Tutti in terapia

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TUTI ‘N TERAPIA

Gloria Gabrielli 

2008-2010

 

TUTTI  IN   TERAPIA

Commedia brillante in italiano

 in due atti

                                                                       

Introduzione

Le “montagne di rifiuti” che giorno per giorno tutti noi produciamo hanno indotto in questi ultimi anni tutte le amministrazioni comunali ad organizzarsi, per proporre ai propri cittadini nuove strategie di raccolta basate su un’ attenta e severa differenziazione delle tipologie dei rifiuti. Questo ha provocato in molte persone una sorta di ansia da cambiamento associata ad una paura specifica: quella di sbagliare nello svolgere il proprio dovere di cittadini. A tutti almeno una volta è venuto il dubbio: DOVE buttare quella carta che però è ricoperta di plastica ed ha un gancio di metallo e magari è ancora sporca di cibo?

In ogni Comune inoltre, le modalità di differenziazione sono spesso diverse e questo non contribuisce di certo a rendere il cittadino più attrezzato di fronte al problema. 

Sullo sfondo di questa nuova ansia quotidiana viene a collocarsi la storia di Carlo e Annalisa, due singles che faticano a trovare un’ anima gemella sufficientemente attenta alle esigenze ecologiche del vivere moderno. Accanto a loro si intrecciano via via le vite degli altri personaggi, tutti rigorosamente legati alla terapia di uno psicologo, il Dottor Benvenga. Nel suo studio riversano piccole e grandi ossessioni, paure, manie e debolezze. A rasserenare tutti, passerà un giorno di lì anche Cupido per scoccare la sua potente freccia.

Trovato il compagno ideale, per Carlo e Annalisa sarà facile scegliere il luogo giusto dove formare una famiglia: ad Aldeno, ovviamente! Il Comune più riciclone d’ Italia.


PERSONAGGI e TRAMA

C

arlo, uomo di circa 40 anni, un po’ mammone, ha il terrore dei cani. Abita da solo ed è in analisi da anni per cercare di curare la propria cinofobia e per trovare aiuto nella scelta della sua fidanzata (vita da cani…ops: da single!). Il caso vorrà che proprio sull’ uscio dello psicologo entri la donna giusta per lui! Speriamo che riesca a tenersela stretta!

A

nnalisa, trentacinquenne, impiegata, ha subìto un crollo psicologico con l’ avvio della  raccolta differenziata nella sua città.  Fermamente convinta che questo mondo stia andando a rotoli, segue con scrupolosa meticolosità le regole del vivere civile, senza rendersi conto che talvolta esagera. Riuscirà a trovare un’ anima gemella disposta a capirla e a volerle bene?

L

idia, mamma chioccia di Carlo, ha difficoltà nel lasciarlo in pace: ogni due giorni si fa viva per dargli una mano. Andrà dallo psicologo per capire se la fobia di suo figlio, è in realtà colpa sua. Lì,  riceverà un prezioso, anche se salato consiglio su come staccare questo intenso ingombrante cordone ombelicale!

I

vonne, studentessa di architettura, si invaghisce di Carlo, incontrato per caso in una pinacoteca: le sembra proprio l’ uomo della sua vita, che sa cogliere il senso vero dell’ arte.  Abbandonata poi senza alcuna spiegazione, si recherà nello studio del Dottor Benvenga, per cercare di placare il suo dolore cosmico.

J

ohn Sebastian Crosswords, pensionato americano, vedovo e amante dei viaggi. Gira attorno al mondo e ovunque si fermi, cerca un “analista” per tenersi in contatto con la sua psiche, per essere certo di essere normale e di fare delle scelte giuste. Per gli americani l’ analisi è una terapia in voga da molti anni e l’ analista è una sorta di amico che ti sta semplicemente ad ascoltare: a patto che poi lo paghi!

M

atilde è la segretaria sessantenne dello psicologo. Zitella “per scelta”,  apparentemente burbera e ficcanaso, serba dentro di sé un segreto: un amore nascosto mai consumato che l’ ha accompagnata sin da giovane. Si sfogherà solo una volta, facendo capire “come che le sbrusa” le pene d’ amore anche per coloro che in apparenza tendono a rinnegare l’ altro sesso con tanta determinazione.

B

envenga Dott. Saverio, psicologo di professione, ascolta con pazienza e devozione verso il proprio lavoro, i pazienti che si rivolgono a lui. Professionale e freddo quel tanto che basta per non farsi coinvolgere da ciò che gli accade intorno. Ciò nonostante, anche per lui avverrà quella sorta di trasfigurazione amorosa che colpisce tutti, come sottolinea al momento opportuno la nostra cara Matilde.

A

ndare nello studio dello psicologo, è occasione per parlare di alcune fobie contemporanee che colpiscono molti di noi. Nessuno può dichiararsi esente da manie, fissazioni, convinzioni assurde che ci rendono irrequieti e nervosi. Ci si cura o con “qualche goza” o con qualcuno che ci stia ad ascoltare, lo psicologo appunto. È lui che tenta di rimetterci in pace con noi stessi e con gli altri, è lui che ci dice che siamo in gamba nonostante tutto. E una volta, come si faceva? Si andava dal Parroco… “Ancoi però no se usa pu: pecà, perché l’ era anca gratis!”.

_________

N.B. Nel testo di fa riferimento alle Macchie di Rorschach. Per chi non è avezzo con lo studio della psicologia, trattasi di schede con macchie-disegni colorati o in bianco e nero che lo psicologo mostra di solito nel corso delle prime sedute. Ciò che il paziente vede dentro a queste macchie colorate, sarà la base sulla quale verrà tracciato il suo profilo psicologico.


         I ATTO

I scena: CINOFOBIA

Studio dello psicologo: un tavolino sulla sx, con un portafoto, computer, scartoffie varie. Sotto di esso un bidoncino per la carta. Una moderna chaise longue  sulla destra della scena. Un orologio a muro e una grande  libreria centrale, come sfondo. I pazienti entrano ed escono dalla quinta di dx.

La segretaria, piena di esperienza e sapienza, entra con il vassoio del caffè: lo sistema sulla scrivania poi va a sistemare alcuni libri. Subito dopo entra lo psicologo, puntuale come un orologio svizzero! Matilde è ferma davanti all’ orologio: lo tira indietro di qualche minuto.

MATILDE     Questo orologio corre, l’ ho sempre saputo! (Rivolta allo psicologo che sta entrando) Lei invece, puntuale come sempre! Che piova o nevichi! Lì c’ è il caffè, come al solito. (Tra sé) Così mi piace lavorare: pulizia, precisione e poche chiacchiere. (Prende da sotto la scrivania il bidone pieno di carta)

PSICOLOGO Grazie Matilde, senza di lei non saprei più vivere!(Si siede e sorseggia il caffè) Chi abbiamo oggi?

MATILDE     (Mette il bidone sottobraccio e prende il vassoio)Quello dei cani.

PSICOLOGO            Il veterinario in pensione?

MATILDE     No: quello che ha sempre paura di essere sbranato da un cane! (si avvia)

PSICOLOGO            Ah, il signor Carlo!

                       

MATILDE     (Tornando verso lo psicologo con aria divertita)Pensi che una volta, per fargli uno scherzo, ho nascosto sotto una sedia un cane di peluche di mio nipote!

PSICOLOGO Matilde!

MATILDE     Così, solo per vedere la sua faccia! Non le racconto la scena!(se la ride)

PSICOLOGO Non mi sembra molto professionale, da parte sua.

MATILDE     Senta dottore: è da vent’ anni che lavoro come segretaria degli strizzacervelli: non ho intenzione di ammattire anch’ io: ogni tanto devo sfogarmi. Niente traumi indelebili per i pazienti, s’ intende: solo piccole cosucce, tanto per sdrammatizzare. Sono sempre tutti così seri!

PSICOLOGO Ma lo sa che sono persone molto sensibili e apprensive; basta poco per farli                                 trasalire.

MATILDE     Lo so anche troppo: praticamente prima di venire da lei, raccontano tutto anche a                        me!  (Si sente: PERMESSO? da fuori scena) Ecco, ecco che arriva. (Esce)

PSICOLOGO            Avanti, avanti! Si accomodi! (Carlo entra con aria dimessa) Allora, come va?

CARLO          (Si siede sulla sedia)Insomma.


PSICOLOGO            (Si alza e prende le tavole con il Test di Rorschach dalla libreria) Oggi,  le mostrerò alcune immagini: lei dovrà dirmi cosa vede, senza pensarci su troppo (nel frattempo, scrive su un foglio le risposte).

CARLO          (Prendendo in mano il test  n° 1; Carlo osserva attentamente) Mmm…un muso…vedo il muso di un cane, di quelli grossi, tipo San Bernardo, per capirci.

PSICOLOGO            E questa? (gli mostra la seconda)

CARLO          Un uomo che scappa. Sembra inseguito da qualcuno…no, da una bestia: un cane probabilmente, sì ecco, vede?  (indicando col dito) Qui gli ha afferrato una gamba.

PSICOLOGO            (gli dà la terza immagine)

CARLO          Santo cielo…( un po’ imbarazzato) non so se posso dire…

PSICOLOGO            Non si faccia problemi: dica quello che vede, senza falsi pudori.

CARLO          Mi sembra…come spiegare…l’ organo…

PSICOLOGO            Di una chiesa?

CARLO          No no: di una donna.

PSICOLOGO            Un utero?

CARLO          Sì, quello, proprio quello!

PSICOLOGO(Altra scheda) E adesso?

CARLO          Questo è facile: una culla; la culla di un bambino!

PSICOLOGO            (Riponendo le schede) Bene, ora mi racconti pure le novità!

CARLO          Dunque…sì…l’ altra sera. Si chiamava Giovanna. Bellissima, mora, due occhi da sogno. Era da un bel po’ che la vedevo aprire e chiudere il negozio che sta accanto alla mia ditta. 

PSICOLOGO            Tratta ancora articoli sanitari, vero?

CARLO          Sì, sì: rubinetti, gabinetti, bidè, vasche e docce…

PSICOLOGO            Mi dica dell’ approccio.

CARLO          L’ aproccio? No, non ne tengo approcci. Di cosa si tratta??

PSICOLOGO            Intendevo: come ha attaccato bottone con la ragazza?

CARLO          Ah! Pensavo parlasse di qualche accessorio per il bagno! Dunque: sono andato dentro qualche minuto prima delle sette, orario di chiusura.


PSICOLOGO            Di che tipo di negozio si tratta? (Lo psicologo continua a prendere appunti)

CARLO          Intimo. (Pausa) Appena dentro ho detto che mi serviva un pigiama per mia sorella.

PSICOLOGO            Ha sorelle lei? Non me ne aveva mai parlato.

CARLO          No. Era tanto per avere una scusa: non potevo di certo chiederle un reggiseno per la fidanzata! Le pare?

PSICOLOGO            Giusto.

CARLO          Pensavo che mi dicesse che stava chiudendo e invece ha iniziato a tirar fuori pigiami su pigiami e così alle sette e venti l’ ho bloccata: Scusi, le faccio fare tardi! “No, non si preoccupi, non devo prendere l’ autobus oggi. Sono in sciopero.” Allora ho preso la palla al balzo: Ha bisogno di un passaggio? “No grazie, sono venuta in macchina questa mattina.”

PSICOLOGO            Peccato, eh?

CARLO          L’ ho salutata -un po’ incavolato, a dire il vero- ho preso un pigiama a caso e sono uscito. Nemmeno più capace di attaccare bottone! Cose da pazzi! Mi facevo davvero schifo. Ho impiegato un po’ a togliere le chiavi dalla tasca, mettere il pacco in macchina, sbrinare i finestrini, scaldare la macchina –un freddo incredibile quella sera- intanto dentro di me speravo che anche lei chiudesse il negozio e uscisse (Lo psicologo sta prendendo appunti a tutto spiano). Devo rallentare? Ce la fa a scrivere?

PSICOLOGO            Non si preoccupi per me…vada pure avanti.

CARLO          (continuando) Avevo innestato la prima, pronto a partire quando ho sentito battere al finestrino. (Pausa) Era lei! Ho aperto per sentire cosa voleva: tremavo come una foglia e non solo per la ventata che mi era arrivata in faccia! Pensi che dall’ emozione, prima di trovare il pulsante del finestrino, ho aperto il cofano, acceso tutte le lucette, attaccato le frecce, attivato i tergicristalli: sul vetro ghiacciato non le dico che grinč e gronč! 

PSICOLOGO            Cosa voleva la ragazza?

CARLO          Macchina bloccata! Mi ha chiesto se la potevo portare a casa e me la sono trovata sul sedile in due secondi. A quel punto non sapevo più che santi ringraziare. Ma certo, le ho risposto. Dove abita? A ***, qua vicino. L’ avrei portata anche in capo al mondo! 

Sull’ ultima battuta di Carlo, Matilde entra per rimettere  il bidone svuotato sotto la scrivania.

MATILDE     Piano con le promesse. Poi bisogna mantenerle! Voi uomini all’ inizio sempre disponibili,  poi: bar e telecomando!  (fa il simbolo con la mano poi esce)  

PSICOLOGO Non ci faccia caso, vada pure avanti, Signor Carlo.

