TRA VESTITI CHE BALLANO
Dramma in tre atti e un epilogo
Di ROSSO DI SAN SECONDO
PERSONAGGI
ANNA ORLOVA
NICOLA SCIALAKIN
LA SIGNORA FIORENZI
ALDA
GINEVRA
LA SIGNORA EVELINA
VALPOL
DEBRÈ
DINO BIAGIOLI
LA SIGNORA GANTELMI
JOLE DORIS
LA CONTESSINA DURLETTI
LA BARONESSA D'ALBINI
IL GIUDICE ISTRUTTORE
IL COMMISSARIO DI POLIZIA
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE (PALAGHEA)
DMITRI DMITRIEFF
IL DOTTOR REIST
L'AMMINISTRATORE NIKITIN (NON PARLA)
DUNIA
PRIMA LAVORANTE
SECONDA LAVORANTE
ALTRE LAVORANTI (CHE NON PARLANO)
PRIMA COMMESSA
SECONDA COMMESSA
MANNEQUINS (CHE NON PARLANO)
Nostri giorni.
Commedia formattata da
ATTO PRIMO
Sala, in una sartoria di lusso, che serve da amministrazione e da studio. In fondo, a sinistra, un arco con tendaggio, per il quale si passa al laboratorio; sempre in fondo, a destra, un'uscita che dà nel corridoio. A destra una porta che mette in altro salone. A sinistra un passaggio che mette nei salot-tini di prova. Tavola, a destra, con accanto una macchina da scrivere. A sinistra altra tavola per disegnare. Sempre a sinistra, la ringhiera d'una scaletta per la quale si discende al negozio.
LA SIGNORA FIORENZI
finendo di dettare alla prima commessa seduta alla macchina da scrivere una lettera commerciale
« Vi accludiamo pertanto regolare fattura della merce inviatavi per vostro ordine il 29 settembre ultimo scorso e in attesa di vostro gradito riscontro, vi salutiamo distintamente. » Mentre la signora Fiorenzi ha dettato, è salita dalla scaletta di sinistra la seconda commessa recando sul braccio un mantello da donna di mezza stagione. LA SIGNORA FIORENZI, rivolgendosi ad essa: Che cosa volete?
LA SECONDA COMMESSA
Giù in negozio una signorina nostra cliente mi fa perdere la testa.... Prima ne ha voluto vedere di tutte le foggie, finalmente vorrebbe acquistar questo mantello. Ma lo si può cedere per 1790 lire?
LA SIGNORA FIORENZI
Avete giù il numerario colle indicazioni precise. Perché venite a seccarmi quassù, domando io!...
LA SECONDA COMMESSA
Gliel'ho detto, signora!... non mi lascia respirare! Le ho ripetuto che per quella somma è impossibile....
LA SIGNORA FIORENZI
E dunque, se ne vada!
LA SECONDA COMMESSA
Le ho fatto l'ultimo prezzo 2000: dice che se sale lei quassù, e parla colla signora
ANNA, ottiene di certo la riduzione.
LA SIGNORA FIORENZI
Ecco! Ogni giorno la stessa cosa! Mi stupisco come non sia salita! Hanno appreso tutte quale sia il verso di far breccia; rivolgersi alla signora
ANNA. Ditele che la signora
ANNA non c'è, datele il mantello per 1900 lire, purché se ne vada subito.
LA SECONDA COMMESSA
Proverò.
Ridiscende, scomparendo.
LA SIGNORA FIORENZI
alla prima Commessa:
Abbiamo finito?
LA PRIMA COMMESSA
Altre lettere cui rispondere non ci sono, tranne che lei....
LA SIGNORA FIORENZI
Copiate la distinta che v'ho data, mentre io firmo.
Si siede al tavolino con la cartella delle lettere e firma; mentre dall'antisala di destra entra riguardosa la signorina Ginevra Tarpetti.
GINEVRA
Si può? Non disturbo? Mi scusi, signora Fiorenzi.
LA SIGNORA FIORENZI
Ah! È lei? Si accomodi.... ma non occorre alcuna sollecitazione, glielo assicuro: gli abiti di sua sorella son quasi tutti in lavorazione, dal bianco nuziale al tailleur da viaggio al décolleté. È soltanto indietro quello noisette da passeggio e l'altro da mattina, ma giungiamo in punto per le nozze anche con questi due, non si dia pensiero!...
GINEVRA
divenendo rossa in viso, quasi balbettando:
Sì.... signora Fiorenzi, non ne dubito.... Infatti, non venivo per questo.... La buona signora
ANNA Orlova sapeva che sarei giunta.... avevo da comunicarle qualcosa.... E così cara.... cortese....
LA SIGNORA FIORENZI
Oh, cara davvero e tanto cortese, perfin troppo!... Pare addirittura che voglia regalar la roba.... che tenga un negozio di mode, così, per sport.... Chissà quale professione facesse in Russia! Non certo questa qui.... Anch'io comincio a credere fosse una gran dama, come dicono alcuni. Ha la mania di far doni, e non può veder tristi le ragazze; se esse piangono un po' perché non hanno tanto da acquistare un bel vestito, glielo vende a metà prezzo o glielo cede a credito.... Lei, signorina, certo non è venuta per questo.... Il papà, da quel grosso industriale ch'egli è, paga in contanti, e non sofistica sulle note: s'è visto con quale larghezza ha ordinato il corredo per la bella figliola che va a marito.
GINEVRA
Già.... mia sorella!...
LA SIGNORA FIORENZI
Ma verrà, diamine, anche il suo turno, signorina! Le faremo dodici vestiti in una volta.
GINEVRA
imbarazzata, soffrendo:
Troppo buona.... ma non si sa mai.... Io sono maggiore di quattro anni di mia sorella.... Ecco.... mi scusi, vorrei parlare con la signora
ANNA....
LA SIGNORA FIORENZI
Già, ma non c'è, vede!
GINEVRA
impallidendo:
Non c'è? Come non c'è?
LA SIGNORA FIORENZI
Proprio così. Non è scesa ancora dal suo appartamento, o è già fuori....
Ad una lavorante la quale è apparsa dalla tenda di sinistra del fondo venendo dal laboratorio:
Che cosa cerca lei?
LA PRIMA LAVORATRICE
La tagliatrice vorrebbe il modello per l'abito della marchesa Berardi. La signora
ANNA glielo aveva promesso per stamattina, la stoffa è pronta.
LA SIGNORA FIORENZI
Ecco: benissimo. A GINEVRA:
Anche alla tagliatrice aveva promesso il modello.... Ma certo non l'ha disegnato. Questa cara brava e vera artista che è la nostra signora, ci farà ammattire tutti quanti per la sua estrema bontà! Vedrà, si starà occupando delle beghe d'una qualche signorina rivoltasi a lei, invece di curare i suoi interessi.
Alla lavorante:
Glielo dica alla tagliatrice che ancora il disegno non c'è. Si occupi d'altro intanto.
La prima lavorante scompare dietro la tenda.
LA PRIMA COMMESSA
tralasciando di battere a macchina:
E pure, signora, mi permette?
LA SIGNORA FIORENZI
Cosa?
LA PRIMA COMMESSA
Mi pare che iersera la signora
ANNA le abbia parlato della cerimonia dalle suore.... le suore francesi,...
LA SIGNORA FIORENZI
Ma già! Sicuro, avete ragione!... Oh, smemorata!
A GINEVRA:
È andata per la cresima della contessina Durletti, la conosce? bionda, tanto carina!... A quindici anni non s'era ancora cresimata. Un'altra protetta dalla signora Orlova. Il papà è un vero gentiluomo, senza dubbio, ma è avaro. La figlioletta ottiene quel che vuole dalla signora ANNA.
GINEVRA
pallida:
E così.... è andata.... dalla contessina Durletti e si è dimenticata....
LA SIGNORA FIORENZI
Di lei? Non credo....
ALDA
entra, nervosa e impettita dall'antisala del fondo, con tono stizzoso e facendo giocare un bastoncino che porta in mano:
Ah! Ah! Vedi, sorellina mia, come ho indovinato? Ti ho pescata subito.
GINEVRA
Ma che cosa dici? Che cosa supponi adesso?
ALDA
Nulla, cara. Mi lasci alla pasticceria, con la scusa di far delle spesucce....
GINEVRA
Certo, ho fatto delle spesucce; poi, trovandomi qui a due passi, ho pensato di venire a dare un'occhiata ai tuoi vestiti.
ALDA
Ah, questa sorellina! Dica, signora Fiorenzi, ha visto mai una sorella più zelante? S'immagini che siamo uscite di
casa insieme,'nella nostra automobile, siamo scese alla pasticceria di San Fausto, ed ella, dicendo di tornare tra due minuti, se ne va sola coll'automobile e mi pianta lì.
GINEVRA
Non son venuta per gli abiti, signora Fiorenzi?
LA SIGNORA FIORENZI
comprendendo:
Sì, sì.... è così premurosa per i suoi vestiti! Li ha voluti rivedere.... li ha esaminati.... proprio come se fosse lei la sposa!
ALDA
Oh, la sposa! Ancora per fortuna non lo sono! Tuttavia sono proprio commossa del particolare sentimentale che lei mi svela: commossa per l'interessamento della mia brava GINEVRA. Del resto non mi entusiasmo mai.... né mi eccita l'idea di aver tanti vestiti nuovi, come accade alle signorine in generale!...
LA SIGNORA FIORENZI
Sfido, lei ne ha sempre quanti ne vuole!
GINEVRA
Li indossa tre volte o quattro e poi li butta via!...
ALDA
E nemmeno il matrimonio, vede, mi fa girare il capo!...
LA SIGNORA FIORENZI
Segno che ha avuto sempre molti pretendenti....
ALDA
Benissimo. Ecco perché non sono ancora persuasa che sposerò davvero; o, per meglio dire, che sposerò il mio fidanzato attuale.
LA SIGNORA FIORENZI
Bellissima! Si stanno facendo i vestiti per le nozze e lei non sa ancora chi sposerà!
ALDA
Ma i vestiti si fanno solo per il piacere di far spendere il denaro....
LA SIGNORA FIORENZI
A papà?
ALDA
A papà, al fidanzato, ad altri.... Quale forza ha una donna, se non è buona a mandare gli uomini in rovina? Come può misurare altrimenti il suo valore? Vede, mia sorella GINEVRA non è capace di far spendere denaro a nessuno! Mi dispiace dirlo, ma non interessa.... Ohi! Ohi! Giunge la signora ANNA Orlova.
A GINEVRA:
Disponiti a far bene la parte, bambinella mia. Vedrai che qualcosa alla fine ne ricaverai....
GINEVRA
ALDA, sei cattiva, cattiva!
ANNA
compare dall'antisala del fondo.
Ecco qui, sono qui al lavoro.... Un po' in ritardo, è vero.... ma in tempo per quel che occorre prima di mezzogiorno.... Sono anche tutta per lei, signorina
GINEVRA. Brava. C'è anche la sorellina. Mi fa molto piacere vederle insieme.... Che cosa vi è di più bello di due figliolette che si amano?... La giovinezza è appunto per questo il profumo della vita. Ancora il male non ha morso il cuore delle fanciulle, sono tutte fresche e generose.... Brave, brave, voglio vederle sempre insieme, e ciascuna felice di saper felice l'altra....
Alla signora Fiorenzi:
Abbia l'amabilità intanto, signora, di dirmi quel che c'è da fare. Io posso lavorare e parlare insieme.
LA SIGNORA FIORENZI
Vorrei ricordarle....
ANNA
Ecco, sì, mi ricordi lei, perché, lo sa, il mio cervello alle volte è così leggero che quasi mi pare mi vanisca.... Gli anni!... Già.... divento vecchia!...
