Tre rapanelli e cinque foglie di insalatina

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TRE RAVANIN E SINCH FEUJE 'D SARZET

versione in italiano

TRE  RAPANELLI  E  5  FOGLIE  D'INSALATINA

TRE ATTI BRILANTI

DI

SALVE  (SHÒ) VALTINGOJER

Salve A. Valtingojer

Via Cuneo 3

10099       San Mauro Torinese

Tel.  011 / 8224175

e-mail  shoval@libero.it

Commedia rapresentata la prima volta dalla compagnia teatrale

"I SEMPEVERDI" di San Mauro Torinese il 14  novembre 1994.

Nota dell'autore.

Non sono iscritto alla SIAE e non mi spettano né chiedo diritti d'autore.

Chiedo solamente di essere gentilmente informato dove e quando vengono effettuate le eventuali rappresentazioni per poter aggiornare il mio archivio personale.

Grazie e “in bocca al lupo”. Salve Valtingojer

PERSONAGGI

LEONE  BONINO    - Pensionato  che da Torino é tornato al suo paesello, Roccaforata

FELICITA                              - Sua moglie, portinaia in pensione

RITA                                       - Sua figlia, studia a Torino

PROSPERA DE VITIS      - Maestra in pensione. Il suo orto  confina con quello di Felicita

NINA                                       - Sua  figlia

ROSA  LINGUA                   - Amica di Felicita

SERAFINO PANEBIANCO – Contadino  trenta-quarantenne innamorato di Rita

GIANNI BARBERO             - Tecnico specializzato di Torino, fidanzato di Rita

POLDO ESCULAPI             - Amico torinese di Gianni, nipote del farmacista di Roccaforata

Siamo negli anni settanta.

Felicita e Rosa nutrono antipatia per Prospera che rifiuta di far parte con loro della compagnia di pettegolezzi. Prospera ha anche un grosso peccato ai loro occhi: non ha mai raccontato nulla a nessuno della sua vita trascorsa come maestra in un paesino della provincia prima di venire ad abitare a Roccaforata. Malgrado tutti i metodi anche subdoli usati dalle due, lei non si è mai confidata.

Leone sta cercando di scrivere le sue memorie ma è da giorni bloccato perché non riesce a ricordare il nome di una suora di quando era bambino all'asilo infantile. Egli insiste  continuamente con la moglie perché la smetta con le sue insistenze per sapere chi era e da dove proviene la maestra. Rita, la figlia nutre simpatia per Gianni, un tecnico specializzato meridionale arrivato a Torino come soldato di leva e lì stabilitosi al termine della ferma.

Gianni non ha avuto una infanzia serena: pare sia stato abbandonato da piccolo.

Anche lo stagionatello contadino Serafino è tacitamente innamorato di Rita e desidererebbe sposarla.

Tre rapanelli e cinque foglie di valeriana rinvenute sbecchettate nel suo orto da Felicita danno inizio alla nostra rappresentazione che finisce con....

No, è più giusto lasciare agli spettatori seguire tutta la storia passo passo

Ogni riferimento a fatti, persone, nomi e cognomi è puramente casuale.

Qualora la commedia venisse rappresentata in zone lontane da Torino è ovvio che i nomi dei luoghi possono essere cambiati così come il dialetto!  L'autore

TRE  RAPANELLI  E  5  FOGLIE  D'INSALATINA 

A T TO   P R I M O

Salotto modesto: tavola, sei sedie, divanetto, bufét, telefono. Vaso da fiori sulla tavola.

Una porta a sinistra da nell'entrata, l'altra, a destra, verso le stanze. Finestra in fondo che guarda nelll'orto.

Scena prima.

LEONE, poi FELICITA

Leone  - (Seduto ha in mano un foglio) Suor Veneranda  o suor Addolorata? ........No...... nè una nè l'altra! Cribbio, non mi ricordo più quel nome!

Felicita - (brontola mentre entra con un mazzetto di valeriana e rapanelli in mano che getta con rabbia sul bufét) E vedrai che t'aggiusto io, adesso, brutta vecchia dispettosa. Questa é l'ultima che m'hai fatto e non te la perdono. (sempre infuriata parla a Leone che intanto a seguitato a leggere tranquillo senza darle retta)  non ne  posso più, non ce la faccio più; quella là la mando in galera come é vero che  mi chiamo Felicita.

Leone   - (con calma e senza alzare gli occhi dal foglio) Si Felicita, va bene, fà così.

Felicita - (sempre infuriata) Ma lo sai cosa mi ha combinato quella là?

Leone   - (sempre leggendo) Quella là chi?

Felicita - Come chi? Quante ce ne sono che ce l'hanno con me, eh? Io sono amica di tutti e tutti mi rispettano. Non è forse vero?

Leone   - (guardandola con ironia) No!

Felicita - No cosa? Non sono forse amica di Brìgida, Biagina e Rosa? Vado d'accordo e con lor non ho mai bisticciato!

Leone   - Bella forza! Siete quattro portinaie con la stessa testa. Basta che ci sia da dare contro qualcuno o parlare male della gente......Tutte quattro sempre lì, pronte a chiacchierare alle spalle degli altri e a ficcare il naso nelle cose che non dovrebbero interessarvi. Giusto con loro tre sei amica, ma solo con loro.

Felicita - Prego, noi cerchiamo solo di tenere un po' in ordine le cose del paese e delle famiglie, perché non vada tutto a a rotoli. E per poter intervenire quando serve,  bisogna essere informati su tutto! (ironica) Certo che se aspettassimo te, Leone, sempre lì seduto a leggere o con la testa a spasso tra le nuvole... (intanto si é avvicinata a Leone e ha guardato il foglio che lui tiene in mano) Ma cosa é che leggi con tanta attenzione? (ride ironica) Oh, ma é il romanzo della tua vita che stai scrivendo. Peccato che dopo un anno che l'hai iniziato sei ancora al primo capitolo se No saresti già uno scrittore famoso.

Leone   - (Calmo) Io ci penso bene prima di fare le cose, non come te che continui a dire “faccio questo, faccio quest'altro” e più che ficcare il naso negli affari degli altri non fai!!!

Felicita - Già, e l'orto chi é che lo cura, chi lo semina? Tu signor Leone? No! Sono io! A propsito dell'orto; mi stavo dimenticando che devo aggiustare per le feste quella là!

Leone   - Ma quella là chi, insomma? Con chi ce l'hai stamattina?

Felicita - Con chi vuoi che ce l'abbia? Con Prospera, quella brutta vecchia antipatica.

Leone   - Vecchia?!? Ma se ha solo un anno più di te!

Felicita  - Ebbene? Non è più vecchia?

Leone   - (disarmato) Viva la logica...  Ma cosa ti ha combinato?

Felicita - (di scatto gli mette sotto al naso il mazzetto di valeriana e rapanelli) Teh!.... Guarda!

Leone   - (senza agitarsi) Ebbene? Cosa è questo?

Felicita - (con cattiveria e ironicamente) Mah! Secondo me è un collier di perle preziose. Secondo te?

Leone   - (sempre con distacco) Mah, è solo insalata!

Felicita – Sono tre rapanelli e cinque foglie di insalatina!

Leone   - E allora?

Felicita - (con importanza) Sono "il corpo del reato"!

Leone   - E cioè?

Felicita – Cioè mi chiedi? Quella assassina ha mandato tutta la banda delle sue galline a mangiare l'insalatina novella nel mio orto.

Leone   - Ma se ne ha solo tre di galline!

Felicita - Si, ma mangiano per quaranta perché lei non gliene dà mai!

Leone  - E come hanno fato a mangiarti l'insalata se c'é una griglia metallica con i buchettini piccoli che divide i nostri due orti? Dovrebbero avere il collo come le giraffe!

Felicita – Come hanno fatto, come hanno fatto!!! Cosa ne so io di come hanno fatto! So solo che ho trovato nell'orto tre rapanelli rosicchiati e e cinque foglie di valeriana sbecchettate in punta!

Leone  - Ma smettila! Tu ce l'hai con quella povera vedova di Prospera solo perché non si mescola con la vostra società di malelingue! Basta, basta! Lasciami concentrare  sulla mia biografìa che é più importante di tre rapanelli e due foglie di insalata!

Felicita – Cinque foglie, prego, non due!...... E bravo! Avanti così! Sempre darmi contro. Oh tu, anche se ti portassero via la sedia da sotto il culo non ti rivolteresti, Tu sei Leone ma solo di nome, ma io non sono così. E poi, vedova lo dice lei di esserlo. Un anno fa ci è piombata qui in paese, lei dice da Torino, mai vista e mai conosciuta con quella stupidina di figlia e ha affittato la casetta qui di fianco alla nostra. Io mi sono subito comportata da buona vicina: l'ho invitata a prendere il caffè e l'ho trattata con i guanti bianchi raccontandole un po' di questo un po' di quello della gente del paese per aiutarla ad ambientarsi. Lei, al contrario, sempre sulle sue, brutta smorfiosa antipatica, non mi ha mai voluto raccontare nulla della sua vita. Già, (imita la voce di Prospera con ironìa) "A me non interessano gli affari degli altri – mi diceva – preferisco non sapere e non interessarmene.” (dottorale) Vuoi che ti dica il perché? Quella là, Prospera, ha qualche macchia da nascondere nel suo passato. Capito perché?! Ma io quella balorda di una vecchia la faccio chiamare dai carabinieri e  la faccio andare in galera.

Leone   - Ma non farti ridere dietro! Piantare grane con una povera vedova per due rapanelli e tre foglie d'insalata!

Felicita - (con ira) Tre rapanelli e cinque foglie d'insalatina, prego! E poi non è solo per questo.

Leone   - Ah, ma allora c'é dell'altro! Mi pareva che non fosse tutto li!!

Felicita – Si, c'é dell'altro, ma non posso ancora dirti niente perché stiamo facendo delle indagini. Per qualche tempo sono ancora obbligata a tenermi buona con lei, ma poi...

Leone   - Felicita, occhio! Inizi a fare questioni per un rapanello e una foglia di insalata e non sai dove puoi andare a finire!

Felicita – (Arrabbiata)Te l'ho già detto! Sono tre rapanelli e cinque foglie di valeriana novella!!!

Leone  - Va bene, va bene, ma adesso lasciami studiare che sono in un momento d'ispirazione......(pian) Suòr Concezione? ....(dubbioso) No, non mi sembra!

Felicita – (con un dito si tocca la testa come dire che Leone è matto) Come?

Leone   - Niente, niente. Sono cose di letteratura che tu non puoi capire. (si mette a studiare il manoscritto mentre Felicita, che aspetta una visita e vorrebbe restare sola, sbuffando cerca di disturbarlo perché se ne vada: sposta le sedie, apre e chiude le porte del bufet, sposta il vaso di fiori, cerca di togliere la tovaglia finchè Leone le dice) Ma stai un po' ferma, non agitarti! In questa casa non si può mai stare tranquilli! (piano) Proprio adesso che mi sentivo pronto a scrivere almeno tre pagine della mia autobiografia! Sù, è meglio che vada a fare un giro in paese! (forte) Vado fino in paese, ciao. (apre il cassetto e vi posa il manoscritto).

Felicita - (mentre Leone esce) Invece di perdere tempo con sto romanzo, fai pulizia in soffitta di tutti quei giornali vecchi come Noè, che così mi resta l'armadio libero!

Leone   - E va bene, poi, poi lo faccio. (esce)

Scena seconda

Felicita e ROSA

Felicita – Finalmente è uscito! Basta fare un po' di confusione intorno a lui e si toglie dai piedi. Sto aspettando Rosa con le ultime notizie e da sole possiamo parlare più tranquillamente. Intanto sono sicura che le bestiacce di Prospera non mangeranno mai più i miei rapanelli e la mia insalatina. Infatti ho sparso lungo tutta la rete metallica i chicchi di grano avvelenato per i topi: appena lo becchettano muoiono e chi s'è visto s'è visto!  Le mie galline, per  tranquillità, le ho chiuse nel pollaio!

Rosa   - (entra decisamente) Permesso?!? Buondì Felicita. Scusami se sono entrata così, senza suonare, ma ho incrociato tuo marito sulla porta. A proposito! Anzichè salutarmi ha detto: "Ecco perché si agitava tanto!" A cosa si riferiva?

Felicita – Niente d'importante, Rosa, cose di famiglia. Ma dimmi piuttosto, é arrivato?

Rosa   - Che premura! Lasciami  respirare (si siede con calma e si mette comoda) Ho fatto tutta la strada di corsa.

Felicita - Dai Rosa, parla, non fare la preziosa. Poi ti faccio un buon caffè! 

Rosa   - Arrivato è arrivato, ma......

Felicita  - Ma, cosa?

Rosa   - Ma non è ciò che ci aspettavamo noi.

Felicita – E cioé.

Rosa   - Da come ci ha raccontato tua figlia Rita quando è arrivata l'altro giorno in vacanza, noi ci aspettavamo che arrivasse con una bella macchina di valore, ben vestito... alla moda... Insomma, una persona facoltosa con i soldi.

Felicita - E invece?

Rosa   - Mah!..... credo che quello li ne abbia pochi!

Felicita - E come fai a giudicare sul momento uno mai visto e con cui non hai mai parlato. Magari non vuol mettere in piazza il suo stato. Non sono solo le ragazze che fanno le ritrose, anche i giovanotti lo fanno talvolta.

Rosa   - Sarà anche, ma è sceso da una camionetta, in calzoncini corti e maglietta e senza neanche una valigia. Ha solo un sacco di tela colorato. Ah, dimenticavo! (scandalizzata) Era anche senza calzini e con le scarpe di tela. Per mio conto é uno senza soldi che vuole attaccare il cappello nella tua casa!

Felicita – In quanto a questo vedremo! Non sono stupida! Prima di taroccare con mia figlia deve passare i miei esami! Rita lo vede bello, grande, intelligente, prezioso perché é ancora una stupidella giovane e senza malizia, ma io sto Gianni devo indagare sul suo portafoglio prima di dargli via libera. Per adesso, per me, é solo un “illustre sconosciuto", come si dice, amico di Poldo il nipote del farmacista.

Rosa     - Brava! Così si fa!

Felicita  - Gianni è venuto con Poldo a passare le ferie qui a Roccaforata ospiti del farmacista. Sarà poi la mia Rita che dovrà presentarmelo. Questi sono gli accordi che ho con lei. Se no Rita non si muove da casa la sera! Punto e basta.

Rosa   - Brava Felicita, così si fa. L'importante è che ci siano i soldi e una buona posizione. L'amore é come grattarsi la schiena quando ti prude: subito ti dà sollievo, ma poi ti stanca! Tra una grattata e l'altra bisogna pensare a riempirsi lo stomaco! Dico bene?

Felicita – Adesso raccontami tutto dall'inizio che poi ti faccio un buon caffè. L'hai visto proprio bene quel Gianni?

Rosa   - Certo!! Meglio di così! Come sai tutte le mattine ero nella canonica.....

Felicita - ......a sentire le ultime novità......

Rosa    - .....no, per aiutare Biagina, la zia del prevosto, a fare le pulizie, che lo sai che non sta bene. Dunque eravamo lì nella camera da letto che.....

Felicita - ....... sparlavete dei paesani......

Rosa   - (secca) .....che lavoravamo insieme, quando sentiamo il rumore del motore d'un camion. La corriera non poteva essere perché non era ancora il suo orario. Allora, solo per scuotere la coperta ci siamo recate sul balcone e, per combinazione, abbiamo visto questi due giovani che arrivavano.

Felicita - (irònica) Che combinazione!

Rosa    - Ohi! Ma ce l'hai con me stamattina? perché tutte ste battute? Guarda, che me ne vado e non ti racconto più niente, sai? (si alza e fà per andarsene, ma Felicita la trattiene, la prende sottobraccio e la fà sedere)

Felicita - Ma ti sei offesa? Rosa....scherzavo. Va avanti a raccontare che poi ti faccio un buon  caffè.

Rosa   - (tra sé) Speriamo! (forte) Visto che scesi giù dal camioncino si guardavano intorno come se non  sapessero dove andare, non per ficcare il naso negli affari degli altri, neh, ma solo per dimostrare che noi paesani siamo gentili, ho detto a loro due: “Ehi! Signori, scusino, serve aiuto?” Così hanno dovuto per forza alzare la testa e farsi vedere in faccia!

Felicita - Ben fatto! È da maleducati non guardare negli occhi coloro con i quali parli! E cosa ti hanno risposto?

Rosa   - Oh, se é per quello non abbiamo potuto guardarli negli occhi perché avevano un paio di occhiali da sole grossi e l'altra parte del viso era nascosta da una barba folta.

Felicita - Va bene, va bene, ma cosa hanno risposto?

Rosa   - E hanno anche i capelli lunghi sul collo.

Felicita - Ma cosa ti hanno risposto?

Rosa   - (esitando) Ma niente....niente

Felicita - (insiste) Rosa, sono così maleducati quei due oppure sei tu che hai paura di raccontare, eh?

Rosa   - Ma no, figurati! Hanno detto: "Non ci serve nulla, nonna, torni pure alle sue incombenze” Capisci, "torni pure alle sue incombenze" a me che solo per gentilezza mi ero interessata a loro! E poi, anche nonna mi hanno chiamato! 

Felicita - Ma sei nonna.

Rosa   - Si..., ma tutti mi dicono che non dimostro gli anni che ho e che pare ne abbia poco più di quaranta. Quelli invece sono stati così sfacciati da dirmelo in faccia.

Felicita – Non prendertela Rosa, per i giovani basta che uno abbia superato i quaranta per giudicarlo vecchio!

Rosa   - Fai presto a dire tu, ma son cose che fanno male. Non ci sono abituata. Però mi son subito guardata allo specchio e non ho trovato nulla di cambiato. Allora  ho capito che quelli-là sono solo due poveri uomini maleducati. Viaggiano in camion, senza valige e vestiti come due zingari! Te l'ho detto: quelli non hanno neanche un soldo per far ballare un orso!

Felicita – Beh, questo lo vedremo. Come ti ho già detto, se quel Gianni vuole mia figlia deve passare ai miei esami! (parlando verso la porta che dà nelle camere) Vero Rita? Lo so che sei lì dietro la porta che ci ascolti! Vieni qui dalla tua mammina, vieni a salutar Rosa e a ringraziarla per le buone nuove che ci porta (ironica) che ci rallegrano la giornata.

Scena Terza

RITA e le dette

Rita   - (entra) Buondì madama Rosa, grazie per le belle notizie. (caustica) Se non ci fosse lei chissà quante cose non verremo mai a sapere!

Rosa   - (lo prende come un complimento) Eh....se tu sapessi, quanti nostri paesani ho aiutato io...

Rita   - (piano) ...a rovinarsi la vita. (a Rosa, dolce) È vero, l'hanno soprannominata  "Rosa buoncuore".

Felicita - (al pubblico) Ma si dice anche: "da Rosa sta lontano, se ti vuol dare una mano”!