CARLO          Dicevo che pur di conoscerla…


PSICOLOGO            Sì, ricordo, sarebbe andato in capo al mondo: prosegua pure.

CARLO          Ero così contento! Giovanna, bellissima! Abbiamo parlato per tutto il tragitto.

PSICOLOGO            Le ha chiesto se aveva un cane?

CARLO          Troppo presto! L’ ho portata davanti a casa sua e ho spento il motore. Pensavo di accompagnarla al cancello e nel frattempo chiederle se voleva uscire a cena una di queste sere. (pausa)

PSICOLOGO            Vada avanti. Vada avanti.

CARLO          Sceso dalla macchina, ho fatto il giro per aprirle la portiera (pausa): se non sto attento quasi quasi mi ritrovo col sedere per terra dallo spavento. (pausa)

PSICOLOGO            Allora?

CARLO          Mi sembrava che mi avesse già afferrato il collo da dietro  “Non preoccuparti, si chiama Poldo”. Sì, anche mio nonno si chiamava Poldo ma non mordeva: al massimo qualche volgarità ogni tanto! 

PSICOLOGO            Come vi siete lasciati? 

CARLO          Ho lasciato perdere la cena, l’ ho salutata e me ne sono andato. E pensare che mi sembrava che avesse avuto l’ intenzione di darmi un bacio, per ringraziarmi… 

Silenzio. Lo psicologo smette di scrivere.

PSICOLOGO Immagino si sia pentito poi di questa sua reazione.

CARLO          Non era mica l’ abbaiare di un barboncino quello che ho sentito! Se anche avessi l’ intenzione di iniziare a prendere confidenza con quelle bestiacce, vorrei iniziare con uno di quei cagnolini che vedi spuntare dai cesti delle biciclette di certe signore,  non con quelli che con una leccata ti fanno schampoo e idromassaggio completo.  

PSICOLOGO            ( Sospirando ) Signor Carlo, non si tratta solo di …dimensioni. Sto seriamente pensando che lei  si nasconda, in un certo senso, dietro questa cinofobia…

CARLO          Cine cosa?

PSICOLOGO            Cinofobia: paura smisurata per i cani. Vede…( riprende le schede) anche in base alle risposte che ha dato osservando le immagini, si nota questo suo disturbo: la maggior parte delle persone, di fronte a questa (mette in bella vista la n°2), vede un giocatore di pallone o di golf; qualcun’ altro intravede un uomo che spinge un carretto o ha in mano un badile; lei invece? Un uomo inseguito da un cane! Questa del muso poi ( fa vedere la n° 1)…normalmente viene visto un pipistrello, una testa di toro, una farfalla; lei ha visto il muso di un cane! ( En passant) Quella dell’ utero va bene, è nella norma. La culla invece è certamente la risposta più significativa: di solito rispondono una noce, una mezza luna, un elmo.

CARLO          Praticamente ho sbagliato tutto?


PSICOLOGO            No, non si tratta di errori, si tratta del suo disturbo: della conferma della sua ossessione nei confronti di questi poveri animali: lei vede cani dappertutto.

CARLO          Ha ragione! Vada in città: di cani nemmeno l’ ombra ma sui marciapiedi, se non stai attento ne trovi di tutti i colori, di varia consistenza e di bizzarre dimensioni. 

PSICOLOGO            Quello non dipende dai cani: sono i padroni che non hanno il minimo senso civico. Io,  quando esco con il mio cane…

CARLO          (Incredulo)Anche lei ha un cane?

PSICOLOGO            Da dieci anni ormai: ma quando lo porto a spasso ho sempre una bella scorta di sacchettini e raccolgo tutto!

CARLO          Purtroppo non sono tutti come lei: se vedessi con i miei occhi quelli che lasciano sul marciapiede gli escrementi del loro cane, glieli spalmerei in faccia. Ci sono le mamme con i passeggini o i bambini che vanno a scuola, che devono fare lo slalom per non passarci sopra. 

PSICOLOGO            È certamente una vergogna. Ma, torniamo a noi. Dicevamo: all’ inizio aveva detto che questa ragazza, Giovanna, era bella, le piaceva. Già da un po’ la teneva d’ occhio. (Va a cercare gli appunti presi ) Aveva il cuore in gola quando è salita in macchina.

CARLO                     Si, è vero. Ma al solo pensiero di andare a spasso con lei e Poldo - non il nonno- mi creda: non ce l’ avrei fatta.

PSICOLOGO            Signor Carlo, purtroppo, come sempre, tutti i suoi slanci e le sue emozioni, vengono letteralmente sotterrati da questa abnorme e patologica forma di cinofobia, che sicuramente ha radici profonde…nella sua infanzia…

CARLO          Ha ragione. Si ricorda che le avevo raccontato di quando ero piccolo, di quel cane che mi aveva morso il sedere…

PSICOLOGO            Sì, certo, tutti abbiamo subìto dei traumi durante le fasi della nostra infanzia: chi non                  ha mai avuto paura del buio, ad esempio. Poi, si cresce, si diventa adulti proprio nella                 misura in cui si è in grado di superare queste paure.

CARLO          Mi sta dicendo che sono rimasto bambino? 

PSICOLOGO            ( Guardandolo dritto negli occhi, gli mostra il test n° 4 ) La culla: vedere in questa immagine una culla…capisce… è l’ essere ancora legati al mondo dell’ infanzia ( Tenta di trovare un esempio calzante ). Le è mai capitato di andare a sbattere contro un ostacolo, trovandosi al buio, quand’ era bambino ?

CARLO          Sì, mi ricordo una notte: stavo andando nel lettone dei miei. Sono inciampato nelle ciabatte di mia madre e sono andato a sbattere sul  comodino: sa quelli col ripiano di vetro verdino o celeste, con gli spigoli a punta? Erano in voga negli anni quaranta cinquanta. Guardi qua (indicando la fronte): ho ancora la cicatrice. Otto punti di sutura, alle due di notte!


PSICOLOGO            Ecco vede. Questo trauma l’ avrà sicuramente accompagnato per qualche tempo ma ora, penso l’ abbia superato!

CARLO                     Per forza: adesso non vado più nel lettone di mia madre e poi di notte, al buio, allungo bene le mani, così!(fa l’ imitazione del sonnambulo, facendo alcuni passi, poi si risiede)

PSICOLOGO            Signor Carlo, sono sincero: dietro la sua paura nei confronti di questi animali che, anche storicamente, rappresentano i pericoli del mondo che ci circonda, ecco …appunto… intravedo una sorta di …paura inconscia di staccarsi dalla madre. ( Si alza e comincia a girovagare per lo studio, con aria da professore ) Nelle stesse favole il lupo, progenitore dei nostri cani domestici, è il simbolo dell’ ignoto, di tutto ciò che non conosciamo, del futuro…Nei racconti infantili è proprio il lupo che ti fa correre dalla mamma, dove tutto è più sicuro, ovattato, caldo e dolce.

CARLO          Insomma è tutta colpa di mia madre?! Avevo un vago sospetto che c’ entrasse anche                  lei. 

PSICOLOGO            A parer mio c’ entra eccome.

Lo psicologo guarda l’ orologio. Carlo capisce che il tempo è scaduto. Matilde entra con una ricevuta in mano e la consegna per la firma al dottore.

CARLO          È già ora! Cosa faccio adesso?

PSICOLOGO            Per prima cosa si trovi un hobby, qualche attività che la occupi seriamente durante il                   tempo libero e poi …provi  all’ interno, stavolta.

CARLO          Cosa intende?

PSICOLOGO            Provi a cercare di allacciare qualche nuova amicizia in un luogo chiuso.

CARLO          Un centro commerciale?

PSICOLOGO            (Titubante) Sì, al limite anche quello. Meglio sarebbe però qualcosa di più tranquillo: una sala d’ aspetto, una biblioteca, un museo.

MATILDE     Macché musei: vada al Millennium Center (*) e troverà tutte le ragazze che vuole. Adesso che ci sono i saldi poi, si riversa là tutta la vallata. Anche straniere, se le preferisce alle nostrane .(Dà la ricevuta a Carlo e si avvia )

PSICOLOGO            (Spazientito dall’ intervento di Matilde) Dicevo…talvolta si possono fare incontri molto piacevoli nei luoghi dove l’ atmosfera è ovattata proprio …come nell’ utero della propria madre.

CARLO          D’ accordo, andrò al museo: le ho provate tutte oramai. Arrivederci! ( esce borbottando) Anche mia madre adesso doveva tirare in ballo: l’ utero materno! Gira e rigira, per un uomo, quella è la zona! Non ci si scappa. Comunque, se dimostrerà che c’ entra davvero mia madre, spartirò con lei anche le spese. È stata sua l’ idea di andare da uno psicologo.


  

Buio

II scena: L’ INSONNIA

Il giorno dopo,nello studio, stesso rito: Matilde porta il caffè e il giornale nello studio e poco dopo entra lo psicologo.

PSICOLOGO            Grazie Matilde. Che gentile! Anche il giornale! È proprio un tesoro.(sorseggia il caffè) Chi abbiamo oggi? (Legge la scheda della paziente sulla sua scrivania)

MATILDE     (Riprendendo il vassoio)Quella della raccolta.

PSICOLOGO            Di francobolli?

MATILDE     No, quella che non sa dove gettare le tazzine rotte e il cartone vuoto del latte.

PSICOLOGO            Ah, sì, Annalisa. Pensavo che oggi fosse una giornata rilassante. Pazienza.

MATILDE     Sarà per un’ altra volta!  

                       

PSICOLOGO (Intravedendo Annalisa) Prego prego, si accomodi!

Annalisa si fa avanti timidamente, si siede. Lo psicologo fa cenno a Matilde di andarsene.

PSICOLOGO            (Leggendo  la sua scheda) Mi dica: quando è cominciato il suo malessere.

ANNALISA  (Timidamente) Dicembre 2004.

PSICOLOGO            Cos’ è successo nel dicembre di quell’ anno?

ANNALISA Ho iniziato a non dormire più la notte.

PSICOLOGO            Ha perso il lavoro?

ANNALISA No

PSICOLOGO            Problemi affettivi?

ANNALISA No.

PSICOLOGO            Qualche familiare ammalato?

ANNALISA No. (Pausa) Hanno iniziato la raccolta differenziata al mio paese.

PSICOLOGO            E ciò le ha procurato insonnia?

ANNALISA Da allora non sono più stata bene.

PSICOLOGO            Come mai?

ANNALISA Mi sono sentita disorientata. Non sapevo più cosa fare. Era già da un po’ che buttavo la carta assieme alla carta, il vetro con il vetro e le lattine, la plastica nella plastica. Facevo anche il compost per i fiori per non sprecare niente. Mi sembrava logico e doveroso stare più attenti con tutta l’ immondizia che produciamo di questi tempi.

PSICOLOGO            Sono d’ accordo con lei. Continui.

ANNALISA  Finché c’ erano in giro per le strade i vecchi cassonetti, andava abbastanza bene. Quando li hanno tolti di mezzo, sono crollata.   

PSICOLOGO            Vada avanti.

ANNALISA Avevo attaccato sopra il letto la tabella che avevano distribuito in tutte le case con scritte le date della raccolta dei vari materiali, le festività, i luoghi dove portare questo o quello: per non sbagliarmi, per fare un buon lavoro. 

PSICOLOGO            Io il cartello di cui aprla ce l’ ho attaccato al frigo!

ANNALISA  Ho iniziato a risvegliarmi nel cuore della notte in preda al panico: che giorno è oggi? Vengono a raccogliere la carta, il residuo non riciclabile o l’ organico (umido)?  Mi alzavo, andavo in cucina, svuotavo bidoncini, riempivo sacchetti: sbirciavo i miei vicini di casa per vedere cosa avevano messo loro fuori dalla porta, controllavo il calendario e magari mi accorgevo che era domenica e così tornavo a letto, occhi sbarrati e sguardo perso.  

PSICOLOGO            Non aveva nessuno con cui parlare di questa sua agitazione?

ANNALISA A dire il vero in quel periodo la gente non faceva altro che parlare di quello: giornali, televisione, radio. Stavano tutti come me: in totale confusione. I vecchietti poi: già avevano dovuto faticare con l’ entrata dell’ euro. Ora, su e giù per le scale con tutti quei bidoni. Una mia vicina un giorno mi ha chiamato piangendo: la retina delle arance è plastica o residuo o imballaggio? Dove la butto? E la tazzina rotta, nella campana verde o in quella blu? E quando spazzo la cucina, devo separare le briciole di pane e metterle nell’ organico o posso chiudere un occhio e buttare tutto nel residuo secco non riciclabile? 

PSICOLOGO            Sì, ammetto che quello è stato effettivamente un periodo critico ma adesso però questo tipo di raccolta è entrato per così dire nel nostro tram tram di vita e le cose si

                        sono, per così dire, normalizzate. È riuscita a rilassarsi un po’? Sono passati più di tre anni.

ANNALISA Sì, anch’ io mi sono organizzata ma…

PSICOLOGO            Ma?

