Troppo tardi

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SAVERIO SICILIANO

TROPPO

TARDI

Testo tutelato dalla S.I.A.E. Numero di posizione 206203

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TROPPO TARDI

Per informazioni Tel. 3381659061

E-Mail: sicilianosa@gmail.com

PERSONAGGI


Nico

Osvaldo

Romeo

Mario

Segretaria

Quattro teppisti

Due ubriachi

Padre di una persona non abile

Ragazzo non abile in sedia a rotelle

Due Poliziotti

Due barellieri del pronto soccorso


Figlio gay

Stilista gay

Fidanzato di Nico

Padre di Nico


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PRIMO ATTO

La scena si apre in un ufficio di un’azienda di moda. Alla parete, ci sono delle copertine di Vogue, Elle, Officiel, Amica, ecc.. Al centro una scrivania con una poltrona e al fianco una sedia dov’è seduta la segretaria. Sul lato sinistro una porta d’uscita/entrata e sulla destra una porta che va ad un imprecisato locale. Uno stand con alcuni abiti modello appesi. Nico passeggia nella stanza avanti e indietro. Sta finendo di dettare alla segretaria una lettera.

Nico è un ragazzo di venticinque anni di bell’aspetto, veste pantaloni neri leggermente larghi e una camicia bianca senza collo. La camicia è abbondantemente sbottonata che lascia intravedere il suo petto implume. Le maniche rimboccate. Il viso è ben rasato, non s’intravede nemmeno un pelo. I capelli sono lisci e neri pettinati all’indietro. Cerca di celare la sua tendenza omosessuale. I suoi gesti alle volte sono femminili e immediatamente corregge i suoi atteggiamenti.

La segretaria è una ragazza di ventitré anni, sobriamente vestita. Sta prendendo nota.

Nico: ….In allegato, trovate la fattura proforma. La spedizione sarà fatta, dopo aver

ricevuto copia dell’avvenuto pagamento, o copia della lettera di credito. In tale attesa, Vogliate gradire ecc. ecc. . Trascrivila subito che bisogna spedirla immediatamente.

Segretaria: La faccio subito. Quando ho finito, vengo per fartela firmare.

La segretaria esce e nello stesso momento entra Osvaldo con schizzi di nuovi modelli. Osvaldo: ragazzo anche lui sui venticinque anni, contrariamente a Nico, non nasconde la sua tendenza femminile. Le sue frasi sono intercalate con “cocca”. È vestito con pantaloni larghi (quasi all’odalisca) e una camicia a fiori a mezze maniche. Entra ondeggiando con l’avambraccio alzato, quasi a ritmare la sua andatura sculettante. Nico, all’ingresso di Osvaldo, si lascia cadere sulla sua poltrona quasi a rilassarsi.

Nico: (Con atteggiamenti a lui naturali)Per favore Osvaldo, chiudi quella porta. Non neposso più di fingere, di non essere me stesso. … Ultimamente non so cosa mi ha preso, ma faccio una fatica tremenda a controllarmi. Devo stare attento a tutto. Come mi muovo, come parlo, a come mi siedo. È una cosa che mi sta soffocando, mi rende nervoso, non mi sento libero. Sono me stesso solo quando esco da qui, lontano da sguardi investigativi del personale e soprattutto di mio padre.

Osvaldo: Effettivamente non so come fai ad essere come Dott. Jekyll e Mr. Hyde. Digiorno sei Nico e di notte ti trasformi nella bellissima Nicol.

Nico: Ecco, brava hai capito il problema. Ogni giorno che passa, Nicol prende ilsoppravvento su Nico e non riesco più a soffocare la Nicol che è in me. La mia trasformazione è irrefrenabile.

Osvaldo: Come ti capisco cocca. A proposito, cocca, ieri sera sei stata magnifica alCalipso. Hai danzato e cantato benissimo. La gente diventava pazza per te. Tutti ti applaudivano e continuavano a chiamare: Nicol, Nicol, bis, bis. Le tue interpretazioni sono

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insuperabili, cocca. Il tuo Romeo poi, era talmente orgoglioso di te che continuava a dire:

“È la mia ragazza, è la mia ragazza”.

Nico: Tu dimmi a cosa serve tutto questo successo, quando non lo posso condividere conla mia famiglia, con chi mi ha messo al mondo. … Gli apprezzamenti tuoi, di Romeo, degli amici sono graditi, ma sarebbe anche bello essere apprezzato dai propri genitori che dovrebbero essere orgogliosi del proprio figlio. … Di apprezzare per quello che realmente sono e non per quello che loro vorrebbero.

Osvaldo: Cocca, è anche colpa tua.Te l’ho già detto, una sera, vai a casa e dici ai tuoi:

“Mamma, papà, sono gay” e la cosa finisce li. Che cosa vuoi che succeda? Cocca.

Nico: E’ evidente che tu non conosci bene mio padre.Appena le dirò una cosa delgenere, come minimo mi cambia i connotati che sarò costretta a cambiare le foto sui documenti. Lo sai che è un maschilista incallito. … E poi, mi sbatterebbe fuori di casa a pedate senza possibilità di rientro e senza un centesimo.

Osvaldo: Se è per questo, cocca, non ti preoccupare. Le amiche a cosa servono. Se tisbatte fuori di casa, vieni a stare da me, cocca, ho una stanza tutta per te. … E poi c’è il tuo Romeo che ti potrebbe dare una mano.

Nico: Ti ringraziosei proprio un’amica, ma la cosa è prematura. Il mio successo al Calipsonon è consolidato e quello che guadagno non è al momento sufficiente per permettermi di vivere da sola o con Romeo. Lo stipendio che prendo, lavorando qui, mi permette di finanziare il mio progetto.

