Ti presento papà

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Ti presento papà

di Giuseppe Della Misericordia

Copione vincitore del concorso

“Una commedia in cerca di autori” - Edizione 2014

Opera protetta dal Diritto d'Autore

Codice SIAE: 914357A

Contatti: gdellamisericordia@gmail.com

www.giuseppedellamisericordia.com

PERSONAGGI:

Mauro e Patrizia: una coppia

Chiara : la figlia

Alessandro: il fidanzato di Chiara

Susanna/Monica: la escort/l'amica di Chiara

La portinaia

Giovanni e Gabriella: i vicini di casa

PRIMO ATTO

SCENA 1 – IL CELLULARE

Mauro, un uomo di mezza età, si sta rivestendo vicino a un letto. Ha visibilmente mal di schiena. Accende una sigaretta e armeggia qualche istante con il suo telefono cellulare per accenderlo, poi lo appoggia sul comodino per finire di rivestirsi. Si sente più volte la suoneria di notifica: mentre il telefono era spento ha ricevuto svariati messaggi e telefonate.


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MAURO: Addirittura! Non puoi spegnerlo un attimo! Ma quando non esistevano i cellulari, questi come passavano il tempo?

Susanna, una donna più giovane che parla italiano con accento russo, vestita in maniera sexy, entra nella stanza uscendo dal bagno dove si è appena rinfrescata.

SUSANNA: Dicevi amore? Comunque, tu credi me, tuo cellulare molto ma molto più grosso di quello di cliente di prima!

MAURO: Grazie Susanna... ma il complimento lo stai facendo a me o alla Samsung?

SUSANNA: Sceglie tu quello che preferisce... tu torna a trovarmi, vero?

MAURO: Lo sai che per me sei come una droga...

SUSANNA: Io dà dipendenza...

MAURO: No: costi troppo! E l’effetto non dura mai abbastanza! SUSANNA: Fai spiritoso eh amore... perchè non vai da tua moglie allora, eh?

MAURO: Lascia stare va’, a casa mia ormai il sesso è come l’unicorno...

SUSANNA: Non esiste?

MAURO: No: solitario...

SUSANNA: Io non ha ancora capito se sei tu o è tua moglie...

MAURO: Sai che non l’ho capito neanche io?

SUSANNA: Tu mi sembra un po’ strano oggi...

MAURO: Strano? Può essere! Stasera conosco il fidanzato di mia figlia... se non mi controllo me lo mangio vivo quello! Mette le mani addosso alla mia unica figlia!

SUSANNA: Addirittura: “mette mani addosso”... Tutti uguali siete voi

uomini: fate peggio di peggio, ma dagli altri volete solo meglio... MAURO: Peggio di peggio? Va beh! Voi donne invece fate il meglio e cercate il peggio, no?

SUSANNA: Cosa c’entrano donne ora? Io sta parlando di uomini, non cambiare discorso...

MAURO: Quindi secondo te io farei il peggio del peggio?

SUSANNA: Ma no, amore... è solo uno modo di dire... MAURO: Io i tuoi modi di dire non li capisco! Secondo te dovrei permettere a mia figlia di scegliere il peggio del peggio? SUSANNA: Ma dài, io non può dire niente che tu subito ti arrabbia...

MAURO: Susanna io questo suo fidanzato non l’ho mai visto neanche in foto!

SUSANNA: E allora?

MAURO: Tu non capisci! Queste cose le capirai solo quando sarai padre!

SUSANNA: Eh?!

MAURO: No padre! Ma che dico! Oggi straparlo! Senti, questo se la porta alle Hawaii per un mese, a Honolulu, e io neanche lo conosco!


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SUSANNA: Cavolo alle Hawaii e tu ti lamenta anche? Magari qualcuno portasse me!

MAURO: Sarà un surfista, uno sbandato... e drogato! Di quelli che di notte vanno alle feste sulla spiaggia... rimorchiano due, tre ragazze per sera senza neanche conoscerne il nome e...

SUSANNA: Già tu immagina tuoi desideri su di lui, eh? Tu sente già lui come figlio?

MAURO: Un altro dei tuoi modi dire?

SUSANNA: Ma no, vedrai che lui è bravo ragazzo...

Suona il campanello della porta.

Mauro si agita.

MAURO: Chi è?!

SUSANNA: Polizia!

MAURO: Come polizia?!

SUSANNA: Scherzo! Chi vuoi che sia? Sarà prossimo cliente! Un po’ in anticipo però... deve essere uno ansioso...

MAURO: Ci mancava solo l’ansioso oggi! Mauro e Susanna si avviano verso la porta.

SUSANNA: Io capisce come fanno amore uomini da come suonano campanello di porta...

MAURO: E io come suono alla porta?

SUSANNA: Come toro imbizzarrito che sbatte contro di staccionata! (tra sé) ci vuol poco a far contenti li uomini!

Suona ancora il campanello.

SUSANNA: Arrivo! Un secondo! Vedi quanto ansioso!

MAURO: Lo sai che odio incontrare gli altri tuoi clienti... SUSANNA: Che ci posso fare io? Vuoi chiudere te in armadio per mezz’ora? Una volta uno ha fatto questo! Però, amore, deve pagare anche tu supplemento!

MAURO: Ma che supplemento: io soffro di claustrofobia!

Susanna prende un passamontagna da un cassetto e glielo mette in mano. SUSANNA: Metti questo: è passamontagna!

MAURO: Ottimo piano: per passare inosservato mi travesto da black

block!

SUSANNA: Basta che poi non rompe vetrina di banca qui sotto… Una

volta uno cliente ha voluto che io mette questo

... lui pagato supplemento ovviamente! Poi preso delle corde...

praticamente lui messo me così...

MAURO: Va beh, va’! Ciao Susanna!

SUSANNA: Ciao amore...

Susanna osserva dallo spioncino, poi apre la porta e fa entrare Alessandro, un uomo più giovane di Mauro. Mauro e Alessandro si fronteggiano imbarazzati per qualche istante sulla porta.


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MAURO: Salve...

ALESSANDRO: Salve...

Mauro esce con il passamontagna in mano. Susanna chiude la porta e dà due baci sulle guance ad Alessandro che è sempre più imbarazzato.

SUSANNA: Ciao caro! Piacere: io Susanna!

ALESSANDRO: Alessandro...

SUSANNA: Mi piacciono ragazzi timidi...

ALESSANDRO: Ma io non sono timido!

SUSANNA: Certo come no, e io in mio tempo libero insegno a tirare

boomerang a Principe di Svezia...

ALESSANDRO: Come?!

SUSANNA: Niente, solo uno modo di dire... è stato difficile trovare la strada per venire qui?

ALESSANDRO: No... è che io sono di Milano e...

SUSANNA: Infatti mi sembrava che tu sei un viso nuovo!

ALESSANDRO: Scusa eh, è che non sono abituato a... cioè io...

SUSANNA: Cosa? Prima volta che tu va con ragazza come me?

ALESSANDRO: Beh sì... magari se possiamo parlare un po’...

SUSANNA: Ma certo, rilassa... ce l’hai la fidanzata?

ALESSANDRO: Sì che ce l’ho... e l’amo pure!

SUSANNA: Sei carino: lei è ragazza fortunata!

ALESSANDRO: Grazie... anche se in questo periodo... siamo un po’ sotto pressione... ci sono tanti cambiamenti e... è per questo che...

SUSANNA: Succede! E’ cosa normale momenti difficili in vita di

coppia...

ALESSANDRO: Dici?

SUSANNA: Ma certo!

ALESSANDRO: Figurati che non troviamo più neanche il tempo per...

hai capito no?

SUSANNA: Da quanto voi non...

ALESSANDRO: Boh, così all’improvviso non saprei... saranno... 21

giorni, 4 ore e 12 minuti!

SUSANNA: Ma cosa usi calcolatrice?

ALESSANDRO: Chiara sempre stanca…

SUSANNA: Lei fa... palestra?

ALESSANDRO: Sì...

SUSANNA: La tua fidanzata va da uno personal trainer?

ALESSANDRO: Beh... sì!

SUSANNA: Tutte le settimane?

ALESSANDRO: Il personal trainer? Non ci avevo proprio pensato!

SUSANNA: Ma figurati...

ALESSANDRO: Ho capito cosa intendi: non si sente in forma! Per questo a volte le cose sono difficili...


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SUSANNA: Sei uno ragazzo anche sveglio non solo carino...

ALESSANDRO: Me lo dice sempre anche Chiara!

SUSANNA: Immagino! Senti amore... tu rimane tanti giorni qui?

ALESSANDRO: Non avrai anche tu una specie di cartà fedeltà a punti!

Tra supermercati, librerie e gelaterie non so più dove mettermele!

SUSANNA: Carta fedeltà? Io?!

ALESSANDRO: No, scusa! Non volevo! Cioè io intendevo...

SUSANNA: Tu mi fai ridere! Sei simpatico!

ALESSANDRO: Comunque per fortuna domani torno a Milano: stiamo in una pensione così rumorosa che ho sognato tutta la notte che dal mio letto partivano elicotteri militari! Tatatatata! SUSANNA: C’è qualcosa che ti preoccupa?

ALESSANDRO: No, figurati! Non sono preoccupato... sono terrorizzato! Stasera devo conoscere i genitori di Chiara... SUSANNA: Davvero? Stasera-stasera?

ALESSANDRO: Sì! Stasera! So che il padre già mi odia perchè la porto

alle Hawaii! Ci stiamo sei mesi! Suo padre deve avere un caratteraccio!

Poi questa cosa di stare via tanto tempo insieme mi fa paura... sono un po’

confuso... io la amo, ma sai...

SUSANNA: Tu ha detto sei mesi?

ALESSANDRO: Sì... perchè?

SUSANNA: No, io aveva capito uno...

ALESSANDRO: Magari mi sono confuso: noi stiamo sei mesi, ma lei ha detto al padre che ci stiamo solo un mese... glielo vuol dire un mese alla volta, per farlo abituare!

SUSANNA: Credo tu ha molto in comune con padre di tua ragazza!

ALESSANDRO: In che senso?

Suonano alla porta.

Alessandro si agita.

ALESSANDRO: Chi è?!

SUSANNA: Polizia!

ALESSANDRO: Come polizia!?

SUSANNA: Scherzo! Come posso sapere questo? Vado a vedere...

Susanna va dietro la porta e osserva dallo spioncino.

SUSANNA: Chi è?

MAURO (da fuori): Ehm... sono io...

SUSANNA: Io?! Io chi?! Tu ha sulla testa passamontagna! Sei uno black block?!

MAURO (da fuori): Sono io... ero qui adesso... Susanna... io!

SUSANNA: Ah, ho capito... cosa c’è?

MAURO (da fuori): Susanna, per favore, credo di aver dimenticato il cellulare...

Susanna apre la porta ed entra Mauro con il passamontagna addosso.


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SUSANNA: Entra, non mi piace tenere porta aperta... e toglie quel coso!

MAURO: Grazie, neanche a me! (ad Alessandro) Scusate...

ALESSANDRO: Prego, si figuri...

SUSANNA: Cerchiamo insieme telefono allora!

Mauro e Susanna iniziano a guardare in giro per la stanza mentre Alessandro rimane seduto sempre più imbarazzato.

ALESSANDRO: Se mi dà il numero le faccio uno squillo... MAURO: Il numero? Vuoi anche l'indirizzo di casa mia visto che ci siamo?!

ALESSANDRO: Ma io volevo solo… eccolo qui!

Alessandro ci era seduto sopra.

MAURO: Grazie!

ALESSANDRO: Arrivederci…

MAURO: Addio!

SUSANNA: Ciao amore..

MAURO: Ciao Susanna...

Susanna accompagna alla porta Mauro che esce.

ALESSANDRO: Che brutto carattere!

SUSANNA: Tutto da scoprire...

ALESSANDRO: In che senso?

SUSANNA: No, niente... solo uno modo di dire...

ALESSANDRO: Io i tuoi modi di dire non li capisco!

SUSANNA: Tu non sei unico, ma non è importante.

Alessandro controlla il suo cellulare tirandolo fuori da una tasca.

SUSANNA: Ma lo sai che tuo telefono è molto ma molto più grosso di

suo telefono?

ALESSANDRO: Dici?

SUSANNA: Beh, anche tu ha visto suo no?

ALESSANDRO: Ma c’è un doppio senso?

SUSANNA: Povera Chiara, io capisce bene lei...

BUIO

SCENA 2 – L’APERITIVO

Soggiorno. Patrizia, una donna di mezza età, sta facendo gli ultimi ritocchi ad una tavola apparecchiata a buffet. A un certo punto si ferma, beve generose sorsate da un bicchiere da drink, accende lo stereo e parte un tango.

Patrizia inizia a ballare con trasporto finché non suonano alla porta. Si ricompone velocemente, spegne la musica e va ad aprire.


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Entrano Chiara e Alessandro con un pacco in mano.

PATRIZIA: Eccovi!

CHIARA: Ciao mamma, finalmente! Lui è Alessandro! Ale, lei è mia mamma! Mamma, puzzi di alcool più di quella volta alla mia prima comunione!

