Trattoria "Bella Napoli"

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SAVERIO Ah, oijoco oj…

Titolo: Trattoria "Bella Napoli"
Autore: Mauro Palumbo
Durata: 2 atti da un'ora ciascuno (totale 2 h)
Genere: Commedia
Persone: 12 (8U - 4D)
Nazion: Italia (Napoli)
Epoca: Contemporanea


Trattoria ?Bella Napoli?: note di Regia.
Note generali:
Trattoria ?Bella Napoli?, è una commedia napoletana moderna in due atti, molto divertente ambientata in un locale di ristorazione.
La protagonista assoluta della commedia è la città partenopea, osservata dal punto di vista di una tradizionale trattoria locale. Si narra la storia della famiglia Sarnataro, composta da Saverio, titolare della trattoria, e da Vera, sua giovane figlia. Il gusto e la capacità di valorizzare tale senso, alla luce della secolare tradizione della cucina partenopea, fanno da sfondo alla storia narrata.
Il protagonista maschile, il gestore della trattoria Saverio Sarnataro, sotto il peso delle minacce della camorra, vive una crisi della propria napoletanità. Per Saverio, Napoli è senza dubbio la più bella tra le mamme. Ma anche la più crudele. Più i suoi figli le sono fedeli, più li rinnega, li respinge, li costringe a un esilio forzato. A Saverio, dunque, Napoli appare come una mamma senza coscienza, che vive un rapporto di odio e amore nei confronti dei propri figli. Intorno alla figura del protagonista, gravitano esilaranti personaggi, come il personale della trattoria (la cassiera, due camerieri e lo chef), il camorrista ed il commissario, i clienti ed, infine, l?originale e divertente figura del parcheggiatore abusivo del locale, il quale arrotonda l?attività anche in qualità di cantante della trattoria.
I personaggi della commedia sono dodici: identificano, allo stesso tempo, il bene e il male della città ed hanno il merito di far scivolare le vicende rappresentate sui binari di una originale e vivace comicità.
Contrapposto al nome della trattoria che fa da cornice agli eventi narrati in questa commedia (?Bella Napoli?) è rappresentato tutto quello che di Napoli stenta a cambiare. Il finale della commedia rappresenta il sogno di salvare Napoli da Napoli, con le sue disfunzioni, i suoi malcostumi, ma anche con le sue meraviglie e la sua profonda umanità. Di salvare la napoletanità. Che forse, non esiste. Perché forse, la napoletanità, è solo una bufala. Forse non è niente di più di una cadenza, un accento. Ma in un mondo imbastardito, in cui la gente, distratta dalle idiozie del tubo catodico, ignora le proprie radici, sentirsi parte di qualcosa può significare dare una profondità diversa alla propria vita.
Tra tanti difetti, i napoletani hanno l?innegabile pregio di sentirsi parte della propria terra, della propria città. Sentono di appartenere a qualcosa. Fosse anche un accento?


La Compagnia Teatrale

 


Presenta:

                   Trattoria “Bella Napoli”

di Mauro Palumbo

E-mail: tabularisa@libero.it - cellulare: 3287127022

PERSONAGGI E INTERPRETI:

Saverio Sarnataro                           (Antonio Errico)

Vera, sua figlia                            (Feliciana Tufano)

Chef                                              (Enzo Sagliocchi)

Binotto, il parcheggiatore-cantante  (Ferdinando Sorbo)

I° Cameriere: Checco                    (Danilo Coppola)

II° Cameriere: Stefano                  (Mauro Palumbo)

Sig.ra Seccia                                 (Gabriella Striani)

Sig.ra Tedeschi                            (Cristina Barucco)

Camorrista                                            (Felice Pace)

Carmine, il disoccupato             (Roberto Clemente)

Commissario Santandrea               (Michele Sibilio)

Azzurra                                        (Francesca Errico)

ATTO I

SCENA PRIMA(Saverio, Vera, Chef)

La scena si apre nell’anticamera di una trattoria di Napoli. Alle pareti quadri e stampe caratteristiche della tradizione napoletana. Sono visibili la cassa e la cassiera sulla destra, la porta di ingresso sul fondo, con accanto un appendiabiti. Al centro, un bancone da bar. Sulla sinistra la porta di entrata alla sala ristorazione e sul fondo, spostato sulla sinistra, l’entrata della cucina, entrambe con porte tipo saloon. Sulla musica di apertura, entrano due camerieri con delle portate in mano ed escono velocemente da sinistra.

MUSICA 1: Stacco musicale di apertura della commedia (1’5’’- 1’15’’)

SAVERIO   (Saluta due clienti dalla porta sul fondo) Arrivederci, spero che tutto sia stato di vostro gradimento… Trattoria “Bella Napoli”, ricordatevelo. Veniteci a trovare spesso, è stato un piacere, ancora ossequi… (Chiude la porta e cambia radicalmente tono) All’anema de’ peducchie. Ma io non mi faccio capace. Questi sono i giovani d’oggi… Con la scusa della dieta, entrano, mi occupano un tavolo per un’ora e mezza, pe’ se piglià due insalatine miste e ‘na minerale?!? E quando si sono alzati pareva che tanto avevano fernut’o cenone ‘e Natale! Seh! (Prende in mano una foto della moglie e la guarda) Ai miei tempi, se volevo fare colpo su una ragazza, invece ‘e farla fa ‘a famme, ordinavo ‘nu ruoto a due piazze ‘e sasicce e friarielli! O no, Lucì? (Bacia la foto della moglie)

VERA   Seh, seh! Je che Romanticone!

SAVERIO   Uè, a te… Stai a posto tuo!

VERA    Eeh. mamma mia Saverio… Oggi nun te se po dicere niente!.

SAVERIO    Prima di tutto, per te nun sò Saverio, ma sò papà! Tutto al più, pozzo arrivà a concepì “babbo”... Saverio: scuordatello!

VERA   Avere a che fare con te è bello, pecchè sì moderno… Aspiè, ma te pozzo dà ‘o tu? O preferite il voi, don Savè?!?
SAVERIO   Nennè… Tu è inutile ca’sfotti… Ma dico io, quello è accussì facile: papà. Che te costa? Secondo me o’ffaie sulo pe’ dispietto!

VERA    Io?!? Ma quando mai, Savè!

SAVERIO    Mannaccia…! Po’ dici che sto nervoso… E ce credo! In questa trattoria mi sento solo, abbandonato… Se non ci fossi io a stare dietro dietro alla manovalanza, questo locale andrebbe a rotoli…

VERA   Uuh! Ecco qua, ci risiamo oj: ecco le solite manie di persecuzione e di protagonismo... Come si’ddiventato pesante! Dint’a  ‘capa toja, tutti quanti ce l’hanno cu’te, sempe cu’te. Adda fa’ sempe ‘a vittima, l’esagerato…

SAVERIO  Ma che devi capire tu, ca’ nun sai dicere manco papà, quello che patisco io qua dentro. Accerchiato solo da sfaticati buoni a nulla… (Frena la polemica colta nello sguardo della figlia) E’ inutile ca’ fai smorfie! E poi, quando parlo ‘e sfasulati non c’è l’ho principalmente con te, piccerè…

VERA    Aaah! E grazie tante Savè.

SAVERIO   (Nervoso) Papà!

VERA   (Pausa) Eh, va buò Savè!

SAVERIO  (Guardando la foto della moglie) Dammi la forza tu che non ci sei più, Lucì! Beata a te che te’ levata ‘a miez ‘e botte! Ma tu lo vedi cosa devo sopportare… (Quasi in estasi) Un mago della ristorazione come me. Un artista dell’intrattenimento culinario…

CHEF   (Esce dalla cucina soffiandosi il naso)  Prrrr!

VERA   (Ride) Ah, ah!

SAVERIO   Chi è, chi m’ha fatto ‘o pernacchio?!? (Scorge lo Chef) Ah, sei tu…! E come osi, come ti permetti?

CHEF    Ma perché, è vietato ‘a se sciuscià ‘o naso?

SAVERIO   Ma dico io: uno, prima di soffiarsi il naso si guarda attorno, se guarda i fatti suoi, vede se è il caso…

CHEF   Ah sì? E scusate tanto se il naso mio nun v’ha cercato permesso!

SAVERIO   E’ inutile che fai l’ironia... (Imita lo Chef) Ma, dico io, te pare ‘na cosa normale? Tu jesce spavaldo ‘a dentro ‘a cucina, e prrr…

CHEF   Embè?

SAVERIO  E se c’era un cliente, se qualcuno stava parlando che figura ce fai fa?!?

CHEF   Aggio capito, don Savè… Il buon nome dell’azienda dipende d’o naso mio… (Fazzoletto alla mano si aggira con circospezione nella sala per pochi secondi, guardandosi attorno)

VERA   Ma che stai facendo?

CHEF (Si soffia il naso in maniera fragorosa) Prrrrr… Prr… Prrrrrrrr… Pr… Aaah!

SAVERIO   Che faticata, è? ‘Nda retta, scioscia a sensibilità tua! Vabbuò? (Si incammina a sinistra)

CHEF   Scioscierò sensibile don Savè…

SAVERIO   (Fermandosi) Ah! E visto che stai qua, t’aggia dicere ‘na cosa… Chelle insalate miste: trooppo miste, figlio mio! ‘A lattuga, ‘a rucola, ‘a pummarola, ‘a cipolla, ‘o cetriolo, ‘e fagioli, ‘o tonno…  Ce mancano solo due taralli ‘nzogna ‘e pepe e ‘na fella ‘e casatiello e avimmo fatto pasquetta!

CHEF   Dite che ce  ‘e metto?

SAVERIO   Ma ch’ccosa?!? Le insalate devono accompagnare il pranzo, non sostituirlo! Fai porzioni meno abbondanti…

CHEF   Aggio capito don Savè, state senza pensiero… Io so Chef!

SAVERIO   E me n’ero accorto…! Tu sì tutto Chef! Dalla testa ai piedi! Va be’… Vado a vedere che stanno combinando chill’ati doje sfasulati ‘o lato ‘a llà…

CHEF   (A Vera) Oggi ‘o principale sta proprio insopportabile!

VERA    (Indaffarata nel guardarsi allo specchio) Aah?

CHEF    Dicevo, pateto oggi è più nervoso che mai…

VERA   (Parla sempre fissando lo specchio) Solo oggi? Quello è una settimana che Saverio sta come una pila elettrica…

CHEF     Ma ch’è stato?

VERA    Stu capello oj? E’ una croce. ‘E voglia ‘e dicere a me stessa:”Ammacca, ammacca, ‘o fatto è recuperabile”… Ma che buò recuperà! Quello non è un parrucchiere, è un tosacani…

CHEF   O’ parrucchiere?!? Ma tu che stai ammaccando?!? Che problema tiene don Saverio… Che me ne ‘mporta a me d’o parrucchiere?

VERA   Aah, Saverio? Aggio pacienza, e tu ti immetti nelle recchie nei momenti sbagliati…

CHEF   Ma perché, vulesse sape’che stai facendo di così importante?

VERA    (Brucia con lo sguardo lo Chef) Riflessioni filosofiche!

CHEF   Over?!?

VERA   Sii! (Smorfie) Chi sono, dove vado, cosa ci faccio qui sulla terra… Cu stu capillo aizato!

CHEF   Secondo me, tu insieme al capello te sì ammaccata pur’o cervello! Intanto, ‘o fatto e pateto se sta facendo preoccupante: oggi ho rivolto tre parole a don Saverio, aggio acchiappato sei cazziate!

VERA  (Finge di fare i conti) Mmmh, però stai migliorando… Sei sceso a due cazziate a intervento!

CHEF    Seh, seh! Fai la spiritosa. Intanto siamo costretti a lavorare con quest’ansia addosso, senza sapere perchè. Non è che c’è qualche problema? Tu ne sai qualcosa?

VERA   A me, pare ‘na cosa strana. (Con mosse strane) Clienti, non sono mai stati così abbondanti. Conti, non sono mai stati così tranquilli…

CHEF   Cassiere, non sono mai state così deficienti!

VERA   Aah?

CHEF    No, dicevo: cassiere, non sono mai state così efficienti! Come t’aggia dicere… indefesse! (Facendo un gesto con la mano)

VERA   Appunto, oj. E’ quello che dico pure io… Non riesco proprio a capire cosa c’è che non va… (Si guarda un’altra volta nello specchio, truccandosi)

CHEF   A parte ‘a Cassiera, chiaramente… (Esce dal fondo a sinistra)

VERA    (Allo Chef) Stavolta ti ho sentito…

SCENA SECONDA(Saverio, Vera, Binotto, poi Chef)

SAVERIO  Vera, preparami il conto al numero 7. (Vede Vera distratta nel mettersi il rossetto. Prende il megafono e lo rivolge verso la figlia) Conto al numero 7 e levarsi quello scempio dalla faccia…

VERA    Sì troooppo moderno, Saverio! (Comincia a struccarsi, malvolentieri)

SAVERIO  Papà! Mamma mia bella, questa giornata può solo migliorare.

BINOTTO   (Entra e richiude la porta) E’permesso?

SAVERIO   (Vede entrare dalla porta sul fondo Binotto) Ah, oijoco oj: ma perchè parlo, perchè…?

BINOTTO   (E’ una faccia familiare ai gestori del ristorante. Ha una camminata strascinata da papero)  Permesso? Posso entrare?

SAVERIO  (Cercando di mascherare in viso la scocciatura) Uè caro Binotto, qual buon vento?

BINOTTO    (Scivola entrando, sullo scalino di entrata e cade su don Saverio) Maronna!

SAVERIO    Chian’ chiano, Binò!

BINOTTO   (Esasperato) E’ inutile, io dico sempre che me l’aggia arricurdà, (Si rivolge allo scalino) ma tu riesci sempre a farmi fesso!

SAVERIO   Ma cu’ chi ce l’hai?

BINOTTO    Con questo scalino rialzato, don Saverio. Mò scordo sempe… (Scorge Vera) Signorina Vera, buongiorno!

VERA    Cià, Binò…

SAVERIO    (Guarda l’orologio) Ma già si è fatta già ora del giro per i tavoli?

BINOTTO  Noo, ‘on Savè, non è ancora ‘o mumento: passo dopo a fare il solito giro…

SAVERIO    Dicevo io, è un po’ prestino…

BINOTTO    Infatti. Pe’mò, sto ancora ultimando il turno da posteggiatore. Però, mi sono permesso di entrare prima, perché v’essa chiedere nu piacere...

SAVERIO    Ah, e assettati Binò, quanto dico una cosa a mia figlia Vera e poi sono da te…

BINOTTO    D’accordo, ‘on Savè…

Binotto va a sedere ad uno degli sgabelli antistanti il bancone del bar. Non è pratico dello sgabello e, in controscena mentre Saverio e Vera parlano, trova qualche difficoltà nel sedersi

SAVERIO    Vera, quando fai il conto attenta anon scalare due volte l’iva, ‘e capito ‘a papà?

VERA    Si, si, Saverio…

SAVERIO    Papà! (Si va a sedere accanto a Binotto) Che c’è Binò…?

BINOTTO   Me serve nu’piacere… ‘On Savè… Tenisseve nu poco ‘e gas?

SAVERIO  ‘O gas?!?

VERA    Ma che gas dice?!?

SAVERIO   E chi lo sa? Binò, questa è una trattoria, ricordi? Là stà ‘a cucina. Di là c’è la sala coi clienti…

BINOTTO   Si lo so che è una trattoria, ma chill’incosciente d‘o bumbularo stà chiuso…

SAVERIO     Eh, eh! Sai comm’è Binò… E’ domenica!

BINOTTO   Appunto: dico io, se uno fa un mestiere importante, fondamentale per la comunità, fai in modo di essere sempre reperibile…

SAVERIO  Guarda che chillo fa ‘o bombolaro, mica è Primo Ministro!

BINOTTO    Ma a me è fernuto ‘o gas, pozzo mai aspettà fino a lunnedì?

VERA    E mamma mia, Binò, comme ‘a faje tragica…

BINOTTO    Chella è tragica: io me more ‘e famme…

SAVERIO    Quanto sei catastrofico! Per sopravvivere, in questi casi, esistono le trattorie…

BINOTTO    E io, picciò so’ venuto. (Come sopra) ‘On Savè… Tenisseve nu poco ‘e gas?

SAVERIO   Nata vota?!?

VERA   Ma chist che gas va’ trovando?!?

SAVERIO   E chi o’ssàpe! Binò, nonsignore, nun ‘o teng ‘o gas. Una bombola tengo e me serve pe’ cucinà…

BINOTTO   Ma a me ne serve nu’ pucurillo… ‘On Savè, nun me ne putite dà ‘na fella? (Mima come stesse affettando un pezzo di pane)

SAVERIO  ‘Na fella?!?

BINOTTO   Eh!! ‘Na fella ‘e bombola, ch’ ve costa?

SAVERIO  (Passandosi una mano in testa per calmare l’insofferenza causata dall’assurdità delle richieste dell’amico) Uh Gesù… Ma che d’è, nu prusutto Binò?!?

BINOTTO    Ma ‘na fella piccola, pe’ carità, senza esagerare…

VERA   (Ironica) ‘Na felluccella…

BINOTTO   Eh!

SAVERIO    Ma comme è possibile…?

BINOTTO   Me la prestate, io l’appiccio ‘nu poco, e poi v’a torna a’ddà…

SAVERIO  Ma nun dicere bestialità Binò! (Accompagna Binotto all’esterno, sul fondo) Forza, su… Mò lasciaci lavorare…

BINOTTO   E va bè, Don Savè… Non vi innervosite. (Sulla porta di ingresso della tratttoria) Però nun m’ho penzavo ca teniveve chesti ‘mmani secche…  (Esce)

SAVERIO   (Sulla porta) Manco io me penzavo che eri accussì scemo Binò! (Rientrando) So cose ‘e pazzi… Questo non è un quartiere, è un manicomio.

VERA    Savè…

SAVERIO  ‘All! Papà!

VERA  Comme vuò tu Savè! Io ancora non mi riesco a capacitare del perché continui a farlo entrare nella trattoria. Tra poco si fanno le due e ‘o vide ‘e trasì con la chitarra, ca’poi io nun saccio s’è stunata più la chitarra o ‘a capa ‘e Binotto. Io non ce l’ho sul fatto che lui ha la doppia attività di parcheggiatore-.cantante. Ce l’ho col fatto che riesce a chiedere due volte i soldi alle stesse persone per due motivi diversi! Quello ci saccheggia la clientela…

SAVERIO   E che devo fare io? Dovrei cacciarlo? ‘A verità? Non ci riesco… Sono un buono. Forse tanti riescono a chiudere la porta in faccia a un povero disgraziato che cerca di sbarcare il lunario facendo mille mestieri, e tutti e mille una chiavica, su questo ti do ragione! Io non riesco a buttarlo fuori. E così come mi tengo vicino quei casi umani travestiti da Camerieri, anche Binotto deve poter entrare e uscire liberamente nella mia trattoria, intesi?!?