Osvaldo: (Come se fosse immerso nei suoi pensieri)Eh sì, tu sei fortunata ad avere unuomo come Romeo.

Nico: Romeo è la mia unica consolazione. Se non avessi avuto il suo conforto e il suoincoraggiamento, forse adesso non sarei qui a parlare con te.

Osvaldo: Perché non andate a convivere? Cocca.… Avessiio un uomo come il tuoRomeo.

Nico: Ti ho già detto, che con quello che guadagno vorrei finanziare il mio progetto. … Hoin mente di mettere su uno spettacolo memorabile, in modo da uscire dall’anonimato e incominciare a farmi conoscere in tutti i teatri e locali alla moda.

Osvaldo: Io te lo auguro, cocca, ma non potrai nascondere alla tua famiglia per molto latua natura. Alla fine devi dichiararlo cocca, altrimenti ti ammalerai. Ormai la tua parte femminile sta venendo fuori con prepotenza. … Dimmi cocca, tua madre non si è accorta di nulla?

Nico: Mia madre, quella è un’altra. Senz’altro qualcosa ha intuito, mafa finta di niente onon vuol capire. Continua a presentarmi le figlie delle sue amiche, mi combina degli appuntamenti con ragazze insulse, sperando che succeda qualcosa. Per non deluderla, qualche volta accetto, ma alla fine non succede nulla di quello che spera. … Quando cerco di accennare qualcosa, non mi lascia nemmeno iniziare il discorso e cambia subito argomento. Insomma, ha paura di sentire la verità! Chiude gli occhi e si tappa le orecchie per sfuggire all’evidenza.

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Osvaldo: Non puoi continuare a vivere cosi, cocca. Devi prendere una decisione. Nonpuoi continuare a nascondere la tua vera natura. … Ora che il tuo essere cerca di saltar fuori, prima o poi, lo devi dire ai tuoi, cocca. Vedrai che subito dopo ti sentirai libera, come

…come … ecco. Come se avessi partorito un figlio.

Nico: A te sembra facile, ma per me non è così semplice.

Osvaldo: Ma cosa dici? Cocca.Forse è più facile di quello che credi. … Tua madre giàimmagina qualcosa e non si sorprenderà più di tanto. Forse, a tuo padre un colpo verrebbe. (Cinicamente) E a te che te frega, quando muore erediti tutto e protrai fare quello che vorrai, cocca.

Nico: (Infuriato)Per favore Osvaldo non parlarmi così, in fondo è sempre mio padre ed iole voglio bene. E poi in ufficio non chiamarmi cocca.

Osvaldo: Come vuoi tu Nicol.

Nico: E nemmeno Nicol. Chiamami semplicemente Nico.

Senza bussare entra Mario. Uomo di circa sessant’anni, leggermente panciuto e ben vestito. Sembra che vada di fretta. Ha le chiavi della macchina in mano. (Importante farle notare)

Mario: Nico io …(si accorge della presenza di Osvaldo)Tu cosa fai qui?

Osvaldo: Sono venuto a far vedere a Nico gli ultimi schizzi per il nuovo modello dipantalone.

Nico: (Si alza dalla sua poltrona e cambia repentinamente atteggiamento)Si, è appenaarrivato anche lui. Fammi vedere questi schizzi Osvaldo.

Mario: Già che ci sono, li vedo anch’io.(Getta le chiavi della macchina sulla scrivania eprende gli schizzi dalle mani di Osvaldo. Li guarda e man mano li passa a Nico) Dimmiquale ti piace.

Nico: (Quando ha finito di guardare tutti gli schizzi, ne sceglie uno). A me piacerebbequesto.

Mario: (Guarda lo schizzo)Bravo Nico è quello che piace anche a me.(Rivolgendosi aOsvaldo). Osvaldo, non sarebbe meglio fare le tasche applicate che a taglio?

Osvaldo: Ho preferito le tasche a taglio così il pantalone aderisce meglio.

Nico: Anch’io metterei le tasche applicate, Così si potrebbe far ricamare il nostromarchio.

Osvaldo: No, coc…(si accorge che sta per dire la parola proibita e si corregge)è piùcarino il pantalone senza applicazioni, aderisce meglio, è più fine e molto più elegante.

Nico: (Di fronte al padre, vuol far vedere la sua supremazia, ma nella foga, la voce e lemovenze incominciano ad essere della sua naturale tendenza) Sarà più elegante ma è uncapo anonimo. Invece con le tasche applicate con su il ricamo della nostra azienda, rende il nostro capo più riconoscibile, unico ed è più vendibile.

Osvaldo: Nooo, cocca(questa volta gli scappa)è più volgare non è fine, e poi, i costi diproduzione sono più elevati.

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Nico: (Continuando a correggere il tono di vocee l’atteggiamento)Tu non pensare ai costidi produzione, a quello ci pensiamo noi. Tu occupati solo dei modelli.

Mario: (Interviene)Ora basta, sembrate due comari. Avete ragione tutte e due. Facciamoin questo modo: sul davanti facciamo le tasche a taglio e quelle di dietro le mettiamo applicate con il ricamo, come ha proposto Nico.

Osvaldo: Ecco questa è un’ottima soluzione.

Nico: (Si ricompone)sono d’accordo anch’io.

Mario: Bene Osvaldo va a preparare la carta modello e sviluppa le taglie, che mettiamosubito in produzione.

Osvaldo: Vado subito.

Mario con lo sguardo accompagna Osvaldo, che sculettando esce e chiude la porta.

Mario: A me questo ragazzo gay mi danno un senso di viscido, di sporco, di un qualcosanon naturale. … Non si sa mai come trattarli. … Da uomo, da donna? Mi domando, come fanno certi uomini ad andare insieme con questi personaggi? Ci sono tante di quelle belle donne in giro!

