Tuoni, fulmini e saette

Stampa questo copione

Personaggi:

Tuoni, fulmini e...saette

Commedia in tre atti di Carlo Mangiù

Libero adattamento in dialetto siciliano da: “Colpo di fulmine” di M. Karouff

Personaggi:

Rosetta                                                       ……………………………………………………………

Giulietta                                                      ……………………………………………………………

Mimì                                                           ……………………………………………………………

Turi                                                            ……………………………………………………………

Cav. Teodoro Morzella                                  …………………………………………………………….

Saverio Borzì                                               …………………………………………………………….

Sofia (sua sorella)                                         …………………………………………………………….

Nicolino                                                      …………………………………………………………….

Alfonso Tricoli                                              ……………………………………………………………..

Giovanni                                                     ……………………………………………………………..

Marietta                                                      ……………………………………………………………..

L’azione si svolge nel 1912. Primo atto a Catania, secondo e terzo atto in un’amena località di villeggiatura.

PRIMO ATTO

Salottino in casa di Nicolino. A sinistra, prima quinta, finestra con tendine. Seconda quinta, porta con tenda; tra questi due vani, colonnina con busto. In fondo a sinistra, consolle con vaso e lume elettrico. Comune tenda in fondo nel mezzo. Sul davanti a sinistra piccolo tavolo con tappeto e sedie intorno. Sul davanti a destra divanetto con altro piccolo tavolino e sopra giornali e riviste. Due sedie accanto al divano. Altre sedie e qualche piccolo mobile completano l’arredamento.

Rosetta                  (entra dal fondo, seguita da Mimì e Giulietta) Prego signori, accomodativi.

Mimì                      (giovane provinciale, studente, veste elegantemente esagerando la moda attuale; porta sotto braccio Giulietta, la quale veste con eleganza civettuola e appariscente, ma mostrando sempre un’aria ingenua)

                                    Grazie, Rosetta. Trasi Giulietta; non ti vergognare. Siediti.

Rosetta                  M’aviti a scusari se avete aspettato tuttu ‘stu tempu for’ ‘a porta. Iu era intra a cucina e non senteva.

Mimì                      Non fa niente. Ma picchì, ‘u cammareri se ne andato?

Rosetta                  Sissignore. Il signor Nicolino ‘u licenziavu e si misi intra ‘n pezzu di zaurduni ppi farici ‘u cammareri. Cammareri ? Chiddu addivintavu ‘u patruni, ppi farici fari ‘n sirvizio cci voli a dumanna in carta bollata al Re. Tantu che il signor Nicolino ha precato me, di veniri a fari qualche sivvizzu  ‘a matina.

Mimì                      Tu, mi pari, ca si a figghia d’ ‘u purtunaru, è vero?

Rosetta                  Sissignore.

Mimì                      E tarderà molto don Nicolino?

Rosetta                  E chi ni sacciu. Chi m’ ‘u dici a mia quannu s’arritira? Ora cci dumannu a Turiddu, po’ darsi ca iddu lu sapi.

Mimì                      E chi sarebbe questo Turiddu?

Rosetta                  ‘U cammareri novu ca vi diceva.

Mimì                      Ah, si chiama Turi ?

Rosetta                  Gnorsì. (va a sinistra e chiama) Turi, auh Turi. Veni cca ‘n mumentu.

Turi                       (da dentro) Picchì, chi c’è ?

Rosetta                  Cci sunu certi amici d’ ‘u patruni ca ti volunu addumannari ‘na cosa.

Turi                       (da dentro) Dicci ca venunu iddi, picchì mi staiu pigghiannu ‘u café!

Rosetta                  (a Mimì) Chi vi dissi ?

Mimì                      Senti chi tonu di cumannu!

Giulietta                 Ma queste sono cose da pazzi!

Rosetta                  (alla porta) Veni cca, rumpiti ‘u coddu, spicciti !

Turi                       (da dentro gridando) ‘ U coddu ti l’avissi a rumpiri tu e dda ballarina di tò uomà! Viri ca ti lassu curriri sta tazza nto battisimu!

Mimi                      Lascia perdere. Prima ca ti lassa curriri ‘a tazza e….ncagghia a mia.

Giulietta                 Ma cosa aspetta don Nicolino a cacciarlo a calci?

Rosetta                  Pocu cci manca! Mancu don Nicolino lo sopporta chiù.

Mimì                      E si capisce, chiddu è ‘n pezzu di zaurdu!

Rosetta                  E chi vuliti, sempri munnizzaru è .

Mimì                      Munnizzaru ?

Giulietta                 (con disprezzo) Un mondezzaio !

Rosetta                  Sissignore. ‘U sanu tutti. Sei misi fa, mentre il signor Nicolino si ritirava a casa, niscivu n’avotamobile di cursa e ‘u stava ‘mpaiannu. Ppi miraculu non ‘u scafazzau! Don Nicolino ruzzuliavu comu a ‘na palla…

                            Nel frattempo Tturiddu ‘u munnizzaru, nisceva di ‘n palazzu……si ittau a menzu ‘a strada, acchiappau a don Nicolino ppi ‘n peri e l’ purtau supra a banchina. E accussi don Nicolino ppi riconoscenza s’ ‘u purtavu a casa.

Mimì                      E quello, approfittando della riconoscenza….si pigghiavu ‘u itu cu tutta ‘a manu.

Rosetta                  Precisamenti.

Turi                       (da dentro) Rosetta !

Rosetta                  Chi c’è, chi voi ?

Turi                       (da dentro) Veniti a pigghiari ‘sta tazza e ‘a potti ‘nta cucina !

Rosetta                  Picchì, tu si ciuncu, o paraliticu. Arrivavu n’autru patruni. Posala tu . Permettete signori, scusate. Viri chi mi tocca sentiri, cc’ ‘a matinata! (esce)

Mimi                      Chi bellu tipu!

Turi                       (esce in fretta; è un uomo sui sessant'anni, indossa un tait con calzoni piuttosto stretti. Volgare nei modi e nel parlare, esce e si dirige verso il fondo a sinistra, gridando ) Auh….lavannara. Tinta criata ! Qualche vota ti spaccu ppi daveru a testa, ‘u capisti ? Chista è ‘a secunna vota ca t’ ‘u dicu….a terza ‘u fazzu…..( viene avanti e vedendo i due ) Buongiorno…. (ha una pipa in mano e fuma sputando spesso)

Mimì                      Buongiorno a voi !

Turi                       Scusate se abbio alzato un poco la voce con la criata; ma a chidda cci pare di avere a che fare ccu Turi di ‘na vota, quella sarbaggia! (sputando verso i piedi di Mimì ) Chidda è facchina e malarucata.

Mimì                      Idda….( guardandosi le scarpe ) Ci vuole pazienza ! Non ha capito l’importanza di quello che voi avete fatto per Nicolino.

Turi                       Ah, l’aveto saputo ?

Mimì                      Sicuro.

Turi                       Già…. ‘u purtanu tutti ‘i giurnali quella piccola che io facessi. Ora ddocu cci voli…si non era ppi mia, il povero don Nicolino a st’ ura era e tri canceddi. (sputa) Picchì viriti, l’altromobbile spuntavu a tutta velocità e ‘u sbilanzau a a cincu metri e si iu non era lestu acchiappallu ‘u scafazzava comu ‘n pomaroru fracitu. (sputa)                            Ora per arricanoscenza don Nicolino mi vosi pigghiari in casa come mangia e dormi. Mi duna 30 liri al mise, mi vesti e avi sei misi ca iu mangiu ccà, dormu ccà e fazzu tuttu ccà. (sputa)

Mimì                      ( guardandosi un’altra volta le scarpe ) Ho capito !

Turi                       Mi dese un vestito suo e mi dicette ca divo parlare pulito coi signori, pecchè non vole fare scomparenza….. e io pecciò stò pallando in taliano ! ( si sdraia e fuma )

Mimì                      Si, mi sono accorto !

Turi                       E voi, fosse, siete quei signori che volete parlare con eglia ?

Mimì                      Sicuro.

Turi                       ( fumando ) Ma siete amichi ?

Mimì                      Si, siamo ….amichi. Volevamo sapere ssi ritarda assai.

Turi                       Figghiu miu, non ti pozzo dare aiuto, nente so ! ( sputa)

Giulietta                 Mimì, andiamocene. Chiustu mi sta facennu vutare ‘u stomacu !

Turi                       Si volete aspettate….si non volete…non aspettate.

Mimì                      No, non putemu chiù perdiri tempu. Quando arriva gli dite: è venuto il vostro amico di Zafferana, don Mimì Cardillo. Torna più tardi perché vi deve parlare di una cosa importante. Hai capito ? Ripeti.

Turi                       ( a soggetto ingarbuglerà le cose ) State sicuro, don Mimì Cardillo.

                            Tanto piacere di avere fatto la vostra ricanoscenza. ( stende la mano ai due che si guardano…poi solo Mimì si decide a stringergli la mano…con un certo diasgio )

Mimì                      Piacere.

Giulietta                 ( sulla porta ) E andiamo, non perdiamo tempo !

Mimì                      Eccomi. Ti saluto.

Turi                       Vi accompagno. ( via per il fondo a destra, con Mimì e Giulietta, poi torna precedendo Teodoro )

Teodoro                 ( tipo di agente d’affari, è un  furbo, astuto imbroglione che vive di stratagemmi e trovate. Entra premuroso ) Grazie. C’è don Nicolino Pensabene ?

Turi                       Ma vui cu siti ?

Teodoro                 Il cavaliere Teodoro Morzella, ex ufficiale ministeriale, ex notaio, ex avvocato, direttore dell’agenzia di collocamento e di informazioni…”tu che vuoi da me”…..

Turi                       Iu ? Prima trasiti, ‘nfunnacati in casa delle gente persone….e appoi m’addumanni chi vogghiu?

Teodoro                 Ma no; quello è il nome dell’agenzia. Nostre specialità…..ricerche nell’interesse delle famiglie, sorveglianza, recuperi, assicurazioni sulla vita, furti, incendi, infortuni, presti su pegni………………

Turi                       Bonu, bonu ! Mi ‘mbriacai. E vui siti tutti sti cosi?

Teodoro                 Certamente. E quando verrà il tuo padrone glielo dirai.

Turi                       Iu ? E ccu si ‘a riorda dda speci d’ encicropedia !

Teodoro                 Presto rimediato. Ti dugnu il mio biglietto da visita.

Turi                       Ora si ca cci semu.

Teodoro                 ( cava di tasca un enorme biglietto da visita, circa quattro volte un normale biglietto e glielo dà ) Ecco.

Turi                       E chiustu non è bigliettu…chistu è ‘n si loca. E c’è scrittu tutto ddu zimmili di cosi ca dicistuvu ?

Teodoro                 Tutto.

Turi                       Va beni, appena s’arritira c’ ‘u dugnu. ( cerca di mettere il biglietto in tasca. Lo piega di nascosto a Teodoro ) 

Teodoro                 Ma io intanto cci dovrei parlare subito. Non sai quando si ritira ?

Turi                       Criju ca cci manca pocu; picchì mi dissi ca avemu a priparari i bauli ppi partiri.

Teodoro                 ( allarmato ) Partire ? E quando ?

Turi                       Stasira. Dici ca voli iri ppi ‘n paru di misi ‘nta villetta a Ripostu.

Teodoro                 E del matrimonio non se ne parla più ?

Turi                       Di quali matrimoniu ?

Teodoro                 Ma come, del suo matrimonio con la figlia del professore Borzì. Tu non nni sai nenti ?

Turi                       Non mi nna parratu mai. Si, stu….Borzillo ogni tanto ha vinuto cca e iddu macari c’ha jutu a casa. Ora capisciu picchì…..ppi matrimoniu. Ma picchì a mia non m’ha dittu nenti ?

Teodoro                 E che ti posso dire ? Forsi avrà ‘ntinzione di licenziariti.

Turi                       Mi nni manna ? A mia ?m Vui cririti ca è possibboli ?

Teodoro                 Mah, è facile !

Turi                       Marunnuzza bedda. Ma chi stati dicennu ? E iu….chi restu ‘n menzu a strata ? All’età mia pozzu jri a dumannari ‘a lemosina !

Teodoro                 Ma che elemosina, non dire fesserie. Se perdi questo posto, ne trovi altri dieci meglio !

Turi                       All’eta mia ?

Teodoro                 E che fa ? Stai a vedere che un omaccione in gamba comu a tia, non trova travagghiu……..

Turi                       Travagghiu forse si……ma poi haiu a travagghiari ! Iu cca non fazzu quasi nenti….anzi…nenti. Cu mi l’ha dari a forza di travagghiari ?  E macari ca mi facissi arristari cca doppu ‘o matrimonio……non mi cumminissi. Chidda, ‘a muggheri, accuminciassi a fari ‘a patruna, vulissi cumannari !

Teodoro                 Ma stai zitto. Ti saprei trovare io, un posto anche superiore a questo. Lavorando poco….e con un ottimo stipendio.

Turi                       Ppi daveru ? ‘U Signuri c’ha renni. Cci vasu ‘i manu comu a ‘n patri.

                            ( gli bacia le mani )

Teodoro                 Ma che c’entra. Tu veni nti mia….mi porti …….cincu liri e poi cci penzu iu.

Turi                       Cincu liri ?

Teodoro                 È la mediazione, mio caro. È la tariffa ! Non si fa eccezione per nessuno.

Turi                       E va bene. Si viru ca ‘i pupi s’imbrogghiunu vegnu nti vui.

Teodoro                 Bravo. ( guardando l’orologio ) Quanto mi scoccia che no ho trovato don Nicolino !

Turi                       Ma picchì, chi cosa cci dovete dicere ? Di chi si tratta ?……Cerca postu macari iddu ?

Teodoro                 Ma no ! Non te lo posso dire. Una cosa delicatissima ! (si dà molte arie ) importantissima….insomma, io me ne vado: quando viene don Nicolino gli dici che torno più tardi.

Turi                       Va bene.

Teodoro                 E ricordati…si ti licenzia……cinque lire e…ti sistemo io. Ti saluto. (via)

Turi                       Sempre a sevvilla.( riaccende la pipa ) Certu ora cci vulissi qualche cosa ppi scumminari ‘stu matrimoniu. ( campanello ) Chiustu sarà ‘u patri d’ ‘a sposa….Burzillo….comu si chiama ! ( via. Pausa, poi ritorna )

                            Iddu è, l’ava dittu iu. S’ ‘o sapeva ‘u lassava nautra menz’ura arreri ‘a potta.

Saverio                  ( signore anziano, ma forte e di buona salute. Entra dal fondo seguito dalla sorella Sofia, anche lei non più giovane ma piacente ) Ma sei ubriaco di prima mattina o sei impazzito ? Apre, sbatte la porta, se ne va dentro senza salutare, senza guardare in faccia. Stai al tuo posto sai !

Sofia                     Ma che modi sono questi ?

Turi                       ( cercando un ripiego ) Scusate, nobbili signori. Stamatina mi fumia ‘n pocu ‘u ciriveddu ( fuma la pipa )

Sofia                     Sai quanto me ne importa del tuo…cervello. Stai al posto tuo e bada a quello che fai !

Turi                       ( a Saverio ) Ma cu è chidda ?

Sofia                     Quella….?

Saverio                  Io non capisco come don Nicolino si tenga in casa questo lazzarone. Quella signorina (marcando la parola) è Sofia Borzì, mia sorella!

Turi                       Chidda….signorina ? All’anima da signurina.

Sofia                     Ma perché tanta meraviglia ? Sono signorina, si…..sono zitella, si…devo forse dare conto a voi, zotico villano ?

Turi                       Bah….io non staio dicennu nenti, cara signorina…zitella. (sputa)

Saverio                  E posa questa pipa. Ma che ti credi di parlare con tuo fratello o con qualche mondezzaro come te ?

Sofia                     Siete uno scostumato !

Turi                       Sissignore, la poso subbeto. Maronna mia comu pigghiati a foco subbito.

Saverio                  ( scambiando un’occhiata con la sorella ) Don Nicolino è in casa ?

Turi                       Gnornò, ancora non si ha riterato.

Sofia                     (con premura ) E come sta, come sta ?

Turi                       ‘Nzomma. Accussì, accussì.

Sofia                     ( ansiosa ) È malato ? Dite la verità !

Turi                       No, malato no……..ma ( a parte ) Viremu si ‘i pozzu ‘mpressiunari ‘n pocu…….( ai due ) sapiti chi è ? È un poco…… sciopato, pallidu…….ma si capisci………’a vita c’ ha fattu……certu beni non c’ ha fattu.

Saverio                  E che vita ha fatto ?

Turi                       Eh, chi vita…….chiddu è giovanotto…cci piaci ‘u jocu, ‘i fimmini, ‘u vinu……si capisci ca ora è pallidu e tuttu sucatu. Addebboluto, malatizzu…va.

Saverio                  Sofia hai sentito? E tu vuoi che io dia mia figlia a questo bel soggetto ? Mai e poi mai !

Turi                       ( da segni di contentezza )        

Sofia                     ( a Turi ) Ma che cosa stai dicendo ? Quello è stato chiuso in collegio fino a vent’anni, è uscito da là dentro una signorina….educato, timido.

                            Dite pittosto che lo volete calunniare. Ma quando mai è stato giocatore e bevitore………

Saverio                  E che ne sai, tu, sono appena due mesi che lo conosciamo ?

Turi                       Bravo…dice bene Burzillaro.

Sofia                     ( impacciata ) Eh….mi sono informata, mi sono imformata bene. ( a Turi ) Vattene fuori, tu. Se ti vogliamo, ti chiamiamo.