ANNALISA La mia vita è cambiata. Abito in una villetta. Ho un piccolo orto, un giardino e un cortile: roba da buttare ce n’ è sempre tanta. 

PSICOLOGO Su, ci sono altre persone che si trovano nella sua stessa situazione.

ANNALISA Una volta il sabato mattina facevo un po’ di lavoretti in casa, andavo a fare shopping e poi dalla parrucchiera. Anche l’ occhio vuole la sua parte, per così dire… 

PSICOLOGO            E adesso?


ANNALISA In discarica! Trascorro tutti i sabati mattina al Centro di Raccolta che una volta si chiamava discarica. E là il sabato mattina è un disastro. Come ai mercatini in Alto Adige durante le festività natalizie! Una coda di automobili, furgoni, apecar, scooter: tutti con roba da buttare. Appena fermi la macchina, hai rpesente le mosche? Un branco di uomini  - di colore –non italiani- ti accerchiano. La prima volta mi sono messa a urlare: pensavo volessero violentarmi.

PSICOLOGO            E invece?

ANNALISA  Facevano a gara a chi si accalappiava prima quello che stavo per buttare via: un vecchio ferro da stiro, vestiti, attrezzi vari.

PSICOLOGO            Ma, a parte la raccolta differenziata, c’ è qualcos’ altro per caso che le è successo? Mi sembra strano che la sua inquietudine dipenda solo da questo problema.

ANNALISA Niente, niente di niente. La causa è tutta lì. E non è ancor finita. (Si mette a piangere)

PSICOLOGO            Su, si rilassi: c’ è tanta gente che ha risolto il suo problema e vedrà che ne verrà fuori anche lei. È solo un po’ stressata, forse troppo lavoro.

ANNALISA Ho dovuto richiedere il part-time per poter seguire con coscienza queste novità ecologiche: non si può mica passare metà giornata a lavorare, un’ altra metà a fare la coda al supermercato, altre due ore a trovare parcheggio in città, far da mangiare, pulire la casa e poi trovare il tempo per differenziare tutto quello che buttiamo! 

PSICOLOGO            Ecco: ha trovato la risposta al suo problema: le è venuto a mancare diciamo qualche introito economico e ciò le ha procurato ulteriore depressione.

ANNALISA Ma no dottore: non ho più tempo nemmeno di spenderli i soldi che guadagno: non ho figli né marito né genitori al ricovero. Inoltre ho iniziato a comprare meno cose per lo stress di non sapere poi dove buttarle.  Ogni volta che compri una bottiglietta di profumo impieghi venti minuti ad aprirla, altri venti a cercarla –le confezioni sono enormi, il contenuto mignon- e altri venti minuti per appiattire la scatola e buttarla. E la frutta? E la verdura? Con quattro banane, qualche pomodoro e un po’ di insalata, il bidone degli imballaggi è già pieno di vaschette bianche, nuove e pulitissime: usate qualche ora e zac, tutto finito, da buttare, via! 

PSICOLOGO            Perché, Signora Annalisa, non va a fare la spesa dove si vende la verdura fresca?

ANNALISA E dove li trovi quei negozi lì? Dove abito io non ce ne sono più e sulla strada che dal lavoro porta a casa mia ci sono tre centri commerciali, un benzinaio, due carrozzerie e una scuola. Devo licenziarmi completamente se voglio trovare il tempo di andare anche a cercare un fruttivendolo come quelli di una volta che ti mettevano tutto in semplici sacchettini di carta e stop!  (agitatissima)

PSICOLOGO            ora si calmi, vedrà che assieme, troveremo una soluzione. Le serve solo un po’ di tempo e di pazienza e magari qualcuno con cui condividere queste sue ansie. Ce l’ ha un fidanzato, un amico?

ANNALISA Prima…adesso non ho tempo di cercarlo.


PSICOLOGO            Per le cose importanti, bisogna trovarlo il tempo. Comunque, ne riparleremo. Settimana prossima, stessa ora, le va bene?

ANNALISA Sì, benissimo. (Lo psicologo ha buttato un foglio di carta stropicciato nel bidoncino accanto alla scrivania. Prende una penna, la prova: non funziona; la butta nello stesso bidone) Attenzione: le penne che non funzionano più si gettano nel residuo secco non riciclabile.

PSICOLOGO            ( Distrattamente, prendendo un’ altra penna per scrivere l’ appuntamento) Lo so signora.

ANNALISA (Alzandosi per frugare nel bidone e trovare carta e penna assieme) Come mai allora l’ ha messa assieme alla carta? (gli mostra i due oggetti con aria di sfida)

PSICOLOGO            ( Imbarazzato) Che sbadato. Matilde? Matilde?

MATILDE     (Entrando)Sì, mi dica.

PSICOLOGO ( Un po’ in disparte)  Dove ha messo il bidone del residuo?

MATILDE     L’ ho buttato via stamattina: era tutto rotto, da buttare. 

PSICOLOGO            E non l’ ha riacquistato?

MATILDE     Mi aveva detto di eliminare un po’ di spese superflue.

PSICOLOGO            La prego, vada subito a ricomprarne uno e intanto, mi dia uno scatolone.

MATILDE     Ma non c’ è qua sotto (intrufolandosi con qualche impaccio fra le gambe dello psicologo e la scrivania) un bidone?

PSICOLOGO            (Facendole gli occhi grossi) Ma questo è solo per la carta! Me ne serve uno anche per il residuo!

MATILDE     Allora, bisogna comprare una scrivania più grande: se no non ci sta più con le gambe a occhio e croce! A meno che non metta una gamba dentro ad un bidone e l’ altra nell’ altro!  (ride)

PSICOLOGO            (Spazientito) A questo ci penseremo dopo. La prego, vada a comperare un nuovo bidone. Grazie!(Ad Annalisa) La mia segretaria…sempre puntigliosa e…spiritosa anche!

ANNALISA  No, ha ragione. Anche il problema dello spazio non è da poco. Sotto al lavandino una volta si tenevano i detersivi, gli strofinacci, gli scovolini: adesso: una fila di bidoni! 

PSICOLOGO            ( Scrivendo la ricevuta ) Ora non mettiamo troppa carne al fuoco. Ne riparleremo, se lo ritiene opportuno.(Porge la fattura ad Annalisa) Ecco a lei: facciamo volta per volta, le va bene? Passi pure dalla segretaria.

ANNALISA Sì, certo. (Prende la ricevuta e gli dà la mano) Arrivederci. (uscendo) Le gocce per dormire, posso prenderle?


PSICOLOGO            Sì, sì, le prenda.  A presto. (Uscita Annalisa, sospirando) Ragazzi, qua c’ è da lavorare per un anno altro che part-time. 

Buio.

Stacco musicale.

Cambio scena.

III scena: LA PINACOTECA

Carlo ha deciso di trascorrere la domenica pomeriggio in una galleria dove sono esposti quadri e sculture moderne. Si aggira fra le opere d’ arte, cercando di darsi un contegno, una certa aria di esperto. Nella stessa sala si aggira una ragazza sui 25 anni, assolutamente catturata dalla suggestione di quelle opere.

IVONNE        (Davanti ad un quadro astratto, coloratissimo e incomprensibile, commenta tra sé) Bello. (Pausa) Intenso. (Pausa) Sono estasiata.

CARLO          (Volendo attaccare bottone con la ragazza) Eh sì…davvero bello.

IVONNE        Magnifico.(Pausa) Penso che una tale armonia cromatica sia davvero rara per un artista del nostro tempo.

CARLO          E’ sì…in effetti…

IVONNE        (Sempre assorta e rapita dal quadro) Il nostro mondo si sta ingrigendo: fumo, smog, effetto serra…ozono…

CARLO          Rifiuti.

IVONNE        Rifiuti…e invece…

CARLO          Invece?!

IVONNE        Guardi qui: che vitalità, che energia spirituale…cosmica.

CARLO          Infatti, mi sembra proprio di vedere gli anelli di Saturno…dicevo…(dandosi un po’ di tono ora che la ragazza lo sta osservando intensamente) questi aloni, questi cerchi…sì, proprio gli anelli di Saturno…

IVONNE        (La ragazza si gira verso Carlo, catturata dalle parole appena udite; lo guarda, lo afferra per le spalle, apparentemente in preda ad un rapstus) Gli anelli di Saturno! Grandioso! Ha trovato la similitudine perfetta per questa opera d’ arte? Lei ha una rara sensibilità estetica, lo sa? ... Gli anelli di Saturno: cromatica cosmica. (lo

                        abbraccia e poi lo porta davanti ad un’ altro dipinto) Mi dica: cosa le affiora nella mente guardando questo?

CARLO                     (Carlo si sforza di intravedere qualcosa anche se davanti a lui appare una tela color beige o grigio chiaro tagliata in diagonale; alcune gocce color rosso scuro appaiono nella parte bassa; non sa cosa dire e così prende tempo) (Tra sé) Decisamente il contrario di quella di prima: qua niente anelli, solo un taglio.(Alla ragazza) Qua…c’ è poco da dire…niente colore…un taglio netto…

IVONNE        Effettivamente qui siamo di fronte alla totale negazione del colore. Ma quel taglio, quello squarcio…

CARLO          (Fra se) Per me il pittore ha stracciato la tela perché non gli veniva un bel quadro a morire: mentre voleva tagliare la tela, si è tagliato anche lui. Qualche goccia di sangue gli  è caduta e zacchete: è uscito il quadro che non era stato capace di fare. E adesso: soldi a palate! Che male però! 

IVONNE        ( Apprensiva ) Cosa ? Si sente male?

CARLO          (Cercando di darsi un certo tono) Che dolore…dicevo : sembra un taglio, una ferita queste gocce sembrano di sangue…

IVONNE        In effetti… il dolore dell’ umanità intera di fronte allo scempio, alla distruzione, al menefreghismo della società… Geniale. Lei..mi dà i brividi…

CARLO          ( In disparte, guardandola intensamente )Anche lei…( Poi, con enfasi per fare breccia nel cuore della ragazza) Gocce di sangue…dolore…disperazione…

IVONNE        (Annuendo continuamente e guardandolo negli occhi) E’ vero…ha ragione…un’ immensa ferita….di fronte al dolore estremo di una società giunta alla fine. ( La ragazza lo abbraccia; è visibilmente toccata. Carlo contraccambia l’ abbraccio in silenzio).

CARLO          (Fra se) Speriamo almeno che non faccia parte di una di quelle sette che vedono la fine del mondo una anno sì uno no! (Porgendole la mano) Piacere, Carlo.

IVONNE        Ivonne. Piacere.(Si stringono la mano)

CARLO          Che lavoro fa?

IVONNE        Sono all’ ultimo anno di architettura! E lei?

CARLO          (Per darsi un po’ di tono) Mi occupo di articoli di design.

IVONNE        Capisco: lei ha occhio, è intuitivo, sintetico, va subito al nòcciolo. Di che articoli si occupa?

CARLO          Arredamento: articoli …sanitari…(Per non entrare troppo nei particolari) Prendiamo un caffè. A due passi da qua c’ è un Pub…le piacerà.

IVONNE        Volentieri.

Escono  a braccetto.

Stacco musicale.

Cambio scena.

IV scena:  PIATTI  DI  PLASTICA

Nello studio dello psicologo.

PSICOLOGO            Allora, come va?

ANNALISA Abbastanza; sa che sono contenta di aver buttato fuori un po’ di roba? 

PSICOLOGO            È tornata in discarica?

ANNALISA  No, no! Mi riferivo al fatto che l’ altra volta sono riuscita a buttar fuori tutte le mie ansie. Fa davvero bene parlare con qualcuno! 

PSICOLOGO            Certo signora: è la prima cosa che si dovrebbe fare di fronte a qualsiasi problema: parlare, esternare, anche arrabbiarsi se necessario.

ANNALISA Appunto: oggi ho proprio intenzione di ha una rabbia in corpo che non le dico. È dall’ aprile dell’ annos corso che la tengo dentro e adesso, via, spiffero tutto.  

PSICOLOGO            Forza, si sfoghi pure.

Entra Matilde con un bidone nuovo che va a riporre accanto alla scrivania.

MATILDE     Ecco qua il bidone. Contenti? Dove lo metto adesso?

PSICOLOGO            Vediamo…(fanno alcune prove, dato che sotto la scrivania ma non ci sta) Ecco, qua sta bene, grazie Matilde! Prosegua pure signora Annnalisa.

ANNALISA (Affranta) Mi dica se è normale che le posate e i piatti di plastica non si debbano buttare assieme ai sacchetti di plastica, nelle campane apposite.

MATILDE     Ha ragione: anche a me sembra una stupidaggine senza senso. 

ANNALISA (Rivolgendosi a Matilde) È come se un farmacista mi raccomandasse di non mettere le medicine nellos tesso armadietto.  Io non ci dormo su questa questione e mi sento anceh in colpa: ho buttato via per mesi, anni le posate di plastica assieme a tutta l’ altra plastica: sacchetti, bicchieri, oggetti, vasetti, contenitori. Adesso, di colpo, tutto da rifare: posate e piatti di plastica vanno gettati nel residuo secco non riciclabile. 

MATILDE     Il fatto è che non sono imballaggi! Tutto qua. La plastica si divide fra imballaggi e non imballaggi!  Capisce?

