U’ riccu di Lastricheddu

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U'RICCU  DI

LASTRICHEDDU

FARSA IN TRE ATTI

DI

ANGELO   SCAMMACCA


U' riccu di lastricheddu   3 atti di Angelo Scammacca                   Pag        1


U riccu di lastricheddu

Personaggi:

Pasqualino Cachia

Epifania Colite                                                                        (moglie)

Natalino Cachia                                                                    (figlio)

Silvestro Cachia                                                                    (figlio)

Stefania Cachia                                                                     (figlia)

Ignazio Lanzafame                                                            (genero)

Addolorata Crisci                                                                (suocera)

Prof. Onofrio Maccarrone                                      (ospite)

Delegato dell'ISTICAP

Cumpari Neddu


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U riccu di Lastricheddu1

Trama :

Pasqualino Cachia riesce a godere da circa 12 anni l'indennità di disoccupazione, proprio per quelle cose assurde che non sono nuove nella nostra amministrazione nazionale, per questo ormai si considera uno stipendiato a tutti gli effetti, anzi addirittura alle soglie della pensione. Basandosi sulla costanza del suo introito farà supporre di aver avuto una vita economicamente quasi regolare, e senza forti scossoni. In effetti, pian piano verranno fuori anche i suoi sogni nel cassetto. In ogni modo la sua vita sarà continuamente contornata da disavventure, sfortune e disagi, che sopporterà e combatterà con la forza della disperazione ed il senso dell'umorismo che lo sorreggeranno per tutta la vita.

Gravitano attorno a lui la moglie Epifania e la suocera Addolorata, le quali non brillano certo per erudizione, il figlio Natalino infatuato di un America che non ha mai visto, ma della quale gli è rimasto il profumo dei dollari, del progresso e del chewing-gum lasciati dalle forze alleate nell'appena trascorsa guerra. Il figlio Silvestro giocherellone ed irresponsabile. Completeranno questo quadretto familiare la figlia Stefania ed il marito Ignazio scroccone e pseudo affarista. Non ultima spiccherà la figura dell'ospite perenne, il Prof. Maccarrone, il quale gode della cessione in subaffitto di un ammezzato all'interno della casa.


1 Nel catanese il termine ”u riccu di lastricheddu” si usa in due diverse ed opposte circostanze: o colui che spende e spande senza senso, o colui che cerca di dare l’impressione di essere ricco solo sulla facciata (lastrico) mentre in effetti è un poveraccio.


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La scena:

Un modestissimo ambiente anni 50/60, tipico basso, che rappresenta una stanza con tavolo da pranzo cinque/sei sedie, cucina nello stesso ambiente, attaccata alla parete di un WC con porta a tendina di fronte al pubblico, (ricavato nell'angolo a sinistra). La comune a destra. Ed a sinistra una porta che da in camera da letto. In centro un soppalco con scaletta laterale che sarà la via d'accesso al piano ammezzato, anch'esso con copertura a tenda floreale scorrevole con anelli e grosso fil di ferro a mo’ di zineffa , che nasconderà il materasso dove dormirà il Professore, mentre di sotto, nel ripostiglio naturale che si ricaverà da questo soppalco, chiaramente completato da due sportelloni, dormiranno seduti i due ragazzi. In un angolo coperto da un vecchio ed impolverato telo, un vecchio macchinario usato dagli arrotini o una bicicletta con l'attrezzatura per molare coltelli e forbici.


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Carattere dei personaggi:

PASQUALINO Età 45/48 anni, bonaccione, sempre con le battute di sarcasmopronte a contrastare le stupidagini degli altri componenti. Bassa cultura.

EPIFANIA

Età 40/43 anni con atteggiamento di comando nei confronti dei

figli e della madre, vorrebbe esternare questo suo carattere anche

con il marito, ma la stupidità e l'ignoranza avranno il sopravvento.

STEFANIA

Età 23/25 anni fresca di matrimonio quindi

ormai realizzata,

dinamica e sicura di se, ma anch'essa naviga nel mare del bisogno.

IGNAZIO

Marito  di  Stefania  coetaneo.  Nulla  facente,  scroccone  .

Goffamente elegante.

NATALINO         21/22 anni, sognatore, con la testa fra le nuvole. Infatuato dell'America, remissivo ed accomodante di poche parole. Il quale si esprimerà con un inglese a modo suo, e che quindi volutamente

èstato scritto in maniera deformata in modo che venga pronunciato così com'è scritto.

SILVESTRO    15/17 anni goloso insaziabile, giocherellone.

ADDOLORATA 60/63 anni, confusionaria insicura anche sulle sue necessità, vived'istinto.

PROFESSORE60 anni, bella figura possibilmente con pizzetto, elegante ma sdrucito, invecchiato dagli anni che lo hanno reso padrone della vita, vista l'esperienza carceraria. Non dovrà far capire subito che la sua non cultura è dovuta al fatto di non essere realmente laureato.

DELEGATO       Viscido, serioso che non paleserà chiaramente l'intento che l'Istituto case popolari potrebbe assegnare la casa soltanto se la sua dichiarazione venisse ben oleata. Rendendosi conto dello stato economico dell'interessato.

CUMPARI NEDDUDisponibile,di animo buono, mostrerà comprensione alle disavventure di suo compare Pasqualino


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I° ATTO

SCENA Ia

EPIFANIA-ADDOLORATA-SILVESTRO

EPIFANIA

: (sarà intenta a piegare della biancheria pronta ad essere stirata)

Comu mai me maritu ancora non s'arricugghiutu?

ADDOLORATA : (intenta a riparare un paio di calze o a lavorare a maglia)

Ca chi voi figghia, quannu u casseri ci cunsigna i stipendi, i

soddi ci cunta dui, tri voti ehh ! Non è ca c'iana'ddari u mensili

sulu a to maritu?!

EPIFANIA

: Sì ma quantu a fanu traggica, pari ca nesciunu pinni di ficutu.

