

HETTIE (a Kevin) Il mio salmone alla griglia.

KEVIN (a Hettie) Quanti ne vuoi?

HETTIE (a Kevin) Due.

CYNTHIA (a Michael) Le mie tre omelettes.

MICHAEL (a Cynthia) Le tue tre omelettes.

DAPHNE (a Kevin) Due salmoni.

JACKIE (a Kevin) Tre sardine.

KEVIN Peter, per amor di Dio, dammi una mano!

HETTIE (a Michael) Due minestre di verdura.

PETER (a Kevin, aiutandolo) Andiamo, irlandese, andiamo. (a nessuno in particolare) Chi c’è ora?

DAPHNE (a Kevin) Due salmoni.

PETER (tra sé) Bene.

BETTY (a Hans) Le mie cotolette di vitella.

HANS (a Betty) Le tue cotolette di vitella.

PETER Chi c’è, chi c’è?

JACKIE (a Peter) Tre sardine.

BETTY (a Hans) Oh, dai, faccia da gambero.

HANS (a Betty) Prendi anche in giro?

PETER Chi c’è ora? Su, dai, veloci!

WINNIE Tre sogliole.

HANS (a Betty) Ein, zwei, drei.

PETER (a Winnie) Uno, due, tre.

BETTY (a Peter) Due sogliole.

Mentre

PETER sta aiutando

KEVIN al suo banco piovono queste tre ordinazioni,

MOLLY (a Kevin) Un rombo.

GWEN (a Kevin) Una razza al vapore.

CYNTHIA (a Kevin) Due merluzzi.

MOLLY Peter, su, vieni.

PETER (corre al suo posto, ridendo come un giullare che si lancia nella mischia). Ma guarda un po’, iah, iah, buongiorno signora, avanti un’altra… desidera?

MOLLY (a Peter) Un rombo.

Peter la serve e grida: “Un’altra,un’altra”, e così via.

GWEN (a Peter) Una razza al vapore.

JACKIE (a Frank) Tre cosce di pollo.

FRANK Tre cosce.

KEVIN (a Peter) Ho finito il limone.

PETER (a Kevin, brusco e con indifferenza) E allora tagliatene dell’altro. A chi tocca adesso?

KEVIN (a Peter) E allora prestami il tuo tagliere, se non ti dispiace.

KEVIN fa per prenderlo dal banco di Peter,

PETER interrompe il suo lavoro, salta addosso a Kevin e gli strappa il tagliere (in cucina ognuno non pensa che a se stesso),

PETER (a Kevin) Oh no, no, no, nossignori. Nel ripostiglio, nel ripostiglio, è là che devi andare a prendertelo. Questo è mio e serve a me.

KEVIN (a Peter) Ma te lo rendo tra un istante.

PETER (a Kevin, facendo cenno con il dito) Nel ripostiglio (per rafforzare le parole batte una mano sul banco, rivolgendosi poi a Cynthia) Che cosa vuoi?

KEVIN si avvia al ripostiglio,

KEVIN (a Peter, con ira) Non parlarmi mai più in quel modo pezzo… di tedesco!

PETER Non ho tempo, non ho tempo. Avanti un’altra.

CYNTHIA (a Peter) Due merluzzi.

JACKIE (a Nicholas) Un’insalata con formaggio.

VIOLET ( a Nicholas, lamentosa) Un’insalata con prosciutto.

BETTY (a Gaston) Sono pronte le mie bistecche?

VIOLET (ad Anne) Un budino di frutta e due caffè.

ANNE Un budino e due caffè.

GASTON (a Betty) Tra un minuto. Ripassa!

BETTY Ma così non si riesce…

DAPHNE (a Frank) Due polli arrosto.

FRANK Due polli arrosto.

WINNIE (ad Alfredo) Due arrosti di vitella con spaghetti.

JACKIE (a Michael) Un’omelette di gamberi.

MICHAEL Una di gamberi.

GWEEN (ad Alfredo) Due roast beef.

ALFREDO Due roast beef.

MOLLY (a Kevin) Due sogliole.

CYNTHIA (a Kevin) Tre rombi.

DAPHNE (a Gaston) Due cotolette di agnello.

HETTIE (a Michael) Due minestroni.

MONIQUE (a Peter) Quattro merluzzi.

PETER (a Monique) Tu non hai ordinato un bel niente!

MONIQUE (a Peter) I quattro merluzzi di Violet.

MOLLY (tra sé, parlando di Kevin) Non lo trovo mai questo qua!

PETER (a Monique) Aspettami dopo.

MONIQUE Ti aspetterò.

CYNTHIA (a Kevin) Su, irlandese, i miei rombi.

BETTY (a Michael) Un minestrone.

PETER (a Monique) Andiamo a fare una passeggiata?

MONIQUE Sì, andiamo a fare una passeggiata….

MOLLY (a Cynthia) Perderemo tutte le mance.

GWEEN (a Hans) Quattro cotolette di vitella.

HANS Quattro cotolette di vitella.

MOLLY  (a Kevin) La mia sogliola, tesoro, dov’è la mia sogliola?

KEVIN torna alla sua postazione,

KEVIN (a Molly) E che diavolo, non puoi aspettare un minuto?

MOLLY (a Kevin) Anche due.

GWEEN (a Peter) Due sgombri.

BETTY (a Michael) Tre hamburger.

CYNTHIA (a Kevin) Tre sogliole. Non c’è tempo neppure per respirare qui.

KEVIN (tra sé) Per Dio, questo è proprio un manicomio.

MICHAEL Tre hamburger.

NICHOLAS Piatti.

MANGOLIS Piatti.

KEVIN (a tutti) Siete diventati tutti dei maledetti pazzi rabbiosi che abbaiano.

M13 – INIZIO MUSICA

A questo punto le cameriere sono sommerse da una vera ridda di ordinazioni che travolge l’intera cucina, mentre il brontolio dei fornelli aumenta e le luci lentamente svaniscono. Chiamate e ordinazioni, richieste di piatti, di carne, ecc., ecc., si susseguono nell’oscurità finché il palcoscenico non sarà sgombro e pronto per l’interludio. L’autore preferirebbe che, a questo punto non ci fosse l’intervallo, ma rispetta l’esigenza dei bar del teatro di guadagnare qualcosa.

M13 – FINE MUSICA

M14 – INIZIO MUSICA

PETER canta la sua canzone,

PETER (continua a cantare ridendo) Oi li o la o la oi li o la oi li  o la o la o la a a a a a a “ahi ahi ahi ahi ahi”)

M14 – FINE MUSICA

INTERLUDIO

M15 – INIZIO MUSICA

La scena si illumina lentamente,

al suono di una chitarra,

siamo durante la pausa pomeridiana,

il rumore dei forni è dimezzato,

PAUL e RAYMOND stanno lavorando ai loro posti, sono gli unici che vi rimangono per l’intero pomeriggio,

KEVIN è sdraiato su quattro sgabelli messi in fila a formare una panca, esausto, DIMITRI spazza svogliatamente,

PETER è seduto su uno sgabello ed aspetta Monique,

HANS, in un angolo, seduto su un altro sgabello, accompagnandosi con la chitarra, canta in tedesco: ah, sinner-mian (ah peccatore),

KEVIN (a tutti) Finito! Sono morto! Sono cotto! Stasera mi potete servire per cena!

PAUL (come se ordinasse la cena) Due porzioni di irlandese lesso, per favore! Con contorno!

RAYMOND (ordina anche lui) Due pomodori fritti nelle orecchie, patatine di contorno in testa e ripieno in bocca con doppia porzione di piselli.

KEVIN (a tutti) E mi cucinerò nel mio stesso grasso! Ma avete visto? Avete visto che roba? Millecinquecento clienti e la metà mangiano pesce. Proprio a me doveva capitare il turno del venerdì.

RAYMOND (a Kevin) E’ così tutti i giorni, caro mio.

KEVIN (a tutti, tirandosi su) Guardatemi. Sono fradicio. Guardate questa giacca. La potrei strizzare. Non è sudore, nessun cristiano può averne tanto. (tra sé, ripiomba giù) Kevin, finirai per crepare, se rimani qui. Ti avverto Kevin, da retta a un amico, alza i tacchi! Vattene via! La tua gioventù tienitela cara, Kevin! Questo non è posto da cristiani,  ci rimetterai la pelle, te lo dico io.

