Tre fidanzate sono troppe

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TRE FIDANZATE PER UN RAGAZZO

TRE FIDANZATE SONO TROPPE

commedia brillante  in due atti

(di Calogero Maurici e Rosanna Maurici)

(versione in italiano)

PERSONAGGI                                                                          

Alberto Mezzatesta          (Il Maresciallo dei carabinieri)

Marcello Mezzatesta        (Il figlio)

Riccardo Mezzatesta       (l’altro figlio)

Veronica Sindona            (la moglie del Maresciallo)

Teresa                              (la fidanzata di Marcello)

Venuti Domenico             ( Maresciallo capo)

Valeria Venuti                  (la figlia del maresciallo Venuti)

Mondello Santina           (la direttrice della posta)

Olga Mondello                (la figlia della direttrice)

                                                 Tel. Autore 090/638009-----3393359882

  Dico al Signore anche che coloro i quali non conoscono i sentimenti veri, i valori veri, li possano conoscere anche col tempo e capire attraverso magari qualche sofferenza di breve tempo, che siamo in questa terra di passaggio e con tutti i problemi che ciascuno di noi ha o incontra  durante il cammino della sua vita, gelosia, invidia, interesse per gli altri per distruggere e non costruire  non fanno altro che fare stare male. Ancora per il sesto anno consecutivo sono l’autore più rappresentato in Sicilia, lo dico con grande gioia, soddisfazione, e molto orgoglioso di essere siciliano, da non confondere con la megalomania e chi mi conosce sa che quello che dico lo sento dal profondo del cuore, lo esterno subito, come quando scrivo una commedia che mi viene di getto. Tanti mi chiedono: come faccio a scrivere commedie in cinque, sei, sette ore; con tutta sincerità, sembra una domanda alla quale la risposta possa essere facile e veloce; in realtà, a volte mi stupisco anche io, perché sò di altri autori contemporanei scrivono un lavoro in sette mesi, un anno, a volte penso ma come faccio?! Poi rifletto e dico: il Signore ad ognuno di noi almeno un dono lo dà, a me ha dato un paio di doni fra i quali questo, ma ci sono cose semplicissime che nella vita non so fare e che altri con estrema facilità riescono a fare. In pochissimi anni ho raggiunto nel mio piccolo, grandissime soddisfazioni, poiché non è il mio lavoro, ma una vera Passione anzi un vero Amore il teatro e sapere che i miei testi si rappresentano in  oltre che  in tutta la Sicilia, anche in Calabria, Basilicata, Puglia, Lombardia, Marche, Liguria, E. Romagna, Lazio, Friuli, mi posso ritenere soddisfatto essendo ancora in vita per godermi queste emozioni. Alle compagnie teatrali voglio dare solo un consiglio: autore contemporaneo non ci sono solo io, ce ne sono tanti altri di tutte le province, molti sono amici, e sono anche bravi, valutate per non fare sempre i soliti copioni, la gente ha bisogno di vedere cose nuove, dovete avere il coraggio di mettere in scena lavori nuovi, l’abilità ed il coraggio si vede anche in questo. Ovviamente i classici di quei autori di fronte ai quali mi scappello, rimangono un patrimonio culturale della nostra terra per sempre, però perché non fare conoscere anche talenti nuovi?!               

 

La scena si svolge in casa del Maresciallo dei carabinieri Alberto Mezzatesta in un villaggio della periferia di Messina. Il Maresciallo sposato con Veronica Sindona impiegata postale hanno due figli, Marcello un giovane di circa ventidue anni iscritto in biologia perché il padre cerca di farlo entrare nei R.I.S;  Marcello fidanzato con Teresa da circa tre anni, una ragazza innamoratissima, semplice, anche Marcello ricambia, però forse ancora per la giovane età, o forse perché si è legato troppo presto con un fidanzamento, quando va in vacanza solo ogni estate, ritorna rinvigorito e si vanta col fratello delle conquiste estive. Riccardo, il fratello di Marcello, circa la stessa età iscritto in psicologia non condivide il comportamento del fratello, anche perché essendo già fidanzato con Teresa una ragazza che non merita assolutamente nessun tradimento anche passeggero, perché la ritiene una Ragazza d’oro. Il modo è grande, ma a volte è piccolo e possono capitare quelle coincidenze che nessuno di noi si aspetta, a volte pensiamo che certe cose non si vengano mai a sapere, ma poi col tempo capitano circostanze che tutto viene a galla…come si suole dire: La verità viene sempre a Galla! So soltanto che oltre ad essere una commedia divertente piena di ritmo, scorrevole, che rispecchia ovviamente il mio modo di scrivere e che fino adesso in tutti i miei lavori precedenti e messi in scena da tantissime compagnie della Sicilia e fuori,  critica e soprattutto il pubblico apprezza senza annoiarsi, senza sbadigli, senza che nessuno ha lasciato mai il posto a  sedere. Ancora una volta non vi stupirete se il mio obiettivo principale è sempre quello di lanciare, di trasmettere sempre tra una risata e l’altra quei messaggi al pubblico; mi basta soltanto che anche in tutto il pubblico, due, tre, alla fine riescono a riflettere, per me è gia un segno di soddisfazione!

Veramente alla fine di questa commedia possiamo dedurre che il detto:

                    CHI TROPPO VUOLE NULLA STRINGE         corrisponde sempre a verità.

                  

                                      La scena unica rappresenta:

  Una porta centrale di entrata e uscita, una laterale a sinistra ed una a destra, per accedere nelle stanze, tavolo, quadri, mobili, senza dimenticare che siamo in una casa di un maresciallo dell’arma; poi come sempre lascio la decisione allo scenografo ed la regista di organizzarsi come ritengono opportuno.

 

                      

S C E N A  I°

(Marcello, Riccardo, Teresa, Alberto, Veronica)

Marc.    (si vanta col fratello perché ogni estate va in vacanza e nonostante è fidanzato in questa stagione

                 ha conquistato altre due ragazze) Che estate…che estate caro fratellino, a Ribera

               ho conosciuto a Olga bellissima, che labbra, che occhi pare che mi mangiava solo 

              quando mi guardava; a Sciacca ho conosciuto Valeria, che ragazza mi fulminava già

               a un chilometro di distanza…

Ric.       Figuriamoci appena eravate vicini, prendevi la scossa e restavi incantato.

             Comu non ti vergogni, è da tre anni che sei fidanzato con Teresa che è una santa e tu

              fai il latin lover con le altre e fuori.

Mar.      E secondo te lo posso fare con lei e dentro? Lei è la mia fidanzata vera, quella

              che poi me la sposerò perchè è la più seria, col le altre per ora mi diverto. (ad un

              tratto gli squilla il telefonino) Ciao Valeria Amori mio, certo che ti penso notte

              e giorno pomeriggio e sera. Senti sono all’università il professore già mi guarda

              poi ti chiamo io. (chiude sbaciucchiandola)

Ric.       Ma non avevi il telefonino della TIM?! L’hai cambiato?

Mar.     Quello della TIM serve per Teresa  TIM…iniziale T quindi Teresa, poi Olga

            Mi ha comparato questo della OMNITEL  per Olga omnitel…iniziale O e

            serve per Olga…poi hò Wind doppia W perchè l’altra si chiama Valeria Venuti

            (squilla il telefonino e lui esce dall’altra tasca un telefonino della Wind) Wind…

            Valeria gioa, bedda… ma certo che ti penso notte e giorno, pomeriggio e sera…poi ti

            chiamo io, stò entrando in chiesa a salutari padre Carlo. (chiude con dei bacini)

Ric.     Menomale che quello della tre inzia con la T come Teresa…ma tu hai la TIM…

            Ma tra Ribera e Sciacca come facevi…

Mar.     Il bello è che pure il telefonino della Wind mmi ha regalato Valeria Ride)  La sera la

             passavo a Ribera  con Olga, e certe volte la mattina, poi ogni tanto invertivo, la sera

             con Valeria. Avolte stavo un paio d’ore con Olga e poi andavo subito a Sciacca da

            Valeria…tra Sciacca e Ribera manco venti minuti e arrivi. A Valeria ho detto che mi

             chiamo Riccardo proprio come te, a Olga ho detto che mi chiamo Alberto come

             papà? (ride) Ma sono troppo forte fratello…Che abito a Messina le ho detto la verità,

             ma in due zone diverse: Piazza del popolo, e viale S.  Martino…ma sono troppo

             forte fratello  (atteggiandosi)

Ric.     Ho un fratello pazzo e incosciente, tu a Teresa manco te la meriti…

Mar.    Hai un fratello scaltro e cosciente! Teresa è speciale è una donna di casa, pulita,

            ingenua…e menomali ca i so genitori sono un poco all’antica e non la fanno

            venire con me  in vacanza. Sai se ti racconto questo particolare ti viene da ridere…Il

             padre di Valeria è Maresciallo capo in una caserma di Sciacca, maresciallo a tre

             binari…

Ric.     Come papà?

Mar.    Come papà? sulo che papà ha due binari, quindi il presunto mio suocero che non

            conoscerò mai e non avrà la fortuna di conoscermi o la sfortuna è superiore o papà.

Ric.     E se si conoscessero?!…

Mar.    Cretino, io non ho detto di avere un padre maresciallo…non ho parlato proprio

            di papà.  Olga invece ha sua madre direttrice alle Poste di Ribera…

Ric.    Collega da mamma…

Mar.   Già collega solo che è superiore alla mamma perchè è direttrice…

Ric.     E a lei che hai detto?.

Mar.    Per mettermi al sicuro le ho detto che è una impiegata di banca…ma tu, pensa solo a

            studiare, ma quando te la trovi una ragazza.

Ric.     Per ora studio, e poi se non trovo a una seria come Teresa non mi fidanzo.

           

Ter.    (entra Teresa)  Cuoricino…fidanzatino…micino…Marcellino…

Mar.   Teresa Gioia mia (Marc. Gli và incontro si abbracciano, ma Teresa si svincola

           e dopo qualche attimo di broncio gli dice)

Ter.     Cosa ti ho detto l’altra volta, che tutte le volte che da tempo non ci vediamo mi devi

            dire…(pausa) rifacciamo tutto….( Teresa se ne va vicino alla porta)

Ter.    Cuoricino…

Mar.   Di tutto il mio corpicino…

Ter.     Fidanzatino…

Mar.    Sei l’unica nel mio cuoricino…

Ter.     Micino…

Mar.    Miao…miao…miao!

Ter.    Sbaglio… quattro volte me lo deve dire…non tre volte!

Mar.    Miao…miao…miao…miao!

Ter.       Marcellino…

Mar.      Sarò il tuo pane quotidiano ed il tuo vino

Ter.      Ora si che mi viene di abbracciarti forte forte…(si abbracciano mentre il fratello

             con grande mimica guarda il pubblico.)

Ric.      Io vado a provare dobbiamo fare una commedia e senza di me che sono l’attore

             principale non cominciano…

Mar.     Vai vai a recitari…ssolo sul palco sai recitare…

Ric.      Meglio sapere recitare sul palco ma non nella vita…

Mar.     Sai tante volte sapere  recitare nella vita non guasta…

Ric.      Tutti quelli che recitano nella vita a lungo andare sempre male gli finisce. (esce)

Mar.     (Si tocca lì…) Hai!

Ter.      Che c’è…

Mar.     Mi  è venuto un bruciore ne… ne..lle  pa…pa…palpebre…

Ter.      Ti viene un bruciore ne palpebre e ti tocchi sotto?!

Mar.      A me mi si ripercuote prima sotto e poi sopra…

Ter.      Allora raccontami ti sei divertito senza di me…

Mar.    (grande espressività) e comu…da morire, voglio dire mi veniva da morire senza di

             di te…

Ter.      Purtroppo i miei genitori non vogliono che d’estate partiamo soli per venti giorni.

