Ti saluto, Maria

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TI SALUTO, MARIA

Ti saluto, Maria

atto unico di Giuseppe D’Addario

      Personaggi

     Maria

     Sara (amica di Maria)

     Giuditta  (balia di Maria

     Gabriele

     Giuseppe

     Bambino                                                             

     I popolano                                                           

     II popolano                                                               

     III popolano                                                            

     IV popolano                                                               

     Caifa                                                                             

     Hanna                                                                        

     Simeone                                                                           

     Cristo                                                                            

     Ombra   

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TI SALUTO, MARIA

Atto unico di Giuseppe D’Addario

L’azione si svolge all’interno della casa di Maria.

I SCENA

(Sono in scena Maria e la sua amica Sara)

SARA: Ecco, Maria, questa è la stoffa che sto ricamando per l’offerta alla Sinagoga. Ho cercato di seguire i tuoi consigli. Cosa ne pensi?

MARIA: (Osservando la stoffa) Sei stata brava, hai iniziato bene. La decorazione è molto elegante, brava! Ricordati, la cosa più importante è fare attenzione alle proporzioni. Ecco, qui, vedi…? Hai disegnato questa curva toppo stretta e i due triangoli devono avere i lati uguali.

SARA: (Prende la stoffa) Grazie Maria, seguirò le tue indicazioni e, una volta a casa, mi metterò subito al lavoro e farò le dovute correzioni. (Piegando la stoffa) Senza i tuoi consigli non avrei saputo come fare.. (Osservando la stoffa che ha in mano Maria) Questo è uno dei tuoi ultimi lavori… che ricami meravigliosi e come sono belli questi simboli. Tutti in paese invidiano questa tua capacità… ma come riesci a realizzare ricami così precisi e perfetti?

MARIA: I sacerdoti del tempio sono stati miei maestri, loro mi hanno trasmesso i saperi dell’armonia del creato, attraverso le forme e i segni che trasportano le parole di nostro Signore.

SARA: Oh, conosci anche i segreti della scrittura?! Sei fortunata… mio padre dice che la scrittura non serve a niente… specialmente a noi donne. Ci sono gli scribi per questo e, noi donne, dobbiamo pensare a maritarci e a fare figli.

MARIA: Sono molti gli uomini che hanno un ragionamento ridotto.

SARA: Dici bene, Maria! E poi, invece di scegliere un marito in base al nostro cuore, ci obbligano a sposarci secondo le loro convenienze.

MARIA: Stai pensando al tuo Samuele, vero?!. L’hai più rivisto?

SARA: No... cioè sì, ma... è stata una cosa momentanea... e non mi è stato possibile parlargli, non ero sola. Ho saputo che ha chiesto di me, sai?! Il mio Samuele… vuole incontrarmi!

MARIA: Oh, sono contenta per te. Ma... quando gli hai parlato?

SARA: Proprio parlato, no… Ieri, al pozzo con mia madre, lui si era avvicinato con la scusa di prendere l’acqua... e mi ha fatto il segno inequivocabile. Mi vuole vedere... ed al più presto!

MARIA: Sembra proprio deciso il tuo innamorato a prenderti come moglie.

SARA: Oh, anch’io ho lo stesso desiderio! Ormai credo che i tempi siano maturi. Nessuno sa ancora niente, tranne mia madre, ma sono sicura che sia giunto, anche per me, il momento. Sono una donna ormai!

MARIA: Pensi che tuo padre approverà questa scelta?

SARA: Lo spero molto! Anche se mi ha fatto intendere di volere un partito adeguato al nostro ceto. Oh, vorrei tanto che cambiasse idea, che ascoltasse i desideri del mio cuore!

MARIA: Bè, in realtà ogni padre cerca di pretendere molto di più per la propria figlia. Ma, sii ferma nella tua posizione e vedrai che, alla fine, sarai accontentata.

SARA: Oh, lo volesse il cielo! Grazie, Maria, ero disperata prima di venire a trovarti ma, adesso, le tue parole, hanno immesso una profonda serenità e pace nel mio cuore. (Pausa) E tu, come va con il tuo Giuseppe? Sei contenta della scelta che hanno fatto per te i sacerdoti del tempio?

MARIA: In verità, i miei pensieri non sono mai stati rivolti al matrimonio. Avrei preferito continuare a vivere all’interno del tempio. Ma ciò non era possibile e ho ritenuto giusto seguire le indicazioni dei sacerdoti.

SARA: Hai fatto bene a seguire la legge. Ogni donna israelita ha il dovere di sposarsi e soprattutto di procreare. Infatti “Dio si onora con i figli e si adora con i discendenti, come è sempre stato in Israele”. Ma con il tuo fidanzato, Giuseppe il falegname… visto che sono stati altri a scegliere per te… sei contenta di questa situazione?

MARIA: Sono stata affidata a lui e, in questi mesi che sono vissuta qui a Nazaret, dopo la mia partenza da Gerusalemme, ho avuto modo di conoscerlo e di apprezzare la sua umanità e la sua forza d’animo. Abbiamo molte cose in comune. Sì, è un uomo giusto e saggio. È appassionato al proprio mestiere. La sua abilità, la sua perizia nel trattare la materia naturale... quel suo modo di fare con forza ma, nello stesso tempo, delicato e deciso. Un uomo che sa conciliarsi con la natura, la sa plasmare e renderla utile ad altri uomini... cosa c’è meglio di questo? Tutto il resto sarà nostro Signore a deciderlo.

SARA: Ma esattamente cosa trovi in lui... Bè, voi due siete proprio una strana coppia.

MARIA: Mi dà serenità, la forza della sicurezza... è un uomo buono.

SARA: Se è per questo anche molto deciso, mi pare. È tenuto in considerazione da tutti e sa farsi rispettare. Tutti quei giovinastri che ti giravano intorno... Li ha convinti, lui, che non dovevano infastidirti, ma che dovevano rispettare, come si conviene, una ragazza come te.

MARIA: Sono stata affidata a Giuseppe dai sacerdoti e lui è molto premuroso con me. Ora tra noi è tutto chiaro, è lui l’uomo che dovrà diventare mio sposo. Adesso anch’io non aspetto altro che... almeno di rivederlo...