DIMITRI (a Kevin) Ehi, irlandese, che vai borbottando contro questo posto? Cosa c’è di diverso in altri posti? Gente che va e gente che viene, grande agitazione, grande fracasso. (si mette a fare rumore ed a gesticolare) Per cosa? Alla fine chi hai conosciuto? Ti fai un amico, ti pare che resterete amici per una vita, però quando te ne vai di qui… pst! Te lo scordi e lui scorda te. E allora perché te la prendi proprio con questa cucina?

PETER (a Dimitri) Dimitri, tu sei un ragazzo veramente saggio.

DIMITRI (a Peter) E tu sei un ragazzo veramente sciocco. Non ci tengo neppure troppo a parlare con te.

KEVIN (a Peter e a Dimitri) Ah, non ricominciamo con i litigi. È tutta la mattina che sento parlare dell’occhio nero che Peter ha fatto a Gaston. È l’ora della pausa, niente litigi, per favore, stiamo in pace. (a tutti) Non sentite com’è bello stare in pace? Il silenzio. Il nulla aaah! (tra sé, si muove) ooooh… sto affogando nel mio stesso sudore. Cristo! Che razza di morte!

DIMITRI (a Peter) Che gran stupido che sei!

PETER prende una scatola di cartone e la mette in testa a DIMITRI,

DIMITRI la scaraventa via con rabbia e fa per ributtarla a PETER quando si accorge che

PETER ha nascosto la testa fra le mani e allora

DIMITRI tira fuori una scatola di tabacco e gli arrotola una sigaretta, gli da da leccare la cartina,

PETER la lecca,

DIMITRI l’incolla e gli offre una sigaretta.

M15 – FINE MUSICA

PETER (a Kevin) Ehi, irlandese, credevo che questo posto non ti piacesse. Perché non te ne vai a casa a dormire?

KEVIN (a Peter) La mia casa è una stanza con un letto e un quadro della Santa Vergine e sarà sempre quella.

PETER (a Kevin) Anche questo posto, questa casa, starà sempre qui. Pensa, irlandese. Questa gabbia di matti resterà sempre qua. (a tutti) Te ne andrai tu, me ne andrò io, se ne andrà Dimitri, ma questa cucina rimarrà qui. Andrà avanti anche quando saremo morti. Noi lavoriamo qua dodici ore al giorno, è niente. Non ci guadagnamo nulla. La cucina da una parte e tu dall’altra. Tu e la cucina. Alla cucina non importa niente di te ed a te non importa niente della cucina. Ha ragione Dimitri, cos’hai da borbottare su questa cucina? Non è la stessa cosa negli uffici e nelle fabbriche?

KEVIN (a Peter) Non vorresti arrivare qui una mattina e vedere che è sparito tutto?

PETER (a tutti) Sì, una mattina. Ve lo immaginate? Sparito. Sparito tutto.

KEVIN (a Peter) E così rimarresti senza lavoro.

PETER (a Kevin) E allora? Morirei?

KEVIN (a Peter) Forse non te ne importa un granché!

HANS (a Peter) Du traumst schon wieder.

KEVIN (a Peter) Che cosa sta dicendo?

PETER (a Kevin) Dice… che sto sognando.

M16 – INIZIO MUSICA

PETER si alza e comincia a gironzolare per la cucina, afferra un coperchio ed un lungo mestolo per usarli come scudo e spada, allunga un fendente a RAYMOND, RAYMOND a sua volta afferra uno spazzolone ne segue un duello di pochi secondi. PETER alza le braccia in segno di resa,

PETER (a tutti) Guerra! (a Raymond) Eri abituato a giocare così alla guerra, con coperchi e cose del genere? Io sì. Sì. (a tutti) I ragazzi che giocano alla guerra diventano cittadini pacifici, dicono, ma a me non sembra così semplice. A me non sono mai piaciuti i giochi di guerra. Io avevo il mio gruppo di amici, abbiamo costruito case, castelli, capanne e accampamenti.

PETER frattanto ha preso due secchi di rifiuti e ne ha messo uno sull’altro sullo scaldapiatti, sopra ogni secchio mette poi un grosso barattolo e sopra questo una salsiera, a cavallo delle due pile sistema poi la scopa di Dimitri e ci appende degli strofinacci, dopo nota un vaso di fiori sul tavolo dello Chef, sceglie il fiore più bello e lo infila nel manico della salsiera,

gli altri li da  a PAUL,

PETER voltando le spalle al pubblico, ammira la sua opera,

PAUL (a Peter) Che cos’è?

PETER (a tutti) E’ il mio arco di trionfo, e io sono… io sono… (a tutti, brandendo un lungo mestolo, come se salutasse con la spada) sono ein grosser Deutscher Ritter!

HANS (a Peter) Ehi, Peter, weisst du noch?

HANS comincia a suonare il motivo dell’Horst Wessel alla chitarra,

PETER attraversa l’arco al passo dell’oca e

PAUL lancia fiori su di loro,

 

KEVIN (canta) L’armata repubblicana irlandese ha ridotto in poltiglia tutta la vostra razza maledetta.

M16 – FINE MUSICA

KEVIN (a Peter) E quello non era uno scherzo.

PETER (a Kevin) Pensi che questo sia da sciocchi?

KEVIN (a Peter) E non lo è, forse? Fare i ragazzini e tutto il resto?

PETER (a Kevin) C’è chi gioca e chi sogna. Pensi che sia una perdita di tempo? Sai che cos’è un gioco? Un sogno? (a tutti) È il momento che ti dimentichi quello che sei e diventi quello che vorresti essere. Quando uno sogna diventa più grande, migliore. (a Kevin) Ti pare una cosa stupida?

HANS (a Peter) Du bist zu alt, Peter!

PETER (a Hans) Io non sono troppo vecchio, non sarò mai troppo vecchio, non dirlo mai più. Troppo vecchio! (a tutti) Quando sei morto sei troppo vecchio.

HANS (a Peter) Aha, und du glaubst wir haben hier zeit zum traumen.

PETER (a Hans) Ce n’è. C’è sempre tempo per sognare. (a tutti) Io voglio sognare. Ognuno dovrebbe sognare, tutti dovrebbero sognare almeno una volta nella vita. (a Kevin) Ehi, irlandese, tu stai sognando, mi dici cosa sogni?

KEVIN (a Peter) Scherza, scherza fin che vuoi Peter, ma lasciami fuori, non ho più l’età per queste cose.

PETER (a Kevin) Lo sai quando non si è veramente uomini? Quando si ha vergogna di essere bambini. Tu sei così, irlandese. Tu ti vergogni di essere bambino. Siamo tutti amici qui, non devi vergognarti di sognare, ti voglio dare questa possibilità.

KEVIN (a Peter) Obbligatissimo!

PETER Ehi, Paul, Raymond, Dimitri, piantatela di lavorare per un minuto. Avete tempo. Qui, venite qui. (a tutti) Abbiamo l’occasione di sognare. Non mettetevi a ridere, noi ci vogliamo tutti bene, ci proteggiamo, dobbiamo raccontarci un sogno, soltanto per noi, per nessun altro. I forni sono bassi, i clienti se ne sono andati, Marango non c’è ed è tutto tranquillo. Dio ci offre quest’occasione, non ne potremo avere un’altra, allora sogniamo, chi vuole essere il primo? Tu, Dimitri, sogna tu per primo.

DIMITRI (a Peter) Qua? In questa cucina? In questo inferno? Tu vorresti farmi sognare qua dentro?

PETER (a Dimitri) Fa uno sforzo di immaginazione! Non ci sono secchi di spazzatura, non c’è la cucina, c’è una grande volta meravigliosa. Fai finta che le pareti sono cieli. Gli utensili e le pentole sono ruscelli e laghetti, i tavoli… (riflette un momento) cespugli di rose e i fornelli sono il rumore del vento. Le lampade sono stelle, Dimitri.

HANS (a Peter) Peter, du verschwendest deine Zeit!