Mar.    (verso i pubblico) E Menomale…

Ter.     Che ha detto!…

Mar.    Che sono disperato tutte le volte che parto solo, loro non vogliono manco per due

            giorni. Quando partiamo soli, in serata dobbiamo tornare, ci telefonano trenta volte

            Non mi posso scordare (verso il pubblico) una volta siamo partiti di mattina alle nove  

            per andare a Tindari, alla prima fermata di sosta per baciarci, eravamo quasi labbra

            nelle  labbra…e squilla il telefono…sua madre (la imita) dove siete arrivati, state

            attenti, non correte… ci siamo messi a camminare un’altra volta, manco fatto apposta

            dopo mezzzora stavo morendo di stringirla e baciarla, ci siamo fermati alla seconda

            sosta…squilla il telefono: era suo padre…(lo imita) siete arrivati, perchè non

            avete telefonato, non rientrate tardi, camminate piano e soprattutto Teresa poco

            stringimento e pochi bacetti, perché lo stringimento  provoca soffocamento

            e li bacetti  provocano fulmini e saetti!    Ma loro non sanno che  per me

            queste interruzioni mi provocano un rompimento di…(al pubblico) L’avete capito!

            Poi mi provocano scombussolamento nella mente, mi sento sfinito, e sembro tutto

            rincoglionito, palpitazioni al cuore, l’intestino mi diventa almeno 35 metri di

            lunghezza e menomale che mi si attorciglia altrimenti uscirebbe di fuori…E per non 

            parlare quando chiamano chiama suo nonno, sua nonna, sua zia, e sua cugina!

Ter.     Pazienza fino a quando ci sposiamo…( entra Veronica la madre di Marcello)

Ver.     Ciao Teresa, tutto a posto…

Ter.    Oggi si, ma fino  e ieri sera no…

Ver.    Io mi sbrigo perché sto facendo tardi, questo direttore è cosi severo, non vedo l’ora

           Che se  ne va,  peggio di lui non ne  possono arrivare…salutami i tuoi Teresa, ciao

           Bella ( la bacia ed esce)

Ter.     Quando mi vuole bene tua madre, che suocera…(entra Alberto il maresciallo padre di

            Marcello, in  divisa)

Alb.     OH! Tutte e due qua siete…ciao Teresa (la bacia e poi saluta il figlio)

Ter.     Che suocero quando mi vuole bene!...

Mar.    Papà  ha finito il tuo turno…

Alb.     Ho finito, per ora da quando hanno trasferito il maresciallo capo, e ho io la

            responsabilità di tutto è pesante  ma pesante, speriamo  che arrivi viene un altro   

            maresciallo cosi è melio. Io con il mio carattere non ce la faccio sono troppo ansioso

            proprio quando gocce di LEXOTAN me ne  prendo  10 e mezzo al giorno, non

            vorrei ritornare a prenderne  30 al giorno!

Mar.    Papà ma 10 e mezzo al giorno, sono tre a matina, tre al pomeriggio e quattro la sera.

            Cosi sono 10.

Alb.     Sei iscritto in Biologia ma di matematica non ne capisci niente. La matematica

            non è una provocazione. Io me  ne  prendo tre la la mattina, tre al  pomeriggio e

            quattro e mezzo la sera… per  calcolare la mezza goccia, solo un carabiniere preciso

            come me ci vuole, perché se sbagli di un poco la mezza diventa una e quindi non

            sono più quattro e mezzo ma cinque…e ti assicuro che  mezza fa fare fari assai! 

Ter.     Marcello, amore, me ne vado, devo passare dal supermercato (si baciano, abbracciano ed

                 esce)

S C E N A II°

(Alberto, Marcello)

Alb.    Allora ora che sei tornato e ti sei divertito, cerca di cominciare a studiare…

Mar.    Papà, ma io vorrei entrare in polizia non ne carabinieri…

Alb.    Perché sentiamo…

Mar.    Troppe  barzellette raccontano…

Alb.    Li raccontano perchè, prima quarant’anni fa li prendevano di tutte le maniere, senza

           Neppure avere la quinta elementare, ora il più cretino ha  un diploma e difficile pure

            è…

Mar.    E si è difficile essere cretino pure col diploma figuriamoci con la teraza media.

Alb.    Senti, Polizia, finanza, carabinieri, sono tutti forze dell’ordine…essendo io

           (atteggiandosi) Sottoufficiali dell’arma, possiamo avere una marcia in più…

Mar.   Papà vero è, siete tutte forze dell’ordine, menomale che  non ha  nominato i vigili,

           perché a tremestieri vicino al centro commerciale, non  ce n’è mai uno, e quando ci

           sono non creano ordine ma disordine…

Alb.   Lasciali stare a quelli  e poi on  mi và che parli male, sono sempre colleghi!

Mar.   Ma io voglio entrare nei R.I.S.

Alb.   Cretino, se parti cosi, già sei cretino prima di essere carabinieri…ma che mi fai dire

          … I  R.I.S. appartengono all’arma dei carabinieri (fiero) Se prima non

          entri nell’arma non puoi entrare nei RIS.  

Mar.   Mi sembrava nella polizia.

Alb.    Appartengono all’Arma.

Mar.    E allora  per forza cretino devo essere prima?

Alb.    Prima di entrare nei R.I.S.  sai quanto devi studiare, ti devi prendere una laurea

           attinente, e la tua Biologia è attinente; anzi certi ufficiali dei RIS hanno tre

           lauree…

Mar.   Papà ma ci credi che ancora non so di preciso chi significa RIS? MI pari Reparto

           Operativo speciale.

Mar.  Quelli sono i ROS (sempre orgoglioso alzando i tacchi ed atteggiandosi)

           Un altro corpo speciale dell’arma che non c’è l’ha nessuno…

Mar.   Ma che significa preciso allora…

Alb.   (in difficoltà, non se lo ricorda) RIS , ci devi arrivarietu, senza bisogno del mio aiuto…

Mar.    RIS…R  sta come…

Alb.     Come…

Mar.     Sicuramente Reparto…

Alb.    I…I…I…

Mar.    PA? e non mi mettere  ansia…

Alb.    Non mi chiamare mai più  Pa’… te lo immagini se un carabinieri mi chiamasse:

           MARE… senza dirmi SCIALLO!...        

Mar.    Hai ragione potresti andare  tutti al mare… e un carabiniere chi non ci mettesse

            Sciallo…sarebbe uno sciacallo…. Allura R…come RepartoI…come

            I…I…questa è  quella più  difficile…I…come ItalianoS …come …Siciliano

Alb.    Cretino se è italiano non puo essere siciliano…

Mar.    Ma perché la Sicilia non fa parte dell’Italia.

Alb.    Sai che ti dico, sei scaltro per tante cose…però sei cretino per certe cose…

            Marcello…

Mar.    Si Papà…

Alb.     Tu devi fare per forza il carabiniere!.. ( prima di entrare nella stanza verso il

              pubblico)   Mi scordo sempre che significa sta sigla RIS…

S C E N A III°

(Marcello, Alberto, Veronica, Riccardo, Teresa)

Mar.    Mi sbaglierò ma forse non se lo ricorda manco lui che significa RIS…

            (squilla un cellulare) Mi  WindValeria …(parla sottovoce) Amore sono in

            chiesa, l’hai scordato? Ho scordato il telefonino aperto…ah! Ti avevo detto che ero

            all’università?  E che vuoi tra università e chiesa faccio sempre confusione poi ti

            chiamo…(nel frattempo squilla l’altro telefonino) Senti squillare un altro telefonino?

            Hai ragione, c è’ un vecchietto che ha dimendicato il suo cellulare aperto…Mi devi

            dire  una cosa  importante? …va  beni poi ci sentiamo…(prende subito l’altro)

            OMNITEL...OlGA…Tesoro…sto seguendo la lezione il professore mi guarda

            strano…Ah! Ti  avevo detto che ero in chiesa? ( si mangia le mani, grande

            espressività) Fra Università e chiesa faccio sempre confusione, perchè ho  sempre

            te nella testa ciao (chiude) Mi sembrava più facile combattere con Tre, invece è

            difficili, devo stare molto attento, attentissimo e menomali che abitano lontano!

            (squilla il telefonino) TIMT…TERESA …dove sono in chiesa o all’università,

            no lei qui a casa mi ha lasciato….(ripete) dentro sono…dentro sono…Pronto Gioia

            mia,  cuoricino…miao! (conta quattro volte)) miao! Miao! Miao! Miao! Dove sono,

            dove mi hai lasciato in chie…a casa…a casa…che pensavo te, ah!.. pensavo se

            le ferie d’estate potessimo farle assieme. Ciao Gioia…ciao… sono in bagno (si

            asciuga la fronte) Ferie assieme…speriamo che sua  madre e suo padre  restano

            sempre con questa testa. Mi sono fidanzato troppo presto…io ci tengo a Teresa

            però…(entra il Padre)

Alb.     Però…non sopporti i sui genitori vero! Anzi, ti devi ritenere fortunato, loro sono di

            buona famiglia, rispettosi dell’arma…lei semplice, fragile, piena di sentimenti veri,

            di poche parole, bella, tenera…tenera…

Mar.    Papà mi stai descrivendo un mazzo di lattuga!   (squilla il telefono di casa, Il  Maresciallo

              lo prende, mentre Marcello preso dalla confusione gli sembra che sia uno dei suoi cellulari e li

              esce uno per uno)

 

Alb.    Comandi!...Ah! Appuntato, le chiedo scusa, in questo momento sono io il

           Comandante, la forza dell’abitudine…è urgente arrivo subito. (chiude) Ma che fai

           Con tutti questi cellulari…uno non ti bastava?

Mar.    Eh! Papà uno non mi funziona più il tasto 7, l’altro ha la batteria  rovinata e me ne

            rimasto uno mezzo buono…

Alb.    Ricordati che l’abbondanza non ha riempito mai la  panza!

Alb.    Cerca di imparare a risparmiare, vado in caserma. (esce)

Mar.    OmnitelOlga (telefona) Pronto Olga sono io  Marc…(si mangia le mani)

            Riccardo, sono uscito adesso dalla…dove ti avevo detto che ero? In chiesa…non

            perchè mi piace giocare alle volte a nascondiglio (grande mimica) salutavo il prete

            alcuni amici…e via…quanto  Ti amo…Quanto mi manchi, fino a poco fa

            ero giù adesso parlando con te, sono su,  mi sento sopra il cielo…sopra il cielo

            no…perchè? AH! Perché vuole dire che sono morto…Allura mi sento tre metri

            sotto il cielo, ti  penso sempre…senti mi dovevi dire una bella sorpresa…ah! Certo

            se me lo dici, che sorpresa è! Come ti vorrei avere qui accanto e stringerti, almeno

            con te interruzioni di telefonate non ce ne sono! Niente...niente poi ti spiego.

            Comunque mi si sta scaricando la  batteria ci sentiamo (chiude sbaciucchiando)  

            WIND…VALERIA…se con Olga ero in chiesa co Valeria ero all’università…pronto

            Valeria, Amore mio, quanto mi manchi, si sono uscito adesso fino a poco fa avevo

             un mal di testa e tristezza, ora  parlando con te per me è festa, mi sento tre metri

             anzi quattro metri sotto il cielo,  come…secondo te sono troppo giù…meglio

             sopra! Allora mi sento tre metri sopra il cielo…anzi facciamo sette… ma senti

             Valeria, Sopra il cielo non significa che  uno è morto…Ah! Tu sei contenta che io

             sono morto,  per te sai che anche nell’aldilà ti penso… Ho capito…senti mi si sta

             scaricando la batteria ciao Amore mio…(chiude e si tocca)  Figlia di bona madre

             questa già mi voleva assieme a S. Pietro… Oh! Basta sbagliare una piccola parola

             che vengo scoperto, devo stare attento, molto attento ma io sono troppo forte.