Rosa   - Brava Rita. Tu si che sei una brava ragazza che rispetti i più vecchi. Lasciati proteggere da noi, da me e dalla tua mammina  e non sbaglierai mai. Quel tuo Gianni, di cui ci hai parlato, non mi pare un buon partito per te.

Felicita - Già, é arrivato con un camioncino, senza valigia, in calzoncini corti e maglietta e in più senza calzini. E tu dici che ha un buon lavoro e che guadagna bene!

Rita   - Ma mamma, non è un camioncino. È un "fuoristrada" giapponese e adesso si viaggia con i borsoni sportivi, non più con le valige. E poi oggi si veste "casual".

Rosa   - Sarà anche così, ma allora anche Tino il pastore che é sempre su in montagna con le capre e che non possiede nulla, per te, sarebbe un buon partito.

Rita   - Come sarebbe a dire.

Rosa   - E già.... anche lui gira con il sacco in spalla, veste con quello che trova, ha la barba folta, i capelli lunghi e ha un "fuoristrada".

Rita   - Tino il pastore non ha nessun "fuoristrada"!

Rosa   - Come no!.... (verso il pubblico e con voce ben chiara) IL MULO!!!

Felicita - Ma va là....hai sempre voglia di scherzare tu e io, al contrario, ho un diavolo per capello oggi a  causa di quella là.........(indica con la testa verso l'orto)

Rita   - Scusatemi, vado di là che devo studiare.

Felicita - (da distratta) Va, va pure. (a Rosa) Ti dicevo di quella là che stamattina me n'ha combinata una nuova!

Rita   - (uscendo) Devo fare il caffè per madama Rosa?

Felicita - (sempre da distratta) Glielo farò poi io dopo.

Rita     - (via)

Felicita - (a Rosa in confidenza) Non è capace di fare il caffè. Fa solo acqua sporca. . Adesso ti racconto e poi  te lo faccio io un buon caffè.

Rosa   - (piano) Ma.....sperriamo!

Felicita - Dunque, stamattina sono entrata nell'orto per raccogliere qualche foglia di valeriana per fare in insalata e come arrivo vicino al solco dei rapanelli cosa vedo? ......

Rosa   - Cosa vedi?

Felicita - Tre rapanelli sbecchettati! Mi giro all'indietro e cosa vedo?...

Rosa   - Cosa vedi?

Felicita – Cinque foglie di valeriana becchettate in punta!

Rosa   - (con indifferenza) .....Sarà opera dei passerotti.......

Felicita - (secca) Passerotti un corno! Sono state le galline di quella vecchia antipatica di là! È lei che me le manda a becchettare la mia insalata per farmi dispetto. Come quando nel pomeriggio, all'ora della pennichella, le fa chiocciare “co...coco.. co..” così forte come se fosse un consesso di scimmie. E questo solo per disturbarmi!

Rosa   - Ma dai Felicita!.... anche a me é antipatica Prospera con quel suo fare riservato che non racconta mai nulla, ma tutte le galline del mondo chiocciano e becchettano di qua e di la quello che trovano!

Felicita - Le mie no. Le mie sono galline ben educate: becchettano solo a casa propria e nell'ora della pennichella fanno silenzio!

Rosa   - Diavolo! Sono galline di una razza speciale o le hai mandate in collegio da piccole? E poi, come fanno a fare tanto baccano le galline di Prospera se sono solo tre?

Felicita - Come fanno, come fanno? Sei precisa  a mio marito. Come posso sapere come fanno! Fanno e basta!  Guarda, a quella strega gliele faccio buone solo per un po' per vedere se riesco a cavargli qualche informazione sulla sua vita, ma poi basta! Me le pagherà tutte e con gli interessi!

Rosa   - Mi raccomando di informare anche me che poi ti aiuto ad arrostirla come si deve. (insinuante) E per questo giovanotto che é arrivato cosa conti di fare?

Felicita - (senza risponderle) Ma guarda, chiacchiera, chiacchiera e guarda che ora s'é fatta e io ho ancora da ramazzare le camere e mettere al fuoco il desinare! Mi dispiace proprio Rosa che ho fatto fare tardi anche a te che avevi premura......(spinge con delicatezza ma decisamente Rosa verso la porta)....

Rosa   - (cerca di resistere alle spinte) Ma io, veramente, non ho fretta........

Felicita - (Sempre spingendola) Oh! Lo so che sei gentile e lo dici solo per buona educazione ....e io, che vergogna, non ti ho neppure offerto il caffè.........

Rosa   - Offerto me l'hai offerto, è solo che non me l'hai dato. Fortuna che l'ho già preso da Biagina.

Felicita - ......Abbi pazienza,sarà per un'altra volta. Ricordati che sei creditrice d'un caffè.

Rosa   - (piano uscendo) Eh.... ne aspetto io di caffè da questa. È verde come una gaggia! (via).

Scena quarta

FELICITA e RITA

Felicita - Che linguaccia! Cosa interessa a lei ciò che penso di fare con quel giovanotto e la mia Rita! Figurarsi se vado a raccontarlo proprio a lei che dopo tre minuti lo sa tutta la provincia! Poi viene sempre quì con delle scuse per scroccare un caffè. Ma da me ne beve pochi!  (forte verso la porta che dà nelle camere) Rita, vado a fare spesa. Dai un'occhiata tu al pollo sul fuoco che non si bruci. Mi raccomando e non attaccarti subito al telefono come tuo solito!

Rita     - Si mamma, ma io ho anche da studiare!

Felicita – Strano che m'abbia sentito al primo colpo. Ha sempre le cuffie della musica  sulle orecchie. (forte) Come studiare? Se hai appena finito le scuole, cosa  studi?

Rita   - (si fà sulla porta e trova una scusa) Devo studiare.......  ho .....ho ......da tenermi in esercizio se no dimentico tutto!

Felicita – Ma se hai sempre le cuffie della musica sulle orecchie!  Ad ogni modo guarda il pollo che non si bruci. Ciao!  E intanto cerco di vedere anch'io che tipo é sto Gianni, che di quello che dicono gli altri mi fido poco, per non dire nulla. Meglio sempre controllare di persona. (via)

Scena quinta

RITA

Rita   - Guarda il pollo, guarda il pollo!! Fà presto mia mamma a dìre, ma io ho da concentrarmi a studiare come fare a chiedergli il permesso per andare in discoteca fino a tardi stanotte con Gianni e gli altri. Certo che sarà difficile avere il consenso perché i miei genitori mi permettono di star fuori la sera solo fino alle undici e in discoteca si inizia alle undici! (suona il telefono)....... Pronto?...... Oh Gianni. Ciao.....Sì, lo so......Ce l'ha detto una delle solite pettegole che vi ha visto arrivare.......Sì, sì, proprio quella che hai visto sul balcone della canonica........No, adesso non posso uscire, sono sola in casa.........Sei matto? Se torna mia madre e ti trova qui, fa una tragedia. E' ancora all'antica!......Certo che voglio venire in discoteca.......Eh, magari, ma i miei mi lasciano uscire solo fino alle undici di sera........Ecco, bravo, se vieni tu a chiederlo non esco più, nemmeno alle undici del mattino......Adesso cercherò di trovare una soluzione......Senti, è inutile che ne parliamo adesso per telefono. Farò una telefonata ad una mia amica per vedere se mi dà una mano a convincere i miei. Adesso ti lascio perché sento arrivare qualcuno, dev'essere mio padre. A dopo. Ciao......... ciao!

Scena sesta

RITA e LEONE

Leone  - (entrando) Chi era?

Rita   - Dove?

Leone  - Al telefono.

Rita   - Eh?

Leone  - Ma sei ancora addormentata? Chi c'era al telefono?

Rita   - Ero io, no!

Leone  - Ma che oca di figlia! Lo so che eri tu di qui!. Ma di là?

Rita  - Ah! dall'altra parte! Potevi spiegarti meglio.

Leone  - Bene! Ora mi sono spiegato. E allora?

Rita   - Allora cosa?

Leone  - Senti figliola, non farmi arrabbiare! Chi c'era con te al telefono?

Rita   - Non so!. Uno che ha sbagliato numero.

Leone  - Ma se gli hai detto ciao.

Rita   - È perché mi hai dato una buona educazione e io saluto sempre, anche quelli che      non conosco

Leone  - Sarà così, ma io t'ho insegnato a dire buongiorno e non ciao!

Rita   - Adesso si usa dire ciao a tutti.

Leone  - Tua mamma é di là?

Rita   - No, é uscita. È andata a fare la spesa. Hai bisogno di qualcosa?

Leone  - No no, Rita, chiedevo solo cosi. Va pure di là se hai, da studiare.

Rita   - Papy?......

Leone  - Ahi!.

Rita   - Ti sei fatto male?

Leone  - Macché male, è che quando mi chiami papy vuoi qualcosa di speciale...... (leva il portafoglio dalla tasca e aspetta tenendolo in mano)........... Sentiamo.

Rita   - Io dopocena avrei desiderio di uscire a far due passi con la mia amica Gina...

Leone  - Se é solo questo, va bene....... l'importante è che rientri a casa per le undici.....( rimette il portafoglio in tasca)

Rita   - Ma papy, Gina può star fuori quanto vuole e io......

Leone  - ...e tu sei fortunata perché così Gina ti può accompagnare a casa e tornar  poi con comodo a casa sua...

Rita   - Ma noi vorremmo andare a ballare in discoteca...........

Leone - Allora vuoi andare a fare due salti non due passi!  E va bene, vai a fare questi due balli con la tua amica...... ma alle undici a casa!

Rita     - E va bene! Non mi muovo, sto a casa. In discoteca si va alle undici. Prima é chiuso!  E così faccio una bella figura con gli amici! Con quei due che sono arrivati oggi da Torino!

Leone     - Ma non dovevi uscire con Gina?

Rita   - Si, ma Gina é in compagnia di Gianni e di  Poldo e andremmo con la loro macchina. Così facciamo presto a tornare. Lo sai che ci sono quasi trentacinque chilometri. Al massimo alle tre siamo a casa!

 

Leone - (drastico) Ma sei impazzita!? In macchina, in giro di notte per le strade del Piemonte con due giovani mai visti e mai conosciuti? Non sai cosa dice il proverbio? "Porta mal custodita, è presto spalancata" Non se ne fa niente!!. E poi se lo sa tua mamma ce n'é per tutti due! (Rita fa il muso. Leone più compiacente) Senti, è inutile che tu faccia il muso adesso. Io non posso darti il consenso. Chiedilo a tua madre. Se lei vuole ne parleremo (annusa l'aria) Ma cos'è questa puzza di bruciato?

Rita  - (di scatto) Oh me poveretta il pollo! (scappa in cucina).

Scena settima

LEONE

Leone - Povera ragazza! Se era già dura convincere sua madre prima, figurarsi adesso che le ha bruciato il pollo! Quando torna sarà una bella festa! Non capisco piuttosto perché mia moglie non ha fatto uscire le galline stamattina. Erano ancora chiuse nel pollaio, povere bestie! Boneur che l'ho notato e le ho fatte uscire nell'aia perché vadano a cercarsi da mangiare. Si vede che la storia della valeriana e dei rapanelli ha fatto perdere  la ragione alla mia madama. All'opera!, vediamo se riesco a stare un po' tranquillo a scrivere le mie memorie. (apre il cassetto, prende il manoscritto) Dunque, dove sono arrivato? Ah si (legge) "Quando avevo quattro anni, i miei m'hanno mandato all'asilo del mio paese, Brandizzo. Le suore erano tanto brave, ma rigorose e mi ricordo specialmente la madre superiora, Suor....." E qui mi sono arenato perché non ricordo il nome di quell'antipatica suora che m'ha dato tante bacchettate sulle mani perché non volevo mangiare la minestra di fagioli.....  Sono ormai quattro mesi che sono fermo a questo punto. E pensare che mi ero ripromesso d'arrivare a raccontare gli avvenimenti ai giorni nostri nel tempo di sei mesi!! Invece per colpa di questa suora sono bloccato ed é già un anno che ho iniziato a scrivere. (pensa) Suor Rosaria?.......No neanche lei! .......Aspetta, aspetta.......forse Suor Crocifissa? ..... (sconsolato) No! Ma guarda un po' se mi viene in mente sto nome ......Basta, mettiamo via tutto. Neanche questa é la giornata giusta (ripone il memoriale). (chiama) Rita, com'é il pollo? È bruciato? (Rita non risponde) Probabilmente ha le cuffie della musica in testa e non mi sente. (a voce più alta) Rita..... Rita.....

Rita    - (da dentro) Si?

Leone  - E il pollo?

Rita   - (da dentro) È  ben cotto. Arrosto.

Leone  - Ah bene, l'abbiamo salvato (annusa) Però l'odore di bruciato si sente ancora.

                                   CAMPANELLO DELA PÒRTA   ( Leone va ad aprire).

Scena ottava

LEONE e SERAFINO

Leone   - (rientra con Serafino) Hai fatto molto bene a fermarti! entra entra.

Serafino - (contadino con un'età indefinibile, tranquillo e un po' sempliciotto, più che balbettare s'inciampa sovente nelle parole e si emoziona molto facilmente. Quand'è emozionato si abbandona a una serie di starnuti a dritta e a manca senza portare la mano sulla bocca. È segretamente innamorato di Rita. Entra con un cestino in mano. Ciò che vi è dentro però non si vede perché é coperto da uno straccio. È vestito da contadino con gilet e fazzoletaccio al collo) D...d...d...disturbo?

 

Leone   - Ma no, siediti che parliamo un po' e beviamo un bicchiere assieme.

Serafino - (parlando, s'inciampa. Non sarà più segnalato) Si, va bene che ho proprio sete, ma una sete... sai ho camminato tanto...

Leone   - (porta in tavola due biccchieri) Cosa preferisci. Vino, birra, grappa, aranciata , ma se hai tanta sete non c'e nulla di meglio che un bel bicchiere d'acqua fresca del pozzo! Vado a prendertela

Serafino - No no, non disturbarti..... la mia se......

Leone   - (non lo lascia finire di balbettare) Nessun disturbo. Torno subito. (via veloce)

Scena nona

SERAFINO

Serafino - (finisce ciò che stava dicendo).........non è così grande! (piccato) Non ho fatto in tempo a spiegarmi. Mi bastava un bicchierino di grappa. (accorato) Speriamo che Rita sia in casa. Ho gran desiderio di vederla! (comicamente tenero) La mia bella Rita che le voglio tanto bene! Un giorno o l'altro chiedo la sua mano a Leone. Io ho poco, ma basta per farsi una famiglia e vivere lavorando: una vacca, qualche coniglio, un po' di galline....... E poi tutti mi dicono che sono bravo. Qualcuno anzi dice che sono “fin troppo bravo, quasi sciocco” , ma io non mi offendo! Voglio andare d'accordo con tutti. E dunque neanche quel bel fiore di Rita, che può avere tanti pretendenti, non se lo lascera senz'altro scappare uno come me appena saprà che sono innamorato di lei! Le ho persino scritto una poesia. (recita) "Rita mio amore / sei come un fiore / è il tuo buon cuoricino / più buono d'un fungo porcino / per comperarti un bel anello / venderò il mio vitello." Appena sentirà questa poesìa mi cadrà ai piedi. Ma io non gliela dico fino a quando lei non mi dirà  ..... Si.

Scena decima

LEONE e SERAFINO

Leone   - (entra con una caraffa d'acqua nell'attimo in cui Serafino pronuncia il “Si”) Oh bravo che dici "si"! Lo sapevo che ti faceva piacere bere acqua fresca del pozzo. (versa acqua nel bicchiere di Serafino) Io invece bevo un grappino che ho lo stomaco un po' in disordine e non c'è nulla come una buona grappa per aggiustarlo! (intanto, parlando, Leone ha preso dal buffet una bottiglia e un bicchierino e s'é versato il liquore.)

Rita     - (in quel momento per un attimo s'affaccia alla porta e vedendo Serafino immediatamente si ritira)

Serafino - (la vede, si emoziona e spara uno starnuto sulla mano di Leone e sul bicchierino di grappa che Leone stava per portarsi alla bocca) Scusa, scusami tanto Leone (mentre Leone lo guarda sbalordito, Serafino si toglie dal collo il fazzolettaccio e cerca di pulire con quello tavola, bicchiere e mano di Leone. Poi con un sorriso)  Adesso puoi bere è tutto pulito!

Leone - Ma cosa ti prende! Starnutire così addosso agli altri! (prende un altro bicchierino e se lo riempie di grappa, poi sposta da parte il bicchierino colpito dallo starnuto)

Serafino – Lo sai che quando mi emozione mi viene da starnutire!

Leone - Si, lo so, ma ora non c'era nulla per cui tu potessi emozionarti! (ridendo) Non ti emozionerai mica parlando con me spero! Capisco su parlassi con una bella signorina come per esempio mia figlia Rita...

Serafino- (emozionato a sentire il nome dell'amata, spara un altro vigoroso starnuto sul bicchierino di Leone e cerca nuovamente di pulire tutto con il suo fazzelottaccio) Abbi pazienza Leone, ma io sono fatto così...

Leone - (leggermente seccato) Capisco, ma cerca di contenerti, perbacco! Tutte le volte un temporale! (allontana anche questo bicchierino, ne prende un altro e lo riempie di grappa) Dai, su beviamo prima che tu mi faccia un'altra doccia. Cin cin, a la tua.. (tracanna di colpo la grappa)

Serafino. (resta fermo con il suo bicchiere d'acqua in mano e fissa i due bicchierini di grappa che Leone ha messo da una parte.)

Leone - (se ne accorge, ma capisce una cosa per l'altra) Oh scusami, son proprio un maleducato! Non ho capito che questi due bicchierini sporchi di starnuto ti fanno schifo. Te li levo subito dalla vista. (prende i due bicchierini e li posa sul bufet) Toh, adesso bevi tranquillo la tua acqua.

Serafino- (rimane ancora fermo dubbioso)

Leone - (che crede di aver capito) Ah, giusto! Non bisogna mai bere da soli! (si versa un altro bicchierino di grappa poi lo alza e lo batte contro quello pieno d'acqua di Serafino e) Viva! Alla nostra salute!

Serafino – (continua a fissare i due biccchierini di grappa che sono sul bufé) Ma ioi veramente quei due bicchierini .............

Leone   - (non lo lascia finìre) Ooooh, ma come sei delicato Serafino! Non lo credevo proprio! Anche così distanti ti danno fastidio? Va bene li porto in cucina. (prende i due bicchierini e esce).

Serafino - Maledizione al balbettio! Non riesco mai a spiegarmi in tempo e resto a bocca asciutta. Menomale che so arrangiarmi! (lesto versa l'acqua del suo bicchiere nella caraffa e a si riempie quasi il bicchiere con la grappa. Poi sente Leone che torna, allora anziché bere subito posa il bicchiere sulla tavola).

