Tutti pupi, e sempre in scena

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                                                           "   TUTTI  PUPI,   E   SEMPRE   IN   SCENA.  "

                                               

                                                                                    Atto  unico

 

                                                                                         di

                                                                            Antonio  Sapienza

(Ispirata dalla figura di Ciampa, del Berretto a sonagli)

Gennaio 2008

Personaggi:

Il capocomico;

1° attore;

1^ attrice;

una ragazza.

Sul palcoscenico spoglio, vi un tavolino e alcune sedie sparse. Su una sedia vicino al tavolino vi seduto il Capocomico, che legge un copione, mentre nei pressi vi sono gli altri due, anch’essi col copione in mano. Poco dopo il Capocomico, poggia il copione sul tavolinetto, con fare sbrigativo.

Capoc.- Allora, mi pare che siamo pronti. Lettura di copione. Possiamo incominciare a provare. Come d’accordo, io faccio lo scrivano, tu il delegato, e lei, naturalmente, la signora.-

1° att. – Scusami, io sono pronto, lo sai; però non vedo tutta questa necessità di stravolgere l’opera originale per ottenere i significati che vuoi dargli tu…potevamo…- 

Capoc.- E no! Ricominciamo? Ti ho detto che non posso far emergere quel mio specifico taglio sui pupi, se non rivedo tutta l’opera. Fattene una ragione per favore.-

1° att.- Io la ragione me la sono già fatta. Comunque tu sei il capo, io sono quello che esegue (con una punta polemica).-

1^ att.- Per carità finiamola con le discussioni e incominciamo questa benedetta prova…io avrei altri impegni - per oggi.-

Capoc.- Sentite, mi dispiace dovervi imporre un copione che non condividete. (prende il suo copione) Ed è perciò che stiamo facendo questa prova di lettura, per convincere anche voi. Comunque, facciamo così: se vediamo che il risultato è ovvio, scontato, banale, o addirittura inutile, pupi o non pupi, lasciamo perdere la riduzione, i tagli e i diversi significati che da questa rivisitazione dorrebbero uscire, facciamo l’originale e non se ne parla più. Va bene così per tutti?-

1° att.- D’accordo-<

1^att.- Va bene.-

Capoc.- Allora iniziamo. (a una ragazza che attraversa il palcoscenico, dandole un copione) Tu, per favore, dirai le battute della serva. Non preoccuparti sono poche e di una facilità tale che mi vergogno pure a proportele. Ma mi servono. (la giovane prende il copione e cerca la parte) Grazie. Chiudete il sipario!-

 Il sipario si chiude, poi buio in sala. Buio sul palco. Musica adatta. Sipario che lentamente si apre. Un minuto e una luce colpirà la signora che e' di spalle al pubblico in atteggiamento di attesa. La ragazza accenna qualche passo, poi dice:

Serva- Signora, c'e' il signor Delegato, vuole che passi?-

Sig.- Signor Delegato, venga entri qua... Ah, finalmente!-

Del.- Fulminato signora. Proprio. Privo della vista degli occhi! Come se un fulmine mi fosse caduto, qua, davanti ai piedi! E chi poteva mai pensarlo... una denuncia, contro suo marito.-

Sig.- Va bene, va bene, dev’essere fatta, ma non e' più tempo di parole, adesso. Bisogna concertare subito quel che s'ha da fare!-

Del.- Concertiamo, ma lei si calmi, per carità.-

Sig.- Gli voglio dare una lezione davanti a tutto il paese, una di quelle lezioni che non se la dovrà più dimenticare!-

Del.- Si, ma...e... e le conseguenze le ha misurate?-

Sig.- Che dovrò separarmi? (il Delegato annuisce) Prontissima! Ma prima lo svergogno e poi ci separiamo! L'ha da vedere il paese chi e' questo signor cavaliere che tutti rispettano! Io le faccio la denunzia: Lei e' un pubblico ufficiale, e non può tirarsi indietro.-

Del.- Ma perchè... perchè... santo Dio. (pausa) Signora, in paese e' notorio a tutti...-

Sig.- ... che io sono gelosa? e con la scusa che io sono gelosa, lui fa sempre il comodo suo! No, no! (breve pausa) Lei pensa che  non c'è più difficoltà, avendo la chiave della stanza dello scrivano, è vero? (il Delegato annuisce) E allora?-

Del.- Beh, avendo la chiave…a meno che quella donna non mette il paletto dietro la porta…-