Nico: Non è colpa sua se si sente una donna, i suoi ormoni femminili prevalgono su queimaschili. Non è una malattia, è solo nato con un corpo che non è suo.

Mario: Sarà questioni di ormoni, sarà che il corpo non è suo, comunque li davanti c’èqualcosa che le pende, per fargli ricordare che è un maschietto e come tale si deve comportare. Il resto sono tutte balle.

Nico: Non è importante il sesso che si vede, ma è importante quello che la persona sentedi essere. … Ad esempio: Ognuno di noi ha la sua parte femminile latente e ci sono quelli che non la nascondono e quelli che riescono a nasconderla.

Mario: Che cosa vuoi dire? Che dentro di me c’è una parte femminile?Tu sei matto, i mieiormoni sono tutti in fila come soldatini e quando vedono una bella donna, si mettono tutti sull’attenti. Ma chi ti racconta tutte queste favole. Sarà mica il tuo amico Osvaldo?

Nico sta per rispondere, ma è interrotto dalla segretaria che bussa ed entra con la lettera da far firmare a Nico.

Segretaria: Buon giorno Signor Mario. Nico per favore firma la lettera che vado subito aspedirla.

Nico firma la lettera, la segretaria esce sotto lo sguardo compiaciuto di Mario.

Mario: Ecco, quando vedo queste belle ragazze, mi viene una roba(fa roteare le maniall’altezza dello stomaco) …mi piacerebbe avere soloqualche anno in meno …A te piacequesta ragazza?

Nico: Si è una bella ragazza, ma in ufficio è meglio non avere nessuna preferenza,altrimenti ci sarebbe delle gelosie tra le impiegate.

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Mario: (Orgoglioso)Hai ragione. Bravo. … Dimmi, ma tu come sei messo a donne.Adesso hai un’età che dovresti pensare anche a sposarti. Quando mi farai conoscere la tua lei? Io spero che quest’azienda continui con te e poi con i tuoi figli.

Nel frattempo suona l’interphone che salva Nico da dare una risposta.

Nico: (Risponde all’interphone)Si?

Interphone: Il signor Mario è desiderato in contabilità.(Mario segnala al figlio che vasubito).

Nico: Arriva subito.

Mario: (Sulla porta d’ingresso)Ah, Nico ero venuto a dirti che sto uscendo. Finito incontabilità, vado. Tornerò nel pomeriggio.

Nico: Va bene. Ciao.(Si va a sedere pesantemente sulla sua poltrona).

Il colloquio avuto poco prima con suo padre, ha messo a dura prova la capacità di finzione di Nico. Appoggia la testa sulla scrivania continuando a dire.

Nico: Non ne posso più, non ne posso più. Devo trovare una soluzione.

Suona l’interphone.

Nico: (Stancamente)Chi è adesso. … Si?

Interphone: C’èqui per lei il Signor Romeo. Lo faccio entrare?

Nico: (A stento nasconde la sua emozione)Romeo? …Si grazie, lo faccia entrare.

Nico si alza dalla scrivania va incontro a Romeo che entra assicurandosi di chiudere bene la porta. Romeo è di bell’aspetto, ha venticinque/ventisei anni indossa un completo chiaro con sotto una camicia sbottonata con i polsini rivoltati sulle maniche della giacca. Ha in mano una borsa di carta dei negozi d’abbigliamento. Nico andandogli incontro, lo abbraccia.

Nico: Finalmente oggi mi capita qualcosa di buono. Oggi ho avuto una giornatapesantissima. … (Ricordando nel luogo dov’è, si stacca di colpo) Cosa ci fai qui? Sai che non dovresti venire mai qui dentro. Qui anche le pareti hanno gli occhi e le orecchie.

Romeo: Sono stato costretto. Ti ho portato il nuovo costume per la tua esibizione diquesta sera. Vorrei che lo provassi. Se c’è da fare qualche modifica, sono ancora in tempo per poterlo fare.

Nico: Aspetta qualche minuto che mio padre sta andando via così lo potrò fare con unacerta sicurezza.

Osvaldo: (Bussa ed entra)Ciao Romeo ti ho visto entrare, cocca. Come mai sei daqueste parti? Cocca, non sei mai venuto qua.

Romeo: Ho portato il costume da provareper l’esibizione di questa sera.Mi farà piacerese restassi qui, Osvaldo, così ci puoi dare un tuo consiglio.

Nico: Osvaldo, vai a vedere se mio padre è già uscito.

Osvaldo dall’uscio si allunga per vedere nell’altra stanza.

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Osvaldo: E’ uscito ora dalla contabilità e si sta avviando verso l’uscita.

Nico: Ok, vado a provare il vestito. Osvaldo stai attento se entra qualcuno(prende ilsacchetto da Romeo va a indossarlo. Esce dalla porta di destra.)

Romeo: (Alzando la voce)Nel sacchetto, ci sono anche le scarpe, la parrucca, il trucco.Prova come se dovessi andare in scena adesso!

Nico: (Dall’interno)Ho capito. Va bene, va bene. Facciamo la prova generale.

Romeo: (Rivolgendosi a Osvaldo)Sai mantenere un segreto?

Osvaldo: Certamente! Cocca. Mi ha preso per una pettegola?

Romeo: Sai, non vorrei dire nullaa Nicol altrimenti l’emozione può fare brutti scherzi.

Osvaldo: Dai cocca non tenermi sulle spine. Di cosa si tratta?

Romeo: (Quasi sottovoce)Poco fa ho ricevuto una telefonata del titolare del Calipso, perdirmi che questa sera, sarà presente uno dei più grandi impresari teatrali. Dice che ha sentito parlare di Nicol in giro e questa sera viene a vederla.

Osvaldo: (Fa un grido di contentezza)Oooh che bello!