GINEVRA
Non lo dica, signora!
ANNA
Le sofferenze sopratutto....
Troncando: Lasciamo andare.
LA SIGNORA FIORENZI
La tagliatrice attende il modello che le aveva promesso.
ANNA
Bene, in due minuti è fatto. Un pezzo di carta.... una matita....
Va a disporsi a disegnare.
Per la marchesa Berardi, è vero?... Bi sogna che io l'abbia avanti agli occhi.... Già.... già.... così.... slanciata.... con quella naturale fierezza.... Ora la vedo.... Il vestito deve essere la persona Ecco quello che le sarte non sanno!... Perciò non hanno fortuna.... Invece ci vuol così poco per aver fortuna!
ALDA
leggermente ironica:
Ma lei è una grande artista!
ANNA
Lo dice per davvero? Lei ha sempre un sorrisetto all'angolo delle labbra....
ALDA
Il mio sorrisetto, signora, non riguarda la sua valentia indiscutibile.
ANNA
E allora?
ALDA
Riguarda piuttosto il suo modo di vedere la vita....
ANNA
E lei, così giovane, ne sa più di me?
ALDA
sempre con il suo sorriso ironico:
No, no.... Non ci badi....
ANNA
Altro, signora Fiorenzi?
LA SIGNORA FIORENZI
Dobbiamo parlare delle due lavoranti entrate stamane in laboratorio e delle altre due che ci hanno lasciate in asso.
ANNA
Parleremo. Ma non mi dia dispiaceri, la prego; non sia troppo rigorosa con le ragazze.... non dobbiamo essere noi a procurar loro le prime amarezze.... Oggi, specialmente, signora Fiorenzi, che sono stata nella chiesina delle brave suore francesi.... Che suoni e che canti!... E tutte quelle bambine vestite di bianco, tra una nube d'incenso!... Il cardinale.... i chierici!... Da noi, in Russia, è diverso.... Ma in certi momenti, così, socchiudendo gli occhi, mi pareva di rivedere.... di rivedere....
Una breve pausa di commozione.
ALDA
Ah, cara signora, quante fantasie ha per la testa! Poverina, non fa che illudersi. Adesso dia retta alla mia sorellina, che è, al contrario di me, molto sentimentale.... E arrivederla. Ma cerchi, santo cielo, di non farsi mettere nel sacco. Ah! ah! ah!
Esce ridendo.
ANNA
con dolore:
Ma perché, perché quella creatura è così amara?
GINEVRA
piangendo:
Perché?... Perché?...
LA SIGNORA FIORENZI
alla prima commessa;
Avete finito? Discendete pure in negozio.
LA PRIMA COMMESSA
si dirige alla scaletta, nel momento in cui compare da essa la seconda commessa,
Di nuovo? Che cosa volete?
LA PRIMA COMMESSA
discende e scompare.
LA SECONDA COMMESSA
La signora Cantelmi si fa annunziare, vorrebbe parlare....
ANNA
Non voglio parlare con quella signora... non mi piace....
LA SIGNORA FIORENZI
avvicinandosi ad ANNA e parlandole in modo che la commessa non oda: Mi perdoni, signora ANNA, ma noi dobbiamo far gli affari, non le pare? La signora Cantelmi, benché a scadenze più o meno lunghe, paga e profumatamente. Altro non ci deve interessare. Lei, in due anni, con una matita, è diventata celebre in tutto il nostro paese.... Se ne avvantaggi.... Io le parlo da direttrice. Vuole adesso stare a selezionare la clientela secondo la moralità?
ANNA
LA SIGNORA FIORENZI
Con queste, lasci fare a me.
ANNA Faccia pure.
LA SIGNORA FIORENZI
alla seconda commessa:
Vada a dica alla signora Cantelmi che salga: l'attendo.
Scomparsa la seconda commessa, ad
ANNA:
La ricevo nel salone. Mi permetta, do un'occhiata intanto al laboratorio.
Esce dietro la tenda del fondo.
GINEVRA che, uscita la sorella, era rimasta a piangere silenziosamente con le mani sul viso, ora scoppia in singhiozzi.
Non posso parlare con certe persone....
ANNA
tralasciando di disegnare s'accosta a GINEVRA e le mette le mani sul capo:
Poverina. Non pianga così. Le ho detto che l'aiuterò.
GINEVRA
Ha sentito come mi tratta? Da sei anni, da sette, da quando aveva appena dodici anni!... Se ne approfitta, perché sa che in casa la padrona è lei, ed io sono un'estranea senza alcun diritto.... E pure siamo figlie della stessa mamma! Oh, la povera mammina, quante ne sopporta anche lei!... Ma non è moglie legittima, comprende? Mentre l'ALDA è stata legittimata dal papà. Un uomo intrattabile, un inferno d'uomo! Ma posso andarmene? Posso abbandonare la casa se non sono cacciata addirittura? Dove andrei? Che cosa farei?
ANNA
Sposerà anche lei....
GINEVRA
Signora buona, lei che è davvero una grande dama, compia interamente il suo atto di generosità....
ANNA
Ma la mamma? Perché non è venuta la mamma? Le avevo detto di condurla.
GINEVRA
Ma non vede che la cattiva ci spia: se appurasse qualcosa andrebbe a dirlo al padre, e questi mi caccerebbe.... sarebbe senza pietà.... Pure la mamma verrà.... è pronta a parlare con lei.... anche lui.... d'altro lato, mi dice: impiegato di banca.... tu sei ormai avvezza ad una vita che con le mie forze io non potrei sostenere, lo stipendio basta appena a me solo: se avessi, invece, da disporre di un piccolo capitale, un po' con la Borsa.... un po' con altri affarucci.... potrei risolvermi subito!
ANNA
E va bene.... Provvedere io, non abbia timore.... Darò io quanto occorre, e lei sposerà.
LA SIGNORA CANTELMI
comparendo dall'antisala:
Permesso?
Tutta frusciante, imbellettata, con un sorriso falso sulla bocca, s'avanza sulla scena:
Ben fortunata di vederla, signora.... Come sono felice di portare questi vestiti disegnati da lei!... È il massimo dello chic, oggi giorno.... Sapesse quante amiche, che non possono, m'invidiano!
A bassa voce, quasi all'orecchio di ANNA:
Ma la prego, se mio marito, per caso, venisse a domandarle....
ANNA
secca, ma sempre con semplicità signorile:
LA SIGNORA FIORENZI giunge subito. Eccola.
LA SIGNORA CANTELMI
Oh, cara signora Fiorenzi, come mi fa piacere di vederla.... devo fare quattro chiacchiere con lei....
LA SIGNORA FIORENZI
Prego, s'accomodi.
Indica il salone di destra, fa passare e scompare.
ANNA
dopo un momento di riflessione, a GINEVRA:
La sua mammina conosce bene questo giovane di cui lei mi ha fatto parola?
GINEVRA
Gliel'ho presentato, di nascosto di mia sorella.... Lei non sa com'è fatta l'ALDA. Per un capriccio, soltanto per toglierlo a me, sarebbe ancor capace di rifiutare l'altro, tutti gli altri che la corteggiano, ricchi, straricchi e di sposare Piero.
ANNA
Possibile? E questo signor Piero.... Piero....
GINEVRA Direlli.
ANNA
Questo signor Piero Direlli, per tornaconto si scorderebbe d'un tratto di lei e sposerebbe sua sorella?
GINEVRA
No, signora, non credo, non voglio supporlo! Forse sono troppo impaurita, e ogni cosa mi dà ombra, mi allarma....
ANNA
Sì, sì, certamente sarà così.
GINEVRA
Ma è meglio far tutto cautamente, mi creda. Che cosa ne sarebbe di me, pensi un po', se io non sposassi!...
ANNA
Sicuro, ma perché non dovrebbe sposare? Si rassereni. Ormai, è concluso, non mi resta che parlare con sua mamma. Anzi, aspetti; qualcosa posso farla subito.
Va allo scrittoio, ne cava fuori un libretto di chèques, ne riempie uno, lo firma, lo strappa. Si avvicina a GINEVRA e le mette in mano lo chèque.
Lo tenga lei o lo dia alla mamma.... Lo cambi al momento opportuno alla Banca. E ora se ne vada subito. Torni a casa per non dar sospetto.
GINEVRA
Oh cara, oh buona, oh santa signora!
ANNA
Vada, bambina, scappi.... Addio.
GINEVRA esce, scappando dal fondo. ANNA torna al lavoro.
LA SIGNORA LAVORANTE
entrando dalla tenda:
La signora ha chiamato?
ANNA
Io no, cara.
LA SIGNORA LAVORANTE
Avrà suonato la signora Fiorenzi.
ANNA
Lì, nel salone.
La seconda lavorante entra per un momento nel salone.
LA VOCE DELLA SIGNORA FIORENZI
Faccia passare 198, 36, 84, 171....
LA SIGNORA LAVORANTE
ricompare, e, traversando la scena, ripete:
198, 36, 84, 171....
Ad ANNA senza fermarsi:
Una cliente vuol vedere degli abiti da sera.
Va a sinistra e dà il segnale di richiamo per i mannequins, che accorrono rumorosamente dal di dentro. A voce alta:
198.... 36.... 84.... 171.
ANNA
cessato il vocio interno dei mannequins, alla seconda lavorante:
Dimmi, tu sei entrata stamane, è vero?
LA SIGNORA LAVORANTE
Sì, signora, con la Mariuccia.... Oh, se lei mi potesse ascoltare un momentino!...
ANNA
Hai da lamentarti, bambina? Di che cosa? Dimmelo pure.
LA SIGNORA LAVORANTE
Lamentarci, no, signora.... ma vede.... noi abbiamo accettato il prezzo settimanale fatto dalla signora Fiorenzi, proprio perché tanto Mariuccia che io siamo assillate dal bisogno.... Mariuccia ha la mamma malata, io sono oppressa da tante altre angustie....
ANNA
contenerezza:
Tante altre angustie? Quanti anni hai?
LA SIGNORA LAVORANTE
Io? Diciannove, signora.
ANNA
Diciannove.... diciannove.... e da quanto tempo sei al lavoro?
LA SIGNORA LAVORANTE
Da tre anni, signora.
ANNA
Va bene, penserò io.... parlerò con la signora Fiorenzi....
LA SIGNORA LAVORANTE
La Signora Fiorenzi non vorrà favorirci.... Eppure non chiediamo che trenta lire in più per settimana. Che cosa sono trenta lire? Ce le conceda lei, senza dirlo alla signora Fiorenzi.
ANNA
La Signora Fiorenzi è la direttrice.
LA SIGNORA LAVORANTE
E lei è la padrona, signora ANNA. Ci aiuti lei! Se lei vuole....
ANNA
Va.... va.... Ma poi, lavorerete di buon animo, non sarete più tristi?
LA SIGNORA LAVORANTE
Vedrà, saremo buone, lavoreremo con impegno....
Dall' entrata del fondo, si presenta un vecchio signore dallo sguardo allucinato, che reca una borsa.
Guardi, c'è un signore.
Lentamente scompare,
ANNA
si volge, squadra il signore, sta a considerarlo un attimo, quasi non credesse ai suoi occhi, poi, con commozione:
Nicola, siete voi, Nicola?
NICOLA
con accento di profonda malinconia e di profonda stanchezza: Sono io.
Si precipita ai piedi di ANNA e le bacia le mani:
Non sono proprio irriconoscibile.
Dopo una pausa di profonda commozione, alzandosi:
Ma vi avevo pure scritto una lettera dall'Ungheria e mi accusaste risposta.