Sig.- E se lo facesse?-

Del.- Se lo facesse... se lo facesse...si dovrebbe pensare ad altra possibilità...che certamente troverò. Eh, signora mia non è facile fare il Delegato… ma ne ho già presi sull’ala… sapesse quanti.-

Sig.- (esultante) Ah! Bravo! bravo! Mi detti, mi detti la denunzia, subito!-

Del.- Aspetti, aspetti. Ma…allo scrivano  ci ha pensato?-

Sig.- Eccome! Figuratevi l’ho mandato a Catania con la scusa di farmi una commissione. Non tornerà prima di domani. –

Del.- No, signora, intendevo dire: Allo scrivano, come marito, ci ha pensato?-

Sig.- (come smarrita) Ma certo, s’intende, sicuro…certo, quando gli ho proposto la commissione, ha fatto qualcuno di quei ragionamenti illogici e stramballati che usa fare. Mi ha parlato di corde pazze, di pupi ed altre assurdità ancora - figuratevi mi voleva lasciare qui, da me, sua moglie, e quando ho rifiutato si accontentava di lasciarmi  la chiave di casa, dopo aver chiuso dentro sua …metà. Quell’uomo o è pazzo del tutto, o è un furbone di tre cotte, ma di quelle, di quelle…-

Del.- Io opterei per la seconda ipotesi, senza escludere la prima. (breve pausa) Signora mia, mi ascolti, in questa faccenda, non sottovaluti quello scrivano… è intelligentissimo.-

Sig.- Ma per carità signor Delegato, per carità, non lo sottovaluto certo…ma, di contro, l’ho valuto per quello che è: Un becco, ecco un gran becco! Signor Delegato. Ora la denuncia e agisca!-

Del.- Come desidera…-   

Sta per iniziare il buio di scena.

1° att.- Aspettate, aspettate (ai tecnici). Scusa Maestro, all’atto della prima lettura del copione mi resi conto che questa parte era soltanto un’introduzione al taglio del dramma che segue, come l’hai intesa tu; ma recitandola, ora qui, parola mia, mi sembra di fare l’opera originale…e gli spettatori? Come la prenderanno?-

Capoc.- Ma questa è una doverosa introduzione, anche se è lunghetta. Ed era proprio necessaria, credimi. Non potevo certo inventarmi tutto io.(B.P) Gli spettatori come la prenderanno? Penso che aspetteranno, tranquilli, la fine dello spettacolo, quindi giudicheranno.-

1^ att.- E se si alzano e se ne vanno?-

Capoc.- E’ mai successo questo infausto evento, in uno spettacolo della nostra compagnia?-

1° att.- Non è per fare il cucco, ma non si sa mai…-

Capoc.- Tocco ferro! Avanti col buio, per favore.-

Buio in scena, poi riprende . La voce dalle quinte, annunzia la venuta del Delegato.

Serva- Signora, c'e' il signor Delegato!-

Sig.- Che passi.-

Entra il Delegato

Del.- Una cosa da nulla, signora, da nulla! Entrati dalla porta. Nessun reato in flagrante. Nessuna prova! Il cavaliere vostro marito è senza macchia. Erano si, dentro, ma costumati - e parlavano… parlavano soltanto…di affari.-

Sig.- Affari? Con la moglie dello scrivano?-

Del.- Precisamente, anzi non proprio. Ella ha dichiarato che, leggo testualmente: “Il cavaliere – cioè vostro marito- si trovava lì perché gli servivano urgentemente delle carte importanti, e non avendole trovate in ufficio, egli pensò che forse suo marito - cioè lo scrivano - se le fosse portate in casa…per precauzione.

Saputo che il suo dipendente era andato a Catania e non potendo, per l’urgenza degli affari, aspettarne il ritorno, ha dovuto prendersi la libertà di cercarli personalmente a casa sua.” Ma, purtroppo, quella carte, nonostante una ricerca accurata, al momento della nostra irruzione, non furono ancora trovate.

Ed ecco, mia gentile signora, il motivo perché il cavaliere si trovava in casa dello scrivano - Tale dichiarazione, naturalmente, è stata riscontrata positivamente con quella rilasciata da suo marito, e messa a verbale. Tutto a verbale, signora mia, e tutto in regola.-

Sig.- Non posso crederci…-

Del.- Dovete crederci!-

Serva:- Signore è arrivato lo scrivano da Catania, faccio passare?-  

Sig.- Mio Dio! E ora che si fa? (domanda al Delegato).-

Del.- Fate passare, ma lei aspetti di là e non abbia paura, ci sono qua io!-

Sig.- Fate passare!- (esce da sinistra)

Entra lo scrivano, con un'aria smorta.