SARA: Anch’io vorrei tanto rivedere il mio innamorato… Ecco, Maria, a questo proposito… devo confessarti che ho messo al corrente Samuele di questa mia visita e, adesso lui, dovrebbe essere qui fuori in attesa di un segnale dalla sua innamorata.

MARIA: Sara, Sara… queste cose… devi essere prudente…

SARA: Oh, Maria, ti prego… devo dare la mia risposta. Lascia che mi affacci alla finestra e scosti lentamente la tenda... ecco così... vieni a vedere. Eccolo… là, in fondo al cortile! Sì, vicino al pozzo...

MARIA: Sara… cerca di non crearti ulteriori problemi.

SARA: Oh, ti prego Maria,  solo il segnale… poi se ne andrà! Posso accostarmi alla finestra?

MARIA: Sei consapevole di ciò che stai facendo?

SARA: …è dall’alba che aspetta! I suoi sentimenti sono sinceri… le nostre anime sono limpide e chiare come acqua sorgiva.

MARIA: Sara (Pausa) se lo fai attendere ancora un po’… non so  fino a quanto potrà resistere sotto questo sole,.

SARA: Ma allora... posso?!

MARIA: Sbrigati, altrimenti quello, testardo com’è, è capace di starsene lì per chissà quanto tempo.

SARA: Grazie, Maria… (Scosta la tenda e fa un gesto fuori scena)

II SCENA

GIUDITTA: (Entra, vede le due ragazze presso la finestra. Và verso di loro) Voi due! Cosa fate vicino alla finestra? Via di lì! Lo sapete  che non voglio. Cosa può pensare la gente di voi?

SARA: Oh, ma noi non stavamo facendo nulla di male!

GIUDITTA: (Si affaccia alla finestra) Chi c’è... cosa c’è di tanto interessante stamattina da guardare.

SARA: Ma niente... Volevamo soltanto...

GIUDITTA: A quest’ora del mattino sei già fuori di casa. Chissà la tua povera madre come sarà preoccupata.

SARA: Sono uscita a prendere l’acqua, come tutte le mattine. Sono passata di qua per caso... Volevo soltanto salutare Maria.

GIUDITTA: Bene, l’hai salutata... adesso fila a casa. Tua madre sarà già in pensiero.

SARA: Vi saluto signora Giuditta, ciao Maria. (Esce)

MARIA: Ciao Sara, e grazie della visita.

GIUDITTA: Che tipino... Ficcarsi al mattino presto in casa d’altri. E poi perché...? Ne sai niente tu, Maria?

MARIA: Sei stata un po' brusca con lei, balia.

GIUDITTA: Oh, non preoccuparti, ogni tanto ci vuole... Sempre a fin di bene intendiamoci. Allora Maria, cosa stavate ammirando di così interessante dalla finestra?

MARIA: La mia amica era passata per parlarmi del suo Samuele, che era fuori nel cortile ed aspettava una sua risposta.

GIUDITTA: Samuele?! C’era da immaginarselo... Lo sai che suo padre l’ha già promessa ad un altro e le ha proibito di vedere qualsiasi altro giovanotto!

MARIA: Balia, ti prego... Speravo che almeno tu...

GIUDITTA: Già, già, me l’hai già spiegato quanto Sara tiene al suo Samuele. Lo so che Sara è una tua cara amica, e vuoi aiutarla, ma tu devi starne fuori da questa faccenda. Lascia che siano gli anziani a risolvere la questione… (Pausa) E non guardarmi a quel modo. Anch’io so cosa vuol dire innamorarsi.

MARIA: Dunque... balia?!

GIUDITTA: Balia… Balia… non sono più la tua balia. Ormai sei una donna… ma quando mi guardi così, mi ricordi quando eri una tenera bambina e ti tenevo tra le braccia, a Gerusalemme, tanto tempo fa!

MARIA: Cosa possiamo fare per Sara?

GIUDITTA: Tenera ma caparbia, eh? Vorrà dire che parlerò con suo padre… Certo, se la forza del suo sentimento ha convinto la madre, vedrai che anche il padre capirà. A volte sembra burbero e caparbio ma, anche lui, tiene al bene di sua figlia. Parlerò con lui, possano le mie parole sciogliere il suo duro cuore di roccia. Mah! (Pausa) Piuttosto, Maria, adesso cerca di pensare a te stessa ed al tuo Giuseppe, a giorni dovrebbe essere di ritorno.

MARIA: Balia, credi che sarò degna di Giuseppe? Saprò essere una vera donna?

GIUDITTA: Cosa vuoi dire, figliola?

MARIA: Avevo altri scopi per il mio futuro… e poi sarò in grado di dare figli al mio promesso sposo?

GIUDITTA: Ma sì… ma sì, Maria! Che preoccupazioni sono queste! Vedrai che sarai una vera donna, degna dei figli d’Israele.

MARIA: Cara Giuditta... lo sai anche tu... mia cugina Elisabetta... poverina... Il Signore non le ha concesso di avere figli, e lei ne soffre molto. È una brutta ed ingiusta condizione sentirsi esclusi dal proprio popolo.

GIUDITTA: Lo so, lo so... ma non credo che tu ti debba impensierire per queste cose, Maria. Sei una ragazza sana, giovane e vedrai che...

MARIA: Sai, nell’ultima visita, Elisabetta mi ha confidato quanta vergogna provava davanti alla sua comunità che le faceva pesare questa sua condizione. Ormai è anziana ed ha perso ogni speranza di avere figli e, quindi, di vedere esaudito il suo desiderio.

GIUDITTA: Già, il nostro popolo dà grande importanza alla procreazione. Più nascite significano più uomini per la nazione israelita. Israele, il popolo eletto da Dio, deve diventare una grande nazione. Anche se siamo sotto il giogo straniero, un giorno la nostra gente si riscatterà. È  dal nostro popolo che nascerà il Liberatore.

MARIA: Parli del Messia citato nelle sacre scritture?!

GIUDITTA: Sì, Maria, proprio di Lui... Ma chissà quando, tutto questo, avverrà... E soprattutto chi potrà vedere le meraviglie che Egli farà. (Pausa) Ma pensiamo a noi, o meglio a te e al tuo Giuseppe. Adesso dobbiamo dare inizio ai preparativi per il tuo matrimonio.

