Tutto accadde in una notte

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TUTTO ACCADDE 

IN UNA NOTTE

Di

angela lonardo

iscrizione SIAE n. 239310

PERSONAGGI

  1    DR. ANTONIO SANTONE

  2    dottoressa LAPAZ - PSICOLOGA

  3    CARMELA DETTA “PAVAROTTI” – INFERMIERA

  4    SALVATORE – INFERMIERE

  5    GIOVANNI – INFERMIERE

  6    LUIGINO - IL NAVIGANTE

  7    VITTORIO - IL PAPA

  8    DINA – LA GRANDE LUCE

  9    UN BAMBINO

10   CATERINA - MAMMA DEL BAMBINO

11   CHICCA - LA GUARDIANA DEI CANI

12   CIRO - IL FUGGIASCO

13   UNA DONNA MAGISTRATO

14   UNA DONNA BELLISSIMA E MISTERIOSA

15   UNO SCONOSCIUTO BIZZARRO

16   UNO SCONOSCIUTO ancora più BIZZARRO

17   ADDETTA ALLE PULIZIE

18   cantaNTE

19   UN INFERMIERE PSICHIATRICO

20   SECONDO INFERMIERE PSICHIATRICO

Un uomo, agitatissimo, è steso su un lettino. La psicologa lo assiste facendogli delle domande. Per prendere appunti, usa un’eccentrica penna molto colorata. Un faretto illumina i due protagonisti, lasciando al buio tutto ciò che li circonda.

DOTTORESSA LAPAZ    La prego, dottor Santone, si calmi e mi spieghi come mai ha sentito la necessità di rivolgersi a una psicologa.

DOTTOR SANTONE    Non ce la faccio più, non ce la faccio più, mi sembra di impazzire. Sono un perseguitato. Mi deve aiutare, dottoressa Lapaz, la prego, faccia qualcosa. È un incubo! Lo vedo ovunque. Mi segue, mi assilla, mi opprime. È tutta la notte che succede questo, capisce?

DOTTORESSA LAPAZ   Mi dica,come mai ritiene di essere un perseguitato?

DOTTOR SANTONE    Dottoressa, guardi dietro quel paravento. Deve essere lì. Sono sicuro. È lì, lo cacci via, per piacere.

DOTTORESSA LAPAZ    Cacciare via chi?

DOTTOR SANTONE   Il mostro! È dappertutto, segue ogni mio passo, mi spia, sa sempre tutto di me.

DOTTORESSA LAPAZ    Si calmi e mi spieghi come mai ha questa convinzione.

DOTTOR SANTONE    Dottoressa mia, e che glielo dico a fare? Io ero un uomo sereno, equilibrato, tranquillo poi, in questa strana notte di luna...

DOTTORESSA LAPAZ    Piena?

DOTTOR SANTONE      No, no! Guardi fuori dalla finestra: è una notte di luna... quasi nuova.

DOTTORESSA LAPAZ     (prende appunti) ... quasi... nuova...(ragionando tra sé) Meno male! Almeno, sappiamo che questo “mostro” non può essere un lupo mannaro.  (rivolta al paziente) Allora, mi dica, cosa le è capitato?

DOTTOR SANTONE      Solo un secondo... aspetti (prova a calmarsi cercando una posizione comoda) ora le spiego... sì sì... le spiego tutto!

La luce si spegne per riaccendersi subito dopo.

Sul palco sono disposti un letto, uno sgabello, tre sedie, un’asta per le flebo, varie strumentazioni tipiche di una camera di ospedale. Sul comodino sono poggiati una bottiglia d’acqua, un bicchiere, alcool per disinfettare, una enorme siringa e una confezione di cotone idrofilo. In un angolo è disposto un paravento. Sullo sfondo, si nota una finestra che ha, dipinto sul vetro, il quadro di Re Felice “Notti di notte - omaggio a Vincent Van Gogh”. La stessa rimarrà illuminata durante tutta la rappresentazione. Nascosto, dietro il palco, c’è un carrello con sopra una bottiglia di spumante, guarnita di un fiocco rosso, una bottiglia di acqua minerale e dei bicchieri, una caffettiera e qualche tazzina da caffè. Una luce notturna rischiara la scena. Un anziano degente è steso a letto e, agitandosi impaurito, urla come un invasato. Nella camera è presente un’infermiera dall’aspetto imponente.

LUIGINO   ‘O lietto naveca! ‘O lietto naveca!

CARMELA - INFERMIERA(con voce da soprano, sembra quasi che canti mentre chiama il medico di guardia)   Dottore, venite subito! Dottore, presto, venite!

DOTTOR SANTONE  (il medico entra, quasi di corsa, nella stanza e, rivolto all’infermiera) Però! Non pensavo che un’infermiera potesse avere una voce così potente. Sapete, avete un timbro vocale più forte di quello del compianto Pavarotti. Ad ogni modo, ditemi, signora?

CARMELA - INFERMIERA(con voce impostata)  Carmela! Mi chiamo Carmela. (ritorna seria) Dopo anni di servizio, qui al San Giuseppe, da Medicina Generale sono stata distaccata in questo reparto di Terapia Intensiva. Sono pochi giorni. (porge la mano al medico) In ogni caso, lieta di conoscervi. Dovete essere nuovo in questo ospedale, non vi avevo mai incontrato prima.

DOTTOR SANTONE       Eh, sì, è il primo giorno di servizio... anzi, la prima notte. Mi chiamo Antonio Santone. Ho lavorato in un’altra città, poi ho chiesto di essere trasferito, ed eccomi qua. Ad ogni modo, il piacere è mio, signora Carmela. Ora, però, spiegatemi che cosa è successo.

CARMELA - INFERMIERA(con voce possente)  Uh, dottore mio, che ve lo dico a fare? Per fortuna siete arrivato. ‘Sto malato sta facendo un’arte. È una litania continua.

DOTTOR SANTONE     (il medico porta le mani alle orecchie mentre si rivolge al pubblico, sommessamente)      E io che speravo di trovare un’infermiera di quelle che si vedono nei film americani, carina, snella, sexy, con una voce dolce e melodiosa...

(alle spalle del medico appare una DONNA BELLISSIMA E MISTERIOSA. Indossa un camice da infermiera su un abbigliamento piuttosto succinto. Fa una breve passerella, senza essere vista né dal medico, né da Carmela, quindi, sparisce dietro le quinte) e invece... mi ritrovo faccia a faccia con un “soprano” formato armadio. Meno male che, perlomeno, è simpatica.

CARMELA - INFERMIERA(notando che il medico si è distratto)  A che state pensando, dotto’?

DOTTOR SANTONE    (rivolto all’infermiera) Niente, niente! Riflettevo. Intanto, spiegatemi meglio che cosa è successo a questo paziente.

CARMELA - INFERMIERA    Non lo sentite? Quello allucca come un pazzo (il medico gesticola volendo mostrare come sia la voce dell’infermiera, in realtà, a disturbare) e ha tenuto svegli quei poveri cristi che stanno ricoverati nelle stanze a fianco. Vedete voi che potete fa’.

Nuje?...  Nuje non ci ‘a facimmo chiù.

DOTTOR SANTONE     Carmela, ditemi, avete somministrato qualche farmaco all’ammalato?

CARMELA - INFERMIERA   E certo! Gli ho dato un calmante che avrebbe fatto dormire un elefante e invece... (è desolata mentre mostra un’enorme siringa)

LUIGINO    Dotto’, venite qua, vi voglio bene! ‘O lietto naveca! ‘O lietto naveca! Cercate d’ ‘o ferma’, pe’ favore!

DOTTOR SANTONE      (rivolto all’infermiera)   Non vi preoccupate, signora Carmela... (rivolto al pubblico)  o, forse, dovrei chiamarla “Pavarotti”... (di nuovo all’infermiera)  sicuramente, la sensazione che il paziente avverte è dovuta a un ridotto afflusso di ossigeno a livello cerebrale. (rivolto al paziente) Calmatevi, su, e fatemi capire bene che cosa vi sentite.

LUIGINO      Io non mi sento niente, dotto’! Io sto buono! È ‘o lietto che naveca! Guardate qua, quello si scotolea tutto quanto.  (l’infermiera dondola la testa mostrando rassegnazione mista a compassione per il poveretto che vaneggia)

DOTTOR SANTONE     (rivolto al paziente)  Avete ragione, caro signore, ora il mare è in tempesta ma, se pazientate qualche minuto, vedrete, ... arriverà la bonaccia.

LUIGINO    (si calma improvvisamente, sorride beato, poi si rabbuia di nuovo mentre esclama, perplesso) Ma... siete proprio sicuro?

DOTTOR SANTONE     (laconico ma deciso)  Arriverà... arriverà... statene certo. L’ha detto anche la radio.

LUIGINO    (sbalordito)   Nientemeno, ‘a radio! (poi, lamentoso) Intanto, però, ‘a tempesta non finisce! ‘O lietto continua a naveca’ e a tontolia’!

CARMELA - INFERMIERA(sembra ipnotizzata mentre scandisce le parole)   ‘O lietto naveca, ‘o lietto tontolea. (il dottore la guarda perplesso e le rivolge un’occhiata severa) Scusate, dotto’, ... m’è scappato!

DOTTOR SANTONE    (legge il nome sulla cartella del paziente) Vediamo! Ah, vi chiamate Luigino! Bene... bene!  (rivolto al paziente) Signor Luigino, tranquillo! Pochi minuti fa, ho ascoltato il “Bollettino per i naviganti”: i mari, da molto mossi, diventeranno quasi calmi. È vero, signora Carmela?

CARMELA - INFERMIERA(l’infermiera è sbigottita)E che ne so io? Io mi muovo solo via terra. Non saccio manco nuota’!

DOTTOR SANTONETranquilli, vi garantisco che tutto si calmerà.

LUIGINO     Vuje ‘o vero dicit’?

DOTTOR SANTONE     Mica lo dico io, lo ha annunciato la radio. Vedrete che, ora, il letto si fermerà.

LUIGINO       Ma ‘o sapiti che aviti ragione. ‘O lietto si sta acquietanno, anzi... s’è proprio fermato. (poggia la testa sul guanciale e fa un sorriso soddisfatto) Ah! Finalmente!

CARMELA - INFERMIERA    (stupita) Gesù! Ma come avete fatto?

DOTTOR SANTONE     (sornione)  Umanità! Puro senso dell’umanità! Ho semplicemente assecondato il signor Luigino. Lui si è sentito ascoltato, ha capito di avere una persona amica al suo fianco, e si è calmato.

CARMELA - INFERMIERA     Dotto’, sapete che ci sta di nuovo? Che, quando mio marito vuole andare a pescare, ... telefono a voi pe’ sape’ se ‘o mare è calmo o è meglio che rimane a casa. 

(Carmela va via mentre l’ammalato, prima di sprofondare nel sonno, richiama l’attenzione del medico)

LUIGINO    Scusate, eh, vi volevo chiedere un favore: visto che ‘o lietto s’è fermato, fatemi un piacere: prima che piglio sonno, dite alla bonazza che adesso può venire... Però, mi raccomando, non fate sapere niente a mia moglie, se no quella m’accire ‘e mazzate.

DOTTOR SANTONE     (perplesso ma divertito)  Addirittura!

LUIGINO      Dotto’, mia moglie è capace di spezzarmi le ossa. Voi non la conoscete. Se sa che guardo un’altra donna, quella mi sfracella. Così, da ‘o reparto ‘e terapia intensiva... vado a fini’ direttamente a ‘o reparto ‘e ortopedia.

(Entra in scena uno strano tipo, in pigiama, pantofole e papalina, che canta trasportando una flebo attaccata ad un’asta a rotelle. Intanto, una donna delle pulizie, con una cuffietta che copre tutti i capelli, usa la ramazza a ritmo di musica)

UN MALATO CHE CANTA“Onda su onda, il mare mi porterà alla deriva, in balia di una sorte bizzarra e cattiva. Onda su onda, mi sto allontanando ormai, la nave è una lucciola persa nel blu, mai più mi salverò...”

(lo strano tipo va via mentre la donna delle pulizie scimmiotta, maldestra, la canzone)

ADDETTA ALLE PULIZIE   Incredibile! Non m’era mai capitato di pulire a ritmo di musica. Devo dire la verità? È assai chiù bello. (canta anche lei) Onda su onda, il mare l’affogherà... quella moriva, perché cia una ciorte buzzurra e cattiva... (va via ramazzando)

*****

(La luce si spegne un attimo per dare il tempo al nuovo paziente di mettersi a letto. Al posto di Luigino c’è un altro malato, anch’egli molto agitato. Il medico trova Carmela con, in testa, un velo da suora e, appeso al collo, un vistoso crocifisso)

CARMELA - INFERMIERA(con voce da soprano chiama di nuovo il medico di guardia)   Dottore, tornate subito! Dottore, presto, venite!

DOTTOR SANTONE     (preoccupato)    Che altro sta succedendo? (sorpreso) E voi, come mai siete mascherata da suora? Che cos’è questa buffonata?

CARMELA - INFERMIERADotto’, poi vi spiego. Il paziente presenta un’importante crisi ipertensiva ma il vostro collega non è riuscito nemmeno ad avvicinarsi al letto. Il signor Vittorio, qua, non vuole essere visitato e non fa accostare nessuno! Intanto, fatemi il piacere, mettetevi ‘ste cose addosso, vi voglio bene!  (Carmela mette un crocifisso al collo del medico e gli appoggia sulle spalle una stola da prete)

DOTTOR SANTONE    (stupito)   Ma si può sapere che sta succedendo? Siete impazzita?     (l’infermiera non ha il tempo di rispondere) Non sono mica un esorcista!

VITTORIO - IL PAPA   Cari fratelli...

DOTTOR SANTONE     (dirige l’attenzione sul malato) Sta chiamando i fratelli. Certo! È normale che desideri avere qualche familiare vicino.

VITTORIO - IL PAPA (accorgendosi della presenza di un altro medico) Un altro dottore? Allora non avete capito che non voglio essere visitato! Che nessuno si avvicini, nel nome di Dio Padre onnipotente! 

CARMELA - INFERMIERA    (rivolta all’ammalato)  Ma come, Monsignor Antonio è venuto da Roma appositamente per voi. Da Roma, avete capito?

DOTTOR SANTONE     (sempre più incredulo, esclama tra sé)   Da Roma?!  Monsignore?!

(il medico guarda perplesso in direzione dell’infermiera e gesticola per implorare una spiegazione. Non capisce come mai l’infermiera fa credere all’ammalato che lui arrivi da Roma)

VITTORIO - IL PAPA    (l’ammalato si siede di scatto al centro del letto e comincia a benedire i presenti)  Io vi benedico, nel nome del Padre, del Figliolo...  (interrompe la sua benedizione) Monsigno’, ma vuje ‘o sapiti chi so’ io? So’ ‘o Papa, j’ song’ ‘o Papa!... 