Romeo: (Mettendosi l’indice sulle labbra) Ssst, non gridare, non voglio che lo sappia per ilmomento, glielo dirò dopo l’esibizione di questa sera.

Osvaldo: Sono contentissima per lei. Nicol è così brava, che si merita tutto il successo diquesto mondo. … (Tristemente) Peccato solo …

Romeo: Peccato solo …cosa?

Osvaldo: (Confidenziale)Nicol sta passando un periodo difficile, non riesce più anascondere la sua omosessualità e ha paura a dirlo ai suoi genitori. … Specialmente a suo padre.

Romeo: Questo è un problema che già conosco, ma purtroppo al momento non possodare a Nicol tutto quello che ha bisogno. … Sono convinto che questa sera avrà successo e se sarà ingaggiata da questo famoso produttore, non avremo più problemi.

Osvaldo: Mi raccomando, cocca, quando diventerete famosi, non dimenticatevi di me!

Romeo: Non ti preoccupare,c’è spazio ancheper te. Tu sei la nostra migliore amica. Nonpossiamo fare a meno dei tuoi consigli.

Nico entra in scena e si appoggia sullo stipite della porta come una vamp. È Vestito con abito lungo di raso nero. Lo spacco che gli arriva fino alla vita dalla parte destra. L’abito è aderente che segna un seno perfetto. La scollatura posteriore è profondissima, che le arriva fino alla vita. I guanti sono lunghi fino al gomito, scarpe con tacco altissimo, capelli biondi lunghi ed è truccato molto pesantemente. All’ingresso di Nico, Romeo rimane a bocca aperta e mormora qualcosa.

Osvaldo: (Alla vista di Nicol incomincia a fare tutti i suoi gridolini)OH Dio! Come sei bella,cocca. Sei fantastica, sei perfetta. Questa sera manderai il pubblico in visibilio, cocca.

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Nel frattempo, Nico si stacca dallo stipite e con andatura da grande star, si siede al bordo della scrivania lasciando scoperta la gamba destra. In quel momento entra Mario senza bussare con la testa bassa che si fruga nelle tasche.

Mario: Ho lasciato qui le chia. ….(Quando alza la testa, ci mette un po’per realizzare)

Cosa succede qui?

Osvaldo: No, niente d’importante. È venuto a trovarci l’amico di Nico: Romeo.

Nel frattempo Nico è scattato in piedi, nascondendo il viso con i capelli.

Mario: (Mette in mostra tutta la sua mascolinità)E questo bel pezzo di fig. .. figliola chi è?

Romeo: E’ la mia fidanzata.

Mario: (Sinceramente ammirato)Complimenti! Un gran pezzo diragazza. …Mi fa piacereche mio figlio frequenta degli amici come te che conosce queste meraviglie della natura. … La tua amica va sempre vestita così?

Romeo: No, sta solo provando un vestito, perché questa sera ha uno spettacolo alCalipso. Sono venuto a chiedere un consiglio …

Mario: Sei nel posto giusto per chiedere un consiglio, tra il qui presente Oscar e Nico eadesso con il sottoscritto, il consiglio può essere solo positivo. … A proposito dov’è Nico?

…(Nessuno risponde, ma Mario è intendo a fare il galante con Nicol) … Signorinavorrebbe essere così gentile da fare un giro su se stessa? (Nicol si mette di spalle) Whaa! Che schiena e che fondo schiena!!. (Rivolgendosi a Romeo) E’ proprio uno schianto! Prego signorina ora si giri, si faccia vedere in tutto il suo splendore.

Nicol è un po’ titubante nel girarsi. Mario la incoraggia a mostrarsi.

Mario: Su signorina non abbia timore non si vergogni, potrei essere suo padre.

Osvaldo: (Ha capito male)Allora Signor Mario l’ha riconosciuta?

Mario: Mai conosciuta questa ragazza altrimenti questi particolari(con le mani segue dellelinee di un corpo immaginario) gli avrei riconosciuti immediatamente. Queste curve sonoindimenticabili.

Nicol si gira molto lentamente cercando di coprirsi il viso con i lunghi capelli. Mario si avvicina e gli sposta i capelli. Al momento non la riconosce.

Mario: Perché cerca di nascondere il suo bel visino. Lei è proprio bella e seducenteragazza. Se poi si esibisce cantando o ballando, con questo corpo avrà molti ammiratori. Anzi da questo momento ne ha uno in più. (Mario continua a fissare Nicol) … Guardando meglio questo viso non mi è nuovo. Forse hai ragione tu, Osvaldo, l’ho già vista ma non ricordo in quale occasione. … (Rivolgendosi a Nicol) Come si chiama Signorina?

Nico: (Con voce femminile)Nicol.

Mario: Bellissimo nome.(Rivolgendosi a Romeo)Se avessi avuto l’età di mio figlio, tel’avrei portata via. … (Pensandoci su) Che combinazione, anche mio figlio si chiama Nico.

…(Continua a fissare) Però più la guardo e più mi sembra una faccia familiare.

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Osvaldo: (Gli fa eco affermando)E’ una faccia molto familiare.

Mario: Perché? Lavora qui?

Osvaldo: Si lavora qui.

Mario: Osvaldo, va bene che sto’ diventando vecchio, ma non sono ancora rimbambito.Vuoi che non mi sarei accorto una bella ragazza così? … Adesso mi dirai pure, che l’ho assunta io, ma va, va …

Osvaldo: No non l’ha assunta …

Mario: Allora è stato Nico.… Quel mandrillo, è tutto suo padre. Mi voleva tenere segretala cosa. … ma scusa cosa centra lui? (indicando Romeo)

Osvaldo: (Non sa cosa rispondere)Lei è …luiè …

Nicol si toglie un guanto, poi si toglie la parrucca.