Turi                       Sissignore, voscenza. ( a parte ) Burzillo cci cririvu….e chistu m’intaressa ! ( via per il fondo )

Saverio                  ( alzandosi e passeggiando ) Ti ringrazio della scelta…..avevi trovato un bel partito per mia figlia, per tua nipote ! Oltre alle informazioni avute sul suo conto, ora ci mancavano queste altre. Ah si, ci volevano proprio !

Sofia                     E che informazioni hai avuto ? Sentiamo !

Saverio                  Come ? Senza padre e senza madre, senza parenti. Ma su questo ci posso anche passare sopra. Non è un male, anzi, tanto meglio per mia figlia. Ma dopo quello che ha detto lo zotico, ah, no ! Non ho intenzione di fare l’infelicità di mia figlia, facendole sposare un libertino, un donnaiolo !

Sofia                     Libertino e stravagante ci sarai tu, capisci ? Tu che dopo la morte di tua moglie ti sei dato alla pazza gioia ! Hai abbandonato la professione e corri dietro le sottane. Vergogna !

Saverio                  Io ? Ma vedete….se studio dalla mattina alla sera. E poi sono vedovo….ancora giovane……sano…. e…..faccio quello che mi pare ! Non devo rendere conto a nessuno, io !

Sofia                     Ma non devi dimenticare, che hai una sorella e una figlia che sta per sposare la perla dei giovani e quello che fai è immorale. Già, io poi spreco il fiato a parlare con te. Non ti sei curato di tua figlia quand’era piccola, figuriamoci adesso.

Saverio                  C’eri tu, ci pensavi tu, hai voluto fare tutto tu.

Sofia                     Si capisce, se tu non facevi il tuo dovere di padre e di fratello. Di fratello poi, non ne parliamo proprio. Non sono mai esistita per te. Mentre, invece bisognava curarmi, vegliare su di me che non avevo vicino nessuno.

Savrio                    Tu eri una ragazza onesta!

Sofia                     Certamente, ma sempre col mio carattere. Vivace, allegro. Per colpa del mio temperamento sensibile, romantico ho sofferto, ho passato brutti momenti nella mia gioventù per essere troppo onosta. E sarei rimasta sempre così se avessi avuto vicino qualcuno mi avesse guidato, curato protetto contro l’elettricità.

Saverio                  L’elettricità ? E che centra l’elettricità ?

Sofia                     C’entra, si. Lo sai che quando c’è cattivo tempo, quando ci sono quei temporali con i fulmini, i tuoni, i lampi, io non ragiono più. Mi piglia una smania, ……un’agitazione  ………tremo tutta….insomma non sono più padrona di me stessa.

Saverio                  Lo so, sei sempre stata un guaio con questi nervi. Ti ho prescritto mille cure………….

Sofia                     La vera cura sarebbe stata di starmi vicino, di non lasciarmi abbandonata a me stessa…….come quella notte fatale. (pausa)

Saverio                  Quella notte fatale ? ( Sofia sospira ) Auh, Sofia, parra chiaru ! Che cos’è ‘sta notte fatale ? Parla !

Sofia                     ( pausa ) E che vuoi sapere ? ( si alza, guarda in giro, poi viene avanti e comicamente sospirando indica una sedia ) Siedi ! ( siede anche lei ) Ti ricordi quando tre mesi dopo la morte di tua moglie andasti a Roma per quel congresso medico, e mi portasti con te ?

Saverio                  Sicuro ! Ma è una cosa di venticinque anni fa !

Sofia                     Proprio : il 17 Marzo di venticinque anni fa. È una data che non scorderò mai.

Saverio                  Si…prendemmo due stanze all’hotel Cavour.

Sofia                     All’hotel Cavour; perfettamente.

Saverio                  ( ricordando ) Già…già….mi ricordo pure che quella notte pioveva che Dio la mandava………..

Sofia                     Pioveva ? Si scetenò quella tempesta, quel temporale. Vento, acqua, tuoni, fulmini e saette…………un vero cataclisma! E come potevo dormire ? Sbattevo dentro il letto come un’anguilla…….tremavo tutta. Mi alzo….più morta che viva, esco fuori nel corridoio per venire da te, ma tu, nella tua stanza non c’eri.

Saverio                  Come, e dove ero andato ?

Sofia                     E lo chiedi a me, dove eri andato ? Ad un tratto si spensero tutte le luci, e mentre me ne tornavo nella mia stanza, tremando come una foglia, ci fu un tuono così forte che fece tremare tutti i vetri e il pavimento…..

Saverio                  Il famoso tuono di Marzo !

Sofia                     Mamma mia, che paura ! Terrorizzata aprii la prima porta che mi trovai d’avanti e caddi svenuta sopra un letto, tra le braccia di un uomo il quale, naturalmente, si svegliò e…………………

Saverio                  ( con apprensione ) E che fece ?

Sofia                     ( sospirando ) Lo puoi immaginare ! Mi sentivo abbracciare stretta stretta, ma chi me la dava la forza per reagire ?

Saverio                  Che vigliacco !

Sofia                     All’alba, quando mi svegliai, mi trovai sola in quel letto, in quella stanza……..E dopo qualche mese mi accorsi….di essere madre !

Saverio                  Accidenti ! E lui ?

Sofia                     Sparito !

Saverio                  Miserabile ! E non chiedesti all’albergo chi era, chi non era ?

Sofia                     Lo domandai ! Dice che era un giovanotto, un commesso viaggiatore di passaggio….e perciò non avevano preso il nome.

Saverio                  E da allora non hai saputo più niente ? Non hai mai scoperto niente ?

Sofia                     Niente ! L’anno scorso, però, parlai col direttore di un’agenzia d’informazioni, un certo Teodoro Morzella, e gli ho promesso una grossa ricompensa, se riusciva a trovarlo. Lui si è segnato l’ora, il giorno, l’albergo, la città…….ma ancora non ha scoperto niente.

Saverio                  E della creatura che ne è stato ?

Sofia                     La diedi in balia a una nostra massara, e so io quanto mi è costato. A otto anni, lo feci chiudere in collegio dove è rimasto fino a cinque anni fa.

Saverio                  E ora…dove vive…..cosa fa ?

Sofia                     Niente, e che deve fare ? Fa il signore. Gli ho intestato metà del mio patrimonio e….avendo perso ogni speranza di ritrovargli il padre; mi venne l’idea di farlo sposare…..di farlo sposare con tua figlia Marietta !

Saverio                  ( con grande sorpresa ) Cosa ? Nicolino ? È tuo figlio ?

Sofia                     ( alzandosi ) Si, lui ! Lui è il figlio del temporale ! E non potendolo abbracciare come figlio, l’ho dato a te come genero.

Saverio                  E grazie tanto ! Ma dico io, in mancanza del vero padre, gli potevi procurare un altro padre: ti sposavi e buona notte.

Sofia                     Mai ! Io sono una donna onesta ! Posso sposare solo l’uomo del 17 Marzo di venticinque anni fa !

Saverio                  Si, vallu a piscari !

Nicolino                 ( da dentro ) Turi. Turiddu !

Sofia                     Eccolo qua ! È la sua voce ! Come mi batte il cuore !

Saverio                  Calma, calma !

Nicolino                 ( entra; ha in mano un involto con dentro un abito ) Turi, ma unni si ‘nficcatu ! ( vedendo i due ) Oh, caro papà ! ( stretta di mano ) Signorina Sofia…….

Sofia                     ( con rammarico a Saverio )  Signorina……..

Nicolino                 ( posa l’involto sul tavolo ) Quale onore ?

Sofia                     Siamo venuti a farvi una visita.

Nicolino                 Prego, accomodatevi.

Sofia                     Grazie, non v’ incomodate.

Nicolino                 Per carità, dovere. Prego.

Sofia                     Quant’è gentile, quant’è educato, che bravo figlio. ( accarezzandolo ) Non vi dispiace se vi accarezzo ?

Nicolino                 Ma figuratevi, fate a piacere vostro.

Sofia                     ( carezzandolo a due mani ) Che caro giovane, che bontà…..che bella pelle liscia !

Nicolino                 Mi sono fatto la barba da poco…….

Sofia                     Permettete che vi do un bacio?

Nicolino                 Ah, già, il solito bacio di tutte le mattine……..con tutto il cuore.

Sofia                     Grazie. ( lo abbraccia e lo bacia su le due guance; poi fra sé ) Figlio mio ! ( commossa lo bacia di nuovo )

Saverio                  ( fa segno a Sofia di smetterla ) Beh, sediamoci . ( a Sofia ) Ancora un minuto e t’’u mangi !

Sofia                     Qua, Nicolino. Sedete vicino a me.

                            Nicolino siede in mezzo ai due. Sofia si è avvicinata a lui, gli passa il braccio destro dietro le spalle e con la mano sinistra prende la mano di Nicolino, guardandolo attentamente e seguendo tutte le azioni durante la scena che segue.

Nicolino                 Siete qui da molto ?

Saverio                  Una mezz’oretta.

Nicolino                 E vostra figlia, la mia dolce Marietta, non è venuta ?

Saverio                  No, è rimasta a casa insieme alla cameriera, aspettava la sarta. E voi da dove venite ?

Nicolino                 So passato dal mio sarto per ritirare un vestito che gli avevo ordinato. Poi passando per via Umberto, sono salito un attimo al circolo della caccia, di cui sono socio, per salutare gli amici perché come sapete stasera parto. Vado a per un paio di mesi nella mia casa a Riposto, come tutti gli anni. E voi, insieme a zia Sofia e Marietta, mi darete l’onore di venire a passare una quinduicina di giorni da me.

Saverio                  L’onore è sempre tutto nostro. Ma sto facendo rinnovare l’appartamento, come faccio a lasciare i lavori ? Appena saranno finiti, verremo.

Nicolino                 Restiamo intesi; vi aspetto !

Saverio                  Sofia….Sofia, sveglia !

Sofia                     Ah, a proposito….quando vi sarete sposato dovete rimanere con noi, in casa nostra…..Io vi voglio avere vicino…..a tutti e due….naturalmente ( entra Turi e si ferma ad ascoltare senza essere visto ) Vi assegneremo una camera che stiamo già preparando.

Saverio                  Ma quel cafone di servitore che avete non è cosa…..quello se ne deve andare. In casa mia non lo voglio! Se voi lo sopportate, io no. Lo piglio a calci. Poco fa, ci ha trattato in quella maniera!

Nicolino                 Perché, che cosa ha fatto?

Saverio                  Ci ha aperto con certi modi, ha sbattuto la porta e senza nemmeno salutare se n’è andato, sempre con una pipa più puzzolente di lui in bocca….e si è permesso di sfottere mia sorella !

Nicolino                 L’ha sfottuta ?

Sofia                     Già, si è permesso di mettere in dubbio che sono signorina.

Nicolino                 Cose da pazzi ! E non l’avete preso a schiaffi ?

Saverio                  C’è mancato poco !

Nicolino                 Ma si, mi sono stancato anch’io. Ma ora dopo quello che mi avte detto lo licenzio immediatamente !

Saverio                  Bravo ! Basta, Sofia, ce ne vogliamo andare ? Io lo capisco…….tu vorresti stare sempre qui !

Sofia                     Sempre, sempre, a guardarlo solamente. Che simpatico giovane, e che bel colorito. Guarda Saverio ! ( tastandogli i muscoli delle braccia e delle gambe ) E che muscoli ! E quel lazzarone si è permesso di dire che era pallido, debole, malaticcio……….

Nicolino                 Ma cui, il cameriere ?

Sofia                     A quello lo dovete licenziare; è un maldicente, un calunniatore.

Turi                       ( vorrebbe inveire, ma si arresta )

Nicolino                 State tranquilla, appena ve ne andate, lo licenzio su due piedi.

Sofia                     Benissimo. Noi ce ne andiamo. Arrivederci. ( strette di mano, lo guarda teneramente; intanto Turi scompare )

Nicolino                 ( fra se ) Ora mi vasa nautra vota.

Sofia                     Sentite, voi non vi dovete seccare; io vi debbo dare un altro bacio !

Nicolino                 Ma figuratevi ! Baciate, baciate pure.

Sofia                     ( abbracciandolo e baciandolo ) Grazie.

Nicolina                 Zia Sofia, ma cos’è, piangete ?

Saverio                  Di gioia, piange di gioia !

Sofia                     Già, ecco. È la gioia…..( si asciuga una lacrima ) La gioia di aver trovato un buon partito per mia nipote….mi commuove. ( piangendo ) Benedetto !

Saverio                  Su andiamo. Tanti cari saluti, Nicolino. ( la spinge via verso il fondo )

Nicolino                 ( li segue; pausa; poi torna ) Turi !

Turi                       ( entra serio ed accigliato ) Cca sugnu.

Nicolino                 ( nervoso, passeggiando ) Varda chi fai, vattinni in camera tua, fai ‘na bella truscia ccu ddi quattru pagghiazzi ca hai e vattinni !

Turi                       Unni ?

Nicolino                 Unni voi ! Ti licenzio….non mi servi cchiù. Cca cci sunu 500 liri, te li regalo basta ca ti levi davanti all’occhi mei ! ( gli da il denaro )

Turi                       Mi nni mannati ?

Nicolino                 ( gridando ) Ti nni mannu, si ti nni mannu ! Picchì si ‘n lazzaruni, uno scostumato e ‘n pezzu di facchinu ! Caru miu la pazienza ha un limite, e tu ‘stu  limiti ‘u passasti ! Non ti vogghiu vidiri chiù, mancu stampatu nte puspareri !

Turi                       ( scattando e conservando il denaro ) E va beni, mi nni vaiu ! Iu l’aveva caputu ca ieva ‘a finire accussì. E si ‘u vuliti sapiri, m’aveva attruvatu macari ‘u postu. Ora cci voli, iu m’aveva affezziunato, m’ero affamuliato, comu si dici. Vi vuleva bene comu ‘n figghiu e non mi bastava l’ammu di abbannunarivi. Non fa nenti, vui siti ‘u patruni; avete ordinato accussì e accussì sarà fattu ! (poi, con un grido ) Ma però, vi fazzu sapiri ca si vui siti ‘u patruni, restirete sempre uno scanuscente, disamuratu e senza cori e iu sarò sempri Turiddu ‘u munnizzaru, ddu lazzaruni, scustumatu e facchinu, si ….ma ca vi salvau ‘a vita a rischiu e periculu della mia ! E ccu chistu vi lassu. Primmittici mi vaiu a priparari ‘i bagagli. ( via, poi ci ripensa ) ma un jornu vi appentirete e iu sarò……….’sa unni sarò ! Arrivedecci, anzi addio !

Nicolino                 E non perdiri tempo, fai lestu ! Ma viditi chi cosi ! Iddu e ‘a camurria d’ ‘a vita che mi ha salvato. ( campanello ) Rosetta, vai ad aprire.

Rosetta                  ( traversando la scena ) Cci staiu iennu. ( esce a destra e poi torna ) È don Mimì Cardillo, ava vinuta antura, ma vui non c’eruvu.

Nicolino                 Fallu trasiri.

Rosetta                  Accomodatevi don Mimì, accomodatevi. ( via )

Mimì                      ( entrando con Giulietta ) Carissimo Nicolino !

Nicolino                 La bellezza di Mimì ! ( vedendo Giulietta ) Signorina……..

Mimì                      ( presentando ) Giulietta La Spina, mia fidanzata.

Nicolino                 Piacere.

Mimì                      Nicolino Pensabene, il mio carissimo amico di cui ti ho tanto parlato.

Giulietta                 Fortunatissima.

Nicolino                 Assettiti Mimì, signorina, prego. Dunque ti sei fidanzato ?

Mimì                      Già ! ( guarda teneramente Giulietta, poi sospira ) L’incontrai cinque mesi fa ad una festa, e fu colpo di fulmine !

Nicolino                 E cci criru; è proprio una bella ragazza !

Giulietta                 ( fa un sorriso civettuolo per ringraziare)

Mimì                      Io, per dire la verità, vedendola così eccentrica l’aveva pigghiatu per una ragazza………..’n pocu equivoca, mi capisci………

Giulietta                 Ma fortunatamente si è accorto subito dello sbaglio !

Mimì                      Già, picchì mi spiegavu che doveva ppi forza jri vistuta accussì. A causa della clientela nobile che ha e delle case ricche che pratica.

Giulietta                 Caro signore, il nostro mestiere è così……si non vi sapiti presentari, se non sapiti compariri, non si guadagna ‘na lira !

Mimì                      Giustissimo !

Nicolino                 Perché, chi misteri faciti, se non sono indiscreto ?

Mimì                      La sarta, e che sarta. Di gran moda !

Nicolino                 Brava ! E quando vi sposate ?

Mimì                      Ppi mia, macari dumani. Iu non m’’a firu chiù d’aspittari ! Ma mio zio, che è pure il mio tutore non acconsente.

Nicolino                 Vero, mi ha mandato una lettera. Die che mi deve chiedere un gran favore per il tuo bene.

Mimì                      Ah, si ? Io l’avevo immaginato cca vuleva parrari ccu tia. Sapendo che sei mio amico…….e sacciu macari chi favuri ti voli addumannari ! Perciò sono venuto.

Nicolino                 Ma perché non vuole acconsentire ?

Giulietta                 Perché ha saputo che non ho padre. ( si asgiuga una lacrima )

Mimì                      ( piano a Nicolino ) È figlia naturale, s’ ‘a criscivu ‘na puttunara. La mamma è morta !

Nicolino                 Ah, si ?

Mimì                      Ma cosa c’è di male in questo ? Nicolino dillu tu, ca macari tu……( si riprende ad un gesto di Nicolino ) ca macari tu….canusci tanta gente senza padre…….