ANNALISA Non tanto. Comunque io sono andata in paranoia anche per questo cambiamento di rotta improvviso.  

MATILDE     Me ne ha parlato un giorno uno che lavora in una di quelle ditte che raccolgono le immondizie da riciclare. Lui era ddetto alla raccolta solo degli imballaggi quindi di tutto ciò che è stato concepito appositamente per contenere un qualcos’ altro.  

PSICOLOGO            Ehm. Possiamo andare avanti? ( Matilde esce) Mi dica, come ha risolto questo suo malessere?

ANNALISA No l’ ho ancora risolto anzi: continuo a fare incubi: una fila di forchette, piatti, bicchieri di plastica dopo le feste di carnevale che sfilano in corteo gridando slogan a tutto spiano: “Siamo di plastica, vogliamo il riciclo”  e poi mi rincorrono cercando di pungermi il sedere, di saltarmi addosso di soffocarmi; io mi agito tutta poi mi sveglio fradicia di sudore. 

PSICOLOGO Le gocce per dormire le prende regolarmente, prima di andare a letto?

ANNALISA Sì, ma dovrei prenderne una boccetta intera alla volta per dormire bene.

PSICOLOGO            Ha provato col training autogeno?

ANNALISA Sì, ho provato per qualche giorno anche a starmene lì ferma sdraiata sul letto con gli occhi chiusi e provare a ripetermi che sentivo il braccio pesante, poi la gamba pesante, poi il sedere pesante poi la schiena: tutto pesante pesante. Mettevo su anche quelle musichette ambient, fatte apposta, con il rumore dell’ acqua che scorre e del vento che soffia: dopo qualche minuto vedevo carte dappertutto nel ruscello e sentivo il vento che aveva rovesciato i cassonetti in giro per le strade e così ero di nuovo bella sveglia con gli occhi sbarrati fissi sul soffitto della mia stanza. 

PSICOLOGO            Ci vuole un po’ di pratica, magari qualche corso specifico…

ANNALISA  Lasciamo eprdere: ho smesso. Per far questo training più di una volta mi succedeva di dimenticarmi di portare in strada il bidone dell’ umido organico, proprie le sere in cui avevo cucinato il pesce. D’ estate, sa che puzza? 

Buio.

Stacco musicale.

Cambio scena.

V  scena:  I  BIDONI  DEL  CARLO

Appartamento di Carlo. Seduto con due o tre bidoni davanti: quello della carta e quello della plastica, del residuo. Una pila di calzini su una sedia: sta trafficando con etichette e ganci.

MAMMA       Cosa stai combinando? 

CARLO          Raccolta differenziata.

MAMMA       Sì, vedo ma…cosa stai differenziando: (prendendone un paio) calzini verdi da quelli marroni ?

CARLO          Ho comprrato dieci paia di calzini in offerta.

MAMMA       Fatti in Cina, senz’ altro: da buttare prima ancora di averli indossati!   

CARLO          Ma no! Sto staccandone le etichette!

MAMMA       (guardando un’ etichetta) Non sono di carta?!

CARLO          Sì, ma vedi (le mostra l’ involucro): attaccato all’ etichetta di carta c’ è anche un gancetto: quello è di plastica. Poi, vedi qua, sulla punta?  (sempre mostrandogli il calzino): non c’ è un gancetto di metallo, con due punte per tenere assieme i calzini?  Sono materiali diversi quindi si differenziano prima di buttarli!

MAMMA       (In tono canzonatorio) Certo che se avessi tre figli e una moglie dovresti mandarli in giro scalzi perché non so se troveresti il tempo ogni volta per  differenziare tutto quanto! 

CARLO          Sì, sì, ridi pure. Fra qualche anno i miei figli invece di spalare neve dal vialetto di casa, dovranno mettersi a spalare immondizie! E non solo in inverno.

MAMMA       Figli, figli. Stiamo parlando di figli: chi vuoi che ti sposi con tutte le manie che hai? Trovala tu una donna capace di sopportarti! 

CARLO          Megio soli che male accompagnati.

MAMMA       A proposito, com’ è finita con la pittrice?

CARLO          (Con aria disgustata) Appesa a un chiodo! Proprio come i suoi quadri!

MAMMA       Potrei sapere cosa aveva che non andava bene? Cossa ti ha combinato di così grave per far quella faccia !’ ala combinà de cossì grave?  Era da un po’ che uscivate assieme!

CARLO          Mamma, lasciamo eprdere. 

MAMMA       Per me sei proprio stupido. Era così bella, piena di vita anceh istruita a dire il vero. Al giorno d’ oggi conta, conta molto. Ci sono in giro troppe veline con e senza piersing, sul naso, sulla bocca: mi danno davvero un senso di...puah

 

CARLO          Sai cosa aveva avuto il coraggio di regalarmi per il compleanno?  Un libro intitolato TRE CANI…solo a sentire il nome, mi conosci vero? Io i cani non li voglio vedere né dal vero né sui libri! 

MAMMA       Tre cani? ( riflettendo un attimo )Ma allora sei stupido davvero? Sarà stata la TRECCANI: la rinomata e costosa enciclopedia!

CARLO          Che parla di cani?

MAMMA       Ma che razza di figlio ignorante ho mai generato? Un’ enciclopedia parlerà ben di tutto: macchine, uomini, donne, fiori animali, invenzioni, pianeti, economia, storia geografia…

CARLO          Mamma? Ti sei iscritta all’ Università della Terza Età? 

MAMMA       Tutte cose che leggo sulla Settimana Enigmistica: è piena di curiosità e informazioni utili da sapere. È meglio che inizi a leggerla anche tu così ti dimentichi di tutte le tue manie! La terapia sembra non funzioni a quanto pare!  

CARLO          A proposito: lo psicologo ha detto che c’entri anche tu con tutte le mie fobie.

MAMMA       Io?

CARLO          Non ho ben inteso ma…so che ha parlato di utero… Forse è meglio che prendi un pappuntamento anceh te.  Tanto per chiarire la situazione. Non penso sia niente di grave. Se però c’ entri davvero, voglio metà soldi per la parcella: sto spendendo un capitale.

MAMMA       Guarda che io contro quei poveri animali non ho proprio nulla. Fosse per me, me lo sarei già presa un cagnolino, per la compagnia. 

CARLO          Fa quello che vuoi, ma un salto dal mio psicologo non ti farebbe male: almeno la finiresti di ronzarmi attorno, di dirmi di tagliarmi i capelli, di pulirmi le orecchie, di cambiarmi i calzini e le mutande. Ho quasi quarant’ anni! 

MAMMA       Senti bene: non mi far arrabbiare. Mettiti anceh le mutande sporche di una settimana e i calzini tienteli addosso per due settimane: basta ceh mi stai alla larga. La tua puzza te la annusi per conto tuo! (Stizzita) Ti saluto.

CARLO          Che permalosa! Vai vai …(fra sé) Tanto non sei capace di starmi lontana per più di due giorni!

MAMMA       (Parlando fra sé, mentre sta uscendo) Brutto disgraziato. Bella riconoscenza: ti stiro, ti lavo i vestiti, ti faccio da mangiare e poi? Dovrei andare in terapia! (Rivolta al figlio) In farmacia vado: mi fai venire il mal di testa.  

CARLO          (La saluta in tono amichevole) Ciao mamma! Dotor B-e-n-v-e-n-g-a, Saverio Benvenga: c’ è sull’ elenco telefonico!

            Musica

                        SIPARIO

FINE I ATTO

           

            II ATTO

I scena:  LA ROTTURA DEL FIDANZAMENTO

            Nello studio dello psicologo.

Sono trascorsi alcuni mesi. Annalisa entra timidamente, con un piccolo quasi impercettibile tic nervoso. Porge la mano allo psicologo e si siede sulla poltrona.

PSICOLOGO Come va, signora?

Annalisa, stenta ad iniziare il colloquio, come di consueto

PSICOLOGO Su, si rilassi: si era ripresa bene sei mesi fa, si ricorda? Avevamo sospeso le sedute, aveva trovato un fidanzato…mi aveva parlato di nozze imminenti: mi dica come stanno procedendo i preparativi per il matrimonio? (Annalisa scoppia a piangere; il medico chiama al telefono Matilde la quale entra con un bicchiere d’ acqua)

MATILDE     Su, su beva un goccio d’ acqua. Se è per un uomo non le sprechi le lacrime, non ne vale la pena. Se invece pensa di essersi innamorata dello psicologo, non si preoccupi: succede a tutte. Si chiama TRANSFERT.

PSICOLOGO Matilde!

MATILDE     È vero. Dello psicologo ci si può sempre innamorare: è praticamente l’ unico uomo che tace e ti ascolta: del resto, lo si paga profumatamente! Una volta invece, si era parsimoniosi, si risparmiava. Si andava dal Parroco a raccontare i problemi, le proprie angosce. (Alzando un po’ il tono) Comunque, che mi prenda colpo se ho mai pianto per un uomo io! 

PSICOLOGO Matilde! (Ad Annalisa) Avete fissato la data?

ANNALISA Annullato!

MATILDE     Una che ragiona finalmente! Brava. C’ è sempre tempo per rovinarsi la vita!

PSICOLOGO            Matilde!

MATILDE     Adesso faccia un bel respiro (mostra un ampio respiro a pieni polmoni e Annalisa copia i movimenti) Apra bene le braccia, così, ecco…brava: inspira..espira; inspira…

PSICOLOGO            Matilde!

MATILDE     Vado vado! ( avviandosi )Se le cade a terra proprio nel suo studio non dia poi la colpa a me!

 

PSICOLOGO (Con tono sempre calmo e rassicurante) È successo un imprevisto?

ANNALISA Sì.

PSICOLOGO E non si può rimediare?

ANNALISA  Neanche per sogno.

PSICOLOGO Una malattia? Un lutto?

ANNALISA Un disastro. L’ ho beccato mentre gettava nelle campane blu il sacchetto dell’ umido organico che gli avevo chiesto di portar fuori l’ altra sera! 

PSICOLOGO Ne è sicura?

ANNALISA L’ ho visto con i miei occhi!

PSICOLOGO Lo stava pedinando?

ANNALISA No, ero andata sul poggiolo per mandargli un ultimo bacio e di colpo ho visto il misfatto: sono rimasta di sasso.

PSICOLOGO Cosa ha fatto in seguito?

ANNALISA Me sembrava di svenire: mi sono aggrappata alla ringhiera, sono tornata in casa e mi sono gettata sul divano. Non capivo più nulla, mi sentivo svuotata

PSICOLOGO L’ ha chiamato sul cellulare per chiedergli spiegazioni?

ANNALISA Sarò rimasta lì, immobile, con gli occhi persi nel vuoto, per due ore, penso.  Quando ho sentito il suo solito messaggio della buona notte, non gli ho risposto. Ho preso il mio telefonino. Prima gli ho tolto la batteria -quella va buttata in un contenitore speciale- e l’ ho messo in borsa. Il giorno dopo mi sono recata al centro di raccolta e l’ ho buttato via. 

PSICOLOGO Quindi, se ho ben capito, non ha più intenzione di sposarsi.

ANNALISA Con quello lì no di certo. E pensare che gli avevo spiegato tutto così bene, sembrava così contento. Mi dicevo: “Ho proprio trovato l’ uomo giusto per me”. Comprensivo, educato, pulito, ordinato. Ci capivamo su tutto: interessi, sport, programmi televisivi. Avevamo organizzato anche la nostra super raccolta differenziata dividendoci i compiti: io ero addetta a lavare bene i contenitori di plastica, le scatolette di tonno, i vasetti dello yogurt quelli del miele o della marmellata. Lui invece staccava le finestrelle di plastica dalle buste delle fatture o dai pacchetti di pasta. Passavamo delle ore intere a …(Entra Matilde con un raccoglitore, va verso la libreria e sente parlare di matrimonio)

PSICOLOGO Forse allora quell’ episodio è stato un errore involontario. Magari dovuto all’ imminenza del matrimonio. Un uomo, di fronte ad una tale scelta di vita, può talvolta essere sopra pensiero. (Sull’ ultima frase entra Matilde)

MATILDE     Gli uomini a dire il vero, sono sempre sopra pensiero. Soprattutto quando l’ altra si resta incinta! (Facendo il verso) Ma dai? Com’ è stato possibile? Com’ è potuto accadere? Mi sembrava di essere stato attento…Ah! Gli uomini sono attenti solo quando è troppo tardi! (Sistema il raccoglitore sullo scaffale e poi esce)

ANNALISA  No, Piergiorgio non era mai sovrappensiero. Sono convinta che l’ha fatto apposta:                       per farmi del male. Scommetto che è stata una cattiveria. (piagnucola)

PSICOLOGO            Cosa avevate fatto quella sera?

ANNALISA Avevamo visto in TV un programma sugli scandali delle discariche nel mezzogiorno. Una tale schifezza, un’ ignominia.

PSICOLOGO Poi?

ANNALISA Poi siamo andati ad ammirare i nostri bidoncini in cucina e sul poggiolo. Ricordo che ci siamo presi per mano orgogliosi del nostro lavoro: tutto in ordine perfetto, ogni cosa nel suo contenitore giusto! 

