Troppo piccolo ‘sto mondo

Stampa questo copione

Troppo Piccolo ‘sto Mondo

                                                                                                                                            

(Commedia in tre atti di Stefano De Stefani. Rappresentata la prima volta il 28/11/2014 “Teatro della dodicesima” Via Carlo Avolio, 60 Roma – Compagnie “Rosa Blu”, “Li Buattàri” e “Noi Per Gli Altri” regia dell’autore)

Personaggi                                                                 

LAVINIA                              

LIVIA                                                

CLAUDIO                                                                                                    

OTTAVIA                                         

GIULIA                                                         

VIOLA                                  

GIACOMO                                        

TASSISTA                                         

VITTORIO EMANUELE                   

CARLO ALBERTO               

OLIMPIA                                           

OTELLO                                                       

GASPARE (Lonzetta)                        

LUDOVICA                                                  

BUTTAFUORI                      

ERMINIO                                          

FRANZ                                             

N° SIAE   234307

 Per ogni utilizzo del testo prendere contatto con l’autore: rosablufd@gmail.com Tutti i diritti riservati

PRIMO ATTO

Scena I(Lavinia, Livia, Claudio)

(Roma, anni novanta, soggiorno di casa Parenti,  ingresso comune centrale, tavolo al centro con sedie intorno.             Dalla grande finestra a sinistra si vede il “Cupolone” sotto la finestra un divano. A destra libreria e        uscite per cucina e zona notte.         Lavinia, circa quarantacinque anni, sistema la tavola per una prima

colazione, Livia, venti/venticinque anni siede sul divano, tazzina di caffè in mano)

LAVINIA - (Vestaglia, aria un po' assonnata) Vediamo, caffè, latte, aranciata, cornetti, giornali. Tutto     pronto

            per “l’omo de casa"!

LIVIA - (Abito sobrio, da donna in carriera, trucco leggero, capelli in ordine) Sai, mamma, penso che “zietto”,             da dieci anni a questa parte, faccia una “vitaccia”! Per non parlare, poi, di tutti quegli anni passati a             Perugia...

LAVINIA - Quindici, quindici anni! Adesso, poi: sballottato da un albergo all’altro, tra Firenze, Bologna,             Perugia! Mangiare sempre al ristorante! (Sospira) Pe fortuna,quando torna a casa, lo trattamo come un

            re!

LIVIA -Già un re... proprio un re!

LAVINIA -...che “vitaccia” (Un po' ironica)

LIVIA - Cosa vuoi, quando si mette al primo posto il lavoro, è questo il prezzo da pagare!(Pensierosa) Che tu

sappia, ha mai pensato di farsi una famiglia? Una famiglia sua, intendo! Avere una compagna, dei figli?

LAVINIA - Veramente nun c’è mai stata l’occasione pe’ parlanne, sta sempre in giro!

LIVIA - Non ci ha fatto mancare niente, però!

LAVINIA -È vero! Ha pensato più a noi che a lui. Purtroppo Ottavia ed iosemo rimaste vedove presto e   lui

 s’è sentito in dovere di provvedere a noi tutte. Tu e Giulia avete potuto studia’. (Riflette)Per tua zia e

 per me, è stato molto bello ritrovarsi qui, dove siamo nate e vissute co’ i nostri genitori!

LIVIA - Era rimasto solo in questa grande casa…

LAVINIA - … tanto grande che c’è posto anche pe’ nostra cugina Viola…

LIVIA - … cugina? Per voi è una sorella!

LAVINIA – È sempre stata con noi… (sorride dolcemente) si è 'na sorella… (Entra Claudio) buongiorno                         fratellino, già pronto pe’  parti’? Ecco la colazione!

CLAUDIO - (Circa cinquanta anni. Abito grigio, cravatta azzurra, camicia bianca, ha un trolley e un soprabito

            in mano che posa vicino la porta) Buongiorno alle mie donne! Grazie, sorellina mia, ma non ho molta             fame… e poi non vorrei far tardi… ecco… (Prende la tazzina) il caffè... il caffè sì. (Beve il caffè.             Lavinia è contrariata, se ne accorge)) Va bene, prendo anche un biscotto… contenta, tesoro        mio?             (Lancia un bacio alla sorella) Per fortuna c’è la metro: dieci minuti e sono in stazione.

LIVIA - (Si alza, posa la tazzina e da un bacio a Claudio) Scusa, zio, ma perché non prendi un taxi? Sempre co’

'sta metro.

CLAUDIO -Cara Livietta, è così comoda! Da qui so’ du’ passi…

LAVINIA - … proprio due non direi…

CLAUDIO - … e saranno pure quattro, ma fa bene un po’ di moto! Vero, bella de zio,? (A Livia) E se posso             contenere le spese è meglio ... per tutti... nun te pare? (Guarda Lavinia che approva)

LIVIA -Ma non ti preoccupare, adesso lavoro anch’io e potrei anche ... fare carriera, quindi...

LAVINIA -Davvero? Questa è ‘na novità! E racconta, racconta, de che se tratta?

LIVIA -Non ne voglio parlare, sapete, per scaramanzia!

CLAUDIO - (Si siede al tavolo) Fai bene! Tienici pure sulle spine, ma dicci tutto appena è sicuro!

Scena II (Claudio, Ottavia, Giulia, Livia, Lavinia, Viola)

(entra Ottavia con sua figlia Giulia)

CLAUDIO - (Facendo una “scafetta” a Giulia) Buongiorno alla bellezza (Poi guardando Ottavia, strizzandogli occhi e cercando, tastoni, qualcosa sul tavolo)... ‘nd’ho messo gli occhiali?

OTTAVIA - (Anche lei sulla cinquantina. In vestaglia, ma in ordine perfetto, niente affatto assonnata. Energica e             indispettita) Quanto sei spiritoso!

GIULIA - (Venti/venticinque anni. Jeans, camicia, sobriamente elegante, da un bacio allo zio) Buongiorno             “zietto”! In partenza?  (Rivolta alla zia Lavinia) Che se “magna”, stammatina?

OTTAVIA - (Vicino la libreria, controlla se c’è polvere, pignola) Si dice: “Che cosa c’è per colazione     stamani?”

            No: “Che se magna stammatina?” Datti una regolata figlia mia!

GIULIA - (Si siede al tavolo) Uffa, ma siamo in famiglia, che t’importa!

CLAUDIO -Ha ragione Ottavia, una ragazza bella e intelligente come te deve essere, sempre... come        dire...

LIVIA - …un po' snob, forse?

CLAUDIO -No, proprio snob no, ma deve darsi un contegno... ecco!

LIVIA -Già darsi un contegno! Lo dici a me! A casa, però, mi rilasso.

GIULIA -Anch’io, a casa, mi rilasso! Sul lavoro devo controllarmi, è naturale, ma poi, perché mi dovrei vergognare se parlo romano? (Ottavia la guarda imbronciata)Sono…(Guarda la madre e con tono di     sfida) So’ romana, de Porta Cavalleggeri, parlo come me pare! Ormai in questa città se sente      parla’ de

tutto, meno che er dialetto nostro. Oppure, quell’orrendo “gergo”, che la gente impara al cinema e poi lo spaccia per “romanesco”.(Ha un brivido)E’ così bello entrare a casa e sentire ’sto dialetto, questa musicalità che esprime la dolcezza, ma anche il sarcasmo e la durezza di noi romani.

LIVIA -E’ vero! Io provo tanta tenerezza nel sentirvi parlare, in quel modo. Mi ricorda i nonni, le persone           che conoscevo da piccola...

LAVINIA - … già, quei modi di dire, quelle espressioni… le inflessioni…

OTTAVIA - … che ha detto? Le infezioni?

GIULIA -Mamma! Inflessioni! Ma che te sei scordata pure l’italiano.

CLAUDIO –Ricordate che Roma è una città cosmopolìta!

OTTAVIA -Cosmo... che?

LAVINIA -Cosmopolìta! Vuol dire che è abitata, frequentata da gente di nazionalità e idiomi (Ottavia la guarda allibita) diversi. È sempre stato così, fin dai tempi antichi, quelli della Roma imperiale...

OTTAVIA -Ma che te sei “magnata” stammatina, ‘n par de paggine de vocabbolario?

GIULIA -Datti una regolata, mammina mia! Si dice “mangiata” e “vocabolario” con una “b” sola! (Ridono tutti)

CLAUDIO -Mannaggia la miseria, ma che ora è? (Guarda l’orologio)Uuhh, faccio tardi… (Prende il trolley e il

soprabito) un bacione a tutte...

VIOLA - (Circa quaranta anni. Entrando assonnata scarmigliata e in vestaglia, pantofole con piumetta) Buongiorno, cosa ci offre il buffet stamani

CLAUDIO -Buongiorno alla nostra Sarah Bernhardt! (Squadra la cugina, soddisfatto) Quanto sei bella!   Allora, come è andata ieri sera? Il solito successone?

VIOLA -Naturalmente! (Lo abbraccia, poi lo allontana guardandolo con espressione sorpresa) Ma che ore        sono? Tu sei ancora qui? Mi avete svegliata all’alba...

OTTAVIA -Già. Per te è proprio l’alba, so’ le sette!

LAVINIA –Mo’je pija ‘no sturbo!

VIOLA - (Inorridita) Le sette? Notte fonda, altro che alba! Io sono andata a letto quattro ore fa! Vabbe'   prendo un

            goccio di caffè e mi ritiro. Sono veramente provata! (Prende  il caffè e siede teatralmente sul divano)

OTTAVIA -E’ provata, lei, ma prova a...

CLAUDIO - (Divertito) Ehm... allora io vado!

LAVINIA – Mi raccomando, appena arrivi, una telefonata…

CLAUDIO - … ma certo! Ora ho questo… (Le mostra un cellulare) grande invenzione… (Riflette) bah? Ah            dimenticavo, Venerdì sera, quando torno, fatevi trovare in “ghingheri” che vi porto a cena fuori!

TUTTE -A cena fuori? Perché?

CLAUDIO -Ve lo dico Venerdì...  scappoo! (Esce)

Scena III(Giulia, Lavinia, Livia, Ottavia, Viola, Giacomo)

GIULA -Che avrà in testa, “zietto”?

LAVINIA -Un invito a cena? Ce deve esse’ sotto qualcosa de grosso!

LIVIA – E già! Io, una mezza idea ce l’ho…

LAVINIA – Ah si? (interessata, curiosa) Allora, dicci, dicci...

GIULIA -Che state dicendo? Che succede?

OTTAVIA -Fate capi’ anche a noi!

LIVIA – È una sensazione, ma non voglio azzardare ipotesi… per il momento!

VIOLA -Giustissimo, non dire niente! Anche perché, ora non ti seguirei. Ho troppo sonno. Torno fra le    braccia di

            Morfeo! Buonanotte! (Esce)

OTTAVIA - (Con gli occhi fuori dalle orbite) Orfeo? Ma che s’è portata ‘nomo a casa? Magari quarche   attore da

            strapazzo

CAMPANELLO

GIULIA -Morfeo, ha detto Morfeo, il dio del sonno!

OTTAVIA -Ah beh! Morfeo. Ma… sempre ‘nomo è...

GIULIA -Mamma!

CAMPANELLO

LAVINIA -Livia perché non vai ad aprire?

GIULIA -Vado io! (Va ad aprire e rientra con Giacomo. Sorrisetto beffardo, guarda Livia)

LAVINIA -Ah, Giacomino caro, si accomodi! (Occhiate divertite a Livia)

GIACOMO - (Circa trenta anni. Abito fumo di Londra, cravatta blu, camicia azzurra) Buongiorno, scusate il             disturbo, ma stamattina mi sono accorto di aver finito lo zucchero! Purtroppo, (Guarda di soppiatto             Livia)non so regolarmi!

OTTAVIA -Ma quale disturbo! Livia dai lo zucchero al signor Giacomo, porello, deve fare colazione! (Ridacchia)

LAVINIA -Venga, venga. Può fare colazione qui con noi, è già tutto pronto! Guardi c’è anche il giornale             fresco fresco. Livia prendi una sedia per il signor Giacomo!

LIVIA -Certo subito! (Tra se)Mo je do ‘ncazzotto ‘ntesta a tutte e tre, guarda eh!

GIACOMO - (Prendendo la sedia dalle mani di Livia, con sguardo adorante) Grazie, quanto siete gentili!

GIULIA - (Sorrisetto sarcastico) Ma non c’è di che, ci fa un po' di compagnia!

GIACOMO -Oh no, siete voi che fate compagnia a me. (Sempre guardando Livia)Non mi sono ancora

            abituato a vivere solo!

LAVINIA - Un bel ragazzo come lei, laureato, con un buon lavoro… (Guarda Livia che sbuffa) non avrà

            difficoltà a trovare compagnia…

GIULIA -… ah, è anche laureato? Ma allora cosa fa qua in Italia? Scappi, vada all’estero, via da questo   grigiore,

            questa monotonia. (Livia la fulmina) 

GIACOMO -Dice bene lei! Il fatto è che qualcosa... ehm... qualcuno mi trattiene… (Guarda Livia             supplichevole)

OTTAVIA, LAVINIA E GIULIA -Lo sappiamo, lo sappiamo...

LIVIA -Ma sapete sempre tutto, voi? Io, invece, non so proprio niente... (Esce indispettita)

Scena IV (Giacomo, Ottavia, Lavinia, Vittorio Emanuele)

GIACOMO -Signora Lavinia, non ho proprio speranza con sua figlia, vero?

OTTAVIA - (Dura) Signor Giacomo, scusi se glielo dico, ma lei è troppo timido!(Lavinia le fa cenno di   essere meno aggressiva) E poi non può pretende’ de risolve’ ‘ste cose col nostro aiuto, in nostra

            presenza! La deve incontra’ da sola... capito? Sola!

GIACOMO -Ah, sì sola! (Perplesso) Ma come faccio?

LAVINIA -La porti a ballare! (Sognante)

GIACOMO -  … ma io non so ballare.(Rivolto alle donne, simulando imbarazzo)

OTTAVIA -(Lapidaria) Impari! (Giacomo si siede in un angolo, pensieroso) Oppure la inviti a mangiare una

pizza...… al cinema...