Leone - Oh là! Adesso puoi bere tranquillo. C'è altro che ti disturba? (riguardoso) Ma aspetta, questa é calda (prende il bicchiere con l'acqua di Serafino e lo versa  nel vaso dei fiori. Poi lo riempie di nuovo con l'acqua) Toh Serafino, bevi e che sia tutta alla tua salute! (Serafino beve con rassegnazione un sorsetto d'acqua)

Leone - (tra se) Strano però. La caraffa mi pareva nuovamente piena (forte a Serafino)  Va meglio ora?

Serafino - (ironicamente) Certo, son proprio soddisfatto!

Leone   - Te l'avevo detto che un bel bicchiere di acqua del pozzo e ciò che serve per rinfrescarsi dopo una camminata!

Serafino - (speranzoso) Eh si, sono ben rinfrescato, quasi ghiacciato. Adesso ci vorrebbe qualcosa per scaldarsi.

Leone   - (che nuovamente capisce una cosa per l'altra) Sarà perché sei sudato dopo la lunga camminata.  Non hai nulla da metterti sulle spalle? Aspetta che vado a prenderti una giacca (via)

Serafino - (rassegnato leva gli occhi al cielo) No no, non fa nulla. (uscito Leone,  si alza, vuota nuovamente il suo bicchiere nella caraffa e si versa altra grappa)

Leone    - (rientra con una giacca) Tieni, mettitela sulle spalle.

Serafino - (cerca di infilarsi le maniche della giacca senza però posare il bicchiere che ha in mano)

Leone - Dammi sto bicchiere che te lo tengo io.

Serafino – (si tiene ben stretto il bicchiere) No no, faccio da solo.

(Scena a soggetto. Serafino che s'avvolge nella giacca senza mollare il bicchiere e Leone che lo aiuta a infilare le maniche)

Leone   - (Alla fine dell'operazione) Va meglio adesso?

Serafino - (dopo aver bevuto un bel sorso di grappa) Oh si che va meglio! (un altro bel sorso) Incomincio a scaldarmi!

Leone   - E Dove sei andato di bello?

Serafino - Son andato nel bosco, a funghi! (apre il cestino che aveva posato quando era entrato) Guarda che belli?!

Leone   - Cribio! (chiama) Rita, Rita, vieni a vedere che bei porcini ha raccolto Serafino!

Scena undicesima

RITA e i già detti

Rita    - (entra con in testa le cuffie della musica e fa un gesto come per dìre che le secca questa visita) Buondì Serafino (falsamente) Non sapevo che lei era qui.

Serafino - (le và vicino per stringerle la mano, emozionato) Buondì alla più bella del paese (poi spara  due starnuti di seguito, uno a dritta e l'altro a manca, sui funghi e sulle mani di Rita. Con il solito fazzolettaccio prova ad asciugare mani e funghi)

Rita    - Ma che diavolo! Cosa fate! Siete diventato matto? (arretra schifata).

Leone   - (piano a Rita) Quando é emozionato gli vien da starnutire. Cerca di capirlo poveretto.

Rita    - Mi ha riempito di moccio!

Serafino - (dopo che s'é soffiato il naso nel fazzolettaccio) Signorina Rita, scusatemi! Son mortificato, ma quando vi sono vicino m'emoziono. Mi faccia il piacere, accetti questi due funghi e perdonatemi. (le porge due bei porcini)

Rita    - (li prende con la punta delle dita e li tiene distante guardandoli con ribrezzo) Grazie! Li farò andare subito...... (piano) ........nella spazzatura.

Leone   - (a Rita) Ma dai, non fare la stupidella! Non ti mordono! Ti fanno ribrezzo perché gli ha starnutito  sopra?  Li lavi ben bene e sei a posto. (a Serafino) Come si vede che non ha fatto il militare!

Serafino - (A Leone) No no, mai lavare i funghi: perdono il loro gusto! (a Rita) Basta levare leggermente la pelle con il coltello dove sembrano sporchi. Ma poi non ce neanche bisogno di far questo perché quando cuociono si puliscono da soli!

Leone   - Fa come ti dice, Rita, che Serafino se n'intende di funghi. (getta un'occhiata nel cestino) Se no guarda... (a Serafino) Serafino, fa il piacere, dagliene altri due al posto di questi che Rita è capace di  buttarli via davvero e sarebbe un peccato. (a Rita) Se te li cambia ti va bene?

Rita     - (annuisce)

Serafino -Certo! Per Rita questo e altro.(prende due funghi ancora pìù belli dal fondo del cestino) Tenga bella signorina (sta per starnutire. Rita se ne accorge ed é veloce a nascondere dietro di se mano e funghi. Serafino poi si riprende gli altri due funghi)

Leone   - (Amichevolmente) Ah farabutto! I più belli li avevi nascosti sotto èh! Questi si che sono  belli....... e puliti

Serafino - (al pubblico) Non diteglielo ma li ho trovati che erano quasi coperti da una di quelle cose che seminano le mucche al pascolo! (a Leone) Se vi piacciono di più!

Leone   - Ora che ti sei riposato e ti sei tolto la sete devi accettare un bicchierino di grappa. Rita prendi un bicchierino pulito. (versa la grappa ma prima controlla il livello della bottiglia) Strano, mi sembrava più piena. (porge il bicchierino a Serafino) Alla salute dei funghi porcini!

Serafino - Viva (e beve)

Rita    - (indicando i funghi) Erano per qualche vostra fidanzata, che li  tenevate nascosti?

Serafino - (guardando Rita con occhi dolci) Può essere......

Rita    - Oh che bello!... E chi é?....

Serafino - È una donna......(e giù uno starnuto)

Leone   - (l'interrompe) Menomale che non è un uomo!

Serafino - ....non molto distante da qui. (altro starnuto)

Leone   - Da sposare qui vicino, c'é la mia Rita, Prospera la vedova e sua figlia.   Chi è di  loro?

Serafino – Non posso dirlo perché non lo sa ancora d'essere la mia morosa! Non mi sono ancora dichiarato.

Leone   - (piano a Rita) Sta a vedere che questo si è innamorato di Prospera. (ride)

Rita    - (s'avvicina con civetteria a Serafino per prenderlo in giro) Sono forse io?.......

Serafino - (Per tutta risposta le spara addosso un paio di starnuti)

Rita     - Eeeh-lah! che maniere! Non vi si può proprio stare vicino tanto siete grossolano e maleducato!  (e scappa via).

Leone   - (tenta di fermarla) Rita...... vieni qui dài....  È solo un po' di moccio.......

Scena dodicesima

LEONE e SERAFINO

Leone   - (a Serafino) M non sei capace di tenerti?!

Serafino - È l'emozione. Son mortificato!

Leone   - Su, bevi un altro grappino per tirarti su il morale!

Serafin - Uno e poi vado via che devo andare all'osteria.......

Leone   - (non lo  lascia proseguire) perché, non hai ancora bevuto abbastanza?

Serafino - (continua il suo discorso) .....a vendergli i funghi.......... (preoccupato) Leone...... tu dici che Rita (giù uno starnuto) mi perdona che le ho starnutito addosso? perché, sai, mi dispiacerebbe che la tua Rita  (altro starnuto) fosse arrabbiata con me e non mi rivolgesse più la parola.

Leone   - Ma no, le passerà. Sta tranquillo, se ne dimenticherà subito!

Serafino - Se mai metti tu una buona parola. Vero che glielo dici che mi dispiace tanto e che mi scuso.

Leone   - Ma si ma si, va bene! Strano che ci tieni tanto a scusarti! Neanche tu fossi innamorato di lei.....

Serafino – (balbettando più del solito e confidenzialmente) Leone...... io veramente  sono......

Leone   - (non lo lascia finire) Lo so che non è vero.... dicevo così per dire..... (annusa)

Serafino - (al pubblico con gesto sconsolato) Non mi lascia mai finire il discorso. E pensare che dopo questi grappini avevo trovato il coraggio di dichiararmi!

Leone   - Cos'è  che brontoli adesso? Senti anche tu puzza di bruciato?

Serafino - (piccato) Non mi lasci mai finire il discorso. Voglio dirti che sono innamorato...

Leone   - (lo interrompe nuovamente) Ma si, lo so! Me l'hai già detto prima e poi tu per fare un discorso ci metti un sacco di tempo e io che ti capisco al volo ti rispondo prima che tu finisca. (annusa nuovamente l'aria) ma senti che odore di bruciato..... adesso che arriva mia moglie!.....

                        (si sentono dei passi nell'entrata poi entra Felicita)

Scena tredicesima

Felicita e i detti

Felicita - (entra con la borsa della spesa e un mazzo di fiori) (A Leone) Beh, cos'hai  con tua moglie?

Serafino - (piano) Che orecchie lunghe!

Leone   - Niente niente! Dicevo a Serafino che adesso che arriva mia moglie le........le faccio vedere questi due bei funghi che lui ci ha regalato. Ecco!

Felicita - (senza guardarlo) Buondì Serafino. (prende in mano la bottiglia della grappa  e con un gesto misura il livello, poi tra sè) Tra funghi e grappa non so chi ha regalato di più!! (annusa anch'essa l'aria intorno a Serafino, poi forte) È molto tempo che è quì?

Serafino – E sì.... da un po'.... stavo proprio dicendo a Leone che è ora che me ne vada.

Felicita - Bravo bravo, vada pure che quando uno decide di andarsene e meglio che se ne vada anche se a noi (marcando bene la voce per mettere in evidenza la riserva) si fa per dire, ci farebbe piacere che lei rimanesse!

Serafino – Mi fermerei volentieri, ma devo proprio andare. Buongiorno signora Felicita.

Leone   - Aspetta che t'accompagno alla porta. Ah! senti, quando hai un minuto vieni che così mi aiuti  a sbarazzare un sacco di giornali vecchi che una volta raccoglievo. Mia moglie è un po' di tempo che mi rrrrom....richiama e non vuol più vederli in quel vecchio armadio! Li ho tenuti sopratutto per i resoconti delle partite di calcio. Domani inizio a sfogliarli che i più interessanti  li voglio ancora tenere, gli altri te li do per accendere il fuoco.  (via assieme)

Scena quattordicesima

Felicita e RITA (da dentro)

Felicita - Era ora che li buttassi via (quando Leone e Serafino son già  uscitì) Ah! grazie dei funghi nèh! (annusa di nuovo l'ària) Ma quanto puzza sto Serafino!.....(di colpo ha un dubbio)..... non sarà per caso il pollo? (chiama) Rita....... Rita......

Rita    - (dall'interno) Ooooh.....

 

Felicita – L'hai controllato il pollo?

Rita    - Si,.... è ben arrostito!

Felicita - Strano, dall'odore mi sembra ben bruciato. 

Scena quindicesima

LEONE e Felicita

Leone  - (rientra) Povero cristo quel Serafino, é molto dispiaciuto perché gli é scappato qualche starnuto addosso a Rita e lei é fuggita di là arrabbiata. Ma quel poveruomo quando si emoziona starnutisce a destra e a manca.

Felicita - È solo un sudicione. Non capisco cosa ci trovi a tirartelo sempre in casa.

Leone  - È un buon ometto senza nessuno che lo consideri! Bisogna dargli un aiuto, una mano e un po' di calore umano! Costa poco e fà bene a chi lo riceve e anche a chi lo dà!

Felicita - Ma diavolo! È talmente rozzo e puzza di capra con quel fazzolettaccio vecchio come l'asino del presepio che usa per foulard. Mi sa che era già del suo bisnonno e d'allora, credo, non sia mai stato lavato!

Leone  - Però è tanto di buon cuore! E poi, per dire un paio di parole buone a una persona  non c'è bisogno di annusarla......... San Martino quando ha dato il suo mantello al povero non l'ha annusato prima....Gliel'ha dato e basta!!!

Felicita - Bella forza! San Martino era a cavallo e la puzza del povero si confondeva con quella della bestia!

Leone  - Sempre logica tu, eh. Ma va là che un po' di odore di capra non ha mai ammazzato nessuno.

Felicita - Sia  come sia io quello-lì é meglio che mi stia distante venticinque metri. (esamina con sospetto i due funghi che sono sulla tavola) Saranno poi puliti sti funghi?

Leone  - (piccato) Sono due normali funghi, raccolti nel bosco e al massimo ci ha passeggiato sopra una lumaca! Cosa pretendi, che te li portino sterilizzati? Cribbio quanto sei delicata! (piano) Meglio non sappia che Serafino vi ha starnutito  sopra. (poi cambia discorso) Di,ma lo sai che é innamorato di Prospera?

Felicita – Ma chi?

Leone  - Serafino, l'ha fatto capire prima a me e a Rita.

Felicita - (ridendo) Ma che bella novità! Questa si che é fantastica! Cribbio come mi piacerebbe vedere quella signora con la puzza sotto il naso, mescolarsi con un contadinaccio con le pezze al culo e che puzza di letame!!  Sarebbe troppo bello. Ma figurati se quella là a lo vuole......Benchè potrebbe anche essere nèh, che due o tre volte alla settimana, la sera, lo vedo entrare e poi uscire dalla casa di Prospera.....Però...ne parlerò con Rosa e faremo le indagini ma adesso.........(chiama) Rita.....

Rita   - (da dentro) Oooooh!.....

Felicita - Vieni qui.

Rita   - (sempre da dentro) Ma cosa c'è adesso.... devo studiare....

Felicita - Vieni quì che debbo parlarti!

Scena sedicesima

RITA e i già detti

Rita   - (entrando) Si mamma, dimmi.

Felicita - Senti, son stata in paese a fare la spesa e in piazza ho visto quei due giovani arrivati stamattina da Torino. Credo che Rosa non abbia poi tutti i torti a dire che sembrano degli zingari con i capelli e la barba lunga ......

Rita   - ...ma mamma, é la moda, te l'ho già detto!

Felicita - Sarà anche, ma sono proprio mal messi anche se hanno una vettura che la gente dice essere di valore...

Rita   - ....... È un "fuoristrada" giapponese, te l'ho detto!

Leone  - Orpo, deve guadagnare bene per comprarsi una macchina così! Cosa fa?

Rita   - Gianni é un tecnico specializzato nei motori d'aereo: gira tutto il mondo per il suo lavoro. Poldo invece studia ancora.

Felicita - Allora la vettura é di Gianni.....

Leone  - Che domande! Uno studente non guadagna tanto da comprarsi una macchina così.

Felicita - Poi ho incontrato la tua amica Gina che m'ha chiesto se stasera....... (annusa l'aria) ma che puzza di bruciato ! Sei sicura d'esser stata attenta al pollo?

Rita   - (velocemente) Si si, é ben cotto!! (interessata) Cosa t'ha  chiesto Gina?

Felicita - Oh niente! Mi ha solo detto se ti lasciavo uscire con lei e sti due giovani per andare a fare quattro salti in discoteca.

Rita      - Oh si mammina, si! Volevo proprio chiedertelo io appena arrivavi a casa.

Felicita - Ma se sicura che sono due giovani da fidarsi, perché sai..... al giorno d'oggi......

Leone  - ......é come al giorno di ieri, nè più nè meno: i ragazzi e le ragazze si sono sempre attirati a vicenda come la calamita con il ferro. E i lazzaroni e le santerelline false c'erano anche ai nostri tempi, Felicita!

Rita    - Mammina, io e Gina li conosciamo da molto... da quando andiamo a Torino a studiare.....

Felicita - (a Leone) Tu cosa ne dici?

Leone  - Per stavolta.........

Felicita - E va bene, va, per stavolta! Ma tornate a casa presto! Non più tardi che all'una e mezza come m'ha promesso Gina. E adesso, via, va di là e prepara l'insalata e metti su l'acqua per la pasta che è quasi ora di mangiare.  (Rita via) (a Leone) E tu prepara la tavola!   

Scena diciasettesima

LEONE e Felicita

Leone   - (preparando la tavola) Come mai le hai dato il permesso di star fuori di notte?

Felicita – (aggiusta i fiori nel vaso) Rosa ha già preso le sue informazioni e ha saputo che quel Gianni lì è uno che lavora in proprio e ha anche dei dipendenti. Sta tranquillo che è un buon partito per nostra figlia.

Leone  - E chi l'ha informata Rosa?

Felicita - La serva del farmacista. Dice che ne parlavano in casa i suoi padroni ieri sera quando le hanno detto di preparare i letti per il nipote del farmacista e il suo amico Già, devo dire a Rita di invitare questo Gianni a prendere il caffè da noi, così lo conosceremo meglio.

Leone  - (ironico) E tu ti fidi delle informazioni di una servetta e di quella linguaccia da portinaia di Rosa?

Felicita - Le servette e le portinaie, mio caro, sono il miglior sistema di informazione del mondo. Se la polizia fosse nelle nostre mani i delinquenti sarebbero tutti in galera. (piano) Questa devo scriverla al presidente della repubblica! Non si sa mai!

Leone  - Vero, mi dimenticavo che hai fatto la portinaia per trentacinque anni come lavoro e adesso da pensionata lo fai per "hobby". (suonano alla porta  e Leone va ad aprire)

Felicita - (seccata) E chi sarà a quest'ora?

Scena diciottesima

NINA e i già detti

Leone  - (rientra con Nina) C'é Nina, la figlia di Prospera

Nina   - Chiedo scusa se vengo a disturbare a quest'ora.

Felicita - Vieni vieni Nina, nessun disturbo! Cosa c'e di nuovo? (con falssa cortesia e con la speranza che sia proprio così) Tua mamma non sta bene? Ti serve aiuto?

Nina   - (fà le corna) Ringraziando il Signore stiamo tutte due bene in salute e non serve aiuto (marcando la voce) noi!

Felicita - (dolce e falsa) Ah! meno male! Mi fà veramente piacere sentire che state bene! Si, sono proprio  contenta! E cosa ti porta qui allora?

Nina   - Mia mamma e io stiamo bene, come ho già detto, ma........ le galline........

Felicita – (Le luccicano gli occhi)  ........... le galline?!?..........

Nina   - Mia mamma andando nell'orto ha visto due galline che stavano morendo e m'ha mandato ad avvertirvi di stare attenti che non sia la malattia dei polli che gira......

Felicita – (falsamente addolorata) Oooh come mi dispiace! Di a tua madre che la ringrazio tanto per l'avvertimento, ma (calcando la voce) le mie galline sono vaccinate e non possono prendere la malattia come le vostre...

Nina   - Scusatemi, ma credo vi sbagliate. Le galline che stanno morendo sono......

Felicita - (non la lascia terminare) ....ammalate. Questo me l'hai già detto. Ma mia cara ragazza devi sapere che le mie galline son allevate nell'educazione! Non son  vagabonde: mangiano solo il proprio cibo! Non vanno in giro a sbecchettare di qua e di là ravapanelli e insalatina novella e così non possono prendere la malattia che si son prese le vostre. (piano) Chi vuol capire capisca! ......