            (si siede e comincia   a leggere un giornale di sport in quel momento entra la madre Veronica)

            

Ver.      Ciao, Marcello…papà.

Mar.     E’ andato in caserma dice che era una cosa urgente…( entra Riccardo)

Ver.     Oggi mi sento più rilassata nonostante una giornataccia intensa piena di lavoro.

           

Ric.     Ciao a tutti…Mamma ho visto papà a momenti arriva, era più contento del solito.

Mar.    Fratellino come vanno le prove, se vuoi un po’ di aiuto chiamami. (La madre nel

            frattempo si và a cambiare)

Ric.     Tu non sei fatto per il palcoscenico…tu sei fatto solo per lo scenico

           Vedi per me il teatro è vita…per te la vita è teatro…

Mar.    Chi filosofia del teatro o meglio della vita… a te devo farti un po’ scaltrire…

Ric.      Se per scaltrire è quello che intenti tu, meglio rimbambinire! Magari avessi io la

            fortuna di trovare una come Teresa…ma non capisci che se Teresa viene a sapere

             un pochino…ci piglia un collasso e poi ti lascia.

Mar.    Come viene a sapere, e poi ti ho detto che Teresa è quella che ci tengo più di tutti…

            Si e no po’ durare un’altra estate con Valeria e Olga, fra due estati cambio Provincia.

            Al posto di andare in provincia di Agrigento, vado nel Ragusano…(entra Alberto)  

Alb.    Oh! Tutti a casa siete meglio cosi! Ci sono novità per certi versi belli…la mamma…

          

Ver.     Eccomi! Anche io ho delle belle novità finalmente… Allora chi comincia per

             prima!

Alb.    Tu… 

Ver.    Tu…

Alb.    Tu…

Ver.    Tu…

Alb.     Va bene meglio io…

Ver.     No meglio io…

Mar.    Ma state giocando a chi arriva prima?

Ver.     Sai chi ti dico marito comincia tu!

Alb.     Allora, nonostante per ora io sono il comandante della stazione, ho capito che la

            responsabilità è troppa, mi ha telefonato il capitano Buscemi per dirmi che potevo

            benissimo rimanere a comando della stazione dei carabinieri e che avrebbero

            mandato un altro appuntato per sostituire l’assenza del Maresciallo Merlino che è

            stato trasferito, io non me la sentivo moglie, significava aumentare gocce di

            Lexsotan  e dopo manco un’ora hanno subito provveduto.

Ver.     Cioè, che successo…

Alb.     La cosa mi fa doppiamente piacere perchè il nuovo comandante che viene, eravamo    

            colleghi di corso, abbiamo fatto il corso assieme, è da 26 anni e setti mesi che ci

            conosciamo.  Il comandante Venuti Domenico di Sciacca della provincia di

            Agrigento…      (Marcello fa cadere il giornale, rimane zitto guardando dritto verso il pubblico)

Ver.     Ma è sposato…scapolo…

Alb.     No, la moglie le è morta ma ha una figlia che si è appena diplomata…

Ric.     Come si chiama papà…

Alb.     La figlia si chiama mi ha detto Va… Va…Valeria…( Marcello spalanca gli occhi  erso il

              pubblico, tossisce fa scena con grande espressività) perchè Riccardo che ci vuoi fare un

            pensierino…Lascia stare perché mi ha detto suo padre che è fidanzata proprio cu uno

            di Messina che si chiama Riccardo, (ride) Riccardo proprio come te, anzi voleva

            informazioni ma non sa il cognome e manco sua figlia…perché è da  poco che si

            conoscono ed è uno dei motivi che ha accettato di venire a Messina.

Ric.     Allora è da poco che sono fidanzati…

Ver.     E si sentono solo per telefono…

Alb.     Ma Marcello ma tu non sei andato in provincia di Agrigento questa estate.

Mar.    Ad (gli si ritira la voce) ad…(fa scena) ad Agrigento città pa…pa… pà…

Alb.     Ma chi mi chiami a rate?

Mar.    Mi brucia la gola… (parla a stento)

Ver.     Fatti un po’ di gargarismi di Iodosan…

Ric.     Meglio TANTUM  VERDE…è più efficace, guarda come è verde in faccia…

Alb.     E tu…qual’e questa bella notizia.

Ver.     Finalmente da Lunedì, arriva il nuovo direttore…manco fatto apposta è pure della

             provincia di Agrigento…di Ribera.

Alb.     Speriamo che questo è un tipo più elastico. ….

Ver.     E’ Femmina, vedova con una figlia, diplomata  quest’anno…

Mar.    Ma….MA…MA…Madonna Santa…

Ver.    Ma che hai….

Mar.    So…So…no…rovinato… il bruciore!...

Alb.     Per un bruciore di gola che stai facendo…

Ver.     Ma non è che è allergia

Ric.     Sarà Allergia alla telefonia

Alb.     Ma quale allergia, e questo tempo, gli brucia la gola, lui è anche esagerato!

Ric.    (verso il pubblico) Io penso che gli brucia un’altra cosa! (entre Teresa)

Ver.    Vai da Marcello, si sente poco bene…

Ric.    Vai Teresa da Marcello e gli accarezzi la gola…

Mar.   (nel frattempo comincia a squillare L’OMnitel)…ciao O… O…mi fa male la gola e

            l’allergia, ti chiamo io… (chiude)

Ter.     Ma hai l’omintel, chi era…

Mar.    O…O…

Ric.     Ottavio, quello di Palermo…

Ter.     E perchè ti chiama nell’omnitel! 

Mar.    Ri…Ri…cardo parla tu…non mi fa…fa…re sforzare…

Ric.     Perchè rispiarmano, hanno tutti e due l’omnitel…(squilla Wind..Valeria)

Mar.    Ciao Va…va… non Posso parlare  be…be…. Ne…. La  go…la go…la…

Ric.     Chi era Valerio…questo è pazzo per il telefonino Wind…dice che è la migliore

            Compagnia…

Ter.     Ma quanti telefoni hai…

Ric.    No questo della Wind è mio, ogni tanto gli e lo presto…

Ver.    Ma ti brucia assai ancora sta gola…

Ric.     Sarà una faringo- laringo- trachite ca si ripercuote fino alla gastrite, all’esofagite

           con un po’ di ansia, forse è meglio che oltre ai gargarismi si piglia pure una

           Va…Va…Valeriana cosi si calma un po…Teresa mentre si fa i gargarismi,

            facci dire O….O….Ol...Ol…cioe la O e la L, assieme alla Valeriana ci passa,

            poi facci ripetere Teresa a te sola hoTeresa a te sola ho…Io che studio

            psicologia capisco…   (entrano nella stanza)

Alb.    Mah! Mi sembrava spaventato, sempre esagerato è quando ha una minima cosa!  

           Allora sembra che tutto sta filando  liscio liscio…

Ric.    (verso il pubblico) Ancora  deve arrivare il ruvido...ruvido!..

Ver.    Vado a vedere là dentro pure io…

Alb.     E lascilai stare proprio quando possono stare soli un po’…po’ darsi che con un

            Po di bacetti si mette a posto…

 

Ric.     Papà per ora mio fratello non capisci ne bacetti,  nè Teresa, né cellulari,  mio fratello

            sente   solo  bruciore  dappertutto.

Alb.     Ma tu chi dici che  io dovevo accettare di fare il comandante?!

Ric.     Papà stavolta secondo me hai sbagliato, dovevi  accettare poi col tempo te ne pentirai.

Alb.     Ma perchè…io tutta sta responsabilità dentro di me non me la sentivo di

            prendermela, io a mezza a mezza sti Lexsotan me li devo togliere.

Ric.     Te la sei presa…papà te la sei presa…in un’ altra parte, ma te la sei presa…

Alb.     In un’altra parte, ma che vuoi dire…

Ric.     Niente papà è tutta psicologia ma se tu non ci pensi ti passa poi…poooooi!

Alb.    Alluo non ci devo pensare.

Ric.     Non ci deve pensare, anche se…

Alb.    Anche se…

Ric.    Anche se il non pensare non esiste…

Alb.    Vero? E Come!?

Ric.     Non esiste, perché mentre tu pensi di non pensare, stai pensando, e mentre stai

            pensando che non devi pensare di pensare, nello stesso momento stai pensando…

Alb.    Questa a tutti i carabinieri della caserma glie la devo dire, troppo bella è!

Ric.    Meglio che  non la dici papà, poi si confondono e chissà cosa  possono pensare!

       

Ver.    (entra Veronica) Marcello ha pure il vomito…ora si sta calmando…

           Non fa altro chi direi a Teresa…TERESA  a te sola ho credimi sempre…

           TERESA A te sola ho CReDIMI SEMPRE…però prima di dire

           Teresa la prima volta le  ha detto TIM  a te sola ho stava delirando.

Alb.     è troppo esagerato, e poi con tutti sti telefonini  che  ha sta esaurendo,  ma io glie li

            sequestro.

Ric.     Pàpà non sequestrare niente altrimenti il bruciore ti viene a te! (entra Teresa con Marcello)

Ter.     Sta meglio, ma forse sarà vera allergia…

Ver.     Ma non è meglio che qualche volta si fa le prove allergiche?

Ric.     (con ironia verso il fratello) Si, ci saranno le prove, non passerà assai…

            (poi verso il pubblico) Poi il bruciore viene a tutti! E lui si brucia!

Ter.     Io magari resto ancora un po’.

Mar.    No, non ti preoccupare, mi sento gia meglio! (Teresa lo abbraccia e lo stringe)

Ter.    Gioia mio quante belle cose che mi hai detto, quasi quasi quando ti senti male

           mi dici cosi più belle!

Ric.    (verso il pubblico) A voglia quante glie ne deve dire ancora!

Ter.    Va bene vado, piu tardi chiamo…o meglio ritorno…Marcello Gioia mia, ti prego

           mentre esco dimmi in presenza di tutti i tuoi, quello che mi hai detto e ripetuto

           là dentro…

Mar.    Certo Gioa mia…TIM…Cioè Teresa attia sula haiu…ma credimi sempre!

           (Teresa esce gioiendo)

Ver.    Che tenerezza che fanno…Tu Alberto mai mi ha detto a te  sola ho!

Alb.    E perché te lo dovevo dire, mica  ne avevo  tre!  E poi lo vedi  la chiama Tim, allora

           cellulari non esistevano.

Mar.   Pa…pà…pa… ma…ma…ma

Alb.    La vuoi finire di chiamare a rate, capisco che ti senti allergico, faringitico, laringitico,

           e  tracheitico però ci devi chiamare giusto.

Mar.    Papà…mamà… vi devo parlare , se non siete voi a capire un figlio che ha dei

            problemi e che questi problemi si possono ripercuotere in tutta la famiglia, e se

            in questi momenti la famiglia quanto è vera famiglia se non si stringe a colui il

            quale ha dei problemi, i problemi aumentano e non c’è famiglia che si definisce

            famiglia che non fà niente per risolvere i problemi di un familiare (padre e madre

            lo guardano fissi e stupiti) e siccome voi solo voi siete la mia vera famiglia io ho

            deciso di raccontare tutto alla mia vera famiglia, vi prego non vi arrabbiate assai

            ma pochino, non insultami assai, ma pochino, non mi lasciate solo ma…

Ric.     Accompagnato…

Mar.    Capitemi, comprendetemi, sono solo un ragazzo di ventidue anni, con i suoi lati

            negativi e positivi e se voi per caso non riuscireste a fare quello che vi ho detto

            prima, il concetto di famiglia cade e se cade la famiglia che famiglia è!? In fondo

            la vera famiglia si vede quando un componente della famiglia cade e per farlo

            rialzare ha bisogno della famiglia…della sua famiglia!