VERA    Intesi, Savè...

SAVERIO    Ma che te costa? Papà… Pa-pà!

VERA  Pi-pi… (Si alza) Sai com’è, tutta questa modernità mi ha fatto venire voglia di andare in bagno… (Passando davanti al padre si ferma, per rincuorarlo) Comunque, non ti preoccupare, è una questione di abitudine…

SAVERIO    Ah, stu vizio ‘e me chiammà pe’ nomme se’ leva co’ tiempo?

VERA   Noo, non è una questione di abitudine mia: Savè… Tu, ti abituerai! (Esce a destra per il bagno)

SAVERIO   Ma tu guarda ‘a sta figlia ‘e… (Si blocca, poi verso la foto della moglie) Scusa Lucì, ma quella farebbe perdere la pazienza a un santo. Figuriamoci a nu’povero diavulo comme ‘a me!

SCENA TERZA (Saverio, Vera, Chef, Stefano, poi Checco, Sig.ra Seccia, Binotto)

CHEF   (Affacciandosi dalla cucina) Don Savè: ma si può sapere cosa stanno combinando ‘a parte ‘e dinto…? Nientedimeno è passata tantu tiempo ‘a quanno era pronta, ca’ chesta insalata ‘e purpo ha fatto ‘a gelatina ‘a coppa!

SAVERIO   (Prende il piatto dalle mani dello Chef) Dai a me, mo’vveco io… Se aspettiamo a quei due fanno pure ‘e ragnatele sti ranfetelle ‘e purpo!

Saverio fa per uscire da sinistra, ma si scontra con Stefano che in quel momento stava entrando, tutta l’insalata si rovescia sulla camicia di Saverio ed a terra

CHEF    (Guarda la scena) Tiè tiè… Mò siente ‘o principale, siè… (Esce per la cucina)

STEFANO    (Mortificato) Uh! Scusate don Savè! Non l’ho fatto a posta…

SAVERIO   E vulevo vedè pure che mo jettavo ‘ncuollo ‘e proposito!

STEFANO    E’ stato un incidente…

SAVERIO    Sì: quando ti ho assunto è stato un incidente, Sandro!

STEFANO    Veramente, il mio nome è Stefano…

SAVERIO    Stefano, Sandro, comme te chiamme te chiamme, sempe n’incidente sì! Ma poi vulesse sapè: chillu Chef è mez’ora ca’ t’aspetta, tu proprio mò ti dovevi precipitare!

STEFANO   Non è stata colpa mia, quello me l’ha detto ‘o regista…

SAVERIO   O’ regista?!? Ma pecchè, staie facenno teatro?!?

STEFANO   No, qua’ teatro. E’Checco… Io lo chiamo ‘o regista perché isso, con la scusa che è il capocameriere nun se move e nun dà nu passo, però a me dice, faie questo, corri di là… Mò, ad esempio oj, ero venuto a mantenere la porta, perché sta arrivanno cu’chella vecchia, quella del tavolo cinque…

SAVERIO   Va buò, ho capito: io intanto mi vado a cambiare la camicia. (Alla figlia che esce in quel momento dal bagno) Vera, raccogli queste ranfetelle da terra. Se no, ‘a vecchia d’o tavolo cinque s’arruciulea, e la dobbiamo ricoverare prima che arriva a pagare il conto! (Esce da destra, per il bagno)

VERA   Va buò, Savè… (Prende la scopa e comincia a spazzare da sinistra, raccoglie ciò che è caduto in un piatto che appoggerà sul bancone del bar)

SAVERIO   (Riapre la porta del bagno per poi richiudersi) Papà!

Entra il capo cameriere, con sotto braccio una cliente, signora anziana vestita a lutto. Il cameriere è un tipo sciatto.

CHECCO   (Entrando da sinistra) Arape buon sti ‘pporte, Stè! Piano piano, signora… Se dio vuole, siamo quasi arrivati all’uscita.

SIG.RA SECCIA    Grazie giuvinò, grazie…

CHECCO   Ma di che cosa, signora… Purtroppo è dovere! Riposiamoci un attimo se no vi viene il fiatone... Voi già a fiato normale fate paura, figuriamoci co’ fiatone! (Mima il movimento dell’altalena con la signora) E uno, e due… E tre! (Lascia improvvisamente la signora facendola cadere su uno sgabello)

SIG.RA SECCIA  (Cadendo) Aaah!

CHECCO   Ma che facite signò? Su forza…

SIG.RA SECCIA    (Sistemandosi) Ti preoccupi per me. Tu sei un bravo ragazzo. Tu devi avere la buona fortuna…

CHECCO    Aeeh! (Fa scongiuri) No signò, non dite così…

SIG.RA SECCIA    No, no… Tu te lo meriti! Tu devi avere la fortuna grande!

CHECCO  (Mostra e tocca un corno antimalocchio) E grazie tante, signora… (Si accorge che la signora sta per starnutire, e si gira dall’altro lato) Ooh…

SIG.RA SECCIA   (Starnutisce nel piatto dell’insalata raccolto da Vera e messo sul bancone del bar) Eeetcii!

VERA    Salute!

CHECCO   Ahè! Ca’ se ne và…

BINOTTO   (Entrando dal fondo, sollecito) Vera, addò sta Checco… Maronne… (Cade sul gradino di ingresso)

VERA     (Indicando) Ma ancora te ne devi fare capace?

BINOTTO   Niente, io non m’o riesco a ricorda’… Ma isso ‘e me nun se scorda mai!

VERA    Vuoi a Checco?

BINOTTO    Sissignore…

VERA    Sta là…

BINOTTO   Ah, staie ‘ccà, Checco…?

CHECCO   No, sono una controfigura…

BINOTTO   Ah, scusate, vi avevo preso per Checco il Cameriere…

CHECCO   Sto qua Binò, so’ io…

BINOTTO  Nun è ‘o momento ‘e fa scherzi. Era tua quella 206 bordoux che stava parcheggiata di fronte?

CHECCO    Sissignore, Binò. E’, mia. Ma perché parli al passato?

BINOTTO    No, niente… (Pausa di imbarazzo) S’ha purtata ‘o carro attrezzi!

CHECCO    Uh, mamma mia! (Si affaccia e rientra dalla porta di ingresso) E tu nun ‘e fatto niente?!?

BINOTTO   E che aveva fa?

CHECCO    Ma che razza ‘e parcheggiatore sì?!?

BINOTTO    Uè, io so’ abusivo… Per non essere multato, me so gliettato inde ‘e distratti: aggio fatto vedè ca’ ‘o fatto nun era ‘o mio!

CHECCO   E ce credo: chillo‘o fatto era ‘o mio, Binò! Scusate, signora, s’è affacciata la fortuna grande, vado un attimo a vedere se posso fare qualcosa… Stè, pigliat ‘a sta secciaiola…

VERA  Che cosa?

CHECCO Ehm, piglia‘a seggiola e fai sedere la signora… (Si incammina verso l’uscita)

VERA    Aaah…

SIG.RA SECCIA   E che facite, mi lasciate qui, giuvinò?

CHECCO   Signò, basta che non mi augurate più niente, torno subito… Stefano guardala tu (Porge un amuleto tipo ferro di cavallo a Stefano ed esce dal fondo)

BINOTTO    Checco, addò vaie?? (Fa per seguire il cameriere, ma si ferma sull’uscio della trattoria aspettando il suo ritorno)

SIG.RA SECCIA  Tenete paura che me ne scappo?

STEFANO  Quando mai signora: quello tiene paura che restate…

VERA    La vogliamo smettere tutti e due! La signora è una nostra cliente affezionata!

SIG.RA SECCIA  Sono io che sono affezionata a voi… A te in particolare, ti auguro ogni bene…

VER  (Facendo i conti sul registratore di cassa) Grazie, signora…(Cambia tono) Uè, ch’è stato? (Alla macchina che si è inceppata)Ma ch’è passato?.. Ma comme, tu stavi funzionando accussì bello!

SIG.RA SECCIA    Ch’è stato?

VERA    Niente, signò…  (Dà un colpo violento a lato del registratore di cassa) St’aggeggio s’è sfastriato ‘e faticà!

STEFANO    Comm’o capisco…

SIG.RA SECCIA    Può essere ‘a corrente: stateve accort!

VERA    Noo, signò, la corrente sta attaccata… (Controlla la presa  da dietro, ma prende la scossa. Lazzi) Aaah! Madonna santa che scossa… (Si riprende e si tocca la testa, sente che qualcosa non va e si specchia) Uh, maronna! Se so’addirizzati pure chill’ati capille!

STEFANO   Chill’già era bello chillu nido ca’tenive ‘ncapa!

VERA    Vabbuò signora, il conto ve lo scrivo a mano…

CHECCO    (Rientra dal fondo e trova Binotto ad attenderlo sull’uscio) Ma, io ho visto dappertutto… Qua fuori non c’è più nessuno…

BINOTTO   (A Checco) E quelli, i vigili, già sono andati via da cinque minuti…

CHECCO  E tu mò stai venen’ a me avvertì?!?

BINOTTO   Io so abusivo (aspè, comme dicette l’avvocato in televisione ajere ‘ssera) Ah: se venivo prima, i vigili si accorgevano che ero colluso!

CHECCO   Bravo: invece, sei venuto mò, e io me so accorto ca’ si strunz!

BINOTTO   Però, all’avvocato ajere ‘ssera nun ‘o rispunnettene accussì!

CHECCO   So’cos’è pazz…

BINOTTO   Ma comme, io non solo vengo ‘cca e te avverto, aggia essere pigliato pure a parole…

CHECCO    Si nun te ne vai fore, corri ‘o rischio ‘e essere pigliato pure a palate, Binò!

BINOTTO   (Uscendo e mugugnando) Eh mamma mia, comme ‘a fai pesante…

CHECCO   Si ‘a schifezza ‘e tutti ‘e parcheggiatori abusivi! ‘A faccio pesante? Stare a Napoli senza macchina è come stare a piedi ‘ncoppa ‘e montagne russe!

SIG.RA SECCIA  Il signore là fuori ha ragione, però… Voi vi arrabbiate troppo: la macchina vostra l’ha presa il carro attrezzi, mica ve l’hanno rubata…

CHECCO   Mamma mia d’o Carmine, signò (Scongiuri verso la Signora) E mo vi state accanendo… Non tengo manco l’assicurazione per il furto…

STEFANO   A proposito di furto: il conto è 18 euro, signora…

SIG.RA SECCIA   (Mette mano alla borsetta) Seh, aspettate un momento… Si può avere un bicchiere d’acqua?

VERA   Subito, signora…

CHEF   (Uscendo dalla cucina si soffia il naso) Prrrr

SIG.RA SECCIA  Chi, è? Ah il cuoco…

CHEF   Cuoco è riduttivo signò, io so’ chef!

SIG.RA SECCIA   No, perché dici queste cose?

CHEF   E l’aggia dicere pe’forza: so’ chef!

SIG.RA SECCIA  Non ti buttare giù così… Mo stai combinato di questa maniera, è vero. Ma le cose cambieranno. Tu devi avere la fortuna con la f maiuscola… (Cerca i soldi nella borsa)

CHEF   Grazie signò…

CHECCO   Aeh! Tiè, salvati almeno tu (Passa un corno rosso allo Chef)

CHEF   C’aggia fa cu’ stu coso…? (Tocca il corno)

CHECCO   Toccatio cornorum est preservatio omnibus malibus!

CHEF   Seh? (A Stefano) Ma c’ha detto?

STEFANO    E che ne saccio, chillo ‘o regista parla difficile, perciò l’hanno fatto capocameriere…

SIG.RA SECCIA   (Porge i soldi a Vera) Tenete, 18 euro…

VERA  (Prende i soldi) Grazie assai. (Porge il bicchiere) Ed ecco l’acqua…

SIG.RA  SECCIA   Uuh, grazie. Tu sei un bravo ragazzo… (Si sciacqua la bocca e mette nuovamente l’acqua nel bicchiere)

CHECCO & CHEF  (Ridono) Ah, ah!

VERA    Ragazza, signò. Vi siete confusa… (Con una posa ridicola) Io sono Vera la cassiera…

CHECCO   Ma ci fa, o è scema ovèro?

STEFANO   Boh…

SIG.RA SECCIA    Dicevo io, che pettorali tene ‘o giuvinotto! Scusate, quella è la cataratta. Allora siete ragazza. Una brava ragazza… Tu devi avere la fortuna grande…

VERA    Grazie tante…

SIG.RA SECCIA    Addò stanno i camerieri?

CHECCO    Stiamo qua…

STEFANO   Eccoci signora.

SIG.RA SECCIA  (Porge il bicchiere Checco) Tenete…  Questi sono per voi... (Porge due monete da un euro ai camerieri)

CHECCO & STEFANO   Grazie assai…

SIG.RA SECCIA   Andiamo… (Si mette sotto braccio di Checco e Stefano) Che bravi ragazzi… Buona giornata… (Esce dal fondo)

VERA   (Ripone il bicchiere d’acqua usato dalla Signora sul bancone del bar) Buona giornata, signò… E veniteci a trovare spesso.

CHECCO    A chii? Insomma tu ci vuoi male: ce vuò fa’passà nu guaio?

VERA   Io? E perché?

CHECCO   Seh, perché… Stè, diglielo.

STEFANO    ‘O regista sostiene che la signora che è uscita poco fa porta male.

CHECCO   Non è esatto che sostengo che la vecchia porta male: sono sicuro ca’ chella vecchia è ‘na seccia! E’ diverso…

STEFANO   Scusate regia.

VERA   Ma che vai ‘a penzà…?!? (Tocca il registratore di cassa che improvvisamente funziona di nuovo) Uh, funziona!

STEFANO    Pe’fforza: se né juta ‘a signora!

VERA   Ma che vai dicenno?

CHECCO    Quello si riconosce subito un cliente che porta male…

VERA   E come?

CHECCO  Da come ti guarda, da come ti fissa… E dagli eventi connessi con le guardate. Ti racconto solo di oggi… Da quando la vecchia mi ha cominciato a guardare ho acchiappato cinque, dico cinque cazziatoni da don Saverio, ma tanto quanto…

STEFANO   ‘E’chiappi sempe…

CHECCO  ‘E‘chiappammo sempe, semmai! Ma non così ravvicinati. Poi la vecchia continuava a guardare e io so’nciampicato tre vote, una a ‘risico di ruciuliarmi io e le insalate miste e, dulcis in fundo…

STEFANO    Comme parla bello…

CHECCO    Quando l’ho accompagnata, s’hanno purtato ‘a macchina c’o carro attrezzi!

VERA   Uuh, che esageraato! E poi è comodo a scaricare la colpa sugli altri. Se il principale ti richiama, significa che te lo meriti.

CHECCO   Ah, sì?

VERA   Sì! Se inciampi mentre porti i piatti, è perché ti distrai a guardare i clienti.

STEFANO   Soprattutto, le clienti!

CHECCO   Statte zitto tu! E il fatto che non si vedeva nel quartiere un carro attrezzi da almeno 10 anni non ti dice niente?

VERA   Come no? Se il carro attrezzi ti porta via la macchina è perché l’hai lasciata in divieto di sosta…

CHECCO    E come spieghi il fatto che tutte queste circostanze avverse si sono verificate nella mezz’ora del passaggio vecchia?!?

VERA    (Pausa con smorfia) Coin-ci-den-ze…

CHECCO   (A Stefano) N’dà retta: E’ scema!

STEFANO   (A Checco) Chella già era scema primma d’a scossa, figuriamoci mò…!

CHECCO  (A Vera) Poi vediamo quando torna a signora seccia, si sò coin-ci-den-ze…

SCENA QUARTA (Saverio, Vera, Checco, Stefano)

SAVERIO   (Uscendo dal bagno) Guardate, guardate… Ma dico io… Sempre a perdere tempo, voi due.

CHECCO   Oj, l’ho solo nominata: sesta cazziata!

SAVERIO   A te, Checco. Sputa subito quella gomma da masticare!

STEFANO   (Piano a Checco) Prego, regia: sette!

CHECCO    (Prende la gomma in mano) Dove la butto?

VERA   (Gli porge il piatto con il polpo da buttare) Tiè, metti qua dentro, tanto si deve buttare…

SAVERIO   Ma io non lo so, ma vi rendete conto, ma arrivate a capire che cos’è il vostro lavoro?

STEFANO   Sì, io lo sò! Don Savè… (Alza il braccio)

SAVERIO   Ah, sì. Sentiamo Stefano…

CHECCO   Ma che stammo‘a scola?

SAVERIO   Silenzio, la dietro!

CHECCO   (Mortificato) Scusate professò…

SAVERIO   Allora?

STEFANO   Il nostro lavoro consiste nel portare i piatti pieni dalla cucina ai tavoli, e quelli vacanti dai tavoli alla cucina…

SAVERIO   E no!

CHECCO   I vacanti ai tavoli e i pieni in cucina?

SAVERIO   Noo…

STEFANO   I piatti ai tavoli e i tavoli in cucina?

SAVERIO   No! No!

CHECCO   (A Stefano) Allora che ce stammo ‘a fa: ce ne putimme je?

STEFANO     (Levandosi la giacca di cameriere) E jammucenne…

SAVERIO   Fermi dove siete! Addò jate?!? Si overamente ascite e ve ne jate io’a trattoria nun’a pozzo fa’… Ma comme aggia fa’ cu ‘sti duje…? Quello che voglio dire è questo: vostro lavoro non è solo portare ai clienti quello che vogliono. Il vostro lavoro è una missione!

CHECCO   Ah, sì?!?

SAVERIO   Certo!

STEFANO   Uuh! Ero missionario e nun ‘o sapevo!

SAVERIO  Dovete metterci dentro volontà …

CHECCO & STEFANO  (Ripetono con lo stesso tono) Volontà!

SAVERIO   Passione …

CHECCO & STEFANO  (Come sopra) Passione!

SAVERIO  Bravi, così! Impegno... (Tossisce) Cough! Cough!

CHECCO & STEFANO Impegno! (Tossiscono imitando Saverio) Cough! Cough!

SAVERIO   (Guarda storto i due, poi vede fino a che punto sono idioti) E zum.

CHECCO & STEFANO  E zum!

SAVERIO   Zum, zum…

CHECCO & STEFANO  (Si alzano e si piegano in modo alternato) Zum, zum…

SAVERIO    La smettete ‘e fa’sti pagliacciate?!? Voi dovete essere dei militari della ristorazione. Se no è ‘a vota bona che vi licenzio. Ci siamo intesi? Ma pe’chi m’ate pigliate… Io sono una persona seria!