Nina   - (seccamente) Signora Felicita, non discuto l'educazione che avete dato alle vostre galline, ma credo che stavolta anche loro si siano comportate come tutte le galline ruspanti di questo mondo perché sono le vostre galline che stanno morendo. Date un'occhiata, prego! (Felicita e Leone si precipitano alla finestra)

Felicita – (si mette le mani nei capelli) Ossignore!, le mie povere galline! Ma come puòl essere se erano chiuse? Chi é quello sprovveduto che ha aperto il pollaio?!?......

Leone  - (calmo) Son stato io! Ho visto che erano ancora chiuse e pensavo ti fossi dimenticata!

Felicita - (disperata) Mamma mia aiutami! Adesso muoiono tutte .....

Leone  - (sorpreso) Ma perché. Devono morire? (pàusa, poi da inquisitore) Felicita? Cos'hai combinato nell'orto?

Felicita - ...il veleno dei topi! Ommi ommi che danno....

Leone  - (ha capito tutto) Che stupida....per tre rapanelli e cinque foglie di valeriana!

Felicita - (s'accascia sulla sedia) Diciotto galline morte.........

Scena diciannovesima

RITA e i già detti

Rita   - (entra con un pollo tutto carbonizzato).... e un pollo carbonizzato!

FINE DEL PRIMO ATTO

S E C O N D O  A T T O

            Stessa scena del primo atto. Il sipario si apre su Leone che sta sfogliando e scegliendo vecchi giornali e riviste posate sulla tavola. Dopo qualche secondo entrano Felicita e Rita che, chiacchierando, preparano l'ambiente per un'occasione speciale: tovaglietta ricamata, bel servizio da caffè su un bel cabaret, biscottini e altro.

Scena prima

FELICITA, RITA e LEONE

Felicita - (entrando a Leone) Ohhhh! alla buonora! Era tempo che ti decidessi a gettare via questa cartaccia! Ma adesso levati dai piedi che dobbiamo preparare......

Leone   - (infastidito mentre legge con attenzione un articolo) Ssst! Zitta un momento (piano, quasi da solo) Cribbio! Questo sì che é un articolo interessante!

Felicita – (dubbiosa e sarcastica) Cosa ci può essere mai d'interessante su un giornale di venticinque anni fa?!?

Leone   - Un articolo che riguarda un processo ........(si trattiene per non dire di più)

Felicita - (interessata) Che processo? Fa un po' vedere?

Leone   - (stacca e piega il foglio di giornale, se lo ficca in tasca dicendo) Ma no, non ti interessa, parla del processo.....di......di rinnovamento della Juve nel '50 quando é arrivato Boniperti!

Felicita - Su su! Vai a leggere da un'altra parte che dobbiamo preparare bene che viene a trovarci il moroso di tua figlia.

Leone  - (raccoglie con calma i fogli e si sposta sul divanetto poi continua a scegliere i giornali da buttare via)

Rita    - Mamma, non è il mio moroso me, te l'ho già detto e ripetuto! È solo un amico!

Felicita - Va bene va bene, ma era proprio il caso che tu invitassi anche questo Poldo a prendere il caffè? Io t'avevo detto di invitare Gianni.

Rita    - Ma mamma, son tutti due miei amici. Come potevo invitare uno e l'altro no! Che figura facevo! Anzi mi sarebbe piaciuto invitare anche Gina che è nostra amica.

Felicita – Brava! E magari anche il parroco perché ti ha battezzato, il dottore che t'ha curato quando avevi il morbillo, il sindaco che ti ha dato la carta d'identità. E mentre c'eri anche i professori perché vi vedete tutti i giorni!!!

Rita    - Non esagerare sempre come il tuo solito! Lo dicevo solo perché mi piace la compagnia.

Felicita - La compagnia é bella se non costa o rende qualcosa, se No é meglio stare da soli! Vedi, se Gianni veniva solo, potevamo parlare più apertamente e riuscire così a sapere di più sul suo conto. Lo vuoi o no come fidanzato?

Rita    - Fidanzato! Io ho soltanto una simpatia per lui e lui per me. Sei tu che parli di fidanzamento! A me piace conoscerlo piano piano... un po' per volta... uscendo assieme e poi se son rose...

Felicita - .......dopo nove mesi mettono le spine!

Leone   - (scatta in piedi gridando) Spine! (euforico canta e fà qualche passo di ballo) Spine......Spine.....L'ho trovato, l'ho trovato (e abbraccia moglie e figlia) Spine!!!

Felicita - (lo guarda stupita ballare  e cantare) Ecco! Lo sapevo! Te l'ho sempre detto: "Non mischiarti con Serafino che diventi rimbambino come lui!" Ma tu niente, testaccia dura! E adesso mi trovo con un uomo deficiente e una figlia oca che si fida delle rose!

Rita    - Cos'hai trovato papà?

Leone    -  Il nome, il nome, quel nome! Suor Sacre Spine,.... capisci, suor Sacre Spine. Finalmente posso andare avanti!

Rita    - Da dove?

Leone   - Da Brandizzo dove mi ero bloccato!

Felicita - Mamma mia aiutami! Rita chiama il dottore! È impazzito davvero stavolta!

Leone    - Sei mesi, capisci, sei mesi sono stato bloccato per colpa di, questa suora.  Suor Sacre Spine! Ma guarda tu se ci può essere un nome più strano!! Però adesso che me lo sono ricordato non mi ferma più niente!

Rita    - (accorata) Papà, per piacere, spiegati!

Leone    - (più calmo e dopo che s'é seduto) Si, figliola. È il nome della madre superiora dell'asilo di Brandizzo. Lo volevo citare nelle mie memorie che sto scrivendo, ma non riuscivo più a ricordarlo e così mi ero bloccato!

Felicita - Ecco, adesso m'hai confermato che sei fuori di testa! Vieni Rita, vieni. Non dargli retta. Vieni che finiamo di preparare . Lascia star tuo padre al suo romanzo che tanto spreca solo tempo, inchiostro e carta!

Rita    - Ma se papà ha piacere di scrivere.......

Leone   - Queste son cose di letteratura che tu Felicita, te l'ho già detto non riesci a  comprendere. Tu, con la lingua, sei una professoressa a fare un romanzo di ogni malignità per piccola che sia,ma se dovessi prendere la penna in mano e scrivere anche solo la nota della spesa chiami me!

Felicita – È solo perché quando devo scrivere non trova mai una penna che funzioni!

Leone   - E perché a me invece scrivono tutte immediatamente?

Felicita - Sarà perché conoscono il padrone....... come i cani! 

Rita     - A papà piace scrivere e loro a  conoscono la mano e la carezza del padrone. Tu, invece,le guardi solo da distante e al massimo, se ne trovi qualcuna fuori posto, la l'afferri malamente per gettarla nel cassetto allo scuro! È dunque giusto che quando ne prendi una per scrivere, quella sia diffidente e ritira dentro la ponta per la paura, come le lumache.......

Leone    - ......e prima d'uscire nuovamente deve annusarti ben bene la mano!.. Uno a zero per noi. Brava Rita! L'ho sempre detto che sei intelligente come tuo papà.......

Felicita - .......che ha sempre la testa nelle nuvole o sui libri.

Leone    - Io desidero solo farmi un po' di coltura dato che da giovane non ho potuto studiare. M'interesso d'astronomia, dell'economia di mercato....... della borsa......

Felicita - ........Anche io vado al mercato  con la borsa, tutti i giovedì in piazza e anche se ho fatto solo la quinta elementare e parlare in italiano mi viene il singhiozzo, non mi faccio abbindolare da quei spara-frottole di ambulanti che pare regalino l'oro!

Rita    - Mamma, l'economia  di mercato e la borsa  si occupano della produzione nazionale, del cambio della lira, dei movimenti dei capitali, degli scambi con l'estero, dell'andamento dei "BOT", del "Pil", della consistenza dei "Pool" industriali...

Felicita - ...ah! mille volte meglio quelli ruspanti! Son più consistenti come carne.

Rita    - Cosa?

Felicita - Si, tu parlavi della consistenza dei polli allevati industrialmente e io invece  preferisco quelli ruspanti! 

Rita    - Mamma, io parlavo dei "Pool", che son grosse concentrazioni d'industrie, non dei pollastri!!

Leone   - (a Rita) Vedi, le parli di alta finanza e lei anziché farti domande per capirne di più e sforzarsi di farsi un po' di cultura, scivola giù d'ala sulle piccolezze di tutti i giorni: pollastri, patate, gorgonzola! Ah, che miseria culturale!

Felicita - In miseria andremmo noi se anch'io stessi tutto il giorno a studiare alta finanza. Al mercato del giovedì non si contrattano nè bot nè bit. E di bot si comprano i bot...toni. Datemi retta: noi povera gente dobbiamo interessarci del nostro pane quotidiano e non della grossa torta che mangiano solo i signori dell'alta finanza!!

Rita    - Anche questa è una considerazione giusta. Mamma vuol dirci che va bene ogni tanto vagare con la testa tra le nuvole, ma sopratutto dobbiamo restare con i piedi ben piantati per terra testa,  Fantasia sì, ma anche praticità. Fantasia per prendere con gioia quel che ci da la vita e praticità per non farsi pestare troppo i piedi dagli egoisti. Penso che mamma abbia pareggiato, sai papà? Uno a uno! 

Leone    - Allora io e tua mamma siamo complementari: una coppia perfetta: io ho la fantasia e lei la praticità. Capito perché dopo trentacinque anni di matrimonio siamo ancora insieme?

Felicita - (commossa) Sù sù, basta basta così che si fa tardi! Allora attenzione: quì a capotavola si siede papà e da l'altra mi siedo io. Da questa parte facciamo sedere Poldo verso papà e Gianni verso me e tu Rita in mezzo ai tuoi amici. Così potrò studiarmi bene sto giovane che vuoi per moroso.

Rita    - Mi raccomando nèh mamma, frena un po' la tua curiosità e no  farmi fare brutte figure.

Leone    - Stai tranquilla, Rita, che tua mamma da buona portinaia sa come tirare fuori le informazioni dal prossimo. Quando eravamo fidanzati m'hanno preso così bene in cura lei e tua nonna buonanima che son riuscite a farmi ricordare che gusto avesse il latte di mia mamma, buonanima anche lei!

Felicita - Ringrazia figlia mia che hai una madre portinaia che ti fa da scudo! Sù sù!, andiamo a togliere la torta dal forno! (via Felicita e Rita).

Scena  seconda

LEONE

Leone   - (quando le due donne sono uscite, estrae dalla tasca il foglio di giornale e lo legge) Andate, andate di là che voglio leggere con attenzione quest'articolo  che ho trovato su uno dei giornali che mia moglie vuol che butti via!  Butta via, butta via, mi dice! E invece no!! Bisogna conservare più che si può! Ma questa notizia non deve arrivare nelle mani di Felicita se no la vengono a conoscere anche in Giappone e povera Prospera! (legge) "Settembre 1950. Condannato a trent'anni l'uomo che uccise in una lite l'ex socio che l'aveva ridotto sul lastrico. Giuseppe Brunero 32 anni, l'elettricista di Alzo sul lago d'Orta, che fu truffato dal suo socio in affari Andrea Pitali (36 anni), e, durante la discussione che ne seguì, l'uccise colpendolo con un pugno, è stato condannato oggi, in via definitiva, a trent'anni di reclusione. Come si ricorderà, nel febbraio di sei anni fà, Il paesino di Alzo sul lago d'Orta fu teatro di un grave fatto di sangue. Il Brunero ebbe una lite con il Pitali che, per coltivare il vizio del gioco, usava  gl'incassi delle fatture per giocare d'azzardo. Quando lo scoperse ormai era sul lastrico! Preoccupato sopratutto per il futuro di stenti cui andavano incontro la giovane moglie Prospera De Vitis (30 anni) maestra elementare e il figlioletto Giovanni ancora in tenera età, non seppe trattenersi. Affrontando in un'accesa discussione il socio fedifrago, lo colpì con un pugno che, disgrazia volle, atterrò il Pitali mandandolo a sbattere con la tempia sullo spigolo d'un tavolo uccidendolo sul colpo." Hai capito? Prospera non è vedova. Suo marito é in prigione. Chissà quante ne ha passate povera donna! Ecco perché non racconta mai nulla a nessuno della sua vita! Ma come mai che qui si parla d'un figlio, Giovanni, e lei ha una figlia, Nina? Si sarà sbagliato il giornalista

            përchè Nina è l'abbreviativo di Giovanna. Ad ogni buon conto non sarò sicuramente io a parlarne in giro (suonano alla porta e Leone piega in fretta il foglio e se lo mette in tasca).

Scena terza

FELICITA, LEONE e RITA

Felicita - (entra con Rita) Lesta Rita vai ad aprire che son già qui.

Leone   - Così presto? Neanche fossero morti di fame!

Felicita - Tu vatti a cambiare che con quelle braghe e quella maglietta stropicciata sembri uno scappato da casa!

Scena quarta

PROSPERA e i già detti

Rita      - (entra con Prospera) Mamma, c'é madamla signoraa Prospera.

Felicita  -Prospera? Qui? (con tanta gentilezza) Avanti avanti,... ma che piacere... (A Leone seccamente) Va a cambiarti (Leone si alza) (a Prospera) ..prego, prego. Si accomodi (le indica il posto lasciato libero da Leone)

Prospera – (gentile  ma fredda) Buongiorno signora Felicita, grazie ma non mi fermo.  Son solo passata per chiederle una cosa e non voglio disturbare. (A Leone) Stia pure comodo signor Leone che  io vado via subito.

Leone    - Buongiorno signora. Si accomodi, che devo andare a cambiarmi (piano) La lascio sola davanti all'inquisizione.

Felicita  - Cosa borbotti sempre!......perché ti ho detto d'andarti a cambiare?

Leone     - No no,  sono cose che noi sappiamo  e tu no,...... per una volta! (La moglie lo guarda con compassione scuotendo la testa e Prospera rimane sorpresa).

Scena quinta

FELICITA, RITA e PROSPERA

Felicita   -(falsa) Prospera, lei non sa che piacere mi ha fatto venendomi a trovare. Stiamo di casa a due passi, ma ci vediamo così raramente e mentre dovremmo frequentarci un po' di più. Abbiamo tante cose da raccontarci e farci buona compagnia!

Prospera – (a parte) La solita curiosona (forte) Non mancherà sicuramente l'occasione, ma oggi vado un po' di fretta e poi i vedo che aspettate visite. (indica la tavola con il servizio da caffè pronto).

Rita      - Eh si, vengono a trovarci.........

Felicita   - (l'interrompe dandole un'occhiataccia)... anche queste due ragazze, la mia Rita e la sua Nina, dovrebbero farsi amiche. Hanno pochi anni di differenza. Se noi due  fossimo un po' più in confidenza, anche loro......

Prospera - I giovani decidono in autonomia chi frequentare. Non penso che Rita abbia bisogno di sapere che io e lei, Prospera, siamo amiche per stringere amicizia con Nina!

 

Rita     - (candidamente, solo per spiegare) L'altra sera in discoteca abbiamo fatto compagnia unica, ma purtroppo io e Nina abbiamo un giro di amici differenti perché per i mesi delle scuole siamo a Torino.

Felicita  - (sfrutta la spiegazione per dire una cattiveria) Oh già, che sbadata! Mi dimenticavo che la mia Ritina va ancora avanti negli studi mentre Nina va in fabbrica a lavorare. Eh si! Cosi non è facile avere le stesse compagnie!  (a parte) Prendi e porta a casa!

 

Prospera – (a parte) Ignorante e villana. (forte) Non c'è nessun merito ad avere fortuna nella vita! Il destino può determinare la possibilità per una di avere la possibilità di far studiare la figlia e per un'altra no. A lei Felicita, ringraziando il Signore, non è capitato come a me di perdere l'aiuto di mio marito quando ero ancora giovane con famiglia. Io ero a maestra e mio marito un operaio ma, vi assicuro, non sentivamo di essere di due mondi diversi . L'importante é volersi bene e che ciascuno onori la propria professione!

Rita     -  Vero mamma, guarda per esempio questi due miei amici che vengono adesso a trovarci. Sono........

Felicita  - (l'interrompe nuovamente, brusca) Quei due non centrano nulla adesso!

Prospera - Sono quei due ragazzi che ha conosciuto anche Nina l'altra sera in discoteca?

 

Rita      - Si

Prospera – Sembrano dei bravi ragazzi e anche di compagnia da come me ne ha parlato Nina. Ha trovato molto simpatico specialmente quel........ Gianni si chiama?

Felicita  - (a parte) Guardale qui le due merle! Hanno già messo gli occhi su Gianni! (forte) Io non  lo conosco ancora, ma sarà senz'altro uno dei soliti cittadini che si fa bello perché ha qualche soldo e una vettura e che corre dietro a tutte le contadinelle per divertirsi! (a parte) Gettiamogli un po' di fumo negli occhi!

Rita     - Ma se ieri dicevi che hai delle buone informazioni sul conto...

Felicita -(l'interrompe decisa) ........di Poldo il nipote del farmacista (nervosamente). E poi ieri era ieri, e oggi è oggi! Va bene? (a parte) Oca di una figlia!

Rita     - (insiste) Ti sbagli: Rosa parlava proprio di Gianni.....

Felicita   - Tua mamma non si sbaglia mai per tua norma! (a parte) Devo togliermela dai piedi prima che faccia altri danni!  (forte) E adesso va di là a fare 'il caffè per la signora Prospera! Vai!

Prospera – Grazie, grazie, ma devo proprio andare via.

Felicita   - Oh, il caffè ci vuole un minuto a farlo e vedrà che buon caffè sa fare la mia Rita! Sono sicura che non ne avrete mai bevuto uno più buono!. (A Rita) Va va figliola, va a fare il caffè. (Rita esce)  Prospera, mia figlia ha il difetto di confondere sempre i nomi delle persone!  Ma è l'unico difetto che ha! E così facevate la maestra.

Scena  sesta

PROSPERA e FELICITA

Prospera – (a parte) Attenzione! La vipera torna all'attacco. (forte) Oh, una cosa di tanti anni fa quand'ero giovane. Insegnavo alle elementari in un paesello. Bei ricordi, ma non è il momento di parlarne... per adesso.

Felicita  - (a parte) È un osso duro questa balorda!  (forte) Se non vuole parlarne non sono certamente io quella che la sforza a farlo! Se sapeste quanto poco sono curiosa io! Ma mi dica, solo per chiacchierare un po' aspettando il caffè, com'é successo che lei è rimasta  vedova? Per una disgrazia o una malattia?

Prospera – (a parte) Non molla questa linguaccia!. (forte) Se é solo per chiacchierare  aspettando il caffè, allora non parliamo dei brutti ricordi! Preferisco tenermeli  dentro.....per adesso. Un giorno o l'altro, chissà mai, può essere che mi confidi, magari con una come lei che è così riservata!