PATRIZIA: Almeno qui non c’è nessun sagrato dove inciampare!

CHIARA: Lo avevi promesso a papà!

PATRIZIA: Lo so! Però anche lui aveva promesso che smetteva di fumare...

CHIARA: Ha ricominciato!? Ma se proprio ieri mi ha detto che stava benissimo senza sigarette!

PATRIZIA: Ma va’, saranno almeno due settimane... ma non lo sa che io

lo so! Almeno se fuma di nascosto fuma meno! E con meno gusto!

CHIARA: O forse con più gusto...

ALESSANDRO: Ehm... io le ho portato una cosa...

PATRIZIA: Grazie! Ma non dovevi...

Alessandro consegna a Patrizia il pacco. Lei lo scarta e ne esce un orribile cestino.

PATRIZIA: Non dovevi proprio!

ALESSANDRO: E’ un cestino fatto a mano a Honolulu... ed è pure un portafortuna! Così avrete un po’ di Hawaii in casa!

PATRIZIA: Grazie, davvero! Lo metto proprio in mezzo alla tavola, così la fa più bella! (a Chiara indicando Alessandro) Carino è carino... certo ha un pessimo gusto!

Patrizia sistema il cestino sulla tavola apparecchiata.

CHIARA: Dov’è papà, mamma?

PATRIZIA: Ora arriva, è nel suo studio... sai com’è quando fa i conti di

fine mese: se ti avvicini all’improvviso ti scambia per un ladro e ti spara!

ALESSANDRO: Chiara tua madre sta scherzando vero?

CHIARA: Ma certo! La pistola gliel'ha nascosta la mamma!

PATRIZIA: Ma perché non beviamo qualcosa?

CHIARA: Mamma vuoi bere ancora!

ALESSANDRO: Bella casa signora, davvero! L’ha arredata lei? PATRIZIA: Ma va’ come avrei fatto a trasportare i mobili da sola? Io li ho solo ordinati...comunque grazie! Arrivo subito, prendo una bottiglia dal frigo...

Patrizia esce.

CHIARA: Ancora quel sorrisino!

ALESSANDRO: Come?

CHIARA: E’ tutto il pomeriggio che hai quel sorriso ebete stampato in faccia e non capisco perché!


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ALESSANDRO: Io? Ma no... quale sorriso! Te l’ho detto: ho dormito malissimo, sarò un po’ intontito...

CHIARA: Se ti mettevi i tappi nelle orecchie anche tu, dormivi! ALESSANDRO: Ho provato ma mi fanno impressione... poi se si infilano troppo dentro non riesci più a toglierli... e devi andare all’ospedale! Lì prendono delle pinze lunghissime... CHIARA: E basta! Non metterteli va bene!

ALESSANDRO: Sì, ma...

CHIARA: Te l’ho già detto: io ho dormito benissimo e i miei tappi in gommapiuma non sarebbero certo bastati se quegli elicotteri militari di cui continui a parlare fossero stati veri! ALESSANDRO: Scusa amore hai ragione...

CHIARA: Hai già finito di lamentarti? Possibile? Non è che mi tieni

nascosto qualcosa?

ALESSANDRO: Io? Ma figurati!

CHIARA: Lo sai che non lo sopporto vero? Tanto finisce sempre che me

ne accorgo!

ALESSANDRO: Come no!

CHIARA: Boh, da quando oggi sei andato a lavare la macchina sei strano...

ALESSANDRO: Ma cosa dici!

CHIARA: Comunque non scordarti di quella cosa: solo un mese alle

Hawaii! Solo un mese!

ALESSANDRO: Sì, ho capito!

CHIARA: Lo so che non sei capace di mentire, amore, ma per una volta puoi farlo... per me...

ALESSANDRO: E va bene! Per te... mento!

Torna Patrizia con una bottiglia in mano.

PATRIZIA: Allora ragazzi, vi piace la pensioncina che vi ho prenotato?

CHIARA: Molto carina mamma, vero Ale?

ALESSANDRO: Stupenda signora: pensi che stanotte ho dormito come un ghiro!

CHIARA: Ma Ale, sei bravissimo a mentir...

ALESSANDRO: Un brindisi!

PATRIZIA: Un brindisi a voi due! Chiara dovete raccontarmi tutto di queste Hawaii! Innanzitutto: che protezione ti porti? Lo sai che hai le pelle delicata...

CHIARA: Ma dài mamma, con tante cose che mi puoi chiedere sulle Hawaii... chi se ne frega della protezione!

PATRIZIA: E’ che sei mesi sono tanti! Devi pensare a tutto!

CHIARA: Abbassa la voce, che se ci sente papà...

PATRIZIA: Ale, sai che devi dire che state un mese a Honolulu, vero?

ALESSANDRO: Certo, certo! Chiara me lo ha detto...


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CHIARA: Quando me ne sono andata di casa abbiamo usato la stessa tecnica: gli ho detto che andavo da un’amica per il weekend, poi la mia amica si è rotta una gamba e ho dovuto dare da mangiare ai gatti mentre era in ospedale, poi è guarita ma ha comprato un cane... poi si è rotta un braccio e...

PATRIZIA: ...e sono passati sei anni! Mauro ancora non ha capito come lo abbiamo fregato!

Patrizia mentre parla prende il suo telefono in cerca di qualcosa. PATRIZIA: A proposito, guarda Chiara, pensavo di mettere questa foto sul mio profilo Facebook! Eccola: è questa! Secondo te come sono venuta? Non guardare le altre foto, eh!

Patrizia passa il suo telefono a Chiara.

CHIARA: Ma perché che altre foto hai, scusa? Wow sei bellissima qui mamma!

PATRIZIA: Magari ritaglio papà che è venuto maluccio...

CHIARA: Ha la solita espressione che fa in tutte le fotografie, ma tu stai proprio bene!

PATRIZIA: Pensa che l’ho fatta io così: un self-service!

CHIARA: Si dice selfie, mamma!

PATRIZIA: Ma falla vedere anche ad Alessandro, Chiara!

Chiara passa il telefono ad Alessandro che, nel riconoscere Mauro in foto mentre sta bevendo, sputa il contenuto del bicchiere.

CHIARA: Ale! Ma cosa fai?

ALESSANDRO: Scusate, mi è andato per traverso...

PATRIZIA: Oddio sono venuta proprio malissimo allora!

ALESSANDRO: No! E’ venuta benissimo! Bellissima! Splendida!

CHIARA: Ma Ale!

ALESSANDRO: Ma questa foto... cioè... questi siete... lui è...

PATRIZIA: Mauro! Mio marito...

ALESSANDRO: Il marito di adesso? Nel senso... quello nello studio… quello con la pistola... Chiara è tuo padre questo? CHIARA: Sì... ma che ti succede?

ALESSANDRO: Niente... bella foto, davvero!

PATRIZIA: Questa foto ha una storia divertente... eravamo al parco e c’era un bambino con un aquilone a forma di banconota da 100 euro...

Mauro era senza occhiali e controsole... ha cominciato a urlare: “Mia! E’ mia!” Si è messo a correre come un pazzo, ma c’era un fosso e... muoio dal ridere solo a ripensarci!

ALESSANDRO: Esilarante! Posso andare in bagno per favore? PATRIZIA: Certo... c’è quello vicino allo studio di Mauro, oppure l’altro...

ALESSANDRO: Voglio l’altro! Cioè... non voglio disturbare il signor Mauro…


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PATRIZIA: Allora è la seconda porta di là...

CHIARA: Ale va tutto bene? Ora non hai più il sorriso ebete, ora mi stai

guardando come... come quella volta che ti ho fatto la ceretta sulla

schiena!

ALESSANDRO: Un pomeriggio indimenticabile... no, va tutto bene...

torno subito!

Alessandro esce.

CHIARA: Ti piace mamma?

ALESSANDRO: Carino è carino... gentile è gentile... magari è un po’ strano, ma chi non lo è?

CHIARA: E’ che non lo conosci ancora bene...

PATRIZIA: Tu sei contenta?

CHIARA: Contentissima!

PATRIZIA: Allora sono contenta anch’io!

SUSANNA: Grazie mamma!

PATRIZIA: A proposito, gli hai raccontato di Stefano, vero?

CHIARA: Non c’è stata occasione...

PATRIZIA: Come! Ti ha mollata sull’altare... e non c’è stata occasione?! CHIARA: Senti io non ci penso più, sei tu a pensarci! Per me ormai non è una cosa importante, e gliela dirò quando sarà il momento! PATRIZIA: Come vuoi, era così per parlare...

CHIARA: Ma io dico, con tutto quello di cui potremmo parlare, perchè vuoi proprio...

PATRIZIA: Infatti. Però di Mohamed gliel’avrai detto, no?

CHIARA: Ancora con Mohamed?!

PATRIZIA: Quello lo hai mollato tu sull’altare! Lo hai fatto convertire per niente, poverino! Non mi sembra una cosa da poco... CHIARA: E’ acqua passata!

PATRIZIA: Era così carino! Quei bicipiti sudati che si gonfiavano mentre affettava il kebab...

CHIARA: Senti mamma, non è la serata adatta per tirare fuori questi discorsi, ok?

PATRIZIA: Ma certo! Cosa credi, che non capisco? Ultimissima

domanda... posso?

CHIARA: Mamma smettila!

PATRIZIA: Lo vedi ancora quel... come si chiamava... quello lì, il tuo personal trainer!

CHIARA: No, non lo vedo più! E comunque non c’è mai stato niente tra noi! Ma perché tutti pensate che se ho un personal trainer per tenermi in forma ci devo andare a letto per forza!

PATRIZIA: Boh, la mia parrucchiera dice che li hanno inventati apposta! Entra Mauro.

MAURO: Chiara!


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CHIARA: Papà!

MAURO: Come stai, tesoro mio?

CHIARA: Sto benissimo, davvero!

MAURO: Ma sei ingrassata o è solo che ti sta male il vestito? CHIARA: Papà, se esistesse un concorso per chi sa dire sempre la cosa sbagliata, tu... tu... tu non potresti neanche partecipare, ecco, perché quando vai a iscriverti dici una cosa talmente sbagliata che non accettano neanche la tua domanda di iscrizione... contento?

MAURO: Patrizia, io lo dicevo che dovevamo mandarla a una scuola di suore questa ragazza... ora porterebbe maglioncini col colletto bianco e parlerebbe sempre a bassa voce! Ma a proposito, non doveva esserci anche... il coso... il...

CHIARA: Alessandro, papà! Si chiama Alessandro!

MAURO: Scusami tanto se non mi ricordo il suo nome! Non me l’hai fatto vedere neanche in fotografia!

CHIARA: Ancora con questa storia della foto!

MAURO: Io da un foto capisco molte cose di un uomo... CHIARA: Ecco, ora te la faccio vedere una sua fotografia, così sei contento una volta per tutte!

Chiara inizia ad armeggiare con il suo cellulare.

MAURO: Ma dài Chiara...

CHIARA: Lui è di là, stai per conoscerlo, ma io ti faccio vedere una sua fotografia, certo! A noi piacciono le cose strane, va bene! PATRIZIA: E’ andato in bagno: mi sa che non stava bene...

MAURO: Chiara, lascia perdere! Con te non si può mai scherzare, ma come fa a sopportarti quel... Gianluca? CHIARA: Alessandro!

Mauro nota il cestino hawaiiano sul tavolo.

MAURO: Patrizia, cos’è questa roba sulla tavola? Non si può levare? Fa schifo!

CHIARA: Papà!

PATRIZIA: E’ vero, ma l’ha portato Alessandro!

CHIARA: Mamma!

MAURO: Cominciamo bene!

CHIARA: Papà!

PATRIZIA: Comunque porta fortuna!

MAURO: Fortuna? Ci mancherebbe che portasse anche sfiga! Però questi dolci...

PATRIZIA: Non ti azzardare! Hai mangiato quella brioche martedì sera!

Per questa settimana può bastare!

MAURO: Ma oggi è un giorno speciale no? Conosciamo il coso: Davide!

CHIARA: Alessandro!


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PATRIZIA: Non esistono giorni speciali per il tuo colesterolo! Piuttosto, spiegami perchè ho trovato questo nell’armadio!

Patrizia apre un cassetto e mostra il passamontagna.

MAURO: Un passamontagna? E che ne so io? Non è che c’era un ladro infilato dentro ed è sgusciato via?

PATRIZIA: A cosa ti serve un passamontagna?

MAURO: Ehm...l’ho preso per quando vado a pescare... la mattina presto fa un freddo cane... mi si congela la faccia! PATRIZIA: Se lo dici tu...

MAURO: E poi magari col passamontagna i pesci non mi riconoscono, ormai mi hanno visto troppe volte: “ehi Nemo, questo è quello che domenica scorsa ha preso all’amo tuo cugino, stiamo alla larga!” CHIARA: Ce li vedo i pesci tra due settimane: “ehi Nemo, scappiamo: è tornato il tipo col passamontagna!”

Suonano alla porta.

MAURO: Patrizia, aspettiamo qualcuno?

PATRIZIA: No...