CARMELA - INFERMIERA (a squarciagola) ... e nun me può caccia’! (s’interrompe immediatamente, rendendosi conto di aver esagerato)

DOTTOR SANTONE     (ha capito di avere di fronte un paziente affetto da delirio mistico. Guarda l’infermiera con severità) Santo Padre... perdonatela, si è fatta prendere la mano. Sapete com’è, suor Carmela è abituata a cantare nel coro della parrocchia.(prende in mano la croce che ha al collo e la mostra al paziente per rassicurarlo) In ogni caso, Santità, è vero, sono giunto da Roma esclusivamente per potervi visitare. Avete la pressione alta, dobbiamo riportarla a livelli normali e dobbiamo farlo immediatamente. È per il vostro bene.

VITTORIO - IL PAPA    Sia lodato Gesù Cristo!

CARMELA - INFERMIERA     Sempre sia lodato!

VITTORIO - IL PAPA      (continua a benedire)   Parole sante, cari fratelli e sorelle! Allora, meritate un’altra benedizione, nel nome del Padre, del Figliolo e dello Spirito… (prende in mano un flacone di alcool denaturato) etilico. Amen!

DOTTOR SANTONE       (confidenzialmente, all’infermiera)    Assecondiamolo. È solo affetto da delirio mistico. In questo momento crede di essere il Papa.

CARMELA - INFERMIERA(sottovoce, rivolta al medico)   E, secondo voi, io perché mi sono vestita così?

VITTORIO - IL PAPA    (rivolto al medico)   Fratello carissimo,che ‘o Pataterno vi pozza benedicere, in saecula saeculorum.

DOTTOR SANTONE  (si genuflette)   Amen!...  (ricomponendosi) Ora, Santità, vi darò un potente diuretico che stimolerà molto la vostra funzionalità renale, così da far notevolmente abbassare i valori pressori.

VITTORIO - IL PAPA    (rivolto al medico)   ‘O che?! Reverendissimo monsignore, spiegatemi bene che cosa dovete stritolare e, soprattutto, che cosa dovete avasciare, ché io non aggio capito buono!

CARMELA - INFERMIERA(sottovoce, rivolta al medico)   All’anima dell’ecclesiastico cattolico, apostolico, romano! Ma quale Vaticano! Secondo me, ‘sto “Papa” viene direttamente da Forcella!

VITTORIO - IL PAPA     (perplesso)   Forcella? Benedetta suor Carmela, forse volevate dire forchetta? (tocca le tasche)  Ora che ci penso, dove avrò messo le posate che ho usato durante l’ultima cena?

CARMELA - INFERMIERA    L’ultima cena? Ma dove siete andato a mangiare?

VITTORIO - IL PAPA     (riflette)   Sono stato all’ “Orto degli Ulivi”. Sapete, è un’osteria dove il tavernaio è capace di moltiplicare pane e pesci da sfamare un esercito.

DOTTOR SANTONE  (ironico)   Scommetto che sa trasformare anche l’acqua in vino!

VITTORIO - IL PAPA     (sorpreso)   Infatti! Ma come fate a saperlo? Siete stato pure voi all’ “Orto degli Ulivi”?

DOTTOR SANTONE  (scherzoso)   No... ma ne ho sentito sempre parlare! Pare che il tavernaio sia stato arrestato per frode alimentare e illecito arricchimento. Il furbone trasformava l’acqua in vino usando le “cartelle” e, così, la gente, vedendo tutto doppio (pane, pesce e coperto), pagava il conto due volte.

CARMELA - INFERMIERA    Quella perciò è stata l’ultima cena, perché dopo hanno chiuso l’osteria.

VITTORIO - IL PAPA     (arrabbiato)   E hanno fatto bene. (riflette)  Ora capisco perché mi rimaneva sempre tutto sullo stomaco, per non dire quanto ne risentissero le casse vaticane. Quel vino schifoso, poi, mi dava sempre delle strane visioni...

CARMELA - INFERMIERA   Mo’ si spiega tutto. Dotto’, procedete con i diuretici, così il malato spurga tutta ‘a fetenzia che tene ‘ncuorpo e li scenne pure ‘a pressione. è capace che così non gli vengono più queste visioni mistiche.

VITTORIO - IL PAPA     In nome di Dio, che so’ ‘sti dietetici?

DOTTOR SANTONE      Santità, vi somministrerò i diuretici. Sono dei medicinali che vi faranno fare tanta, tanta pipì! Solo così la pressione scenderà. Mi sono spiegato?

(Arriva la donna delle pulizie con due secchi vuoti e una pala sanitaria che ritiene di dover utilizzare per il paziente a seguito del trattamento diuretico)

ADDETTA ALLE PULIZIE   Ecco qua! Ho portato la pala, e anche qualche secchio... in caso di emergenza idrica.

VITTORIO - IL PAPA   (rivolto al medico)   Monsignor Antonio, mi dite, adesso, a che serve la pala? Dobbiamo, per caso, zappare i giardini vaticani? Vi ordino di darmi delle spiegazioni, in nome di Dio!

DOTTOR SANTONE    Maestà... pardon, volevo dire Santità, la signora si riferiva alla pala... d’altare che serve per decorare la nostra cappella, qui in ospedale.

ADDETTA ALLE PULIZIE(parlando tra sé)  Ma perché, mo’ i malati vanno dint’ ‘a chiesa pe’ fa’ ‘e bisogni? Queste so’ cos’ ‘e pazzi! Qua s’è persa ‘a religione.

CARMELA - INFERMIERA(zittisce bruscamente l’addetta alle pulizie)   Non dite così, per l’amor di Dio! (sottovoce, rivolta alla donna) Signora, venite qua. È meglio che mi date questa pala e ve ne uscite dalla stanza. È una storia lunga con questo malato e adesso non teniamo il tempo di spiegare. Andate, andate.

ADDETTA ALLE PULIZIEMah!  (la donna lascia la pala all’infermiera e va via canticchiando, mentre appare dubbiosa) Mi scappa la pipì, mi scappa la pipì, mi scappa la pipì, papà... non ne posso proprio più, io la faccio lì...    ‘A pipì dint’ ‘a cappella?!... Queste so’ cose ‘e pazzi!

VITTORIO - IL PAPA    (prima di sprofondare nel sonno, siede impettito)   I secchi... la pala... Ora ho capito! Si va al mare! Dovrò chiedere, alla sarta vaticana, di confezionarmi un costume da bagno... naturalmente castigato, come si addice a un Papa come me.

CARMELA - INFERMIERA(lo asseconda)   Sarà fatto, Santità. Come lo desiderate?

VITTORIO - IL PAPA    Me lo farò cucire come quello del mio predecessore Carol. Lo conoscete, vero?

DOTTOR SANTONE    Come no! Che provetto nuotatore! Dovete esercitarvi molto per diventare bravo come lui. Ora, però, è meglio riposare un po’, in vista degli allenamenti.

(Vittorio si adagia sul guanciale, rilassandosi. Il medico approfitta di questo momento di calma per tirare fuori lo sfigmomanometro e misurare la pressione per poi attaccare una flebo all’uomo, che si addormenta beato)

CARMELA - INFERMIERA       Mo’ capisco perché vi chiamate Santone. Vi devono fare santo subito. Voi siete come a Santa Rita: il santo dei casi disperati. Io non so come fate. Solo voi riuscite a gestire tutti questi imprevisti. Mi chiedo, semplicemente, perché non vi fate trasferire nel manicomio che sta di fronte, accussì no’ jat’ annanz’ e addereto.

DOTTOR SANTONE  Secondo me, se mi trovano confezionato così, in manicomio mi ci fanno ricoverare, altro che trasferimento! Una cosa è certa: se mi hanno destinato a quest’ospedale, è perché qualcuno ha deciso di farmi uscire pazzo sul serio.

CARMELA - INFERMIERA    Ja’, dotto’, non dite così!

DOTTOR SANTONE   (un po’ spazientito)   Eh, Carme’, io già ho dovuto risolvere un caso di un infartuato anziano con amante giovane! Quella un altro poco mi sbranava, non solo perché l’avevo scambiata per la figlia dell’uomo, ma anche perché non voleva che proibissi al suo compagno di eccedere con... certe performance, voi mi capite! Quella l’avrebbe fatto morire piuttosto che rinunciare a certe emozioni estreme.

CARMELA - INFERMIERA    Cose da pazzi! E come è andata a finire questa storia?

DOTTOR SANTONE  Quando ho fatto le prescrizioni dei farmaci, nessuno dei due ha fiatato ma, quando ho raccomandato di osservare alcune piccole norme che prevedevano un po’ di astinenza, come dire?...  dalla carne...

CARMELA - INFERMIERA    (curiosa)  Che vi hanno detto? Che vi hanno detto?

DOTTOR SANTONE      (deciso)  Mi hanno mandato... a quel paese e senza tanti complimenti.

CARMELA - INFERMIERA   (sobbalza)  Uh, Gesù, Gesù! (per un istante l’ammalato si risveglia)

VITTORIO - IL PAPA     (solenne)  Non nominare il nome di Gesù invano... (ripiomba nel sonno)

CARMELA - INFERMIERA     (si rassicura)  S’è addormuto n’ata vota. Assa fa’ ‘a Maronna!

DOTTOR SANTONE      (preoccupato che il malato si svegli di nuovo, zittisce Carmela)   Shhh! Non dovete nominare nemmeno la Madonna, se no questo chiama tutto il Corpo delle Guardie Svizzere e pure la Gendarmeria Vaticana. Quelli non scherzano.

CARMELA - INFERMIERAE che ci possono fare?

DOTTOR SANTONE   Hai voglia! Ho saputo di peccatori che hanno dovuto indossare il cilicio prima di essere flagellati.

CARMELA - INFERMIERAE ci credo! Se vi mettete ‘ncuollo ‘o triciclo, è logico che poi vi sfracellate.

DOTTOR SANTONE   Signora Carmela, ho capito! Lasciamo perdere questi ragionamenti.

CARMELA - INFERMIERA       Avete ragione, qua non si possono toccare certi discorsi, se no ‘o Papa si squieta. Continuate il racconto, dotto’, così cambiamo argomento!

DOTTOR SANTONE  Vi dicevo che, mentre i due si sono ribellati, ho trovato, subito dopo, un paziente veramente simpatico...

CARMELA - INFERMIERA    (curiosa)  E che faceva questo signore? Ja’, parlate, che sono troppo curiosa.

DOTTOR SANTONE     (più confidenzialmente)     Cara Carmela, dovete sapere che pesava almeno centoventi chili, era affetto da miocardiopatia dilatativa, ricoverato per scompenso cardiaco, in terapia con potenti diuretici... Per farla breve, si avviava a un trapianto di cuore e teneva le gambe gonfie come due zampogne ma, mi dovete credere, rideva e scherzava neanche fosse stato al bar con gli amici.

CARMELA - INFERMIERAChe bello, dotto’, trovare dei pazienti così, mentre ci stanno certi cadaveri che si lamentano pure per una puntura. Ma ditemi, che diceva di bello questo signore?

DOTTOR SANTONE  Ora vi racconto! Rivolto al primario, gli ha detto: «Dotto’, co’ ‘sti diuretici, m’aviti aperto ‘e cascate del Niagara. Devo andare a fare la pipì a ogni ora del giorno e della notte. Vediamo di chiudere ‘no pocarillo ‘sti rubinetti, ché, se no, mi faciti affoga’.

CARMELA - INFERMIERAUh, mamma mia! E il primario che ha replicato?

DOTTOR SANTONE  Il primario era imbarazzatissimo, così ho risposto io al suo posto. Ho spiegato al paziente che, se gli chiudevamo le cascate, era peggio, perché la massa d’acqua l’avrebbe travolto, come un’onda anomala.

CARMELA - INFERMIERA    (ride)   E lui? Come ha reagito?

DOTTOR SANTONE  Mi ha fatto morire! Prima ha detto: «Uh, mamma mia, io non saccio nuota’ e non tengo manco ‘o salvagente!», poi mi ha chiesto se potevo avvitargli un po’ il rubinetto, almeno durante la notte. Quando gli ho promesso di aggiustare la terapia, lui mi è saltato addosso, mi ha abbracciato e mi ha detto: «Dotto’ puzzat’...»

CARMELA - INFERMIERAPuzzate? Voi siete così profumato!

DOTTOR SANTONE         Infatti, io pure pensavo che avvertisse un cattivo odore e invece lui ha continuato: «Puzzat’... puzzat’... campa’ cient’ anni, accussì non m’ aggia accatta’ ‘a paparella pe’ galleggia’.» Pensa che persino il primario, che solitamente ha una faccia mummificata, è scoppiato in una gran risata.  (l’infermiera e Santone ridono di gusto)

CARMELA - INFERMIERAA proposito di pazzi, dotto’, speriamo di non ricevere visite sgradite.

DOTTOR SANTONE          Che volete dire?

CARMELA - INFERMIERAMa voi non sapete niente? Stamattina s’è arrevotato l’ospedale. Se n’è scappato un pazzo dal manicomio che sta qua vicino. Dice che va recitando strane poesie, saltella, poi scrive su un quaderno... Mah! In ogni caso, speriamo che non viene qua, se no, stiamo veramente inguaiati! Solo questo ci manca!

DOTTOR SANTONE     (riflette tra sé)   Io, invece, comincio a credere che sia proprio questo il vero manicomio.

VITTORIO - IL PAPA    (si sveglia, alzandosi dal letto in preda all’agitazione)   Ueh’, guagliu’, e mi volevate ricordare che oggi è Natale? Jammo, ja’, aprite quella finestra ché mi devo affacciare per benedire furbi e sgorbi.

CARMELA - INFERMIERAUh, mamma mia! Questo benedice pure marpioni e scarrafoni.

VITTORIO - IL PAPA Presto, mettetemi la tiara sulla testa.

CARMELA - INFERMIERA‘A tiana?!E che adda fa’ co’ ‘sta pentola ‘ncapo?

VITTORIO - IL PAPA    (si avvicina alla finestra e comincia a sollevare le braccia come se guardasse una folla di gente, poi, impettito, mette le mani sulle anche)  Popolo, spezzeremo le reni alla Grecia!  (riflette)   Uh,scusate, mi sono sbagliato: per un attimo mi so’ ‘mbrogliato con il Duce (si dà una manata sulla fronte) mentre io, voi lo sapete, so’ ‘o Papa... ji’ songo ‘o Papa!.. M’ero scordato. Eh! ‘A vecchiaia... che volete fa’, mi è venuta un’anestesia!

CARMELA - INFERMIERA    (rivolgendosi, mormorando, a Santone)   Se ‘sto Papa non ‘a finisce ‘e dicere fesserie, apro quella finestra e gli faccio fare il volo dell’Angelus...

VITTORIO - IL PAPA    (Tornando verso il letto)    Cari fratelli e sorelle, perché non mi avete avvisato che oggi non è Natale ma un normalissimo mercoledì.

CARMELA - INFERMIERAPerché, voi di mercoledì che dovete fare?