PETER (a Hans) E allora? A chi importa se perdo il mio tempo? (a tutti) È bello poter sprecare il proprio tempo. Mi rimangono ancora sessant’anni da vivere, me lo posso permettere. (a Dimitri) Dimitri, sogna, fai un piccolo sogno, cosa vedi?

DIMITRI (a Peter) Una piccola, una piccola hmm… come si dice… (a tutti) una piccola casa, una specie di…

PAUL Una capanna?

DIMITRI No

KEVIN Una baracca?

DIMITRI (a tutti) Sì, ecco, una baracca. Con tanti attrezzi da lavoro e io che faccio tante radio e perfino televisori e…

PETER (a Dimitri) Ma no, accidenti, che idiota che sei! Quello è soltanto un passatempo, non è la tua vera aspirazione. Tu aspiri ad altro, a ben di più, Dimitri…

DIMITRI (a Peter) Io… io… non posso, Peter, non riesco a vedere nient’altro, mi sforzo ma non riesco a vedere niente di più. (a tutti) Io sarei già felice così.

PETER (a tutti) Povero Dimitri, (a Kevin) ehi, tu, irlandese, sogna tu.

KEVIN (a Peter) Se tu credi che, da buon irlandese, io mi metterò a straparlare di elfi e di fantasmi, ti sbagli alla grande.

PETER (a Kevin) No, no, niente favole, un vero sogno, in cui c’entrano gli uomini.

KEVIN (a tutti) Ma io non sogno mai uomini…

PETER E allora cosa sogni?

KEVIN (a tutti) Dormire! Farmi un sonno stupefacente. Quasi tutti dormono e sognano, io…. Vorrei sognare di dormire!

PETER (a tutti) Ma che vi succede? (a Hans) Hans il tuo sogno?

HANS (si mette a cantare, come se non volesse rispondere. Poi… a tutti) Soldi! Geld, Peter, Geld! Quando ho soldi sono un brav’uomo! Sono generoso! Voglio bene a tutti! (a Peter) Soldi, Pete! (a tutti) Soldi! Soldi! Soldi! (continua a cantare) .

PETER (a Hans) Come fai a parlare di soldi, Hans, mentre canti?

HANS (a Peter) Io sogno, mein Lieber, sto sognando, sto sognando.

PETER Raymond?

RAYMOND (a tutti) Io? Sogno donne!

PETER (a tutti) Che genere di donne? Grosse? Piccole? Allegre? Brune? Bionde? Di che tipo?

RAYMOND (a tutti) Perché esistono forse vari tipi di donne?

PETER (a Raymond) Raymond, che delusione. (a Paul) Paul, non deludermi.

PAUL (a Peter) Fammi un piacere.

PETER (a Paul) Volentieri.

PAUL (a Peter, ci ripensa) No. Stammi a sentire, Peter… ti dico una cosa. Con te voglio essere sincero. Non ti dispiace se sono sincero?

PETER fa segno di fare come crede, è disponibile alla sincerità,

PAUL (a Peter) Bene! E allora sarò sincero. Tu non  mi piaci.

PETER ha una reazione come per andare via,

PAUL (a Peter) Aspetta un momento, lasciami finire. Non mi piaci! Per me tu sei un porco! Sei prepotente, sei geloso, odi il tuo lavoro, sei un’attaccabrighe. E va bene! Ma ora tutto è calmo, i fornelli sono bassi, il lavoro si è fermato per un po’. In questi tre anni ho imparato a conoscerti. Sono sempre convinto che sei un porco, ma mi piacerebbe che lo fossi un po’ di meno. (a tutti) Ecco quello che sogno. Sogno un amico. Datemi un po’ di riposo, un po’ di silenzio, fate sparire questa cucina da manicomio ed io mi farò degli amici, mi convincerò che forse tutti quelli che mi sembravano porci, non sono poi tanto porci.

PETER (a Paul) Pensi che siamo tutti dei porci?

PAUL (a Peter) Sta a sentire, ti dico una cosa. Sono d’accordo con Dimitri; se il mondo è pieno di cucine inevitabilmente ci sono anche dei porci. (a tutti) Nell’appartamento accanto al mio ci abita un conducente di autobus, viene da Hoxton, ha la mia età, è sposato con due bambini. Mi dice buongiorno, io gli chiedo come sta e regalo sempre dei dolci ai suoi figli. E qui finiscono i nostri rapporti. Sembra quasi che abbia paura di dire troppo, diciamo che è un tipo riservato. Che Dio mi guardi dal chiedergli qualcosa e così non ci facciamo mai domande. Poi un giorno, lo sciopero degli autobus e lui resta a casa per cinque settimane. Tutte le mattine gli dico “ tieni duro, compagno. Ce la farete!”. Tutte le mattine gli rivolgo una parola di incoraggiamento; gli dico che capisco le loro ragioni. Mi tocca alzarmi un’ora prima per non arrivare a lavoro in ritardo, ma non me ne importa. Siamo vicini di casa, siamo lavoratori e per lui la cosa è importante. Poi una domenica, c’è la marcia della pace. Io non credo che serva a molto ma ci vado lo stesso, perché a questo mondo bisogna far vedere che ognuno può dire come la pensa. La mattina dopo lui viene da me e mi dice, state a sentire che cosa mi dice “ci sei andato ieri alla marcia della pace?” e io dico di sì, certo che ci sono andato. Allora lui si volta e mi dice “sai che ti dico? Vi sarebbe dovuta cadere una bomba in testa a tutti! Peccato che c’erano anche dei bambini con voi perché avrebbero dovuto buttarvi una bella bomba sulla testa!” e lo sapete cos’era che lo indignava? Il corteo ostacolava il traffico e gli autobus non potevano circolare con la solita velocità. Ora, io non pretendevo che mi dicesse che avevo ragione, non avrei voluto neppure sentirmi dire che era d’accordo con quello che avevo fatto, però quello che mi spaventa è il fatto che lui non si è soffermato neanche un istante a riflettere: “se questo ha appoggiato la mia causa, allora può darsi, non è da escludere, che anche nella sua causa c’è qualcosa di buono; e dunque parliamone”. Invece no! Gli autobus non possono circolare e allora giù una bomba sulla testa dei dimostranti! E avreste dovuto vedere che odio nei suoi occhi, come se gli avessero ammazzato il figlio. Una bestia, sembrava. È la cosa orrenda è questa, che c’è un muro, un muro enorme tra me e milioni di persone come lui. E penso, dove andremo a finire?

 

Pausa,

Cosa possiamo fare? E mi guardo intorno: la cucina e le fabbriche e quegli enormi maledetti casermoni, che vengono su, con tutti quegli uffici e tutta quella gente, e penso, Cristo! Penso, Cristo, Cristo, Cristo! Sono d’accordo con te, sarebbe bello una mattina svegliarsi e non trovare più nulla, tutto sparito. Ma allora penso, dovrei smettere di fare i dolci? Gli operai dovrebbero smettere di fabbricare treni e automobili? I minatori dovrebbero lasciare il carbone dov’è?

Pausa,

(a Peter) Dalla tu, ora, una risposta a me. Dammi il tuo sogno.

KEVIN  (a Paul) Sst, pasticcere! Sta’ zitto! Ora tutto è calmo. Sta’ buono.

HANS lancia a Paul un fiore rosso,

lunga pausa, silenzio,

(HANS, che aveva smesso di suonare, ora riprende,)

i fornelli brontolano,

PAUL si infila il fiore all’occhiello.

PETER (a Paul) Io chiedo sogni e tu mi dai incubi.

PAUL (a tutti) Questo è il mio sogno! Non è colpa mia se è un incubo.

KEVIN Stiamo aspettando il tuo sogno, Peter!

DIMITRI (a tutti, scattando improvvisamente) Siamo alle Nazioni Unite! Una riunione in grande. C’è la Russia, l’America, la Francia e l’Inghilterra e anche la Germania. Ci sono tutti. E si sono messi in gara. Finita la guerra, finiti i contrasti. Tutti a casa. E abbiamo tanto tempo a disposizione. Un premio di un milione di dollari per il sogno più bello. Raymond, vuole una donna diversa ogni notte. Io, io voglio un laboratorio. Paul vuole un amico. L’irlandese poi, lui vuole un letto e Hans vuole soltanto quel milione di dollari. Che bella occasione! (a Peter) Su, Peter, tira fuori un bel sogno.