Nico: Basta con questa commedia. Papà, sono io, tuo figlio.

Mario, sorpreso, non crede ai propri occhi e incomincia a balbettare.

Mario: Ma, ma che cos’è uno scherzo? Ditemi che state scherzando. … Che cos’è oggi ilprimo d’aprile, è carnevale. Che cos’è?

Nico: No! Papà non è uno scherzo, è tutto vero. Fino ad ora, tu e la mamma, avete tenutogli occhi chiusi, avete fatto finta di non vedere. Anche adesso hai fatto finta di non conoscermi. Non ti sei chiesto nemmeno perche non ero nel mio ufficio. Ti è venuto il sospetto quando mi hai guardato bene, ma non hai voluto ancora credere. … Si papà, io sono il figlio che non avresti mai voluto avere. Sono un trans e sono gay.

Mario a sentire questa confessione, spalanca gli occhi, si mette le mani al cuore, le gambe cedono, viene subito sostenuto da Osvaldo aiutato da Romeo. La scena è concitata, ognuno dice la sua battuta quasi contemporaneamente all’altro.

Osvaldo: Oddio sta svenendo.

Romeo: Aiutami a metterlo sulla sedia.

Nico: Papà, papà che cosa ti succede?

Romeo: Allenta il nodo della cravatta, sbottona il collo della camicia. Facciamolorespirare.

Osvaldo: Oddio sta morendo.

Mario da segni di vita. Apre e chiude per un paio di volte gli occhi.

Romeo: Si sta riprendendo.

Mario, si guarda in giro realizza dov’è e cosa gli è successo si agita con un certo vigore come se volesse scrollarsi di dosso gli altri personaggi, fa per alzarsi,ma le gambe cedono. Vorrebbe gridare, ma la voce gli esce fioca dalla bocca:

Mario: (Con gesto imperioso)Andate via tutti, non fatevi più vedere mai più.

Nico: Papà io …

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Mario: Ho detto fuori di qui, e tu non sei più mio figlio, non chiamarmi più papà. Hovergogna di te. FUORI, FUORIII.

Chiusura sipario.

SECONDO ATTO

All’apertura del sipario la scena rappresenta un lungo fiume di una imprecisata città. Un muretto lungo tutta la sponda. Il muretto è intervallato dai lampioni (sulla scena almeno due) e una panchina. Sullo sfondo s’intravede l’altra sponda con lampioni e case. Per terra una maglietta di cotone di qualsiasi colore. La scena è vuota subito dopo entrano due barboni ubriachi vestiti con camicia, pantaloni al ginocchio, sandali In una mano delle borse di plastiche gonfie dei lori valori e dall’altra, una bottiglia/fiasco di vino. Ogni tanto fanno una sorsata. È una caldissima notte d’estate. Si confida nell’abilità degli attori nell’interpretare gli ubriachi, come la commedia dell’arte ci ha insegnato.

1° Ubriaco: Questa sera mi sento come un Papa.

2° Ubriaco: … E perché ti senti come un Papa?

1° Ubriaco: Perché sono pieno di spirito di vino.

2° Ubriaco: Ed io sono il tuo vicario.

1° Ubriaco: (Nota la maglietta in terra)Guarda, checosa c’è lì per terra?

2° Ubriaco: (Raccogliendola)E’ solo una maglietta.

1° Ubriaco: (Lastrappa dalle mani dell’amico, la spiega in mododa farla vedere anche alpubblico) Ma questa non è una maglietta.

2° Ubriaco: (La guarda, si allontana per focalizzare meglio)Non è una maglietta? E cos’èun nuovo modello di mutande?

1° ubriaco: Questa è una T-SHIRT.

2° Ubriaco: T cosa?

1° Ubriaco: T-SHIRT si chiama così perche è fatta come la T.(Appoggiando la magliettasul suo corpo) Le maniche sono dritte e formano la T.

2° Ubriaco: (Sta un po’ a pensare)E’ vero bravo. … Allora se le maniche erano così(alzale braccia in modo che col corpo forma una Y) si chiamerebbe ipsilon shirt? (Shirt è pronunciata in modo approssimativo). … ma chi sa chi avrà inventato questa cosa?

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1° Ubriaco: Questa maglietta è stata inventata dagli americani.…(mette la maglietta inuna delle sue borse) Questa è miaperché l’ho vista prima io.

2° Ubriaco: Prendila, prendila pure tanto io ne ho un’altra.(Cerca in una delle sue borse efa vedere una maglietta tipo Lacost) Questa è la mia T-SHIRT.

1° Ubriaco: (La guarda, barcolla e agita l’indice).No, no, NO! Questa non è una T-SHIRT

2° Ubriaco: Perché non è una T-SHIRT? È più bella della tua.

1° Ubriaco: Questa è una Polo.

2° Ubriaco: E’ una Polo? Per me è uguale alla tua. È una T-SHIRT.

1° Ubriaco: No, no, NO! Questa è una Polo, perché ha il colletto e i bottoni.

2° Ubriaco: (Rimane un po’ perplesso, poi gli viene in mente qualcosa).Aaah, si èverooo, e so anche il nome di chi l’ha inventata.

1° Ubriaco: Sai il nome di chi l’ha inventata? Lo conosco anch’io?

2° Ubriaco: Ma si,l’ha inventata Marco … Marco Polo è andato fino in Cina a farsi farequeste magliette perché qui costavano troppo. (Cerca l’etichetta nella maglietta) ecco vedi c’è scritto qui “made in China”. Marco è stato il primo a farsi fare le cose in Cina.

Il 2° ubriaco rimette la maglietta nella borsa, riprende la sua bottiglia di vino e da un sorso. Il vino è finito mette la bottiglia davanti a un occhio a mo’ di cannocchiale, la capovolge, si convince che non c’è più niente.