Alb.     Ma ci stai prendendo per  il culo?

Ver.     Ma che dici Alberto!..Tuo figlio , e mai possibile che tuo figlio ci prenderebbe

             per… al limite per i fondelli..

Alb.     E che differenza c’è!..

   

Mar.    Papà..il valore della famiglia…(lo interrompe)

Alb.    Basta Marcello…con  questo cacchio di famiglia, dicci quello che ti  è capitato, tu  sai

            Lo sai che siamo molto  ma  molto comprensivi…

Ver.     Marcello sei un figlio d’oro…

Ric.     (verso il pubblico) Per ora manco bronzo è?

Ver.     Ci hai fatto scoraggiare ma cosa c’è…

Alb.     Mi pari che  in psicologia  sei iscritto tu, no tuo fratello…(squilla il telefono)

            Pronto, (si sente la telefonata dalla caserma: fuori scena) Maresciallo sono

            l’appuntato Piccolo…

Alb.     Comandi!...Ah! vero, per ora sono io il comandante! Senti Piccolino mi faccio

            sentire io, per ora c’è la famiglia che si deve rialzare perché se in famiglia quando

            uno della famiglia che ha problemi…ma appuntato ma perché gli sto raccontando

            queste cose …Appuntato ( si atteggia a comandante) Ci vediamo domani… (chiude)

            Allora Marcello parla, papà sarà comprensivo, non perderà il controllo, sia perché

            sono padre, sia perchè sono carabiniere poi specialmente tu quando sarai nei RIS

            devi avere un autocontrollo e nervi saldati.

Mar.    Pap…

Alb.     Marc…

Mar.    Pap…

Alb.     Marc…

Mar.    Papà…

Alb.     Marcello…

Mar.     Papà…

Alb.     Marcello si sta facendo mattina…

Mar.     Papà…Losai,  io, al maresciallo Venuti lo conosco…

Alb.     Lo conosci de come?!…

Mar.    Non di persona…

Alb.     E come per telefono?

Mar.    Conosco sua  figlia Valeria…

Alb.     E va bene, che ti emozionavi per questo motivo…

Mar.    No, per le vacanze  io mi trovavo a Sciacca, abbiamo fatto conoscenza  e io senza

             Volere  mi ci sono fidanzato.

  

Ric.     Io vado a dormire…(se ne và)

Alb.    (grande mimica, con gli occhi il viso ed il corpo, guarda il pubblico) ve…di

            pa…pà…ca… è  ca…lmo…che man…co… ho… persoi, il. . .con…tro…llo.

           (subito  dopo)  Disgraziato…giusto giusto ccon la figlia del mio collega, e ora questi

            Sono qua come facciamo ora…come…senza volerei…figuriamoci se volevi!

Ver.     Alberto, non perdiamo la situazione dalla mani…

Alb.     Io ho perso la situazione già dai piedi…ma ti rendi conto….

Ver.     Calma, sangue freddo..

Alb.     Io l’ho agghiacciato….

Ver.     In fin dei conti è stata una ragazzata…una marasciallata!

Alb.     Che vuoi dire  con questo termine che i figli de marescialli sono cretini…

Ver.     Ma non mi riferivo ai figli! Oh! Scusa non mi fare perdere  le staffe pure a me.

Alb.     Ma questo domaui appena mi dice… mia figlia è fidanzata con un messinese che si  

            chiama Marcello…

Mar.    No papà,  le  ho detto che mi chiamo Riccardo…

Alb.    Riccardo, come tuo fratello, menomale che sei furbo…

Ver.    Hai visto che  i figli dei  carabinieri non sono cretini ?

Alb.    Io mi sento perso, come faccia  ora a nascondere tutto, praticamente tu non

           Ti devi fare mai vedere…

Ver.    Domani io sono di pomeriggio, me la vedo io, nessuno scoprirà niente, tu non ti

           sentire responsabile di niente, stasera pigliati  40 gocce di Lexsotan e domani

           risolviamo tutto…vattene a dormire…stai attento 40 gocce non te ne prendere

            di più altrimenti non dormi poi…

Alb.    (Mentre se ne va) Disgraziato, mi ha rovinato, A figlia del comandante…

           Veronica domani passa dalla farmacia e fai rifornimento di Lexotan! (se ne va)  

Ver.     A mamma però tu, come hai potuto fare questo, hai una brava ragazza Teresa….

         

Mar.    Mamma io avrei bisogno di sfogarmi  ancora, ma solo con tea…

Ver.     No a mamma, ormai domani…era meglio che  lo dicevi solo a  me, sai che

            tuo patri perde subito le staffe…(accarezzandolo, coccolandolo) invece a mamma è

            sempre disponibile, calma, con sangue freddo, autocontrollo pieno del fisico e della

            mente. Com’è a mamma!

Mar.  (Come un bambino) disponibile, calma, sangue freddo, piena di autocontrollo

           Fisico e mentale e non perde mai le staffe…ma mai mai…mai…vero mamma!..?

Ver.   Mai…mai…a Mamma…(Fine I° Atto)

            

                                         SECONDO ATTO

S C E N A IV°

(Veronica, Marcello, Alberto, Riccardo, Teresa)

Ver.     Tuo padre ieri sera ha perso le  staffe…

Mar.    Mamma ma come  russava stanotte.

Ver.     E certo  con tutte quelle gocce che  ha preso (entra Alberto mezzo stordito)

Ver.    Stamattina non vai in caserma…

Alb.    Con questo sonno che  ho ancora…Ora telefono e gli dico che stanotte mi sono

           sentito male e domani se ne parla. (telefona)  Pronto Appuntato, sono il

           Maresciallo Mezzatesta…mi ha capito subito che ero io? Bravo…e come ha fatto

           a capirmi subito…dalla voce?...Dalla faccia?!..Appuntato ma che fa scherza di

           prima Mattina?...Mi sente strano dalla voce e come se mi vedesse? E come mi

           vede…Strano…pieno di sonno e stordito…(verso i suoi) e poi dicono che gli

           appuntati sono cretini…cioè non hanno intuito…Appuntato, si è sbagliato, non

           ho dormito niente, mi sento male, la testa che mi gira, quindi domani ci vediamo

           dica al brigadiere di provvedere…come? È arrivato Il Maresciallo, va bene ora

           arrivo…(chiude) è partito stanotte ed è già arrivato. Mi faccio forza e vado, non  

           vorrei che pensa male di me…Veronica, ci credi che  ho un po’ di ansia!

Ver.    Senti secondo me  sarebbe meglio che ti prendi una decina di Lexsotan?

Alb.    Cosi mi addomerdo!

Ver.    MA perché, ti sei scordato che è da  trenta anni  che  dormi. ( Il figlio ride)

Alb.    Pi favore finiamola con queste battute, e tu non ridere, pensa che sei fidanzato con 

           due, con la figlia del comandante, il maresciallo capo, il mio superiore, can la figlia

           del maresciallo   Venuti…(entra Il figlio Riccardo)

Ric.    Che già sono venuti qui!...

Alb.    ANCHE TU, non potevi dire sono arrivati.

Ric.     Papà è LO STESSO!

Alb.     No, perchè con questo termine Venuti…devo aumentare la dose di gocce, se  dicevi

            sono arrivati… dieci gocce mi bastavano…quando mi vado a preparare.

Mar.    (Alberto entra nella stanza)  Mamma appena esce papà ti devo parlare.

Ric.     Si aspetta che esce altrimenti  il 118 dobbiamo chiamre! (squilla il telefono)

Mar.    Wind…

Ric.    Valeria

Ver.    Venuti…

Mar.    Valeria…dimmi…è arrivato il momento di dirmi la sorpresa?  (grande espressività)

            ( gli si ritira la voce mentre dice:) Spe…ro  che sia una  bu…ona     no…tizia.

            (mentre ascolta alcuni secondi, guarda la madre e fratello che a sua volta

            alzano le spalle…in quel momento entra Alberto) Cosa? ti trovi a Messina?!.. con

            tuo padre? (Alberto sente e si morde le dita)

Alb.     Disgraziato io a quando ti ho messo al mondo e quando mi feci carabiniere.

Ver.     Non dire fesserie, che tu al mondo l’hai messo con me, e poi tu…solo il carabiniere

            potevi fare!

           

Mar.    Tuo padre maresciallo Venuti…

Alb.     Comandi!... Ma che dico…sto esaurendo,  esco  che  p meglio (esce)  

Mar.     Quindi tuo padre è il nuovo comandante della caserma…io per ora mi trovo

             nella zona opposta, ci vuole molto prima che arrivo, ci vediamo stasera…dalle sei

             alle otto…Ma certo che sono contento…mi hai preso alla sprovvista…va bene

             Tesoro …cosa?...E’ la prima volta che ti chiamo tesoro? Ah! Che vuoi ogni tanto mi

             viene…va bene…ti chiamo sempre AMORE…ci vediamo…non vedo l’ora…

              Mannaggia Tesoro chiamo A d Olga…

Ric.      Non vedi l’ora…ora la devi vedere l’ora, perchè l’orologio ti serve due ore con una

             …tre ore con un’altra…e con un’altra…fiatone…corsa…telefonate…ansia…

             timore di essere scoperti…concentrazione massima…che si puo’ tramutare in

             sconcentrazione massima…

Ver.      Ma che ti ha detto mamma!

Mar.     Mi ha detto che  grazie a un cretino di maresciallo che non ha voluto prendersi la

             responsabilità del comando, suo padre ha accettato di trasferirsi per amor suo

             perché sa che è fidanzata con uno di Messina…almeno per due anni deve rimanere

             qua.

Ric.     Quindi il cretino sarebbe  papà?

Ver.     In questo tanto torto non ne ha! Senti a mamma, due anni passano subito, non ti

            Preoccupare, io ti aiuterò, sicuramente ogni tanto stu maresciallo verrà qua con sua

            Figlia dobbiamo fare in modo che non dovete mai incontrarvi…ma ci pensi a quella

            poverina di Teresa…ma tu promettimi che non fai mai più queste cose…anche

            perché noi siamo di buona famiglia, la nuova direttrice, essendo io la vice,

            deve capire che ha a che fare con una donna tutta di un pezzo, con una donna

            che sa tenere il controllo sia in ufficio, che a casa, che deve capire che siamo una

            famiglia unita, una famiglia piena di sani principi…morali…spirituali…

Ric.     (verso il pubblico) Mi pari suor Carmelina!..

Mar.    Te lo prometto, però prima ti devo parlare…

Ric.     Ora viene il bello! 

Mar.    Mamma…mammina…mammuzza…mammicedda…non ti arrabbiare!

Ver.    Mi hai preso per tuo padre? Anche se ha ragione, però lui è andato in escandescenza

           al posto di tenere i nervi saldi e di pensare al da farsi…

Mar.    Mamma, mentre ero a Ribera, ho conosciuto  una ragazza di nome Olga, e mi ci sono

            fidanzato.

Ver.    Oh! Ma si peggio di don Giovanni! Però a mamma sei esagerato, ma come facevi….

            menomale che Teresa  ce l’avevi qua altrimenti il sangue ti tiravano…per questo sei

            ritornato più magro.  (Squilla il telefonino)

Mar.     OMNTEL…   ( Riccardo assieme alla madre rispondono):   OLGA….

Mar.     Olga cara…come non ti ho detto Tesoro mio… ma certo che te lo dico:

              Tesoro  mio…(ascolta un poco) proprio li…una bella sorpresa!

