TOTÒ… CHARLOT PER AMORE
di Antonio de Curtis
Personaggi:
TOTÒ
DIRETTORE
DIVA, moglie del direttore
UNA CARATTERISTA
OPERATORE
PIROLINI
COMPARSE
Scena:
La scena rappresenta un teatro cinematografico di posa. Ovunque apparecchi per la presa e oggetti vari inerenti ad un quadro cinese che si sta girando.
ATTO UNICO
Azioni da eseguirsi sul motivo dell’introduzione che si ripeterà varie volte sempre più lentamente.
Siamo in una bettola vicino al porto di Shangai. Su un tavolo in avanti stanno seduti due marinai ed un ufficiale europei, mentre in altri tavoli sono seduti vari gruppi di cinesi, che ogni tanto guarderanno di soppiatto i marinai europei. Dietro al banco, sul fondo, una grossa figura di bettoliere sospingerà verso i forestieri una giovane cinesina per andare a prendere le ordinazioni. Essa, guardata in cagnesco dai cinesi, fra i quali uno seduto a sinistra sarà di essa innamoratissimo, si avvicinerà lentamente agli europei e timidissima chiederà a gesti cosa desiderano. I tre fra, grandi risate e dandole ogni tanto dei pizzichi, le faranno capire di volere del whisky e delle gheishas. E mentre dal fondo si avanzeranno, chiamate dalla ragazza, otto cinesine, essa porterà sul tavolo degli europei i bicchierini del whisky e si siederà per terra ai loro piedi, mentre il bettoliere tutto lieto si fregherà le mani di gioia. Naturalmente, durante il ballo delle cinesine ognuno agirà a seconda dello stato d’animo proprio.
CANTO DELLE CINESINE
CINESINE - Figlie siam del celeste imper
gialla abbiamo la pelle è ver
ma nel cuore vibrante ahimé
tutto un sogno d’amore v’è.
Noi sogniamo d’un bianco il cuor
d’Europa i gran clamor
e lo chic del dernier cri
della moda di Paris.
Siam le musmé
Figlie del ciel
Non v’è davver
Donne più bel
Siam tutte cuor
Vendiam l’amor
I pomodor
E i cavolfior.
Sulla danza, i tre marinai faranno per fuggire portandosi via la ragazza, ma la manovra sarà stata notata dai cinesi che si faranno minacciosi sulla porta impegnando con loro una comica colluttazione, interrotta dal direttore che entrerà irato e furibondo.
DIRETTORE - Basta, basta, cani che non siete altro! Questa scena bisognerà provarla per lo meno altre venti volte… Via., via, sgomberate… (Via tutti meno direttore, caratterista, operatore)
CARATTERISTA - Calmatevi signor direttore, sono due o tre giorni che non vi si può nemmeno guardare. Ma cosa avete che siete così nervoso?
DIRETTORE - Cos’ho?… Non me ne va bene una, oltre alla gelosia che ho per mia moglie, sono le undici e Pirolini non si vede ancora, mentre il telegramma mi dice: “Sarò costà ore 8. Pirolini”.
OPERATORE - E chi è questo Pirolini, signor Direttore?
DIRETTORE - Come, non sai che Pirolini è l’attor comico acrobatico che imita alla perfezione Charlot e che doveva essere già qua per girare il film “Charlot e la suocera”? Io non lo conosco personalmente, ma l’agenzia Levrieri e Buldocchi di Cicalo mi asserisce che è una autentica celebrità, però mi hanno anche detto che ha il vizio di ubriacarsi maledettamente.
OPERATORE - Che si sia presa una sbornia in treno?
DIRETTORE - Maledizione, fulmini e tempeste! Anche mia moglie doveva essere qua alle otto per provare la scena con Pirolini e non si vede ancora.
CARATTERISTA - Calmatevi, calmatevi, verrà… come siete nervoso! Già, il motivo di questi nervi è la gelosia per vostra moglie. Del resto avete ragione; è tanto bella.