CHEF     (Esce dalla cucina, soffiandosi il naso) Prrrr!

CHECCO & STEFANO   Ah, ah…

SAVERIO   Chi è? Aah, è sempre lui… Ma non ti ho detto e ripetuto di uscire cuoncio cuoncio cu sta mitraglietta ‘a dinto ‘a cucina? O me vuò sfottere?

CHEF    Sissignore…

SAVERIO    Allora ‘e confessato, me vuò sfottere?

CHEF    Nossignore, sissignore era riferito alla prima domanda…

STEFANO   (A Saverio) Voi dovete fare una domanda alla volta…

CHECCO   Due insieme nun c’ha fa! Avete visto come sta combinato?

SAVERIO    Ci vuole un po’ di disciplina in questa trattoria… (Ai camerieri) Voi due, andate di là, jamme bello...

CHECCO  Andiamo subito in missione don Savè… (Saluto militare)

STEFANO   (Imita Checco) Agli ordini ‘on Savè…

CHECCO   (Imita la marcia militare) Attent’. Fianco destr’, des’. Avanti marsc!

STEFANO   (Con le mani imita una tromba) Paraparà, papparà pa pà-ra…

I due camerieri escono correndo e cantando da sinistra, come fossero dei bersaglieri. Lo Chef, che si è affacciato poco prima per soffiarsi il naso, guarda perplesso la scena.

CHEF   Secondo me, don Savè, in questo ristorante, state esagerando un po’ con la disciplina…

VERA    E’ vero Saverio.

CHEF   (Soffia nel fazzoletto) Prrrr!

SAVERIO   (Esasperato, dal crescendo di nervosismo suscitato nelle ultime battute) Io dico che ce volesse ‘a pena ‘e morte con voi!

CHEF   Basta che ordinate, don Savè, ve li faccio secchi io…

SAVERIO   Ch’e nzalate miste, o co’catarro?!?

CHEF   A proposito di insalate, avrei bisogno di un consiglio… Le lascio le scorze in testa… (Entra in cucina)

SAVERIO   Le scorze in testa ‘e tiene tu, miezu Chef! Iamme bello… (Lo segue in cucina)

MUSICA 3: Stacco musicale breve (10’’)

SCENA QUINTA (Camorrista, Vera, poi Saverio)

CAMORRISTA   (Entra dal fondo, con fare guappesco) Buona sera…

VERA   Buona sera, trattoria “Bella Napoli”, gradite un tavolo…

CAMORRISTA   Veramente necessitavo del principale...

VERA   Ah! E Saverio sta dentro…

CAMORRISTA   E allora vuol dire che me lo dovete chiamare…

VERA   Ma quando, mò?

CAMORRISTA   E quann’, dimane?!?
VERA   Aspettate un attimo. Visto che siete così cortese ve lo vado a chiamare subito…

CAMORRISTA   (Allunga le mani sull’insalata di polpo raccolta da terra in precedenza) Posso naturalmente…

VERA   Ma veramente…

CAMORRISTA   Avete qualcosa in contrario…?

VERA   No, è che…

CAMORRISTA   Ho capito, vi sto antipatico?

VERA   Assolutamente, è che…

CAMORRISTA   (Prepotente) Volete negare un assaggio a un cliente?

VERA   (Inchino con presa in giro) Buon appetito! Faciteve pure na panza tanta! (Va celermente in cucina)

MUSICA 4: Breve stacco di accompagnamento dell’azione del camorrista (10’’)

Il camorrista assaggia beffardo l’insalata, cambia espressione appena la comincia a masticare. Per rifarsi la bocca, beve dal bicchiere accanto all’insalata, usato in precedenza dalla Signora Seccia, rimanendone ancora più disgustato. Rientrano Saverio e Vera dalla cucina.

CAMORRISTA    Che schifo… Ma che d’è, nu frappè ‘e cazettini?

SAVERIO   (Cambia espressione alla vista dell’uomo) Ah! Buona sera… Non vi aspettavo così presto.

CAMORRISTA   ‘On Savè, vi porto i saluti di don Salvatore…

SAVERIO   Ehm, Vera, vai di là a preparare il tavolo al signore.

VERA   Ma diglielo a Checco e Stefano…

SAVERIO   Ti ho chiesto di andare tu personalmente, fammi la cortesia…

VERA   Uffà, e va bene… Ccà so diventata missionaria pure io mò! (Esce da sinistra)

SAVERIO   Vi prego, mia figlia non ne sa niente. E’ così apprensiva, non voglio che si impressioni...

CAMORRISTA   Eh, eh! Qunte è bello don Saverio. Non vuole che si impressioni… E, invece, mi pare il caso che vi iniziate a impressionare, ‘On Savè… Don Salvatore mi manda a dire che non può aspettare oltre per il pagamento. Che si è stancato delle vostre prese in giro e che vuole i soldi che sapete… (Minaccioso) E li vuole mò, mò.

SAVERIO   Ma come faccio, vi ho spiegato appena tre giorni fa la mia situazione… Per me, di questi tempi, tremila euro sono una cifra troppo grande…

CAMORRISTA   Don Salvatore ha detto che non sono problemi suoi... (Con tono di minaccia) E che o vi decidete a estinguere il debito, oppure comincierà a estinguere lui…

SAVERIO   (Ingoia terrorizzato) In che senso…?

CAMORRISTA   In che senso?!? Nel senso orizzontale del termine…

SAVERIO   (Terrorizzato) Madonna santa!

CAMORRISTA   Voi, avete una famiglia a cui badare…

SAVERIO   No, per carità! Pagherò. Datemi almeno quindici giorni per raccogliere la cifra…

CAMORRISTA  Eh, eh, quindici giorni…

SAVERIO    Una settimana…

CAMORRISTA   Eh, eh, una settimana… (Categorico) Tre giorni. Non uno di più.

SAVERIO   Tre giorni?!? Ma come faccio…

CAMORRISTA   Tre giorni. Se non volete vedere qualcuno a voi caro definitivamente orizzontale…

VERA   Il tavolo è pronto Savè…

CAMORRISTA   A proposito, ecco vostro figlio…

VERA   (Porge il piatto con l’insalata di polpo) Gradite un altro poco di antipasto prima che vi accomodate?

CAMORRISTA   Non date retta, signorì, mi è passato l’appetito… Ma che bella figlioletta che tenete, don Savè. E’ un bocciòlo di rosa. Vi conviene averne cura… Stateci attento! (Squillla il telefonino e risponde) Pronto… Seh… Arrivo subito (Termina la telefonata). Mò tengo che fa’. Aggia je a scannà nu puorco… (Fa segno del taglio del collo con un dito e si incammina verso il fondo)

SAVERIO   Ehm.. Si, il signore tiene una campagna, dove di questo periodo uccidono i maiali…

CAMORRISTA   Mò me n’aggia je. Ma state senza pensiero, don Savè… (Sul fondo, minaccioso) Torno fra tre giorni! (Esce).

SCENA SESTA (Vera, Saverio, Chef)

VERA   Ma come era antipatico… Poi, nientedimeno, per un contrattempo questo torna fra tre giorni?

SAVERIO   E che c’è di strano? Vorrà dire che tornerà più affamato…

Saverio dà le spalle a Vera, che esce di scena dalla porta che va in cucina. Saverio ha un’espressione da disperato. Stacco musicale, breve. Guarda le foto di personaggi famosi della città di Napoli. Poi lo sguardo cade sulla foto della moglie defunta, da parte su un mobile. Comincia a dialogare con lei.

SAVERIO   Lucì… Ti prego, dammi la forza di mantenerlo da solo il peso di quest’inferno. Vera è una ragazzina, ancora. Comme faccio ‘a ce dicere tutte cose? E po’ che c’essa dicere…? Che il virus della camorra ha contagiato anche la nostra trattoria…? Sì, Lucì: perché la camorra sembra essere uno strano morbo che debilita Napoli e i napoletani. Ti costringe ad abbassare la testa qui, in casa tua, di fronte alle minacce di un’arma puntata su di te e sulla tua famiglia. Ma è un virus infame, che ti porti dietro, quando vai fuori città, al nord, all’estero… E ti costringe ad abbassare lo sguardo anche lì… Quante volte, con un sorriso tanto, mi hanno detto: di dove sei? Where you came from? Naples: Napoli. E vedevo che i loro sorrisi diventavano più finti dei panini di Mac Donald. (Ride beffardo) Se tu fossi ancora tra noi… Chissà se ti piacerebbe ancora la tua città natale… La città di questi illustri signori, che si sono affannati a darle lustro… (Guarda la foto della moglie) Adoravamo la nostra città… Bastava dirti Napoli e ti brillavano gli occhi. Mò pure a me, ‘o’ssaie? Mi basta sentire Napoli… Me vene ‘a chiagnere, Lucì!

MUSICA 5: Breve stacco musicale lento (8’’-10’’)

Entrano lo Chef e Vera dalla cucina parlando tra loro.

CHEF   (A Vera) Ma se po’ sapè ch’è stato?

VERA   (Intenta nello specchiarsi) Seh, ch’è stato. E’ proprio allucinante, obbrobbrioso! Non ho parole…

CHEF    Uffà, ancora?!? E poi sei troppo cattiva nei suoi confronti…

VERA    Cattiva? Io me lo mangerei a morsi! Quello, poi si credeva che io non mi accorgevo di niente!

Saverio, spalle ai due, ha un sussulto: le parole di Vera lo portano a credere che la figlia sia al corrente delle minacce subite dalla malavita locale.

CHEF    Che poi io non ho capito neanche qual è il problema!

VERA   Qual è il problema?!? Ma allora fai ‘o chef pe’ nu ghji ‘a guerra...?!? Il problema è questo pizzo troppo alto!

CHEF   Aaah!

SAVERIO    (Girandosi di scatto) E tu come lo sai?

VERA    Comm’è perché lo so, Savè?!? Perché mi hai fatto con gli occhi buoni! Guarda qua! (Mostra una ciocca di capelli di misura visibilmente più lunga rispetto alle altre) Pure nu’ cecato ‘o vedesse!

CHEF   Ah,ah! Ma che tene: ‘a cataratta stu parrucchiere, don Savè! (Vede Saverio visibilmente scosso) Don Saverio, ma vi sentite bene?

SAVERIO    Stavi parlando dei capelli? Mamma del Carmine, meno male…

VERA   Perché, di che dovevo parlare?

SAVERIO   Niente, niente. I capelli vanno benissimo!

VERA   Proprio benissimo non direi… (Mostra il difetto) O sei cecato, Savè?

SAVERIO   Papà, che ci vuole? Ripeti con me: paa-pà!

VERA    Saa-vè!

CHEF    Non ve la prendete, don Savè: forse è dislessica!

SAVERIO   Magari! Quella è scema proprio! Basta, mi vado a sciaquare un poco… (Esce da destra)

CHEF   (Piano, a Vera) Tuo padre non lo vedo proprio bene, Vera. Manco gli fossero restati tre giorni di vita!

VERA    Appunto!

CHECCO    (Affacciandosi da sinistra) Uè, Chèèf!

CHEF   Quando mi chiami potresti metterci un po’ meno enfasi, pe’ cortesia…?

CHECCO    Eeh, va buono! Un fritto misto al 12, ‘o scèf…

CHEF   Chef, senza articolo!

VERA   Quale articolo…?

CHEF    Che penzate, che non me ne accorgo? ‘ O chef di qua, ‘o chef di là!

CHECCO  Oh, ma site tutti permalosi in questa trattoria?!?

CHEF    Dovete dire solo Chef!

CHECCO   Ho capito: ‘o chef nun è articolo tuoje!

CHEF    Va buò, aggio capito: vaco ‘a frjiere ‘o fritto misto che è meglio! Accussì ‘o fegato s’arrepiglia! (Esce dal fondo, lato cucina)

CHECCO   Vera, due caffè al numero due… (Esce da sinistra)

VERA    Sissignore… (Va a fare i caffè)

SCENA SETTIMA (Saverio, Vera, Binotto, Chef, poi Checco e Stefano)

Saverio entra da destra, ha la testa altrove.

STEFANO   (Entra da sinistra. Passa velocemente per la sala, canticchiando, con dei piatti in mano ed entra in cucina) Non passa  lo straniero…

SAVERIO    (Affacciandosi dentro la cucina) Non passo lo stipendio!

BINOTTO   (Entra con una chitarra in mano) Don Savè, voi state qua?

SAVERIO    E nun me vide?

BINOTTO    Si! Ma mi ero preparato ca’ trasevo accussì!

SAVERIO    E te putive preparà cu’ nu poco e fantasia ‘e chiù!

BINOTTO   Si fa quel che si puote don Savè! (Inciampa sul gradino) Mannaccia!

SAVERIO    Ecco, questa è un’entrata che fa più effetto…

BINOTTO    Secondo me, stu scalino s’ajza sulo quanno pass’je!Ma perché non lo levate ‘a miez, don Savè…?

SAVERIO   Tu pienz’o scalino? Di questo passo, dovrò levare da mezzo scalino e trattoria…

BINOTTO   Addirittura? Si è fatta l’ora del solito giro… Ma ch’è stato, don Savè. Voi state moggio moggio…

SAVERIO   E’ cosa ‘e niente…

BINOTTO   Tutto a posto?

SAVERIO   (Adirato) E’ cosa ‘e niente, Binò, ti ho detto tutto a posto…

BINOTTO   E menu male! Va bene, ho capito. Tengo io una cosa che vi tirerà su! Col vostro permesso, vorrei dedicarvi uno dei miei pensieri neomelodici… Composto all’istante per voi.

VERA    Ooh, Savè, mò ti fa pure ‘a serenata?

BINOTTO   ‘A vulite sentere?

SAVERIO    Se proprio non se ne può fare a meno…

BINOTTO   (Canta con espressione grottescamente appassionata, alla maniera di certi neomelodici napoletani) Settemila caffè-ve-ve… Stà nervoso Savè-ve-ve… Forse l’ave cu ‘mme-ve-ve… E nun saccio pecchè-ve-ve…

SAVERIO   E questa fosse‘a composizione originale…?

BINOTTO   Originallerrima don Savè!

SAVERIO    (Spngendo il gomito di Binotto) Ma famme ‘o piacere Binò!

VERA   Guarda, che tu sottovaluti l’abilità: ogni cosa che canta è il pezzotto di qualche altra canzone…

BINOTTO   E’ qualcosa di più, signurì… Io sono una cascetta falsa ambulante. E in quanto falsa, suono a modo mio! Posso dedicare un pensiero neomelodico anche a voi?

VERA   A me? (Sguardo al padre) E va bene…

BINOTTO   (Inizia a cantare come sopra) Settemila caffè-ve-ve… Quant’è bella ‘a cassiè-ve-ve… E io ‘o saccio pecchè-ve-ve… Chella è figlia a ‘on Savè-ve-ve…

VERA   Ah, ah! Ma che personaggio che sei…

BINOTTO   Signurì, quanto siete bella quando sorridete! Permettete un’altra dedica?

VERA   Ma certamente…

SAVERIO    Si, ma cambia canzone, Binò! Fai sempe ’a stessa…

BINOTTO   Vi accontento subito Don Savè! (Canta) Che fretta c’era-ra-ra-rà… C’ate mise ‘o nomme Vera-ra-ra-rà! E’ ‘a figlia ‘e ‘on Savè-ra-ra-ra-rà…

SAVERIO    Savè-rio-ro-ro-rò, semmai…

BINOTTO   Se preferite, cambiamo la rima in corsa. (Riprende a cantare) E’ a figlia ‘e ‘on Savè-rio-ro-ro-rò… Ma vedisse quant’è bòoo!

SAVERIO   Embè? Quanta confidenza!

BINOTTO   Don Savè, mi sono preso una licenza poetica…

SAVERIO   Ato che licenza, Binò. Tu t’e pigliato tutto ‘o cungedo!

VERA   Lascia fare, quando una è irresistibile…

CHEF   Quando uno è cecato!

VERA   Quanto sì spiritoso… Il giovanotto si è addonato delle qualità!

BINOTTO   Signorì, ora che vi ho omaggiata, permettete: vado ad abboscare qualcosina dentro…

VERA   Vedi di abboscare più soldi , che mazzate, stavolta!

SAVERIO    Binotto, aspetta un momento… (Si avvicina a Binotto)

BINOTTO   Ditemi Don Savè…

SAVERIO   Quando fai il giro per i tavoli, pare brutto che stendi quella mano… Io lo dico per te. Tiè, prendi questo piattino, te lo regalo. Così, quando passi per i tavoli è n’ata cosa: è più dignitoso. Eh?

BINOTTO   Grazie, don Savè, ata campà cient’anni!

SAVERIO   Mo vai che già ti abbiamo fatto fare tardi…

BINOTTO  Come al solito avete ragione. Aspettate ca’ me sta turnando l’ispirazione… (Uscendo a sinistra) Che freva sale-le-le-lè… Sto bloccato in tangenziale-le-le-lè…

CHEF   (A Vera, prendendo in giro Binotto) Nun è normale-le-le-lè!

VERA    ‘A parlato! Invece è simpatico…

CHEF   Guarda come se lo difende… Ma niente niente ti piacesse? (Allusivo)

VERA    Ma niente niente tieni che ‘ffà dinto ‘a cucina?!?

CHEF   Eeh, vado... E che maniera! (Fuori dalla porta della cucina)

VERA (Guarda il padre che si è estraniato dalla situazione, soprapensiero) Ma si può sapere che hai passato, Savè?

SAVERIO   (Amareggiato) Papà, stava pensando che ha sbagliato il nome della trattoria. “Bella Napoli”… Forse, Napoli non è bella come per venti anni mi sono preoccupato di dipingerla qui dentro… E’ cosa ‘e niente…

VERA   Cose ‘e niente? Ma tu non stai bene! Tu staie mettendo in dubbio la bellezza di una città che hai sempre adorato, ti pare una cosa da poco?

SAVERIO   (Beffardo) E che ce vuo fa’… L’ho sempre adorata, è vero. (Amaro) Ma solo oggi mi sono accorto che l’adorazione ha un prezzo… E dopo tutti questi anni di adorazione, figlia mia, il conto si presenta salato! (Cambia tono) Napoli è senza dubbio la più bella tra le mamme… Ma anche la più crudele… Più i suoi figli le sono fedeli, più li rinnega, li respinge, li costringe a un esilio forzato… Napoli è ‘na mamma senza cuscienza!

VERA   Ah sì? E vorrà dire che, da domani, ci chiamiamo “Trattoria senza cuscienza”!

SAVERIO    E poi non è più bello “Trattoria senza cassiera”?

VERA   (Smorfie) Gnee!

CHECCO    (A Vera, entrando da sinistra velocemente) Vera, conto al numero sette!

VERA   Là stanno i caffè…

CHECCO  (Recandosi in cucina) Allora, stu fritto misto?