PETER (a tutti, guardandosi attorno) Tutto questo è sparito?

DIMITRI (a Peter) L’hai detto tu. Una mattina arrivi qui, in questa strada e la cucina è sparita. E allora vai a cercare un’altra cucina e sono sparite tutte. Cosa fai? (a tutti) Le Nazioni Unite lo vogliono sapere.

PAUL Forza Peter!

PETER (a tutti) Ssst, ssst! (si accorge ad un tratto di non essere capace di continuare il suo gioco e rimane impacciato e intimidito. Ride) Non posso. Non posso.

MONIQUE entra dalla prima a sinistra (spogliatoio) e

PETER si estranea completamente dal gioco, assumendo l’aria dell’innamorato cotto, del bambino elettrizzato,

MONIQUE (a Peter) Puoi?

PETER (a Monique) Eccomi, vengo. (a Kevin) Ehi, irlandese, fra poco riprenderà il servizio. Vattene a casa. Cambiati. Ti buscherai una polmonite (a tutti, eccitato) Auf geht’s, auf geht’s!

PETER il matto fila via con la sua MONIQUE dalla prima a sinistra (spogliatoio), gli altri rimangono

HANS suona la chitarra e

ronzio dei fornelli,

DIMITRI (gridando all’indirizzo di Peter che se ne è andato) Pazzo! Maledetto pazzo! Stiamo aspettando il tuo sogno!

PAUL (a Dimitri) Non vedo proprio cosa ci trovi in quello là.

DIMITRI (a Paul) Non lo so neppure io. E’ un maledetto sciocco!

KEVIN (a tutti) Maledetto pazzo! Me ne vado.

KEVIN si alza,

PAUL torna al suo lavoro,

PAUL (a tutti) Non ce l’ha, un sogno.

KEVIN (a tutti) Sono tutti discorsi da pazzi. Non vedo proprio a che cosa possono servire. Parla di pace e sogna, ma quando oggi gli ho chiesto se potevo usare il suo tagliere per affettare il limone mi ha detto “questo è mio e serve a me”. Sogni? Ci vediamo!

KEVIN esce dalla prima a sinistra (spogliatoio),

HANS sta ancora suonando,

DIMITRI riprende a spazzare,

PAUL (a Dimitri) Dimmelo tu che significa tutto questo. Non so nemmeno di che cosa stavo parlando.

DIMITRI (a Paul) Non so nulla. A volte succedono delle cose e nessuno ne capisce il significato e poi a un tratto succede un’altra cosa e allora il significato lo capiamo. Peter non è matto! Tu sei matto! Il cervello della gente cambia continuamente. Continuamente, te lo dico io.

DIMITRI continua a spazzare,

HANS termina il suo motivo, si alza, fa un inchino, si mette la chitarra a tracolla ed esce dalla prima a sinistra (spogliatoio),

la scena seguente deve svolgersi molto, molto lentamente, per indicare che il pomeriggio sta finendo,

PAUL Questo è il momento più bello della giornata.

RAYMOND Quando tutti se ne sono andati, rimango qua e penso.

PAUL (a Dimitri, lanciando un mozzicone di sigaretta) Eccoti un altro po’ di roba da spazzare. (a Raymond) Però questo è anche il momento più lungo della giornata.

RAYMOND va alla postazione di Nicholas,

RAYMOND (a Paul) Pomodori? Carote? Cetrioli?

PAUL fa segno che non gli serve nulla,

RAYMOND (a Paul) Sì, è il momento più lungo.

MANGOLIS entra dalla prima a sinistra (spogliatoio),

DIMITRI da un gran colpo sul bancone e rovina l’arco di trionfo costruito da Peter, il pomeriggio è finito,

M17 – INIZIO MUSICA

MANGOLIS  sta cantando un motivo greco,

GASTON, seguito da NICHOLAS entrano dalla prima a sinistra (spogliatoio), e

MANGOLIS, DIMITRI, GASTON e NICHOLAS accennano i passi di una danza greca…

PARTE SECONDA

…Alla fine della danza greca

DIMITRI comincia a giocare a calcio con una scatola di cartone,

M17 – FINE MUSICA

MICHAEL entrando dalla prima a sinistra, la intercetta.

MICHAEL (a nessuno in particolare) E ora la palla è in possesso della grande mezz’ala Michael Dowson. Si lascerà sfuggire questa occasione? È in grado di conservare la palla contro la potente difesa dell’Arsenal? Si libera di Wills, di McCullough, di Young, è solo davanti al portiere, tira, goal, uno straordinario goal, sì, il suo quinto goal che porta il punteggio a diciotto a zero per il Leyton Orient, per l’Arsenal la più colossale sconfitta della sua storia. Che partita! Che giocatore! Guardate qua… sembra un campo di battaglia…

pausa,

(a tutti) puzza di cadavere.

MONIQUE entra dalla prima a sinistra (spogliatoio), e va verso la sala da pranzo, è furiosa,

MONIQUE (a Peter che non è in scena) Vai al diavolo!

MONIQUE esce in sala da pranzo,

PAUL (a tutti) Beh, hanno iniziato bene il pomeriggio. (a Michael) Tu hai passato un buon pomeriggio, Michael?

MICHAEL (a Paul) Perfino troppo, maledizione… a St.James Park. Sdraiato al sole. Ho sonnecchiato. (a Paul e Raymond) E poi… le ragazze, aaah, che meraviglia! Ho visto Nick e Daphne al parco, stavano su una barchetta sul lago.

RAYMOND Commovente aaaaah, che romantico!

MICHAEL Voi siete proprio fortunati a non avere la pausa del pomeriggio e a non dover riattaccare il lavoro.

PAUL Pensavo che tu fossi uno dei pochi contenti di questo lavoro.

MICHAEL Non mi costa fatica prendere servizio al mattino, è il fatto di dover tornare nel pomeriggio che mi pesa. Invece il vecchio Alfredo, guardatelo, non gliene importa niente.

ALFREDO entra dalla prima a sinistra (spogliatoio), va dritto al suo lavoro, seguito da

PETER riluttante,

ALFREDO (a Peter) Dai, Peter, al lavoro, fa bene allo spirito. Datti da fare, amico.

PETER (a tutti) Il mio arco, dov’è? Chi l’ha buttato giù? Chi ha buttato giù il mio arco di trionfo? Lasciatelo stare, voglio che Marango lo veda.

GASTON sta riempiendo di spazzatura uno dei bidoni con cui Peter aveva costruito il suo arco,

PETER (a Gaston) Lascialo! Lascialo!

ALFREDO si avvicina a Peter,

durante la conversazione

entrano gli altri,

ALFREDO Stai poco bene, Peter?

PETER E chi lo sa?

ALFREDO Hai qualche problema o altro?

PETER No. Alfredo, senti…

ALFREDO Bene! Ce l’hai tutti i denti?

PETER Sì.

ALDREDO Benone! Hai un buon letto?

PETER Sì.

ALFREDO E allora dimmi un po’ perché non sei felice? Perché rendi la vita impossibile a tutti quanti?

PETER Alfredo, tu sei un bravo cuoco. Arrivi qua la mattina, ti metti subito al lavoro, non chiedi niente a nessuno, non chiacchieri mai con nessuno. Sei sempre pronto ad attaccare il lavoro prima di noi, non ti lasci mai prendere dallo sconforto. Dimmi un po’, questo posto è buon posto?

ALFREDO (secco) Dipende. Per il signor Marango è certamente un ottimo posto!

MICHAEL (avvicinandosi a Peter) Per favore, Peter, dammi una sigaretta!

PETER gliela da e

MICHAEL  si ferma ad ascoltare,

ALFREDO Io sono vecchio. Per me è finita. Intendiamoci, ho lavorato anche in posti dove potevo fare della buona cucina. Ma ora non ha importanza. Adesso lavoro soltanto per i soldi.

MICHAEL (ad Alfredo) Giustissimo! (a Peter) Per favore, Peter, un fiammifero.