2° Ubriaco: E’ finito il vino.(scaraventa la bottiglia oltre il muretto. Si sente il tonfo dellabottiglia).

1° Ubriaco: No, no, NO! Non si butta la bottiglia nel fiume.

2° Ubriaco: Volevo buttarla nel cestino.

1° Ubriaco: Ma non ci sono cestini.

2° Ubriaco: Non mi sono accorto.

Tutte e due riprendono le loro cose e si avviano dalla parte opposta da dove sono entrati. Nello stesso tempo entrano in scena Romeo e Nico incrociano i primi due. Romeo porta una bottiglia di spumante già aperta con due flouts. Sono euforici.

Romeo: Che serata memorabile. Che successo. La gente impazziva per te.

Nico: E’ stato faticoso, ma alla fine sono felice. … finalmente le cose vanno nel versogiusto. Ora con questo successo, vorrei sentire mio padre cosa penserà.

2° Ubriaco: (Si avvicina a Romeo)Signore mi darebbe dei soldini per comprare da bere?La mia bottiglia aveva un buco.

Romeo: (Prendendo due biglietti da 5 euro li distribuisce ai due). Sì, brindate anche voialla grande stella del varietà. Questa notte bisogna festeggiare.

1° Ubriaco: Grazie signore, berremo tutto alla vostra salute.

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2° Ubriaco: Quando c’è da festeggiare noi siamo qui.Se volete anche domani.(Ridendoescono).

Romeo: Sediamoci su quella panchina che brindiamo e ti devo dire una novità, unagrande sorpresa per te.

Nico: Di cosa si tratta? Dai non tenermi sulle spine.

Nel frattempo si siedono sulla panchina e Romeo versa lo spumante che rimane nei bicchieri.

Romeo: Questa sera non si festeggia solo il tuo ennesimo successo, ma questa seravoglio festeggiare questo. (Dalla tasca prende un foglio di carta).

Nico: Che cos’è? Dai dimmelo non torturarmi in questo modo.

Romeo: Finalmente l’impresario ha deciso di farti conoscere a tutto il mondo.

Nico: Di cosa si tratta? Fammi leggere.(Prende il foglio di carta).… Ma, ma questo è uncontratto.

Romeo: … E che contratto. Guarda attentamente le condizioni che sono riuscito astrappare a quello spilorcio. Come vedi, sono molto vantaggiosi per noi.

Nico: Non ci credo! … Sono tanti soldi.

Romeo: Quello è solo il compenso, poi ci pagherà anche gli alberghi di prima categoria intutte le città che andremo. In’oltre sta organizzando un tour per l’Europa e forse poi andremo su tutti i palcoscenici del mondo..

Nico: Non so come farei senza di te. Tu pensi a tutto. Tu sei tutto per me. Se non ci fossistato tu a darmi una ragione di vita, io a quest’ora mi sarei. …

Romeo: No! Non parlare così non voglio sentire queste cose nemmeno per scherzo. Nonimmagino una vita senza te. … poi la mia abilità nel contrattare è dovuta al tuo grande talento che esprimi tutte le sere sul palco.

Da fuori scena si sentono voci di ragazzi che stanno entrando. Sono dei teppisti che non sanno come fare a passare il loro tempo. Passano la notte andando da un locale all’altro.

Ragazzo 1: Whe ragazzi, è ancora presto dove andiamo adesso? Non vorrete micaandare a casa a quest’ora? Con questo caldo non riuscirei nemmeno a dormire.

Ragazzo 2: Hai ragione, io non andrei nemmeno a casa … dormirei qui!

Ragazzo 3: Cosa ne dite se andassimo a farci un bel paninazzo?

Ragazzo 1: Uffa! Tu pensi solo a mangiare.

Ragazzo 3: Allora andiamo a bere qualcosa da qualche parte.

Ragazzo 4: Ancora a bere? Io ormai ho fatto il pieno. Con quello che ho bevuto questasera, posso fare il putto che piscia nella fontana della piazza.

Ragazzo 1: In questa cacchio di città a una certa ora non sai più cosa fare. Tutto chiuso,tutti che vanno a dormire.

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Ragazzo 4: L’anno scorso sono andato a Barcellona, lì si che la vita inizia a quest’ora. Lìci si diverte un casino!

Romeo e Nico sono seduti sulla panchina continuando a parlare dei loro progetti. Si guardano negli occhi e ogni tanto si scambiano delle carezze. I due, sono notati da uno dei ragazzi.

Ragazzo 3: Whe, ragazzi forse ho trovato un diversivo. Guardate là.

Ragazzo 2: Guarda questi due! Che ci fanno qui?

Ragazzo 1:Ah Oh, sono gay!

Ragazzo 3: Ragazzi volete che i gay frequentano la nostra zona?

Ragazzo 4: No che non lo vogliamo. Se lasciamo fare a loro ci riempiamo di viados tuttala zona.

Ragazzo 3: Andiamo a dargli una lezione, così gli passa la voglia.(Rivolgendosi a Romeoe a Nico) A checche che ci fate qui? Dovete sparire da qua. Questo non è posto per voi.

I due, che sono intenti a parlare tra di loro tenendosi per mano, notano per la prima volta il gruppo di ragazzi che minacciosi si dirigono verso di loro. Il gruppo cerca di accerchiarli. Due vanno da un lato della panchina e gli altri due dall’altro lato. Romeo e Nico si alzano dalla panchina e cercano riparo tra il muretto e la panchina.

Romeo: Che cosa volete da noi? Lasciateci stare. Ce ne stavamo andando.

Ragazzo 1: Se ne vogliono andare, loro! Ma dove volete andare? Brutti flosci. Prima cidivertiamo noi e poi, se avete ancora le gambe, andate dove volete.