VITTORIO - IL PAPA    Ho l’udienza nella Sala Nervi... e ho i nervi... ho i nervi... teng’ ‘e niervi, ... datemi la pala, la paparella, il secchiello... Andiamo tutti al mare... levatev’ a nanzi ‘ché sto nervoso, sto nervoso... devo andare nella Sala Nervi... a fare la pipì e anche la puppù! Datemi la palaaaa!..  (va via come un invasato, mentre Carmela riesce a comunicargli un’ultima cosa)

CARMELA - INFERMIERA   (preoccupata)  Santità, cercate di non andare nella cappella se no i nervi ci vengono a noi.

DOTTOR SANTONE     (rivolto al pubblico)   Troppo tardi, ormai è andato! Che cosa vi dicevo? È questo il manicomio. Sono sempre più convinto.

(la donna delle pulizie entra trafelata)

ADDETTA ALLE PULIZIE   Volesse sape’ chi è stato che ha pittato quilli “rinfreschi” ‘mpiett’ ‘o muro d’a cappella!

DOTTOR SANTONE    Affreschi nella cappella? Ma di cosa state parlando?

(entrano di corsa Giovanni e Salvatore, gli infermieri. Hanno il naso turato)

GIOVANNI - INFERMIERE       Maronna, dottore mio e che fieto!

SALVATORE - INFERMIERE       ‘A cappella è tutta fravecata, dotto’!

ADDETTA ALLE PULIZIE   Qualcuno ha fatto la puppù nella pala e poi ha pittato ‘e muri della cappella con fiorellini e cuoricini...

GIOVANNI - INFERMIERE       Solo che i fiorellini, invece di profumare... puzzano.

SALVATORE - INFERMIERE  I cuoricini, poi. Una vera opera d’arte! Sembrano quei cioccolatini che si vendono a S. Valentino.

DOTTOR SANTONE    Zitti, per carità, che ho la pancia in subbuglio.

ADDETTA ALLE PULIZIE   Però so’ io che aggia fa’ ‘o stomaco ‘e cane pe’ ji’ a pulizza’!

GIOVANNI - INFERMIERE    Dottore mio, qualcuno ha usato la pala come fosse ‘na tavolozza.

SALVATORE - INFERMIERE    Perciò, signora cara,vi tocca pulire bene pure quella.

ADDETTA ALLE PULIZIE   ‘A tavolozza?! Io ‘ncia spaccasse ‘ncapo a quillo “Van cocco” che ha combinato ‘sta fetenzia.

UN MALATO CHE CANTA“Con le pinne, fucile ed occhiali, quando il mare è una tavola blu,

sotto un cielo di mille colori, ci tuffiamo con la testa all’ ingiù... splash!”

(la donna delle pulizie scimmiotta, maldestra, la canzone)

ADDETTA ALLE PULIZIE  (ironicamente rabbiosa)   “Con le pigne, ‘o bacile e ‘o pitale, jamm’ a mare co’ ‘a papera blu, con un telo di mille colori, l’affoghiamo con la testa all’ ingiù... splash!”  Io ‘o ‘fogasse dint’ a ‘no mare ‘e puppù. Che schifo!(fa finta di voler affogare qualcuno, poi va via infuriata, continuando a ramazzare)

DOTTOR SANTONE     (confuso)   Io non riesco a capire in questo ospedale che cosa bisogna sopportare. Quando è troppo è troppo.

CARMELA - INFERMIERADotto’, avete proprio ragione. Io penso che voi non siete come a S. Rita, a voi vi devono chiamare S. Antonio vergine e martire...  (riflette) Però, un momento! Voi siete sposato?

DOTTOR SANTONE     (perplesso)   Sì, perché?

CARMELA - INFERMIERAAllora, vi chiamerò S. Antonio martire. Se siete sposato, vergine certamente non potete essere.

DOTTOR SANTONE  Vergine no ma martire, hai detto bene! Martire del primario da cui me ne sono scappato, martire di questi pazienti che... lasciamo perdere, martire di certi collaboratori che mi stanno facendo uscire di testa.

(Entra in scena uno strano tipo con un blocchetto per gli appunti. Si gratta la testa e saltella, poi sparisce. Solo il pubblico lo nota, mentre il medico e l’infermiera che, intanto, si svestono dei paramenti sacri, essendo rivolti da un’altra parte, non possono vederlo)

*****

 (Ricomincia la scena del lettino)

DOTTORESSA LAPAZ   Credo di cominciare a capire come mai è così agitato.

DOTTOR SANTONE    Ma no, questo è niente. Lei non può nemmeno immaginare cosa è successo dopo.

DOTTORESSA LAPAZ    Cosa è successo? Si tratta di qualche esperienza vissuta con un suo paziente o, forse, con un collega, un collaboratore? Mi racconti tutto con serenità.

DOTTOR SANTONE    Con serenità? È una parola! In ogni caso non si tratta di nessun paziente, nessun collega o collaboratore.

DOTTORESSA LAPAZ    Ma allora di chi può trattarsi, mi scusi? Non riesco a capire.

DOTTOR SANTONE      Mi faccia calmare un poco, ché le racconto tutto...

*****

(Siamo di nuovo nella camera d’ospedale. Ora, distesa nel letto, c’è una paziente. Sembra in condizioni molto gravi. La stanza è in penombra. Il medico si rivolge all’infermiera)

DOTTOR SANTONE    La paziente presenta un edema polmonare acuto. È in tachicardia ventricolare. Presto, Carmela, correte a prendere il defibrillatore, mentre le pratico un massaggio cardiaco e la respirazione assistita. (si dà da fare per cercare di rianimare la paziente applicando un respiratore e massaggiando il torace, mentre sopraggiunge Carmela con il defibrillatore)

CARMELA - INFERMIERADotto’, ecco qua! Possiamo cominciare. (applicano gli elettrodi e cominciano a usare l’apparecchiatura. La paziente comincia a reagire e a muoversi)

DINA Per favore, chiudete quella luce, ché mi dà fastidio, è troppo forte.

CARMELA - INFERMIERA   Dotto’, ma quale luce va trovando ‘sta signora, ché qua è tutto spento?

DINA  (facendosi schermo con le mani)   Per favore, dottore, fatemi questo piacere, ché non riesco a vedervi. È troppo forte questa luce, spegnetela, fatelo per carità!

CARMELA - INFERMIERA‘A signora si chiama Dina. Deve essere ‘o diminutivo ‘e lampadina.  Perciò vede la luce.

DOTTOR SANTONE     (perplesso, si rivolge all’infermiera)   Carmela, non mi sembra il momento di scherzare. Piuttosto, non riesco a capire di quale luce stia parlando. Qui è tutto in penombra e fuori è buio totale. Deve trovarsi in uno stato di alterazione della coscienza... (mentre controlla le apparecchiature) Ma no! Ringraziando Iddio, i parametri vitali si sono normalizzati e le condizioni emodinamiche e respiratorie sono soddisfacenti. Ma allora, come mai...

DINA  (sembra rasserenata)   Ah, meno male, avete spento. Mi stavo cecando con quel faro dentro agli occhi.

DOTTOR SANTONE       (rivolto all’ infermiera)   Carmela, credo di capire!

CARMELA - INFERMIERABeat’ a vuje, perché io, invece, non ci sto capendo proprio niente!

DOTTOR SANTONE    Ho la netta sensazione che stiamo assistendo ad un miracolo.

DINA  (rimanendo supina, con voce flebile, si rivolge al medico e all’infermiera)   Dottore, adesso vedo bene sia voi che l’infermiera!

DOTTOR SANTONE      (rivolto a Dina)  Signora Dina, vedo che vi siete ripresa ma, ditemi, ricordate, per caso, che cosa vi è successo?

DINA        E che ne so? È come se avessi fatto un sogno strano, ma veramente strano. Mi sembrava di stare in un tunnel, in fondo al quale si vedeva una luce fortissima.

DOTTOR SANTONE    (incuriosito) Che genere di luce?

DINA     Non saprei dirlo. So soltanto che mi sentivo calamitata verso quel bagliore mentre cercavo, con tutte le mie forze, di tornare indietro. Quando sono riuscita a scappare, la luce si è spenta e il tunnel è sparito. Ma, dottore mio, vi prego, adesso mi dovete dire la verità: mi è successo qualcosa di grave, non è così?

DOTTOR SANTONE    (colpito dal racconto)  Non vi preoccupate. Non è successo niente. L’importante è che quella luce noi l’abbiamo spenta, grazie a questo (accarezza il defibrillatore, poi guarda, riconoscente, l’infermiera) e, soprattutto, alla tempestività delle cure.

DINA    Avete ragione, dottore. Che volete fare? Si vede che non era ancora arrivata la mia ora!

CARMELA – INFERMIERA   Meno male, così avete contribuito al risparmio energetico.

DOTTOR SANTONE      (rivolgendosi all’infermiera)  Carmela, adesso avete tutti i buoni motivi per scherzare. Ad ogni modo, dopo questa esperienza, credo di aver capito una cosa, che la morte, più che un salto nel buio, deve essere, piuttosto, un salto nella luce. (Carmela annuisce ma è perplessa)

CARMELA – INFERMIERA   Aeh! Allora, chissà quanta corrente che si consuma all’altro mondo!

DOTTOR SANTONE  Ma che dite?

CARMELA – INFERMIERA   Secondo me, il Padreterno deve chiedere un supplemento ai fedeli pe’ paga’ tutte ‘e bollette. Chi sa se gli caricano sopra pure l’abbonamento della Televisione. Sarei proprio curiosa di saperlo! Secondo me, in Paradiso, le tasse non dovrebbero esistere ma può essere che ‘o Governo arriva a mettere mano pure là.

(Sopraggiunge, ancora una volta, lo strano tipo che entra di soppiatto nella camera e inizia a recitare una poesia)

UNO SCONOSCIUTOBIZZARRO   In un ospedale ormai “stracotto”, c’è qualcun che ancor si salva: è sua Maestà il Cerotto... (fa una pausa, saltella, poi esclama convinto, con molta enfasi) Chi sono io?Sono un grande e-let-tri-ci-sta (va subito via)

CARMELA - INFERMIERA   (spaventata)  Questo dev’essere il pazzo che se n’è scappato! Mamma mia, dotto’, e mo’ che dobbiamo fare?

DOTTOR SANTONE   (tra sgomento e paura)   Manteniamo la calma. Vedremo, valuteremo...

*****

(Si spegne la luce. La paziente precedente ha lasciato il letto libero. Nella stanza, entra un bambino urlante, accompagnato dalla madre che è in preda all’isterismo)

DOTTOR SANTONE       Dio mio! Che cosa è capitato a questo bambino ché urla così?

MAMMA DEL BAMBINO   (concitata)   Dotto’, pe’ piacere, aiutateci!

DOTTOR SANTONE       Vi aiuto, certo che vi aiuto, ma mi dovete dire che cosa è successo.

MAMMA DEL BAMBINO      Dotto’, dotto’, pe’ piacere, intervenite!

DOTTOR SANTONE       Se non mi dite quello che è accaduto, come posso aiutarvi?

MAMMA DEL BAMBINO      Dotto’, vedete ‘o che potete fa’!

DOTTOR SANTONE     (un po’ spazientito, scandendo bene le parole)   Signora, osservate con attenzione il labiale: «Che cosa è successo al bambino?»

MAMMA DEL BAMBINO     Ah! Scusatemi, voi volete sapere che gli è capitato. E mo’ ve lo dico.  Mio figlio s’è chiuso il pistolino dentro la cerniera. Mamma mia! Chi sa che dolore, povero criaturo! Vedete di fare qualcosa.

DOTTOR SANTONE       Non vi preoccupate, adesso chiamiamo l’infermiere e vediamo di darvi subito una mano.  (si rivolge al bimbo) Piccolino, tu non piangere, ché adesso liberiamo l’uccellino dalla bocca del coccodrillo cattivo.

BAMBINO    (singhiozzando e urlando)  Mammà, ‘o coccodrillo si sta mangiando l’uccellino!

DOTTOR SANTONE      Ma no, stai tranquillo! Il dottor Santone farà aprire la bocca a quel brutto coccodrillo, così il tuo uccellino tornerà di nuovo libero.

BAMBINO   (smette un attimo di piangere) Sansone? E chi è Sansone?

DOTTOR SANTONE    Santone, non Sansone! Sono io. Vedrai che il tuo uccellino presto volerà.

MAMMA DEL BAMBINO      Ma voi veramente dite?

DOTTOR SANTONE       Certo! Anche voi, signora, tranquilla! E tu, piccolino, asciugati quelle lacrime. Vedrai che faremo in un attimo.    (il bambino ricomincia a urlare)

DOTTOR SANTONE     (alza la voce per attirare l’attenzione dell’infermiere che è fuori dalla stanza)  Giovanni, presto, portami garze, disinfettante, un rotolo di cerotto e un paio di forbici molto taglienti. (rivolto alla mamma del piccolo) Dobbiamo recidere, signora, altrimenti non è possibile risolvere il problema. Qualcosa la dobbiamo pur sacrificare, per il bene di vostro figlio. Vedrete che il bambino non sentirà nulla e, in men che non si dica, ve lo riporterete a casa.

MAMMA DEL BAMBINO   (sembra che stia per svenire ma si riprende urlando come un ossesso)   Ma che, siti pazzo, dotto’? Aggio fatto tanto pe’ ave’ ‘no figlio maschio e voi m’ ‘o volete castra’! Io faccio correre ‘e Carabinieri, ‘o sapit’ o no?

DOTTOR SANTONE       Signora, calmatevi, vi prego, ma che cosa avete capito? Le forbici servono per tagliare la cerniera, se no il pistolino del bambino rimane intrappolato là dentro.

MAMMA DEL BAMBINO   (sollevata, asciuga una goccia di sudore dalla fronte)    Uh, mamma mia, dotto’, che paura mi avete fatto prendere! Io mi pensavo che lo volevate circuccidere. Mio figlio “è un buco”! Non sia mai!

DOTTOR SANTONE       Eunuco, signora, si dice eunuco... ma non vi preoccupate, la circoncisione non sarà necessaria. ‘O criaturo, state pur tranquilla, non andrà a cantare nel coro delle voci bianche!

MAMMA DEL BAMBINO     E meno male, perché a mio figlio le cose in bianco non gli piacciono. Quello mangia solamente piatti conditi co’ ‘o sugo ‘e pummarola.

(entra Giovanni con tutto il materiale che occorre al medico. Manca il cerotto)

GIOVANNI - INFERMIERE       Dotto’ sta tutto qua. Manca solo ‘o sparadrappo.

DOTTOR SANTONE       Ma come è possibile che in un ospedale ci facciamo mancare le cose più semplici ed essenziali. Il cerotto è indispensabile.

GIOVANNI - INFERMIERE     Che volete da me? È servito per riparare una barella che traballava. Gliene hanno azzeccato un poco sotto alle rotelle e mo’ quella non dondola più.

DOTTOR SANTONE       Va bene ma il resto dei cerotti? Non li avranno mica consumati tutti per la barella?