Felicita   - (a parte) Cribbio, non vuol proprio sbottonarsi sta  strega!. (forte) Per carità,  rispetto i vostri sentimenti e non voglio saperne di più......per adesso. Ma tante volte, a parlarne, uno si sente poi meglio. E, mi creda, io sono una tomba che se anche mi raccontasse qualcosa, anche solo una piccolezza, per potere magari aiutarvi, nessuno al mondo verrà mai a saperlo. (a parte) Proviamo così. (forte) Per esempio se lei mi chiedesse dove ero quando ho conosciuto il mio Leone e cosa faceva lui, non avrei nessuna difficoltà a rispondere che lavoravamo tutti due in fabbrica a Torino.  E lei e suo marito? Dove vi siete conosciuti? E cosa faceva lui?

Prospera – (a parte) Che insistente! Bisogna tapparle la bocca. (forte) Ho piacere di sapere che lavoravate in fabbrica tutti e due. Al contrario io facevo la maestra, come già sapete e mio marito...

Felicita   - ....e suo marito?

Prospera – (decisa).......faceva altro!

Felicita  - (insinuante) Per esempio?!?

Prospera - Per esempio accudiva al suo lavoro e........

Felicita  - .....e.......

Prospera - (seccamente)..... e si faceva gli affari suoi!!

Felicita   - (a parte) Stregaccia!! non vuol parlare! (forte e facendo finta di non aver capito) Un brav'uomo allora, tutto lavoro e famiglia. (insinuante) E già che.... per uno così.....attaccato al lavoro..... e alla famiglia ....... lasciare la moglie e una figlia piccola ........ chissà che dolore eh?......(a ogni pausa guarda Prospera con la speranza di agganciarla al discorso, ma Prospera la lascia continuar da sola)

Prospera – (a parte) Inizio a divertirmi! Portiamola un po' a spasso! (forte con fare sconsolato) Eh, cosa vuole mai, in tutte le case, dove più dove meno meno, ci sono dolori!

Felicita   - (a parte) Viene viene!. (forte) Oh, non mi dica che se sapesse quanto ho sofferto quando che........quando che.... (cerca con affanno nella memoria) .......quando siamo venuti via da Torino. Lasciare quella bella casa e tutte le comodità per chiuderci in questo paesello. Per carità, non c'è confronto con il vostro dolore, lo capisco, ma tutte le sofferenze sono da rispettare.... (curiosa) Era un vostro compaesano la buonanima? 

Prospera - Siamo tutti paesani di questo mondo! Ma non lo chiami buonanima, è una definizione che non mi piace  per mio marito. Anche se non è qui!

Felicita   - (a parte) Come sei difficilina! (forte) Giusto, buonanima si usa dirlo di solito per i vecchi e lui invece era ancora giovane. Va da lui a portargli i fiori quando lei sta via un paio di giorni una volta al mese?

Prospera – (a parte) Ah, mi controlli, serpe!? (forte) Dov'é lui i fiori non gli servono, poveruomo!

Felicita    - (a parte) che avara, neanche un mazzo di fiori! Già che un “requiem aeternam” costa di meno (entra Rita con il caffè) (forte) Oh brava Rita, ci voleva proprio un buon caffè!

Scena settima

RITA e le già dette

Prospera – (a parte mentre Rita versa il caffè nelle tazze) Anche stavolta non hai saputo nulla, ficcanaso. (forte, ma con calma) Ma adesso non parliamo più dei miei ricordi....... Eh, lei, signora Felicita, .......è proprio in gamba....... non vi resiste nessuno........ con le vostre domande........ mi avete fatto dire tante cose del mio passato, cose che non volevo raccontare!

Felicita  - (a parte) Ma se non m'hai raccontato nulla, brutta scimmia! (forte, iniziando a  scaldarsi) Cosa vuole Prospera, é un difetto professionale. Ho fatto per trentacinque anni la portinaia  e magari non sempre subito, ma quello che voglio venir a sapere  ........o prima o dopo, .......o in una maniera o nell'altra, ......o per dritto o per traverso, .........lei mi capisce vero?....... (a parte) Sei avvisata, balorda!

Prospera - (sempre calma) Oh... capisco, capisco...... ma qualche volta ci sono delle cose che una non ha proprio piacere di far sapere agli altri e allora non è facile tirarle fuori  .......anche per le vecchie portinaie!

Felicita  - (a parte) Vecchia sarai tu, ficcanaso. (stuzzicata e insinuante) E allora  con l'esperienza di una portinaia ancora in gamba lo sa cosa le dico? Di solito chi si tiene tutto dentro e non si confida con gli altri probabilmente ha una grossa macchia nel suo passato! (nuovamente dolce) Oh, ma non é sicuramente il suo caso! Dicevo così, solo per direi. (a parte) Prenditi questa e portala a casa!!  

Rita     - (capisce che la discussione s'infiamma e allora cerca di buttare acqua sul fuoco) Signora Prospera le piace il mio caffè?

Prospera - (lo assaggia poi) Brava, é veramente buono! È speciale perché calma  anziché agitare! Vero? 

Rita     - Secondo me ci voleva!

Prospera - Ma che testa che ho! Mi sono lasciata convincere a raccontare tutta la mia vita e ho dimenticato che ero venuta qua per chiedere un'informazione a lei signora Felicita!

Felicita  - Mi dica, mi dica, sono tutt'orecchie!

Prospera- (a parte) Questo lo so! (forte) Mi dispiace dovervi parlare delle vostre galline ora che sono quasi tutte morte e avete dovuto sopportare un danno così grosso, ma...

Felicita   - Ah, non me ne parli! Solo due si sono salvate perché stavano deponendo l'uovo. Le altre quattordici tutte morte. Che danno che danno! (a parte) E per colpa tua caprona!

Rita     - (candida) Mia mamma si é sbagliata a spargere.......

Felicita   - (l'interrompe con un'occhiataccia) Tua mamma non si sbaglia mai, te l'ho già detto. È tuo padre che non doveva far uscire le galline dal pollaio!

Rita     - Ma erano già le dieci di mattina e papà non sapeva del grano avvelenato per i topi che tu...

Felicita    - (nuova occhiataccia) Vai Rita, vai a controllare la torta che è in forno che non si bruci anche quella!

Rita     - Ma se l'abbiamo già tirata fuori dal forno prima!

Felicita    - E allora va a vedere seee.......... se si é raffreddata! (Rita resta dubbiosa) Sù,...... brava,..... va........ lesta......

Rita     - (non è molto convinta, ma se ne và).

Felicita - (A Prospera) È ancora giovane e bisogna ricordarle sempre quello che c'è da fare! Da sola non s'arrangia!..... Allora cosa dicevamo?

                                                           .  

Scena ottava

PROSPERA e FELICITA

Prospera - (con falsa gentilezza) Dicevo che mia figlia quando é venuta per avvertirvi che le vostre galline stavano morendo, non ha capito molto bene ciò che dicevate a proposito di galline ben educate. Le è sembrato di capire che foste arrabbiate con le mie galline. E da ciò che avete detto a vostro marito ha creduto di capire che il veleno l'avevate sparso per terra per farlo mangiare dalle mie galline! Io, naturalmente, l'ho subito rassicurata che non era possibile questo e le ho detto: “Figurati Nina se la signora Felicita mi farebbe una cattiveria simile. Lei che è tanto gentile e si interessa sempre di noi. Non lo credo per nessuna ragione al mondo, Nina!” Ma lei, oh si, sapete com'è, è ancora giovane come la vostra Rita, e ha insistito dicendo che mi sbagliavo a non crederle. Allora mi son detta "Vado a chiedere direttamente a Felicita se é vero che ce l'ha con le mie povere tre gallinelle che adesso son lì belle, arzille e sane che becchettano tranquille nel mio cortile alla faccia di chi gli vuol male!" (all'improvviso cambia tono e per la prima volta chiama l'altra solo con il nome) Allora, Felicita, ho ragione io o mia figlia!

Felicita   - (é in difficoltà e, per la prima volta, dà della signora a Prospera) Ma per l'amor di Dio, signora Prospera,....ma come può pensare che io...... ma no, ma no,......la vostra signorina, Nina, a senz'altro capito male.....ho parlato, si, di galline ben educate che mangiano solo del loro, ma era solo per... per scherzare. Per scherzare e farsi una risata. (ride)

Prospera - (fa finta di crederle e ride anche lei) Mi pareva impossibile! Chi ha mai visto galline educate in collegio! (e cambia tono improvvisamente) E...... anche il veleno era per farsi una bella risata?

Felicita  - (non sa che scusa trovare, poi) Il veleno?.... quale veleno? .....Ah si! No, no, quello era ..... per.... per gli insetti. Quegli insetti che rovinano le patate!

Prospera - (compiacente) Meglio così perché avvelenare gli anomali degli altri é un'azione veramente cattiva e anche punibile per legge! (poi, tanto per non far stare tranquilla Felicita) Strano però, il veleno per i topi contro gl'insetti delle patate in questa stagione poi....... (ma le suggerisce anche una via di fuga) Forse ora lei non si ricorda, ma l'ha senz'altro messo contro i topi!

Felicita   - (sollevata) Ma sì! Ha proprio ragione! Il veleno dei topi è per i topi! Ne ho visti un paio l'altra settimana e...

Prospera – (Si alza per andare via) Non parliamone più, Felicita e grazie di avermi assicurato che non ce l'avete con le mie belle tre galline! E anche che quelle povere bestioline non corrono alcun pericolo d'ora in avanti. (guardandola fissa negli occhi) È così, vero?   

Felicita  - (accompagnandola alla porta) Sicuro, signora Prospera, può star  tranquilla che io son sempre stata vostra amica e vi ho sempre rispettata, (poi per farsi bella) non come qualcuna del paese che........

Prospera - (l'interrompe) Lo so, lo so, ma non do retta a queste cose. Lascio che sparlino queste ignoranti ficcanaso! Ne ho passate di quelle nella mia vita che queste sono sciocchezze al confronto! Buon giorno!. (via)

Scena nona

FELICITA e Leone

Felicita  - (verso l'esterno) Torni a trovarmi, signora Prospera, ne avrò molto piacere..... (rientrando in casa, piccata)........che ti venga un accidenti, subito! Cribbio che rabbia che mi  fa quella-lì. Non sono riuscita a saper nulla di lei e in più mi ha messo nel sacco con la faccenda delle galline!!! Ha finto di credere a ciò che gli ho raccontato del veleno, ma lo so che non se l'ha bevuta!

Leone - (entra con passo tranquillo, fischiettando e con l'aria di uno che non ha nulla da fare e tiene un giornale sottobraccio.

Felicita - (con lui si sfoga la moglie) Ah! Giusto te! Tutta colpa tua!

Leone  -(s'arresta di colpo guardando sorpreso e stupito la moglie)

Felicita- (che continua) E smettila di girovagare avanti e indietro. Possibile che quando ho bisogno di te, tu non ci sei mai? Bella figura mi hai fatto fare con quella vecchia scimmia di là! Cosa mi serve un uomo se poi mi tocca fare e disfare tutto io. Prima mi metti nei pasticci e poi lasci che me la cavi da sola? Dovevi venire ad aiutarmi a chiuderle la bocca! Invece tu...

Leone - (non capisce cosa succede, poi si tocca la fronte con un dito e fa il gesto come per dire  che é matta) Oh, calma moglie, calma! Devo chiamare il dottore per farti visitare? No, forse meglio il veterinario perché sembra tu abbia una febbre da cavallo!

Felicita - Bene, fa lo spiritoso! Prima fai uscire le galline e me le fai morire avvelenate. Poi, quando mi arriva tra i piedi quella balorda di Prospera mi lasci sola a difendere il buon nome della famiglia!

Leone   - Il danno te lo sei cercato tu solo per tre rapanelli e cinque foglie di valeriana!  Poi guarda che me hai mandato via tu. Volevi che andassi a cambiarmi!

Felicita - Bravo! Non fai mai quello che ti dico e proprio questa volta mi hai dato retta?                           Sembra che tu lo faccia apposta!Non posso proprio mai fidarmi di te! Da adesso               in avanti non ti dirò mai più niente! Arrangiati da solo!

Leone   - Finalmente! Ci sarà finalmente un po' di pace anche per me! (a parte) Deve averla pettinata proprio bene Prospera se è così furibonda!!

 

CAMPANELLO  DELLA PORTA

Felicita - (corre alla porta che dà nelle stanze chiama) Rita, Rita, vieni ad aprire che son senz'altro loro due stavolta! (a Leone) Mi vado a rendere presentabile. Dagli tu il benvenuto. (esce mentre Rita va ad aprire)

Scena decima

LEONE, RITA, GIANNI e POLDO

Leone   - Ma guarda se è possibile! Proprio ora che mi sono ricordato il nome della suora e che potrei andare avanti con le mie memorie, mi arriva tra i piedi prima la visita di Prospera. Poi questi due! Eh, noi scrittori non abbiamo mai una vita facile! Guarda per esempio coso là, che l'hanno anche fatto scappare dal suo paese...Dante!

Gianni  - (entra in quell'istante sentendo il nome Dante crede che sia il nome di   Leone. Dietro a lui Rita e Poldo) Piacere signor Dante, io sono Gianni. Gianni Barbero! (Leone comprende  l'errore, stringe la mano a Gianni, ma prima che possa spiegarel'equivoco lo fa Rita)

Rita    - No, Gianni, mio papà si chiama Leone, non Dante. (al padre) E questo é Poldo che conosci già, Il nipote del farmacista.

Leone   - Ah si, L'ho visto quando era ancora ragazzino e veniva dallo zio.

Poldo   - Si, sono proprio oi, come va signor Bonino?

Leone    - Potrebbe andar peggio, non lamentiamoci!.

Rita     - Mio papà è ottimista per natura e s'accontenta sempre di ciò che la vita gli dà. E' il miglior padre che ho! (ridono per la battuta)

Gianni  - Per un ottimista la vita è sempre accettabile e non fa fatica ad uscire dai contrattempi. Vero signor Leone? (Leone annuisce) In fondo anch'io sono così.

Poldo   - Questo è vero, non mi ricordo d'averti visto abbattuto una sola volta , e sì che ci conosciamo da qualche anno ormai.

Leone    - (a Gianni in dialetto) Ma non stiamo qui in piedi? (In italiano)Oh scusi! Io le parlo in dialetto e magari lei non capisce, dato che è di un altra zona.

Gianni  - No no, lo capisco benissimo. Non lo so parlare, se non poche parole. Sono nato in Piemonte ma ero molto piccolo quando i miei si sono trasferiti in Sicilia. Poi sono venuto a Torino a fare il militare e ci sono rimasto. Lei continui pure a parlare in dialetto che anzi mi piace sentirlo usare.

Leone   - Son contento, bravo! Lo sapeva lei che il piemontese non è un dialetto, ma è una vera lingua riconosciuta anche dalla comunità Europea? Solo che purtroppo si parla sempre di meno e diventa  sempre più imbastardito con altre parlate! Dovrebbero insegnarlo a scuola, ai bambini, perché non si perda la nostra cultura. E non solo a parlarlo ma anche a scriverlo che è abbastanza difficile! Ne so qualcosa io che sto scrivendo le mie memorie......

Rita     - Papà, non fare ora una lezione di piemontese. Sù sediamoci e beviamo il caffè.

Leone    - ...... e chiacchierano comodamente

Poldo   - (a Rita) E tua mamma?

Leone   - Arriva subito! Figuriamoci se perde l'occasione di chiacchierare. Intanto accomodiamoci noi!

Tutti si siedono, ma non come aveva indicato Felicita. Leone si siede a capotavola, vicino a lui, fronte al pubblico, Gianni. Al suo fianco Poldo. Rita sta in piedi.

Rita    - (ai due giovani) Per voi il caffè va bene vero? (annuiscono)  E per te papà?

Leone   - Il caffè va benissimo poi però anche un qualcosa di più forte,.....per me e per loro. (ai due giovani) M'è rimasto qualcosa sullo stomaco e non c'è nulla di meglio che un po' di grappa per aggiustare! Vero?

Poldo   - Lo dice anche mio zio farmacista. "La gente spende un mucchio di soldi per comprare i digestivi e non sa nen che tutte quelle diavolerie fanno bene solo a me perché ci guadagno su, ma se bevessero un bicchierino della nostra grappa sarebbe meglio: più salute e meno valute!"

Gianni  - Allora è per questo che dopo ogni pasto prende la bottiglia della grappa, ne versa un bicchierino, lo beve e poi esclama" Lunga vita agli amari e ai digestivi"

Leone   - (a Poldo) Con tuo zio Carlo quando eravamo soldati negli alpini che bevute di grappa la sera allo spaccio!

Rita    - (che prima, chiacchierando, a posto sulla tavola i biscotti) Io vado a fare il caffè, voi intanto servitevi e tu papà, per piacere, prendi la bottiglia della grappa.

Felicita- (entra in quel momento  truccata con esagerazione e con un vestito che dovrebbe essere elegante, ma è solamente ridicolo. Le scarpe hanno il tacco a spillo. Si avvicina alla tavola sculettando e parlando un italiano storpiato con inflessioni molto dialettali . Leone e Rita rimangono a bocca aperta e si guardano l'un l'altro!)

Scena undicesima

FELICITA e i già detti

Felicita  - E così sti due saressero i tuoi colleghi di Torino? Oh basta là, come che sono contenta di conosserli. Io sono la signora Felicita la mamma di Rita. nèh.

Rita     - Mamma lui è Gianni (Felicita porge la mano come se volesse il baciamano  ma Gianni gliela stringe rimane in piedi) e lui è Poldo, che conosci già da quando era piccolo. (a lui Felicita porge la mano, ma senza più rischiare il baciamano. Poldo dopo che l'ha salutata rimane in piedi)

Felicita - Ma che si accomodano, che si accomodano pure che di cadreghe ce ne abbiamo a basta per tutti, nèh! Lo sanno? Nella nostra casa ci mancherà magara tutta la bella roba che hanno i signori, nèh, ma una cadrega, un tocco di pane e un gublotto di pichetta ce lo diamo sempre a tutti chi ci viene a trovare. (Tutti sono ancora in piedi e senza parole vedendo come si é addobbata Felicita) Ma su, che non faccino complimenti, che si ansetino pure! (tutti si siedono).

Qui c'è la possibilità di una scena a soggetto dove Felicita, che vuol a tutti i costi sedersi vicino a Gianni dà delle spinte a Leone o a Poldo o anche a tutti due finchè  arriva al suo proposito.

Rita     - Mamma io vado a fare il caffè (esce scuotendo la testa).

Scena dodicesima

LEONE, GIANNI, POLDO e FELICITA

Felicita - Va, va pure che ci tengo io compania a questi due giovanotti. Non per dire, nèh, ma quando che ero giovane e che si andava a ballare a me mi sercavano sempre tutti che come riavo e schersavo io facevo ghignare tutti dal ridicolo. Nèh Leone? Ti ricordi?

Leone    - (la guarda poi) Da come ti sei conciata oggi non mi sembra cambiato nulla da allora!

Felicita – (non ha capìto che non è un complimento) Oh, ma beicate come che è grassioso il mio marito oggi! Mi fà i complimenti. E pensare che i miei anni ce li ho anch'io nèh, ma se mi rangio un pò bene mi prendono tutti per la sorella della mia Rita.