Na vota accumpagnai a Pasqualinu mentri siggeva u stipendiu,

matri dda speci di casseri di banca faceva calari u latti, apprima

si cuntau (riproduce il gesto rapido dei cassieri nel contare le banconote)

appoi i ricuntau, dopu i turnau a cuntari a una a una, a fini ci

spammau, ci'rrunghiau e ci cunsignau a Pasqualinu dicennuci mi

raccomando se li riconti.

ADDOLORATA

: E chi voi! su sbagghiunu, chiddi superchiu ca nesciunu ci

l'ana'mmettiri da so sacchetta, e non è ca sunu bomboloni2.

EPIFANIA

: Si ma guarda casu ca ccu nuatri, n’ana sbagghiatu mai a favuri

nostru. Comunqui ddu bestia di me maritu si stava cuntannu, jù

ci desi na ranfata e ci dissi si cunti n'autra vota si spaddunu e

appoi parunu falsi, ca' amununni.

SILVESTRO

:(intento  a giocare  con un  giocattolo  d'epoca,  o  con  delle  figurine)

Mamma mu fai n'pezzu di pani cunzatu cu qualche cosa. U papà

non vinni cchiù e jù staiu murennu da fami.

EPIFANIA

: Ora ruttura di coddu, javi di stamatina quannu ti susisti ca

m'addumanni cosi di mangiari. Cchiù'ttardu quannu veni to patri

mangiamu, ca appoi a'ttavula schifii u beddu mangiari.

SILVESTRO

: Ma jù c'iaju fami ora, pò essiri ca cchiù'ttardu.

ADDOLORATA

: C'iaj a lupa.

SILVESTRO

: Ma su c'iaju n'purtusu ccà...'nta vucca l'amma.


2  Una caramella di zucchero incartata in una carta del tipo oleata


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ADDOLORATA

: E dda bedda suppera di pani ccò latti ca ti 'ncafuddasti quannu

t'arrusbigghiasti unni finiu?

SILVESTRO

: Ma quali pani ccò latti. Dda tazza di cosu annacquatu, cu dda

fedda di pani duru ca sapeva macari di carni arrustuta, ca lassau

ajeri Natalinu, ma chiami suppera di pani ccò latti?

ADDOLORATA

: E a'mmia chi mi cunti, voddiri ca u picuraru e pecuri ci duna

cchiù acqua ca erba, eccu spiegatu u fattu.

EPIFANIA

: No! Mamma non è p'addifenniri o picciriddu. Ma jù tanti voti

ti l'avissi vulutu diri e m'haju 'ntrattinutu ppì ducazioni, ora

però, mentri semu Patri, Figghiu e Spiritu Santu, vulissi spiegatu

stu misteru.

ADDOLORATA

: Ma chi misteru e misteru, jù a matina quannu passa u lattaru

accattu n'litru di latti, chiddu mu mungi ......

SILVESTRO

: (prontamente) Ah certu tu mungi a'ttia? e tu a sta età chi latti

vulevi aviri? Acquaredda ehh…

ADDOLORATA

: A tò soru mungi! Bih! Chi mi stava scappannu da vucca.

EPIFANIA

: Mutu vastasi e malarucatu, e non interrompiri a tò nanna

mentri ci mungiunu u latti.

ADDOLORATA

: Certu prima ca mi scantu e 'ngnacidisci ! Avaja Epifania

macari tu ti ci metti.

SILVESTRO

: Sparti annacquatu e iàcitu...e non avissi aviri fami.

ADDOLORATA

: Stubbiti matri e fiugghiu, su mi facevuru finiri di parrari, jù

v'avissa pricisatu ca u picuraru u latti, da crapa o da pecora, a

matina mu mungi davanti a l'occhi mei. Oh! ...suddisfatti ora?

EPIFANIA

: Allura tu stai dicennu ca u lattaru misturi non ci ni

fa, giustu?

ADDOLORATA

: Mi pari!

EPIFANIA

: Quindi su tuttu è normali e nuddu ci fà mavarii, spieghimi

com'è ca ogne ghiornu avveni stu miraculu a nostra casa.


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ADDOLORATA

: Quali miraculu, si ti spiegai ca u latti è puru e virgini comu a

cira.

EPIFANIA

: No! Non dicu chistu, mi rifirisciu o fattu ca tu ti mangi na

suppera di latti, giustu? Una jù, una Pasqualinu, ddu beddi tazzi

ca cumma e carusi, una o prufissuri e su non sbagghiu sunu sei

giustu?

ADDOLORATA

: Hai vistu ca macari a'ttia ti tornunu i cunti.

SILVESTRO

: Jù certi voti, quannu ciaju t'annicchia di fami superchiu mi ni

mangiu ddu tazzi.

EPIFANIA

: Sparti! Megghiu! E supergiù quantu voti ti ni mangi na tazza

superchiu?

SILVESTRO

: Tutti i matini, no sempri.

EPIFANIA

: Beni! No sempri (rivolta alla madre) u stai sintennu? Allura

erumu a sei tazzi e una ogni tantu setti. Tu quantu latti accatti

ogne ghiornu?

ADDOLORATA

: ‘N 'litru precisu, d'altrondi i soddi mi duni tu. Non ci ni levu,

nè ci ni junciu. Quindi inutili ca ta senti arrubbata .

EPIFANIA

: No! Jù non ma sentu arrubbata, a mia non mi cunvinci sta

figghiulanza di supperi. Si ogne suppera è all'incirca n'quartu di

litru, sei supperi, e macari setti, fanu n'litru e menzu, n'litru e tri

quarti.

ADDOLORATA

: E sarà ca dopu mungiutu a'llevita.

EPIFANIA

: Sì ca era pani 'mpasta. Avaja mamma.

SILVESTRO

: E sparti jù o pomeriggiu, ppì 'ffari merendina 'nta ghiaccera

n'attrovu sempri almenu n'autra bella suppera china china.