Nicolino                 Certo, è un’ingiustizzia !

Mimì                      Mio zio ha detto che se mi sposo mi disereda….Nicolino tu sei la mia sola speranza.

Nicolino                 Iu ? E chi c’entru iu ?

Mimì                      Sicuramente fra poco verrà lo zio Alfonso; parrici tu e viri di cunvincillu:

Nicolino                 Lo faccio con grande piacere. Prima picchì non è giusta questa opposizione e poi perché ho capito  che il vostro è vero amore.

Mimì                      Grazie, Nicolino, sei un vero amico. ( a Giulietta ) Allora, sai cosa faccio ? Io me ne vado e tu resti qua. Non mi voglio incontrare con zio Alfonso. Quannu arriva, Nicolino ti cci presenta e sono che vedendoti si convince. Cosa te ne pare ?

Giulietta                 Ma se si fa tardi ? Io devo andare dalla marchesa Fiore che mi sta aspettando. Anzi a ‘st’ura aveva a essiri gia dda.

Nicolino                 Mi ha scritto che veniva all’una precisa. ( guarda l’orologio ) Mancano dieci minuti.

Mimì                      E chiddu ‘u ziu è puntuale !

Nicolino                 Solo che io dovrei scendere un momento, cinque minuti precisi. Faccio un salto qui all’angolo, vogghiu vidiri si ‘u sinsali mi trova un cameriere ppi stasira.

Giulietta                 Va bene, andate pure. Io resto qui e leggo un poco. ( prende una rivista dal tavolinetto )

Nicolino                 Brava.

Mimì                      Io poi vengo a casa tua e mi farai sapere come è finita.

Giulietta                 Si, va bene. Ciao.

Mimì                      Ciao giuiuzza mia, cosa duci.

Nicolino                 Signorina permettete, vado e torno subito.

Giulietta                 Fate con comodo.

Mimì                      ( facendo passare Nicolino ) Prego, Nicolino.

Nicolino                 Grazie ( vanno via )

Giulietta                 ( scoppiando in una risata ) Quant’è curiusu……..ma è propriu ridiculu! Però è sistimatu bonu, e quannu mori so ziu resta tutto a iddu. Si arrivu a maritarammillu fazzu ‘a me furtuna.

Turi                       ( entra dal fondo. Ha indossato la vecchia divisa e un cappellaccio. Ha in mano un grosso involto coi vestiti e la scopa di saggina. Sotto il braccio un vecchio ombrello e in tasca la pipa. ) Ah, turnastuvu ?

Giulietta                 E chi faciti, cumminatu accussi ?

Turi                       Mi nni vaiu, si mi nni vaiu. V’haiu a dare cuntu a vui ?

Giulietta                 E itavinni. Chi mi cuntati a mia !

Turi                       Di ‘sta strada non ci vogghiu passare chiù mancu mottu. M’aviti a sputari nta occhiu si mi viriti nautra vota. Don Niculinu c’è ?

Giulietta                 No, è uscito, torna subito. ( continua a leggere )

Turi                       Grazi tantu !

Teodoro                 ( entrando dal fondo ) Tu dici ca è nisciutu ?

Rosetta                  ( entrando con Teodoro ) Sissignore, propriu ora, comu mai non l’avete incontrato.

Teodoro                 Perbacco. ( guarda l’orologio ) Ma dove è andato ?

Rosetta                  E chi ni sacciu ? Permettete. ( via )

Turi                       Cavaleri, cci semu. ‘U patruni mi nni mannau !

Teodoro                 Ah, perciò ti viru ccu armi e bagagli.

Turi                       Gnorsì. Quindi, per cui, poi….insomma attruvatimi ‘u postu picchi sugnu disponibili.

Teodoro                 Benissimo. Dammi 5 liri.

Turi                       Dopu vi dugnu.

Teodoro                 No, prima. Questo è il regolamento. Chi è non ti fidi ? Viri ca iu sugnu ‘ngalantuomo.

Turi                       P’amuri ‘i Diu, non vuleva diri chistu. ( mette tutto a terra e cerca il denaro nelle tasche ) Preco, cca cci sunu 5 liri. Oh, buttana d’ ’a miseria !

Teodoro                 Chi fù ?

Turi                       Mi scurdai ‘a vurza coi soldi ca aveva ammucciatu nto matarazzu.( raccoglie tutto e esce )

Giulietta                 ( alzando gli occhi ) Oh, il cavaliere Morzella ! ( si alza ) Che ci fate qua ?

Teodoro                 ( non ricordandosi ) Scusi signorina, ma io……..

Giulietta                 Non vi ricordate di me ? A Milano, un paio di anni fa, sono venuta alla vostra agenzia per avere notizia del mio innamorato.

Teodoro                 Quando avevo l’agenzia a Milano……..aspettate…….forse ci sono…….sicuro, Ninetta Cri-Cri !

Giulietta                 Shhhhhh! ( guardandosi intorno ) Ninetta Cri-Cri una volta, ora sono Giulietta La Spina ho una sartoria e servo le migliori famiglie della città.

Teodoro                 Guarda, guarda….non fate più la canzonettista…avete lasciato il Caffè Chantant…?

Giulietta                 Si, e forse fra poco mi sposo.

Teodoro                 Brava ! Con l’innamorato che avevate perso ?

Giulietta                 Ca quali ! Chiddu era un delinquente. Chistu è un bravo ragazzo, ricco possidente di Zafferana. Però lo zio non acconsente !

Teodoro                 Forse perché ha saputo che facevate la canzonettista ?

Giulietta                 No, perché ha saputo che non ho padre.

Teodoro                 Morto ?

Giulietta                 No, cioè, non ‘u sacciu. Io non l’ho mai visto, non l’ho mai conosciuto a me patri. La Spina era il cognome della mamma.

Teodoro                 Ah, ho capito. E la mamma ?

Giulietta                 Eh, ( sospira ) mi cuntanu che la mamma morsi quannu iu aveva appena un mese.

Teodoro                 ( fra se ) La gran furtuna ! E sulu perchì non si sa cu è vostro patri….vi si nega il consenso ?

Giulietta                 Già.

Teodoro                 Ingiustizia sociale. ( come preso da un’idea ) Dicitimi ‘na cosa, voi avete piacere di sposare questo giovane ?

Giulietta                 Chi diciti ? Fussi ‘na furtuma ppi mia !

Teodoro                 Datemi 100 lire e vi procuro un padre.

Giulietta                 ( ridendo ) Avaia cavaleri, non diciti fissarii.

Teodoro                 Io dico sul serio ! Vi trovo io un tipo che acconsente. Vi pari ca è difficili truvarlu ? Voi quanto sareste disposta a dargli al mese ? Un centinaio di lirette ?

Giulietta                 Cavaliere vi prego, non scherzate !

Teodoro                 Sul lavoro non scherzo mai ! Un centinaio di lire, va bene ?

Giulietta                 ( ridendo) Un padre….centu liri ‘o misi !

Teodoro                 Sta bene. Favorite oggi alle cinque all’agenzia e vi farò trovare un padre nuovo di zecca. Ecco l’indirizzo. ( le dà uno dei suoi bigliettoni da visita )

Turi                       ( entra portando la borsa dei soldi ) Cavaleri, quanno siti comudu, cca c’è ‘u fammi arririri.

Teodoro                 ( a Giulietta ) Scusate un momento. ( avvicinandosi a Turi ) Che bella idea ! ( Turi gli mostra il denaro ) Aspetta un momento. ( sottovoce ) Cci n’hai ficutu ?……… Cci n’hai spiritu ?……….insomma….dico sangue freddo, facci tosta ?

Turi                       Ma chi và ciccannu ?

Teodoro                 Mi spiego. Se devi fare una finzione, ‘na cosa ppi finta ca ti po’ fruttari centu liri al mese, t’ha firi ?

Turi                       Centu liri ‘o misi ? Certu ca mi sentu capaci ! Ppi centu liri fussi capaci macari di travagghiari……….pocu.

Teodoro                 Benissimo. Allora ho trovato il posto che fa per te !

Turi                       Mih, mancu ‘u tempu ! Cca cci sunu i 5 liri.

Teodoro                 E no, me ne devi dare 20……

Turi                       20…ma dicistuvu……

Tedoro                  Si tratta di un posto d’eccezione: cento lire al mese, mangiare, vestire, dormire…….e senza travagghiari….e tu ti nni voi nesviri cu 5 liri ?

Turi                       Ma chi postu è ? Unni haiu ‘a ghiri ?

Teodoro                 ( mostrando Giulietta ) Con quella signorina.

Turi                       Ci servi ‘n cammareri ?

Teodoro                 No, le serve….un padre !

Turi                       Chie è ca cci servi ?

Teodoro                 Tu non vai come cameriere. Tu sarai il padre della signorina.

Turi                       Chi è ca haiu a fari ? ‘ U patri ? Ma si mancu canusciu a sò matri !

Teodoro                 Mutu, lassa fari a mia, poi ti spiego ogni cosa. ( a Giulietta ) Ho trovato quello che ci vuole !

Giulietta                 Così presto ? Chi l’aveva intra ‘a sacchetta ? E chi è ?

Teodoro                 Quel distinto signore che vedete là !

Giulietta                 Ma cui, ‘u munnizzaru ?

Teodoro                 Quali munnizzaru ?

Giulietta                 Chiddu…….faceva ‘u munnizzaru !

Teodoro                 Ma ppi daveru ?

Giulietta                 Sissignore !

Teodoro                 ( andando da Turi ) Tu facevi ‘u munnizzaru e non mi dicisti nenti ?

Turi                       Picchì chi c’è ? Sissignore, faceva ‘u munnizzaru, ma ero ‘n munnizzaru onesto. E poi era capurali d’ ‘a munnizza !

Teodoro                 Va bene, ora aggiustu tutt’ ‘i cosi iu. ( va da Giulietta ) Vi siete sbagliata………si, faceva il mondezaio……ma era…….un travestimento. ( facendo il misterioso ) Questioni politiche ! Poi ha lasciato la scopa e si è messo a fare il cameriere.

Giulietta                 Si, va bene….ma è troppu zaurdu, cavaleri !

Teodoro                 E che vuol dire ? Voi gli insegnerete come deve comportarsi e lui lo farà. Certo, lo vestite un po meglio……..più ricercato…….più serio…..

Giulietta                 Questo è sicuro ! Allora va bene, accetto.

Teodoro                 Benissimo. ( stende la mano ) Cento lire.

Giulietta                 Eccole qua. Me le trovo per caso, ho appena incassato una fattura. ( gli da il denaro )

Teodoro                 Grazie. ( va da Turi ) ‘ I vinti liri, forza !

Turi                       Certu. ( cava dal petto una borsa di tela bianca dalla quale estrae il denaro ) Chisti m’ ‘i desi don Nicolino, frischi, frischi. Favorite.

Teodoro                 E grazie. ( intasca il denaro, poi prendendo per mano Giulietta e presentando l’uno all’altro ) La signorina Giulietta La Spina vostra figlia……vostro padre il signor………..comu ti chiami ?

Turi                       Turiddu Scalora.

Teodoro                 Il signor Salvatore Scarola.

Giulietta                 Chi fitinzia….e iu m’haiu a chiamari Giulietta Scalora ?

Teodoro                 Che volete farci….chiddu è ‘u cognomi !

Turi                       Signorina, ‘u putemu abbissari….Salvatore Lattuga…….

Giulietta                 No.

Turi                       Salvatore Cavolocappuccio ?

Giulietta                 No !

Turi                       Salvatore Broccoli…..Nivia….Caliceddi……Urranii…..

Teodoro                 Basta, statti mutu ! ( a Giulietta ) Ma scusate, una volta sposata prenderete il nome di vostro marito. Perciò cosa importa ? Del resto si può fare un’altra cosa: davanti al cognome cci mittiti un bellu titulu a piaciri vostru………..Marchese, per esempio……..il Marchese Salvatore Scarola.

Turi                       ( ridendo ) Si, macari marchisi !

Giulietta                 Così và meglio.

Teodoro                 ( dopo aver guardato l’orologio ) Mizzica, si fici troppu tardu. Non pozzu chiù aspittari. Devo vedere una persona prima che parte.

Giulietta                 Pure io devo andare. Ora cci ‘u lassu dittu ‘a purtunara ca tornu chiu tardu, dopu ‘a prova nta marchesa Fiore.

Turi                       Auh, aspittati….iu chi fazzu ? Comu arristamu ?

Giulietta                 Ci vediamo stasera a casa mia. Via della Spiga 21.

Turi                       Sta bene.

Giulietta                 Arrivederci cavaliere.

Teodoro                 Scendo con voi, ti saluto Turi.

Turi                       Sempri ai comanni.

Giulietta                 Nuatri ni viremu stasira.

Turi                       Certo, cara figghia mia ! ( Teodoro e Giulietta vanno via ) Certu ca ‘sta me figghia è bona ! Ma bona cc’ ‘a cumma ! ( ride ) Cu mi l’ava diri ca iu aveva ‘stu piaciri ? Centu liri o misi ppi non fari nenti e stari vicinu a ddu babà ! Ora ca veni ddu porcu di don Niculino ci nni vogghiu diri quattru comu sacciu iu.

Nicolino                 ( da dentro ) Senza cerimonie, prego accomodatevi.

Turi                       Ddocu è, il tratitore. Cu ccu è ? ( entra nella porta a sinistra e fa capolino di tanto in tanto, poi sulla punta dei piedi passerà alla porta di destra )

Nicolino                 ( entra precedendo Alfonso ) Prego, accomodatevi.

Alfonso                  ( tipo di ricchissimo commerciante, sulla cinquantina, robusto. Costume chiaro, cappello di paglia a falde larghe. Grossa catena d’oro al panciotto, anelli etc ) Grazie. Dunque voi siete amico di mio nipote Mimì ?

Nicolino                 Sicuro, carissimo amico. Mi parlava sempre di voi, quando stavate in America.

Alfonso                  Si, e pure di voi mi parlava sempre. Dice che vi conoscete da parecchio tempo e vi volete molto bene.

Nicolino                 Sicuro.

Alfonso                  Io mi sono ricordato di questo e sono venuto a parlarvi, per vedere se almeno voi mi putiti dari ‘na manu a livarici d’ ‘a testa, un certo amoretto cu ‘na fimmina, ca sugnu sicuro non è cosa di maritarisi ccu me niputi.

Nicolino                 Sentite, caro signor…….

Alfonso                  Tricoli, Alfredo Tricoli.

Nicolino                 Ag, già, sentite caro Tricoli; io sapevo qualche cosa di questo…..amoretto, sapevo pure che voi non volete acconsentire, ma….perdonate la franchezza……..’a virità. Non trovu giustu la vostra opposizione. A mimì non ho detto niente, e vui comu ziu e tutore putiti fari chiddu ca vuliti……..( Turi fa capolino ) ma sapete, mi dispiace…..piglio a cuore le parti di questa ragazza senza padre. Perché io stesso……sono figlio del caso e del mistero ! ( a questo punto Turi passa a destra )

Alfonso                  Ma và…..vostro padre ? Vostra madre ?

Nicolino                 Mai conosciuti. Appena nato fui portato in campagna da una massara che poi mi racconto che lei stessa mi aveva fatto battezzare con il cognome di sua madre. A otto anni fui chiuso in colleggio e là sono rimasto fino a cinque anni fa……..

Alfonso                  Meno male.

Nicolino                 Per mano di un notaio, appena uscito dal colleggio mi fu consegnato un vitalizio molto rilevante….Ma di papà e mamma non ho saputo mai niente.

Alfonso                  Le cose della vita.

Turi                       ( fra se ) ‘U sapeva ca eri ‘n figghiu di………….enni, enni. ( via )

Nicolino                 Credo che abbiate capito perché difendo quella povera creatura senza padre come me.

Alfonso                  Ma non è per questo che io nego il mio consenso a Mimì ! ( tira fuori dalla tasca una busta gialla ed estrae molte lettere e fotografie di Giulietta ) Ecco qua, ‘nta ‘sta busta c’è tuttu chiddu ca può serviri ppi farisi ‘n’idea di cu è quella………povira criatura. Sono lettere, ritratti e cartoline che io ho trovato di qua e di là. Vi portai a vui pirchì a ddu scustumatu di me niputi, non lo voglio più vedere e non ci voglio più parlare. Datici ‘na taliata e se credete facitici sapiri a ddu minchiuni di me niputi, cu ccu si stà tingennu…..Giulietta La Spina, o per meglio dire, Ninetta Cri-Cri. ( gli da la busta )

Nicolino                 Ninetta Cri-Cri………ah, ho capito….nome di battaglia.

Alfonso                  Di grandi manovre, direi !

Nicolino                 Mi dispiace per Mimì. Chiuddu ‘a voli beni ppi daveru !

Alfonso                  Voi da vero amico, se lo volete veramente bene, lo dovete distogliere e farici capiri ‘u periculu ca stà currennu !

Nicolino                 Vedremo, lasciate fare a me.

Alfonso                  Bravo. ( campanello. Alfonso si alza ) Iù ppi ‘sta cosa ho trascurato anche i miei affari. Sunu cincu jorna ca sugnu a Catania in albergo, per indagare, per scoprire, per sapere………..

Rosetta                  ( entrando ) Scusatemi…..turnanu ddi signuri di poco fa, stanu trasennu.

Sofia                     ( seguita da Saverio ) Don Nicolino, scusate…………

Nicolino                 Signorina, come mai siete tornati ?