Gianni  - In effetti lei è molto giovanile.......

Poldo   - .......e potrebbe benissimo ancora andare a ballare in discoteca.

Felicita - Andarei pru a danzare ma non in discoteca che quei balli di oggi non li so. (indica Leone) Ma con un uomo così che non ci piace ballare  e si stufia subito del rabello che fà la gente........(Leone fà spallucce) (a Gianni) E a sua mamma e a suo papà ci piace ballare?

Leone   - (piano) L'ha presa un po' alla larga, ma adesso inizia l'inquisizione!

Gianni  - Sì, qualche volta andavano a ballare, ma adesso non so. Io vivo solo e sono quasi sempre via.

Poldo  -  Gira tutto il mondo per lavoro!

Leone   - Davvero?!? Che bello! Piacerebbe anche a me!

Poldo  - Girare tutto il mondo per lavoro?

Leone   - No no, girare tutto il mondo da pensionato e tornare a casa ogni tanto, per vedere se la moglie c'è ancora!

Felicita - Non dire sempre gavate su e lassia contare la sua vita alla gente! (a Gianni) Allora ci deve avere un lavoro importante lei, nèh?

Gianni  - Direi interessante. Sono tecnico specializzato nella manutenzione dei motori areonautici!

Felicita - Allora ci ha un buon posto in una grande fabbrica! E, scusi sà se ci chiedo, ma lo pagano bene? perché stare sempre in giro, io non so nèh, ma mi sembra che ci vogliono tanti grani.

Gianni  - Non mi lamento, ma io non sono dipendente. Lavoro in proprio e mi pagano un tanto per intervento a seconda del tipo di operazione eseguita.

Poldo  - E in più ti pagano le spese di trasferta!

Felicita - (preocupata) Ma buttiamo il caso che non lo chiamano per due mesi. Allora lei non prende gnente di paga?

Leone   - Figurati se con tutti gli aerei che girano gli manca il lavoro!

Gianni  - In teoria ci potrebbe essere questo pericolo, ma solo in teoria.

Felicita - Ah beh, allora lei può stare tranquillo, basta che non ci và, là. (si guardano un con l'altro perché nona capiscono)

Leone   - Là, dove?

Felicita - In teoria! Ci sono vàire posti nel mondo che mica c'è bisogno di andare proprio in teoria! (Leone si copre la fronte con una mano)

Poldo   - Gianni voleva dire che anche nel suo lavoro potrebbe succedere di rimanere senza lavoro ma in pratica, non succede mai.

Felicita - Ah meno male che mi ero già preoccupata na frisa. Allora, senta cosa ci dico nèh! Resti in quella pratica lì sensa sercare altro che è meglio un "galucio" oggi che un uovo domani, come che si costuma a dire, nèh!

Scena tredicesima

RITA e i già detti

Leone    - (a Rita  che entra con il caffè) Brava Rita, versa il caffè che almeno mentre  beve tua mamma non dice sciocchezze.

Felicita - (a Rita) Ci ho solo dato un consiglio al tuo Gianni. Anche se mi sembra uno che è sviccio a farsi i suoi conti e vagna bene nèh, perché a comprarsi una macchina così come ce l'ha lui ci vuole dei bei grani nèh, che quella costa! (Rita versa il caffè e d'ora in avanti, chi prima chi dopo, tutti a bevono)

Gianni  - Parla del fuoristrada signora Felicita? No no, quello non è mio, è del padre di Poldo.

Poldo   - Ce l'ha lasciato per venire qui  in ferie intanto che lui é via all'estero per lavoro e mia mamma ne ha una sua personale .

Rita    - (alla mamma) Gianni ha  solo un vecchio 128. Lui, quando viaggia, di solito  vola.

Felicita - (preoccupata) Per carità! Che vada piano per la strada che c'è un sacco di pericoli, mi raccomando nèh!

Leone    - Capisce sempre quel che vuole (allarga le braccia come fossero ali) Vola! Prende l'aereo, Felicita!

Felicita - Ebbene? Non avevo capito ma fa gnente. E' sempre un buon consiglio e ce l'ho dato come fosse sua madre, sa? Che magara, chissà .......se con la mia Rita.......

Rita    - Mamma, te l'ho già detto! Siamo solo amici e niente di più.

Gianni  - Rita deve ancora pensare a studiare, per ora, e io oggi sono qui, domani lì.......

Poldo  - Io però mi prenoto già per fare da testimone.

Leone   - E io per fare il nonno!

Felicita - (ispirata) Era solo un sogno di mamma, nèh! E magari signor Gianni, sua mamma, poverina, anche lei ci pensa a vederlo sistemato. E' figlio solo?

Gianni  - Credo di sì, ma non posso dirlo con certezza! (Leone e Felicita sono sorpresi da questa risposta, gli altri no)

Leone    - Come, come?  Come mai non sa se ha fratelli e sorelle?

Felicita - (insinuante) Ah.... capisco! magara perché suo padre era un "bel

                stracciagonnelle" come si costuma a dire qui da noi, eh?

Gianni  - No no, è che sono stato abbandonato quando avevo poco più d'un anno e sono stato allevato per un po' da una coppia che non poteva avere figli ma che poi uno l'hanno avuto. Non posso quindi sapere se ho fratelli o sorelle di sangue.

Rita    - Mamma, Gianni non ha avuto un'infanzia facile. Ha vissuto molto in collegio e non ha più contatti con coloro che l'hanno prima accolto e poi scaricato. Non ha piacere di parlarne.

Poldo  - Anche noi l'abbiamo saputo solo parecchio tempo dopo averlo conosciuto!

Leone   - (si rende conto che la moglie non vuol molare un osso così gustoso e allora l'ammonisce) Se non ha piacere di parlarne é meglio cambiare discorso, vero Felicita?

Felicita - Oh si si! già che è meglio. Ma....... 

Leone    - E parla in dialetto che in italiano non sei capace.  Gianni lo capisce.

Gianni  - Sì, signora Felicita, se le viene più facile parli pure in dialetto.

Felicita - Io sono buonissima a parlare anche l'italiano che col mio caporeparto che era meridionale ci parlavamo tutte in italiano ........ Ma dei suoi veri padre e madre non sa più gnente?

Leone   - (perde la pazienza) Felicita......ti ho appena detto di cambiare discorso, su!!

Rita    - E si mamma!

Felicita - (capisce una cosa per l'altra e parlando finalmente in dialetto) E va bene!  Parlo in dialetto! (a Gianni) Allora, non ha più saputo nulla dei suoi?

Leone   - (piano) Oh si! È più forte di lei!!

Gianni  -(con tanta pazienza) No, signora Felicita. Ho saputo da chi mi avevano accolto che mi hanno abbandonato. Io sono morto per loro e loro per me!

Poldo  - A mio avviso ha ragione! 

Felicita - E dove che è nato lui?

Gianni  - Ad Alzo un paesino sul lago d'Orta!

Leone    - Cribbio! anche Prooo....(gli scappa quasi il nome di Prospera ma si trattiene in tempo correggendosi) .......Procopio è di Alzo!

Felicita - E chi è questo Procopio?

Leone    - È....È un..... È uno che lavorava con me e che mi parlava sempre del lago d'Orta.

Felicita – Salti sempre fuori con cose nuove che non ci interessano!  Vero signor Gianni?

Leone   - (seguendo un suo ragionamento schiocca le dita)E già!.... Gianni é lo stesso  che Giovanni!

Felicita – (ironica) Bella scoperta!

Gianni  - In effetti il mio nome di battesimo è Giovanni ma sono sempre stato chiamato Gianni.

Felicita - Rita, tuo papà da di nuovo i numeri! (a Leone ironica) Cerchi d'altri nomi per il tuo romanso?

Leone   - (ride sotto i baffi soddisfatto) Se tu sapessi che romanzo interessante sta venendo fuori! .......Ma a te non lo faccio leggere.

Felicita - Si che me ne fa a me! Tanto io leggo solo Grand Hotel!

Rita    - (cerca di far cambiare discorso e rivolta a Gianni) Allora come ti sembra il nostro paesino?

Gianni - Bello, accogliente, pulito. Un posto nel quale dev'essere piacevole vivere. Ecco, quando andrò in pensione, mi cercherò un luogo simile a questo.

Felicita - Oh, non si creda sa? Ci sono delle malelingue in questo paese, gente grama che ti taglia il colletto addosso e ti fa disprezzo appena può! E curiosa poi, che....lassa perde! Per gramissia ne abbiamo poi una qui attaccato che è buona va! (cerca conferma) Nèh Leone?

Leone   - Ma va là! Che quella povera donna non ha mai fatto male a una mosca! Di piuttosto la tua amica Biagina o la Brigida o meglio  Rosa. Non dia retta signor Gianni. Tolte queste quattro è tutta gente tranquilla!

Gianni  - Quattro? Ma ne ha nominato solo tre!

Leone   - La quarta é (Felicita lo guarda malamente)......... é 'un segreto tra me e mia moglie. Vero Felicita?

Poldo  - (controlla l'ora) Gianni, se vogliamo arrivare in tempo là, avviamoci                   

Gianni – (anche lui controlla l'ora) Già. Vogliamo fare un salto fino a Montescuro e fare delle foto dell'abbazia al tramonto. Vieni con noi Rita? Al ritorno ci fermeremo da qualche parte a mangiare una pizza.

Rita    - Volentieri! (guarda Felicita che annuisce) Prendo un golfino e vengo. (esce, ma rientra subito con un golfino in mano)

Felicita - (a Gianni stringendogli la mano) Che torni a trovarci, nèh, che ci fa piacere! (a parte) Così magari mi racconti qualcosa di più! (mentre  Leone saluta Gianni, Felicita  stringe la mano a Poldo e  lo saluta)

Leone   - (stringe la mano a Gianni) Arrivederci Giovanni Brunero di Alzo sul lago d'Orta!

Gianni - Non Brunero, Bar-be-ro! (quasi parlasse da solo) Brunero, era il cognome...... (poi come per togliersi un brutto pensiero dalla testa) Ah!..... niente niente. Allora arrivederci a tutti! .....Questo so dirlo in dialetto!

Felicita - Bravo! (poi a Rita) Mi raccomando ...... dieci e mezza e non più tardi. (Rita alza gli occhi  al cielo e sbuffa)

Leone   - (saluta Poldo) Salutami tuo zio, sai! Ciao (escono Gianni e Poldo)

Scena quattordicesima

RITA, LEONE e FELICITA

Rita   - (sta per uscire, ma si ferma e) Papy?

Leone   - Ahi! (toglie il portafoglio dalla tasca, la guarda poi ride) Ho capito, ho capito!  Tieni gioia! fa bella figura con i tuoi amici! (le porge un biglietto di banca ed essa lo abbraccia poi esce di corsa. Leone resta fermo con il portafoglio in mano e  la guarda con occhi che ridono) Che gioia avere una brava figlia! (Felicita si avvicina a Leone e gli passa un braccio intorno alla vita).

FINE DEL SECONDO ATTO

TERZO ATTO

Stesso ambiente del primo e del secondo atto.

Scena prima

RITA

Rita    - (seduta, cuce. Suonano alla porta. Rita guarda l'orologio) Sarà Gianni. Deve arrivare oggi. (si alza e va ad aprire. Dopo un po' si sentono arrivare da fuori alcuni gagliardi starnuti)

Scena seconda

RITA e SERAFINO

Rita     - (rientrando si pulisce la manica e la mano con il fazzoletto. Dietro a lei entra Serafino che ha in mano un mal composto bouchèt di fiori di prato. Rita é evidentemente infastidita da questo arrivo) Ma insomma, deve sempre farmi la doccia ogni volta che ci vediamo? Aspetti qui che chiamo i miei! (poi esce lesta chiamando) Papà, mamma, c'è Serafino!

Scena terza

SERAFINO

Serafino - (Segue Rita con lo sguardo e le porge il bouchèt, ma lei finge di non vedere. Poi resta impalato come svanito) Si..si..signorina Rita? ( e quando Rita  é già uscita) Oh Ritina mio amore, non scappare che son venuto per chiedere la tua mano. (Al pubblico) Ho saputo da Brigida, la serva del farmacista e da Rosa "boncheur" che il moroso di Rita doveva venire a trovarla domenica passata, ma che non s'è fatto vedere. Brigida e Rosa m'hanno detto: "Corri, corri Serafino che quel giovane di Torino l'ha mollata e probabilmente non la vuole più. Non aspettare, va prima che arrivi qualcuno a portartela via!" Così sono corso a prendere due fiori ed eccomi qui! Le ho anche scritto un poema per conquistarla meglio. Ora lo leggo per non fare brutta figura dopo (tira fuori un foglietto e legges) "I miei campi sono tuoi / e anche i miei buoi / Parlando con rispetto / ti do anche il letto / Rita mio tesoro / hai tutto il mio cuore" L'ultima rima non quadra, ma mi han detto che i poeta fanno così quando vogliono prendersi una licenza. Allora l'ho fatto anch'io perché mi serve proprio una licenza per fare un bel viaggio di nozze fino a Chivasso  con Rita. Un poema così le darà senz'altro il colpo di grazia e mi darà la sua mano! (sospira, mette in tasca il poema e resta pensieroso aspettando Rita).

Scena quarta

SERAFINO, FELICITA e LEONE

Felicita - (entrando infastidita per quella visita, piano a Leone) Cosa vuole adesso questo sciocco! (forte a Serafino che é come imbambolato) Ohi, voi! State dormendo?

Serafino – B...b...b..buon giorno!

Leone   - Oh, Serafino ciao! Che novità mi porti?

Serafino - (sempre inciampandosi nelle parole) È arrabbiata con me la tua Rita che é scappata via  subito?

Leone   - Mah no! È solo andata di là un minuto, ma poi torna.

Felicita - (falsa) Che bravo che è venuto a trovarci. Si ferma tanto?

Serafino - (seguita a guardare verso la porta da dove è uscita Rita) Non lo so. Ma non sarà arrabbiata con me, vero?

Leone   -  Chi? Rita? Ma no, sta  tranquillo! Non le hai mica fatto nulla!.

Felicita - Rita non vi vede neanche. 

Serafino – Dovrebbe mettere gli occhiali allora. Ma....... mi ha conosciuto dalla voce?

Felicita - Piuttosto dall'odore.

Serafino – (s'annusa la manica) Ma io non puzzo. Vero Leone? (allunga il braccio e glielo fa annusare)

Leone   - Mia moglie voleva dire dall'odore buono .....di......di..... bucato della tua camicia. Lo dico sempre a lei: perché non facciamo anche noi la lisciva come una volta? La biancheria ha un odore più buono! Vero Felicita? (piano a Felicita) E tu, piantala li!

Serafino - E già che lavare la biancheria al modo vecchio come facciamo ancora a casa nostra, con la cenere nell'acqua calda e il sapone fatto da noi é più faticoso, ma viene meglio che con queste macchine nuove. Comunque è strano che si senta ancora il profumo della lisciva! È una settimana che porto questa camicia e lavori faticosi da sudare ne ho fatti parecchi!

Felicita – Ecco! È proprio quello che volevo dire io! (Serafino la guarda cercando di comprendere qual'era  l'odor che sentiva Felicita: se di lisciva o di sudore. Felicita se ne accorge e lo rassicura) ...... di lisciva, di lisciva!!

Serafino – Chiedevo se Rita è arrabbiata con me perché le ho starnutito addosso quando m'ha aperto la porta. Mi sono emozionato!   

Leone     - Tu, mio caro, devi controllarti. Se ti comporti così con tutte le ragazze, non ti sposerai mai!

Serafino - (parlando di Rita) Oh, a me basta che mi sposi una.....(e seguita a guardare verso la porta)

Felicita - ..........eh si, più di una non può sposarne!

Serafino – (tra se) È un vizio di famiglia interrompere chi parla. (forte) Dicevo che a me interessa una sola che è qui vicino, come già t'ho fatto capire una volta, Leone!

Leone    - Ah si Felicita, ti ricordi quello che t'avevo detto? (piano, quasi all'orecchio) Prospera!

Felicita - (a Leone) Quel giorno che ha portato i funghi? (a Serafino) Oh si mio caro! Ma non so se lei la vuole! È una signora lei e a studiato. Credo non abbia voglia di fare la contadina e portare le capre al pascolo!

Serafino – Io ho delle giornate di terra da lavorare, una stalla con una vacca e un vitello, qualche gallina e qualche coniglio nell'aia. Possiamo vivere bene in salute anche senza le capre da portare al pascolo! Poi, se c'é l'amore.....

Felicita - (parlando di Prospera) Giusto! L'amore! Penso che abbia ragione! Credo proprio che ne abbia molto bisogno..........dopo che é stata sola ..........e che non ha un uomo da tanto tempo......

Leone     - (parlando anch'esso dell'uomo di Prospera che é in prigione) Si, ma  ci sono degli impedimenti! (Serafino lo guarda senza comprendere)

Felicita - (che non sa  ancora niente delle disgrazie di Prospera) Impedimenti?

Leone    - (s'accorge d'aver parlato troppo) ...Si....ecco...... l'età per esempio!

Felicita - E già,........ c'é una bella differenza!

Serafino - Io sono ancora giovane! Ho solo quarant'anni!

Felicita – Ecco, visto che differenza? Però! Come li portate! Avrei detto che erano cinquanta!!.

Serafin - (resta interdetto: non capisce subito se é un complimento o no. Poi) Non son sicuro che sia un complimento! 

Leone   - (piano a Felicita) La vuoi smettere si o no!? (a Serafino) Felicita , voleva dire che da come ti comporti nella vita, pare che tu abbia l'esperienza di un  cinquantenne e anche di più! (a parte) Mi tocca sempre fare salti mortali!!

Serafino – Allora se è così, che ho l'esperienza di un uomo stagionato è ancora meglio per quella che mi sposerà! Non vi pare? 

Felicita - (a Leone) Non ha tutti i torti! (a Serafino) E allora si dichiari e, se anche lei vi vuole, sposatevela e non parliamone più!

Leone   - Fa cosi, Serafino, ma non so se........

Serafin - ........Oh io son sicuro che se mi aiutate, lei mi dirà di si. Lei, signora Felicita, non ha nulla in contrario, vero? E neanche tu Leone, vero?

Felicita – Si figuri! E non solo, ma mi fa anche felice. Sarete proprio una bella coppia! (piano) Magari Prospera se lo prendesse!    

Leone   - Oh, per me, fa pure.

Serafino - (sempre più felice a Felicita) Mettereste un buona parola per me?

Felicita - Ma sicuro! Con piacere! (piano) Non vedo l'ora!.

Serafino – (si alza di scatto e abbraccia Felicita e) Grazie mamma! (grande starnuto) (abbraccia Leone e) Grazie papà (gagliardo starnuto) (Leone e Felicita  restano a bocca aperta) Oh che gioia che ho! Lo sapevo che era il momento giusto!.