Del.- ( andandogli incontro) Che e' stato? Siete caduto?-

Scr.- Lei qui? Già, è naturale. (prima sbalordito, poi come se la cosa fosse normale) No, è solo un capogiro. Non dubiti. Sette spiriti ho, come i gatti. Ora li ripiglio.(b.p.) Ma, tanto... me ne vado subito. Ho fatto la commissione...la signora?-

Del.- La signora, e' di la' che...capirete in questo momento non può parlare con voi.-

Scr.- Parlare? E che bisogno ha più di parlare? Dopo il fatto!-

Del.- Ah, il fatto…sapete già…-

Scr.-Appena arrivato in paese: zac! informato di tutto... il fatto.-

Del.- Ma il fatto, caro amico, non e' come voi forse immaginate! V'assicuro che non avete proprio ragione di star così!-

Scr.- Me l'assicura lei?-

Del.- Ma no! gli atti, gli atti - il verbale, capite, caro voi? Lo dice il verbale!-

Scr.- E quando lo dice il verbale, il caro me...(fa un gesto come dire: corna in tasca)-

Del.- Lasciate stare quei gestacci. (breve pausa) Ma certo! Se un fatto risulta assolutamente infondato... per constatazione legale! Dovete per forza ammetterlo!-

Scr.- Non ho difficoltà! (toglie le dita a corna e riporta la mano normale, poi breve pausa) Volevo parlare con la signora. Non si può. Me ne vado.-

Del.- Ma che vorreste dire, scusate, alla signora?-

Scr.- ( con indifferenza) Volevo, volevo rivolgerle una sola domanda; e non propriamente alla signora, ma alla sua coscienza.-

Del.- Che domanda?-

Scr.- Scusi, se dico alla sua coscienza...Signor Delegato, mi cerchi!  Mi frughi, veda se sono armato.-

Del.- Sappiamo bene che siete un galantuomo, caro amico! (rafforzato)-

Scr.- Signor Delegato, qui c'e' un uomo pronto alla gogna per essere lapidato...-

Del.- Ma no... ma no.. che dite! Ma se non c'e' ragione. State tranquillo, state tranquillo!-

Scr.- Tranquillo, già... Questa sola domanda, insomma, alla signora, in presenza vostra, volete lasciarmela fare?-

Del.- Ma si, ma si! Ecco, ve la chiamo. Signora, signora!-

Entra da sinistra la signora

.

Scr.- Signora, ho fatto tutto (posa sul tavolo un pacchettino) E ora mi permetta una domanda; mi risponda in coscienza: Secondo lei, sapevo tutto e mi stavo zitto. E' così? Mi risponda. E' così?-

Sig.- Eh... poichè lo dite voi stesso... si, è proprio così - almeno così pensavo...-

Scr.- Ah! E allora, a uno che - poniamo - e' guercio, lei gli appende un cartellino alle spalle: -" Popolo! e' guercio!"?-

Sig.- Ma no... che c'entra!-

Scr.- Lasciamo il guercio di cui tutti si possono accorgere senza bisogno del cartellino. Lei deve provare che uno, uno solo, signora, in tutto il paese sospettasse di me quello che lei ha creduto! che uno, uno solo potesse venire a dirmi in faccia: - "Sei becco, e lo sai!"-

Del.- Ma chi ve lo poteva dire - suvvia!-

Scr.- Ma la signora potrebbe dire: Anche se non lo sapevano gli altri, era noto a voi e tanto basta! E' vero? e' vero? Non lo neghi! Io ho bisogno della sua coscienza, signora: non del verbale! Dica: e' vero?-

Sig.- E' vero, si.-

Del.- (sottovoce) Accidenti.-

Scr.- Ah, signora, signora. (con decisione) Capisco! Ora io parlo... non per me... parlo in generale...per esempio: Che può sapere lei, signora, perche' uno, tante volte, ruba; perche' uno, tante volte, ammazza; perche' uno, tante volte - poniamo, brutto, vecchio, povero – per l'amore che gli può donare una giovane e bella donna– diciamo, magari sua moglie - possa sottomettersi fino al punto di spartirsi – diciamo – il suo amore con un altro uomo - ricco, giovane, bello - specialmente se le cose, diciamo, son fatte in modo che nessuno se ne possa accorgere? - parlo in generale, badiamo! non parlo per me!