Ric.      ( verso il pubblico) Manco a Pasqua ci sono tutte queste sorprese!

Mar.    Tua madre è stata trasferita qui?  (come prima gli si ritira la voce) Che sono

            contento…ma io in questo momento mi trovo nella zona opposta…non stasera non

            posso perché avevo già un appuntamento con Va…Con Vasta, il professore

            Vasta…a che ora ho l’appuntamento? Dalle sei alle otto… ah! Vuoi che ci vediamo

            alle nove? Va bene ti chiamo io…ah! Non ti ho detto Tesoro? Va bene Amore ti

            chiamo io…ti ho chiamato Amore? Ogni tanto mi scappa ma è bello…va bene ti

            chiamo sempre TESORO…chiudo perché mi stanno suonando alla porta...ciao

            Tesoro (chiude) Mamma mia che  mi sento confusoooooo…calma…mamma non

             perdiamo la calma.

Ver.    Praticamente a me questa mi sembrava che rimaneva a Ribera invece sua  madre è

           Trasferita pure quà a Messina…cosa  fa la poliziotta  sua madre…

Ric.    No…è superiora…

Ver.    Superiora!…ma che monaca e ha  una figlia?!

Ric.    No è superiora a te…

Mar.    Mamma sua madre è una tua collega delle poste…

Ver.    E non ti preoccupare a mamma…come?! Che ha detto? Lavora alle  poste

           Ti sei fidanzato con la figlia di una mia collega…aspetta…aspetta come ha detto che

           si chiama…Olga…e in quale posta fu trasferita…

Mar.    Proprio dove lavori tu…

Ver.    Veronica calma…disgraziato…Veronica sangue freddo…disonesto…farabutto

           Veronica autocontrollo…Disgraziato tuo padre quando ti ha fatto! Veronica non

           perdere le staffe…Tu a Teresa non te la meriti…io gli racconto tutto…

           che vergogna…(squilla il telefono è una collega di Veronica che le comunica che la

           nuova direttrice vuole farle visita ) Ciao Giulia, a direttrice e chi voli? Passamela….

           Direttrice buongiorno…certo l’aspetto sa già dove abito? Ah! Sa già tante cose, bene

           Ci vediamo…viene con sua figlia? Certo va bene…(chiude)

           Calma e sangue freddo…

Mar.    Io ce l’ho più agghiacciato di papà!

Ver.    Intanto tu vattene subito…Riccardo portatelo lontano…(entra Teresa)

Ter.    Ciao Marcello…cosa  c’ è.

Mar.   Sto andando all’università...mi ha chiamato il professore…

Ter.    Ti aspetto qua…

Ver.    No Teresa, tu se vuoi stai, lui fa tardi viene  troppo tardi, poi deve andare con mia

           Madre da mio zio a Taormina…(Marcello stava per uscire)

Ter.    Marcello, neppure mi saluti, e non mi dici gioia!

Mar.   Scusa Amore…

Ter.    Amore?…è la prima volta che mi chiami Amore, mi chiami sempre gioia…

Mar.   Gioia, ogni tanto è bello cambiare…

Ric.   (verso il pubblico) Ha  Cominciato già a confondersi!  (Marcello bacia Teresa ed esce)

   

S C E N A  VII°

             (Veronica, Alberto, Teresa, la signora Castiglione Santina, con la figlia Olga, Riccardo,   

                                                    Maresciallo Venuti con la figlia Valeria )

  

Ter.     Ma, era strano…

Ver.    L’ha chiamato il professore e gli ha detto che  la materia che si deve dare, ha bisogno

           di un approfondimento, lo sai queste cose lo fanno innervosire…(entra Alberto)

Alb.     Ciao Teresa.

Ter.     Buongiorno…

Ver.    Da dove vieni…

Alb.     Dalla caserma, ho conosciuto il nuovo comandante…più tardi ci farà visita con la

            figlia…    

Ter.     Io devo andare a fare un po’ di spesa, magari passo più tardi…(saluta ed esce)

Alb.    Poverina, non se lo meritava…mio figlio che gioca con due mazzi di carte! E’ un

           Baro, e chi imbroglia prima o poi viene scoperto…Senti Veronica, dobbiamo

           togliere la foto di Marcello almeno da questa stanza prima che viene il maresciallo,

           se no gli facciamo i baffi, la parrucca…Veronica ma mi stai sentendo, ti vedo assente,

           certo, non ti brucia, certo si è fidanzato con  la figlia del mio comandante ed è logico

           che a me deve bruciare di più, è logico che io me la devo prendere di più, è logico

           che il mio cuore batte a 320 al minuto, è logico…(viene interrotto)

Ver.    E’ logico che si è fidanzato anche con la figlia della mia direttrice…

Alb.   Ah! Menomale…(poi) Come…che hai detto…( va a prendersi un po di gocce)

 

Ver.    A momenti arriva la direttrice, non ti fare vedere che sei maresciallo…cioè volevo

           dire Non ti fare vedere calmo…ma chei mi sta prendendo…(arrabbiata) non ti fare

           vedere agitato…Dici che sei un carabiniere furbo e scaltro, dobbiamo cercare di fare

           passare questi due anni che il maresciallo resta quà senza lasciare traccia…

Alb.    E aa direttrice quanto resta pure due  anni?

Ver.    Lei almeno sei cinque  anni…(Alberto Sviene)

Ver.    Alberto...Alberto…dai  ripigliati…tu sei un maresciallo furbo, intelligente,

           tu sei meglio del commissario Maigret…del  tenente Cojack…del   tenente

           Colomba…(Alberto si và riprendendo)

Alb.     Si colomba…tenente colombo…

Ver.    Apposta l’ho detto, per non dire uovo di pasqua…

 

Alb.    Che ero meglio di questi lo sapevo! Però mi resta il dubbio se sono meglio del

           commissario Montalbano!

Ver.     Poi proprio a lui non lo vedi, non l’hai visto proprio…tranne che in televisione!

            Dai prepariamoci mentalmente…non devono scoprire niente…ripete…

Alb.    (Alberto ripete come un cretino per due tre volte)  Non devono scoprire niente…

           ma non mi fare  cose di cretini, ma mi viene più sonno…(bussano, entrano

           la direttrice con la figlia Olga)

Ver.    Buongiorno...prego accomodatevi…(fanno le presentazioni)

Dir.    Mi hanno parlato benissimo di lei, spero che ci sarà un’ottima intesa…

Olg.    Signora mi scusi, ma da qui a Piazza del Popolo è lontano?

Alb.    Una quindicina di chilometri…

Dir.    Mia figlia è fidanzata con un ragazzo di Messina…e per i figli…cosa non si fa…

           vista questa opportunità, ho accettato proprio di venire a Messina…(entra Teresa)

Ver.    (la presenta) LA fidanzata di mio figlio…(mentre si presentano)

Alb.    (al pubblico) Un figlio disgraziato con tre suocere!  (entra Riccardo, solite presentazioni)

 Ter.    E  Marcello?!

Ric.     Marcello è andato dove sapevi tu…

Dir.     Marcello sarebbe l’altro figlio.

Olg.    Maresciallo, il mio ragazzo si chiama proprio come lei…

Alb.    Ah! Si…che casualità…

Olg.    Purtroppo è rimasto orfano dall’età di sei anni (il maresciallo si tocca)

Alb.    Che figlio di buona donna! Nel senso un figlio che questa buona donna ha avuto la

           forza di crescerlo bene.

Olg.     Teresa, scusa se ti do del tu, siamo giovanissime, ed il tuo ragazzo che fa…

            Studia, lavora…

Ter.     Studia.

Alb.    E i genitori sono tutti e due vivi. (ridono tutti)

Olg.    Stasera Teresa mi vedo con Alberto alle nove, se vieni te lo presento, anzi puoi dire

           a Marcello se viene pure lui…

Ver.    Mio figlio rientra sul tardi doveva andare fuori Città…Ma sicuramente avrete tanto

            Tempo!

Alb.     A voglia che tempo che hanno!

Ric.     Scusatemi ma io vado a studiare…(entra nella sua stanza)  

Olg.    Anzi se mi scusate un attimo, lo chiamo chissà se può anticipare. (fa il numero)

           Alberto ciao Tesoro…stavolta non hai dimenticato di dirmi Tesoro anche tu…

Dir.    Che tempi belli cara Veronica…

Olg.    Ma come ci vediamo alle sei, ma se avevi detto alle nove…ah! Ti eri confuso…

           Sono quà dal comandante…

Alb.    Vice…

Olg.    Dal vice comandante dei carabinieri…una persona squisita, si chiama come te,

           equilibrato, rilassato, gentilissimo, poi te lo faccio conoscere, ma anche la madre

           sai, poi ho conosciuto Teresa la fidanzata del figlio Marcello…che cosa?

           Stai sudando? Come mai…il caldo…mah! Va bene ci sentiamo ciao.

Alb.    Chissà perché, ma mentre sudava lui, stavo sudando pure io…

Ver.     Allora direttrice ci diamo del tu, ti chiamo Santina… (bussano, entrano il

            Maresciallo Venuti con la figlia Valeria, le solite presentazioni)

Com.    E allora maresciallo.

Alb.     Comandi!

Com.   Maresciallo che comandi, a casa rilassiamoci, la vedo teso, ogni tanto si prenda

           qualche goccia di Lexotan, sa cosa sono…

Alb.    Mai sentite nominare…

Ver.     Maresciallo, la direttrice è della provincia di Agrigento, di Ribera.

Com.    Che coincidenza! (caratterizzando questa parola ogni volta che la si ripete)

Val.     Noi siamo di Sciacca…

Com.    Io vi ho visti fermi all’area di servizio sacchitello mentre lei prendeva un panino

             col prosciutto, sua figlia un panino col salame e lei un caffè con due cucchiai di

             zucchero, mentre sua figlia prendeva una coca…

Olg.     Proprio quello che ho preso io.

Com.    Che coincidenza!

Dir.     Maresciallo lei è troppo acuto.

Com.    Il nostro lavoro è particolare e dobbiamo notare ogni particolare…come si dice

             Caro maresciallo Alberto per…per…

Alb.     Malformazione professionale…(tutti ridono perché è sembrato di aver fatto la battuta)

Com.    Buona questa! Malformazione professionale! (ride pure Alberto)

Com.    Come mai qui gentilissima signora…

Dir.      Per lavoro, e per mia figlia.

Com.    Che coincidenza!

Dir.      Vi era un trasferimento, mia figlia è fidanzata qui con un messinese ed eccomi qui.

Com.    Che coincidenza!

Val.      Meglio cosi almeno tra Teresa ed Olga che abbiamo tutti e tre i fidanzati della

             stessa città, possiamo ogni tanto organizzare…(si sente squillare il suo telefonino)

             Scusate…Riccardo…gioia? E’ la prima volta che mi chiami gioia, mi chiami

             sempre Amore! Alle nove, ma se mi avevi detto alle sei…ti sei confuso…va bene

             ciao…ciao…

Olg.     Pure il mio ragazzo ogni tanto ha la testa fra le nuvole…mentre il tuo Teresa.

Alb.     Il suo la testa non c’è l’ha! Ne ha Mezza…

Com.    Mezza…Mezza testa (ridono) bella questa…

Ter.     Il mio è preciso, scrupoloso, solo quando deve fare esami ed è sotto pressione

             va un po’ in tilt...

Com.    Gentile signora posso chiederle come mai suo marito non è con lei.

Dir.      Sono vedova  da otto anni!

Com.    Che coincidenza! Anche io sono vedovo da sette anni e undici mesi!

             Quando pensa di rimanere in questo luogo.