ANNA
trasognata:
Sì, sì, infatti, ho avuta la lettera ed ho risposto. Ma scrivere è un conto, avervi dinanzi....
NICOLA
Già, già, capisco.... E, invece, eccomi.... qui davanti a voi.... proprio al termine del mio viaggio.... Anche a me non sembra vero, eppure è vero!
I mannequins traversano la scena, per scomparire nel salone.
NICOLA,
come offeso dall'apparizione:
Tanti sconvolgimenti, tanta morte, e ancora!...
ANNA
Per non impazzire, ho cercato scampo nella rassegnazione, mi son messa a lavorare.
NICOLA
Avendone viste già tante, non mi rimaneva da vedere che quest'ultima: la principessa
ANNA Orlova, mia padrona, sarta in un paese straniero.
ANNA
Sarta.... sicuro.... Non disegnavo io i modelli per la mia figliuola? Non la volevo la più bella di tutte? Me l'acconciavo, me la contemplavo, le cambiavo un nastro, le davo una piega bizzarra alla veste; se non mi piacevano le scarpette che le avevano messe, se ne sceglievano subito un altro paio; se non mi pareva più adatta la tinta delle rose, subito un mazzolino di primule....
Pausa piena d'angoscia.
Non l'ho potuta più vestire.... non l'ho potuta più acconciare.... Me l'hanno uccisa!...
Piange.
NICOLA
Lasciarono vivo me, invece, quella notte. Perché? Anche la balia ferirono al capo, scambiandola per voi; credettero che foste morta voi, vedendo ruzzolare lei. Ma me, al lume di quelle torce maledette, mi videro bene in faccia, mi bastonarono, ma mi risparmiarono, perché, per loro, il maggiordomo di casa Orlova era un povero diavolo, che non valeva nemmeno una sciabolata! Mi ha tenuto in vita questa rabbia, e, dopo la vostra fuga, sono stato buono, ho finto sottomissione, come una serpe che aspetta l'ora di dare il morso. Ora vi vedo..e. avete la vostra mania, come ho avuto la mia, per reggere in piedi.... avete la mania di vestire fanciulle, di acconciarle, di infiocchettarle, come una volta facevate con la padron-cina.... Non ne ha risparmiato uno l'uragano, siamo tutti o maniaci o dissennati o folli....
ANNA
Anch'io sarei una dissennata, non sarei più me stessa?
NICOLA
Finché ci anima una qualsiasi passione si è vivi e si è se stessi; il male è quando questa passione finisce, allora si è morti.... Fate bene ad essere sarta.,.. Per me, è altra cosa; vi ho trovata, ed il mio compito, la mia mania sono finiti. Già, già, i vostri occhi hanno uno sguardo un po' diverso di prima, sono un po' allucinati, come se avessero guardato sempre in un punto. Eppure voi siete viva, voi siete la stessa. Posso dirvi, ora che son certo di avervi trovata, che dieci minuti fa ero in trepidazione. « Se non fosse lei? » mi dicevo.
ANNA
Come, NICOLA ? ...
NICOLA
S'incontran tanti russi nelle città d'Europa, che si dicon il principe tale, la principessa tal'altra, e noi sappiamo che il vero principe tale, e la vera principessa tal'altra, furono uccisi....
ANNA
Quel che vi scrissi, non vi rassicurò?
NICOLA
.... Ci siamo separati in una bolgia dell'inferno, prima di riconoscerci dobbiamo toccarci con le mani, guardarci bene negli occhi, sentire la nostra voce.
Breve pausa.
Siete proprio voi, la mia padrona. Posso consegnarvi questa borsa che vi appartiene. Eccola qui, tenetevela cara, se non per le gioie che contiene — sono le vostre e valgono molto — per i sacrifici, le astuzie, i pericoli, che ha dovuto sopportare, escogitare ed affrontare quest'uomo, il quale ha vissuto, vi ho detto, soltanto per il livido piacere di non farle cadere in mano degli assassini.... Ci sono, inoltre, le vostre carte personali.... Tenete care anche queste, principessa.... In mezzo alla tempesta, tra stranieri, chi siamo noi? Non abbiamo più nome, non abbiamo più volto, siamo uomini senza più patria....
ANNA
che è rimasta come inebetita:
Le gioie?! Me ne bastava una sola!
NICOLA
Lo sapevo che quella valeva per voi più di tutte le altre insieme.
ANNA
febbrilmente apre la borsa, ne trae delle carte, trae dei gioielli e finalmente un medaglione.
Figlia, bambina mia, Anastasia, mi guardi, sono la tua mamma, e sempre sei nel mio cuore, così come ora ti rivedo, meglio di così!
La bacia a lungo disperatamente poi cade a sedere come ubriaca. Pausa.
I mannequins escono dal salone, traversano la scena, scompaiono. Ancora dal salone, escono la signora Cantelmi con la signora Fiorenzi, che accompagna la cliente all'uscita.
LA SIGNORA FIORENZI.
Va bene, signora, ho compreso, sceglie quello in lilla, con le piccole modificazioni che ho già notate: no, no, stia certa, non glielo manderò in casa: attenderò che venga a prenderlo lei.
LA SIGNORA CANTELMI
esce.
LA SIGNORA FIORENZI si volge, e rimane perplessa.
NICOLA si è alzato. Ha rimesso le gioie e le carte dentro la borsa; ed ora osserva la signora Fiorenzi.
LA SIGNORA FIORENZI ad ANNA:
Signora, io forse disturbo....
ANNA
No, signora Fiorenzi.... È un mio vecchio amico di Russia; abbiamo parlato di tante cose del passato....
LA SIGNORA FIORENZI
Lo vedo, lei soffre molto, signora.
ANNA
a NICOLA :
È la mia direttrice.
NICOLA
Bene, è giunta in punto.
Alla Fiorenzi:
Da ora in poi, signora direttrice, lei può pure chiamare la signora ANNA, principessa....
LA SIGNORA FIORENZI
Non mi stupisco, da un pezzo in ogni gesto, in ogni mossa, in ogni parola avevo già sentito, nella signora ANNA, una vera dama.
NICOLA
Ne sono assai soddisfatto.
Breve pausa.
Sono stato per lungo tempo maggiordomo di casa dei principi Orlova, poi ho dovuto lottare molto in mezzo alla rivoluzione: sono vecchio e gli sforzi a cui ho dovuto costringermi, mi hanno stremato. Potrei morire stasera o tra un quarto d'ora.... Questo particolare per se stesso non importa. Importa soltanto perché lei sia testimone che io, umilissimo servitore, sono venuto qui per recare in questa borsa, alla principessa ANNA, le poche ricchezze superstiti di casa Orlova. Ha bene inteso, signora?
LA SIGNORA FIORENZI
Sì, signore, ho inteso.
ANNA
NICOLA, perché parlate come se doveste partir subito e lasciarmi per sempre dopo avermi ritrovata? E proprio così interamente distrutto il vostro cuore, da non sentire che sarebbe per me un gran conforto potervi tenere con me in questo esilio che durerà sino alla morte?
NICOLA
Non sono più al caso di potere ubbidire, né di potere andare ne di poter restare. Non posso più poter volere nulla.
ANNA
NICOLA! ...
NICOLA
Propriamente morto. Trovai un giorno a Berlino un cameriere di Mosca, mio conoscente, che si spacciava per conte.... Vistosi riconosciuto da me, venne a battermi la mano sulla spalla: « Lo so che sei ricco; — mi disse — andiamocene, vecchia volpe, a New York, e passiamo allegramente quel po' di vita che ci resta. Quel che è stato buttiamocelo tutto dietro le spalle, e divertiamoci. » Diceva proprio « divertiamoci » capite, principessa, e fumava intanto il suo grosso sigaro masticandolo fra i denti.... Cacciatomi, una sera, in un caffè di Budapest, in cerca di un tale da cui speravo qualche notizia di voi, vidi ballare, nuda, in
mezzo ad una folla di crapuloni e di meretrici, la mia nipotina Macha, che avevo amata più dei miei occhi... Basta, basta, padrona mia, ecco.... Io voglio solo sdraiarmi e dormire.... Un sofà, un'ottomana, è l'unica ricompensa che vi chiedo.
ANNA
Sopra,
NICOLA, in casa mia,
NICOLA
No, no; in un angolo qualunque.
Va lui stesso come ad esplorare.
LA SIGNORA FIORENZI
Nel salone....
ANNA
come ebete:
Nel salone....
NICOLA
che è giunto sulla soglia del salone:
Sì.... qui.... qui.
Tornando indietro e buttandosi ai piedi di ANNA, per baciarle la gonna:
Perdonatemi, padrona mia, principessa.
Alzandosi:
Voi avete ancora da vestire tante fanciulle, infioccarle, ingalarle.... Solo.... Solo....
Esce da destra,
ANNA rimane come svanita a fissare il vuoto; poi torna a considerare il medaglione, se lo reca ripetutamente alle labbra.
LA SIGNORA FIORENZI
dopo una lunga pausa; con voce quasi atona:
È mezzogiorno, le lavoranti escono.
Le lavoranti invadono la scena avviandosi ad uscire. D'un tratto echeggia una detonazione, che le inchioda, come se le fulminasse.
ANNA
NICOLA!
TELA
ATTO SECONDO
Il salone della sartoria. Eleganza modernissima. Una entrata in fondo, due laterali.
All'alzarsi della tela sono in iscena, separatamente, la signora Cantelmi con Jole Doris; la contessina Durletti con la baronessa D'Albini.
LA SIGNORA CANTELMI
d'un lato della scena con Jole Doris:
Mia cara Jole, tutto sta che questa principessa, dopo aver ricevuto tanti denari, continui a far la sarta.... In questo caso, ti garantisco che la mia presentazione ti gioverà molto: non perché io goda le simpatie della padrona, ma perché sono protetta dalla signora Fiorenzi.
Jole Doris E potrò pagare quando ne avrò?
L,A SIGNORA CANTELMI
Non precipitare, adesso vedremo. Intanto, nemmeno a farlo apposta, ti sei vestita e truccata da quella cocotte che sei, senza riguardo, e senza tener conto del mio avvertimento.
Jole Doris
Fammi il piacere. Non sarà poi una sartoria per educande questa!
LA SIGNORA CANTELMI
No. Ma la principessa ama le signorine dal musino mielato, e se ti vede....
Jole Doris
Si scandalizza.
LA SIGNORA CANTELMI
Sicuro, e i tuoi affari con la ditta si rendono più difficili!
Jole Doris
Va là, che questa gran dama deve
averne fatte più di me e di te insieme.... Figurati, i gioielli che giungono in una borsa, recati da un Uomo misterioso che si uccide.... La principessa, come nulla fosse, continua a far la sarta!...
LA SIGNORA CANTELMI
Zitta e ringrazia il cielo, se davvero è così....
Girano per il salone guardando intorno.
LA CONTESSINA DURLETTI
alla baronessa d'Albini:
E il papà, capisci, sempre a rimproverarmi la mia amicizia con la signora ANNA: — Una sarta! — diceva lui. — Tu, cugina Elvira, l'hai veduta alla mia cresima, quale signorilità, quale finezza, nella sua semplicità! Il giorno appresso, nemmeno a farlo apposta, i giornali la chiamavano principessa....
LA BARONESSA D’ALBINI
E quell'uomo si uccise proprio in questo salone?
LA CONTESSINA DURLETTI
Così m'è parso di capire leggendo gli stessi giornali.... Era il maggiordomo, il quale, dopo tante peripezie, ritrovava la padrona e consegnatele non so quante gioie, si tolse la vita, perché — così ha lasciato scritto — non aveva più ragione di vivere.... È bello, cugina Elvira, non ti pare?