GIOVANNI - INFERMIERE       No. E che scherzate? Quello è servito pure per incollare il vetro della bacheca che era tutto rotto. Ah, e un altro poco l’hanno dovuto usare per riparare l’armadietto dei medicinali...

DOTTOR SANTONE       D’accordo ma ancora non ci siamo. Possibile che non c’è neanche un cerottino piccolo piccolo.

GIOVANNI - INFERMIERE       Dotto’ ma voi che andate trovando, quello è servito persino per riparare il lavandino della sala medici, che perdeva acqua, e un altro poco pe’ appara’ un vetro dentro al corridoio, che sciosciava pe’ sotto. Mica si potevano far entrare gli spifferi?

DOTTOR SANTONE       Cose dell’altro mondo. E io che cosa uso, adesso, per questo piccolino?

GIOVANNI - INFERMIERE       (tira fuori del nastro isolante)  Potete usare questo nastro isolante, ‘o veriti. Quello se l’è dimenticato l’elettricista quando ha fatto i lavori nella sala operatoria.

DOTTOR SANTONE     Meglio non fare commenti! Vediamo, piuttosto, che cosa dobbiamo fare con questo povero bambino.

(mentre il medico studia il sistema per aiutare il bimbo, la donna scruta attentamente l’infermiere. Giovanni è un po’ imbarazzato e, a sua volta, osserva la signora cercando di capire)

MAMMA DEL BAMBINO     Scusate, ... ma voi non siete Giovanni, l’infermiere?

GIOVANNI - INFERMIERE       Sì, sono io. Perché, mi conoscete?

MAMMA DEL BAMBINO     Certo!  Non vi ricordate di me? Venivate tutti i giorni a casa mia quando ho avuto la bronchite “cronaca”.

GIOVANNI - INFERMIERE    Signo’, a verità, io non mi ricordo proprio. Mi dovete scusare ma, con tutta la gente che vedo ogni giorno, non posso certo ricordarmi di tutti quanti!

MAMMA DEL BAMBINO   Ma come, io sono la signora che stava di casa proprio di fronte al municipio!

GIOVANNI - INFERMIERE    Signo’, mi dispiace tanto, ma continuo a non ricordarmi né di voi né di casa vostra.

MAMMA DEL BAMBINO   Veramente non vi ricordate di me? Mi avete fatto per lo meno una ventina di siringhe, dieci a destra e dieci a sinistra. Venivate tutti i giorni a casa mia e vi fermavate pure a prendere il caffè.

GIOVANNI - INFERMIERE    È strano, ma... che volete da me, io non mi ricordo né di voi né del vostro caffè!

MAMMA DEL BAMBINO   Gesù, voi mi dicevate che era il più buono di tutto il quartiere! (la signora si gira di spalle e si abbassa per sistemare la maglietta al bambino)

GIOVANNI - INFERMIERE(L’infermiere inizia a guardare con attenzione il sedere della signora)  ...Dieci a destra... e dieci a sinistra... Aspettate un momento. Adesso ho capito!Come no. La signora Caterina.

MAMMA DEL BAMBINO( compiaciuta)  Allora, vi siete ricordato di me?

GIOVANNI - INFERMIERE     E certo! Ora che vi ho guardato... (indica il deretano) diciamo... da questa prospettiva... sì, mi sono ricordato. E come faccio a mi scorda’..., (con enfasi) di voi?  (la signora sobbalza visibilmente imbarazzata)

DOTTOR SANTONE      Forse è meglio andare in medicheria. Venite con me e portate anche il bambino. (la donna va via impacciata portando con sé il figlio, mentre il medico la segue. Intanto, ritorna lo strano signore che continua la sua cantilena)

UNO SCONOSCIUTO BIZZARRO     Una barella malandata? Col cerotto potrà esser ancor per dieci anni utilizzata. C’è un armadio sgangherato? Ed ecco arriva il beneamato! (fa una pausa, poi esclama convinto mostrando un enorme paio di forbici) Chi sono? Ve lo dico io: sono un grande (scandisce) Pe-di-a-tra!   (esce dalla stanza sforbiciando, Giovanni è attonito)

GIOVANNI - INFERMIERE   (tra sé, asciugandosi il viso con un fazzoletto)   Mi sa che questo deve essere il pazzo di cui tanto si parla.

(Rientra il malato canterino e la donna delle pulizie)

UN MALATO CHE CANTA“il coccodrillo come fa, non c’è nessuno che lo sa. Si dice mangi troppo,

non metta mai il cappotto, che con i denti punga, che molto spesso pianga, ...”   (va via)

ADDETTA ALLE PULIZIE(canta anche lei) “il coccodrillo cosa fa, non è nettuno che lo sa. Gli dici piangi troppo, non jetti mai ‘o giubbotto, ...”(va via ramazzando)

(ricomincia la scena del lettino)

DOTTORESSA LAPAZ    Caro dottor Santone, mi sa dire che verso fa il coccodrillo?

DOTTOR SANTONE  (è perplesso)   Il coccodrillo? E che ne so? Fra l’altro, tra tutti gli animali, il coccodrillo è quello che mi è meno simpatico. Vorrei proprio capire perché mi fa certe domande.

DOTTORESSA LAPAZ    Lei non ci crederà, ma per me è importante sapere che tipo di rapporto hanno i miei pazienti con i vari tipi di animale. Lei, ad esempio, quale animale preferisce?

DOTTOR SANTONE  (pensieroso)   Il coccodrillo certamente no. A me... vediamo... piacciono i cani...

DOTTORESSA LAPAZ    Lo immaginavo. Sicuramente ritiene che i cani siano esseri molto affidabili. E invece no!   (è arrabbiata)   Io sono stata morsa da un cane. Li odio, con tutta me stessa.

DOTTOR SANTONE      E va be’, lei odia i cani ma io li amo e amo anche i gatti. Sono così paffuti, hanno degli occhi bellissimi, sono sornioni, furbetti ma danno tanto calore.

DOTTORESSA LAPAZ    Avrei giurato che mi tirava in ballo anche i gatti. E no! (è ancora più arrabbiata) Io sono stata graffiata... e anche morsa da un gatto. Odio i gatti...

DOTTOR SANTONE      ... con tutta se stessa.

DOTTORESSA LAPAZ    Certo! Ma lei cosa ne sa?

DOTTOR SANTONE      Intuito! A questo punto sono io che ho la curiosità di sapere quale animale preferisce.

DOTTORESSA LAPAZ    Che cosa le importa, adesso, di quale sia il mio animale preferito. Io non amo affatto gli animali. È contento, ora?

DOTTOR SANTONE    (riflette tra sé)  Lo immaginavo. Proprio a me doveva capitare la psicologa con l'avversione per gli animali? è sempre consigliabile diffidare delle persone che non amano gli animali.

DOTTORESSA LAPAZ    (inizia ad innervosirsi)Allora, mi vuole spiegare, sì o no, qual è il suo animale preferito?

DOTTOR SANTONE      Credevo di averlo già detto, è il cane. E a proposito di cani...

*****

(Si spengono le luci e un’altra paziente prende posto nel letto mentre, agitata, urla a squarciagola)

CHICCA - LA GUARDIANA DEI CANI     Attient’ ‘e cani, attient’ ‘e cani, ché mozzecanno!

DOTTOR SANTONE      Ma non dite sciocchezze! State tranquilla! Qui, i cani non possono entrare, siamo in ospedale.

CHICCA - LA GUARDIANA DEI CANI      Ma che dite, dottore mio, quelli i cani stanno pure sul soffitto! Guardate, guardate pure voi!   (indica il soffitto) Mamma mia, e come so’ infuriati!

DOTTOR SANTONE      (cerca gli infermieri)  Giovanni, Salvatore, correte qua un momento! Uno di voi due andasse a cercare lo psichiatra. Questa paziente ha delle strane visioni. Vedete se riuscite a rintracciare anche qualche parente dell’ammalata. (Giovanni corre a chiamare aiuto. Il medico si rivolge all’altro infermiere)

CHICCA - LA GUARDIANA DEI CANI      Gesù, Gesù, che brutti denti! Fanno paura.

DOTTOR SANTONE  Salvatore, non riesco proprio a capire. La signora non è diabetica, le condizioni cardiache sono stabili, la pressione è regolare ma, allora, che sarà a provocare queste strane allucinazioni?

SALVATORE - INFERMIERE    Mah! Veramente nemmeno io riesco a capire!

DOTTOR SANTONE     (perplesso)  L’unica cosa che mi viene in mente è che la poveretta potrebbe avere una sindrome da astinenza da alcool ma, da quel che mi risulta, questa problematica comporta la visione di insetti, non certo di cani.

SALVATORE - INFERMIERE      È vero,questo lo so pure io, dotto’!

DOTTOR SANTONE    Intanto, facciamo così, le diamo un calmante.

SALVATORE - INFERMIERE       Provvedo subito.

(mentre l’infermiere è di spalle che si occupa dell’ammalata, rientra, nella stanza, la DONNA BELLISSIMA E MISTERIOSA. Indossa una minigonna vertiginosa e tacchi a spillo. Senza dire nemmeno una parola, abbraccia il medico, lo bacia appassionatamente, lasciandolo a bocca aperta, e va subito via)

DOTTOR SANTONE    (trasecolato, il medico sussurra tra sé, asciugando la fronte con un fazzoletto)  Devo assolutamente prendere un periodo di riposo. Comincio ad avere anch’io delle fantasie davvero strampalate.

SALVATORE - INFERMIERE    (si rivolge al medico)   Dotto’, tutto a posto? Si può sapere che vi è successo? Tenete una faccia! Bevete un bicchiere d’acqua, guardate qua, siete pallido come un cadavere. (versa un bicchier d’acqua che il medico beve d’un fiato)

DOTTOR SANTONE     (cerca di riaversi)    Forse dovrei mangiare qualcosa. Stanotte sono successe tante di quelle cose strane ed io non ho assaggiato niente prima di correre qui in nosocomio.

SALVATORE - INFERMIERE     (scherzoso, con la mano si tocca il naso) Naso-comio?!

Questo, semmai, è un (allarga le mani e le agita) mani-comio!

CHICCA - LA GUARDIANA DEI CANI     Attenzione, qua sono arrivati altri cani e sono tutti affamati e pericolosi! Accuort’ a vuje! Dategli qualcosa da mangiare, se no questi fanno una strage, vi sbranano a tutti quanti!

DOTTOR SANTONE      Ma la paziente non era stata sedata?

SALVATORE - INFERMIERE Sì, era stata assettata ma adesso sta coricata, non vedete?

DOTTOR SANTONE(sconfortato)  Signore mio, dammi tu la forza di sopravvivere a questa nottata.

GIOVANNI - INFERMIERE     (ritorna nella stanza)  Dotto’, ho telefonato allo psichiatra. Mi ha detto che, al momento, non può venire, però ha confermato la vostra diagnosi e ha prescritto questi farmaci. Me li sono scritti qua sopra, ‘o vi’. (porge un foglietto a Santone) Anche secondo lui, la paziente ha una “sindone” da astinenza da alcool.

DOTTOR SANTONE     (sorride divertito)  Altro che Sindone! Questa tiene le visioni mistiche dovute a “spirito” ...

GIOVANNI - INFERMIERE    Santo?

DOTTOR SANTONE      No, no! Spirito alcolico.

GIOVANNI - INFERMIERE     E avete ragione, perché io, per sicurezza, ho telefonato al marito di questa signora e mi ha detto che, ogni tanto, Francesca qualche goccio se lo fa.

DOTTOR SANTONE  Come è possibile? Se beve solo ogni tanto, non può certo avere questi problemi.

GIOVANNI - INFERMIERE     Beh! Vi devo dire la verità, insistendo per farlo parlare, il marito ha ammesso che non è proprio ogni tanto questa bevuta, ma è ogni giorno.

DOTTOR SANTONE  Si può sapere, insomma, quanto beve, ‘sta signora?

GIOVANNI - INFERMIERE     Qualche goccino o, forse... parecchi goccini... insomma... pare che si scola mezza bottiglia di liquore dopo pranzo e un’altra mezza dopo cena, oltre a bere almeno due litri di vino tra mezzogiorno e sera.

DOTTOR SANTONE  Ma allora è un’alcolista!

SALVATORE - INFERMIERE     Alcolista? No, ma quando mai, quella, secondo me, è solamente ‘na ‘mbriacona!

GIOVANNI - INFERMIERE     Dotto’ sapete che voliti fa’? Attaccatele ‘no bottiglione ‘e Aglianico ‘o posto d’ ‘a flebo. So’ sicuro che si ripiglia subito.

SALVATORE - INFERMIERE     Questa sì cheè una buona idea! Così, quando va dint’ ‘o bagno, al posto della pipì, esce un bel vino rosé.

GIOVANNI - INFERMIERE     Casomai, lo fa pure frizzante...

DOTTOR SANTONE  Ma smettetela di scherzare! Piuttosto, con le cure che ha prescritto lo psichiatra, vedrete che i cani scapperanno subito.

GIOVANNI - INFERMIERE      Aspettate, dotto’, prima ci dobbiamo andare a giocare i numeri: 7 i cani arrabbiati, 79 ‘a ‘mbriaca e 90 ‘a paura.

DOTTOR SANTONE  E già, mo’ apriamo pure una ricevitoria del “Banco Lotto”! Piuttosto, guardate, la paziente si è calmata. Adesso posso chiederle qualcosa.  (Rivolto alla paziente) Signora Francesca, voi, per caso, avete dei cani?

CHICCA - LA GUARDIANA DEI CANI    Francesca? E chi è, mo’, ‘sta Francesca?

DOTTOR SANTONE  Scusate, sulla vostra cartella sta scritto Francesca Brilla. Non siete voi?

CHICCA - LA GUARDIANA DEI CANI        Scusatemi, scusatemi tanto! Mi chiamano tutti Chicca e io mi scordo sempre che il mio nome è Francesca. Comunque, non ho cani, però... ho fatto la guardiana in un addestramento di cani da caccia. I proprietari dicevano che maltrattavo gli animali ma non era vero niente. Io ‘e volevo bene. Pensate che, ogni tanto, gli portavo pure le tracchiolelle al sugo a quelle povere bestie!

DOTTOR SANTONE  Ecco perché i cani abbaiano come i pazzi. Ma lo sapete o no che quei poveri animali devono mangiare carne scondita, altrimenti stanno male con lo stomaco...  (si rende conto di essersi immedesimato troppo nel racconto dell’ammalata) ma che mi fate dire, adesso! Sto dando i numeri pure io!

GIOVANNI - INFERMIERE   (si sfrega  le mani)   Ecosì ci andiamo a giocare pure quelli!

DOTTOR SANTONE  Lo dicevo io che questa è una vera Babele. Ma quale policlinico! Ci sono più pazzi qua dentro che nell’ospedale psichiatrico di Aversa.

SALVATORE - INFERMIERE E che vi avevo detto io? Questo è… (allarga di nuovo le mani e le agita) unmani-comio! Secondo me, gli unici normali siamo io, Giovanni e voi, dotto’. Pure Carmela, l’infermiera, a me non mi pare tanto justa co’ ‘a capa! Voi come la pensate?