Dir.      Mah! Si vedrà.

Alb.     Che coincidenza! (tutti lo guardano)

Dir.     Comunque adesso togliamo il disturbo…

Com.   Ma quale disturbo gentilissima signora, faccia come se fosse a casa sua

            vero collega?

Alb.    Comandi! Ah! Certo faccia come se fosse a casa del comandante!

Olg.     Abbiamo da sistemarci tante cose, e poi alle sei mi evo vedere col mio ragazzo.

           Allora Teresa, Valeria ci sentiamo ed organizziamo…

Val.    Certo. (salutano ed escono)

            

S C E N A  VIII°

(Alberto, Maresciallo Venuti, Valeria, Teresa, Veronica, Riccardo, Marcello)

Com.    Collega, togliamo il disturbo anche noi…

Alb.     Ma che dice comandante, faccia come se fosse a casa sua, si vuole fare una doccia,

            si vuole cambiare, vuole mangiare, vuole dormire…

Com.    Collega, rilassati…(entra Riccardo)

Ric.      Scusate...mamma non trovo l’accappatoio…

Ver.     Vi presento mio figlio Riccardo.

Val.     Riccardo, proprio come si chiama il mio fidanzato!

Alb.    Che coincidenza!

Com.   Collega ci vediamo domani!...(salutano, escono si spengono le luci)

Un  Pomeriggio dopo due settimane

Mar.    (Marcello ripassa non la materia ma qualcos’altro, passeggia da una parte a l’altra)

            Teresa…Gioia… Valeria…Amore…Olga…Tesoro (prima sbaglia, per ben due

            volte, poi si confonde, poi ripete giusto…e ripete ripete poi entra il padre)

            Non mi confondo più…

Alb.     Che ti ripassi i nomi con i relativi attributi. Comu facisti assira!

Mar.    E’ stata dura, però ce l’ho fatta, mentre ero cu Olga, mi ha squillato il cellulari della

            Wind, Valeria…poi mi ha chiamatoTeresa… (entra Veronica)

Ver.     Ma tu spegnilo mentre  sei con una…

Mar.    Anzi uno ora lo lascio a casa, cosi con due si puo gestire meglio.

Ver.    Quello di Teresa portalo sempre però…

Mar.    Certo, e ogni tanto scambio lascio quello di Olga, ogni tanto quello di Valeria.

Alb.    Siamo alla seconda settimana, figuriamoci fra due tre mesi, anzi fra due tre anni.

          (entra Teresa)

Ter.    Finalmente, stasera non mi dire che hai impegni, usciamo soli…

Ver.    Ecco uscite soli…

Ter.    Le due ragazze, Valeria ed Olga vorrebbero uscire qualche volta assieme con i suoi

           Fidanzati…

Alb.    Meglio soli…Inventatevi qualche scusa…

Ter.     Lo so, però non posso dire sempre no, una volta ogni tanto mi sembra giusto.

 Mar.   Una volta ogni tanto, quanto è possibile… Senti Teresa, stanotte ho fatto un sogno

           Strano, ho sognato che tu facevi vedere la mia foto e poi è capitato una disgrazia:

Ter.     Che disgrazia…a chi facevo vedere la tua foto.

Mar.     La mia foto la vedevano persone che io non conosco, e poi è capitato che ci siamo

             Lasciati, io disperato, mi sono precipitato da un precipizio…mi sono svegliato

             spaventato… Ti prego Teresa Gioia, hai visto che tu sei Gioia mia e non ho

             dimenticato che tu sei   Gioia.

Mar.      (Verso il pubblico) Dopo quanti allenamenti ha fatto! T i prego non fare vedere la

              Mia foto a nessuno, a nessuno di quelli che non mi conoscono.

Ter.      Ma certo, quelli che ti conoscono che bisogno hanno di vederti in fotografia.

Ver.     Teresa, allora visto il sonno che ha fatto accontentalo perchè i sogni sono sogni.

Ter.      Non ti preoccupare, la tua foto non la vedrà mai nessuno. (la bacia,,entra Riccardo)

Ric.      Papà, mi è sembrato che stava venendo la figlia del maresciallo…

Mar.    Ah! Che dolore di pancia, che aria…è da stamattina che ho diarrea (scappa)

Ter.     MA che ha mangiato…

Ver.    Ogni volta che va fuori mangia male e poi gli viene sempre a diarrea…

Alb.    Chissà quanto sta in bagno ora…(bussano entra Valeria)

Val.    Buongiorno…Ciao Teresa, stasera che fai…

Ter.     Stasera esco con il mio fidanzato…

Val.     Ah! Possiamo uscire assieme, chiamo Riccardo…Pronto, Amore, stasera a che ora

            ci vediamo…niente, volevo presentarti Teresa ed il suo ragazzo che ancora non

            conosco…come ti sento vicino…no vicino in senso fisico, vicino di vicinanza,

            e come se tu fossi qui in questa stanza…lo so è l’amore…va bene ciao.

Ter.     Se aspetti ti presento Marcello… 

Alb.    Forse, Valeria avrà premura…

Val.    No, posso aspettare…(Riccardo capisce e cerca di fare qualcosa)

Ver.    Riccardo tu che fai, hai ancora quella cosa da fare nella tua stanza. (Riccardo entra)

 

Val.    Poco fa ho visto Olga, dice che ieri sera ha detto al suo ragazzo che qualche giorno

           organizziamo per uscire assieme…(squilla il telefonino di Valeria) Pronto…

           Riccardo dimmi ti sei liberato…fra un’ora al bar di ieri sera…va bene…anche io ti

          amo. Devo andare, Alberto mi vuole vedere, mi dispiace Teresa, ci sarà tempo! (esce)

Alb.   A voglia di tempo!

Ver.   (si asciuga la fronte, poi entra Marcello)

Mar.  (tenendosi la pancia) Mamma mia…è  la seconda volta gia in mezzora.

          Ma la figlia del Maresciallo dov è?

Ter.     Se ne  è andato proprio ora, l’ha chiamto…

Alb.     Lo  stronzetto!!…

Ter.     Il suo ragazzo…(entra Riccardo)

Ric.     Pi stavolta è andata, a prossima volta può andare, poi si puo’ fermare.

           (bussano, è Olga, mentre la madre và ad aprire fa capire che è Olga ad alta voce)

Ver.    Signorina Olga, come mai…

Mar.   Ah! di nuovu (si tocca nuovamente la pancia e scappa)

Alb.    Buongiorno signorina…

Olg.    Teresa cercavo te e tua madre mi ha detto che era qui…(si salutano con Teresa)

           E’ da stamattina che provo a chiamare Alberto e sempre spento…Tu Teresa

           Che mi dici, Marcello quando lo posso conoscere, ma una sua foto….

Ter.    Se aspetti è di là, penso che fra un poco dovrebbe uscire.

Alb.   Dovrebbe, queste  cose sono lunghe, fastidiose, e imminenti, pare che finisce e si

          Ricomincia…parlo della diarrea…oh! Mi scusi signorina…

Ter.    Tu invece, una foto del tuo ragazzo.

Olg.    Questa estate gli lo detto almeno dieci volte e mi ha detto che non ne aveva con se

           ma che me l’avrebbe inviata.

Ver.    (si avvicina alla porta) Marcello…a che punto sei, c’è la figlia della direttrice che ti

           vuole conoscere…(squilla il telefonino ad Olga)

Olg.    Alberto…finalmente, ma dove sei finito, avevi il telefonino spento? Non prendeva?

           Adesso ti prende cosi bene che sembri accanto a me…ha quattro tacche…infatti

           Ti sento benissimo e vicinissimo…dove sei…fra un’ora al corso Cavour…va bene

           parto subito, non ti preoccupare…(chiude) devo scappare, prima di prendere l’auto

           ed arrivare…ci vediamo Teresa…non ti preoccupare avremo tempo di conoscere

           Marcello (esce)

Alb.    A voglia di tempo!

Ver.    Mah! Che situazione, la mia collega per la figlia che sacrifici…

Alb.    Ed il mio collega per la figlia chi sacrifici…

Alb.Ver.   (entrambi) Ma non si potevano restare tutte e due nei loro paesi! (entra Marcello)

Mar.    Mamma mia!

Alb.     Poco fa la prima volta  ha detto , Mamma mia! Ora era meglio che dicevi:

            Papà   Mio…

Ter.      Andiamo al centro, al corso Cavour a prenderci un gelato.

Mar.    Teresa, andiamo va, prima usciamo, andiamo verso Taormina…

Ver.     Giusto dal lato opposto… (escono)     

S C E N A  IX°

      Alberto, Riccardo, Veronica, la direttrice Santina, il maresciallo Venuti,

                                                     Valeria, Olga)

Alb.    Riccardo, ma tu ti ricordi che significa RIS…perchè tuo fratello non se lo ricorda

           ed io non ho intenzione di dirglielo.

Ric.    Certo Papà…Reparto Investigativo Scientifico.

Alb.    Sempre l’ho detto, eri tu che dovevi entrare nei RIS.

Ric.   Vado a studiare…(entra nella stanza)

Ver.   Per stavolta si è salvato.

Alb.    Che disgraziato! (bussano entra la direttrice)

Ver.    Santina prego accomodati.

Alb.    Carissima signora, si è sistemata, la casa è di suo gradimento…

Dir.     Si, è un buon appartamento…(bussano entra Il maresciallo Venuti)

Com.   Buon giorno!..Che coincidenza! Anche lei qua gentilissima signora Santina.

Dir.      Già…troppe coincidenze!

Ver.     MA ci fa piacere avere in casa due amici come voi, vero Alberto.

Alb.     Un grandissimo piacere…

Dir.     Me figlia ha preso la mia macchina, ed è partita come un razzo perchè aveva     

            l’appuntamento con  Alberto…

 Com.   Ma che coincidenza, anche mia figlia voleva la mia macchina, però deve imparare a

             viaggiare anche col l’autobus…

 Dir.    Ancora non conosco questo ragazzo, in due settimane a Ribera non l’ho mai

              conosciuto, ogni volta capitava sempre qualche disguido.

 

Com.     Ma che coincidenza! Anche a me a Sciacca ogni volta che io volevo conoscerlo

              si sentiva male…(ride) forse la divisa gli faceva effetto! Gentilissima signora va

              a finire che magari li conosceremo entrambi nello stesso giorno e nello stesso

              momento.

Alb.      Che coincidenza…volevo dire sarebbe una bella coincidenza… (bussano, entra

             Valeria arrabbiata)

Val.      Salve, Papà se vuoi possiamo andare…

Com.    Ma come mai qui…

Val.      Mi ha chiamato Riccardo, dicendomi che ha avuto un contrattempo e per oggi

             non possiamo vederci, sono scesa alla prima fermata, e sono ritornata…

Ver.      Quante volte capita a mio figlio con Teresa…

Alb.      Poi specialmente in questo periodo! (bussano entra Olga arrabbiata)

Olg.      Salve, mamma se vuoi possiamo andare…

Dir.      MA non avevi appuntamento con Alberto?

Olg.      Si ma neppure avevo fatto due chilometri che mi ha telefonato dicendomi che

             ha avuto un malore è andato all’ospedale e non ha voluto neppure che lo

             raggiungessi e non mi ha detto quale ospedale per non preoccuparmi…

Val.      Olga consolati, siamo in due…anche io non posso vedermi stasera, Riccardo ha

             avuto un contrattempo…certo mi dispiace di più per te che è finito all’ospedale

             ma vedrai che sarà una cosa da niente.

Com.     Ora mi informo io in tutti gli ospedali cara figlia, anche se non abbiamo il cognome

              abbiamo il nome, e poi gli farai una bella sorpresa.