Sofia                     Siamo venuti a incomodarvi un’altra volta……( salutando Alfonso ) Signore……

Nicolino                 ( presentando ) La signorina Sofia Borzì, sorella del professore Saverio Borzì. Il signor Alfonso Tricoli, rappresentante di una grande casa di tessuti in America.

Sofia                     Piacere.

Saverio                  Tanto piacere.

Alfonso                  I signori mi scuseranno se non mi trattengo, ma devo partire e non vorrei perdere il treno delle due. Don Nicolino, non vi dico più niente, conto su di voi.

Nicolino                 State tranquillo.

Alfonso                  Signore, signorina.

Saverio                  Buon viaggio.

Alfonso                  Grazie.

Nicolino                 Rosetta, accompagna il signore. (Alfonso va via accompagnato da Rosetta ) Don Saverio, come mai siete tornati ?

Saverio                  Ci siamo dimenticati di chiedervi a che ora partite stasera.

Sofia                     Vogliamo venirvi a salutare alla stazione. A che ora partite ?

Nicolino                 Alle sette.

Sofia                     Sta bene, alle sei e mezzo ci troveremo alla stazione.

Nicolino                 Ma datemi almeno il piacere di potervi offrire qualcosa. Cosa desiderate ?

Saverio                  Niente, grazie.

Sofia                     Abbiamo fatto colazione poco fa….

Nicolino                 Allura ‘n pocu di cafè, per digerire.

Sofia                     E va bene. Una tazza di caffè la prendiamo volentieri.

Nicolino                 Grazie. Allora favorite di là, prego. ( escono insieme )

Turi                       ( entra e viene avanti con precauzione ) Ora m’assettu e non mi smovunu chiù mancu ‘i carabbineri. ( si sdraia beato sul divano ) E si midici quacche cosa…..’u pigghiu macari a cauci. ( prende un giornale e senza accorgersi che è capovolto finge di leggere )

Nicolino                 ( da dentro ) Rosetta, Rosetta. ( entra ) Rosetta ( vedendo Turi ) Iù a tia va a finiri ca ti ciaccu, parola d’onore ! Signor principe eccellenza illustrissima, volete un paio di cuscini per la testa, così state più comodo ?

Turi                       No, grazie, sugnu bonu accussì !

Nicolino                 Senti, vidi ca ccu mia c’è poco di schirzari. Susiti ddi ddocu !

Turi                       ( guardandolo con calma ) E chi manera di parrari è chista ? Ma ‘u sai ca ti trovu male educato ?

Nicolino                 Ma senti, mi parra cu’ ‘u tu ! Chi jemu ‘a scola assemi ? Susiti e vattinni !

Turi                       Iu ? Tu si pazzu, caru miu ! Di qua non mi soso !

Nicolino                 No, ti ti susi. Picchì se no ti susu iu a cauci ‘nto culu.

Turi                       ( alzandosi di scatto ) A mia ? ( spalanca comicamente gli occhi in tono di rimprovero )

Nicolino                 A tia, si, a tia ! ( si avvicina )

Turi                       Nicolinu, ora basta ! ( gridando ) A chistu non c’eramu mai arrivati !

Nicolino                 ( gridando ) E ora c’ arrivamu. ‘U vuoi viriri ? ( fa per dargli un calcio )

Turi                       ( arrestandolo, prendendogli il piede in mano, con voce tonante ) Nicolino, bada a chiddu ca fai ! Non ti permettiri di isarimi ‘i manu ca Diu ti castiga ! ( lascia andare la gamba )

Sofia                     ( entrando incuriosita ) Ma cosa succede ?

Saverio                  ( entra anche lui ) Cos’è questo chiasso ?

Turi                       Ah, la donna culumbrina è ancora cca ?

Saverio                  Bada a come parli, cafone. Ti spacco il bastone in testa, hai capito ?   ( va a prendere il bastone )

Turi                       E provici, viremu ! ( alza una sedia )

Nicolino lo trattiene. Entra Rosetta di corsa.  

Rosetta                  Ma chi stà succirennu ? ( trattenendo Saverio ) Ppi carità !

Sofia                     ( tirando Saverio ) Saverio, andiamocene, è impazzito !

Turi                       Fora, nisciti fora !

                            Nicolino lo trattiene, sempre gridando; Sofia trascinando Saverio, Rosetta urla spingendo Saverio e dopo qualche sforzo riescono a portarlo via, uscendo dal fondo.

Nicolino                 Lassa ‘sta seggia ! ( gli strappa la sedia, la mette via e far per avventarsi su lui, tirandosi su le maniche per assestargli un pugno )

Turi                       ( gridando ) Fermati ! ( lo spinge verso il divano, gli va incontro e gli dice forte, ma di petto) Iu sugnu tò patri, capisci ? Tò patri !

Nicolino                 Me patri ?

Turi                       Si, e trema. Trema della mia maledizione !

Nicolino                 ( emozionatissimo ) Papà ! Tu ! Viu ! Viu siti me patri ?

Turi                       Iu, sissignori!

Nicolino                 ( Avvilito ) Turiddu ‘u munnizzaru ! ( cade sul divano )

Turi                       ( siede al tavolo barcollando, fingendosi emozionatissimo )

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

Studio di Nicolino in un villino mobiliato. Sul davanti a destra scrivania con sopra tutto l’occorrente per scrivere e campanello, cestino accanto. A sinistra piccolo tavolo  con tappeto, con sopra giornali etc. Due poltrone accanto. Porta in fondo a due battenti, due porte laterali e finestra a destra. Divano al centro. Tende a tutte le porte.

Nicolino       (seduto presso la scrivania. È in maniche di camicia e scrive una lettera, ma a metà, scoraggiato, butta via la penna, strappa il foglio e lo getta nel cestino) E chistu è ‘u quartu bigliettu.Non sacciu di unni haiu a ‘ncuminciari…..Comu fazzu a dirici a don Saverio ca Turi ‘u munnizzaru è me patri ? È ‘na parola !M ' 'u dissiru bellu chiaru ca non lu vulevunu vidiri chiù……E comu fazzu ? ( suona il campanello ) Giovanni !

Giovanni      ( dalla prima a sinistra, in maniche di camicia e grembiule, ha uno strofinaccio in mano ) Comandate.

Nicolino       Hai messo in ordine la mia stanza ?

Giovanni      Sissignore.

Nicolino       Fammi un favore, chiamami a Turi….a papà, chiamami papà. Si è alzato ?

Giovanni      Si stà susennu ora.

Nicolino       Ora ? Ma è mezzogiorno !

Giovanni      Si è svegliato ora, ora. Iu stanotti ‘u ‘spittai fino alle tre. Tannu s’arritirau !

Nicolino       E semu a Riposto, figuriamoci si erumu a Catania ! Allora lascia stare. Aspettu ca passa cca banna. ( Giovanni fa per andare ) A proposito, ‘a giacca mia d’ ‘o pigiama unni è ?

Giovanni      Cci l’avi vostru patri, si l’ha pigghiavu iddu.

Turi             ( entra dalla seconda a sinistra, elegantissimo in giacca da camera e con una grossa pipa accesa in bocca ) Chi c’è ? ‘Ntisi si la pigghiavu vostru patri. Chi mi pigghiai ?

Giovanni      Il pigiama di vostro figlio.

Turi             ‘U chi ?

Nicolino       ‘A giacca di cammira, chista c’aviti di ncoddu. Si chiama pigiama.

Turi             Ah, ‘u capii. (a Giovanni) E chiamila giacca, beddu miu ! Chi è ‘stu picciannu? Si, m’ ‘a pigghiai iu, però s’ha fari sistimari, picchì non mi stà tantu bona.      ( sputa; Giovanni via; Nicolino passeggia nervosamente. Turi lo guarda un poco e poi con tono di rimprovero ) E allura, chi è ? Non si saluta ‘u papà ?

Nicolino       Buongiorno…papà.

Turi             E non si vasa ‘a manu a papà ?

Nicolino       ( suo malgrado ) Certo, scusate. ( va a baciargli la mano)

Turi                       Bravo. Binirittu figghiu miu. ( va a sedersi sulla poltrona ) Stanotti m’arricriai a dommiri ! N’aveva bisogno, mi sinteva propriu stancu.

Nicolino       Ci criru, v’arritirastuvu ‘e tri di notti !

Turi             ( sbadigliando rumorosamente ) E comu m’addivirtii ! Mi nni sono antato a lu triatro ! C’eruna tanti canzunittari. Dopu mi nni purtai dui a manciari, e si sapissi……Niscemu d’ ‘a trattoria  ca erumu ‘mbriachi comu tanti signi. ( ride e fuma. Vedendo Nicolino che passeggia nervosamente. ) Niculinu, figghiu miu, ma chi hai stamatina ? Mi stà facennu girari ‘i baddi…di l’occhi.

Nicolino       Papà, iu v’haiu a parrari……

Turi             Chi cosa mi tevi dicere…figghiu ? ( sputa )

Nicolino       Volevo qualche spiegazione.

Turi             N’autra vota ?

Nicolino       E si, a Catania non mi dicistuvu quasi nenti, e ci sono certi punti oscuri che vorrei essere spiegato meglio.

Turi             E ddocu ti vogghiu ! Figghiu miu stamatina mi siddiu. Ni parramu n’autra vota.

Nicolino       E no ! Avemu ‘a parrari oggi, facitimi ‘stu favuri. Mi devo decidere a dari ‘sta nutizia ai parenti della mia fidanzata.

Turi             Picchì, ancora no ci l’hai data ?

Nicolino       E no, senza sapiri bonu ‘u fattu……capirete. Dunque, vui mi dicistuvu che vi siete finto munnizzaru ppi putiri trasiri ‘nto me palazzu e avere mie notizie, è veru ?

Turi             Si capisci, non mi putevu fare accanoscere, tannu.

Nicolino       Poi successi l’incidente d’automobile, io vi pigghai ccu mia e voi accettaste con piacere……………

Turi             E mi pari ! Ti puteva stari vicinu, puteva vigliare megghiu su di a te.

Nicolino       E sta bene. Poi mi dicistuvu ca me matri era un gran signora……..

Turi             ‘Na signora ricchissima.

Nicolino       E ca era maritata con un uomo ricchissimo macari iddu, ma vecchiu…….

Turi             Uh, vecchiu….vicchiuni.

Nicolino       Benissimo. Vui eruvu in casa comu cammareri e la signora s’innamuravu di vui………….

Turi             E chi voi, vintisetti, vintott’anni………giuvini…eleganti….simpaticu…….

Nicolino       Aveste una relazione e doppu n’annu nascivi iù. E poi ?

Turi             E poi ? Chi c’haiu a cuntare a chistu. Appoi ‘u marito scuprivu la cosa e a mia mi nni stramannau.

Nicolino       E alla mamma ?

Turi             A mamma…….a mamma….cci sparau ! ( sospirando come rattristato dal ricordo ) ‘A puttai o spitali e dopu ottu iorna….muriu !

Nicolino       ( commosso ) Povera mamma, che brutta fine ! ( piange ) E poi ?

Turi             Ogni matina iu cci eva a truvalla, cci puttava ‘i savoiaddi, ìi totò, ‘i panuzzi cauri, ‘n pezzu di aregna….ma fu tuttu inutili….ormai era troppu addebboluta e m’appi a mangiari tutti cosi iu. Prima di moriri mi dissi: « Ti raccumannu nostru figghiu, non l’abbannunari. Vai ccu ‘sta catta nto nutaru e iddu ti dunu tutti ‘i soddi ca ti servunu per la so educazione » Stuccau ‘u coddu e mossi ! Iu ti purtai ‘nta balia picchì eri allievo e avevi bisognu di latti….e iu latti non n’aveva….picchì si l’avissi avutu ti lu dava cu tuttu ‘u cori……ma latti paternu non esisti. Poi a ott’anni trasisti o culleggiu di unni niscisti cinc’anni fa.          ( pausa )

Nicolino       ( affranto ) Ho capito, ho capito tutto. E dire che non potrò mai conoscere mia madre !

Turi             E comu ‘a voi canusciri, mossi sparata !

Nicolino       Almenu dicitimi comu si chiamava !

Turi             Chistu mai ! Chistu è ‘n segretu che mi porterò nel tavuto…..nella cascia…..nella tomba !

Nicolino       E del marito d’ ‘a mamma, chi nni fu ?

Turi             Mottu, mottu macari iddu……chinnici iorna fa. E doppu la so morti iu mi potti apprisintari e ti potti arrivilari ca sei mio figlio. Si ‘u faceva prima, ddu pezzu d’assassinu capaci ca ti sparava macari a tia, ppi vendicarisi versu il bastar…..il figlio della coppa. Ma ora basta, non parramu chiù di ‘sti cosi. Non mi riordare più il chiovo !

Nicolino       Va bene papà………e vui ora, naturalmente, vulissuvu arristari…. sempri ccu mia ?

Turi             Certu, sugnu to patri !

Nicolino       No, ‘u viriti chi è………..io ora mi sposo……e vaiu ‘n casa di Don Saverio.

Turi             E chicci fa ? Cci vegnu macari iu !

Giovanni      ( entrando, rivolto a Turi ) Fuori c’è uno ca vi cecca….

Turi             A mia ? E cu è ? Fatti diri chi cosa voli !

Giovanni      Non mi lu vosi diri. Dici c’ha parrari propriu ccu vui, è ‘na cosa di primura.

Turi             Ma cu schifiu è, chistu ? Iemu ‘a viriri.

Nicolino       Ma chi è ?

Giovanni      ‘N facchinu dell’albergo Italia, e vuleva parrari ccu vostru patri.

Nicolino       E che cosa sarà ? Basta, vammi a prendere la giacca.

Giovanni      Subito. ( va e poi torna )

Turi             ( rientra, sbottonandosi la giacca da camera. ) Santu diavuluni ! Arrivau Giulietta La Spina. Mi l’hava scurdatu di chissa !

Nicolino       Papà, cosa è successo ?

Turi             Nenti, ( si toglie la giacca da camera ) arrivavu un mio canuscente,mi stà aspittannu all’albergu.

Nicolino       E picchì non vineva cca ?

Turi             Picchì cca non po’ veniri, c’havi i peri vunchi….e non po’ caminari. Perciò cci vaiu iu dda. ( a Giovanni che torna a portare la giacca a Nicolino ) Pigghiati ‘sta cosa, e mi porti ‘a giacca e ‘u cappeddu, subbitu. ( gli da la giacca )

Giovanni      Sissignore.

Turi             Ma viriti chi cumminazioni, e ccu cci pinsava chiù………….

Nicolino       Papà, ma si po’ sapiri chi succeri ?

Turi             Ti dissi ca è ‘na pirsuna…….tu non lo poi sapiri…..chisti sunu segreti paterni. Jamu Giuvanni, t’addurmiscisti ?

Giovanni      ( uscendo con la giacca ) Cca sugnu. ( l’aiuta a vestirsi )

Turi             Speriamu ca trovu ‘na carrozza. Niculinu, ni viremu chiù tardu. ( via di corsa per il fondo )

Nicolino       ( con lo sguardo fisso in un punto. Lunga pausa. Poi in tono drammatico ) Ed ecco spiegato il mistero della mia nascita ! ( Pausa. Sospira: Va a sedersi alla scrivania e si accinge a scrivere ) Viremu si pozzu scriviri ‘sta litra !

Giovanni      ( entrando con un biglietto da visita ) Don Nicolino, c’è ‘stu giovanotto, stà aspittannu ‘nto salottino all’ingresso.

Nicolino       Ah, Mimì Cardillo, fallo entrare.

Giovanni      Prego, favorisca.

Mimì            Grazie. Carissimo Nicolino.

Nicolino       Caro Mimì.

Mimì            Ho ricevuto la tua lettera e subito sono venuto.

Nicolino       Bravu, Mimì. Si sulu ?

Mimì            No, macari ccu Giulietta, siccomu doveva venire qua a truvari….. ‘na persona. Però idda partivu prima di mia c’ ‘o direttu e iu partii dopo col misto. Non vosi ca partevumu assemi, ed era giustu !

Nicolino       E pirchì ?

Mimì            Eh, non stava bene. Noi siamo conosciuti, e virennuni partiri assemi, la gente chissà cosa poteva pensare. Per lo meno pinsavunu ca ni nni stavumu fuiennu. Sai, le male lingue……..meglio evitare.

Nicolino       E l’hai fatta partire sola ?

Mimì            Si, e chidda quannu è sula è megghiu. Và più seria, più dignitosa, cala l’occhi ‘nterra e non duna cunfirenza a nuddu. Ora è all’albergu Italia. Ma iu ancora non ci sono andato, prima vinni cca nti tia, pi sentiri chi notizie cci sunu, e per darti una grande notizia.

Nicolino       Quali nutizia ?

Mimì            Quella persona ca Giulietta vinni a truvari, ‘u sai cu è ?

Nicolino       No.

Mimì            Niente di meno che….il padre !

Nicolino       Macari idda ?

Mimì            Cou, macari idda ?

Nicolino       ( con freddezza e senza entusiasmo ) E sì, perché anch’io ho trovato mio padre !

Mimì            Chi bella notizia. Immagino la tua felicità.

Nicolino       ( freddo ) Si….così…..E chi è il padre di Giulietta ? Una brava persona ?

Mimì            Caspita ! Per bene ? Marchese, e non ti dicu autru !

Nicolino       ( con amarezza ) Ah, è marchese ?

Mimì            Figurati quannu Giulietta mi lu dissi, chi piaciri…..picchì ora mio zio Alfonso, ‘u cunsensu mi l’ha dari !

Nicolino       No, Mimì non ci sperare, picchì cu tuttu ca Giulietta attruvavu ‘u patri….non ti la poi maritari ‘u stissu !

Mimì            E perché ?