DOTTOR SANTONE  Io penso che abbiamo sbagliato tutti e tre a farci trasferire qui. Io me ne sono andato perché non sopportavo più il primario, ma voi...   (lascia in sospeso la frase)

SALVATORE - INFERMIERE Noi volevamo rimanere con voi. Ci siamo affezionati. Mai vi avremmo lasciato da solo.

GIOVANNI - INFERMIERE è vero, noi ci siamo trovati sempre bene ad avere a che fare con voi, dotto’! Per questo abbiamo chiesto di essere trasferiti nello stesso ospedale vostro.

DOTTOR SANTONE   E io che pensavo di essermi liberato anche di voi! Non sia mai! S’avesse spezza’ ‘o cordone ombelicale!   (i due infermieri rimangono male) Scherzo, scherzo. Anzi, sono proprio contento di stare insieme a persone che mi vogliono bene e poi, devo dire la verità? anch’io mi trovo a mio agio con voi. Sono tanti anni che collaboriamo! (sui volti di Giovanni e Salvatore si dipinge un sorriso soddisfatto. Intanto, ritorna la strana persona e ricomincia la sua cantilena)

UNO SCONOSCIUTO BIZZARRO    Il lavandino scorre e il bagno si è allagato? Una volta ancor, il cerotto è osannato!  (Fa una pausa, poi esclama con enfasi) Io sono un grande (scandisce) e-no-lo-go... (dubbioso, grattandosi la testa) o... e-ma-to-lo-go? Boh!  (Sparisce ancora una volta dalla stanza)

GIOVANNI - INFERMIERE      Lo vedete che aveva ragione Salvatore? Si deve trattare certamente di quel pazzo che ha fatto arrevota’ l’ospedale. Stiamoci attenti!  

DOTTOR SANTONE      Se si limita a recitare poesie, niente da temere, ma se dà in escandescenze è meglio chiamare qualcuno. Non si può mai sapere...  (tra sé, quasi piagnucolando) Lo dicevo io... lo dicevo! Questa è una bolgia infernale! O prima o dopo, io da qua me ne devo andare. Ho deciso: chiederò di tornare nel mio vecchio ospedale!

(ritorna in scena lo strano tipo in pigiama, con flebo e microfono)

UN MALATO CHE CANTA    Je so' pazzo, je so' pazzo. Si se 'ntosta 'a nervatura metto a tutti 'nfaccia ‘o muro. e non sono menomato, sono pure diplomato e la faccia nera l'ho dipinta per essere notato...

ADDETTA ALLE PULIZIE(canta anche lei) “Io so’ pazza, io so’ pazza. Se si sposta ‘a serratura jetto tutto ‘nfronte ‘o muro, pecché ho la faccia a pera e non ho mangiato... quant’è curiosa ‘sta canzone! Ma che vo’ dicere? Mah!

*****

(si spengono le luci. Nel letto c’è una donna che inveisce contro tutto il personale medico e paramedico)

UNA DONNA MAGISTRATO Vergognoso, inconcepibile. Mi rivolgerò a chi di dovere. Ho già chiesto a mio marito di presentare un esposto. Intanto, l’ho pregato di telefonare al nostro legale. Farò passare un brutto quarto d’ora agli artefici di questa ignominia!

GIOVANNI - INFERMIERE      Mamma mia, dotto’, questa signora fa il giudice, so’ sicuro che ci fa andare tutti quanti in galera!

UNA DONNA MAGISTRATO In base all’articolo 591 del Codice Penale, vi segnalerò all’autorità giudiziaria per avermi abbandonato in un reparto non idoneo alla cura della patologia dalla quale sono affetta.

GIOVANNI - INFERMIERE       (con ironico disappunto, rivolto al medico)  Affetta? E mica stiamo dentro a una salumeria! Ma ‘sta signora ‘o sape o no che l’avete salvata? ‘O sape o no che stava pe’ mori’ e, se non era per voi, era già arrivata ‘o camposanto?

DOTTOR SANTONE  (rivolto alla paziente)   È vero, giudice! Lei rischiava un infarto se non avessi praticato un’angioplastica coronarica primaria. Il problema è stato solo che non c’era posto in cardiologia e abbiamo dovuto trasferirla in questa camera che, al momento, è l’unica disponibile.

UNA DONNA MAGISTRATO      (continua, imperterrita)  Secondo una sentenza della Corte di Cassazione del 2010, integra il delitto di abbandono di persona incapace l'omesso adempimento, da parte dell'ausiliare socio-sanitario, dei doveri di custodia e di cura sullo stesso incombenti in ragione del servizio prestato, in modo che ne derivi un pericolo per l'incolumità della persona incapace.

GIOVANNI - INFERMIERE     (inizia a tremare come una foglia)   Dotto’, io non la capisco. Ma che sta dicendo?

DOTTOR SANTONE        Cita alcune sentenze.

UNA DONNA MAGISTRATO       Sempre secondo la Cassazione, il reato di abbandono di persone incapaci ha natura permanente, in quanto la condotta si protrae fino a quando gli imputati non fanno cessare le situazioni che non consentono un'assistenza o cura adeguata.

GIOVANNI - INFERMIERE  (ironico)  Dotto’, mo’ chiediamo di essere difesi dal malato che hanno ricoverato, poco fa, nella stanza a fianco. Quello è un famoso avvocato.

DOTTOR SANTONE     Davvero? E a quale foro appartiene?

GIOVANNI - INFERMIERE    E che ne so ‘a quale pertuso è jesciuto? Secondo me, co’ quello che chiede di parcella, ‘o buco ‘o fa isso... dint’ ‘e sacche de’ clienti.

DOTTOR SANTONE     Perché,è molto caro?

GIOVANNI - INFERMIERE        Uh, dottore mio bello! A me, m’ha fatto ‘no buco gruosso accussì... (mostra un cerchio enorme in prossimità della tasca sinistra) e perdietti pure ‘a causa!

N’ato pertuso m’ ‘o voleva fa’ mia moglie... ‘ncapo, pecché dice che dovevo scegliere un avvocato più economico ché, tanto, contro a quel camorrista del mio vicino di casa, avremmo perso comunque.

DOTTOR SANTONE     E allora, che me lo dici a fare di chiamarlo. Piuttosto, facciamo ragionare la signora. (rivolto al giudice) Vostro onore, ora che ha finito di elencare tutti gli articoli di legge, se permette, le faccio osservare il lato positivo della faccenda.

UNA DONNA MAGISTRATO       Positivo? E sentiamo, quale sarebbe questo lato positivo?

DOTTOR SANTONE     Lei, caro giudice, stava per avere un infarto, le abbiamo praticato una metodica invasiva d’urgenza che le ha evitato conseguenze gravissime. In poche parole, le abbiamo salvato la vita. È ancora così importante sapere in quale camera l’hanno trasferita, in attesa che se ne liberasse una in cardiologia?

GIOVANNI - INFERMIERE    (riprende fiducia)    Secondo me, ‘a giudicessa preferiva farsi un giretto in ambulanza e, magari, andare fuori regione, così si doveva pure fermare in qualche motel. E a chi chiedeva aiuto? Al benzinaio o al ragazzo del bar? E certo! Così l’attaccavano ‘a pompa d’ ‘a benzina ‘o posto d’ ‘e flebo.

DOTTOR SANTONE     Il nostro infermiere vuole solo farle capire che, spostandola da questo ospedale, in caso di complicazioni, avrebbe perso del tempo prezioso senza trovare nessuno per aiutarla. È tutto chiaro?

UNA DONNA MAGISTRATO    Beh, non avevo pensato a questa eventualità! Ora capisco che mi è andata fin troppo bene.

DOTTOR SANTONE      Vede, a tutto il personale che lavora in emergenza, come il nostro amico Giovanni, e che assicura prestazioni salvavita, non dovrebbero promettere avvisi di garanzia ma regalare medaglie d’oro. Questo è il parere di un semplice medico...

GIOVANNI - INFERMIERE      Pure io, da semplice infermiere, la penso così. E mo’, dotto’, andate a fondere almeno mezzo chilo di oro. La medaglia, io la voglio con la faccia di Maradona. A Salvatore, invece, ci dovete fa’ disegna’ ‘na capa ‘e ciuccio!

DOTTOR SANTONE      Che cosa vuoi insinuare, che è un ignorante?

GIOVANNI - INFERMIERE      No, no! Il ciuccio è quello del Napoli. Salvatore tifa pure lui per questa squadra, solo che Maradona gli è sempre stato antipatico.

DOTTOR SANTONE  (rivolto alla donna giudice)    Lo perdoni, è fatto così: gli piace scherzare, soprattutto dopo aver superato un momento di tensione.

UNA DONNA MAGISTRATO       Non posso dargli torto! Dirò a mio marito di non fare più quella telefonata. Credo che la cosa migliore sia far lavorare tutti con serenità. Poi, lo devo ammettere, di fronte ad un pericolo, la mia vita vale esattamente come quella di chiunque altro.

GIOVANNI - INFERMIERE     (piuttosto acido, parla a voce bassa)    Di meno... molto di meno.

UNA DONNA MAGISTRATO     (rivolto all’infermiere)    Ha detto qualcosa?

GIOVANNI - INFERMIERE     (sornione)    Io? Niente!

UNA DONNA MAGISTRATO    Mah! Mi devo essere sbagliata.

GIOVANNI - INFERMIERE      (sollevato, sotto voce)    Meno male! Benedetta sordità!

UNA DONNA MAGISTRATO Bene! Allora, chiedo umilmente scusa a tutti.

DOTTOR SANTONE     Grazie per aver compreso. Ora, però, la devo lasciare. Passerò più tardi per vedere come va.

UNA DONNA MAGISTRATO   Prima di andar via, volevo dirle che avrò piacere di far avere, a lei e agli infermieri che mi hanno assistito, una bottiglia di Falanghina. Viene dalla mia cantina personale. La produce il marito di una mia amica che ha un vigneto a Faicchio. Almeno, mi farò perdonare la durezza con cui ho trattato i miei salvatori.

GIOVANNI - INFERMIERE       Vostro onore, qua di Salvatore ce ne sta uno solo. Io, invece, mi chiamo Giovanni e il dottore, (prendendo per un braccio il medico) qua ‘o vi’, si chiama (scandisce) Antonio. Ad ogni modo, poiché la Falanghina ci piace assai, facciamo due bottiglie per uno e l’episodio è dimenticato per sempre.

UNA DONNA MAGISTRATO   (scherzosa)   Capisco! Questo baldo giovane vuole bere per dimenticare.

GIOVANNI - INFERMIERE    (uscendo, si rivolge sommessamente, al pubblico, parlando tra sé)   Ma quando mai! Io bevo pe’ mi ricorda’... che ‘o prossimo fetente che si ricovera qua, pure se sta pe’ mori’, io non ‘o penso proprio! Pe’ me, ... po’ pure schiatta’!

UN MALATO CHE CANTA    Fu nelle notti insonni, vegliate al lume del rancore, Che preparai gli esami, diventai procuratore, Per imboccar la strada che dalle panche di una cattedrale Porta alla sacrestia, quindi alla cattedra di un tribunale. Giudice finalmente, arbitro in terra del bene e del male...

ADDETTA ALLE PULIZIE(canta anche lei)  fu nelle notti ‘nzuonno, squagliate al lume sul balcone che preparai letami, diventai presentatore...

(ricomincia la scena del lettino)

DOTTORESSA LAPAZ   Devo dire che adesso le cose incominciano a chiarirsi anche per me. Deve aver avuto un grosso trauma, caro dottore. Lo spavento ha generato in lei una sorta di mania di persecuzione.

DOTTOR SANTONE    Ma che sta dicendo? Prima di arrivare alla diagnosi, mi faccia terminare il racconto... Mica è finita qui!

DOTTORESSA LAPAZ   Ancora non è finita!? E che altro le deve essere capitato, dottore caro, per ridurla in questo stato?

DOTTOR SANTONE    (quasi come un lamento)    Eh!...

DOTTORESSA LAPAZ    Nonostante la mia lunga esperienza, non trovo che cose peggiori di queste possano accadere ad una persona normale. Con tutta la mia immaginazione, non riesco a ipotizzare nulla di più scabroso e traumatico.

DOTTOR SANTONE    Lei crede? È perché non conosce il seguito di quanto accaduto in questa stramaledetta notte di luna...

DOTTORESSA LAPAZ   ...quasi nuova.

DOTTOR SANTONE    Brava! Vedo che ricorda. Ma ora le racconto il seguito.

*****

(Si spengono le luci. Di nuovo camera d’ospedale. Quando le luci si riaccendono, la camera è vuota come il letto. Il medico e Carmela entrano nella stanza, agitatissimi)

CARMELA - INFERMIERA    (ha una vistosa siringa tra le mani)    Dotto’, nemmeno voi l’avete trovato?

DOTTOR SANTONE       Carmela mia, che ve lo dico a fare? Qua spariscono gli ammalati, come se fossero fantasmi!

CARMELA - INFERMIERA E già! I pazzi si jettano e i malati squagliano! Gesù, Gesù. Ma stanotte veramente so’ numeri!

DOTTOR SANTONE      Carmela, non cominciate pure voi con questi numeri, per piacere, che ho già i nervi a fior di pelle.

CARMELA - INFERMIERA I nervi! Io mi sent’ ‘e asci’ pazza! Come può essere che ho lasciato il signor Ciro che chiacchierava con la moglie, e un attimo dopo, il tempo di andare a prendere questa siringa, che gli dovevo fare alle tre precise, e non trovo più né ‘o malato, né la consorte che stava facendo la nottata vicino a lui!   (ricomincia ad agitarsi) Gesù, Gesù. Ma che fine ha fatto, ’sto cristiano?

DOTTOR SANTONE     E che ne so? Io l’ho cercato perfino nello stanzino delle scope. E chi te lo da? Qua dobbiamo denunciare la scomparsa, se no passiamo un guaio.

Facciamo una cosa: mentre io vado al posto di polizia, voi andate a telefonare al primario.

CARMELA - INFERMIERA ‘O primario? A quest’ora? Dotto’, quello sta dint’ ‘o meglio d’ ‘o suonno! Che ‘o chiamo a fa’? Meglio fare soltanto la segnalazione alla polizia. Anzi, è meglio che ci andiamo insieme a notificare la sparizione, venite con me!

(escono entrambi dalla stanza mentre, subito dopo, entrano Salvatore e Giovanni)

SALVATORE - INFERMIERE      Ma, secondo te, dove è potuto andare ‘sto malato? Dentro all’armadietto non ci stanno nemmeno più i vestiti. Secondo me è partito senza lasciare traccia.

GIOVANNI - INFERMIERE      Salvato’, questi sono altri numeri da giocare. Qua diventiamo ricchi, così non siamo più costretti a venire in questo manicomio criminale.

SALVATORE - INFERMIERE        Giova’, tu tieni ‘a capa fresca! Qua, se non si trova ‘sto Ciro Esposito, jamm’ a fini’ ‘ngalera tutti quanti, altro che diventare ricchi!