Lasciamo stare questi discorsi generici, ipotetici, e veniamo a noi! Io, signora, sapevo che lei aveva sospetti su mia moglie e su suo marito: gelosia! - chi non ne ha, quando si vuol bene? - Compatisco anche i delitti, signora; si figuri se non avrei compatito lei, per la gelosia! Ero venuto qua, ieri, apposta per farla parlare, diciamo, per farla sfogare. Se aveva un sospetto, perché non levarselo insieme a me? Non glielo volevo levare da solo! Nossignore! Perchè so che questi sospetti, più si vogliono levare, e più si raffermano!

Se lei avesse parlato seriamente, sinceramente, con me; se avessimo collaborato – trovato un accordo; oppure se ci fossimo convinti – magari con della prove - della loro colpevolezza, io me se sarei tornato a casa e avrei detto a mia moglie: "Pst! Fagotto e via!" - Oggi mi sarei presentato al signor cavaliere: -" signor cavaliere, bacio le mani: ma non posso star più con lei!" - "Ma perche'?" “ Perche' non posso star più con lei: ho altri affari."

Così si fa, signora mia! (pausa) Glielo gridai finanche:- "Parli, parli!" - E lei non volle dir niente! Volle gettarmi a terra, assassinarmi... E che vuole che faccia io ora?  Mi dica lei che cosa debbo fare!

Tenermi questo sfregio? Comprarmi una testiera con due bei pennacchi, per far comparsa in paese? e tutti i ragazzini dietro, in baldoria, a gridarmi:- " Be' Be' Beee'?- e io, pacifico e sorridente, a ringraziare a destra e a sinistra?-

Del.- Ma perche'? dove? che sfregio! che testiera! che ragazzini! Se non c'e' stato niente!

assolutamente niente!-

Scr.- Perche' lo dice il verbale, e' vero? Ma chi vuole che creda a codesto suo verbale dopo tanto scandalo? Guardie, Delegato, sorpresa in casa, arresto ...-

Del.- Sta bene! Ma con risultato negativo! Poi l’arresto e' stato conseguenza delle intemperanze del signor cavaliere, il quale indignato...-

Scr.-Signor Delegato, son macchie d'olio, che non si levano, queste!  Diranno:-" Si tratta d'un pezzo grosso!  Hanno accomodato la cosa!" E come resto io? Ma signora, come non penso' a me- lei? O che non ero niente, io? Lei ha scherzato; s'e' passato questo piacere; ha fatto ridere tutto il paese; domani rifarà pace con suo marito...e io? " Non e' stato nulla, la signora ha scherzato!". Signor Delegato, qua, mi tasti il polso!-

Del.- Come? perche'?-

Scr.- Mi tasti il polso. Dica se ci avverte un battito di più. Io dico qua, con la massima calma, testimonio lei, che questa sera stessa, o domani, appena mia moglie ritorna a casa, io con l'accetta le spacco la testa! E non ammazzo soltanto lei, perche' forse farei un piacere, cosi', alla signora! ammazzo anche lui, il signor cavaliere - per forza, per forza!-

Sig.- Che fa? Dio mio!-

Del.- Che e'? Chi ammazzate voi?-

Scr.- Tutti e due! Per forza! Non posso farne a meno! Non l'ho voluto io!-

Del.- Voi non ammazzate nessuno. Ci sono qua io!-

Scr.- Oggi...-

Del.- ... e domani!-

Scr.- Ma doman l'altro li ammazzo!-

Del.- Ammazzare? Per una pazzia, per una pazzia! Per una pazzia, ve lo conferma la stessa signora (quasi imbeccandola) vero? per una pazzia!-

Sig.- Non ammazzerete nessuno! Ebbene, si! Una pazzia! si, certo, una pazzia!-

Entra la serva che aveva sbirciato.