LAVINIA –(Come se non avesse sentito gli altri. Sognante c.s) … a ballare. Si, a Livia piace molto ballare !

GIULIA –Mamma… (Lavinia ha un sussulto)  zia… (Ottavia volta la faccia altrove) siamo nel 1995! Ancora

            la pizza, ballare… (Sconsolata)  il cinema? Insomma… (A Giacomo)per Livia queste cose non vanno

            bene!(Esce)

CAMPANELLO

GIACOMO – Allora, cosa le piace?

GIULIA –Lo deve chiedere a lei! (Esce)

GIACOMO - (Tra se) Giusto!

CAMPANELLO

LAVINIA - (Guarda con ansia verso la porta) Chi sarà? Che ore so’?

OTTAVIA -Le otto! Non è Otello tuo, è troppo presto (Lavinia va da aprire e rientra con Vittorio Emanuele)             Buongiorno Signor Vittorio... Vittorio Emanuele... insomma come la devo chiama’?

VITTORIO EMANUELE - (Anche lui sulla trentina. Elegante, blazer blu, pantalone grigio, cravatta regimental,             camicia azzurra)Signora Ottavia, mi chiami come più le rimane facile, si figuri!

OTTAVIA -E’ successo qualcosa a suo zio?

VITTORIO EMANUELE -No per carità, lo zio, il barone, ha una salute di ferro. No, sono passato perché, se

è possibile, vorrei chiedere una cosa a Giulia... ehm... alla signorina Giulia! E’ in casa?

OTTAVIA -Certo che è in casa! La chiamo subito! Lavinia offri un caffè al signor Vittorio… Vittorio

Eman... uffa!   (Esce)

LAVINIA -Sì, Ottavia! Permette vado di là in cucina, torno subito! (Esce)

Scena V  (Vittorio Emanuele, Giacomo)

VITTORIO EMANUELE -Prego! (Si accorge di Giacomo) Embè, e te che stai affà qui?

GIACOMO -Mi serviva lo zucchero...

VITTORIO EMANUELE -Lo zucchero? (Ridacchia) Lo so io che te serve! Beh, Livia è caruccia, ma Giulia è

            meglio...

GIACOMO -… senti, “baronetto”, ognuno ha i gusti suoi! A me piace Livia, a te Giulia, quindi! (Seccato)

VITTORIO EMANUELE -All’anima come te inalberi facile! Non sei cambiato per niente, pure da

            ragazzino sembravi uno calmo calmo e invece...

GIACOMO -… Ti ricordi, eh?

VITTORIO EMANUELE - Ma certo! Tu eri più piccolo, ma stavi bene nel nostro gruppo!Perché, pure se

ciavevi ‘sta faccia da pacioccone,  eri ‘n ber dritto! (Gli da una pacca sulla spalla)

GIACOMO – (Sorridendo) Che “casinari”eravamo!Quante je n’avemo combinate a tu’ madre e a mi’

madre…

VITTORIO EMANUELE - …e ar portiere?(Sorridono, complici. V.E. riflette)Dentro ‘sto palazzo e in mezzo

a ‘sta strada, siamo cresciuti in tanti, tutti insieme, poi ognuno ha preso una strada diversa. Noi

siamo stati un po' più fortunati di altri... abbiamo un buon lavoro…

GIACOMO - … siamo fortunatiad aver avuto alle spalle delle famiglie solide…

VITTORIO EMANUELE - … e co’ le conoscenze giuste! (Giacomo annuisce sorridendo) Però, un po’ ce lo

            siamo pure meritato! No?

GIACOMO – Ma sì… (Sorridendo da una pacca sulla spalla a V.E. e rimane pensoso) n’è passato de tempo…

già! (Perplesso)Il tempo!

VITTORIO EMANUELE - Ao' che c’hai? Che dici?

GIACOMO -Eh, cosa? Sai, pensavo che sto facendo passare troppo tempo.

VITTORIO EMANUELE -Riguardo cosa?

GIACOMO -Non so cosa mi succede. Tu sai che, con le ragazze, non so’ quel che se dice un "timido", ma,

            con Livia, non ci riesco...

VITTORIO EMANUELE -... in che senso?

GIACOMO -Non riesco a dichiararmi!

VITTORIO EMANUELE -Veramente? (G. annuisce) In confidenza, anch’io non ci riesco con Giulia! E non        sono “timido”… (Riflette)

GIACOMO – Forse quando si tratta di qualcosa di serio, di profondo, la faccia tosta viene meno…

VITTORIO EMANUELE - … sarà pure come dici te, ma tocca che se damo ‘na mossa! Se non altro pe’ nun fa’

la figura dei farlocchi! Dico bene? (Giacomo annuisce, un po’ divertito)Sai che facciamo? Le

invitiamo a cena. Così, insieme, ci facciamo coraggio. Al diavolo le incertezze e ... (Un po’ pentito, tra se) bonanotte ar secchio!

Scena VI (Giulia, Vittorio Emanuele e Giacomo)

GIULIA - (Entrando, con il caffè per V.E.) Allora Vitto' ... (Si accorge della presenza di Giacomo) ehm, Vittorio, cosa deve dirmi di tanto importante, a quest’ora del mattino? (Posa il caffè sul tavolo)

VITTORIO EMANUELE -Ecco, io pensavo ... che... Giacomo diceva...

GIACOMO -Cosa dicevo io? (Divertito)

GIULIA -Insomma non ho tempo da perdere. Devo andare a lavorare!

VITTORIO EMANUELE -Bene! Posso accompagnarla io. Passo proprio davanti al tuo... ehm...    al suo   ufficio. Prendo le chiavi della macchina e andiamo... (Fa per uscire)

GIACOMO -Vittorio (Richiama la sua attenzione) e... e io?

VITTORIO EMANUELE -Che dici Giacomi’? Che devi andare a lavorare pure te? Ma te vai dalla parte opposta,

            vero? Scusa ma non ti posso accompagnare! (Giacomo lo guarda interrogativo, V.E. capisce e lo prende

da una parte) Ah, ma tu dicevi per quella cosa, per la pizza? Eccola l’occasione: per strada le faccio

l’invito. Contento?

GIACOMO -Si, si... (Sorrisetto)

GIULIA - (Che non è riuscita a sentire il colloquio) Va bene fra cinque minuti al portone?

VITTORIO EMANUELE -Agli ordini! Cascasse il mondo, tra cinque minuti sto davanti al portone !          (Esce)

GIULIA - (Visibilmente contenta e rivolgendosi a Giacomo) Mi scusi, ma sto facendo tardi. (Esce impettita)

LIVIA - (Entrando, rivolta a Giacomo, con finta durezza) L’hai preso lo zucchero?

GIACOMO -Si, si... (Se la mangia con gli occhi)

LIVIA -... e il caffè?

GIACOMO -Si, si... (Ci pensa e poi tra se) Cioè, no!

LIVIA -Allora muoviti, che fai tardi in ufficio. (Lo guarda andare, divertita e con tenerezza. Giacomo,   scuotendo la testa, esce)

Scena VII  (Lavinia, Livia, Ottavia)

LAVINIA - ( Si è cambiata, pettinata, truccata leggermente, abito fantasia sul rosso. Entrando) Per caso            hanno suonato?

LIVIA -No. Stai sulle spine

LAVINIA -Chi io? No! Cioè, si! A quest’ora arriva Otello!

LIVIA -Mamma, quest’uomo ti ha proprio stregata!

LAVINIA -Figlia mia, stregata, è una parola “grossa”, non so’ mica ‘na ragazzina. Il fatto è che lui è così             gentile, simpatico e poi è anche un bell’uomo, no?

OTTAVIA - (Si è cambiata, tolta la vestaglia, indossa un abito blu a pois bianchi. Entrando coglie le ultime             parole) Si, bello, bono, simpatico, ma nun se decide mai! Quanno te se sposa?

LAVINIA -Lo fa, lo fa. Lui ha il problema della mamma anziana, ha quasi novant’anni, nun la pò            lasciare sola a Firenze...

OTTAVIA -Sola? Ma se cià una badante che vive con lei, come se chiama? Lud... Ludmilla! Lui la chiama             “Ludi”! Che sarebbe poi tutta ‘sta confidenza!

LAVINIA -Ma quanto sei perfida! La chiama “Ludi” perché non je viene Ludmilla! Poi ha detto   che pesa

 novanta chili e ...

OTTAVIA -… e già, lascia la madre di novant’anni co’ ‘na badante de novanta chili! Sempre preciso       ‘st’omo!

LAVINIA -Ottavia, non ricominciamo. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per prendere la decisione.   Non semo

            poi così vecchi!

OTTAVIA -Si, du’ ragazzini...

LIVIA -Mamma, zia, vi prego...

OTTAVIA - Vabbe’! Comunque, Otello, deve parla’ co’ Claudio!

LAVINIA -Beh, non credo che ce siano difficoltà. Claudio è un uomo di mondo…

OTTAVIA - … ma se è ‘nbacchettone, pieno de formalità. Nu’ lo vedi come va in giro? Tutto preciso,     mai

            ‘nbaffo fori posto e poi, a volte, penso che sia pure un po’... strano!

LAVINIA -Che vuoi dire?

OTTAVIA - Vojo di’ che nun l’ho mai visto co’ ‘na donna! Non sappiamo se cià o cià mai avuto, ‘na      storia. Nun

            ha mai pensato a fasse ‘na famiglia.

LIVIA -Ma zia, come fai a pensare una cosa del genere di tuo fratello?

LAVINIA -Otta’, ma che t’ha dato de volta er cervello?

OTTAVIA -Io le cose le noto... e ce raggiono.

LAVINIA -Anche se fosse, poi, non ci sarebbe niente di male, rimarrebbe sempre una gran brava persona.             (Ripensa a quanto detto da Ottavia) Ma perché, io nu’ raggiono? Che stai cercanno de di’?

OTTAVIA -Insomma! Nun sei pe’ niente diffidente... te bevi tutto quello che te raccontano...

LAVINIA -Mo basta! Tu parli così perché non c’hai ‘no straccio d’omo che te sta dietro e...

OTTAVIA -… ma che ne sai te de quello che c’ho o de quello che non c’ho? (Sostenuta)Io c’ho!

LIVIA -  Zia, ma che ci stai rivelando? (Sorpresa e divertita)

OTTAVIA -Si! (Si da un tono, mettendosi in ordine il vestito) Io pure ho un uomo che mi fa la corte. È    una

            persona per bene, tutto casa, chiesa, lavoro e... e fa pure er volontariato!

LAVINIA - (Prendendo sottobraccio Livia e avvicinandosi) E dicce, dicce tutto, come se chiama? ‘ndo’  abbita?

            Che lavoro fa? Quant’anni cià...

OTTAVIA -Calme, calme che ve racconto tutto ! (Entra Viola)

Scena VIII  (Viola, Lavinia, Ottavia, Livia, Giulia)

VIOLA -Stamattina non si dorme! State facendo ‘na caciara...

LAVINIA - (Prendendo Viola in disparte) Zitta! Ottavia è in vena di confidenze!

VIOLA - (Eccitata) Cià ‘n omo?

LAVINIA –Sì!

VIOLA -E posso senti’ pur’io?

OTTAVIA -Certo, perché no! Dunque… (Le sono tutte addosso, curiose) ehi, che fate? (Si alza, fa          due passi             allontanandosi, fa l'indifferente. Le altre la seguono, tutte insieme, a passettini. Tace e      si controlla le             unghie, il vestito)

LAVINIA/VIOLA/LIVIA -Allora?

OTTAVIA -Curiose? (Annuiscono platealmente) Ma nun ciavete da fare? (Scuotono la testa altrettanto    platealmente) E io non ve dico gnente, tiè! (Alzano le spalle e si voltano all'unisono) E vabbe’… (Torna             al tavolo, si siede. le tornano subito tutte intorno, interessatissime) si chiama Erminio, ha circa la mia    età. E' un tipo molto serio, elegante…

LAVINIA/VIOLA/LIVIA - Ooohhhh!

OTTAVIA -Già!

VIOLA -….e di cosa si occupa? (Ottavia la guarda in modo interrogativo) Insomma che lavoro fa?

OTTAVIA -Assicurazioni, credo, viaggia molto. Parte il mercoledì per Ancona, dove fa anche      volontariato in un

            ospedale…

LAVINIA -Che coincidenza, come Otello!

VIOLA -Già, che coincidenza ... e, scusa, ma quando vi vedete?

OTTAVIA -La domenica, a messa... a S. Pietro… poi...

LAVINIA -… ecco perché vai sempre da sola...

OTTAVIA -... Lunedì e Martedì alla Caritas...

VIOLA -Romantico ... (Ironica)

OTTAVIA -Spiritosa... il nostro è un rapporto morto spirituale...

GIULIA - (Entra, pronta per uscire, ha indossato uno spolverino blu e scarpe con il tacco alto. Le altre sono tutte             sognanti) Che succede? Vi vedo un po' “perse”.

VIOLA - Eh, sai com’è… l’amore ad una certa età...

OTTAVIA -A Viola, vattela a pija' 'nder secchio... ma quale “certa età”? Io sono ancora giovane... giovanile,

vero Lavi’?

LAVINIA -Sicuro! Poi quello che conta è essere giovane dentro! (Si sistema i capelli, il vestito)

GIULIA -Siete sicure di aver bevuto caffè normale... non corretto? Vi saluto, Vitt... il signor Calcabrini    Penza mi

            aspetta al portone! Ciao! (Esce)

VIOLA – Ch’ha detto? Calca... Calc... che?

LIVIA - Calcabrini, Calcabrini Penza! E’ il cognome di Vittorio: Vittorio Emanuele Calcabrini Penza... di             Monte Angelo.

VIOLA -Accipicchia! Se deve firma’ ‘nassegno,  prenne ‘ngiorno de ferie?

LIVIA -Sono una famiglia nobile!

OTTAVIA -Decaduti! (Acida)

LAVINIA -E te pareva! Comunque il Signor Vittorio Emanuele cià una bella posizione, in banca...

OTTAVIA -E viaggiatanto! (Sospettosa) Lavora pure de sabbato!(Pensierosa)Ma guarda il caso, tutti gli

             uomini che frequentiamo c’hanno in comune ‘sta cosa del viaggio... ciavrà un significato?