EPIFANIA

: (riflessiva, rivolta alla madre) Mà! non cridu ca ci jungi l'acqua?!

ADDOLORATA

: Jù? Diu mi ni scanzi e libiri...ci dugnu appena appena, na

sciacquatedda ‘nta buttigghia .

EPIFANIA

: E sta sciacquatedda quantu fussi ?


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ADDOLORATA

: (farà il gesto della quantità di acqua che usa per sciacquare la bottiglia,

partendo dal basso si ferma a oltre mezzo litro, anche Epifania ripetendo il

gesto della madre istigherà il volume di crescita)  Eccu d'accussì!

EPIFANIA

: Ah! Menzu litru sulamenti! Eh…no, non tornunu i cunti.

ADDOLORATA

: Poi, non è ca pozzu sarvari a buttigghia lorda, ...quindi?! Ci

dugnu na puliziata a sguazzariu cu t'annicchedda d'acqua.

EPIFANIA

: T'annicchedda quantu, mamma?!

ADDOLORATA

:(ripetendo il gesto di prima, simulerà poco più di un quarto) Tantu

d'accussì.

EPIFANIA

:E sunu tri quarti! Ora si ca ci semu, pirchì ma stava sintennu

arrubbata.

ADDOLORATA

: Sì ca era facili, ca Don Vicenzu m'arrubbava u latti, jù ci staju

davanti cù m'paru d'occhi sabalancati tanti.

EPIFANIA

: No! Non parru di iddu mischinu, parrava do Patri Eternu,

voddiri a chiddi ci fici u miraculu do pani e de pisci e a nuatri

non ni faceva chiddu do latti?

ADDOLORATA

: A vistu comu succedi u fattu; miraculu! Unni manca Diu

pruvviri.

SILVESTRO

: Nanna...ma a buttighia chi a sarvi lorda?

ADDOLORATA

: E chi l'haju a lavari a fari? D'altrondi jù sulu ppò latti a usu,

perciò, macari ca resta 'nzunzata.

EPIFANIA

: Ca certu ci mancassi n'autra sguazzata, voddiri…macari u vitru

si stà spaddannu!

ADDOLORATA      :(cambiando discorso) Silvestru, ma to frati Natalinu unn'è? Ca non

l'haju vistu. To patri sta vinennu.

SILVESTRO                : No sacciu, antura mi dissi ca stava jennu o chianu3  e poi o

portu ppì vidiri i navi amiricani.


3Piazza


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EPIFANIA

:  Stu  carusu  sdunau  ccù  st'america,  non  parra  jautru  ca

‘d’america, l'indiani, i grattacieli.

SILVESTRO

: (rivolto alla madre) Mà! Jù c'iaju sempri cchiù fami.

ADDOLORATA

: Senti a nanna, vadda chi fai, o cerca a to frati, ca no frattempu

jù apparecchiu a tavula.

EPIFANIA

: Sì, bravu a mammuzza, vallu a chiamari, ci dici ca to patri sta

vinennu ca è ura di mangiari.

SILVESTRO

: Va beni, ci staju jennu, però jù, zoccu c'è c'è di mangiari ni

vogghiu na fedda cchiù 'assai.

ADDOLORATA

: E siddu c'è broru?

SILVESTRO

: Na fedda di broru superchiu!

( V I A )

SCENA IIa

EPIFANIA-ADDOLORATA-PASQUALINO

ADDOLORATA

: (con una cesta di biancheria) Avanti Epifania, arricugghemu sti

robbi ca Pasqualinu sta vinennu.

EPIFANIA

: E sì oramai si fici tardu, cunzamu a tavula, e ni damu versu ppì

mangiari (mentre riporranno la biancheria in un mobile o in camera da

letto, stenderanno la tovaglia da tavola, e cominceranno a preparare

piatti, e stoviglie, quando sulla porta comparirà Pasqualino con i vestiti in

disordine, la camicia mezzi fuori dai pantaloni, la giacca con una manica

girata da dentro e fuori, come se avesse lottato contro i leoni, avrà

comunque un orecchio vistosamente incerottato).

PASQUALINO

: (entrando, avvilito)

Disgraziatu, cosa fitusa!

ADDOLORATA

:(allarmata sguaiatamente)

Matruzza chi ffù?

EPIFANIA

:(insieme ad Addolorata, con preoccupazione) Bih!.....trasi assettiti,

chi ti successi, sdisonesti! T'assaianu averu?

PASQUALINO

:(sedendosi in modo cadente) M'assaiau? Mi vuleva assassinari, o

almenu  cridu

ca  chissa  era  l’intenzioni,...pirchì

di

comu

s'allippau 'nta 'ricchia pensu ca ma vuleva scippari. Ma jù ....ci

desi 'n'muzzucuni...ccà (toccandosi il mento) 'nto beccu, ca a rintera sill'ha 'ttaccari c'alasticu 'nte corna, pirchì non c'iavi cchiù unni appugiarisilla.


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EPIFANIA

: Ma cui? Cu fonu chisti ca ti vulevunu rapinari u stipendiu? Ne

canusci?

PASQUALINO

: Chisti? Chistu a’ddiri! A Unu sulu c'impincivu u stipendiu.

ADDOLORATA

: Unu sulu? E t'arridducivu d'accussì? E cu era Sansuni

PASQUALINO

: Nò! N'ata caputu n'tubu. Unu sulu fu chiddu ca non mi desi u

minsili da disoccupazioni, e ddocu jù mi ci'allanzai comu a

Tarzini...ma  tanti  fonu  chiddi  ca  cchiù  dispirati  di  mia

m'assaianu comu e cani arraggiati e mi desunu tanti di ddi

vastunati ca forsi su fazzu l'inventario...non mi doli sulu a janga

ca mi scippai a simana scorsa.

EPIFANIA

: E allura quannu ci torni dumani ?

PASQUALINO

: Pirchì ti scanti ca chiddi ca vuscai non m'abbastanu e mi ni

fazzu dari n'autra sugghiata ?