GIOVANNI - INFERMIERE      Secondo me, è tutta colpa della moglie che chiacchiera continuamente! Ma l’hai sentita quanto parla? Nemmeno la notte lascia in pace quillo poveriello.

SALVATORE - INFERMIERE    Hai ragione! Invece di preoccuparsi che il marito sta ricoverato, quella pensa che deve comprare la cucina nuova, il divano per il salotto...

GIOVANNI - INFERMIERE      Salvato’, sient’ a me, io penso che Ciro Esposito se n’è scappato dalla moglie, non dall’ospedale!

SALVATORE - INFERMIERE     E già! Mi sa che ‘a mogliera si chiama Alcatraz.

GIOVANNI - INFERMIERE      No, no, secondo me, è isso che si chiama Papillon.

SALVATORE - INFERMIERE    Macché! Quello è tale e quale a Humphrey Bogart nel film “La fuga”.

GIOVANNI - INFERMIERE      Sì, in fuga con la “Mercedes”.

SALVATORE - INFERMIERE  (ride)   E già! L’ecografista che l’ha visitato gli ha detto: che bella “Mercedes” che tenete nella valvola aortica, bella... bella assai.

GIOVANNI - INFERMIERE  (ride anche Giovanni)   Quello si pensava che parlava della macchina e hai sentito che gli ha risposto?

SALVATORE - INFERMIERE     E come no! Gli ha detto: «Dotto’, co’ tutto ‘o rispetto, ma qua’ Mercedes andate trovando? Io, a stento, tengo ‘na fetente ‘e 500 usata. ‘A settimana scorsa, mi so’ venuti pure ‘ncuollo e me l’hanno ammaccata tutta quanta!»

GIOVANNI - INFERMIERE  (ride ancora)   è vero! Poi ha detto: «Se non mi credete, affacciatevi e guardate dentro al parcheggio, la tengo parcheggiata a destra, proprio di fronte al bar.»

SALVATORE - INFERMIERE  (ridendo ancora)  E non hai visto la faccia che ha fatto quando l’ecografista ha fatto finta di guardare dalla finestra e ha detto: «Io, da qua, vedo solo un camper che sta parcheggiato a destra, proprio di fronte al caffè dell’ospedale.»

GIOVANNI - INFERMIERE      Secondo me, a quel punto, la valvola aortica, anziché la forma della “Mercedes”, avrà pigliato la forma di un Tir. Un altro poco gli veniva l’infarto pensando che il camper poteva essere finito addosso alla sua macchina.

(Nella stanza entra Santone che, ormai, dispera di ritrovare il malato scomparso)

DOTTOR SANTONE       Salvatore, Giovanni, avete qualche novità?

SALVATORE - INFERMIERE     Ma quali novità! Questo Ciro sembra squagliato, come ‘a neve ‘o sole.

(All’improvviso, una strana sagoma entra nella stanza. Ha indosso un abbigliamento misto: sotto è in pigiama, mentre sopra indossa giacca, impermeabile e, al piede, porta con disinvoltura un paio di comode pantofole)

CIRO - IL FUGGIASCO    Dotto’, scusate il ritardo... mi sono trattenuto un poco al bar!

DOTTOR SANTONE      Ma voi non potete uscire dal reparto, figuriamoci dall’ospedale, e poi senza avvisare nessuno, a quest’ora di notte!...  Sapete che abbiamo dovuto informare la polizia?

CIRO - IL FUGGIASCO    Dotto’, non vi arrabbiate, ero andato a prendere un caffè, quello il bar sta sempre aperto... poi c’era la notturna del Napoli che ha giocato contro la Roma, mica me la potevo perdere! In quest’ospedale mi sembra di stare ad Alcatraz! Manco ‘no poco ‘e televisione ti fanno vede’!

SALVATORE - INFERMIERE     Giova’, che ti dicevo? Fuga da Alcatraz!

CIRO - IL FUGGIASCO     Quando stavo ricoverato a Napoli me ne andavo a dormire a casa. Pure mia moglie lo sa che non me firo ‘e sta dint’ ‘o ‘spitale! Qua dentro mi sento trattato come un ergastolano!

GIOVANNI - INFERMIERE     Lo vedi? Questo è tale e quale a Papillon! Perciò se n’è scappato!

DOTTOR SANTONE       C’è un piccolo particolare: qua non stiamo a Napoli e voi siete ricoverato in un ospedale, non siete in un albergo, dove potete fare ciò che vi piace. Ora, andate al posto di guardia e firmate il vostro rientro con una dichiarazione che vi siete allontanato di vostra iniziativa. Venite, ché vi accompagno io.

SALVATORE - INFERMIERE      Ecco qua: Humphrey Bogart ritorna dalla fuga!

GIOVANNI - INFERMIERE     Casomai, Humphrey Bogart va a firmare il permesso premio.

DOTTOR SANTONE       Ragazzi, smettetela di scherzare.   (in confidenza) Questo Ciro Esposito lo dobbiamo dimettere subito, se no ci fa passare un guaio, con le sue smanie di evasione!

SALVATORE - INFERMIERE   E sì, ‘a prossima vota dobbiamo usare le manette. L’attaccammo vicino ‘o lietto!

DOTTOR SANTONE      (si rivolge nuovamente al paziente)    Piuttosto, vostra moglie dove l’avete lasciata? Non doveva assistervi, stanotte?

CIRO - IL FUGGIASCO   Aeh, quella è rimasta dentro al bar a vedere un film americano. Dice che io non la porto mai a cinema e così...  (all’improvviso diventa pensieroso)  Mamma mia, però, adesso che ci penso, mi dispiace che vi siete spaventati per colpa mia. Comunque, vi faccio passare subito la paura. Venite qua e assaggiate una bella sfogliatella. Mia moglie le ha comprate stamattina da Attanasio. Ce ne siamo mangiate un paio per uno... anzi io me ne sono mangiate tre, tanto per appoggiarci sopra un caffè e pure un paio di sigarette!

DOTTOR SANTONE   Ma siete impazzito! Tre sfogliatelle, il caffè e pure le sigarette! Ma lo sapete che voi combattete con un enfisema polmonare e col diabete? Sigarette non ne dovete fumare e zuccheri non ne potete mangiare.

CIRO - IL FUGGIASCO   E perché, le sfogliatelle mica contengono zucchero?

SALVATORE - INFERMIERE   Ma perché, voi le sentite salate?

GIOVANNI - INFERMIERE     Mamma d’ ‘o Carmine! Questo deve essere pazzo! Scusate, sapete che i dolci non li dovete toccare proprio?

CIRO - IL FUGGIASCO   E io mica li tocco, io li prendo in mano con il tovagliolino. Sono una persona antigienica io, che vi credete!

SALVATORE - INFERMIERE   Il mio collega vuole solo farvi capire che non dovete mangiare cose che contengono zucchero, insomma tutte le cose che hanno un sapore dolce non le dovete né toccare, né mangiare.

CIRO - IL FUGGIASCO   Nemmeno le caramelle?

GIOVANNI - INFERMIERE     Soprattutto le caramelle, e quando prendete il caffè non dovete zuccherarlo.

CIRO - IL FUGGIASCO   Voi ‘o vero dicit’?

DOTTOR SANTONE      (cerca di riacquistare la pazienza)    Signor Ciro, stabiliamo una cosa: voi avete un problema ai polmoni, quindi non potete fumare nemmeno una sigaretta. Inoltre, avete il diabete, dunque non dovete assolutamente zuccherare il caffè, tanto meno mangiare dolci e nemmeno fare abuso di pane e pasta.

CIRO - IL FUGGIASCO   (tira fuori un contenitore dal comodino)  Quindi, non posso nemmeno assaggiare questa bella lasagna che ha preparato mia moglie?

DOTTOR SANTONE  Allora, non mi sono spiegato?

CIRO - IL FUGGIASCO   Come no! Vi siete spiegato benissimo. Mo’, però, vi voglio chiedere io una cosa: dotto’, scusate, ma se non posso fumare, non posso mangiare dolci, pane e pasta, ... (piagnucolando) e nemmeno‘sta bella lasagna che ha fatto mia moglie... neh, ma m’ ‘o diciti io che ci campo a fa’?

(Il medico e gli infermieri sembrano quasi alla disperazione. Ricompare lo strano signore che recita filastrocche)

UNO SCONOSCIUTO BIZZARRO   Quel carrello è zoppicante, è proprio malandato... ma arriva il cerotto rampicante, che sempre sia lodato! Beato te, beato te, cerotto, che sei l’unico a non esserti ancor rotto!

(fa una pausa, poi esclama convinto, con enfasi) Io sono un grande... er-ga-sto-la-no!  (sparisce ancora una volta uscendo di scena) 

*****

(la stanza è vuota. Il reparto gode di un momento di tranquillità. Il medico e i due infermieri di turno si rilassano, chiacchierando un po’)

DOTTOR SANTONE     Meno male, va’, in questo momento non ci sono ricoveri. Se continua così, ci possiamo rilassare un po’! Forse, riesco ad assaggiare almeno qualche salatino. Ho un buco nello stomaco. A forza di precipitarmi a soccorrere i degenti, non ho più nemmeno il tempo di mangiare.

SALVATORE - INFERMIERE      Ma perché non vi mangiate la lasagna di Ciro Esposito? E poi, che peccato, quelle sfogliatelle! Mi piange il cuore.

DOTTOR SANTONE       Salvatore, lo sai benissimo che non possiamo mangiare quello che portano i parenti dei malati. Oltre tutto, non è nemmeno cibo controllato.

GIOVANNI - INFERMIERE       Ve lo controllavamo noi, dotto’! Che delitto! è veramente un crimine. Sento ancora il profumo di quei dolci, altro che salatini!  (geme) Ah!

DOTTOR SANTONE   Dispiace anche a me rinunciare a quelle cose buone ma io ho un segreto: guardate, chiudo gli occhi e (sgranocchia un cracker facendo rumore con la bocca) faccio finta che sia la lasagna della signora Esposito.

SALVATORE - INFERMIERE      Dotto’, ci vuole proprio una bella fantasia.

GIOVANNI - INFERMIERE       E poi, diciamolo, la lasagna mica fa tutto questo rumore? Quando ve la mangiate, (emette un altro gemito) ah, quella si scioglie in bocca!

SALVATORE - INFERMIERE      Mannaggia! Giova’, finiscila che mi fai venire il languorino.

DOTTOR SANTONE   Piuttosto, Giovanni e Salvatore, se volete, potete fumare le vostre sigarette a vapore o leggere il giornale. Dopo tanta fatica, meritiamo tutti un po’ di relax.

SALVATORE - INFERMIERE      Quanta grazia, S. Antonio! Qua dentro ci sta un traffico notturno che manco l’autostrada nell’ora di punta. Mi fa meraviglia che non ci sta più nessuno.

Stanotte è stata ‘na guerra.

(rientra la DONNA BELLISSIMA E MISTERIOSA che, questa volta, accarezza il medico con sensualità, avviticchiando una gamba dietro la sua schiena. Esce di scena con passo da mannequin. Santone è sempre più turbato da questa strana visione. Prende un bicchiere d’acqua e lo tracanna in un sol fiato)

DOTTOR SANTONE     (tra sé)Devo farmi controllare da uno psichiatra. Temo proprio di avere qualche disturbo! Parlerò col mio amico Peppino. Lui mi saprà consigliare. Deve essere lo stress.

(Entra in scena la donna delle pulizie con una pettinatura arricciata stile Maradona dei tempi d’oro. Indossa una tuta azzurra che porta stampato il numero 10. La donna sembra davvero la controfigura di Maradona. Medico e infermieri rimangono di stucco)

GIOVANNI - INFERMIERE   (trasecolato)   Uh, Maronna mia, signo’ ma come vi siete confezionata?

DOTTOR SANTONE     (mentre si riprende dallo stupore)Signora mia bella, a che dobbiamo questa trasformazione? Sembrate un operaio del gas.

SALVATORE - INFERMIERE    A me... mi pare Maradona durante gli allenamenti. E quanto mi sta antipatico!

ADDETTA ALLE PULIZIE    Ma voi che volete? Quella è tutta colpa del parrucchiere che m’ha fatto ‘a permanente. Guardate qua come m’ha combinata. M’ero messa la cuffietta ma l’ho dovuta togliere perché mi portava prurito in testa. (si gratta la testa come se avesse i pidocchi) Mica ve la volete prendere con me se somiglio a Maradona?

SALVATORE - INFERMIERE    No, state tranquilla, io ce l’ho con l’originale. È vero che era campione mondiale ma pe’ me è sempre ‘no ‘nzivuso!

ADDETTA ALLE PULIZIE   Non esagerate, ché se non era per lui la squadra del “ciuccio” se li sognava tutti quei gol.

DOTTOR SANTONE     (interrompe la discussione sportiva)Signora, piuttosto, diteci cosa siete venuta a fare adesso. State pulendo da ieri sera, ora direi che potete riposarvi un po’.

ADDETTA ALLE PULIZIE   Per dire la verità, ero passata per farvi assaggiare il mio caffè. Aspettate, ché ve lo porto subito.    (esce dalla stanza)

(Un nuovo sconosciuto entra e guarda dentro la stanza ma nessuno nota il suo ingresso e tutti continuano a parlare come se niente fosse)

SALVATORE - INFERMIERE    Avete saputo, dotto’? Tra qualche giorno, prende servizio il nuovo primario. Fiacco si è fatto trasferire al nord. ‘Assa fa’ ‘a Maronna!

DOTTOR SANTONE       Lo so, lo so! Meno male che va via dagli zebedei quel “primario” dei miei stivali. Me ne sono andato per non avere a che fare con lui e, invece, rischiavo di ritrovarmelo pure qua. Non lo potevo più sopportare.

GIOVANNI - INFERMIERE     Dotto’, a chi lo dite! Manco io ‘o sopportavo. Camminava tutto tronfio, che mi pareva ‘no piccione ‘mpettonato...

SALVATORE - INFERMIERE   ... co’ tutti ‘e ciambellani appriesso che l’allisciavano e l’ossequiavano.

DOTTOR SANTONE      Ragazzi, sapete che vi dico? Che, anche se Fiacco se ne va, sono sicuro che, chi lo sostituisce, sarà, in ogni caso, un vanaglorioso pieno di sé. Garantito! Inoltre, voi lo sapete, ogni primario che si rispetti, di giorno è un signor medico mentre, di notte e nei giorni festivi, si trasforma in un “medico signore”.

SALVATORE - INFERMIEREè ‘o vero, dotto’. Nelle feste di preconcetto, Fiacco non ci stava mai.

GIOVANNI - INFERMIERE     E pecché, di notte e nelle feste comandanti? Chi l’ha mai visto?

DOTTOR SANTONE       Lasciamo perdere! Piuttosto, sapete perché il “primario” si chiama così? (i due infermieri assumono uno sguardo interrogativo)

SALVATORE - INFERMIERE      Perché?