(Fermo immagine. Luce spenta in scena, accesa sul proscenio. Dalle quinte esce Otello,sessanta/sessantacinque

anni.  Giacca di tweed, pantalone velluto beige, camicia azzurra, cravatta in lana marrone, impermeabile tipo Burberry’s. Distinto, elegantemente sportivo, trolley al seguito. Si ferma sul proscenio. Ha con se un cellulare, forma un numero, parla con un forte accento toscano)

OTELLO -(Accento fiorentino) Erminio, ciao sono Otello! Si sono arrivato da po’o. Allora per domani sera,

            ‘ome al solito?...  Ah, c’è una novità? Che dici? ‘un sento bene! Lonzetta? Va bene, lo chiamo... ciao!

(Otello rientra tra le quinte. Ancora buio in scena e luce in proscenio. Entrano Vittorio Emanuele, Giulia e         Carlo Alberto, ognuno trascina una sedia, si fermano al centro del proscenio e si dispongono come se

            fossero all’interno di un’automobile, V. Emanuele alla guida, Giulia accanto a lui, dietro il “barone”.     V.

            E. ha in mano un volante e mima la guida

Scena IX  (Giulia, Carlo Alberto, Vittorio Emanuele)

GIULIA - (Piano a V.E.) Me lo potevi dire che c’era anche tuo zio! (Rivolta al barone) Scusate il disturbo, ma

            Vitt... il signor Vittorio si è offerto così gentilmente ...

CARLO ALBERTO - (Sessantacinque/settanta anni. Doppiopetto blu scuro, bottoni d’oro, camicia bianca,             foulard, pantaloni rossi, bastone e monocolo) Nessun disturbo, bella signorina, mio nipote ha fatto             benissimo! Che volete: “NOBLESSE OBLIGE”. Noi si è sempre gentili, specie, poi, con una bella e ...      brava ragazza            come voi! Lo dico sempre ad Olimpia: "Che bella ragazza, la giovane Parenti, eh? "

GIULIA -Grazie, signor barone, mami chiamo Villani. Parenti è il cognome di mia madre.

CARLO ALBERTO -Ah si? (Poi si estranea nei suoi pensieri)

VITTORIO EMANUELE - (Piano a Giulia) Non ti preoccupare, scende tra poco. Mi sembrava scortese   lasciarlo andare a piedi. Di solito lo accompagna Olimpia, ma stamattina non è ancora tornata         dal

            mercato...

GIULIA - (Anche lei sottovoce) ... va bene! Ma sai che m’imbarazza un po'.

VITTORIO EMANUELE- (Sussurrando) Sembri così aggressiva e invece sei ‘natimidona(Avvicinandosi con la testa) e questo me piace un sacco...

GIULIA - (Ritrosa) Zitto, allora me lo fai apposta!

CARLO ALBERTO - (Portandosi il monocolo sull’occhio) Mia dolce signorina, dov’è che lavorate?

GIULIA -Presso uno studio notarile! Faccio prati...

CARLO ALBERTO -… ma guarda, avevamo un notaio vicino di casa e non lo sapevamo! Chissà se Olimpia

 lo sa ?

VITTORIO EMANUELE -La signorina non è proprio un notaio... insomma come si dice? Giulia… Signorina

Giulia, glielo spieghi lei, per cortesia!

GIULIA -Vede barone, sto facendo tirocinio, non pratico ancora la professione, ma sono in procinto di ...

CARLO ALBERTO -Per me, anche se sta ancora facendo il “tira - tira”, lei è già un notaio a tutti gli effetti, così

            seria, professionale, elegante e... tanto bellina!

VITTORIO EMANUELE - (Frena. Sempre più divertito, scende apre la portiera) Ecco qua! Siete arrivato, zio!

CARLO ALBERTO -Grazie figliuolo! Di nuovo buongiorno, signorina, in bocca al lupo per la sua carriera! (Si

            allontana trascinando la sedia)

(Riparte l’auto, qualche secondo di silenzio)

VITTORIO EMANUELE - (Impacciato) Finalmente soli!

GIULIA -In che senso?

VITTORIO EMANUELE - (Sempre più impacciato) Nel senso che posso dirti una cosa ... che ... da          un po' di             tempo volevo dirti e ... adesso ho, finalmente, l’occasione per dirtela... ecco!

GIULIA -Credo che devi fare in fretta, perché sono arrivata in ufficio!

VITTORIO EMANUELE -Ah... così presto?

GIULIA -Allora me la dici o non me la dici ‘sta “cosa”?

VITTORIO EMANUELE -Te la dico! (Ferma l’automobile) Dunque... cioè... insomma, ci conosciamo da             sempre, siamo amici d’infanzia, ci vediamo… e...

GIULIA -…e?

VITTORIO EMANUELE -Da tanto tempo, io...

GIULIA -Tu?

VITTORIO EMANUELE -Nun fa’ così! Altrimenti non riesco a trova’ le parole

GIULIA -Ma per dire cosa?

VITTORIO EMANUELE -Che tu... che io... in pratica… (Giulia lo guarda tra l’imbarazzato e il divertito)           nun me guarda’ così! Oh, basta, tu mi piaci tanto, tantissimo! Mi sei sempre piaciuta e adesso che sono

            riuscito a dirlo… ehm… ti voglio invitare a cena, una sera... conGiacomo! Ecco!

GIULIA - (Esterrefatta) Finalmente ti sei deciso! Ma... che c’entra Giacomo?

VITTORIO EMANUELE -Eh, Giacomo? Come Giacomo? Ah, si scusa il fatto è che prima... no…            volevo

            dire: “VUOI VENIRE A CENA CON ME? PUOI VENIRE CON GIACOMO E IO VENGO CON LIVIA

            ...” No scusa: "TU VIENI CON LIVIA E IO CON GIACOMO"….ecco!(Tra se) Mamma mia che sudata!

GIULIA - (Sconsolata) Certo che sei proprio una frana! Sembri un quindicenne alla prima dichiarazione.             Non t’immaginavo così! Comunque, va bene, andiamo a cena insieme ed io dico a Livia di       venire!

Sperando che Giacomo sia meno imbranato di te!

VITTORIO EMANUELE -Beh, sai quando si tratta di cose serie...

GIULIA - (Contenta, si da un tono) Io devo andare a lavorare! Mi stai facendo ritardare! Me lo dai             quest’appuntamento... si o no?

VITTORIO EMANUELE -Eh? Ah si, certo, va bene domani sera?

GIULIA -D’accordo! E se Livia avesse un altro impegno? Con Giacomo come si fa?

VITTORIO EMANUELE -E chi se ne fr...

GIULIA - … povero Giacomo, perché lo tratti così?

VITTORIO EMANUELE -Cioè, speriamo di no! Nel caso andiamo tu ed io da soli?

GIULIA – Va bene! Farò in modo che Livia si liberi! Ciao Vitto’, ci sentiamo!

VITTORIO EMANUELE -Quando?

GIULIA -Non lo so!

VITTORIO EMANUELE -Fra dieci minuti?

GIULIA - (Ridendo) Dieci minuti?

VITTORIO EMANUELE -Cinque? (Adorante)

GIULIA -Ci vediamo stasera! (Scende, prende la sedia ed esce di scena)

VITTORIO EMANUELE -Finalmente sono riuscito a dirle tutto! (Pensoso) E adesso? Si cambia! Si cambia? Si, ne

            vale la pena! (Si alza prende sedia e volante ed esce di scena)

(Si accende la luce sul palcoscenico e riprende la scena)

Scena X  (Viola, Livia, Lavinia, Otello)

(Viola, Livia e Lavinia sono sedute, stanno sbucciando dei fagioli)

CAMPANELLO

VIOLA - Chi va ad aprire?

LIVIA -Vado io! (Va ad aprire. Da fuori) Buongiorno signor Otello

LAVINIA - (A Viola) Tu leva da mezzo ‘sti facioli!(Si mette in ordine. Viola, riponendo i fagioli, la guarda             divertita. Entra Otello, preceduto da Livia)

OTELLO - (Entrando) Buongiorno! Buongiorno... (Entrata molto teatrale)

LAVINIA -Buongiorno Otello! (Con un piccolo gesto della mano)

OTELLO -O che mi saluti ‘osi? ‘un mi dai neanche un bacino? (Si offre in modo lascivo)

LAVINIA -Ma guarda questo! (Sorride e gli porge la mano) Lo sai che mi vergogno!

OTELLO - (Le bacia la mano teatralmente) Che tenera sei!

VIOLA -Sembrate due adolescenti... (tra se) scemi!

LAVINIA - (Imbronciata) Non sfottere, “cuginetta”!

OTELLO -Oh, c’è anche lei? L’affascinante figlia di Melpomene... (Sguardo marpione)

LAVINIA -Figlia di chi?

VIOLA - Melpomene, la musa della tragedia! Oh Otello, solo lei apprezza le mie qualità (Ricambia lo sguardo un

            po' malizioso di Otello)

LAVINIA-Otello! Lo vuoi un caffè? (Stizzita)

OTELLO -Eh? Si... si dolce Lavinia, come potrei rifiutar quel che ‘osì teneramente mi offri!

VIOLA -E’ proprio un poeta! Lavinia non sei commossa?

LIVIA - (Prevedendo la reazione della madre, s’intromette) Ehm... io vado a dare una mano a zia. A       dopo    signor Otello! (Esce)

LAVINIA -Allora, Otello, com’è andato il viaggio?

OTELLO -Benone!

VIOLA -Ma non è stanco? Tutti questi viaggi!

OTELLO -No, sono abituato! Ditemi, lo spettacolo, ‘ome va? Va bene?

VIOLA -A gonfie vele! Ieri sera si son divertiti un mondo. Pensi che ci siamo dovuti fermare più volte,    interrotti

            dalle risate!

OTELLO -Ma avete ‘ambiato ‘ommedia? Non rappresentavate l’Amleto?

VIOLA -No, facciamo sempre quello…

OTELLO -‘un mi sembra che ci sia molto darridere, l’è una tragedia! Oppure l’è una parodia? Una versione

            ‘omica!

VIOLA -Versione originale!

OTELLO -Ovvia, allora perché ridono?

VIOLA -Boh! Forse perché Amleto, il capocomico,cià sessant'anni e una bella pancia ... Ofelia, invece, è             giovane, capelli biondi... ma… i baffi, sono neri!

OTELLO/LAVINIA -I baffi? (Sorridendo)

VIOLA -Sì (Ride)... è la figlia del capocomico... ha i baffi come il padre! (Ridono tutti)

LAVINIA - (Si riprende) E tu, che parte fai?

VIOLA -Amleto padre.

OTELLO -Ma ‘un l'è una parte da omo? (Ride sommessamente)

VIOLA -Sì... si, ma, dato che si tratta di un fantasma… e, la scena, è in penombra! Però faccio anche una

 delle ancelle di Ofelia! Mi dicono che quando entro io, dal pubblico, sale un mormorio! Forse per via

del costume...

OTELLO - (Incuriosito) Ah! Cos’ha di particolare ‘odesto ‘ostume?

VIOLA - (Civettuola) Beh mi lascia le gambe un po' scoperte!

LAVINIA -Ma non ti vergogni?

VIOLA -E perché? E’ un fatto... d’arte!

OTELLO -La cià ragione, l’arte l’è l’arte... (Guarda di sottecchi le gambe di Viola

LAVINIA -Te la dò io l’arte... (Innervosita)

Scena XI  (Ottavia, Otello, Lavinia, Viola)

(Entra Ottavia, vede Otello)

OTTAVIA -Ah, siete arrivato! Bongiorno!

OTELLO -Buongiorno, signora Ottavia (Si butta su una sedia)

OTTAVIA -Stanco?

OTELLO -Un po’hino. Non sono più un ragazzo ...

OTTAVIA -Bravo, non siete più un ragazzo! Allora prendete ‘na decisione, da adulto. Trasferitevi a         Roma e... e

            sposatevi con mia sorella! Almeno potrete passare gli “ultimi anni” della vostra vita           rilassato! (Lavinia

            la guarda infuriata)

OTELLO - Mi’a son tanto vecchio ...

OTTAVIA -Un “giovanottello” sete, ma...

LAVINIA - (Per cambiare discorso)… Otello, lo sai che Ottavia ha un fidanzato?

OTELLO – Icche fa’ ‘ldomatore? (Ottavia lo fulmina)

LAVINIA -Non scherzare! Pensa che anche lui il Mercoledì va nelle Marche a fare volontariato! Proprio come te! Chissà, potreste anche conoscervi! (Ottavia lo guarda sospettosa)

OTTAVIA -A proposito, dove fate il “volontario”?

OTELLO -A... in ospedale!

OTTAVIA -Di che città?

OTELLO -Ah ... a ...a… Ancona, ecco sì Ancona!

OTTAVIA -Ma guarda, pure lui! (Guarda Lavinia)

OTELLO -Pure io?

OTTAVIA -E ... il treno, il mercoledì, a che ora lo avete?

OTELLO -A che ora? A... all’8!

OTTAVIA -Poi, il venerdì sera, di passaggio, tornate a Roma e ripartite pe’ Firenze! Per stare co’ mamma, vero?

OTELLO -Esatto! O perché mi fate tutte ‘odeste domande?

OTTAVIA -Così! (Si avvicina a Lavinia)Nun te sembra ci siano troppe coincidenze con Erminio?

LAVINIA -Scusa, ma non ti seguo...

OTTAVIA -Insomma, fanno quasi le stesse cose... anzi senza quasi! Credi se conoscano?

LAVINIA -Mah! Tu credi...

OTTAVIA -… signor Otello! Posso chiedervi un parere?

OTELLO - (Sospettoso) Naturalmente, dite... dite pure!

OTTAVIA -Se voi foste un uomo...

OTELLO - Perché, sembro ‘naltra ‘osa? (Incredulo guarda Lavinia)

OTTAVIA -Nun m’interompete! Se voi foste un uomo che conosce una donna...

OTELLO -Ecco, andiamo meglio...

OTTAVIA - ... dicevo, una donna vedova, che vive con la sorella, il fratello, la figlia e ... altri della          famiglia...