MAURO: Allora sarà la portinaia! Mi stavo preoccupando: abbiamo un ospite e non è ancora venuta a controllare! Ma non ce l'ha una vita quella?!

Patrizia va ad aprire ed entrano Giovanni e Gabriella.

Giovanni non guarda in faccia a nessuno e inizia a vagare per la stanza agitando rumorosamente un pacco di cibo per gatti.

GIOVANNI: Immanuel Kant! Immanuel Kant!

MAURO: Cosa succede?!

GABRIELLA: Salve, ci siamo trasferiti ieri, siamo giù al terzo piano… io sono Gabriella e lui è mio marito Giovanni…

GIOVANNI: Scusate, ma non c'è tempo per le presentazioni, ogni secondo potrebbe essere prezioso! Immanuel Kant! Immanuel Kant! PATRIZIA: Che bello: i nuovi vicini! Io sono Patrizia, lei è Chiara e lui è Mauro...

GABRIELLA: Scusatelo ma è scappato il gatto… lui è così affezionato a quel micino che ha perso la testa... lo avete visto? MAURO: Gatto? Io sono allergico ai gatti!

CHIARA: Papà ancora questa fissazione?

MAURO: Ecco, sento già che non respiro bene…

GIOVANNI: Non si faccia venire l'asma! Se il suo respiro sembra un gatto che fa le fusa ci fa confondere! Immanuel Kant! MAURO: Patrizia, ho sentito bene?

PATRIZIA: Signor Giovanni, che bel nome Immanuel Kant! Anche io adoro la musica classica, sa? Povero gattino… com'è fatto? GIOVANNI: Lui è...

GABRIELLA: E' del segno dell'acquario: è nato a gennaio!


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MAURO: Ah ecco!

PATRIZIA: Allora dev'essere un'artista!

CHIARA: Non vorrei essere invadente, ma non avete una foto?

GABRIELLA: Ma certo! Eccolo qui il nostro Immanuel Kant!

Gabriella estrae il telefono e mostra una foto.

CHIARA: Che tenero!

MAURO: Ma cos'è un gatto o un vitello?

GABRIELLA: Eh, mangia troppi carboidrati!

PATRIZIA: Vedi Mauro? Diventerai anche tu così!

GABRIELLA: Forse se ci sparpagliamo tutti in giro per la casa… MAURO: Ma che sparpagliarsi! Se io vedo un gatto in casa mia gli sparo!

PATRIZIA: Scherza! Mio marito scherza sempre!

CHIARA: Come no! Scherza lui… papà, se ci fosse il premio per il peggior scherzo tu non potresti neanche... MAURO: Lo so! Lo so!

Gabriella estrae un foglio e inizia a leggere.

GABRIELLA: Ho stampato da internet i consigli su cosa fare in caso di fuga del gatto!

MAURO: Se se n'è andato ci sarà un motivo! Lasciatelo in pace, no?

GIOVANNI: Dobbiamo stanarlo!

GABRIELLA: Allora… “ punto numero 1: avviare la ricerca

immediatamente”. Fatto. “ Punto numero 2: mantenere la calma...”

GIOVANNI (isterico): Immanuel Kant!

GABRIELLA: Fatto. “Punto numero 3...”

MAURO: Quanti punti sono?

GABRIELLA: Tanti. “Punto numero 3: porta con te una torcia elettrica.”

Giovanni estrae la torcia e la punta in giro per la stanza, negli occhi di

Mauro, sul pubblico.

GABRIELLA: “Se il tuo gatto si è nascosto in un angolo buio vedrai brillare i suoi occhi.”

PATRIZIA: Ma è un gatto o il demonio?

MAURO: Qui non c'è nessun gatto!

GABRIELLA: “Punto numero 4: Rimani spesso in silenzio ad ascoltare:

un gatto intrappolato miagolerà.”

Gabriella con un gesto intima a tutti un silenzio che dura qualche istante. GABRIELLA: Fatto. “Punto numero 5: allertare i vicini.”

MAURO: Fatto! Magari si è nascosto lì dentro! (indica il cestino, ironico)

Giovanni e Gabriella guardano il cestino disgustati.

GIOVANNI: E' un gatto, mica uno stercoraro!

GABRIELLA: (sottovoce a Giovanni) Simpatici i nostri vicini, ma che gusto per l'arredamento...


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CHIARA: Avete chiesto alla portinaia?

GABRIELLA: La portinaia? No, in effetti…

MAURO: Ecco, andate dalla portinaia, almeno le date qualcosa da fare!

PATRIZIA: Mauro! Scusatelo, è un po' agitato…

GABRIELLA: E voi scusate mio marito… anche lui è parecchio agitato:

vuole così tanto bene a quel gattino! Se sentite un miagolio chiamateci

per favore! Arrivederci!

MAURO: Come no, arrivederci!

PATRIZIA: Arrivederci! Ci vedremo qualche sera per... bere qualcosa...

Gabriella e Giovanni escono.

MAURO: Solo il gatto ci mancava stasera! Va beh, io vado a prendere le tartine, visto che qui qualcuno ha pensato solo al bere… PATRIZIA: E' Alessandro che beve… è simpatico ma beve!

CHIARA: Mamma che dici! Ma dov'è finito? Non starà mica male?

MAURO: Pure cagionevole, questo Luciano!

CHIARA: A-le-ssan-dro!

PATRIZIA: Mauro non far finta di dimenticarti le tartine dietetiche per te!

E non toccare i biscotti nel forno! Sono 53 e 53 devono rimanere!

MAURO: 53? Certo che ne hai di tempo da perdere!

Mauro esce.

PATRIZIA: Altroché tartine, tuo padre sarà andato a fumare!

CHIARA: Senti chi parla!

PATRIZIA: Cosa intendi dire?!

CHIARA: Mamma, hai l’odore di chi ha attraversato una distilleria di vodka a nuoto... e dài pure la colpa ad Ale!

Entra Alessandro.

CHIARA: Come va Ale, tutto bene?

PATRIZIA: Vuoi qualcosa di caldo?

ALESSANDRO: No! Qualcosa di forte!

PATRIZIA: Questo ragazzo mi piace sempre di più!

CHIARA: Ale mi sembri strano...

ALESSANDRO: Ma che dici!

PATRIZIA: Hai visto un gatto?

ALESSANDRO: Gatto? No, io...

PATRIZIA: Allora facciamo un altro brindisi!

CHIARA: Papà! Vieni!

Patrizia, mentre gli altri due hanno i calici in mano, vuota il suo e lo riempie di aranciata.

PATRIZIA: E’ per Mauro, cioè è per me ma è per lui! Così lui vede che io bevo aranciata... insomma avete capito! CHIARA: Ma mamma!

PATRIZIA: Mauro! Dài Alessandro chiamalo anche tu! Mauro!


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ALESSANDRO: No, grazie signora, meglio di no... non sono ancora in

confidenza: chiami pure lei per me...

MAURO: (da fuori) Eccomi, sto arrivando!

Alessandro, preso dal panico, si guarda intorno in cerca di una soluzione o di un nascondiglio.

Entra Mauro con le tartine.

MAURO: Ecco le tartine dietetiche! Solo a pronunciarle mi si impasta la

bocca!

Alessandro vede il passamontagna appoggiato sul tavolo e istintivamente se lo infila mentre nessuno lo vede.

CHIARA: Papà, ti presento... Ale! Ma cosa fai?

PATRIZIA: Anche tu vai a pesca?

MAURO: Chiara, non lo indossa sempre, vero?

CHIARA: Ale, levati quell’affare!

MAURO: Che tenerezza… vuole sorprenderci, vuole stupirci! Ma ne abbiamo visti di ex fidanzati di Chiara… ci vuole bene altro per...

Chiara, innervosita, sfila all’improvviso il passamontagna ad

Alessandro.

Mauro urla.

MAURO: Cazzo!

CHIARA: Papà lui è Alessandro... ma vi conoscete?

Mauro e Alessandro rispondono all’unìsono.

MAURO: No!

ALESSANDRO: Sì!

Dopo un attimo di imbarazzo parlano ancora all’unìsono.

MAURO: Sì!

ALESSANDRO: No!

L’imbarazzo cresce e parlano ancora all’unìsono.

MAURO: Forse!

ALESSANDRO: Forse!

PATRIZIA: Dài, facciamo un bel brindisi a Chiara e ad Alessandro! Io con l’aranciata...

CHIARA: Ma perché fate gli imbarazzati voi due? Guardate che avete in

comune più cose di quanto pensiate!

MAURO: Dici?

CHIARA: Presentatevi per bene!

Mauro con aria di sfida porge la mano ad Alessandro che gliela stringe.

MAURO: Mauro.

ALESSANDRO: Alessandro... piacere...

MAURO: Vedremo!

CHIARA: Cosa vuol dire “vedremo” papà?!

MAURO: Vedremo vuol dire vedremo! Nel senso che ho già visto

abbastanza quindi vedremo...

CHIARA: Eh?!


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PATRIZIA: Dài, raccontateci qualcosa che quando Mauro comincia non la finisce più... Alessandro, sai che ancora non ho capito che lavoro farai esattamente a Honolulu! Chiara però ci ha fatto vedere le foto della casa! Molto luminosa! E ben arredata!

Alessandro ha lo sguardo perso nel vuoto.

CHIARA: Alessandro! Guarda che mia mamma sta parlando con te! Boh, non capisco, da quando oggi è andato a lavare la macchina mi è tornato strano...

PATRIZIA: Anche Mauro oggi è andato a lavare la macchina! Ma lui è strano sempre!

CHIARA: Davvero? Magari è lì che vi siete incontrati...

Mauro e Alessandro parlano ancora all’unìsono.

ALESSANDRO: Forse!

MAURO: Forse!

PATRIZIA: In questo paesino del cavolo se cerchi un uomo non ti puoi

sbagliare: ci sono due bar, due autolavaggi e una puttana!

CHIARA: Mamma!

PATRIZIA: Ma sì, lo dice sempre la mia parrucchiera! Io che ne so! ALESSANDRO: Io comunque la macchina non la lavo mai... cioè oggi giusto per... ma di solito... la lascio sporca! Sporchissima! MAURO: Oggi giusto per...?

PATRIZIA: Mauro invece tutte le settimane! Spesso anche due volte a settimana!

MAURO: Patrizia, non c’è bisogno!

CHIARA: Guarda Ale che la mamma ti stava chiedendo... ALESSANDRO: Ah sì, scusate... lavoro in Università, ecco, faccio il ricercatore...

MAURO: Devo andare un attimo in bagno!

CHIARA: Ma cos’avete oggi tutti?

PATRIZIA: Magari hanno preso freddo all’autolavaggio poverini ... vado a prendervi ancora da bere, la bottiglia è finita... certo che questo Alessandro ci dà dentro con l’alcool!

Mauro e Patrizia escono.

CHIARA: La mamma ti ha preso in simpatia... ma sei preoccupato?

ALESSANDRO: No, è che non sto bene... magari io torno nel mio letto...

sai, l’eliporto militare… tatatatata!

CHIARA: Dài... non resisti ancora dieci minutini? Poi andiamo via

insieme... per favore...

ALESSANDRO: Facciamo cinque minutini!

CHIARA: Ma davvero vi siete già visti tu e mio padre?

ALESSANDRO: Sai che io mi confondo con le facce... non riconosco

mai nessuno...

CHIARA: No, non lo sapevo...


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ALESSANDRO: Eh, sì mi succede spesso... ma a proposito: tu chi cavolo sei?

CHIARA: Idiota! Per questo mi piaci...

ALESSANDRO: Non vedo l’ora di essere alle Hawaii con te... CHIARA: Anch’io... già me lo immagino... le palme che ondeggiano al vento, il sole che tramonta sul mare, il cielo rossissimo, la spiaggia dorata.. io e te che camminiamo abbracciati... a piedi nudi però! ALESSANDRO: Ancora con questa storia di camminare a piedi nudi? Quando saremo lì vedremo! Ma i parchi milanesi non sono adatti! CHIARA: E’ che tu non vuoi essere romantico con me...

ALESSANDRO: Ma figurati! Ti ricordi il mese scorso? Appena ho tolto le scarpe ho messo il piede su una bottiglia rotta... e a me fa pure schifo il succo di frutta all’ananas!

CHIARA: Se non guardi dove metti i piedi...

ALESSANDRO: Ma se era buio! Domenica ho pestato un’ortica... mercoledì un’ape e venerdì un nido di formiche rosse! Ricci di mare di Honolulu, arrivo!

CHIARA: Va bene amore, hai ragione! Mica voglio che ti fai male! Vediamo... le palme che ondeggiano al vento, il sole che tramonta... noi abbracciati! E tu... e tu... no, con le scarpe non ti si può vedere! Almeno nella mie fantasie ti voglio senza scarpe... ehi! Non è male questa fantasia... sai che ti sto togliendo anche qualcos’altro? ALESSANDRO: Chiara ma che dici?

CHIARA: Non lo so... mi è venuto un certo non so che... oggi hai qualcosa che...

ALESSANDRO: Sono settimane che non troviamo un po’ di tempo per noi, e... proprio adesso, qui?