Nico: (Con voce supplichevole)Vi prego ragazzi lasciateci andare.

Ragazzo 4: Uuu sentite, sentite. Questo è la femminuccia e quell’altro il maschietto.

Romeo: Ve ne approfittate che siete un branco. Se vi prendo a uno per volta, scapperestecon la coda tra le gambe. Non siete degli uomini, siete solo dei mocciosi.

Nico: Romeo lasciali stare non dargli retta. Andiamo via.

Ragazzo 3: (Deridendo) Avete sentito, ragazzi? Questo si chiama Romeo. Magariquest’altra si chiama Giulietta.

Ragazzo 2: (Avvicinandosi minacciosamente)Ragazzi facciamo vedere la fine che hannofatto Romeo e Giulietta.

Romeo e Nicol si rifugiano dietro la panchina pensando di difendersi meglio, ma è la loro trappola. Tutte e quattro i teppisti iniziano a picchiare. Romeo e Nico, cercano di difendersi come possono, cadono per terra e i ragazzi iniziano a sferrare dei calci accompagnati da parole offensive. Qualcuno prende la bottiglia vuota di spumante lasciata sulla panchina da Romeo, la solleva e la fa cadere pesantemente sulla testa di Nicol. In quel momento entra Mario che tranquillamente sta passeggiando agitando un pezzo di giornale per farsi aria. Sente il vociare e i lamenti, al momento non riesce a capire cosa sta succedendo, si avvicina e quando riesce a capire.

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Mario: Che cosa state facendo? Massa di delinquenti che non siete altri. A chi statemassacrando. Siete delle bestie, degli animali.

I ragazzi scoperti, si mettono a correre inseguiti da Mario.

Ragazzo 1: Andiamo, andiamo. Questo c’è venuto a romperci lepalle.

Mario: Scappate codardi, ma prima o poi vi prenderanno.(Da un’occhiata superficialedietro la panchina e prende il cellulare. Compone il numero della polizia, tutto concitato) Ma guarda come lo hanno conciato.(tra se) … Pronto! Polizia c’è stato un pestaggio sullungo fiume Meucci. … Fate venire con urgenza anche un’ambulanza che c’è un ragazzo per terra conciato male.

Dissolvenza in chiusura e apertura con le luci, si sentono le sirene della polizia e dell’ambulanza. Ci sono due poliziotti intenti a prendere nota di quello che è successo. La scena è illuminata anche dai lampeggianti blu e gialli tipici della polizia e ambulanza. Due barellieri del pronto soccorso hanno già messo sulla barella Romeo che lo portano fuori scena.

Mario: (Sta spiegando ai poliziotti quello che ha visto)…Per caso stavo passando daqueste parti per cercare un po’ di aria fresca, quando dietro a quella panchina ho visto quattro giovinastri che stavano picchiando qualcuno. Allora mi sono messo a gridare. Erano in quattro, appena mi hanno visto si son messi a correre in quella direzione. Gli son corso dietro per un po’, poi ho chiamato voi. … (in quel momento passano i due barellieri del pronto soccorso. Trasportano sulla barella Nico. Mario intravede il viso del figlio).Aspettate un momento. (Sorpreso) Nico sei tu?

Nico: (Fa per alzare un braccio come se lo volesse accarezzarlo)Papà!(Non ha la forza,subito dopo ricade il braccio, la testa si gira da un lato e muore)

Uno dei barellieri sente il polso e ascolta il cuore. Scuote la testa e si allontana con la barella.

Mario: (con voce spenta)Nico, Nico.(Allunga la mano come per fermare la barella).

Poliziotto: Lo conosceva?

Mario è in piedi pietrificato, senza parlare accenna un si con la testa.

Poliziotto: (Lo vede sconvolto, decide di rimandare la deposizione di Mario). Domanivenga in commissariato per finire la sua deposizione. Buona serata Signore.

Al centro della scena, c’è solo Mario, è immobile come pietrificato, poi lentamente si avvia verso la panchina e si siede. Con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e la testa fra le mani,

èassorto nei suoi pensieri. Ogni tanto scuote le testa come se stesse dando delle risposte a se stesso. Poco dopo, si sente un cigolio, entra un papà che spinge una sedia a rotelle con seduto il figlio autistico. Il ragazzo ha tra le mani un pupazzetto di gomma che continua a rigirarlo tra le mani. Prima lo avvicina agli occhi, poi lo allontana, emette dei versi gutturali. Questi movimenti saranno fatti per tutto il periodo che il ragazzo resta in scena.

Papà: (Parla con il ragazzo, ma in realtà parla con se stesso). Sediamoci su quellapanchina, fa troppo caldo per tornare a casa.

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Si siede, poco dopo si rialza e con un fazzoletto pulisce la bocca del figlio che sta sbavando. Poco dopo prende un ventaglio e fa aria al figlio.(Quest’operazioni, li farà diverse volte durante i dialoghi). Poi guarda l’uomo seduto accanto e cerca di dialogare.

Papà: Mi scusi Signore, se mi sono seduto qui, forse la disturbo?

Mario risponde scuotendo la testa.

Papà: Stiamo camminando da un pezzo e siamo stanchi. Sa con questo caldo è megliostare fuori altrimenti in casa si muore. Con questo caldo, stando in casa, mio figlio è un po’ irrequieto. … Questo è il mio unico figlio. …. Lei ha figli?

Mario: (A stento)E’ morto.

Papà: Oh!Mi dispiace tanto. … Sarà dura sopravvivere a un figlio. Spero che questo nonmi capiterà mai, penso che sia un dolore immenso. … (Come se pensasse ad alta voce) E’ vero che se muoio prima io, questo ragazzo sarà in balia della carità altrui … ma io caro signore, ci sto pensando anche al suo futuro.

