Tu musica assassina

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TU MUSICA ASSASSINA

TU MUSICA ASSASSINA

due tempi di

Manlio Santanelli



PERSONAGGI IN ORDINE DI ENTRATA

EUFEMIO TIBERI cinquantenne, vice direttore di banca
ALDA sua moglie, stessa età, insegnante
DOTTOR DONATI quarantenne, medico di famiglia
ALDO CONFALONE quarantacinque anni, cassiere di banca
EUFEMIA sua moglie, quarantenne, casalinga 



L’ambiente consiste in un soggiorno arredato con gusto moderno, che però non disdegna qualche elemento di buon antiquariato. 
La luce esterna vi penetra da due finestre, una aperta sulla parete di fondo, l’altra su quella di sinistra.
L’unico particolare, che al levarsi del sipario non può non attirare l’attenzione dello spettatore, e’ posto sulla parete di destra ed è rappresentato da un mastodontico complesso stereo, corredato di tutti gli accessori possibili. in breve, e’ come un altare alla dea “musica” nell’era della riproducibilià tecnica...

Quando ha inizio l’azione Eufemio è seduto al tavolo. indossa ancora il cappotto e regge davanti a se’ un giornale.
Alda, invece, è in poltrona ed ha sulle ginocchia una specie di registro nero...
Entrambi appaiono tutt’altro che rilassati...