PETER (a Michael, mentre cerca i fiammiferi) Ti piace qui, non è vero?

MICHAEL Mi piace…

PETER No, non ce li ho i fiammiferi.

MICHAEL Mi piace il rumore dei fornelli. Nick, hai da accendere?

NICHOLAS gli lancia i fiammiferi.

PETER (a Michael) Idiota! Ti piace il rumore dei fornelli! Ci stai davanti tutto il giorno! Sono roventi! Prima friggi un po’ di prosciutto e un uovo in un tegamino; poi qualcuno ordina zuppa di cipolle e tu metti zuppa, pane e formaggio in un altro tegame e cuoci il tutto; poi un altro ordina una frittata e tu corri a fare la frittata; poi un altro ancora ti lancia un hamburger e tu lo cuoci. Vai su, vai giù, salti di qui, salti di là, sudi al punto di annegarci nel tuo sudore!

MICHAEL (a Peter, avvicinandosi a Nicholas per accendere la sigaretta) Però mi piace.

PETER (a Michael, prendendosi di nuovo la testa tra le mani) E allora muorici qua dentro.

ALFREDO (a Monique) Ehi, Monique, parlagli tu, siete della stessa generazione.

ALFREDO torna alla sua postazione,

PAUL (a Raymond) Vieni, campione, lavoriamo un po’.

MONIQUE (a Peter) Ce l’hai ancora con me? È stata colpa tua se abbiamo litigato, non mia, ti comporti come un ragazzino.

CHEF e FRANK entrano dalla prima a sinistra (spogliatoio),

CHEF si infila tra Peter e Monique,

PETER Ti piacerebbe che io fossi moscio e grasso come tuo marito? Trovati un altro amante! Qualche volta sto dalla parte del povero Monty.

MONIQUE Ti fa pena, Monty?

PETER Tu vorresti che lo odiassi? Non posso! Vorrei ma non posso, sarebbe tutto più semplice, ma non posso. È un bravo uomo, gentile e non ha vizi, come si può odiare una persona così?

MONIQUE Mi dispiace di averti piantato in mezzo alla strada.

PETER A te, dopo, ti dispiace sempre. Mi hai lasciato solo come un cane.

MONIQUE Dove sei andato?

PETER Non importa. Vattene, vattene. Va’ ad asciugare i bicchieri, è quasi ora. Vattene, lasciami stare.

MONIQUE Ma guardati, guardati… per forza non so più dove sbattere la testa … ti comporti in un modo… in un modo… Io vengo a chiederti scusa, dico che mi dispiace, ti parlo dolcemente e invece tu… tu…

MONIQUE esce in sala da pranzo,

 

MAX (a Nicholas) E allora perchè l’hai sposata?

NICHOLAS Perché l’amo, ecco perché. Ah… (da di gomito a Frank)  l’hai sentita questa? L’ho sposata perché la amo. E tu?

MAX (anche lui ammiccando a Frank) Perché mi disse che ero adulto per la mia età. Ehi, avete letto di quel tale che si è portato a casa una ragazzetta, e a casa c’era la moglie e tutti e tre si sono messi nudi a guardare la televisione? C’era anche la moglie! Con lui! Tutti nudi! Guardavano la televisione!

FRANK (secco) E poi che cosa è successo? Presero freddo? (a Kevin) Ehi, questa non è una casa di riposo, pensa a lavorare.

DAPHNE e HETTIE entrano dalla sala da pranzo e portano il nuovo menù,

KEVIN Cristo, stasera mi licenzio.

GASTON Non è il caso... la paga è buona… resisti ragazzo.

VIOLET entra dalla sala da pranzo chiacchierando con

ANNE, seguita dal

CAPO CAMERIERE che va al tavolino dello Chef.

KEVIN (a Gaston) All’inferno i soldi! I soldi servono, ma questa cucina fa schifo. Caro mio, questo ristorante è troppo grande, siete sotto pressione dalla mattina alla sera. E il mangiare! Guarda che schifo! Non ho mai cucinato di peggio da quando ero sotto le armi. E per di più, non gliene importa niente a nessuno!

VIOLET E che dire allora delle cameriere! Noi siamo delle bestie, dobbiamo farci largo a gomitate e spintoni.

CAPO CAMERIERE Non te la prendere Violet, oggi è andata bene e stasera non andrà poi tanto male.

VIOLET Mi ricordo di aver lavorato in posti dove dovevo muovermi come una ballerina, infilarmi con grazia tra un tavolo e l’altro. C’era spazio, era tutto molto civile.

KEVIN (a nessuno in particolare) Cameriere profumate, grembiuli inamidati, unghie pulite… ne ho sentito parlare.

HETTIE esce in sala da pranzo ammiccando a Violet,

VIOLET (a Anne) E a noi non ci pesava, se dovevamo fare la coda e subire ispezioni, tutte noi, compresi gli chefs. Era un posto civile. Una volta ho servito il principe di Galles. Guardatemi, sono tutta piena di lividi.

KEVIN (a tutti) Non guardate lei! Guardate me, sono diminuito di tre chili in poche ore.

HANS (a Kevin) Vedrai che Marango cercherà di farti rimanere.

KEVIN (a Hans) Marango sì che è un bel tipo. (a tutti) Ma l’avete visto stamattina? Una delle ragazze ha fatto cadere delle tazze e lui a gridare “con la paga che vi do”, gridava, “mi volete mandare in rovina!” Sembra che abbia una faccia gentile, ma quando finisce di parlarti la sua gentilezza svanisce. Svanisce nell’aria, d’improvviso, e la sua faccia si rabbuia come se quello fosse il suo ultimo giorno e dovesse chiudere bottega per sempre e lancia un ultimo sguardo accorato a tutto quello che lo circonda. Stamattina mi ha osservato per un po’, poi se n’è andato, scuotendo la testa, come se io fossi un lebbroso senza un filo di speranza.

HANS (a Peter) Che ha detto?

PETER (a Hans) Marango spielt den lieben Gott!

DAPHNE prende a Paul una fetta di torta,

PAUL (a Daphne) Bon appetit.

DAPHNE esce in sala da pranzo,

GASTON (a Paul) Ho un certo languorino… non è che per…

PAUL (a Raymond) Da una fetta di dolce al ragazzo. ( a Hans) Sei disoccupato?

HANS prende uno dei dolci che Raymond va offrendo in giro,

HANS (a Paul) Adesso attacco. Quel Max è proprio scemo. Assomiglia a un secchio della spazzatura.

RAYMOND E’ un brav’uomo. Guardalo… a me diverte.

MAX e NICHOLAS sono impegnati in una discussione e si punzecchiano a vicenda, agitano le mani, con smorfie e contorcimenti,

NICHOLAS (a Max) No! No! No! Non voglio stare a sentirti più, mai più.

MAX (a Nicholas) Bene, benissimo. Ne ho piene le tasche di averti sempre tra i piedi. “Max, devo fare questo? Max, devo fare quello?” Beh, Max non è tuo padre.

NICHOLAS Eh no, direi proprio che non sei mio padre. Mio padre era una persona piena di gentilezza, mio padre non andava a riferire in giro quello che gli dicevo…

MAX Beh, neppure io ho riferito quello che mi hai detto, ti ho dato la mia parola…

NICHOLAS Mio padre ha tirato su nove figli, tutte brave persone…

MAX Non l’ho raccontato a nessuno, credimi, se ti dico…

NICHOLAS Mio padre…

MAX Tuo padre un corno! È morto quando tu avevi tre anni e allora lascialo perdere.

RAYMOND (a Paul) La prima cosa che fanno quando arrivano la mattina, si scolano tre o quattro bottiglie di birra. E poi sono felici. Bevono tutto il giorno e sono felici.

PAUL (a Hans) Ma cosa ti aveva detto esattamente Max?

HANS (a Paul, in tono tragico) Non gli piace che io parli tedesco. Tu lo sai, Paul, tu… tu sei  ebreo e io… io sono tedesco. Siamo in due a soffrire.

PAUL prima si irrigidisce, poi si rilascia, ride ironicamente e porge ad

HANS  il fiore rosso che si era infilato all’occhiello,

HANS torna al suo lavoro,

KEVIN (ad Hans) Ma Paul è un ebreo?