Nicolino       Il perché te lo spiego io ! Chidda non è fimmina ppi tia ! Mimì tu fai ‘na gran fissaria si ti mariti dda civetta !

Mimì            Auh, Nicolino , bada a comu parri di Giulietta !

Nicolino       Ma quali Giulietta, stupido, chiamala invece Ninetta Cri-Cri !

Mimì            Ninetta Cri-Cri ?

Nicolino       Così si faceva chiamare quando cantava a Milano. Aspetta un momento. ( va alla scrivania e prende la busta che gli ha dato Alfonso ) Tieni, leggi queste lettere, talia ‘sti fotografii e arricriati ! ( gli mostra una foto )

Mimì            Mamma mia…..stai trimannu tuttu…….Giulietta, Giulietta mia.

Nicolino       E di c’ ‘u sapi quanti autri.

Mimì            Ppi carità, statti mutu…..non puo essere !

Nicolino       E guarda, teh, viri comu è cumminata nta ‘sta fotografia. E non c’è dubbiu ca è idda.

Mimì            No,Non voglio guardare….non voglio vedere…..(guardando ) non voglio guardare………alla facci del caciocavallo ! Chi gran pezzu di….fimminuna ! Che bella figura….che spalle……..che seno………

Nicolino       ….e chi cosci !

Mimì            Ah, chi bellezza ! ( irritandosi d’un tratto, passeggia irritatissimo ) E dia mia non ha vulutu farisi tuccari mancu cu ‘n ghitu. Non m’ha fattu viriri mai, tanticchia di tutta ‘sta robba….e poi si fa fotografari di ‘sta manera ! Cu tutti ‘i cosci di fora ! ( commosso, piangendo comicamente ) Cu tutti ‘i cosci di fora !

Nicolino       E bonu, non gridare.

Mimì            Ma questo è orribile, vergognoso !

Nicolino       E ‘st’ autra….allustriti l’occhi ! ( gli mostra un’altra foto )

Mimì            Mischiti !

Nicolino       E avissi a leggiri qualche littra. Roba di fari attisari ‘i capiddi ! Leggi !

Mimì            È inutile ! Mi è bastata questa per capire tutto ! Che svergognata !

Nicolino       Non ti pigghiari collira, tantu non t’ha maritasti.

Mimì            ‘U fattu è…ca iu ha vogghiu beni……….macari ora ca l’hai vistu accussì…..anzi ora ca l’hai vistu accussì…a vogghiu sempri chiù beni ! Scellerata !

Nicolino       E allora ? Tenatilla, facci l’amore, stacci assieme…….ma senza parrari di matrimonio…….capisci ? Quannu, poi, ti nni stufi ‘a lassi e bonanotti ! Ascuta a mia, fai accussì !

Mimì            Si, dici bene. Voglio seguire il tuo consiglio. Appena ‘a vidu, cci dicu:< Ah, tu mi vulevi pigghiari ppi fissa ? Ma ti falliu ‘u coppu, cara signorina Cri-Cri. >

Nicolino       ( assecondandolo ) Iu, poi, mi maritava a tia !

Mimì                      Iu, poi, mi maritava a tia !

Nicolino       E sì !

Mimì            E sì !

Nicolino       Se vuoi fare l’amore con me, con piacere, con tanto piacere.

Mimì            Se vuoi fare l’amore con me, con piacere, con tanto piacere. Lassa fari a mia, Nicolino. Con permesso.

Nicolino       Ti salutu.

Mimì            ( uscendo di corsa urta Giovanni che sta entrando ) E chi sì orvu….stai attento !

Giovanni      ( toccandosi la pancia ) Ora viriti ca sugnu iu chiddu ca non ci viri ! È venuto questo signore. ( consegnandogli un biglietto da visita )

Nicolino       < Saverio Borzì >, uh, Don Saverio. Chi è sulu ?

Giovanni      No, ci sono pure due signore.

Nicolino       Avanti, fai entrare.

Giovanni      Signori, favoriscano, da questa parte.

Saverio        ( entrando ) Caro Don Nicolino.

Sofia            ( entrando ) Eccolo qui il mio simpaticone.

Marietta       Buon giorno, Nicolino.

Nicolino       Marietta mia, come stai ?

Marietta       Benissimo, e tu ? Non ci aspettavi vero ?

Nicolino       E no…..

Saverio        Io l’avevo detto !

Marietta       Siccome i lavori nell’appartamento sono finiti prima del tempo, ti abbiamo voluto fare una sorpresa ! Ti ha fatto piacere ?

Nicolino       Oh, assai. Non ti puoi immaginare…. ( guarda nervoso la porta )

Sofia            Io non vedevo l’ora di correre da voi ! Mi volete dare un bacio ? È una settimana che ne sono priva….e adesso mi spetta !

Nicolino       È giusto, servitevi pure. ( le porge la guancia )

Sofia            Che caro ! ( lo abbraccia e lo bacia più volte )

Marietta       Ehi, zia Sofia. Così me lo sciupi. ( ride )

Sofia            Non sarai mica gelosa ?

Giovanni      (rientra con le valige e le appoggia a terra )

Marietta       No, sicuramente. Ma siate meno espansiva.

Sofia            Ma dai, io me lo mangerei di baci a questo qua. ( Ride ) Perché tu non lo conosci come lo conosco io.

Marietta       Nicolino, ma che cos’hai ? Ti vedo preoccupato, nervoso, distratto.

Saverio        Vero, me ne sono accorto pure io !

Sofia            Forse non vi sentite bene ?

Nicolino       No, ma che….sto benissimo…….( a Marietta ) ti sbagli tesoro…….( cambiando discorso ) Dunque le vostre camere sono pronte. A voi don Saverio, vi ho fatto preparare un lettino nel salotto. Mi dovete scusare, ma questo villino non è tanto grande.

Saverio        Non vi preoccupate. Io dormo bene da qualunque parte.

Nicolino       Ma starete bene, però, cìè un bel balcone che dà sulla campagna, una veduta splendida. Volete venire a vedere ?

Saverio        Non è il caso, quando lo dite voi ! ( alle donne ) Voi andate a sistemare la roba, che io vi raggiungo subito. Voglio scendere un momento in paese. Voglio comprare quattro cosucce.

Marietta       Allora noi andiamo dentro, ci laviamo un po’ e sistemiamo la roba. Per dove si va ?

Nicolino       ( chiamando ) Giovanni, Giovanni accompagna le signore.

Giovanni      ( entrando ) Subito signore. ( prende le valigie ) Da questa parte, prego.      ( resta dritto aspettando che passino prima le signore )

Marietta       Con permesso, Nicolino.

Nicolino       Vai pure. E qualunque cosa vi serva, suonate e sarete subito servite.

Sofia            Grazie, simpaticone.

Marietta       Papà, torna presto.

Saverio        Si, e che ci metto !

Sofia            ( a Nicolino )  Permettete.  ( Marietta entra avanti.  Sofia guardando Giovanni va da Nicolino e gli dice piano )  Quello è il nuovo cameriere che avete   preso ?

Nicolino       Sicuro, è con me da una settimana.

Sofia            E ci avete proprio guadagnato nel cambio ! Si vede subito che è un buon cameriere. Avrà sicuramente servito in case nobili.

Saverio        Sicuro, non vedi come sta serio, corretto !

Sofia            Questo è un cameriere, non quel lazzarone. Avete fatto bene a licenziarlo, era uno scostumato !

Nicolino       Già, ma vedete quello…….

Sofia            Non mi parlate di quello, per carità ! Mi vengono i nervi !

Nicolino       Prego andate a rinfrescarvi, poi vi dirò.

Sofia            Con permesso.

Giovanni s’inchina quando passa Sofia, questa risponde con un leggero cenno della testa e

Un piccolo sorriso. Poi seria, sobria e dignitosa entra. Giovanni la segue.

Nicolino       ( deciso, a Saverio ) Don Saverio, io vi debbo parlare.

Saverio        ( guardandosi attorno ) E io pure. Vi voglio raccontare un’avventura che mi è capitata ! Ho fatto una conquista in treno mentre viaggiavamo.

Nicolino       Ma, non stavate con le signore ?

Saverio        Si, ma è stato fuori, nel corridoio. Ero uscito a prendere un poco d’aria, perché dentro faceva un caldo terribile………Nicolino…….e che bel pezzo di figliola ! Che eleganza, che profumo, che sciccheria.

Nicolino       Don Saverio, ma pensate, riflettete…..alla vostra età non è conveniente. Non penso che cercherete di rivederla ?

Saverio        ( mentendo ) No, no……ma quale veder ! Macchè ! È stato così….tanto per raccontarlo….figuratevi. Ma voi, invece, cosa mi dovete dire ?

Nicolino       ( molto imbarazzato ) Ecco qua, si tratta di questo. Io certamente non ho nessuna colpa…….e iddu mancu…………del resto la nascita è un caso………e se uno………Scusate don Saverio, permettete un’attimo. Vado a vedere se è arrivato un mio amico che aspettavo. Quando torno riprendiamo il discorso.

Saverio        ( stupito ) Fate con comodo.

Nicolino       Grazie. ( fra se ) E comu cci ‘u dicu ? Comu cci ‘u cuntu ? ( esce )

Saverio        Si, stai friscu ! Io ero tanto fesso che non cercavo di rivedere quella bambola. Lei è scesa alla nostra stessa stazione. Mi ha detto pure il nome…..Giulietta La Spina. ( tira fuori dalla tasca un fazzolettino da donna e lo annusa) Le debbo scrivere al fermo posta…..ora vado a imbucare un biglietto con l’appuntamento. ( va a prendere il cappello sul divano e si aggiusta la cravatta allo specchio )

Turi             ( entra asciugandosi il sudore ) Mi fici ‘sta surata inutilmenti !

Saverio        ( si volta per andare e riconosce Turi ) Ah, tu sei qua ?

Turi             Carissimo…salutamu e cacciamu.

Saverio        E che ci fai in questa casa ?

Turi             Comu, chi cci fazzu ? Iu cca, cci ambito.

Saverio        Come…..ma don Nicolino non ti ha licenziato ?

Turi             A mia ? E chi si ‘mbriacu, Burzillo !

Saverio        Ora ti rumpu ‘stu vastuni ‘nta testa !

Turi             ( sfottente ) E provici. Fusti tu ca cci dicisti a Nicolino di cacciarimi, picchì iu in casa tò non ci puteva stari, picchì era facchinu…è veru ?

Saverio        Sicuro ! E si non ti cacciau iddu ora ti nni mannu iu; a cauci  !

Nicolino       ( entrando ) Papà, cca siti ?

Saverio        ( a Nicolino ) Bravo, arrivate giusto, giusto in tempo !

Turi             Niculinu, dicci a chistu ca la finissi di ‘ncuitarimi picchì cci ‘a fazzu finiri mali !

Saverio        Da del tu pure a voi ? Insomma mi volete spiegare perché questo cafone si piglia tanta confidenza ?

Nicolino       Don Saverio, iu a chistu non ‘u pozzu licenziari. Vui chi vuliti di mia ? Oh !

Saverio        Non lo potete licenziare ?

Nicolino       No. Sappiatelo una volta per tutte: questo……è mio padre !

Saverio        ( con grande sorpresa ) Cooosa ?

Turi             Chistu è me figghiu. ‘U capisti, Burzillu ?

Saverio        ( a Nicolino ) Vostro padre, possibile ? ( a Turi ) don Nicolino è tuo figlio ?

Turi             Mih, ma è duru. Priffettamente !

Saverio        Uh, mamma mia ! ( guardandolo atterrito, fra se ) È stato con questo che Sofia……a Roma…all’albergo…che vergogna ! con un servitore….( poi forte ) un servitore !

Nicolino       No, don Saverio, si è fatto servitore per amore paterno.

Turi             Ppi putiricci stari vicinu.

Saverio        Ma aspettate…la settimana passata però….

Nicolino       La settimana passata non si era ancora fatto riconoscere.

Turi             Pirchì non era ancora ‘u mumentu.

Saverio        Ma allora perché, quella mattina, dicesti tanto male di Nicolino, che a momenti scombinavo il matrimonio ? Che era sciupato, malaticcio….

Nicolino       A proposito, ma chi vi vinni ppi testa ?

Turi             Picchì….’a virità…..’stu matrimoniu, non tantu mi eva a geniu. Ma poi virennu ca me figghiu si aveva ‘ntistato, ca cci voleva bene alla carusa….dissi ‘nta me testa : e vabene, facemaccilla maritari !

Saverio        Mi facisti ‘a grazia ! Ma ora prima che tuo figlio si sposi, spero non non vorrai dimenticare un tuo sacrosanto dovere.

Turi             Quali dovere ?

Saverio        Ah, non capisci, vero ? Legittimare Nicolino sposando sua madre !

Nicolino       ( sospirando ) Eh !

Turi             ( sospirando ) Ah !

Saverio        Chi fù ? Chi vi sintiti ?

Turi             ( fingendosi commosso ) Povira fimmina !

Nicolino       ( asciugandosi una lacrima ) Mia madre è morta !

Saverio        Che avete detto ?

Nicolino       Mia madre è morta e io non potrò mai conoscerla !

Saverio        Ma che state dicendo ? Chi ve lo ha detto ?

Nicolino       Papà. ( Turi approva con aria afflitta )

Saverio        Ma che, siete pazzi ? Ahhhhh! Forse, non avendone più notizie, avete creduto….Ma che morta, quella è più viva di voi e di me.

Nicolino       ( con gioia ) Possibile ?

Turi             A postu, semu !

Nicolino       Ma scusatemi, non morì all’ospedale; non fu sparata dal marito ?

Saverio        Cosa ? Ma se non si è mai sposata !

Turi             Ma picchì, tu ‘a canusci ?

Saverio        Io ? Si…così….di vista.

Nicolino       E siete sicuru che non è mai stata sposata ?

Saverio        Sicurissimo !

Nicolino       ( a Turi ) Ma chi mi dicistuvu, allura ?

Turi             ( cercando un prestesto ) E chi t’ava a diri ? Ti dissi accussì, picchì tanti voti ‘a virità non si po’ diri. Capisci, figghiu miu ?

Nicolino       ( avvilito, dopo una pausa ) Ho capito ! ‘A mamma era una di ddi fimmini disgraziati, ca non si nni po’ parrari mancu co figghiu. ( piange )

Turi             Ecco, bravo. Non si nni po’ parrari. Perciò non nni parramu chiù !

Saverio        ( offeso ) Perché ? Ti permetti forse di pensare che la madre sia una……

Turi             ( lo interrompe gridando ) Iu non pensu nenti….ma non nni vogghiu parrari chiù !

Saverio        ( dopo aver esitatto un poco ) Nicolino…….fatemi il favore….andatevene un momento di là, lasciatemi solo con lui. Mi deve spiegare che vogliono dire quelle parole che ha detto. La cosa mi sta assai a cuore !

Turi             ( fra se ) E ora accumincia ‘u ballu ! ( si siede su di una poltrona )

Nicolino       Va bene, fate con libertà. ( con gioia ) Attruvai macari a mamma ! Ma pirchì non mi nni volunu parrari, chi cumminau ‘a mamma ? ( esce e chiude la porta dietro di se )

Turi             ( vedendo che Saverio va a chiudere anche la porta di fondo, fra se ) Sta chiurennu ‘i porti, cca va a finiri a tolla matolla !

Saverio        ( viene avanti, si avvicina a Turi e prendendolo per il bavero lo costringe ad alzarsi ) Tu ti sei permesso…………

Turi             Auh, statti soru che manu, ‘u capisti ?

Saverio        Tu ti sei permesso di dire che di mia sorella non se ne poteva parlare nemmeno col figlio ! E perché ? Che ne sai tu, di lei ? Fosti tu, grandissimo porco, che approfittando della convulsione, le facesti quel bel guaio !

Turi             Iu, apprufittannu d’ ‘a comunioni, cci fici ‘u vaiu a so soru ?

Saverio        Ehi, non fare il furbo ! ( sempre tenendolo per il bavero e minacciandolo )

Turi             ( imitandolo e stringendo i pugni ) Auh……..( si sono tanto avvicinati da toccarsi naso a naso )

Saverio        Non negare, sai ! Tu sei stato e tu devi riparare. Ora te la sposi subito, a mia sorella, perché se no……….

Turi             Aspetta, aspetta…..ma comu tò soru e ‘a mamma di me figghiu Niculinu ? Chidda ca vinni nta casa a Catania ?

Saverio        E che tu chiamasti columbrina !

Turi             Ah, è chidda ?

Saverio        Perché, non l’hai riconosciuta ?

Turi             Iu ? ( non sapendo che dire ) E…….no !

Saverio        In quanto a questo non posso dire niente. Si capisce, dopo venticinque anni !

Turi             E comu ‘a puteva arricanoscere, doppu vinticinc’anni ?

Saverio        E poi stavate al buio, è naturale !

Turi             E poi erumu o scuru. Ma scuru….proprio…ca non si videva nenti.

Saverio        Povera Sofia, si prese quello spavento ! E tu vigliaccamente approfittando della debolezza e della paura di quella povera figlia…..facesti….( con rimprovero ) Facesti una bella cosa ?

Turi             Nossignore. Ma vui…capiti……..l’omu è omu !

Saverio        Si capisco. So quello che voui dire….se lei non entrava in camera tua…non è vero ?

Turi             Chistu dicu.

Saverio        E che significa ? Ci entro forse apposta ? Nei corridoi di un albergo, si sa, le porte sono tutte uguali, e uno può facilmente sbagliarsi.

Turi             Si capisci. Picchì ‘u fattu successi ‘nta ‘n albergu…….( fingendo di ricordare ) all’albergu…….