ALDA (scorrendo una pagina con una matita) De Gregorio Vincenza... non ce l’ho.
EUFEMIO (leggendo) Aristide Ponchia?
ALDA Ponchia, Ponchia, Ponchia... non ce l’ho.
EUFEMIO Demetrio Cornaro?
ALDA (farfugliando) Corn... Corn... Corn... Non ce l’ho
EUFEMIO (paziente) Di Francesco Paoloantonio...
ALDA Paolo o Antonio
EUFEMIO Un solo nome.
ALDA Per un attimo avevo sperato che fossero due.
EUFEMIO Devo deluderti. Si tratta della stessa persona...
Pausa...
ALDA Sono finiti già!
EUFEMIO No... riflettevo...
ALDA A cosa?
EUFEMIO Di alcuni sono riportati cognome e nome, di altri nome e cognome...
ALDA Andiamo avanti, su.
EUFEMIO (tornando al suo compito con buona lena) Dunque... Ah, ecco. Vittorio generale Bellosguardo...
ALDA Bellosguardo... Bello... Non ce l’ho.
EUFEMIO Alessandro Morto.
ALDA Come?
EUFEMIO Alessandro Morto.
ALDA Il cognome, intendo. Che sia morto lo so. Stai leggendo i necrologi non le nascite.
EUFEMIO Che vuoi da me!? Si chiama così.
ALDA E’ nato morto, in pratica.
EUFEMIO Un momento, precisiamo. Prima è nato, poi ha campato la bellezza di ottantatré anni e dopo, soltanto dopo... è morto.
ALDA Ho capito: è nato Morto come tu sei nato Tiberi e io Ginori. Andiamo avanti. 
EUFEMIO E poi... volendo essere precisi... dei nati morti solitamente non si fa il necrologio... Manca il materiale... Sei privo di scrivere... che so... dopo un’intera vita spesa per la comunità... o roba del genere...
ALDA Andiamo avanti, che io mica mi diverto. Ho il polso a centoventi.
EUFEMIO Perché io sì, è vero?... Con la giornata che ho sulle spalle?
ALDA Giornataccia?
EUFEMIO Accia accia! Allora... Dio, ne sono rimasti solo quattro!
ALDA Calma. Leggi bene e lentamente...
EUFEMIO Bru... na Mel... na... ti.
ALDA Melnati?... Non ce l’ho 
EUFEMIO Gu... gliel... mo Sta... bi... le
ALDA (sempre sfogliando) Non ce l’ho.
EUFEMIO As... sun... ta Ca... pe... ce.
ALDA (sobbalza) Una Capece l’ho vista, l’ho vista, ci sta!...
Eufemio accorre da lei...
ALDA (svuotata) Vittoria!
EUFEMIO Ci siamo! Lasciami vedere...
ALDA (c. s.) Vittoria, non Assunta.
Eufemio se ne torna lento e muto al suo posto...
ALDA Ce l’hai con me.
EUFEMIO Ce l’ho con la sorte. Neanche questa volta...
ALDA Vai avanti. Può essere...
EUFEMIO Che può essere? Era l’ultimo nome... (enfatico) L’ultima spiaggia!.. I necrologi sono finiti, almeno per stasera...
ALDA Sei proprio sicuro?
EUFEMIO (in tono vibrato) Dopo c’è l’intervento della Russia in Cecenia, Vuoi controllare? Lì, di decessi, ce ne saranno quanti ne vuoi. Ma non credo che si tratti di abbonati agli “Amici della musica”. (posa il giornale, si leva il cappotto e va a versarsi qualcosa da bere)
ALDA Andiamo, non facciamo così, Eufemio, su... Sai che bere troppo ti fa male. Poi sul giornale ci finisci tu. Su, vedrai, se non è stato oggi sarà domani. Io ho fiducia. Un po’ di pazienza.
EUFEMIO Ma sono pure cinque anni! Questo non lo conti?
ALDA Appunto, un giorno in più...
EUFEMIO E poi chi te la dà tanta fiducia?
ALDA L’età.
EUFEMIO La nostra?
ALDA Quella degli abbonati. La media è la settantina. Il dottor Donati ha detto che l’ultima volta è stato un tossire continuo... Se arriva il freddo, vuoi che una di quelle bronchiti non si trasformi in polmonite?
EUFEMIO Siamo spietati.
ALDA Quando si vuole qualcosa bisogna esserlo.
EUFEMIO Riccardo III?
ALDA Appunto.
EUFEMIO E poi non è colpa nostra, ma di chi ha messo il numero chiuso all’Associazione.
ALDA (riflettendo) E noi siamo i primi in lista d’attesa. E’ ...grottesco.
EUFEMIO Io non capisco. Non c’è da sedersi, bene. Possiamo portare noi due sedie da casa.
ALDA E’ la prima cosa che chiesi, quando incontrai il Presidente. Mi rispose: un solo strapuntino di più, e ci levano l’agibilità!
EUFEMIO (allo stereo) Musica, musica! Che cosa si fa per te!
ALDA Sì, ma chiediti anche il contrario.
EUFEMIO E sarebbe?
ALDA Cosa non fa la musica.
EUFEMIO Cosa?
ALDA Ma se abbiamo appena finito di dire che l’età media è la settantina...
EUFEMIO Tu dici che...
ALDA Non parlo io. I numeri parlano.
EUFEMIO Iatromusica, la chiamavano gli antichi. La musica come medicina.
ALDA E chi li ammazza, questi. (agita il quaderno) Il dottor Donati ci racconta come tossiscono all’inizio del concerto, non alla fine.
EUFEMIO E pensare quante vite vengono falciate da un precoce destino! I giovani in motorino... o all’uscita dalle discoteche, a fine settimana. E quelli...
ALDA Quelli non vanno in motorino. E neppure in discoteca.
EUFEMIO (bevendo) Io mi analizzo, a volte, sai, Alda? E mi chiedo: sono un mostro, a desiderare la morte degli altri? Ma poi mi rispondo: uno, non desidero la morte degli altri in generale, ma di alcuni in particolare; due, di costoro non desidero neanche la morte. Mi accontenterei di un ictus, di una paresi, della rottura di un femore... Insomma, di qualcosa che li costringesse a restarsene nelle loro dannate case, Dio Maia...koskji!
ALDA Calmati, Eufemio, Ti rovini solo il fegato, a questo modo. Poi viene il tuo turno e, ironia della sorte, cirrosi epatica, ergo niente musica, letto e chissà quale strazio di fine.
EUFEMIO E già, chi ci garantisce che noi sopravvivremo a quei duecento coglioni. No, così, avanti, non si può andare.
ALDA E c’è ancora un’altra cosa.
EUFEMIO Quale, parla!
ALDA Se si libera un posto solo?
EUFEMIO Be’, è una probabilità. Ma si tratta di coppie, per lo più. E allora viene di conseguenza che l’altro, quello che resta, non si muove da solo, non gli andrà di fare il calzino spaiato, e darà le dimissioni. Questo te lo dice Eufemio.
ALDA (leggermente polemica) E’ molto opinabile. E’ provato che le donne, dopo la morte dei mariti, fanno una vita sociale ancora più vivace di prima
EUFEMIO (irritato) La morte dei mariti! Una regola pitagorica.
ALDA Dai, che lo sai anche tu. 
EUFEMIO Sei incredibile, Alda. Fai con la massima tranquillità delle affermazioni da far cadere la lingua. 
ALDA Non sono io a farle, ma le statistiche.
EUFEMIO (con disprezzo) Ah, è vero, quelle dei polli... per le quali se ci sono tre persone e tre polli a ciascuno dei tre andrà un pollo. 
ALDA Non è così, forse?
EUFEMIO Chiedilo agli abitanti dell’Uganda o del Biafra.
ALDA Non te lo levi il vizio di dilatare i problemi in maniera smisurata...
EUFEMIO E tu di ridurli alle minime proporzioni.
ALDA Dobbiamo litigare? Hai deciso che dobbiamo litigare. (si alza) E litighiamo, avanti. Da dove vuoi cominciare?
EUFEMIO Ah, quanto a me non c’è che l’imbarazzo della scelta.
ALDA Ma io questa soddisfazione non te la do. E, ritornando al nostro discorso, quale era il problema che ci ha portati fuori strada, il caso in cui si liberi un solo posto? E’ presto fatto: una volta tocca a te, una volta a me.
EUFEMIO Sì, così con la fortuna che mi ritrovo a me toccherà sempre “La produzione profana dei musicisti francofiamminghi nell’Italia del Rinascimento”.
ALDA Una scelta raffinata. Hai comperato anche un CD, in proposito...
EUFEMIO Una cosa è comprare un CD, un’altra è sorbirsi un intero concerto.
ALDA (conciliante) Ma noi sapremo trovare di volta in volta un modus vivendi. Dove è finito l’amore, altrimenti?
EUFEMIO (dopo una pausa) E dire che non avremmo nessuna ragione di lamentarci. Che ci manca? Una casa ce l’abbiamo, e anche confortevole... La salute, facendo le corna, non potrebbe essere migliore... Sia il mio lavoro che il tuo non sono da disprezzare...
ALDA Quell’abbonamento ci manca. E più ci pensiamo più diventa un’ossessione.
EUFEMIO E’ vero. Io, poi, mi processo di continuo. 
ALDA Su cosa?
EUFEMIO Su questo argomento. E mi chiedo: ma è la musica che mi manca, o quel rituale di andare ogni giovedì sera all’auditorio, incontrare gente, scambiare quattro chiacchiere con amici e conoscenti...
ALDA E che ti rispondi?
EUFEMIO La musica. E’ la musica che mi manca. E a te?
ALDA Be’, non posso negarti che quei vestiti appesi nell’armadio... che aspettano occasioni sempre più rare per venire utilizzati... In fondo, a che serve un guardaroba, se quella roba nessuno te la guarda.
EUFEMIO Lo sospettavo. Tu soffri perché ti manca il lato mondano... Il chiacchiericcio con le signore amiche, prima del concerto... che si prolunga anche ad orchestra seduta. Deve entrare il maestro, perché vi decidiate a smetterla... E allora il fuggi fuggi di ciascuna al proprio posto... la testa abbassata, come se si fosse in trincea... e i “permesso, permesso, scusi, permesso”, per arrivare a sedersi prima dell’attacco.
ALDA Questo non lo puoi dire. Sai che amo la musica quanto se non più di te...
EUFEMIO E dopo la prima parte, finalmente l’intervallo... il momento magico per sparare tutte le coglionate su quanto si è ascoltato. “Per me questo maestro non ha il gesto!” (rabbioso) Che significa “non ha il gesto”. Che è paralitico, forse?
ALDA Sei più velenoso di una vipera, a volte. E allora sai che ti dico: quel posto non lo voglio, prendilo tu, io me ne resto a casa mia, dove sto di un bene che non puoi sapere. Vacci tu a pavoneggiarti fra la crema della città, io sono superiore a queste forme esteriori.
EUFEMIO Perché, ci sono forme interiori?
ALDA Va’ al diavolo!... Mi hai rotto le scatole!
EUFEMIO Non urlare! Ti fai sentire da tutti, anche da loro (indica il soffitto) Ironia della sorte. Dove andiamo ad abitare? Giusto sotto una coppia di abbonati.
ALDA ...Che a quest’ora si staranno preparando.
EUFEMIO Eh sì, ci siamo quasi.
ALDA La signora Eufemia apre il guardaroba...
EUFEMIO E lo stesso fa lui, il ragioniere Aldo...
ALDA (mimando l’azione) Passa in rivista gli abiti...
EUFEMIO (come sopra) Passa in rivista gli abiti...
ALDA E’ in dubbio tra un vestito intero o un composé.
EUFEMIO Tentenna tra un vestito intero e uno spezzato...
ALDA Poi opta decisa per quello che ha messo di meno...
EUFEMIO Poi opta deciso per quello che meno gli conoscono...
ALDA E ora c’è la scelta di scarpe e borsa.
EUFEMIO (uscendo dalla finzione) Che mi hai ricordato! I tacchi. Ci dovremo sorbire mezz’ora di flamenco!
ALDA Ma sai perché?
EUFEMIO No io metto i tappi alle orecchie.
ALDA No, dico sai perché?
EUFEMIO Perché, cosa?
ALDA Fa quel ticchettio da orologio pazzo?
EUFEMIO Perché?
ALDA Non è abituata. Non è una vera signora. Non è nata con i tacchi.
EUFEMIO Ma io sento quattro fonti di rumori diversi.
ALDA Forse mette i tacchi anche lui
EUFEMIO Va al concerto “en travesti”?
ALDA Quei tacchi che alcuni di voi uomini portano per sembrare più alti.
EUFEMIO Che gente! 
ALDA Iddio dà i biscotti a chi non ha i denti!
EUFEMIO E pensare che hanno accesso al tempio.
ALDA Al tempio?
EUFEMIO Della musica.
ALDA Hanno ereditato la tessera dai due vecchi genitori.
EUFEMIO Mentre i tuoi, magari, la sera, si facevano la partitella a carte.
ALDA E i tuoi? Come mai non ti hanno lasciato tessere? Avanti.
EUFEMIO Hai ragione, scusa. E’ che uno tutto può pensare, tranne che ascoltare la musica in un’apposita istituzione sia un diritto ereditario.
ALDA Oh, Dio!
EUFEMIO Che hai, ti senti male?
ALDA Ma allora... in questo caso... la nostra è tutta fatica sprecata...
EUFEMIO In che senso?
ALDA Muore un tizio, gli succede un figlio, un parente prossimo. Dobbiamo sperare soltanto in una sciagura che si porti via un’intera casta, senza lasciare eredi...
EUFEMIO Calma, Alduccia mia, calma. Credi che tuo marito sia un baggiano? Mi sono informato. Quella è una clausola del regolamento non più in vigore da tempo. La nostra successione non corre alcun pericolo (poi tra se’) Si sono democratizzati, si sono, i coglioni.
ALDA (guarda l’ora) Oh, Dio!
EUFEMIO (controllandosi) Che c’è ancora?