HANS (a Kevin, sentimentale) E’ un bravissimo ragazzo.

KEVIN (tra sé) Guarda un po’, e chi se lo sarebbe immaginato.

M18 – INIZIO MUSICA

VAGABONDO entra dalla prima a sinistra (spogliatoio), cerca lo Chef,

tutti lo fissano, facendo smorfie, i cuochi smettono di cucinare,

MAX (a Bertha, gridando) Bertha, ah, ah, c’è il tuo fidanzatino che ti cerca!

Risata generale,

BERTHA (a tutti) Animali! Siete proprio dei luridi animali!

VAGABONDO si avvicina al gruppo dei cuochi,

VAGABONDO (a Kevin) Scusate. Per favore, chi è lo Chef?

KEVIN (a Vagabondo, indicando lo Chef) Eccolo là, il Napoleone.

VAGABONDO va verso il tavolo dello Chef,

VAGABONDO (allo Chef) Scusatemi, Chef. (toccandosi il ginocchio) Invalido di guerra. Di solito non chiedo da mangiare, ma ho perduto il libretto della pensione, capite? Non mi piace chiedere ma…

CHEF Michael, lava un barattolo e dagli un po’ di minestra.

VAGABONDO (a Michael) Di solito questo non lo faccio. (a Kevin) Non è educazione. Non posso farne a meno fin che non ritrovo il mio libretto (ad Hans). Mi hanno beccato nel deserto, combattendo contro il Rommel.

HANS Rommel! Aaah!

VAGABONDO Ho anche i documenti per provarlo. Ecco. Guardate i documenti! Li porto sempre con me, tutti devono avere i loro documenti e io porto sempre i miei. Sarei pazzo a lasciarli in giro, no? Altrimenti chi mi crederebbe, non è vero? Documenti! (ad Alfredo) Cosa stai facendo? Spaghetti alla bolognese? È buono il mangiare italiano. Ci mettete anche foglie di alloro? È buono con le foglie di alloro, senza alloro non è la stessa cosa. Foglie di alloro, pepe rosso, tutta roba così. (a Gaston) Che cosa è questo? (indicando l’arco di trionfo costruito da Peter, mezzo distrutto) Un castello?

VAGABONDO vede uno strofinaccio, lo prende, l’appende ad un manico di scopa e lo agita lentamente, ride e guarda se anche gli altri si divertono,

MICHAEL gli da un barattolo con la minestra,

MICHAEL Ecco la tua minestra!

VAGABONDO Hai una sigaretta?

MICHAEL Sì, e me la sto fumando.

MAX Levati dai piedi, fuori di qui, abbiamo da fare.

PETER si avvicina al Vagabondo e guarda nel barattolo glielo toglie di mano e lo porge a Max,

PETER (a Max) Vuoi fare uno spuntino?

MAX Togliti di torno, tu e le tue maledette trovate. Io lavoro per vivere, stupido!

PETER versa il barattolo nella pattumiera, poi va al reparto di Hans e prende due cotolette di carne, che da al vagabondo,

PETER (al Vagabondo) Prendi queste cotolette (lo spinge bonariamente) E ora vattene, presto, aria!

PETER non è abbastanza svelto, si avvicina lo Chef e rimane ad osservare,

CHEF (a Peter, pacatamente) Cosa succede?

PETER Gli ho dato due cotolette.

CHEF Te l’ha detto il signor Marango di dargliele?

PETER No, ma…

CHEF Te l’ho detto io di dargliele, forse?

PETER No, io…

CHEF E allora tutt’a un tratto ti metti a comandare?

PETER (allo Chef, spazientendosi) Cosa volete che siano due cotolette? Non andremo mica in fallimento per questo.

CHEF Sono quattro scellini e sei pence e c’è che il capo sono io, ecco che c’è e…

PETER si allontana borbottando “accidenti”,

CHEF lo segue irritato,

CHEF (a Peter) E non crederti che ci sia così tanto lavoro da non poterti cacciar via. Tre anni non contano nulla, sai, in tre anni non te lo sei mica comprato questo posto, mi senti? Hai capito? Non sarei così tranquillo se fossi in te!

MARANGO entra dalla sala da pranzo per il suo solito giro, ha le mani in tasca,

MARANGO Cosa sono queste grida?

CHEF (a Marango) Il vagabondo… Peter gli ha dato due cotolette, (a Peter) era la tua cena, tedesco.

CHEF ritorna al suo posto, disperdendo i capannelli dei curiosi,

MARANGO si limita a scuotere la testa all’indirizzo di Peter, la scuote con tristezza, come se Peter l’avesse insultato, descrive un semicerchio intorno a Peter, dalla destra alla sinistra del palcoscenico, continuando a scuotere la testa,

MARANGO (tra sé, piano) Sabotaggio! (pausa) (a Peter) E’ sabotaggio quello che fai a mio danno (tirando fuori, malinconicamente, la mano destra dalla tasca e accenna alla cucina) Qui c’è tutto il mio patrimonio e tu lo dai via, così… a un fannullone, a un vagabondo. Sabotaggio.

MARANGO si allontana borbottando “sabotaggio”,

PETER (a Marango) Ma quella…

MARANGO (non si disturba neppure a girarsi) Sì, sì, ho sempre torto io, naturalmente, sì, sì.

MARANGO esce in sala da pranzo,

PETER spinge fuori dalla cucina il

VAGABONDO,

M18 – FINE MUSICA

tutti tornano a posto,

PETER va a prendere una tazza di caffè e si mette e fare smorfie alle spalle di Marango, poi torna vicino ad Alfredo,

HANS li raggiunge,

HANS (a Peter) Ehi, pass auf, der ist wirklich hinter dir her!

PETER (a Hans) Ach, er erwartet, dass die ganze Welt auf seine Kuche aufpasst!

KEVIN (a Peter) Mi pare di ricordare che qualcuno mi ha detto di non lamentarmi…

                                                     

PETER (a nessuno in particolare) E’ un bastardo. È una cucina bastarda.

KEVIN E sempre quel qualcuno mi ha anche detto che ci si può abituare a tutto.

PETER Ma questo posto è proprio… è come…

KEVIN E’ proprio? E’ come?

PETER Dio del cielo, non lo so com’è. Se soltanto… se soltanto…

KEVIN Sì, sì, lo sappiamo… se soltanto sparisse.

PETER Una mattina… sparita.

KEVIN Faresti proprio un bell’affare se sparisse, non potresti neppure farti un sogno… se proprio te ne venisse il desiderio.

PETER Un sogno?

HANS Ja, Pete, wo bleibt der trum, den du uns versprochen hast?

PETER Non posso, non posso (con malinconia) Non posso sognare in questa cucina! (colpisce con violenza la parte di arco che è rimasta in piedi e la fa cadere).

HANS Aha! Und jetzt spielst du wieder den wilden Mann!

Entrano Bertha, che porta un colabrodo, e Monique ed osservano la scena.

BERTHA (a Monique) Perché non scappi via da qui, una ragazza come te…

MONIQUE Una ragazza come me, che cosa?

BERTHA Falla finita, Monique. Peter, voglio dire… lascialo.

MONIQUE Così?

BERTHA Proprio così.

MONIQUE Eh, proprio così! Per due volte dovevo avere un bambino da lui e tutt’e due le volte l’ho deluso. Lui li voleva tutti e due. E’ difficile cancellare una cosa come questa.

BERTHA Falla finita, Monique, per te, fallo per te. Peter non sta bene.

MONIQUE Questo è il punto, cara Bertha.

PETER (avvicinandosi a Monique) Mi dispiace.

MONIQUE Il nostro non mi sembra un futuro molto roseo, non è vero? Scuse in continuazione, prima tu, poi io… adesso…

PETER Hai visto quel vagabondo?

MONIQUE Quale vagabondo?

PETER Non hai sentito?

MONIQUE Sentito cosa?

PETER (vantandosi e ridendo per fare pace con lei) Per causa sua ho fatto una litigata furiosa con il signor Marango e con lo chef; gli volevano dare un barattolo sporco pieno di minestra e allora io l’ho buttata via e gli ho dato delle cotolette.

