Tu che ne pensi?

Stampa questo copione

TU CHE NE PENSI?

PERSONAGGI

CHIARA

VALERIA

GIORGIA

MICHELE

TIZIANO

MARCO

  Divano al centro, mobiletto basso alla sua destra e appendiabiti dietro sulla sinistra. Due sedie, una sulla destra e una sulla sinistra, a ridosso delle quinte. Entra Chiara, sistema prima il divano, poi avvicina le sedie, le guarda. Suona il campanello, Chiara va ad aprire

CHIARA: ciao Vale!

VALERIA: (entrando) ciao. (appende la borsa sull’appendiabiti, si gira verso Chiara che è rimasta sulla porta) Non è arrivata Giorgia?

CHIARA: no, sei arrivata prima tu

VALERIA: strano è?! Solitamente arrivo sempre in ritardo no?!

CHIARA: sei in ritardo

VALERIA: sì?!

CHIARA: sì, trentadue minuti

VALERIA: oh! …Ma non sono l’ultima

CHIARA: vero. Mi avete dato tempo di cambiare la disposizione del salone sette volte

VALERIA: il numero perfetto!

CHIARE: non era tre il numero perfetto?

VALERIA: non so, in matematica non sono mai stata un granché. E comunque non mi sembra tanto diverso da come lo tieni di solito

CHIARA: e certo! Al settimo cambiamento sono tornata alla disposizione originale

VALERIA: hai fatto solo sette variazioni?

CHIARA: mi piaceva la sistemazione originale

VALERIA: sì, non è male

CHIARA: grazie

VALERIA: (pausa) aspettiamo Giorgia?

CHIARA: sì, preferisco iniziare quando c’è anche lei

  PAUSA

VALERIA: perché il sesso rovina sempre tutto?

CHIARA: Vale per cortesia

VALERIA: sì, lo so. Scusa. È che siamo qui per parlarne e ho l’ansia di dirlo

CHIARA: aspetta un minuto! Ho aspettato mezz’ora, tu non puoi aspettare un minuto?

VALERIA: sì, posso aspettare. E scusa se sono arrivata tardi ok?

CHIARA: non mi sto lamentando del ritardo, ormai ci sono abituata; non dico che ti perdono ma ci sono abituata. Dico solo di aspettare Giorgia

VALERIA: va bene, va bene. Aspettiamo

CHIARA: tu oggi l’hai sentita?

VALERIA: no, che la sentivo a fare? Dovevamo vederci qui

CHIARA: proviamo a chiamarla?

  Suonano alla porta, Chiara va verso la porta

VALERIA: hai visto? Bastava aspettare! (Chiara si ferma, la guarda male) Che c’è?

CHIARA: (va alla porta, apre) ciao Gio!

GIORGIA: (entrando) ciao Chiara, ciao Vale! Scusate il ritardo (appende la borsa sull’appendiabiti)

VALERIA: hai quaranta minuti di ritardo

CHIARA: trentotto!

GIORGIA: (a Chiara riferendosi a Valeria) lei è arrivata puntuale?

CHIARA: tu che ne pensi?

GIORGIA: no!

CHIARA: infatti!

VALERIA: era per dire

CHIARA: come mai questo ritardo?

GIORGIA: Tiziano!

VALERIA: che è successo?

GIORGIA: nulla. Ha saputo che ieri mi hanno rubato il motorino e questa mattina si è presentato sotto casa mia

CHIARA: e quindi?

GIORGIA: mi ha regalato la sua macchina. Dice che non la usa e così me l’ha regalata! Ho fatto tardi perché dovevamo fare il passaggio di proprietà

CHIARA: che carino!

VALERIA: quindi te l’ha proprio regalata. Non è una di quelle cose tipo: “prendila fino a che puoi, poi me la restituisci”

GIORGIA: no, me l’ha intestata!

CHIARA: che carino!

VALERIA: sì, da sposare

GIORGIA: lasciamo perdere!

CHIARA: che dite iniziamo?

VALERIA: perché, dobbiamo dircelo? Credevo stessimo già parlando

CHIARA: era solo per essere sicura visto che stavamo parlando di altro

VALERIA: vuoi l’ufficializzazione? Chiamiamo il notaio?

GIORGIA: dai, iniziamo!

CHIARA: diamo inizio alla riunione delle donne inconsolabili

VALERIA: pure il titolo gli hai dato?

GIORGIA: potevi scegliere qualcosa di meno triste?

CHIARA: questo mi è venuto in mente

GIORGIA: chiacchierata tra amiche, niente riunione e niente donne inconsolabili!

CHIARA: ok

  PAUSA, si guardano, nessuna vuole iniziare

VALERIA: ma abbiamo iniziato?

CHIARA: sì

GIORGIA: chi prende la parola?

CHIARA: (a Valeria) prima che arrivasse eri tanto ansiosa di parlare. Perché adesso te ne stai tutta zitta?

VALERIA: non so come iniziare!

  Continuano a guardarsi

CHIARA: ok. Inizio io!

VALERIA: dai!

CHIARA: due settimane fa ho incontrato il mio ex!

GIORGIA: quale?

VALERIA: se dice “IL” mio ex può essere solo uno!

CHIARA: quello con cui sono stata otto anni!

VALERIA: Marco!

GIORGIA: non lo conosco

CHIARA: ci siamo lasciati prima che noi due ci conoscessimo

GIORGIA: ah, ok!

VALERIA: quindi?!

CHIARA: abbiamo cominciato ad uscire

VALERIA: ma uscire tipo: “andiamoci a prendere una birra” o “hei piccola questa sera ti faccio divertire?”

CHIARA: è questo che non capisco. La situazione non è molto chiara

VALERIA: si dovrebbe capire la differenza!

GIORGIA: magari lui è ambiguo

CHIARA: no, ti assicuro che non è gay!

GIORGIA: ma no. Dico che si comporta in maniera equivoca!

CHIARA: ah! Sì, un po’

VALERIA: perché? Che fa?

CHIARA: non mi bacia e non mi fa avances, anzi, se mi avvicino si scansa

VALERIA: allora non gli interessi da quel punto di vista

CHIARA: però andiamo a ballare salsa o magari stiamo svegli fino a tardi a parlare…

VALERIA: di fumetti?

CHIARA: quasi sempre!

GIORGIA: forse sta perdendo tempo nella speranza di provare qualcosa per te

VALERIA: non sono mica tutti come Tiziano!

GIORGIA: che c’entra Tiziano?

VALERIA: non far finta di non capire

GIORGIA: io e Tiziano siamo solo amici, non c’è niente da capire. E poi stavamo parlando della situazione di Chiara adesso. (a Chiara) Vai avanti

CHIARA: ecco, lui mi fa sempre tanti complimenti e dice che è felice di passare tanto tempo con me. Poi ha anche ammesso di aver sbagliato a lasciarmi andare

GIORGIA: buono no?!

CHIARA: però non va mai oltre. Una sera mi ha detto che mi vuole bene e che spera che io rimanga per sempre nella sua vita!

VALERIA: cose che si dicono

CHIARA: ma Vale, non ti sembra che sia coinvolto e che abbia solo un po’ paura?! Ha detto che mi vuole bene. E poi balliamo salsa! Salsa capisci?!

VALERIA: sì ho capito, salsa! Però ti sfugge una cosa: se un ragazzo è interessato a te cerca di baciarti! Poi se succede comincia a fantasticare su quello che potete fare a letto. Nella testa degli uomini gira solo una cosa: sesso! Io credo che lui ti voglia bene e non vuole perderti più di vista… come amica!

GIORGIA: e come sei dissacrante però

VALERIA: no, sono solo realista

GIORGIA: e se con le donne fosse timido?

CHIARA: sì, lo è sempre stato

VALERIA: ma siete stati insieme otto anni!

GIORGIA: che vuol dire?! Ci sono quelle persone che fanno fatica a sbloccarsi. E ci sono uomini totalmente impediti con le donne

VALERIA: c’è un limite a tutto

GIORGIA: oltretutto sono anni che non si vedono. Almeno tre se vi siete lasciati prima che ti conoscessi e quindi è un po’ come ricominciare da capo

CHIARA: esatto. Ho avuto questa sensazione!

VALERIA: dite quello che volete. Io credo che non sia interessato. Non venire a piangere da me quando scoprirai la dura verità

CHIARA: dura verità?! Dici che è così grave?

GIORGIA: ma no!

VALERIA: ma sì!

GIORGIA: no!

VALERIA: sì!

GIORGIA: no!

VALERIA: sì che è grave! Lui va a letto con un’altra!

  PAUSA. Giorgia e Chiara si guardano

CHIARA: Marco va a letto con un’altra?

VALERIA: Michele…

CHIARA: Marco va a letto con Michele?

GIORGIA: ma no. Michele va a letto con un’altra!

VALERIA: (a Giorgia) e non ti ci mettere anche tu!

GIORGIA: sei tu che lo hai detto

CHIARA: (sospira) beh… stai peggio tu di me

GIORGIA: Chiara! (le fa segno di andarci piano)

CHIARA: come lo hai scoperto?

VALERIA: me lo ha detto lui

GIORGIA: viva la sincerità

CHIARA: come sei cinica

GIORGIA: ero ironica!

VALERIA: una sera mi ha detto che andava a trovare la madre, ma quando è tornato mi ha detto che era stato a letto con una conosciuta in un locale

CHIARA: lo hanno fatto nel locale?

GIORGIA: ma che ti frega?!

VALERIA: non gliel’ho chiesto

CHIARA: meno male

VALERIA: anche se adesso mi hai fatto venire il dubbio

GIORGIA: alcune cose è meglio non saperle. Vi siete lasciati?

VALERIA: macché! Visto che me lo ha detto così, subito; non sono riuscita a reagire come faccio di solito e voi sapete come reagisco di solito

CHIARA: spacchi tutto, gridi, insulti

VALERIA: eh!

GIORGIA: e invece?

VALERIA: abbiamo parlato tutta la notte

CHIARA: e non vi siete lasciati!

VALERIA: no

GIORGIA: che vi siete detti tutta la notte?

VALERIA: abbiamo parlato della nostra situazione. Ovviamente gli ho chiesto perché lo avesse fatto. Lui prima ha sospirato e poi mi ha risposto che sono ingrassata e non si sente più attratto da me!

CHIARA: no! Che bastardo

VALERIA: però ha ragione sono ingrassata

GIORGIA: ma che dici?! Stai benissimo. E poi anche se fosse come si permette?!

VALERIA: sono confusa, capite?! Io sono confusa! Io che non ho mai avuto dubbi, che andavo dritta alla soluzione, magari sbagliando ma senza incertezze, ora sono confusa! Cosa devo fare? Lo lascio oppure mi iscrivo in palestra?

GIORGIA: iscriviti in palestra ma non per lui, fallo se ne senti il bisogno, fallo per te stessa. Devi perdere peso? Butta giù settantacinque chili, cioè molla l’idiota!

VALERIA: ne pesa settantotto

GIORGIA: è uguale! Oltre a tradirti ti ha detto che sei una grassona! Ti rendi conto che ha scaricato la colpa sul tuo aumento di peso mentre è lui che è un verme?! Poteva parlartene! Cosa farà se resterai incinta, o quando invecchierai, o semplicemente ti verrà qualche ruga?

VALERIA: beh…

GIORGIA: no, non c’è bisogno che mi rispondi. Sfancula questo sfigato prima che lo faccia io al posto tuo!

VALERIA: ok!

CHIARA: (a Giorgia) come sei agguerrita!

GIORGIA: grazie!

CHIARA: quindi…

GIORGIA: quindi tu devi capire se è timido o se non gliene frega niente e tu devi liberartene. Visto?! Basta parlarne e si risolve tutto. (si alza e va a prendere le sue cose dall’appendiabiti) Ci sentiamo domani?

VALERIA: dove vai?

GIORGIA: a casa. Devo studiare per un provino

CHIARA: (alzandosi di scatto) e no! Non funziona così! Non puoi mica andartene. Noi ti raccontiamo gli affari nostri e tu invece scappi senza dire niente?! Non si fa così tra amiche

GIORGIA: beh…

CHIARA: beh cosa?