Saverio        Cavour, Cavour !

Turi             Già, all’albergo cauru, cauru.

Saverio        A Roma, vicino a sant Eustachio.

Turi             Sicuru, a Roma vicinu a santu Pistacchio.

Saverio        E se non fosse venuto quel temporale…..Almeno il temporale te lo ricordi ?

Turi             Comu no ! E comu mi lu scordu dda gran sorti di temporali !

Saverio        Ceri tuoni che facevano tremare i vetri e il pavimento…..E si capisce…..il tuono di marzo è terribile !

Turi             Lu scantu di dda sira.

Saverio        E quella povera Sofia perse i sensi e…….( cambiando tono ) Ma dico io, la mattina dopo perché non ti sei fatto trovare ?

Turi             Aveva ‘n appuntamentu urgenti !

Saverio        Un appuntamento che ti ha trattenuto venticinque anni ?

Turi             Parrannu, parrannu si fici tardu.

Saverio        Perché no rivelasti subito chi eri ?

Turi             Picchì….non aveva arrivato ancora il momento !

Savrio          Ah, si ? Ora questo benedetto momento è arrivato ! O ti sposi a Sofia o l’avrai a che fare con me. Io non ci penso un attimo a sapararti !

Turi             Auh, jemici alleggiu c’ ‘o sceccu !

Sofia            ( entrando ) Eccomi qua. Mi sono data una rinfrescata e mi sento molto meglio.

Saverio        Brava, giungi a proposito.

Sofia            Perché ?

Saverio        Lo vedi chi c’è ?

Sofia            Il cameriere di Nicolino! E che ci fa qua, questo lazzarone?

Saverio        Non lo potrai mai immaginare ! Questo è quello svergognato della notte fatale….quando a Roma…..ci fu…..il tuono di Marzo !

Sofia            ( grandissima sorpresa ) Cosa? Lui? ( guardandolo) Macché, non può essere!

Saverio        No, è così ! ( a Turi ) Dille qualche cosa, falle ricordare di te. ( piano) Io me ne vado, così non vi metto in soggezione. Se quando torno non mi chiedi la mano di mia sorella….guai a te……( fa il segno della pistola) Guai! ( Esce)

Sofia            ( guardando Turi attentamente) Ma come è possibile….Venite qua, avvicinatevi. ( Turi si avvicina) Ditemi la verità. Considerate che questo non è uno scherzetto. Voi vi ricordate bene? Non vi state per caso sbagliando?

Turi             ( con slancio e tono drammatico) No! No, Zufia! Oh, mia Zufia! No è uno sbaglio, no! Si propeto tu!

Sofia            Uh, mamma mia! Io sudo freddo…..Ma chistu è ‘n pezzu di vastasu! Io chi mi metto vicino, che figura faccio? ( a Turi) Ma io, la mattina dopo, m’informai, e seppi che voi eravate un commesso viaggiatore.

Turi             Già, certamente….piccione viaggiatore.

Sofia            E com’è che stavate a servizio da don Nicolino?

Turi             Disgrazii ca si passunu! ‘U negozio falliu, e iu mi truvai ‘n menzu ‘a strada. Mi non mi ho scordato mai di quella notte di vinticinc’anni fa!

Sofia            Già, venticinque anni!

Turi             A Roma, t’ ‘a riordi?

Sofia            A Roma, sicuro. E vi ricordate anche il nome dell’albergo?

Turi             E comu no! Albergo cauru,cauru. Vicino a chiddu do pistacchio!

Sofia            Bravo, Cavour…vicino a Sant’Eustachio.

Turi             E chi nuttata. Erumu o scuru.

Sofia            Al buio, precisamente.

Turi             E chi tempurali ca sbrucculau. Pareva ‘a fini do munnu! Acqua, tuoni, fulmini, saette…ti ricordi? ‘U tronu di Marzo….terribili! Tremavunu ‘i lastri, ‘u dammusu e ‘u pavimentu…….non è veru?

Sofia            Già.

Turi             Iu mi lu ricordo, comu fussi aieri! Non potti chiuriri occhiu tutt’ ‘a notti. Stava sutt’ ‘e cuperti accunighiatu ppi lu scantu. Di coppu…..si rapi ‘a porta……e sentu a unu ca trasi intra…..

Sofia            Ero io!

Turi             Mi pigghiai ‘n scantazzu….e macari tu, veru?

Sofia            E come! Caddi svenuta sopra il letto!

Turi             E m’ ‘u ricordu. Iu pinsava ca era un surgi d’albergo….ma appoi tuccai…..tuccai e capii ca era ‘na fimmina…….e ddocu…………mi passau ‘u scantu!

Sofia            Lo credo!

Turi             La matina dopu, virennu ‘u guaiu che avevo cumminato, pigghai ‘u curaggiu a du manu e……mi nni scappai! Ma si avissi saputo cu eri, mi sarebbi fatto accanoscere e facevu ‘u me duviri. Però chiddu ca non fici tannu, sugnu prontu a farlu ora e cu tuutu ‘u cori! Maritamini e no si nni parra chiù!

Sofia            ( indifferente) Ah, questa è la tua intenzione?

Turi             ( indifferente) ‘U fazzu ppi tò frati, visti ca cci fa piaciri!

Sofia            Non è una buona ragione questa. Una, certamente, non si sposa per fare piacere al fratello, no?

Turi             Ora ddocu cci voli!

Sofia            E se tu non mi piacessi?

Turi             E si tu non mi issi a geniu?

Sofia            E se io non mi volessi maritare?

Turi             E si iu vulissi arristari zitellu?

Sofia            Prima di fare questo passo uno deve riflettere, deve pensare……

Turi             Certu, non è ca uno dici: t’ ‘u manci ‘n puppettu!

Sofia            Dice: ma c’è il fatto dell’albergo di Roma…..e….

Turi             E va beni, dopu tuttu ‘stu tempu…..cu cci pensa chiù!

Sofia            Ma certo! Anzi, proprio adesso mi accorgo che ci dato troppa importanza. Perché, tutto sommato, che cosa è successo?

Turi             ‘Na cosa di nenti! Una sgiccionata d’amore. Cosi ca succerunu tutti ‘i iorna!

Sofia            Un semplice errore di gioventù!

Turi             Brava, un piccolo sgherzo di gioventù!

Sofia            E solo perché, svenuta, sono caduta nelle braccia di un uomo, debbo sacrificare la mia vita vicino a uno che non mi piace, che non è come l’avevo immaginato?

Turi             E ca, spatti, non avi mancu ‘na lira, non ci ‘u metti?

Sofia            E quello che mi è rimasto, non basterebbe per entrambi.

Turi             Pirchì, quanto t’arristau?

Sofia            Una miseria…..una decina di milioni!

Turi             ‘Na decina di miliuni? (a parte) A facci d’ ‘u bicarbonato di sodio! Chiamila miseria. (barcolla)

Sofia            Che c’è? Che ha?

Turi             No nenti,…..Sai chi è…….ppi scrupulu di coscienza…..ppi non moriri col rimorso……..’u duviri miu fussi chiddu di maritariti. Prima di tuttu ppi Niculinu, nostru figghiu, ca vulissi canusciri a so mamma. S’ ‘a putissi strinciri, abbracciari, vasari……comu fannu tutti l’autri figghi…..(con malcelata ansia) Chi dici?

Sofia            (commossa e cedendo suo malgrado, per amore del figlio) Si capisce. Sposandoti, finalmente potrei dirgli che sono sua madre, la sua mammima!

Turi             (facendogli il verso) E iu, la sua pappina!

Sofia            E che sono stata io che l’ho sempre curato, educato, sorvegliato……Gli farebbe sicuramente piacere!

Turi             E comu, no!

Sofia            E a me pure. Non gli ho mai potuto dire niente……non ho mai potuto parlare…..

Turi             E parra, parra! (fra se) Fatti nesciri ‘u ciatu.

Sofia            (esita un poco, poi decide) E sì, sposiamoci. Per forza ci dobbiamo sposare.

Turi             Sofia mia! (abbracciandola) E fici ‘u coppu!

Nicolino       (facendo capolino dalla porta) Permettete, posso entrare?

Turi             Si, veni cca, figghiu miu! Tu vulevi sapiri cu era tò mamma? Eccola qua!

Nicolino       (con grande sorpresa) Cosa? Voi?

Sofia            Si, figlio mio! Io sono la tua mamma! Io! Finalmente ti posso chiamare figlio. Vieni qua, abbracciami. (si abbracciano)

Nicolino       (con gioia) Ma come….chista è ‘a mamma?

Turi             Propetamente questa!

Nicolino       (emozionato) E…….ma….scusate….perché non m’ ‘u dicistuvu prima?

Turi             E picchì…..picchì non era arrivato ancora il momento!

Sofia            Vieni qua, figlio mio, andiamo a dare la notizia a Marietta, vedrai, sarà contenta di sapere che ora siete parenti.

Nicolino       Siamo parenti?

Sofia            Certo! Lei è la figlia di mio fratello e tu sei mio figlio, quindi siete cugini.

Nicolino       E già! Certo.

Sofia            Su, vieni. Vieni di la con mamma! (esce verso destra tirando Nicolino per la mano)

Turi             (ridacchiando) Auh, ma certu ca è curiusa forti!

Giulietta       (da dentro) Si, da questa parte…..ho capito grazie.

Turi             Cu è? (va a guardare) Mamma mia! C’è Giulietta! E ora chi cci dicu?

Giulietta       (entra seguita da Giovanni) Ma no, grazie. Non c’è bisogno d’accompagnarmi. (vede Turi) Ah, voi siete qua? Buongiorno papà! (va a baciargli la mano)

Giovanni      Papà? Ah, la signorina è vostra figlia?

Turi             Sicuro! Non si viri dal profilo?

Giovanni      Allora si accomodi, prego. (le porge una sedia)

Giulietta       Grazie, non mi siedo. Potete andare.

Giovanni      Come desidera. (si inchina e va via)

Giulietta       (parlando piano) Chi c’è? Picchì vi tiniti a mano nta frunti?

Turi             No, nenti……mi furria ‘a testa……Iu vinni all’albergu, ma tu non c’eri. Figghia mia, tu divi avere qualche rutellina ca non frinziona! Mi fai fari tutta da strada.…e non ti trovu!

Giulietta       Non pensavo che sareste arrivato così presto!

Turi             Basta, chi vinisti a fari? Mi dovevi dire quarche cosa?

Giulietta       Ma comu? Iu v’aspittava a me casa per metterci d’accordo…….passau ‘na simana e ancora non vi siete fatto vedere!

Turi             Hai ragiuni, ma viri……ddu iornu….successiru ‘n saccu di cumminazioni…..e perciò non potti veniri!

Giulietta       Si, ma io ho anticipato cento lire…..e non li vogghiu perdiri!

Turi             Chi c’entra. Ccu mia non si perdi nenti! Ma come hai saputo ca iu era cca?

Giulietta       Me lo ha detto il portinaio di don Nicolino.

Turi             Va bene. Fai ‘na cosa, vattinni, per ora. Dumani vegnu iu a tò casa e ni mittemu d’accordo su tutto.

Giulietta       Unni, quannu! Chi stati dicennu? Vui vi nni viniti ccu mia ora,ora; subito! Ho detto a Mimì che avevo trovato mio padre e che stava qui in paese!

Turi             E cu è ‘stu Mimì?

Giulietta       Il mio fidanzato, Domenico Cardillo.

Turi             T’ ‘a fai che cardiddi? Ah, Cardillo chiddu di Catania!

Giulietta       Il quale è venuto atrovarmi poco fa in albergo e abbiamo litigato!

Turi             E perché, vi avete liticato?

Giulietta       Picchì qualcuno mi fici ‘n bellu sirvizio! Gli hanno raccontato che facevo la canzonettista e che ho avuto un sacco di uomini. Mi ha chiamato civetta, sfacciata……..uno scandalo in quell’albergo. Io ho negato, ho negato fermamente. Ho fatto finta di mettermi a piangere e che sarei andata a raccontare tutto a mio padre! Perciò ora dovete assolutamente venire con me all’albergo, fare prima la parte del padre offeso che chiede conto e poi…..farmi fare pace.

Turi             Si, stai frisca!

Giulietta       Chiddu mi dissi ca mi lassa!! Io mi perdo una fortuna, lo capite?

Turi             (vedendo arrivare Nicolino) Muta! Non parrari, non diri nenti….ppi carità!

Giulietta       Picchì, chi successi?

Nicolino       (da dentro) Si, vengo subito. (entra, vede Giulietta e si arresta)

Giulietta       Caro don Nicolino; buon giorno, come state?

Nicolino       (freddamente) Così! Perché siete venuta? Vi faccio notare che qui, c’è la mia famiglia, tutte persone per bene! Tutte persone oneste! Perciò la vostra visita no può essere gradita. Ah, ho capito! Forse siete venuta perché vi faccia fare pace con Mimì?

Giulietta       Niente affatto! Non sono venuta ne per voi, ne per lui. Sono venuta a prendere mio padre!

Turi             (fra se) Appostu semu!

Nicolino       Vostro padre?

Giulietta       Sissignore, eccolo là! E mi meraviglio che sentendo insultare in questa maniera sua figlia, se ne stia zitto e non vi prenda a schiaffi!

Nicolino       Ma chi stati dicennu,signorina………quello vostro padre?

Giulietta       Mio padre, si, mio padre!

Nicolino       Mamma mia! Voi siete sua figlia?

Giulietta       Si, perché ve ne meravigliate?

Nicolino       (a Turi) Papà? (Turi accenna ad un si con un cenno della testa) Quella svergognata mia sorella! Perché non me lo avete detto, ca avevuvu ‘na figghia?

Turi             E picchì…..non era ancora ‘u mumentu!

Nicolino       Capisco….non era ‘na bella cosa, vistu ‘a vita ca chidda ha fattu! Ma dicu, inveci di pinsari a mia, putevuvu pinsari a idda ca è fimmina! Avevate il dovere! E ora chi fazzu? Certu non la pozzu cacciari! (guardando con tenerezza Giulietta) Povera figghia, veni ccà, ‘u sangu no è acqua….e poi non è colpa tua! Vieni qui, abbracciami, sorella mia!

Giulietta       Con tutto il cuore, fratello mio!

Turi             E chi bellu vaiu, ca cumminai!

Nicolino       Andiamo di là, andiamo a dirlo alla mamma!

Giulietta       La mamma?

Nicolino       Si, a nostra madre, È di là, vieni.

Turi             Aspetta, chista non è figghia di Sofia!

Nicolino       Come?

Turi             Chista è figghia di secunn’albergo…….di secunnu lettu!

Nicolino       È figghia di n’autra?

Turi             Sissignore!

Nicolino       Ma chi atu iutu cumminannu? Ma aspittati…..ora che mi ricordo…Mimì mi ha detto che tuo padre era marchese…

Giulietta       Si, marchese. Lo sanno tutti, quanti. (ride)

Nicolino       (piano a Turi) Ma vui siti marchese?

Turi             (piano) Quannu mai! Era ‘na fissaria ca cci cuntai a so matri ppi fuiranninni!

Nicolino       Ho capito.  Ma certu ca quattru l’aviti cumminatu! Badate però, che non voglio che lei continui a fare la vita dissoluta che ha fatto fino ad adesso! Ora basta! Ora starà con me e la controllerò io. Ora farò mettere un divano letto in salotto e dormiamo là io e don Saverio, e tu dormirai nella mia stanza.      (chiama) Giovanni!

Turi             Aspetta Niculinu, senti………….

Nicolino       No, ora lassati fari a mia. Ora è cca e di cca intra non deve uscire più, non s’ha moviri chiù do lato mio….se no….sono guai! (chiama) Giovanni! (via per il fondo)

Giulietta       Ma dicitimi ‘na cosa, ma è ppi daveru vostru figghiu?

Turi             Ca certu! Figghiu veru, leggittimo!

Giulietta       (ridendo) Ma che combinazione! Chiddu ora cci pari ca sugnu ppi daveru so soru, e chistu a mia mi fa comodo.

Turi             E pirchì?

Giulietta       E si capisci! Lui è tanto amico di Mimì, troverà il mezzo, come fratello, di farmi riappacificare! (ride)

Turi             Ca certu! (tra se) Chista si nna jri di cca, ma se no s’imbrogghia ‘a matassa!

Giulietta       Le cose non si potevano mettere meglio di così! Adesso il signor Mimì dovrà vedersela con mio fratello!

Mimì            (da dentro) Grazie, grazie tanto. (entra agitatissimo) Ah, voi siete qua? Brava! Siete forse venuta a pregare don Nicolino di farvi perdonare da me e far pace? Ma vi siete sbagliata! Di me vi potete scordare, cara signorina…..signorina…….signorina Cri Cri!

Giulietta       Non sono venuta a pregare nessuno! Sono venuta a trovare papà! Gli ho raccontato tutto e ora te la vedrai con lui! Non ti puoi permettere di insultarmi quando non ne hai le prove!

Mimì            Non ho le prove? Non c’haiu ‘i provi? Propriu chisti mi vinni a pigghiari, mi scurdai sopra ‘a scrivania. (prende la busta da sopra la scrivania) In questa busta, cara mia, ci sono cose da far rabbrividire, cosi ca mancu l’illustrazioni da Domenica del corriere, e che dimostrano che razza di civetta siete!

Giulietta       Ah, insisti? E sta bene, dovrai renderne conto a mio padre….e a mio fratello!

Mimì            Fratello? Ah, ora niscivu macari ‘u frati!

Nicolino       (entrando) Tutto fatto. Da stasera dormirai in casa mia.