ALDA Il dottor Donati!
EUFEMIO Che fa?
ALDA E’ a momenti. Hai dimenticato? Giovedì alle sette!
EUFEMIO Bene, sono le sette meno dieci, che problema c’è?
ALDA Che sei ancora vestito di tutto punto!
EUFEMIO Hai ragione. Devo mettermi in libertà, e subito!
ALDA Corri a infilarti almeno la giacca da camera... Intanto io faccio un po’ d’ordine.
EUFEMIO (andando) Me lo dimentico, hai ragione. Ma quando si sta bene in salute ai medici non si pensa. (esce)
ALDA (rimettendo a posto qualche oggetto del soggiorno e appendendo il cappotto del marito) Tutti i torti non ha... Lui... uno stimato funzionario di banca... arrivato al grado di vicedirettore... che darebbe i punti al musicologo più preparato... perché sa tutto... ma proprio tutto... e di ogni secolo... Prendi a caso il Seicento, e lui ti fa una conferenza... Passi alla scuola di Vienna, e non si ferma più... E il destino lo costringe a sapere che un semplice cassiere... Per quanto, quelli della scuola di Vienna, che lui pone in cima all’altare della musica, a me sembrano tutti una pizza... E quel Mahler, poi!... malato di monumentalismo... che del nostro Puccini osava dire: ”Oggigiorno qualunque scalzacane è capace di orchestrare da Dio”... E chissà cosa avrebbe dato per aver scritto, non dico la Boheme, ma almeno Suor Angelica!... Io...
Entra Eufemio. è in giacca da camera e pantofole...
ALDA (lo osserva) Così va meglio. Hai, però, la barba fatta... Un malato... 
EUFEMIO Su quella, per quanti sforzi faccia, non ho nessun potere... Ti ho sentita, di là... Ce l’avevi con Mahler. La solita ruggine?
ALDA Ce l’ho anche con te, se proprio lo vuoi sapere. E con tutti quelli che la pensano come te. Voi filomusici...
EUFEMIO Musicofili.
ALDA ...melomani, maniaci del suono... intellettuali radical chic avete rovinato l’ascolto a noi altri comuni mortali...
EUFEMIO Esempio?
ALDA Avete distrutto Puccini. Quando nel secondo atto di “Tosca” la protagonista, finito di cantare “Vissi d’arte”, si getta a terra, io piangevo sempre. Poi siete arrivati voi con la “Lulu”, il “Wozzeck” o quant’altro. E ora io a “Vissi d’arte” non piango più! Assassini!
EUFEMIO Ma cosa dici, sei impazzita?...
ALDA Osi negarlo?
EUFEMIO Io ti ho solo insegnato a sentire la musica non soltanto con il cuore, ma anche con la testa...
ALDA Se l’effetto doveva essere questo, potevi risparmiarmelo. Che poi, durante quella musica per cui arricci il naso, ti ho sorpreso tante volte con gli occhi rossi...
EUFEMIO Gli occhi rossi io? Ma se non mi vengono nemmeno alla “Pavane pour une enfante défunte” di Ravel. Figurati se io...
Suonano alla porta...
ALDA IL dottor Donati.
EUFEMIO Ecco, mi sono accaldato, e adesso mi troverà la pressione alta.
ALDA (andando ad aprire) Meglio. Così ti riscontrerà qualcosa. Qualcosa che giustifichi la sua venuta. (esce)
EUFEMIO In poltrona o steso sul divano?... In poltrona... (esegue) Le gambe molli o accavallate? Molli... Fa più sofferenza... Una mano sulla fronte, ecco, così... è il ritratto della malattia. Sfido chiunque a dire che sto bene...
Alda rientra introducendo il dottore...
DOTTORE (dirigendosi verso Eufemio) Dove sta, dove sta il nostro malatino?
EUFEMIO (con fastidio) Davanti ai suoi occhi.
DOTTORE E sentiamo, sentiamo, come sta?
EUFEMIO Male, altrimenti perché importunarla, dottore?
DOTTORE Cosa avverte, intendevo... quali sintomi...
ALDA Quando si alza di scatto gli gira la testa e... 
DOTTORE No, signora, mi lasci dire: (tronfio) se l’ammalato è in grado esprimersi, costituisce il miglior testimone del suo stato. (a Eufemio) Lei, signor Eusebio...
EUFEMIO (corregge) Eufemio.
DOTTORE Eufemio, giusto. Lei, signor Eufemio, è in grado di esprimersi?...
EUFEMIO Posso provarci.
DOTTORE Bravissimo! (sempre tronfio) La buona volontà è un primo passo verso il traguardo della guarigione...
Segue un silenzio in cui gli sguardi dei tre si intrecciano interrogandosi...
DOTTORE Allora?
EUFEMIO Allora cosa?
DOTTORE Provi ad esprimersi. Cosa avverte che, a suo parere, non va come dovrebbe andare?
EUFEMIO (chiede un muto sostegno alla moglie, poi) Effettivamente, se mi alzo di scatto!... (esegue e barcolla) 
DOTTORE E lei non si alzi di scatto. Che necessità ha di farlo. E poi...
EUFEMIO E poi... e poi... un vago senso di stanchezza... di spossatezza...
DOTTORE La mattina o la sera?
EUFEMIO La sera di più.
DOTTORE Sfido io, ha lavorato tutto il giorno. E’ plausibile, nonché comprensibile.
EUFEMIO (precipitandosi) Ma anche la mattina. Anzi, adesso che ci penso, la mattina di più. 
DOTTORE La classica sindrome del guardiano notturno. Lei si alza come se si fosse fatta l’ora di coricarsi, è così?
EUFEMIO Più o meno.
DOTTORE Più o meno?
EUFEMIO Come ha detto lei.
DOTTORE Altro?
EUFEMIO Di rilevante, no.
DOTTORE Digerisce bene?
ALDA Io cucino leggero. E tutto a olio crudo.
DOTTORE Brava! (poi a lui) Avverte dolori, continui o anche solo saltuari?
EUFEMIO A pensarci bene l’altra settimana il ginocchio...
ALDA Ma tu avevi battuto.
EUFEMIO E’ vero, avevo battuto. Niente dolori, né continui né saltuari. Ma c’è qualche volta che... (guarda alda che gli indica il cuore) ...il cuore...
DOTTORE Che fa il suo cuore?
EUFEMIO Batte, batte... Non smette di battere.
DOTTORE Bene. Di solito ci si preoccupa quando smette...
ALDA Ma lui intendeva dire più veloce...
DOTTORE Ansia, il male del secolo. Ha mai fatto un elettrocardiogramma?
ALDA Non fa passare il mese.
DOTTORE Posso prendere visione dell’ultimo?
ALDA (lo tira fuori da un cassetto) Ecco. Dovrebbe essere questo.
DOTTORE (dopo una rapida scorsa) Tutto regolare. Poi magari lo auscultiamo, ma così, tanto per scrupolo... Prima di ogni cosa, mi lasci dire, misuriamo la pressione. La pressione è il termometro dell’organismo... (il dottore cerca la borsa degli strumenti professionali)
Alda si precipita a passargliela...
Eufemio si scopre il braccio... 
Il dottore procede alla misurazione...
Nel silenzio dell’operazione un ticchettio ben udibile...
EUFEMIO (sobbalzando) I tacchi! 
DOTTORE (vistosamente allarmato) Cosa c’è?
ALDA Eufemio, stai calmo. L’hai misurata tante volte...
DOTTORE I tacchi, ho sentito bene?
EUFEMIO No, ho detto le tacche... Mi pareva che il suo apparecchio impazzisse... Mi sono sentito perduto...
DOTTORE Lei, signor... Eufemio, mi lasci dire, è un tipo ipersensibile. Ottanta - centotrenta. Meglio non potrebbe andare.
EUFEMIO Dice?
DOTTORE Ha la pressione di un calciatore. Vediamo un po’ la gola... Apra la bocca... Faccia aahhh.
EUFEMIO Aaahhh... (poi naturalmente intona l’aria “non piu’ andrai farfallone amoroso”) Aaah aaah aaah ah...
DOTTORE Ama la musica, a quanto pare.
EUFEMIO Non mi dispiace.
DOTTORE Anche la gola e tutto il resto non presentano segni di anomalia. Si scopra, che sentiamo i bronchi...
Eufemio esegue cominciando a calarsi i pantaloni...
DOTTORE Lei, i bronchi, li porta bassi?
ALDA Lo scusi, dottore. L’emozione...
Eufemio si corregge...
DOTTORE Eppure non è da ieri che frequento questa casa...
EUFEMIO La sindrome di Eufemio.
DOTTORE Vale a dire?
EUFEMIO L’imbarazzo del malato davanti al dottore.
DOTTORE Mi sa che lei è il classico malato immaginario... di scespiriana memoria.
EUFEMIO Anche Molière ne ha scritto uno.
ALDA (cercando di zittirlo) Schh!
DOTTORE (candido) Ah sì? Non lo ricordavo...
EUFEMIO Capita.
DOTTORE (accostando l’orecchio alle spalle di Eufemio) Tossisca...
Eufemio esegue...
DOTTORE E ora dica trentatré.
EUFEMIO L’opera Trentatré
DOTTORE Trentatré, solo trentatré, mi lasci dire.
EUFEMIO Trentatré, trentatré, trentatré...
DOTTORE (prende l’apparecchio per auscultare il cuore e procede) Niente. Niente di niente!
EUFEMIO Non batte!?
DOTTORE Calma, niente nel senso che non sono presenti irregolarità. Si rivesta. Lei è sano come un pesce.
EUFEMIO Anche i pesci muoiono.
DOTTORE Come un pesce sano, se preferisce. E allontani dalla sua mente questi cupi pensieri. Lei, signor Eufemio, mi lasci dire, è un grande somatizzatore. Io professionalmente ho il dovere di rispondere ad ogni appello, ma in tutta sincerità non capisco perché due volte al mese si deve caricare senza ragione dell’onorario, che, mi lasci dire, per deontologia... il danaro è moralizzatore... ed anche perché sottraggo tempo ad altri ammalati... le devo pur chiedere. Si distragga, ascolti il mio consiglio. E lei, signora, lo aiuti. Ecco, per esempio... Vedo da quel sontuoso apparecchio, che amate non poco la musica. Fatevi, allora, un bell’abbonamento, appunto, agli “Amici della Musica”...
Alda e Eufemio si turbano all’improvviso...
DOTTORE Ho detto qualcosa che non va?
ALDA Giammai. E’ che l’Associazione... lei lo sa...
EUFEMIO Perché dovrebbe saperlo?
ALDA E’ vero.
DOTTORE Allora?
EUFEMIO Mia moglie voleva dire che Gli “Amici della Musica” per statuto praticano il numero chiuso... E noi... pensi un po’ la sorte... siamo i primi in lista di attesa. Altrimenti...
DOTTORE Vi cederei la mia tessera. La mia e quella di mia moglie, ovvio. Per noi è una legnata alla nuca, ogni giovedì sera...
EUFEMIO (finto ignaro) Perché, lei, dottor Donati, ha accesso?
DOTTORE Sono il medico dell’Istituzione. Ma... non ve l’ho mai detto?
ALDA (come Eufemio) Io non ricordo... forse...
EUFEMIO Ce ne saremo dimenticati.
DOTTORE Capita. Ma sono certo di avervelo detto. Ricordo anche che mi avete fatto delle curiose domande...
EUFEMIO Curiose domande?
DOTTORE Sullo stato di salute degli orchestrali, sulla loro età media, e via dicendo... Ma quello che più mi stupì fu che poi... ora non ricordo chi dei due... di punto in bianco passaste a chiedermi degli abbonati, di cosa soffrivano nella fattispecie, se avevano una buona cera, chi camminava col bastone e chi senza...
EUFEMIO E ci sono novità?
DOTTORE Su quale fronte, prego?
EUFEMIO Su quello degli abbonati...
DOTTORE Non lo so... non credo... Poi, io sono il medico dell’orchestra. Con gli abbonati ho quel contatto sporadico durante il concerto. E, tranne quelle tossette all’inizio... che fanno parte dei mali di stagione...
EUFEMIO Ma durano per tutto il concerto?
DOTTORE Di solito vanno diminuendo quasi subito...
EUFEMIO E nessuno è mai svenuto?
DOTTORE Finora, no. Ma... non vorrei essere indiscreto... questo suo spiccato, maniacale quasi, interesse per la salute pubblica...
ALDA (arrampicandisi sugli specchi) E’ che lui... lui è un malato talmente immaginario... da immaginare anche le malattie degli altri. (al marito) Caro, ti conviene tacere...
EUFEMIO Solo chi tace non può sbagliare, hai ragione... E così lei e la sua signora siete costretti, ogni giovedì... Possiamo compatirvi.
DONATI Be’, io ho calcato un poco la mano. Non è certo una tortura. Anche se a me mi si chiudono gli occhi quando il Maestro dà l’attacco all’orchestra, per riaprirsi soltanto agli applausi. Ma c’è l’intervallo, si scambia qualche chiacchiera, si parla del più e del meno.
EUFEMIO (rabbioso) Del più o del meno?
ALDA (ripara) Vada avanti...
DOTTORE ...E passa la serata.
EUFEMIO (frettoloso) Dunque non ho niente, se ho ben capito. Per cui nessuna medicina.
DOTTORE Se vuole proprio, le prescrivo un vago sedativo.
EUFEMIO Non voglio. Alda, pensa tu al resto.
ALDA Quanto le dobbiamo per il disturbo?
DOTTORE (preparandosi a uscire) Come sempre, cara signora. E mi lascino dire, distrazioni, distra-zioni!
Alda gli passa un biglietto da centomila, il dottore lo intasca e va via...
Rimasto solo, Eufemio si riassetta e riprende il suo normale aspetto...
ALDA (tornando) Altre centomila che prendono il volo...
Eufemio tace...
ALDA Tu, poi...