Serva- Ma è una pazzia! Solo una pazzia di donna gelosa.-

Del.- Proprio così: una pazzia!-

Scr.- (mentre gli altri gridano " una pazzia", viene fulminato da un'idea.) Oh Dio, oh Dio! Che bellezza! oh che bellezza! Signori, pacificamente! Oh, che bellezza! Sissignori...sissignori...Si può aggiustare tutto... pacificamente...Ah che respiro! Mi metterei a ballare... a saltare,, per il gran peso che mi son levato dal petto! Le mie mani... le mie mani pulite, possono restare pulite, e me le bacio! me le bacio! - Lei, signora, vada a prepararsi…Subito, subito...dovrà partire! (alla serva) e tu prendi i bagagli!-

Sig.- Dovrei partire? E dove dovrei andare? Ma insomma, vi ha dato di volta il cervello?-

Scr.- A me? Nossignora! Ha dato di volta a lei il cervello, signora mia! Scusi l'ha riconosciuto il Delegato, lei stessa, persino la serva, lo riconosciamo tutti: una pazzia, e dunque lei e' pazza! Pazza, quindi parte, e se ne va al manicomio! E' semplicissimo!-

Sig.- Al manicomio? io? io? al manicomio?-

Scr.- Lasciamo il manicomio! In una casa di salute signora. Tre mesi. Villeggiatura!-

Sig.- (indignata) Ma ci andrete voi al manicomio! voi!-

Scr.- Non comprendete che questo e' l'unico rimedio? Per lei stessa! Per il signor cavaliere! Per tutti! Non capisce? Si dice:- E' pazza! - e non se ne parla più! - Si spiega tutto! Pazza, pazza, da chiudere e da legare! E' solo cosi' che io non ho più niente da vendicare! Mi disarma. Dico:" E' pazza! Posso farmene d'una pazza?" - E basta cosi'! Via. via , sbrighiamoci, che meglio di cosi' non si potrebbe

fare! Ma deve partire assolutamente questa sera stessa! (alla serva) I bagagli!-

Del.- Si, nella sua inverosimiglianza, si, mi sembra giusto... per chiudere l’incidente…certo non per lui.-

Sig.- Ma chi io? Io al manicomio? al manicomio! (alla serva) E tu stai ferma!-

Del.- Ve l’ho detto, per chiudere l’incidente e…per evitare un delitto…un rimedio, solo un rimedio signora.-

Sig.- Ma che dite? Volete davvero che passi per pazza davanti tutto il paese? (gesto di rassegnazione del Delegato, ma con un’occhiataccia allo scrivano)-

Scr.- Ma davanti tutto il paese, lei, signora, non ha bollato con un marchio d'infamia tre persone? Uno d'adultero; l'altra di sgualdrina; e me di becco? E se ci scappa pure l’assassinio? E io sono determinato! E lei, quindi, vorrebbe sostenere soltanto d'aver commesso una pazzia? Non basta, signora! Non ba-sta. Deve dimostrarlo d'esser pazza. Pazza davvero - da chiudere! (alla serva) I bagagli!-

Sig.- Ferma tu! (allo scrivano) Pazzo da chiudere sarete voi!-

Scr.- Nossignora, lei! Per il suo bene! (pausa) Volti pagina, signora! Se lei volta pagina, vi legge che non c'e' più pazzo al mondo di chi crede d'aver ragione! - Via, vada, vada! si prenda questo piacere di fare per tre mesi la pazza per davvero! Le par cosa da nulla? Fare il pazzo! Potessi farlo io, come mi piacerebbe a me! Sferrare, signora, qua, per davvero, tutta la corda pazza, cacciarmi fino alle

orecchie il berretto a sonagli della pazzia e scendere in piazza a sputare in faccia alla gente la verità.

L‘uomo, signora, potrebbe vivere, non cento, ma duecent'anni! Sono i bocconi amari, le ingiustizie, le infamie, le prepotenze, che ci tocca d'ingozzare, che ci infracidano lo stomaco! il non poter sfogare, signora! Il doversi assoggettare alle convenzioni, ai riti, alla gerarchia, e inghiottire senza protestare, senza ribellarsi, senza, alle volte poter alzare la testa dal giogo. E tacere! Ma se si potesse aprire la valvola della pazzia! Che grande gioia! E lei è fortunata, lei può aprirla: ringrazi Dio, signora! Sarà la sua salute, per gli altri cento anni!- Su, su! Cominci, cominci a gridare!-

Sig.- Comincio a gridare?-

Scr.- Si, ecco! Qua! Forza! in faccia al Delegato! Forza! In faccia a me! In faccia a tutti! E si persuada, signora, che solamente da pazza lei poteva pigliarsi il piacere di gridarmi in faccia: "Beee'"-

Sig.- E allora, si: " Beee'"... ve lo grido in faccia, si :"Beeee'"! Beeee!-

Del.- Ma signora...-

Sig.- ( con grida furibonde) No! Sono pazza? E debbo gridarglielo: " Beeee'..Beeee'....Beeee'!"