GIORGIA: mi sembrava brutto dirvi il mio problema dopo aver sentito i vostri. Il mio in confronto è stupido. Sembrerei una ragazzina che si lamenta per delle stupidaggini

VALERIA: nessun problema è stupido. Le amiche servono anche a questo

CHIARA: posa le cose, vieni qui e spara!

  Giorgia posa le cose sull’appendiabiti e si va a sedere

VALERIA: vai, ti ascoltiamo

GIORGIA: tra me e Giulio non va tanto bene. Ultimamente lo vedo diverso, distante… annoiato. Se glielo chiedo lui dice che non è così, ma a me sembra di non avere più quel rapporto che avevamo prima

VALERIA: che rapporto avevate prima?

GIORGIA: non lo so. Era diverso

CHIARA: posso dirti quello che penso?

GIORGIA: (interrompe Chiara) prima non faceva battute su come mi vestivo, non si lamentava di cosa cucinavo e non sbruffava di continuo quando studiavo

VALERIA: ma ne avete parlato?

GIORGIA: sì. Solo che a lui non va tanto di parlarne e dopo un po’ anche io smetto per non infastidirlo

CHIARA: ti dico quello che penso!

GIORGIA: (interrompe Chiara) per esempio all’inizio mi chiedeva di uscire anche con i miei amici, per stare insieme. Ora invece dobbiamo stare soli io e lui. Che per carità in una coppia è bello stare insieme, ma qualche volta si potrebbe anche uscire in gruppo. A malapena sopporta Tiziano, ma è geloso anche di lui

VALERIA: ma Tiziano è il tuo migliore amico!

GIORGIA: lo so! Oltretutto era l’unico che aveva la pazienza di aiutarmi quando ero sotto esame

CHIARA: grazie al cielo ti sei laureata! Io penso…

GIORGIA: (interrompe Chiara) quando dovevo discutere la tesi ho praticamente vissuto a casa di Tiziano; e Giulio non diceva niente, mentre adesso è geloso. Come puoi essere geloso di Tiziano?! Neanche gli ho detto niente di…

CHIARA: (alzando la voce per farsi sentire) Giulio è un coglione! (Giorgia e Valeria si girano a guardarla) Sì, avete capito bene. Lo penso da quando me lo hai presentato. Non è simpatico, non è elegante, ha sempre una battuta pronta sull’inferiorità delle donne e poi a me non piace

VALERIA: nel senso che è brutto?

GIORGIA: deve piacere a me non a te

CHIARA: infatti ho detto: “a ME non piace!” Quando ce lo hai presentato io mi sono fatta una domanda: perché? Ho pensato: cavolo, Giorgia non solo è una mia amica, ma è simpatica, bella, intelligente. Perché deve uscire con questo tipo? Ho capito che gli opposti si attraggono, ma cavolo così no!

GIORGIA: stai dicendo…

CHIARA: sto dicendo che secondo me ti sei creata un’immagine di Giulio che non corrisponde a chi è veramente e adesso che te ne stai accorgendo pensi che è cambiato, mentre in realtà è sempre stato così!

VALERIA: perché non glielo hai detto?

CHIARA: ho provato. Lei non ascolta!

GIORGIA: se me lo avessi detto ti avrei ascoltato

CHIARA: sicuramente!

GIORGIA: tra amiche funziona così, ci si ascolta

CHIARA: infatti. Valeria ha consigliato me, tu hai consigliato Valeria, adesso sono io a consigliarti quindi ascoltami: lascialo! Vuoi liberarti del problema? Via! Mandalo via!

VALERIA: beh, siamo brave a consigliarci!

GIORGIA: sì lo so. Vi chiedete perché se l’una riesce a consigliare così bene l’altra non riesce a consigliare se stessa?! Non lo so. Forse perché è facile vedere gli errori che fanno gli altri e difficile vedere i propri. Ma questo è naturale! Però non ti dà diritto di dire che non riusciremo comunque a seguire il consiglio, ok?

VALERIA: ok…

CHIARA: ma non l’ha detto

GIORGIA: no?!

VALERIA: no

GIORGIA: meglio!

CHIARA: allora, facendo il punto: sul piatto abbiamo un possibile timido e due stronzi. Due su tre, poteva andare peggio

GIORGIA: a te magari sì, a noi non credo

VALERIA: che dobbiamo fare?

CHIARA: seguire i consigli che ci siamo date

GIORGIA: vero! Altrimenti che ci siamo viste a fare?! Allora, oggi è mercoledì, entro venerdì dobbiamo risolvere tutto. Venerdì ci rivediamo e ne parliamo. Ok?

CHIARA: ok

VALERIA: sì, per me è ok

  CAMBIO SCENA

  Appartamento di Valeria e Michele. Valeria fa su e giù per la stanza un po’ nervosa, si da forza per affrontare Michele

VALERIA: (in un crescendo) e dai, dai, dai. E dai, dai, dai. E dai, dai, dai! (smette quando entra Michele. Lui si va a sedere sul divano con una rivista in mano) Sei stato in bagno?

MICHELE: (senza staccare gli occhi dalla rivista) sì perché?

VALERIA: che hai fatto?

MICHELE: in che senso “che ho fatto?”

VALERIA: in bagno cosa hai fatto?

MICHELE: (la guarda) le cose che si fanno in bagno. Ti devo dire cosa ho fatto in bagno?!

VALERIA: sì

MICHELE: perché tutta questa curiosità? Mi sei diventata feticista?

VALERIA: no. È che da un po’ di tempo faccio caso al fatto che a volte quando vai in bagno non sento nessun rumore

MICHELE: perché sono una persona discreta. Ma guarda tu, ti metti a origliare le persone che vanno in bagno

VALERIA: non sento nessun rumore di scarico e a me fa schifo che lasci le tue cose lì a fermentare e prolificare

MICHELE: prolificare?

VALERIA: sì i germi prolificano

MICHELE: come fai a dire una cosa del genere? Ho mai lasciato qualcosa nel vaso?

VALERIA: evidentemente bevi molto e fai una pipì chiarissima

MICHELE: o magari non c’è!

VALERIA: se non ci fosse sentirei il rumore dello sciacquone. Quindi non prendermi per stupida, sai benissimo che c’è

MICHELE: no, non c’è!

VALERIA: provalo!

MICHELE: che devo fare? Un esame organolettico dell’acqua del vaso?

VALERIA: dai, fallo!

MICHELE: non ho soldi da buttare in queste cose

VALERIA: te lo pago io!

MICHELE: ma basta, smettila

VALERIA: sei pregato, dalla prossima volta, di tirare lo sciacquone!

MICHELE: sei pregata dalla prossima volta di non origliare!

VALERIA: anzi lo sai che ti dico? Che adesso vai in bagno a tirare l’acqua

MICHELE: perché dovrei farlo?

VALERIA: perché mi fa schifo

MICHELE: ma non c’è niente

VALERIA: adesso vai e tiri lo sciacquone!

MICHELE: no

VALERIA: sì

MICHELE: no

VALERIA: sì

MICHELE: e invece no!

VALERIA: e invece sì!

MICHELE: non c’è niente da tirare!

VALERIA: sì invece

MICHELE: io non piscio nel vaso! La faccio nel bidet!

  SILENZIO

VALERIA: cosa?

MICHELE: sì, non te lo volevo dire ma tu rompi tanto. La faccio nel bidet

VALERIA: ma che schifo. È anche peggio di quello che pensavo io

MICHELE: non mi sembra che sia chissà cosa. Poi comunque lo sciacquo

VALERIA: visto che c’eri potevi farla nel lavandino. È anche all’altezza giusta!

MICHELE: il bidet non è mica come il lavandino. È già pieno di schifezze

VALERIA: io lo pulisco

MICHELE: sì, come pulisci il vaso. Ma lo usi anche… e non per lavarti i denti!

VALERIA: fa schifo comunque!

MICHELE: ti ho detto che lo risciacquo ogni volta che lo uso. E poi ti sembra giusto tutte le volte che tiri lo sciacquone sprecare venti litri di acqua solo per una pipì?! Capisco al mattino che è lunga e bella concentrata, ma durante la giornata, quando fai quelle due goccioline, è troppo!

VALERIA: è igiene!

MICHELE: no, è spreco! Pensa ai bambini africani che non hanno acqua

VALERIA: non mi sembra che quell’acqua risparmiata la porti in africa!

MICHELE: che c’entra?

VALERIA: che c’entra?! Tu mascheri un tuo gesto da sozzone per una cosa nobile e da ecologista! Ma vai a fare il missionario!

MICHELE: il mio sogno era di fare il missionario

VALERIA: e perché non lo hai fatto?!

MICHELE: cose che capitano

VALERIA: bella scusa

MICHELE: …e tu mascheri la rabbia che hai verso di me con il fastidio per una pipì nel bidet

VALERIA: non è vero!

MICHELE: sì che è vero! È da quando sono rientrato che cerchi una scusa per attaccarmi. Non sono mica scemo, l’ho notato

VALERIA: allora hai notato male! Io ti ho detto solo quello che pensavo

MICHELE: no, no, no. Non girarti la frittata adesso

VALERIA: io mi starei girando la frittata?

MICHELE: certo! Come fai sempre! Si parte che parliamo di una cosa qualsiasi e si finisce che io ho sbagliato qualcosa

VALERIA: mi sembra che sei tu quello che la fa nel bidet

MICHELE: ma sei tu quella che si fa problemi

VALERIA: certo, è una questione di igiene! (pausa) Vedi che sei tu a girare la frittata?! E non è la prima volta

MICHELE: a sì? Quindi io sarei un gran padelliere con tutte queste frittate. Chissà perché non ho fatto lo chef?!

VALERIA: è quello che mi chiedo anche io. Potevi essere lo chef-missionario!

MICHELE: ok, allora visto che ti fai tutte queste domande, dammi una risposta. Fammi un esempio. Dimmi in quale altra occasione io mi sarei comportato così. Forza dimmi!

VALERIA: in più di un’occasione

MICHELE: sì? Fammi un esempio. Voglio solo sentire un esempio. Uno solo mi basta. Anche se non credo che riuscirai a trovarlo visto che non è una cosa che faccio

VALERIA: vuoi un esempio?

MICHELE: uno! Sono qui che aspetto! Fammi un esempio!

VALERIA: ora per esempio te la stai girando come vuoi tu

MICHELE: e no!

VALERIA: e sì!

MICHELE: ti ho chiesto un esempio. Anche se ora mi stessi girando la frittata non conta! Devi portarmi un esempio diverso!

VALERIA: e perché adesso non dovrebbe contare?

MICHELE: perché adesso è adesso

VALERIA: sì e prima era prima. Che vuol dire?!

MICHELE: in una conversazione non si possono fare esempi che riguardano la conversazione stessa. Non vale

VALERIA: non vale?! Secondo quale regolamento?

MICHELE: lo sanno tutti che non vale. È una di quelle regole non scritte che tutti conoscono

VALERIA: peccato che io non la conoscessi

MICHELE: mi dispiace che non ti sia aggiornata, ma ora la conosci

VALERIA: e va bene. Seguiamo questa regola che indirettamente ti ha fatto ammettere che ti stavi rigirando la frittata…

MICHELE: non ho mai ammesso niente

VALERIA: indirettamente sì!

MICHELE: né direttamente, né indirettamente

VALERIA: ma lo hai fatto!

MICHELE: no! Adesso prova a fare questo esempio

VALERIA: (fa un sorriso di sfida) …pochi giorno fa mi hai confessato di essere andato a letto con un’altra…

MICHELE: ecco! Lo sapevo che ci si arrivava. È questo che ti da veramente fastidio, vero?! Sei partita da una qualsiasi cosa per arrivare a questo

VALERIA: sono partita dal fatto che non ti sento mai tirare l’acqua!

MICHELE: per arrivare a questo! Hai fatto in modo di manovrare la conversazione per portarmi a chiederti un esempio

VALERIA: se avessi voluto te lo avrei detto direttamente

MICHELE: allora perché non lo hai fatto?!

VALERIA: perché non mi interessava. Volevo sapere che cosa facevi in bagno e adesso che l’ho scoperto sono disgustata quanto basta

MICHELE: per una cosa da nulla

VALERIA: non mi sembra. E comunque eccolo qui il tuo esempio!