MARIA: Giuditta... balia, a volte, quando penso al mio futuro, ho la sensazione che tutto ciò che stiamo progettando... io, Giuseppe e i miei probabili futuri figli... difficilmente si avvererà.

GIUDITTA: Cosa significano queste parole?

MARIA: Tutto questo è contrario alle mie aspirazioni. Lo sai, ho vissuto dall’età di tre anni, nel tempio a Gerusalemme, e, in quel sacro luogo,  mi sono sempre sentita a mio agio. Non ho mai pensato ad una vita diversa da quella che conducevo nel tempio... Ora questo matrimonio, che non era certo nelle mie intenzioni.

GIUDITTA: (Con tono di rimprovero) Maria, perché questi pensieri?! Vuoi forse riempirti di vergogna agli occhi della nostra gente? Come possiamo, noi, prevedere il futuro, sapere come sarà il nostro domani? A noi è concesso soltanto avere desideri e sperare che ciò che stiamo realizzando, nel nostro presente, sia la giusta via per il futuro che ci è stato riservato. Ma via, Maria, una fanciulla come te, alla tua età, non deve avere queste preoccupazioni. Non deve avere paura del suo domani!

MARIA: Oh, ma io non ho paura. Non c’è paura in me. È soltanto che… ho come dei presentimenti. Sento che ci sarà qualcosa di diverso...

GIUDITTA: Oh, basta con questi pensieri oscuri. Pensa a prepararti per il tuo matrimonio... Pensa a quando sarai moglie con un dolce e forte marito e tanti figli da donare al Signore. Via, non voglio vedere questa faccia triste e preoccupata... Adesso bisogna mettersi all’opera! Su, abbiamo poco tempo da perdere. E cerca di pensare soltanto al lavoro ed ai preparativi per il tuo matrimonio. (Esce)

III SCENA

MARIA: (Si mette al lavoro, prende delle stoffe e comincia a sistemarle)

GABRIELE: (Entra, la stanza è inondata da una luce diversa) Maria... (Pausa) Maria...

MARIA: (Alza il capo e si guarda intorno alla ricerca della provenienza della voce) Chi... chi mi chiama? Chi è?

GABRIELE: Ti saluto Maria... Non aver timore... Non hai nulla da temere! (Và verso il fondo del palco ove osserverà la scena seguente)

MARIA: (Frastornata) Non vedo niente... Dove... sei? Chi... sei?

GIUSEPPE: (Entra di corsa, è arrabbiato. Si avvicina e brusco a Maria) Maria, ti devo parlare!!!

MARIA: Ah, sei tu!... Giuseppe tu qui?! Ma... sei già di ritorno dal tuo lavoro? Come hai fatto? Giuseppe come sono felice di vederti!

GIUSEPPE: Vorrei poter dire la stessa cosa anch’io!

MARIA: Ma... Giuseppe, perché questo tono così duro? Non ho mai visto le pieghe del tuo viso così contratte.

GIUSEPPE: Perché l’hai fatto? Perché... a me, proprio a me?! Mi pare impossibile che tu... proprio tu, Maria… Come hai potuto fare una cosa simile!

MARIA: Che ti succede Giuseppe? Cosa ho fatto, di cosa stai parlando?

GIUSEPPE: Non cercare di fingere con me. Ormai è inutile... Me l’ha confessato Giuditta la tua balia, sai? Me l’ha riferito in gran segreto. E adesso... mi sento liberato dal nostro fidanzamento e dalla promessa di matrimonio.

MARIA: Di cosa stai parlando? Non capisco... Vuoi liberarti di me?! Non mi vuoi più?

GIUSEPPE: Ma.. io ti... Oh, Maria perché fai così? Non puoi fingere anche con me. Lo so, ormai... Lo so anch’io che aspetti un figlio, che sei incinta!

MARIA: Ma cosa dici? Io incinta...? Com’è possibile questo? No, non è vero! Giuseppe perché dici queste cose?!

GIUSEPPE: Ancora...?! Basta! Non puoi continuare a mentire! Non con me. Comunque c’è poco da tener nascosto... Tra qualche mese si saprà la verità. Tutti la sapranno! Sarai derisa ed umiliata da tutti!

MARIA: Oh, Giuseppe, ma cosa stai dicendo...

GIUSEPPE: Chi è stato, Maria... Voglio sapere chi è stato... Dimmi il nome!

MARIA: (Fra sè) Sono incinta?! Non è possibile questo. Io non conosco uomo. Cosa mi sta succedendo?

GIUSEPPE: Voglio sapere la verità... Ti hanno costretta, vero? Ti hanno maltrattata... Ti hanno presa con la forza... l’hanno fatto contro la tua volontà! (La prende per le braccia) Allora vuoi parlare...? Oh, Maria, perché, perché...? Credevo tu mi amassi... Credevo nei tuoi sentimenti. E invece... sei andata... Chi è stato? Devi dirmelo! È uno sconosciuto, o è un uomo di Nazaret?

GABRIELE: (Va alle loro spalle ed allarga le braccia come a proteggerli)

MARIA: Ma... Giuseppe... ti scongiuro... devi credermi! Non è stato nessuno. Lo sai che non conosco uomo.... Non c’è stato nessuno. Oh, Giuseppe, è una cosa terribile! Come può essere accaduto!

GIUSEPPE: Senti, non prendermi per sciocco. Vieni a chiederlo a me come si è verificato tutto questo?! Tu, lo sai ! I sacerdoti del tempio non mi avevano raccomandato altro. Io, come tuo fidanzato, avrei dovuto custodirti e preservarti per come mi eri stata consegnata, in attesa del nostro matrimonio. Inizialmente tutto questo mi sembrava strano; io che avevo scelto una vita di sobrietà e di illibatezza e ormai, alla mia età… proprio io, avrei dovuto sposare una fanciulla. Poi ci siamo aperti il cuore e… oh, come ero felice, quel giorno, quando tu mi confidasti che condividevi le mia scelta di vita… essere consacrati al Signore! Ero impazzito dalla gioia… la mia innamorata nello spirito! E adesso… Solo tu puoi spiegarmi cosa ti è accaduto. Io avevo fiducia in te... Tutte quelle belle parole! Le tue promesse... i tuoi propositi dove sono andati a finire?