ADDOLORATA

: Scusa e u stipendiu chi fà su'mmuccunu iddi?

PASQUALINO

: L'autri sdisoccupati voi diri? Pirchì fin'ora dicemu ca a mia

m'attuccatu! Mentri ora l'autri su 'mmuccunu?! Eh!  propriu

d'accussì cara mia, mi ficiunu capiri ca su ma'risicu a passarici

da strata, mi dununu beddi sunanti e sgruscenti.

EPIFANIA

: E allura vacci, prima ca ci dununu a n'avutru.

PASQUALINO

: E bonu fussi! Ahu! ma chi capisti? Ca stamu parrannu di

vastunati, di tumbulati ca scugnunu i jangulara.

ADDOLORATA

: E va beni, non ti preoccupari, ca unni manca Diu pruvviri.

PASQUALINO

: Allura, tu dici ca jù i soddi da sdisoccupazioni ci pozzu

dumannari a Iddu veru?!

EPIFANIA

: Quantu si strudusu, avanti ora cangiti ca mi sta parennu

n'gladiaturi nisciutu da fossa...a comu si chiama?!…da fossa…

PASQUALINO

:(prontamente) A crita (nome di un rione di Catania)

EPIFANIA

: E tu sempri u sbaddu c'iaj, qual'era a fossa de gladiaturi, ca non

mu staju arrivurdannu?


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ADDOLORATA

: Poggh'essiri a fossa de nuciddi4 ?

PASQUALINO

: Ah! Appuntu a fussetta. Avanti forza vò pigghimi na cammisa,

prima ca ti ci mannu a'ttia na fossa de liuni.

EPIFANIA

: E ddocu diceva Jù.Va beni, mamma tu cuntinua

a cunzari a

tavula ca jù ci vò pigghiu na cammisa pulita a Pasqualinu.

(VIA)

PASQUALINO

: Mamma, ma i carusi unni sunu?

ADDOLORATA

: Fora ( intanto

metterà una pentola a bollire sul fornello )

PASQUALINO

: Tutti ddui? Macari Silvestru? Ora ca è ura di mangiari sinni

ivu a ghiucari?

ADDOLORATA

: Ca Epifania mannau a Silvestru a circari a Natalinu, pirchì

niscivu stamatina e ancora non s'arricugghiutu (continuerà  ad

apparecchiare la tavola, mentre Pasqualino si toglierà la giacca la camicia strappata, restando in canottiera ).

SCENA IIIa

PASQUALINO-ADDOLORATA-SILVESTRO-NATALINO

A questo punto entreranno Silvestro e Natalino, quest'ultimo dovrà dare l'impressione di essere bagnato come se fosse caduto in acqua, quindi sucitando stupore e rabbia da parte del padre.

SILVESTRO                : Ciau papà, nuatri semu ccà. Chì'ffà nanna ora si mangia ?

ADDOLORATA   : Sempri ddà l'havi a testa...ca ora mangiamu, non u viri ca staju

cucinannu ?

PASQUALINO         : (che in un primo tempo non si è accorto che Natalino è inzuppato

d'acqua )E tu sempri a mangiari pensi, avanti forza tutti ddui

datici na manu a to nanna a tirminari d'apparecchiari a tavula e a

sistimari i seggi.

NATALINO                 : Ora aiutu, apprima mi cangiu e appoi abbessu i seggi.

PASQUALINO    : Pirchì chi ffà d'accussì non ti cala? T’ha mettiri u dui mazzi ,

s'annunca t'inghiumma?


4nocciloline


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SILVESTRO

: Si a chiddu ci cala macari na furma di pani 'ntuppa sana sana,

(risolente) e ca è....assappanatu .

NATALINO

: Mutu sciamunitu.

ADDOLORATA

: Bih! viremu, vadda?! O cangiti prima ca ti pigghia n'coppu .

PASQUALINO

:(girandosi a guardare, si accorge che il figlio dà l'impressione di essere

caduto in acqua, e con vigoria lo rimprovererà )E chi ti successi?

cascasti a mari? O si suratu ppò troppu travagghiu?

NATALINO

: (prendendolo come scusa)Appuntu propriu, aja circatu travagghiu.

PASQUALINO

: Ah! l'ha circatu?!...e su travagghiavi comu t'arridducevi?

SILVESTRO

: (frecciata contro il fratello) Ca quali suratu, jù quannu u ivi a

circari u truvai ammoddu a funtana da Piazza Cutelli5.

NATALINO

: Sdisanuratu, mutu statti!.. papà non è veru!

PASQUALINO

:(Con furore gli si scaglierà contro, creando così un naturale trambusto,

con Addolorata che cerca si sottrarre il nipote dalle grinfie del genero,

Silvestro che riderà sguaiatamente, Natalino scappa girando attorno al

tavolo )Ahh! Allura tu eri ddu sciamunitu! Veni ccà cosa fitusa,

sdisonestu ca non si javutru, (gli darà qualche ceffone, qualche calcio

senza mai afferrarlo) Non scappari, fatti pigghiari.

NATALINO

: Jù n'aju fattu nenti, ahiaj! Mamma, mamma.

ADDOLORATA

: (gridando) Epifania, veni ajutiti ca su u pigghia u smunta!

NATALINO

:(scappa verso la camera da letto) Mamma ajutimi.  ( V I A )

SCENA IVa

PASQUALINO-ADDOLORATA-SILVESTRO-PROFESSORE

Durante questo tran-tran dove il baccano sarà predominante, aprendo la tenda del soppalco apparirà, la figura del professor Maccarrone.

PROFESSORE    : Ahu Ahu! E comu finiu, e chi è stu schifiu? Ccà ama 'dormiri. chista non è na casa dormevole, chistu è manicomiu di prima

classi. (e scenderà)


5  Piazza di Catania


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PASQUALINO

: Comunqui sempri di prima classi...almenu ddocu non si pò

lamintari ca cià 'rubbamu.(cercando Natalino ) Unni sinni scappau

ddu strafallariu ca u vunghiu comu n'palluni (Va verso la stanza).