EUFEMIO Non ho fatto bene l’ammalato? Hai il coraggio di sostenere che...
ALDA Non dico questo... Ma che bisogno avevi di insistere sugli abbonati...
EUFEMIO Be’, qualcuno durante il concerto poteva aver avuto un collasso... Gli si chiedeva il nome... Era un cavallo vincente, in un certo senso...
ALDA Ma lui è il medico dell’orchestra, e lo ha detto.
EUFEMIO Tutti i giorni. Ma la sera della manifestazione ha l’obbligo di occuparsi di tutti, senza distinzione di ruoli. Altrimenti, perché lo vorrebbero in sala?
ALDA Per gli orchestrali, appunto. E, mettiamo, si sente male un corno inglese, e non può più suonare, che fai, prendi tu il posto suo?
EUFEMIO (depresso) Abbiamo sbagliato tutto!
ALDA Ora non esagerare...
EUFEMIO Sì, ti dico! Ci siamo informati, abbiamo scelto come medico di famiglia un asino patentato... Che oltretutto abita anche dall’altra parte della città... E comunque sarebbe l’ultimo cui affidarsi... Dobbiamo recitare ogni volta la parte dei malati... E tutto questo per disporre di un informatore che non ci informa di nulla.
ALDA L’altra volta, però, quando io ho simulato l’emiparesi, poi, tra una chiacchiera e l’altra, dopo un bicchiere di whisky, si è per così dire sbottonato...
EUFEMIO A sbottonarti, veramente, sei stata tu. E anche troppo! Che bisogno c’era di apparire in reggiseno, in un caso di paresi alla faccia, simulata per giunta.
ALDA E tu? E tu che per un giramento di testa ti cali i pantaloni?
EUFEMIO (conclusivo) Come ammalati siamo due frane!... Piuttosto, perché hai detto che l’altra volta...
ALDA Be’, ci ha confidato che era un coro a cappella di tossi e di catarri...
EUFEMIO Questo non basta. I nomi, dobbiamo strappargli! I nomi. E tenerne d’occhio i titolari. Perché non l’hai fatto bere? Avrebbe parlato. Sento che oggi avremmo raccolto dati preziosi...
ALDA Tu non vedevi l’ora che se ne andasse.
EUFEMIO Quando ha detto che si addormenta, non ci ho visto più. 
ALDA La prossima volta.
EUFEMIO La prossima volta cosa?
ALDA Ci penso io. Lui è un tipo avido, come ce ne sono pochi. Gli faccio baluginare davanti agli occhi la centomila... che per lui è come una cernia da venti chili per un subacqueo... e non gliela mollo se prima non mi rilascia nome e cognome di quelli che stanno più di là che di qua.
EUFEMIO (entusiasta) Brava!... (meno) L’operazione dei necrologi continua comunque. O vorresti pagarlo per farli fuori, i più malmessi dico.
ALDA Ma... sei impazzito? Pensi che la nostra... smania, sì, smania... di essere ammessi a quella associazione possa spingersi fino a...
EUFEMIO Non l’ho detto.
ALDA Ma l’hai pensato... E la cosa...
EUFEMIO E la cosa?
ALDA Mi impensierisce.
EUFEMIO (cupo) Impensierisce anche me.
Suonano alla porta...
ALDA Chi può essere?
EUFEMIO Il medico?
ALDA Ha lasciato qualcosa?
EUFEMIO Ha compreso i nostro progetti.
Suonano ancora...
ALDA Ma dai... (andando ad aprire) Sarà il ragioniere Aldo, che passa a darci un saluto, prima del concerto... (esce)
EUFEMIO Il tutto a beneficio dei nostri fegati!
ALDA (introducendo il Ragioniere) Che ti dicevo?
ALDO Esimio dottor Eufemio!
EUFEMIO Caro ragionier Aldo...
ALDO Scendevo a riscaldare la macchina... sa’...a voler tenere bene un diesel bisogna innanzitutto avviarne il motore cinque minuti prima di partire...
EUFEMIO Sacrosanto...
ALDO Ma io sono furbo, io. Ben sapendo che quando la mia signora dice: “ ancora cinque minuti”, ne passano venti... Venti meno cinque... quindici. Posso trattenermi un quarto d’ora con voi, sempre che a voi faccia piacere quanto a me.
EUFEMIO Ma non lo dica neppure. Si accomodi!... Le offro qualcosa? Alda, perché non chiedi al ragioniere quello che preferisce...
ALDO Noi ceniamo prima del concerto. Per non caricarci lo stomaco al ritorno. Un digestivo. Un dito di digestivo e sono felice.
EUFEMIO (a mezza voce) L’amaro dei certosini...
ALDA Ma è un fondo di bottiglia...
EUFEMIO Meglio!
ALDA E sta lì da più di dieci anni. Non lo butto perché mi piace la bottiglia.
EUFEMIO Meglio ancora! Un mal di stomaco non glielo leva nessuno.
ALDA Sulla tua coscienza?
EUFEMIO Anche sulla tua.
Alda procede a servire l’amaro...
ALDO Bella casa, confortevole, specchio di coloro che la abitano.
EUFEMIO Grazie.
ALDO Dico sul serio. Perché dovrei mentire?
EUFEMIO Giusto.
ALDO E poi... quello stereo... Che dico, quell’ara votiva alla stereofonia più avanzata... Lei, praticamente, ha un auditorio in casa.
Eufemio sta per scattare:..
ALDA (prevenendolo) Praticamente.
ALDO Può sentire la musica come se fosse dal vivo...
Altro scatto di Eufemio...
ALDA (come sopra) Praticamente.
ALDO Non come noi che dobbiamo vestirci e uscire di casa...
Stessa reazione di Eufemio...
ALDA Praticamente.
ALDO Con qualunque tempo, inoltre. Io, credetemi, vi porto ad esempio.
EUFEMIO Ad esempio?
ALDO Con mia moglie. “Guarda il dottor Tiberi e signora. Si sono fatti in casa quello che noi dobbiamo andare a cercare fuori”.
EUFEMIO Senza complimenti, ragioniere Aldo. Se vuole, io domani stesso chiamo un tecnico e le mando tutto l’impianto di sopra.
ALDO Lo farebbe? Davvero?
EUFEMIO In cambio delle tessere, va da sé.
ALDO Ah!... Sa’, fosse per me, qua la mano, affare fatto. Ma mia moglie...
ALDA Sua moglie?
ALDO Chi la sentirebbe. “Toglimi anche lo svago del giovedì sera, e poi mi faccio monaca!” Lei, non vi nascondo, ha bisogno del contatto con la gente, di vedere gli amici, di scambiare qualche parola...
EUFEMIO (acido) Con la musica come sottofondo.
ALDO Prima, nell’intervallo e all’uscita.
EUFEMIO Il coté mondano...
ALDO Non sia severo, dottor Eufemio. La musica viene prima di tutto, ma non bisogna trascurare l’aspetto sociale.
ALDA E’ quello che dico anche io.
ALDO Le donne, poi... togli loro l’occasione di acconciarsi, di concedersi il piacere di indossare un completo nuovo, di mostrarlo alle amiche anche con una punta di ..
EUFEMIO ... dispetto.
ALDA ... di narcisismo.
ALDO Ecco, la signora Alda ha trovato la parola giusta. Togli loro tutto questo... Te le ritrovi ingrassate, sformate direi, la pelle come la faccia della luna, i baffi, e magari un porro su una guancia. E per finire le pantofole ai piedi.
EUFEMIO Meglio le pantofole che i tacchi.
ALDO Cioè?
ALDA No, mio marito... e credo di interpretarne esattamente il pensiero... non è d’accordo in pieno con la sua teoria.
ALDO La teoria che vuole le donne creature frivole? Ma noi uomini per questo vi amiamo.
ALDA Guardi la mia faccia: Vede baffi o porri? Eppure io, di occasioni mondane, non ne ho. Dunque la sua teoria non è sempre esatta:
ALDO E’ una teoria. Può avere un punto debole.
ALDA Ecco, diciamo che io sono il suo punto debole.
EUFEMIO Sì, ma mettiamo da parte questi discorsi... sofisticati, direi... e veniamo al concreto. (secco) Lei come sta?!
ALDO (quasi imbarazzato) Bene. Perché?.
EUFEMIO Infatti ha la faccia della salute.
ALDO Grazie.
EUFEMIO E sua moglie?
ALDO Nulla di preoccupante, se si escludono quei fastidi che le donne accusano nell’età critica.
EUFEMIO Dunque, possiamo concludere che state bene tutti e due. (si accascia sulla poltrona)
ALDO Sembra contrariato, dottore...
EUFEMIO Io?!
ALDO Come se le dispiacesse...
EUFEMIO Lei non immagina neppure quanto mi stia a cuore...
ALDA Ci stia a cuore...
EUFEMIO ...la vostra salute. Del resto, pare che la musica dia vigore all’organismo...
ALDO Dunque, anche voi grazie a quell’impianto...
EUFEMIO Quella dal vivo di più, molto di più.
ALDO Be’, il quarto d’ora è volato. E volo anch’io (ridacchia)
EUFEMIO Non parta prima che il motore sia ben caldo, mi raccomando. 
ALDO (torna indietro) Ad essere sinceri, da qualche settimana avverto una fitta qui, alla bocca dello stomaco.
EUFEMIO Bene!
ALDO Bene?
EUFEMIO No, dicevo, bene, per l’appunto è disponibile il dottor Donati... Sa’, quello dell’auditorio... Si faccia prescrivere una “eco”, o quello che le suggerirà lui. E’ un Leonardo dell’arte medica. Vada, vada tranquillo. E ci porti anche sua moglie. Prevenire, è il motto: prevenire!
Aldo saluta entrambi ed esce...
ALDA Tu scherzi col fuoco. Ma non ti accorgi di scoprire il fianco? Poco è mancato che glielo dicessi papale papale: quando avete stabilito di schiattare?
EUFEMIO Dici? Mi pareva di aver parlato sotto metafora...
ALDA Sotto metafora? Ancora una parola e gli chiedevi: ”Preferite fiori o opere di bene?”
EUFEMIO Ti ho dato questa impressione? Eppure...
Suonano di nuovo alla porta...
ALDA E ora chi può essere?
EUFEMIO (allarmato) Il ragioniere che ha fatto due più due quattro!
Alda va ad aprire e torna col ragioniere...
EUFEMIO Va da sé che io prima celiavo...
ALDO Sono uno sbadato. Ero passato da voi anche per darvi una copia del programma di stasera... Forse vi può interessare... (glielo consegna)
Eufemio è più che mai sui nervi...
ALDA (meno impulsiva) Lei è impeccabile.
EUFEMIO (tra i denti) Impiccabile!
ALDA Se non ci foste voi, nel palazzo...
EUFEMIO Sforzatevi di essere meno generosi. Non dimenticate il detto popolare: se ne vanno sempre i migliori.
ALDO Se permette faccio le corna.
EUFEMIO Permetto, permetto!..
Aldo esce...
ALDA (tornando) Ma insomma...!
EUFEMIO E quello ha la spudoratezza di consegnarmi anche questo foglio di merda!
ALDA Calma. Pensa che lo ha fatto senza malizia.
EUFEMIO Questo lo dici tu! Io ci ho colto il classico: noi possiamo e voi no. (fa per strapparlo)
ALDA (trattenendolo) No, dallo a me. Potrebbe chiederlo al ritorno. Che figura ci facciamo? (e lo mette da parte)
EUFEMIO Una vita spesa per la musica, e non una sola musica spesa per la vita.
ALDA Che vuol dire?
EUFEMIO Ah, non lo chiedere a me.
ALDA A chi dovrei chiederlo?
EUFEMIO Per favore!... M’è uscita, così... non so come...
ALDA (riflettendo) Che poi... questa musica... Vai a capire cosa è, in che consiste, perché ci coinvolge tanto...
EUFEMIO Devo spiegartelo per l’ennesima volta? Sono duemila anni e più che l’umanità ci sbatte le corna contro e non riesce a cavare un ragno dal buco. Cominciò Aristotele...
ALDA Aspetta, prendo un quaderno e me l’appunto.
EUFEMIO Perché?
ALDA Così me lo ricordo e non te lo chiedo più
EUFEMIO E poi, magari, ci tiri fuori una lezione per i tuoi allievi...
ALDA Perché no?
EUFEMIO Questi professori. Mai che salissero oltre il penultimo gradino della scala intellettuale.
ALDA Penultimo? Perché, all’ultimo chi c’è?
EUFEMIO I critici musicali, è palese.
ALDA (col quaderno) Vai, sono pronta.
EUFEMIO Cominciò Aristotele sostenendo nella Politica che ci sono tre tipi di musica...
ALDA (scrivendo) Arist... Tre tipi di musica.
EUFEMIO Ma la distinzione ci porterebbe lontano. Basta dire che il grande pensatore del quarto secolo avanti Cristo sosteneva che la musica costituiva il riposo intellettuale per le persone di qualità.
ALDA ...persone di qualità...
EUFEMIO Ma Diodone, primo avanti Cristo, rinnega tutto, per definire la musica ritmo e armonia dell’anima, come la ginnastica lo è per il corpo...
ALDA Non correre... Come la ginnastica lo è per il corpo...
EUFEMIO Finché non arrivò Filodemo, quinto dopo Cristo. 
ALDA (affannata) Dopo Cristo.
Eufemio tace...
ALDA E allora?
EUFEMIO E allora Filodemo fa tabula rasa di tutte le teorie precedenti e dice: ”E’ profondamente errato, nonché grossolano, attribuire alla musica una funzione. Essa... e perciò si colloca al vertice delle arti... costituisce lo svago delle menti spossate dalla vita civile, dal quotidiano, dalla routine, diremmo noi moderni.
ALDA (trascrive affannosamente le ultime parole) Dalla routine...?
EUFEMIO Diremmo noi moderni.
ALDA Sì, ma tu...
EUFEMIO Io, che? 
ALDA La tua opinione. Con chi di questi tre vai d’accordo?