DIRETTORE - Ebbene sì, avete ragione. Sono geloso, come un Otello… come un grand’Otello.
OPERATORE - Come un Albergo! (fra sé)
DIRETTORE - Adesso poi un dubbio atroce mi tortura… Ma se riesco ad appurare commetto una carneficina.
CARATTERISTA - Mio Dio! Cosa vi è successo?
OPERATORE - (fra sé) Hanno ammazzato compare Turiddu!
DIRETTORE - Ieri sera, mentre stavo per coricarmi, trovo nel letto un bottone di mutanda da uomo.
CARATTERISTA - Sarà stato il vostro!
DIRETTORE - No! Non era il mio… I miei bottoni li conosco… quello era un bottone di un estraneo. Ma se riesco a rintracciare il legittimo proprietario di esso, con questo revolver gli scarico tutte le palle seco contenute nella testa… (fissando l’operatore) A proposito, ora che mi ricordo, tu ieri sera sei stato a casa mia!…
OPERATORE - (spaventato) Sì! … Sì! Signor direttore, mi ci mandaste voi a prendere delle fotografie…
DIRETTORE - (truce) Tira giù i pantaloni…
OPERATORE - (timido) Signor Direttore, non posso perché ho le mutande rotte…
DIRETTORE - Non importa… Tira giù i pantaloni o ti sparo…
OPERATORE - (sbottonandosi timidamente) Ecco… ecco.
CARATTERISTA - Ma questo è uno scandalo… proprio davanti a me… che sono una ragazza onesta!
DIRETTORE - Ih!… Alla vostra età, chissà quanti uomini in mutanda avete visti… (osserva i bottoni dell’operatore) No! No! I tuoi bottoni sono differenti. Ma se lo pesco… Bene, adesso vado nel mio ufficio, tu vai a avvisare i macchinisti che si tengano pronti… e voi andate a truccarvi per la posa… Via, via, svelti… (via)
USCITA SOUBRETTE
SOUBRETTE - Son del cinema la diva
Sono sempre assai giuliva
In amor sono assai viva
Specialmente al tabarin.
Son del cinema la stella
Son di tutte la più bella
E la mia specialità
È il sonoro in verità.
Cinema cinema cinema ciò
Che delizia dai ogni dì
Cinema cinema cinema ciò
Solo per te il mondo è d’or
Cinema cinema cinema cià
Bello è viver sempre qua
Cinema cinema cinema cià
Chi mi prova non mi vuol più. (Ripresa del refrain e danza)
Il direttore, appena finito il ballo, rientra e la fissa arrabbiato.
DIVA - Cosa c’è, perché mi fai quella faccia?
DIRETTORE - Ti pare niente? Pirolini non è ancora arrivato… ed il personale è tutto pronto dalle otto di stamani per girare.
DIVA - E vuoi arrabbiarti per questo?… Gireremo oggi, gireremo domani…
DIRETTORE - Già, tu parli così, perché chissà cos’hai per la testa… Credi forse che io abbia dimenticato la presenza del bottone nel nostro letto?
DIVA - Ma via… smettila… vergognati…
DIRETTORE - Sfacciata, Messalina… cos’hai fatto, parla… che dalle otto di stamattina dovevi essere qui… E invece giungi a quest’ora!