Dir.       Adesso scusate ma dobbiamo andare…ci vediamo…

 

Com.     Che coincidenza! Pure noi dobbiamo andare…(si salutano ed escono tutti)

S C E N A  X°

(Alberto, Veronica, Marcello, Riccardo, Olga, Valeria, Teresa)

Alb.      Disgraziato, ma non poteva nascere prima Riccardo e poi lui.

Ver.      E si ci capitava a Riccardo?

Ric.     Mamma a me non mi capitava, perchè oltre tutta la testa, metto anche il cuore.

            (entra Marcello seccato)

   

Ver.     Marcello ma non dovevi essere a Taormina?

Mar.     Ho litigato con Teresa,  per forza voleva andare al centro, non ci fu modo, e mi

             diceva mi hai sempre accontentata picchi stavolta no.

Alb.     Il comandante? Ora si informa in tutti gli ospedali, e per un comandante dei

            carabinieri non difficile scoprire che non è andato in nessun ospedale. Se fossi stato

            più furbo, non dicevi che andavi all’ospedale….

Mar.     In quel momento mi è venuto di dire cosi… Speriamo oggi che c’è stato qualche

             Riccardo che si è sentito male e gli lo confermano. (squilla il telefono, è il

             comandante)

Alb.      Comandante…comandi! In nessun ospedale c’e stato un Riccardo al pronto

             Soccorso…ma forse …sa come sono i ragazzi…lei dice che è un  ragazzaccio…ma

             forse…Lei dice che sarà qualche farabutto, e non vede l’ora di conoscerlo…certo

             ogni Padre si vuole accertare… Comandante non si preoccupi, sto arrivando

            (chiude)  Farabutto, ragazzaccio, tu non sei cosa di entrare nei RIS, che fra l’altro

             non sai   neppure cosa significa…Veronica devo andare in caserma…(esce)

Ric.      Non me  lo dici più  che  ho un fratello scaltro?! Quanto vado a studiare.

Ver.     Certo che ci siamo messi l’acqua dentro ed il rubinetto fuori…(bussano è Valeria )

           (come al solito quando apre) Valeria come mai qua…(Marcello scappa nella stanza)

Val.     Mi scusi signora, sa io una madre non c’è l’ho più, e chi meglio di una madre puo

            capire lei che è madre, di due figli, e madre di un o fidanzato sono sicura che mi

            capirà. Mio padre è arrabbiato, in due settimane non è riuscito a conoscerlo, poi mi

            sembra che non è più lo stesso ragazzo che ho conosciuto questa estate...mi scusi

            signora, vorrei entrare se posso anche solo due minuti là dentro per sfogarmi e mi

            rilasso, facevo cosi anche a casa mia. (Veronica in difficoltà cerca di farlo capire al figlio)

Ver.     Vuoi entrare nella stanza di mio figlio…aspetta un attimo che c’è qualcosa da

            sistemare…(nel frattempo Valeria prova a chiamare Riccardo)

Val.     Il telefonino chiuso…(rientra la madre)

Ver.    Valeria prego, puoi venire a sfogarti…(mentre entra, Marcello si vede uscire

             dall’altra porta, si sta dirigendo verso fuori quando sente bussare, in quel momento

             si ferma, la madre di corsa rientra ed và ad aprire, è Olga)  Carissima Olga (ad alta voce,

             Marcello rientra dalla porta dalla quale era uscito mentre in quel momento dall’altra parte rientra

             Valeria, tutto con il massimo tempismo, basta sbagliare di qualche secondo per rovinare la scena)

 Val.   Olga…

Olg.    Valeria…

Val.    Ma tu non dovevi essere con Alberto.

Olg.    E tu non dovevi essere con Riccardo. (in quel momento bussano, entra Teresa)

Ter.    Ciao a tutti. Mamma dov’è Marcello…

Olg.    Ma non eri con lui…

Ter.    Abbiamo litigato…

Val.    Oggi non è giornata

Ver.    E’ incredibile, tutti e tre avete una sfortuna. Non vi preoccupate, sono cose che

           capitano, magari il ragazzo è un po’ stressato…

Olg.    I ragazzi!?…

Ver.    Già i ragazzi…intento dire il ragazzo di ciascuna di voi.

Val.    Il mio pare sempre stressato…

Olg.    Il mio sempre di corsa…agitato…

Ter.     Marcello sempre chi guarda l’orologio, prima non lo usava, ora su metti sempre.

           (telefona a Marcello) Gioia dove sei… seduto su una panchina che pensi a me.

            Mi dispiace…vieni che facciamo pace…sono a casa tua…mi chiami tu va bene

            Ciao. (chiude e si mette a piangere) Era seduto su una panchina che mi pensava…

            Sono una cretina…(poi la calmano, nel frattempo Olga prova a chiamare)

Olg.     Alberto, Tesoro sono io…dove sei, ti stai liberando. Sono con quelle amiche

            Teresa e Valeria, una è avvilita, l’altra è distrutta… chi è la distrutta? Valeria,

            perchè il suo ragazzo Riccardo, dice che era andato all’ospedale e suo padre ha

            scoperto che non c’è stato nessun Riccardo in tutti gli ospedali. Perché queste

            bugie? Giusto e tu che ne sai…perché lo chiedo a te…(dolcissima) ma tu non mi

            dici mai bugie vero!..Va bene ti fai sentire tu…

Ver.     (Verso il pubblico ovviamente faceva scena) Mi stanno salendo calori…

            (asciugandosi la fronte) Sentite io devo andare al supermercato…Teresa,

            quando le amiche se se vanno chiudi tu…(esce, subito squilla il telefonino di Valeria)  

 

Val.     Menomale che sei lontano, perché se ti fossi trovato qua due ceffoni, due cazzotti,

            due pugni…li avresti meritati…Non mi chiamare Amore…se prima non mi

            racconti tutto! Cosa? Non ti sei fatto visitare perché ha avuto paura dei camici 

            bianchi? Quando ci vediamo…fra mezzora al solito bar…va bene sto arrivando.

Ter.     Mi pare che stiamo rimediando tutti… (squilla il telefonino di Olga)

Olg.    Alberto…ma quale Amore…io sono Tesoro, mi piaci quando mi chiami Tesoro

           Ormai…ci vediamo piu’ tardi...va bene io sto uscendo…(chiude)  Dai facciamoci

           forza…Adesso io vado, pare che ci stiamo tutti chiarendo, anzi facciamo una bella

           cosa, stasera festeggiamo uscendo tutti e sei assieme, e se qualcuno di loro, non

           vuole li costringiamo…(la altre annuiscono,  mentre escono)

Val.    Cè’ qualcosa che non mi convince, non riesco a capire, qualcosa che mi sfugge

           in questo dialogo che ho fatto poco fa…

Olg.    E’ l’amore che ci fa cambiare la chimica del cervello…(escono)    

 

S C E N A  XI°

(Marcello, Riccardo,Teresa, Olga,Valeria, Direttrice, Alberto, Comandante,Veronica)

Mar.    (Entra affaticato, distrutto, si asciuga tutto) Mamma mia, per forza ce l’ho fatta, certo

            Che sono un figlio di buona madre, però tre fidanzate sono troppe…troppe! O

            meglio erano poche, si fossero rimaste ognuna al proprio paese…(in quel momento

              entra Riccardo) Chi coincidenza! Tutti e tre qua, e prima o poi tu resti come un…

Mar.     Non me lo dire, che  ho capito…Senti io esco un attimo, mi porto solo due cellulari,

             l’altro lo lascio là dentro…(squilla il telefonino di Marc. è Valeria) Valeria Tesoro

             OH! Scusa, ti devo chiamare Amore…non puoi venire, peccato io sono gia al bar…

             Allora ci vediamo stasera…va bene ciao AMORE hai visto che ti ho chiamato

             Amore (chiude) meglio, cosi mi vedo con Olga ed ho più tempo…(chiama)

             Olga…Amore…oh! scusa , lo so ti devo chiamare Tesoro senti possiamo anticipare,

             io mi sono liberato fra mezzora Ci vediamo al solito posto…ciao (chiude) Menomali

             forse posso rimediare con tutte e da oggi in poi concentrazione massima non devo

             commettere più nessun errore...poso il cellulare, stavolta poso quello di Valeria (lo

             mette nel cassetto ma non si ricorda di spegnerlo)

Ric.      Io penso che poca vita! (Marcello si tocca) Ma tu vero pensi di essere l’unico

             furbo…

            

Mar.     Esco se no tu mi fai incazzare…(in quel momento entra Teresa)

Ter.      Marcello, ma non eri fora…

Mar.     Sono arrivato adesso e ti stavo chiamando guarda ho pure il cellulare…

Ter.      Il cellulare dell’omnitel, ma quando mai mi hai chiamata con questo cellulare tu…

Mar.    (Imbarazzato) eh! Ogni tanto si capita…Gioia del mio cuore…sto andando

            Ad accompagnare mio fratello da un suo collega, vai a casa che torno subito.

 

Ter.     No, ti aspetto qua, nel frattempo viene tua madre e le faccio compagnia.

Mar.    Sei proprio una vera gioia. (escono)

Ter.     E’ proprio cambiato, non mi sembra più lui…Valeria mi ha detto che mi doveva

            parlare….(bussano, entra Valeria ed Olga) Olga pure tu ci sei.

Olg.    Valeria voleva che fossimo tutti e tre presenti…

Val.    Teresa, Olga, come faceva Riccardo a sapere che io sapevo che no è stato in nessun

           Ospedale? …Perchè Olga quando hai detto ad Alberto che io ero distrutta

           raccontandogli il fatto, subito dopo io ho parlato con Riccardo e lui prima di ogni

           cosa ha cercato di giustificarsi del perché non era in ospedale…ma lui come faceva

           a sapere che io sapevo? Chi gli e l’ha detto? Qualcuno vicinissimo a lui? O questo

           qualcuno può essere una doppia persona o una tripla…

Olg.    Valeria ma che vuoi dire? Pare che stai scrivendo una commedia, le commedie

            le scrive un mio caro amico Calogero Maurici, io ragiono…rifletto e deduco!

Ter.     Valeria,  tu sei abituata con tua padre, i carabinieri sono sempre sospettosi, quindi…

Val.     Ma ragionate…non vi sembra che ci siano troppe coincidenze?

Olg.     Effettivamente è vero, ma da qui a pensare che…mamma mia non è possibile…

Ter.     Marcello non mi farebbe mai una cosa del genere…voi non lo conoscete!

Olg.    Già non lo conosciamo...ma voi non conoscete Alberto….

Val.    Già non lo conosco…ma voi non conoscete Riccardo? O forse…

Olg. Ter.  O forse!..

Vale.    O forse tutti e tre conosciamo tutti e tre…o forse tutti e tre conosciamo uno solo

             che a sua volta questo uno solo si è diviso in tre, per tre ragazze che a sua volta

             è uno solo…

Ter.     Mi sono confusa!..

Olg.     Mamma mia, sto avendo veramente dei dubbi!  

Val.     Non vi preoccupati, che se tutti questi indizi, coincidenze, queste stranezze,

           corrispondono al novantanove per cento di quello che penso io, lo scopriremo…

Olg.    Tu stai facendo capire che Riccardo, il mio Riccardo potrebbe essere Alberto?

Ter.    Tu stai facendo capire che il mio Marcello potrebbe essere Riccardo?