PROFESSORE

:(trattenendolo)  Ca  lassatulu  stari,  non  vi  cumprumittiti...

comunqui un poco di rispetto per l'affittuario non fussi mali! E

sparti semu parenti! Oh chi billizza!

PASQUALINO

: Prufissuri ccà nuddu ci manca di rispettu, a lei ci abbiamo

affittato u tettu mortu a postu lettu, e mi pari ca l'alloggiu è di

primissima classi garantito! Comuto, panoramico, con vista

multipla, matarazzo di puro crino, ca ogne tri anni u facemu

arriminari do cardaturi, e quindi...non avi di chi lamintarisi

d'altrondi ppì chiddu ca pava!

ADDOLORATA

:(dando rinforzo al genero) E non ti scurdari il vettovagliamento. Ca

s'ammucca n'cartuni di ova o jornu, pani ccò latti, e n'saccu di

ularii6.(rivolta a Silvestro) veni a nanna amuninni ad jutari a to

matri ca ci duna i robbi a to frati. (Addolorata  e  Silvestro

ESCONO)

SCENA Va

PASQUALINO-PROFESSORE

PROFESSORE

: Eh! U sapeva jù, ca non avennu unni allipparivi, avissuru

ariminatu u cuteddu 'nta chiaja, ma non vi prioccupati ca comu

m'arrivunu  l'arritrati  ca  avanzu  do  Ministeru  di  Grazia  e

Giustizia, vi dugnu tutti 'nta na vota, lira ppì lira. Però chistu

non giustifica u fistinu ca jammati ogne vota, ca siti 'nsemi...e

cioè sempri!

PASQUALINO

: Certu, ppì vui è facili diri ca ccà c'è manicomiu, ma s’avissuru

vistu  a  vostru  figghiu  assappanatu  da  testa  e  peri  comu

‘n'puddicinu, chi avissuru fattu?

PROFESSORE

: Ca certu?! Ci dava na bedda sugghiata comu faciti vui,

d'accussì ‘u sciugava! Appoi mi mitteva a ghittari vuci comu

n'sarvaggiu, facennu curriri macari a chiddi ca stanu a Londra.

Ca o livativi ppì favureddu.

PASQUALINO

: Ma scusatimi, su me figghiu avissa turnatu assappanatu di

suduri ppò troppu travagghiu... e magari a cosa mi calava. Ma


6dolciumi


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nò ca u pezzu di cannaruzzuni ca è, s'abbuddau 'nta funtana da Piazza Cutelli, e addiri ca jù mentri m’arricuggheva, visti a n'cretinu ammoddu comu o purpu, ccu ‘n'rumbrella 'nte manu ca'bballava (imitando il motivo "Ballando sotto la pioggia") comu a Gingiri Roggiru ...LARA' LARALLARA'. Pinsai menu mali ca non c'iaju 'nfigghiu d'accussì cretinu.

PROFESSORE

: D'accussì no!..Cchiù...

PASQUALINO

: Cchiù...Chii??

PROFESSORE

: No dicu, cchiù ...sciamunitu d'accussì, era cosa da cammisa di

forza.

SCENA VIa

PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA-ADDOLORATA

SILVESTRO -NATALINO

Entreranno, Epifania seguita da Addolorata, Silvestro e Natalino

EPIFANIA                     :(con una camicia in mano) Teni ccà c'è a cammisa pulita, chi era

tuttu ddu schifiu? Cu ccù cci ‘ll'avevi u pozzu sapiri ?

PASQUALINO         : Vò sapiri cu ccù cci ‘ll'aveva averu? Pirchì non tu'mmaggini?

A 'ntiliggenza non ti ci'arriva? Ca ccò Prufissuri no?! Cu ccui

c'ià puteva aviri?

PROFESSORE          :(stupito) Ccu 'mmia. Ahu! Don Pasqualinu, chi stati dannu i

nummira? Ma cu schifiu v'anningatu7?

PASQUALINO         :   Sì!   Pirchì,   su   non   m'avissuru  'ntrattinutu, jù   l'avissa

stinnicchiatu comu na sadda a beccaficu, e avissumu avutu

n'mangia pani a tradimentu in menu.

ADDOLORATA   : Avanti, ora basta finemula e pinsamu a mangiari. Forza carusi

assittativi.

EPIFANIA                     : Mamma, prima ca n'assittamu a mangiari c'iaji bisognu cosa? ti

senti bona ?

ADDOLORATA  : Bona mi sentu, non mi servi nenti. Forza Epifania pigghia u

pani!


7Importunato


U' riccu di lastricheddu


3 atti di Angelo Scammacca


Pag


15


EPIFANIA


: Alivi n'arristanu? Unni sunu?


ADDOLORATA


: Certu, adduniti 'nto stipettu.


EPIFANIA


: (prenderà pane, olive,e vino)


Forza assittativi.


Tutti prenderanno posto, Pasqualino ed Epifania al centro, i due ragazzi sul lato sinistro, il professore nel lato destro, l'unica che non siederà sarà la suocera, lasciando immaginare il suo posto in quanto

impegnata a servire i commensali.


PROFESSORE


: Avaja don Pasqualino non ci pinsassi cchiù, i carusi sunu fatti d'accussì. Ora mangiamu, ni vivemu n'bicchieri di vinu e ni inchemu a panza.


PASQUALINO


: A panza china e a sacchetta vacanti (affetterà il pane e mangia, ilprofessore mescerà del vino, i ragazzi mangeranno pane ed olive. Tutti daranno l'impressione di mangiare con animosità, Addolorata servirà a tutti tranne a Pasqualino un uovo sodo, Silvestro lo mangerà subito).


PROFESSORE


: E chi ci pozzu fari jù ? Ca su u pani cc'àlivi vu vuliti 'nficcari 'nta sacchetta siti patruni, i causi de vostri sunu.