MICHELE: e no. Non puoi rinfacciare le cose sulle quali ci siamo già chiariti

VALERIA: basta con queste regole del cazzo! L’altra sera sei tornato a casa, mi hai detto che ti sei fatto una perfetta sconosciuta e poi l’hai fatto passare come se fosse colpa mia

MICHELE: no! Io non ci credo. Non puoi dire una cosa del genere

VALERIA: e invece credici perché l’ho detta, quindi posso!

MICHELE: io sarei il cattivo?!

VALERIA: non si sta parlando di buoni e cattivi… (pausa) però sì. Se preferisci sei il cattivo

MICHELE: è incredibile che tu possa solo pensare…

VALERIA: è incredibile che tu possa dire certe cose! L’altra volta sei stato fortunato, mi hai colta alla sprovvista e sei riuscito a raggirarmi, ma poi ci ho pensato e sono giunta alla conclusione che sei uno stronzo! Come puoi dire alla tua ragazza che se sei andato a letto con un’altra è perché lei è ingrassata?!

MICHELE: mi sembra allora che avevo ragione?!

VALERIA: sì, sono ingrassata ma almeno…

MICHELE: (interrompendola) volevi parlare di questo!

VALERIA: no. Ma visto che ci siamo perché non parlarne?!

MICHELE: perché stavamo parlando di altro. Non ti sta bene il mio modo di fare pipì?! Bene la farò nel vaso… voglio che tu sia tranquilla. Non voglio rovinare il nostro rapporto per una stupidaggine…

VALERIA: ma lo hai già fatto

MICHELE: cosa?

VALERIA: hai già rovinato il nostro rapporto e non per una stupidaggine

MICHELE: io credo che fare la pipì nel bidet o meno sia una stupidaggine…

VALERIA: non è per quello. Non fare lo stupido. Sono ingrassata? Dimmelo, parlami, portami in palestra. Non andare con un’altra

MICHELE: hai ragione, ma forse è stata un’azione inconscia per attirare l’attenzione

VALERIA: e per cosa? Sono io quella che è ingrassata

MICHELE: non sapevo come dirtelo

VALERIA: hai trovato un modo molto originale

MICHELE: sai quanti fidanzati tradiscono senza dire niente?!

VALERIA: quindi devo fare una festa perché me lo hai detto?

MICHELE: almeno te l’ho detto!

VALERIA: solo perché ti sei sentito in colpa altrimenti non me lo avresti mai detto

MICHELE: non mi sono sentito in colpa

VALERIA: ah, neanche questo!

MICHELE: te l’ho detto perché ti rispetto

VALERIA: se davvero mi rispettassi non andresti a letto con altre donne

MICHELE: lo dici come se lo avessi fatto chissà quante volte

VALERIA: una, nessuna o centomila è indifferente

MICHELE: invece fa differenza. Tra una e centomila ce ne passano di donne. Se fosse nessuna…

VALERIA: non saremmo qui a parlare di questo

MICHELE: stavamo parlando di pipì

VALERIA: e di come ti rigiri la frittata e di quando vai a letto con altre donne

  SILENZIO

MICHELE: ma tu non sbagli mai? Sei sempre così perfetta?

VALERIA: no

MICHELE: e allora?! Mi dici che ti fanno schifo le mie abitudini in bagno. Ok! Le cambio. Mi dici che per te è dura accettare che sia andato a letto con un’altra. Va bene! Ne parliamo. Io voglio solo stare bene con te. Sai… Quando ti guardo, io non vedo solo una ragazza, vedo il futuro. (mentre parla si avvicina a lei) Vedo una station wagon, vedo un cane o magari un gatto. Vedo una casa, tipo questa, ma più grande e noi con un mutuo sulle spalle. Vedo dei bambini, i pannolini, le pappette, i vestitini, la scuola, i compiti, il nuoto, perché faranno nuoto… vedo noi che facciamo la spesa insieme, noi che facciamo colazione a letto, noi due che camminiamo abbracciati verso un tramonto splendente…

VALERIA: (cede alle parole di lui) ho capito, ho capito. Però adesso basta con queste cose da romanzo rosa per donne insoddisfatte

MICHELE: va bene, volevo solo farti sapere quello che penso quando ti guardo. Risolviamo le piccole cose e andiamo avanti

VALERIA: …va bene

MICHELE: (sorridendo soddisfatto) insomma, perdi qualche chilo e siamo a posto

  SILENZIO

VALERIA: a perché è questo il problema per te?

MICHELE: uno dei problemi…

VALERIA: a sì?! Lo sai io cosa vedo? Non vedo come te la fiera dei clichet. No. Vedo un cretino! Ha ragione Giorgia a dire che l’unico modo per buttare giù peso inutile è scaricandoti. Aria!

MICHELE: hai parlato con Giorgia?

VALERIA: e con Chiara

MICHELE: va sempre a finire così quando parli con le tue amiche. Dovevo capirlo che c’entravano loro! Non poteva essere altrimenti

VALERIA: perché, adesso è colpa loro se tu ti sei comportato così?

MICHELE: fanno sempre in modo di metterci l’uno contro l’altra!

VALERIA: se mi dicono qualcosa lo fanno solo perché mi vogliono bene e vogliono proteggermi. E comunque non è mai successo

MICHELE: c’è sempre una prima volta e già so che questa sarà la prima di tante volte in cui litigheremo perché le tue amiche si sono messe tra di noi

VALERIA: a sì?

MICHELE: sì

VALERIA: voglio toglierti qualsiasi dubbio e rassicurarti sul fatto che questa è stata la prima e l’ultima volta. Anche perché, che sia chiaro, non c’è più un noi in cui qualcuno può infilarsi

MICHELE: che vuol dire non c’è più? Da quando?

VALERIA: da questo momento! Avrei dovuto prendere questa decisione l’altra settimana, ma neanche io so perché mi sono lasciata fregare. Fortunatamente “quelle” che si sono messe tra ciò che tu chiami “noi” mi hanno aperto gli occhi!

MICHELE: ti hanno aperto gli occhi?

VALERIA: sì, mi hanno parlato come fanno delle vere amiche; mi hanno detto cosa pensavano e cosa avrebbero fatto loro. Ci ho pensato e hanno ragione loro

MICHELE: quindi mi vuoi lasciare?! Così!

VALERIA: sì, così

MICHELE: …e va bene. Lo accetto, io prendo atto di questa tua decisione

VALERIA: bene

MICHELE: perché sei consapevole che è una tua decisione?

VALERIA: (un po’ esitante) sì

MICHELE: perfetto. Ma ricorda che non puoi più tornare indietro

VALERIA: ma…

MICHELE: lo hai deciso tu. Come tu stessa hai detto nessuno te lo ha imposto e quindi è solo una tua responsabilità se adesso tra noi è finita. Solo una tua responsabilità ricordalo

  SILENZIO

VALERIA: io veramente…

MICHELE: non c’è bisogno che tu dica niente. Va bene così

VALERIA: …senti, mi dispiace. Mi sono fatta prendere da… non lo so

MICHELE: in che senso?

VALERIA: non volevo dirti quello che ho detto

MICHELE: ma lo hai detto

VALERIA: sì e mi dispiace. Volevo solo parlarti. Chiarire quello che non andava

MICHELE: c’è modo e modo di parlare. Potevi dire le stesse cose senza attaccarmi

VALERIA: hai ragione, scusa… ritiro tutto quello che ho detto. Mi sono lasciata prendere dall’ansia

MICHELE: ansia?

VALERIA: sì

MICHELE: (la guarda, sospira, abbassa la testa) vieni qui. (la abbraccia, si siedono sul divano) Ecco, così va meglio. Mi piace stare abbracciato con te. (rassicurante) È tutto a posto. Non è successo niente

  CAMBIO SCENA

TIZIANO: (entrando con il telefono in mano) …non credo di dover spiegazioni a nessuno. Forse a lei sì, questo è chiaro, non potrei non darle spiegazioni, però… Cosa le posso dire?! La verità. È l’unica. Ho fatto troppi giri di parole e troppe cazzate, devo finirla, o è sì o è no. E ci ho pensato bene, non è una decisione venuta fuori dal nulla. Devo solo organizzare i pensieri, capire come parlargliene senza che lei si spaventi, farle capire appieno quello che in realtà voglio dirle. E oggi ho la possibilità di sfruttare una grande occasione che mai nella vita ricapiterà così. Mi ha chiesto di darle una mano e io le porgo tutto il braccio! No?! …ma come chi? Michele sono Tiziano! Non sei Michele?! E perché hai chiamato? Ma che vuol dire ho chiamato io?!… Pronto? (gli chiudono il telefono, lui guarda la cornetta, poi chiude la conversazione) Mah… (Suonano alla porta, va ad aprire, sulla porta c’è Giorgia)

GIORGIA: pronto a perdere la testa per me?

TIZIANO: eh?!

GIORGIA: (entrando) dai che adesso ti spiego. Comunque grazie, hai accettato senza sapere neanche cosa mi servisse (rovista nella borsa)

TIZIANO: quando posso dare una mano sono contento

GIORGIA: (tira fuori dalla borsa due copioni) ecco qua!

TIZIANO: che cos’è?

GIORGIA: devo fare un provino importantissimo tra due giorni e ho bisogno di qualcuno che mi aiuti con le battute

TIZIANO: no, ma lo sai che io non l’ho mai fatto. Sono totalmente impedito. Faccio l’assicuratore

GIORGIA: e che vuol dire?!

TIZIANO: che non è una cosa che fa per me

GIORGIA: ti tiri indietro?

TIZIANO: non è che mi tiro indietro, è che non so come si fa

GIORGIA: devi leggere

TIZIANO: leggere?

GIORGIA: solo leggere!

TIZIANO: e basta?

GIORGIA: e dai che poi ti diverti

TIZIANO: ok. Io chi sono?

GIORGIA: (da il copione a Tiziano) lui

TIZIANO: lui chi?

GIORGIA: non hai nome, quando devi parlare c’è scritto “LUI”

TIZIANO: ah, ok

GIORGIA: ti spiego un po’ di cose, così ti immedesimi meglio

TIZIANO: ma non dovevo solo leggere?

GIORGIA: sh, fammi parlare! Tu sei Lui, un ragazzo tranquillissimo, normalissimo, ma con un profondo vuoto, colmabile solo, secondo te, dall’amore che potrebbe darti Federica…

TIZIANO: la mano amica!

GIORGIA: io parlo sul serio

TIZIANO: scusa, battuta in automatico. Vai avanti

GIORGIA: ho detto potrebbe, perché questo amore non è corrisposto. O meglio tu neanche lo sai se a lei piaci perché non glielo hai mai detto, capisci?

TIZIANO: capisco sì

GIORGIA: lei ha un altro e questo ti divora, anche perché tu sai che non è la persona giusta per lei, ma non puoi dirglielo direttamente

TIZIANO: altrimenti metterei solo in cattiva luce me stesso!

GIORGIA: bravo! E saresti disposto a qualsiasi cosa pur di farle capire i tuoi veri sentimenti

TIZIANO: anche regalarle la mia macchina

GIORGIA: no, la moto. Vedi che già stai entrando nella parte

TIZIANO: è della mia misura

GIORGIA: (ridendo) ma dai!

TIZIANO: finisce bene vero?

GIORGIA: questa è l’unica cosa che non so, l’ultima parte del copione non me l’hanno data. Dai iniziamo, prendi i fogli

TIZIANO: (prende i fogli, comincia a leggere a mente) hum…

GIORGIA: (dopo un po’) la prima battuta è la tua

TIZIANO: sì, sì… (continua a leggere a mente)

GIORGIA: (aspetta un po’ poi parla) puoi iniziare se vuoi

TIZIANO: oh, scusa. (leggendo) “Motocicletta, 10 HP…” (senza leggere) Ah, ti volevo chiedere: HP? Ma i cavalli?

GIORGIA: non lo so, penso di sì

TIZIANO: è uno scrittore inglese?

GIORGIA: non lo so e al momento non mi interessa

TIZIANO: no, perché una moto con 10 cavalli… sai che moto è?!

GIORGIA: ma che ne so? Non l’ho scritto io. Leggi!

TIZIANO: (leggendo) “Motocicletta, 10 HP, tutta cromata. È tua se dici sì”

GIORGIA: (recitando, senza leggere) “Sì per cosa?”

TIZIANO: ma tu non leggi?