Stefano esce dalla cucina e, come prima con Saverio, si scontra con Checco che aveva alcuni piatti in mano.

STEFANO    Eccolo, regia!

SAVERIO  (A Stefano) Tu, secondo me, lo fai apposta! Ti apposti apposta dietro la porta a fare la posta, eh?!?

STEFANO    (Non ha capito niente) Tutto a posto?

SAVERIO   No, non è a posto niente nella trattoria “Bella Napoli”! (Pausa) Una preghiera: ce la facciamo a lasciare, non dico assai, almeno dieci piatti sani?

CHECCO   Don Savè, calmatevi, il problema non è Stefano. Il problema è stu sistema a saloon…

STEFANO   Overo… Tene ragione ‘a regia! Mi dovete credere, don Saverio, queste porte sono inguardabili… Ma non solo sono brutte: non ci azzeccano proprio come arredamento!

SAVERIO   Ma perché, qua dentro voi ci azzeccate qualcosa come camerieri?!?

CHECCO & STEFANO   (Si guardano, poi insieme) No!

SAVERIO   Allora come mi tengo voi, mi tengo pure le porte a saloon… O preferite che vi elimino entrambi?

CHECCO   (Pausa) Però, so’ belle, eh?

STEFANO   Guardandole meglio… Belle, veramente belle!

CHECCO   (Prende il vassoio con i caffè) Assai, proprio!

SAVERIO   Forza, andate in sala. Fate finta di lavorare ogni tanto!

CHECCO    Subito don Savè! (Esce da sinistra)

STEFANO    (Segue Checco, ma fissa ancora la porta) Ma ‘o ssaje ca’ so’ veramente belle… (Uscendo) Quasi come i camerieri…

SCENA OTTAVA (Chef, Carmine, Saverio, Vera)

CHEF   (Entra dalla cucina) Fermi tutti!

SAVERIO    Ch’è stato?

CHEF    (Pausa, poi si soffia il naso) Prrr. Piaciuta ‘a sensibilità, don Savè?

VERA    Sì chell’ che sì… (Pausa) Nu’ Chef !

CHEF   All…!

CARMINE    E’ permesso?

SAVERIO   Chi è? Ah, Carmeniello bello, vieni vieni…

CARMINE   Don Saverio carissimo, so’ passato a salutare… Buonasera a tutti.

VERA    Salve…!

CHEF   Regina, madre di misericordia…

SAVERIO    Te lo sei preso il caffè?

CARMINE    Sì, proprio ora…

SAVERIO    E t’o pigli n’ata vota! Vera, facci due caffè…

CARMINE    Volete così…

VERA   E te pareva? Lui fa gli onori di casa e la scema fatica… Ma sai che ti dico? Trattoria senza cassiera? Trattoria senza caffè! Tiè!

CHEF   Non la date retta don Savè, nun fa niente che mi rovino ‘a reputazione ‘e Chef! Ve li faccio io…

SAVERIO   Non ti preoccupare. Quand’uno è Chef è Chef! Pure se fa ‘o cafè... (A Carmine) Novità?

CARMINE    Ma che cosa? ‘On Savè! Niente, nun se trova un posto di lavoro a Napoli!

SAVERIO   Ancora niente?

CARMINE   Niente! Il nulla cosmico… Guardate, ormai è una questione di principio: io un lavoro lo devo trovare e lo devo trovare qua...

SAVERIO   Qua?

CHEF   E chesta è ‘na trattoria, mica è n’agenzia pe’ l’impiego!

CARMINE   No qua, in trattoria: qua intesa come città.

SAVERIO    Aah! Qua, Napoli… 

CARMINE   Ma sapete che vi dico? Mi voglio puzzare di fame, voglio fare l’elemosina. I creditori si possono venire a prendersi pure i panni da dosso, ma nessuno potrà mai impedirmi di stare nel posto che amo. Nessuno potrà mai togliermi il sorriso, il buon umore, la gioia di stare qua.

VERA   Qua, come trattoria o sempe come città?

CARMINE    Sempre come città!

SAVERIO    Eh, eh! Io ti invidio, ti invidio…

CHEF   Vorreste essere disoccupato pure voi, don Savè?!?

SAVERIO   Comme sì Chef! Solo quello ci mancasse… Gli invidio l’energia, l’entusiasmo, l’allegria.

CHEF    Ah! Pur’io, pur’io. Chissà po’ che tene ‘a ridere…?

SAVERIO   Perché, c’è una ragione per ridere? Carmeniè, io ti invidio e ti ammiro. Perché quella di chi resta è sempre una scelta di coraggio…

CARMINE    E’ vero. Ma è anche vero che andare a lavorare fuori per molti non è una scelta: è una necessità.

SAVERIO   Anche questo è vero…

CARMINE   Guardate che al giorno d’oggi emigra più gente che all’inizio del secolo scorso…

SAVERIO   Overamente?

CARMINE  Come no! Solo che non la chiamano emigrazione, che pare brutto, ‘a chiammano mobilità.

VERA    Hai inteso? Mobilità! Chella che manca a te…

CHEF   ‘A parlato Concetta immobile, ‘lloco…

VERA   Statte zitto tu ca’ sì chef!

CARMINE    Mettersi a faticare? Dove? Quando? Qualunque cosa! Io ce jesse pure mò, in questo istante… Però fatemi rimanere qua! VERA   Qua, trattoria? (Lusingandosene)

CHEF  (Stizzito) Sempre qua Napoli. Ma te pare ca’ uno rinuncia a lavorare fuori perché si è affezionato a’ trattoria “Bella Napoli”?!?

VERA   Stai sempre in mezzo, ma sei supierchio! Fallo parlà! Carmine, questi qua non capiscono niente. Se vuoi un consiglio femminile…

CHEF     Nun ‘o chiedere a essa!

VERA     Saverioo, è possibile ca’ stu chef non tiene niente da fare in cucina?

SAVERIO    Uè, ave ragione ‘a guagliona. Vuttamme ‘e mmane a je a faticà, ‘a parte ‘e dinto! Iammo bello…

CHEF    Eeh! Mamma mia! Vado, don Savè… (A Vera) Spia, sei una sporca spia… (Esce per la cucina dal fondo)

VERA   (Allo Chef) Tiè! Dicevo, prima che mi stutassero… Se vuoi un consiglio femminile, devi essere più moderno.

SAVERIO    Tu e ‘sta mania ‘e modernità, me state facenno ‘o fegato tanto!

VERA   Stai a sentire a me… Perché non provi a cercare lavoro con internèt…?

CARMINE   Ci ho provato, Vera, ci ho provato… Due mesi di ricerca di lavoro, dieci ore al giorno, su internet… ‘A casa mia truvavano sempe occupato…

SAVERIO   Embè?

CARMINE   Embè, scartando chelle catene ‘e Sant Antonio ca’ mò se chiammano “Telelavoro”, ho trovato un buon lavoro ‘on Savè, con contratto a tempo non-determinato, no… Determinatissimo: cinque giornate lavorative al mese, come panettiere, di quattordici ore l’una… Ca’ io penzo ca’ manco dinto ‘o medioevo nu’ panettiere faticava quattuordici ore ‘o juorno… Però la paga era buona, per carità… Mi so’ pagato, a ghji a ghji, meza bulletta d’o telefono!

SAVERIO   Noo, nun era proprio cosa…

CARMINE    Don Savè, mo vi devo lasciare che si è fatto tardi… Ho un colloquio di lavoro: speriamo bene!

SAVERIO    Questo colloquio risolverà la situazione, vedrai…

CARMINE   Quanto vi devo per il caffè…? (Mette mano al portafogli)

SAVERIO    (Blocca il gesto di Carmine con le mani) Statte fermo, offre la trattoria “Bella Napoli”!

CARMINE   (Ripone il portafogli) Grazie Don Savè, a buon rendere…

SAVERIO    Statte buono, guagliò.

VERA   Ciao Carminiè…

CARMINE    Ciao bella! (Esce dal fondo)

VERA    (Dandosi delle arie) Ma come s’addà fa cu ‘sta figlia tojia Savè. Tutti quanti che la fitteano…

SAVERIO    E nisciuno c’a ‘mpara a dicere papà!

VERA    Uffà! Ancora non ti sei rassegnato?

SAVERIO   (Indicando la foto della moglie) Quella è stata colpa tua!

VERA   E che ce trase mammà?

SAVERIO   C’entra, c’entra! Ti ha imparato a dicere mammà, ma nun s’è applicata proprio a te fa dicere papà!

VERA  Ma come faceva a sopportarti quell’anima santa di mia madre? Tu saresti capace di prendere questioni pure col padreterno! SAVERIO    Soprattutto con lui, che ancora t’adda fulmina’!

VERA    Ooh! Sei pesante Savè! (Esce dal fondo, per la cucina)

SAVERIO    Papà!

SCENA NONA (Binotto, Saverio, poi Checco, Stefano, Sig.ra Tedeschi, Azzurra)

BINOTTO   (Entra da sinistra col piattino colmo di monete, e con la chitarra a tracolla) Grande trovata quella del piattino Don Savè! Guardate qua, guardate! (Mette gli spiccioli in tasca e ripone il piattino nella tasca della camicia sul petto)

SAVERIO    Oj? Basta presentarsi sempre al meglio, che il successo è in agguato…

BINOTTO    La trattoria è frequentata da gente che apprezza l’arte della buona musica, perché sono persone di classe…

CHECCO    (Da fuori) Ahè, chesta è n’ata ca’ me vò fa fesso!

Entra Stefano che apre le porte al capo cameriere, seguito da una signora e la sua bambina.

STEFANO   Mantenete la calma regia, mò ci pensa don Saverio… SIG.RA TEDESCHI    Vi dico che ho già pagato…

CHECCO     (Entrando da sinistra) ‘E seh! ‘A scusa s’è fatta vecchia, signò!

SIG.RA TEDESCHI  (Seguendo il cameriere, lascia la mano della bambina che corre verso la cassa) Non si permetta di fare insinuazioni… Maleducato! Io il conto l’ho pagato regolarmente!

SAVERIO    (Avvicinandosi) Che succede? Ch’è stato?

CHECCO    Ah, ecco qua! Sta arrivando il principale e ve lo vedete con lui!

SAVERIO   Signora Tedeschi, mi dica… C’è qualche problema?

SIG.RA TEDESCHI   Don Saverio, meno male che c’è lei…

AZZURRA   (Tirando la giacca di Binotto) E dai, fammi sentire la canzone un’altra volta!

BINOTTO    Statte ferma!

SIG.RA TEDESCHI   (Nei confronti della piccola ha dei modi che ricordano un generale tedesco) Azzurra! Vieni subito qui!

AZZURRA    (Obbedisce intristendosi) Si, mamma…

SIG.RA TEDESCHI  Quante volte ti ho detto di non dare confidenza alle persone estranee!

AZZURRA    Ma volevo sentire la canzone…

SIG.RA TEDESCHI  Azzurra!

AZZURRA   Si, mamma…

STEFANO     (A Checco) Ma che sta chiammanno ‘o cacciuttiello?!?

SAVERIO   Signora, allora mi diceva…

SIG.RA TEDESCHI   Io ho pagato il conto, e quello zoticone insinua che i soldi erano insufficienti… Azzurra, togli le dita dal naso!

AZZURRA   Si, mamma…

CHECCO    Aah, un’altra volta?!? Don Savè, il conto era 32 euro. Nel piattino c’erano solo i due euro spicci!

STEFANO   Confermo, regia!

SIG.RA TEDESCHI   E’ inaudito! Qui si mette in dubbio la mia onestà! Azzurra, stai composta!

AZZURRA   Si, mamma…

STEFANO   (Come sopra) Ma nun ‘a da tregua ‘a ‘sta criatura?!?

SAVERIO   Signora, si calmi. Noi non vogliamo assolutamente offendervi… (Ai camerieri) Voi siete sicuri di quello che dite…

CHECCO   Don Savè, ci mancano trenta euro! Ve lo giuro! Essa murì Stefano mò mò!

STEFANO    Uè! Ma pecchè non muore tu!

CHECCO    Statte zitto che so’ capo cameriere!

STEFANO   (Considerandola una motivazione valida) Aah!

SIG.RA TEDESCHI  (Brusca, alla figlia) Dammi subito il telefono, Azzurra!

AZZURRA   (Restituisce il telefonino alla madre) Si, mamma…

STEFANO   (A Checco, prima di uscire da sinistra) Quello, p’a salvà a sta creatura, ‘o telefono azzurro ce vulesse! (Esce)

SAVERIO   Forza su, andate a lavorare…

CHECCO   Forza su, vai a lavorare! Ancora devi sparecchiare…

STEFANO   Subito, regia… (Esce velocemente da sinistra)

SAVERIO  Signora, per carità, non per mettere in dubbio le sue parole… Ma non è che distrattamente, per dimenticanza…

SIG.RA TEDESCHI  Nella maniera più assoluta, don Saverio… Ricordo benissimo di aver riposto i soldi nel piattino prima di fare l’offerta al cantante…

SAVERIO  (Si gira verso Binotto che sta ultimando di contare i soldi della serata) Aspettate, aspettate… (Si avvicina velocemente a Binotto) Quanto hai fatto stasera, Binò?

BINOTTO    Guardate qua, guardate… 32 euro!

SAVERIO   Binò, tu t’e futtut ‘e sord d’a signora! (Prende i soldi da Binotto)

BINOTTO    No, don Savè, quelle sono le offerte…

SAVERIO   (Porgendogli il piattino con le offerte) Queste sono le offerte, Binò! (Prende il piatto con il conto.Poi, alla signora) Scusate signora, è stato un increscioso incidente.

SIG.RA TEDESCHI   L’importante, è aver dimostrato la mia innocenza… (A Checco) Tiè!

CHECCO   Va buò, è meglio che vado pure io di là! (Esce)

SIG.RA TEDESCHI  (Scorge la figlia) Azzurra! Non dare confidenza al cantante che è un ladro!

BINOTTO     Io?!?

SIG.RA TEDESCHI  Voi! Ladro! E pedofilo…

BINOTTO    Ma quale ladro? Che pedofilo? Ah, signora ‘a visto ‘o mostro ‘e Firenze! Io faccio tutti i mestieri, apposta per non fare il mariuolo…

SAVERIO   Ci penso io Binotto… Signora, non giungete a conclusioni affrettate… Distrattamente, il signore ha preso il piattino del conto al posto di quello dell’offerta…

BINOTTO   Scusate signò! E’ il mio primo giorno col piattino. Non sono ancora abituato a queste cose difficili, io vengo dalla campagna!

SAVERIO   Lo vedete anche voi!

BINOTTO   Infatti!

SAVERIO   Il signore qua, non è mariuolo…

BINOTTO   Infatti!

SAVERIO   E’ scemo!

BINOTTO     Infatti!

SIG.RA TEDESCHI    E va bene, ma che non si ripeta più! Ora che si è risolta la situazione, possiamo andare… Azzurra! Saluta i signori, tranne il ladro, e andiamo…

AZZURRA   (E’ qualcosa che la madre le ha detto di dire a memoria) Buona serata, signori. Buon proseguimento e grazie di tutto..

STEFANO   Pare ‘na scinnietella ammaestrata!

SAVERIO    Ciao piccola! Buona sera, signora. E voglia scusarci ancora per lo spiacevole imprevisto…

SIG.RA TEDESCHI   Di niente, buona sera…

BINOTTO    Buona sera!

SIG.RA TEDESCHI   (Indispettita, non risponde al saluto di Binotto) Seh! Azzurra! (Esce)

BINOTTO    (Alla bambina) Arrivederci…

AZZURRA    (Imitando la madre, esce) Seh… Mamma!

SAVERIO    Arrivederci… (Stringe la mano a Binotto)

BINOTTO   Arrivederci… (Stringe la mano a Saverio)

SAVERIO    (Arrabbiato, bruscamente a Binotto) San Binotto che sei nei cieli! Passi pure che devi chiedere due volte i soldi ai clienti, come parcheggiatore e come cantante… Ma lascia stare i conti dei clienti, pe’ cortesia Binò! Su questo sarò insindacabile!

BINOTTO    E’ stata un po’a distrazione… E nu’ poco ‘a famme. Sono due giorni ca’ non si vede nu’ fetente ‘e centesimo, don Savè! Io aggio visto ‘o piattino co’ tutti quegli euri, e mi credevo che qualche anima buona si era mossa finalmente a compassione…  Ma purtroppo, anche Napoli sta cambiando: una volta se stendevi una mano qualcosa t’a truvave… Al giorno d’oggi, se uno stende la mano, è fortunato se torna ‘a casa ancora co’ polsino d’a cammisa! E che ce vulite fa’… Statevi bene don Savè (Fa per uscire)

SAVERIO   (Pausa, in cui Saverio guarda Binotto e poi il piattino coi soldi che ha in mano. Poi porge improvvisamente il piattino a Binotto) Aspetta, Binò! Pigliatille!

BINOTTO   (Voltandosi) Che cosa…?

SAVERIO    ‘E sorde, pigliatille…

BINOTTO    Veramente?

SAVERIO    Sissignore, pigliatelle…

BINOTTO    Grazie, don Savè! Dovete campare cento anni! Voi siete l’umanità di Napoli!

SAVERIO    Non esagerare Binò…

BINOTTO    E chi esagera?!? Onestamente, ditemi se voi non siete il cuore di questa città?!?

Entra Checco dalla cucina e si dirige verso la sala con alcune pietanze nei piatti. Dietro di lui lo Chef con un fazzoletto in mano.

CHEF    (Affacciandosi dalla cucina) Prrr!

Saverio e Binotto si girano a guardare lo Chef. Checco si scontra con Stefano di ritorno dalla sala. Saverio appare esasperato. Entra Vera, attirata dal trambusto.

VERA    Ch’è stato stavota, Saveerioo?

SAVERIO   (Girandosi verso  Binotto) Il cuore non lo so, Binò: ‘o fegato, sicuramente!

MUSICA 6: Stacco di chiusura sipario (25’’)

Fine Primo Atto

ATTO II

SCENA PRIMA  (Vera, Saverio, Binotto)

La scena è la stessa del I atto. Gli sgabelli e le sedie sono posti sul bancone del bar: sono appena state ultimate le pulizie da Vera, che è in scena con un secchio e lo straccio per pulire a terra. Saverio e Binotto siedono accanto alla cassa.

MUSICA 7: Apertura secondo atto (1’10’’)

VERA   (Sull’apertura del sipario sta ultimando di lavare a terra) Ecco fatto... (Rivolta a Saverio e Binotto) Mo’ a tutti e due vi raccomando: state fermi dove siete e non andate camminando che sta bagnato a terra! Io mò vado a lavare di là… Ma se quando torno vedo qualche scarpesata, mi faccio afferrà pe’ pazza!