DIVA - Tu sei uscito, ed io mi sono coricata un’altra volta per dormire ancora…
DIRETTORE - Con chi?…
DIVA - Sola… Sola. (diventando arrabbiata) Oh, sai che c’è di nuovo?… Io sono stufa, stufa di questa tua gelosia, assurda e sciocca… hai capito?… Stufa. Fino ad oggi ti sono stata fedele… ma da oggi col primo cretino che mi capita ti tradisco… Vai alla forca… Tu, il cinematografo, Pirolini e la gelosia! (via furente)
DIRETTORE - Non c’è dubbio, mi tradisce… Ma io commetterò una tragedia, una carneficina. (guarda l’orologio) Le undici e mezzo… All’una e trentacinque ammazzo lei, ammazzo lui, mi ammazzo, ammazzo tutti… Una strage sarà… (via feroce)
ENTRATA TOTÒ
TOTÒ - Sono del cinema appassionatissimo
Son della film un devotissimo
Corro sovente corro spessissimo
Alle premier dei cinemà…
Son delle vite affezionatissimo
Per il lor vezzi zelantissimo
Son quasi sempre sul direttissimo
Per veder cinema di qua e di là.
Le più gran celebrità
Del trionfante cinemà
Conosciuto ho ben si sa
Con un po’ di volontà.
Cinemà cinemà
Arte nuova senza par
Tu trionfi a tutto spian
Viva dunque il cinemà. (Danza o falsa uscita)
CARATTERISTA - (scorgendo Totò) Toh, un signore con un mazzo!
TOTÒ - Toh! Un autobus, sconquassato…
CARATTERISTA - Signore!
TOTÒ - Signora!
CARATTERISTA - Prego, signorina!
TOTÒ - Chi?
CARATTERISTA - Io!
TOTÒ - Da quanto tempo?
CARATTERISTA - Da quando sono nata… (con fare lascivo) Seducente!
TOTÒ - (fra sé) Mi fa la corte…
CARATTERISTA - Ebbene, dite mio giovane apollo…
TOTÒ - Oh Dio, una volta sì… ero veramente un Apollo… ma adesso con il 12% di ribasso sono diventato un Apollino.
CARATTERISTA - Sì… Sì… mio apollino… E ditemi, perché siete venuto fin qua?
TOTÒ - Sono venuto perché sono stato attratto dal fascino e dalla seduzione di una donna maliarda. E più che maliarda… miliardaria… e questa donna magnifica è la più bella che io abbia mai visto sulla faccia della Terra…
CARATTERISTA - Buongustaio… Oh Dio, a tanto udir io non più reggo… le mie gambe fanno giacomo giacomo.
TOTÒ - E perché, vecchia zimarra, le vostre gambe fanno giacomo giacomo?
CARATTERISTA - Perché dalle vostre appassionate parole comprendo quale sia il vostro amore per me… Prendimi, sono tua… (si getta nelle sue braccia)
TOTÒ - Signora… Signora… Dio, Dio, mi sembra di essere cascato sotto un armadio a due luci… Facchino, facchino…
CARATTERISTA - (socchiudendo gli occhi) Perché mi ha rapita?
TOTÒ - Che cosa?… Io rapita?… Ma cosa avete capito?…
CARATTERISTA - Che mi ami!
TOTÒ - (nauseato) Ma signora, non facciamo scherzi. Qui c’è un equivoco… Io non amo voi, non vi vedete nello specchio?… Non vedete che siete una purga di sale inglese? Io son venuto qua per la Diva, perché sono innamorato di lei… anzi, ditemi, qual è il suo camerino?
CARATTERISTA - Allora tutte quelle parole appassionate…
TOTÒ - Per la diva…
CARATTERISTA - E quel mazzo?
TOTÒ - Per la diva… Per voi avrei portato un mazzo di papaveri, non di mammole…
CARATTERISTA - Imbecille… quello è il suo camerino. (via a soggetto)
TOTÒ - Ecco il suo camerino… Il cuore mi si spezza. Tremo… E perché tremo?… Io che non ho mai tremato… Su, coraggio… adesso busserò piano piano con le nocca delle dita. (esegue) Ho noccheggiato!
DIVA - (di dentro) Chi è?
TOTÒ - Sono io!
DIVA - Io? Chi?