PSICOLOGO E dopo?

ANNALISA Dopo, dopo: gli ho dato l’ umido organico da mettere fuori dal cancello mentre usciva, dato che il giorno dopo sarebbero venuti per la raccolta porta a porta. Ci siamo salutati come sempre.

PSICOLOGO E’ stato un saluto spiccio o particolarmente caldo, intrigante…

ANNALISA  Con due sacchetti di umido in mano non si poteva fare mica tanto: un bacio, come al solito. C’ è sempre qualcosa da portar giù la sera: la carta o l’ umido o il residuo.

PSICOLOGO Ma, se non sono indiscreto, le è sembrato che Piergiorgio avrebbe voluto prolungare questo attimo di intimità? Il congedo è uno degli istanti più piacevoli, spesso, fra due persone che si amano.

ANNALISA A dir la verità ad un certo punto mi era sembrato che volesse appoggiare per terra i sacchetti per darmi…per farmi…sa…ma gli ho subito fatto capire che avevo appena passato l’ amuchina sul giro scale e che non era proprio il caso: mi dà un fastidio incredibile sentire le suole appiccicaticce. 

 Lo psicologo guarda l’ orologio.

ANNALISA Mamma mia se passa il tempo! Cosa posso fare adesso? 

PSICOLOGO Per il momento è meglio non fare nulla. Proseguiamo i nostri incontri però; dobbiamo lavorare molto. La prossima volta si ricordi di portare con sé la borsa della spesa. Ci servirà per un esperimento.

ANNALISA Cosa devo comprare?

PSICOLOGO Quello che acquista normalmente!

ANNALISA D’ accordo. Grazie, grazie mille. Se non ci fosse lei in questi momenti…(prende la ricevuta, saluta ed esce) Arrivederci!

PSICOLOGO (Lo psicologo, prende un libro e inizia a leggere) PSICOPATOLOGIA QUOTIDIANA MODERNA Capitolo quarto. Nuove sindromi metropolitane. Come

                        sopravvivere allo stress da raccolta differenziata. I 4 casi tipici di questo disturbo. Come curarlo e ridare serenità ai soggetti che ne sono vittime. Il test vi guiderà  nello scoprire il grado di gravità delle fobie del vostro paziente. Occorrente: il sacchetto della spesa, i bidoncini usati per la raccolta differenziata dei rifiuti, qualche sacchetto, un block notes …la scheda verde allegata … (la voce si fa sempre più debole e le luci si spengono.)

Buio.

II scena: SEDOTTA  E  ABBANDONATA

Nello studio. Lo psicologo è seduto e sta leggendo la scheda della sua nuova paziente: Ivonne. Matilde entra portando il solito vassoio con il caffè.

PSICOLOGO Ivonne Cesarini…studentessa di architettura. Giovane però…

MATILDE     Al giorno d’ oggi non sono più capaci di godersi nemmeno la propria gioventù. Io, se avessi venticinque anni non perderei di certo il mio tempo a venire qui da lei. Neanche fossi pazza! Andrei a godermela sul lago o a cercarmi un bel ragazzo!

PSICOLOGO (Un po’ canzonatorio)Signora Matilde. Proprio lei che non sopporta gli uomini! Ha mai corso dietro a qualcuno?

MATILDE     Come si permette? Ero piena di ammiratori un tempo.

PSICOLOGO E come mai non si è sposata?

MATILDE     ( Rabbuiandosi )Affari personali.

PSICOLOGO (In tono professionale) Non gliel’ ho mai detto ma le ricordo che se avesse bisogno di aiuto, io sono qui anche per lei, nel caso avesse voglia di liberarsi di qualche peso.

MATILDE     Io, venire a raccontargli le mie storie e le mie pene d’ amore? E pagare anche? Ma non mi faccia ridere! (Esce mandandolo a quel paese con la mano mentre entra Ivonne)

IVONNE        Permesso. Posso?

PSICOLOGO            Entri pure…signora Ivonne: giusto?

IVONNE        Sì, sì: sono io.

PSICOLOGO Si accomodi.

IVONNE        (Molto imbarazzata. Nel sedersi urta qualcosa sulla scrivania.) Che sbadata. Mi scusi. Sono così emozionata…

PSICOLOGO Non si preoccupi. (Deglutisce e si sistema i capelli: la ragazza è decisamente bella) È mai stata da uno psicologo?

IVONNE        No. È la prima volta.

PSICOLOGO C’ è sempre una prima volta, no?

IVONNE        …Sì, penso di sì.

PSICOLOGO (Ripone le carte e ne prende delle altre, sempre emozionato) Prima di iniziare…dovrei …compilare alcune scartoffie: i suoi dati, sa com’ è…

IVONNE        Certo: non si va da nessuna parte oggigiorno senza scartoffie!

PSICOLOGO Vediamo…dove ho messo i moduli…(li cerca invano, facendo un po’ di  confusione e poi citofona a Matilde) Non perdiamo altro tempo: ci penserà Matilde, la mia segretaria, più tardi.

IVONNE        D’ accordo.

PSICOLOGO (Messosi comodo in posizione d’ ascolto) Allora, signora Ivonne, cosa c’ è che non va?

IVONNE        (Titubante) Beh…sa…a dire il vero…il mese scorso…

PSICOLOGO Tanto per restringere il campo: problemi di cuore, di lavoro, di salute: tutti e tre?

IVONNE        Sono studentessa,  a dir la verità…di salute…bene a parte un po’ di ansia…

PSICOLOGO Resta fuori il cuore allora!

IVONNE        Sì.

PSICOLOGO Dove e come vi siete incontrati?

IVONNE        Al museo: davanti a un quadro (silenzio)

PSICOLOGO E poi? (Entra Matilde)

IVONNE        Ho subito sentito delle vibrazioni…impulsi…emozioni inconsuete…

PSICOLOGO Classico colpo di fulmine.

MATILDE     ( Vedendo il disordine sulla scrivania) Che razza di disordine è mai questo?Non ho mica intenzione di fare straordinari stasera! ( Riassetta un po’ le cose )  Devo prendere i dati della signora?

PSICOLOGO ( Trasognato ) Mah…beh…facciamo più tardi, grazie. (Matilde si siede su una sedia in attesa) Ehm, Matilde, la prego! Non mi sembra il caso di stare qui a…

MATILDE     ( Fra sé) Oggi è proprio strano: è meglio che lo tenga d’ occhio.(Ad Annalisa) E poi: fra donne è piu facile capirsi su queste cose. (Allo psicologo) Pensa davvero di sapere cosa passa nell’ animo di una donna quando è innamorata? È come andare a finire in mezzo alle ortiche: brucia dappertutto. Non sei più capace di pensare ad altro e continui a grattarti. Ti sembra impossibile che un dolore del genere possa mai passare. 

PSICOLOGO Come paragone mi sembra un tantino eccessivo. L’ amore di solito ( guardando                         Ivonne con trasporto) si paragona a un fiore, a una rosa, a un tramonto…

MATILDE     ( Alzandosi )No no caro il mio dottore: il mal d’ amore prude come l’ ortica. E quando dura più che se fosse ortica, bisogna correre ai ripari.(esce)

PSICOLOGO (Seccato) Grazie Matilde. (Ad Ivonne) Vada pure avanti: stava parlando di come si sentiva, delle vibrazioni…

IVONNE        Sì, ero stordita. Quell’ uomo, con poche e semplici parole, mi riassumeva tonnellate di libri e saggi sull’ arte e sono andata in visibilio.

PSICOLOGO Un’ esperto d’ arte, quindi.

IVONNE        No, si interessa di arredobagno, mi pare: roba di design.(Quasi in trance) Senza di lui, mi sento persa.

PSICOLOGO E come stanno andando le cose ora?

IVONNE        ( piangendo ) Sono disperata!

PSICOLOGO Perché?

IVONNE        D’ un tratto, non si è più fatto sentire: sparito nel nulla.

PSICOLOGO Ha provato a chiamarlo?

IVONNE        Non risponde più!

PSICOLOGO Sposato?

IVONNE        Non mi risulta.

PSICOLOGO Le sembrava strano, l’ ultima volta che l’ ha visto?

IVONNE        No, assolutamente. Era il giorno del suo compleanno. Abbiamo festeggiato assieme. Ci siamo lasciati dandoci un appuntamento per il giorno dopo.

PSICOLOGO Come vi siete salutati?

IVONNE        Gli ho dato il regalo, il primo volume dell’ ultima edizione dell’ enciclopedia Treccani…un regalo di prestigio, che potesse durare nel tempo: un investimento culturale per tutta la famiglia.

PSICOLOGO E poi?

IVONNE        Ho il terrore che qualcosa di grave gli possa essere accaduto nei giorni successivi alla scomparsa. Ho ascoltato tutti i tg ed ho letto tutti i quotidiani per sapere qualcosa di lui.

PSICOLOGO CHI L’ HA VISTO?

IVONNE        Ci sto pensando.

PSICOLOGO Gli ospedali di zona?

IVONNE        Telefonato a tutti: niente. Niente di niente.

PSICOLOGO Forse un viaggio all’ ultimo minuto.

IVONNE        Chissà! Io so solo che sono disperata: non riesco più a studiare, a leggere un libro, a guardare un quadro.

PSICOLOGO (Pausa, poi in tono professionale cercando di celare al massimo le sue emozioni) Evidentemente questo atteggiamento è alquanto strano, diciamo, poco usuale. Gente che sparisce ce n’ è pur molta. Potrebbe darsi…io del resto non sono un investigatore privato ne un poliziotto. Sono uno psicologo e pertanto posso solo cercare di farla stare meglio date le circostanze. Devo fare leva su di lei, non sugli altri. Provi per un po’ a tornare indietro nel tempo, a prima dell’ incontro.  Lei viveva anche prima, no?

IVONNE        Sì, certo.

PSICOLOGO Ecco: le persone vanno e vengono. Possono andarsene, tornare, sparire, morire. Fa parte della vita. Noi dobbiamo però rimanere sempre noi stessi, a prescindere dagli altri.

IVONNE        Ma…non so…(Squilla il suo cellulare ) Ops, mi scusi..(si volta, osserva la chiamata) (si mette un po’ in disparte) Pronto, dimmi…Sì, certo: Via Vittorio Veneto…quasi in fondo. Ma sì, c’ è all’ esterno un’ insegna con un cane e due gattini. Non puoi sbagliare…Una museruola, sì…la più grande che c’ è…No…quella di Bracco non va bene... È un Alano il mio, non un Chihuahua…va bene…adesso ho da fare…Ciao. Grande, mi raccomando! Ciao …ciao. (Allo psicologo) Era mia sorella: quando va in città, si perde sempre!

PSICOLOGO Eh sì, troppi sensi unici, troppo traffico. Ho sentito che lei … ha un cane, un Alano mi sembra?

IVONNE        Si, Alano Blu. E’ il mio migliore amico!

PSICOLOGO Anch’ io ho un cane: un vero tesoro! Levriero afgano, femmina.

IVONNE        Colore?

PSICOLOGO Beige, con sfumature salmone chiaro. Lady: si chiama.

IVONNE        Il mio: Tommy ( prendendo una foto del cane dalla borsetta, le cade la sciarpina di seta )

PSICOLOGO Bello! Complimenti! (girando a sua volta un portafoto sulla scrivania) Questa invece è Lady …

IVONNE        Splendida!

                       

                        Le luci si abbassano.

                        Musica di sottofondo mentre i due continuano a dialogare sottovoce. Quando le luci si alzano si sente Ivonne che, uscendo, saluta con un ARRIVEDERCI  DOTTOR  SAVERIO! Lo psicologo risponde MI CHIAMI SOLO SAVERIO!  ARRIVEDERCI!

PSICOLOGO Sono certo che si tratta di Carlo! Per via del cane! È proprio uno sciupa femmine quell’ uomo. Povera ragazza… così bella, brava, piena di vita, spensierata…(sospira) Ahh, la sua sciarpina! (Si va a sedere sulla poltrona dei pazienti, chiude gli occhi e inizia a canticchiare una canzone romantica, tenendo in mano la sciarpina di seta. Entra Matilde che tenta di parlargli come fa di consueto prima di andarsene. Lo psicologo non risponde…)

MATILDE     Dottor Saverio? Dottor Saverio? (Non risponde; continua a canticchiare) (Fra sé) Che strano. Non l’ ho mai sentito cantare! (Gli si avvicina) Ha anche una bella voce. Che roba però. L’ ho sa bene che prima di uscire do sempre una disinfettata alla poltrona dei pazienti. Come faccio adesso. Dottor Saverio? …Gli appuntamenti sono finiti. Io devo andare a fare la spesa!(Lo guarda per benino e dice a voce alta) Questra volta ci siamo. Un uomo che canta dopo una giornata di lavoro è certamente innamorato! (Lui continua a canticchiare; lei lo osserva accuratamente e prosegue sottovoce) La faccia da èbete c’ è. L’ espressione angelica anche. Stavolta ci siamo davvero. (Esce sorridendo )

Buio.

III  scena:  all  inclusive

Nello studio. Matilde e lo psicologo sono in attesa del paziente di turno.