DOTTOR SANTONE    Perché è sempre il primo… a scavalcare la graduatoria. Inoltre, “primario” potrebbe derivare anche da “primate”, che è l’ordine più evoluto nella scala zoologica, un plantigrado con abitudini diurne... In parole povere, una scimmia che ama vivere solo di giorno...

SALVATORE - INFERMIEREè vero, io non aggio mai visto ‘na scigna che gira ‘int’ ‘a nottata.

(rientra la signora delle pulizie che porta, su un carrellino, dei bicchieri, le tazzine con il caffè e una bottiglia di spumante addobbata con un fiocco rosso)

GIOVANNI - INFERMIERE    (annusando l’odore del caffè)  Ah! Adesso sì che si ragiona!

DOTTOR SANTONE     (prendendo una delle tazzine) Signora, siete stata davvero gentile. 

SALVATORE - INFERMIERE    Pure lo spumante? Dove l’avete trovato?

ADDETTA ALLE PULIZIE    Qualcuno, per farlo arrefrescare, l’aveva poggiato fuori dalla finestra della cappella. Secondo me, è la bottiglia che il primario ha regalato al reparto per festeggiare la sua dipartita.

GIOVANNI - INFERMIERE      Uh, mamma mia! È muorto Fiacco?

SALVATORE - INFERMIERE    Ma che dici? La signora voleva dire festeggiare la sua partenza. Qua, come stanno le cose, siamo noi che dovremmo sparare i tricchi tracchi, doje botte a muro e qualche tronola...

GIOVANNI - INFERMIERE      Se volete, le porto io. Mi so’ avanzate da Natale dell’anno scorso. A casa tengo un vero e proprio arsenale. Mia moglie non lo sa ma tengo pure la bomba di Maradona.

SALVATORE - INFERMIERE    Ma si’ fissato co ‘sto Maradona!

DOTTOR SANTONE  Signora, sapete che cosa facciamo? Prendiamo un bicchiere pure per voi e festeggiamo. Forza, stappiamo la bottiglia e beviamo alla salute del nuovo primario.

ADDETTA ALLE PULIZIE    Grazie, grazie! Siete veramente gentile. Aspettate che adesso tolgo il tappo.    (tira via il tappo, che esce con facilità, senza fare il classico botto)

DOTTOR SANTONE  Come mai non ha fatto il botto?

GIOVANNI - INFERMIERE      Sarà sfiatato! Che schifo!

SALVATORE - INFERMIERE    Non credo, la bottiglia tiene ancora il fiocco. Sembra appena comprato. Forse sarà un poco caldo ma noi ce lo beviamo lo stesso.

ADDETTA ALLE PULIZIE    Fatemi vedere!  (versa un po’ di spumante, guarda nel bicchiere e annusa. Ha un’espressione di disgusto)   Fermi tutti! Questa dev’essere la pipì del Papa. 

SALVATORE - INFERMIERE    (incredulo)  La pipì del Papa! E come c’è arrivata fino a qua?

DOTTOR SANTONE  Le vie del Signore sono infinite...

SALVATORE - INFERMIERE    ... e tutte le strade portano a Roma!

ADDETTA ALLE PULIZIE    Ma qualche strada porta vicino Napoli.

SALVATORE - INFERMIERE    E volesse sape’ quale strada ha pigliato ‘sta pipì pe’ veni’ fino a qua dentro. Io non ci posso pensare: la pipì del Papa che arriva in questo ospedale.

DOTTOR SANTONE  La signora voleva solo dire che deve essere un campione di urina del malato che crede di essere il Papa.  (tra sé) Ma chi avrà messo quel campione fuori dalla finestra?

GIOVANNI - INFERMIERE      Mamma mia e che fetenzia! Meno male che ‘a signora se n’è accorta!

SALVATORE - INFERMIERE    (scherzoso, canta con un bicchiere vuoto tra le mani)  Libiamo, libiamo nei lieti calici che la bellezza infiora...

DOTTOR SANTONE  Smettila, Salvatore! Ma come è possibile? In questo ospedale sembra che succedano solo cose strane.

SALVATORE - INFERMIERE    Scusate, dotto’. Volevo scherzare un poco. Comunque, ci rimane sempre il caffè che è all’altezza del Maradona originale: di livello veramente mondiale!

GIOVANNI - INFERMIERE    ... e pure l’acqua minerale. Possiamo sempre brindare con una bella bottiglia di acqua frizzante, almeno, quella tiene le bollicine. 

UNO SCONOSCIUTO ANCORA Più BIZZARRO(saluta timidamente. Ha un blocchetto per gli appunti sotto l’ascella sinistra e, in mano, una vistosa penna, simile a quella della dottoressa Lapaz, che tormenta continuamente con le dita della mano destra) Buona sera a tutti!

DOTTOR SANTONE     (si accorge, finalmente, della presenza dello sconosciuto)  Scusate, ma voi chi siete? Chi vi ha fatto entrare in questo reparto, a quest’ora poi? Almeno, diteci che cosa volete.

UNO SCONOSCIUTO ANCORA Più BIZZARRO  (prende la penna con la mano sinistra e allunga la mano destra per stringere quella dei presenti ma il suo gesto rimane ignorato) Perdonatemi se mi presento così. Io sono...

SALVATORE - INFERMIERE     Ah, una bella sigaretta, dopo il caffè, ci vuole. (non lascia allo sconosciuto il tempo di rispondere e incalza, mentre si accende la sigaretta elettronica) Scusate, ma voi chi siete? Che fate dentro a questo reparto in piena notte? Si può sapere, almeno, che volete?

UNO SCONOSCIUTOANCORA Più BIZZARRO(mentre prende appunti, sussurra ciò che scrive, è perplesso) Oibò! In questo reparto si beve caffè e si fuma, persino.

GIOVANNI - INFERMIERE    (come Salvatore, incalza ancora più aggressivo mentre apre un giornale sportivo con aria spavalda)     Scusate, ma voi chi siete? Che jate trovanno? Non lo vedete che tenimmo a che fa’?

UNO SCONOSCIUTOANCORA Più BIZZARRO (continua a prendere appunti, sussurra) Bene, bene, in questo reparto si legge il giornale invece di curare gli ammalati.

DOTTOR SANTONE  (mentre addenta uno snack e parla a bocca piena)   Vedete di andare via e con celerità, ché questo è un reparto dove vengono ricoverati pazienti affetti da gravi patologie e gli estranei non possono assolutamente entrare, tanto meno di notte. Su, abbiate pazienza, uscite immediatamente!

UNO SCONOSCIUTOANCORA Più BIZZARRO(continua a prendere appunti e, ancora, sussurra) Ma che bella novità! In questo reparto si mangia addirittura... e poi... non vedo nemmeno un paziente. Che li abbiano sterminati tutti?

ADDETTA ALLE PULIZIE     Forse, è meglio che me ne vado. Arrivederci.  (esce dalla stanza)

UNO SCONOSCIUTOANCORA Più BIZZARRO(continuando ad appuntarsi gli avvenimenti, mormora) Non ci posso credere, c’è in circolazione anche un clown con la tuta da idraulico!

(I due infermieri si girano verso il fondo del palco mentre entra la DONNA BELLISSIMA E MISTERIOSA che, senza parlare, si siede sulle ginocchia del medico, lo accarezza con sensualità, poi, mentre sbottona un paio di bottoni della camicetta, lo bacia con impeto. Si alza e va via mentre i due infermieri, che non l’hanno vista, sono rivolti al pubblico. Santone si asciuga la fronte con un fazzoletto. È visibilmente turbato ma non parla. A questo punto, entra Luigino. È esaltato dalla visione della bellissima donna che ha incontrato quando costei è uscita dalla camera e lui stava per entrare)

LUIGINO     Dotto’, avevate ragione voi: ‘a bonazza è arrivata veramente. Mamma mia, e quant’ è bella! Io non ci credevo! Dotto’, accort’ a mia moglie, però! Quella se la prende anche con voi se mi trova con quella femmenona. Ma fatemi andare, se no la bella se ne va e io rimango a bocca asciutta.   (va via in delirio)

DOTTOR SANTONE  (riflette, perplesso)  Ma... allora non avevo le visioni!

UNO SCONOSCIUTOANCORA Più BIZZARRO(continua a prendere appunti e sussurra ancora) Ma questa è una casa di tolleranza, non è un ospedale! Non posso ammettere tutto ciò. Qui si fa anche del sesso... e senza ritegno.

SALVATORE - INFERMIERE       Jatavenne!

GIOVANNI - INFERMIERE    Andate, andate! (accompagna l’invito con gesti eloquenti)

UNO SCONOSCIUTOANCORA Più BIZZARRO   (impettito, assume un tono autoritario)  Ma dove credete di essere? Qui accadono cose da pazzi e voi, voi non avete nemmeno la più pallida idea di chi io sia.

SALVATORE - INFERMIERE(spara una boccata di fumo in faccia allo sconosciuto)    Allora, si può sapere “chi voi siate?” Chi vi ha fatto entrare in questo reparto? ‘O che vulit’?

GIOVANNI - INFERMIERE(sbatacchia il giornale facendolo frusciare rumorosamente, con lo sguardo rivolto alle pagine)   Volete rispondere sì o no? Voi chi siete? Che jate trovanno?

UNO SCONOSCIUTOANCORA Più BIZZARRO   (fa una risata beffarda poi, inquietante e minaccioso, si avvicina)    Chi sono?... Piuttosto, chi sarò! Sarò l’incubo che vi accompagnerà per tutto il resto della vostra vita ospedaliera... (altra risata)

SALVATORE - INFERMIERE   (impaurito e preoccupatissimo)   Dotto’, mo’ aggio capito! Questo è ‘o pazzo che se n’è scappato stamattina.   (perplesso) E allora quill’ ato chi era? Aspettate, ché ci penso io! (prende una sedia e la punta, minaccioso, verso lo sconosciuto) Fatti sotto, se tieni il coraggio!

GIOVANNI - INFERMIERE      È vero, dotto’. Stamattina, quando se n’è scappato, hanno visto che teneva un blocchetto in mano, scriveva ricette e diceva di essere un grande pissichiatro. Alluccava come a ‘na scigna e zompava pe’ tutte parti. Ha fatto arrevota’ ‘o ‘spitale! Pensate che si so’ jocati pure i numeri: 22 il pazzo, 61 la scimmia e 36 ‘o scrivano. (intanto, afferra uno sgabello e lo punta contro lo sconosciuto)

DOTTOR SANTONE      Ma queste veramente sono cose da pazzi! Incomincio a capire quelle strane apparizioni... forse c’è più di un matto in circolazione e anch’io, se non vado via da qua dentro, non so che fine posso fare. (prende l’asta per le flebo e la punta contro lo sconosciuto, poi si rivolge agli infermieri per rassicurarli) Adesso ci penso io, ragazzi! (quindi, si rivolge al pazzo) Va tutto bene! Adesso, con calma, mettete le mani sulla testa, ché vi accompagno dal vostro medico. Piano, eh, piano! Venite con me.

SALVATORE - INFERMIERE     Dotto’ statev’ accuorto. Questo è pericoloso. Mo’ vi scortiamo noi.

UNO SCONOSCIUTO ANCORA Più BIZZARRO  (lancia un urlo che fa indietreggiare tutti, poi ad alta voce afferma)    Non vi avvicinate! Ma lo sapete o no chi sono io? (scandisce nervosamente le sillabe) Volete saperlo? Bene! Adesso ve lo dico ma dopo... dopo... cominciate pure a scavarvi la fossa.

DOTTOR SANTONE - SALVATORE - GIOVANNI (indietreggiano ancora e si stringono tra loro, esclamando all’unisono, con voce tremante) Mamma mia! Questo è pazzo veramente!

DOTTOR SANTONE    (si fa coraggio)   Allora, parlate!

UNO SCONOSCIUTO ANCORA Più BIZZARRO(aumentando sempre più il tono della voce, si avvicina ai tre puntando la penna sotto il mento di ognuno, getta a terra gli appunti e, beffardo, esclama) Chi sono io? Chi sono io? Chi sono io? Sono una scimmia, non vedete?   (si gratta la testa facendo boccacce e urlando) e sono uno che salta... (salta sugli appunti) sugli elenchi... e poi, (gonfia il petto) sono anche un piccione, ma viaggiatore... Perché io... io...

DOTTOR SANTONE       Non dategli retta, farnetica!

SALVATORE - INFERMIERE       Franetica! Non ‘o pensammo!

GIOVANNI - INFERMIERE        Sfrennesea, va buo’... ma si po’ almeno sape’ chi è ‘sto pazzo scatenato?

UNO SCONOSCIUTOANCORA Più BIZZARRO   Io pazzo?... Beh, sarò anche pazzo ma io..., professor Gennaro Primate, io sono... sono il vostro... nuovo... “pri-ma-rio”! (un’ultima risata beffarda e raccapricciante risuona sul palco)

*****

(Si spengono le luci. Di nuovo lettino della psicologa)

DOTTOR SANTONE    Adesso capisce? Quell’uomo mi ha controllato, spiato, seguito mentre io ero ignaro di tutto e cercavo di fare il mio lavoro onestamente. La cosa tragica, però, è che mi ha scoperto sempre nei momenti peggiori. Mai una volta che mi avesse trovato quando ho salvato i pazienti. Mai.

DOTTORESSA LAPAZ    Ora mi è chiaro il quadro della situazione. (scrive sull’agenda) Disturbo paranoide di personalità con manie di persecuzione.

DOTTOR SANTONE    Lei non può capire che cosa si prova quando si lavora tantissimo, ci si svena per salvare vite umane in condizioni al limite dell’immaginabile e poi basta un attimo che ti regali un momento di tregua e, zac, arriva un infame qualsiasi e pensa di punirti per un miserabile salatino o per una carezza di una bella donna che tu neanche conosci... perché io, quella donna, non la conoscevo, è chiaro?

DOTTORESSA LAPAZ    Se lei ritiene di essere vittima di questo primario o sedicente tale, dia pure libero sfogo agli epiteti. Fa molto bene imprecare contro qualcuno, sa? Serve a scaricarsi. Su, avanti! Dopo, vedrà, si sentirà molto meglio.

DOTTOR SANTONE (prima piano, poi con più veemenza)     Pallone gonfiato, demente, pazzo scatenato, maiale senza cervello, cagasotto, uomo da due soldi, fetente, pecorone puzzolente, mangiapane a tradimento...

DOTTORESSA LAPAZ    (lo interrompe dubbiosa)   Basta così. Ora che ci rifletto, nasce in me una curiosità: sa, per caso, come si chiama questo presunto primario?

DOTTOR SANTONE  (si ricompone, riflette)    Ma chi, il pallone gonfiato?

DOTTORESSA LAPAZ    Esattamente! Mi dica il nome, per favore.

DOTTOR SANTONE Il suo nome è Gennaro Primate. Non mi dica che lo conosce.

DOTTORESSA LAPAZ    Se lo conosco?! Piuttosto lei, come si è permesso di offenderlo con parole tanto ingiuriose?