VIOLA - (Che fino allora aveva osservato la scena limandosi le unghie) Ti ringrazio per la considerazione!         “Altri della famiglia”, ma guarda un po'! A più tardi! (esce indispettita)

OTTAVIA -... dicevo, avreste qualche problema a favve conosce’ da tutta la famija?        

OTELLO -Assolutamente no! Credo... mi sembra, che io sia di già in una situazione simile... quindi...

OTTAVIA -... quindi, perchénun volete incontra’ nostro fratello?

OTELLO -Ma io vorrei... (Occhiataccia di Lavinia) lo voglio! Però è difficile incontrarsi, io arrivo, lui va via,      io

            vo’ via e lui l’arriva...

OTTAVIA -“Avantindre, avantindre che bel divertimento”… (Otello accenna qualche passo di danza,    rimanendo

            seduto, Ottavia lo incenerisce con uno sguardo) basta, allora questo Venerdì, invece di     andare a Firenze,

            ve fermate qui e incontrate nostro fratello!

LAVINIA -Ma perché ‘sta decisione?

OTTAVIA - Perché Venerdì faccio torna’ anche Erminio! (A Lavinia) Così s’incontrano tutti e tre: Claudio, Otello

            ed Erminio! Te piace l’idea?

OTELLO -Ma ... io ... io ho la mamma! (Tra se) “Erminio”? Boh?

LAVINIA -E che sarà mai? Chiedi a Ludi se può stare un giorno in più con tua madre!

OTELLO -Ludi? Come Ludi? Ah sì... sì ma... (Occhiataccia di Lavinia) è deciso? Sì? Domani chiamo      Ludi...

LAVINIA -Oggi!

OTELLO -In mattinata, va bene? (Si asciuga la fronte)

OTTAVIA -Finalmente! Mo c’ho da fa’! (Esce)

CAMPANELLO

OTELLO - (Nel pallone) ‘os’è il telefono?

LAVINIA -La porta! Vado io! Tu vai in camera di mio fratello, lo sai che non ti devi far vedere!

OTELLO -Sì... sì, vado! (Esce)

Scena XII(Lavinia, Gaspare, Viola)

LAVINIA - (Va ad aprire e torna con Gaspare, che porta un cesto) Buongiorno sor Gaspare! Come mai è          venuto lei a porta’ la spesa?

GASPARE –(Quaranta/quarantacinque anni. Vestito da fornaio) Perché er cascherino, possinoabbruciallo

            ‘ndo sta, s’è licenziato! Mo sto aspetta’ ‘nbravo ragazzo, ‘no studente, che se trasferisce qui a Roma!             Pensate che lavora pe’ mantenesse a li studi! Me lo manna ‘namico mio, uno che lavora ar club... ar            ministero, sì... ar ministero (sogghigna) dell’esteri!

LAVINIA -Appoggi tutto sul tavolo, qui! Le posso offri’ ‘ncaffè? E’ appena fatto!(Esce)

GASPARE - Grazzie! Me ce voleva proprio!

VIOLA - (Entra Viola, si copre frettolosamente) Lavinia, perché non mi avverti che ci sono degli ospiti? Buongiorno, signor Gaspare, scusi la mise... (Lavinia esce)

GASPARE - (Tra se) Che s’è mis?

VIOLA -Mi sono levata da poco!

GASPARE - (Tra se) Ah, se puro lavata! Questa ricomincia... (La osserva) Però…

VIOLA -A cosa dobbiamo l’onore?

GASPARE -Scusate er disturbo! Vado via subbito!

VIOLA -No, che disturbo! Resti pure! Mi dia un minutino! Mi metto in ordine e poi facciamo due            chiacchiere!

GASPARE -Veramente...

VIOLA -…solo un minutino ... (Esce)           

GASPARE - (Sconsolato)Vabbe'! Mamma mia, questa che vole? D’altronde, che voi fa? So’ proprio un

            “tromber de famm”, so’ iresistibbile! Saranno ‘sti baffetti, l’occhietto vispo, boh! So’ solo            che me

cascheno tutte a li piedi. Possin’ammazzamme quanto so gajardo! (Si liscia i capelli e i baffi)

VIOLA - (Entra, vestita un po’ provocante. Siede e accavalla le gambe badando di farle vedere a Gaspare)       Caro Gaspare, che mi racconta di bello?

GASPARE - (Circospetto, guarda le gambe di Viola) Che ve racconto? Che me raccontate voi? Come va lo             spettacolo?

VIOLA -Benissimo! Voi? Ma diamoci del tu?

GASPARE -Se ve... se ti fa piacere?

VIOLA -Certo! Sempre scapolo?

GASPARE -Naturalmente! Io so’ difficile da fa’ capitola'!

VIOLA -Non porre limiti alla provvidenza divina! (Si avvicina con la sedia e mette in mostra un poco di più       le gambe)

GASPARE -No, nun li pongo, ma si v’avvicinate….si t’avvicini… ‘nantropo’... l’intervento divino ce vole...             artrochè si ce vole!

LAVINIA - (Entrando) Ecco il caffè (Li guarda divertita)

GASPARE -Eh? Come?

LAVINIA -Quanto zucchero?

GASPARE - due... tre, è mejo: me devo riprenne!!

VIOLA - (Prende in disparte Lavinia) Lavinia, Gaspare non è indifferente al mio fascino! Questo capitola,          te             lo dico io! E’ un buon partito, brutto non è. Che dici, insisto?

GASPARE - ( Sorseggiando il caffè ) Che state a dì? Nun ve sento!

VIOLA -Dicevo a mia cugina che sei proprio un simpaticone, vero Lavì?

LAVINIA -Sì, proprio un simpaticone!

VIOLA -Gaspare, finisci il caffè, poi, se ti fa piacere, scendo con te e facciamo due chiacchiere!

GASPARE -Sì... sì con piacere! (Guarda sempre più interessato le forme di Viola. Tra se) Ma che intenzioni        cià? (Finisce il caffè, si gira un po' per trovare dove poggiare la tazzina, un po'            confuso la da a Lavinia          che gli va in soccorso e si alza)

VIOLA -Lavinia, io scendo con Gaspare...

LAVINIA -Sì! Ah, senti, famme ‘nfavore, suona alla porta del “barone”, chiedi a Olimpia, la        governante, se cià

            bisogno de qualcosa... casomai...

VIOLA -... ci penso io! Olimpia? Ah, quella che non parla mai?

LAVINIA -Sì, lei! Tanto a parla’ ce pensaer “barone”! Quello pe’ fallo sta’ zitto bisogna sparaje. Lei è tanto caruccia, siamo diventate amiche. Ci facciamo compagnia. È ‘na persona con cui è   piacevole chiacchiera’…

GASPARE -…me sa che nun li trovate! Er barone l’ho visto anna’ via insieme ar nipote, Vittorio….ah,

c’era pure Giulia, la signorina Giulia, vostra nipote… e Olimpia è uscita presto pe’ anna’ ar mercato…

VIOLA -… come fai a sapere che andava al mercato? (Sospettosa)

GASPARE -C’aveva er carello! (Pronto)

LAVINIA - (Incuriosita, fa l’occhietto a Viola )Ah si? E allora nun fa niente. Certo, Sor Gaspare, a lei non          sfugge niente. Sempre vigile, eh?

GASPARE - Se...  der foco…

VIOLA -…Ciao! Andiamo Gaspare (Gli porge il braccio)

GASPARE -Sì, annamo(tra se) e che er signore me la manni bbona ... (Le guarda la schiena e oltre)        Beh...

(Guarda verso il pubblico, ammiccando, escono. Lavinia, sorridente, si accinge a mettere un po' d'ordine, fa un paio di giri di danza ed esce. Rientra Otello, maniche di camicia. guarda nella tazzina, vuota, del caffè, prende un cucchiaino. Si capisce che ne gradirebbe una tazza anche lui. Si avvicina al divano, gli cade il cucchiaino e va sotto il divano, si china per raccoglierlo)

CAMPANELLO

Scena XIII(Lavinia, Olimpia, Otello)

(Lavinia entra di corsa e va ad aprire. rientra con Olimpia. Otello rimane nascosto, carponi, vicino al    divano)

LAVINIA -Vieni Olimpia. Hai incontrato Viola? (Otello s’irrigidisce)

OLIMPIA –(Quaranta/quarantacinque anni. Vestita in modo austero) Si. Grazie, sempre gentili voi Parenti.        Ho già fatto la spesa, stamattina presto. (Sentendo la voce di Olimpia, Otello, è incuriosito ed agitato)

LAVINIA -Accomodati, Olimpia, ti dispiace se ti lascio sola un momento? Devo finire di fare una cosa...

OLIMPIA -Figurati. Ti aspetto qui. Magari leggo qualcosa. (Si avvicina al divano, dove sono le riviste)

LAVINIA -Un minuto solo. Poi ci prendiamo un buon caffè. (Esce)

OLIMPIA - (Avvicinandosi scopre Otello. Rimane impietrita e Otello non si alza) Otello?

OTELLO - (Sempre carponi) Olimpia?

OLIMPIA -Tu qui? (Si appoggia al divano per non cadere) Che fai li per terra?

OTELLO -Ginnastica.

OLIMPIA -Ma che dici? Che fai qui? (Agitatissima) In casa di queste persone? Come le conosci? Come...

OTELLO -... posso alzarmi?

OLIMPIA -Ma certo!

OTELLO - (Si tira su goffamente) E tu? Come ci sei capitata?

OLIMPIA -Ma io abito in questo palazzo! Ma da dove salti fuori? Dopo tutti questi anni? Quanti               sono?

OTELLO –Venti… venticinque?

OLIMPIA – Qualcuno de più!

OTELLO – De più, eh? (Con accento romanesco)Ma tu nun sei cambiata pe’ niente... sei sempre la stessa...

OLIMPIA -... devo dire che anche tu non sei cambiato molto. (Lo squadra da capo a piedi) Sei sempre il             solito buciardo?

OTELLO - Oli', perché me dici così?

OLIMPIA - Perché, trenta anni fa, t'ho "mollato" proprio pe' le bucie che me raccontavi. Poi sei sparito,

            nessuno ha più saputo niente de te, manco tu’ madre... a proposito ma pure mamma tua è sparita

            tanto tempo fa?

OTELLO - Mamma nun c’è più, quando s’è ammalata, l’ho portata a Firenze e poi…

OLIMPIA -… mi dispiace. E quando è successo?

OTELLO -Più di dieci anni fa! (Pensieroso) E…

OLIMPIA -… e adesso te ritrovo qui, in casa di Lavinia... (Si ferma, pensa, poi guarda dritto negli occhi Otello)

            già, Lavinia. Che intenzioni c’hai co' lei? Guarda ch’è 'na donna de quelle che non se meritano de esse prese            per...

OTELLO -... ti prego, Olimpia, non crederai mica che... no! Sta’ tranquilla! Io voglio molto bene a Lavinia. So che

            persona è! E poi so’ passati tanti anni, so’ cambiato. Oli' so' 'na persona seria...

OLIMPIA -Ma... chi? Te?

(Rientra Lavinia. vede Otello. è imbarazzatissima. guarda Olimpia. non riesce a parlare. Otello è pietrificato)

OTELLO - (La guarda, fa un'espressione come dire: "scusa", poi riprende in mano la situazione) Lavinia, ma 'un

            mi presenti a 'odesta signora? (Olimpia guarda sorpresa Otello)

LAVINIA -Si, certo! Olimpia Bonelli, mia amica. Il signor Capobianco, Otello Capobianco. Un amico...

ehm… di famiglia. E' di Firenze.

OLIMPIA -Firenze? Co... come Firenze? Ah... vive a Firenze, dunque?

LAVINIA -Si, certo, è fiorentino!

OTELLO - (Imbarazzato) Ovvia, certo 'he son di Fiore... (Occhiate supplichevoli ad Olimpia)

OLIMPIA -Beh, si sente dall'accento. (Sguardo furente ad Otello)

OTELLO -Lavinia, io dovrei andare...

LAVINIA - Vado di la a prendere le tue cose.(Esce)

OLIMPIA -Ma me spieghi perché parli fiorentino?

OTELLO -E' tanto che sto a Firenze. E poi st'accento toscano, dicheno, me dona. (Si da un tono) M'aiuta             tanto nel lavoro.

OLIMPIA -Boh! Contento te! Sarà che sei sempre stato mezzo attore...

OTELLO -... mezzo attore?

OLIMPIA -... e buciardo intero! Che lavoro fai?

OTELLO -Collaboratore scientifico.

OLIMPIA -Ah! E... (Entra Lavinia con le cose di Otello)

LAVINIA -Ecco qui Otello! (Da la giacca ad Otello)

OTELLO -(Si infila la giacca, alla rovescia. le donne si guardano divertite. Si sfila la giacca, la rivolta e la        infila. Questa volta la abbottona male. Guarda le donne con espressione tra imbarazzata ed ebete) Vo via!

LAVINIA -Ma non prendi un caffè?

OTELLO -Grazie, ma ho un po' di ... di... come si dice?

OLIMPIA -Prescia?

OTELLO -Ecco, appunto, un po' de presc... un po'hino di FRETTA. Debbo andare da un cliente. Ci si sente dopo...

LAVINIA -Vai, vai pure!

OTELLO -Ciao Lavinia, signora, piacere d'averla 'onosciuta! (Olimpia risponde con un cenno della testa.

            Esce)

Scena XIV(Olimpia, Lavinia)

OLIMPIA -Da quanto tempo lo conosci?

LAVINIA -Almeno due anni.

OLIMPIA -Amico di famiglia, eh?

LAVINIA -Beh... ehm... si. Molto amico. (Sguardo languido)

OLIMPIA -Non me ne avevi mai parlato.

LAVINIA -Hai ragione, ma, vedi...

OLIMPIA -... avrai avuto i tuoi buoni motivi!

LAVINIA -Sei proprio una gran persona...

OLIMPIA -... una come tante. Parliamo d'altro?     

LAVINIA - (Annuisce) Allora, er Barone, che dice?

OLIMPIA -E' sempre sommerso di fogli, i suoi appunti, gli escono dalle tasche. Li trovo in bagno, nel      letto… (Lavinia la guarda maliziosa e divertita. Olimpia se ne accorge e precisa) nel "suo letto", quando            lo rifaccio al mattino. Li perde continuamente dappertutto.