TOTÒ - Il giovane apollo…
DIVA - Cosa volete?…
TOTÒ - Io vi amo, o Diva, e disperato è l’amor mio…
DIVA - (uscendo) Ma signore, siete pazzo?… Io non vi conosco…
TOTÒ - Sì, sono pezzo da un pozzo… (correggendosi) sono pizzo da un puzzo… sono pozzo da un pizzo… sono pazzo da un pezzo… La prima volta che vi vidi nella “Febbre del bronzo”… poi nei “Quattro cavoli dell’apocalisse”, e infine nell’“Incendio di Troia”. Ah, come facevate bene la parte, in quell’incendio… Da quel giorno vi amo e non posso più vivere senza il vostro amore…
DUETTO D’AMORE
LUI - Eri bella su quel magico lenzuolo
Quando al cinema ti vidi lavorar
Ma non era proprio quello, quello solo
Il lenzuolo ove volevoti mirar.
LEI - Sono inutil queste vostre paroline,
mio signore sconosciuto e scocciator.
Non vedrete certamente mai le trine
Della biancheria he ricopre questo cuor.
LUI - Nella film che bruciava tutta Troia
Quell’incendio pure il cuore mi bruciò
Mi passò sull’istante anche la noia
Di seder vicino a un grosso zappator
LEI - Meglio assai sarebbe stato che l’incendio
Fosse stato un disastro in realtà
E bruciato avesse insieme al tuo stipendio
Quel cervel che avete tutto sconquassat. (Ripresa del refrain e danza)
DIVA - Ed ora signore vi prego, andatevene… Io sono maritata.
TOTÒ - E perché siete maritata?…
DIVA - O bella, perché sono maritata.
TOTÒ - Non dovevate maritarvi… Dovevate pensare che un giorno vi sareste incontrata con me.
DIVA - Signore, vi prego, andatevene… a momenti potrebbe essere qui mio marito il quale è di una gelosia feroce… Se vi trova qui, mette la mano in tasca, caccia la rivoltella e pim! Pim! Due palle, una a me e una a voi…
TOTÒ - E perché, pim! Pim! Due palle, una a me e una a voi… Non potrebbe fare pim! Pim! E tutte e due le palle a voi?
DIVA - Vi ringrazio… Siete molto coraggioso… Via, via, non scherzate… andate via…
TOTÒ - Ma amore mio, io ti amo… voglio abbracciarti… baciarti così… Che venga tuo marito con la rivoltella, io non lo temo… Non lo temo nemmeno col cannone… ((Entra il marito che a quella vista va su tutte le furie. Totò fa un urlo di spavento, quindi scappa impaurito per la scena implorando pietà. L’Operatore e la Caratterista, entrata con il direttore, lo fermeranno. La Diva, spaventata anch’essa dalla piega degli eventi, si avvicina a Totò e sottovoce gli dice)
DIVA - Assecondatemi… Dite sempre sì! (forte) Ma sì… ma sì… ora va bene… prima non mi siete affatto piaciuto… (al marito) Non hai dunque capito che il signore è Pirolini… l’artista che tu aspettavi…
TOTÒ - (urlando felice) Sicuro! Sono Pirolini… Sono Pirolini!…
DIVA - Siete un vigliacco! (piano all’orecchio)
DIRETTORE - Oh, allora… Quello che non capisco è perché stavate abbracciati.
DIVA - Perché si stava ripassando la scena d’amore del primo atto…
DIRETTORE - E come vi salta in testa di ripassare una scena senza dirmi nulla?… Potevate buscarvi due palle di piombo nella pancia.
TOTÒ - Ohi, ohi, ohi… a me le palle nella pancia fanno male perché il piombino non lo digerisco…
DIRETTORE - (alle ballerine) Dunque non perdiamo tempo, potete andare… (vanno tutti meno i seguenti) Quanto a voi, signor Pirolini bello, mi hanno detto che voi avete il vizio di bere…
TOTÒ - Io? No!
DIVA - Come no?… Sì… avete il vizio di bere…
TOTÒ - Ah già, me ne ero scordato.