LA BARONESSA D’ALBINI
Se è così, è bello certamente.
LA CONTESSINA DURLETTI
Lo metti in dubbio? Mi dai un dispiacere.
LA BARONESSA D’ALBINI Che cosa vuoi, se ne leggono tante sui giornali, specie intorno ai russi, che, senza volerlo, si diviene diffidenti. Però ti ripeto che, per questa signora, nutro tanta simpatia, se no, non ti avrei accompagnata.
Entra dal fondo la signora Evelina, discreta nei modi, dolorosa nel viso, con la figlia GINEVRA. Guardano intorno e rimangono in piedi, un po' costernate.
LA SIGNORA EVELINA
a bassa voce alla figlia:
Figlia mia, solo per te posso compiere un passo simile.... A momenti mi sento mancare....
GINEVRA
Siediti, mamma, abbi ancora compassione.
LA SIGNORA EVELINA
sedendosi, come non si reggesse più in piedi:
Compassione? Per la mia bambina?...
Tutto l'amore, devi dire, con cui ti ho allevata, come ho potuto, tra le sciagure della mia vita.... Ma, ahimè, questo amore praticamente non vale nulla. E perciò ho la forza di tornare ancora da questa tua benefattrice e di chiederle altro denaro, tendendo la mano come una poverella, la quale non potrebbe giovare davvero a sua figlia, se anche si strappasse le viscere dal dolore!
GINEVRA
Mamma, mamma!
LA SIGNORA EVELINA
Non ti rammaricare. Dimmi ancora di questo tuo giovane che mi hai presentato, di questo Direlli. Sarà davvero il marito che ti ci vuole? E perché chiede ancora denaro? E perché non ha voluto venire anche lui con noi?
LA CONTESSINA DURLETTI
alla baronessa D'Albini, vedendo comparire la signora Fiorenzi:
Ecco la signora Fiorenzi. È la direttrice.
LA SIGNORA FIORENZI
entrata in sala da sinistra è subito abbordata dalla signora Cantelmi:
Cara signora....
LA SIGNORA CANTELMI
Sono venuta ad importunarla, ma, lei lo sa, io la considero come la mia protettrice....
LA SIGNORA FIORENZI
Naturalissimo. Si favoriscono le buone clienti....
LA SIGNORA CANTELMI
Ecco qui, vorrei presentarle la mia amica, la signorina Jole Doris, che ha qualche proposta da farle.
LA SIGNORA FIORENZI
Molto fortunata.
Avendo volto gli occhi intorno, saluta con un cenno del capo la contessina Durletti, poi, accorgendosi della signora Evelina e di GINEVRA, alla Cantelmi:
Mi permettano un momento. Poi passiamo di là.
Va verso la signora Evelina, saluta e a bassa voce:
Le attende. Mi domandava di loro proprio adesso. Si accomodino.
Fa passare da sinistra; e rivolgendosi dentro:
Mariuccia, accompagnate le signore.
Uscite Evelina e GINEVRA alla contessina Durletti:
Un minutino ancora: quelle due signore avevano appuntamento. E’ molto felice di saperle qui; appena libera, sarà da loro.
Tornando alla signora Cantelmi:
Domando scusa, bisogna servir tutti.... Andiamo pure.
LA SIGNORA CANTELMI
Ma.... prima d'ogni altro: ora che la signora ANNA è principessa, ha intenzione di continuare la professione?
LA SIGNORA FIORENZI
Quale domanda? Ma principessa era anche prima, non lo sapevamo noi, ma lo era....
LA SIGNORA CANTELMI
Oh, mi basta! Sono felice!
Entra ALDA, con la solita aria impertinente e il solito bastoncino che fa giocare con la manina nervosa, seguita da Dino
BIAGIOLI, Edoardo Debrè, Renzo Valpoi.
ALDA
a voce alta, sbarazzina:
Signora Fiorenzi, la reclamo subito. Accorra, la prego! ..
Picchia con il bastoncino Renzo Valpol, che la trattiene per un braccio:
DEBRE’
Un po' di rispetto perdinci! Non siete in casa vostra!
ALDA
Prendete anche voi!
Colpisce anche DEBRE’.
VALPOL
a Dino BIAGIOLI;
Bella autorità! Lasci che picchi i tuoi amici.
ALDA
Autorità, lui! Si metta in mente di essere il mio bob foxterrìer. Signora Fiorenzi, il mio fidanzato deve pagare altri quattro abiti.
LA SIGNORA FIORENZI
Oh, signorina!... Lei giunge in un momento.... Altre clienti,... Se vuole attendere....
ALDA
Oh, attenderemo.... Io cammino sempre con un seguito appunto per non annoiarmi.... Vada, vada pure. E tanti saluti alla principessa!
Uscita la signora Fiorenzi con la Cantelmi e la Doris:
Una principessa, non si scherza!... E che bel salone!... Ecco come va il mondo. Una russa misteriosa.... una borsa probabilmente vuota... il suicidio di uno sconosciuto.... i giornali fanno un gran chiasso e la fortuna è fatta; tutte le donne corrono a vestirsi qui!...
VALPOL, voi che fate commercio di suole di gomma e siete uno sportman, dovreste combinare un'avventura clamorosa. In questo caso sposerei voi.
DEBRE’
Senti, Dino?
BIAGIOLI
Ma lasciatela scherzare. Perché mi sono fidanzato con lei? Perché scherza sempre!
VALPOL
Scherza, ma tu impallidisci. Vedrete, ALDA, vincerò un campionato automobilistico!
ALDA
È questa la grande avventura? Mi fate ridere. Piuttosto preparatevi ad accompagnarmi al Continental una di queste sere. Voglio venire a ballare.
BIAGIOLI
AI Continental? Sei pazza!
DEBRE’
a BIAGIOLI:
E perché te la prendi? Se hai detto che scherza.
BIAGIOLI
Ah, ma su questo punto non scherzo io!
ALDA
Vedremo. Ti dico, anzi, che tu mi ci accompagnerai. Verranno anche DEBRE’ e VALPOL!
BIAGIOLI
Io non permetto che la mia fidanzata vada in un ritrovo di mondane....
ALDA
con una risatina squillante:
Ah, ah, ah, lui non permette!
BIAGIOLI
Né certamente tuo padre.
ALDA
Papà? Con me?... non l'apparta caro!... Vedi dove lo tengo papà? In questo taschino, per rispetto.... Te, invece, ti tengo al guinzaglio, boby!
DEBRE’
State bene tutti e due: papà e fidanzato!
A BIAGIOLI:
Tu non dici più nulla?
VALPOL
Che cosa deve dire, povero Dino!
ALDA
Non può dir nulla. O così, o....
VALPOL
O?...
ALDA
....vada pure al diavolo!... Come si è arricchito suo padre durante la guerra? Alle spalle del Paese, fabbricando pessimi calzoni per i soldati.... Può sperare di sposare una aristocratica mingherlina, tisicuzza, piena di « oh! di ih! di uh! » come io ne conosco? Non credo.
Ammicca per indicare la contessina Durletti.
Quelle lì, poi, le abbiamo sorpassate e messe fuori combattimento. Muoiono di fame, pur continuando a darsi delle arie di raffinate! Noi siamo del tempo nostro, invece, viviamo all'americana. Qua non
è più questione d'essere conti o marchesi, si tratta, invece, di aver due automobili, un palazzo in città, una villa fuori, servi, vestiti.... e divertirsi....
VALPOL
E Dino deve provvedere....
ALDA
Naturalmente. Ci si ficca in un'industria, si fa un bel ricatto a una banca, si gioca alla Borsa....
DEBRE’
E si finisce in galera....
ALDA
indicando Dino:
Ci finisce lui, se è stupido! Io no!
ANNA compare da sinistra.
ALDA
con tono un po' ironico:
Principessa, i miei umili omaggi. Posso avere l'onore di altri quattro suoi disegni per vestito?
ANNA come interdetta, mortificata e stupita, rimane un po' immobile a considerare ALDA.
ALDA, che dapprima ride e fa delle smorfie, pian piano si sente imbarazzata, pur ostentando allegra ironia:
Ma che cos'ha, principessa? Perché mi guarda così? Che cosa mi vede indosso? Lo sa lei che ha uno sguardo un pochino strano.... di pazzerella, vorrei dire....
ANNA
riscuotendosi:
Ah, le pare? Le pare che nei miei occhi ci sia qualcosa di molto strano?
Pausa.
Se è stata franca, voglia esserlo ancora.... dica.... dica....
ALDA
Dio mio, scherzavo.... Lei prende tutto sul serio....
ANNA
Ritorni, signorina; per il momento c'è troppo daffare.... E parleremo dei vestiti.... e poi anche un po' di questo non so che lei ha scorto nei miei occhi.... Però adesso mi aspetti un momento, ho bisogno di dirle subito un'altra cosa che mi preme assai....
Si avvicina alla contessina Durletti, che si è alzata in piedi, le prende il capo tra le mani, la bacia in fronte.
Va in viaggio con il papà, dunque? Va bene. È molto bello un viaggio all'età sua con il papà, che vive interamente della sua bella bambina
BIAGIOLI
Ti ha messo subito a posto.
ALDA
Me? L'ho messa a posto io!
LA CONTESSINA DURLETTI
Le scriverò, perché io non posso mai dimenticarmi di lei.... Prima di partire, volevo condurle qui mia cugina, la baronessa D'Albini.... Si son già vedute alla mia cresima. È così giovane, vede, e già ha una bimba.
ANNA
alla D'Albini:
Una bimba?
LA BARONESSA D’ALBINI
Sì, signora, da un anno. Rosea, paffuta, se la vedesse!...
ANNA
Oh, la cara mammina che lei è! Sia felice, signora, e sappia conservarsi la sua felicità....
LA CONTESSINA DURLETTI
Mia cugina mi ha promesso di tornare a trovarla....
ANNA
Mi farà tanto tanto piacere. E venga dunque anche con la bimba.... così la conoscerò.... e se non piangerà, la terrò un po' in braccio....
LA BARONESSA D’ALBINI
Io ne sarò ben felice....
ANNA
bacia la contessina, stringe ancora la mano alla D'Albini, e le accompagna all'uscita. Le due s'inchinano e scompaiono. Essa resta un momento come una che voglia raccogliere i pensieri: poi si volge ad ALDA, e le fa cenno con la mano, perché le si appressi, senza badare ai tre giovanotti, quasi senza vederli.
ALDA un po' beffarda, ma in fondo subendo la soggezione che le incute ANNA, si appressa a lei, che la conduce ancora in disparte.
ANNA
fissandola negli occhi, e parlando lentamente, ma con intensità:
Lei è una giovinetta, ed ha, senza saperlo, la crudeltà dei bambini.
ALDA Ne è certa?
ANNA
Sì.
Pausa.
La sua mamma è di là, non glielo nascondo, ed io fo di tutto per alleviarle la pena che la consuma. Lei, signorina, ha il papà, porta il nome del papà, in casa è la padrona, perché nemmeno la mamma è moglie legittima....
ALDA
interrompendo:
Io amo la mia mammina!
ANNA
Lo so. Ma non pensa che la mammina ha un'altra figlia, la quale è soltanto tollerata in casa; mentre per il cuore della mammina, questa figlia è figlia quanto lo è lei.
ALDA
Oh, brava! Lei è proprio al corrente
dei fatti di casa mia, ma li vede a modo suo. È inutile starne a parlare. La GINEVRA s'attira da sé la sua sciagura, perché piagnucola, fa la sentimentale, e non sa essere moderna.... Se fosse spigliata, noncurante, allegra, spavalda, gli uomini le girerebbero attorno.... Invece, è un funerale, e con il funerale, certo, non si fanno le nozze!... Ha capito? Anche lei, cara principessa, mi sembra d'un'altra età, d'una età ormai passata; al presente, ci vuol altro! E tanti saluti, perché mi sono seccata! Andiamo, Boby, anche voi « pechinesi »!