CHIARA: Non è colpa mia se sei stato così preso dal lavoro! Ma oggi... oggi hai uno sguardo diverso, nuovo... non so perché! In alcuni momenti sempre ebete eh, ma in altri momenti... in altri momenti, come ora, sei davvero meglio della mia fantasia hawaiana!

ALESSANDRO: Direi che questo è un ottimo motivo per tornare in camera subito!

Suonano alla porta.

CHIARA: Ancora?! Questi saranno quelli del gatto…

ALESSANDRO: Ma che gatto? Cosa…? Chiara apre ed entra la portinaia. PORTINAIA: Chiara! Bentornata! Come stai? CHIARA: Salve! Benissimo! Lui è Alessandro…

PORTINAIA: Lo so, lo so: ti porta alle Hawaii per sei mesi, fa il ricercatore all'università, ha il 43 di scarpe e ha un pessimo gusto per l'arredamento (indica il cestino)!

ALESSANDRO: Ma come fa a saperlo?


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PORTINAIA: Faccio solo il mio lavoro…

ALESSANDRO: Servizi segreti?

PORTINAIA: Portinaia.

La portinaia osserva qualche istante Alessandro.

PORTINAIA: Chiara, sai che visto da vicino è ancora più carino? Certo che a te piacciono proprio quelli timidi eh! ALESSANDRO: In che senso… cosa intende?

CHIARA: Niente, niente! Ma dica, a cosa dobbiamo il piacere…?

PORTINAIA: Immanuel Kant!

ALESSANDRO: Eh?!

CHIARA: Ale, i nuovi vicini hanno perso il gatto.

ALESSANDRO: Il gatto? Il gatto! Chiara devo andare a cercare il gatto! Potrebbe essere in pericolo! Non posso rimanere qui come se niente fosse! Mi spiace per la bella serata con i tuoi, ma devo proprio andare! CHIARA: Ma che stai dicendo? Da quando ti interessano i gatti?! ALESSANDRO: Da… ho letto un libro che… poi ho visto un film… poi un mio collega...

PORTINAIA: Vuoi intascarti tu la ricompensa, eh?! Non ci provare!

ALESSANDRO: Ricompensa? No, io… adoro i gatti! PORTINAIA: La ricompensa è mia! Se lo vedete chiamate me! Sono venuta ad avvisarvi apposta! Ci manca solo che adesso lo trova lui... CHIARA: Ma certo che chiamiamo lei!

PORTINAIA: Dove sono i tuoi?

CHIARA: In cucina… stasera hanno conosciuto Ale e… PORTINAIA: Allora capisco! Altroché gatto: tu vuoi scappare da suo padre!

ALESSANDRO: Ma no! Io? Perché dovrei?

CHIARA: Infatti, perché dovrebbe scappare? Mio padre ha solo bisogno di abituarsi all'idea...

PORTINAIA: Ti ricorderò così: con questo sorriso un po' ebete...

ALESSANDRO: Perché ricordare? Cioè, io...

PORTINAIA: Se vedete il piccolo Immanuel Kant chiamate me!

CHIARA: Sicuramente!

PORTINAIA (ad Alessandro): Salutami il signor Mauro!

La portinaia esce chiamando il gatto.

ALESSANDRO: Proprio una bella persona la portinaia!

CHIARA: Speriamo lo trovino…

ALESSANDRO: Ma come si fa a chiamare un gatto così!

CHIARA: Beh, se vedi quei due soggetti non c'è molto da stupirsi ... ALESSANDRO: Quali soggetti? Comunque noi stavamo dicendo qualcosa, mi sembra… tipo tornare in camera… io e te da soli...

Si sentono da fuori le voci di Patrizia e Mauro che stanno rientrando.


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PATRIZIA: Adesso vai di là e fai la persona educata! Insomma, cosa ti è preso proprio oggi?!

MAURO: Niente, è che... quello lì ha qualcosa che non mi convince! PATRIZIA: Non mi interessa! E’ un ragazzo simpatico, Chiara ci tiene e devi metterlo a suo agio! E metti giù quel formaggio che l’hai già mangiato ieri!

MAURO: Dove hai nascosto la mia pistola!?

PATRIZIA: Ma quale pistola, comportati bene! Mauro e Patrizia entrano. Mauro è grintoso e deciso. MAURO: Allora, Alessandro... siamo qui: conosciamoci! ALESSANDRO: Volentieri...

MAURO: Da quanto state insieme tu e Chiara?

ALESSANDRO: Ehm... saranno cinque, sei mesi...

MAURO: Cinque o sei? Se non sai neanche queste cose basilari...

PATRIZIA: In che giorno ci siamo conosciuti noi due, Mauro?

MAURO: Ma cosa c’entriamo noi? Sto parlando con Alessandro...

PATRIZIA: Dunque?

MAURO: Il 31!

PATRIZIA: E di che mese?

MAURO: Febbraio! E come vi siete conosciuti, tu e Chiara?

CHIARA: Allora...

MAURO: Voglio sentirlo raccontare da lui!

ALESSANDRO: Allora... eravamo in un cinema piccolissimo... a vedere un film di Woody Allen... io la sentivo ridere... mi ricordo che ridevamo negli stessi punti... io continuavo a guardarla... e alla fine del film... PATRIZIA: Hai attaccato bottone!

ALESSANDRO: No! Sa, io sono un po’ timido...

PATRIZIA: Ha attaccato bottone lei! Ha preso tutto dalla mamma...

ALESSANDRO: No... ha attaccato bottone il mio amico, è andato lì e le

ha detto: “scusi signorina sa che ore sono?”

PATRIZIA: E poi...?

ALESSANDRO: E poi l’ha accompagnata a casa lui... tre mesi di inferno!

CHIARA: Tre mesi di paradiso!

PATRIZIA: Sì, ha proprio preso proprio tutto dalla mamma!

CHIARA: Però Alessandro è stato paziente e alla fine è stato premiato!

MAURO (indica il cestino): Infatti si è presentato qui con la coppa! ALESSANDRO: Mi sono innamorato appena l’ho vista, che ci posso fare?! Non riuscivo a togliermela dalla testa... PATRIZIA: Che romantico!

MAURO: Senti Alessandro, tu che lavoro fai esattamente?

CHIARA: Papà, non esagerare eh!

ALESSANDRO: Il botanico.


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MAURO: Vende le rose ai semafori?

CHIARA: Studia le orchidee, papà! Ha vinto un concorso internazionale!

Importantissimo! Per questo andiamo a Honolulu!

MAURO: Così tu studi le orchidee, eh? E quanto si guadagna al giorno d’oggi, Alessandro, studiando le orchidee? CHIARA: Ma papà che domande!

PATRIZIA: Chiara, che ci vuoi fare, lo sai che il papà pensa sempre ai soldi, anche quando volano in cielo legati a un filo!

MAURO: Eh no! Io per la mia bambina voglio stare tranquillo... la vita costa sempre di più... anche le piccole cose, i piccoli vizi... vero Alessandro?

ALESSANDRO: Beh, ma io non spendo tanto in... piccoli vizi... anzi non spendo proprio niente!

CHIARA: Alessandro guadagna abbastanza!

MAURO: Non spendi in piccoli vizi, eh? Bravo, tu sì che hai la testa sulle

spalle! Complimenti!

ALESSANDRO: Grazie, ma io...

MAURO: No, no: complimenti davvero! Non ce ne sono tanti di ragazzi

così in giro! Chiara è fortunata!

CHIARA: Lo so papà!

MAURO: E dimmi Alessandro come va il resto? La salute per esempio...

tutto bene?

ALESSANDRO: Certo... sì, sto bene...

MAURO: No, perché io da padre...

ALESSANDRO: E’ giusto...

CHIARA: Papà, dài....

MAURO: Alessandro, hai fatto le analisi del sangue di recente?

ALESSANDRO: No, io...

MAURO: Ne hai in programma? Sai che al giorno d’oggi è facile prendere malattie strane...

CHIARA: Papà, ma che stai dicendo?!

ALESSANDRO: No, ma perché dovrei ammalarmi... io... ma c’è qualcosa che...?

MAURO: Qualcosa? Ma il mio è un discorso, diciamo, generale... ampio,

sì... piuttosto ampio...

CHIARA: Papà smettila!

PATRIZIA: Eh, Mauro è un esperto nel mettere i fidanzati di Chiara in

imbarazzo... lo ha fatto con tutti! Dal primo all’ultimo!

ALESSANDRO: Dal primo...

CHIARA: Mamma!

PATRIZIA Ale, ascolta questa: eravamo tutti in piscina con Lorenzo, sai l’ex di Chiara...

ALESSANDRO: Ehm... Lorenzo?


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PATRIZIA: Ma sì, quello che poi si è fatto frate!

ALESSANDRO: No, io...

CHIARA: Poi ti racconto... niente di importante...

PATRIZIA: Va beh, a un certo punto Mauro si butta in acqua, gli sfila il costume e lo fa volare in cima a una betulla! Ce lo vedi? Non riuscivamo a smettere di ridere!

CHIARA: Ridere?! Non mi ha risposto al telefono mai più: è dovuto uscire nudo davanti a tutti!

PATRIZIA: Non hai perso nulla cara, fidati...

CHIARA: Mamma!

PATRIZIA: E quella volta con il calciatore? Giocava in serie C, povera

Chiara, ma sempre calciatore era! Come si chiamava?

ALESSANDRO: Già, come si chiamava?!

CHIARA: Mamma, non bastava papà! Ora anche tu vuoi mettere Alessandro in imbarazzo!

MAURO: Un attimo! Io vorrei mettere in imbarazzo lui? Chiara, tu stai

dicendo che io vorrei mettere in imbarazzo lui?! Alessandro, gliela

vogliamo dire la verità?

ALESSANDRO: In che senso la verità...?

MAURO: Sapete cosa ha fatto questo ragazzo? Cosa ha fatto proprio oggi?

PATRIZIA: Cosa avrà mai fatto questo ragazzo così simpatico...

ALESSANDRO: No, ma non c’è bisogno, davvero...

CHIARA: Papà, non so dove tu voglia arrivare ma...

MAURO: Lui ha... lui è... è venuto fin qui, da Milano solo per... per... ALESSANDRO: Beh si è fatto tardi, la bellissima pensione non ha un portiere notturno e...

MAURO: E’ venuto qui, in casa mia... per farmi capire che la mia unica preziosissima figlia... ora è sua! Se la porta alle Hawaii! A Honolulu per un mese intero! Per questo sono così agitato! Lo capite?!

CHIARA: Papà... hai detto una cosa carina! Grazie... e comunque un mese passa in fretta!

ALESSANDRO: Sì, grazie! Ehm... cioè: non la deluderò!

PATRIZIA: Dài un bel brindisi!

Patrizia fa in modo di bere di nascosto da Mauro mentre davanti a lui brinda con l’aranciata. Mentre tutti brindano Mauro cerca di trattenere la rabbia ma poi esplode.

MAURO: Non mi deluderai?! Non mi deluderai?! Tu mi hai già deluso!

PATRIZIA: Ma Mauro...

CHIARA: Papà!

ALESSANDRO: Ma io...


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MAURO: A tutto c’è un limite! La serata è finita! Adesso! Alessandro, ora tu esci da quella porta e te ne vai a Honolulu a contare le orchidee. Da solo! Giusto?

CHIARA: Cosa?! E perché?

MAURO: Come “perché”! Perché non è adatto a te. Si vede che non è affidabile! Ti sta prendendo in giro e io non intendo permetterlo! CHIARA: Papà ma sei impazzito?!

PATRIZIA: Hai mangiato dei dolci di nascosto oggi? Dobbiamo dirlo al medico che ora lo zucchero ti fa questo effetto!

MAURO: Ma quale zucchero e zucchero! Vero Alessandro, che adesso te ne vai e basta?

ALESSANDRO: Io rispetto lei e la sua casa ma...

CHIARA: Ma perché papà?! Ale non gli rispondere neanche! MAURO: Ci sono cose che tu non puoi capire Chiara! Le capirai solo quando sarai padre! Ma lui le capisce benissimo! Vero, Alessandro? ALESSANDRO: Ma neanche io sono padre! Forse se potessi spiegare...

MAURO: Non c’è niente da spiegare! Ma proprio non hai un minimo di buon senso?! Di dignità?!

CHIARA: Non c’è niente da spiegare?! Papà ti odio! Credi sempre di poter decidere della mia vita! Non sono più una bambina, lo vuoi capire? MAURO: Lo so che non sei una bambina! Proprio per questo non puoi affidarti al primo venuto! Cosa sai di lui? CHIARA: E tu cosa sai di lui?

MAURO: Io...

CHIARA: Non ti va mai bene niente! Dove vado, cosa faccio, chi frequento! Devi sempre giudicare tutto!

MAURO: Ma è per proteggerti... è perché ti voglio bene!

CHIARA: Proteggermi? E da te chi mi protegge?! Chiara scoppia a piangere e scappa via dal soggiorno. PATRIZIA: Bravo! Complimenti!

MAURO: Tu non capisci... è perché tengo a lei...

PATRIZIA: Sei tu che non capisci! Ale, vai da lei...