Felicita - (si riprende dallo stupore  e pulendosi con ostentazione la faccia e il vestito) Mamma!?! Ma è impazzito? Cosa é tutta sta confidenza? Lei mi chiama mamma solo perché le ho promesso di aiutarla? Non si permetta mai più, sa!  Ma chi ha mai visto!?! (a Leone) E digli anche tu qualcosa a sto pazzoide invece di stare lì imbambolato! ?Ti abbracciano la moglie davanti agli occhi e non dici nulla?

Serafino – (stupito dalla reazione) Ma io.....

Leone    - (più ridendo che arrabbiato) Ma tu cosa? Sapevo che eri un po' fuori di testa, ma non così! Si può sapere cosa ti è preso? Sapevo anche che eri innamorato, ma non credevo fino al punto d'impazzire! Su su, datti una calmata e beviamoci sopra E non stare lì annichilito! Ti va un bicchierino di grappa? (parlando da solo) Ho qualcosa sullo stomaco e la grappa è quel che ci vuole!

Felicita - E bravo il mio marito! Ah, difendi proprioe bene l'onore di tua moglie! Te l'abbracciano, te la baciano sotto gli occhi e tu invece di chiedere spiegazioni con un sorso di grappa lavi la vergogna e tutto finisce lì! Amici come prima! Boneur che so difendere da sola. (a Serafino) Allora, Casanova da pagliaio, si spieghi un po'!

Serafino – Scusatemi, ma non volevo offendervi. Ero solo molto allegro! Mi son detto: "Va Serafino a chiedere la sua mano adesso che soffre....... sola.......abbandonata e, magari, é il momento giusto e ti dice di si!" Vero che l'ho pensata giusta? 

Felicita - Ma questo dà i numeri! È un bel po' che è sola, non da oggi!

Leone    - Senti Serafino, non è meglio che tu vada dalla tua bella e le fai la dichiarazione invece di star qui!

Serafino - Ma davvero? Posso andare da solo?

Felicita - E chi vorrebbe assieme? Il sindaco e il parroco? Forza, vada, vada! (Serafino dubbioso guarda i due non molto convinto) Uffaaah! Coraggio, vada!!! (Serafino con passo deciso s'incammina starnutendo a ripetizione verso la porta da dove è uscita Rita e esce. Leone e Felicita si guardano interdetti).

Scena quinta

LEONE e FELICITA

Leone    - (ride di gusto) È proprio rimbambito poveruomo. I ragionamenti complicati lo ubriacano. Non sà neppure più da dove è entrato in casa!

Felicita – (ripresasi  dalla sorpresa  corre dietro a Serafino e lo richiama rabbiosa) Ehi, brav'uomo! Dove crede di andare? Torni indietro! L'uscita é dall'altra parte!

Scena sesta

RITA, SERAFINO e i già detti

Rita    - (esce agitata, di corsa con Serafino che la segue starnutendo) Mamma mamma, me l'hai mandato tu di là?

Felicita – Assolutamente no!! (a Serafino) Ohi, bel tipo! Devo chiamare il manicomio perché vengano a prelevarla?

Serafino - Ma me l'ha dato Leone il permesso di andare a fare la dichiarazione alla mia morosa!

   

Leone    - (ridendo) Sei proprio imbranato, vah! Guarda che Prospera stà nella casa qui  di fianco e l'uscita è quella.

Serafino - Prospera?!? E chi la vuole Prospera.! Io sono innamorato di Rita! Son venuto a chiedervi la sua mano appena ho saputo della disgrazia!

Rita    - Ma quale disgrazia? Lei dà i numeri!

Serafino - Che il suo moroso l'ha abbandonata. Brigida e Rosa m'hanno detto che Rita è stata abbandonata da quel Gianni. Infatti doveva venire domenica scorsa e non s'é visto anche se era la festa del paese. Ma non preoccupatevi:  sono qui io pronto a darle una casa e una famiglia!!

Leone    - Che bel pasticcio! Brigida e Rosa hanno preso in giro Serafino! (a Felicita) Belle linguacce hai per amiche tu!

Felicita – (cade a sedere) Oh mio dio, un'altra vergogna da lavare!

Leone  - Serafino? (piano) Come spiegarglielo? (forte) Senti, prima, quando  chiacchieravamo della tua morosa ci siamo confusi. Noi credevamo che tu parlassi di Prospera mentre tu.... mamma che confusione!

Serafino - No No, io voglio Rita, non Prospera! Cosa me ne faccio d'una più vecchia di me, anche se é brava e mi insegna a leggere e a scrivere tre sere alla settimana! Ma per fare tanti bambini e lavorare nei campi ci vuole una giovane e bella come lei! (indica Rita).

Felicita – (si riprende e copre Serafino di insulti) E io darei mia figlia a uno come te, contadinaccio sudicio, scimunito e ignorante? Uno che non ha niente se non le pezze al culo? E bravo tu, io faccio studiare mia figlia con un sacco di sacrifici perché prenda un diploma e poi salta fuori un “Mister spargiletame” come te che la vuole prendere per fare la vaccara carica di figli?!? Levati immediatamente dai piedi altrimenti ti faccio mordere dal cane!

Leone - Ma noi non abbiamo il cane!

Felicita - E lo mordo io, se non sparisce immediatamente!

Rita     - Mamma calmati per piacere! Se ho ben capito qui c'é stato un “qui pro quo” ......

Felicita - Ragazzina! Non girarmi la frittata come tuo solito. Eh?! Qui non c'è nessun “chirocò”, che poi io non lo conosco neppure! Qui è venuto solo sto “ramazzaletame” a cercare di prendersi mia figlia. Ma io piuttosto che darla un “vaccaro”  la faccio diventare suora di clausura!

Leone     - Felicita! Adesso basta offendere. Non ci siamo capiti! Tutto li!.Non c'è bisogno di farla tanto lunga. (a Serafino) Su Serafino, cerca di capire, non prendertela! Rita non fa per te . È più giovane di te di vent'anni e, con con il diploma che prenderà può trovare qualcosa di meglio che fare la contadina! Lavoro di tutto rispetto, ma non adatto a lei che non sarebbe neanche capace a lavorare la terra!

Rita      - Mi scusi Serafino, non ho nulla contro di lei e mi spiace che abbiate capito una cosa per l'altra, ma non mi sento di vivere la mia vita lavorando la terra, anche se rispetto il vostro lavoro che è uno dei più duri e onesti che ci sono! Grazie per l'offerta  di consolazione che m'avete fatto!

Serafino - (resta un attimo in silenzio e dispiaciuto) Grazie per le sue parole, signorina Rita. Mi ero illuso. Però se dovesse cambiare idea son sempre pronto a ripetere la mia offerta. E se sarà d'accordo lei anche sua mamma dirà di si!

Felicita - Mai! Mia figlia é già promessa a un signore bello e bravo, intelligente e di buona razza!

Leone   - (a parte) Voglio sentirla quando verrà a sapere che è il figlio di Prospera!!

Serafino – A nessuna condizione me la dareste??

Felicita - Guarda, tanto per dire! Solo se vincete il primo premio alla lotteria!

Leone   - Come dire la settimana dei tre giovedì!

Serafino - (avvilito) Allora non ho speranze. Dovrò cercarmene un'altra. Buondì Rita, ciao Leone, signora Felicita buondì (esce).

Scena settima

FELICITA, LEONE e RITA

Felicita - Oh là, a la buonora! Se n'è andato. Ma adesso mi sentiranno quelle due linguacce!

Leone     - (al pubblico) Scommettiamo che appena le incontra sono di nuovo culo e camicia? (alle due donne) Ciao, vado a farmi un giro.

 

Felicita - (indica a Leone la giacca che è appoggiata sulla spalliera della sedia) E la giacca non la prendi?

Leone    - No non fa freddo e poi ha una macchia che mi  son fatto ieri. (via)

Scena ottava

FELICITA e RITA

Felicita - Sempre il solito sbrodolone! (prende in mano la giacca, la guarda cercando la macchia, poi) Ah, eccola! È anche bella grossa ! Bisogna portarla a lavare a secco. (vuota le tasche e in una trova la vecchia pagina di giornale quella che Leone aveva letta nel secondo atto e che riporta l'articolo del processo) Sempre giornali  vecchi a desta e sinistra!. Tuo papà raccoglie tutte le immondizie e se le mette in tasca! (dà un'occhiata ala data) Settembre 1950! Bah!! (e getta il foglio sulla tavola senza leggerlo).

Rita    - Ci sarà magari un articolo che gli interessa! (qualche secondo di silenzio) Povero Serafino! Mi fa pena quell'uomo.

Felicita - Oh! È solo uno sciocco e senza soldi per di più! Chi vuoi che se lo prenda per marito, solo una contadinaccia come lui! Datti da fare per prenderti quel Gianni prima che qualcuna te lo porti via. Non capisco perché ci pensi tanto sù. Lui è già sui trent'anni e tu fra qualche mese sei diplomata . E mangiamo i confetti che é ora!

Rita     - Mamma, per piacere, non parliamone più, per ora. Son tre giorni che sono a casa per le vacanze di Pasqua e non hai fatto altro che menarmela con sta storia! Ti ho detto che ne abbiamo già parlato io e lui! Siamo d'accordo di aspettare ancora un momento. Lui risparmia soldi per comprare un alloggetto e io mi trovo un lavoro per dargli una mano a pagarlo. Così lo intestiamo a tutti due e lo sentiremo più nostro!

Felicita – Non aspettare troppo tempo, bambina mia, che uno così non lo trovi tutti I giorni! È abbastanza un bel ragazzo, guadagna bene e mi sembra intelligente e anche simpatico!  Eh, di qesta razza non ce ne sono molti in giro! Peccato che non ha nè un padre nè una madre, ma non si può avere tutto nella vita! A qualcosa bisogna pur rinunciare!! (al pubblico) Meglio così, meno parenti suoi per casa!

Rita    - Che discorso senza senso! Come se avesse rinunciato di sua volontà a un padre e a una madre!!

Felicita – (cerca di girare la frittata) Io intendevo dire che sei tu a dover rinunciare al piacere di avere suocero e suocera! Ma stai tranquilla, sei fortunata, c'é qui la tua mammina che farà da madre anche a lui!  Sposati solo in fretta così mi levi questo cruccio. Io alla tua età ero già sposata!

Rita     - (stanca di discutere) Basta mamma. Cambia discorso. Parliamo d'altro. Sembra sia una questione di vita o di morte se non mi sposo subito!! Uffahhh!

Felicita - Bimba! Un po' di rispetto  per tua mamma! Io parlo solo per il tuo bene. Hai sentito cosa ha detto Serafino prima? Che quelle due linguacce balorde di Brigida e di Rosa soffiano già in giro il sospetto e mi dici di star tranquilla? Ma non sai che se ci capitasse davvero una cosa simile, noi saremmo la vergogna del paese e ci prenderebbero tutti in giro! Riderebbero anche gli asini!!

Rita      - Gli asini rimangono asini anche se scoppiano dal ridere!! Non preoccupiamoci degli asini! Per mio conto possono ridere asini, capre, vitelli, oche, galline e tutti i malpensanti del mondo! E adesso cambiamo discorso!

Felicita – Ancora una cosa Rita.,Dammi la soddisfazione di vederti maritata  prima che si sposi quella ignorantona di Nina! Non potrei sopportare un'offesa così da parte di Prospera. Tu sei mille volte meglio di Nina: più bella, più brava, più intelligente, più studiata......

Rita     - ........Uffaaaah! Quante volte t'ho detto che non voglio sentire questi discorsi! Nina é una brava ragazza, onesta e che lavora. Senon ha potuto studiare non è colpa sua. E tu faresti bene a farti amica con Prospera che anche lei è una brava donna!  E adesso basta!! Me ne vado a prendere un po' d'aria buona ai giardini!! Ciao! (esce verso le camere)

Felicita – Se non si sposa in fretta con quel bravo ragazzo mi farà morire dal bruciacuore! (si siede e resta pensierosa mentre giocherella con il foglio di giornale)

Rita    - (da fuori scena) Avanti Rosa, mia mamma é in casa.

Scena nona

ROSA e FELICITA

Felicita – Guardala qui la linguaccia che viene nuovamente a scroccare il caffè!

Rosa    - (entrando) Ciao Felicita. Ho incrociato Rita sulla porta e m'è sembrata un po' seccata. (con falsa preoccupazione) Non le sarà mica arrivata qualche brutta notizia da Torino, spero?

Felicita - (infastidita) No, nessuna notizia! Ne da Torino né dal Giappone.

Rosa   - Ne ho piacere! Nessuna nuova, buona nuova!. Peccato che Rita é uscita se no potevo assaggiare se è vero che non fa un buon caffè!

Felicita - (piano) Visto? (forte) Lo fa cattivo, credimi sulla parola! Ma te ne faccio io  uno buono......poi! Adesso chiacchieriamo un po', prima.

Rosa     - (piano) E anche oggi, saltacaffè! (forte) Ma perché parlavi di novità dal Giappone, prima?

Felicita – Ma era solo così per dire.

Rosa    - (dubitando) Ma..... non sarà per caso scappato.... no, voglio dire....... volato in Giappone quel giovanotto? (con le mani fà il gesto del volare via degli uccelli)

Felicita - (piano) Linguaccia. (forte) Ma fammi il piacere, non dire stupidaggini.

Rosa   - No..... perché ..... non l'abbiamo visto domenica alla fiera e allora......

Felicita - (arrabbiata) ...........e allora ci avete subito ricamato sopra tu e e le altre linguacce d'oro del paese, eh? Proprio di questo volevo parlarvi appena vi avessi incontrato!. Cosa v'è venuto in mente di spingere quel contadinaccio di Serafino a venire a chiedere la mano di Rita, dicendogli che era stata abbandonata dal fidanzato! Dagli tua figlia a Serafino se lui ti sta tanto a cuore!

Rosa    - (falsamente sorpresa) Ma perché? È venuto davvero quello sciocco? (ride) Era solo un scherzo per prenderlo un po' in giro! Era da un po' di tempo che ci diceva di trovargli una sposa e allora l'abbiamo accontentato. (compiacente) Su Felicita  non prendertela! E.... cosa ha detto, eh?.... e come s'é comportato? Racconta, racconta!

Felicita - (non resiste all'invito a chiacchierare, cambia tono, ride  e) Pensa che io e           Leone credevamo parlasse di Prospera che, se ti ricordi, una volta Serafino        aveva fatto capire a me e a mio marito che era innamorato di quella vecchia    vedovaccia, e te l'avevo raccontato.  Poi quando m'ha chiesto se potevo metterci io        una buona parola con quella-là perché lo accettasse come marito, mi ha       abbracciato e chiamato mamma. Allora mi sono arrabbiata e gli ho chiesto          spiegazioni. E lì è uscito fuori che voleva sposare la mia Rita, sto rimbambito! Se tu vedessi come è rimasto deluso e mortificato quando l'ho rimproverato!

Rosa    -L'hai messo a suo posto allora quello sciocco!.... Ma Gianni, perché non è venuto? Hanno forse litigato i due giovani? Spero di no, perché sono proprio una bella coppia. È anche un po' merito  mio se la tua Rita e quel Gianni filano assieme!

Felicita - (decisa a chiudere il discorso) Una volta per tutte! Primo, Gianni non è volato via! Secondo, non è venuto ala fiera perché doveva da partire per lavoro! Terzo, non hanno litigato e và tutto bene! Capito?!? E adesso che ti ho tranquillizzato sulla coppia che ti sta tanto a cuore mi farebbe piacere che d'ora in avanti non mettessi in giro nessuna novità sul suo conto! Va bene?  E adesso, spiegami un po', quale sarebbe il tuo merito se quei due filano assieme?

Rosa   - (mentre Felicita parlava Rosa giocherellava con il foglio di giornale) Accidenti! Non ti ricordi più che sono io che ti ho portato le prime impressioni sul giovanotto? Son io che sono venuta di corsa a dirti che era arrivato e che era un buon partito per tua figlia!  (realizza di aver detto cose non vere ed allora non guarda più negli occhi Felicita, ma si concentra sul foglio di giornale. Legge distrattamente il primo titolo che le capita sotto gli occhi e si prepara a cambiare discorso)

Felicita - (guarda Rosa e vorrebbe darle della bugiarda, ma si trattiene e) Lasciamo perdere, va, che é meglio.

Rosa   - Tu, cosa é questo giornale? (legge la data) Settembre 1950. Com'è vecchio!

Felicita - Oh! Un delle solite immondizie che raccoglie in giro mio marito! Niente d'importante. L'ho trovato nella tasca della sua giacca.

Rosa   - (che nel frattempo ha dispiegato il foglio di giornale, guarda i titoli degli articoli. Titoli che prima non si leggevano)  C'è un articolo segnato con la penna........ Parla d'un processo.

Felicita - Ah si! Adesso mi ricordo. Leone stava buttando via vecchi giornali e s'è ficcato in tasca una pagina dicendo che parla non so per cosa della Juve. Si vede che poi se ne è dimenticato!

Rosa    - (che intanto ha incominciato a leggere l'articolo) Tuo marito è furbo, va la! Altro che Juve! Quì si parla della tua amica Prospera e di suo marito che é in galera condannato a trent'anni perché ha ammazzato uno!

Felicita – (le strappa di mano il giornale) Fa vedere, fa vedere? (legge) "Condannato......... Giuseppe Brunero........ truffato....... Pitali........ gioco d'azzardo...... Giovane moglie Prospera  de Vitis maestra elementare" (smette di leggere e  posa il foglio) Lo sapevo, lo sapevo io che quella  madama  aveva una bella macchiaccia nera nel suo passato! Oh! Adesso si che ridiamo ! Gliele faccio spurgare tutte. Vedrà come le costeranno cari quei tre rapanelli e le cinque foglie di insalatina novella! E finalmente anche le mie sedici gallinelle non si rivolteranno più nella tomba!!

Rosa    - Ma ci pensi? Con una notizia così nelle nostre mani possiamo farla cantare come vogliamo! Non può più chiuderci la bocca come ha fatto sino adesso!  (Prende  nuovamente in mano il giornale e legge) E senti, senti, non è mica finita: "Prospera de Vitis e.... il figlioletto Giovanni in tenera età."   E dove è finito quel povero bambino, eh? Quella là ha una figlia in casa non un maschio!

Felicita - (categorica) Abbandonato! L'ha senz'altro abbandonato chissà dove! E poi, questa sfacciata, ha fatto una figlia con qualche poco di buono della sua razza che poi si è stufato di una balorda così e l'ha fatta correre!

Rosa    - E brava Prospera! Tanta superbia, sempre la puzza sotto il naso, mai raccontare nulla della sua vita. Vedi, se l'é proprio voluto! Se ci raccontava qualcosa noi potevamo aiutarla nel suo dolore. Vero Felicita?