MATILDE     (Porgendo la scheda della paziente)Oggi si va un po’ su con l’ età. Questa è certamente una nonna che non ce la fa più a badare ai nipoti iperattivi che non sanno stare fermi e inventarsi qualcosa con cui giocare. Imbambolati di fronte alla televisione o davanti al computer ma per il resto: nebbia, fitta come in Val Padana. 

PSICOLOGO (Guardando la scheda) Vediamo: Signora Lidia Costantini…La mamma di Carlo!

MATILDE     Esattamente.

LIDIA                        Permesso?

PSICOLOGO  Avanti Signora Lidia, avanti si accomodi.

LIDIA            (Osserva la poltrona super moderna, tipo lettino che si trova in centro) Non devo mica sedermi su quella? Non mi alzo più, garantito! Troppo bassa!

PSICOLOGO No signora, venga pure a sedersi sulla sedia!

LIDIA                        (Si siede) Sono venuta a vedere cosa succede. Mio figlio mi ha detto che dovevo fare                 anch’ io un po’ di terapia. Mio figlio Carlo, ha presente?     

PSICOLOGO            Certo, che ce l’ ho presente.

LIDIA            Vede, mio figlio mi accusa. Dice che la colpa della sua paura dei cani, è mia. Cosa mi consiglia lei? 

PSICOLOGO            (In tono molto professionale) Vede, cara signora, parliamoci chiaro: suo figlio, oramai ci conosciamo da qualche anno, non è ancora riuscito a superare alcune paure -quella dei cani soprattutto- ma anche, e forse –e questa è ancora più grave- la paura di trovare qualcuno che possa, se possiamo dire, andare a sostituire definitivamente la sua figura.

LIDIA                        (Con l’ aria di chi non ha capito nulla) Quale figura? Ho per caso fatto una brutta                       figura senza volerlo?

PSICOLOGO            No, signora Lidia, no. Non è la mamma di Carlo lei?

LIDIA            Che domande! Gliel’ ho appena detto. Ma non ho capito bene cosa c’ entrano i cani con la mia figura. A me i cani piacciono! Anche i gatti.

PSICOLOGO            Mi spiego meglio. Carlo, praticamente, si nasconde dietro questa paura e a tutte le sue fobie, per allontanare quanto più possibile la possibilità di trovare una donna.

LIDIA            Dottore: quello gliel’ ho detto anch’ io. Non ce ne sono donne disposte a sopportarlo: garantito. Adesso poi con quei bidoni che ha preso…

PSICOLOGO            Bidoni? È stato coinvolto in qualche imbroglio?

LIDIA            Ma no: i bidoni della raccolta differenziata! Ore e ore a staccare etichette, tagliare, suddividere, separare: dovrebbe vedere come strizza il tubetto della maionese quando sta per finire: che non ne rimanga dentro un po’ per sbaglio! Guai! E le scatolette di tonno? Per ripulirle bene è capace di ingozzarsi mezzo chilo di pane. Non ha visto com’ è ingrassato?!

PSICOLOGO            (Corrucciando la fronte, diventa pensieroso) Interessante.

LIDIA            Interessante? A me pare un demente! Comunque: si vede che tempo da perdere lui ne ha parecchio. Ma torniamo alla mia figura che non ho ancora ben capito.

PSICOLOGO            Certo: direi che, se vogliamo aiutare Carlo ad uscire un po’ da questa sorta di menage madre-figlio, figlio-madre, fidanzata-madre-figlio, madre-fidanzata-figlio…

LIDIA                        Dottor Benvenga? Si è incantato? Mi dica cosa devo fare io?

PSICOLOGO            Provi ad allontanarsi da lui per un po’.

LIDIA            Carlo abita già per conto suo.

PSICOLOGO            Lui però mi dice che lei lo va a trovare spesso: tutti i giorni, se non sbaglio.

LIDIA                        Beh, sì, del resto, sono vedova. Cosa vuole che faccia. Vado a pulirgli un po’ la casa                   ma, nel caso avesse visite, faccio subito dietro front. Non voglio metterlo in                                imbarazzo.

PSICOLOGO            Perché non va a fare un viaggio? Ne organizzano di ottimi per pensionati, anziani, vedovi.

LIDIA                        ( Piacevolmente sorpresa) Un viaggio?

PSICOLOGO            Sì. Un viaggio. Vede, signora Lidia, a Carlo farebbe bene staccarsi da questo cordone che lo lega, anzi vi lega entrambe. Si sentirebbe più adulto e quindi chiamerebbe a sé il suo istinto di sopravvivenza, le sue energie vitali.

LIDIA                        Pensa che potrebbe farcela?

PSICOLOGO            A fare cosa, signora Lidia?

LIDIA                        A stare da solo.

PSICOLOGO            Ma certo! Non si preoccupi di ciò. E poi, continuerebbe a fare la psicoterapia: ci fossero problemi, saprei io come farglieli affrontare!

LIDIA            Sa che non è affatto una brutta idea? Non ho mai viaggiato in vita mia Adesso che ho dei soldi da parte –li tenevo bene per un matrimonio, o un nipotino; non può immaginarsi quanto desidero un nipotino!- (Pausa) Comunque, dato che l’ orizzonte è calmo, quasi quasi…

PSICOLOGO Ma sì. Ci pensi. Vedrà che farà bene anche a lei. Ci sono quelle formule “all inclusive”, tutto compreso: bevande ai pasti e fuori pasto e cibo a buffet quanto ne vuole! Paga tutto prima in agenzia e non spende più nulla dopo!

LIDIA            Alla mia età, c’ è ben poco da bere e mangiare. Il mio medico non so se è d’ accordo con questa formula! Come ha detto che si chiama? Me la scriva per cortesia (prendeun foglietto dalla borsetta) se no me la dimentico.

PSICOLOGO (scrivendo) O-L-ÌNCLUSIV. Si scrive ALL-INCLUSIVE e si legge OLÌNCLUSIV.

LIDIA            Mi scriva lì accanto anche la pronuncia.

PSICOLOGO (Leggermente spazientito) Ecco qua. Comunque in agenzia le diranno tutto ciò che le servirà, non si preoccupi.

LIDIA            (Sognante) Domani mattina sarà la prima cosa che faccio. (Si alza e gli stringe la mano) Sono proprio contenta di essere venuta da lei. Grazie, Dottore. Arrivederci.(Si avvia)

PSICOLOGO (Tossendo per farsi notare) Signora Lidia..(le mostra la ricevuta della parcella)

LIDIA            Mi scusi! Mi ero proprio dimenticata. (Estrae dalla borsetta il portafogli)  L’ idea del viaggio mi ha messo in subbuglio. (Guarda il totale e sgrana gli occhi)

                        …ca miseria! È anche questo all inclusive? È compresa anche la merenda? Il tè coi biscotti?  (Guardandosi attorno per vedere se c’ è aria di buffet)

PSICOLOGO È la tariffa standard per un’ unica seduta. Lei non ha bisogno di alcuna terapia! Vada in vacanza tranquilla!

LIDIA            Per fortuna! Arrivederci. (Pensierosa, fra sé, uscendo di scena) Quanto avrà speso mio figlio in tutti questi anni?  

PSICOLOGO            (Pensieroso) Anche Carlo con la fobia della raccolta differenziata… Dovrei fargli conoscere Annalisa. Come dice Matilde: Dio li fa e poi li accoppia! (prende un libro e inizia a leggere)

JOHN             (Voce dall’ esterno con quell’ accento tipico di un americano che prova a parlare la                    nostra lingua) Ohh, scusi tanto, sono troppo presto arivato? Aspeto qui. Thank you.                   Grazie mille, bella gnocca. Oh, no, no: questa bruta parola, scusi.           Sorry, bella                             signora, va bene così?

PSICOLOGO            Matilde, tutto bene là fuori?

JOHN             (Entrando) Sì sì, è arrivato quell’ americano che ha telefonato stamattina.


PSICOLOGO            Ah (cerca l’ appunto sul tavolo )quel Mister John …ecco esattamente John                                  Sebastian Richard Crosswords.

MATILDE     Per firmare consuma una penna intera alla volta!

PSICOLOGO            Parla italiano ho sentito!?

MATILDE     Sì, mi sembra che lo conosca anche troppo.

PSICOLOGO            Lo faccia accomodare.

JOHN             Buon giorno signor doctore: come va la vita?

PSICOLOGO            Buon giorno. Di solito sono io a chiederlo ai miei pazienti! La loro vita va sempre                        storta! La sua?

JOHN             No, la mia tuto bene. Noi americani siamo in grande forma adesso con Presidente                       colorato.  

PSICOLOGO            Si accomodi, la prego.

JOHN             Grazie. (Sdraiandosi comodamente sulla chaise longue) Questa sedia molto                                 comoda. Design (desàin) italiano sono sicuro. Molto molto bèla.

PSICOLOGO            Sì,  sì, design italiano. L’ altro giorno però ne ho vista una simile, made in                                    China. (meid in ciaina) Non fosse per il costo, era praticamente uguale.

JOHN             Lo so anche in America adesso tutto cinese, anche banche. Loro hanno soldi                               adesso: comperano tutto. E io ho ripreso analisi per capire cosa sta sucedendo in                         economia! Non so più dove investire miei soldi!

PSICOLOGO            Forse allora dovrebbe consultare un economista, non uno psicologo o “analista”              come dite voi americani.

JOHN             No, economisti tuti chiusi dentro assieme con analisti: non si capisce più chi                                 ascoltare. Tuti in profonda crisi: economica e di cervelo di persone. Bum: scopiati,                      tuti! Non c’ è più liquidità per nessuno! Unico liquido che score molto adesso è                          petrolio nele acque del Golfo del Mesico! Come Apocalisse quela storia lì!

PSICOLOGO            È vero, un’ immane tragedia. Da quanto si trova in Italia?

JOHN             Dieci giorni! Sono in crociata, no, in crociera e mi fermo uno poco a Venezia, poi                        volio andare su Lago di Carta no di Garta.

PSICOLOGO            Di Garda, g-a-r-d-a!

JOHN             O sì grazie buon uomo. Poi volio andare giù a Napoli a vedere Vesuvio che ruta!

PSICOLOGO            Erutta. Il Vesuvio erutta; chi ha mangiato troppo invece…


JOHN             (Ride) Ruta, sì, è vero! Oh lei brava persona, molto simpatica. Io volio venire qua                        tutti i giorni! O yes!

PSICOLOGO            Come ha fatto a trovarmi?

JOHN             Ho chiesto info su buon dotore di cervelo; ps pissi pssi…

PSICOLOGO            Psicologo.

JOHN             Oh yes, tropo dificile, melio dotore di cervelo, più semplice e si capisce. Per                                noi americani voliamo cose semplici come spageti ala bolognese o pizza solo                          pomodoro e mozarella, non altre cazzate! Ala stazione dei treni ho chiesto a un                                     signore che passava  se conosceva qualche bravo pisi eccetera. Lui mi ha deta, no                      dato suo nome: bel nome Benvenga, mi piace questo nome. Saverio come “serio”.                        Perfect! Very good!

PSICOLOGO            Mi dica ora, cosa posso in concreto fare per lei? Qualche problema durante il                               viaggio? Nostalgia di casa?  

JOHN             No, niente di particolare ma io non so stare senza vedere con dotore di cervello per                     più di dieci giorni. Ho partito da Stati Uniti già da un mese e devo                                              controlare se sto ancora bene! Sto bene secondo lei?

PSICOLOGO            Ma, direi di sì. Se vuole posso farle il test di Rorschac per vedere la sua                                       personalità, lo conosce?

JOHN             Oh sorry, l’ ho già fato tuto otantacinque volte: 3 anche in Francia e 2 in Giapone.

PSICOLOGO            Be’ che posso dirle. Mi parli del suo lavoro.

JOHN             Sono in pensione.

PSICOLOGO            Sua moglie?

JOHN             Sono vedovo. Cerco una anima gemela magari italiana, molto gnocca come dite                          voi. Lei conosce. Mi piace molto signora che le ha nelo studio. Come si chiama?

PSICOLOGO            Matilde! Ma…stia attento, morde!

JOHN             Ah ah lei very simpatico. Matilde viene crociata, no crociera con me! Lasciare                             studio e lei andare anche in vacanza con sua dona.

PSICOLOGO            Prima la devo trovare!

JOHN             Lei niente dona? Niente sesso la sera? Very very molto male, viene depressione,                          ansia, costipazione: lei dotore segua mio consilio!

PSICOLOGO            A dire il vero ce ne sarebbe una che…

            Alzare la musica e abbassare le luci mentre i due continuano la chiacchierata mimando il dialogo per un po’

            IV SCENA:  il  litigio  e  l’ incontro

Nello studio. La mamma di Carlo è già via da due settimane.

Il primo dialogo fra Matilde e Saverio, si svolge in piedi sulla dx. Carlo è in penombra accanto alla scrivania  o sul lettino. Ad un tratto, Ivonne entra. Piccola baruffa prima dell’ incontro fra Carlo e  Annalisa, che entrerà con le borse della spesa, come richiesto dallo psicologo.