NATALINO


: Mamma projmi u sali, ca l'ovu senza sali m'adduppa.


EPIFANIA


: Te'ccà a mamma


(e gli porge il portasale)


PASQUALINO


: T'adduppa? Jù ti dassi sulu u sali, e quantu sparti, pirchì a mia mi pari ca duranti a ... chiamamula...cuttura (gesticolerà imitando ilpancione delle donne incinte) to matri mangiau troppu insipida.


ADDOLORATA


: Ca lassulu 'nta paci a ddu carusu ca è stancu.


PASQUALINO


: Bih ! stancu jè, allura p'arripusarisi forsi e megghiu ca sinni issi a travagghiari, pirchì di oggi in poi 'nta sta casa si mangia fami cu cuntornu di digiunu.


SILVESTRO


:(mostrando un'osso di olivo) Papà cu st'ossu chi fazzu?


PASQUALINO


: E chi ci voi fari? Ca tu sarvi e cchù tardu quannu c'iaj fami ci duni a secunna ripassata.(qunidi rivolto alla moglie) Chissu è tò figghiu!


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

Pag   16

EPIFANIA

: Ca certu, ddocu è me figghiu, quannu fa ddi spirtizzi ca ci

'mpari tu ed è megghiu ca non mi pronunziu, allura è to figghiu.

(quindi rivolgendosi ad Addolorata) Mamma dammi ume ovu.

ADDOLORATA

:  Si  teni  ccà  a‘ttia  ti’ll'aveva  tinutu  ammoddu  tannicchia

superchiu, d'accussi n'tustava megghiu.

PROFESSORE

: St'ovu è bellu d'averu si senti ca è di jaddina.

PASQUALINO

:  Prufissuri,  e  non  ata  pruvatu  chiddi  di  jaddu,  Ah…na

meravigghia.

PROFESSORE

: Ca mu 'mmagginu, su 'nghiaddu fa l'ovu sarà di certu na

miravigghia.

NATALINO

: (Silvestro gli ruba il tuorlo) Papà, ma'rubbau a badda!

PASQUALINO

: (cerca di dargli uno scappellotto) Ahu! Tu tornici a badda a to frati!

SILVESTRO

: (che ormai se l'era messa in bocca e l'aveva masticata) Non cià pozzu

turnari, pirchì oramai m'ammuccai!

NATALINO

: Mih! Non è giustu. Mi livau u piaciri.

PROFESSORE

: E va beni Natalinu, fai finta ca t'ammattivu n'ovu sbaddatu.

PASQUALINO

: Soggira, ma u me ovu quannu arriva? Va finisci ca su coci

ancora addiventa comu o marmuru.

EPIFANIA

: Tu vò pigghiu jù ( parlerà con la madre, e porterà a Pasqualino una

gran patata ).Tè ccà!

PASQUALINO

: Chista? (mostrandola al pubblico). A mia mi pari...

NATALINO

: Na patata!

SILVESTRO

: (tende la mano per acchiapparla) Papà su na voi ma mangiu jù.

PROFESSORE

: Sarà ca è n'ovu n'sitatu cu na patata.

PASQUALINO

: (difendendo la patata) Ma chi scherzu è chistu? N'poviru cristu

dopu n'gniornu di travagghiu si viri prisintata na patata. U me

ovu unni è? Si pò sapiri ?!


U' riccu di lastricheddu

3 atti di Angelo Scammacca

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ADDOLORATA

: (imbarazzata) U tò ovu...oggi... a tò jaddina...non l'ha ... (farà il

gesto con la mano

significando "Niente ")

PASQUALINO

:(ripetendo il gesto) Significasse... no cacò?! U me ovu? S'ha

rifiutau ‘nto me ovu?

EPIFANIA

: Propiu d'accussì!

PROFESSORE

: “Sit jaddina, no ficit ovus, et megghium coddu stiratus!”

SILVESTRO

: Almenu mangiamu pollu.

PASQUALINO

: Ppì na vota! Appoi, jù vistu ca si tratta da me jaddina...non

mangiassi cchiù mancu l'ovu! Ahu…jù c'iaju fami, chi mi duni

di mangiari?

EPIFANIA

: Ti pozzu dari u broru unni vugghemu l'ova.

PASQUALINO

: D'acqua lorda?

PROFESSORE

: Don Pasqualino lorda ci pari? Dda c'è u megghiu.

EPIFANIA

: Ca certu babbu, ddà riseri tutta sustanza.

PASQUALINO

: Bih!Veru è! Chi ci'ava pinsatu? Allura u sarvamu ‘nta brunia, e

ogne matina n'veci do cafè ni pigghiamu na bella tazza di sta

sustanza. Haia caputu ca ma 'ristau sta patata e dui coccia

d'alivi. Epifania, adduniti su 'nto stipu avemu chiappira, e

n'pugnu di passulina, accussì ci dugnu na bella sguazzariata 'nta

panza e aju prontu u sucu ppò stoccu a missinisi.

ADDOLORATA

🙁 nel frattempo non vista avrà preparato un vecchio clistere o una peretta

e  si  avvicinerà  al  tavolo)  Epifania non ti siddiari a mamma,

siccomu mi sentu u stomucu m'barazzatu, prima ca m'assettu a

mangiari, ma fai a lavanna?!

PASQUALINO

: (scattando) Mih! Ma è na camurria, ogne vota ca semu a tavula

si presenta cu stu trociulu, ma chi‘ffà su non stuppa non ci cala?

Beddamatri ca na sumportu cchiù

EPIFANIA

: (alla madre) Jù però prima t'ava'ddumannatu. Avanti amuninni

dda banna (esce assieme alla madre)

( E S C O N O )


SCENA VIIa


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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18

PASQUALINO-PROFESSORE-NATALINO-SILVESTRO

PROFESSORE

: Sarà ca vostra soggira non voli fari a fini do nuzzu8

PASQUALINO

: Ca certu chi ci pari scema? Chidda pensa ca o Jadduriniu9 ci

dununu a mangiari d'accussì 'ngrassa e a Natali ci tirunu u

coddu, allura idda ppì evitari u rischiu, mangia e scarica.