LAVINIA -Ma a che je servono tutti 'sti appunti?

OLIMPIA -Sono per il suo "memoriale". E' stato ufficiale di cavalleria. I Calcabrini Penza di Monte Angelo sono

            una famiglia molto legata alla casa regnante…

Scena XV  (Ottavia, Olimpia, Lavinia)

OTTAVIA - (Entrando e ascoltando quanto dice Olimpia) Monarchico convinto, quindi?

OLIMPIA -Sicuro. Infatti, tutta la famiglia porta i nomi dei Savoia. Buongiorno!

OTTAVIA – Bongiorno!

LAVINIA -E il memoriale, di che parla?

OLIMPIA -Racconta la storia del padre, Amedeo Calc… (Ottavia fa un eloquente gesto e Olimpia desiste            dallo snocciolare tutto il nome) anche lui ufficiale di cavalleria al servizio di Umberto, quando era

            principe ereditario e poi nei pochi giorni in cui fu re.

OTTAVIA - (Alza gli occhi al cielo) Pochi giorni, tanta carta?

OLIMPIA -Lui dice che, anche se sono stati pochi giorni… (con distacco) gli avvenimenti sono stati tanti e             significativi

OTTAVIA -Interessante! (Sarcastica)

LAVINIA -Certo che è interessante, Ottavia!

OLIMPIA -Si, ma è uno strazio con tutti quei fogli per casa. Devo raccoglierli, riordinarli, stare attenta      alla

            sequenza...

OTTAVIA -… la sequenza? (Divertita)

OLIMPIA -Certo! Se non li ritrova in ordine, ricomincia sempre daccapo e...

OTTAVIA -... è proprio rinc...

LAVINIA -… Ottavia! Gli artisti, i geni, sono fatti così, loro hanno la mente altrove, vero Olimpia?

OLIMPIA -Come sei sensibile, Lavinia.

OTTAVIA -Che poesia. (Canzonatoria)

OLIMPIA -Non è facile convivere con persone di quel tipo ma... (Ottavia lancia un'occhiata maliziosa a             Lavinia che la incenerisce) dopo tanti anni.

OTTAVIA -Da quanti anni sta co’ loro?

OLIMPIA -Quasi quindici.

OTTAVIA – Quindic’anni. (Pensierosa) Quindic’anni fa er barone era parecchio "arzillo".

OLIMPIA -Lo è tutt'ora. (Si pente subito. le due sorelle si scambiano un'occhiata: Lavinia tenera, Ottavia             divertita)

OTTAVIA -E' sempre stato un donnaiolo.

OLIMPIA - (Piccata ed imbarazzata) Davvero? Non sapevo questa cosa.

OTTAVIA -Quando siamo venute, o meglio "tornate" qui, più di vent'anni fa, se dimostrava parecchio     interessato

            alle giovani signore. Noi due… (Indica la sorella che è furente) eravamo rimaste vedove da poco e…

OLIMPIA -... e?

LAVINIA -E... niente di male, ci faceva la corte. Ma sempre molto corretto, galante, molto galante. Un vero             signore. (Ottavia sta per dire qualcosa, lei tenta di bloccarla)

OTTAVIA - (Sarcastica) Un vero signore.

OLIMPIA - (Seria) Sicuro. Ora devo andare, Car... il barone mi starà cercando. Arrivederci.

LAVINIA -Ci vediamo più tardi. (Olimpia esce) Ottavia, ma quanno impari a sta' 'npo’ attenta co' quella lingua?

            L'hai messa in imbarazzo.

OTTAVIA -A Lavi', te vergogni de tutto. Prova a esse' 'npo' meno rigida. Sciojete! Sei come tu’ fratello,   sembrate du' vecchi!

LAVINIA -Ma vecchia ce sarai te. Io e il mio fratellino ci portiamo benissimo i nostri anni.

OTTAVIA -Questo è vero. Infatti ne dimostrate almeno dieci de meno...

LAVINIA -... tu pure!

OTTAVIA -Si, si, pure io. Voi due, fisicamente siete molto giovanili, ma de "capoccia" ne dimostrate VENTI de

più!

LAVINIA -A Otta', cerchi la lite?

OTTAVIA -No, pe’ carità. Cerco er caffè, quello che Olimpia era venuta a prenne’ e tu nun hai fatto!

LAVINIA -Oddio!C’hai ragione. Che figura! E mo?

OTTAVIA -E mo se lo pija cor barone, "core a core".

LAVINIA -E noi pure, se lo pijamo "core a core", sorellina cara! (Ottavia le da un buffetto affettuoso. Su questo gesto le donne fanno un fermo immagine. Cala il buio sul palcoscenico)

Scena XVI  (Livia, Giacomo, Viola)

(Proscenio illuminato, Livia e Giacomo escono una da dx e l'altro da sinistra, si fermano al centro della scena. Giacomo è imbarazzato, Livia lo guarda divertita)

LIVIA –Ciao!

GIACOMO -Ciao, Livia? (Dietro una quinta appare Viola. I due non si accorgono di lei che ascolta,       interessata) Ehm… io… cioè… (Impacciato)

LIVIA – Cos’hai?

GIACOMO - Beh,vedi... ehm... vede…

LIVIA -Ma che mi dai del lei? Giacomo! Non siamo mica a casa!

GIACOMO -No, ma è che... ehm... io... cioè...

LIVIA - (Divertita)Che cosa devi dirmi?

GIACOMO -Ecco, sai Vittorio diceva,

LIVIA -Vittorio?

GIACOMO -No, insomma, (Ad occhi chiusi) volevo invitarti a cena. (Sospiro di sollievo)

LIVIA -Che c'entra Vittorio?

GIACOMO -Lascia che ti spieghi. Dunque... pensavo... cioè...

LIVIA - … Giacomo, non farla troppo lunga.

GIACOMO -Hai ragione, non devo perdere tempo. Vuoi venire a cena con me? Magari lo diciamo           anche a Giulia e Vittorio?

LIVIA -Va bene. Quando?

GIACOMO -Quando? Ma decidi tu. Quando vuoi.

LIVIA -Facciamo domani?

GIACOMO -Benissimo!

LIVIA -D'accordo. Io avverto Giulia. Pensi tu ad avvertire Vittorio? Ah, il posto lo decidi tu o Vittorio?    (sarcastica)

GIACOMO -Lo trovo io... (laconico) o Vittorio.

LIVIA -Ciao, buona giornata, Giacomino! (Gli da un bacio ed esce)

GIACOMO -B... b... buona giornata. (Sorpreso) Porca miseria, non immaginavo fosse così facile…            (Baldanzoso.Uscendo, incontra Viola)

VIOLA -Buongiorno Giacomo!

GIACOMO - (Impacciato) Buongiorno... ehm... signora Viola!

VIOLA – Signora?

GIACOMO -Cioè... volevo dire... buongiorno Viola...

VIOLA -Senti, carino, ho, "involontariamente", ascoltato la conversazione con Livia!

GIACOMO - (Sempre più impacciato) Ah, si...?

VIOLA -Sentimi bene! (Severa) Tutti, in famiglia, ti credono un "imbranato", solo io so chi sei, come sei veramente...

GIACOMO -... ma, Viola...

VIOLA – … bada, se hai intenzione di prendere in giro Livia...

GIACOMO -... ma no, assolutamente. Io voglio bene a Livia, la rispetto!

VIOLA -E va bene. Io terrò per me quello che so di te. Non dirò che c’hai provato pure co' me... (Giacomo         tenta di interromperla) e che non te ne fai scappa’ una, ma solo se mi giuri che con Livia ti        comporterai in maniera diversa!          

GIACOMO -Naturalmente! Però...

VIOLA -... niente però! Sei romano come noi e lo sai che siamo "boni e cari", ma se ci accorgiamo che

            qualcuno ce pija…  'n giro, so’ ca… voli…

GIACOMO -... ma io...

VIOLA -Sei stato avvertito! Ciao GIACOMINO, stamme bene! (Viola esce. Giacomo resta impietrito al   centro del palcoscenico, pochi secondi, poi ha un brivido ed esce di corsa)

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

Prologo  (Claudio)

(Sipario chiuso, dalla quinta di destra esce Claudio, soprabito buttato sulle spalle, cellulare all’orecchio e trolley al seguito

CLAUDIO -Pronto, sì! Ciao Ciccio, tutto bene?... Ah, ti sei iscritto? Che facoltà?... Bene!... Come dici?    Non ti sei

            iscritto a Perugia? E dove?...  A Roma? Come Roma? Ciccio non mi fare sorprese...  Sì,     ho        capito!

            Prima o poi le mie sorelle devono sapere... ma... E tua madre cosa dice?... Va bene,           come vuoi       tu!

            Sei maggiorenne... fai come ti pare... Dove sono io? A Firenze... aspetta (Esce un ragazzo vestito con camicia bianca, pantaloni gialli, berretto da autista con la scritta grande TAXI, un tassametro       attaccato alla cintura che indica LIBERO) taxi... taxi... qui ... pronto… no, no e che vuoi che ti dica? Se        hai deciso così! Ciao, ci sentiamo... saluta tua madre (Chiude la telefonata. Al tassista) Buongiorno,       Borgo allegri 21 (il tassista abbassa il cartello LIBERO, Claudio prende in braccio il trolley e fa il trenino

rientrando da destra)

SIPARIO

(Si apre il sipario, casa di Ludovica, lei è sul divano, legge, radio accesa. Indossa solo una larga camicia da

            uomo, bianca. Entra Claudio)

Scena I (Claudio, Ludovica)

CLAUDIO -¡Ola Guapa, el hombre de tu vida está aquí!

LUDOVICA -Ciao tesoro! Fatto buon viaggio? Come mai a quest’ora?

CLAUDIO - (Posa trolley e soprabito, toglie la giacca e allenta la cravatta) Ho fatto un paio di commissioni.     Così pranziamo insieme e poi vado agli appuntamenti nel pomeriggio. Contenta?

LUDOVICA -Ganzo! Com’è il tempo a Roma?

CLAUDIO -Buono! Non piove. Ti preoccupi per il tuo “maritino”? E’ abbastanza cresciuto da ripararsi in            caso di pioggia...

LUDOVICA -Senti tesoro, è vero che lo tradisco, con te, ma questo non ti autorizza a prenderlo in giro.   Soprattutto

            per la sua età! E poi lui non mi ha mai fatto un torto! La colpevole sono io... soltanto io!

CEARE -Vero! Comunque, se hai tanto rispetto per lui, perché non gli dici la verità? Potremmo così,        regolarizzare anche la nostra situazione!

LUDOVICA -Regolarizzare? E tu continueresti a fare la spola tra Roma e Firenze, per tornare il fine settimana

dalle “tue donne”?

CLAUDIO -Ma no! Potrei trasferirmi definitivamente a Firenze...

LUDOVICA -Potresti?

CLAUDIO -Mi trasferirei...

LUDOVICA -Ti trasferiresti?

CLAUDIO -Mi trasferisco! A pensarci bene, sarei anche più vicino a Perugia... sai per i clienti, anzi, potrei             andarci anche in altre occasioni.

LUDOVICA -Si, i “clienti”. Trovi sempre l’utile da unire al... dilettevole, vero?

CLAUDIO - (La guarda concupiscente) Il “dilettevole” è sempre al primo posto! Se poi riesco ad unirci   l’utile...

LUDOVICA -… come volevasi dimostrare...

CLAUDIO -…comunque è una decisione che bussa alle porte, quindi...

LUDOVICA -… quindi?

CLAUDIO -Apro la porta (Mimica) soppeso i pro e i contro… (Prova toccarla. Lei si ritrae) i pro son più…

            (la guarda con occhio malandrino) dei contro... va bene!

LUDOVICA -Va bene che cosa?

CLAUDIO -Va bene quello che abbiamo detto prima… (Esita) insomma... il trasferimento...

LUDOVICA -… bada, lo prendo come un impegno!

CLAUDIO -Ehm... ma sì, tanto le “mie donne”, come le chiami tu, possono benissimo fare a meno di me ...  (Ci

            riflette) possono? Boh!

LUDOVICA -Possono... possono!

CLAUDIO -Sì... sì, anche se, per la verità, loro vivono per me… (Si pavoneggia)il Venerdì sono così contente del

            mio ritorno...

LUDOVICA -… che care... (Ironica)

CLAUDIO -… e poi, per me il fine settimana è diventato un tormento!

LUDOVICA - Un tormento? Perché mai?

CLAUDIO -Certo! Penso continuamente a te, a cosa fai insieme al... al “nonnetto”! Che fai, gli rimbocchi la        lapide, gli riordini il sacello, alla “salma”?

LUDOVICA -Oh, basta, eh... mo’ addirittura “la salma”...

CLAUDIO -Hai ragione! Dimmi, che fa di bello il “ragazzo”, per farti divertire?

LUDOVICA -Sei tremendo! Fa quello che deve fare, ecco!

CLAUDIO - (Preoccupato) Cioè?

LUDOVICA -IL MARITO!

CLAUDIO -Il marito? Ma che dici? Ludovica non scherzare!

LUDOVICA -Non scherzo!

CLAUDIO -E tu che fai? (Deglutendo) La MOGLIE?

LUDOVICA -Naturalmente!

CLAUDIO - (Col fiato corto) Oh mio dio! Mi sento male! Che cosa intendi dire?

LUDOVICA -La MOGLIE, sì! Ti sembra strano?

CLAUDIO -Mi sembra strano sì... mi sembra... (Sconsolato) Ma come puoi...

LUDOVICA -Ma guardatelo, è geloso!

CLAUDIO -Chi? Io? No... no... e invece sì, GELOSISSIMO ... (Agitato) peggio d’un siciliano sugno…     (Imita

            l’inflessione sicula, forzatamente scherzosa)aah! (Le volta le spalle e si morde le mani)

LUDOVICA -Senti “Guagliò”, ricorda che è Otello mio marito! Tu sei quello che dorme nel “suo” letto con

 “sua” moglie, tre notti la settimana! Chi dev’esser geloso, casomai, è Lui.

CLAUDIO -E il Venerdì sera lui si riprende la…“su’ moglie e la su’ ‘asa”...