DOTTOR SANTONE Non ricorda?Mi ha suggerito lei di imprecare contro di lui, per scaricarmi.

DOTTORESSA LAPAZ    Macome si è permesso di oltraggiare un luminare della medicina, una persona specchiata e perbene come il professor Primate?

DOTTOR SANTONE Mi chiedo cosa voglia, adesso, da me.

DOTTORESSA LAPAZ    Le farò vedere io!Sa chi è il professor Gennaro Primate? (e si inchini a questo nome) Lei non lo sa, è evidente. Il Primate è mio marito.  (comincia a correre dietro al dr. Santone, infuriatissima. I due escono di scena)

(Entrano due infermieri trafelati. Sono in cerca di qualcuno. Rientra solo Santone, in preda alla disperazione. Gli infermieri lo bloccano)

UN INFERMIERE PSICHIATRICO Dottore, ha visto per caso una donna con una strana penna in mano e un’agendina?

DOTTOR SANTONE Parlate certamente della dottoressa Lapaz.

SECONDO INFERMIERE PSICHIATRICO Ma quale Lapaz!Dottore, quella è “la pazza”. Pericolosissima: crede di essere una psicologa ed è la moglie di un altro squilibrato che crede, a sua volta, di essere il primario. Lei è affetta da cannibalismo, mentre lui è un sadico che gode nel vampirizzare le sue vittime.

UN INFERMIERE PSICHIATRICO   Formano proprio una bella coppia!

SECONDO INFERMIERE PSICHIATRICO     E questi sono solo due dei tanti matti che, stamattina, sono scappati dal manicomio che sta di fronte.

(Mentre Santone comincia a sudare freddo, rientra la dottoressa Lapaz, sconvolta e scapigliata, seguita da Carmela, Giovanni e Salvatore che, allibiti e immobili per lo stupore, rimangono in un angolo incapaci di reagire)

DOTTORESSA LAPAZ    Dov’è Santone. Se lo afferro, me lo mangio a colazione. Tenero, succoso, invitante. Non vedo l’ora di divorarlo.

(gli infermieri afferrano la donna e la portano via. Subito dopo ricompaiono con Luigino, il navigante. Si fermano al centro della scena)

LUIGINO  (ha un cappello da ammiraglio)  Avviso ai naviganti: sta arrivando la bonazza. Rifornite la cambusa di spaghetti, aglio, olio, peperoncino e birra a fiumi. Dotto’, avevate ragione voi. Quanto è bella! Troppo bella! Marinai, qui è l’Ammiraglio Luigi da Posillipo che vi parla. Vado da lei! è arrivata, è arrivata. Voi, intanto, ammainate le vele.

(gli infermieri lo portano via. Ci sarà un alternarsi dei vari pazienti, tutti in preda alla follia. Ognuno apparirà in scena bloccato per le braccia dai due infermieri, manifestando, con una frase, la propria pazzia, dopo di che verrà trascinato via)

VITTORIO - IL PAPA(indossa il tipico zucchetto bianco)  Un’ultima benedizione, vi prego, solo una, prima di andare via: e che a Maronna v’accompagna, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito di patata, amen. Devo andare a fare la pipì, presto, datemi una pala, un secchio e il costume, vado a farmi una nuotatina con il mio amico Carol.

CARMELA - INFERMIERA    Secondo me, questo è tornato all’ “Orto degli Ulivi”... e sta chiù ‘nguaiato ‘e prima.

VITTORIO - IL PAPA   Sì, è vero, lo confesso: sono tornato all’ “Orto degli Ulivi” perché sono stato invitato alle nozze di Cana.

CARMELA - INFERMIERA    E chi è mo’ ‘sta Cana?

VITTORIO - IL PAPA    Una cugina. M’aggio magnato tanta ‘e quella rrobba che s’è ‘ntorzata ‘a panza!

CARMELA - INFERMIERA    Dotto’, scusate ma che ha detto?

DOTTOR SANTONE Niente, sta usando l’aramaico antico.

CARMELA - INFERMIERA   Mo’si beve pure ‘o liquore? Aeh, chi sa quanti altri numeri darà ancora, dotto’!

(gli infermieri portano via Vittorio che continua a benedire mentre si mantiene la pancia)

DINA    Correte a comprare del filo elettrico, mi serve per impiccare quel medico che mi ha salvata. Io volevo morire, perché mi ha salvata? Proprio quando avevo, finalmente, visto la luce.

UN BAMBINO   Il coccodrillo si vuole mangiare l’uccellino di Sansone... quasi quasi lo aiuto io: gli apro la bocca, gnam, e buon appetito!

CATERINA - MAMMA DEL BAMBINO    Giovanni, venite qua, fatemi altre venti siringhe. Le voglio al gusto di caffè, dieci a destra e dieci a sinistra, presto, correte, ché se no m’addormo.

CHICCA - LA GUARDIANA DEI CANI     Mamma mia, se n’è scappato ‘o cane, vo’ mozzeca’ ‘o dottore, fuggite, correte, ‘o cane allucca, vo’ mozzeca’... è scappato ‘o pastore tedesco, è andato a pascolare con le pecore irlandesi... Tedeschi, irlandesi: con queste razze non si capisce più niente!

CIRO - IL FUGGIASCO(entra in scena con un cappello da galeotto) Mettetemi in prigione, vi prego, ché mia moglie mi insegue, vuole comprare i mobili nuovi, non ce la faccio più, non ‘a sopporto più, chiudetemi in una cella, almeno là sto tranquillo!   

UNA DONNA MAGISTRATO    Vi sbatterò tutti in galera, tutti al fresco!... Però, prima devo comprare i ventilatori...

UNA DONNA BELLISSIMA E MISTERIOSA    Che calore, pure io voglio andare al fresco, un ventilatore pure per me, presto, sono tutta un fuoco!

UNO SCONOSCIUTO BIZZARRO    Datemi un cerotto e vi incerotterò il mondo.

UNO SCONOSCIUTO ancora più BIZZARROSono il primo primate primario e devo immediatamente raggiungere mia moglie. Ma dov’è, dov’è, ché non vedo l’ora di morderle la giugulare.  (mentre viene trascinato via, tira fuori denti aguzzi da vampiro)

(Quando anche l’ultimo dei pazienti è stato riconsegnato al manicomio, i due infermieri psichiatrici tornano per accertarsi che tutto sia sotto controllo. Santone è sconvolto come i tre infermieri che hanno assistito alla vicenda)

DOTTOR SANTONE      Mamma mia! Se penso ai rischi che abbiamo corso!

SALVATORE - INFERMIERE       E chi se lo credeva che tutti i pazienti di questa notte erano i pazzi scappati dal manicomio? (mette una mano sullo stomaco) Mi sa che ho rischiato di farmi venire l’ulcera.

CARMELA - INFERMIERA    Mi sa che ho rischiato uno svenimento!

GIOVANNI - INFERMIERE        Mi sa... (si tocca il sedere)  che mi sono cagato sotto.

UN INFERMIERE PSICHIATRICO Dottore, non avete più nulla da temere, è tutto sotto controllo. Adesso noi andiamo.

DOTTOR SANTONE Un momento, aspettate!

SECONDO INFERMIERE PSICHIATRICO Non abbiate paura, ci siamo accertati che i pazzi sono tutti chiusi nelle loro camere. Ecco le chiavi. (tira fuori un grosso mazzo di chiavi)

DOTTOR SANTONE Posso chiedervi una cosa, prima che andiate via?

UN INFERMIERE PSICHIATRICO Dite pure, dottore. Per qualsiasi cosa, siamo a vostra disposizione.

DOTTOR SANTONE Grazie, ma devo togliermi una curiosità. Siete sicuri che i pazzi non possono più scappare? Con tutti quelli che ho visto passare da questo ospedale, immagino che le stanze, nel manicomio, saranno tutte occupate.

SECONDO INFERMIERE PSICHIATRICO Fidatevi, cinque mandate di chiave, per qualcuno anche sei. Ci abbiamo messo un sacco di tempo per richiuderli ma ne valeva la pena. Adesso, in quel manicomio, potremmo far entrare anche i bambini dell’asilo. Però, non tutte le stanze sono occupate.

UN INFERMIERE PSICHIATRICO Ne lasciamo sempre qualcuna per le emergenze. Sapete com’è, con tutti gli squilibrati che circolano in questa città...

(Il medico è pensieroso. Si guarda intorno come per ricordare tutti gli avvenimenti. Dà una pacca sulla spalla ad ognuno degli infermieri. Si rivolge, di nuovo, agli infermieri psichiatrici)

DOTTOR SANTONE Vi posso chiedere un grosso favore?

UN INFERMIERE PSICHIATRICO E come no! Per voi qualsiasi cosa.

DOTTOR SANTONE    (parla con Giovanni, Salvatore e Carmela)      Ragazzi, è stata una notte difficile per tutti ma sono felice di aver avuto voi come compagni in questo strano viaggio nella follia.

CARMELA - INFERMIERA    Anche se in una sola notte, ho avuto modo di apprezzarvi tantissimo. Siete un bravo medico e una persona speciale.

DOTTOR SANTONE Grazie! Anche voi siete persone speciali.

SALVATORE - INFERMIERE       Insieme si lavora veramente bene.

GIOVANNI - INFERMIERE      È vero, anche io mi sono trovato bene.

DOTTOR SANTONE E perché, io no? Ho potuto sempre fare affidamento su di voi e, per questo, vi apprezzo tantissimo.

SECONDO INFERMIERE PSICHIATRICO Bene! Se non c’è altro, noi andremmo. Buonanotte a tutti!

DOTTOR SANTONE    Dove andate? Venite qua. Aspettate. Sapete, il grande Erasmo diceva: “La pazzia costruisce città, imperi, istituzioni ecclesiastiche, religioni, assemblee consultive e legislative: l’intera vita umana è solo un gioco, il semplice gioco della Follia.”  e la follia, dopo questa notte matta di luna quasi nuova, ha sconvolto anche il mio cervello. (incrocia le braccia come se avesse una camicia di forza) Avanti, prendete anche me. Una delle stanze rimaste libere andrà benissimo per ospitarmi. (rivolto a Giovanni, Salvatore e Carmela) Addio, ragazzi miei, buona fortuna!

GIOVANNI - INFERMIERE      Ma dove volete andare senza di noi?

SALVATORE - INFERMIERE    Dotto’, non vi lasceremo mai da solo.

CARMELA - INFERMIERA      Secondo me, l’amico vostro, questo Erasmo, aveva proprio ragione: pensate alle case che crollano come biscotti: solo uno squilibrato le può costruire così.

GIOVANNI - INFERMIERE      E vogliamo parlare di quel pazzo coreano che fa gli esperimenti atomici? Si sente un padreterno e gioca con la vita delle persone.

SALVATORE - INFERMIERE    Giova’, hai ragione ma anche nella Chiesa ci sono schegge di follia che vagano nelle teste di alcuni ecclesiastici.

CARMELA - INFERMIERA    Già! Io credo che il “Papa” che abbiamo curato noi è meno squilibrato di certi cardinali che pensano solo a fare carriera e a prosciugare le casse della Banca Vaticana pe s’accatta’ i superattici con la vasca idromassaggio, alla faccia dei poveri!

SALVATORE - INFERMIERE     E a proposito di religioni, ci sono dei fanatici pazzi che non hanno un briciolo di umanità. Altro che in nome di Dio! Quelli uccidono in preda al delirio, sgozzano le persone come se fossero agnelli a Pasqua.

GIOVANNI - INFERMIERE    E poi ci sono gli amministratori di condominio con quelle fetenti di assemblee...

CARMELA - INFERMIERA      E che c’azzeccano gli amministratori di condominio con l’amico del dottore?

GIOVANNI - INFERMIERE    Carme’, lascia perdere, quelli c’azzeccano sempre. Tutti i guai nei palazzi succedono sempre per colpa loro. Fidati.

DOTTOR SANTONE   Ma Erasmo parlava di assemblee consultive e legislative, non di assemblee condominiali.

GIOVANNI - INFERMIERE   Adesso ho capito. Si tratta dei politici. Quelli poi... Aeh, che ne parlammo a fa’? Meglio stare zitti.

DOTTOR SANTONE   Intanto, stanotte, senza saperlo, abbiamo giocato con la parte più sana della follia, quella di poveri pazzi che hanno perso il senno per qualche disgrazia... e, comunque, a noi è andata bene... fin troppo bene, visto che siamo ancora tutti interi.

SALVATORE - INFERMIERE    Tutti interi proprio no... ma non ci possiamo lamentare.

DOTTOR SANTONE   La pazzia non è altro che un meccanismo di difesa, l’evasione da un problema. È la rimozione di un momento di grande sofferenza che permette di sopravvivere. A volte, le persone dette "pazze" hanno alle spalle grandi problemi, dolori profondi ed è grazie alla pazzia che li sviano. Secondo voi, il vero pazzo è colui che noi definiamo tale o siamo noi, intrappolati nelle regole di questa società, che ci vuole schiavi del potere, della ricchezza, dell’egoismo?

GIOVANNI - INFERMIERE    Siamo noi, dotto’, siamo noi.

SALVATORE - INFERMIERE    Si può diventare pazzi per mancanza di amore...

GIOVANNI - INFERMIERE    ... o per troppo amore.

CARMELA - INFERMIERA   Si può impazzire per mancanza di soldi...

DOTTOR SANTONE   ... o perché se ne hanno troppi.

SALVATORE - INFERMIERE    Si può ammattire per una cocente delusione...

CARMELA - INFERMIERA   ...o se hai un marito violento...

DOTTOR SANTONE   ... o ignavo...

CARMELA - INFERMIERA   Ignazio? Il mio, veramente, si chiama Gennarino.

DOTTOR SANTONE   Si può perdere il senno quando senti che le tue parole possono essere male interpretate.

GIOVANNI - INFERMIERE    ... quando qualcuno non capisce la tua sofferenza.

SALVATORE - INFERMIERE   ... o è la sofferenza che ti fa impazzire. Io, per esempio, sto impazzendo perché, a furia di stare in piedi, mi so’ venuti i calli sotto ai piedi. E che dolore, mamma ma’!

DOTTOR SANTONE   Si può diventare folli anche quando non si riesce a capire il vero senso della vita.

CARMELA - INFERMIERA   Verissimo, caro dottor Santone. In ogni caso, io non me la sento di lasciarvi tutti e tre da soli, soprattutto ora che ho capito, pazzi o non pazzi, quanto siete eccezionali. (si rivolge agli infermieri psichiatrici) Ragazzi, non c’è bisogno di trascinarmi, vengo spontaneamente. Dottore, Giovanni, Salvatore, andiamo, (rivolta al pubblico) anche voi, presto, unitevi a noi, allontaniamoci dai veri matti che affollano la nostra società. Coraggio, veloci, rifugiamoci tutti quanti in manicomio. Solo là possiamo stare veramente tranquilli.

Cala, sullo sfondo, uno striscione che reca la scritta:

“L’anima del malato è estremamente fragile, RICORDATI DI trattaRla con cura”

FINE