Giulietta       Nicolino tu devi insegnare l’educazione a questo cafone! Si è permesso d’insultare tua sorella!

Mimì            Ma chi stai dicennu? Chi centra Nicolino?

Giulietta       Nicolino è mio fratello!

Mimì            Nicolino, ma chi sta dicennu ‘sta pazza? So frati……..

Nicolino       Sissignore……da dieci minuti!

Mimì            Ah, ecco.

Giulietta       Quello si è permesso di chiamarmi civetta, capisci?

Mimì            Ma è stato proprio Nicolino a darmi le informazioni sul tuo conto!

Giulietta       Tu? (Nicolino accenna di si con la testa) Bravo!

Nicolino       Ma io non sapevo ancora che eri mia sorella! Ma non ti preoccupare, Mimì è tanto…..buono, e tantu amicu miu ca ti perdona e non pensa chiù a chiddu ca ti dissi. E così potrete sposarvi.

Mimì            A cui? Ma chi niscituvu pazzi? Tenatilla ‘sta cosa….preziosa! Se volete fare l’amore con me….con piacere…con tanto piacere……E chi vi passi calatu d’’o papuri?

Giulietta       E io accetto! Ma mi devi mettere su, una casetta come dico io.

Mimì            Con tutto il cuore, signorina Cri Cri. Io sono in albergo e mi trattengo fino a stasera. Venga a farmi una visita e ci metteremo d’accordo. Tante belle cose…..signori, i miei rispetti. (esce)

Giulietta       Ti ringrazio tanto, sai! Mi scumminasti un matrimonio e mi facisti perdiri ‘na furtuna, capisci? Ma comu ti passau p’’a testa di cuntarici ‘i fatti mei? Mi duni a mangiari tu?

Nicolino       E ti dugnu a mangiari iu! Per non farti più fare la vita scapestrata di prima…..sono pronto a darti metà del mio patrimonio!

Giulietta       Ah, allora va bene. È un altro paio di maniche! Me lo potevi dire prima, accussì mi pigghiava ‘a soddisfazione di assicutarlu a pirati, ddu riddiculu!

Nicolino       Va bene, se n’è andato ed è lo stesso: Da oggi in poi tu devi essere un’altra, ti devi ricordare che sei sorella di un galantuomo e….pazzie non n’ha fari chiù!

Giulietta       Non ti preoccupare, fratellino. Vedrai che cambiamento faccio!

Nicolino       Brava, ora vado a chiamare gli altri per presentarti.

Giulietta       Ah, senti Nicolino. Quant’è questo patrimonio? A mia quanto mi tocca?

Nicolino       Tu non ci pinsari, chistu mi ‘lhaiu a vidiri iu.

Giulietta       Era per avere un’idea! Ma chi è assai?

Nicolino       Così….non ti preoccupari, ti  bastunu! (esce)

Giulietta       Benissimo! (si guarda in giro come per ambientarsi)

Saverio        (entrando) Porta qua. Giovanni metti tutto sopra il tavolo.

Giovanni      (entra portando dei pacchetti, posa tutto sul tavolo ed esce)

Giulietta       (vedendo Saverio) Il signore del treno!

Saverio        (vedendo Giulietta) La signorina del treno! Cosa fate qui?

Giulietta       Zitto per carità

Saverio        Siete venuta per me? Quale felicità! E come avete saputo che stavo qua? Giulia, Giulietta, Giuliettina mia! (abbracciandola)

Giulietta       Ma vi volete stare zitto, si o no? E state fermo con le mani!

Saverio        E dammi un bacetto!

Giulietta       Qua no.

Saverio        E dai, un bel bacione come quello che mi hai dato in treno.

Giulietta       Non è possibile………qua c’è mio fratello e se ci trova così……..

Saverio        Tu hai un fratello che si trova quaa?

Giulietta       Si!

Saverio        E noi facciamo presto presto, che ci vuole a darmi un bacio? Su, andiamo.(la tira a se e l’abbraccia)

Nicolino       (entrando vede i due abbracciati e da un urlo di grande sorpresa) Auh, e comu finiu? (i due si dividono)

Saverio        (a Nicolino) Don Nicolino, fatemi un piacere, andate un momento di là e trattenete Sofia e Marietta. Un momento solo, il tempo di sbaciucchiarmi un poco questa bambolina!

Nicolino       Ma a cu vuliti vasari? Questa è mia sorella!

Saverio        Come, vostra sorella?

Nicolino       (a Giulietta con tono di rimprovero) Sissignore, mia sorella!

Saverio        (a Giulietta) Questo è tuo fratello?

Giulietta       Sicuro!

Saverio        (portandosi le mani alla testa) Mamma mia!

Nicolino       Ma che significa tutto questo? Tu conosci mio suocero?

Giulietta       Ci siamo conosciuti……….poco fa.

Nicolino       Poco fa…..

Giulietta       Un cinque minuti fa!

Nicolino       E già ti stavi dannu versu? Figghia mia, non ti pozzu lassari mancu ‘n minutu!

Giulietta       Gli ho detto che ero tua sorella e…capirai…….come parenti….ci siamo abbracciati.

Saverio        Già, sapendo che era vostra sorella… un abbraccio fra parenti…..(l’abbraccia)

Nicolino       E torna! (li divide)

Saverio        Ma perché non mi avete detto che avevate una sorella?

Nicolino       Perché no lo sapevo! (piano) È figlia di una vecchia innamorata di papà!

Saverio        Che strana coincidenza!

Sofia            (entra seguita da Marietta) Dov’è la signorina?

Saverio        Sofia, lo sai che Nicolino ha una sorella?

Sofia            Si, me l’ha detto. È questa la signorina?

Nicolino       Si, mamma.

Sofia            Bravo, simpatica.

Marietta       Ma aspettate. A me pare che questa signorina l’ho vista in treno……viaggiava con noi…..stava nel corridoio.

Saverio        No, ti sbagli!

Sofia            Tanto piacere signorina.

Giulietta       Fortunatissima.

Saverio        (a Nicolino) Ma giusto vostra sorella doveva essere?

Nicolino       E che volete da me, non è certo colpa mia!

Sofia            Giustissimo! La colpa è di quel lazzarone del padre.

Saverio        Il padre….il padre….’stu patri accumincia a starimi supra ‘o stomacu!

Sofia            A te’ Figurati a me!

Saverio        (a Nicolino) Fino a quando era vostro padre, non me ne importava niente. Ma ora che è anche padre di questa……….

Nicolino       Perché? Che succede?

Saverio        Se non fosse suo padre…….lei non vi sarebbe sorella. Non essendo vostra sorella……..io avrei potuto fare…….e invece non posso fare……niente. Ecco!

Nicolino       Cu cci capisci cosa!

Teodoro       (da dentro) È permesso, si può?

Nicolino       Chi è? Avanti.

Teodoro       (entra tutto affaccendato ma felice) Grazie. Signori scusate il fastidio.

Sofia            Oh, il cavaliere Morzella.

Teodoro       (stringendole la mano) Signora…..Don Nicolino chi è? Questo giovane, forse?

Nicolino       A servirla!

Teodoro       (con slancio) Abbracciatemi, giovanotto! (lo abbraccia)Voi adesso sarete simile a tutti gli altri figli……..e voi donna Sofia, adesso potete rialzare la testa!

Sofia            Perché?

Nicolino       Ma chi rapenu ‘i jaggi? Chi fù?

Teodoro       Come? Non leggete sul mio volto la lieta novella che vi porto? Ma la parola che c’è da pronunciare, non spetta a me dirla…..spetta a un’altra persona.

Sofia            A chi?

Teodoro       (corre verso il fondo) A lui……entrate!

Alfonso        (entra dal fondo, colmo di gioia) Dov’è, dov’è Nicolino?

Teodoro       (mostrando Nicolino) Eccolo qua!

Turi             (entra non visto)

Alfonso        (corre commosso ad abbracciare Nicolino) Figlio mio.

Tutti            Figlio?

Teodoro       E questa è sua madre! (indica Sofia)

Alfonso        Vieni qua, abbracciami. (l’abbraccia)

Nicolino       Don Alfonso….ma voi….

Alfonso        Che don Alfonso e do Alfonso….chiamami papà!

Turi             (facendosi avanti) Ma quali patri, figghiu e spiritu santu! Cu siti vui? Nicolino è me figghiu…sangu del mio sangue! (lo tira verso di se)

Alfonso        Figlio vostro? Voi siete pazzo! È mio figlio! (lo tira)

Turi             Leviti di ddocu, ‘mbriacu! Chistu è me figghiu! (lo tira)

Alfonso        Mio, ho detto! (lo tira)

Teodoro       (indicando Alfonso) Suo!

Saverio        (scattando con violenza)Insomma, basta! Che cosa vuol dire tutto questo? (a Sofia) Ma chi cumminasti? Quanti patri avi to figghiu?

Sofia            Io che ne so…..ti giuro…..

Saverio        Zitta, non parlare! Disgraziata! Tu sei morta per me!

Sofia            Ma io…..

Saverio        Che tu avevi un figlio, e va bene….poteva essere una combinazione…..ma che è figlio di due padri, questo è da svergognata! Vergognati! (conduce via la sorella e la figlia)

Intanto Alfonso e Turi tengono per mano Nicolino e ognuno vuole portarlo con se. Tirano dai due lati, gridando ognuno.

Nicolino       Auh, fermi. Non tirati. Mi stati quartannu!

FINE SECONDO ATTO

TERZO ATTO

La medesima scena del secondo atto. All’alzarsi del sipario, dalla finestra si vede qualche lampo seguito da tuono.

Saverio        (entra dalla sinistra insieme a Sofia) Senti, vieni qua, ragioniamo un momento: riflettendo bene, è impossibile che quel giovanotto abbia due padri, giusto?

Sofia            Ma certo, non può essere.

Saverio        E sta bene. Mi hai detto che Turi è il tuo seduttore, e tu l’hai riconosciuto, è vero?

Sofia            Oddio, riconosciuto, no. Eravamo al buio e non ho visto la sua faccia. Ho capito che era lui da quello che mi ha raccontato di quella notte.

Saverio        Benissimo. E questo don Alfonso da dove è uscito?

Sofia            E chi lo sa! Io, come ti avevo detto, mi ero rivolta al cavaliere Morzella per fare una ricerca. Può essere che per carpirmi dei soldi, questo abbia portato uno qualunque. Non pensi?

Saverio        Potrebbe darsi! Perciò l’ho fatto chiamare, e adesso che viene, mentre io lo interrogherò, tu parlerai con don Alfonso e cercherai di scoprire la verità.

Sofia            Io? Ci parlo io?

Saverio        Si capisce.

Sofia            Ma come, io gli dovrei domandare se fu lui quella notte……..Non sta bene, Saverio.

Saverio        Zitta, eccolo qua. Ti lascio sola con lui, così ti riuscirà più facile interrogarlo. (fa per andare)

Sofia            Saverio, ma io mi vergogno!

Saverio        Ora ti vergogni? Prima, t’avi a vergognare! Si tratta di una cosa importantissima, ne va’ del tuo onore, capisci? La necessità non conosce legge! (via)

Alfonso        (entrando) Sofia, buongiorno. (s’inchina)

Sofia            Signore!

Alfonso        Dov’è don Saverio? Dice che mi deve parlare.

Sofia            Si, ora viene, accomodatevi. (Alfonso siede) Potete parlare con me, è lo stesso.

Alfonso        Come volete.

Sofia            (guardandolo attentamente. Fra se) a mia, ‘a virità, mi facissi piaciri ca fussi chistu! Almeno ha un bell’aspetto….si vede che è un signore. (sedendosi vicino ad Alfonso) Ecco qua, don Alfonso…..voi poco fa, avete detto….che siete il padre di Nicolino, è vero?

Alfonso        Sicuro, proprio io!

Sofia            Scusate, vorrei sapere come avete fatto a immaginarlo?

Alfonso        Ma che immaginare! È la pura verità! Il cavaliere Morzella, che aveva avuto incarico di fare ricerche, mi ha rintracciato, mi è venuto a trovare e mi ha fatto delle domande e io gli ho risposto. Non c’era dubbio, ero io quello che cercava!

Sofia            Già…ma dico io, che prove gli avete dato per convincerlo?

Alfonso        E chi provi c’aveva a dari? Ci cuntai ‘u fattu che ho raccontato prima a voi.

                   Si sente un forte tuono.

Sofia            Mamma mia! (abbracciandolo spaventata)

Alfonso      Sofia, che vi succede?

Sofia          (passandosi la mano sulla fronte) Niente, queste scariche elettriche mi stanno tormentando da mezz’ora! (ha un brivido)

Alfonso      Sofia!

Sofia          Non è niente. Sono i nervi, mi succede sempre.

Turi            (entrando, fra se) Ah, sunu suli i picciuni! Ora v’’a fazzu fari vilenu!

Sofia          Ma com’è possibile? Lo stesso fatto che mi avete raccontato voi, me l’ha raccontato Turi. Com’è possibile che mi sia successa la stessa cosa con tutti e due?

Alfonso      Ma chi, Turi? Quell’imbroglione che poco fa diceva di essere lui il padre?

Sofia          Proprio lui!

Alfonso      E vi ha potuto dire con precisione quello che è successo il 17 Marzo di venticinque anni fa?

Turi            Perfettamente!

Alfonso      Possibile?

Turi            A Roma…….all’albergo Cauru…..mentri chiuveva….

Sofia          Statevi zitto! Non voglio sentire più, questo fatto!

Alfonso      Ma come, vi ha raccontato il fatto preciso, con tutti i dettagli, pure lui?

Sofia          Per filo e per segno.

Alfonso      Chista è bella!

Sofia          È orribile, invece! Come è potuto succedere questo? (ad Alfonso) Ricordatevi bene…..avevate invitato gente nella vostra camera?

Alfonso      Macché, eravamo soli io e voi!

Turi            E iu no?

Alfonso      Vi permettete di supporre…..(si avvicina minaccioso)

Turi            Mi permetto, si! Si vi lu pirmittiti vui, m’ ‘u pirmettu macari iu! (si avvicina minaccioso)

                 Dalla finestra si vede un lampo.

Sofia          (mettendosi in mezzo ai due uomini) Non strillate per carità! (forte tuono) Mamma mia! (abbraccia Turi ed ha il solito brivido)

Turi            Mizzica, tinitila a chista!

Alfonso      Sofia……

Turi            Ma chi è? Ti scanti d’ ‘i trona?

Sofia          No. (dando qualche piccola scossa) Mi urtano i nervi, mi fanno sentire così curiosa……mi viene un brivido lungo la schiena, come se avessi un serpentello…(tuono) Mi fa tremare tutta….capirete anche il fatto che è successo mi ha sconvolta. Guardate come mi tremano le mani. Permettete….(tuono fortissimo) vado di là a bere qualcosa. (esce tremando ad ogni tuono che si sentirà)

Alfonso      Poverina! Cci pigghia qualche cosa! (guarda Turi)

Turi            Si, talia beddu! Viremu cu si movi di cca! (ambedue si guardano con diffidenza e quando si sorprendono a guardarsi, prendono un’aria indifferente. Turi si decide a parlare) Certu ca ni capitau ‘na cosa curiusa, veru?

Alfonso      Curiosa? E tu m’ ‘a chiami curiusa?

Turi            Veni cca….iu ‘u capii ‘u fattu. Fu ‘u cavaleri Mozzarella a scupriri ca tu eri ‘u patri di Nicolino?

Alfonso      Perfettamente!

Turi            ‘U viri? (fra se) Comu fici ccu mia ppi Giulietta. (ad Alfonso) E quantu t’addumannau ppi st’affari? Quantu cci mullasti?

Alfonso      Mille lire.

Turi            Saluti! (ridendo) Scummettu ca macari tu si Marchese o Baruni, veru?

Alfonso      No, non sono titolato. Però sono il piu importante commerciante di Acireale.

Turi            Ah, a tia ti fici cummercianti! (minaccioso) Senti, vò cecchiti n’autru postu, picchì iu di cca non mi movu!

Alfonso      (gridando) Questo lo vedremo!

Turi            (gridando) E appoi ‘u viremu!

Teodoro     (entra frettoloso) Don Alfonso, io me ne vado. Vogliamo regolare quell’affare…..quelle mille lire.

Alfonso      Un momento, cavaliere. Prima avemu a regolare n’autru affari! È veru o non è veru, ca sugnu ‘u patri di Nicolino?

Teodoro     Verissimo?

Turi            Ah si, e iu cu sugnu a matri?

Teodoro     Ma cosa centri tu, vorrei sapere? (piano) Tu chi fai cca? Non dovevi andare con Giulietta?

Turi            (piano) Mi licenziai! Non era cosa ppi mia! (forte) Iu haiu a pinsari a mio figghio Nicolino, capite?

Teodoro     (ironico) Ah, picchì don Nicolino è to figghiu, veru?

Turi            Sicuru. Picchì ‘u putiti mettiri in dubbio? Chi aviti provi incoffissabbili?

Teodoro     Inconfutabili, bestia! Ma statti mutu, il vero padre è don Alfonso!

Turi            No, sugnu iu! A cu vuliti ‘mbrugghiari! Sugnu iu, picchì a Nicolino me l’ho leggittimato!

Alfonso      Che cosa?

Teodoro     Possibile?

Turi            Sissignore.

Teodoro     Ah, bravo: Così l’hai legittimato?

Turi            Sicuru! (fra se) Ci dicu accussi, sannunca non mi scudduriu chiù.

Alfonso      (a Teodoro) Ma insomma, chi pastizzu è chistu? Iu sugnu ‘u patri e iddu s’ ‘u legittima?