GIORGIA: no, me le sono imparate a memoria

TIZIANO: e io a cosa ti servo?

GIORGIA: mi serve qualcuno che mi dia le battute di Lui

TIZIANO: ah, ok. Ricomincio?

GIORGIA: sì per favore

TIZIANO: (leggendo) “Motocicletta, 10 HP, tutta cromata. È tua se dici sì”

GIORGIA: “Sì per cosa?”

TIZIANO: (leggendo) “Mi costa una vita, per niente la darei. Ma ho…” Lo sai che c’è?! Una moto da 10 cavalli che gli costa una vita! No, ti prego gli devi chiedere che moto è. Sarà un pezzo d’antiquariato. Che dici, il tipo è un collezionista?

GIORGIA: ma che ti frega, dammi le battute senza commentare tutti i possibili errori tecnici che ci sono!

TIZIANO: no, è che l’assicurazione costerebbe meno perché le moto d‘epoca iscritte all‘albo… (Giorgia lo guarda male) deformazione professionale, scusa! (leggendo) “Motocicletta, 10 HP, tutta cromata. È tua se dici sì”

GIORGIA: “Sì per cosa?”

TIZIANO: (leggendo) “Mi costa una vita, per niente la darei. Ma ho il cuore malato e so che guarirei”

GIORGIA: “Guariresti? Ma da cosa?”

TIZIANO: (leggendo) “Dal mio amore per te. So che ami un altro, ma che ci posso fare? Sono un disperato perché ti voglio amare!”

GIORGIA: “E perché me lo dici così? Non è un delitto”

TIZIANO: (si ferma un attimo, sta per parlare senza leggere, poi legge) “Lo so. È che sono nervoso. Non sapevo come avresti reagito. In testa mi sono fatto certi film; per dirti quella cosa sai quante altre ne ho scartate?”

GIORGIA: “Tante?”

TIZIANO: “Tante?! Molto più che tante. Proprio tante, tante!”

GIORGIA: “E cos’altro mi avresti detto?”

TIZIANO: “Che sei un raggio di sole nell’oscurità più fitta”

GIORGIA: “Oppure?”

TIZIANO: (sospira, senza leggere) oppure che sono innamorato di te dalla prima volta che ti ho vista a cinque anni; nonostante le ragazze che ho avuto, il mio pensiero fisso eri tu, e l’idea che qualcun altro potesse stringerti tra le braccia ma non io mi ha sempre fatto incazzare!

GIORGIA: (rimane un momento in silenzio, andando verso il suo copione) ma non era così il copione. (controlla il copione, poi guarda Tiziano) La smetti di fare lo stupido, è importante per me provare. (Tiziano continua a guardarla immobile. Evitando il suo sguardo) Forse ti sei fatto prendere un po’ dal personaggio

TIZIANO: Giorgia non c’entra il personaggio, sto parlando io. Dico sul serio. E se volessi citare il personaggio direi: “So che ami un altro, ma che ci posso fare? Sono un disperato perché ti voglio amare!”

GIORGIA: mi vuoi amare?

TIZIANO: stanotte, adesso… sì?!

GIORGIA: (un po’ agitata, comincia a raccogliere le sue cose, Tiziano la segue) no, scusa. Avevi ragione a dire che ho sbagliato a chiedere a te, io non… non so che cosa avevo in mente. Come una persona sana di mente può commettere un errore così banale?! Scusa ancora, ci sentiamo (esce)

  Tiziano rimane solo, guarda la porta per un po’, sospira, prende il telefono, chiama

TIZIANO: Michele ho fallito, mi sento uno stupido, era qui davanti a me e le ho sputato contro tutto senza pensare troppo. Tutti i discorsi che mi ero immaginato, tutti gli scenari che avevo creato nella mia testa sono sfumati di botto ed è solo colpa mia. (sospira) …ho sbagliato di nuovo numero? Vabbè ma questa volta eri preparato, sapevi già il retroscena no?! Come ti chiami? Piacere Tiziano. Se succede qualcos’altro posso chiamare te che altrimenti con Michele devo ricominciare tutta la storia da capo? (suonano alla porta) Scusa Marco suonano alla porta, casomai ci sentiamo dopo, ciao! (va ad aprire la porta)

GIORGIA: (entrando posa le sue cose sul divano) ma come ti viene in mente dico io?! Sei assurdo. Ti giuro, sei assurdo! Prendi e mi vomiti contro la prima stupidaggine che ti viene in mente senza pensare alle conseguenze. Bisogna pensare a quello che si dice, le parole hanno un peso, non puoi lanciarmi un treno carico di mattoni sperando che rimanga illesa. E poi che ti aspetti che ti dica? “Sì, eccomi, saltami addosso”?! No, no, no, no e poi no! No, proprio non ti capisco. (Tiziano fa per avvicinarsi) Stammi lontano che non so come può finire

TIZIANO: perché sei tornata?

GIORGIA: sono a piedi, devo aspettare Giulio che dopo viene a prendermi. E poi voglio vedere se non tornavo. Dopo quello che mi hai detto come minimo mi devi chiedere scusa

TIZIANO: no

GIORGIA: no?

TIZIANO: no, non ti devo chiedere scusa. Di cosa poi? Ti ho detto quello che pensavo e che non riuscivo più a tenermi dentro, mi sono messo a nudo

GIORGIA: per me potevi rimanere vestito

TIZIANO: sono esploso

GIORGIA: eh no!

TIZIANO: non dire no! So io quello che ti ho detto

GIORGIA: bel modo di dirlo: “stanotte, adesso”

TIZIANO: sì. Stanotte, adesso. Domani puoi dimenticare, ma adesso, adesso dimmi di sì

GIORGIA: ma anche no! Per chi mi hai presa? Per una di quelle sciacquette che ti porti dietro? Che come schiocchi le dita cadono ai tuoi piedi e se batti le mani vengono a letto con te?!

TIZIANO: prima di tutto se mi bastassero solo uno schiocco di dita e un battito di mani non sarei così stressato. Ma non è questo il punto…

GIORGIA: il punto è che ci conosciamo da una vita, non mi puoi trattare così

TIZIANO: credevo di essere stato delicato

GIORGIA: delicato?! “Stanotte, adesso” …non mi sembra tanto delicato. E neanche tanto rispettoso né per me né per Giulio

TIZIANO: chi se ne frega di Giulio!

GIORGIA: è amico tuo

TIZIANO: amico mio? Quello?! Esserci uscito un paio di volte quando c’eri anche tu non lo rende amico mio

GIORGIA: quel paio di volte ci hai riso e scherzato

TIZIANO: lo odio Giulio!

GIORGIA: esagerato

TIZIANO: e soprattutto non capisco come fai a stare con lui

GIORGIA: cos’ha che non va?

TIZIANO: tutto

GIORGIA: certo, perché non sei tu

TIZIANO: a parte che le mie risate erano di circostanza per le battute truculente e misogine che ha tirato fuori tutta la sera. Non l’ho mai visto guardarti con gli occhi da pesce lesso, quello sguardo che ti fa capire che è perso senza di te

GIORGIA: non siamo mica tutti uguali

TIZIANO: per fortuna, non mi ci cambierei proprio con quello lì

GIORGIA: intanto “quello lì” non sta con me solo per farsi una sveltina

TIZIANO: in che senso?

GIORGIA: nel solo senso che esiste. (pausa) “Stanotte, adesso” “domani puoi dimenticare, ma adesso dimmi di sì”

TIZIANO: no… tu credi?! No, no sei fuori strada. Assolutamente fuori strada. Forse mi sono espresso male, ma tu sei fuori strada. Non intendevo assolutamente… e dai non crederai davvero che io possa… no?!

GIORGIA: eppure mi sei sembrato così chiaro

TIZIANO: no, ascolta: ti ho fatto una richiesta assurda, ma non quella che pensi. Voglio che tu adesso provi a vedermi come non mi hai mai visto. Non come l’amico d’infanzia, ma come l’uomo che è follemente innamorato di te

GIORGIA: non ti sembra di esagerare?! Follemente innamorato?! Ma dai!

TIZIANO: non esagero

GIORGIA: senti stiamo facendo un discorso senza senso. È assurdo che tu possa essere innamorato di me. Solo all’idea scoppio a ridere! Ha, ha! Vedi, rido! (ride per finta)

TIZIANO: tutte quelle sciacquette con cui mi vedevi in giro non sono mai durate tanto perché c’eri tu. Nessuna riusciva minimamente a raggiungerti e dopo un po’, addio! Io ti adoro per quello che sei e che sei sempre stata. Ti adoro quando lasci il tappo del dentifricio aperto, io lo prendo e mi cade nello scarico del lavandino. Ti adoro quando metti la sveglia alle sette e suona un’ora intera perché dovevi svegliarti alle otto. Ti adoro quando mi chiedi una mano per un esame e mi riempi la camera di post-it. Ti adoro quando passi davanti a uno specchio e vedendoti dici che sei un cesso, mentre sei stupenda. Ti adoro per tutto questo e anche di più

GIORGIA: da che film l‘hai preso?

TIZIANO: lo stile era “Henry ti presento Sally”, ma le parole erano le mie!

GIORGIA: sei incredibile

TIZIANO: sì?!

GIORGIA: sì, non ti credo

TIZIANO: perché no? Cosa c’è di così strano e incredibile?

GIORGIA: tu! Tu sei assurdo e proprio per questo non riesco a crederti

TIZIANO: allora dimmi cosa farebbe il personaggio della commedia. Mi hai parlato del mio personaggio, ma il tuo? Com’è il tuo

GIORGIA: del tutto diverso da me

TIZIANO: questo io non posso saperlo, io non la conosco

GIORGIA: cosa cambia se la conosci?

TIZIANO: parlamene ti prego, da quel poco che ho letto mi è sembrata una situazione simile alla nostra

GIORGIA: no, meglio di no

TIZIANO: e dai, cosa ti costa?!

GIORGIA: (guarda l’orologio al polso) e va bene. Abbiamo ancora un po’ di tempo. Il personaggio è una gatta morta, stronza, che non vede l’ora di avere tutti gli uomini ai suoi piedi. Fa finta di essere la piccola, indifesa e debole donna di turno per riuscire a rigirarsi tutti gli uomini che incontra. È impegnata con un tipo che, se possibile, è peggio di lei; e stanno insieme solo per convenienza

TIZIANO: ok, forse ho cercato un esempio sbagliato

GIORGIA: te lo avevo detto

TIZIANO: ma lui, il personaggio che mi hai fatto leggere mi somiglia. Anche se, credo che il finale non sarà a lieto fine visto il tuo personaggio

GIORGIA: anche secondo me

TIZIANO: però perché non con me? Siamo fatti per stare insieme. Non è una di quelle frasi retoriche e vomitevoli, è la verità. E poi dai, sai chi sono, mi conosci!

GIORGIA: esatto, ti conosco. Se non ci fosse nessun precedente penserei che mi stai prendendo in giro, che questo è tutto uno scherzo (per niente divertente ma uno scherzo). Visto però che i precedenti ci sono… lasciami stare!

TIZIANO: non puoi tirare fuori quelle cose, sono storia vecchia, non contano

GIORGIA: sì che contano. Non posso far finta che non sia successo niente. A quindici anni durante l’autogestione a scuola mi hai baciata. E non pensavo che uno di quei fantomatici stronzi che spariscono dopo aver ottenuto quello che vogliono saresti stato tu. Grazie per aver rovinato il mio primo bacio!

TIZIANO: primo bacio? Avevi detto che era successo l’estate prima al campeggio

GIORGIA: lo avevo detto perché mi vergognavo ad essere l’unica della classe a non aver ancora baciato un ragazzo. Ed ecco che dopo averti baciato sei sparito per due settimane per poi ricomparire e comportarti come se niente fosse

TIZIANO: ero piccolo e stupido, non sapevo come gestire una situazione che non conoscevo. Avevo paura

GIORGIA: ma paura di cosa? Non ti avrei mangiato!

TIZIANO: paura del confronto con il fantomatico primo bacio del campeggio che evidentemente non c’è stato! Anche per me era il primo bacio sai?!

GIORGIA: (cede un pochino) anche per te?

TIZIANO: esatto

GIORGIA: (si riprende) ok, ma questo non cambia nulla. Avresti potuto parlare invece di scappare!