DIRETTORE - Ed il vino fa male, fa girare la testa…
TOTÒ - È vero. (soggetto)
DIRETTORE - Il vino indebolisce le gambe… e voi, per il lavoro che dovete fare, occorre che siate sempre saldo nelle gambe… Tanto più che il lavoro da farsi è tutto con mia moglie.
DIVA - (marcando) Il lavoro è con me che lo dovete fare…
TOTÒ - Ci penserò io ad essere saldo.
DIRETTORE - Adesso non perdiamo tempo… andate nel vostro camerino e vestitevi.
TOTÒ - Perché, sono nudo?
DIRETTORE - Andate a vestirvi da Charlot.
TOTÒ - Chi?
DIRETTORE - Voi!
TOTÒ - E perché?
DIRETTORE - Come perché? Per il film…
DIVA - (fra i denti) Per il film…
TOTÒ - Ah sì, sì!
DIRETTORE - Il baule che avete mandato l’ho fatto mettere nel vostro camerino…
TOTÒ - Quale baule?…
DIRETTORE - Quello che avete mandato voi.
TOTÒ - Io non ho mandato niente…
DIRETTORE - Come? Se sopra c’era scritto Pirolini.
DIVA - (c.s) Sì! Sì! Il vostro baule.
TOTÒ - Già, me ne ero dimenticato…
DIRETTORE - Dunque, non perdiamo tempo… (Via Totò a soggetto) Perché, cara, nel tempo che Pirolini si veste non ripassi la tua scena col marinaio?
DIVA - Sì! Sì! Hai ragione… così guadagniamo tempo.
DIRETTORE - (forte) Si prova la scena del marinaio. Chi ha parte stia in battuta.
DUETTO DIVA-MARINAIO
LUI - Partirò domani con il cuor spezzato
Ma ti giuro che giammai t’oblierò.
LEI - Pur lontano mai t’avrò scordato
E vicino ti avrò al mio cuor.
LUI - Nelle immense solitudini
Sotto tutte le altitudini
Sol compenso è ai miei dolor
Questa forte mia passion.
LEI - (Refrain) Dolve amor, con te la vita è bella
Tutto scordo allor ogni dolor
Viver sol desìo per questo amor
Che vale il resto o mio tesor?…
Dopo il duetto, falsa uscita della diva che rientrando si incontrerà con Totò vestito da Charlot
DIVA - Come siete buffo così vestito.
TOTÒ - Smettetela, altrimenti mi spoglio di queste pezze che puzzano di vino. (Rientrano il Direttore, la Caratterista e l’Operatore)
DIRETTORE - (A Totò, distratto, che ocheggia con la prima donna) Adesso vi spiego la scena… Pirolini, Pirolini, Pirolini… Ehi dico a voi…
TOTÒ - A me?… Ma io mi chiamo Charlot…
DIRETTORE - Charlot nel film… ma nella vita siete Pirolini. Dunque, cominciamo… Charlot… Charlot. Ehi ce l’ho con voi…
TOTÒ - Con me?… Ma io mi chiamo Pirolini…
DIRETTORE - Nella vita, ma adesso siete Charlot…
TOTÒ - Lei mi fa perder la testa… Con Pirolini e Charlot…
DIRETTORE - Adesso dimenticate di chiamarvi Pirolini e fingete di essere diventato il vero Charlot. Questa è la scena che rappresenta la vostra casa…
TOTÒ - In casa mia non ci sono tutte queste cianfrusaglie…
DIRETTORE - Si capisce, la vostra casa ipotetica… Dunque, questa è casa vostra… Voi tornate a casa di notte ubriaco dopo aver gozzovigliato tutta la sera con delle donnine allegre…
TOTÒ - Sarebbe meglio che la scena del gozzovigliamento la facessi sul serio, così sarei più investito nella parte…
DIRETTORE - Se nel copione non c’è è segno che non va fatta… Dunque… Al vostro ritorno, vostra suocera sarà ancora alzata ad attendervi…
TOTÒ - Ecco, io preferirei farla lo stesso perché dopo mi sento più sicuro…