SAVERIO    Cioè, te faie riconoscere!

VERA     Tu faje ca’ trovo un’impronta sola, e poi vide, Saverio! (Esce da sinistra, col secchio e lo straccio)

SAVERIO   Papà!

VERA   Intesi?

BINOTTO   State senza pensiero, signurì… A voi, invece, ‘e pensieri s’affollano, è o’vero, don Savè?

SAVERIO   E vulesse vedè a te… Vera e le sue manie di modernità... mi hanno aperto nu pertuso dinto ‘o fegato. Ma fosse tutto pe’ chella figlia mia…  Sono stati tre giorni di inferno, mi devi credere… Tu lo sai perché ti ho raccontato tutto…

BINOTTO    E avete fatto bene…

SAVERIO     D’altronde, era un peso troppo grande da portare da solo, questo racket infame...

BINOTTO   E certamente, immagino… Figuratevi che quando me lo avete detto stamattina, durante la solita colazione che voi gentilmente mi offrite alla trattoria “Bella Napoli”, mi si è bloccato l’appettito…

SAVERIO   Pure a te?

BINOTTO    Sissignore, don Savè… E, dopo una notizia del genere, che vuoi mangiare? Quei quattro cornetti a cioccolato si so’ bloccati ‘ncoppa ‘o stomaco!

SAVERIO  T’e pigliate quattro cornetti?!?

BINOTTO    Sine! Ce so’ voluti quattro cappuccini, p’e fa’ scennere!

SAVERIO   Salute, Binò!

BINOTTO   (Indicando) Da qui a qui so’ tutto cappuccino! Tengo ‘e stennine che stanno abballando ‘o meneaito!

SAVERIO  Comunque, approfittiamo per parlare mo’ che non c’è Vera: ma tu ti rendi conto. Quelli oggi torneranno per i soldi, e io ne sono riuscito a mettere insieme solo la metà.

BINOTTO   Mamma mia, don Savè! In che brutta situazione vi siete andato a mettere…

SAVERIO    (Spazientito) Ma perché, fammi capire una cosa. Secondo te mi ci sono messo io di mia spontanea volontà? Che ho messo un annuncio sul bric & brac? Trattoria cerca brutte situazioni e/o minacce: telefonare ore pasti! Binò, ma famme ‘o piacere…

BINOTTO   No dicevo per dire… Sapete quelle espressioni confezionate. Per dire!

SAVERIO    Per dire ‘na cosa ca nun c’azzeccava proprio!

BINOTTO   Va be’, mo state nervoso. Per questo non accettate parole di conforto…

SAVERIO   Uh mamma mia bella: se ti ho raccontato tutto, è proprio per avere una parola di conforto, un consiglio…

BINOTTO   Avete detto consiglio e conforto? E io che ci sto a fare, don Savè? Contro la camorra, potete contare su di me…

SAVERIO   Ssst! Abbassa la voce, che Vera sente!

BINOTTO   C’avete ragione, mi è scappato!

SAVERIO    Beh, comunque, grazie Binotto!

BINOTTO    Dopo tutto quello che fate per me ogni giorno, sono io che devo ringraziare voi…

SAVERIO   Sei un amico…

BINOTTO    Mi commuovete, mi volete così bene da mettermi al corrente di tutta la situazione…

SAVERIO    Tu sei l’unico che conosce i fatti. L’ho raccontato solo a te…

BINOTTO    Però, non riesco a capire… Perché avete scelto proprio me per confidarvi?

SAVERIO     ‘A verità? Per esclusione! Mica potevo far correre un rischio alla mia famiglia!

BINOTTO    E’ giusto! E’ una brutta situazione… Quella è gente che non scherza. Ma perché non avvertite la polizia?

SAVERIO  (Sorride beffardo) Eh! Tu mi chiedi perché?

BINOTTO    Sissignore! Perché?

SAVERIO   (Confessa tormentato la sua paura) Perché ho paura, Binò!

BINOTTO   Voi avete paura?

SAVERIO   Ma mica solo da adesso…

BINOTTO   E da quando?

SAVERIO    Tengo 49 anni, più i nove mesi che mi sono fatto nella panza della buonanima di mammà… Ecco, ho fatto il conto che io campo da 50 anni a Napoli ca’ paura ‘ncuollo!

BINOTTO    Ma perché valgono pure i 9 mesi int’o panzone?!?

SAVERIO    Comme no? Quella mammà era nu tipo ansioso, po’ appena sposata abitava a forcella… Ti lascio immaginare. Io ancora ‘eva nascere, già m’avevavo scippato tre volte!

BINOTTO   Addirittura?

SAVERIO    Che buò campà tranquillo….?

BINOTTO    E chi l’avrebbe detto… Un uomo del vostro livello che si mette paura…

SAVERIO    M’ha pigliato p’o Conte ‘e Montesanto! Che livello e livello?!?  E poi, la paura è uguale per tutti Binò!

BINOTTO   Parlate per voi, don Savè… Io sono stato sempre un uomo coraggioso…

SAVERIO    Ah, sì…?

BINOTTO   Non mi posso mai dimenticare, quell’estate a Scalea in cui si avvicinò uno di quegli scagnozzi di camorristi, e sapete che mi disse? “Vieni qua, miez’omm!” Non ci vidi più, addiventai una lampa ‘e fuoco, gli andai vicino e gli dissi come ti permetti, il mio nome è Binotto! Se mi vuoi, rivolgiti a me con educazione!

SAVERIO   Così gli dicesti?

BINOTTO    (Con fare borioso) E certamente, co’ chi se credeva che aveva a che fa?

SAVERIO    E com’è andata?

BINOTTO    Un’estate indimenticabile, don Savè… (Cambia tono in modo grottesco) ‘A passaie n’coppa ‘a ‘na seggia a rotelle!

SAVERIO    (Ride) Eh,eh!

BINOTTO   Azz’, voi ridete…?

SAVERIO    Senti a me, è meglio avere il coraggio di avere paura e continuare a camminare sulle proprie gambe…

BINOTTO   Forse avete ragione… Infatti, da quel giorno ho cominciato a farmi i fatti miei. Se è qualcosa gira ‘a capa ‘a chill’atu lato! Però, ancora non ho capito perché vi mettete paura di chiamare la polizia…

SAVERIO  Ma è naturale! Se arriva alle orecchie di Don Salvatore, o di uno dei suoi scagnozzi, che io ho messo al corrente dei fatti la polizia, è la fine…

BINOTTO   Ma perché, fatemi capire una cosa, che io vengo dalla campagna… Se non l’avvertite state più tranquillo?

SAVERIO    E no. Anche questo è vero…

BINOTTO    Allora, io vi consiglio di avvertirla… Perché dovete avere paura: o l’avvertite o non l’avvertite… (Fa un movimento circolare di due dita della mano, a simboleggiare la dipartita)

SAVERIO    Già m’e dato pe’ spacciato…

BINOTTO   Noo, per carità… L’appuntamento è per oggi?

SAVERIO   Si, è per oggi…

BINOTTO   Questioni di minuti, allora. (Con tono di commiato, caccia un fazzoletto e si tampona gli occhi cercando di trattenere l’emozione) Povero don Saverio…

SAVERIO   (Seccato) E queste sarebbero le parole di conforto? Chist è ‘nu requiem!

BINOTTO   Che ci posso fare, proprio quando mi ero affezionato a voi… (Si commuove grottescamente)

SAVERIO   Non dare retta Binò! Risparmia la voce per la messa cantata… (Da una pacca sulla spalla a Binotto).

BINOTTO   C’avete ragione… Mo vi devo lasciare, che devo continuare a dare un’occhiata alle macchine qua fuori… (Si incammina verso l’uscita) Se è qualcosa, chiamate…

SAVERIO  (Accompagnandolo alla porta) Ah, non ti preoccupare, vai… E grazie per il conforto… 

BINOTTO   No, di niente, di niente…

SAVERIO   Ricordati che nessuno deve sapere niente, altrimenti peggioriamo la situazione…

BINOTTO  Noo. Quello già state combinato bello!

SAVERIO   Ah, sì? E come starei combinato?

BINOTTO    State combinato ca ‘o signore ‘o ‘ssape e ‘a maronne so’scrive!

SAVERIO   All! Basta con il conforto. Ci vediamo dopo, arrivederci Binò.

BINOTTO   Eh, seh! Addio, don Savè, addio! (Esce dal fondo agitando in segno di saluto il fazzoletto)

MUSICA 8: Stacco musicale breve (8’’)

SCENA SECONDA  (Saverio, Vera, poi Chef)

SAVERIO   (Prende la foto della moglie) Lucì, dimmi che devo fare… Questa attesa è snervante! No, ma io non ce la faccio ad andare incontro al destino senza cercare di fare niente per cambiarlo.E poi, se ognuno di noi subisce senza parlare fa il gioco di quei fetenti.Binotto ha ragione: io avverto la polizia… (Prende il telefono senza fili accanto alla cassa e compone i numeri) Pronto, carabinieri? Vorrei fare una denuncia… Si, attendo… (Si volta per vedere se arriva la figlia) Pronto, si ho detto già al suo collega che vorrei fare una denuncia… Si, attendo… Pronto, vorrei denunciare un tentativo di estorsione… Si, n’ata vota?!? No, non sto nervoso. E’ che mi state palleggiando da collega a collega… Va bene, attendo… Pronto? Sì. Vorrei sempre sporgere denuncia per racket… Si? (Attacca improvvisamente) Pronto, polizia? Vorrei fare una denuncia… Racket… (Guarda l’orologio) Si, lo so ch’è ora di pranzo… Va bene, attendo… (Si gira per vedere se qualcuno ascolta, ma non vede Vera, nascosta dietro al bancone) Commissario? Oh! Buongiorno. Sono Saverio Sarnataro, il titolare della trattoria “Bella Napoli”. Sono disperato, Commissà: sono stato minacciato di morte, e se non pagherò entro oggi quanto mi hanno chiesto… Venite a parlarne qui? Si, forse è meglio. Ma mi raccomando la massima discrezione… Non voglio mettere a repentaglio l’incolumità della mia famiglia, che oltre tutto è all’oscuro del pericolo in corso… Grazie Commissario, la aspetto. Faccia presto…

Vera si è nascosta alla vista di Saverio. E’ sconvolta e terrorizzata per quello che ha sentito. Tuttavia, cerca di dissimulare col padre.

SAVERIO    Intanto si è fatta l’una manco nu’quarto, e nessuno è ancora al suo posto! Come la tiro avanti la trattoria “Bella Napoli” da solo… Lucì, dammi la forza tu che ne ho bisogno… (Chiamando) Vera…

VERA   (Facendo finta di arrivare dall’altra sala) Che c’è Savè?

SAVERIO    Papà! Ho detto che voglio essere chiamato papà!

VERA   Vabbuò, Savè!

SAVERIO    Papà!

VERA   Sì Savè…

SAVERIO    Babbo!

VERA    Certo Savè! Come vuoi tu… Di là è tutto pronto.

CHEF    (Entra celermente dal fondo urlando) E’ permesso?

VERA   (Urla, terrorizzata dall’improvviso arrivo del cuoco) Aaah!

SAVERIO   (Terrorizzato dall’urlo della figlia) Aah!

CHEF  Ma che dè, vuò vedè che so’ asciuto senza‘o pantalone? Ma si può sapere ch’è stato?

VERA  Perché che c’è di strano?

CHEF    Noto una certa tensione nell’aria, è successo qualche cosa?

VERA    No, niente… (Cerca di camuffare lo stato d’animo teso) Siccome ho lavato a terra da poco, mi credevo che stava ancora bagnato a terra…

CHEF    Nientidimeno! Tu allucc’e chella manera?!?

SAVERIO   (Visibilmente scosso dalla paura provata per l’urlo della figlia) A risico ‘e me fa venì nu’ collasso!

VERA   Comunque mi ero impressionata… Pare che si è asciugato… Nel  dubbio… Passa sotto sotto!

CHEF   Vera, se hai finito qua, dammi una mano a sistemare nella cucina…

VERA    E va bene… (Piano allo Chef) Ti devo dire pure ‘na cosa importante!

CHEF   A me?!?

VERA    Sissignore… (Fa segno di non far accorgere Saverio) Nun fa sentì! (Esce)

CHEF    E jamme bello... (Segue Vera)

SCENA TERZA  (Saverio, Checco, Stefano)

CHECCO    Anche oggi un’altra giornata, speriamo ca’o principale sta nu’ poco più sopportabile, perché so tre giorni ca’ s’è fatto afflittivo…

STEFANO    Ah, buon giorno don Saverio!

SAVERIO    Seh, seh… (Brusco) E’ questa l’ora di arrivare?

CHECCO   (A Stefano) Aeh! Nun ha detto manco buon giorno… Sta jurnata è n’ato tuosseco!

 STEFANO    Scusate Don Savè, ma siamo andati a dissequestrare la vettura della regia… E sapete com’è Napoli a quest’ora: all’andata ce la siamo fatta a piedi, e piede dopo piede c’abbiamo messo un quarto d’ora… Al ritorno, avevamo la macchina e ce steva traffico. C’abbiamo messo un’ora e mezza …

SAVERIO    Ma dico io, so’ settecento metri da casa vostra alla trattoria, pecchè nun v’a facite a ‘ppere!

STEFANO    A piedi? ‘A chi?!?

CHECCO   Don Savè, e ve li fate voi a piedi questi settecento metri all’una ‘e notte quando staccamm ‘e faticà! Io nun m’e faccio chiù!

SAVERIO   Troppo sforzo?

CHECCO   Noo. A parte ‘o sforzo. A me m’hanno rapinato 3 volte in tre mesi… Semp’o stesso bastardo! Guardate, io non mi faccio capace! Voi mi pagate il 25 del mese?

SAVERIO   Seh!

CHECCO  E quello, secondo me, s’era segnato il giorno di paga: puntualmente, la sera del 25, s’appostava sotto ‘o purticato affianco ‘a casa mia e se faceva ‘e sord!

STEFANO   Comme, me ricordo! ‘O regista steva tutto ‘ntusscato! Faticava e portava i soldi a casa… del mariuolo, però! Praticamente ‘a faticato pe’ chill per tre mesi! Ah, ah…

CHECCO   Che ce sta ‘a ridere? Io però ho risolto il problema…

SAVERIO   Ah sì…?

CHECCO  E certo! Mi sono fatto dare il numero di conto corrente, e glieli verso direttamente ‘ngoppa ‘o cunto! Così lui non deve scendere ‘e notte, ‘o fastidio ‘e se piglià ‘e sord, ca’po’ in giro sta brutta gente, e io almeno evito ‘e me cacà sotto!

SAVERIO   E’ giusto!

CHECCO   Eh! Quella la colpa è di chi so io. Tutte e tre le sere delle rapine, chi è venuta a mangiare in trattoria?

SAVERIO   Chi?

CHECCO   La vecchia del tavolo 5!

SAVERIO    E chi è?

STEFANO    Come, don Savè: quella signora che porta seccia!

SAVERIO    C’è una signora che porta seccia?

CHECCO   (Caccia amuleti dalle tasche) Ma vi dico io… è micidiale!

SAVERIO    Ma la volete finire con queste buffonate? Possibile che a Napoli, nel terzo millennio, ancora crediamo a queste cialtronerie da primo millenio!

CHECCO    Ma che cialtronerie, quella è la scienza esatta d’o malaurio!

SAVERIO  Ma mi meraviglio di voi, che site guaglioni… Vergognatevi e andate a mettere a posto la sala di là, che già si sarà asciugato a terra… Andate…

STEFANO   Andiamo subito…

CHECCO   Iammo bello… (Piano a Stefano) Sta nervoso proprio!

STEFANO    (Ammiccante a Checco) Ma hai visto comme so’ belle sti porte a saloon? (Esce da sinistra)

CHECCO    Belle! Veramente belle… (Segue Stefano)

SAVERIO   E’ inutile ca’v’allisciate ‘e porte: tanto ve ne caccio ‘o stesso!

MUSICA 9: Breve stacco di entrata della Sig.ra Seccia (8’’-10’’)

(presumibilmente uguale a MUSICA 2)

SIG.RA SECCIA  (Entra dal fondo) E’ permesso?

SAVERIO   Prego signora cara, trattoria “Bella Napoli” al suo servizio…

SIG.RA SECCIA    Buonasera don Savè, si può avere un tavolo?

SAVERIO    Ma certo… I camerieri stanno giusto preparando i tavoli…

SIG.RA SECCIA    Don Saverio… Come siete caro. Vedrete che oggi avrete una giornata tranquilla e serena…

SAVERIO   Lo spero proprio, signora!

SIG.RA SECCIA    Io queste cose me le sento, che devo fare… (Alita verso Saverio)

SAVERIO     Spero di sentirle pure io, signora…

SIG.RA SECCIA    Se è possibile, vorrei il solito tavolo: il numero 5…   

SAVERIO    Ah! Senz’altro, signora…

CHECCO   (Entra velocemente da sinistra) Don Savè, di là è tutto pronto! Mamma d’o Carmine! (Esce da sinistra velocemente)

SAVERIO    Checco! Vieni qua accompagna la signora…

CHECCO  (Affacciandosi da una delle porte) Sto un attimo impegnato, mo vi mando subito Stefano…

SAVERIO    Vediamo di muoverci! (Alla signora) Il ragazzo arriva subito… (Urlando dentro) Oppure ‘o vac‘a piglià io pe‘rrecchie!

SIG.RA SECCIA    Come siete premuroso, don Saverio…

STEFANO   (Entra spinto da Checco, tentando inutilmente di resistere) No, regia... Ha chiamato voi…

CHECCO    E io ho chiamato te…

STEFANO    Ma non è giusto!

SAVERIO    (Imbarazzato) La volete smettere…

SIG.RA SECCIA   (Fraintendendo) Che bravi giovani… Bisticciano tra di loro per chi mi deve accompagnare… Non vi preoccupate, non voglio far prendere collera a nessuno di voi…

CHECCO   Ah, sì?

STEFANO   Meno male, se ne va sul’essa!  

SIG.RA SECCIA    No. Mi accompagnate tutti e due!

STEFANO   Come?

CHECCO    Che cosa?

SAVERIO   Sissignore: tutti e due! Muovetevi!

CHECCO    Oj? E visto che hai combinato?

STEFANO   Io? Regia, ‘a colpa è ‘a vostra!

CHECCO   Meglio accussì, ce spartimmo stu malaugurio meta per’uno!

SAVERIO  Se non la finite vi do da spartere pure nu’pare ‘e pacchere!

Checco e Stefano si avvicinano alla signora, disponendosi uno a destra e l’altro alla sinistra. Con un braccio sostendono la signora e con l’altro stringono un amuleto antimalocchio.