TIZIANO: hai ragione, ma ero piccolo, insicuro…

GIORGIA: non ti giustificare, non serve. In fondo sono passati un po’ di anni, non ti porto nessun rancore

TIZIANO: non sembra

GIORGIA: mi sembra che siamo rimasti amici no?

TIZIANO: sì

GIORGIA: bene

TIZIANO: bene (pausa, si guarda intorno, evita di guardare Giorgia, lei fa altrettanto. Si alza, cammina per la stanza guarda finalmente Giorgia. nervoso) Perché non me lo hai detto?!

GIORGIA: cosa cambiava?

TIZIANO: cosa cambiava? Tutto!

GIORGIA: non credo

TIZIANO: se lo avessi saputo non mi sarei lasciato condizionare da quel tuo primo bacio mai dato al campeggio. Piuttosto mi sarei lasciato convincere che se era il primo bacio per tutti e due poteva essere l’inizio di una serie di prime cose fatte insieme

GIORGIA: già, sarebbe stato bello

TIZIANO: molto

GIORGIA: e se ci pensi lo è stato

TIZIANO: bello?

GIORGIA: l’inizio di una serie di prime cose fatte insieme

TIZIANO: sì?!

GIORGIA: ho detto “se ci pensi”

TIZIANO: ma così non mi viene in mente niente

GIORGIA: la prima sigaretta l’abbiamo fumata insieme

TIZIANO: è vero

GIORGIA: lo so

TIZIANO: e anche la prima volta che abbiamo saltato la scuola lo abbiamo fatto insieme. Siamo andati al biliardo e abbiamo quasi solo parlato

GIORGIA: e il primo concerto che abbiamo visto è stato quello dei Metallica

TIZIANO: sì, bella serata che ha portato alla nostra prima volta al pronto soccorso

GIORGIA: hai iniziato a pogare e dopo le prime due spallate sei sparito tra la folla. Ero sicura di averti perso

TIZIANO: quello mi ha dato una spallata sul naso

GIORGIA: sì, e da quel giorno hai smesso di russare

TIZIANO: guarda che io russavo perché…

GIORGIA: a due anni sei caduto dalle scale e ti sei rotto il naso. I Metallica te lo hanno aggiustato

TIZIANO: mica loro

GIORGIA: era per dire. E comunque la lista non è finita. Falò sulla spiaggia prima volta insieme

TIZIANO: il falò… dove il viscidone provava a baciarti

GIORGIA: e tu non dicevi niente

TIZIANO: neanche tu

GIORGIA: una mano no eh?!

TIZIANO: l’aereo lo abbiamo preso per la prima volta insieme: gita scolastica a Praga. E prima volta in albergo

GIORGIA: non per me

TIZIANO: ah

GIORGIA: però che andavo a Praga sì, era la prima volta

TIZIANO: sì anche per me. E poi è stata lì la prima volta che siamo andati in discoteca

GIORGIA: purtroppo sì. Una prima esperienza non proprio positiva

TIZIANO: sempre a Praga è stata la prima volta che ci siamo ubriacati

GIORGIA: e che lo abbiamo fatto

TIZIANO: (si blocca, la guarda, lei si allontana) cosa?

GIORGIA: basta con questa lista. È stupida e del tutto inutile

TIZIANO: cosa abbiamo fatto?

GIORGIA: strano che Giulio non sia ancora arrivato

TIZIANO: Giorgia guardami! (Giorgia non si gira) Guardami

GIORGIA: (si gira a guardarlo) che c’è?

TIZIANO: cosa abbiamo fatto?

GIORGIA: niente, non abbiamo fatto niente

TIZIANO: allora perché hai detto…

GIORGIA: ma che te ne importa?! Tanto non te lo ricordi

TIZIANO: vuoi dire che noi due…

GIORGIA: sai, più ci penso e meno ci credo. Non riesco proprio a credere di aver buttato la mia prima volta con un cretino come te che neanche se la ricorda

TIZIANO: vuoi dire che io e te a Praga abbiamo… abbiamo?!

GIORGIA: sì, io e te a Praga abbiamo!

TIZIANO: (dopo un attimo di esitazione ride) no, va bene, ho capito. Tu mi stai prendendo in giro. Brava ci avevo quasi creduto. (Giorgia rimane immobile. Lentamente capisce che non è uno scherzo. Tra se) Oh cazzo

GIORGIA: eri talmente ubriaco che non ti reggevi in piedi

TIZIANO: sì, questo me lo hanno raccontato

GIORGIA: e così ti ho accompagnato in camera… lì è successo il resto

TIZIANO: non potresti essere più precisa?

GIORGIA: vuoi che scenda nei dettagli? Scusa, ma no!

TIZIANO: ma io non ricordo niente

GIORGIA: me ne sono accorta la mattina dopo

TIZIANO: perché non me lo hai detto?

GIORGIA: che avrei dovuto dirti?! Complimenti! Dopo aver rovinato il mio primo bacio hai disintegrato la mia prima volta!

TIZIANO: anche per me era la prima volta… e lo scopro solo ora. Per anni ho creduto di aver perso la verginità con quella del secondo piano… vabbè, lasciamo perdere. (esitante) È stato bello? (Giorgia lo guarda male) Scusa, curiosità

GIORGIA: (sospira) sarebbe potuto essere bello

TIZIANO: nel senso che ero impacciato?

GIORGIA: nel senso che il giorno dopo a malapena ti ricordavi il tuo nome

TIZIANO: e la sera? Dico quando è successo; non è stato bello?!

GIORGIA: è stato quel che è stato. Non ne voglio parlare

TIZIANO: perché?

GIORGIA: perché no! Immagina la situazione: un ragazzo e una ragazza sono amici, anzi, migliori amici. Se lui andasse a dire a lei che è innamorato proprio di lei, e non glielo ha mai detto, ma anche lei è stata molto innamorata di lui e ha tentato in tutti questi anni di soffocare questo amore. Perché? Perché lui non l’ha mai ricambiata. Adesso però glielo va a dire, proprio adesso che stava cercando di costruire una relazione stabile con un uomo; che magari non è proprio il massimo dello… sprint, della vitalità, della fantasia, della giovialità, eccetera, eccetera. Però comunque è sempre un uomo che ha un lavoro fisso, che guadagna bene e lei fa l’attrice! E si sa come vanno queste cose: un giorno sei sulla cresta dell’onda e il giorno dopo sei a lavorare al McDonald con l’olio che ti fa venire i brufoli e cazzi e mazzi! Quindi io… cioè lei, si incazzerebbe. Se io fossi in lei mi incazzerei. Insomma, glielo va a dire proprio adesso che stava cercando di dimenticarlo? …e c’era un pochino riuscita?!

TIZIANO: ma stiamo parlando di una cosa ipotetica o…

GIORGIA: è ipotetico, per quanto possa sembrare la nostra situazione, non lo è; è tutto ipotetico! (sul finale della frase le squilla il cellulare. prende il cellulare e lo guarda per vedere chi è)

TIZIANO: quindi quello che hai…

GIORGIA: (rifiuta la chiamata) scusa Tiziano devo andare, Giulio è qui sotto che mi aspetta

TIZIANO: e fallo aspettare, noi dobbiamo ancora finire di parlare

GIORGIA: (andando verso l’uscita) no, abbiamo detto anche troppo. (si ferma prima di uscire) Ciao (esce)

TIZIANO: (la guarda andare via) ci sono andato a letto e non me lo ricordo! (si siede sul divano, guarda verso l’alto) Che idiota! (prende il telefono e fa il numero, aspetta che risponda) Marco! Ciao. È un macello, ho fatto un vero macello. Negli anni sono riuscito solo a combinare disastri…

  Durante la telefonata va a sfumare in BUIO. CAMBIO SCENA

  Casa di Chiara. Lei sta spazzando a terra. Pantofole, tuta e capelli sfatti. Marco entra con dei dvd in mano e si va a sedere sul divano

MARCO: (entrando) ciao!

CHIARA: (distratta) ciao… (si accorge che c’è Marco)

MARCO: ho portato qualche dvd così possiamo decidere quale vedere…

CHIARA: come sei entrato?

MARCO: dalla porta

CHIARA: sì, questo l’ho immaginato. Non era chiusa?

MARCO: tu hai il brutto vizio di lasciare la chiave di riserva nello sportello dell’idrante del terzo piano

CHIARA: nessuno sospetterebbe che un appartamento del quarto piano ha la chiave di riserva al terzo… ancora te lo ricordi?!

MARCO: sì! Senti ho preso questi film…

CHIARA: comunque potevi chiamare. Io sono così, non mi sono neanche vestita

MARCO: oh, scusa. Ma non fa niente, tanto sono io

CHIARA: che vuol dire. Non è per te è per me

MARCO: ma stai bene comunque. Guarda quanto sei bella! (pausa, lei accenna un sorriso) Ho preso questi film perché pensavo ti potessero piacere. Non so se li hai visti, anche se penso di sì. Possiamo cominciare…

CHIARA: e comunque devo finire di pulire almeno il salotto

MARCO: ti do una mano. Possiamo mandare avanti un dvd mentre puliamo

CHIARA: no. Lo sai che quando guardo i film devo essere concentrata

MARCO: sì, lo so!

CHIARA: (cambiando idea. Interessata) che film sono?

MARCO: sono…

CHIARA: no aspetta. Non me lo dire

MARCO: non te lo dico

CHIARA: spider-man?

MARCO: sì

CHIARA: batman?

MARCO: quale?

CHIARA: ehm… il cavaliere oscuro?!

MARCO: sì!

CHIARA: ghost rider?

MARCO: no!

CHIARA: ah! Ok, aspetta! …X-men le origini di Wolverine?

MARCO: e certo!

CHIARA: e Capitan America!

MARCO: brava!

CHIARA: li ho visti tutti!

MARCO: anche io, però mi piacciono e volevo vederli con te così poi ne parliamo. Poi ho preso anche Dylan Dog

CHIARA: cosa? No!

MARCO: sì, lo so. Neanche a me ispira, però ero curioso di vederlo!

CHIARA: io sono contraria. In un’epoca in cui vanno tanto di moda i film sui fumetti, fanno un film su un fumetto italiano e lo fanno così?!

MARCO: è quello che dico anche io. I super eroi americani esprimono la loro superiorità in maniera fisica. Dylan Dog è l’indagatore dell’incubo. Fai un thriller, una cosa mentale e non un picchiatore di vampiri e licantropi

CHIARA: ma lo hai visto?

MARCO: no, ma sulla pubblicità sembrava così

CHIARA: ah, è vero!

MARCO: ero indeciso se portare Hellboy, poi però l’ho lasciato a casa

CHIARA: perché? A me piace (cominciano ad avvicinarsi piano, piano)

MARCO: non lo sapevo

CHIARA: ma se è stato il primo fumetto che mi hai regalato!

MARCO: ah, quello è stato il primo?

CHIARA: sì

MARCO: (si trovano molto vicini, stanno quasi per baciarsi. Marco si allontana) Per esempio c’è una delle differenze tra il fumetto e il film che mi piace tantissimo…

CHIARA: (sorridendo facendo finta di niente) ah, l’hai notato anche tu?

MARCO: io una cosa l’ho notata. Non so se è le stessa: sul fumetto il professor Bruttenholm viene chiamato da Hellboy “Professore”. Mentre sul film lo chiama “papà”!

CHIARA: esatto è una cosa molto più tenera, soprattutto perché è stato il professore a crescerlo. Infatti nonostante l’età, Hellboy si vergogna a fumare davanti a lui!

MARCO: esatto! È un po’ come te che quando fumi ti nascondi ancora da tua madre

CHIARA: guarda che ho smesso

MARCO: a sì?

CHIARA: mi hai mai vista fumare in questi giorni?

MARCO: adesso che me lo dici… no! Beh, meglio. Ci guadagni in salute. Quando sai che una cosa fa male perché continuare a farla?

CHIARA: magari per abitudine o per necessità!

MARCO: tipo Wally West, il nipote di Flash, che aveva gli stessi poteri dello zio ma più usava la super velocità e più velocemente invecchiava!

CHIARA: però poi si è curato

MARCO: più o meno! Verso la fine di una saga degli anni ottanta in cui erano coinvolti tutti i personaggi della DC comics è guarito e ha preso ufficialmente il posto di Flash! …che invece è morto

CHIARA: Crisis?