Val.    E che il mio Riccardo potrebbe essere Alberto e Marcello. (Ter. Si sente male)

Ter.   Non ci posso credere, non è possibile…(la fanno riprendere)

Val.   Olga, telefona al tuo Alberto, dato che avevi appuntamento e gli dici che hai avuto

          un contrattempo…(Olga telefona)

Olg.   Tesoro, dove sei…a metà strada? Senti io ho avuto un contrattempo, sto partendo

          con mia madre per Ribera e resterò almeno due giorni…c’è una mia zia grave

          (facendo le corna) non vedo l’ora di abbracciarti e rivederti…anzi vedi se puoi

           scappare tu per Ribera…va bene ciao Tesoro (chiude) Era addolorato…dicembre   

           che sta tornando…Teresa ora chiama tu… (Teresa prova)

Ter.    Marcello dove sei…stai ritornando a casa? Ma stai ritornando perché sapevi che ti

           stavo aspettando?.. Come mi prendi a casa mia e ci facciamo una passeggiata…

           Ma ti sei scordato che sto aspettando a casa tua?!..Va beni ciao ti aspetto (chiude)

Val.    E’ troppo distratto, dimentica spesso, proprio come il mio Riccardo…           

Olg.    E proprio come il mio Alberto…(entrambe guardano Teresa che è ancora restia)

Ter.    Non mi guardate cosi, mi pari impossibile, sicuramente vi sbagliate.

Olg. Val.   Distratto…dimentica spesso… Proprio come il tuo Marcello.

Olg.    Valeria chiama tu ora, vediamo dov’è il tuo Riccardo e che ti dice.

Val.    Sicuramente avrà il telefonino spento…I (chiama, si sente squillare, non si rendono

           conto che squilla dentro il cassetto poi finalmente)

Olg.    Ma si sente quà vicino, forse sta  arrivando…

Val.    Ma strano, sentite anche voi…ma questi squilli si sentono quà dentro…

Ter.    (si alza, anche le altre cominciano ad ascoltare bene da dove arrivano gli squilli, poi Teresa apre il

              cassetto dove si trova il telefonino e lo prende…legge: WIND…Valeria Venuti…e si accascia su

              una sedia. Subito dopo Valeria prende il telefonino e legge )

Val.    Figlio di buona donna…Ha memorizzato il mio nome su Wind…doppia W

           Cioè Valeria Venuti…

Olg.    Ma lui ha Omnitel, noi due abbiamo parlato sempre su Omnitel…(riflette) OLGA

           Omnitel…

Ter.     TIM…Teresa, per questo ha tre telefonini…(entra in crisi) Disgraziato, disonesto,

             tre anni di fidanzamento… (le altre cercano di calmarla)

Olg.    Teresa anche noi siamo state prese in giro…

Ter.    Io è da tre anni che sono con lui, voi siete poche settimane…

Val.    Calma Teresa comprendiamo perfettamente…noi rimaniamo, fregate, deluse,

           amareggiate, traferite qui…ect...ect… ma sappiamo che quella che soffri di più sei tu

           la più disperata sei tu…ma devi capire che non ti merita…puoi se vuoi perdonarlo

           a te la scelta…però prima che arriva nascondiamoci, Olga metti la Wind di nuovo

           nel cassetto, sta arrivando, nascondiamoci  là dentro…e poi ad una a una gli

           facciamo la sorpresa…(entrano nella camere, stacchetto musicale e poi entra Marc. col fratello)

Mar.   Teresa…Teresa…mi dissi ca mi stava aspittannu…Mamma  mia, sembrava che

           doveva essere una giornata pesante, invece sta filando tutto liscio liscio…Quando

           chiamo a Teresa…(telefona)  Teresa…Gioia dove sei…Certo che non sbaglio più,

           ormai ti chiamo sempre  gioia…sei in bagno? Qui a casa mia? (ride) e stiamo

           parlando al telefono a due  metri di distanza? Ma che siamo spreconi…non trovi la

           carta igienica coi fiorellini? Guarda bene Amore….Gioia…Gioia…fai con comodo

           che ti aspetto. (Marcello nel frattempo telefono ad Olga) Riccardo vedi quando entra.

Ric.     Io palo non ne faccio a nessuno…specialmente sei si tratta di Teresa…anzi io sto

            uscendo, vado in caserma e ritorno cu papà? (esce)

Mar.    (si siede e telefona ad Olga i modo frettoloso) Pronto Olga, sei gia in macchina,

            ma ti sento vicinissima, e l’amore che cambia la chimica del cervello e ci si sente

            vicinissimi…parlo sottovoce perché sono all’università, qui c’è un silenzio di tomba,

             non voglio che mi sentano. (in quel momento entra Teresa)

Ter.      Con chi parli cosi sottovoce…(Marcello mentre si era girato verso Teresa, in quel momento

               dall’altra porta entra Olga col telefonino )

 

Olg.      Pronto Alberto…non ti sento più…(Marcello si gira subito dal lato di Olga…) 

             Tesoro…Amore…Gioia…non ti sento più ma ti sto vedendo…(grande mimica di

                Marcello, ovviamente anche Teresa fa scena…delusa, distrutta, arrabbiata) Riccardo, perché

             non mi rispondi più…ah! Aspetta (Olga fa squillare il telefonino di Valeria dentro il cassetto,

                mentre Marcello ha gia capito tutto)

Mar.      Pure questo sbaglio ho fatto…

Olg.      (con ironia) Pronto Alberto… (ora si ci mette anche Teresa)

Ter.       Pronto Marcello…(entra Valeria, ma Marcello a sua volta si era rigirato, Valeria prende il suo

                telefonino dal cassetto)

Val.       Non risponde perchè si chiama Riccardo…( Marcello si gira di scatto verso lei e si morde

                 le mani, in quel momento le tre ragazze si uniscono e cominciano)

Ter.      Ma che dici non risponde perché si chiama Marcello

Olg.     Pronto Alberto… Amore…oh! Scusa ti ho chiamato Amore, ma ti devo chiamare

            Tesoro… Va bene fra mezzora al bar…

 

Val.      Pronto RiccardoTesoro…oh! scusa ti dovevo chiamare Amoresei

            all’universitàdalle sei alle otto…va bene…va bene…ciao…

Ter.     (prima un po’ moscia) Pronto…Marcello (poi le due ragazza la smuovono facendole

              capire di essere più viva e più ironica) Pronto…Marcello…Marcello Alberto Riccardo

            (le  amiche ridono e le battono le mani) Tesoro…oh! Scusa… Amore…Oh! Scusa…io ti

             chiamo Gioia…andiamo al centro o a Taormina.(in quel momento entrano tutti ad uno a

               uno)    

Com.   Valeria non mi dire niente….sappiamo tutto, il collega Mezzatesta mi ha raccontato

             tutto…caro Marcello hai dimostrato di avere neppure un quarto di testa…

Dir.       Ed io che per la felicità di mia figlia ho affrontato tutti questi sacrifici. Marcello

             meno male che tua madre mi ha raccontato tutto, non sopportava più questo

             peso, menomale che hai una buona famiglia…forse anche tu sei un bravo ragazzo

             ma ancora devi maturare…

Com.     E tu che volevi entrare nei RIS…mia figlia si che può entrare nei RIS.

Alb.       Riccardo, è meglio che non entri tu nei RIS! Se no ti fanno uscire con il tris.

Com.     Non vogliamo ancora infierire, sappiamo che stai soffrendo, ma tu devi provare

             quello che abbiamo provato noi…le due ragazze con le quali ti volevi passare il

             tempo ma soprattutto questo splendore che da tre anni è con te…    

Mar.      Vi prego…perdonatimi tutti...ho sbagliato, sono pronto a rimediare…

Com.     E come facendoti fidanzato con tutte e tre?!

Mar.     Sono stato brutale, un latin lover cretino…

Alb.      Un latin lover da strapazzo!

Mar.     Olga…perdono…

Olg.     OMINTEL…Per quanto mi riguarda io ho acquistato un’ amica, la tua Teresa, ma

             per  me tu non esisti più…peccato che Alberto non era tuo fratello che per testa e

             cuore non ne  hai preso manco un pelo…

Mar.    Valeria…perdono…

Val.      Wind…Per quanto mi riguarda, anche io ho trovato un’amica, per me tu non non

             esisti…peccato che quel Riccardo non era tuo fratello…e peccato che Riccardo

              questo Riccardo è tuo fratello e che l’ho conosciuto adesso…

Alb.      Si…lui è vero Riccardo ed è vero so frati!

Mar.     Teresa…perdono…

Ter.     TIM…io ti parlo in siciliano…se loro hanno sofferto, pensa io come mi sento, come

            Si sentiranno i mei genitori, ma sei per tre anni io non ti ho conosciuto bene,  è stato

            Meglio che ti ho conosciuto adesso, mi sto ripetendo  perdona…perdona…ma poi mi

            ripeto pure…Teresa ma tu vuoi stari con uno cosi…che non capisci il vero

            sentimento dell’amore, l’amore che deve fare superari tutti l’ostacoli che capitano

            fuori, in famiglia; io voglio trovare uno che capisce che significa AMORE

            Per quanto mi riguarda, anche io ho trovato due amiche, peccato che Marcello

            non è Riccardo,  i tuoi genitori li vorrò sempre bene, tu per me non sei mai esistito, ti

            rimuovo dalla mia mente, dal mio cuore, dalla mia vita…

Mar.     (distrutto, affranto dal dolore, ma consapevole di aver sfatto soffrire non tre  ragazze ma tutti si

                siede) Avete ragione, ho imparato una lezione, una lezione di  vita, che da quella che

             a un ragazzo può sembrare una cavolata, una ragazzata, poi si trasformano in

             sofferenze.

Com.    Caro Marcello…CHI TROPPO VUOLE NULLA STRINGE!

Dir.      Caro Marcello…chi vuole giocare con tre  mazza di carte  prima o poi viene

                scoperto!

               

Alb.       Caro figlio mio, chi vuole fare l’imbroglione, non ci resta manco l’asso di

              bastune!

Ver.       Caro figlio mio, le cose belle si apprezzano quando non l’abbiamo più…

Ric.        Caro fratello, essere troppo scaltri a volte si possono chiudere  le porte!

Ter.        Caro Marcello…

Olg.       Caro Alberto…

Val.       Caro Riccardo…

                                                                  (insieme tutte e tre)

                                    TRE FIDANZATE SONO TROPPE!

                                               (tutti fermi, musica, sipario o luci)

Scritta ad Aprile del 2007 in due ore e dici minuti un atto; ripresa il 7 Maggio

Il secondo atto e finito in due ore e quaranta.

Per ogni rappresentazione è necessaria l’autorizzazione dell’autore e dell’elaboratrice.

                                             

                                                       Telefono   autore 090/638009 ------3393359882

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Dedicata: Nico Siciliano, ed a tutto il suo gruppo magnifico dei Folli.

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A Gianni Mollica persona umile e sensibile, regista coraggioso ed abile a mettere in scena lavori di autori contemporanei ed a tutta la sua compagnia Arcobaleno di Gioiosa Marea con grande affetto.                   

A Pippo Luciano, alla moglie Antonella ed i suoi figli; grandi amici, veri amici, che da anni  siamo in sintonia perfetta, questo significa che quando si incontrano persone meravigliose in qualsiasi momento

della propria vita, bisogna aprire il proprio cuore a chi merita; io e la mia famiglia e loro è incredibile come mai in tanti anni non abbiamo mai avuto una piccolissima parola per offenderci anche solo cinque minuti e poi chiarire. Capisco è una cosa anomala, “mi piacerebbe” qualche volta avere per cinque minuti una parolina e poi riabbracciaci più forte di prima, perché questa solo questa è vera amicizia. Però considerato che non capita, meglio cosi, vuol dire che buon senso, intelligenza, testa, rispetto reciproco ma soprattutto CUORE prevalgono in entrambe le nostre famiglie. Tutti i sentimenti esistono, pochi ma esistono.

    (Vi vogliamo un gran bene) .( per le altre dediche    voglio aspettare)