LUDOVICA -Veramente ... (Finta scocciata. Facendogli il verso) ‘odesto succede la sera della Domeni’a!

CLAUDIO -Come la Domenica?

LUDOVICA -Proprio così! Perché, come se non bastasse, “’il nonno”, dal Sabato alla Domenica si ferma ad             Ancona a fare volontariato, in ospedale!

CLAUDIO - (Ancora con un filo di voce) Allora ... DORME... nel suo letto... con sua moglie, solo la

            Domenica?

LUDOVICA -Esatto! DORME!

CLAUDIO -DORME?

LUDOVICA -Sì, sì, DORME! A volte non fa in tempo a dire “buonanotte”, che “sviene”! Si capisce, tutte

            quelle ore di treno, il servizio in ospedale! Mettiamoci anche l’età...

CLAUDIO - (Rincuorato) Lo vedi: “mettiamoci anche l’età”...

LUDOVICA -Smettila! (Sorrisetto celato)

CLAUDIO -D’accordo! Però un po' ti diverti anche tu!

LUDOVICA - (Ridendo) Sei proprio un “ROMANACCIO”! Cumme se dice, da voi? Ah, si: “INFAMONE” e

            per giunta “LADRO”… di mogli...

CLAUDIO -… ma solo di quelle che si lascian rubare!

LUDOVICA -Toglimi una curiosità: la tua famiglia, lo sa che “tipaccio” sei?

CLAUDIO -Scherzi? Loro pensano che io sia una specie di “francescano”. Tutto casa, lavoro... treno…   (Ride di

            gusto)

LUDOVICA -Non ti chiedono mai se hai una compagna, se hai intenzione di metter su famiglia...

CLAUDIO - (Dubbioso) Veramente no! Sospetto che mi credano anche un po'... un po' strano!

LUDOVICA -STRANO?

CLAUDIO - Sì, insomma, uno a cui non piacciono le donne ... (Ride di gusto) ah... ah... ah. A me... ah ... ah...    non piacciono le donne?

LUDOVICA - (Che non ride) Come sarebbe? A te piacciono le donne?

CLAUDIO -Naturalmente (Sorpreso)

LUDOVICA -Tutte le donne?

CLAUDIO - (Ridendo) Tutte... tutte! L’importante che siano donne. Se sono belle… è meglio!

LUDOVICA -Brutto schifoso pervertito... (Si blocca, sorride) “ROMANACCIO… mi stai             prendendo per ...

CLAUDIO -… per carità! Scusami, se io sto con te, è perché mi piacciono le donne! Quelle belle! Non ti  pare?

LUDOVICA - (Finto muso) E già!

CLAUDIO -E ti dispiace?

LUDOVICA -No! Sì! Nun o’ so! (Gli da le spalle, in attesa della sua prossima mossa)

CLAUDIO- (Le gira intorno, si inginocchia, le prende la mano e la stringe contro la guancia) Ah l’amore...             (Canticchia) “questo folle sentimento che”... ricordi? Chi la cantava? Lo sai?

LUDOVICA - No, ti ho detto che… ca’ nun so niente...

CLAUDIO -Giusto! Tu sei troppo giovane! Chiedilo al “nonno”... no, lui è troppo vecchio...

LUDOVICA - ... a vuo’ ferni’? Maro’...

CLAUDIO - (Facendole il verso) E su, nun t’arrabbia’! (Lei sorride. Diventa pensieroso)

LUDOVICA – Cos’hai?

CLAUDIO – Dunque, tu, dal venerdì alla domenica sei sola! (Ludovica annuisce, aggiustandosi la vestaglia) E

 che fai, da “sola”?

LUDOVICA – Mi vedo con le amiche, andiamo a teatro, al cinema… (Si da un tono) si fa un giro per il

            centro. Una bella passeggiata ai giardini di Boboli…

CLAUDIO – … Boboli? Alle ‘ascine, no?

LUDOVICA – Sì, anche alle ‘ascine…

CLAUDIO – … ah, ecco!

LUDOVICA – Claudio! (Lui sfugge il suo sguardo) Guardami negli occhi! (Lui la guarda) Non mi piaci

            quando fai il “geloso”! (Lo bacia) Va a darti una rinfrescata! (Claudio sospira ed esce)

Scena II  (Ludovica, Gaspare)

(segnale di messaggio sul computer)

LUDOVICA - Chi sarà? (Attiva il computer)Toh! “CAPOCOLLO”! Che vorrà ‘stu mattacchione?

GASPARE - (Esce dalle quinte, sedia, tavolino e pc, si siede e digita)Ciao Ludi! Dormito bene? Dormito             sola? Ah mascalzona, se il tuo letto potesse parlare!

LUDOVICA - Questo è matto! Però mi fa ridere! (Digita)Ciao “Capocollo”! A proposito, devi sempre     spiegarmi

            l’origine del tuo pseudonimo!

GASPARE - Curiosa eh? (Digita)Lo scoprirai da sola, quando accetterai un mio appuntamento!

LUDOVICA - Ma guarda che tipo! (Digita) Non do appuntamenti agli sconosciuti!

GASPARE - (Digita)Sconosciuti? Sono quattro mesi che chattiamo!

LUDOVICA - (Digita)Non so se sei una persona seria!

GASPARE - Daje che casca! (Digita)Sono serissimo! Non rido mai! Parlo poco ma faccio i fatti. Capisci?

LUDOVICA - Capisco sì! (Digita)Sei troppo intraprendente! Attento a non tirare troppo la corda!

GASPARE - (Digita)Invece la tiro! Tu non la lasciare: sennò ‘casco’

LUDOVICA - (Sente Claudio che torna e digita)Ora ti lascio! Ho molto da fare! Ciao “CAPOCOLLO” ! (Ripete a voce alta l’ultima parola) “CAPOCOLLO”...

(Gaspare esce portandosi via sedia, tavolo e computer)

Scena III  (Claudio, Ludovica)

(rientra Claudio)

CLAUDIO - (Un po' sospettoso) Che fai? Chatti? Con chi?

LUDOVICA - Con ... ehm… delle amiche! Ci scambiamo consigli, ricette...

CLAUDIO - ... un pizzico di maldicenza, un raccontino piccante...

LUDOVICA - … possibile che voi uomini pensiate sempre alla stessa cosa?

CLAUDIO - Ho sentito che parlavi di “Capocollo”!

LUDOVICA - Come? Ehm… sì... è... è una ricetta calabrese…. con… il capocollo!

CLAUDIO – Ricettina dietetica, eh? A proposito è possibile mangiare qualcosa?

LUDOVICA - Jamme, “CRAPULONE”, ora si va in cucina e si mangia...

CLAUDIO - (Guarda l’orologio) Invece, il “crapulone”, non mangia! S’è fatto tardi! Devo andare! Ma

 stasera mi rifaccio!

LUDOVICA - Ma comme, vai via senza magna’ niente?

CLAUDIO - Non mi tentare! Altrimenti non vado via e ... ti mangio a te...

LUDOVICA - Sei insopportabile! Vattèn!

CLAUDIO - Per sempre?

LUDOVICA - No, pe’ tre, quattr’ore! (Finta supplica) Poi però torni, vero?

CLAUDIO - ¡Claro que si… adiós, mi querida! (Esce)

LUDOVICA - Che matto!

Scena IV  (Ludovica, Otello, Lavinia)

(Squilla il telefono, Ludovica risponde, esce Otello dalle quinte, sul proscenio, cellulare all’orecchio)

LUDOVICA -Pronto, chi? Ciao caro! Sì(Guarda nella direzione dove è uscito Claudio)dimmi, dove sei?

OTELLO -A Roma! Naturalmente!

LUDOVICA -E’ successo qualcosa?

OTELLO -No, tutto bene...(Dalle quinte esce Lavinia, ascolta la conversazione)solo che ... sai... forse...

LAVINIA - Che cosa “forse”?

OTELLO - cioè… sicuramente Dom... per il fine settimana, non torno...

LUDOVICA -… e perché?(S’illumina)

OTELLO -Beh sai... l’ospedale...

LAVINIA -Ma a chi stai spiegando ‘ste cose? Che stai inventando?

OTELLO - (Tappando il microfono) A Lud... Ludi, bisogna ‘he trovi una buona scusa! Sennò mi lascia sola la

            mamma...

LUDOVICA -Pronto! Otello, sei ancora lì?

OTELLO -Sì, sì son qua, insomma mi devo fermare a R…(Si gira per non far sentire a Lavinia )ad Ancona!

LUDOVICA - (Eccitata)Non torni?(Finge)che peccato! Ma se proprio devi?

OTELLO - Lud... Ludi, se ci son problemi...

LAVINIA -Ma che dici?

LUDOVICA -No, no non ti preoccupare nessun problema!(Raggiante)

OTELLO -Che cara che sei ...(Lavinia lo guarda arrabbiata e sorpresa)aspetta ...(Tappa di nuovo il       microfono) è straniera, devo spiegarle bene le ‘ose...         

LAVINIA -La chiami “cara”...

OTELLO -Cara? Ehm... già... mi ha chiesto 30.000 £ di supplemento! (Lavinia storce la bocca) Ma per te            e             per la mamma...

LUDOVICA -Otello? Non ti sento più ... ci sei?

OTELLO -Eh... ah, sì... allora ‘he dicevo? Ci pensi tu alla mamma?

LUDOVICA -Alla mamma? Otello, tua  mamma è al cimitero, da dieci anni!

OTELLO -Appunto! Le fai compagnia tu? Ci vai tu?

LUDOVICA -Ma non ci sei mai andato al cimitero! Mo’ ca’ te prende ? (Tra se) Sarà l’età ...(Sorrisetto)

OTELLO –‘ome dici? Non ti sento! Maremma, accidenti alle linee...

LUDOVICA -Va bene, vuol dire che le porterò dei fiori, a la “tu’ mamma”! Sei contento?

OTELLO -Grazie, grazie! Sapevo di poter ‘ontare su di te! Ci vediamo la settimana prossima... ciao, un bacio...

LAVINIA -Un bacio?

OTELLO - (Tappa il microfono, rivolgendosi a Lavinia) Alla mamma!  Ciao Ludi!(A Lavinia) Tutto

            sistemato!

LAVINIA - (Scocciata) Ludi!(Esce)

OTELLO -(Seguendola) Maremma che sudata!

LUDOVICA - (Posa il telefono) Povero Otello, mi è sembrato un po' frastornato! Forse ha ragione Claudio?        ... (Suona di nuovo il telefono)Pronto, Ah sei tu? Lupus in fabula...

Scena V  (Claudio, Ludovica)

CLAUDIO -(Esce dalle quinte e si ferma sul proscenio, col cellulare all’orecchio)Cioè? Che vuoi dire?

LUDOVICA – Niente, niente! Hai dimenticato qualcosa, caro?

CLAUDIO -Sì! Ho dimenticato di dirti che ho intenzione di portarti a Roma, a farti conoscere la mia       famiglia!

LUDOVICA - (Sorpresa)E quando mi ci vorresti portare?

CLAUDIO -Quando vuoi!

LUDOVICA - (Ci pensa)Venerdì?

CLAUDIO -Questo Venerdì?

LUDOVICA - Sì questo Venerdì! Così poi, Lunedì,torniamo insieme a Firenze!

CLAUDIO -Ma come fai con il “nonnetto”... scusa con tuo marito?

LUDOVICA -Non preoccuparti! Domenica, il “nonnetto”, non torna! Ha da fare in ospedale e ... (Sorride tra    se)

            se continua accussì, lo ricoverano...

CLAUDIO -Che cosa dici? Ospedale, chi ricoverano?

LUDOVICA -Nessuno, poi ti racconto! Allora “ROMANACCIO”, va bene questo Venerdì?

CLAUDIO -Va bene? (Riflette poi sorride) Ma va benissimo! Comunque io non le avverto, le “sorelline”,           che arrivo con te. Voglio fare una sorpresa!

LUDOVICA -Sei sicuro di fare la cosa giusta?

CLAUDIO -Sicuro! Prima o poi dovevano conoscermi sotto una luce diversa...

LUDOVICA - … così come ti conosco io?

CLAUDIO -(Sognante)Ma quanto m’attizza la mia Madonna Fiorentina!

LUDOVICA – Ma qua’ Fiorentina, Sampdoria e Juventùs? Io sono “PARTE-NOPEA” e

“PARTE-NAPOLETANA!

CLAUDIO - (Sorride)Quanto si’ bella! Ora ti lascio, a più tardi, ciao Ludi! (Esce)

LUDOVICA - (Sorpresa) Ludi? Mi ha chiamato Ludi anche lui? Sarà una coincidenza! (Ha un gesto come          per scacciare un pensiero)Mo’ci vuole ‘na doccia ... (Si blocca, sguardo smarrito)iihh! Come faccio con

Victor? Devo chiamarlo subito! (Prende il telefono, forma il numero. Si sente squillare un cellulare. Dalle

quinte esce Vittorio Emanuele con il telefono all’orecchio, è con Giulia)

Scena VI  (Vittorio Emanuele, Ludovica, Giulia)

VITTORIO EMANUELE -Pronto!

LUDOVICA -Ciao, Victor, sono Ludovica!

VITTORIO EMANUELE  -Lu...(Imbarazzato, tappa il microfono del telefono e si rivolge a Giulia) E’      Lu…

            Luciano… si, un ispettore, uno di ... di ... Firenze! Scusa!(Al telefono)Ciao... dimmi!

LUDOVICA -Volevo avvertirti che questo Venerdì non possiamo vederci! Sai, devo accompagnare “ la  salma” da

            certi suoi parenti a… a… in Maremma, si in Maremma!

VITTORIO EMANUELE -Chi? La salma? Ma… ah si… si… Lasalma…(Tappa il microfono del telefono e          si rivolge a Giulia) Lasalma, si, è un nostro collega di…di Torino...   

LUDOVICA -Pronto, ci sei?

VITTORIO EMANUELE -Sì, son qui! Beh, se hai da fare con Lasalma, è inutile che io venga a Firenze!

LUDOVICA –Fa’ un po' come vuoi!

VITTORIO EMANUELE -Allora ci vediamo direttamente la prossima?