Teodoro     (piano) Statevi zitto e lasciate fare a me. ( a Turi) E da quanto tempo, l’hai legittimato?

Turi            Puh, l’annu passatu!

Teodoro     L’anno passato?

Turi            (riprendendosi) ‘A simana passata. Fui a Roma……..

Teodoro     A Roma?

Turi            ….a Catania…….’nto Questore….

Teodoro     Dal questore?

Turi            Cioè…..’nto cardinali…….

Teodoro     …..’nto cardinali?

Turi            ‘U prefetto….vuleva diri.

Teodoro     Ah, dal prefetto?

Turi            ‘nto prituri….’nto sinnicu….unni schifiu si và?

Teodoro     Ho capito, ho capito! (piano ad Alfonso) Questo sta imbrogliando. Adesso ce ne assicuriamo. Venite con me. ( a Turi) E così, tu sei perfettamente in regola, hai riconosciuto don Nicolino legalmente.

Turi            Sicuro!

Teodoro     ‘A simana passata?

Turi            Mercoledì, ppi essiri precisi!

Teodoro     Ah, mercoledì? E allora caro don Alfonso, non c’è che fare. Il padre è lui, è chiaro! Abbiamo fatto uno sbaglio. (facendogli dei segni, poi a Turi) Scusa, ci siamo sbagliati.

Turi            Ma chi và pinsannu, sbagghiunu ‘i scecchi………..

Teodoro     Don Alfonso, venite? Io me ne vado, ho un appuntamento.

Alfonso      Vi accompagno.

Teodoro     Ti salutu, Turiddu.

Turi            Caro amico, arrivedella.

Nicolino      (entrando) Chi è, ve ne andate?

Teodoro     Si, ho un appuntamento!

Nicolino      Si spurugghiau ‘sta matassa, si è saputo chi è il mio vero padre?

Teodoro     Lui, Salvatore Scarola. (piano) Ancora non è certo, dobbiamo prima scoprire una cosa. Io torno fra poco. (forte) Andiamo don Alfonso.

Alfonso      Con permesso. (escono facendo dei segnali a Nicolino)

Nicolino      E cu ‘i capisci!

Turi            Si nni ienu? Menu mali. ‘U cavaleri vuleva fari ‘u scemu cu mia! L’hava truvatu precisu ‘u piru! Nicolino, figghiu miu, e chi è non si mancia ‘nta ‘sta casa? Haiu ‘na fami! Chi ‘sta facennu ddu ‘dummisciutu di Giuvanni? (chiama) Giuvanni…..   Giuvanni…(esce chiamando)

Nicolino      Due padri! E senza sapiri cu è chiddu veru! Cosi ca mi ponu succediri sulu a mia. Però mi facissi piaciri ca fussi don Alfonso.

Giulietta     (da dentro) Dov’è Nicolino? Dov’è mio fratello?

Nicolino      Ma cu è? Ah, Giulietta! Chista mi l’hava scurdatu!

Giulietta     (entrando) Ah, sei qui? (Mimì la segue) Fratello mio, ma io come devo fare con questo scocciante? Sono andata all’albergo a prendere la valigia e quando sono scesa ho trovato lui che si è messo a seguirmi e non vuole lasciarmi in pace! Ma comu haiu a fari ccu chistu?

Mimì          Ma non volevo fare niente di male. Visto che cominciava a piovere la volevo accompagnare con l’ombrello e avere la risposta alla mia proposta. Siccome debbo partire…………

Giulietta     E parti in santa paci e tanti saluti! Io non ti posso più dare retta. Io adesso dipendo da mio fratello. Tu non mi vuoi sposare? E chi ti forza? Io non ci tengo. Se mi vuoi mettere una casetta come dico io, non ci trovo nessuna difficoltà…………ma ci deve dare il permesso mio fratello. Parla con lui, veditela con lui!

Nicolino      Aspetta…..viratilla ccu iddu! Ma quali casetta? Ma chi sì pazza?

Giulietta     Non ti fa piacere? Sta bene! Io sto con mio fratello! Ho una bella casa, la servitù, mi dai la metà del tuo patrimonio….io no ho bisogno di nessuno!

Nicolino      Aspetta, nun curriri…..chi stà dicennu? Quali mità di patrimonio?

Giulietta     Comu? Non mi vulissi dari nenti chiù? Tu me lo hai promesso!

Nicolino      Si, se tu sei mia sorella, si! Quello che ho promesso, lo mantengo. Ma si non sì me soru…….

Giulietta     Picchì scusa, potrei non essere…….

Nicolino      Non sono certio….ca me patri….. è veramente me patri….e ca to patri e macari è veramenti to patri e me patri…..

Mimì          Ma che stai ‘mpastizzannu?

Giulietta     Allura, la cosa è incerta? Non è sicuru ca pigghiu ‘sti soddi?

Nicolino      Eh no, bella mia!

Giulietta     Ah no?

Nicolino      Aspetta un poco, mettiamo prima le cose a posto.

Giulietta     Si, iu vaiu pirdennu tempu appressu a tia!

Nicolino      Non c’è altro da fare.

Giulietta     Allora caro Mimì, accetto la tua proposta!

Mimì          Veramente?

Giulietta     Con tutto il cuore.

Mimì          Oh, Giulietta mia. (bacia la mano)

Giulietta     Ma che Giulietta! Adesso chiamami Ninetta Cri Cri, la tua amante!

Nicolino      E io te lo proibisco!

Giulietta     Che cosa proibisci, tu? A cu proibisci?

Mimì          Na vota ca non è to soru……

Nicolino      E se lo fosse?

Giulietta     Uffa, ora mi sono scocciata! Andiamo Mimì.

Nicolino      (prendendola per un braccio) No, tu da qua non ti muovi!

Giulietta     (toccandosi il braccio ed esagerando) Ahi, mi ha fatto male!

Mimì          Ti ha fatto male? Nicolino, non ti permetto di maltrattare la mia Giulietta. Annunca mi scordu l’amicizia………

Nicolino      E chi fai?

Mimì          Ti piglio a schiaffi!

Nicolino      Tu pigghi a schiaffi a mia?

Mimì          Io, si!

Nicolino      A tuo cugino?

Mimì          Chi c’entra me cucinu?

Nicolino      Sicuro, perché se tuo zio Alfonso è mio padre, tu sei mio cugino.

Mimì          Ma chi stai dicennu? Me zio fussi to patri?

Nicolino      Pare che sia così! Poco fa lo ha detto lui stesso!

Mimì          Lui stesso? Lo zio Alfonso è stato qua?

Nicolino      Si, e c’era anche Giulietta quannu ‘u dissi!

Giulietta     Si, è vero.

Mimì          Figlio? Possibile? E chistu è bellu vaiu. Pirchì se lo zio Alfonso avi ‘n figghiu, addio eredità, addio tutto, a mia non mi tocca chiù nenti!

Nicolino      E già, mi tocca tuttu a mia!

Mimì          Ca ora? Ppi daveru? Lo zio Alfonso è ricchissimo, e l’unico erede sugnu iu, l’unico nipote!

Nicolino      E chi voi di mia? Pigghiatilla cu iddu ca mi fici!

Mimì          Ma stamatina, mi avevi detto ca avevi truvato a to patri, di cu parravi?

Nicolino      Ah, chiuddu è ‘n autru patri!

Mimì          Picchì, tu hai du’ patri?

Nicolino      Già….cioe no. Per ora n’haiu dui. Dobbiamo scoprire cu è chiddu veru. Ma pare ca si tratta proprio di tuo zio Alfonso!

Mimì          Ppi carità, non lo dire mancu ppi scherzu! E iu comu fazzu senza ‘na lira? Unn’è zio Alfonso? Chi è ancora cca?

Nicolino      No, è uscito.

Mimì          E unni si nni ivu?

Nicolino      Non lo so.

Mimì          (colpito da un’idea, fra se) Aspetta! (forte) E adesso lo vado atrovare io…….ho capito tutto Nicolino! Non ci criru a ‘sta storia. Tu sapennu ca me ziu è ricchissimo hai architettato questo imbroglio ppi futtiriti l’eredità. E iu chi ti paru scemu? Bell’amico! Bel galantuomo! Ora vaiu a pigghiari a me ziu e ‘u portu cca, viremu si hai ‘u curaggiu di ripetiri ‘sta storia! E ora arriremu!

Nicolino      Tu si scemu, ‘u senti? Mi ‘nteressa assai di to ziu e di l’eredità! E ora arriremu…….(escono litigando)

Giulietta     E comu arristai bella cumminata! Nicolino non mi duna nenti picchì non è sicuru, Mimì perdi l’eredità………..

Saverio       (entrando vede Giulietta) Oh, voi siete qua?

Giulietta     (civettando) Si, sono tornata da poco….(avvicinandosi) Perché, volete qualcosa? Avete bisogno di me?

Saverio       (scostandosi) No, grazie!

Giulietta     (avvicinandosi) E perché vi allontanate? Vi faccio paura?

Saverio       No…che paura?

Giulietta     In treno, non facevate così…(guarda intorno, poi gli passa il braccio al collo) Mi avete dato quel bacio…..vi ricordate?

Saverio       (infiammandosi) E come non mi ricordo? Ma il vostro è stato anche più bello…….(sta per baciarla, ma subito ritorna in se) Signorina, non è cosa…..non possiamo fare più niente. Ora siete la sorella di Nicolino!

Giulietta     (avvicinandosi) È per questo che non vi piaccio più?

Saverio       Per piacere, mi piacete……ma non è bello, non sta bene: la sorella del genero…….

Giulietta     Ma che sorella? La volete sapere la verità? (guarda intorno) Io no sono la sorella di Nicolino!

Saverio       Come? Ah, forse perché non siete figlia della stessa madre? E che vuol dire, il padre è lo stesso, però!

Giulietta     Macché, Turi Scalora a me non viene niente, non è vero che è mio padre!

Saverio       No?

Giulietta     Ma unni! Fu una finzione che ho fatto per potermi sposare un giovanotto. Siccome lo zio non voleva fargli sposare una ragazza senza padre, ho pensato di presentargli quel tipo, che avevo ingaggiato a cento lire al mese, vitto e alloggio!

Saverio       Possibile? Era una finzione?

Giulietta     Parola d’onore!

Saverio       Ma allora, aspetta! Forse quel Turi non è nemmeno padre di Nicolino, forse si tratta di un altro imbroglio. Sarebbe una fortuna!

Giulietta     Questo non lo so, ma ora che vi ho detto la verità, spero che non mi priverete della vostra benevolenza e della vostra protezione….(lo accarezza)

Saverio       Ma si, faccio tutto quello che vuoi tu. (si abbracciano)

Nicolino      (entrando) Ma viriti chi razza di cretinu! Si non mi tinevumu ‘u vunchiava comu ‘n palluncino d’ ‘a festa si Sant’Aita. (si volta e vede i due abbracciati) Mih, ma allura è viziu!

Giulietta     (separandosi) Oh!

Nicolino      No, fate pure. Perché pare che la signorina non sia mia sorella!

Saverio       Pare? È Così! Non vi viene niente, non è mai stata vostra sorella! Ne sono certissimo, adesso.

Nicolino      Come, certissimo?

                 Continuano lampi e tuoni.

Saverio       Tanto certo, che l’abbraccio un’altra volta, davanti a voi! (l’abbraccia)

Nicolino      Ma scusate, fatemi capire…….

Saverio       Andiamo di la….vi racconto tutto. Non vorrei che arrivasse Turi. (lo vede arrivare) Eccolo. Venite. (escono tutti e tre)

Turi            (entra un po brillo) Mizzica, chi malu tempu! Sin’ha veniri ‘n malu timpurali…….(lampo. Turi chiude il balcone, barcollando) Ora mi sentu megghiu…..mi calai ‘na mezza vastedda col prisciutto e mi vivii quattru bicchieri di vinu! Passannu ‘nto corridoiu, vista ‘a porta da cammira di Sofia aperta e idda cuccata ‘nto lettu. Ora fici ‘na pinsata….si apprufittu d’ ‘u malu tempu ppi mettiri in pratica ddu fattu di l’albergu cauru…..capaci ca idda….casca n’autra vota. Chistu fussi l’unicu sistema ppi maritarimi…(entra in punta di piedi, mentre i lampi e i tuoni si fanno più frequenti)

Sofia          (entra agitatissima) Mamma mia! Aiuto, Saverio aiuto (via)

Turi            (inseguendo Sofia) Veni ccà! Non scappari! Si finisciunu ‘i trona….ti salutu….(segue Sofia)

Nicolino      (esce furibondo seguito da Saverio e Giulietta) Unn’è ddu ‘mbrugghiuni? Tu sei pronta a ripeterlo davanti alui, che non è tuo padre e che è stato tutto un imbroglio?

Giulietta     Sicuro? Però, la colpa no è sua. È stato il cavaliere che propose l’affare e lui accettò.

Nicolino      Sempre un imbroglio ha fatto. E con tutta probabilità ha imbrogliato pure me, dicendo che era mio padre!

Saverio       È quello che penso anch’io! Ce ne dobbiamo accertare!

Sofia          (da dentro, grida) Facchino, ineducato, scostumato….teh! (rumore di due schiaffi)

Saverio       Che succede?

Nicolino      Chi fù?

Giulietta     All’anima de timpulati!

Sofia          (entra agitatissima; la segue Turi tenendosi la guancia sinistra) Dov’è mio fratello? ( a Saverio) Unni si? Quannu c’è bisogno di tia, non ci si mai!

Saverio       Perché? Cosa è successo?

Sofia          Ho dato due schiaffi a questo porco. Ha avuto l’ardire….(vedendo Giulietta e Nicolino si ferma)

Saverio       E allora?

Sofia          Poi parliamo…..poi te lo dico.

Alfonso      (entra agitatissimo, punta l’indice contro Turi) Pezzu di ‘mbrugghiuni, dicisti che Nicolino era to figghiu e che te l’avevi legittimato……

Turi            Sissignore!

Alfonso      (prende un foglio dalle mani di Teodoro che lo seguiva) Te cca! Leggi ‘stu telegramma! (lo da a Sofia, che lo legge, e ne rimane contentissima) Abbiamo telefonato a Catania, al municipio, e questa è la risposta.

Nicolino      E che dice?

Alfonso      Che allo stato civile non esiste questo riconoscimento, perché mercoledì della scorsa settimana nessuno si è presentato per legittimare Nicolino.

Nicolino      Possibile?

Turi            (fra se) Ora accuminciunu ‘i coppa!

Alfonso      Era un imbroglio che voleva fare questo furfante!

Nicolino      Certamente.

Saverio       Indubbiamente! Sicché?

Teodoro     Sicché, il padre, il vero padre sono io!

Alfonso      Sono io!

Teodoro     (correggendosi) Scusate, è lui.

Sofia          Oh, che piacere!

Alfonso      Vieni qua….moglie mia!

Sofia          (ha dato il foglio a Saverio che legge e minaccia Turi) Moglie? Ci sposiamo?

Alfonso      Si capisce. Domani legittimo Nicolino e quanto prima può essere, ci sposiamo. Abbracciami. ( si abbracciano)

Sofia          Si, è lui! Riconosco l’abbraccio, la forza, l’ardore.

Nicolino      (a Turi) E tu? Non hai mancu ‘u curaggiu di parrari! Perché l’hai fatto, mascalzone?

Turi            (vinto e impaurito) Ca picchì…..siccomu vui mi vulevuru licenziari….dopo ca iu ci avevo salvato la vita….e picchì arristava a menzu ‘na strada…..ppi la raggia….dissi ca era vostru patri……

Nicolino      Pezzu di ‘mbruggiuni! E comu ‘a faci naturali! La maledizione……Dio ti castiga….non era ancora venuto il momento…….ora venni ‘u mumento….ca ti sputu nta facci!

Turi            Principali, non mi nni cacciassi…..cu quali cori po’ ittari a menzu ‘a strata a mia e sta povera figghia…(indica Giulietta) picchì chista è ppi daveru me figghia!

Giulietta     Ti ringrazio, ma non mi servi più! (ridendo e guardando Saverio) Oramai sanu tutt’ ‘i cosi!

Turi            (supplichevole) Abbiate pietà, di stu poviro patri ca persi ‘nta cincu minuti…du figghi!

Teodoro     E va bene, don Nicolino, voi siete un brav’uomo…..tenetelo come servitore.

Giulietta     Su, perdonatelo!

Nicolino      E va bene, non ne parliamo più.

Turi            Tanti grazi.

Nicolino      (vedendo arrivare Marietta) Stà arrivando Marietta, diamole la buona notizia. Vieni è tutto chiarito!

Saverio       Si è saputo chi è il vero padre. Eccolo la!

Marietta     Don Alfonso?

Alfonso      Si figghia mia! Vieni abbraccia il tuo nuovo zio.

Marietta     Con piacere. (si abbracciano) Finalmente questa commedia è finita.

Nicolino      Si, e siccome tutte le commedie finiscono con abbracci e baci; abbracciamoci e baciamoci anche noi….e non ne parliamo più!

Tutti          Bravissimo.

                 Nicolino abbraccia Marietta, Alfonso abbraccia Sofia e Saverio abbraccia Giulietta.

Turi            E a mia m’attocca abbrazzarimi c’’u cavaleri! (attira a se Teodoro e lo abbraccia)

Mimì          (entrando di corsa) Zio Alfonso, dove sta zio Alfonso? (vede Giulietta abbracciata a Saverio) E iu, cu ccu m’abbracciu?

Turi            Ccu mia! Veni figghiu miu. Veni ntel tuo papà! (lo abbraccia, mentre con un braccio trattiene Teodoro che cerca di divincolarsi)

CALA LA TELA