NATALINO

: Jù a sira quannu ma'ritiru, mentri vuatri arunfati, attrovu a

nanna sempri additta, mi dici ca sta lavannu i pignati, però c'iavi

sempri a vucca china. L'autra sira c'erunu 16 scocci di ficurinia e

mi dissi ca l'aveva cuntrullatu ppè furmiculi.

PASQUALINO

: Ahh! Difatti jù a matina quannu i circai, pirchì mi ni vuleva

mangiari dui ccò pani, mi dissi ca l'aveva ittatu; sulu ca non mi

dissi unni.

SILVESTRO

: Ca 'nta panza no?!

SCENA VIIIa

PASQUALINO-PROFESSORE-NATALINO-SILVESTRO

EPIFANIA-ADDOLORATA

ADDOLORATA

:(entra assieme ad Epifania) Epifania m'assettu ccà  'nta

postu

d'accussì mi mangiu l'ovu (uscirà l'uovo dalla tasca del grembiule).

EPIFANIA

: Sì, ca jù 'nto frattempu sbarattu sti pignati.

PASQUALINO

: (alla  suocera)  Ma com'è ca tu c'jai l'ovu e a mia non mi

n'attuccavu?

ADDOLORATA

: Pirchì chistu era u miu (comincerà a mangiare l'uovo)

PROFESSORE

: Ca certu Don Pasqualinu, no ricanuscisturu ca era chiddu di

donna Addulurata (con sarcasmo).

PASQUALINO

: (fortemente perplesso) Ma scusatimi, vulissi capiri su na jaddina,

caca l'ova comu e tiligrammi!  Ccu tantu di destinatariu e

indirizzu! Comu si fa a capiri ca fu propriu u me ovu ca non ci

niscivu?


8Tacchino

9Tacchino


U' riccu di lastricheddu


3 atti di Angelo Scammacca


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EPIFANIA


: Semplici, tu spiegu jù. A mamma ogne ovu ca ricogghi u posa dicennu, ccà c'è l'ovu di Silvestru, chiddu di Natalinu, ddò Prufissuri e così via.


PASQUALINO


: E u miu ci’mpincivu, ma ciù taliasti bonu u cularinu?!


ADDOLORATA      :(improvvisamente si alzerà e scapperà verso il gabinetto trattenendosi la

pancia per l'effetto del clistere, lasciando la tenda aperta per metà)

Effettu mi fici, mi calò, mi calò.

PASQUALINO         : E almenu chiùriti bonu u sipariu.

FINE  I  ATTO


U' riccu di lastricheddu   3 atti di Angelo Scammacca                   Pag        20

I I°  ATTO

SCENA  Ia

PASQUALINO

La mattina seguente, con luci soffuse, sedie messe al contrario sopra la tavola come era solito un tempo quando si lavava il pavimento. Pasqualino uscirà in mutandoni e canottiera, e comincerà ad allenarsi gridandolo in tanti modi il verso dell'arrotino, senza mai però riuscire a dirlo per intero: gutturale, acuto, lirico, sommesso, gracchiante ecc. ecc.,nel frattempo comincerà ad indossare i pantaloni e le scarpe.


PASQUALINO


: (si schiarisce la gola) Ammm! Ammm! nò d'accussì paru n'camiu 'nta cchianata. Ammol... chi schifezza.(Tenorile) Aaaamm, aaaamm...a unni semu all'opira.(Basso) Ammo...nò! Viremu (Acuto) Ammo... ma fazzu d'averu pena, e comu schifiu ci l'hajua ddiri. (L'ultima volta con estrema potenza tipo sirena, in modo cheverranno fuori la moglie, la suocera ed il professore che si riaffaccerà dal


soppalco tutti in curiosi vestiti da notte)..Aaaaammol


SCENA IIa

PASQUALINO-ADDOLORATA-EPIFANIA-PROFESSORE

ADDOLORATA

: (entra) Pasqualinu, figghiu, chi t'acchiappau, chi c'iaj i rogghi10?

PROFESSORE

: (si affaccia) Chi fù, chi c'è ambulamza? mi parsi ca n'tisi a

sirena.

EPIFANIA

:(Allarmata) Chi ti successi ? chi è ca c'iaj, t'azziccasti qualche

resca di pisci ?

PASQUALINO

: E ti pari, sarà ca qualche resca do muccu11 ca ni mangiamu du

anni fa, o matrimoniu di cumpari Neddu, m'azziccò.... ti pari. U

la bestia. (rassicurandoli) No nenti prufissuri, non ci faciti casu,..

turnati a dormiri.

PROFESSORE

:(scendendo in camicia da notte e berretto) Comu non ci fazzu casu, su

vi sintiti mali, cu è ca vi pò dari aiutu si no fazzu jù? 'Nta

parintela sti cosi non si pisunu!

10doglie

11Pesce neonato


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3 atti di Angelo Scammacca

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PASQUALINO

: Va ringraziu, ma non c'jaiu bisognu di nenti, comu viriti sugnu

sanu e chinu di vita.

EPIFANIA

: Chistu u stamu virennu, però non pò'gghessiri ca unu si susi

'nte matinati si metti a ghittari schigghi comu 'nforsennatu,

accussì, tantu ppì ghiucari.

ADDOLORATA

: A cosa non è certu ammissibili, arrusbigghiasti na famigghia.

O  prufissuri  ci  facisti  sautari  a  paparina  ca  u  sdirubbasti

dill'appartamentu.

PROFESSORE

: (precisando) Preco, tettu mortu a postu lettu.

PASQUALINO

: Tettu mortu a postu lettu! (decantandone i pregi) Con aria leggera

e fina, aria di montagna.