LUDOVICA- (Fredda)La prossima? Vediamo!(Liquidatoria)Ti chiamo, ciao!(Attacca il telefono ed esce)

VITTORIO EMANUELE – Ciao!(Sollevato, tra se) Meno male!

GIULIA -Così non vai fuori?

VITTORIO EMANUELE -Eh? No, hai sentito? Lu... Luciano ha da fare con Lasalma, quindi...

GIULIA -Allora, Venerdì puoi venire a cena da noi?

VITTORIO EMANUELE -Posso?

GIULIA -Certo che puoi! Venerdì sei a cena da noi! Ci siamo tutti e annunciamo il nostro fidanzamento. (V.E. sgrana gli occhi) Invitiamo anche tuo zio, il barone, ti piace l’idea?

VITTORIO EMANUELE -Mi piace l’idea? (Giulia lo guarda minacciosa) Mi piace, eccome se mi piace!             (rassegnato) Fantastico! (Rientrano tra le quinte)

LUDOVICA - (Rientra in scena) Bene, tutto sistemato! Victor esce definitivamente dalla mia vita. Otello...          Otello verimm! Mi sistemo con Claudio ... (Pensosa) sarà la decisione giusta? Ci penserò più

            tardi... forse domani! Mi sento tanto Rossella O’Hara! (Esce)

(La luce si abbassa sulla scena. Claudio rientra con il cellulare all’orecchio)

CLAUDIO -Pronto, Andrea, sono io... Ciao, Giovedì non vengo a Perugia! Devo trattenermi a Firenze e            poi...  si ho parlato con Ciccio! Ah, lo sai anche tu… si… e va bene, cosa vuoi che ti dica? Ormai ha     deciso, se… no, non mi crea problemi!Comunque farò una bella sorpresa alla mia famiglia...    porto

            Ludovica con me a Roma... Che cosa sento? Cos’è ... gelosia? In fondo anche tu hai una nuova   storia...

            giusto?... allora mi vuoi ancora bene?... ah, ecco… Rimaniamo d’accordo che la prossima settimana vengo

            a Perugia con lei... Sa tutto di te, di Ciccio... ha una mentalità molto aperta!... Ora ti        lascio, tesoro!Nu  

            vaso… come?... …Un bacio!

SIPARIO

FINE SECONDO ATTO

TERZO ATTO

(Sipario chiuso. Luce sul proscenio. Esce un ragazzo vestito da “buttafuori”, sulle spalle ha un cartello con la   scritta “STRIP HOT” e la figura stilizzata di una donna nuda. Si piazza in mezzo al palcoscenico con le             braccia incrociate. Entrano Otello ed Erminio)

Scena I  (Otello, Erminio, Gaspare, Buttafuori)

OTELLO - O Erminio, ‘osa ci offre il programma della notte?

ERMINIO –(Cinquantacinque/sessanta anni. Elegante) Adesso ariva Lonzetta con tre sventole, tre modelle             “austro - ungariche”, le portamo qui dentro, bevemo un po' di Champagne...

OTELLO - Glì è meglio uno spumante italiano... un prosecchino...

ERMINIO -Otello, ma come, noi “rimediamo” tre ragazze, che se le sognano tutti, e tu che fai? Stai a       pensa’ se è

            mejo “un prosecchino” invece dello champagne? Stamme a senti’, il programma prevede un po' de

            “movimento” qui, al locale, poi se trasferimo a casa de Lonzetta ... e... e “VAI       COR TANGO”!

OTELLO -Col caschè! Olè! (Si piega all’indietro, ma rimane bloccato. Erminio lo aiuta a raddrizzarsi)

ERMINIO -Fermo Ote’, non “caschè” sennò te portamo all’ospedale invece che ar “naitte”!

(Arriva Gaspare)

GASPARE -Eccolo qua! Ammazza che coppietta de giovanottelli! E da ‘ndo’arivate, da “VILLA ARZILLA”?

ERMINIO –Nu’ sfotte! Che te credi? So’ più vecchio de te ma… (Fa vedere i muscoli) guarda qua, tutta 

             dinamite!

GASPARE -Tanto esplosivo... poca miccia!

OTELLO -Ovvia, Gaspare, te tu sei su di giri! O ‘he ti sei fatto già un giro di prosecco?

GASPARE -Per carità! Nun bevo mai in servizio!

ERMINIO -In servizio?

GASPARE -Soccorso! Soccorso per le povere ragazze sole e senza divertimento! Io le sarvo! Le faccio    diverti’!

BUTTAFUORI -Sor Gaspare, guardi che le tre “sventole” sono già dentro! Si stanno già dando da fare     con lo

            Champagne!

GASPARE - Possin’ammazzà...

OTELLO -Si entra, allora?

ERMINIO -Gaspare, che te possino...  stamo a perde’ tempo!

BUTTAFUORI -Sor Gaspare, scusi, poi per quel mio amico, quello di Perugia... lo studente?

GASPARE -Ah, sì! Beh, fallo veni’ domani! Me serve come er pane... anzi...  me serve p’er pane!            Ammazza come sto ‘nforma stasera... me vengheno così... de getto!!

BUTTAFUORI -Allora è confermato? Domani?

GASPARE -Ma come no?

OTELLO -O, insomma si entra o no?

ERMINIO -Entramo, entramo... nun sto più nella pelle!

GASPARE -E vai, alla conquista dei Balcani! (rientrano tutti fra le quinte)

(Si riapre il sipario. Di nuovo in casa Parenti, C.A. seduto su una sedia, in piedi dietro di lui Olimpia, V.E. e

            Giulia più avanti)

Scena II  (Carlo Alberto, Vittorio Emanuele, Giulia, Olimpia)

CARLO ALBERTO - (Agitato) Allora, mi si dice il perché di questa visita? Io ho da fare, lo sapete che sono             impegnato nella stesura del mio memoriale…

VITTORIO EMANUELE -… lo sappiamo, zio, lo sappiamo. (Piano a G.) Ne sento parlare da quando ero             bambino! (Alza gli occhi al cielo)

GIULIA -Di cosa parla, Barone? (V.E. si prende il viso fra le mani)

CARLO ALBERTO - (Contento). È la storia di mio padre, della mia famiglia! Della Casa Reale! Le rivelazioni in

            esso contenute potrebbero contribuire ad una revisione della storia d’Italia… (V.E. lo guarda sorridendo)

            Sarà il fenomeno editoriale dell’anno! (Infervorato)

VITTORIO EMANUELE -Zio, non vi agitate! Ora arrivano le signore Parenti. Parliamo con loro e poi       potete

            tornare al vostro memoriale!

OLIMPIA -State calmo Carl... Barone, vi sale la pressione!

CARLO ALBERTO -Ma quale pressione? Io voglio sapere di cosa dobbiamo parlare? Me lo volete dire, si o no?

VITTORIO EMANUELE -Ancora un po' di pazienza, zio! (Piano a Giulia) Pensi che tarderanno ancora?

GIULIA -Veramente non so nemmeno dove sono andate! Vado a preparare un caffè?

VITTORIO EMANUELE -Ma che vuoi scherzare? Questo sta già dando i numeri così... daje pure ercaffè?

Scena III  (Viola, Gaspare, Vittorio Emanuele, Carlo Alberto, Olimpia)

(Entrano V. e G)

VIOLA -Vieni, accomodati Gaspare... oh! Salve... (Si accorge che c’è gente)

GASPARE -Ben trovati a tutti!

VIOLA - Barone, Signora Olimpia... ci siete anche voi (rivolta a Giulia e V.E.)

VITTORIO EMANUELE -Buonasera, stiamo aspettando le sue cugine!

CARLO ALBERTO - Ahh! Lei sarebbe la cugina delle Signore Parenti! L’attrice… (Si mette il       monocolo) non

            l’avevo mai vista così da vicino! (Olimpia si innervosisce) Sa che è proprio una bella signora!

VIOLA -Grazie, barone! Ma lei mi conosce da tanti anni...

CARLO ALBERTO -Veramente? Che vuole, sono sempre occupato con il mio memoriale (V.E. fa un       gesto per

            dire “ricominciamo”) Strano, però, che mi siano sfuggite le sue forme...

OLIMPIA -Barone! La pressione!

CARLO ALBERTO - … e dalli co’ ‘sta pressione! (Olimpia lo guarda severa e lui fa una mossetta, rassegnato)

GASPARE -Scusate ma devo torna' a bottega ... (Viola fa per trattenerlo) c’ho  quer ragazzo, quello         novo...             lo studente! Nun lo vojo lascia’ solo!

VIOLA -Poi torni, stasera stai a cena da noi? C’è pure Claudio!

GASPARE -Ah, sì? C’è pure er Sor Claudio?

GIULIA -Ma certo! Gli siete tanto simpatico a “zietto”!

GASPARE -Allora a più tardi! (Esce)

CARLO ALBERTO - (Spazientito) Oh, allora, io non ho tempo da perdere! Queste signore Parenti, arrivano o non

            arrivano?

Scena IV  (Ottavia, Erminio, Lavinia, Giulia, Carlo Alberto, Vittorio Emanuele, Viola)

 (Entrano Lavinia e Ottavia seguita da Erminio, il quale, vedendo Olimpia, ha un moto di sorpresa e tenta di             scappare. Ottavia lo blocca)

OTTAVIA -Ma ‘ndo vai?

ERMINIO -Ho dimenticato le sigarette!

OTTAVIA -Meglio, così non fumi! Buonasera, buonasera a tutti! Qual buon vento?

LAVINIA -Che bella riunione!

GIULIA -Adesso che ci siamo tutti, il signor Calcabrini Penza...

CARLO ALBERTO - (Si alza) Finalmente tocca a me! Signori e Signore...

VITTORIO EMANUELE - Zio, scusa, ma Giulia parlava di me! (C. A. si risiede sconsolato)

GIULIA -Vittorio ... il signor Vittorio, deve dirvi una cosa… (Guarda Vittorio) dobbiamo dirvi una cosa!

VIOLA -Se lo sapevo! Anch’io e Gaspare dovevamo dirvi una cosa...

GIULIA -... ce la dite stasera, a cena! Allora, Vittorio, lo dici tu o lo dico io?

VITTORIO EMANUELE -Ci mancherebbe, lo dico io, ma… (Rivolgendosi a Erminio) non so se al signore          può interessare...

OTTAVIA -Scusate, che sbadata, non v’ho presentati! Il signor Erminio Fianchetti, mio “conoscente”!

(Presentazioni. Erminio fa un cenno a Olimpia, che lo ignora. Il gesto non sfugge a Ottavia che lancia occhiate             sospettose ora a Olimpia ora a Erminio. Le presentazioni vengono interrotte dallo squillo del telefono,             Lavinia va a rispondere)

Scena V  (Lavinia, Claudio)

LAVINIA -Pronto!

(Entra Claudio, si ferma sul proscenio, col cellulare all’orecchio)

CLAUDIO -Pronto Lavinia? Sorellina mia cara!

LAVINIA - (A tutti) E’ Claudio! Dimmi, “fratellone”!

CLAUDIO -Volevo dirti che sono già a Roma...

LAVINIA -Così presto? E’ successo qualcosa? (Agli altri) E’ già arrivato a Roma!

CLAUDIO -No, niente di cui preoccuparsi! Però ho una sorpresa!

LAVINIA -Una sorpresa? Bella?

CLAUDIO -Credo proprio di sì! Tra poco sono a casa! A proposito,ci siete tutte?

LAVINIA -Si ci siamo… tutti!

CLAUDIO -Tutti? Come tutti?

LAVINIA -Poi ti spiego! Ti aspettiamo!

CLAUDIO -Bene, a tra poco! Ciao!

LAVINIA -Ciao, Cla’!(Chiude la comunicazione)

Scena VI(Ottavia, Carlo Alberto, Vittorio Emanuele, Giulia, Lavinia, Otello, Giacomo, Livia, Olimpia, Erminio, Viola)

(Tutti guardano Lavinia. Breve silenzio. Ottavia si scuote)

OTTAVIA -Dove eravamo rimasti? Ah, dunque, signor VittorioEman... (spazientita) insomma, cosa deve            dirci di tanto importante?

CARLO ALBERTO - (Piuttosto seccato) Vittorio Emanuele, ti vuoi decidere! Dicci questa cosa per piacere, ho un

            sacco di cose da fare!

VITTORIO EMANUELE - (Impacciato) Sì, veniamo al dunque ... (CAMPANELLO)... ahhh! Andiamo bene...

(Giulia va ad aprire, rientra con Otello)

OTTAVIA - (Scocciata) Ah, siete voi?

LAVINIA - Come mai così presto?

OTELLO - (Vede Erminio, spalanca gli occhi, gli fa cenno di tacere e per dire “ne parliamo dopo”. Anche         questo siparietto non è sfuggito ad Ottavia) Ho fatto presto? Se do fastidio, posso anche andar via...        anzi... me ne vado...

LAVINIA -… ma no, non vedi che bella riunione di famiglia?

OTELLO -Ah, sì? Di famiglia? (Perplesso) In che senso?

LAVINIA -Nel senso che il Signor Vittorio Emanuele ci stava dicendo che ... ma facciamolo parla’. (A     Vittorio

            Emanuele) Parli, parli pure!

VITTORIO EMANUELE -Sperando di non venir interrotto ancora, già mi sento un po' impacciato a ...             CAMPANELLO

VITTORIO EMANUELE -…Daje!

OTTAVIA -Vado io! (Rientra, preceduta da Giacomo e Livia che sono raggianti) Guardate ‘sti due, sembra        che hanno vinto alla lotteria!

LIVIA -Di più! (Guarda teneramente Giacomo)

GIACOMO -Molto di più ! (Guarda teneramente Livia) Molto di più! Ci siamo fidanzati e tra un anno... ci             sposiamo! Siete contenti?!

VITTORIO EMANUELE -Che te pja ‘ncorpo! Ma come è un’ora che cerco de di’ la stessa cosa...  questo            arriva e... ”paffete”, ha risolto er problema... er suo!

LAVINIA - Perché, anche voi...

VITTORIO EMANUELE -Già!

GIULIA -Sì, però così si è rovinata la sorpresa... mannaggia la miseria!