ALESSANDRO: Io volevo dire che... no, niente.

Alessandro esce.

PATRIZIA: Mauro, ma ti stai comportando in una maniera assurda! Cosa succede?! Sei fuori controllo, non ha senso...

MAURO: Cosa succede! Succede che quel ragazzo non è adatto per Chiara! Ha la coscienza sporca! Lurida! Mi fa schifo! PATRIZIA: Ma ti ascolti quando parli?

MAURO: E tu lo vedi come si comporta? Lui non ci tiene a Chiara! Ma come fai a non accorgertene?


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PATRIZIA: Coscienza sporca? Questa è buona! Tu non fai mai nessuno

sforzo per conoscere i fidanzati di Chiara: li vuoi solo mettere in imbarazzo!

MAURO: Se lo faccio è perché è così che si vede di che pasta è fatto un uomo... troppo facile spianargli la strada! Voglio vedere come reagiscono se li metti alle strette!

PATRIZIA: Va bene, l’hai fatto! Stavolta hai fatto anche di più

veramente! Ma ora la smetti! Va bene? Non sei tu a decidere: è Chiara!

MAURO: Quel ragazzo non è quello giusto! Fidati di me!

PATRIZIA: Ma sai qualcosa che io non so?

MAURO: Certe cose un padre le sente!

PATRIZIA: Sì, va beh... a me piace Alessandro! E secondo me stavolta

Chiara potrebbe aver trovato la persona giusta! Dico sul serio!

MAURO: Sì, sì...

PATRIZIA: Anzi! Ti dico di più: secondo me alle Hawaii saranno così felici insieme che ci staranno anche più di un mese! Ecco! MAURO: Non dirlo neanche per scherzo!

PATRIZIA: Ci scommetterei invece!

MAURO: Sì, sì...

PATRIZIA: Cosa vuoi scommettere?

MAURO: Scommettere? Sei seria?

PATRIZIA: Certo!

MAURO: Cioè tu vorresti scommettere che questo Alessandro...

PATRIZIA: Certo! E’ la persona giusta per lei! Se vinco io... ci iscriviamo

ancora a quel corso di tango che non hai voluto finire! E una sera a

settimana mi porti a ballare!

MAURO: No! Il corso di tango no!

PATRIZIA: Ma se ti divertivi tanto... è solo pigrizia la tua! Meno ti muovi

meno hai voglia di muoverti! Poi... se balli smaltisci, e un dolce in più

potrei anche permettertelo...

MAURO: Non so...

PATRIZIA: Se sei tanto sicuro di avere ragione non dovresti temere il corso di tango! Quindi? Tu cosa vinci? MAURO: Io? Boh... così all’improvviso...

PATRIZIA: Non vorresti nessuna cosa?

MAURO: No: è che son troppe e non so quale scegliere!

PATRIZIA: Fai lo spiritoso...

MAURO: Ok, forse lo so...

PATRIZIA: Vai!

MAURO: La smetti di dirmi cosa mangiare e cosa no! Mi stai facendo impazzire!

PATRIZIA: Ma se tu non ti sai controllare! Lo faccio per te!


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MAURO: Non è vero che non mi so controllare! E’ che se deve diventare anche una sfida contro di te diventa tutto più complicato! PATRIZIA: Non ci credo molto...

MAURO: Insomma! Io non devo decidere sulla vita di Chiara ma tu puoi decidere sulla mia!

PATRIZIA: Ma io lo faccio per il tuo bene...

MAURO: Ma anche io lo faccio per il suo bene!

PATRIZIA: Ancora!?

MAURO: Se solo potessi raccontarti...

PATRIZIA: Ma cosa dici?

MAURO: Niente, niente! Non potresti capire! Allora, la scommessa?

PATRIZIA: Andata!

Mauro e Patrizia si stringono la mano.

MAURO: Senti... non che c’entri con la scommessa... ma sai se Chiara gli ha parlato di ... Stefano?

PATRIZIA: Non c’entra eh? Comunque no: non glie ne ha parlato!

MAURO: Vedi che non è una cosa seria?

PATRIZIA: O forse proprio perché è una cosa seria!

MAURO: E di Mohamed? Aveva due braccia quello...

PATRIZIA: Neanche!

MAURO: E di quello lì... il personal trainer?

PATRIZIA: Non te l’abbiamo mai detto del personal trainer! Come fai a saperlo?

MAURO: Uso facebook anch’io!

PATRIZIA: Va bene, signor tecnologico, ma ti ricordi almeno qualche passo di tango?

Patrizia stringe a sè Mauro cercando di farlo ballare.

MAURO: No dài, non mi ricordo niente… poi sono stanco…. oggi ho

lavato la macchina… due volte...

PATRIZIA: Vai, busto dritto, un passo avanti…

MAURO: Smettila…

PATRIZIA: Dài facciamo un casqué!

MAURO: Ma quale casquè, a te ci vorrebbe un caffè!

PATRIZIA: Corretto?

FINE PRIMO ATTO


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SECONDO ATTO

SCENA 3 – L’ORCHIDEA

Soggiorno. Patrizia e Mauro stanno osservando il cestino hawaiiano.

MAURO: Ma secondo te che materiale è?

PATRIZIA: E che ne so io! Brutto è brutto eh!

Si sente da fuori ticchettare sui vetri: diventa sempre più un bussare.

PATRIZIA: Senti anche tu questo rumore, Mauro?

MAURO: Viene da qui dentro! E' vivo! Il cestino è vivo!

PATRIZIA: Ma che dici! Viene dalla cucina… ma… è la portinaia quella

che bussa sulla nostra finestra?

MAURO: Fa vedere…

PATRIZIA (salutando): Uuuhuuu! Salve! Che carina a venire a salutarci fin quassù…

MAURO: Patrizia ma quanto hai bevuto? Secondo te si è appesa a un davanzale del quinto piano per salutarci? Non guardiamola, magari vuole solo suicidarsi!

PATRIZIA: Uuuhuu! Ha qualcosa in mano… guarda: ci sta lavando i vetri! Che carina! Grazie! Salve, sì, grazie! MAURO: Non è una spugna quella che ha in mano.

PATRIZIA: No, è… è… cibo per gatti!

MAURO: Patrizia dove hai messo la mia pistola?!

PATRIZIA: Sembra che voglia entrare…

MAURO: Appunto: devi smetterla di nascondermi la pistola!

PATRIZIA: Vado ad aprirle poverina!

Patrizia esce.

MAURO: Colpiscile le dita con un mestolo così perde la presa! Troppo tardi!

PORTINAIA (da fuori): Grazie signora Patrizia! Ero appesa lì fuori da venti minuti!

Entrano Patrizia e la portinaia.

PORTINAIA: Scusi signor Mauro ma mi sembrava di aver visto

Immanuel Kant sul cornicione e mi sono arrampicata dal balcone… poi

mi sono venute le vertigini, poi mi è venuto un crampo, poi un attacco di

panico, poi la sciatica, poi l'otite...

MAURO: Va bene, va bene, arrivederci!

PORTINAIA: Se trovate un gatto che...

MAURO: No! Non l'abbiamo trovato e non lo troveremo! PORTINAIA: Se lo trovate chiamate me! Non vorrei perdere la ricompensa!

MAURO: Quant'è questa ricompensa? Le dò il doppio se se ne va a casa a guardare la televisione!


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PORTINAIA: Va bene. Ma se lo trovo durante la pubblicità posso tenere i soldi di entrambi?

MAURO: Sì. Se si dimentica che questa è casa mia sì!

PATRIZIA: Ma certo che la chiamiamo! Oggi Mauro è un po' nervoso... PORTINAIA: Ho conosciuto Alessandro! Simpaticissimo, vero signor Mauro?

PATRIZIA: Hanno legato subito!

MAURO: Per il collo lo legherei quello!

PORTINAIA: Porta il 43 di piede, lo sapeva?

MAURO: Interessante!

PORTINAIA: Certo che alle Hawaii per tutti quei mes...

PATRIZIA: Ehm… ma non pensiamo alle Hawaii adesso!

MAURO (indicando il cestino): Come non pensarci?!

PATRIZIA: Se lo vediamo la avvisiamo!

Patrizia cerca di spingere la portinaia fuori dalla porta, ma si fermano sulla soglia.

Da fuori si sente il rumore di un sacco che sbatte.

GABRIELLA (da fuori): Immanuel Kant! L'avete trovato?

Gabriella entra con un sacco in mano.

MAURO: No!

GABRIELLA: Mio marito è uscito a cercarlo…

PATRIZIA: Poverino!

GABRIELLA: Ma che poverino! Quando esce a cercare il gatto è l'unica occasione che ho per stare un po' tranquilla! PATRIZIA: Come la capisco!

GABRIELLA: Le confesso che a volte sono io a buttare Immanuel Kant fuori di casa… ma non oggi! Sto svuotando l'aspirapolvere in giro per il palazzo… è pieno di peli: se sente il suo odore magari torna! PORTINAIA: Ottimo metodo!

GABRIELLA: C'è scritto sui consigli che ho stampato! Volete sentire gli altri?

MAURO: Quello è pieno di peli di gatto?!

GABRIELLA: Certo!

MAURO: Fuori quella roba da casa mia! Fuori dal mio palazzo! Fuori dal mio quartiere! Fuori dall'Italia!

GABRIELLA: Ha ragione la portinaia: lei ha proprio un brutto carattere!

PORTINAIA: Ehm...

Gabriella e la portinaia escono, continuando a chiamare il gatto.

PATRIZIA: Che serata avventurosa!

MAURO: E non è ancora finita!

Chiara e Alessandro entrano.

CHIARA: Mamma, noi ce ne andiamo!

ALESSANDRO: Sì, è meglio…


26


Mauro mette il cestino in mano ad Alessandro.

PATRIZIA: No, no, no! Non ci pensate neanche! Chiara sai che tuo padre a volte esagera... ma ora si è calmato, sa di aver sbagliato... CHIARA: Non mi interessa! Non lo conosce neanche e lo tratta così!

MAURO: O forse tu non lo conosci neanche!

CHIARA: Ciao mamma!

PATRIZIA: (a Mauro) E impara a stare zitto! (a Chiara) Chiara per favore

non potete andare via così...(ad Alessandro) Alessandro, Chiara ti ha mai

raccontato di mia nonna?

ALESSANDRO: No...

MAURO: Non c’è bisogno Patrizia...

PATRIZIA: E’ il momento giusto per qualche buona storia di famiglia!

CHIARA: Mamma voglio andare via!

PATRIZIA: Non può finire così questa serata! Alessandro vero che vuoi sapere quale sangue scorre nelle vene di Chiara? ALESSANDRO: Io veramente...

PATRIZIA: Mia nonna ha sparato a mio nonno!

CHIARA: Mamma!

PATRIZIA: E’ la storia della tua famiglia questa! E poi non è neanche stata condannata... è riuscita a dimostrare che fu un incidente di caccia...

MAURO: Sì... come testimoni al processo c’erano due fagiani e un cinghiale...

PATRIZIA: Silenzio! Lui se lo meritava: le donne vanno rispettate! E mia mamma?

ALESSANDRO: Già, sua mamma?

PATRIZIA: Lei un martedì mattina ha preso un cacciavite e ha scritto sulla carrozzeria della macchina di mio padre: “Pistaaaa! Fate largo a un coglioneeee!” In effetti la scritta partiva dalla portiera destra, passava dal cofano, e finiva sulla fiancata sinistra... me la ricordo bene perché quel giorno papà è venuto a prendermi a scuola in macchina... MAURO: Va bene, questo era l’allegro quadretto familiare...

PATRIZIA: Ma io non ho mai fatto niente del genere! Sai Alessandro? Non ancora almeno... pensa quanto è stato bravo Mauro! ALESSANDRO: Molto interessante, davvero...

PATRIZIA: Ho interrotto la tradizione delle donne di famiglia... quasi mi dispiace!

ALESSANDRO: Interessante questa storia della tradizione interrotta...

PATRIZIA: Dici?

Alessandro, vedendo Mauro a disagio, si sente per un attimo sicuro e spavaldo.

ALESSANDRO: Certo! E mi dica signor Mauro... è stato faticoso

riuscire a... diciamo così: fare sempre il bravo?

MAURO: Ma no, io...


27


ALESSANDRO: E lei guadagna bene? Immagino che starà mettendo

qualcosa da parte, no? Per una vecchiaia tranquilla...

MAURO: Ma certo, certo...

ALESSANDRO: Un po’ magari per i piccoli vizi...

MAURO: Io? Ma no, cosa dici...

ALESSANDRO: E la salute? Mi dica... esami del sangue? L’ultima tac,

tutto a posto?

CHIARA: Ale, mi sembri mio padre! Non è che poi mi diventi come lui?

PATRIZIA: Tutti gli uomini diventano così!

ALESSANDRO: Ma no Chiara, ci stiamo solo conoscendo... avevi

ragione: abbiamo tante cose in comune...

CHIARA: Davvero lo pensi?

MAURO: Speriamo non troppe!

ALESSANDRO: Siamo solo partiti con il piede sbagliato Chiara, mi

spiace che le cose siano andate così...