EUFEMIO (eccitandosi) Con nessuno. A mio modesto parere, la musica è indefinibile. Scrivilo, scrivilo pure: indefinibile per definizione. O meglio, di lei si può dire quello che non è, ma non quello che è.
ALDA Esempio?
EUFEMIO Non è il Partenone.
ALDA E neanche il Colosseo.
EUFEMIO Non è la Gioconda.
ALDA E neanche la Melanconia di Durer.
EUFEMIO Non è il Davide di Michelangelo.
ALDA E neanche quello di Donatello.
EUFEMIO Non è la Grotta Azzurra.
ALDA E neanche la baia di Rio.
EUFEMIO Non è la cioccolata.
ALDA E neanche la panna montata
EUFEMIO Non è un bacio di Sharon Stone...
ALDA E neanche una notte con Richard Geere...
EUFEMIO (febbricitante) Non è nessuna di queste cose prese singolarmente, eppure le comprende tutte. Mi sono spiegato?
Suonano alla porta...
EUFEMIO Vai tu. Non ho voglia di altre sorprese...
Alda va ad aprire:..
EUFEMIO Sebbene io abbia un presentimento, di più: una quasi certezza...
Alda rientra introducendo la signora Eufemia, che indossa un abito lungo, ha sul braccio un visone pregiato, e ai piedi un paio di scarpe dal tacco vertiginoso...
Eufemio si volta quasi per riflesso condizionato...
EUFEMIA Sorpresa!
EUFEMIO (sempre di spalle) Mica tanto...
ALDA La signora Eufemia, passando davanti alla nostra porta, ha pensato...
EUFEMIA Cinque minuti, non uno di più.
Eufemio controlla sul suo orologio...
ALDA (per rimediare) Lei può trattenersi quanto crede e vuole...
EUFEMIA Magari!... Ma Aldo mi attende in garage. Sta riscaldando l’auto.
EUFEMIO Che a quest’ora avrà preso fuoco... Scherzo, è chiaro...
EUFEMIA Mica tanto. Lui per le auto travede. Dopo i figli, ovvio.
EUFEMIO Magari le preferisce alla musica.
EUFEMIA Eh, siamo lì.
EUFEMIO (ad Alda) Che ti dicevo?
EUFEMIA Che le diceva?
ALDA Che tiene il suo diesel come un gioiello.
EUFEMIA Esatto. Quanto a sé,. non fa un check up da dieci anni. Ma...
EUFEMIO ...Ma per il tagliando alla macchina non fa passare un giorno.
EUFEMIA L’ha detto! Come ha fatto ad indovinare? 
EUFEMIO Un pizzico di psicologia. 
EUFEMIA Trascura anche me. Sono tre mesi che mi costringe a rimandare l’appuntamento col ginecologo.
ALDA (vivamente interessata) Problemi?
EUFEMIA Niente di grave. Ma sa, quando si arriva ad una certa età.
EUFEMIO Vada al concerto, e stia tranquilla. E’ la migliore terapia. Un rumeno... sono sempre loro, quelli fissati con la longevità... perché proprio loro, mistero!... un rumeno è arrivato alla conclusione che chi ascolta la musica, specie se direttamente dagli esecutori, campa cent’anni.
EUFEMIA Come chi beve birra?
EUFEMIO E chi si porta una birra al concerto raggiunge agevolmente i due secoli.
EUFEMIA Ora scherza. Lo capisco, sa, signor Tiberi. Non sono mica stupida.
ALDA E’ fatto così, lo perdoni. Con i bambini, piuttosto, in questi casi come vi organizzate?
EUFEMIA Una baby sitter, semplice.
EUFEMIO Persona di fiducia...
EUFEMIA Di massima fiducia
ALDA No, perché di questi tempi se ne sentono da far aggricciare la pelle.
EUFEMIA Oh, mio Dio... Ora mi mettete addosso un’ansia...
EUFEMIO Non ha nulla da temere. Uno, ha parlato di persona di massima fiducia. Due, con quei birichini dei suoi figlioli, dovrebbe preoccuparsi la madre della baby sitter, non lei Tre, qua giù ci siamo noi: al primo rantolo... o segnale di strozzamento... o altro rumore allarmante... ci precipitiamo sopra e...
EUFEMIA Quasi quasi mando al concerto solo mio marito...
ALDA Ma no: queste sono ipotesi da telefilm. Vada, vada tranquilla.
EUFEMIO E si goda la musica anche per noi. 
EUFEMIA Non mancherò. (poi ad Alda) A proposito di musica, non mi ha detto come sto. 
ALDA (la osserva in viso, le abbassa le palpebre di sotto) Ha una buona cera, direi.
EUFEMIO La “mise”, intendevo.
ALDA Che avrebbe di strano, la “mise”?
EUFEMIA Non crede sia un tantino esagerata? 
ALDA Ma no. Gli abiti vanno usati, altrimenti perché si comprano?
EUFEMIA Sono stata molto indecisa tra il lungo e un tailleur, che anche mi dona. Poi mi sono risolta per il lungo. Anche perché nessuno degli “Amici della musica” me lo ha mai visto addosso. Piuttosto, dei tacchi non mi dice niente? Non li trova un tantino eccessivi?
ALDA Eccessivi in che senso?
EUFEMIA Sono ben due centimetri più alti di quelli che porto abitualmente.
EUFEMIO (tra i denti) Dicevo io!
EUFEMIA Ma mio marito dice che mi slanciano ancora di più...
EUFEMIO Suo marito la vuole “slanciare” in orbita...
ALDA Il solito spiritoso. No, a mio avviso, se ci cammina con disinvoltura, non possono che modellare in meglio la sua figura..
EUFEMIO Be’, questo mi pare che tagli la testa al topo.
EUFEMIA Al topo? Ma non si dice al toro?
EUFEMIO Sì, ma io sono contro le corride. E, trovandoci in argomento... sempre che lei mi permetta un’osservazione...
EUFEMIA La prego.
EUFEMIO Quell’animale che porta sul braccio?
ALDA Il visone.
EUFEMIO Sintetico, spero.
EUFEMIA Naturale!
EUFEMIO E con la Bardot come la mette?
EUFEMIA Ah, guardi, io delle chiacchiere degli animalisti me ne frego.
EUFEMIO Brava! Bisogna pur fregarsene di qualcosa. Se no che vita è, la nostra!
EUFEMIA Lei, per caso, è uno di loro?
EUFEMIO In tutta sincerità, ci ho provato. Non mi hanno preso.
EUFEMIA Come mai?
EUFEMIO Dal colloquio è risultato che l’unico animale che mi sta sinceramente a cuore sono io.
ALDA A dire il vero, la mia preferenza va verso le pellicce finte.
EUFEMIA Perché frequenta poco. Sapesse i radar che ti punta addosso la gente. In tre secondi ti saprebbero dire il totale di quanto indossi.
EUFEMIO Ma noi non corriamo questo pericolo.
EUFEMIA E in un certo senso vi invidio.
ALDA Ci invidia?
EUFEMIA In un certo senso.
EUFEMIO Ah!... Ma forse le conviene raggiungere suo marito. A che ora inizia il concerto?
EUFEMIA Alle otto in punto.
EUFEMIO Sono le otto meno venti.
EUFEMIA Madre mia, scappo!...
EUFEMIO Lo dico per lei, sia chiaro. Si perde parte del piacere... ovvero quel delizioso salutarsi e baciarsi e dirsi “come stai bene, sei proprio in forma”, anche se non ci si crede...
EUFEMIA (accusando il colpo) Arrivederci e... buona serata!
ALDA A noi basta che sia così così. Piuttosto, mi prometta che una sera sarete nostri ospiti a cena.
EUFEMIA Dice davvero?
Eufemio si agita per sconsigliare la moglie...
ALDA (lo rassicura, poi all’altra) Abitiamo l’uno sull’altro e non ci frequentiamo. Non trova che... per così dire... è uno spreco? Uno spreco di socialità.
EUFEMIA Lo dico subito ad Aldo. Poi fissiamo il giorno, va bene?
ALDA (accompagnandola) Così approfondiremo la nostra conoscenza...
Eufemia traballa vistosamente sui suoi trampoli...
EUFEMIO Attenta! Come si dice? Dio ci scansi dalle basse cadute.
EUFEMIA Niente paura. Mi ci sto abituando. (escono)
EUFEMIO (riguarda l’orologio) Mai credere a chi ti dice cinque minuti!... Come ti rimpiango, mio vecchio amico Guido... Che quando mi incontravi per la strada, anche se mostravo di aver fretta, mi dicevi senza pudore “ce le hai tre ore per me?”...
Alda rientra....
EUFEMIO Ma... dico... hai messo in saldo il buon senso?
ALDA Perché?
EUFEMIO La follia di invitarli a cena!... Da quale angolo marcio del tuo cervello è saltata fuori?
ALDA (pensierosa) Non lo so. Ma ho come una vaga sensazione che potrebbe tornarci utile...
Segue un minaccioso silenzio durante il quale Eufemio dà l’impressione di volere scacciare un pensiero molesto...
ALDA Qualcosa che non va?
EUFEMIO E’ quello che chiedo io a te.
ALDA Non vorrei che stessimo pensando la stessa cosa.
EUFEMIO E se pure fosse?
ALDA Dio mio, no!
EUFEMIO Ma infatti: sono fantasie. Mai farsi atterrire dalle proprie fantasie.
ALDA Be’, io vado a provvedere per la cena... (esce)
EUFEMIO (rimasto solo si aggira per la stanza come una belva in gabbia) Fantasie?...“Ci sono più cose in terra e in cielo, Orazio, che in tutta la tua filosofia!” dice giustamente Amleto. Adesso quei due... polli lessi...staranno arrivando all’auditorio... Poi, dopo i convenevoli di rito, prenderanno posto per ascoltare qualcosa di cui afferrano sì e no il motivo, quando c’è. Che ne sanno loro di armonia... (si va montando) Di contrappunto... Della “forma sonata”?... Scambiano ancora un concerto con una sinfonia, i due coglioni... ”Abbiamo sentito una magnifica Quinta di Beethoven!” fa lei. E lui: ”Il pianista aveva un tocco meraviglioso!” (all’altezza della libreria) E io... (comincia a rovesciare gruppi di libri a terra) Io che mi sono consumati gli occhi e ingobbita la schiena su Adorno, e Kirkpatrick, e Mila, e tutti gli altri... (continua ad infierire sui libri) per farmi una cultura da intenditore... Intenditore del cazzo, se loro vanno al concerto e io resto a casa. Sì, posso sentire tutta la musica che voglio. Ma c’è la differenza che c’è tra scopare e farsi le seghe, Cristo! E finirà male, non so come, ma sento che finirà male... Perché uno sopporta sopporta, ma il troppo è troppo, e anche la persona più assennata, più capace di controllarsi può... (e con perfetta sincronia rovescia un intero scaffale di libri)
ALDA (accorrendo al frastuono) No, Dio mio! Eufemio, non fare così! Su, amore, calmati ora. Ti sei sfogato abbastanza...
EUFEMIO Ma io questi libri li brucio! Sono serviti soltanto a rovinarmi la vita...
ALDA Li bruceremo, li bruceremo. Adesso, però, tu ti siedi qui (alla poltrona) e te ne stai buono buono... Che la cena è quasi pronta
EUFEMIO Mi si è chiuso lo stomaco.
ALDA Ti si riaprirà quando vedrai cosa ti ho preparato. (poi riflette) Anzi no: che ore sono? 
EUFEMIO (disfatto) Le otto meno cinque.
ALDA Allora facciamo un’altra cosa.
EUFEMIO Che cosa?
ALDA Quella che abbiamo fatto anche altre volte. Vai al contenitore dei CD.
Eufemio esegue....
ALDA (tirando fuori il programma) Me lo sentivo che ci sarebbe tornato utile... (leggendo) Direttore Tamugi Kinawa...
EUFEMIO Questi orientali si sono impadroniti del podio, e chi li depodia più 
ALDA Felix Mendelssohn Bartholdy, “La grotta di Fingal”
EUFEMIO (estraendo un compact) Ce l’ho.
ALDA Leòs Jànacech...
EUFEMIO Janàcech: non fare l’annunciatrice radiofonica.
ALDA “Danze morave”. Devono essere una palla...
EUFEMIO Ce l’ho. E non sono affatto una palla. E se non sei d’accordo, di Janàcech ti sbatto addosso la “Messa Glagolitica”, e poi mi dai una voce.
ALDA (precipitosamente) “Danze morave”.
EUFEMIO Ce l’ho.
ALDA Seconda parte. Johannes Brahms, “Variazioni su un tema di Haydn”
EUFEMIO Ce l’ho.
ALDA Bene. Metti anche gli effetti d’ambiente, sistema le sedie davanti allo stereo e tra cinque minuti, esattamente quando attaccano loro attacchiamo pure noi. (fa per uscire) 
EUFEMIO E tu dove vai?
ALDA Non vorrai mica che mi presenti al concerto così dimessa!... Mi metto qualcosa di più elegante.
EUFEMIO E io?
ALDA E tu metti la giacca scura. (esce)
Eufemio prepara tutto l’occorrente per la privata esecuzione del concerto, poi stacca dall’ attaccapanni una giacca scura e se la infila...
Alda torna con un tailleurino e scarpe e borsa intonate...
Entrambi seggono davanti all’impianto stereo...
Tramite un telecomando, Eufemio avvia il lettore...
Si ode prima un brusio diffuso, una specie di chiacchiericcio
indistinto...
EUFEMIO (leggendo il programma alla consorte) “La grotta di Fingal”, esempio illustre di quella musica cosiddetta descrittiva... ecc... ecc... precorre il poema sinfonico ecc... ecc...
Poi si ode, in successione, l’accordatura degli strumenti, il silenzio che precede l’ingresso del direttore, l’applauso che il suo ingresso suscita nel pubblico, il silenzio che prelude all’attacco della musica...
Sulle prime sontuose note di Mendelssohn...