MARCO: in che senso?

CHIARA: la saga si chiamava “Crisis”?

MARCO: sì. Scusa non avevo capito!

CHIARA: (sorride) sai… nel corso degli anni sono passata dai fumetti americani ai manga giapponesi. Anche se gli americani non li ho mai abbandonati del tutto

MARCO: io invece sono rimasto fedele ai super eroi in calzamaglia. Sono passato da una casa editrice all’altra, però sempre fumetti americani. La sola differenza è che se leggi dei supereroi trovi qualche super criminale, qualche alieno o scienziato pazzo che vuole distruggere gli Stati Uniti, mentre nei manga trovi un qualche mostro ad attaccare il Giappone che dovrà difendersi con qualche mega robot!

CHIARA: sui manga non ci sono solo mostri e robot. Ci sono manga per bambine, manga per bambini, manga per l’educazione sessuale…

MARCO: a sì?

CHIARA: sì, ma non sono porno

MARCO: non volevo dire questo. E comunque, adesso che mi ci fai pensare, nei fumetti americani secondo me si parla poco di sesso. Non voglio dire che dovrebbero fare delle cose esplicite, però penso che ne dovrebbero parlare visto che il sesso fa parte della vita di tutti i giorni

CHIARA: allora parliamone!

MARCO: ne stiamo parlando! Credo che non bastino delle super eroine con il fisico da pin up… che intendi?

CHIARA: non ne parliamo mai!

MARCO: noi?

CHIARA: sì noi. Da quando abbiamo ricominciato a frequentarci non ne abbiamo mai parlato. Abbiamo parlato del più e del meno, ma non siamo mai entrati in discorsi personali. Per carità a me piace parlare di fumetti con te, sei l’unica persona che conosco che mi capisce quando ne parlo e sono contenta di averti ritrovato anche per questo, ma non voglio parlare solo di questo!

MARCO: (un po‘ stordito) …ok.

CHIARA: per esempio non so se continui a vederti con i tuoi vecchi amici, se giochi ancora a calcetto tutti i giovedì sera, se suoni ancora il sax, le ragazze con cui sei uscito dopo di me… da quando abbiamo ripreso a frequentarci facciamo solo due cose: balliamo salsa e parliamo di fumetti. Mi piacciono tutte e due, però vorrei anche altro

MARCO: sì. Sono un sacco di domande… tutte insieme… e inaspettate. Però ok. Hai ragione e sono d’accordo con te, dobbiamo dirci di più. Da dove comincio?

CHIARA: da dove vuoi!

MARCO: però poi anche tu?

CHIARA: e certo!

MARCO: allora, vediamo… non suono più il sax da un anno. Qualche volta lo tiro fuori dalla custodia, lo pulisco, ma non lo suono

CHIARA: e perché? Eri bravo

MARCO: mi ero rotto di suonare. Tutto qui

CHIARA: e il gruppo?

MARCO: ecco, il gruppo. Hanno scelto un repertorio senza sax… già da due anni

CHIARA: ah… peccato

MARCO: gli amici sono sempre i soliti, a parte quelli del gruppo che non vedo più. Sono pochi e li conosci quasi tutti. C’è Peppe che è sempre depresso, Nico che è sempre allegro e infatti stanno insieme che si compensano; diciamo ancora che in realtà loro sono sposati. C’è Piero il taciturno e poi c’è Claudio il cazzaro

CHIARA: Claudio il cazzaro?

MARCO: sì, lo abbiamo conosciuto qualche anno fa ed è rimasto sempre con noi. Il soprannome è dovuto alle sparate che fa!

CHIARA: tipo?

MARCO: tipo dice che Rocco Siffredi e Raf, il cantante, sono fratelli

CHIARA: davvero?

MARCO: lo dice, ma non è vero! Dice che in realtà Raf si chiama Raffaele Siffredi. Ma anche se fosse non sarebbe fratello di Rocco che in realtà fa di cognome Tano! Oppure dice che l’attrice che ha interpretato Mary Poppins prima di fare il film era una porno attrice! Ma se Julie Andrews ha iniziato a lavorare nei musical che praticamente era una bambina! Quando ha avuto il tempo per fare l’attrice Hard?!

CHIARA: (ride) ma dove lo avete trovato questo soggetto?

MARCO: una sera eravamo al pub, Nico ha fatto un commento sulla cameriera, Claudio, che era lì vicino, si è avvicinato per dare man forte e abbiamo cominciato a parlare

CHIARA: fantastico!

MARCO: e ci hanno cacciato dal locale!

CHIARA: …poi?

MARCO: poi cominci anche tu! Non posso svelarti tutti i miei segreti senza ricevere qualcosa in cambio!

CHIARA: che fai mi ricatti?

MARCO: chiedo quello che è giusto!

CHIARA: ok. Da dove comincio?

MARCO: come hai detto tu: da dove vuoi!

CHIARA: va bene… (ci pensa) così di botto non mi viene in mente nulla

MARCO: dai che sicuramente ci sono cose che vuoi dirmi

CHIARA: sono stata in Irlanda!

MARCO: ecco, vedi. Quando?

CHIARA: la scorsa estate, però non era bel tempo. Nonostante fosse agosto è piovuto sempre

MARCO: bella?

CHIARA: molto. Si respira un’altra aria, si vedono altri colori. È da vedere!

MARCO: come mai non sei andata in Scozia? Ti piaceva tanto!

CHIARA: sì però avevamo detto che ci saremmo andati insieme e allora non me la sono sentita di andarci con un’altra persona

MARCO: (un po’ preoccupato) ah, non sei andata sola?!

CHIARA: sono andata con Giorgia

MARCO: (sollevato) ah! …chi è Giorgia?

CHIARA: è un po’ come il tuo Claudio

MARCO: dice cazzate?

CHIARA: no, un’amica che ho conosciuto dopo che ci siamo… persi di vista

MARCO: e non inventa storie?!

CHIARA: no, anzi è molto simpatica

MARCO: Claudio non è antipatico! È poco attendibile, ma simpatico

CHIARA: ora tocca a te dire qualcos’altro

MARCO: tu hai parlato meno

CHIARA: no

MARCO: sì invece

CHIARA: allora quante altre cose devo dirti per stare pari?

MARCO: una! Ne va bene una

CHIARA: …Valeria te la ricordi no?

MARCO: la tua amica esaurita?

CHIARA: esatto. Non è cambiata. È sempre esaurita. Continuo ad uscire con lei e Giorgia, la ragazza con la quale sono andata in Irlanda

MARCO: e Paola?

CHIARA: non la vedo più. Abbiamo litigato per un ragazzo

MARCO: ah… Vi piaceva lo stesso ragazzo?

CHIARA: (quasi allarmata) no!

MARCO: e che ho detto?! Poteva essere no?!

CHIARA: lei mi ha chiesto cosa ne pensavo del ragazzo con cui stava uscendo; io ho risposto… Qualche mese dopo ha scoperto che avevo ragione. Abbiamo litigato e non ci parliamo più

MARCO: che vuol dire avevi ragione?

CHIARA: per non dirle che lo avevo visto uscire con un’altra ragazza, non volevo ci rimanesse male, le ho detto che secondo me non era il tipo per lei, rimanendo sul vago. Lei ha lasciato correre, ma quando poi l’ha scoperto ci è rimasta male e ha accusato me di non averle detto nulla. Tutto qui

MARCO: hum… purtroppo capita

CHIARA: già… tocca a te!

MARCO: si. (pensa) Calcetto! Gioco a calcetto tutti i venerdì anziché i giovedì! Tocca di nuovo a te!

CHIARA: ma così non vale!

MARCO:  certo che vale! Ti ho detto una cosa e ora tu devi dirmi una cosa!

CHIARA: hai accennato una cosa!

MARCO: ma io… ok! Gioco a calcetto tutti i venerdì sera perché la maggior parte degli altri non potevano più il giovedì. Però meglio così, almeno il giovedì sera posso andare a lezione di salsa!

CHIARA: e da quanto tempo prendi lezioni di salsa?

MARCO: ma non è tanto, sarà forse un anno. Da quando ho smesso di suonare il sax

CHIARA: balli molto bene per essere solo un anno

MARCO: ci vuole una certa predisposizione!

CHIARA: (avvicinandosi) sai… la salsa io la trovo molto erotica

MARCO: (intimorito) e tu da quanto balli?

CHIARA: (sempre più vicina) da meno di te!

MARCO: (spostandosi) però anche tu balli molto bene. (pausa) Beh, abbiamo parlato di qualcosa di diverso! Fantastico no?

CHIARA: sì!

MARCO: che dvd metto?

CHIARA: non hai risposto a tutte le domande

MARCO: sì. Tu mi hai chiesto di parlarti un po’ di me da quando ci siamo lasciati e l’ho fatto!

CHIARA: ti ho chiesto delle cose specifiche e qualcosa lo hai saltato volontariamente

MARCO: ma no!

CHIARA: sì invece

MARCO: e cosa?

CHIARA: non mi hai parlato delle ragazze che hai avuto dopo di me

MARCO: …è vero. Ma non penso ce ne sia bisogno

CHIARA: perché no?! Non mi da fastidio, voglio saperlo

MARCO: guarda, meglio di no

CHIARA: meglio di sì!

MARCO: meglio di no perché non ci sono!

CHIARA: come?

MARCO: non ho avuto ragazze dopo di te!

CHIARA: impossibile!

MARCO: che tu ci creda o no è così. Per due anni ogni volta che mi squillava il telefono o ricevevo un messaggio ho sempre sperato che fossi tu. Vedevo una macchina come le tua? Leggevo la targa per controllare! Speravo di incontrarti nei posti che abbiamo frequentato insieme, di vederti per caso in strada; ma non è mai successo! Poi d’improvviso: perdo le speranze, non ti penso più, non ho l’ansia di passare, se capita, per la via di casa tua, ti ho finalmente dimenticata ed ecco che appari magicamente dal nulla e cominciamo a frequentarci di nuovo

CHIARA: scusa. Non pensavo di averti rovinato l’esistenza

MARCO: ma scusa che?! Io non vedevo l’ora!

CHIARA: quindi io ti piaccio?

MARCO: certo!

CHIARA: (gli da uno schiaffo sul braccio) brutto cretino! E perché non me lo hai detto o non me lo hai fatto capire in qualche modo?!

MARCO: ma lo sai che significa per me?

CHIARA: no, non lo so

MARCO: stare con la persona che ti piace e sentire l’aria che ti manca a ogni respiro che prendi. Avere il terrore di sembrare troppo appiccicoso e oppressivo o troppo distaccato e menefreghista. Non sono andato all’ultima riunione del fan club dell’uomo ragno per te! E tu lo sai che ogni volta non vedo l‘ora di andare a quelle riunioni! Me lo ricordo benissimo il giorno che mi hai lasciato, quello che mi hai detto. Mi risuona nella testa come un martello che picchia sull’incudine. Io… io… e se faccio nuovamente gli stessi errori? Non voglio perderti di nuovo

  Chiara si butta tra le braccia di Marco e lo bacia

MARCO: (la bacia, poi la ferma) aspetta, aspetta!

CHIARA: che c’è?!

MARCO: non ho il preservativo!

  PAUSA

CHIARA: e chi ha detto che andremo oltre un bacio?!

MARCO: ma… scusa. Vista la situazione pensavo che…

CHIARA: comunque qui sotto c’è una farmacia con il distributore automatico!

  Chiara prende Marco per mano e lo trascina fuori. CAMBIO SCENA

Casa di Chiara. Suonano alla porta. Chiara esce da una stanza, attraversa la scena spensierata e apre la porta. Entra Valeria molto agitata

VALERIA: (entrando) Chiara!

CHIARA: Vale ma che ci fai qui?!

VALERIA: scusa ma avevo bisogno di parlarti

CHIARA: ok! Tanto oggi dovevamo vederci comunque per parlare

VALERIA: a sì?

CHIARA: è venerdì. Te ne sei dimenticata?

VALERIA: …sì

CHIARA: non fa niente, sei comunque qui

VALERIA: almeno non sono in ritardo

CHIARA: no infatti. (prendendo il cellulare) Fammi chiamare un attimo Giorgia così l’avverto che sei già qui (aspetta un po’) Non risponde…

  Si sente bussare forte alla porta. Chiara va ad aprire. Entra Giorgia

CHIARA: Giorgia?!