PSICOLOGO            ( In piedi accanto a Matilde, in evidente stato di agitazione) Ha telefonato ad Ivonne?Non l’ ho più vista…

MATILDE     Avrà risolto i suoi problemi!

PSICOLOGO            Ma io ho bisogno di rivederla. Per cortesia Matilde: le telefoni subito.

MATILDE     E cosa dovrei dirle?

PSICOLOGO            Le dica…le dica che ne so…che dovrebbe passare a riprendersi …(tira fuori dalla scrivania la sciarpina di seta ) questa.

MATILDE     È sua?

PSICOLOGO            Sì. L’ ha dimenticata l’ unica volta che è stata qua.

MATILDE     Ma doveva dirmelo prima: chissà da quanto la sta cercando!

PSICOLOGO            ( Annusando il profumo della fusciacca) Mi teneva compagnia…Senta Matilde…che profumo… (gliela porge)

MATILDE     Madre Santissima: è un feticista! Penso che abbiamo bisogno di andare tutti in analisi ormai! Come gli Americani!(Avviandosi) Vado a telefonarle. Feticista: e non me n’ ero mai accorta!

PSICOLOGO            Le dica di passare a qualunque ora, in qualsiasi giorno…

MATILDE     Anche subito se può. Vero?

PSICOLOGO            Sì, meglio subito.

Buio.

Carlo seduto sul lettino dello psicologo.

 

PSICOLOGO            ( Secco )Comunque, non può permettersi di illudere così una povera ragazza, anche se ha un Alano in casa.

CARLO          Un Alano? Aveva un Alano? (In preda ad un capogiro) Gliel’ ha detto lei? Io, la Ivone e un Alano… Lo sapevo che la Treccani era solo una scusa per entrare nell’ argomento. 


PSICOLOGO            ( Duro e deciso, alzandosi dalla sedia e battendo il pugno sulla scrivania; dal rumore entra anche Matilde, preoccupata) Basta con questi cani! La ragazza che è venuta da me un mese fa, era sfatta, distrutta, piegata di fronte al dolore di un’ incomprensibile e misteriosa perdita dell’ amato. Avrebbe dovuto spiegarle il suo problema invece di lasciarla così, senza un motivo, senza un preavviso.

MATILDE     ( Entra e si avvicina per tranquillizzarlo )Non si agiti adesso, non è il caso. ( Sussurrandogli nell’ orecchio ) Sta arrivando, stia calmo.

CARLO          Povera Ivonne. Non pensavo si fosse affezionata tanto. La chiamerò e le spiegherò la mia situazione, la mia intolleranza…

PSICOLOGO            No, Carlo. Ora lasci perdere. Ci penserò io a consolarla (imbarazzatoper il lapsus) Volevo dire a spiegarle l’ accaduto.( Dandogli la fattura, in tono secco)  Ci vediamo la settimana prossima.

CARLO          D’ accordo. Arrivederci. ( Uscendo, estrae il portafogli e vi sbircia dentro) Devo pagare il saldo degli ultimi due mesi. ( Sospirando ) Ormai ho quasi perso le speranze: senza donna, senza mamma…e fra un po’ anche senza soldi!  (Uscendo dalla porta si ritrova di fronte Ivonne la quale lo fa indietreggiare fino alla scrivania dello psicologo)

IVONNE        Ah, chi si vede?!

CARLO          ( Imbarazzato e impaurito )Ivonne? Ciao….cosa fai qua?

IVONNE        Brutta canaglia che non sei altro. Sparire così, su due piedi…

CARLO          Ma veramente…

IVONNE        Non sai cosa dire, eh? Hai perso di colpo tutta la tua sapienza…

CARLO          Veramente, avrei da spiegarti una cosa...

PSICOLOGO            ( Si alza, frapponendosi ai due )Un attimo ragazzi. Su, Ivonne, lascia perdere.

IVONNE        Lasciar perdere? Neanche per sogno!

PSICOLOGO            (Avvicinandosi a lei )Ecco la tua sciarpa di seta!

IVONNE        Grazie!

CARLO          ( Sorpreso ) Cosa ci faceva qui la sciarpa di seta che ti avevo regalato?

PSICOLOGO            ( Imbarazzato )L’ aveva dimenticata.

CARLO          Anche tu sei una sua paziente?

IVONNE        Veramente ero venuta qua per cercare di dimenticarti.

PSICOLOGO            Ora …però…usciamo Ivonne. Carlo stava per andarsene… Ti spiegherò io tutto.


IVONNE        ( Stizzita ) Forse è meglio. Sì, qualche spiegazione qualcuno me la deve dare a questo punto. ( A Carlo ) Voi vi conoscevate?

PSICOLOGO            ( Prendendola sottobraccio, escono assieme ) Andiamo a bere un caffè, vieni.

CARLO          ( Sorpreso ) Che confidenze però il mio caro dottorino! “ Ti spiegherò io”…Siamo già al tu confidenziale ( Fa una pausa poi si accascia sulla sedia, dando le spalle all’ entrata ) Orca miseria, che colpo. Fortuna che se n’ è andata. Me la vedevo già che sguinzagliava il suo Alano: ecco la scena che avevo intravisto quel giorno su quella macchia, qui nello studio! ( si alza di scatto) Meglio che vada. Non sia mai…dovesse tornare indietro ( uscendo concitato sbatte contro Annnalisa che sta entrando con due borse della spesa, le quali cadono per terra perdendo il contenuto) Ops, mi scusi, sono desolato! ( imbarazzatissimo, si piega a raccogliere un po’ di roba) Ma che sbadato!

ANNALISA Non si preoccupi. Non è niente. Sono io che sono entrata così di fretta: pensavo non ci fosse nessuno( si inginocchia per raccogliere gli oggetti accanto a Carlo ). Oggi devo fare un esperimento e il Dottor Saverio mi ha fatto portare la spesa, sa… per certe … mie manie!

CARLO          (Si inginocchia a sua volta ed inizia a raccogliere gli oggetti) Anche lei prende questo latte qui? (prendendo la bottiglia di plastica del latte)

ANNALISA Sì, certo. Almeno il contenitore verrà riciclato.

CARLO          Anche la pasta…come quela che prendo io!

ANNALISA Sì! Finita la pasta rimane solo cartone: non devo star lì a togliere le finestrelle di plastica come…

CARLO          Ha ragione! Tempo risparmiato da dedicare a qualcos’ altro! Guarda qua…anche i fazzoletti ecologici: come me. (gli capita in mano una confezione di assorbenti igienici) No, questi io non li uso!

ANNALISA ( Porgendogli la mano ) Piacere, Annalisa.

CARLO          Carlo, piacere. (Si alzano durante la stretta di mano )

ANNALISA Io compro solo prodotti che hanno confezioni di carta, plastica o vetro: niente PET e pochissimi poliaccoppiati.

CARLO          Annalisa, giusto? Non li accoppiano più i polli oggigiorno: dopo la faccenda dell’ Aviaria! Ricordi qualche anno fa?

ANNALISA (Annalisa coglie la battuta e inizia a ridere) Bella questa…i polli accoppiati!

CARLO          (Carlo, vedendo Annalisa ridere, viene contagiato e si lascia andare anche lui alle risate ) Non li vuole più nessuno: né da mangiare né da buttare!   


I due scoppiano ancora a ridere: Matilde, sentendo il chiasso,  entra e si mette in disparte, ascoltando in silenzio, con l’ aria sognante di chi ha vissuto un’ esperienza simile e ricorda con un pizzico di nostalgia il tempo passato.

CARLO          E col PET? Come la mettiamo? Nemmeno il PET non lo vuole più nessuno!  Non si sa mai dove gettarlo! (ridono a crepapelle)Il PET… si fa e basta!

ANNALISA  E riguardo al tetrapack?

CARLO          No. Non me ne parli! Già la vita è tetra per conto suo! (ridono per qualche bell’ istante) Era da tanto che non ridevo così! 

ANNALISA Nemmeno io! Comunque fa bene:  ridere fa bene alla muscolatura e alla circolazione.

CARLO          Non mi parli di circolazione: la mia è perfetta ma in città: apriti o cielo! L’ unica roba che circola davvero sono le multe per divieto di sosta! (e giù con le risate )

ANNALISA A proposito di circolazione: io quando posso prendo la bici e me ne vado sulla ciclabile! Mi rilasso.  

CARLO          Ma sa che…

ANNALISA ( Interrompendolo )Mi dia del tu, se no mi sento più vecchia!

CARLO          Ma sai che anch’ io pedalo come un pazzo per far uscire le tossine.

 

ANNALISA Si potrebbe mettersi d’ accordo qualche volta!

CARLO          Perché no?

I due continuano la conversazione sottovoce, le luci si attenuano lentamente.

Buio.

V scena: IL SEGRETO DI MATILDE

Nello Studio. Matilde sta piangendo seduta sulla sedia dello psicologo il quale entra di lì a poco.

PSICOLOGO            Signora Matilde? Cosa succede?

MATILDE     L’ ho visto questa mattina!

PSICOLOGO            Chi? Quell’ americano?

MATILDE     Federico!

PSICOLOGO            Ha un fidanzato, lei?

MATILDE     È l’ unico uomo che mi abbia fatto girare la testa. L’ ho visto con sua moglie e i suoi tre figli. Ci siamo salutati da lontano, ci siamo guardati per qualche istante e poi, ognuno per la sua strada. 


PSICOLOGO            Non sapeva che si era sposato, vero?

MATILDE     No, non l’ avevo più rivisto da allora.

PSICOLOGO            Come mai vi eravate lasciati?

MATILDE     Non sono mai riuscita a dirglielo che ero innamorata di lui e che avrei voluto sposarlo. Non ne ho mai avuto il coraggio. Non mi sentivo all’ altezza. Lui di buona famiglia, benestante; io figlia di operai. Anzi: solo mia madre era un’ operaia, Di mio padre non ne so proprio nulla. Quando l’ ho rivisto è stato come se non fosse passato nemmeno un giorno…  

PSICOLOGO            Matilde, Matilde. Si è tenuta dentro questa angoscia per tutti questi anni…

MATILDE     Non ne ho mai parlato con nessuno. Sempre con la speranza un giorno di rincontrarlo, magari di cominciare una vita assieme. Ma la vita non aspetta: se non hai la forza di correre, qualcun altro lo farà per te. 

PSICOLOGO            (Scuote il capo accarezzandole dolcemente i capelli) Questa storia le brucia.

MATILDE     Più dell’ ortica.

PSICOLOGO            Lei è una donna meravigliosa Matilde: ha saputo vincere il dolore trasformando l’immenso amore per il suo Federico nella totale disponibilità verso gli altri.

MATILDE     Cosa sta dicendo?

PSICOLOGO            Lo so, lo so: uscita da questo ufficio lei va dalla signora Gina a farle da mangiare, poi dal signor Piero per via delle medicine e finisce la giornata rimboccando le coperte alla povera Antonietta, da anni sulla sedia a rotelle.

MATILDE     Hanno un gran bisogno.

PSICOLOGO            Questo, Matilde, è vero amore. L’ amore con la A maiuscola.

Buio.

            scena finale: prima del “sÌ”

In casa di Annalisa: sono presenti tutti. Attorno ad un tavolino: Carlo, mamma Lidia, John, Annalisa, Matilde; a dx, in piedi appoggiati ad un mobiletto, lo psicologo che “tuba” con discrezione, con Ivonne.

PSICOLOGO            Ma sa che il giorno in cui vi siete incontrati avevo proprio fatto un pensierino su voi due!?

CARLO          Quel giorno è stato come avere una visione. Ci siamo incrociati proprio nel suo studio! Ti ricordi che disastro? Con i sacchetti della spesa!? 

ANNALISA (Fa cenno di sì col capo) No ho mai riso come in quel giorno!


PSICOLOGO Da allora…non avete mai smesso di frequentarvi?!

ANNALISA  Pià di un anno ormai: un anno,  tre mesi e 22 giorni, per essere precisi.

JOHN             Che romantici, vero Lidia. Sei contenta adesso? Tuo figlio sistemato: tu ora sposare                    me!

LIDIA                        Ma cosa dici, sta’ fermo con quelle mani sempre in movimento. Dottor Benvenga, ha                  una spiegazione psicologica per quelli che mettono le mani dappertutto?

PSICOLOGO            No! (Malizioso)Le tengono ferme solo quando trovano qualcosa di bello su cui                            posarsi!

JOHN             Questo doctore di cervelo mi è piaciuto subito. Già dal nome Benvenga: benvenga                     Lidia nel mio nido in America. Ho casa, piscina, Golf Club, tuto. Partiamo domani,                  subito.

LIDIA                        (Scostandogli le mani che la vogliono tenere abbracciata)Smettila adesso. C’ è mio                    figlio che si sposa. Finalmente ha trovato una donna!  Poi…si vedrà…

PSICOLOGO            Sì, Annalisa è proprio la donna giusta per Carlo: precisa, ordinata e…ottima cuoca (facendo onore alle tartine messe sul vassoio), vero Ivonne?