FINE PRIMO TEMPO




SECONDO TEMPO

Stessa scena, ma questa volta al buio... l’unica sorgente di luce è rappresentata dall’illuminazione notturna dell’esterno, che filtra attraverso le finestre...
Si apre la porta della camera da letto... nel buio intravediamo la figura di Eufemio, che con cura richiude la porta e va ad accendere una luce...indossa una vestaglia che copre il pigiama... si accascia su una poltrona... sospira...
EUFEMIO (guarda l’orologio) Le quattro. La notte è bella che fregata!... Proviamo se leggendo qualcosa... (va alla libreria, prende un volume e torna alla poltrona)
Passa qualche istante...
EUFEMIO (dopo aver sfogliato il volume) E se mi facessi una camomilla?... (se ne va in cucina)
Uscito Eufemio, si riapre la porta della camera da letto e ne sortisce Alda... indossa anche lei una vestaglia sopra la camicia da notte... richiude la porta accuratamente...
ALDA (vedendo la luce accesa) Che testa!... Lascia sempre la luce accesa... E poi è il primo a lamentarsi della bolletta... (guarda l’ora) Le quattro e cinque... La notte è bella che fregata!... Proviamo a leggere qualcosa... (va alla libreria, ne estrae un volume, lo sfoglia, poi) E se mi facessi una camomilla?.. (imbocca la porta della cucina nell’esatto istante in cui Eufemio ne sta uscendo con la sua tazza fumante, che nell’urto gli si rovescia addosso)
ALDA Dio, che paura!
EUFEMIO Cristo, come scotta!...
ALDA Eufemio! Che ci fai qui? Ti credevo a letto...
EUFEMIO E invece sono in piedi. Anzi in un piede, perché l’altro me lo hai messo fuori servizio tu. (saltellando va a sedersi e si guarda il piede scottato)
ALDA (guardando anche lei) Non è grave. Ma io ci metterei un po’ d’olio.
EUFEMIO Non solo cotto, anche fritto! Mi uscirà una bolla?
ALDA Con l’olio penso di no... (provvede)
EUFEMIO Ma come ti è venuto in mente di alzarti...
ALDA E a te?
EUFEMIO Non riuscivo a dormire. E per non disturbarti...
ALDA La stessa cosa anche per me... Vado a rifarti la camomilla e me ne faccio una anche io
EUFEMIO Aspetta! (è angosciato, parla a fatica) Parliamo un poco...
ALDA E parliamo. Si siede accanto a lui.
EUFEMIO A volte... mi sembra tutto così inutile... Non ha valore più niente...
ALDA Anche io, dunque.
EUFEMIO Ti prego, non la mettiamo sul piano personale. 
ALDA E su che piano dovremmo metterla?
EUFEMIO E’ un discorso più ampio. Tu sei fuori questione... Cosa vuoi sentirti dire, che senza di te mi sarei già sparato da tempo?
ALDA No, ma, se permetti... sentirti parlare così non mi lusinga affatto...
EUFEMIO La caduta del senso, si dice in linguaggio psico... eccetera. Viene un momento che la vita ti passa davanti agli occhi come un film, e non c’è nessuna sequenza che non ti faccia quantomeno orrore...
ALDA E’ uno dei tuoi momenti neri... Passerà come sono passati gli altri.
EUFEMIO Ma quando ci sei dentro non ci credi. La prima cosa che pensi è: questa volta non ne esco. 
ALDA Forse... se avessimo avuto un figlio...
EUFEMIO Un figlio, un figlio...
ALDA Ti suona nuovo?
EUFEMIO Al contrario. E’ il tasto più consumato del tuo pianoforte.
ALDA Sarà ma io non credo che un uomo come te... amante del bello... nemico del cattivo gusto in ogni sua manifestazione... non abbia mai rimpianto la mancanza di un figlio. Di un figlio a cui trasmettere gli stessi valori...
EUFEMIO Be’, non me la sento di negarlo... Ma è vero anche il contrario: proprio per le ragioni che hai detto, meglio niente figli... Il mondo si va involgarendo sempre di più. Il dono della vita?... Calci in bocca e sputi in faccia!
ALDA Un figlio ti avrebbe cambiato, addolcito... Non esiste al mondo uomo che davanti ad un suo cucciolo non diventi un cagnolone...
EUFEMIO (riflettendo) Forse hai ragione. Io tendo ad esasperare tutto, lo riconosco... (improvvisamente affettuoso, quasi seduttivo) Vieni qui, sediamoci uno accanto all’altra... (vanno al divanetto)
ALDA Perché?
EUFEMIO Così... (le passa un braccio dietro il collo) IL tuo profumo!...
ALDA Non l’ho messo, giuro.
EUFEMIO Il tuo profumo naturale, dico. E’ ancora capace di stordirmi come una bottiglia di rum delle Antille!
ALDA (interdetta) Eufemio...
EUFEMIO Del resto non è mai troppo tardi... Vieni, rilassati...
ALDA Dove vuoi che venga... E poi non è mai troppo tardi per cosa?...
EUFEMIO Andiamo, che hai capito...
ALDA E allora è troppo tardi. Tardi, sì. (solenne) Sappi che da tre mesi sono ufficialmente entrata nella menopausa.
EUFEMIO Lo dici come se il fatto comportasse una cerimonia... Non ci saranno mica “Gli Amici della Menopausa” come ci sono quelli della musica...
ALDA Sciocco!... Più importanti sono le cose e più ci scherzi sopra. Senza pensare che per una donna...
EUFEMIO Hai ragione, scusami. Sciocco? Ma io sono uno stronzo. 
ALDA Litigare, comunque, non è il modo migliore per vincere l’insonnia... (pausa) E pensare... 
EUFEMIO E pensare?
ALDA Niente.
EUFEMIO Parla!
ALDA E pensare che proprio tu, che sulla musica sai tante cose, e io che le apprendo di riflesso...
EUFEMIO ...di riflesso...?
ALDA Siamo fuori... Esclusi... Tra color che son sospesi...
EUFEMIO Lasciamo perdere, altrimenti ne facciamo solo sangue amaro. (prende in mano il libro) 
ALDA Giusto. Leggo qualcosa anch’io. Pare sia uno dei rimedi più efficaci...
EUFEMIO Per cosa?
ALDA Per conciliare il sonno.
EUFEMIO A patto che sia una lettura... distaccata... come dire?... disinteressata.
ALDA (che ha preso il suo libro) Disinteressata, certo. (si dispone a leggere)
EUFEMIO Che leggi?
ALDA (con nonchalance) Una biografia. Su Caterina de’ Medici. E tu?
EUFEMIO Adesso? “Descrizione del modo tenuto dal duca Valentino nell’ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il signor Pagolo e il duca di Gravina Orsini ”
ALDA Machiavelli?
Eufemio fa cenno di sì col capo
ALDA Come mai?
EUFEMIO E tu, con la tua Caterina? 
Segue un silenzio...
EUFEMIO (di colpo) Alda, guardami negli occhi! Tu non dormi per la stessa mia ragione.
ALDA Be’, effettivamente ieri la cena era un po’ pesante.
EUFEMIO Non dribblare la mia domanda.
ALDA Se non mi dici la tua ragione...?
EUFEMIO Bene, adesso non ho più dubbi.
ALDA (legge qualche rigo, poi) Come odio le contaminazioni!... Che c’entra, in un libro che parla del seicento, la parola killer.
EUFEMIO E’ un po’ azzardata, ne convengo.
ALDA Ma poi... letteralmente... che significa?
EUFEMIO Assassino... Da to kill: uccidere. Uccisore a pagamento, in senso lato...
ALDA Uno che prende i soldi per uccidere un altro...
EUFEMIO Esatto?
ALDA Quanti?
EUFEMIO Cosa?
ALDA Quanti soldi?
EUFEMIO Non lo so. Io lavoro in banca, non te lo dimenticare.
ALDA Ma... cautamente... a persone fidate... potresti chiederlo?
EUFEMIO Alda, levatelo dalla testa. Queste sono situazioni da telefilm americani. L’importante è un’altra cosa.
ALDA E cioè?
EUFEMIO Stanotte, a cavallo tra il tredici e il quattordici novembre, abbiamo fatto una scoperta di cui non possiamo più non tenere conto: entrambi nutriamo propositi omicidi.
ALDA (mondana) Io non lo trovo poi così straordinario...
EUFEMIO Ah, no? E , a tua avviso, cosa sarebbe straordinario?
ALDA Per esempio accettare passivamente la nostra emarginazione.
EUFEMIO E il lato... non dico cristiano... ma quantomeno morale della cosa...?
ALDA Intanto, c’è quell’autore inglese, quello del mangiatore d’oppio...
EUFEMIO So chi intendi dire. De Quincey. “Il delitto come una delle opere d’arte”.
ALDA Dunque il problema può essere visto anche da un’angolazione estetica...
EUFEMIO E comunque si porrebbe all’istante un altro problema. Chi?
ALDA Chi?
EUFEMIO Chi eliminare.
ALDA Questo non è un problema, almeno per me.
EUFEMIO Hai già deciso?
ALDA E da tempo anche.
EUFEMIO Azzardo?
ALDA Azzarda.
Eufemio indica il soffitto...
ALDA (con lo sguardo leggermente allucinato) Bravo. Che campano a fare?
EUFEMIO (tenta una difesa) Hanno due figli!
ALDA Potremmo adottarli noi.
EUFEMIO Quei due scatenati?
ALDA Sotto il tuo polso diventerebbero due pecorelle...
EUFEMIO Questo è certo. 
ALDA Ma non è terribile?
EUFEMIO Cosa?
ALDA Il nostro proposito. 
EUFEMIO E’ la vita ad essere terribile.
ALDA “Caino”, disse il Signore, “Perché continui ad avere lo sguardo basso?”
EUFEMIO Avevamo accantonato il cristianesimo e la morale, e ora tu ti fai ricattare da citazioni bibliche.
ALDA Io mi faccio ricattare? Io rifletto soltanto sul fatto che due persone dalla tranquilla apparenza possano all’improvviso...
EUFEMIO All’improvviso?: Non sei sincera, non dico nei miei riguardi, ma con te stessa. 
ALDA Non ne avevamo mai parlato prima.
EUFEMIO Ma ci eravamo scambiati sguardi e silenzi che valgono molto di più di qualsiasi parola. Lo vuoi negare?
ALDA No, questo no.
EUFEMIO E poi, pensa, l’ultima volta lui, il cassiere, mi ha detto di avere ascoltato una rarità, il Concerto in Re maggiore per violino di Beethoven. Lui sapeva che era stato scritto per pianoforte e orchestra... Rarità!... Costoro ignorano che il Maestro ne approntò una trascrizione per un amico violinista... Roba che sanno anche i tuoi allievi...
ALDA Be’, magari per quelli è arabo.
EUFEMIO Si fa per dire. Comunque, ripeto, stanotte è accaduta una cosa sommamente importante. Siamo entrambi d’accordo che il gioco vale la candela.
ALDA E che il fine giustifica il mezzo.
EUFEMIO E che chi si fa pecora, il lupo se lo mangia.
ALDA E che “audaces fortuna juvat”
EUFEMIO (conclusivo) Su queste certezze possiamo andare a dormire. 
ALDA Sento che non avremo difficoltà a riprendere sonno...
EUFEMIO Come se ci fossimo tolti un peso dal cuore...
Eufemio spegne la prima luce...
ALDA Ma non abbiamo risolto il come...
EUFEMIO Avremo tempo. E poi, dimentichi di averli invitati a cena?
ALDA E’ vero! Ma ti assicuro che...
EUFEMIO ...Non ci pensavi. Ti credo. A volte l’istinto ne sa più della ragione.
Alda spegne la seconda luce...
Fanno per uscire...
ALDA (sulla soglia) “Tra il primo pensiero di un’impresa terribile e l’esecuzione di essa (ha detto un barbaro non privo di ingegno) l’intervallo è un sogno pieno di fantasmi e di paure...”
EUFEMIO (dopo un tempo) Ma noi smentiremo Manzoni e il suo Shakespeare. A dormire!... (escono) 