Felicita - Oh già! Ma tu credi che quella là abbia provato dolore? Se va bene, appena s'e trovata libera, alé! S'è data alla bella vita! E poi vedi "il risultato finale": una figlia che non si sa da dove arrivi! E sempre tenere tutto nascosto! Ah, ma adesso: luce, luce e pulizia! Ecco cosa ci vuole!  (e sventola il foglio ridendo tutte due)

Rosa     - Ora bisogna informare subito il parroco che non le dia più la comunione finchè non l'avrà confessata a fondo e anche i carabinieri che non si sa mai che abbia qualche rogna con la giustizia da qualche parte e che finora l'abbia fatta franca!

Felicita - Tutto a suo tempo! Per il momento silenzio con tutti e la interroghiamo che ormai non può più scapparci! Poi informeremo noi "chi di dovere", giusto?

Rosa     - Brava Felicita! Arrostiamola bene!. Qua la mano. (si stringono la mano giusto mentre entra Leone)

Scena decima

LEONE e le già dette

Leone    - (al pubblico) Cosa vi ho detto? Culo e camicia! (alle due donne ) Avete fatto il giuramento di Pontida?

Felicita – Giusto te! Cos'è questo? (e gli sventola da lontano la pagina del giornale)

Rosa    - (annuendo) Già!

Leone     - Mi pare ... Credo ...... Mi sembra.... (a Felicita che sventola velocemente  il foglio) Cribbio, moglie, se non lo tieni  fermo come faccio a dirti cos'è! (Felicita si ferma) Oh, finalmente! È un foglio di giornale! Sei cieca?  

Rosa    - (annuendo) Già!

Felicita – Io non sono cieca, ma credo che tu sia muto!

Rosa    - (annuendo) Già!

Leone - (non capisce) Senti Felicita, non farmi perdere tempo. Devo andare di là a scrivere le mie memorie. Passeggiando ho avuto un'ispirazione!

Felicita – Questo non hai perso tempo a nasconderlo, vero?!

Rosa    - (annuendo) Già!

Leone    - (a Rosa) Le hanno solo insegnato a dire  "già" ? Eppure la lingua longa non le manca.

Felicita - Rosa ha la lingua lunga, ma tu invece sei muto come un pesce quando ti fa comodo; questo giornale era nella tasca della tua giacca!

Leone    - (capisce di quale giornale si tratta, allora si batte la mano sulla fronte) Ahi! Fatta la frittata!

Rosa    - (annuendo) Eh??

Felicita – Ah! Hai capito adesso! Allora, perché me l'hai tenuto nascosto?

Rosa    - (annuendo) Eh??

Leone  - Ma perché...... perché non gli ho dato importanza. Son cose che non ci riguardano.

Felicita - E allora perché l'hai conservato questo foglio?

Rosa    - (annuendo) Eh??

Leone    - (a Rosa) Meno male che ha cambiato disco! Questo è più bello! (a Felicita) Senti moglie, hai letto cosa c'è scritto? E allora perché tante domande? Sai già tutto!

Rosa    - (annuendo) Già!

Felicita -Questo basta e avanza per farla diventare piccola così, quella smorfiosa! Prospera non é vedova ma ha il marito in galera e a ha un figlio abbandonato chissà dove e una figlia fatta chissà con chi!! Sfacciata e sporcacciona!

Rosa    - (annuendo) Già!

Leone    - (tra se) Silenzio, che non ha ancora capito tutto!

Felicita - Pensa che disgrazia sarebbe avere una parentela con quella!

Rosa    - (annuendo) Già!

Felicita - (a Rosa) Attacchi il disco con me adesso? Senti! Va da Prospera con una scusa e falla venire qui  che la mettiamo subito sotto torchio. Io intanto telefono a Biagina e a Brigida che vengano a trovarmi, così tutte assieme le facciamo raccontare tutto. Anche come era vestita la sua madrina di battesimo!

Leone   - Si riunisce il consiglio delle “lingue di zucchero"? Mi dispiace per voi, care le mie donne, ma dovete rimandare la vostra festa: quella povera donna di Prospera non c'è. Stamattina è andata a Torino da un avvocato.

Felicita - E tu come lo sai?

Rosa    - (annuendo) Già!

Leone   - Me l'ha detto... il parroco!

Felicita - (eccitata per la novità) Lesta Rosa, corri da Biagina la zia del parroco e senti  come stanno veramente le cose. Anzi no, aspetta che vengo anch'io. (uscendo si ferma e) Ah che sbadata! Scusami se anche oggi non t'ho fatto il caffè!

Rosa   - (piano) Oggi? Come al solito! (via)

Scena undicesima

LEONE

Leone   - Andate, andate pure che tanto Biagina non sa nulla anch'essa. Sono felice perché dopo tanto impegno io, il parroco, Poldo e un avvocato suo amico siamo finalmente riusciti a far  incontrare e abbracciarsi madre e figlio. Prospera e Gianni, senza farlo sapere a nessuno, si son trovati stamattina a Torino nello studio legale e hanno conosciuto tutte le vicende che avevano portato alla loro separazione. Ciò che era capitato e perché erano stati separati. Così adesso quel bravo ragazzo ha trovato padre e madre e Prospera suo figlio Giovanni, che della gente cattiva con la scusa di allevarglielo, durante la guerra, l'avevano portato in Sicilia e dopo la guerra le avevano fatto credere con documenti falsi che il piccolo era morto. A prospera era restata solo Nina che non era ancora nata quando suo marito aveva ucciso per disgrazia quel delinquente del suo socio.  Prima di mezzogiorno, per telefono, hanno confermato a don Natale che è andato tutto bene. Nel pomeriggio, poi, sono andati a trovare suo padre che è ancora in prigione ma fra un paio di mesi termina la pena.  A minuti saranno tutti qui e son curioso di vedere la faccia di Felicita quando Gianni le presenterà sua madre: Prospera! (leva dal cassetto il suo manoscritto) Ecco, mentre aspetto scrivo qualche pagina delle mie memorie.

Scena dodicesima

Felicita e LEONE

Felicita - (entra di corsa) Dov'è Rita? (corre  verso la porta e  chiama) Rita....Rita....vieni, veni .....corri! Bisogna intervenire subito! Dai, forza, cammina! (a Leone) E tu alzati da  lì e preparati  a combattere per difendere tua moglie e tua figlia!

Leone   - (ironico) È tornato Barbarossa con i barbari? Prendo il fucile?

Felicita – Non è il caso di scherzare, che il momento è tragico! Dobbiamo stare uniti!..... Vogliono soffiare il moroso a tua figlia!

Leone    - Tutto qui? Allora tu basti e avanzi. Io devo scrivere le mie memorie adesso che ho un'ispirazione!

Felicita - Allora scrivi anche che nel momento del bisogno, anziché difenderla, hai abbandonata la tua unica creatura al suo destino di signorina perpetua!  Mostro!!! ( chiama forte) Allora, Rita, ti muovi?

Scena tredicesima

RITA e i già detti

Rita    - (entra con calma) Sono qui, sono qui  Cosa c'è?

Felicita - C'è che ti soffiano il moroso sotto il naso, sbrigati!

Rita    - Come?!?

Felicita – Ero appena uscita con Rosa per andare in canonica a.......a..... a pregare

Leone   - Avevano un rosario urgente da dire!

Felicita – C'eravamo appena incamminate e siamo rimaste lì come fulminate! Di un po' chi abbiamo visto scendere da una macchina? Eh! Dillo, dillo!

Rita    - Boh! Cosa ne so! Racconta!

Felicita – Il tuo fidanzato Gianni e il suo amico Poldo! E sai con chi erano nella vettura?

Rita    - No che non lo so. Sei tu che li hai visti!

Felicita - Con Prospera! E quando sono arrivati, Nina, che li aspettava sulla porta, ha abbracciato e baciato il tuo Gianni! Capisci queste due serpi? Hanno fatto  di tutto e adesso te l'hanno portato via! Contenta?

Rita    - (ride) Ma fammi il piacere! L'avranno trovata per caso per la strada e le hanno dato un passaggio. Che male c'è? E Gianni e Nina si saranno abbracciati come si fa tra amici!

Leone   - (rassicurante) Brava Rita, stai tranquilla, che non possono portartelo via! Prospera e Nina sono madre e.......

Felicita - (lo interrompe scimmiottandolo)  ....... e figlia tanto di buon cuore e non farebbero mai una cosa così cattiva! (cambiando tono) Lo conosciamo già il tuo ritornello! E poi stai zitto che poco fa hai rifiutato di difendere tua figlia dall'attacco velenoso fatto a tradimento! Ma ci penserà la tua mammina a chiedere spiegazioni!, Stai certa appena quel moscardino traditore si presenterà a quella porta! E devono essere chiare, precise e inequivocabili se no lo denuncio ai carabinieri!

Leone   - (ironico) Si, brava! E così faranno un articolo sul giornale. Titolo: "Denunciato ai carabinieri per il reato di viaggio in macchina con persona cara appena ritrovata"       

Rita    - Papà, secondo me sarebbe più giusto: "Con conoscente da poco incontrata."

Leone    - (mettendole una mano sulle spalle con tenerezza) No figliola, credi al tuo papalino! In questo caso è più corretto il mio: "con persona cara appena ritrovata"!

Rita     - (gli sorride affettuosa) Non so perché ma sento che hai ragione!

Felicita – (guardando ironica padre e figlia) Ahhh!, ma che bel quadretto! Bravi, fatevi i complimenti uno con l'altro e parlate anche di letteratura! Intanto le due furbastre  ridono alle nostre spalle! Un giorno o l'altro mi stanco e non vi aiuterò più a arrangiare i vostri pasticci! (a Rita) Tu resterai signorina tutta la vita e tu (a Leone) non avrai più nessuno che ti metterà subito al corrente delle novità del paese. E allora, si, che voglio ridere a vedere come ve la caverete. Non chiedetemi mai più di aiutarvi!

Leone  - (alzando un po' la voce) Senti, moglie! Puoi iniziare da questo preciso momento a risparmiare fiato e lingua non raccontandomi più nulla di quello che succede in paese!  È probabile che verrò a sapere tutto senza aggiunte e ghirigori come fate tu e le tue amiche! (Poi visto che Felicita è visibilmente sorpresa dalla reazione, si rivolge al pubblico) Ogni tanto mi ricordo che mi chiamo Leone!

Felicita – Ti piacerebbe, eh? Ma non è ancora arrivato il momento che di fiato e lingua ne ho ancora una buona riserva!

CAMPANELLO DELLA PORTA

Rita    - Sarà Gianni! (lesta Rita, va ad aprire)

Scena quattordicesima

GIANNI e i già detti

Gianni   - (entra con Rita) Buona sera! Signora Felicita, signor Leone. Come state? Ho una magnifica notizia da darvi!

Felicita - (freddamente) Oh, me la immagino la sua notizia! L'ho visto con chi è arrivato! Non si vergogna di lasciare sola questa povera mia figlia che non aspettava altro che lei! Avanti, si giustifichi......... se può.

Rita    - Ma mamma, per piacere, non trattarlo così. Gianni è appena arrivato con una buona notizia e tu, neanche è entrato, e già lo affronti?

Leone   - (rappacificante) Ci dica Gianni, racconti pure e non si spaventi! (indicando la moglie) Abbaia abbaia, ma non morde!!

Gianni   - Non capisco! Cosa è successo?

Rita     - Niente, niente Gianni. Mia mamma ti ha visto arrivare in macchina con la signora Prospera e.....e......e.....

Leone      - ...e si è arrabbiata perché pensa che........che.....(inventa) che stasera lei va a cena da loro che senz'altro l'hanno invitato. (fà il gesto come di asciugarsi il sudore dalla fronte, poi tra se) Sempre i salti mortali!

Rita     - (aiuta il padre) Eh sì, perché mia mamma ci tiene tanto ad avervi a cena qui!

Felicita  - (interdetta, piano a Rita) Ma cosa state dicendo?

Gianni  - No, no! Stasera tutti a cena fuori in ristorante. Offro io perché dobbiamo festeggiare un grande avvenimento! Oggi, grazie all'aiuto di Poldo, di don Natale e sopratutto del signor Leone ho avuto una grandissima gioia. (a Rita) Tuo papà, Rita, da una notizia letta su di un vecchio giornale, ha capito il dramma della mia famiglia e s'è dato la pena di riallacciare i fili che si erano interrotti bruscamente ed in malo modo più di trent'anni fa. Mi ha permesso così di ritrovare ed abbracciare mia madre, mio padre e mia sorella!  

Rita    - Ma davvero! Ce li devi far conoscere il più presto possibile! Vero mamma?

Felicita – (annuisce, ma poco convinta. Guarda interrogativamente Leone come a chiedergli cos'ha  combinato)

Gianni    - Presto fatto! Mia mamma e mia sorella sono già qui!  Un attimo di pazienza! (esce e  rientra subito con Prospera e Nina)

Scena quindicesima

PROSPERA, NINA e i già detti

Gianni    - (Le presenta) Mia mamma e mia sorella! Pensate quanto ci erano già vicine e noi non lo sapevamo!

Felicita   - Oh  me povera donna, mi sento male! (cade svenuta sulla sedia)

Prospera - (s'avvicina a Felicita con Nina) I sali, i sali presto! (Nina esce e ritorna subito con i sali e li fa annusare alla madre ) Su Felicita,su!

Leone     - (ironico) Una gioia così grande, mia moglie non l'aveva mai provata!

Felicita  - (si riprende e esitando) Lei..... Prospera.......sua madre....... e Nina....... cognata  e suocera di Rita? Nostre parenti? Signore aiutami! (sviene nuovamente)

Gianni   - Se sapevo di darle una gioia così grande, l'avrei preparata con calma alla notizia! 

Rita    - (fa nuovamente annusare i sali alla madre) Mamma, mamma, su su, riprenditi! (Felicita si riprende e si guarda intorno incredula)

Prospera - Felicita? Lo vede che alla fine è venuta a sapere quello che le interessava. Eh, le vecchie portinaie....

Felicita  - (torna quella di sempre) Portinaia ancora in gamba, prego! (a parte) Devo studiare qualcosa per non dargli Rita!

Gianni  - Contenta eh, signora Felicita! Vedrà, saremo una bella famiglia tutti assieme: Rita ed io, lei e il signor Leone, mia mamma mia sorella e mio papà che fra poco più d'un mese sarà nuovamente tra noi.

Leone    - Òhhhh, la! Così finisce tutto bene!

Felicita  - Eh no! La mia Rita non la do al figlio di un galeotto e di una che ha abbandonato suo figlio chissà dove e ha una figlia che non si sa da dove arrivi!

Rita     - Ma mamma, cosa dici! Non offendere!

Felicita  - Basta leggere sul giornale! (cerca il giornale) Dov'è? Ah, eccolo! (legge) "Prospera de Vitis e il figlio Giovanni in tenera età" Qui non si parla di figlie.

Prospera – Pur non essendo obbligata a spiegare nulla a nessuno, solo per aiutare questi due giovani che si vogliono bene, racconterò a felicita che quando quello sfortunato di mio marito s'è trovato in quel pasticcio io ero appena rimasta incinta di Nina. Il giornalista che ha redatto quest'articolo del 1950 ha solo riportato la situazione familiare di sei anni prima senza sapere che nel frattempo era nata Nina.

            Il mio Gianni non l'avevo abbandonato ma una coppia di conoscenti benestanti e senza figli, che credevo amici, con la scusa di aiutarmi ad allevarlo quando mi son trovata senza marito e piena di debiti, se lo sono fatto dare e poi, di nascosto, se lo sono portato via distante in Sicilia. Allora c'era la guerra e con lo sbarco degli americani l'Italia è stata divisa in due.

            Finita la guerra con documenti falsi mi hanno fatto credere che Gianni era morto in un bombardamento, per tenerselo. A gianni come scusa gli hanno fatto credere che io e mio marito l'avevamo abbandonato. Grazie però a Leone, qui presente abbiamo chiarito tutto e siamo nuovamente assieme.

            Adesso bando alle disgrazie e facciamo festa tutti assieme!

Leone   - (a Felicita)  Allora tutto a posto? Festeggiamo?

Felicita - (non s'arrende ancora) Ma neanche per sogno! Rita non la do  a un...... a una  a...... Insomma, Rita l'ho...... l'ho già promessa ad un altro! Capito?

Tutti    - Ehhhhh?!?!?!

Scena ultima

ROSA, SERAFINO e i già detti

Rosa    - (entra di corsa seguita da Serafino) Felicita, Felicita! Che notizia che notizia! (indica Serafino) Ha il biglietto vincente della lotteria!  Pensa che dalla gioia é  guarito: non balbetta e non starnuta più!

Serafino - (entra con un cestino coperto da uno straccio e  lo porge a Leone con un gesto d'intesa) Quando sono andato giù alla fiera delle vacche, quest'inverno, un mio amico a comprato un biglietto della lotteria e tanto ha insistito che ne ha fatto comprare uno anche a me. Poi l'avevo messo in un cassetto e me n'ero dimenticato.(a Felicita) Ma voi mi avete detto: "Ti do Rita solo se vinci il primo premio alla lotteria". Allora mi sono ricordato del biglietto, l'ho preso e ho chiesto al tabaccaio di controllare il numero che lui aveva la lista di quelli vincenti!

Felicita – (nuovamente in gamba e piena di spirito combattivo) E ha vinto il primo premio?

Serafino - (dispiaciuto) Purtroppo no! Ma cento milioni si!

Felicita – Va bene lo stesso! (verso gli altri) A lui l'ho promessa! Serafino, la mia Rita è sua!

Serafino – Adesso potete anche tenervela  Mi avete insultato malamente quando vi ho chiesto la sua mano. M'avete mandato via come si fa con un cane! È Nina la mia morosa adesso!  Appena ero uscito da qui l'ho incontrata e le ho chiesto se mi voleva e mi ha detto di si!! (a Nina) Adesso son contento perché posso farti fare una bella vita! Vero Nina?

Nina    - Si Serafino!

Leone   - (ironico) Felicita, gioca al lotto che oggi è il tuo giorno fortunato!

 

Rita    - Basta così mamma ! Io sposo Gianni e tu mettiti il cuore in pace!

Felicita  - (battuta, demoralizzata, cede) Ma non è giusto tutto questo. Tutti hanno avuto un regalo. Gianni ha  trovato i suoi genitori e la sorella Nina, Rita a s'è presa Gianni. Prospera ha trovato il figlio. Serafino i soldi e Nina un moroso. Leone ha avuto la soddisfazione di sapere qualcosa che io non sapevo e di tenermelo nascosto. Poldo, la gioia di vedere il suo amico contento e Rosa la gioia di poter malignare in giro  sulle mie disgrazie. E a me?

Leone     - A te ho pensato io! Tieni! (Scopre il cestino, che gli ha dato Serafino nel quale pigolano sedici pulcini) Sedici galline nuove!

Prospera – (toglie dalla borsetta un mazzetto) E da parte mia, tre rapanelli e cinque  foglie di valeriana del mio orto!! (lo porge a Felicita e, finalmente, si sorridono e  s'abbracciano).

E

FINE

DELLA

COMMEDIA