PATRIZIA: Chiara aiutami in cucina per favore!

Patrizia fa un cenno complice a Chiara, come per dire che è meglio lasciarli da soli per farli conoscere. Chiara è dubbiosa. PATRIZIA: Saranno pronti i miei famosi antipasti con antica ricetta maya!

CHIARA: Oh no, perché hai fatto ancora quegli antipasti! Avevi promesso!

PATRIZIA: Ho cambiato ricetta: ho aggiunto la paprika, la promessa quindi non vale!

Chiara cerca l’assenso di Alessandro che la tranquillizza poi segue

Patrizia in cucina.

Patrizia e Chiara escono.

Mauro e Alessandro rimangono da soli, in silenzio.

Dopo qualche istante Mauro tira fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette.

MAURO: Tu fumi?

ALESSANDRO: No, veramente io...

MAURO: Tu fumi!

ALESSANDRO: In che senso, scusi?

MAURO: Adesso me ne accendo una e tu dirai che l’hai fumata tu!

ALESSANDRO: Va bene...

Mauro accende una sigaretta.

MAURO: E’ tutto quello che hai da dire?

ALESSANDRO: In realtà c’è una cosa che vorrei dire...

MAURO: Sentiamo!

ALESSANDRO: Oggi, non so se se lo ricorda ma ci siamo incontrati da...

ehm... sono andato con... lei sa che...

MAURO: Vai avanti!


28


ALESSANDRO: Io oggi ho capito che amo Chiara come non mai. Sono stato un’ora a parlare di Chiara! Nient’altro! Non so neanche perché ci sono andato! Questa è la verità. So che sembra incredibile... MAURO: Infatti lo è!

ALESSANDRO: Era la prima volta che andavo da una... ehm...

MAURO: Ragazza...

ALESSANDRO: Ragazza, appunto... e sarà anche l’ultima. Non fa per me.

MAURO: Tu ti aspetti che ci creda?

ALESSANDRO: No... cioè sì... non lo so! Però almeno ci ho provato: ho

detto la verità...

MAURO: Davvero?

ALESSANDRO: Sì!

MAURO: Ma perché proprio qui? Oggi?

ALESSANDRO: Non lo so, io non lo so... quando facciamo delle cavolate enormi mica le programmiamo prima, no? MAURO: Non capisco se sei furbo o se sei un idiota...

ALESSANDRO: Me lo dicono in molti...

Entrano Chiara e Patrizia con i piatti degli antipasti in mano.

PATRIZIA: Ta-ta! Antipasti con antica ricetta maya!

MAURO: Questa spiega perché i maya si sono estinti!

Mauro consegna la sigaretta ad Alessandro, che non sa neanche come tenerla in mano, tantomeno come sbarazzarsene. Infine, in un momento in cui nessuno lo vede, la infila nel cestino hawaiano.

PATRIZIA: Ma cos’è questo odore?

MAURO: Alessandro sta fumando!

CHIARA: Ma da quando fumi?

ALESSANDRO: Ogni tanto, quando sono molto rilassato...

CHIARA: Non lo sapevo...

MAURO: Evidentemente ci sono delle cose che non sai di lui!

CHIARA: Ancora?!

PATRIZIA: Bene! Chi vuole assaggiare i miei famosi antipasti con antica ricetta maya?

MAURO: Io sono pieno!

CHIARA: Anche io sono piena... sono anche a dieta, e in più mi brucia lo stomaco... ma soprattutto, mamma, mi fanno schifo!

PATRIZIA: Alessandro, vero che almeno tu, alla faccia loro, vuoi assaggiare i miei famosi antipasti con antica ricetta maya? CHIARA: Ale, non sentirti obbligato... non questa volta!

MAURO: E invece no! Per rispetto alla cuoca nonché padrona di casa ti mangi tutti gli antipasti maya che lei ti rifil... ti offre! CHIARA: Papà smettila!

ALESSANDRO: Ci mancherebbe signora Patrizia se non assaggio i suoi famosi antipasti...


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PATRIZIA: Questo ragazzo è proprio un tesoro!

Osservato da tutti in silenzio Alessandro inizia a masticare l’antipasto, trovandone il sapore disgustoso.

PATRIZIA: Allora, ti piace?

MAURO: Già, ti piace?

ALESSANDRO: Ottimo, davvero!

CHIARA: Come la stanza della pensione?

ALESSANDRO: Meglio! Molto meglio!

PATRIZIA. Allora mangiane un altro! Questo è diverso, più... più... non

saprei neanche come descriverlo...

MAURO: Io una parola ce l’avrei!

ALESSANDRO: No grazie, è ottimo, davvero, ma non vorrei abbuffarmi...

PATRIZIA: Mangia che ti servono le forze per contare le orchidee!

ALESSANDRO: Ma io non devo contarle...

PATRIZIA: Vedete che lui apprezza? Non come voi che vi perdete una delizia millenaria!

MAURO: Millenaria come gli ingredienti! Alessandro, mangia tutto eh!

CHIARA: Mamma ma se neanche tu te li mangi i tuoi antipasti maya!

PATRIZIA: E allora? Meglio, visto che ad Alessandro piacciono tanto! Patrizia riesce a far mettere in bocca ad Alessandro i suoi antipasti e gli riempie il piatto. Pian piano Alessandro, quando riesce, non visto da nessuno, sputa i bocconi e vuota il piatto nascondendo tutto nel cestino hawaiiano.

CHIARA: Contento lui... mamma ti ricordi di Monica, la mia migliore amica al liceo? Ogni tanto la sento, abita ancora qui... PATRIZIA: Sì certo che me la ricordo! Non l’ho più rivista!

MAURO: Ma perché io non conosco mai nessuno?

PATRIZIA: Fatti delle domande...

CHIARA: Quando le ho raccontato che ero qui con Ale e che parto per Honolulu mi ha detto che vuole assolutamente conoscerlo! PATRIZIA: Falla venire qui!

CHIARA: Non so, forse è meglio se ce ne andiamo...

PATRIZIA: Proprio adesso che la serata sta prendendo la piega giusta

vuoi andartene! No, no! Anzi, magari davanti a una tua amica qualcuno

qui diventa più educato!

MAURO: Io sono sempre educato!

CHIARA: Le mando un messaggio...

ALESSANDRO: (sottovoce a Chiara) Ma non c’era... sai quella cosa...

ehm, ti ricordi quello che abbiamo detto prima? CHIARA: Non capisco cosa dici, parla più forte!

ALESSANDRO: No, dicevo, quella cosa dei dieci minutini... poi c’era ehm... quello sguardo diverso...


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CHIARA: Dài, non sei curioso di conoscere una mia amica?

ALESSANDRO: Certo che mi fa piacere, ma...

PATRIZIA: Che bello! Mi piace quando ci sono tanti ospiti in casa! Alessandro, mentre aspettiamo Monica puoi finalmente raccontarci del tuo lavoro a Honolulu!

CHIARA: Ale è molto famoso nel mondo accademico!

PATRIZIA: Davvero?

MAURO: Ah, davvero?

CHIARA: Dài Ale, racconta!

PATRIZIA: Ora capisco, è un po’ svanito perché è un’artista!

CHIARA: Mamma, Ale non è svanito!

ALESSANDRO: E non sono neanche un artista! Sono un scienziato! Un ricercatore! Chiara non è il caso di... MAURO: E cosa ricerchi?

ALESSANDRO: Non credo sia interessante, sinceramente... sono cose

tecniche, noiose e non credo che...

PATRIZIA: Non fare il timido!

ALESSANDRO: Ma no, io... allora... sto studiando un’orchidea... la Ophrys Apifera.

MAURO: Ah ecco, mi stavo giusto chiedendo quale... ce ne sono così tante al mondo!

ALESSANDRO: Almeno 30000 specie!

MAURO: Ma no, io intendevo... bah!

PATRIZIA: A me le orchidee non piacciono tanto però... quando non c’è il fiore mi sembrano inutili!

ALESSANDRO: Infatti, io direi di cambiare argomento...

CHIARA: Ma no, dì quella cosa della menzogna, dài...

MAURO: Menzogna?

PATRIZIA: Menzogna?

ALESSANDRO: Ma no, quale menzogna... è un discorso che abbiamo

fatto io e Chiara l’altro giorno... avete presente, spesso sui giornali o nei

documentari dicono: “Le menzogne degli animali! I trucchi delle piante!

Tutti gli inganni dei predatori!”

PATRIZIA:Vero!

ALESSANDRO: Ma queste parole forse non hanno senso se parliamo di

animali... quando il gatto sta immobile e si mimetizza, chissà se pensa di

mentire come fanno gli esseri umani. Tu vedi un ramo e invece è un

insetto stecco o una cavalletta... ma mica l’insetto pensa: “ho mentito, a

lui e a tutti gli altri predatori!”

PATRIZIA: E’ istinto!

ALESSANDRO: Sì, cioè no... secondo me non sappiamo neanche come chiamarlo... quel pesce... la rana pescatrice, sapete cosa fa, no? Scava, si nasconde sotto la sabbia, e sporge solo un ciuffetto in cima alla pinna.


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Tipo canna da pesca, la agita, attira la preda che crede di vedere un pesciolino e sul più bello, da sotto il ciuffetto, spunta all’improvviso una fila di denti paurosa... e zac!

MAURO: Come faccio io quando vado al lago a pescare!

CHIARA: Chissà se anche la rana pescatrice mette il passamontagna...

PATRIZIA: E tu ti definisci un bugiardo?!

MAURO: Ma no, che bugiardo, io vado a pescare davvero!

PATRIZIA: Cosa dici?!

MAURO: Ah no, scusa! Sì, se mi ci fai pensare sì: mento al pesce, gli dico: “guarda che bel vermone invitante e succulento si agita casualmente sospeso a mezz’acqua solo per te...” e sai quanti ci cascano! ALESSANDRO: Infatti esistono il pescespada, il pesce rana, il pescecane ma non il pesce genio! Ahahah! Ehm... E’ una battuta... che gira in università...

PATRIZIA: Davvero spiritosi questi scienziati!

MAURO: Questa me la rivendo domenica prossima!

CHIARA: Ehm… finalmente iniziate a starvi simpatici!

PATRIZIA: Ma io con questa storia delle menzogne non ho capito tu che cosa fai esattamente Alessandro!

ALESSANDRO: Devo confrontare l’ Ophris Apifera hawaiiana con le orchidee europee della stessa specie...

MAURO: Va beh, quella hawaiiana accoglierà gli studiosi con ghirlande di fiori e canti tradizionali! E cos’ha di speciale questa orchidea per farti andare fino a Honolulu?

ALESSANDRO: Il fiore di questa orchidea imita la forma di un’ape... oltre ad inviare anche una specie di odore di ape... quindi le api quando vedono il fiore credono che sia un’altra ape... MAURO: E allora?

ALESSANDRO: E allora niente!

MAURO: Come niente!

CHIARA: Dài, Ale, l’ape va lì e...

ALESSANDRO: L’ape crede di potersi accoppiare con un’altra ape... ci

prova, si strofina... ma niente! Non si accorge che praticamente è

un’orchidea travestita da ape!

PATRIZIA: Poverina!

ALESSANDRO: In compenso si impregna di polline. Poi va su un’altra

orchidea e ci ricasca: si strofina e lascia il polline di quella di prima...

questo è il motivo per cui l’orchidea assume questa forma!

MAURO: Che vita di merda! Ehm volevo dire... che fregatura! Per l’ape! PATRIZIA: Non oso immaginare se succedesse qualcosa di simile tra gli esseri umani!

MAURO: Succede, succede!


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ALESSANDRO: Beh, l’ape prima o poi trova anche delle api vere... se no si sarebbe già estinta...

PATRIZIA: Ma quindi l’orchidea la inganna!

ALESSANDRO: Usando la nostra terminologia imperfetta sì... ma in realtà l’ape e la pianta vivono in simbiosi...

CHIARA: Vedete? E’ troppo intelligente il mio Ale! A volte neanche io lo capisco! E poi dicono la fuga dei cervelli!

MAURO: Comodo andarsene! Lasciare noi qui in mezzo alla crisi a cercare di rimanere a galla... e tu via! ALESSANDRO: Ma cosa ci posso fare?

PATRIZIA: Infatti: lui studia le cose hawaiane poverino! Cosa può farci? Un po’ di comprensione!

MAURO: Cosa può farci? Fiori italiani! E’ l’unica soluzione alla crisi

economica! Ce ne avremo di orchidee in Italia, no? Mica ce le hanno tutte

gli Hawaiiani!

ALESSANDRO: Certo, ma...

MAURO: Vedi? Studiamole! Ma abbiamo anche sassi, coccinelle, lucciole... puoi scegliere!

ALESSANDRO: Beh, non ho niente contro i fiori italiani, ci mancherebbe, infatti le mie ricerche sono proprio partite da...

CHIARA: Ale, papà ti sta solo provocando! Non cascarci! Papà, ho cercato di farti conoscere Alessandro con la sua ricerca, ho cercato di darti una seconda possibilità stasera ma tu continui a essere odioso! MAURO: E’ il mio modo di fare, lo sai che scherzo solo con chi mi è simpatico!