SIG.RA SECCIA   Che bravi ragaaazzi! (Alitando verso Stefano)

STEFANO    Mamma d’o Carmine…

CHECCO   Brava signora. Vuttate ‘o ciato ‘a punente!

STEFANO   M’ha vaporizzato ‘e sopracciglia!

SIG.RA SECCIA  (Interrompendo il cammino) Ma io sento una strana puzza…

STEFANO    Signò, voi prima scendete co’ lanciafiamme e poi ve lamentate!

Escono da sinistra Checco, La signora e Stefano. Intanto, Vera rientra in scena.

SAVERIO  Pure io, sento ‘na puzza… Ma una brutta puzza!

VERA    Neh, la sento pure io!

SAVERIO   Io vedo pure delle macchie per terra… E si, non c’è dubbio: qualcuno deve aver preso una cacca di cane…

VERA   Ueee, io mo’proprio avevo lavato pe’ terra…

SAVERIO   Eh, si… Qualcuno che è entrato da fuori in buona compagnia…

VERA   No, ma mò deve uscire il colpevole. Lo devo scarpesare con questi piedi, così come lui ha scarpesato il pavimento appena lavato! Vediamo… Qua sono entrati da fuori solo ‘o Chef, Checco e Stefano… (Allo Chef) Tu, vieni qua, mò mò oj!

CHEF   Ch’è stato?

VERA   Alza il piede…

CHEF   Ma perché? Qualcuno ha quagliato?

VERA  E secondo te… L’altro!

CHEF    Io non potevo essere… M’e fatto camminare sotto sotto…

VERA   Ah, già! Stefano, vieni qua, vieni…

STEFANO   No, ma io ci sto attento a queste cose, non può essere…

VERA   Poche storie… Alza il piede… No, l’altro? Niente… Vediamo un poco… Chi c’è rimasto?

Tutti si girano verso Checco.

STEFANO    (Avvicinandosi) Regia, mi sa che avete iniziato le riprese di ventimila leghe sotto ‘e scarpe…

CHECCO   Noo, non può essere…

VERA    Vieni qua, vieni…

CHECCO  Io? E va bene…

VERA    Qua niente…

CHECCO    Lo vedi? Non può essere… Anche l’altro…

VERA   (Fulmineamente insieme a Stefano e lo Chef, con senso di enorme disgusto provocato dalla vista della scarpa di Checco) Bleee, che schifo!

CHECCO    Noo, non può essere… (Guarda la scarpa) Mamma d’o Carmine mio!

CHEF    Ah, ah!

STEFANO  Ah, ah! ‘A regia ha beccato ‘o pasticciotto!

VERA    Che ridete… Io mo avevo finito di lavare a terra!

CHECCO    E che devo dire io, che oggi avevo accattato ‘e scarpe… STEFANO  Ca’ poi, che ciorta, regia! Ve le siete comprate pure c’o carrarmato ‘a sotto!

CHEF   E quando se leva chiù!

SAVERIO   Fai qualcosa, vai fuori… Tanto si sapeva, e chi mai puteva essere stato?

CHECCO   Ma non è colpa mia don Savè…

SAVERIO   Questo lo so, la colpa è sempre mia che vi ho assunti!

CHECCO   E che ci volete fare? Forze superiori hanno voluto così… (Indica la signora Seccia)

SAVERIO   Non fare lo stupido e vatti a pulire fuori… E fai presto!

CHECCO   Vado, don Savè. Basta che non vi arrabbiate… (Esce dal fondo)

SAVERIO    Non v’arrabbiate? Qua si deve lavare di nuovo il pavimento…

VERA     Mi ha inguaiato un pavimento! E qua non basta mica lavare di nuovo tutto quanto!

SAVERIO    E si, mo’ rifacimmo ‘o parquet! Va’a piglià ‘o secchio, va’…

VERA    Comme sì, simpatico, Savè… (Fa per andare nel bagno a prendere nuovamente secchio e straccio per lavare il pavimento)

SAVERIO    Pa-pà!

VERA    Uf-fà… (Esce)

SAVERIO    Ma vuije vedite che figlia ‘e… (Guarda la foto della moglie alzando le mani) Buonissima madre! (Allo Chef) Io vado a sistemare in cucina… (Esce dal fondo a sinistra)

CHEF   Volete una mano, don Savè?

SAVERIO   Nun da’ retta, stai qua, che se viene qualche cliente mi chiami…

CHEF    Va bene… (A Vera, intenta a lavare a terra) Ma allora, sei sicura di quello che hai sentito, oppure come al solito nun ‘e capito niente?

VERA    Guarda che sei tu ‘a capa ‘e chiummo della Trattoria!

CHEF   Va buò, non è il momento di litigare… Ripetimi esattamente quello che hai sentito…

VERA  Ancora? E’ la terza volta che me lo domandi… L’ho sentito mentre telefonava alla polizia. Non ho capito bene, parlava di Racket… Di minaccie di morte… Poi ho sentito che il commissario sarebbe venuto qui… Uh, mamma mia, quando l’ho sentito mi stava per venire uno stroppone… Che possiamo fare?

CHEF   Fin quando si presenta ‘o commissario e va beh… Ma se si presentano quelli del Racket ‘o stroppone vene a me!

VERA   Non sappiamo neanche chi è l’uno e chi è l’altro…

CHEF   Secondo me, per il momento, è meglio che don Saverio non sappia che noi sappiamo…

VERA   Sì, anche secondo me… Cerchiamo di saperne di più quando viene il commissario… (Smette di lavare a terra) Noi ci nascondiamo e sentiamo quello che dicono…

CHEF   Ci nascondiamo?!?

VERA    Sissignore…

CHEF   Tu, tanto quanto, sei formato mignon, ma io addò m’avvio?

VERA   Anche questo è vero…

CHEF   Io è da quando tenevo dieci anni che ho smesso di nascondermi, pecchè me sgamavano immediatamente!

VERA    E come possiamo fare?

CHEF   Aspetta che mi è venuta un’idea… Li tieni sempre quei ricetrasmittenti per neonati?

VERA   Stanno di là, perché…?

CHEF  Noi ne mettiamo uno qui e l’altro ce lo teniamo nella cucina…

VERA    Sii! Sei troppo grande!

CHEF   ‘O saccio! Perciò ho smesso di nascondermi…

VERA   Li vado a prendere… (Fa per andare a destra)

CHECCO    (Entra dal fondo, senza scarpe) Niente, non si poteva fare niente: aggia avuto jetta ‘e scarpe!

VERA    Ti trovavi, te jettave pure tu! (Esce da destra)

CHEF    Niente di meno e’ dovuto jetta’e scarpe? Ma che girano, ‘e cavalli pe’ marciapiedi?!?

CHECCO  Qua cavallo… Era ‘rrobba ‘e mammut! Mò, faccio‘na cosa, ‘o scef… Mi vado a prendere un paio di ciabatte, che se no aggia tornà pure scavezo ‘a casa! (Esce da sinistra)

VERA    (Rientra da destra con le trasmittenti) Trovate!

CHEF    Benissimo… Mo dobbiamo fare una prova: io me ne prendo una e vado di là…

VERA    Tieni, fai presto!

Lo Chef esce da sinistra. Vera accende l’apparecchio e comincia a fare le prove.

VERA   Ma addò s’appiccia? Bah… (Con voce rauca) Brecco, brecco al canale, si sente…? Brecco, brecco…

CHEF   (Da fuori) Ma che d’è, non si sente niente…? Ma pe’ forza, chella scema m’ha dato chella sbagliata! (Rientrando sull’uscio da sinistra) Vera: tu si scema over!

VERA   Io?!? Ma che vai trovando, questo coso è complicato… Non ho capito neanche dove s’accende.

CHEF   Qua vedi, con il volume… Accendendo la ricevente, si accende automaticamente anche l’altra. Forza, nascondiamo questa trasmittente prima che viene tuo padre… Dove la possiamo mettere…?

VERA    Mettiamola dietro alla foto della mamma…

CHEF   Aspetta un momento, (Tra se) Qual’è ‘a ricevente? Seh… Fatto!

SAVERIO    (Entrando dal fondo) In cucina è tutto a posto…

CHEF   (Dissimulando) Si? Io vado di là allora…

VERA    Vengo con te…

SAVERIO   (Perplesso) Bah!

SCENA QUARTA (Saverio, Commissario, poi Vera e Chef)

COMMISSARIO     E’ permesso?

SAVERIO    Buona sera, trattoria “Bella Napoli”, desidera un tavolo?

COMMISSARIO    Veramente, non so se posso parlare… Ci siamo sentiti a telefono… Sono il commissario Santandrea…

SAVERIO    Sssh! Grazie al cielo! Piacere, Saverio Sarnataro. (Stringe la mano al commissario) Al telefono ha parlato con me… Facciamo piano… La prego, commissario, mia figlia è all’oscuro di tutto…

COMMISSARIO    Uh, quanto mi dispiace: è cieca, povera figlia?

SAVERIO    Ma che avete capito? E’all’oscuro, cioè non sa niente delle minacce…

COMMISSARIO    Ah, ho capito…

SAVERIO   (Tra se) Mi hanno mandato Scherlock Holmes dalla centrale… Allora, caro Santangelo…

COMMISSARIO    Santandrea, no Santangelo…

SAVERIO   Scusate, Commissario, è la tensione… Posso offrirle un caffè? (Tra se) Po’ essere ca’ se sceta!

COMMISSARIO   Volentieri… A telefono mi ha accennato qualcosa della situazione…

SAVERIO   Vi dico subito… (Racconta mentre fa il caffè al commissario) Caro Sannazaro…

COMMISSARIO   Santandrea!

SAVERIO    Scusate, caro Santandrea. Io non sono tagliato per fare l’eroe, oltre tutto ho famiglia… Se ho deciso di avvertire la polizia è perché la situazione è veramente disperata… Ho ricevuto un ultimatum: se entro oggi non verserò settemila euro a Don Salvatore, il capozona, non so se lo conoscete…

COMMISSARIO    Si lo conosco…

SAVERIO   (Sorpreso) Ah, lo conoscete? (Torna velocemente al racconto) Comunque vi dicevo,  Sancarluccio…

COMMISSARIO    Eh, seh! Ma che ve state facenn’o giro dei teatri?!? Santandrea!

SAVERIO    Scusate, Santandrea… Se entro oggi non verserò tremila euro a Don Salvatore cominceranno le ritorsioni contro me, il mio locale e la mia famiglia…

COMMISSARIO   Allora, vediamo un po’… Mettiamo ordine alle cose: voi siete il titolare della trattoria…

SAVERIO    Niente di meno! Stamme ancora ‘a chest! Sissignore! Io sono Saverio Sarnataro…

COMMISSARIO   Signor Sarnataro, dovete avere pazienza… Io devo mettere ordine…

SAVERIO   Ma fate presto a mettere ordine Commissà, se no ve trovate da mettere in ordine pure ’o cadavere mio!

COMMISSARIO   Dunque, avete subito delle minacce dagli uomini di don Salvatore… Quanto vi hanno chiesto?

SAVERIO    Tremila euro… La situazione è disperata!

COMMISSARIO   Tremila euro… Voi, intanto, voglio sperare che avete raccolto la cifra?

SAVERIO     Veramente, no…

COMMISSARIO   No?!? Allora avete ragione…

SAVERIO   A proposito di che…?

COMMISSARIO    La situazione è veramente disperata!

SAVERIO   Ah, si?

COMMISSARIO  Don Salvatore non perdona affronti simili… La vedo brutta, signor Sarnataro.

SAVERIO   Dovete vedere come la vedo io… Caro Santantonio…

COMMISSARIO   Santandrea!

SAVERIO    Santandrea, Santandrea…

COMMISSARIO  Vuje state facenno l’appello in paradiso!

SAVERIO   Scusate, quella è la tensione… Da un momento all’altro potrebbe entrare uno degli scagnozzi di Don Salvatore.

COMMISSARIO    Voi dite da un momento all’altro?

SAVERIO    Sissignore, l’ultimatum è scaduto…

COMMISSARIO   (Deglutisce, malcelando una grande paura) Allora qua non devo perdere tempo… Volevo dire, non dobbiamo perdere tempo…

SAVERIO    Si. Vi prego… Proteggetemi voi commissario…

COMMISSARIO    Don Saverio, noi come polizia, possiamo offrire protezione, a voi e alla vostra famiglia. E, soprattutto, possiamo mettere finalmente in galera Don Salvatore. Ma poi…

SAVERIO   Ma poi, che?

COMMISSARIO    No, dicevo, poi…

SAVERIO   Poi, che?

COMMISSARIO    Non ho detto poiché! Ho detto poi…

SAVERIO    Certo che voi della polizia state addiventando peggio d’e carabinieri! Poi che cosa, che succede?

COMMISSARIO   Noi mettiamo don Salvatore in carcere. Ma poi tocca a voi fare in modo che ci resti!

SAVERIO     E io che c’entro?

COMMISSARIO    C’entrate e come… Don Savè, non basta denunciare Don Salvatore: poi, voi dovete testimoniare al processo.

SAVERIO   Al processo?!? Noo, non diciamolo neanche per scherzo, Santambrogio...

COMMISSARIO    Santandrea!

SAVERIO   Scusate, Santandrea… Ve l’ho detto prima… Io non sono tagliato per fare l’eroe: io ho famiglia!

COMMISSARIO    Ma perché, don Savè… Io che lo devo arrestare, no?!?

SAVERIO    Non capisco commissario…

COMMISSARIO    Ma voi mi avete visto bene? Ma volete vedere che tra tanta gente che si fa i fatti suoi, l’eroe lo dovessi fare io?

SAVERIO    Uh, gesù! Ma quello è il vostro mestiere. A voi pagano per farlo!

COMMISSARIO   Nessuno stipendio può pagare la paura, don Savè! Arrestare il più potente boss della zona, sulla base di una denuncia anonima? E quello, tempo mezz’ora esce comodamente, per lui, e mi viene a mettere, scomodamente per me, una palla di piombo in fronte!

SAVERIO   Ma qualcosa bisogna pur fare, Santantimo...

COMMISSARIO   Santandrea! Ma come ve lo devo dire…

SAVERIO   Scusate, è la tensione… Dicevo, la polizia non può abbandonarmi in balia di questi criminali…

COMMISSARIO  Voi siete pure na’faccia tosta! Se non c’è testimonianza, è come se il reato non fosse stato commesso… E, a questo punto, è meglio che me ne vado. Statevi bene Don Savè! (Si avvicina all’uscita)

SAVERIO    (Seguendolo agitatamente) Ma come, ve ne andate?

COMMISSARIO    (Fermandosi) E perché dovrei rimanere? Non c’è nessuna ragione che mi trattenga… (Si incammina di nuovo arrivando sull’uscio della trattoria) Mi dispiace per quella povera figlia vostra, ignara del pericolo, cieca e tra poco pure orfana!

SAVERIO   Ma che state dicendo? E questa è la forza pubblica a Napoli? E così, se io non testimonio, non muoverete un dito per fermare questo crimine?

COMMISSARIO   Quale crimine? (Esce)

MUSICA 10: Breve stacco musicale (20’’)

SCENA QUINTA (Vera, Saverio, Binotto, Sig.ra Seccia, Checco, Stefano)

BINOTTO    (Entra, guarda attentamente il gradino, evita la caduta ma si rende conto di aver lasciato la porta aperta. Torna indietro, ma si dimentica del gradino e cade) Mamma, d’o Carmine!

SAVERIO   Ah, mannaggia ‘a miseria. Sei tu Binò, puozza passa niente…

BINOTTO   Ce l’avevo quasi fatta stavolta! Se state occupato e nervoso passo dopo…

SAVERIO    No, non ce l’ho con te… Stavo sopra pensiero. Trase e chiudi…

BINOTTO   Vabbuò… Ma ch’è stato? Se ne è andato…?

SAVERIO   Ma chi?

BINOTTO   L’emissario della camorra…

SAVERIO   Ma quale emissario…?

BINOTTO  (Fa un gesto di intesa con la mano) Quello ch’è uscito ora…

SAVERIO  Ma quello ch’è uscito, non era un camorrista: era ‘o commissario Santaclaus!

BINOTTO    Veramente? Uh, comme me dispiace… Io gli ho bucato tutt’e quattro le ruote!

SAVERIO   Uh, mamma mia, tu che hai combinato! (Esce dal fondo, di corsa)

BINOTTO     (Segue Saverio) ‘On Savè, non dite che sono stato io… Io so’abusivo!

VERA    ‘O Chef, vieni qua, muoviti!

CHEF    Hai visto che sistema! Si è sentito tutto perfettamente!

VERA   Si, ma hai sentito che situazione?

CHEF    E come no? Se don Saverio non testimonia, la polizia non muoverà un dito!

VERA    Che situazione, e noi non ne sapevamo niente…

CHEF     (Segue Vera) E chi se lo poteva andare a immaginare! Ecco perché tuo padre era sempre così nervoso!

VERA  Già, e non voleva dirmi niente per non farmi correre pericoli…

CHEF    E noi che possiamo fare? Hai sentito? Neanche la polizia può fare niente senza che qualcuno testimoni contro don Salvatore…

VERA  Stai sicuro che non rimarrò ferma con le mani in mano… (Esce per la cucina)

CHEF    Ma perché, che vuoi fare? (Segue Vera)

SAVERIO     (Entra dal fondo) Meno male che il commissario ha creduto ad un atto di intimidazione! A rischio di finire in galera…

BINOTTO   Per foratura multipla a pubblico ufficiale…

SAVERIO     Tu ‘a foratura multipla ‘a tieni dint’o cervello! Bel consiglio che mi hai dato…

Entrano Vera e lo Chef  dalla cucina.

BINOTTO   Ma perché, che ha fatto la polizia?

SAVERIO    (Vede Vera che è entrata e, imbarazzato, cerca di far finta di parlare di altro dando una gomitata a Binotto) Si, stanno ultimando la pulizia, la pulizia…

VERA  (Anche lei nasconde come il padre un certo imbarazzo) In cucina è tutto a posto…

BINOTTO   Buona sera, signurì…

VERA   (Distrattamente) Ciao Binotto.

CHEF    (Due battute prima ha cominciato a caricare lo strarnuto. Starnutisce dietro al collo di Binotto) Etccìì!

VERA    (E’ colta di soprassalto ed urla) Aaah!

BINOTTO    (Portandosi un fazzoletto al collo) Mannaggia!

VERA    (Girandosi, allo Chef) Puozza passà niente!

CHEF    Eeeh! Ca’ nun se po’ manco starnutì? (Esce)

SAVERIO   Ma ch’è stato?

VERA   Niente, il rumore improvviso! A me ‘sti cose mi toccano i nervi…

BINOTTO   A me, invece, m’infonnono ‘o collo!

SAVERIO    ‘Ndà retta, Binò, nun ce faie niente: io ne ho conosciute di cape toste, ma come mia figlia mai!