GIORGIA: Chiara!

CHIARA: stavo per chiamarti

GIORGIA: scusa ma avevo bisogno di parlarti

CHIARA: ok! Tanto oggi dovevamo vederci e siamo già tutte qui

GIORGIA: (vede Valeria, si corrono incontro e si abbracciano) Vale!

VALERIA: Giò!

CHIARA: (silenzio) ho capito: è andata male!

VALERIA: (staccandosi dall’abbraccio con Giorgia) sì! Ho sparato a zero, l’ho braccato, l’ho attaccato, l’ho buttato giù… (piagnucolando) e non sono riuscita a mollarlo! Sono una frana. Una grassa frana!

CHIARA: oddio… (si guarda con Giorgia) Tu che ne pensi: è la nostra Valeria o una sostituta aliena mandata sulla terra per studiarci?!

GIORGIA: senti io non lo so, però sembra che vada tutto per il verso sbagliato

CHIARA: come è andata con Giulio?

GIORGIA: ma quale Giulio! Non ho avuto neanche il tempo di parlarci

VALERIA: e allora cosa…

GIORGIA: Tiziano! L’incubo di tutti questi anni si è avverato

CHIARA: il tuo incubo o il tuo sogno?

GIORGIA: non scherzare. Non immaginate neanche cosa ho passato!

VALERIA: cosa hai passato?! Cosa hai passato?! Voglio proprio sentire tutte le cose terribili che puoi aver passato!

GIORGIA: mi ha detto che è innamorato di me. Abbiamo discusso, litigato e gli ho raccontato tutto! Gli ho detto quello che per anni ero riuscita a nascondere a tutti, ma soprattutto a lui! Mi sono sentita malissimo; anche l’audizione è andata una schifezza

CHIARA: e adesso come ti senti?

GIORGIA: male!

CHIARA: non ti senti liberata da un peso?

GIORGIA: no!

VALERIA: beh, vuoi sapere come mi sento io?! Sto sotto a un treno! Ok? Ho scoperto di non essere la tipa tosta e imbattibile che credevo. A una sua parola sono crollata come un castello di sabbia!

GIORGIA: mi dispiace, ma anche io sto male!

VALERIA: perché l’uomo che hai sempre voluto ha detto che ti vuole?!

GIORGIA: sì!

  Si abbracciano. Chiara sospira

CHIARA: qui mi sembra che siamo messe peggio di mercoledì

VALERIA: (staccandosi) perché a te che è successo?

CHIARA: a me niente. Dico di voi

GIORGIA: sei ancora nella stessa situazione con Marco?

CHIARA: certo che no!

VALERIA: allora che vuoi?

CHIARA: voglio darvi una mano!

VALERIA: …scusa tesoro è che sono molto tesa

GIORGIA: un momento. Non sei nella stessa situazione?!

CHIARA: no!

GIORGIA: è un bene o un male?

CHIARA: è un bene! È tutto come quando ci siamo lasciati, anzi meglio!

VALERIA: (acida) evviva!

GIORGIA: e quindi che è successo?

CHIARA: volete davvero che ve lo racconti?

VALERIA: (c. s.) perché no?! Parlaci della tua felicità!

CHIARA: gli ho chiesto di aprirsi, dirmi tutto e lui lo ha fatto!

GIORGIA: beh, anche Tiziano lo ha fatto, ma non è stato così esaltante!

VALERIA: (c. s.) hai la possibilità di mollare Giulio per uno che ti vuole veramente e ti lamenti?

GIORGIA: (a Valeria) non è così facile. (a Chiara) Poi che è successo?

CHIARA: ci siamo baciati

GIORGIA: davvero?

CHIARA: sì!

VALERIA: (c. s.) che bello!

CHIARA: abbiamo fatto l’amore! È stato meraviglioso!

GIORGIA: sì?!

CHIARA: non me lo ricordavo così bravo!

VALERIA: (c. s.) ma guarda un po‘! È proprio fantastico!

GIORGIA: (a Valeria) ma la smetti?! Perché devi fare l’acida?

VALERIA: sono incazzata ok? Alle mie amiche va tutto bene e a me no! Da una parte mi fa piacere, ma dall’altra no!

GIORGIA: tutto bene? Come fai a dire che a me va tutto bene?

VALERIA: tu che dici?! Da quando ti ho conosciuta mi hai sempre parlato più di Tiziano che del tuo fidanzato quindi non venire a dirmi che le cose ti vanno male! Puoi anche aver cercato di soffocare i tuoi sentimenti ma si vede anche da lontano che tu e Tiziano siete fatti per stare insieme

CHIARA: è vero

GIORGIA: io non voglio stare con Tiziano!

VALERIA: allora stai con chi vuoi ma non venire a lamentarti di quanto sia triste e opprimente. (Giorgia gira la testa, non le guarda più) Tu almeno hai la possibilità di scegliere, ma io?! Quale possibilità ho io?

CHIARA: hai la possibilità di lasciarlo se vuoi

VALERIA: non ci riesco ok!

CHIARA: forse perché sei ancora innamorata…

VALERIA: no che non sono innamorata! Io non lo sopporto più già da prima che mi tradisse. Stiamo insieme perché… non lo so neanche io, ma non perché siamo innamorati. E questo mi mette tristezza. Perché lo so ma non riesco a lasciarlo. (Chiara guarda prima Giorgia poi Valeria, sospira) E non sospirare!

CHIARA: scusa

GIORGIA: che fregatura!

VALERIA: in un modo o nell’altro è comunque una fregatura

CHIARA: quindi non sei innamorata?

VALERIA: no

CHIARA: diglielo

VALERIA: a che servirebbe? A niente! Continueremo a stare insieme anche dopo

GIORGIA: se non provi non lo saprai mai

VALERIA: senti chi parla!

GIORGIA: sì, parlo io che dal tuo punto di vista sono in una situazione semplice, ma dal mio punto di visto sono incasinata fino al collo!

VALERIA: allora scambiamoci questi punti di vista!

GIORGIA: se potessi lo farei volentieri

VALERIA: (dopo una piccola pausa) Chiara?…

CHIARA: sì?!

VALERIA: tu che ne pensi?

CHIARA: eh! Che ne penso? Secondo me potete fare una cosa molto semplice

VALERIA: cioè?

CHIARA: prendetevi il vostro tempo per decidere cosa fare e fatelo. Senza consigli esterni, senza limiti di tempo. Solo voi

  Si guardano in silenzio

VALERIA: mi abbracciate per cortesia?

GIORGIA: venite qua stupide!

  Si abbracciano.

CAMBIO SCENA. Michele e Tiziano seduti sul divano

TIZIANO: tu che ne pensi?

MICHELE: che hai fatto una cazzata!

TIZIANO: sì, ma non è detto che vada a finire male no?!

MICHELE: ti dico solo che io non l’avrei fatto!

TIZIANO: ho provato a chiamarti per sapere che ne pensavi ma ho sbagliato numero

MICHELE: non è colpa mia

TIZIANO: dici che non si può rimediare?

MICHELE: quello che è fatto è fatto. Ormai…

TIZIANO: ormai?

MICHELE: il contratto di assicurazione lo hai fatto con uno sconto che neanche un’assicurazione telefonica farebbe mai!

TIZIANO: lo so! Però è un amico e mi ha detto che era in difficoltà

MICHELE: capisco l’amicizia, ma non puoi andarci a rimettere tu. Piuttosto gli dicevi che non potevi assicurarlo. Quanto ci prendi di provvigione? Mezzo centesimo?

TIZIANO: meglio non saperlo!

MICHELE: invece dovresti saperlo così la prossima volta ci pensi prima di fare una cosa del genere

TIZIANO: è stata la prima e l’ultima volta

  PAUSA

MICHELE: ma quella che esce con te?

TIZIANO: Monica?

MICHELE: Monica!

TIZIANO: in che senso?

MICHELE: come va?

TIZIANO: bene. Non la vedo più

MICHELE: a sì?

TIZIANO: sì. È finita

MICHELE: e come mai? Non mi sembrava da buttar via

TIZIANO: non era quella adatta a me

MICHELE: ma sì che è adatta a te! Con quel fisico non può non esserlo

TIZIANO: non è una questione fisica. Non mi trovavo per altre cose

MICHELE: ma con chi ti trovi tu?

TIZIANO: una ci sarà!

MICHELE: …Giorgia?

TIZIANO: (lo guarda male) cosa te ne importa?

MICHELE: (ride) ah! Senti qui! L’altra sera mi è successa una cosa che anche adesso a pensarci mi viene da ridere. Guarda, una situazione che se ti ci trovi è comica! Pensa: stai lì sdraiato accanto a lei, lo avete appena fatto e pensi che non ti è piaciuto. Poi rimani con gli occhi aperti a guardare il soffitto e ti viene da ridere pensando alle facce assurde che hai fatto mentre lei non ti guardava. Tipo… (fa delle facce) Pensi a tante cose, niente di serio; lei ti guarda, ti chiede a cosa pensi e tu dici la qualunque, la prima cosa che ti viene in mente. Ma il momento peggiore, che vorresti esplodere è quando lei, tutta accoccolata su di te, che ti da i bacetti sul collo, ti chiede: ti è piaciuto da impazzire come è piaciuto a me? Allora tu, con una faccia da culo mai pensata prima; la guardi sorridente e le dici: “SÌ”

TIZIANO: che bastardo! Io non ce la farei mai a fare una cosa del genere

MICHELE: bisogna fare di necessità virtù

TIZIANO: pensa come si sentirebbe Valeria se lo venisse a sapere

MICHELE: beh, meglio che non lo sappia perché non era neanche lei

TIZIANO: perché tu… no! Dai non me le dire queste cose. Poi come guardo Valeria che penso a te che mi dici quello che hai fatto con quella del bar

MICHELE: non era quella del bar

TIZIANO: non era… ma tu sei uno schifoso!

MICHELE: parli tu che hai sempre fatto come ti è parso e piaciuto?!

TIZIANO: io non ho mai tradito

MICHELE: ma smettila

TIZIANO: ho avuto storie e storielle, ma prima di passare alla ragazza successiva, lasciavo quella con cui stavo!

MICHELE: ma davvero?

TIZIANO: davvero

MICHELE: neanche se ti capitava la modella dei tuoi sogni o un’attrice

TIZIANO: ho già l’attrice dei miei sogni

MICHELE: Giorgia non conta! Non è famosa! Io dico una di quelle che vedi nei film e che fantastichi di ritrovartela in casa e farci una giornata intera a letto (ovviamente non a dormire)

TIZIANO: no, non lo farei

MICHELE: io invece sì! Pensa che strano! Fino a poco tempo fa mi faceva strano anche solo il pensiero, poi… puf!

TIZIANO: puf?

MICHELE: sparito lo schifo! Te la ricordi la tipa che ci chiamò sei mesi fa per il corso di inglese?

TIZIANO: sì, perché tu hai compilato una cartolina con il mio numero

MICHELE: sì, sì… mi ha chiamato anche l’altra settimana per vendermi un corso di inglese, ci ho perso un po’ di tempo al telefono e ci sono uscito! Ti dico che era una roba assurda! Ha fatto certe cose che non riuscirei a spiegarti. E chi se la aspettava!

TIZIANO: perché dobbiamo parlare sempre di sesso?

MICHELE: perché tutto gira intorno a quello!

TIZIANO: a quella!

MICHELE: quello, quella… il sesso non ha sesso!

TIZIANO: il sesso è la cosa più sessuata che io conosca

MICHELE: perché non vuoi parlarne?

TIZIANO: perché no. Non in questo modo!

MICHELE: non sono stato volgare mi sembra

TIZIANO: conosco Valeria e sentirti parlare così mi da fastidio!

MICHELE: se non le dico a te queste cose a chi le dico?