GIACOMO - (Rivolto a Giulia e Vittorio Emanuele, mortificato) Scusate, proprio non ce la facevo a tenermi        dentro questa... questa bella cosa! (Guarda teneramente Livia)

LAVINIA -Ha fatto bene! Cosa sono tutte queste cerimonie...

VIOLA - (Era rimasta in disparte) Giusto, le formalità non servono! L’importante è che i ragazzi si vogliano bene

            e che, (Fulmina G.) soprattutto, si rispettino!

LIVIA -Giusto! È… e sarà così, vero Giacomo?

GIACOMO - Naturalmente… (Guarda V. e fa un cenno come dire “tutto a posto”)

CARLO ALBERTO -E per queste quisquilie mi si trattiene lontano dal mio memoriale? E’ inaudito! Vittorio

            Emanuele...

VITTORIO EMANUELE -… sì, zio?

CARLO ALBERTO -Posso tornare alle mie faccende?

VITTORIO EMANUELE -Sì, sì, tanto a voi cosa importa! Voi avete Olimpia...

OLIMPIA -… cosa intendete dire?

VITTORIO EMANUELE -Voglio dire che ... tanto lo sappiamo tutti... si, che non siete solo la governante di mio

            zio ...

CARLO ALBERTO -Vittorio!

VITTORIO EMANUELE -A che scopo nascondere questa vostra storia? Non c’è nulla di male. Manca     solo che

            regolarizziate la vostra posizione, no?

CARLO ALBERTO -Hai ragione, nipote mio! Io sono un uomo d’onore, mi assumo le mie responsabilità!Quindi...

OLIMPIA -… grazie, barone... Carlo Alberto, ma io... io non posso sposarvi!

CARLO ALBERTO -E perché mai? (Tutti prestano attenzione. Erminio cerca di defilarsi, ma Ottavia lo   blocca)

OLIMPIA - Perché sono già sposata!

CARLO ALBERTO -E con chi? Per Giove!

ERMINIO - (Affranto) Con me!

OTTAVIA -Con te?

ERMINIO -Con me, sì! Siamo, però, separati da oltre quindici anni! (Supplichevole)Ottaviuccia, te l’avrei detto!

            Sicuro! Ma come potevo immagina’ che avrei ritrovato Olimpia, proprio qui, co’ tutta        la gente che c’è a

            Roma!

(Si crea un po’ di confusione. Ottavia si siede e Lavinia la soccorre, Carlo Alberto confabula con Olimpia,             Vittorio Emanuele sghignazza e Giulia lo invita a smettere, mentre Viola, si butta sul divano e nasconde con difficoltà le risate. Approfittando della confusione, Otello prende in disparte Erminio)

OTELLO -Ma ‘osa hai ‘ombinato? ‘ome ci sei finito costì?

ERMINIO -Io? E te?

OTELLO - (Si accorge che Ottavia, nonostante sia attorniata, li sta guardando) Zitto. Zitto ‘un far vedere ‘he ci

            ‘onosciamo! Soprattutto non ti far mai sfuggire nulla su quello che si fa la sera insieme...

ERMINIO -E che so’ matto!

OTTAVIA -Che avete da confabulare, voi due?

OTELLO -Gli stavo dicendo che ... ho saputo... lo avete detto voi, che presta opera di volontariato anche             lui...

ERMINIO -Già proprio così! (A Otello) Ma che dici?

OTELLO - Shh! Lascia fare a me! (Largo sorriso a Lavinia e ad Ottavia) Comunque, signore e signori, non è

            successo nulla di male! Signora... (Rivolto a Olimpia, abbozza un baciamano) Signora Olimpia,    siam tutti

            adulti, per cui...

OLIMPIA -… comunque, quello che fa questo debosciato, (Indica Erminio) a me, non interessa affatto!

OTTAVIA -Debosciato? Erminio è ‘nomo da portare ad esempio, tutto casa, chiesa e... e fa pure il           volontariato, in ospedale...

OTELLO - (A Erminio) Se ‘ontinua ‘osì, in ospedale ci si va davvero!

OLIMPIA -Sì, proprio volontariato...

OTTAVIA - Che cosa intendete dire?

OTELLO -Ovvia, ‘un mi sembra il momento di parlare di ‘ose  ‘osì  po’o importanti...

LAVINIA -Ma perché ti scaldi tanto tu? Che te ‘mporta?

OTELLO - (Impacciato) Ma, io lo fò per ...

CAMPANELLO

VITTORIO EMANUELE -Mamma mia, che via vai!

LIVIA -Vado io, sarà “zietto”! (Va e torna con Gaspare che porta un involto e due bottiglie di vino)

Epilogo  (Tutti)

GASPARE -Buonasera! Anvedi quanti semo! Che magnamo tutti qui? Allora devo anna’ a prenne’‘nantre du’

            bocce de vino ... (Vede Otello ed Erminio, a momenti fa cadere quello che ha in mano)

VIOLA -No, rimani pure qui! Capiti a “fagiolo”! Ora possiamo parlare anche noi... ma che hai? Come sei            pallido!

GASPARE -Me so’ fatto la barba (Cerca di incrociare lo sguardo di Erminio e di Otello, ma loro evitano             accuratamente di guardarlo. La cosa non sfugge a Ottavia)

CAMPANELLO

VITTORIO EMANUELE -Mi sta venendo un mal di testa... co’ ‘sto campanello! (Livia va ad aprire)

(Entrano Claudio e Ludovica. che,entrando, vede Otello e poi V.E. faccia sorpreso/stupita)

LIVIA -Ecco “zietto”! Buonasera signora...

CLAUDIO - (Enfatico e con largo sorriso) Buonasera a tutti! Quanta bella gente! Ora ho capito Lavinia, perché hai detto “ TUTTI ”! Qualcuno lo conosco! Barone! Vittorio, come va? Giacomo carissimo!

Signora Olimpia... Gaspare, anche tu? E voi, voi due... non ho il piacere! (Tendendo la mano ad             Erminio)Claudio Parenti!

ERMINIO -Erminio Fianchetti! (Stringendogli la mano)

CLAUDIO -Piacere! (Si rivolge a O. e gli porge la mano)

OTELLO -Otello Capobianco! (Stringendogli la mano)

CLAUDIO - Capob... (Guarda Ludovica che abbassa gli occhi)Piacere mio… (Guarda ancora Ludovica             interrogativo) Permettete un secondo? (Tutti annuiscono) Livietta! (Prendendola in disparte. Mentre             Ludovica e Otello si guardano, lui sgomento, lei spavalda) Senti un po’, bella de zio, ma questi due             signori… (Accenna a Erminio ed Otello) chi sono? Che ci fanno qui?

LIVIA - (Un po’ imbarazzata) Beh… ehm… sono, come dire… amici di mamma e zia Ottavia…

CLAUDIO -… amici?

LIVIA -Zio, per favore, cerca de capi’!

CLAUDIO -Ho capito, ho capito… (Guarda le sorelle, che ricambiano lo sguardo.  Ottavia spavalda, Lavinia             vergognosa. Fa un gesto con la mano, prima come a dire “che ve possino” poi “tutto a posto,     tranquille”             e sorride) Comunque, senza menar il can per l’aia...

GASPARE -Ecco fatto! Questo parte subito che vuol menare al cane ... (Guarda Ludovica            insistentemente)

CLAUDIO - (Guardando di traverso Gaspare) Dicevo, senza perdere tempo, vi sarete chiesti chi è la

            bella signora che mi accompagna?

TUTTI -Chi è? Chi è?

OTELLO - (A Erminio) Io lo so chi è! (Sconsolato) È mi moje! (Con forte accento romanesco)

ERMINIO -Tua moglie? (Si blocca, lo guarda stupito)

CLAUDIO -(Guardando Otello) Vi presento Ludovica Contini! La donna che ha rubato il mio cuore. E

            la sorpresa è… (Rivolto a Lavinia e Ottavia) che abbiamo deciso di vivere insieme...

(Tutti si avvicinano a Ludovica, Otello ed Erminio rimangono in disparte)

ERMINIO -  A Ote', ma perché parli romano? Me sbajo o sei fiorentino?

OTELLO -Ma quale fiorentino, so' de Testaccio, Ermi'!

ERMINIO - De Testaccio? Ote’…

OTELLO - … lascia perde’! Maremma bona, dammi una sedia, mi treman le gambe!

ERMINIO – Arifacce cor fiorentino!

OTELLO –  Shhh! È pe' nun perde l'abbitudine... e damme 'sta sedia! (Erminio gli da una sedia e lui si    siede,

            asciugandosi il sudore)

LAVINIA - (Si è accorta dello stato di Otello) Otello, cos’hai, stai male?

(Tutti si sparpagliano per la scena formando gruppetti, osservando e commentando cosa succede a Otello)

OTELLO - Noo, non ho nulla! (tra se) Sto solo per morire...

CLAUDIO -Signore! Lei sta male! (Occhiata a Ludovica) Com’è pallido! Gaspare dagli due schiaffi,

            fallo riprendere!

OTELLO -No, grazie! (Tra se, rivolto al pubblico) Ci mancan pure i ceffoni, ora!

LUDOVICA -Non vi preoccupate, si riprende subito! Ha una buona fibra!

CLAUDIO -E tu che ne sai? (Sarcastico)

LAVINIA -Già, come fa a dire così?

LUDOVICA -Lo so, lo so, io e questo signore ci conosciamo!!

TUTTI -Si conoscono?

OTELLO - (Si ricompone e con fare spavaldo) Ovvia, l’è naturale, la “signora” l’è mia...

LAVINIA -Tua figlia?

OTELLO -O quale figlia! (Risentito) Lavinia, l’è la mi moglie!

LAVINIA -Tua moglie? Mio dio, adesso so’ io che me sento male! (Si siede sfinita)

OTTAVIA-E che te pare?

CLAUDIO - (Sorridendo, a Ludovica) Allora lui, sarebbe “Nonno”? (Guardando Otello) Altro che “salma”!             Guarda che bel signore! Me lo immaginavo più vecchio!

LUDOVICA -Cosa credevi? Sono di gusti buoni! (Gli sorride maliziosa) Dovresti saperlo!

GASPARE - A Otè, come te senti? Me pare che te sei ripreso bene, eh?

VIOLA - Gaspare, cos’è questa confidenza? Vi conoscete?

OTELLO -Certo che ci conosciamo! Di tutto te, o lo di'o io!

GASPARE -De che?

OTELLO -Di te, di me e di quest’altro farabutto d’Erminio. Racconta di quello che si fa la sera! Quando loro son convinte che noi s’è a far volontariato! Spiegagli che razza di volontariato si fa, noi!

OTTAVIA - Perché, che fate?

LAVINIA - Otello, che dici? Cosa fate, voi tre? (Li guarda disgustata)

ERMINIO -Niente di particolare! Si sta insieme da buoni amici, una partita a carte...

OTELLO -... un “prosecchino”..

GASPARE -... tutte cose innocenti.

OTTAVIA -Sicuri? Non è che scopriamo che c’è qualche amichetta?

GASPARE – Po’ esse, ma so’ tutte brave ragazze...

ERMINIO -... brave, brave...

OTELLO –(A Erminio)... brave e simpati’he. Sì!

ERMINIO - (In disparte) Otello, non esagerare!

GASPARE -In fondo che c’è de male? Semo tre ommini ancora giovani, no?

LAVINIA -No, siete tre porci! E noi… (Guarda Ottavia e Viola) siamo tre stupide.

VIOLA -A me non interessa affatto quello che Gaspare ha fatto fino ad oggi! (Guarda Gaspare con un   sorrisetto) L’importante è che, d’ora in poi... (Con le mani fa cenno: basta)basta! Vero, caro?

GASPARE -Me possino cecamme!

CLAUDIO -Fantastico! (Scoppia in una sonora risata)

LUDOVICA -Ma guarda come se la ride!

CLAUDIO - (Ridendo di gusto) E’ una situazione così comica!

LAVINIA -E’ facile ridere quando non si è vittime!

LUDOVICA -Fossi in lui, non mi sentirei tanto sicuro! (Guarda V.E., lui le fa cenno di tacere, supplichevole,             indicando Giulia)

CLAUDIO - (Sempre ridendo) Ahi! Ahi! Ce né anche per me? Va bene, come si dice? “Mal comune... ”

CAMPANELLO

LIVIA - (A Giulia) Aspettiamo qualcuno?

GIULIA - (Girando lo sguardo attorno) Mi pare che ci siamo tutti!

VIOLA -Vado io! (Va ad aprire)

(V. torna insieme a un ragazzo, vestito da fornaio, con un pacco in mano)

VIOLA - E’ il nuovo commesso di Gaspare! Vieni caro, cosa ci porti?

FRANZ - (Circa venti anni. Entra e vede Claudio, spalanca la bocca sorpreso) Papà! Che ci fai qui?

TUTTI- Papà?

CLAUDIO -Sì, papà! (Sempre ridendo) Lui è Franz! Vieni qui dammi un bacio! (Lo abbraccia) Mio        figlio! Mio e di Andrea, la ragazza tedesca con cui vivevo quando ero a Perugia! Il mio “cucciolo”,       il quale ha pensato bene di farmi questa bella sorpresa! Che cosa porti qui dentro?

FRANZ -Un capocollo! Il signor Gaspare mi ha detto di portarlo qui...

LUDOVICA - Capocollo? (Lo guarda sorpresa) Sei… “capocollo”?

GASPARE – Sì… (Sorpreso anche lui) e tu chi sei?

CLAUDIO - Ludi! (Esterrefatto) Conosci Gaspare?

GASPARE - Ludi? (Scoppia in una gran risata) Ah… ah… ah! Tu sei… Ludi…

TUTTI -E noi, chi siamo?

CLAUDIO - (Quasi di spalle al pubblico, rivolto ai presenti in scena) Noi? Noi siamo piccola gente normale,

            con storie piccole, normali, che viaggia per questo mondo tanto grande, ma in fondo tanto piccolo!

 (Riflette)piccolo, sì, oh... (Si gira verso il pubblico, passa con lo sguardo la platea.) Anvedi… (Si gira

verso gli altri, li chiama vicino. Si raccolgono intorno a lui che indica verso il pubblico) sta tutto qua! (Tutti guardano sorpresi prima lui, poi il pubblico e si fermano nella posizione)

                                                    

FINE