CHIARA: Non stai scherzando ora! Lo so che mi vuoi bene, ma tu non hai capito una cosa di me che Alessandro ha saputo capire da solo. MAURO: Addirittura!

PATRIZIA: Eh, si vede che è uno in gamba!

ALESSANDRO: Davvero?

CHIARA: Io sono come un’orchidea: con troppa acqua la anneghi. Non ho bisogno che mi stai sempre addosso! Non ho bisogno di un amore soffocante! Come un’orchidea: un po’ d’acqua ogni tanto... e chiedere poco non significa voler essere trascurata! Anzi!

PATRIZIA: Ho proprio bisogno di un goccetto... d’acqua! Vado un attimo in cucina! Chiara, vero che vuoi assaggiare i biscotti e vedere se son pronti?

Patrizia fa un cenno di intesa a Chiara.

CHIARA: Arrivo mamma!

Chiara e Patrizia escono.

Mauro e Alessandro rimangono qualche istante in silenzio.

ALESSANDRO: Sigaretta?

MAURO: No, ho deciso di smettere! Questa volta sul serio!


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ALESSANDRO: Davvero?

MAURO: Sì! Stavo pensando all’orchidea... cioè a te che dall’alto guardi

l’ape, il fiore e le loro stranezze...

ALESSANDRO: Sì?

MAURO: E se qualcuno osservasse noi dall’alto, cosa vedrebbe? Lo sai? Vedrebbe mia moglie che si nasconde in cucina per bere mentre io di qua fingo che sia tu a fumare... tu cosa diresti da scienziato? ALESSANDRO: Beh, io studio le piante non gli essere umani...

MAURO: Forse sei davvero un bravo ragazzo.... ma perché cavolo sei

andato lì proprio oggi?

ALESSANDRO: Potrei chiedere lo stesso a lei...

MAURO: E’ proprio quello che non voglio per Chiara... come faccio a credere che tu sia sincero con me, con Chiara? Uno che passa le giornate a studiare tutte le bugie che si dicono le piante e gli animali... ALESSANDRO: Ma no, cosa c’entra questo!

Suonano alla porta.

MAURO: Ancora 'sto gatto! Io le ammazzo! Le ammazzo!

Mauro apre ed entra Giovanni.

GIOVANNI: Buonasera!

ALESSANDRO: Salve!

MAURO: Buonasera cosa?! Il gatto non l'abbiamo trovato! Devono averlo investito! Arrivederci!

GIOVANNI: Ma chi se ne frega del gatto! Al limite ne compro un altro… sono qui per spiegarle, siamo tra uomini, no? MAURO: Ma cosa dice?

GIOVANNI: Prima le sarò sembrato un po' strano… mi sa che siamo

partiti con il piede sbagliato…

MAURO: Ma no!

GIOVANNI: Davanti a mia moglie ho dovuto recitare la parte di quello disperato! Lei deve credere che io ci tengo a quell'ammasso di peli! Le spiego: quando ho bisogno di un po' di respiro, di poter uscire in santa pace, senza troppe domande e senza limiti di orari… butto il gatto fuori di casa! Poi dopo un po' inizio a dire: “dov'è il gatto dov'è il gatto” ed è fatta. Ho la scusa perfetta per uscire. Certo, ne ho persi tre di gatti in questo modo, ma lei sicuramente può capirmi… ALESSANDRO: Certo che può capirla!

MAURO: No che non posso capirla! Faccia quello che vuole, basta che io non mi trovo il gatto in casa!

GIOVANNI: Impossibile: io lo butto in mezzo alla strada! Si figuri che una volta sono stato via per due notti! MAURO: Il mio nuovo vicino! Ottimo!

GIOVANNI: E una volta sono tornato con dei graffi sulla schiena: ho dovuto dire a mia moglie che ho combattuto per il territorio!


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ALESSANDRO: Signor Mauro l'autolavaggio è una cosa da

principianti…

MAURO: Zitto tu!

GIOVANNI: Una volta sono tornato col gatto sbagliato… non mi ricordavo com'era l'originale! Forse era proprio Immanuel Kant… lui è bianco mi pare...

ALESSANDRO: E' davvero un nome davvero interessante: Immanuel Kant!

GIOVANNI: Tutti i miei gatti hanno sempre avuto nomi di filosofi: Kant, Hegel, Aristotele, Leibniz, Cartesio… ALESSANDRO: Appassionato di filosofia?

GIOVANNI: No: mi piace prenderli per il culo!

ALESSANDRO: I filosofi?

GIOVANNI: No: i gatti! Non capiscono niente di filosofia e si ritrovano con il nome di un filosofo! Divertente, vero? MAURO: Se sapessi dov'è la mia pistola...

ALESSANDRO: Beh, mi fa venire in mente una ricerca sui felini effettuata dal Dipartimento di Zoologia dell'Università di… MAURO: E smettila! Senta, non è la serata adatta per discutere di filosofia, arrivederci!

GIOVANNI: Certo, certo, non si arrabbi! Volevo solo scusarmi e spiegarle come stanno le cose... non si preoccupi del gatto… prima o poi torna… se no ne prendo un altro… magari un filosofo esistenzialista... MAURO: Gatto? Io mi preoccupo di lei: abitiamo nello stesso palazzo!

GIOVANNI: Arrivederci!

MAURO: Come no!

ALESSANDRO: Arrivederci!

Giovanni esce.

ALESSANDRO: Incredibili le coincidenze che...

MAURO: Non dire niente. Non voglio sentire neanche mezza parola sulla questione.

ALESSANDRO: Va bene… ma io intendevo solo… Suonano alla porta.

MAURO: Ancora?! Devo ricordarmi di collegare la corrente elettrica a questo campanello…

Mauro apre la porta e si trova di fronte Susanna. Chiude bruscamente lasciandola fuori.

MAURO: Alessandro hai visto anche tu o è stata un’allucinazione? ALESSANDRO: Sicuramente è stata un’allucinazione, io comunque ne ho avuta una identica!

Si sente suonare ancora il campanello.

PATRIZIA: (da fuori) Mauro perché non apri?

MAURO: (urlando) Niente... cercavano il gatto!


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Il campanello suona ancora.

CHIARA: (da fuori) Papà sto aiutando la mamma, magari è arrivata Monica!

Il campanello suona ancora.

MAURO: Ehm… sono i Testimoni di Geova… ora se ne vanno!

Il campanello suona ancora.

CHIARA: Papà apri!

MAURO: E sia!

Mauro apre la porta ed entra Susanna sorridente e serena.

MONICA: Ciao. Permesso.

MAURO: Cosa ci fai qui?!

MONICA: Non mi dici neanche ciao! Ciao Alessandro...

ALESSANDRO: Ciao...

MAURO: Cosa ci fai qui?! Vai via!

MONICA: Ma io sono Monica! Mi ha invitata Chiara...

MAURO: Susanna non fare scherzi!

MONICA: Susanna è il mio nome d’arte...

MAURO: Parli pure italiano!

MONICA: Io fa solo finta di essere russa!

MAURO: Come... “finta”?

MONICA: Un po’ è marketing, un po’ per privacy...

ALESSANDRO: Brava: c’ero cascato in pieno!

MAURO: Ma sei scemo?! Susanna aspetta un attimo: tu sapevi... di trovarci qui? Sapevi che “noi” eravamo “noi”? MONICA: Certo!

MAURO: … e sei venuta lo stesso?

MONICA: Certo! E’ vietato?

MAURO: Ma questa è pazza!

MONICA: Dov’è Chiara che voglio salutarla?

ALESSANDRO: E’ in cucina!

MAURO: Ma quale Chiara! Vai via! Devi andare via! Inventati qualcosa!

MONICA: Non ci penso neanche!

MAURO: Ma cosa vuoi fare?!

Entrano Chiara e Patrizia.

CHIARA: Monica! Eccoti!

MONICA: Chiara, tesoro!

CHIARA: Hai già conosciuto mio padre e Alessandro!

MONICA: Come no!

PATRIZIA: Ciao Monica!

MONICA: Signora Patrizia! Sono contenta di rivederla!

PATRIZIA: Sei davvero cambiata tanto... sei più... più... Mauro tu te la ricordi?


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MAURO: Io? No! No! Assolutamente no! E poi sai che con i visi mi confondo spesso...

PATRIZIA: No, non lo sapevo...

MONICA: Le volte che sono venuta qui c’era solo lei signora, non ci siamo mai visti...

MAURO: Vedi? Lo dicevo io! Mai visti! Mai!

PATRIZIA: Monica devi proprio assaggiare i miei famosi antipasti con antica ricetta maya!

CHIARA: Mamma, è appena arrivata!

PATRIZIA: Vero Alessandro che son buoni?

ALESSANDRO: Ottimi!

Alessandro a gesti cerca di far capire a Monica che è meglio non assaggiarli, ma lei non può opporsi a Patrizia che le mette il vassoio davanti.

MONICA: Volentieri...

CHIARA: Monica non è necessario...

Monica assaggia gli antipasti trovandoli disgustosi.

PATRIZIA: Allora Monica ti piace l’antipasto con antica ricetta maya?

MONICA: La fine del mondo!

Monica, non vista da Patrizia, sputa il boccone in mano e non sa dove nasconderlo. Alessandro con un cenno le indica il cestino hawaiiano sul tavolo. Monica quindi ci nasconde dentro il boccone.

PATRIZIA: Monica, se ti avessi incontrata per strada non ti avrei riconosciuta... tu che fai nella vita adesso? MAURO: Patrizia, non essere indiscreta!

PATRIZIA: Come indiscreta?! Ho solo chiesto cosa...

MONICA: Massaggi! Sono una massaggiatrice.

PATRIZIA: Ah che bello! Dovrei mandarti Mauro, allora! Sai che ha sempre mal di schiena?!

MAURO: Ma no, che motivo c’è... anzi sto benissimo ultimamente! PATRIZIA: Ma se stamattina non sei riuscito neanche a sollevare le bottiglie dell’acqua!

MAURO: Ma no, è che credevo fosse acqua frizzante! Quando mi sono abbassato ho visto che era naturale e allora ho lasciato perdere! PATRIZIA: Come no, frizzante...

CHIARA: Anche Alessandro ha mal di schiena! Forse dovrebbe venire da te anche lui...

ALESSANDRO: No! Cioè anche io sto benissimo ultimamente!

MONICA: Ma no Chiara, Alessandro non ne ha bisogno: bella postura,

schiena dritta, spalle simmetriche...

ALESSANDRO: Lo dicevo io!

MONICA: Invece signora Patrizia si vede che suo marito è sofferente...

bisogna fare qualcosa!


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PATRIZIA: Dici?

MAURO: Ma no, io...

MONICA: Ma certo! E non c’è tempo da perdere! Me ne sono accorta appena sono entrata! Da come stava in piedi, da come camminava... decisamente tutto storto!

PATRIZIA: Mauro hai sentito?

MAURO: Come no!

MONICA: So io cosa ci vuole per il signor Mauro: questo è il numero di un mio collega tedesco...

Monica tira fuori un volantino e lo consegna a Patrizia, che inizia a leggerlo ad alta voce.

PATRIZIA: “Acca Kappa Doctor – Osteopatia vichinga e non solo.”

MONICA: Fa trattamenti un po’ dolorosi, vigorosi, ma le garantisco che

glielo rimette in sesto!

PATRIZIA: Dici?

MONICA: Ma certo! Si fidi di me che sono del mestiere! Suo marito ha

bisogno di essere strapazzato un bel po’... Ci parlo io con Acca Kappa

Doctor!

PATRIZIA: Grazie!

MAURO: Ma io non credo proprio di averne bisogno!

MONICA: Guardate il collo del signor Mauro...

MAURO: Ma il mio collo sta benissimo!

Monica inizia a manipolare Mauro dolorosamente. MONICA: E’ proteso, è rigido! Non trova signora Patrizia? PATRIZIA: Mauro devi fare qualcosa! CHIARA: Papà è vero, devi curarti!

ALESSANDRO: In effetti, signor Mauro...

MONICA: Poi tornerà in forma come prima... capita a tutti di assumere

una postura sbagliata... anche molto sbagliata! Ma niente è definitivo! Si

può cambiare una postura sbagliata! Vero signor Mauro che si impegnerà

a cambiare postura?

MAURO: Ehm...

PATRIZIA: Speriamo!

MONICA: E quindi ve ne andate alle Hawaii, eh Chiara? Beati voi!

CHIARA: Non vedo l’ora di partire! Spiagge dorate stiamo arrivando! MONICA: Fate proprio una bella coppia voi due! Chiara, questa volta hai scelto proprio bene!

CHIARA: Grazie! Sono contenta che Alessandro ti piaccia!

MONICA: Si vede da come ti guarda che ti ama! E tu hai uno sguardo...

luminoso, felice! E sai che io dico sempre quello che penso!

CHIARA: E’ vero, sono felice!

MAURO: Smettetela se no è inutile che non mangio dolci!

CHIARA: E tu come stai Moni?


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MONICA: Dipende dalle cose... anche io sono in un periodo di grossi cambiamenti...