Scr.- Ecco la prova: E' pazza! Oh che bellezza! – Bisogna chiuderla! bisogna chiuderla! ( balla per la contentezza, intanto, s'e' possibile, entreranno in scena della comparse che in atteggiamenti vari, prenderanno atto della pazzia di Beatrice) E' pazza! E' pazza! ...Se la portano al manicomio!

E' pazza!-

Sig.- Beeee! Beeee! Beee. ( in faccia a tutti i presenti, alle quinte e poi al pubblico )-

Esce di scena urlando, sorretta dalla serva. Il Delegato la segue.

 

Lo scrivano si siederà su una sedia, di spalle al pubblico. Poi, con gesti misurati, si prenderà la testa fra le mani ( la regia dovrà esaminare se nel frattempo, si potrà portare una maschera da pupo sul viso), quindi, lentamente, la chinerà fino a toccarsi il petto col mento, tenendo le braccia, quasi senza vita, lungo il corpo.  Si udrà sghignazzare lievemente, infine si alzerà, si aggirerà in scena con movimenti rigidi di pupo.

Entra il Delegato

Del.- Beh, allora, siete soddisfatto?-

Scr.- Soddisfatto? Io?-

Del.- Voi, certamente. (detto quasi con disprezzo)-

Scr.- Ma signore Delegato…io…io…perché dovrei…dovrei essere soddisfatto? No! per carità, signor Delegato, per carità, perché soddisfatto, come l’intendete voi… no, no, ma quale. Tutto il trambusto, tante persona coinvolte, anche la forza pubblica. No, certamente no! Poi, carità cristiana impone! No, nossignore...-

Del.- E allora perché quella messa in scena?-

Sce.- Come perché? signore Delegato, e di quale messa in scena parla! Verità dei fatti, altrochè! Ma mi dica se sbaglio: le cose non stavano veramente così? Cioè: la gelosia, l’irruzione a casa mia, il verbale, il possibile delitto, la pazzia? quindi, di che messa in scena parla? semmai, io direi, è stato compiuto un atto dovuto: è stato messo tutto al proprio posto, come si doveva. Casella per casella, fatto per fatto, sillaba per sillaba?-

Del.- Sentite, voi potete parlare con tutti gli altri in questo modo, con codesta vostra contorta filosofia, finchè volete. Ma non con me! Con me che so tutto – tutto!-

Scr – Ma signor delegato…e il verbale? ancora non la seguo…non capisco proprio…-

Del.- Voi capite bene, anzi sapete che vi dico? Capite benissimo! E sapevate benissimo.-

Scr.- Sapevo? Cosa?-

Del- Andiamo! Non fate il “Nofrio in Palermo”, cioè colui che cade dalle nuvole. Offendete la mia intelligenza se continuate a far finta di non capire, come fingevate di non sapere. Voi, voi! sapevate benissimo della relazione di vostra moglie col vostro principale, e avete taciuto! Avete taciuto perché vi conveniva, per i vostri affari che non voglio sapere- anche se per interposta persona, nella metafora, le avete già detto- ma non potevate accettare, sopportare, fare sapere, dimostrare al pubblico che eravate cornuto e contento. Certo essere un semplice cornuto, in questo paese è già una gran disgrazia, ma che si può lavare, col sangue…o con la pazzia. Ma cornuto e contento no! e quando mai! non si poteva, assolutamente! Sarebbe stato insanabile! Quindi i fatti come realmente stavano, per essere accettabili, dovevano restare nascosti - per voi… o meglio, per voi e per il vostro pupo - come molto bene sapete  argomentare in proposito. E proprio quel pupo, che con gli anni vi siete costruito - per la miseria - doveva restare integro, onorato, riguardato.