DIRETTORE - Facciamo come volete voi… Cominciamo senz’altro dalla scena del Tabarin. Dunque, fingiamo che questo sia un Tabarin… Questi sono i tavoli attorno ai quali vi saranno i clienti con le ballerine… Qua starete voi flirtando con una ragazza, quando dal fondo entreranno furenti vostra moglie e vostra suocera. Voi alla loro vista farete per giustificarvi dicendo che siete lì per metter la pace in una famiglia… e che è quello che appunto state facendo con la moglie. Vostra moglie e vostra suocera non crederanno però alla panzana e vi prenderanno a ombrellate, voi vi metterete a fuggire… e nella fuga rovescerete tutti i tavoli e tutto quanto vi capita vicino… Avete capito qualcosa?…
TOTÒ - Poco, ma strada facendo mi illuminerete… di volta in volta…
DIRETTORE - Speriamo bene… Allora attenzione: (mettendosi il megafono alla bocca) si gira la scena del Tabarin… ognuno al suo posto… (Due macchinisti metteranno sul davanti due tavoli attorno ai quali si siederanno alcune comparse. Totò si siederà tutto felice prendendosi sulle ginocchia due ragazze)
DANZA DELLE GIRLS
RAGAZZE - (sul refrain canteranno) Girls girls siam felici contente allegre briose
Girls girls siam sempre cercando le più belle cose
Girls girls siam le regine dei Tabarin
Vendiam le gioie delle notti seren.
Caratterista e Diva entreranno al termine della danza e guardando attorno vedranno Totò nella compromettente situazione e gli si fanno addosso. Lui, dimenticando la sua vera funzione, non fa caso a loro e continua a sbaciucchiare le ragazze.
DIRETTORE - (mettendo fuori la testa) Cosa, perdio… Lasci le ragazze…
TOTÒ - Perché?… Ormai ho preso gusto alla scena…
DIRETTORE - Lei mi rovina tutto il film…
TOTÒ - Pagherò io tutto…
DIVA - Ma io sono tua moglie…
CARATTERISTA - Io sono tua suocera…
TOTÒ - Mi dispiace, non ho mai avuto né mogli né suocere…
DIRETTORE - (Uscendo disperato) Basta… Basta… Mi avete rovinato… mille metri di pellicola. (vedendo che l’operatore continua a girare) Cosa fa, pezzo di somaro, non vede che sono entrato in campo?
OPERATORE - Era un quadro così grazioso che l’ho voluto girare tutto… verrà una cosa magnifica, vedrà…
DIRETTORE - Vai all’inferno… con tutto il tuo apparecchio… È tutto da rifare… Ma non ricordate che vi ho detto che al sopraggiungere delle due donne vi dovete spaventare?
TOTÒ - Ma io stavo bene in quella posizione…
DIVA - Non si può, via, con un somaro simile far nulla di buono.
TOTÒ - Cosa dice? Io somaro? Non mi offenda sa!… Ho scherzato… vedrà se mi ci metto che po’ po’ d’artista sono io…
DIRETTORE - Ebbene, vedremo… (alle donne) Voi tornate al vostro posto… e voi mettetevi là. (Riprende la musica e ognuno le proprie azioni. Mentre stanno per uscire le due donne, si udrà dall’interno una voce gridare: È arrivato il signor Pirolini)
PIROLINI - (entrando) Signor Direttore sono qua…
DIRETTORE - (entrando) Signor Pirolini?… Ma se Pirolini è già in campo da un’ora…
PIROLINI - Mi dispiace, ma il Signor Pirolini sono io; se vuole la prova, questo è il mio passaporto. (estrae il passaporto e glielo mostra)
DIRETTORE - È vero, siete proprio Pirolini… ma allora l’altro chi è? (Totò, all’approssimarsi della tempesta, si sarà nascosto sotto il tavolino)
DIRETTORE - (Come colpito da un lampo di genio) Ci sono… Dev’essere il cascamorto di mia moglie… che ha escogitato questo sistema per starle vicino… Ma se lo trovo gli scaravento nel ventre tutte e sei le pallottole della mia rivoltella…
TOTÒ - (mettendo la testa fuori) Mamma mia, non fa nemmeno economia di pallottole!