MONIQUE E Marango ti ha beccato?

PETER (imitando Marango) “sabotaggio”, gridava il vecchio, “sabotaggio, butti via tutto il mio patrimonio”.

MONIQUE Oh Peter!

PETER (con tenerezza) Senti, vuoi sapere dove sono andato oggi pomeriggio? A comprarti il regalo per il tuo compleanno.

MONIQUE Un regalo?

WINNIE ( ad Hans) Una cotoletta di vitella (a Kevin) Due sogliole.

Peter tira fuori una collana e la mette al collo di Monique. Commossa, lei si gira verso di lui, lo attira a se e gli morde il collo.

CYNTHIA (ad Hans)  Una cotoletta di vitella.

HANS Una cotoletta di vitella (le lancia una lunga occhiata malinconica).

CYNTHIA (a Michael) Un minestrone.

MICHAEL Un minestrone.

GWEEN (a Michael) Tre minestroni.

MICHAEL Tre minestroni.

PETER Ah, mi vuoi mangiare. Come mi vuoi? Alla griglia? Fritto? Al sangue? Ben cotto?

Mentre Peter e Monique continuano a parlarsi affettuosamente, dal fondo della cucina si leva improvvisamente un grido. Winnie, che è appena passata accanto ai due, è presa da un dolore e sviene. Accorre una piccola folla, tutto si svolge con grande rapidità e senza dare nell’occhio. I cuochi alzano appena gli occhi dal loro banco e danno un’occhiata intorno, senza muoversi dal posto. Peter e Monique non se ne accorgono neppure. Si sentono solo poche voci confuse.

ALFREDO Niente di grave, ora non fatele ressa intorno, portatela nello spogliatoio. Non affollatevi intorno. Aria…

Tutti se ne vanno mentre Winnie viene portata nello spogliatoio.

PAUL  Cosa è successo?

MOLLY Winnie. È svenuta.

KEVIN Beh, cos’ha?

GASTON Il caldo. Colpisce sempre qualcuno. È terribile.

Intanto…

PETER (a Monique) Hai fatto… eh… pensi ancora di fare… voglio dire che io…

MONIQUE Non ti preoccupare. Peter, lo farò… non è la prima volta.

PETER Non credi che questa volta dovremmo portarlo avanti? Sono pronto ad assumermi le mie responsabilità. Dopo tutto, si tratta anche di mio figlio.

MONIQUE Non ce la faccio, non ne voglio parlare più.

PETER Glielo hai detto a Monty di noi due?

MONIQUE E’ davvero ora che la pianti di litigare con Marango, tesoro.

PETER Hai parlato con Monty come avevamo deciso?

MONIQUE Non potrà mica sopportarti per molto, lo capisci? Perderai il posto, Peter.

PETER Ascoltami Monique, io ti amo. Per favore, stammi a sentire quando ti dico che ti amo. Tu dici di amarmi, ma poi non parli a tuo marito di noi due.

HETTIE (a Frank) Due polli.

MONIQUE Ti prego, non ricominciare.

PETER Tu non lo vuoi lasciare, vero? In fondo, l’intenzione di lasciarlo non ce l’hai.

MONIQUE Oh, Peter, ti scongiuro.

PETER Dimmi, cosa dovrei fare?

MONIQUE Si è molto arrabbiato lo chef?

PETER Potremmo andarcene, anche domani. Prima una bella vacanza, a sciare in Svizzera, e poi andiamo…

MONIQUE Domani devo andare dal parrucchiere.

PETER Monique, stamattina abbiamo litigato, nel pomeriggio abbiamo litigato di nuovo, stasera siamo di nuovo in tenero…  Rispondimi.

MONIQUE Ti ho detto che Monty sta per comprarmi una casa?

PETER (urlando) Monique!

MONIQUE Sei un pazzo!

Monique si guarda attorno imbarazzata e, borbottando “sei un pazzo”, si allontana. Violet si avvicina a Peter.

VIOLET (in tono umile a Peter) Stai già servendo, Peter? Vorrei tre rombi, per Marango, speciali.

PETER Sono già le sette e mezza?

VIOLET Quasi…

PETER Il servizio comincia alle sette e mezza.

VIOLET Ma questo è speciale… Marango…

PETER Alle sette e mezza!

DAPHNE (ad Hans) Due salsicce.

Il servizio è appena iniziato. Il servizio della cena è meno affannoso ed impiega più tempo per avviarsi. Arrivano le cameriere, la maggior parte del personale è al proprio posto.

BETTY (a Kevin) Due sogliole.

KEVIN Io vorrei avere una Jaguar. È di un lusso… è proprio l’auto ideale per uno come me.

GASTON Avete visto l’ultima Citroen? Sembra proprio una specie di rana meccanica.

HANS E la Wolkswagen? Quella sì che è una macchina…

KEVIN Ecco, quella sì che è una bella macchinetta e a buon mercato.

HANS Nessun altro Paese fa una macchina come la Wolkswagen.

KEVIN Bisogna riconoscerglielo, ai tedeschi, in fatto di auto…

Entrano altre cameriere, ma il servizio si svolge con facilità e le ordinazioni si susseguono senza confusione. Cynthia però interrompe il suo giro per la cucina e va, con un bicchiere di vino, dallo chef, per spettegolare. Max e Nicholas si fermano ad ascoltare.

CYNTHIA Avete sentito di Winnie? L’hanno portata all’ospedale di corsa.

MAX Che cosa aveva?

CYNTHIA Era incinta.

MAX Non si vedeva assolutamente.

CYNTHIA Lo credo bene. Ha fatto proprio in modo che non si potesse vedere.

CHEF Aborto?

CYNTHIA Proprio così, e non è stato un incidente.

MAX (scuotendo la testa)  Che stupida, che stupida!

CHEF Però ha già tre figli.

CYNTHIA In effetti. Marango era rabbioso. Winnie si è sentita male, in sala da pranzo, potete immaginare Marango “portatela via immediatamente, vergogna!”. May e Sophie l’hanno dovuta portare fuori.

MAX Ma come ha fatto?

CYNTHIA Ha preso delle pillole, ecco che ha fatto. E vi dico pure un’altra cosa, ce ne sono altre quattro, qua dentro, che hanno preso le stesse pillole. Altre quattro!

BETTY (ad Hans) Due cotolette di vitella.

CYNTHIA E lo sapete chi è una delle quattro? (accenna con la testa in direzione di Peter)

MAX Peter? Volevo dire Monique?

CYNTHIA (fa cenno di sì con la testa, trionfante) Però occhio a non andare a raccontarlo in giro si capirebbe subito che ve l’ho detto io. Ma chiedetelo a Hettie, domandateglielo. È lei che ha comprato quella robaccia. (continua il suo giro e ordina a Kevin) Due sogliole per favore.

GWEN (ad Hans) Due hamburger.

MAX Lo sapevo che sarebbe successo, che tempi!

HETTIE Due sgombri ( si rivolge a Peter, che è seduto su di uno sgabello al centro della scena, con le spalle al pubblico).

MAX Lo sapevo. Però non si può fare in quel modo. Chi ci può credere che a prendere una pillola per bocca poi farà effetto sull’utero?

HETTIE Peter… due sgombri.

Peter si alza lentamente per servirla.

MAX C’è una sola strada, quella per cui è entrato… che volete che succeda con una pillola? Niente… non può succedere niente.

Peter serve soltanto uno sgombro.

HETTIE (a Peter) Scusa Peter, avevo detto due.

MAX Irrita lo stomaco, ecco tutto. Questo può fare una pillola.

NICHOLAS Ma che ne sai tu di queste cose? Non sei mica un dottore.

MAX Oh, lo so eccome! Soltanto una medicina fa effetto, presa per bocca (con aria misteriosa). E lo sapete che cos’è? L’ergotina. L’avete mai sentita nominare? Non c’è che quella, ed è una medicina rara. Sicuro, l’ho studiato sotto le armi, quando non avevo nient’altro da fare. Molto interessante, la psicologia. Complicata. Mi sono accorto che Winnie era incinta appena è entrata qui. (intanto i pasticceri hanno riordinato il loro reparto e sono pronti per andare via. Stanno salutando gli altri colleghi. Max grida loro, mentre vanno via) Bella la vita… per qualcuno!