Esce di furia, seguita dai tre giovanotti.
ANNA rimane stordita, in un'angoscia cupa, desolata, irrimediabile, cogli occhi nel vuoto come se vedesse sorgere immagini del tempo passato in vivo contrasto con la presente realtà.
LA SIGNORA FIORENZI
entra da sinistra con la Cantelmi e la Doris, attraversa in silenzio la scena con esse, le accompagna sino alla soglia del fondo e le congeda. Poi torna indietro, e, ad ANNA, dopo un momento di esitazione: Devo farle uscire?
ANNA
Sì. È andata via.
LA SIGNORA FIORENZI esce da sinistra, poi rientra accompagnando la signora Evelina e
GINEVRA.
ANNA, a queste, come per non lasciar loro il tempo di ringraziare: Vadano.... Vadano....
Quasi balbettando, con una voce piena di stupore e di dolore:
Ho parlato.... ho detto quel che ho potuto.... Ma i tempi sono mutati.... mutati.... vadano....
Pausa. Poi, dopo una esitazione:
Badino allo chèque che ho dato adesso....
Lei ha fatto male, signorina GINEVRA, ha fatto male a girare il primo al signor Piero Direlli.... Sarà un buon giovane.... certamente.... Ma finché non è suo marito.... ecco.... finché non è suo marito.... Vadano.... Senza piangere.... non bisogna piangere.... bisogna essere allegre.... spavalde.... I tempi sono mutati....
Le congeda senza lasciarle parlare, ed esse escono tra mortificate e stupite, accompagnate dalla signora Fiorenzi.
LA SIGNORA FIORENZI
torna indietro e pacatamente ad ANNA:
Signora, salga su nel suo appartamento e vada a riposare.... È tanto stanca.... da alcuni giorni riceve così forti emozioni.... Vada a riposare un po'....
ANNA
Adesso.... fra poco.... Se il mio povero vecchio NICOLA non si fosse ucciso.... Egli pensava di aver fatto tutto per me, e quindi ha creduto di poter fare ormai soltanto per sé.... ed ha sbagliato.... sbagliato....
S'avvia a sinistra stancamente ed esce.
LA SIGNORA FIORENZI che l'ha seguita ad una certa distanza, sta per varcare la soglia anche lei, quando viene chiamata a voce bassa dal fondo.
Il Commissario Signora.... signora Fiorenzi.
LA SIGNORA FIORENZI si volge di scatto, riconosce il commissario di polizia, e, turbata, guarda dentro, come per accertarsi che ANNA non possa accorgersi di nulla. Il commissario a passi rapidissimi e in punta di piedi, è venuto avanti, sino alla signora Fiorenzi, a bassa voce, quasi all'orecchio di lei:
Sì, sì, che la signora ANNA Orlova non sappia nulla La nostra presenza potrebbe sconvolgerla dopo quel suicidio.... Desideriamo soltanto delle informazioni. Vada, si assicuri che essa non sospetti che sono qui con il giudice istruttore.
LA SIGNORA FIORENZI
Ma.... signor commissario, se mi di cesse.... Lei capirà
IL COMMISSARIO
Vada per adesso; le spiegheremo tutto fra poco. Siamo pieni di riguardo, vede.... Ritorni quando sa che la signora non ci può udire.
La sospinge leggermente, e quand'è sicuro che s'è allontanata, spiega la tenda della porta. Il giudice istruttore comparso già sulla soglia del fondo si avanza. Il commissario, andando alla parete di destra:
Ecco, qui c'è un'altra sala.
Apre la porta di destra e osserva dentro.
Benissimo, senz'altra uscita. Possiamo farli passare subito qui, per richiamarli al momento opportuno. Che cosa ne dice?
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Faccia lei. In queste operazioni lei è più bravo di me. Piuttosto, durante l'inchiesta, che nessuno entri nella sartoria e nessuno ne esca.
IL COMMISSARIO
Tutto predisposto: due piantoni nella sala, due al portone, e due al negozio, per rimandare i clienti che vorrebbero entrare.
Il Giudice Istruttore
E allora li faccia passare e li chiuda lì dentro.
IL COMMISSARIO
va al fondo, e chiamando a voce bassa:
Corelli, faccia passare.
DMITRIEFF
entra ed affettatamente inchina il commissario ed il giudice:
Signori, ancora li prego che si ricordino di risparmiare emozioni troppo violente alla mia signora e padrona, la principessa ANNA Orlova. E ancora sofferente; un nonnulla potrebbe toglierle la ragione.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Va bene, signor DMITRIEFF, abbiamo compreso. Lei ha il difetto di perdersi in troppe chiacchiere e le assicuro che questo non giova alla causa.
IL COMMISSARIO
Avanti. Entri la principessa, l'amministratore.... signor.... come si chiama.... Nikitin ed il dottor Reist,
DMITRIEFF
Immediatamente, signori, abbiamo piena fiducia nella loro equità. Noi stessi ci siamo rivolti a loro, noi stessi ci siamo messi nelle loro mani.
Va al fondo, fa cenno, poi si pone d'un lato, e inchina profondamente la principessa ANNA Orlova numero due, la quale entra pomposamente vestita avendo tuttavia nel gesto uri che di sussultante e anormale e negli occhi un continuo ribriltìo di sofferente. La seguono Nikitin e Reist.
DMITRIEFF
prosternandosi, con voce melliflua:
Non temete, principessa, mia nobile padrona, questi due signori sono giudici imparziali; essi vogliono compiere giustizia e restituirvi quanto indegnamente vi ha rubato questa avventuriera, usurpando il vostro nome.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Signora, vi prego di guardare in faccia me, e di non rivolgervi continuamente al vostro medico dottor Reist, ne al vostro segretario signor DMITRIEFF.
REIST
con tono quasi imperioso, fermo, suggestivo:
Principessa, ve lo ha già detto DMITRIEFF che non avete nulla a temere. Dunque, guardate bene in viso il signor giudice, e rispondete senza reticenze a tutte le domande che egli vi fa.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Or dunque, se ve lo dice il vostro medico, potete fidarvi.
Breve pausa,
A me preme che ancora una volta mi confermiate di essere
scandendo le sillabe:
la vera principessa ANNA Orlova.
La principessa Numero Due si volge a DMITRIEFF e a REIST come un po' stordita.
REIST
Non avete compreso? Il signor giudice vi domanda se siete voi la vera principessa ANNA Orlova. Rispondete subito. Voi sapete di essere chi siete!
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
con una violenza nervosa che la scuote tutta:
Io! Sono io la principessa!
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Badate, signora. Io non voglio ancora dubitare di nulla. Ma vi avverto che se poi risultasse che la principessa Orlova non siete voi, voi subireste una grave pena, andreste in carcere.
REIST
Temete il carcere, voi, signora? Se siete la principessa ANNA Orlova, non potete temerlo!
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Io sono la principessa ANNA Orlova.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Va bene, ed affermate ancora di aver girato il mondo, di aver viaggiato in Italia con questi signori, in cerca di vostra figlia, la quale, secondo voi, sarebbe viva ancora?
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Viva! Viva, signore! Mi hanno dato un colpo sulla testa, quella notte, vedete?
Mostra un a cicatrice sulla fronte.
Ma la mia bella figlia, si è salvata, salvata certamente. La ritroverò.... l'ho tenuta qui.... al seno.... la figlia mia!...
IL GIUDICE ISTRUTTORE
L'amavate molto è vero?
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Signore.... mia figlia!...
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Calmatevi, comprendo.... comprendo....
IL COMMISSARIO
che ascolta l'interrogatorio stando dinanzi alla porta di sinistra, si volge dentro:
Un momentino ancora, signora Fiorenzi. La chiamerò io, non dubiti.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Per concludere, signori, anche voi confermate ancora una volta che la vera principessa Orlova è la signora qui presente?
DMITRIEFF
Sicuramente, signor giudice. Io sono il suo segretario da dodici anni. Il dottor REIST la serviva già prima della guerra, a Mosca.... Nikitin sostituì l'antico amministratore che fu chiamato alle armi, il secondo anno della guerra.... Per noi, signore, è addirittura una eresia che qualcuno possa mettere in dubbio la personalità della principessa.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
lo non so nulla e per me non ci sono eresie. Per me, esiste un fatto molto grave in contrasto con le vostre asserzioni. Qui, in questa casa, appena quindici giorni fa, si è ucciso, dopo aver consegnato alla padrona la borsa di gioie che voi reclamate, il signor
NICOLA Scialakin. Egli ha lasciato in iscritto una chiara spiegazione di tutta la sua condotta, accompagnando il foglio con i documenti personali della principessa Orlova.
DMITRIEFF
Ma perché si è ucciso, signor giudice? Perché si è ucciso? È questa la questione. Io già gliel'ho detto. Ho conosciuto NICOLA Scialakin a Budapest, tre mesi fa. Era un vecchio squilibrato, sempre ubriaco; tra l'altro mi raccontò di avere ricevuto un colpo atroce nel vedere una sua nipote ballare nuda in un caffè concerto. Era un pazzo. Glielo assicuro io. Si è ucciso, infatti.... Non poteva finire che così!
IL COMMISSARIO
Signor giudice, non crede sia il momento di farli passare nell'altra sala?
IL GIUDICE ISTRUTTORE
che osserva i quattro con le labbra strette e aggrottando le ciglia:
Sì, sì, si accomodino di là adesso. Li richiamerò, se occorrerà.
DMITRIEFF
umile, mielato:
Ancora una piccola cosa, signor giudice.... ecco.... La signora principessa non le ha già fornito altri suoi documenti personali indiscutibili?...
IL GIUDICE ISTRUTTORE
rudemente:
Sì, lo so. Basta. Voi dovete parlare soltanto quando siete interrogato.
DMITRIEFF
avviandosi dietro gli altri alla porta di destra:
Sono pieno di rispetto.... ma per spiegare.... per spiegare.... per illuminare la giustizia....
IL COMMISSARIO
fa passare i quattro stranieri nella sala di destra e ve li chiude. Si volge al giudice, il quale, alzatosi, va avanti indietro pensieroso:
Mi pare sia il caso di fare avvertire subito.... l'altra principessa.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Non rimane altro.
IL COMMISSARIO
va alla porta di sinistra, e chiama:
Signora Fiorenzi.
LA SIGNORA FIORENZI
si presenta in agitazione.
Sono qui, signor commissario, per carità, mi spieghi.... lo vede? sono molto agitata. Che cosa succede? Le guardie nel negozio.... ai portone.... Per fortuna, la signora ANNA non sa nulla....
IL COMMISSARIO
Meglio, e non sia agitata affatto. Che cosa c'entra lei? Dunque, senza mostrarsi per nulla allarmata, preghi la signora ANNA di venire qui, e stia certa che il signor giudice le parlerà con la massima cordialità; poche informazioni soltanto, ecco.
LA SIGNORA FIORENZI
E così stanca, così afflitta, specie dopo la morte del suo servo. Di tanto in tanto le vedo tra le mani il medaglione con l'immagine della figlia e spesso resta a contemplarlo per intere ore.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
L'immagine della figlia.... morta!
LA SIGNORA FIORENZI
Sicuro.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Già.... già.... Le dica dunque che l'aspettiamo....
LA SIGNORA FIORENZI
Come comanda.... Ma li prego.... li scongiuro....
IL COMMISSARIO
Stia tranquilla.