Accidenti a voi, siete un ipocrita malvagio, un bell’egoista e un grande attore nato! Avete saputo recitare la parte dell’uomo offeso, dell’innocente esposto alla gogna, della vittima. E, perbacco!, c’è stato un momento in cui, io stesso, che pur sapevo, davanti alla vostra grande prova recitativa, ne stavo dubitando. Ma bravo! Bravissimo! (pausa) Ed in questa triste storia, per tutti i fatti avvenuti, voi avete pensato solo a voi stesso! A pararvi il vostro sedere! Anzi le vostra corna! Perchè delle vostre corna si sta parlando-se ancora non l’avete inteso. Ma, da quell’egoista quale vi siete dimostrato, a vostra moglie, al cavaliere e alla sua signora non ci avete pensato mai. (b.p.)  No, a voi interessava solo la vostra persona, o meglio, ripeto, il vostro stramaledetto pupo. E avete orchestrato tutta questa manovra aggirante per salvare quel vostro integerrimo pupo, infischiandovene degli altri...delle crudeli conseguenze in cui si andava incontro…-

Lo scrivano, intanto che il Delegato dice la sua battuta, fa la controscena, come uno che riflette).

 

Sce.- (interrompendolo) Un momento, un momento, per favore. Mi dica, signor Delegato, lei sapeva tutto, vero? (gesto affermativo col capo da parte del Delegato) Bene, e allora? il suo verbale?-

Del.- Il verbale è veritiero! Non si scherza con  la legge! Nei fatti non c’era vera flagranza! e questo si doveva verbalizzare…eppoi, (breve pausa) eppoi, sissignore! quello poteva anche essere una fortunata e opportuna scappatoia, per salvare il salvabile, senza tragedie! Ma a voi e al vostro pupo, ciò non bastava.-

Sce.- Ah, allora, secondo lei, col verbale, io dovevo fare :”aaammu, ammucca mummu!, cioè il credulone. Vero?-

Del.- Voi non avevate da inghiottire nulla, perché avevate, da tempo, già inghiottito –tutto- e anche digerito; nè c’era da fare lo sciocco credulone, perché non era necessario. Ma, di contro, per un mio preciso dovere deontologico di pubblico ufficiale, non dovevate nemmeno diventare il capro espiatorio di tutta questa triste faccenda! Era solo sufficiente capire il messaggio che vi avevo lanciato, a tutti quanti. A voi per far troncare la tresca, immediatamente; al cavaliere, perchè doveva mettere la testa a posto; e per la signora, perchè se ne stesse calma e tranquilla. Tutto a fin di bene! Ma voi no! No! Voi avete fatto il martire… e il quarant’otto per la difesa del vostro …”onore”.-

Scr.- E, mi dica, dopo tutti questi vostri buoni intendimenti, io cosa avrei dovuto fare? restarmene a guardare, magari con in capo la famosa birritta cche ciancianeddi?-

Del.- Macchè, ma quale birritta! A voi non sarebbe mancato il modo d’uscirne…con la vostra acuta intelligenza…-

Sce.- …e come, ad esempio?-

Del – Ad esempio…ad esempio potevate sempre dire… che so io…ecco: che, d’accordo con la signora, eravate a conoscenza della nostra irruzione, affinché con una azione legale, fossero fugate quelle certe voci, insistenti, di una probabile relazione tra il vostro principale e vostra moglie…-

Scr.-  In effetti, un certo accordo con la signora, io lo cercai invano (pausa) Ma…ma…sa, se avessi posto in essere questa sua brillante idea( ironicamente)…il mio principale mi avrebbe detto: march! Sei licenziato! E perdevo l’impiego e…forse anche la moglie…-

Del.- …ma non l’avete affermato, pocanzi, voi stesso che vi sareste licenziato? E che a vostra moglie…-

Sce.- Eh, lei prende tutto alla lettera…-

Del.- …cosa volete, sono un uomo d’onore…io! Voi, invece…siete malvagio e, nella circostanza, vi siete pure divertito a girare il coltello nella ferita… e avete quasi fatta veramente impazzire, quella donna, con la vostra logica contorta! Costringendola ad esporsi, ad umiliarsi, a rischiare - lei veramente - il suo matrimonio, e mandandola in manicomio - come una pazza. E tutto questo quella signora (sottolineato), l’ha accettato, probabilmente, per il timore di un assassinio! O due! E,  purtroppo, a quel punto, anch’io, per evitare il peggio, sono stato costretto a spalleggiarvi. (lo scrivano cerca di protestare).

Mavvia, state zitto, non tentate neppure di protestare! Voi siete il vero pazzo! Voi siete da ricoverare, perché rappresentate un pericolo per questa società di semplicioni ! Voi, per loro, siete pericoloso – assai…assai- e con la vostra diabolica filosofia, li turbate: e anche nell’evidenza, sapreste convincerli del netto contrario. E questi fatti recenti sono l’esempio di come riuscite a cambiare le carte in tavola, mutandovi da cornuto e contento a vittima! ( lo scrivano tentenna il capo in disaccordo) Va bene, è forse retorica la mia. Forse!