MARIA: Ti supplico, Giuseppe, devi credermi, non c’è stato niente... (Quasi fra sé) Sì, ora ricordo...  aspetto un bambino... sì! Un angelo... una luce abbagliante. Un angelo tre mesi fa mi è apparso e mi ha predetto che avrei partorito un bambino e che...

GIUSEPPE: Maria, cos’è questa storia dell’angelo? Cosa c’entra l’angelo con la tua situazione. Chi è quest’angelo, Maria?! Non continuare a burlarti di me. Vieni a parlarmi di angeli. Altro che angeli qui! Devi dirmi chi è l’uomo!

MARIA: Devi credermi Giuseppe, è la verità! Capisco che tutto questo ti potrà sembrare inverosimile, ma è la verità.

GIUSEPPE: Basta, è inutile continuare questa discussione. Comunque, ormai ho deciso. È stato doloroso giungere a questa decisione ma è l’unica soluzione possibile. Nonostante tutto voglio evitarti uno scandalo e la fine orribile che la nostra gente riserva a quelle come te.

MARIA: Giuseppe, non parlare così...!

GIUSEPPE: Quindi, in gran segreto, senza che nessuno sappia niente... ti ripudio come mia futura sposa! Troverò due testimoni fidati per le firme e sarò sciolto il nostro contratto. Cercherò di non far trapelare la cosa ai sacerdoti e soprattutto ai nostri cittadini. Ma io devo andarmene da qui, e subito! Quindi... io… sono libero da qualsiasi vincolo verso di te... e anche tu. (Esce)

GABRIELE: (Accompagna Giuseppe appoggiando un braccio intorno alle sue spalle ed esce con lui)

MARIA: No, Giuseppe, aspetta... non puoi abbandonarmi. Ascoltami, devi credermi... Devi ascoltarmi... No, non te ne andare... non voglio...

IV SCENA

GIUDITTA: (Le luci tornano come in precedenza. Entra di corsa) Maria... Maria cos’hai? Perché urli così e sei tutta spaventata!

MARIA: (Come risvegliata da un lungo sonno) Oh, Giuditta, che cosa orribile! È accaduto una cosa tremenda!

GIUDITTA: Cosa c’è figliola, ti vedo tutta agitata. Cosa ti è accaduto?

MARIA: Giuseppe... Giuseppe non mi vuole più. Mi ha ripudiata. Ha rotto il fidanzamento!

GIUDITTA: Ma cosa dici?! Maria, cosa ti succede? Come può Giuseppe rompere qualcosa se è intento alle sue opere, ben lontano da qui?!

MARIA: No balia, Giuseppe non mi vuole più. Me lo ha riferito proprio pochi istanti fa. Era tutto agitato... Ha detto che non vuole più saperne di me!

GIUDITTA: (Con tono rassicurante) Sono stata fino ad adesso davanti all’uscio di casa e, non avendo ancora perso l’udito né tantomeno la vista, ti assicuro che non è entrato nessuno in questa casa, tranne me adesso. Ah, queste fanciulle innamorate… sembrano distaccate da queste cose e poi vedono i fantasmi!

MARIA: Giuseppe...non è entrato in casa?! Ma allora chi…

GIUDITTA: Ma certo, figlia mia, quando è partito, Giuseppe aveva una gran fretta di mettersi all’opera per poter tornare il più presto possibile dalla sua innamorata. E, ti assicuro, non aveva nessuna intenzione di rinunciare a te.

MARIA: Oh, ma allora... è stata soltanto una mia... C’era una strana luce... Ho sentito inizialmente come una voce che mi chiamava... e poi... Giuseppe! Oh sì, è stata solo la mia immaginazione. Eppure sembrava talmente reale... Sono ancora nel suo cuore… sono proprio contenta!

GIUDITTA: Già, meglio così, adesso ti sei calmata, brava. Allora i tuoi lavori come procedono? A che punto sei con i ricami? Bene, vedo che sei andata avanti. Continua così e senz’altro ce la faremo ad approntare tutto per il tuo matrimonio. Ah, ricordati di far ordinare altra stoffa. (Sta per uscire)

MARIA: Balia...

GIUDITTA: Sì Maria?!

MARIA: Giuditta… vorrei sapere una cosa da te.

GIUDITTA: Sono qua, dimmi... (Pausa) Su, parla...

MARIA: Balia... è possibile per una donna... procreare senza conoscere uomo?

GIUDITTA: Vuoi dire senza unirsi con un uomo?!

MARIA: Esattamente.

GIUDITTA: Maria... lo sai anche tu, che questo non è possibile! Ma perché questa domanda?

MARIA: Pensavo ci fossero cose che soltanto agli adulti è dato di conoscere.

GIUDITTA: Ragazza mia, ti assicuro che, tua madre ed io, ti abbiamo detto tutto ciò che bisogna sapere in questi casi. È la natura delle cose. Per procreare occorrono il maschio e la femmina. Questo è normale, questo è logico! Così ha voluto il nostro creatore. Tutti gli esseri viventi si basano su questo principio. È l’essenza stessa della vita. (Pausa) Ti spaventa forse il rapporto sessuale?

MARIA: Certo che no. Una donna non deve avere di queste paure, lo so. Ma...

GIUDITTA: Che giornata! Cosa ti sta succedendo? È da questa mattina che fai domande strane... Senti... guardami bene! Tu sei una ragazza normalissima, sana, intelligente e io aggiungo carina. Ti sposerai e farai tanti figli in maniera del tutto normale, come tutte le altre donne, chiaro?! Non riesco proprio a capire tutte queste domande che fai e le paure che hai.

MARIA: Scusami Giuditta, forse hai ragione tu, sono domande e paure sciocche le mie...

GIUDITTA: Così va bene. Adesso continua i tuoi ricami, io vado di là a finire i miei lavori. Speriamo tutto bene. E tu, mi raccomando, stai tranquilla... (Sillabando) Nor-ma-le!!! (Esce)

V SCENA

Maria: (È  seduta e continua il suo lavoro. Cambio di luci)

GABRIELE: (Entra e si mette sul fondo della scena.)

BAMBINO: (All’improvviso entra in scena correndo. Và verso Maria e l’abbraccia come nascondendosi nel suo grembo.)