LA SIGNORA FIORENZI
esce da sinistra.
IL COMMISSARIO
Al giudice:
Per quella, la figlia è viva. Per questa, è morta.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Eh!... Non è il solo punto oscuro. Ma non ne parliamo. In un caso simile, non v'è di peggio che suggestionarci l'un con l'altro.
IL COMMISSARIO
Non insisto. Voglia darmi gli ordini del momento.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Appena entrata quest'altra signora, lei trovi modo di andar di là e metter subito le. mani sulla cassaforte.
IL COMMISSARIO
Va benissimo. Volevo, prima che mi sfuggisse la riflessione fatta, dirle qualcosa intorno a quel dottor REIST, se me lo permette, s'intende. .
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Dica. Anzi!,..
IL COMMISSARIO
In questo secondo interrogatorio, ho notato che questo REIST tiene sempre gli occhi addosso sulla donna, quasi suggestionandola....
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Non mi è sfuggito. Ma ci sarebbe una giustificazione; egli è il medico e cura la donna di nevrastenia e di psicastenia.
11 tono, dunque, da tenere con lei, non potrebbe essere diverso.
IL COMMISSARIO
Può essere anche così, non c'è che dire.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Lei capisce che noi giochiamo colla materia più sottile e imponderabile che si possa immaginare, benché il fatto come fatto, la borsa, le gioie, e tutto il resto, potrebbero far pensare a un reato d'indole grossolana. La seconda principessa è suggestionata da REIST? ma quando parla della figlia, ha anch'essa come quell'altra accenti di commozione d'una indubbia sincerità.... Il dottor REIST può essere un briccone senz'altro, ma i sentimenti più importanti di questo dramma di certo non può guidarli lui.
IL COMMISSARIO
che si tiene sempre verso la porta di sinistra:
Eccola!
ANNA
entra un po' stanca, ma senza alcun segno di smarrimento, seguita dalla signora Fiorenzi; con voce naturale, sicura, sebbene lenta e dolorosa:
Buon giorno, signori. Vogliono parlare con me?
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Ci perdoni, signora, se siamo tornati a importunarla, ma la colpa non è nostra, bensì di quel suo vecchio e bravo servo fedele, che ebbe la cattiva idea d'uccidersi, mentre se ne poteva ormai star qui buono e tranquillo, e darci lui, per lei, tutte le spiegazioni occorrenti....
Pausa.
Vede, signora, noi non pretendiamo di voler sapere come lei spende i suoi denari.... Lei ne è padrona, e ne faccia quel che crede.... ma è accaduto proprio stamattina un fatto così strano....
ANNA
senza turbarsi:
Strano?... Come, signore?
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Parli, commissario.... Il commissario ha stamattina dovuto arrestare un certo ragionier Pietro Direlli.
ANNA
scuotendosi:
Come? Arrestato?
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Dunque lei lo conosceva?
ANNA
No, signore, ma sapesse quanto ne soffro!
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Se non lo conosceva nemmeno!
ANNA
Ah, ma conoscevo una signorina.... So io, signore, mi permetta di essere discreta.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Abbiamo compreso lo stesso. Nel portafogli di questo signore, un ladruncolo che ne ha fatte parecchie presso diverse banche, è stato, infatti, trovato uno chèque suo, signora, intestato alla signorina GINEVRA Tarpetti.
ANNA
Sì, verissimo.... povera ragazza.... povera giovane....
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Povera davvero, ed anche un po' stupida se ha girato lo chèque ad un mariuolo sperando di esserne sposata.
ANNA
Ah, dunque lei sa anche....
IL COMMISSARIO
Ha confessato tutto, per scaricarsi d'una nuova possibile accusa.
ANNA
Adesso, in quella casa è una rovina.... Il padre saprà tutto.... Oh, povera fanciulla!...
IL COMMISSARIO
Ecco, signora, bisogna essere molto diffidenti.... La vita, al momento presente, è piena di avventurieri, di esseri senza scrupoli, che battono le strade della città come lupi famelici.... Essere caritatevoli, largamente generosi, così, ad occhi chiusi, glielo assicuro, non è utile a questa svolta di vita.... Da galantuomo, ecco, volevo prima di tutto avvertirla.
ANNA
Pensavo di aver fatto bene, aiutando una povera giovane che si trova in una condizione penosa. Io non posso veder soffrire la giovinezza; che colpa hanno le fanciulle di quanto accade di turpe? Si presentano a questo mondo disposte al bene, piene di sogni; poi da questo mondo vengono trattate rozzamente, vilmente, e cadono come vittime.... Che pena, signore, che pena danno al cuore!
IL GIUDICE ISTRUTTORE
disorientato dalla risposta sincera e commossa:
Quanto lei dice, signora, la giustifica di già. Tuttavia sono costretto a farle una domanda un po' indiscreta.
Breve pausa.
Questo mondaccio di cui abbiamo parlato, manca d'ogni finezza e perciò giudica ogni cosa all' ingrosso e dal punto di vista più volgare; esso dice: quella tal signora russa che si è risaputo essere una principessa, se è una principessa, perché fa la sarta? E perché, facendo la sarta, è capace di dar via delle vesti costose e persino regalar denaro a questa o a quella signorina?
ANNA
Lei lo ha detto, signore, io già mi sono giustificata. Potrei rivelarle un sentimento mio più intimo.... Ma lei è cosi corretto che mi permetterà di rimanere silenziosa....
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Da uomo, stia certa, rispetterei con commozione il suo silenzio, ma io sono anche un giudice; prima di tutto, anzi, giudice.
E, per il suo bene, la esorto, anche se debba costarle un sacrifizio, a rivelarmi anche i suoi intimi pensieri; questo servirà a facilitare a me la via della verità, e a lei a render chiara la sua situazione....
ANNA
Perché, signor giudice, non è chiara?
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Mi lasci dire. Sono, me lo creda, suo amico. Si confidi dunque. Altrimenti, vede, dei malevoli, degli avventurieri, possono dire: Questa signora ha ricevuto per qualche milione di gioie e le butta via. Perché? Forse non è la vera principessa Orlova e forse quel denaro non è suo....
ANNA
A me non importa il denaro, signor giudice.... Non m'importa di nulla. La colpa è stata tutta della morte, che ha ucciso chi doveva rimaner viva, mentre, sfiorandomi, ha lasciato per ischerno sopravvivere me. Da sopravvissuta, vesto, nella giovinezza vivente, il mio ricordo; in tante fanciulle, quella che fu mia, la mia Anastasia. E un terribile giuoco del mio dolore, signor giudice, lo so; ma mi fa vivere.
Pausa piena di commozione.
LA SIGNORA FIORENZI
Signora.... signora.... su.... sia forte....
IL COMMISSARIO
Signor giudice, le pare sia il caso ch'io con la signora Fiorenzi usciamo, per lasciarla libera?
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Sì, vada pure.
IL COMMISSARIO
Venga con me, signora Fiorenzi.
LA SIGNORA FIORENZI
Con lei? di là?
IL COMMISSARIO
Sì.... È necessario.... Le spiegherò....
Spinge leggermente ma risolutamente la signora Fiorenzi e la fa passare da sinistra uscendo anche lui.
ANNA
Vedo bene, signore. C'è qualcosa che lei ha voluto tacermi sin ora.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Sì.... È inutile nasconderglielo. Il commissario è andato di là per impossessarsi delle chiavi della cassaforte. Vi tiene ancora le gioie lei?
semplicemente:
ANNA
Sì, signore, intatte.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
La sua semplicità è già una buona testimonianza in suo favore. Meglio, molto meglio!
ANNA
Non si tratta soltanto dell'arresto del signor Direlli?
IL GIUDICE ISTRUTTORE
No, è una semplice coincidenza.
Breve pausa.
Sia forte e m'ascolti con attenzione. Vi è una signora, russa come lei, che viaggia con un seguito, la quale afferma, in maniera categorica, di essere lei la principessa ANNA Orlova.
ANNA
stordita:
Una russa.... che viaggia con un seguito.... dice di essere lei....
Pausa.
Ah già, me lo disse il mio vecchio Nicola: Ci sono tanti russi per l'Europa che si fanno passare per signori....
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Sì, può darsi. E noi siamo qui appunto per smascherare i truffatori e attribuire la ricchezza a chi realmente appartiene....
ANNA
Tutto per il denaro? E allora che importa, signor giudice? Dia a questa russa la borsa dei gioielli, e che se ne vada e mi lasci in pace....
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Ah, lei farebbe così?
ANNA Sì, signore, così.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Ma non può farlo, perché c'è la Giustizia. E per la Giustizia, ora che il dilemma è posto fra queste due donne, lei e l'altra, si tratta di stabilire con piena certezza chi delle due sia la vera principessa, e far pagare all'altra il fio della sua falsa affermazione.
ANNA
E io, perciò, dovrei mettermi a competere....
IL GIUDICE ISTRUTTORE
E necessario, signora. Lei non può dire « si prendano pure le gioie e se ne vadano » perché lei ha già avuto le gioie come sue, e legalmente le ha fatte passare per sue. Ammettendo dunque, senza concederlo, che le gioie siano di quell'altra, lei è già caduta in reato, per il fatto di averle tenute come sue, anche se ora le restituisca.
ANNA
Io non restituisco, signore. Siccome non m'importa di averle, dico: se le prendano pure, se ne vadano.... sono dei ladri, peggio per loro e per la loro coscienza.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Ma non può farlo dinanzi alla legge. Dinanzi alla legge lei deve dimostrare che la vera principessa Orlova è lei e che le gioie che ha tenute presso di sé le appartengono. Poi può farne quel che vuole, buttarle anche dalla finestra....
ANNA
Non ho la forza.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
E allora vuol fare dubitare della sua vera personalità? Che cosa dirà la società di lei?
ANNA
con dolore amaro:
La società!... Ma che cosa m'importa, signore?
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Vuole andare in carcere, mentre sa di essere innocente?...
ANNA
In carcere?...
Breve pausa.
E mi mandino in carcere.... Quel che ho nel cuore mi rimane sempre nel cuore e nessuno può togliermelo.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Mi no, non è vero nemmeno questo.
ANNA
Come? Mi si può togliere quello che ho nel cuore?
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Non siamo padroni nemmeno dei nostri più intimi sentimenti, nemmeno delle nostre memorie.
ANNA
tremante:
Che cosa vuol dire?
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Voglio dire, dimenticando un momento
di essere giudice, parlando da uomo che ha visto e sofferto, che anche quanto di più inviolabile ci pare essere custodito in noi, d'un tratto può venirci violentemente conteso.
ANNA
Conteso il mio amore per quella che non c'è più?
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Ma non capisce che se lei resta inerte dinnanzi ad una che afferma di essere la principessa Orlova, le cede implicitamente il diritto di maternità sulla figlia che fu sua?
ANNA
ripetendo smarrita:
Implicitamente il diritto di maternità....
Come pazza:
Dov'è? Dov'è questa donna?... Ch'io la veda! Che mi guardi negli occhi! Che mi dica in faccia che la mia figlia era la sua! ...
Il commissario e la signora Fiorenzi rientrano accorrendo.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Sì, così! Finalmente! Si difenda con tutte le sue forze!
Ha fatto un cenno al commissario, il quale si è precipitato alla porta di destra, l'ha aperta e ha fatto passare i quattro stranieri.
ANNA
andando con violenza incontro alla principessa numero due.
Tu! Chi sei tu?
Come pazza, la guarda, la squadra:
La balia! La balia! La balia di Anastasia, Palaghea! Palaghea! Tu!
IL GIUDICE ISTRUTTORE
accorrendo mentre tutti vogliono parlare:
Silenzio! La balia, ha detto! Parli, signora!