BUIO




Qualche giorno dopo, di pomeriggio inoltrato...
Eufemio è disteso alla meno peggio sul divano, un braccio penzoloni, gli occhi chiusi, nonostante gli inviti di Alda a tenerli aperti... accanto a lui una bottiglia di whiskey mezzo vuota e alcuni astucci di medicine rovesciati...
ALDA Un attimo di pazienza, tesoro. Vedrai, andrà tutto bene. Ora viene il dottor Donati, e sapremo cosa dobbiamo fare. 
EUFEMIO (con voce impastata) Sempreché lui lo sappia...
ALDA Be’ quelle che gli si chiedono sono nozioni elementari 
EUFEMIO Ma perché tarda? 
ALDA Avrà trovato traffico...
EUFEMIO Per prolungare la mia agonia...
ALDA Bravo, così mi piaci... Con il tuo umore di sempre...
EUFEMIO Che però non può durare a lungo... Prova ancora a cercarlo sul cellulare. Vedi a che punto sta della strada...
Alda va al telefono... in quel momento suonano alla porta:.. Alda corre ad aprire, poi rientra con il dottore...
DOTTORE Ma insomma, che succede? Sentiamo.
EUFEMIO (calcando il trascinamento della voce) Si comincia a pensare... alle cose fatte bene... a quelle fatte male, sbagliate, balorde... alla fine la bilancia pende... precipita da quest’ultima parte...e...
DOTTORE Dottor Tiberi... io, premetto, non sono religioso, ma.... ma ugualmente considero la vita un miracolo... Forse perché la osservo al microscopio...
EUFEMIO Ecco, è un microscopio che mi manca...
DOTTORE Ma ci sono gli alberi... le montagne... il mare... la candida neve... il seme di grano, che diventa spiga! E poi i bambini... Esca, esca di più.
EUFEMIO Esco ogni mattina...
DOTTORE Esca da se stesso, intendo. E poi... a sua moglie non ha pensato?
EUFEMIO Certo.
DOTTORE Questo però non è bastato a distoglierla da... dall’insano gesto.
EUFEMIO No, confesso di no. Anzi...
DOTTORE Come?
ALDA Glielo spiego io. Si è sentito di peso anche per me. 
DOTTORE Capisco... Comunque è stato fortunato che la signora è rientrata prima del previsto...
ALDA (falsa) Una voce... alla riunione dei professori... Una voce che mi diceva di rincasare:..
DOTTORE La telepatia esiste, checché ne dicano gli scettici. 
EUFEMIO Lo dicono al telefono, veramente.
DOTTORE Gli scettici?
EUFEMIO Gli amici.
DOTTORE Non capisco...
EUFEMIO Non puoi chiamare un amico senza sentirti rispondere: Telepatia, stavo pensando giusto di chiamarti.
DOTTORE Non mi sembra poco lucido. Del resto, se ha vomitato tutto...
EUFEMIO Abbastanza tutto.
DOTTORE Tutto o abbastanza ?
EUFEMIO Tutto. 
DOTTORE Allora è decisamente fuori pericolo. Misuriamo la pressione (esegue)
ALDA Purché non si addormenti, vero?
DOTTORE Sarebbe preferibile, come le ho detto al telefono.
EUFEMIO Acqua e sale sono comunque disgustosi.
DOTTORE Perciò funzionano! O preferiva andarsene all’altro mondo con una tartina di caviale in bocca? (ridacchia) La pressione è un po’ bassa, ma niente di preoccupante. Ad ogni buon conto... e noi non possiamo che esserne lieti... ha usato un metodo inefficace... Un metodo, le cui conseguenze possono essere rappresentate da due giorni di sonno profondo, tutto qui. I sedativi che ha ingoiato, grazie a Dio, sono leggeri...
EUFEMIO Dunque, posso dormire... Ho gli occhi che mi si chiudono...
DOTTORE Dorma, se proprio non ne può fare a meno. Si sveglierà con un po’ di mal di capo. Ma una sciocchezza.
EUFEMIO Alda, pensi tu a tutto?
ALDA Sì, Eufemio. Stai tranquillo.
Eufemio si accomoda sul divano... 
ALDA (accompagnandolo verso l’uscita) Quanto, dottore?
DOTTORE IL solito, signora. A meno che non voglia... considerare... la chiamata urgente...
ALDA Mi dica lei, allora.
DOTTORE Il solito più cinquanta.
EUFEMIO (aprendo un occhio e a mezza voce) Come l’idraulico.
ALDA (se lo porta in disparte) Posso farle una domanda?
DOTTORE Dica pure.
ALDA Quali sono i sedativi più pesanti?
DOTTORE Più pesanti?...
ALDA Sì, che hanno un effetto maggiore, intendo.
DOTTORE (insospettito) Perché me lo chiede?
ALDA (agitando i tre biglietti da cinquantamila) Per intervenire a tempo, se ne vedo qualcuno per casa...
DOTTORE (intascando i soldi) Be’, il Reipnol è decisamente il più efficace. Si dà nei casi di insonnia più ostinata. Ma per quel prodotto, per fortuna, occorre la ricetta medica.
Alda appare sgomenta...
DOTTORE Qualcosa che non va...
ALDA E’ stata una giornata pesante, come può immaginare. (poi, dopo una breve riflessione) Reipnol, ha detto? Me lo procurerò oggi stesso.
DOTTORE Ma le ho appena spiegato che...
ALDA (decisa) Da ora in poi intendo gestire io l’insonnia di mio marito. Perché, se ancora non gliel’ho detto, quel gesto... estremo lui l’ha tentato dopo una notte passata a fissare il soffitto. 
DOTTORE E’ un medicinale pesante, l’avverto. 
ALDA Nei casi difficili gliene darò un quarto.
DOTTORE Non più di mezza, mi raccomando. Ma, le ripeto, senza prescrizione medica non glielo danno.
ALDA E lei me lo prescriva.
Il dottore esita...
ALDA Qualcosa che non va?...
DOTTORE Non sono del tutto convinto.
Alda estrae dalla tasca un altro biglietto da cinquantamila...
Il dottor donati prende penna e ricettario e scrive...
ALDA Con questa ricetta quante confezioni mi danno
DOTTORE Una.
ALDA Me la faccia ripetibile, allora.
DOTTORE Ripetibile? Non si sarà messa in testa di eliminare suo marito (ridacchia)
ALDA Non lo dica neanche per scherzo!... E’ soltanto per evitare il fastidio di tornare più volte in farmacia
DOTTORE Una confezione le basterà per due mesi e più.
Alda sventola un altro biglietto da cinquantamila...
DOTTORE (deciso, scrivendo) ....Ripetibile... Ma vedrà, suo marito si è tanto impressionato che non ci proverà più.
ALDA Dice?
DOTTORE Sono pronto a scommetterci... una visita gratis.
ALDA Questo mi rincuora del tutto. Grazie, e buona serata. (escono)
Appena udita la chiusura della porta, Eufemio “rinasce a nuova vita”...
Si alza dal divano e comincia a mettere via astucci e bottiglia...
Rientra Alda...
EUFEMIO Se n’è andato?
ALDA Non hai visto?
EUFEMIO Definitivamente, dico.
ALDA Il nostro progetto ha accentuato la tua componente paranoica...
EUFEMIO Come ti sono sembrato, credibile, no?
ALDA In qualche momento hai calcato la mano.
EUFEMIO Tieni conto che è il mio primo tentato suicidio... o, se vuoi, la prima volta che ne recito uno...
ALDA Tranquillo, ad ogni modo. Ci è cascato.
EUFEMIO In un sol punto ho tremato... mi è parso che tutta l’impalcatura crollasse come un castello di carte... Quando ho sentito che bisbigliavate...
ALDA Quando gli ho chiesto dei farmaci più efficaci?
EUFEMIO Proprio allora.
ALDA Confesso che è stata una faticaccia. Mi sono dovuta arrampicare sugli specchi. Ma anche per questo non c’è problema. Io gli sventolavo sotto gli occhi i soldi, e lui li fissava come un serpente ipnotizzato da un fachiro. 
EUFEMIO Bene. (frettoloso) Ma come ha detto di preciso?
ALDA Che cosa?
EUFEMIO Il nome del farmaco.
ALDA Reipnol.
EUFEMIO Ci vorrebbe la ricetta. Ma il nostro farmacista... troveremo una scusa... ce lo darà lo stesso...
Alda, trionfante, gli sventola sotto il naso la prescrizione...
EUFEMIO Sei un genio!
ALDA Sono una dissipatrice. 
EUFEMIO Ogni impresa ha i suoi costi. E se la si vuole portare a termine bisogna essere pronti ad ogni sacrificio. 
Silenzio da parte di Alda...
EUFEMIO E poi?
ALDA Non parlo più.
EUFEMIO Che significa?
ALDA Che non parlo più.
EUFEMIO Perché?
ALDA Sono stufa di collaborare ad un progetto di cui conosco solo quanto mi si chiede di volta in volta.
EUFEMIO E’ il sistema migliore. Hai letto i gialli? Gli esecutori materiali...
ALDA E io sono stufa lo stesso.
EUFEMIO Bene. L’importante era conoscere il nome di un buon ipnotico.
ALDA Sì, ma quando li abbiamo addormentati?
EUFEMIO Vuoi sapere o non vuoi sapere...
ALDA Voglio sapere.
EUFEMIO Quando li abbiamo addormentati, infiliamo le loro teste in due sacchi della spazzatura, uno per ogni testa, mi segui?...
ALDA Vai avanti.
EUFEMIO Verrà un momento che mancherà loro l’aria da respirare. Una morte indolore, che ci alleggerisce, e non di poco la coscienza.
ALDA Poi li seppelliamo, alla luce del giorno nel giardino condominiale, è così?
EUFEMIO Mi fai finire? Devi sapere che, all’ultimo controllo effettuato circa la sicurezza della nostra banca ho partecipato anch’io. Ebbene, in quella occasione fu scoperto nel sottosuolo, a venti metri di profondità, una sorta di cunicolo orizzontale, adibito forse al deflusso delle acque, ma ora asciutto... Per fartela breve, il cunicolo conduce fuori città e finisce con un pozzo, altrettanto profondo, che esce alla luce. Ieri sono stato sul posto... un posto abbandonato... Il cunicolo sotto la nostra sede fu cementato all’istante, ma il pozzo è rimasto aperto. Capisci?
ALDA No.
EUFEMIO Ma che assassina sei?
ALDA Non lo sono, infatti. Concedimi l’attenuante del debutto.
EUFEMIO La parte più delicata sarà trasportare i corpi nell’ascensore... che... fortuna nostra... scende giù fino al garage... E una volta lì caricarli nel portabagagli. Il resto è un gioco da ragazzi. E ti assicuro, in fondo a quel pozzo, non li troveranno mai.... (farneticante) Sarà un delitto perfetto. Vi voglio vedere, forze dell’ordine, che non siete capaci di trovare un pollo in un pollaio... Faremo impazzire anche quei presuntuosi di “Chi l’ha visto” e del “Giallo della Settimana”!... Uh Uh... (fa una specie di ballo apache)
ALDA E io?
EUFEMIO E tu adesso telefoni ai coniugi Confalone e li inviti a cena. 
ALDA A cena?
EUFEMIO Non vorrai realizzare tutto questo per posta! Anzi, telefona subito. Non perdiamo un istante. Le cose vanno fatte quando sono giunte a maturazione. E questa rischia di marcire addirittura. (le porge il telfono) Avanti, è il tuo momento.
ALDA Ma devo prepararmi un discorso... qualcosa da dire...
EUFEMIO Quello che si dice quando si invita la gente a cena... ”Ci farebbe piacere... Io e mio marito abbiamo pensato... Avete impegni per dopodomani sera ecc... ecc..” Avanti, chiama, che quelli sono sempre pieni di impegni...
ALDA Lei verrà con quei tacchi...
EUFEMIO Ma noi la mettiamo subito a sedere, non c’è problema.
ALDA (fa il numero telefonico) ... Due ...Quattro ...sette.
EUFEMIO (sottovoce) Disinvolta, naturale, sinceramente interessata.
ALDA (al telefono) Pronto, è la signora Confalone... Sono la signora Alda. Alda Tiberi... La sua sottostante, diciamo... Esatto. Io e mio marito avremmo pensato che.... 