MARIA: Oh, ma... che bel bambino! Chi sei... da dove... sei entrato?

BAMBINO: (Mostra un pezzo di legno lavorato) Guarda, l’ho fatto io ti piace?

MARIA: Sì, sì mi piace, ma...

GIUSEPPE: (Entra) Dov’è, dov’è il mio aiutante? Il mio apprendista che ha preso l’attrezzo dal mio tavolo di lavoro?! Se lo prendo...!  Ah, sei qui, ti nascondi, eh?!

MARIA: Giuseppe... ma come...

BAMBINO: L’ho preso io e ho fatto questo... Ti piace mamma?

MARIA: Mamma? Perché...?

GIUSEPPE: Vediamo cosa ha fatto il nostro piccolo artigiano. Però, non male per un principiante. Che dici Maria, nostro figlio, diventerà un buon falegname? Adesso, vai a rimettere a posto questo attrezzo, vai.

BAMBINO: Certo, vado. Ciao mamma.(Esce)

MARIA: Giuseppe, perché quel bambino mi chiama mamma?

GIUSEPPE: Maria, oggi cos’hai? Che ti succede? È nostro figlio, il figlio che hai generato!

MARIA: (Fra sé) Nostro figlio...

GIUSEPPE: Guardalo Maria, non è una cosa meravigliosa?! Guardalo, è un bambino come tutti gli altri.

MARIA: (Fra sé) Giuseppe... noi siamo sposati ed abbiamo un figlio?!

GIUSEPPE: Che cosa incredibile, vero? Eppure sembra un bambino come tutti gli altri. Adesso intuisco meglio la potenza del divino. È  questa la grande meraviglia. Ecco ciò che riempie il nostro pensiero e la nostra esistenza. È tutta qua, la sua potenza, proprio nella semplicità. A volte, mi sorprendo estasiato ad osservare tutto quello che fa, anche le cose più insignificanti. E mi chiedo come sia possibile che tutto questo possa accadere davanti ai nostri occhi. Noi custodi del verbo divino!

MARIA: L’abbiamo visto nascere in una grotta...

GIUSEPPE: ...ma sappiamo che è il creatore del mondo!

MARIA: È sfuggito alla follìa di Erode...

GIUSEPPE: ...ma sappiamo che Egli è il re dei re!

MARIA: Lo vediamo crescere nel tempo, ma abbiamo la cognizione della sua eternità!

GIUSEPPE: Lo vediamo piccolo ma ne percepiamo la sua immensità!

MARIA: “Egli sarà misericordioso per sempre

                 con tutti quelli che lo servono.

                 Ha messo in opera tutta la sua potenza:

                 ha mandato in rovina i progetti dei superbi.

                 Ha rovesciato i potenti dai loro troni,

                 gli umili li ha molto innalzati.

                 Ha colmato di beni gli affamati,

                 i ricchi invece li ha mandati via a mani vuote.

                 Egli è fedele alle promesse fatte ai nostri padri,

                 è venuto in aiuto a Israele, suo servo.”

GIUSEPPE: Certo non è stato facile accettare tutto questo all’inizio. Ma poi ho capito... ed ho subito creduto. Ti ha voluta tutta per sé. Devo ammettere che se non ci fosse stato l’angelo a spiegarmi ogni cosa, difficilmente avrei potuto ritenere possibile ciò che tu, nella tua innocenza, mi imploravi di credere. Non è semplice comprendere i disegni divini. Gli scopi ed i mezzi divini non corrono paralleli a quelli umani. Che lezione darà al mondo!

MARIA: Sì, ricordo... Abbiamo attraversato l’arido deserto per approdare nelle terre d’Egitto e salvarLo dal crudele potere degli uomini. Ed anche lì ha destato meraviglia; nella terra da dove sono partiti i nostri antichi padri. (La luce lentamente cambia per tornare normale)

GABRIELE e GIUSEPPE: (Escono)

MARIA: Vieni piccolo mio, vieni tra le mie braccia... Ma... non c’è nessuno... Sono sola. Giuseppe... Oh, no... non c’è, se n’è andato. No, non è mai stato qui. È stata una visione. Cosa mi sta succedendo? Di nuovo... I veli sottili ed imprescrutabili del mio futuro si sono aperti davanti a me. E tutto questo non è la mia immaginazione ma una vera a propria premonizione. Ma perché queste visioni...? Che significato possono avere...?

VI SCENA

GIUDITTA: (Entra di corsa) Maria, Maria, una grande notizia. Ho una grande e bella notizia da darti. È passato poco fa un tuo lontano parente ed ha recato la notizia! Sembra incredibile, ma è proprio la verità! Elisabetta... tua cugina Elisabetta...

MARIA: ...aspetta un figlio!

GIUDITTA: ...aspetta un figlio! Sì, un bambino, brava! Ha detto anche... Ma tu, come fai a saperlo? Nessuno ha parlato con te!

MARIA: Oh, niente balia... è stata soltanto una... una mia sensazione dettata dalla speranza che si avverasse il desiderio di mia cugina. Tutti pensavano che non potesse avere figli, e invece... Nulla è impossibile al Signore!

GIUDITTA: Strano come tu, nonostante la tua giovane età, riesca sempre a stupirmi, Maria.

MARIA: Ciò che è accaduto a Elisabetta è un segno divino, balia.

GIUDITTA: Certo! Non è infondata la tua affermazione. Ascolta. Pare che suo marito Zaccaria, essendo di turno al tempio per le funzioni sacerdotali e, mentre era intento al rito in cui si brucia l’incenso, un angelo del signore gli apparve sul lato destro dell’altare. L’angelo gli parlò e disse: “Non temere Zaccaria! Dio ha ascoltato la tua preghiera. Tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. La sua nascita ti darà grande gioia, e molti saranno contenti. Il Signore l’avrà in grande considerazione per realizzare i suoi progetti.” Non è una cosa straordinaria tutto questo?!

MARIA: Come sono felice per Elisabetta! Voglio mettermi in viaggio per farle visita. È un evento troppo importante e voglio essere la prima, dei nostri parenti, a complimentarmi con lei e a portarle conforto.