CHIARA: Racconta Monica!

MONICA: Diciamo che sono parecchio stressata...

CHIARA: Tu lavori troppo! Ogni volta che ti chiamo sei di fretta tra un

paziente e l’altro!

PATRIZIA: Poverina...

MONICA: E’ vero... mi sento come se... come se volessi altro dalla mia vita! E proprio oggi è successa una coincidenza... una di quelle coincidenze così strane che ti danno la spinta che ti manca! MAURO: Sentite, ma se andassimo tutti al cinema?

ALESSANDRO: Ci sto!

CHIARA: Ma che dite?

PATRIZIA: Tutti uguali questi uomini!

MONICA: No... non sono tutti uguali... anche se fanno di tutto per sembrarlo!

PATRIZIA: In che senso?

MONICA: No, niente, è solo un modo di dire....

PATRIZIA: Io non l’ho capito questo modo di dire...

CHIARA: Dài racconta cosa è successo! Sono curiosa!

MONICA: Da un po’ di tempo sto cercando di fare caso alle coincidenze della mia vita. Dalle più più evidenti alle più insignificanti. A volte mi sembra che se metto in ordine tutte le coincidenze vedo un percorso. E forse dovrei imparare a seguirlo! A volte mi sento così persa... MAURO: Ma le coincidenze non significano niente! Davvero!

PATRIZIA: Silenzio tu! Che da quando hai vinto una volta, alle gare di pesca metti sempre gli stessi calzini!

CHIARA: Oggi è venuto un cliente... cioè un paziente... era la prima

volta che veniva da me... beh stiamo stati un’ora a parlare! Neanche il

massaggio gli ho fatto alla fine!

MAURO: Davvero?

PATRIZIA: Vedi che lo vorresti anche tu un bel massaggio!

Alessandro fa un gesto soddisfatto a Mauro.

CHIARA: E di cosa avete parlato?

MAURO: Già: di cosa avete parlato?!

ALESSANDRO: Saranno anche fatti suoi no?

Mauro fa ad Alessandro lo stesso gesto soddisfatto che prima gli aveva indirizzato lui.

MONICA: Della sua fidanzata! Cioè: lui ha parlato della sua fidanzata, ma per me è stato come parlare della mia vita... di quello che voglio e di quello che non voglio!

Chiara e Alessandro parlano contemporaneamente.

CHIARA: In che senso?


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ALESSANDRO: In che senso?

MONICA: Lui è innamorato. Di una ragazza fortunatissima. Ho capito

che voglio anche io qualcosa di simile, una persona che voglia solo stare

con me... per tanto tempo ho mentito a me stessa dicendomi che non

avevo bisogno di nessuno, e ho buttato via così tanti anni... e il mio

lavoro non mi ha certo aiutato!

MAURO: Davvero?

PATRIZIA: Deve essere faticoso fare tanti massaggi...

MONICA: Lo stress che tolgo alle persone mi rimane tutto dentro: mi attraversa i muscoli e mi arriva fin nell’anima... CHIARA: Cavolo Monica possiamo fare qualcosa?

MONICA: Grazie Chiara... ma tu cosa potresti fare! Vorrei solo andare

via da qui, in un posto dove nessuno mi conosce, cambiare lavoro,

cambiare tutto e ricominciare...

CHIARA: Vieni alle Hawaii!

MONICA: Eh?!

CHIARA: Perché no? Almeno non sei proprio sola: ci sono io! Sarebbe

come ai vecchi tempi!

MONICA: Ma non so se...

CHIARA: Vero Ale che insistiamo?

ALESSANDRO: Insistiamo? Ma certo! Io... la tua amica... noi...

MAURO: Chiara, io non credo che sia una buona idea...

CHIARA: E perché no?

MAURO: Beh... sai quante amicizie si rompono in viaggio? Invece se vi sentite ogni tanto, come avete sempre fatto... CHIARA: Ma anche sulle mie amiche hai da dire ora!

PATRIZIA: Ma certo che è una buona idea Chiara! Lascialo perdere!

MONICA: Alle Hawaii... sarebbe una specie di follia!

CHIARA: Forse è proprio quello di cui hai bisogno ora! Dài Monica! Si sente suonare la campanello.

PATRIZIA: Avranno trovato il gatto!

CHIARA:Io amo gli animali, ma devo ammettere che 'sto gatto… MAURO: Ma che trovato! Questi vogliono solo rompere rompere i co… Mauro apre ed entrano la portinaia, Giovanni e Gabriella. PORTINAIA: Permesso… ehm… signor Mauro, ho una notizia buona e una cattiva…

MAURO: Ecco, ora siamo proprio apposto!

PORTINAIA: Ho trovato Immanuel Kant!

MAURO: E qual è la notizia buona?

PATRIZIA: Bene, povero gatto!

MONICA: Era scappato un gatto?

Giovanni si accorge ora di Monica.

GIOVANNI: Cazzo! Volevo dire gatto, sì, gatto, gatto…


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Giovanni è confuso e incredulo. Monica lo guarda furba.

GABRIELLA: Tutto bene Giovanni?

GIOVANNI: Io? Ehm… sono un po' scosso per il... gatto, appunto…

Mauro e Alessandro captano gli sguardi tra Monica e Giovanni.

MAURO: Scosso per il gatto, eh?

ALESSANDRO: Ma…

MAURO: Zitto tu!

GABRIELLA (a Monica): Anche lei abita qui?

GIOVANNI: Gabriella, non essere indiscreta!

GABRIELLA: Ma ho solo chiesto se…

MONICA: No, sono Monica, un'amica di Chiara…

GIOVANNI: Monica, appunto! Monica! Monica? Ehm… ma lei è italiana signorina?

MONICA: Certo che sono italiana.

MAURO: Italianissima!

GABRIELLA: Ma che domande fai?!

GIOVANNI: Domande? Ho fatto una domanda? No, è che… niente, andiamo Gabriella, arrivederci, grazie a tutti e scusate! GABRIELLA: Ma come “andiamo”?! Siamo venuti apposta qui per chiedere quella cosa...

CHIARA: Certo mamma che questi nuovi vicini sono un po' strani…

PATRIZIA: Allora andranno d'accordo con tuo padre!

PORTINAIA: C'è un problema e solo lei signor Mauro può risolverlo!

MAURO: Sentite, è già stata una giornata parecchio impegnativa...

MONICA: Capirai…

PORTINAIA: Immanuel Kant è rimasto chiuso nella sua macchina.

Mauro rimane senza parole.

PATRIZIA: Ti sta bene: hai visto cosa succede a lasciare le portiere aperte per far andare via l'odore di fumo?!

GABRIELLA: Ed è pure molto arrabbiato, a giudicare da quello che ha combinato…

MAURO: Combinato…?

GABRIELLA: Deve pur far i suoi bisognini, povero Immanuel Kant! Chissà da quanto è chiuso lì dentro... MAURO: Io sono allergico ai gatti…

GABRIELLA: E poi quei sedili in pelle lucidissima… perfetta per

affilare le unghie…

MAURO: Unghie…

PORTIERA: Io volevo rompere il vetro per salvarlo!

MAURO: Pure!

PORTIERA: Ma il signor Giovanni me l'ha impedito…

PATRIZIA: Che gentile! Vero, Mauro?

MAURO: Gentilissimo... gli sono proprio grato…


41


GIOVANNI: Ehm… andiamo a farlo uscire?

MAURO: Certo, ma prima dobbiamo fare una cosa: Patrizia, passami gli apertitivi Maya, sono sicuro che il nostro nuovo vicino di casa li divorerà tutti!

BUIO

SCENA 4 – IL DOTTOR ACCA KAPPA

Patrizia è in soggiorno, davanti al computer.

Entra Mauro dalla porta di ingresso camminando con difficoltà e si lascia cadere sul divano.

MAURO: Io non ci torno più da questo dottor Acca Kappa! E’ un sadico!

Ogni volta che urlo dal dolore lui ride!

PATRIZIA: Su, stai facendo gli stessi capricci da due mesi! Mancano solo tre sedute poi hai finito!

MAURO: Io dico: va bene camminarmi sulla schiena… ma saltarci no!

PATRIZIA: E’ così simpatico...

MAURO: Simpatico? Ma se non parla neanche italiano! Sarà simpatico agli altri vichinghi!

PATRIZIA: Cammini già molto meglio di prima!

MAURO: Certo, cammino meglio di mezz’ora fa! Ma due ore fa, prima di andare da lui, camminavo benissimo! Stavo benissimo!

PATRIZIA: Sì, sì... senti, ha scritto Chiara! Ha messo anche un sacco di foto su Facebook! Guarda!

MAURO: Bene! Ha prenotato il volo?

PATRIZIA: Macché! Hanno rinnovato ancora la ricerca ad Alessandro...

di un altro mese!

MAURO: Ancora?! Di questo passo ce ne staranno sei di mesi! PATRIZIA: In fondo... beati loro, no? Guarda che mare! Ah questo è il bar che ha aperto Monica! Bello no? MAURO: Caratteristico...

PATRIZIA: E questo e il fidanzato di Monica... bello no?

MAURO: Caratteristico...

PATRIZIA: Come “caratteristico”?

MAURO: E che ne so io se è bello?

PATRIZIA: Ma perché voi uomini fate sempre finta di non saper valutare la bellezza maschile?

MAURO: Finta? Noi guardiamo altre cose, mica la bellezza...

PATRIZIA: Tipo?

MAURO: Non so... tipo chi è il più forte!

PATRIZIA: Sempre i suoi pettorali devi guardare!


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MAURO: Molto caratteristici!

PATRIZIA: Senti, c’è una cosa che volevo dirti...

MAURO: Dimmi!

PATRIZIA: La mia parrucchiera mi ha detto che... magari sono solo voci

di paese eh... però...

MAURO: Cosa?

PATRIZIA: Praticamente...

MAURO: Sì?

PATRIZIA: Dunque, Monica...

MAURO: Monica?!

PATRIZIA: Dunque, lei ha detto che faceva la massaggiatrice, no?

MAURO: Beh, sì! Non è che “ha detto”, lei fa la massaggiatrice!

PATRIZIA: Infatti. In fondo non è niente di importante!

MAURO: Deciditi!

PATRIZIA: No, non è importante! Saranno solo voci di paese!

MAURO: Come vuoi!

PATRIZIA: L’unica cosa che mi preoccupa di Honolulu è la cucina! Sai quel cestino che mi ha regalato Alessandro? MAURO: Quello bellissimo...

PATRIZIA: Lascia stare! Ci devono aver messo dentro qualche schifoso

cibo hawaiiano: non si riusciva neanche a grattarlo via! Un odore! Ho

dovuto buttarlo!

MAURO: Meglio!

PATRIZIA: Tipo l’odore che c’era nella tua macchina dopo quella volta del gatto!

MAURO: Non mi ci far pensare! Non credevo che un gatto potesse avere tanti peli!

PATRIZIA: Ma perché non vai più a lavarla? Eri fissato!

MAURO: Da quando hanno cambiato gestione preferisco lavarmela da solo!

PATRIZIA: Sarà una coincidenza, ma da quando trascuri la macchina

stiamo più tempo insieme...

MAURO: O forse è il contrario...

PATRIZIA: Ultimamente non fai che stupirmi...

MAURO: E’ un invito a stupirti adesso?

PATRIZIA: Addirittura! Più di stanotte col passamontagna?

MAURO: Molto di più...

PATRIZIA: Balliamo?

MAURO: Maledetta scommessa!

Patrizia accende lo stereo e fa partire un tango. Mauro e Patrizia iniziano a ballare.


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MAURO: Fai piano, che il dottore mi ha spaccato in due!

PATRIZIA: Guarda guarda... hai una briciola qui! Cosa hai mangiato?

MAURO: Dovevo pur consolarmi... un bignè... ma piccolissimo!

PATRIZIA: Sai cosa ti dico? Fa niente! Aspetta! Così mi pesti i piedi!

MAURO: Scusa! Ecco così! No: così mi pesti tu i piedi!

PATRIZIA: Ma se mi guidi così non capisco cosa vuoi fare! Più morbido!

Devi essere più morbido! Ma deciso!

MAURO: Sei tu che non ti lasci guidare, sei troppo rigida! E poi non è così il passo!

PATRIZIA: Senti, ma se ballassimo in silenzio?

MAURO: Magari!

Continuano a ballare con passione e trasporto crescente.

La suoneria di un telefono interrompe il tango di Mauro e Patrizia. Patrizia si stacca da Mauro, abbassa il volume della musica e risponde al suo cellulare.

PATRIZIA: Pronto? No, No! Certo! Va bene! Arrivo subito!

MAURO: Chi era?

Patrizia si ricompone e si sistema i vestiti come se dovesse uscire. PATRIZIA: Nessuno... cioè, il mio personal trainer... si è liberato un posto proprio adesso e vado!

MAURO: Ancora? Ma ultimamente ci stai andando almeno tre volte a settimana!

PATRIZIA: Che ci vuoi fare? Come dice la mia parrucchiera: se bella vuoi apparire, un poco devi soffrire!

FINE


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