IVONNE        Concordo pienamente. Queste tartine sono semplicemente fantastiche: delicate e raffinate sia nell’ accostamento dei sapori sia dei colori. Guarda qua: rosa salmone, giallo canarino…(si scambiano i bocconcini l’ un l' altra, con aria da veri innamorati)

PSICOLOGO            Verde pisello…( le dà un bacio sulla guancia)

CARLO          Con Annalisa la parola d’ ordine è “precisione”! Se ami il disordine, la creatività come la chiamano ora, cambia aria! 

ANNALISA  A proposito di ordine: Ivonne, vieni con me, ti faccio vedere come ho organizzato la cucina: uno schianto!(Si alza, prende per mano Ivonne ed escono insieme)

MATILDE     (Confidenziale) È sicuro che non non ama i cani?

PSICOLOGO            Appunto, è sicuro stavolta?

CARLO          Al cento per cento!

LIDIA                        Le ha già fatto tutti i test!

JOHN             Di cosa state parlando. Non capisco! Chi ha problemi con testa?

LIDIA                        John, bevi un goccino di marzemino e stai zitto un minutino!(gli porge un                                    bicchiere). Dunque, riguardo ai test...

PSICOLOGO            ( Sedendosi incuriosito )Sì, appunto. Cosa intendeva?


LIDIA            Ora Carlo spiega bene a tutti cosa mi facevi fare a causa delle tue fobie! Così capiscono perché insistevo con la terapia. 

CARLO          Avevo imparato a scoprire il livello di gradimento delle donne riguardo ai cani. Facevamo una passeggiata e io le conducevo subito davanti a un negozio di animali. Quelle che amavano i cani si fermavano sempre, entravano anche e iniziavano lunghi discorsi sui musetti, le codine, le zampine, i collarini. Il giorno dopo, saluti e baci e amici come prima. Si fosse trattato anche della più …

JOHN             …Bella gnocca del mondo!

CARLO          Non se ne parlava proprio.

MATILDE     E Annalisa ?

CARLO          A lei ho somministrato tutti i test che avevo in repertorio: negativi!  Tutti quanti.

LIDIA            Ne aveva inventati tre: quello della vetrina, quello della rivista, quello della telefonata. Li so a memoria. Per fortuna Annalisa li ha superati tutti se no sarei partita per un altro viaggio: si solo andata stavolta.

MATILDE     Ma in cosa consistevano questi test?

CARLO          Davanti alle vetrine di animali si è fermata sola una volta: per guardare i pesciolini in un acquario. E su questo nulla da dire. Quando ha trovato la rivista di cani che le avevo messo nella posta, l’ ha subito buttata nel bidone della carta, dopo aver tolto il cellophan naturalmente. 

LIDIA            Ora racconte il test della telefonata:  bisogna essere proprio dementi (fa il segno dei matti con l’ indice sulla tempia) glielo avevo detto dottore!

CARLO          Le ho fatto telefonare da mia madre: doveva dirle che in un certo negozio c’ era una promozione di Beagle. (**)( bìgol)

PSICOLOGO            Una promozione di che?

CARLO          Sì,  Beagle (bìgoi) in offerta.

LIDIA            Bìgoi: quei cagnolini che vanno tanto di moda adesso…bianchi, neri e marroncini: Splendidi. (fa il gesto con le mani)  Bìgoi  a prezzo speciale!

JOHN             Sì, Bigols. Pronuncia perfèta. Ho saputo che qui da voi significa anche coso         maschile. Questo qui (indica il suo organo) “gò mal al bìgol”( = ho male al…)Anche      usano per espressione simpatica quando uno dice cazzata: te sei en bìgol!

LIDIA                        John, per cortesia, lo sappiamo tutti. Bevi e taci.

MATILDE     Alla fine l’ ha preso questo bìgol Annalisa?

CARLO          No cari: né Bigol né altri! Ha chiuso la telefonata e stop.


LIDIA                        Ora zitto che sta arrivando. ( Si alza e dirigendosi verso la futura nuora) Volevo quasi andare adesso. Avete bisogno di aiuto per mettere a posto?

ANNALISA  No, grazie, vada tranquilla. Ci pensiamo noi più tardi.

LIDIA                        Allora vado (bacia prima la nuora e poi si rivolge al figlio) Carlo, ci vediamo domani. Se vuoi ti accompagno per scegliere il vestito.

CARLO          No grazie, mi so arrangiare!

LIDIA                        Un consiglio non fa mai male.

CARLO          Ti telefono se cambio idea. Va bene? (Indicando Jhon) E lui? Hai intenzione di                           lasciarcelo qui?

LIDIA                        No no, lo sveglio. John, su dai che ti accompagno in albergo.

JOHN                         (Alzandosi assonnato e un po’ alticcio) Sì, bèlla gnoca! Dopo faciamo uno poco di sporcarie nel letto, vero? (tutti ridono vedendolo in quello stato)

LIDIA                        (Trascinandoloverso la porta)Chissà perché gli stranieri imparano subito soprattutto certe parole della nostra lingua! Ciao Carlo. Ciao Annalisa e grazie. È stata una festa bellissima. Complimenti.

MATILDE     ( Si alza e prende congedo dai presenti) Mi aspetti signora Lidia che vengo anch’ io: voglio chiederle informazioni su quel viaggio che aveva fatto; quella formula speciale… Dato che si sposano tutti una quindicina di giorni di vacanza me li faccio anch’ io !

ANNALISA Grazie signora Matilde, della compagnia, e del regalo: non doveva disturbarsi!

MATILDE     Si figuri! Sono contenta per voi e vi auguro tutto il bene possibile. Non so se potrò venire al matrimonio ma se un giorno aveste bisogno… magari per un Battesimo…. (Li abbraccia ed esce).

ANNALISA Senz’ altro: sarebbe una madrina perfetta! Buona notte! (l’ accompagna alla porta)

PSICOLOGO            Andiamo anche noi,  Ivonne?

IVONNE        Certo, domani mattina ho un esame: arte e architettura rinascimentale. Un bel mattone!  Grazie di tutto e complimenti per la cucina!

CARLO          Ci vediamo al matrimonio allora?

PSICOLOGO            Con piacere! Fateci sapere la data. Non mancheremo! A proposito: dove andrete ad abitare?

CARLO          Aldeno!(***)

IVONNE        Come mai?


ANNALISA È il comune che differenzia più dell’ 85 per cento dei rifiuti. Il più organizzato in tutt’ Italia. Ti danno perfino i bollini se fai un buon lavoro con i rifiuti!

CARLO          E poi, ricevi anche un premio.

ANNALISA  Sembra l’ abbiano inventato apposta per noi due!

PSICOLOGO (Risatina) Arrivederci!

Andati tutti, Carlo e Annalisa iniziano a ripulire.

            Musica.

CARLO          (Sbarazzando il buffet) Certo che da fare ce n’ è parecchio!

ANNALISA  Non hanno mangiato molto: è avanzata tanta di quella roba. Quand’ è che passano a raccogliere l’ umido organico? 

CARLO          Dopodomani.

ANNALISA Accidenti: abbiamo già due sacchetti pieni sul poggiolo. Semrpe pieni di mosche                         Sarebbe il caso che venissero tutti i giorni d’ estate a raccogliere l’ umido.                                    Basta invitare qualcuno una sera che subito tutto il sistema organizzativo va in tilt.                     (Mostrando piatti e vassoi ancora mezzi pieni) Guarda qua…tutto questo cibo.

CARLO          Basterebbe farne di meno! 

ANNALISA  Non puoi mica invitare gente e non dar loro da mangiare! 

CARLO          È vero: pessima figura. Magari ordinando una pizza per ciscuno, rimarrebbero solo i contenitori di cartone.

ANNALISA  Ma a me piace far da mangiare, soprattutto quando ci sono ospiti. 

CARLO          Sì, lo so.: sei una cuoca fantastica! (la prende per i fianchi e le fa fare una piroetta; la bacia; Annalisa si ritrae un po’ imbarazzata e ricomincia a ripulire) Dai, dove vai, riposati un attimo su...

ANNALISA  (Annalisa si divincola giocosamente) Prima il dovere, poi il piacere!

CARLO          (Sospirando) D’ accordo.(i due riprendono a riordinare)

ANNALISA  (Dopo qualche istante, Annalisa si illumina per un attimo, poi esclama ad alta voce come chi ha finalmente trovato un’ idea geniale) Un cane! Se prendessimo un cane gli avanzi li mangerebbe lui!

Carlo fa cadere ciò che ha in mano e rimane attonito.

CARLO          Un cane? (balbettando e sudando freddo)Grande… o …piccolo?


ANNALISA  Non so, ci penseremo!

CARLO          (Sudando) Ma…quand’ è che ti è venuta questa idea?

ANNALISA  Adesso, perché? (Vedendolo impallidire sempre più) Carlo, stai bene?

CARLO          Sì, sono solo un po’ stanco. Vado a dormire. (si avvia verso la porta avvilito e incredulo) Ci vediamo…forse…

ANNALISA  (Notando il repentino cambiamento d’ umore si affretta a corrergli appresso) Aspetta un secondo…almeno un bacio!

CARLO          (Guardandola, decide stavolta di tentare il tutto e per tutto: usa l’ ultima carta ) Ma ti rendi conto di quanto residuo (non riciclabile) in più? 

ANNALISA  Residuo? Di cosa stai parlando?

CARLO          Non hai appena detto che vuoi un cane per non avere organico da gettar via? Io ti dico che risparmierai su quello ma in cambio: sai quanto residuo? E di quello …che puzza! Hai presente uno di quei cagnoni grossi, dentosi e pelosi: penso che riescano a produrre dai quattro ai cinquecento grammi di escrementi da buttare! A conti fatti, non so se ne vale la pena! 

ANNALISA  (Convintasi, lo abbraccia dolcemente) Hai ragione.  (Lo bacia) Niente cani per casa! Al limite qualche cagnolino di peluche…nel caso dovesse scapparci…(si tocca la pancia, riferendosi ad un futuro bebè).

CARLO          Perfetto: cani di peluche e cacca santa. Di quelli, finché ne vuoi!

            Buio. Musica.

            Sipario

FINE

 


(*) Noto centro commerciale della zona.

(**) In alcuni dialetti del nord Italia, “el bìgol” è l’ organo sessuale maschile, per cui diventa facile proporre questo particolare gioco di  parole.

(***) Un piccolo paese vicino a Trento, all’ avanguardia nel settore della raccolta differenziata dei rifiuti domestici.

 


P.S. Posso fornire ulteriore materiale per la realizzazione dei quadri e la creazione delle “Macchie di Rorschach” (che naturalmente dovranno essere rigorosamente inventate, essendo materiale soggetto al copy-right!)

 


I  ATTO

1°SCENA

2° SCENA

3° SCENA

4° SCENA

5° SCENA

II ATTO

1° SCENA

2° SCENA

3° SCENA

4° SCENA

5° SCENA

SCENA FINALE

STUDIO DELLO

PSICOLOGO

SCRIVANIA, SEDIA

MOBILE-LIBRERIA,

SCHEDARIO

POLTRONA-LETTINO

Orologio a muro

Bidoncino per carta

STUDIO

DELLO

PSICOLOGO

STUDIO

DELLO

PSICOLOGO

STUDIO

DELLO

PSICOLOGO

STUDIO

DELLO

PSICOLOGO

STUDIO

DELLO

PSICOLOGO

STUDIO

DELLO

PSICOLOGO

STUDIO

DELLO

PSICOLOGO

MUSEO D’ ARTE MODERNA

DUE GRANDI TELE(200X300)

UNA COLORATISSIMA, CON CERCHI E ANELLI

L’ ALTRA GRIGIA CON

UN TAGLIO NETTO E ALCUNE MACCHIE

 ROSSE QUA E LA’

APPARTA-

MENTO DI CARLO

SEDIA, TAVOLINO,

BIDONCINI PER LA RACCOLTA DIFFERENZIA

TA

APPARTAMENTO DI ANNALISA

Disordine di

FESTA

Un tavolo con residui di cibo e posate dopo la festa; altro mobile-libreria a muro

PAG 3 – 12

CINOFOBIA

9 – 13

L’ INSON-NIA

13 – 15

LA PINACOTECA

15 – 16

PIATTI DI PLASTICA

16 – 18

I BIDONI DEL CARLO

19 – 22

LA ROTTURA

DEL FIDANZAMENTO

22 – 26

SEDOTTA E ABBANDO-

NATA

26 – 31

ALL INCLUSIVE

31 – 34

IL LITIGIO E

L’INCONTRO

35 – 36

IL SEGRETO DI MATILDE

36 – 41

PRIMA DEL “SÌ”

PSICOLOGO

CARLO

MATILDE

PSICOLOGO

ANNALISA

MATILDE

(1° SEDUTA)

CARLO

IVONNE

PSICOLOGO

ANNALISA

MATILDE

(2° SEDUTA)

CARLO

MAMMA

FINE   I  ATTO

PSICOLOGO

ANNALISA

MATILDE

(3° SEDUTA)

PSICOLOGO

IVONNE

MATILDE

PSICOLOGO

MAMMA

JOHN

PSICOLOGO

CARLO

IVONNE

ANNALISA MATILDE

PSICOLOGO

MATILDE

TUTTI  I PERSONAGGI

IN SCENA

FINE