Il papà ha voglia di comunicare, ogni tanto guarda il suo vicino aspettando una risposta o un’altra argomentazione. Non ricevendo nessun contributo per la conversazione, continua a pensare ad alta voce.

Papà: Io ho avuto solo questo figlio, è nato con questa malattia io e mia moglie lo abbiamoaccettato fino dal primo memento. Mia moglie, pace all’anima sua, l’ha curato come un principe e da quando ci ha lasciati soli io e lui siamo diventati un persona sola. (Accarezzando il figlio) Vero Papà? (Guarda ancora l’uomo accanto che è concentrato nelle sue pene. Ma la sua voglia di parlare è tanta che continua con il suo monologo). …Esi, i figli non si possono scegliere bisogna accettarli cosi come sono. … ci sono altri ragazzi peggio di lui e i genitori li accettano come doni di Dio. … Pensa che ci sono altri che non accettano questi ragazzi. Capisco quelli che hanno figli destinati ad una vita da vegetale, ma quelli che hanno un figlio come lui e li rifiutano, questi sono genitori da condannare. … Pensi, che ci sono quelli che, addirittura, ripudiano i figli solo perché sono gay.

(Alla parola gay Mario, di scatto guarda l’uomo mentre continua a parlare).

Papà: … Non sanno che sono fortunati.(Capisce che Mario è stato colpito da qualcheparola di troppo, decide di andare. Rivolgendosi al figlio) Ora andiamo a casa, basta starein giro. (Rivolgendosi a Mario) Mi scusi Signore se l’ho annoiato con le mie cose, sa non parlo con nessuno, mi fa piacere parlare con qualcuno che mi ascolta. … Buona notte Signore. (Si avvia verso la parte opposta da dove è entrato, spingendo la sedia a rotelle).

Mario si alza e lo ferma.

Mario: Un attimo solo signore. Lei mi ha fatto capire molte cose questa sera e le volevostringere la mano per quello che fa per suo figlio. … Io, purtroppo non sono stato un buon padre e non lo potrò più esserlo. (Prendendo il portafogli e porgendo i soldi) Lasci che contribuisca ad aiutare almeno suo figlio.

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Papà: (Guarda i soldi e non li prende)No signore, i figli non hanno bisogno dell’affetto deldenaro, ma hanno bisogno dell’affetto e della comprensione dei propri genitori. (Continua per la sua strada ed esce).

Mario: (Come se fosse una cosa che non aveva mai pensato. Parlando a se stesso). Èvero, ma non posso tornare indietro. Ora è tardi, troppo tardi per tornare indietro.

Mario, rimasto solo incomincia a piangere a dirotto. Va verso il muretto sferra violentemente dei pugni come se si volesse autopunirsi rimproverandosi da solo con parole come: “stupido, egoista,sono stato cieco, ecc.”. Nervosamente fa l’andirivieni lungo il muretto. Nel frattempo si odono il vociare degli ubriachi che rientrano in scena dalla parte che sono usciti. Il 2° ubriaco, subito dopo che entra in scena, inciampa e cade di faccia a terra. L’altro non si è accorto della caduta dopo qualche passo non vedendolo al suo fianco lo cerca.

1° Ubriaco: Dove sei? Dove sei andato?…(Poco dopo vede l’amico sdraiato per terra,siavvicina). Cosa è successo?

2° Ubriaco: Non lo so, sono appena arrivato.(la sua attenzione viene attirato da qualcosa)… Uuuh, guarda cosa ho trovato!

Il 1° ubriaco aiuta l’altro a rialzarsi (naturalmente barcollando entrambi e con una certa fatica).

1° Ubriaco: Fammi vedere cosa hai trovato?(Dopo averlo visto)Aaah, è solo un bottone!

2° Ubriaco: Si ma è di valore. Guardacom’è bello, bianco, lucido.

1° Ubriaco: … Ma è solo un bottone di madreperla.

2° Ubriaco:(Ripete)Madreperla. … Tu che sai tutto, la madreperla ha un figlio pirla?

1° Ubriaco: Tua mamma era una perla di donna.

Si accorgono della presenza di Mario che piange, si avvicinano.

2° Ubriaco: Che cosa fai, piangi?(Porgendo la bottiglia)To’, prendi, bevi un sorso cosìanneghi tutti i tuoi dispiaceri.

Mario prende la bottiglia e fa un lungo sorso, la restituisce e si pulisce la bocca con il dorso della mano.

1° Ubriaco: Perché piangi? Vieni con noi che non abbiamo nulla da piangere. Anzi,abbiamo anche speso tutte le lacrime che avevamo.

Mario: (Parla a monosillabi senza senso)E’ morto. … L’ho ucciso. …Padre disgraziato.

Pentirsi. … Sono stato io. … È tardi … troppo tardi per pentirsi.

1° Ubriaco: Hai ragione, è tardi, è ora di andare a letto.(Mette le borse sulla panchinacome cuscino, si sdraia e rivolgendosi all’amico) Dai vieni a dormire. Hai sentito il signore?E’ troppo tardi.

2° Ubriaco: Arrivo, arrivo.(Si sdraia davanti alla panchina)..

Nel frattempo Mario è salito sul muretto e si getta nel fiume. Rumore del tonfo nell’acqua.

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1° Ubriaco: No, no, NO! Non si buttano le bottiglie nel fiume.

2° Ubriaco: (Solleva la sua bottiglia, la guarda)La mia bottiglia è qui.(la mette di fianco alui abbracciandola come un bambino).

1° Ubriaco: Non farlo più. Buona notte.

2° Ubriaco: (Sbadigliando).Buona notte

Chiusura sipario.

FINE

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