ANNA
La balia di Anastasia, di mia figlia.... diciannove anni è stata in casa mia!
REIST
Ecco una trovata! E’ furba la sarta!
DMITRIEFF
ad ANNA:
La finisca d'inventare!
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Silenzio voi!
Alla principessa numero due:
Or dunque che cosa avete raccontato? Voi non siete la principessa Orlova, siete la balia che ne ha allevato la figlia.
REIST
intervenendo prontamente alla principessa numero due con tono suggestivo:
Ma non capite? Si metta in dubbio che la figlia sia vostra!
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Stia zitto le ho detto!
REIST
La giustizia deve dar modo a una malata di difendersi.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
alla principessa numero due:
Rispondete, dunque!
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
con uno scatto nervoso:
La figlia è mia, io la cerco, la troverò!
ANNA ,
lanciandosi contro:
E tua? Tua Anastasia? E la cerchi? È morta la figlia mia, non c'è più!
REIST
Capite? Dice che Anastasia è morta, e non è vostra figlia, ma sua, perché voi non siete la principessa Orlova!
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Sono io!...
REIST
Ripetetelo.... Ripetetelo!
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Sono io, sono io, perché la figlia è mia!
REIST
Voi avete bene udito, signor giudice.
ANNA
Palaghea, ti hanno fatto uscir pazza!
REIST
Scossa di nervi ma non pazza! Ad ogni modo, da medico, prego di non trattenere oltre la principessa.
ANNA
No.... no....
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Vadano.... Vadano. Tanto, ho sentito abbastanza.
ANNA
Palaghea.... Palaghea....
IL GIUDICE ISTRUTTORE
ad ANNA, trattenendola, mentre il commissario fa uscire dal fondo i quattro stranieri:
Sì, la balia, può essere.... Ma se lei è la madre, il suo sentimento saprà gridare più alto e ci rivelerà la verità, ch'è fatta dell'amore più forte.
TELA
ATTO TERZO
Camera in un albergo di lusso. Il letto, con il capo alla parete di sinistra, si stende verso il centro della scena. Sul davanti della stessa parete una porticina quale mette nello spogliatoio, e, più in fondo, nello stanzino da bagno. A destra una porta normale che si apre in uno studiolo e in un salot-tino. È sera. Lampade accese.
REIST
alla principessa Orlova numero due, stesa sul letto, dopo averle tenuto il polso guardando allo stesso tempo l'orologio:
Niente; va benissimo. Vedete? Stasera è scomparsa persino la solita febbretta. Adesso, dunque, levatevi, fate il vostro bagno tepido, muovetevi un po' prima di mettervi a letto, prendete la solita tazza calda con le gocce che vi tengon calma; e poi dormite.... dormite tranquillamente....
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Una parola dormire!...
REIST
Sicuro, se pensate ad altro è difficile:
bisogna che pensiate soltanto ad addormentarvi. Su, Dunia, vestite la vostra signora ed aiutatela a levarsi. Credo che non vi troviate male in questo albergo. Se avete da lamentarvi di qualche cosa, ditelo, noi parleremo al direttore. Siamo sempre ai vostri ordini, lo sapete bene.
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Sì, sì, lo so, siete tanto buoni ma ancora non troviamo Anastasia....
REIST
con tono suggestivo e imperativo:
Vi ho detto che la troveremo e dovete crederci.
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
quasi con timidezza:
Sì.... sì.... ci credo. Non mi sgridate.
REIST
Io non mi permetto mai di sgridarvi. Voglio però che crediate in me.
DMITRIEFF
Dice bene il dottor
REIST. Ora che siamo sulla buona strada, non dovreste lamentarvi più... Le vostre gioie, intanto, non sono più in mano della ladra. Le ha la Giustizia, e domani ve le consegneranno.
REIST
Sicuro, vi saranno consegnate....
Con tono forte e suggestivo:
Perché la principessa ANNA Orlova siete voi.
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Sì, sì, sono io.... Ma quella donna.... che mi fissava negli occhi.... e gridava.... A me è parso che la conoscessi.
REIST
Vi è parso.... ma che cosa significa? Ci sono tante donne che si somigliano!
E poi non dovete proporvi questioni simili perché altrimenti vi agitate, state male, non potete più guarire!... Avete compreso? Rispondetemi chiaramente.
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Sì, sì, ho compreso. Ma anche ieri, anche oggi, questi interrogatori del giudice! Questo continuo domandarmi se io sono la principessa Orlova!... Oh, che male!... Che male!... Molte cose non so raccontarle.... I pensieri mi sfuggono....
REIST
Non importa. Voi siete sicura di essere chi siete, oppure volete passare per una mentitrice? Rinunziate a trovare vostra figlia?
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Non lo dite! Grido.... mi mordo.... mi uccido....
REIST
E dunque, abbiate fiducia.
Imperativo:
Voi non penserete a nulla tutta la notte e dormirete tranquillamente.
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Sì, farò così. Ve lo assicuro.
DMITRIEFF
Noi scendiamo giù, principessa, nell'atrio. Qui, al Continental, la sera si balla. Vi sono dei ricchi signori, delle belle signore, una radunata molto elegante in una parola. E bene che noi ci siamo, in modo che tutti sappiano che noi non ci nascondiamo.
REIST
Non ci allontaniamo un solo istante dall'albergo, e perciò al minimo bisogno suonate il campanello e fateci chiamare. Il bagno è preparato, Dunia?
DUNIA
Lo preparo subito, dottor REIST.
REIST
Va bene.
DMITRIEFF
Buon sonno, principessa.
REIST e DMITRIEFF escono dal fondo.
DUNIA
che ha fatto indossare alla principessa numero due una vestaglia, le ha messo ai piedi le pianelle, l'ha fatta alzare, accompagnandola verso la porta di destra:
Mentre preparo il bagno e dò una rassettatina allo spogliatoio, statevene nello studio o nel salottino, padrona mia, e movetevi un po'; siete stata quasi tutto il giorno a letto.
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Sì, sì, muovermi un po'.... È necessario....
DUNIA
Così, tra un quarto d'ora, vengo a chiamarvi, vi preparo la tazza per le gocce.... vi rifaccio il letto.... e trascorrerete la notte senza quei brutti incubi delle due notti scorse....
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Maledizione! Maledizione!... Non voglio più pensarci.... quella donna.... che urlava....
DUNIA
Sicuro, non pensarci più. E’ il meglio.
Scompaiono tutt'e due da destra. Si apre cautamente la porta del fondo e fa capolino il commissario di polizia.
IL COMMISSARIO
con un soffio, volgendosi indietro:
Non m'ero ingannato. Sono passate altrove. Entrate.
Entra la signora Fiorenzi che si ferma sulla soglia. Il commissario si è avanzato di qualche passo e ascolta.
Sono di là.
Indica a destra.
Dietro il paravento.
LA SIGNORA FIORENZI scompare dietro il paravento. Il commissario torna indietro a chiuder la porta del fondo con la massima cautela. Si avanza di nuovo ad ascoltare; d'un tratto, rapidamente si nasconde anche lui dietro il paravento. DUNIA entra da destra, traversa la scena, esce dalla porticina di sinistra, che lascia socchiusa.
IL COMMISSARIO
con un soffio:
La donna che serve a noi è lì.
Indica a destra.
L'altra bisogna isolarla.
Facendo attenzione a destra, perché non sia veduto, va alla porticina di sinistra, entra rapidamente, e, poco dopo, si sente fiocamente che qualcuno picchia ad una porta. Egli ricompare e chiude a chiave la porticina, torna al paravento.
LA SIGNORA FIORENZI
Che cosa fa?
IL COMMISSARIO
Può picchiar quanto vuole. È chiusa a chiave in fondo, nel bagno; prima c'è uno stanzino che uscendo ho pure chiuso e poi quella porticina. Ascoltiamo. Non s'ode nulla, e certamente picchia.
Con altro tono:
Signora, badate a voi adesso. Parlate mentre ancora potete. Siete certa che la principessa è l'altra?
LA SIGNORA FIORENZI
Sì, certa.
IL COMMISSARIO
Come potete dirlo?
LA SIGNORA FIORENZI
Lo sento. Avrei corso come una pazza in automobile per venirla ad avvertire? L'avrei pregata di telefonare al signor giudice?
IL COMMISSARIO
E siete anche certa, che, uscita di casa, agitata come me l'avete descritta, l'altra corresse qui?
LA SIGNORA FIORENZI
Certa. Non passan due minuti che la vedrà comparire.... Ha fatto bene ad avvertire il direttore dell'albergo di lasciarla passar subito.
IL COMMISSARIO
che ha sempre badato a destra:
Zitta.
Rassicurato:
No, nulla. È in fondo nel salottino, oltre lo studio. E se lei sbagliasse, signora Fiorenzi?
LA SIGNORA FIORENZI
Non posso sbagliare. Mi si è comunicato lo strazio di quella donna. Questa qui non è che la balia.
IL COMMISSARIO
Lei già lo sa! È incredibile. Come se noi non avessimo fatto tutte le ipotesi!
LA SIGNORA FIORENZI
Vedrà, la mia povera signora riuscirà a chiarir tutto!... E che gli altri malfattori non scappino, commissario!...
IL COMMISSARIO
Adesso vorrebbe dar lei dei consigli alla Polizia? Da quattro sere, ci sono colleghi miei giù, che ballano da gran signori.... in frak.... Zitta, qualcuno è dietro la porta, ecco, apre!
ANNA
apre la porta del fondo, entra, richiude la porta. Rimane sconvolta e ansante in mezzo alla stanza, si stropiccia gli occhi, si guarda intorno, sta per avviarsi a destra, quando sulla soglia compare la principessa numero due. Con dolore e con bontà profonda:
Palaghea!
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Sei di nuovo davanti a me? Che cosa vuoi farmi? Mi vuoi fare impazzire?
Chiamando:
Dunia! Dunia!
ANNA
correndo a trattenerla, stringendola forte:
Palaghea, non chiamare nessuno. Sta sola con me un po', non ti voglio far male, ti voglio far tanto bene. Ascoltami, senti la mia voce. Quegli altri ti fanno impazzire! Sono degli assassini!... Io lo so che tu non hai colpa, l'ho compreso; tu sei convinta: hanno approfittato dei tuoi nervi scossi per farti credere quello che non è. Se tu m'ascolti, se riconosci la mia voce, se mi guardi bene, se mi baci la mano come me la baciavi allora.... sei salva.... rientri in te....
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
La tua voce.... i tuoi occhi....
ANNA
con immensa dolcezza:
Ricorda. Sforzati di ricordare. Tu sei venuta dalla Piccola Russia, a Mosca.... Non ti ricordi? Eri così forte, robusta, e bella.... come una delle più belle contadine della Piccola Russia. Non ti ricordi, Palaghea? E ti accompagnava il fratello.... E non ti ricordi che cosa disse il principe quando ti vide? « Ecco una russa di razza! » Così ti disse, e tu eri tutta ritrosa e ridevi....
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
ebete:
Ero una contadina della Piccola Russia e venni a Mosca.... Già.... già.... Ma perché vederti mi fa male? Perché ricordo di averti conosciuta, una volta, tanto tempo fa.... eppure non riesco a capire chi sei?... La verità è che sono tanto stanca, e vorrei addormentarmi, dormire tanto e morire.... Ma c'è mia figlia.... la mia Anastasia ancora su questo mondo, e non posso andarmene senza prima ritrovarla, rivederla....
ANNA
La vuoi ritrovare, rivedere? Sì, sarebbe una grande gioia. Hai ragione. Ma non si può più, io te lo giuro!
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
scattando:
Vattene! Vattene! Io ti ammazzerei, vedi!