Mentre i pasticceri se ne stanno andando, si accende improvvisamente una discussione nel reparto di Peter.

MOLLY (ad Hans)  Due salsicce.

GWEN ( a Peter) Un rombo.

DAPHNE (a Peter) Tre merluzzi.

PETER Non è ancora pronto.

DAPHNE Dai, Peter, tre merluzzi.

PETER Non è ancora pronto, torna tra cinque minuti.

M19 – INIZIO MUSICA

Tutti gli altri chef gli cantano ! Aliì, alilò, ailà!.

M19 – FINE MUSICA

MOLLY (ad Hans) Quattro cotolette di vitella.

GWEN (a Peter) Sei rombi.

JACKIE (a Peter) Due sgombri.

VIOLET (a Peter) Due rombi ( e dato che c’è la fila, cerca di servirsi da sola).

PETER (a Violet) Tu aspetti che ti servo, intesi? Ti servo io. Tu devi chiedere a me.

VIOLET Ma eri occupato.

PETER Non me ne importa. Questo è il mio posto e quello (fa cenno all’angolo del banco), quello è il tuo.

VIOLET Ehi! Aspetta un momento, maledizione! E chi diavolo ti credi di essere?

PETER Non ti preoccupare di chi sono io. Sono un cuoco! Tu sei una cameriera! Io in cucina faccio quello che mi pare, intesi? E in sala da pranzo tu fai quello che ti pare. Ci siamo capiti?

VIOLET ( prende un altro piatto dal forno) Io, gli ordini da te non li prendo, capito? Io…

PETER (gridando e strappandole di nuovo il piatto dalle mani) Lascialo lì! Lascialo lì! Ti servo io, io! Io! Questo è il mio regno. Questo è il posto dove vivo io. Questo.

VIOLET (con molta calma) Tedescaccio. Maledetto bastardo di un tedesco! (posa i piatti sul banco e se ne va).

Peter la segue. Protesta e rivolta generale delle altre cameriere che aspettano di essere servite.

PETER Come mi hai chiamato? Che hai detto? Dillo di nuovo. (urlandole) Ridillo!

Violet si ferma terrorizzata. L’urlo richiama su Peter l’attenzione quasi generale. Tutti lo fissano come se fosse un animale inferocito. Peter ad un tratto si volta e, in una specie di delirio, è alla ricerca di un atto di violenza da compiere. Si avventa su Violet. Sembra stia per aggredirla, ma il nemico non è lei. Rompe i piatti di una delle credenze. Corrono a trattenerlo. Lui si libera e si impadronisce della mannaia di Max. Tutti si fanno indietro. Infine, al grido di “auf geht’s”, corre al bancone di servizio e fracassa qualcosa che sta lì sotto. Si avverte un leggero sibilo e i fuochi dei fornelli si spengono tutti. Segue un momento di silenzio assoluto prima che qualcuno si renda conto di quello che è successo, poi Frank e altri due gli saltano addosso e cercano di immobilizzarlo. Lo chef, indotto finalmente a fare qualcosa, accorre in scena, ma Peter si divincola e scappa in sala da pranzo. Frank e gli altri lo seguono. Tutto si è svolto con tale rapidità da impedire un efficace intervento da parte degli altri, ma nel trambusto generale, qualcuno grida…

MICHAEL Ha rotto il tubo del gas! Qualcuno chiuda la chiave centrale!

Magnolis esce per provvedere

FRANK Tenetelo, tenetelo stretto!

KEVIN Gesù Cristo! La ammazzerà.

HANS Sei nicht dumm! Beherrsch dich! Lass sie laufen!

Appena Peter varca a precipizio la soglia della sala da pranzo, c’è di nuovo un attimo di silenzio generale; tutti tendono l’orecchio per sentire cos’altro accadrà. Anzi, qualcuno non si è nemmeno reso conto di quello che è già successo. Ad un tratto si sente un terribile fracasso di stoviglie e vetri infranti sul pavimento. Poi si sentono delle urla; delle cameriere riparano in cucina dalla sala da pranzo.

KEVIN Santa Madre di Dio, è impazzito!

GASTON Quell’esaltato! Ha scaraventato a terra tutti i piatti dai tavoli. I clienti sono terrorizzati.

MICHAEL Si è tagliato le mani.

KEVIN Lo sapevo che sarebbe successo qualcosa di simile, me lo sentivo proprio.

Il gruppo assiepato all’ingresso della sala da pranzo fa largo ad Alfredo e Hans, che riportano indietro Peter. Peter ha le mani coperte di sangue, che gli è schizzato anche sulla faccia. È disfatto. Lo portano verso il proscenio. Michael si affretta a prendere uno sgabello.

CHEF (a Michael) Chiama un’ambulanza.

VIOLET (in lacrime) Sta già telefonando Monique.

Monique si fa largo tra la folla. Sta singhiozzando ed ha in mano la cassetta del pronto soccorso ed una tovaglia. Alfredo le toglie di mano la tovaglia e la taglia a  strisce. Monique cerca di medicare con un disinfettante le mani di Peter, ma questo fa un balzo indietro e la respinge. Questo, per lei, è troppo; lascia tutto e scappa via. Alfredo invece riesce, senza difficoltà, a fasciargli le mani.

PETER Fa male, Cristo, che male!

ALFREDO Chiudi il becco!

CHEF (si china su Peter) Pazzo! (si raddrizza e, non sapendo per il momento cos’altro dire, si china di nuovo e ripete) Pazzo! (pausa) Che hai fatto? Hai paralizzato tutto il lavoro di cucina. Pazzo!

PETER (ad Alfredo)Adesso se ne ricorda della cucina!

CHEF (incredulo e furibondo) Come sarebbe a dire “adesso se ne ricorda della cucina?”

ALFREDO (scosta garbatamente lo chef per poter fasciare le mani di Peter) Lascialo stare, chef, lascialo ora.

CHEF (si accosta a Peter da un’altra parte) Cosa intendi dire con “se ne ricorda adesso”? Proprio tu devi farmene ricordare? Dopo quarant’anni di servizio arrivi improvvisamente tu a farmene importare qualcosa! Tu? Tu? Chi sei? Me lo dici, chi sei? In tutto questo mondo, chi sei tu?

A questo punto la folla si apre per far passare Marango. Egli si ferma a constatare i danni.

MARANGO ( con calma agghiacciante)  Tu hai fermato tutto il mio mondo ( pausa). Chi te l’ha dato il permesso, Dio? Te l’ha dato lui? Nessun altro può darlo il permesso! Lo sai? Nessuno!

FRANK Va bene, la prenda con calma, Marango. Il giovanotto se ne va, va via. È malato, non si agiti.

MARANGO (voltandosi verso Frank, con aria interrogativa, ma cortese) Perché tutti mi fanno sabotaggio, Frank? Io do lavoro, pago bene, no? Mangiano quello che vogliono, no? Non so cos’altro posso dare di più. Lavorano, mangiano, li pago. La vita è questa, no? Non ho sbagliato, vero? Il mondo in cui vivo non è forse giusto? ( a Peter) E tu l’hai fermato questo mondo. Un moccioso! Un ragazzo! Tu l’hai fermato. E perché? Forse puoi dirmi qualcosa che io non so, dimmi… dimmi qualcosa. (nessuna risposta) Voglio imparare. (all’indirizzo della cucina) C’è qualcosa che non so? ( Peter si alza e si allontana dolorante. Quando ha raggiunto il centro della scena, Marango gli grida) Che altro vuoi fare? Che altro c’è, dimmelo ( lo scuote ma Peter non risponde e cerca di nuovo di andarsene. Marango gli grida di nuovo) Che altro c’è? ( Peter si ferma, si volta, dolorante e triste, scuote la testa, come per dire “se non lo sai tu, non posso spiegartelo io”, e va via. Marango rimane di fronte ai suoi dipendenti, che gli stanno intorno e lo guardano con aria quasi accusatoria. Di nuovo chiede) Che altro c’è? Che altro ci può essere? Che altro ci può essere?

M20 – INIZIO MUSICA

M20 – FINE MUSICA