GIUDITTA: Sì, Maria, brava! Sei proprio una ragazza attenta e giudiziosa. Ah, …ascolta, cerca, come al solito, di essere prudente durante il viaggio. Intesi?! Bene, vado alla sinagoga ad informare, il nostro sacerdote, della tua decisione e poi darò inizio ai preparativi per la tua partenza. (Esce)

MARIA: Che notizia incredibile! Eventi straordinari si preparano. Voglio confidarmi con mia cugina, nella speranza di capire meglio il significato di questi avvenimenti. (Cambio luci)

VII SCENA

GABRIELE: (Entra e si pone sul fondo della scena)

SARA: (Entra, è molto invecchiata) Ciao Maria, sono Sara.

MARIA: Sara, amica mia... Ma cosa ti è successo?!

SARA: Cosa....?!

MARIA: Il tuo volto... le tue rughe...

SARA: Maria, cosa dici? È il segno del tempo che portiamo sul nostro volto. Siamo invecchiate, non è certo una novità. Sono passata a salutarti Maria, e a raccontarti cosa si dice di tuo figlio.

MARIA: Mio figlio?! Anche tu sei al corrente...

SARA: Tutti in paese parlano di te e di tuo figlio. Dicono che questa mattina è arrivato a Nazaret e si è recato subito nella sinagoga. Sono venuta ad avvertirti nel caso tu voglia rivederLo. È passato molto tempo da quando se ne è andato a... predicare e a fare miracoli. Almeno così raccontano in paese. Grandi cose dicono di Lui.

(Si odono voci fuori scena)

I VOCE: È qui, ecco questa è la casa...

II VOCE: È una vergogna!!!

III VOCE: Ma chi credono di essere! (Entrano arrabbiati)

II VOCE: Maria, Maria... Tuo figlio! Quel tuo Gesù...

I VOCE: Come ha osato...! Lui, con quei suoi seguaci...

IV VOCE: Ah, bella gente, quella! Ma dove l’ha trovata!

SARA: Come vi permettete entrare, pieni di collera, in questa casa?!

MARIA: Cosa succede? Perché siete così agitati?

III VOCE: E lo domandi, donna? Tuo figlio questa mattina, appena arrivato in paese, è entrato nella sinagoga e, all’improvviso si è alzato e si è messo ad insegnare, lasciando tutti meravigliati per le parole che pronunciava.

I VOCE: I suoi discepoli dicono che ha il potere di fare miracoli. Ma chi gli ha dato questo potere e questa grande sapienza che, a quanto pare, dimostra? Potrà imbrogliare gli altri... ma non noi. Noi...

IV VOCE: ...noi sappiano chi è. Non è forse il figlio del falegname?! Non sei tu sua madre, Maria?!

II VOCE: I suoi parenti abitano qui in mezzo a noi!

I VOCE: E allora come mai fa e dice queste cose!

III VOCE: Ci ha insultati!

IV VOCE: Dice di essere... Oh, faccio perfino fatica a riferire ciò che ha detto di essere!

I VOCE: Si dichiara il Messia! È mai possibile questo?!

III VOCE: È arrivato in paese attorniato da una dozzina di perdigiorno, con un seguito di straccioni e donne di malaffare.

II VOCE: Tutta gente incapace di tenere in mano una spada. Come può pensare di essere in grado, solo con le sue parole e qualche magia, di abbattere il potere di Roma.

IV VOCE: E ha tentato di convincerci di essere il Liberatore. Lui... il nostro futuro re...?! Chi può credere ad una simile assurdità!

II VOCE: Comunque, l’abbiamo sistemato noi. L’abbiamo trascinato fino in cima al monte di Nazaret, per farlo precipitare giù. Ma...

IV VOCE: Già... la cosa strana è che abbiamo tentato... era nelle nostre mani, non poteva scappare... e, ancora adesso, non riusciamo a capire come abbia fatto a sfuggirci.

III VOCE: Ma certo! Ha usato un altro dei suoi abili trucchi. Come ha fatto in altre città, spacciandoli per miracoli! Ma a noi non ci incanta!

I VOCE: Certo che no! L’abbiamo visto crescere con i nostri occhi, fin da bambino e giocare, per le viuzze polverose di Nazaret, con i nostri figli. Quindi sappiamo perfettamente chi è! Riferiscilo a tuo figlio, donna, noi non ci lasciamo imbrogliare da nessuno. E adesso andiamo...

II VOCE: Sì, andiamo... e tu, Maria, avverti tuo figlio di non tornare più a Nazaret.

IV VOCE: Che stia lontano dal nostro paese! (Escono)

SARA: Oh, Maria, che pena... Che pena per una madre... essere trattata così a causa di suo figlio.

MARIA: (Fra sé). È Lui, e sta manifestando la sua gloria.

SARA: Maria, non crederai che tuo figlio... Ogni donna del nostro popolo sogna o ha sognato almeno una volta nella sua vita, di essere la prescelta del Signore. Ma, non puoi credere di essere tu, Maria... (Esce seguita da Gabriele)

MARIA: Oh, dunque è così. Si manifesterà al mondo, ma non sarà creduto. “La mia anima vaga tra gli uomini come tra frammenti di futuro; di quel futuro che io scruto.” (Cambio luci)

VIII SCENA

MARIA: Quindi è così. Ecco il significato di queste visioni.

GIUDITTA: (Entra) Maria...?! Oh, sei ancora qui. Pensavo ti fossi accorta del trambusto che c’è qui fuori. Volevo informarti che è appena arrivata una carovana di mercanti. Si sono fermati proprio vicino al nostro gruppo di case. Stanno smontando le loro mercanzie e stanno preparando le tende per la notte. Domani mattina potremo vedere che tipo di merce offrono, sentire le novità, scambiarci le ultime notizie e passare qualche momento in allegria. Nel frattempo potremo anche scegliere un po' di stoffa e qualche oggetto utile che può fare al caso nostro.

MARIA: La stoffa...? Ah, certo, certo... Informiamoci subito quando ri-partiranno e dove sono diretti. Potrei approfittare dell’occasione e ag-gregarmi a loro per andare a trovare Elisabetta.

GIUDITTA: Certo, con loro è senz’altro più sicuro, ma più dispendioso.

MARIA: Oh, la sai, Giuditta, in cambio lavorerò per loro, offrirò il mio servizio e così potrò pagarmi il viaggio.