BUIO






E’ sera...
In un vaso fa bella mostra un grosso mazzo di fiori. ..
La tavola è imbandita come meglio non si potrebbe...
Attorno alla tavola sono seduti Eufemio Aldo ed Eufemia:..
ALDA (accanto ai fiori) Ma perché si è incomodata, non doveva...
EUFEMIA Per due fiorellini?
ALDA Due? Lei mi ha portato in casa la primavera! (andando verso la cucina) Eufemio, offri intanto qualcosa da bere agli amici. Io sono quasi pronta. Non più di cinque minuti. (esce)
EUFEMIO Cosa preferite? Un tre Bi o un sorso di vino?
ALDO Un tre Bi?
EUFEMIA E che cos’è?
EUFEMIO (fiero) Un aperitivo di mia invenzione.
ALDO E perché proprio tre Bi?
EUFEMIO Bach, Beethoven, Brahms. 
ALDO Formidabile!
EUFEMIO Allora?
ALDO Io sono astemio, grazie. 
EUFEMIA A me un sorso di vino, s’il vous plait.
Eufemio esegue...
ALDO Quanto a Stockhausen, sono addolorato, ma dissento da lei, caro dottor Eufemio. 
EUFEMIO Caro Eufemio basta. Bando alle forme, che ne dice?
ALDO Se preferisce?
EUFEMIO (cupo) Nei momenti solenni, poi!...
EUFEMIA Solenni!?
EUFEMIO La nostra prima cena. Senza contare che di fronte alla morte...
ALDO Di fronte alla morte?
EUFEMIO Siamo tutti uguali
ALDO Giusto. Caro Eufemio, dicevo. A me quel tipo di musica... che poi ha fatto anche proseliti... non mi convince. Mi sembra rumore, baccano, fruscio in certi momenti... Come quando si striscia un vetro con il dito... o una lavagna col gessetto...
EUFEMIO (ad Eufemia) Anche lei...
EUFEMIA Anche tu. 
EUFEMIO Tu, certo. Anche tu la pensi così?
EUFEMIA Io? Io in questi casi me ne esco dalla sala.
EUFEMIO Possibile che non vi suggerisca... non vi evochi niente?
EUFEMIA Sicuro. Io mi sento in un capannone adibito alla rottamazione.
EUFEMIO Sicché anche Luigi Nono...
ALDA (entrando) Luigi nono, il re santo? Parlate di storia, ora?
EUFEMIO (lugubre) Di musica, sempre di musica. Nono, l’autore del Prometeo, tanto per citarne un’opera...
EUFEMIA Lui, mio marito, dice che dobbiamo sforzarci...
EUFEMIO Perché sforzarvi? La vita contemporanea. Che cos’è la vita contemporanea se non dissonanza, discanto, perdita dell’armonia? Quando siete imbottigliati nel traffico, a che cosa vi rimanda, scusate, l’inferno dei clacson, delle motorette che vi salgono anche sul tetto, dei furbi che vi tagliano impunemente la strada...?
ALDO Cosa c’entri questo con la musica, non capisco.
EUFEMIO C’entra. L’arte è uno specchio... deformante, ve lo concedo... del tempo in cui si vive. O pretendete che i musicisti... e i pittori, perché no?, compongano le loro opere come se fuori dal loro studio circolassero ancora portantine e uomini in polpe?
ALDO Dunque, a tuo avviso... la musica contemporanea esprimerebbe... o avrebbe la funzione di esprimere... la disperazione della nostra epoca?
EUFEMIO Altrimenti a cosa servirebbe?
ALDO Non ci sto. Io ho già i miei guai, non tollero che un altro mi propini i suoi...Anche sotto una forma artistica...
EUFEMIO (avvilito) Ma la sua è una moderna Arcadia... Lei dovrebbe cambiarsi nome... Eumolpo Fiordicardo, per esempio.
ALDO Non ci davamo del tu?
EUFEMIO Una cosa vale l’altra, a questo punto.
ALDA (entrando) Ho messo giù la pasta.
EUFEMIO (la raggiunge e a mezza voce) Procedi, non ti fermare! Metà astuccio in un piatto, metà nell’altro. Se mi era rimasto un minimo di remora, loro hanno provveduto a spazzarmela via. (poi alla coppia) Voi, cari amici, parlando così...non lo sapete, ma vi state scavando la fossa.
ALDO La fossa!?
EUFEMIA Scavando?
EUFEMIO (cordiale) In senso figurato, intendevo. “Solo chi accetta i mutamenti potrà sopravvivere” dice pressappoco un poeta tedesco. Gunter Kunert, se siete curiosi di conoscerne il nome.
ALDO Forse ha ragione il tuo amico.
EUFEMIO Amico, hai detto bene. Tutti gli autori che amo sono miei amici, anche se non li ho mai incontrati di persona. 
ALDO Giusto. Ma parliamo d’altro. Vedo che sulla musica non la pensiamo esattamente alla stessa maniera.
EUFEMIA Sì, è vero. Che ne dici, Eufemio, di tutti questi immigrati che stanno invadendo il nostro paese?
EUFEMIO Che ne dico?
ALDO Sì, anche a me piacerebbe conoscere il tuo parere. 
EUFEMIO Dico che è inevitabile. Nonché giusto. Finché esisterà un emisfero che ha fatto dello spreco la sua fede... e un altro in cui la mortalità infantile raggiunge quelle percentuali... non c’è soluzione possibile.
ALDO Comunista?
EUFEMIO Nostalgico.
EUFEMIA Ma così cresce la prostituzione, la malavita... il consumo della droga!... E una donna come me... o tua moglie... non è più libera di uscire da sola dopo il tramonto. 
EUFEMIO (balza in piedi) Alda!
ALDA (affacciandosi alla porta della cucina) Che c’è?
EUFEMIO E’ cotta questa benedetta pasta?
ALDA Sto per toglierla dal fuoco.
EUFEMIO (accostandosi a lei) Un intero astuccio per ogni piatto. Questi due non hanno nessun diritto di campare.
ALDA E di occupare due poltrone al posto nostro. Vado! (esce decisa)
Eufemio torna al suo posto...
EUFEMIA E di queste mezze stagioni...?
EUFEMIO Prego?
EUFEMIA Che non esistono più. Dall’inverno all’estate e viceversa.
EUFEMIO Sai, le ragioni sono tante... Poi i confronti si fanno a lungo termine... Chi ci dice che all’epoca degli egiziani...
EUFEMIA Ma intanto i miei vestiti di mezzo tempo stanno là, a muffire nell’armadio.
ALDO Io una mia teoria me la sono fatta.
EUFEMIO E cioè?
ALDO Colpa di tutti questi missili che lanciano nello spazio... Non possono non avere un loro peso sull’equilibrio del pianeta!...
EUFEMIO (si fionda alla porta della cucina) Due astucci per ogni piatto. Vai tranquilla! (e riprende il suo posto)
ALDO Tornando alla musica... credo di aver capito che tu ce l’hai anche con i critici...
EUFEMIO Quelli non li nominare nemmeno!
ALDO Perché tanto astio, poi?
EUFEMIO Sono gli ascoltatori più disattenti. Se tu ti addormenti al concerto, poco male...
ALDO Io esageravo... Poi non sempre...
EUFEMIO Bene, ma io ho saputo... da voce non sospetta... che la settimana scorsa uno di loro se la dormiva di grosso, ronfando addirittura come un basso continuo! Ma della categoria, per dirne in un sol colpo le scelleratezze, basterebbe l’episodio del pianista russo.
ALDO Quale?
EUFEMIO Eugen Malinin. Non te lo ricordi?
ALDO Francamente no.
EUFEMIO E’ successo alcuni anni fa. Un russo, anzi un sovietico di educazione... discreto... puntuale agli appuntamenti con la tecnica... Scuola Emil Ghilels, e si è detto tutto. Ebbene, il giorno dopo, a mezza pagina:“ Stupisce il violinista Malinin!” Capito?
ALDO Ora mi pare di ricordare...
EUFEMIO Io non lo dimenticherò mai!... E giù ad esaltarne la cavata di velluto, l’arcata sicura, il trillo perfetto... Ma questo è niente! (infervorandosi) Il giorno dopo ancora, un trafiletto: ”Tutto quello che si è detto sul violinista Malinin vale per il pianista”. (scattando) Ma come, dico io... I pesanti dubbi dei genitori... ”Che gli facciamo studiare? Violino o pianoforte?” I maestri consultati, le notti insonni... I tremori dell’adolescente, che sente addensarsi sul suo capo un futuro di sacrifici... senza sapere ancora quale sarà il suo strumento di tortura professionale... Poi finalmente la sudata scelta, la luce: il pianoforte! Gli anni del conservatorio, i corsi di perfezionamento, lo studio matto e disperatissimo mentre i coetanei passeggiano nei viali della città a braccetto con le prime fidanzatine... Infine il giorno decisivo: il giovane Malinin dritto, pietrificato al cospetto del grande Ghilels. Teseo e il Minotauro... Davide e Golia!... Mitico, biblico! E tu, infame critico, che quel giorno magari hai accompagnato la moglie a comperare i regali di Natale, te la cavi con quel vergognoso trafiletto, che ancora oggi grida vendetta! (è accaldato, si sventola col tovagliolo)
EUFEMIA Uno svarione!...
EUFEMIO Una bestemmia contro... Orfeo!
Provvidenzialmente entra Alda con i piatti per i due ospiti...
ALDA Ora si mangia e sono bandite le polemiche. Altrimenti le prendo come una bestemmia contro la mia cucina.
Gli ospiti si seggono a tavola...
Alda rientra in cucina e torna con gli altri due piatti...
ALDA Spero che i funghi non vi dispiacciano...
EUFEMIA Se non sono avvelenati...
EUFEMIO Che humour pronto, tua moglie!
ALDO Ah, in questo non se ne fa scappare una.. Morirebbe, pur di poter dire la sua.
EUFEMIO Come la capisco!...
Cominciano a mangiare... gli ospiti si lanciano sulla pietanza... Eufemio e Alda sono più che altro intenti a spiarli senza dare nell’occhio. 
ALDO Questo sughetto è delizioso.
EUFEMIA E guarda che mio marito è uno che trova tutto mediocre.
ALDO E’ vero. Ma qui non rimane che complimentarsi con lo chef. (ridacchia)
EUFEMIA Poi, magari, mi spieghi come lo fai.
EUFEMIO Potrebbe non esserci un poi...
ALDO In che senso?
ALDA Fa lo spiritoso. Vuole dire: mangiate anche il resto e poi...
EUFEMIA Ah!... L’altra volta, al concerto, ho parlato con il presidente. 
EUFEMIO E di che cosa?
EUFEMIA Delle più svariate cose. Tra l’altro, ho appreso dalla sua viva voce che voi siete i prossimi a poter accedere alla lista degli abbonati. 
ALDA Appunto.
ALDO E mia moglie, sempre in senso umoristico, intendiamoci, ha detto... Come hai detto, cara?
EUFEMIA “Si potrebbe sopprimere qualche vecchia coppia, sorda per giunta...”
EUFEMIO (sorride con un ghigno) Complimenti... Hai il gusto dell’assurdo.
ALDO E, visto che siamo in argomento, forse adesso... Che ne dici, Eufemia?
EUFEMIA Di che cosa, caro?
ALDO (allusivo) Cerca di capirmi.
EUFEMIA Fai prima a dirmelo tu.
ALDO E’ che... per la verità... noi non vi abbiamo portato in dono soltanto i fiori... Vai, ora puoi continuare tu.
EUFEMIA E’ da tempo che ne parlavamo... Del resto noi possiamo vivere anche senza musica... Ad essere sinceri, quest’obbligo del giovedì ci trova sempre più maldisposti. La baby sitter, poi... E allora...
ALDA E allora?
EUFEMIA Ecco qua. (consegna un involtino)
EUFEMIO E cosa c’è, lì dentro?
ALDO Guarda, guarda tu stesso.
EUFEMIO (apre l’involtino e tira fuori due tessere) Le vostre tessere per “Gli Amici della Musica”...
ALDO Che da stasera in poi sono le vostre. 
Eufemio e Alda si guardano...
EUFEMIO Come... nostre!?
EUFEMIA (fiera) Vostre.
ALDA (non sapendo cosa dire) Ma... non sono nominative?
ALDO Eufemia ha parlato col presidente... Sarà lui stesso a provvedere alla variazione...
Altro sguardo, disperato questa volta, tra i padroni di casa...
EUFEMIO (alla moglie) Alda, non senti niente di strano in questi funghi?...
EUFEMIA (assaporando il boccone) Io li trovo semplicemente squisiti.
ALDA Sputate subito!... Ha ragione mio marito...
Eufemia sputa nel piatto con signorilità...
ALDO Ma... sono coltivati... ovviamente...
EUFEMIO Questo è certo... Io, però, non sono convinto lo stesso... Alda, ti dispiace controllare la scadenza della confezione?...
ALDA (comprende) Corro!
ALDO Per me sono buonissimi... (fa per mangiarli)
EUFEMIO No! (gli trattiene il braccio)
EUFEMIA Io avverto solo... come una sonnolenza... (sbadiglia) Scusate...
ALDO Tu non fai testo. A volte non chiudi occhio la notte intera, altre volte basta un quarto di Reipnol per farti cadere in letargo. 
ALDA (tornando con una scatola) Scade il dieci novantanove! Come ho fatto a... non badarci...
EUFEMIO (teatralmente aggressivo) Ma tu... tu sei un’assassina!
ALDO Non vi allarmate. Avranno soltanto perso la loro freschezza...
ALDA La loro secchezza, cioè
ALDO Sì, è così. E poi le date sono sempre indicate per difetto...
EUFEMIO (deciso) Vomitiamo: non corriamo inutili rischi.
GLI OSPITI (assieme) Vomitiamo?...
EUFEMIO I Romani lo facevano d’abitudine.
EUFEMIA Duemila anni fa!
ALDO E per ricominciare daccapo. 
ALDA Assieme. Vomitiamo assieme. Non dovrebbe essere difficile.
EUFEMIO Veder vomitare, venir la voglia. 
ALDO Scusate, ci avete invitato a mangiare o a vomitare?
ALDA Ha ragione Eufemio. Non corriamo rischi. Chi comincia?
EUFEMIA Io... confesso... non ci sono mai riuscita... di mia volontà
ALDA (di colpo) Chiamo il dottor Donati!
ALDO Ad essere sinceri... anche io avverto una strana sonnolenza...
ALDA (fatto il numero) Dottor Donati... che fortuna trovarla in casa... Un’emergenza. Quando si teme di avere ingerito cibi guasti che si fa? (pausa, poi agli altri) Vomitare subito! (ai presenti) Che vi dicevo? (pausa) No, non riguarda nessun gesto disperato di Eufemio. E poi ho detto cibi guasti... (pausa) Parli, che scrivo... Rimedio antico, il migliore... ma faccia presto, la scongiuro. (pausa) Un litro di acqua calda con dentro sciolti cinque cucchiai di sale a testa. Come l’altra volta. Ho scritto tutto.
ALDO (sgomento) Un litro di acqua calda...
EUFEMIA ...e cinque cucchiai di sale!... 
ALDA (sempre al telefono) E se no un cucchiaio alla gola. Dalla parte del manico? (pausa) Dall’altra parte, intesi. (pausa) Certo che la tengo informata. Ora la lascio, capirà! (posa il ricevitore e corre verso la cucina)
EUFEMIO Non metterti a bollirla. Prendila direttamente dal rubinetto dell’acqua calda.
ALDA (uscendo) Non sono mica scema!
ALDO Forse stiamo perdendo la testa. Io... a parte la sonnolenza, che mi pare anche un po’ aumentata... allo stomaco non avverto niente.
EUFEMIO Tu avverti sonnolenza allo stomaco? Ma allora prova con due dita alla gola...
Vieni, andiamo al bagno...
ALDO Non è meglio dare una mano a tua moglie?
EUFEMIA Vado io da lei. Voi andate pure al bagno... (tra se’) Che serata!... (esce) 
ALDO No, ti avverto: non sono capace. Anche da bambino quando facevo qualche scorpacciata...
EUFEMIO Lascia stare l’infanzia. Qui si lotta col tempo, non capisci?
ALDO Ma io non l’ho mai fatto.
EUFEMIO Ti mostro io come si fa. Guarda. Due dita alla gola. Così (esegue senza esito)
ALDO Vedi. Non riesce neanche a te.
EUFEMIO Ma io l’ho fatto a titolo dimostrativo. Non vorrai che vomiti in salotto.
ALDO Non sarò capace... Due dita alla gola... No, lo sento... Le mie dita...
EUFEMIO Ti metterò le mie. Andiamo
ALDO Le tue? Che schifo!... Preferisco acqua e sale.
Le due donne entrano in battuta reggendo due bottiglie ciascuna...
ALDA Ecco il rimedio. (e consegna una bottiglia ad Aldo)
EUFEMIA (dando la bottiglia ad Eufemio) E questa è la tua.
Un lungo tempo di generale esitazione.... al termine...
ALDO Comincio io! (beve e gli viene da vomitare) Ma fa schifo!
EUFEMIO Deve fare schifo. Altrimenti che emetico sarebbe. 
ALDO Quasi quasi preferisco le dita alla gola.
EUFEMIO (preparando le sue) Pronto!
ALDO Le tue tienitele per te.
EUFEMIA (prova a bere) Non è poi tanto disgustosa. Per la cura dimagrante ho gettato giù di peggio!
EUFEMIO Ma allora non ci rimane che sperare nell’imitazione. Alda, quattro bacinelle di plastica! E quattro asciugamani!
ALDA Corro!
EUFEMIA E io che volevo la ricetta!....
ALDO La pietanza era buona. Se non fosse stato per quella maledetta scadenza....
Alda torna e distribuisce una bacinella e un asciugamani per uno...
Segue una scena muta, contrappuntata dai quattro che cercano di bere l’acqua calda e di dare di stomaco... si fanno tentativi di ruttini... ciascuno aiuta l’altro...
EUFEMIO Proviamo con i cucchiai.
Comincia una gara a chi si infila il cucchiaio più in fondo alla gola... 
Finche’ Eufemia si accorge che i padroni di casa fingono queste azioni...
EUFEMIA (sotto voce ad Aldo) Loro non lo fanno mica.
EUFEMIO (che ha sentito) Hai ragione, Alda. Ma da tempo per noi la vita non ha più senso...
ALDO (pratico) Mettiamo da parte ogni considerazione esistenziale e ragioniamo con la testa sul collo. (andando alla tavola) Io... per quel che mi riguarda... non ho fatto a tempo a gettar giù che due o tre forchettate massimo. (guarda nel piatto della moglie) E tu, Eufemia, lenta come sei a tavola... neanche quelle. (ai padroni di casa) I vostri piatti, poi, sono quasi intatti. Ci stiamo preoccupando inutilmente...
ALDA Richiamo il dottor Donati.
ALDO Quello lì sta bene dove sta. Io credo che il detto “una mela al giorno leva il medico di torno” sia stato coniato per lui. Quanto a me, tranne una leggera sonnolenza... al capo!... io non avverto né nausea né altri disturbi.
ALDA (disinvolta, come se niente fosse accaduto) Bene! Allora sapete cosa facciamo? Portiamo via il primo piatto e passiamo direttamente al secondo. Su quello metto la mano sul fuoco. Muzio Scevola, faccio. 
EUFEMIO Brava! Ma prima porta via quelle bacinelle, che non sono affatto invitanti.
ALDO (risentito) Niente di tutto questo. Un istante fa eravamo moribondi, e adesso riprende la festa? Bene, riprenda pure. Ma non contate su di noi.
EUFEMIO Volete andar via sul più bello? Mia moglie fa dei secondi da...
ALDO Sul più bello? Ma lo sentite!? Voi siete due pazzi. Sì, pazzi: avete udito benissimo!
Stupore generale...
EUFEMIA Aldo, controllati. E’ sempre il tuo vicedirettore.
ALDO (lanciatissimo) Non voglio fare carriera, me ne fotto!... Saprete tutto della musica, ve lo concedo. Ma la musica e la vita sono due cose ben distinte, grazie a Dio. Voi vi emozionate a sentire... Lìgeti, Martìnu, Janàceck... e passate indifferenti accanto ad una carrozzina con un tesoro di pupo dentro... che a noi, quello sì che strappa le lacrime! Ma già, figli non ne avete voluti. E questo, a mio modesto avviso, la dice lunga, ma lunga assai! Donare la vita ad un altro essere richiede una grande generosità, e voi la generosità non sapete neanche dove sta di casa. Il massimo sforzo di altruismo che siete in grado di fare è combinare una cenetta, avariata per giunta. Mummificati davanti al vostro altare stereofonico, vi siete chiusi il mondo alle spalle. (prete) Ma, sempre grazie a Dio, il mondo va avanti anche senza di voi... e dei figli che non avete voluto. E i fiumi continuano a scorrere verso il mare... E i fiori, puntuali al richiamo della primavera, occhieggiano dai prati... E gli uccelli, la sera, intrecciano voli nel cielo, cantando la gloria del Creato.
EUFEMIO Sia lodato Gesù Cristo!
ALDA Sempre sia lodato!
ALDO (lancia loro un’occhiataccia, poi prende per mano la moglie) Vieni, Eufemia. Fuggiamo da questo manicomio.
EUFEMIA Io però non mi sento male. Ho solo una certa pesantezza agli occhi.
EUFEMIO Niente paura. Dormirete alla grossa, e domani vi sveglierete più riposati che mai!
I due escono... Alda ed Eufemio si guardano perplessi...
ALDO (rientrando, afferra le due tessere) Queste, chiaramente, ce le riprendiamo. (esce definitivamente) 
Si sente sbattere la porta...
ALDA (imbarazzata) Ma hanno lasciato i fiori. Non sarà il caso di rimandarglieli?
EUFEMIO Al diavolo i fiori! Eravamo appena entrati nell’Eden, e ne siamo stati scacciati in malo modo. Serata biblica!
ALDA Sparecchio la tavola?
EUFEMIO Ma sì, oramai...
Alda provvede in poche mosse...
EUFEMIO Non ci resta che sperare nel caso. Chi lascia la via vecchia per la nuova...
ALDA Sai, Eufemio, non tutti i mali vengono per nuocere...
EUFEMIO Certo: se la volpe non arriva all’uva, dice che è ancora acerba.
ALDA Ma è pur vero che quando si chiude una porta spesso si apre un portone.
EUFEMIO Questa rassomiglia a ‘sposa bagnata sposa fortunata’.
ALDA Sì, ma non dire male che peggio ti viene. 
EUFEMIO Cioè?
ALDA (ha finito di sparecchiare) A quest’ora... se tutto fosse filato liscio... saremmo stati alle prese con ben altri problemi! Il soffocamento dei due... I cadaveri da far sparire... Dio, non posso neanche pensarci!..
EUFEMIO La verità è che criminali si nasce, non ci si improvvisa da un giorno all’altro.
ALDA Ma come è potuto accadere?
EUFEMIO Il cervello umano è un pozzo senza fondo.
ALDA Un pozzo...
EUFEMIO Senza fondo...
Dopo un silenzio, Alda prende dal cassetto il blocco nero che aveva in mano all’inizio...
Eufemio comprende al volo e va a prendere una pila di giornali...
ALDA Vai, che siamo indietro di almeno due giorni....
EUFEMIO (leggendo) Giovanni de Asmundis...
ALDA Non ce l’ho...
EUFEMIO Rachele Ferrara...
ALDA Ferrara, Ferrara... non ce l’ho...
EUFEMIO Gentildonna Maddalena Isotta Fraschini...
ALDA Non ce l’ho...
EUFEMIO Giacomo De Profundis... Be’, con questo nome...
ALDA De Profundis... non ce l’ho...
Mentre le voci vanno a calare...

FINE