TIZIANO: tienile per te! Se mi dici certe cose poi non ce la faccio a guardare Valeria senza avere il pensiero fisso di te che fai le facce! (fa le facce come Michele)

MICHELE: non pensarci

TIZIANO: non posso! Mi dispiace, io sono fatto così. Mi sarò passato tante ragazze, ma al contrario di te se qualcosa non mi sta bene prima parlo e se poi vedo che la cosa non è risolvibile la faccio finita; non riesco a trascinarmela avanti

MICHELE: (mentre Michele parla entra Valeria non vista dai due) guarda che non lo faccio mica apposta. Io sono uno che si trascina, ma non è divertente neanche per me la situazione. È talmente tanto che stiamo insieme che senza di lei non ci so stare

TIZIANO: perché sei ancora innamorato

MICHELE: no! È questo il brutto! Però ho bisogno di averla vicina

TIZIANO: potete sempre rimanere amici

MICHELE: (mentre Michele parla, Tiziano cambia espressione perché si accorge di Valeria) rimanere amico è una stupidaggine, è un modo per sentirsi meno in colpa. Ci possiamo odiare, possiamo litigare, ci possiamo tradire, ma non possiamo rimanere solo amici. Ormai io devo stare con lei e lei deve stare con me. Nella vita già sono poche le certezze, se ti togli anche quelle che hai acquisito è la fine. Non mi guardare strano, lo so che sembra brutto ma è così: possiamo starci male quanto vogliamo ma abbiamo bisogno l’uno dell’altra

VALERIA: anche io, più o meno, la pensavo così. Fino a che non lo hai detto (Michele si gira a guardarla) Tiziano ti dispiace?!

TIZIANO: no, certo. Ciao (esce)

MICHELE: da quanto sei arrivata?

VALERIA: da abbastanza

MICHELE: abbastanza…

VALERIA: ho accettato questa situazione in silenzio, senza saperlo; probabilmente come hai fatto tu. Tristi e inconsapevoli del perché. Poi c’è stata una rottura; per me angosciante, per te liberatoria. Non abbiamo avuto il coraggio di dirci che era ormai tutto parte di un gioco, il gioco della routine. Ma io non voglio giocare. Voglio vivere (pausa. Michele rimane in silenzio) E credo che lo vuoi anche tu! (si allontana, per un po’ continua a guardare Michele che rimane immobile. Si gira. Esce)

  CAMBIO SCENA - BUIO. La luce torna su lentamente, in sottofondo “Il Mattino” di Grieg. Tiziano è sdraiato sul divano, dorme. Entra Marco, in mano ha un vassoio con caffettiera, zuccheriera e tazzine. Si mette a fianco al divano, guarda Tiziano che dorme, si schiarisce la voce

MARCO: buongiorno!

TIZIANO: (svegliandosi) Marco?! Come sei entrato?

MARCO: hai il brutto vizio di non chiudere la porta

TIZIANO: brutto vizio! Ci conosciamo da due giorni e già siamo in crisi?!

MARCO: i due giorni guarda che sono due settimane

TIZIANO: il tempo è relativo

MARCO: sì, come no

TIZIANO: e se mi sento male e non possono entrare in casa?

MARCO: chi?

TIZIANO: i soccorsi

MARCO: non hai neanche trent’anni…

TIZIANO: il male non ha età. Potrei sentirmi male in qualsiasi momento

MARCO: se ti senti male i soccorsi buttano giù la porta e entrano

TIZIANO: appunto! Sai quanto costa una porta?!

MARCO: se ti senti male non vai a pensare a quanto costa una porta

TIZIANO: è per questo che ci penso adesso, così non devo pensarci nel momento in cui mi sento male

MARCO: (lo guarda sconfortato) sì… quanto zucchero nel caffè?

TIZIANO: uno

MARCO: uno

TIZIANO: anzi due

MARCO: due (MARCO mette lo zucchero nel caffè lo mescola con il cucchiaino e lo dà a Tiziano) Allora?!

TIZIANO: (prende il caffè) grazie! (sta per bere il caffè poi si ferma) Allora che?

MARCO: era un allora generico, così per parlare

TIZIANO: no, quello non era un allora generico. Li conosco i tuoi allora generici

MARCO: ah, li conosci?! Dopo due giorni che ci conosciamo

TIZIANO: sono due settimane, lo hai detto tu!

MARCO: sì ma il tempo è relativo e tu non lo ricordi. Come non ricordi di esser stato a letto con Giorgia

TIZIANO: non mettere il dito nella piaga

MARCO: io ci metto proprio la mano!

TIZIANO: dai, lascia perdere. A che ti riferivi con quel tuo “allora” di prima?

MARCO: mi riferivo esattamente a questo. Io non ho mai avuto grande fortuna con le donne. Anzi, mi hanno sempre scansato senza troppe difficoltà; anche se adesso non mi posso lamentare… Comunque se avessi avuto la possibilità che hai avuto tu avrei fatto di tutto per non farmela scappare

TIZIANO: se me lo fossi ricordato, anche io non me la sarei lasciata scappare

MARCO: potevi evitare di ubriacarti

TIZIANO: magari se non mi fossi ubriacato lei non sarebbe venuta a letto con me

MARCO: o magari sì

TIZIANO: con se, ma e magari non si va da nessuna parte

MARCO: perfetto, chiamala!

TIZIANO: con che faccia la chiamo?

MARCO: non con la faccia, ma con il telefono!

TIZIANO: faccia o telefono mi vergogno

MARCO: allora ti do una bella notizia: non concluderai niente. Continua a correre dietro ai rimorsi per i tuoi errori che sicuramente si aggiusterà tutto

TIZIANO: (fa un sorriso finto, beve il caffè) il caffè fa schifo

MARCO: e tu sei scemo

TIZIANO: non è colpa mia se il caffè fa schifo

MARCO: non è colpa mia se tu sei scemo

TIZIANO: molto maturo

MARCO: sto giocando al tuo gioco

TIZIANO: questo è il mio gioco? E da quando?

MARCO: da quando hai deciso di scappare a quindici anni dopo averla baciata, da quando ti sei ubriacato a Praga, da quando hai deciso di vomitarle tutto addosso

TIZIANO: a sì?

MARCO: sì

TIZIANO: quindi che cosa dovrei fare?

MARCO: quello che ho detto prima

TIZIANO: cosa hai detto prima?

MARCO: telefona!

TIZIANO: mi vergogno

MARCO: ormai

TIZIANO: ormai cosa?!

MARCO: peggio di così!

TIZIANO: guarda che c’è sempre di peggio

MARCO: sicuramente, ma superato un certo limite puoi permetterti di tutto

TIZIANO: come sei profondo

MARCO: ascolta bene: adesso non la senti più, quindi al massimo continuerai a non sentirla, con l’unica differenza di aver peggiorato i rapporti, ma se non ti ci vedi più che cambia?!

TIZIANO: e se invece volesse chiamarmi, io la chiamo e rovino tutto?!

MARCO: va bene ho capito, fai come ti pare. Tanto i consigli tu non li vuoi

TIZIANO: vuoi che la chiami?

MARCO: no

TIZIANO: la devo chiamare?!

MARCO: no!

TIZIANO: la devo chiamare?

MARCO: no, non la devi chiamare

TIZIANO: e invece la chiamo

MARCO: e invece non la chiami!

TIZIANO: (prendendo il cellulare e fa il numero) e io la chiamo

MARCO: ok!

TIZIANO: (rendendosi conto di cosa sta facendo) ma che la sto chiamando?!

MARCO: così sembra

TIZIANO: oddio squilla

MARCO: a volte capita

TIZIANO: (porgendogli il telefono) parlaci tu

MARCO: ma sei scemo, neanche sa che esisto

TIZIANO: appunto, puoi dirgli qualsiasi cosa

MARCO: no! Tu chiami, tu parli

TIZIANO: mi hai convinto a chiamare con l’inganno

MARCO: ognuno risponde delle proprie azioni. Non volevi chiamare?! Non chiamavi!

TIZIANO: non risponde!

MARCO: non è grave

TIZIANO: non è grave?! Volevi che la chiamassi e adesso non è grave che non risponde?

MARCO: aveva da fare, o magari non aveva il telefono vicino, non è grave

TIZIANO: hai ragione

MARCO: lo so

TIZIANO: ci devo parlare, la devo chiamare. Ho bisogno di sentire la sua voce, di sentire il suo respiro attraverso il telefono e invece non sento niente

MARCO: molto dolce, ma non è grave

TIZIANO: io senza di lei non vivo più

MARCO: e dai che non è così grave!

TIZIANO: non mangio più, non bevo più

MARCO: non farla lunga. Non è così grave

TIZIANO: non rido più, non gioisco più

MARCO: ho capito, ma non è grave

TIZIANO: non mi eccito più, non mi masturbo più

MARIO: e no, un momento. Questo si che è grave

TIZIANO: te lo avevo detto

MARCO: bisogna trovare una soluzione. Non puoi andare avanti così

TIZIANO: dobbiamo trovare una soluzione

MARCO: tra un po’ prova a richiamarla

TIZIANO: no, non basta. Devo andare da lei

MARCO: così, ora?!

TIZIANO: sì, non posso più aspettare

MARCO: lo sai che ti dico?! Hai ragione

TIZIANO: certo che ho ragione!

MARCO: bravo, prendi la situazione in mano e vai

TIZIANO: (rimane fermo) sì, io prendo la situazione in mano e… vado

MARCO: vai

TIZIANO: vado

MARCO: sì ma vai

TIZIANO: un attimo, lasciami un po’ di tempo

MARCO: non hai bisogno di tempo, devi andare subito altrimenti ti metti a pensare e non vai più

GIORGIA: (entrando) è permesso?! (Tiziano e Marco si girano a guardarla, poi si guardano) Sono arrivata in un brutto momento? Posso passare più tardi…

TIZIANO: ma no assolutamente, prego accomodati. (pausa) Come sei entrata?

GIORGIA: la porta era aperta

TIZIANO: (si gira a guardare Marco) aperta?!

MARCO: (avvicinandosi alla porta)bene, credo di essere un tantino di troppo, vi lascio parlare o fare qualunque altra cosa vogliate fare, tipo quei giochetti che già conoscete... ciao! (esce)

GIORGIA: chi è?

TIZIANO: Marco, un amico

GIORGIA: non lo avevo mai visto

TIZIANO: è una lunga storia. (pausa) Beh… come mai sei qui?

GIORGIA: ecco… volevo parlarti

TIZIANO: ottimo, perché anche io volevo parlarti

GIORGIA: sì, immaginavo

TIZIANO: però forse è meglio che cominci tu

GIORGIA: ok. (sospira) Ci conosciamo da quando eravamo piccoli e tutti i nostri ricordi più importanti sono insieme, anche se tu non ricordi proprio tutto. Mi sono presa un po’ di tempo per riflettere sulla nostra situazione e sul fatto che ogni tanto ci troviamo… più vicini

TIZIANO: (ride) sì, ogni tanto capita

GIORGIA: Ecco forse troppo vicini

TIZIANO: ah…

GIORGIA: mi hai fatto male, più di una volta nel corso degli anni. Per il bacio, nonostante mi facesse male, ho fatto finta di nulla. Per la storia di Praga non è stato proprio così facile fare finta che non fosse successo niente. Ogni volta mi illudevo che avrei dimenticato, che l’avrei superata e che ci saremmo allontanati; ma tu eri sempre lì. Io ero felice di averti come amico, ma speravo che prima o poi ti saresti accorto di me; che volessi stare con me non solo come amica, o confidente. Poi te ne sei accorto, ma tardi. Ho sofferto per te. Più di una volta. Scusa, ma io non voglio più soffrire

TIZIANO: Giorgia io…

GIORGIA: voglio essere felice, tranquilla, sicura della persona che è al mio fianco

TIZIANO: (abbassa la testa) hai ragione. Sono stato uno stupido a credere di poter…

GIORGIA: stai con me

TIZIANO: eh?!

GIORGIA: ma stai con me sempre. Se sei veramente così innamorato, se vuoi amarmi, fallo. Ma non abbandonarmi più. Non darmi più per scontata. Mai

  Si avvicinano, si stanno per baciare, suona il cellulare di Tiziano

TIZIANO: (a Giorgia) scusa solo un secondo. (risponde) Marco. Ci possiamo sentire dopo?! Sono con la mia ragazza

  Butta il cellulare sul divano, si avvicina nuovamente a Giorgia per baciarla, sta per farlo quando entra in scena Marco

MARCO: (entrando in scena interrompendoli) EVVAI!

  BUIO

  FINE