GIUDITTA: Certo cara, comunque non adesso... Il sole sta per tramontare e loro sono tutti indaffarati con i preparativi per domani. È preferibile domani mattina, con calma, in modo da discutere e contrattare meglio.

MARIA: Giuditta.. una domanda. Credi che i tempi per la venuta del Messia siano maturi? È questo il tempo?

GIUDITTA: Come possiamo stabilirlo? So che... nelle sacre scritture si parla di un verificarsi di eventi straordinari tali da consentire agli uomini di capire, di poter comprendere il messaggio di nostro Signore.

MARIA: Sento che mi stanno accadendo cose strane... e se il momento fosse vicino? Mi riferisco a ciò che è accaduto a Elisabetta; il suo stato... l’angelo che è apparso a Zaccaria... il figlio che nascerà! Non credi che tutto questo possa essere...

GIUDITTA: Non so... Cosa posso dirti figliola...

MARIA: Eppure sento in me... qualcosa di difficile da esprimere...

GIUDITTA: Oh, figlia mia... cosa posso dirti?! Certo ciò che hai elencato sono accadimenti speciali, particolari., che potrebbero far credere... Tutta la nostra gente non aspetta altro che quel magico momento. Lo sai, i nostri sacerdoti, i nostri più grandi sapienti non fanno altro che scrutare gli eventi celesti per avere una risposta chiara, ma...

MARIA: Forse guardano troppo in alto.

GIUDITTA: Ma noi... noi possiamo soltanto sperare che tutto ciò avvenga il più presto possibile. Ciò che posso svelarti è che tu... Maria...

MARIA: Sì, balia?!

GIUDITTA: Oh, è una sciocchezza, magari! Sai sono quelle sensazioni che una madre ha... e poi...

MARIA: Di cosa si tratta?

GIUDITTA: È difficile da spiegare... Alla tua nascita... Fin dalla tua nascita, ho avuto la sensazione che in te ci fosse qualcosa di diverso. Quando sei nata, proprio nel primo istante dopo il parto... c’era in te una sensazione di purezza, di pace. Avevo quasi paura a toccarti. Oh, ne avevo visti di creature nascere... e anche la condizione delle loro madri dopo il parto! Invece tua madre, nonostante la sua tarda età, non era stanca o sfinita ma soddisfatta e pervasa da un senso di benessere e completezza. Il giorno dopo, mi ha confidato tua madre, lei era sola nella sua stanza, e ha visto come un’ombra indefinibile, che si chinava verso di te, quasi a volerti afferrare. Lei era lì immobile e non poteva far niente. All’improvviso l’ombra, come spaventata, si ritrasse e scomparve di colpo. (Pausa) È una cosa che non ha mai riferito a nessuno, neppure a tuo padre Gioacchino. Mah… adesso basta, domani ci aspetta una giornata piena di impegni. Ormai il cielo sta arrossando e si allungano le ombre, è la nostra ora. (Esce)

MARIA: Sì, è questa la nostra ora.

IX SCENA

(Cambio luci. Si sentono voci ed urla fuori scena)

CAIFA: Perché non rispondi nulla? Che cosa sono queste accuse contro di te? (Pausa) Ti scongiuro di dirci; sei tu il Messia, il Cristo, il Figlio di Dio?

CRISTO: Sì, sono io!

VOCI: Non è possibile! Ha bestemmiato! Basta! Cosa dobbiamo aspettare ancora?!

CAIFA: Non c’è più bisogno di testimoni, ormai! Avete sentito tutti la sua bestemmia! Qual’è il vostro parere?

VOCI: A morte! Deve essere condannato a morte!!!

CAIFA: (Entra in scena seguito da Hanna e Simeone) Basta, non ne posso più! È inaudita tanta sfrontatezza. Egli sta creando disordine tra il popolo.

HANNA: Ha cominciato a diffondere le sue idee in Galilea; ora è arrivato sin qui, e va predicando per tutta la Giudea.

SIMEONE: Sommo Caifa... e se fosse veramente un profeta?!

HANNA: Chi lo manda? È forse l’unto, il prescelto dal Signore? Noi siamo sicuri che nessun profeta ha osato imporre la sacra autorità su quest’uomo!

SIMEONE: Sappiamo che anche in passato le scelte di nostro Signore non erano in linea con le ambizioni umane. Non potrebbe essere...

CAIFA: Cosa dici Simeone, ti sei fatto toccare anche tu dalla sua magia?! L’hai sentito con le tue orecchie; non gli basta essere considerato un profeta: pretende di essere Figlio di Dio! Capisci, anche tu, il significato di questa affermazione! Questo è troppo! Ciò è inammissibile!

HANNA: Quest’uomo vuole ribaltare tutto il nostro credo. Figlio di Dio, Figlio di Dio..! Sapete tutti che è nato a Nazaret e che è un falegname, figlio di falegname. Niente di buono viene da Nazaret.

SIMEONE: Eppure... quell’uomo... Sento che c’è qualcosa in Lui. E se fossimo noi in errore?

HANNA: Noi in errore?! Osi accusare...

CAIFA: No, Hanna, suocero mio, e tu Simeone... Vi prego, non ci devono essere contrasti tra noi. Non dobbiamo cadere nella sua trappola. Simeone, cerca di ragionare, come può avere credibilità chi... chi si contorna di ignoranti, rozzi pescatori, pubblicani e... e prostitute? Ecco qual’è il suo seguito, è attorniato da prostitute! Si è immerso nel fango umano!!!

SIMEONE: Eppure i miracoli... Questa sua forza nello scacciare i dèmoni. Da dove può provenire tanto potere se non dal nostro Dio?!

CAIFA: No, ti sbagli. Sento qualcosa di più tragico in Lui. Il suo, non è il nostro innominabile Dio, almeno non quello che i nostri padri hanno concepito. Si è infiltrato nel nostro passato, al fine di scardinare il nostro futuro, attraverso un presente pieno di stupori ed incredibili verità.

SIMEONE: Quindi... sei sempre convinto della sua condanna?

CAIFA: Ora più che mai. È meglio che un solo uomo muoia per tutto il popolo. (Esce seguito da Simeone e da Hanna. Cambio luci)

X SCENA

MARIA: (Resta sola in scena ed ascolta il seguente dialogo)

I VOCE: Ti saluto re dei giudei! Ha, ha, ha!