BINOTTO    E giustamente, quella figlia a voi è! Signurì, posso chiedervi la gentilezza di un bicchiere d’acqua?

VERA    E che problema ci sta? (Versa l’acqua in un monouso) Tieni…

BINOTTO    (Guarda il bicchiere sul bancone, poi imbraccia la chitarra e canta) Ma io non posso accontentarmii… Se tutto quello che sai darmii… E’ un bicchiere di pla-sti-ca! (Fiero) Allora, che ve ne pare? E’ la mia ultima eccisione!

VERA    Bravo, veramente bravo… ‘E ‘cciso n’ata canzone!

BINOTTO    (Comincia a sentire una puzza) Don Savè, ma io sento una strana puzza…

SAVERIO   E che ci vuoi fare? ‘O marciapiede è diventato un percorso ad ostacoli.

VERA   E Checco, secondo me, nun n’ha zumpato uno!

SAVERIO   Ma non è solo colpa d’o guaglion… E’ colpa di chi porta in giro i cani… E dei cani!

VERA    Ma che ce traseno i cani, Savè…? A te non piacciono e non ti sono mai piaciuti, perciò parli così…

BINOTTO   E no, a me piacciono assai i cani, don Savè... Tranne i Brad Pitt, mi piacciono tutti i cani…

SAVERIO     I Brad Pitt?!?

BINOTTO    Si, quei cani vietati ai minori…

SAVERIO    Ma che so’, cani a luce rossa? Si chiamano pitt bull, mica brad Pitt!

BINOTTO   Voi, dite? Va be’, saranno parenti…

SAVERIO    Si, uno fa l’attore e l’altro fa ‘o cane! Ma che stai dicenno, Binò?!?

BINOTTO    Va bene, quelli la che dite voi non mi piacciono. Ma gli altri si… Figuratevi che a casa mia ho due rasche…

SAVERIO   Che tieni?

BINOTTO   Due cani rasche.

SAVERIO   Tieni ‘e cani che rascano? Chi schifo ‘e bestie so’?

BINOTTO   No, che avete capito? Quella, come si dice… E’ la marca!

SAVERIO   Questa non la sapevo… Ma perché, i cani più rascano più sono di marca?

BINOTTO   Ma chi ha detto che rascano i cani miei! Sono due cani raschi!

SAVERIO   Aah! Haschi! E parla potabile, Binò! Io già sto tutto agitato.

BINOTTO   Due cani marca rasche…

SAVERIO    Due cani, razza haschi! Quale marca? Che l’hai accattato ‘o G.S?

BINOTTO   Noo, che accattato! Nun ce sta  ‘nu centesimo, Don Savè! Regalati… Ma dovete vedere quanto sono belli… Gli occhi, poi, sono una cosa formidabile. Due prete azzurre stampate sul muso. (Pausa, guardando Vera) Come i vostri signuri!

VERA   (Visibilmente seccata) I miei?!?

BINOTTO   Mi dovete credere, uguali!

VERA    E che tengo l’uocchie ‘e ‘nu cane, Binò? Ma guardate, guardate…

BINOTTO   Va be’, forse proprio uguali no.

VERA    Dicevo io…

BINOTTO   Cambia il colore. Quelli dei cani miei sono azzurri, i vostri sono color… marrone marciapiede!

VERA    (Lancia, in uno scatto d’ira, la scarpa verso Binotto) La prossima volta ti ciacco!

BINOTTO   Il mio è un complimento…

VERA    Aspita! E meno male che non me vulive fa’ na’ chiavica!

BINOTTO  Per carità, don Savè, diteglielo pure voi: quelli so’ due rasche!

SAVERIO   Mo è meglio che cominci il giro, Binò… Se no, a casa ti porti altre due rasche: la mia e la sua (Indicando Vera)

BINOTTO   Vado don Savè, ma mi avete frainteso… (Imbraccia la chitarra) Don Savè, uscendo uscendo, vi posso dedicare una canzone che vi tirerà su?

SAVERIO    E proviamo, tanto più in basso di così…

BINOTTO   (Canta uscendo da sinistra) Quando sei, disperato-o-o, più di te-e-e, c’è Savè-è-è… Vi è piaciuta?

SAVERIO    E chesta nun è ‘na canzone: è na mazzata a’reto’o cervelletto! (Esce seguendo Binotto)

MUSICA 11: Stacco breve (10’’)

CHEF    (Affacciandosi dalla cucina) Allora, si può sapere che hai deciso di fare?

VERA   Sicuramente rimarrò con le mani in mano ad aspettare… (Va a prendere la giacca dall’appendiabiti)

CHEF    Dove vai?

VERA    Alla polizia!

CHEF    Ma sei pazza?

VERA    No. Se mamma fosse qui farebbe lo stesso…

CHEF   E se tuo padre non ti trova io che gli dico?

VERA   Che ne saccio, dici a Saverio che sono andata in Farmacia. Io torno subito…

CHEF     Ma tu c’hai pensato bene?

VERA    Sissignore… (Esce)

CHEF    (Sul fondo) Vera!

SAVERIO    (Rientrando da sinistra) Dov’è andata Vera?

CHEF    (Imbarazzato) Ehm, dov’è andata? Dice che andava un attimo a comprare certe pillole per il mal di testa…

SAVERIO    Ma perché, ce faceva male ‘a capa?

CHEF   Non lo so, penso di si…

SCENA SESTA (Camorrista, Chef, Saverio)

CAMORRISTA   (Entra dal fondo) Don Saverio Buonasera…

SAVERIO   Ah, siete voi… Accomodatevi… (Allontana lo Chef) Tu torna a faticà, jamme bello!

CHEF    Vado, vado… (Esce)

CAMORRISTA    Don Salvatore dice di interpretare queste incontro come definitivo: ‘o mi consegnate i soldi che dovete subito, o non vi posso garantire più protezione…

SAVERIO  Sentite, io vi voglio parlare chiaro... Io lavoro giorno e notte. E facendo i conti tra le entrate e le uscite mensili riesco a pagare il personale ed a mantenere a malapena la mia famiglia. Ma ora come faccio, se quello che non si prende lo Stato se lo viene a prendere l’Antistato…

CAMORRISTA   Ancora cu’ sta storia dello Stato, dell’Antistato… Mi meraviglio di voi che siete una persona intelligente…

SAVERIO    Come sarebbe?

CAMORRISTA  E certo! Perché i soldi li date allo Stato sbagliato... Ma perché, voi ’o Stato che pagate, l’avete mai visto ‘a chesti ‘pparti! E pure quanno fanno qualcosa, ‘a fanno a capa ‘e ‘mbrello! Per cui, don Savè, non cadete in errore pagando lo Stato che non sa quello che volete… Lo Stato a cui appartengo lo sa bene quali sono i vostri desideri…

SAVERIO   Ah, si?

CAMORRISTA    Voi volete campare tranquillo…

SAVERIO   Questo sicuramente…

CAMORRISTA  Quindi, se volete campare tranquillo… Anzi, semplifico ancora di più… (Duro a Saverio) Se volete campare, i soldi li dovete dare a noi!

SAVERIO    Io capisco quello che dite voi, ma voi non capite quello che dico io… Ora mi è impossibile: non ho la cifra che mi avete chiesto. Ne sono, a stento, riuscito a mettere insieme una metà…

CAMORRISTA    Ah! E questo mi dispiace… Mi stavate pure simpatico, don Savè…

SAVERIO  Mamma mia, perché parlate al passato? Ci conosciamo…

CAMORRISTA   Ci conoscevamo, mò ci siamo sconosciuti.

SAVERIO   Mica mi ammazzerete per questo…?

CAMORRISTA   Questo lo può decidere solo don Salvatore. E’ lui che dispone della vita e della morte di questo quartiere… Però, posso dirvi con certezza che se informerete la polizia della situazione, comincerò a parlare di voi al passato remoto!

SAVERIO    Mamma d’o Carmine!

CAMORRISTA   Per quanto riguarda i soldi che dovete, vado a informare don Salvatore. Deciderà lui se avere pietà, o se farvi sparire…

SAVERIO    Sparire, nel senso che mi sciogliete nell’acido o mi buttate in mare con le scarpe di cemento?

CAMORRISTA   Eh, eh! Voi vi siete visto troppi film americani… La mafia, i metodi per sbarazzarsi dei cadaveri… Che so io, le scarpe di cemento… Tutte volgari imitazioni. Quelle cose che si vedono, le abbiamo inventate tutte noi a Napoli decine di anni fa! La sparizione dei cadaveri è un’arte che si tramanda da generazioni… Ma vi posso dire una cosa per esperienza?

SAVERIO   Prego…

CAMORRISTA   Le cose che funzionano di più sono quelle semplici. Ad esempio, quando vedete un’esequie a Napoli non potete mai sapere esattamente quante persone ci sono nel tavuto! C’erano momenti a Napoli, che ce ne infilavano anche tre o quattro…

SAVERIO   E che facevano ‘e bare a due piazze?!?

CAMORRISTA   Se non ci credete ve lo posso dimostrare subito…

SAVERIO    Nun date retta… Vi credo sulla parola…

CAMORRISTA    Come vedete, a voi mancano i soldi, ma a noi non manca la fantasia… Io vado a riferire a don Salvatore del colloquio. Ma da questo momento, non potete più sentirvi al sicuro… (Esce dal fondo)

SAVERIO    Se è per questo, non mi sentivo al sicuro neanche prima…

SCENA SETTIMA (Saverio, Carmine, poi Vera e Chef)

CARMINE    Buona sera…

SAVERIO   Ah, sei tu Carmine…

CARMINE    Don Savè, che è successo? Avete la faccia bianca…

SAVERIO   No, niente Carmine. Non ci fare caso… Te lo prendi il caffè?

CARMINE    Solo se me lo fate pagare…

SAVERIO    Ma figurati… Questo è l’ultimo dei miei problemi.

CARMINE    (Accusa uno strano cattivo odore) Don Savè, ma la sento solo io questa puzza?

SAVERIO    No, niente… Abbiamo un problema con il bagno… Ma contiamo di risolverlo presto…

CARMINE    No, se no pare brutto… Uno vede una Trattoria che si chiama “Bella Napoli”, entra e cosa sente della città? ‘A puzza?

SAVERIO    Eh, eh! E’ vero. Che ci vuoi fare… Ma prendila come metafora della città. A passarci, di Napoli resta la bellezza, è vero… Ma se vuoi viverci, può capitare pure di essere costretto a sentire puzza di merda!

CARMINE   Eh, eh! E’vero… Ma che volete, Napoli è diversa da tutte le altre realtà… E la città è diversa perché è la gente la pensa in modo tutto suo.

SAVERIO   Su questo non c’è dubbio!

CARMINE   Le regole, le leggi che valgono per qualsiasi altro luogo, che sono qui…? Suggerimenti, consigli…

SAVERIO    E questa si chiama inciviltà…

CARMINE    E’ esattamente il contrario, don Savè! Questa si chiama genialità.

SAVERIO   E com’è stu fatto?

Entra lo Chef e resta ad ascoltare il dialogo di Saverio e Carmine.

CARMINE    E sì. Genialità, vi dico. Provo a spiegarmi meglio... I napoletani, questo ce lo insegna la storia di questa città, non sono mai riusciti ad applicare dei modelli di vita imposti dall’alto. Ma filtravano la cultura altrui con la propria. I napoletani grazie alla loro civiltà, rielaborano... Altri popoli, che si credono civili, in realtà si comportano come barbari! Obbediscono come tante pecore, hanno rinunciato al pensiero libero.

SAVERIO    Sarà pure vero quello che dici, però sono organizzati meglio.

CARMINE     Non c’è dubbio: ma campano na’ chiavica…

CHEF   Tu tieni una visione di Napoli troppo romantica. Ma dico io, secondo te, Napoli non tiene difetti…

CARMINE    Napoli, no. I napoletani… Avite voglia! Le vere piaghe di Napoli sono i napoletani.

SAVERIO    Troppo giusto. Ma sai qual è il più grosso difetto del napoletano, e mi ci metto pure io…

CARMINE    Qual è?

SAVERIO    E’ che il napoletano si lamenta! ‘O napulitano s’adda lamentà! Sempre. Fa freddo, e vo’o sole. Fa caldo e vo’o frisco. Fatica, e se lamenta. Nun fatica…

CHEF    E va perdenno ‘o tiempo dint’e trattorie!

SAVERIO    Va va… Torna a faticà!

Rientra Vera dal fondo

CHEF   M’è scappato… (Si avvia verso la porta della cucina ma scorge Vera che rientra. Le fa segno di venire a parlare in cucina)

SAVERIO    Uè, tu sei tornata? Come va con il mal di testa?

VERA    (Sorpresa) Il mal di testa?!? (Scorge i segni dello Chef, ma non capisce) Ma che d’è?

CHEF   Già, se no perché si juta in farmacia?!? (Allusivo)

VERA    (Capisce) Aaah! Il mal di testa? Mi ero scordata…

SAVERIO   Ti sì scordata ‘o mal’e capa?!?

VERA   E quello già hanno fatto effetto ‘e pillole, Savè!

SAVERIO    Papà!

VERA    Va buò, come vuoi tu… (Esce per la cucina)

CHEF     Allora? (Esce seguendo Vera in cucina)

SAVERIO    Come vuò tu: ma fa sempre comme vo’essa!

SCENA OTTAVA (Binotto, Saverio, Carmine) 

Entra Binotto dal fondo

BINOTTO    E’ permesso? (Gag con lo scalino, poi a Carmine) Ah, qua ci sta pure Carmeniello!

CARMINE    Ciao Binò! Tutto a posto?

BINOTTO   E niente in ordine! E a te le cose come vanno? A fatica se trova?

CARMINE    Magari! Tu affondi il coltello nella piaga… Niente ancora, per il momento, ma io non mi lascio abbattere…

SAVERIO    Caro Binotto, se tu avessi la forza di volontà di questo ragazzo, forse potresti cominciare a fare un lavoro serio e smetteresti di arrangiarti comme fai mò…

BINOTTO   Ma non è questione di volontà, don Savè. E che il sottoscritto è nato disoccupato!

SAVERIO    Sì nato disoccupato?

BINOTTO    Certamente! Dovete sapere che una volta pur’io andavo in giro pe’ truvà lavoro, ma poi mi so’ rassegnato!

SAVERIO    In che senso?

BINOTTO   E se capisce… Pecchè, dopo che so’juto girann‘na jurnata sana senza truvà niente, ‘o juorno appriesso non mi preoccupo proprio e je vedenno pecchè già saccio d’o juorno primma ca’ nun trovo niente!

SAVERIO    Anche questo è giusto…

BINOTTO   Ho fatto più di centoventi domande di assunzione e ancora non ho avuto risposta ...

SAVERIO     Centoventi domande?

BINOTTO   Ho pensato che in mezzo a tante domande un posto doveva pure uscire!

CARMINE     Embè e a chi ‘e scritto?

BINOTTO    Uh ... a un sacco di gente ... ho fatto la domanda comme direttore d' o Banco e Napule ... poi ...

SAVERIO     'O direttore d'o Banco e Napule ?! Robè ma se tu non sai scrivere !

BINOTTO    Che centra: però saccio cuntà ! E poi io ce l' ho detto che in mancanza del posto di direttore mi accontentavo anche di quello di fattorino.... E mica me sò fermato ccà ...

CARMINE     Ah no?

BINOTTO     Nooo ... Aggio fatto domanda nelle poste , nel comune, nelle ferrovie, nella polizia, nei pompieri , nel ...

SAVERIO    Eeeh ...E tu solo di buste avarraije spiso nu capitale !

BINOTTO     Di buste? Pecchè ce vulevano pure le buste?

CARMINE    E si capisce ... e se no addò ‘o ‘zzeccavi ‘o francobollo?

BINOTTO     Il francobollo ? Pecchè ce vulevano pure i francobolli ?

SAVERIO   Binò, ma niente niente pè sparagnà avisse scritto ncoppa a carta igienica? Tu dici nu sacco ‘e fesserie, solo per non ammettere ca sì sfaticato!

BINOTTO    Ah! No, don Savè. Sfaticato nun ‘o putite dicere, perché io aggio fatto tutti ‘e mestieri d’o munno!

CARMINE    Tutti?

BINOTTO    Sissignore…

SAVERIO    E nun te n’e ‘mparate nisciuno?!?

BINOTTO    (Pausa) E chill’ erano assaie, che vulite ‘a me!

CARMINE    Beh, si è fatta ora: io vi devo lasciare… C’ho un colloquio di lavoro tra cinque minuti.

SAVERIO    Cinque minuti? E ce la fai?

CARMINE    Si, don Savè. E’ proprio qua dietro… Speriamo bene!

SAVERIO    Vedrai che a furia di provare, qualcosa di buono c’esce…

CARMINE    Io, il mio ce lo metto… Ciao Binotto.

BINOTTO   Statte buono guagliò…   In bocca al lupo!

CARMINE    Crepi! (Esce dal fondo)

SAVERIO   Vedi che bravo giovane: dopo tanti tentativi falliti ancora cerca, ancora se sbatte, ancora si adopera…

BINOTTO    Ancora s’adda rassegnà!

SAVERIO    Tu sei troppo pessimista…

BINOTTO   Ma mica so’ pessimista… Io so’realista, don Savè!

SAVERIO   Sarà, ma la speranza è l’ultima a morire…

BINOTTO    A proposito di morire… Volevo dire, a proposito di speranza, si è saputo qualcosa? Novità?

SAVERIO    Io pensavo di aver toccato il fondo, invece non c’è mai limite al peggio, Binò. La polizia non mi protegge se non testimonio contro don Salvatore…

BINOTTO   Aeh…

SAVERIO  E la camorra non mi protegge più se non pago…

BINOTTO   Tiè, tiè…

SAVERIO   (Guarda storto Binotto) Ah vuò fernì?!? Tu sì troppo realista! Ma che diamine, uno vede un povero Cristo con l’acqua alla gola, dice: “chissà, forse tutto s’aggiusta…”

BINOTTO   Ah, ho capito: vi devo illudere!

SAVERIO   ‘Nda retta Binò… Va guardà ‘e machine! (Lo accompagna alla porta forzatamente)

BINOTTO    Mamma mia, don Savè, proprio mo che state in punto di morte vi state facendo permaloso… (Esce dal fondo)

SCENA NONA (Commissario, Saverio, Vera)

COMMISSARIO    Buona sera, don Saverio…

SAVERIO   Ah, siete voi… Santarpino!

COMMISSARIO    Santandrea… Ma come devo fare con voi?

SAVERIO    Santandrea, scusate…

VERA     (Entra dalla cucina) Di là tutto a posto….