ANNA
Hai ragione Palaghea. Anch'io da me stessa mi ammazzerei, quando penso che non la rivedrò più.
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
presa da un impeto di crisi:
Tu non c'entri! La figlia è mia! E mia!
ANNA
Sì, sì, aspetta. Non voglio dirti di no. È tua. Calmati. Vedi? Ti dico che è tua....
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
con sollievo, risponde:
Ah, lo dici che è mia!... E allora.... Allora parla, ti voglio ascoltare....
ANNA
Vedrai che io ti consolerò, perché saprò ricordarti per filo e per segno tanti particolari della bambina. È vero: tu l'amavi tanto. L'hai tenuta al tuo seno, l'hai vegliata tante notti. Ti ricordi quando stava per morire? Che notte terribile! Era divenuta rossa in viso.... la piccola gola chiusa.... soffocava per la difterite.... E da rossa ardente si faceva violacea.... S'era mandato per il medico; il medico non giungeva, i minuti non passavano mai: poi il medico giunse, ne giunse un altro, ne giunse un terzo.... Che strazio tutta la notte! E il principe? Piangeva come un bambino, e tu da brava avevi anche l'animo di fargli coraggio.... La servitù, di là, in piedi, ad aspettare.... E molti dei servi piangevano anch'essi e non si raccapezzavano più....
Breve pausa:
E quando poi guarì, che festa, quale gioia per la casa!... Dove s'andò, poi? Dimmelo tu.... Tu devi saperlo dove si andò.
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
smarrita:
Dove s'andò?
ANNA
Non c'era già il disgelo.... e gli alberi non eran tutti ingemmati?... Non la portavi per i campi la tua bambina di due anni, bene imbacuccata? L'aria tersa.... il sole fulgido.... una primavera piena!... La portavi anche nella serra a mostrarle tutti i fiori già sbocciati....
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Sì, c'era il sole!... Tutto era verde!... Certe volte alzava le manine, perché voleva prendere i rami....
ANNA
Sì, proprio così.... Ma i rami eran troppo alti....
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Sì, eran troppo alti....
ANNA
Al ritorno a Mosca, era ridivenuta forte e tonda, paffuta, chiacchierina.... Ti ricordi che già parlava tanto tanto; voleva sapere il perché d'ogni cosa.
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Parlava tanto, voleva sapere il perché d'ogni cosa.
Piange in silenzio.
ANNA
Piangi? È bene che tu pianga. Lo vedi, sono l'unica da cui tu possa ricevere conforto.... Siediti, riposati qui. Io starò come una poverella vicino a te.
La fa sedere e le s'inginocchia ai piedi.
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Hai ragione.... Non voglio pensare a nulla.... Altrimenti non capisco più.... Sei quella dell'altro giorno? No. Un'altra....
Ma allora mi avevano detto che tu volessi rubarmi la figlia.... È vero, questo? Dimmelo.
ANNA
No, Palaghea, non è vero....
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Se così, non mi fai più paura. Anzi mi fai bene. Alzati, tu non devi stare per terra.
ANNA
Perché mi esorti a questo modo? Vuol dire che ti ricordi bene di me.
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
agitandosi:
Mi fai di nuovo impazzire!...
ANNA
No, voglio solo saperlo.
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Che pena, io provo, sapessi! E come se il cervello mi venisse lacerato! Ti sento parlare, ed è come se sentissi parlare una morta!
ANNA
È giusto. È giusto.... Vedi che il tuo cervello, pur così malato, indovina?
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Indovina davvero?
ANNA
Sì, sì.... io veramente sono come una morta.... E tutte e due ci confortiamo, perché parliamo di cose morte, che però sono le uniche che ci tengono in vita, in questa specie di barlume di vita.
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
E certamente così. Tu mi hai sempre saputo spiegare bene le cose. Tu hai letto sempre tanti libri. L'inverno tu passavi giornate intere a leggere nel tuo studio....
ANNA
Nello studio, è vero.... dietro il salone, in fondo alla casa.... Vedi che ti ricordi? D'un tratto entravi tu, con Anastasia che s'era svegliata, e ci mettevamo a sedere per terra sul tappeto a giocare con la palla.... E Anastasia rideva rideva quando la palla veniva a balzare sul tuo viso o sul mio....
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
ridendo puerilmente:
Sì.... sì.... come rideva.... ridevamo.... tutte e tre....
Con altro tono:
Alzati, non stare per terra.... Tu non devi stare così inginocchiata!...
ANNA
Ci sto bene, Palaghea. Te lo assicuro. Stiamo vivendo davvero, adesso.... Come quando sole con lei si andò in treno sino a Riga a raggiungere il principe che era presso lo czar per la rivista delle navi....
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Già.... È vero.... Quante bandiere.... Quante belle uniformi.... Un gran viavai.... E poi le navi.... I colpi del cannone.... E tutte le campane delle chiese....
ANNA
Aveva già undici anni, allora.... Era già una signorina.... Ed era vestita.... Era vestita.... Non sapresti dirmelo tu?
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Aspetta, aspetta.... Su quella bella nave dove ci condussero gli ufficiali.... Il vestitino l'avevi disegnato tu.... Sono sicura.... Ed era carino.... Tanto carino.... Tutto in bleu, con il berretto da marinaio....
ANNA
Te lo ricordi? Te lo ricordi?
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Io io vedo.... Ma la sera.... La sera.... Dove andasti tu? Io rimasi con Anastasia
in quell'albergo così bello.... Ma tu non c'eri più.... Dove eri andata tu?
ANNA
Era un dovere.... Andai con il principe...
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
afferrando il ricordo:
Al gran banchetto del nostro piccolo padre.... Sedesti a mensa con lo zar!...
Rimane cogli occhi spalancati nel vuoto in un sacro stupore, poi, presa da un tremito:
Alzati, non stare così per terra....
Forte, quasi con terrore sacro:
Alzati, ti dico.... Alzati.... Io non ho la forza di trarti su. Non devi stare così tu.... Voglio baciarti la mano.... voglio baciarti la gonna....
ANNA
A chi vuoi baciare la gonna, a chi vuoi baciare la mano.... se mi guardi negli occhi e ancora non mi ravvisi?
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
smarrita:
A chi voglio baciare la mano?... A chi voglio baciare la gonna?...
ANNA
A quella che io ero, e che non riconosci più. Ma sono la stessa, la stessa di quella notte in cui tutto fu distrutto.... Ricordati bene ormai.... Al buio.... Camminammo tentoni per le stanze.... La slitta era pronta....
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Sì.... lo vedo....
ANNA
Ci precipitammo per le scale.... Ma le fiaccole sbucarono da tutti i lati. Tu l'avevi in braccio, come se avesse ancora un anno.
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Stretta, sì, volevo difenderla con i denti.
ANNA
Cori i denti la difendesti. Ti vidi perduta con la figlia. Ti gridai « Bada, Palaghea, ti uccidono, me la uccidono! »
LA PRINCIPESSA NUMERO DUE
Ti udii.
ANNA
Ma stramazzasti.
PALAGHEA
urlando:
Ahi! Ahi!
ANNA
Non avesti il tempo di vederla! Trafitta.... squarciata!...
PALAGHEA
No! No!
ANNA
Sì,
PALAGHEA,
la vidi io, ed ebbi sulle guancie le mani sporche dei ladroni che mi irrisero, mi sputarono in faccia e mi scacciarono, credendomi te, la balia, e che fossi stata uccisa io!
PALAGHEA
gemendo:
Non c'è più!... Non si troverà più! E lo dici tu? Tu?
ANNA
Io, PALAGHEA, la mamma! Dove vuoi trovarla se non in me, nel mio cuore? Guardami, guardami!
PALAGHEA
presa da un tremito violento:
Ti ho vista! Ti ho vista!
ANNA Orlova, mia signora, eri tu, eri tu stessa!
Si getta in ginocchio ai piedi della padrona; mentre il commissario e la signora Fiorenzi accorrono.
TELA
EPILOGO
IL velario si schiude pochi minuti dopo la fine del terzo atto. La stessa scena, trasfigurata dalla luce turchina della lampada da notte. Or sì or no, s'udrà, per tutto l'epilogo, della musica interna, variata secondo i momenti dell'azione.
LA SIGNORA FIORENZI sta presso il capezzale di Palaghea.
ANNA piange. Il giudice è in piedi in fondo alla scena a contemplarla. Il commissario è uscito.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
ad ANNA:
Dal momento che sono entrato ed ho appreso, io la guardo principessa Orlova, e mi pare di scorgere intorno al suo capo come un'aureola di luce. Sono davvero grato al mio ufficio che mi ha riservato la soddisfazione di veder trionfare, pur tra la brutalità di urti e contrasti, la forza di un sentimento giunto a tanta potenza da illuminare l'animo sincero sì ma turbato di questa povera donna e da far brillare in una giusta luce d'affetti l'immagine di colei che non è più nel mondo. Lei ancora una volta e per sempre è madre felice. E questa felicità vorrei scorgerle sul viso, invece delle lacrime che i suoi occhi continuano a versare.
ANNA
Grazie, signor giudice, per le sue parole piene di bontà e d'intelligenza. E per davvero è come se colei che non è più nel mondo, mi fosse stata or ora restituita un'altra volta. Ma la mia povera carne che ancora mi tiene qui legata, pur fra tanta gioia, per umana debolezza si rammarica ch'ella, la figlia mia, non compaia di nuovo a un tratto di carne anch'essa e viva in modo da potere essere stretta dalle mie braccia e raccolta tutta al mio seno che ardentemente la vorrebbe qui.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Vinca, ancora, signora, lei che sa vincere! Qui? Di nuovo realtà fragile quella che l'anima sua ha reso verità immortale?
S'ode nel corridoio l'accorrere e il rincorrersi di gente sbandata che ride, grida, schiamazza.
Ascolti!
ANNA
Ascolto. Perché tanto frastuono?
IL GIUDICE ISTRUTTORE
La vita, signora, quella che nega i grandi sentimenti, cioè la verità, perché non ne è capace. Per essa ogni pretesto è buono a divagare. Sente? si sbanda, ride, schiamazza, sale, discende, si urta, ruzzola....
Breve pausa.
I commissari di certo inseguono i ladri: li arrestano. Un atto di giustizia si compie. Ma per quelli che ballavano giù non è che un carnevale.
Si apre la porta e si presenta, vestita di rosso ed ubriaca, ALDA .
IL GIUDICE ISTRUTTORE
Chi vi ha dato il permesso di aprire? Chi siete voi?
ALDA
Un'ubriaca che però la principessa conosce. Mi rallegro per lo spettacolo offertoci. La caccia è riuscita a meraviglia, su e giù per le scale, per i corridoi.... Un vero spasso.... Però, signora principessa, l'avverto, che molti vestiti da lei forniti alle dame, si sono, per la furia, stracciati e sbrindellati; e pure ridiscendono a ballare. Vestiti che ballano, principessa, perché non ricoprono che marionette. Peggio per lei, se s'illuse di coprirne esseri umani.
ALDA scompare, richiudendo la porta.
IL GIUDICE ISTRUTTORE
ad ANNA:
Lei vestì la sua idea, il suo divino tormento. Questa inconcludente ridda di ubriachi che si dicono vivi non la riguarda più.
ANNA
Sì. Ora comprendo.... Si è veramente vivi, quando per la vita si è morti.
PALAGHEA
scuotendosi di soprassalto:
Principessa, dove vai? La bimba.... Attendi.... È ora che si levi.... Via, per i campi.... nel sole....
ANNA
Sì, nel sole....
Alzandosi:
Con noi.... Più viva della vita....
FINE