II VOCE: Guardatelo, e questo sarebbe un re! (Rumore di schiaffi)

III VOCE: Fai il profeta, Cristo, chi ti ha colpito! Indovina chi ti ha colpito! Ha, ha, ha! (Rumori di schiaffi)

MARIA: Queste voci ed urla... Chi stanno maltrattando?

IV VOCE: Indovina mago! Fai qualche miracolo, ha, ha, ha.

II VOCE: Perché non fai un’altra magia e scappi!  Dai, corri se ce la fai! Ha, ha, ha!

I VOCE: Tu, vai in cella ed aspetta il tuo turno!

CRISTO: (Viene spinto in scena e cade per terra, vicino ai piedi di Maria, dando la schiena al pubblico. Durante tutta la scena sarà sempre in penombra e di schiena)

I VOCE: Una guardia qui, gli altri con me!

OMBRA: (Entra e si avvicina a Cristo) Non hai voluto inginocchiarti  davanti a me, sulla sabbia ardente. Vedo però che gli uomini sono stati più convincenti! Tu sai già il fine di tutto questo; abbandona la tua impresa finché sei ancora in tempo. (Pausa) Non credi che sia opportuno porre fine a questo increscioso equivoco che hai creato?! Da secoli gli uomini sono parte integrante del mio regno. Hanno bisogno di me! Sono sotto il mio dominio! Cosa ci fai tu, qui?

CRISTO: Il trigono della magia bianca si è prostrato ai miei piedi al momento della mia nascita terrena. Adesso tocca a te. Quando sarà compiuto anche l’ultimo profetico verso biblico, quelli come te e tutti i tuoi seguaci, dovrete inchinarvi davanti al Padre mio.

OMBRA: Chi sei tu, strana entità tra gli uomini, che non cerchi di evitare la morte?! Non riuscirai nel tuo intento. Gli uomini sono miei! Io ho soffiato la linfa vitale nelle primordiali narici fangose. L’uomo è mio, è una mia creatura! Io sono il padrone dell’animo umano. Non provocare l’ira delle tenebre!!!

CRISTO: Inutili sono le tue pietose bugie! È vicino, ormai, il momento in cui anche il nero sarà assoggettato alla verità. Inutile opporsi.

OMBRA: Vuoi proprio continuare a soffrire?! Basterebbe una tua parola e, io, potrei liberarti da questa situazione. Perché vuoi continuare a lottare inutilmente! I tuoi omuncoli, coloro che tu consideravi amici fedeli, sono scappati e ti hanno lasciato solo. Sei solo e nessuno riuscirà ad aiutarti.

MARIA: (Si avvicina all’ombra)

OMBRA: Chi... chi si avvicina al mio essere. Mi sento soffocare... Ferma donna, non ti avvicinare! In te sento la profondità del mio abisso! (Esce)

MARIA: Chi sei...? Chi sei tu, che parli con le ombre? (Tenta di farlo alzare ma riesce solo a metterlo in ginocchio) Perché ti hanno maltrattato così. Oh, le tue spalle... piene di ferite. Il tuo viso sfigurato... Chi sei? Cosa hai fatto di tanto grave?

CRISTO: Oh, madre... non ti angosciare per me!

MARIA: Gesù... tu sei Gesù! Oh, figlio mio! Ridotto in questo stato! Oh, figlio è questo il tuo destino? Non hanno creduto alle tue parole. Non si sono fidati dei tuoi miracoli. Tutte le tue azioni ed opere sono state inutili? Perché, perché la malvagità umana si accanisce contro di te. Solo fino a ieri tutti ti osannavano, e adesso?!

CRISTO: Sono venuto a dividere non a unire. Madre e figlia mia non piangere. È necessario che il figlio dell’uomo soffra molto. Per rinascere occorre che il corpo muoia. E per morire bisogna che lo spirito viva. Non piangere io risorgerò e resterò sempre con te!

MARIA: Oh, figlio, figlio mio! È così dunque… questa è la realtà umana?!

(Musica. Entrano due attori, mettono in piedi il Cristo, con le spalle verso il pubblico, e lo fanno salire su un rialzo. Gli allargano le braccia e si mettono ai lati. Maria si inginocchia ed abbraccia i suoi piedi. Il Cristo mima la morte. Dopo qualche istante, i due attori mimano il distacco dalla croce e adagiano il Cristo per terra. Poi prendono un telo e lo pongono davanti a Gesù e Maria. Dopo un po' abbassano il telo e appare Maria e Gesù in posizione de “La pietà” di Michelangelo. Dopo rialzano il telo ed, infine, abbassandolo, scoprono Maria, svenuta per il dolore, sulle braccia del Cristo. Il telo viene rialzato. Fine musica)

GIUDITTA: (Fuori scena) Maria, Maria!

(Il telo viene immediatamente fatto sparire ed in scena rimane soltanto Maria seduta. Torna la luce normale)

GIUDITTA: (Entra con una lucerna in mano) Maria... Maria sei ancora in piedi?

MARIA: Sì, Giuditta...

GIUDITTA: Volevo salutarti prima di andare a letto. E, anche tu, vai subito a dormire. Sul tuo volto leggo segni di stanchezza! Buonanotte, Maria.

MARIA: Buonanotte Giuditta, e... dà la buonanotte anche a tuo marito.

GIUDITTA: Bene cara, a domani. (Esce)

MARIA: A domani. (Pausa) L’ultimo bagliore del giorno è ormai svanito ed ecco che comincia a sussurrare la fievole luce della lucerna.

GABRIELE: (Entra) Maria... Maria... (Musica dolce)

MARIA: Oh, eccoti... sono qua.

GABRIELE: Ti saluto, Maria. Il Signore è con te: Egli ti ha colmata di grazia.

MARIA: La mia anima magnifica il Signore. Sei tu l’inviato di nostro Signore?!

GABRIELE: Sì, Maria, sono Gabriele e, ora che ti è tutto chiaro, aspetto  una risposta da te.

MARIA: Eccomi, sono la serva del Signore. Dio faccia con me come tu hai detto. (Si abbassano lentamente le luci e la musica)

(SIPARIO)