SAVERIO   (Imbarazzato) Ehm, Vera scusami, puoi andare a vedere se hanno bisogno di una mano di là? Io devo parlare un attimo con questo signore…

VERA   Sì ma a proposito… (Si decide a dire al padre che è andata a denunciare il racket ma viene interrotta ed allontanata) Io ti dovevo dire che…

SAVERIO   Oh, mai una volta che mi dici sì.

VERA   Sì, ma ti volevo dire, Savè…

SAVERIO    Papà! E quello che tieni da dire me lo dirai dopo che sei andata di là come ti ho chiesto!

VERA   Uffà! (Esce da sinistra)

SAVERIO   Commissario, allora, qualche novità?

COMMISSARIO    Don Saverio, sono venuto a informarvi che poco fa abbiamo arrestato don Salvatore per associazione a delinquere a scopo di estorsione...
SAVERIO    Ma voi che dite? Avete arrestato don Salvatore! Ma questa è una grande notizia! Ma allora avete deciso di procedere anche senza la mia testimonianza…?
COMMISSARIO   Se era per voi don Salvatore starebbe ancora in libertà! Fortunatamente, qualcuno ha avuto il coraggio che non avete avuto voi…

VERA   (Entrando) Saverio io ti volevo dire che…

SAVERIO    Aaah! Ma forse io parlo ‘o tedesco? Lo vuoi capire te ne devi andare di là?

VERA   Ma io volevo solo dirti…

SAVERIO    Te ne ‘a ‘j!

VERA   E comme nun se supporta ‘stu Saverio…! (Escendo)

SAVERIO    Scusate, commissario, ma i figli d’oggi sono diventati una croce, non ti stanno a sentire neanche per sbaglio…

COMMISSARIO    Figuratevi, vi capisco…

SAVERIO   Dicevate, Santantimo…

COMMISSARIO    Santantonio… Oj, me facite ‘mbruglià pure a me! Dicevo… Don Savè, qualcuno ha avuto il coraggio di denunciare le minacce subite e la tentata estorsione, per questo abbiamo potuto procedere all’arresto…

SAVERIO    Non vorrei essere nei panni di questa persona…

COMMISSARIO   Ah, neanche io…

SAVERIO    Se qualche scagnozzo di don Salvatore lo sapesse, non esiterebbe a farlo fuori, pover’uomo...

COMMISSARIO    Ma non è stato un uomo a sporgere denuncia, don Savè… E’ stata una donna…

SAVERIO    Ah, si?

VERA    (Entrando) Sono stata io!

SAVERIO    Ti ho detto che devi aspettare di là! (Non ha ascoltato la figlia, e continua a cacciarla fuori)

VERA   Ma sono stata io…

SAVERIO    Forza, vai fuori che non sono cose per te… Scusate commissario, dicevate…

COMMISSARIO   L’arresto di don Salvatore si deve al coraggio di una donna: vostra figlia, don Savè!

SAVERIO   Mia figlia? (Rimane intontito di fronte alla notizia)

VERA    Pozzo trasì, mò? (Al commissario) E pure voi, c’avete messo mezz’ora pe’c’ho dicere!

COMMISSARIO    Per dire cosa…?

VERA     Vi faccio un caffè, commissà. Forse è meglio…

COMMISSARIO    Grazie signorina Vera…

SAVERIO   Ma allora tu sapevi tutto… Ma sei stata un’incosciente: se dovesse trapelare che hai denunciato don Salvatore, ti ucciderebbero senza pietà…

COMMISSARIO   Non vi preoccupate don Saverio, abbiamo già attivato il piano di protezione, l’ho elaborato io stesso.

SAVERIO   Benissimo, allora fuori alla trattoria ci sarà una macchina della polizia per proteggerci…

COMMISSARIO   Veramente, no…

SAVERIO    Allora avete messo il telefono della trattoria sotto sorveglianza…

COMMISSARIO   Non proprio…

SAVERIO    Allora avete previsto degli agenti in borghese all’interno della trattoria!

COMMISSARIO   Beh… No.

SAVERIO    Allora che avete attivato, commissà:  ‘o piano ‘e protezione virtuale!

COMMISSARIO   Sapete com’è, a Napoli è sempre meglio non far vedere piani appariscenti…

SAVERIO   Ma quacche cosa s’adda pure fà… Voi con la scusa ‘e nun fa’ vedè nun facite niente!

COMMISSARIO   Va bene, domani vi manderò degli agenti che faranno finta di essere clienti…

SAVERIO    Domani sarà troppo tardi, caro Santanna!

COMMISSARIO   Santandrea, don savè. Santandrea. Vedrò quello che posso fare… Beh, io vado, statevi bene don Savè.

SAVERIO    Arrivederci commissà, mi raccomando…

SCENA DECIMA (Vera, Saverio, Binotto, Chef, Carmine)

VERA   (Guarda il padre) Sei arrabbiato con me?

SAVERIO   Arrabbiato?  Io sono fiero di te. Figlia mia, hai avuto il coraggio che io non ho avuto.  (Si abbracciano) Ma da quanto avevi capito la situazione?

VERA     Mo ti spiego… Tu stavi telefonando… (Escono parlando per la cucina)

MUSICA 12: Stacco musicale breve (10’’)

BINOTTO    (Entrando dal fondo) Ma è sicuro, Carmine? T’hanno pigliato?

CARMINE    Inizio da domani!

BINOTTO     Meno male…

CARMINE    Contratto a tempo indeterminato!

BINOTTO   Allora qua bisogna festeggiare… Che mi offrì?

CARMINE    Ma pigliati quello che vuoi tu! Dobbiamo festeggiare l’assunzione!

BINOTTO   Sicuro? Quello che voglio?

CARMINE   Certamente!

BINOTTO    (Chiamando ad alta voce) Don Saverioo… Checcoo… Signurina Veraa… Don Savè!

SAVERIO    (Entrando agitatissimo seguito dallo Chef) Ch’è stato? Sta andando a fuoco ‘a trattoria?

CHECCO    (Entra agitato da sinistra seguito da Stefano e corre verso l’uscita) Ch’è stato? Se stanno purtanno n’ata vota ‘a machina c’o carro attrezzi?

VERA   (Entra ancora più agitata dalla cucina) Ch’è stato? Quacche fetente ‘a spurcato n’ata vota ‘o pavimento?

SAVERIO   Ma che succede Binò?

BINOTTO   (Fiero) Un tavolo, prego…

TUTTI   (Tranne Carmine che è rimasto sbigottito dalle prime urla di Binotto) Mamma d’o Carmine, Binò!

Stefano esce per la cucina.

VERA   E c’è bisogno ‘e alluccà ‘e chella manera?

BINOTTO   Comme che c’è bisogno, questo è un momento storico! E’ la prima volta che posso entrare qua dentro come cliente!

SAVERIO   E tu stai entrando in una trattoria, mica miez’o mercato!

BINOTTO   Scusate, don Savè, è la foga!

SAVERIO   Carmine, tu già stai qua? Come è andato il colloquio?

CARMINE   Sono stato assunto, don Savè! Contratto a tempo indeterminato!

VERA   Veramente?

CARMINE    Comincio domani!

SAVERIO   Ma allora qui bisogna festeggiare… Vera, piglia la migliore bottiglia di spumante che abbiamo!

VERA    Quella da cinque euro, Savè?

SAVERIO   (Imbarazzato) Devi sempre specificare… Sissignore, quella buona… Offre la trattoria “Bella Napoli”!

CARMINE    Se permettete, questa la vorrei offrire io…

SAVERIO   Ma non posso permettere…

CARMINE    Ma io insisto…

SAVERIO   Non esiste…

CHEF    E quanta vuommochi. Chelle cinc’euro so’!

SAVERIO    Devi sempre togliere la poesia, tu!

BINOTTO   A proposito di offrire, don Savè… A me fate… Nu’bellu piatt’e zite co’rragù, na’porzione ‘e parmigiana ‘e mulignane, na’menesta maritata, na’frittura ‘e paranza si’a tenite fresca, nu’litro ‘e falanghina, uno ‘e per ‘e palumm e na’bella fetta ‘e caprese che vuie ‘a facite ‘bbona! Offre lui (Indicando Carmine, che a sua volta è rimasto pietrificato dal pranzo ordinato da Binotto) Grazie, Carmeniè! (Dà la mano al ragazzo)

CARMINE   Ma veramente…

SAVERIO    (Stappa la bottiglia) Augurii…

Tutti si complimentano con Carmine, mentre dal fondo appare la figura del camorrista. I presenti si voltano e restano in silenzio.

SCENA UNDICESIMA (Camorrista, Saverio, Binotto, Chef, Vera, Checco, poi Stefano, Sig.ra Seccia e Commissario)

CAMORRISTA    (Entra dal fondo spalancando la porta di ingresso) E che d’è, non festeggiate più…

SAVERIO    (Notevolmente impaurito) Ah, siete voi… Che volete?

CAMORRISTA    Vi dispiace se mi unisco alla festa? Don Salvatore è stato arrestato poco fa, a me mi stanno cercanno ‘e guardie… E voi festeggiate…?(A don Saverio) Ma primma che m’arrivano a piglià, sono venuto a portarvi un’imbasasciata di don Salvatore. Quando si ha l’acqua alla gola si cerca di fare il possibile per non affogare. Ma voi avete esagerato! Don Savè, qua quaccheduno ha cantato!

SAVERIO    Noo, chi ha cantato… Solo Binotto, ogni tanto, accenna qualche cosina ca’ chitarra… Fai sentire qualcosa al signore!

BINOTTO    Subito, don Savè, con dedica personale (Comincia a cantare) So’ latitante e nun tengo chiù niente…

CAMORRISTA  Silenzio! Ma cà me vulite sfottere? Volete divertirvi… E vediamo se riesco a farvi divertire io (Estrae la pistola dalla giacca)

SAVERIO   Per carità, abbassate questa pistola…

VERA   Saverio! (Fa per correre verso Saverio)

CHEF    Vera, fermati… Non c’è più niente da fare!

CHECCO    (Ha un’idea) E invece qualche cosa si può fare ancora…

Non visto dal camorrista, Checco esce per la porta a sinistra piano piano.

CAMORRISTA   Don Salvatore è stato arrestato perché qualcuno ‘a fatto ‘a spia…
SAVERIO   Ma vi giuro che io non sono stato…

CAMORRISTA    Che giurate ‘a ffà don Savè… Vulite piglià in giro n’ata vota, comme quando c’aviveve pagà? ‘A parola vosta oramai nu’ conta niente chiù!

BINOTTO    (Si mette in mezzo tra Saverio e il Camorrista, vincendo le sue paure che l’hanno portato sempre a subire torti dai violenti) Lasciatelo stare!

CAMORRISTA   (Ironico) Uè, e addò è asciuto chist? Lievat’a’nnante tu, miez’ommo! 

BINOTTO   Come mi avete chiamato? (Si altera ma cerca di contenersi)

CAMORRISTA   Pe’nomme, miez’ommo!

SAVERIO    Binò, statte fermo: se no, stavolta ‘ncoppa ‘a seggia a rotelle ce rimani a vita natural durante!

BINOTTO    Io voglio campà pure ‘ncoppa ‘a ‘na seggia ‘a rotelle don Savè, ma l’aggia fa a testa alta. (Al camorrista) Uè, a voi, ommo a duje piazze… Ma dico io, proprio mo’che ce stev’ascenno nu’pasto caldo t’aviva presenta’? Don Saverio non c’entra niente! Sono io che ho consigliato di chiamare la polizia!

SAVERIO    Binò, te vuò sta’ zitto!

CAMORRISTA   Ah, allora è stato don Saverio a putà spia ‘a polizia…

BINOTTO   Sissignore, ma non ve la prendete con lui, che ha famiglia… Con me ve la dovete prendere, è colpa mia...

SAVERIO    Binotto, non ti mettere in mezzo…

BINOTTO   E’ la prima volta che mi metto in mezzo in tutta la mia vita, don Savè, e nessuno mi farà cambiare idea… A verità è che me so’ scucciato ‘e girà ‘a capa dall’altro lato facendo finta ‘e niente. Pe’campà tranquillo… Me so’ scucciato ‘e avè paura comme a vuje… Me so’ scucciato ‘e subì in silenzio sta camorra che vi viene a estorcere ‘e soldi ca’ vi faticate onestamente…

CAMORRISTA   Sentite, ‘o miez’ommo me vene ‘a parlà di onestà. Vulesse vedè a te… Quando non si ha la fortuna di avere un padre e una madre che ti seguono, perché uno te l’hanno sparato ca tenevi tre anni e chell’ata trase e jesce d’a galera… Quann’ si crisciuto miez’a giungla  d’a via, po’esistere ‘na legge sola ca s’adda rispetta: chella d’o chiù forte… 

CHECCO    (Entra sotto braccio alla signora Seccia) Signò, mò è il momento vostro… Però vi dovete impegnare, m’arraccumanno!

SIG.RA SECCIA   Io ancora aggia capì che volete giuvinò…

CHECCO    (Al camorrista) La signora voleva conoscervi…

CAMORRISTA    A me?!?

CHECCO   Sissignore! Questo è quel giovane di cui v’ho parlato…

SIG.RA SECCIA    Si, si vede subito ch’è nu bravo giovine… Voi dovete avere la fortuna più grande di tutti!

CAMORRISTA    Ma, insomma ca’ veramente me vulite sfottere! Io v’accire ‘a tutte quaante quant’èvera ‘a maronne!

SIG.RA  SECCIA   Pure religioso, che bravo giovine…

CAMORRISTA    (Butta per l’aria la signora) Ma levateve ‘a ‘nnante!

SIG.RA SECCIA    Eeeh! (Cade)

CAMORRISTA    Allora? Ce sta quaccerun’ate che vo’parlà?

BINOTTO    ‘A verità, io v’essa dicere un’ultima cosa…

CAMORRISTA    E sentimmo…

BINOTTO    Vuje site ‘o scuorno ‘e sta città… Ma l’avite avuto ‘o curaggio e ve guardà ‘attuorno? Sta trattoria si chiama “Bella Napoli”, e vuje non siete degno manco e ce trasì!

CAMORRISTA   Ah, sì? E io penz’ ca’ mò te può sta pure zitto! (Spara un colpo a Binotto)

SAVERIO    Madonna mia, Binotto!

Binotto si accascia a terra e resta immobile, Checco e lo Chef corrono per soccorrerlo, ma il Camorrista ferma la loro azione.

CAMORRISTA   Vuje stateve fermi pecchè se no ve faccio fa ‘a fine d’o cumpagno vuosto! Don Savè mo’ tocca ‘a vuje!

Entra Stefano dalla cucina e butta per l’aria il Camorrista, che fa partire un colpo sbilenco con la pistola. La signora Seccia si è rialzata con l’aiuto di Checco. Il Camorrista rimane intontito al suolo, ancora con la pistola in mano.

SIG.RA SECCIA   (Notevolmente arrabbiata) Addò stà? Te faccio vede’ io comme se tratta una giovane fanciulla… (Tira una borsettata in testa al malvivente, il quale si accascia a terra svenuto) A chest’età, ancora a pazzià ch’e tricchitracche?!? Andiamo giuvinò… (Si avvia verso il fondo)

SAVERIO     O mio Dio, Binotto! (Corre verso Binotto)

VERA   (Tenendogli il capo) Non risponde, l’hanno ammazzato!

STEFANO    Binotto!

BINOTTO    (Rinvenendo, con un filo di voce) Uuh! E chi l’avrebbe mai detto… San Pietro è tale e quale a don Saverio!

SAVERIO   Binotto!

VERA   E’ vivo, è un miracolo!

BINOTTO   Chi sei tu, la Madonna?

SIG.RA SECCIA   Ma che c’ate fatto magnà a stu giuvinotto? (Esce)

CHECCO    Statevi bene, signora…

BINOTTO  (Riacquisendo improvvisamente lucidità e toccandosi il petto, estrae il piattino che gli aveva regalato Saverio) ‘O piattino! Tenevo ‘o piattino che mi avete dato voi…

SAVERIO   Ha fermato la pallottola!

COMMISSARIO   (Entra dal fondo) Don Savè, potete stare tranquillo! Fuori alla trattoria sta una volante. C’è solo uno scagnozzo di don Salvatore ancora libero…

SAVERIO   Lo sappiamo commissà! Sta la ‘nderra, purtataville… Si era pe’vuie!

COMMISSARIO  (Mette le manette al Camorrista e prende la sua pistola, poi a Checco e Stefano) Datemi una mano…

CHECCO   (Alzando il camorrista da terra) Mamma mia e comme pesa…

STEFANO   Chest’vale come straordinario don Savè…

COMMISSARIO    La volante sta parcheggiata in terza fila, qua fuori…

Escono dal fondo il Commissario, seguito da Stefano e Checco, i quali trasportano a braccia il Camorrista.

SCENA DODICESIMA (Saverio, Vera, Binotto, Carmine)

SAVERIO    Stai bene, Binò?

BINOTTO    Si, grazie, don Savè…

SAVERIO    Grazie a te… (Lo abbraccia) Mi sarebbero mancate le tue canzoni…

BINOTTO   (Riprendendosi) Dove eravamo rimasti… Sì. (A Carmine) Jamme a magnà!

CARMINE   E jammuncenn…

BINOTTO   (Allo Chef) Allora le parmigiane passano a due…

CARMINE   Bravo, pur’io voglio la parmigiana…

BINOTTO    Seh? Allora le parmigiane passano a tre… (Esce da sinistra)

CARMINE    Ma che tieni ‘o sfunnolo, Binò?!? (Segue Binotto uscendo da sinistra)

VERA   Se Dio vuole, è finita…

SAVERIO    Magari… Purtroppo non è finito niente. La camorra sembra essere una strana forma di cancro ereditario che Napoli ha nel suo DNA. Tanti don Salvatore nasceranno per mortificare la gente onesta come noi. Quella gente che, sissignore, vive nella paura… (Fiero) Ma con coraggio decide di affrontare il nemico più grande della propria napoletanità. Non ti fare illusioni: torneranno piccerè…

VERA   E noi che possiamo fare?

SAVERIO   Che possiamo fare? Non lo so… So solo che chi ha la presunzione di dire che ama Napoli ha il dovere di resistere. Lo dobbiamo alla bellezza fuori dal comune di questa città, e ai suoi venti secoli di cultura, (Ha gli occhi lucidi) lo dobbiamo a chi ha dato la vita per questa causa… E lo dobbiamo a noi stessi… Ci stai?

VERA    Si, papà!

SAVERIO   Papa?!?

MUSICA 13: Stacco di chiusura commedia. Suite per applausi finali.

Saverio è felicemente sorpreso. Vera, presa dall’ammirazione per il padre, chiama spontaneamente Saverio nel modo in cui per tutta la storia questi ha cercato di farsi chiamare: lo ha chiamato papà. I due si abbracciano sulla musica, mentre il sipario si chiude.

Fine