DIRETTORE - (Guardando casualmente per terra vede un piede di Totò) Eccolo qua sotto il tavolo. Svergognato adultero… Fuori… Fuori! (L’afferra per il piede e tira; a lui si uniscono un po’ per la volta tutti a tirar fuori Totò che si sarà staccato dal tavolino, farà cadere questo nel cedere. Il direttore, per meglio tirare, l’avrà afferrato per i calzoni, e questi cedendo faranno cadere tutti per terra e Totò rimarrà in mutande cercando di uscire. Sulla porta però il vero Pirolini farà in tempo a fermarlo)
PIROLINI - Signor Direttore l’ho preso!
DIRETTORE - Dove?
PIROLINI - Qua sulla porta… adesso non scappi più, usurpatore di fama…
TOTÒ - Anche di fame… Pietà…
PIROLINI - (Vedendo il Direttore che fa per sparare) No, perbacco, non spari… ci ammazzerebbe tutti e due…
DIRETTORE - (Si avvicina e guardando casualmente le mutande di Totò s’accorge che vi manca il bottone famoso) Ah! Non mi ero ingannato… Ladro d’onore… Preparati a morire…
TOTÒ - Per carità… sono digiuno… mi lasci almeno il tempo di avvertire a casa…
DIRETTORE - No! Tieni! (Gli punta la rivoltella, allora Totò prende a fuggire per la scena inseguito da tutti)
OPERATORE - (Da una parte girando l’apparecchio) Magnifica… Magnifica… ancora… (La diva con un alto grido sviene)
CARATTERISTA - Signor Direttore, aspetti ad ammazzarlo, ha un piccolo conto anche con me da regolare questo falso artista…
DIRETTORE - (Fermandosi) Quand’è così te l’affido!
CARATTERISTA - No! Non morire, sei ancora giovane… siamo ancora giovani… Io sono disposta a perdonare…
TOTÒ - Tu forse, non io però… Mi uccida, Direttore, la prego…
CARATTERISTA - No! Sei mio…
TOTÒ - (come avendo avuto un lampo di genio) Si salvi chi può, crolla il soffitto… ((Gran confusione. Tutti fuggono, anche la svenuta. In scena rimane solo Totò con aria trionfante)
OPERATORE - (che impassibile continuerà a girare) Ah! Ah! Magnifica! Che film… che film…
TOTÒ - E tu non scappi?…
OPERATORE - Io scappo? Neanche per sogno… Con questa scena spero essermi fatta una posizione. Non è mai stato girato un film tanto interessante e tanto vero…
TOTÒ - Sicché tutto quanto successo è stato riprodotto sulla pellicola?
OPERATORE - Naturalmente!
TOTÒ - (Accorgendosi di essere in mutande) Così ridotto?… (Accorgendosi di essere davanti a un pubblico) Pardon… Avevo dimenticato che oltre questo cretino di operatore ci sono anche questi spettatori… (prende da un tavolo un tappeto e se lo mette attorno ai fianchi) Direttore… Prima donna… Qua, venite tutti qua, è stato uno scherzo per divertire un po’ questo gentile pubblico… (Tutti tornano in scena ridendo a soggetto)
FINALE
TUTTI - Ed ora vi salutiamo
Domani v’aspettiamo
Ancora tutti qua.
Noi cercheremo
Ci proveremo
Di rallegrar.
Se questa sera
Non fummo in vena
Certo dovrete
Di cuor scusar.
SIPARIO