Ma ora, anche se vi sentite vincitore, io vi sbatto in viso, crudelmente, la verità: Siete un pupo! E non come l’intendete voi, ma come l’intendo io: un burattino!-

Scr.- Tutto ora colato sono le sue parole, signor delegato. Oro colato! Lei è un osservatore e ha giudicato. Bene o male, ma ha giudicato. In fondo è il suo mestiere.(pausa) Una sola cosa le è sfuggita, però, e non per colpa sua, ma perché essa è nascosta in me, dentro l’anima, che mi rode e mi fa arido.(pausa) Veda, glielo confesso candidamente, come se facessi una catarsi: Mi ha chiamato pupo, o burattino? giusto? E, anche in questo, nella sua foga, c’è andato vicino – e non si è sbagliato. Orbene, adesso ho la certezza che il mio pupo (sofferto) il mio pupo! si è identificato in me stesso, facendone una sola cosa. Capisce? In me stesso. Mutandomi un burattino! E del mio io, c’è rimasto solamente un sottile barlume di coscienza, che mi dovrebbe far vergognare d’essere cornuto e contento, farmi vergognare dell’inganno verso la società, farmi vergognare e affliggermi per la sorte di mia moglie, della signora. Ma questo pupo (si batte il petto), purtroppo, m’ha offuscato anche la mente (di batte il capo), e ora, dopo i fatti, mi sta scacciando dal mio stesso corpo, per farmi rimanere come lui mi vuole: pupo. Solo pupo, come dice lei, signor delegato. Solo pupo!

Del.- Mi fate compassione, ma mi mettete anche paura: che non siate voi il vero pazzo?-

Scr.- Tutto è possibile! Tutto! Non ho difficoltà ad ammetterlo! Il manicomio? pure…

Ma, signor Delegato, veda - e cerchi di capirmi anche se non mi vuol giustificare – veda, in generale, i nostri problemi, i nostri guai, le nostre, diciamo pure, angosce…sono duri da sopportare, specie per i deboli: la realtà è questa! …e si diventa anche vili, e ipocriti, come lei ha detto - di me! E quei problemi … ma si, che siano gli altri a risolverli per noi, e a farsene carico. Cosicché, per difenderci, ci sommergiamo, ci occultiamo, lasciando fare…a Dio o agli uomini; e ci accontentiamo delle sole briciole. Briciole d’amore, anche… (quasi sussurrato)  (breve pausa, poi come se avesse trovato la verità pura).

Signor Delegato, abbi pazienza, è per capirci: non tutti hanno la fortuna di nascere cavaliere, bello, ricco, attraente, amato…non tutti. E, per la disperazione, allora ecco che il pupo, da noi fabbricato nel tempo, ci supplisce. Ma poi, cogli anni, quel maledetto pupo cresce, e ci soffoca. E, purtroppo, alcuni, di questi pupi diventano più infidi e più pericolosi, perché più intelligenti - come dice lei, di me. (piano, come a se stesso) Ed è capitato questo proprio a me - col mio pupo…il pupo…o burattino, come dice lei. (risatina amara, poi, aggirandosi per il palcoscenico) ah,ah,ah, già, pupo o burattino, ma eterni maschere della razza umana. Ah,ah,ah. (risata in crescendo) Pupi, mio Dio!(quasi tra se) si! E chi non ce l’ha il suo? (girando attorno a se) Ah, ah,ah,ah. (quasi soffocato dalla risata) Sissignore, tutti pupi siamo, signor Delegato, tutti pupi, ma chi come me, è anche burattino! Burattini e pupi, presenti o supplenti! (puntando il dito verso il Delegato)Ah,ah,ah.(asciugandosi gli occhi, poi girandosi verso il pubblico)  burattini… o - pupi (quasi soffiato) e sempre in scena! -  
        

Calano le luci per riprendere subito.

Capoc.- Allora? Che ne dite?-

1° att.-  Lasciamo perdere…-

1^ att.-  …lasciamo perdere…-

Ragazza- …lasciamo perdere…-

Capoc.- … pure tu? e allora…(allarga le braccia) lasciamo perdere!-

Escono di scena secondo l’ordine delle ultime tre battute, poi si fa buio, quindi

Sipario