PROFESSORE

: Appì'ddaveru u diciti, non mi n'ava addunatu ca era d'accussì

javutu, ‘nsomma, ca c'era tuttu stu sdillivellu.

EPIFANIA

: Eccomu, anzi

vi cunsigghiu,  a sira d'acchianarivi a

slitta,

prima ca avissi a nivicari e all’indumani non putiti scinniri.

PASQUALINO

: Veru è, e comu facemu? Nenti! Voddiri ca ‘n’casu mai vi

jammamu a funivia.

ADDOLORATA

: Epifania, amuninni a matruzza o vistemuni prima ca ni veni na

primunia.

EPIFANIA

: Sì, ragiuni c'jai, ca staju'gghiacciannu.

( V I A )

SCENA IIIa

PASQUALINO- PROFESSORE

PROFESSORE

: Certu Don Pasqualino ca mi facisturu sautari i vermi, mi sentu

u stomucu ca mi fa glu..glu, (in modo sommesso) ora semu

a sulu

si pò sapiri, chi camurria vi successi?

PASQUALINO

: Ma nenti... era na speci di allenamento vocaliziu canoru. Comu

dirivi...  uno  sgorgolamento  della  tubolatura  del  cannarozzo

vanniatorio.

PROFESSORE

: (che non ha capito) Ah?! Mah! N’haia caputu nenti. Forsi sarà

l'età.


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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PASQUALINO

: Per ora non cumprinniti; fra dui minuti vi veni n'coppu di

ringiovanimentu, e la memoria avrà il sopravvento sulla scorcia

della valvola del cirivello e putiti dare sfogo al vostro 'ntuito

(evidenziando intuito)

PROFESSORE

: Jù su ci pirmittiti, vulissi dari sfogu al mio 'ncuito12, vistu ca di

comu mi sdirubbasturu do lettu 'nta panza pari ca si scatinanu i

furii...pirmittitimi (prenderà pantaloni e camicia e velocemente andrà

in bagno).

SCENA IVa

PASQUALINO-EPIFANIA

PASQUALINO

:(appenderà  uno  specchietto  alla  parete,  prenderà  l'occorrente  per

radersi, comincerà ad insaponarsi. Se il protagonista dovesse avere la

barba, allora userà forbice e pettine. Nel frattempo chiamerà la moglie).

Epifania, Epifania, appoi c'iavi na 'ntisa aahh! A 'pprima vuci,

mi  fa  ghittari  sangu,  jaiu  vogghia  di  sbraitari....Epifania

surdania!

EPIFANIA

:(entrando) Ohooo! E chi voi? ccà sugnu, ruttura di coddu, mancu

u tempu di vistirimi mi duni, chi è ca c'jai?

PASQUALINO

:(continuando ad insaponarsi) Strogghi e carusi.

EPIFANIA

: Ora? Cu sta matinata? Ca falli dormiri. Mancu su si n'aunu

a'gghiri a travagghiari.

PASQUALINO

: Ppì l'appuntu. Di oggi in poi 'nta sta casa si cancia ebbrica.

Maccagnuni basta cchiù!

EPIFANIA

: Ma scusa, unni si n'avissunu a' gghiri a travagghiari d'accussi a

motti subitania .

PASQUALINO

: Tò figghiu u ranni, si pò 'gghiri a scriviri a sdisoccupazioni.

Pirchì, jù non ci pozzu n'cugnari cchiù. Sdisonesti dopu dudici

anni ma tagghianu!

EPIFANIA

: E va beni. Ancora ci pensi?

PASQUALINO

: Eccomu su ci pensu, mi mancavunu l'ultimi tri anni, accussì

accucchiava 15 anni di sdisoccupazioni, e aveva u minimu da


12diarrea


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pinsioni di disoccupatu. Fossi stato il primo pensionato in Italia,

con quindici anni di sdisoccupazione.

EPIFANIA

: Ma allura a Silvestru u pozzu lassari dormiri?

PASQUALINO

: Silvestru oggi 'ncumincia a tirari u carrettu ccu so patri,

s'impara un misteri nobili. Avanti forza sdirubili do lettu. Prima

ca fanu i chiaj.

SCENA Va

PASQUALINO-EPIFANIA-SILVESTRO-NATALINO

EPIFANIA

:(aprirà gli sportelli sotto il soppalco e scioglierà le corde che tengono

Silvestro il quale dormirà seduto in uno sgabello, mentre Natalino sarà in

una sediolina con i piedi poggiati uno nella pancia e l’altro nella spalla di

Silvestro. Entrambi in curiosi pigiami). Silvestru, avaja a mamma

susiti, avanti Silvistruzzu!

PASQUALINO

: Levici u Silvi e lassici u Struzzu, su cunsidiri quantu mangia...

EPIFANIA

: Ca lassulu 'nta paci, forza Natalinu o pigghiti i soddi da

disoccupazioni.

PASQUALINO

: (ironicamente) Annachiti, prima ca speddunu, u la bestia!

SILVESTRO

:(si alzerà ma conserverà la curiosa sagoma di com'era seduto, camminerà

rannicchiato) Ahjai, Ahjai mamma, m'aggrancanu i iammi.

EPIFANIA

: Aspetta ca ti stiramu, veni ccà Pasqualinu aiutimi a sdillabbrari

u picciriddu.

SILVESTRO

: (rivolgendosi alla madre) Mamma ... quannu mori a nanna?

EPIFANIA

: Chi ni sacciu jù, ma chi dumanni sunu chisti? Ca quannu u

Signuri a chiama...

SILVESTRO

: E u Signuri quannu a chiama?

PASQUALINO

: (intervenendo)Quannu u papà ci telefona, avvisannulu ca su a

jaddina sbagghia nautra vota l'indirizzu...affuca a nanna.

Nello stesso tempo anche Natalino si sarà alzato. Mentre Pasqualino afferrà Silvestro sotto le ascelle, Epifania lo trattiene per i piedi in modo da stirarlo per fargli riprendere la posizione eretta, Silvestro esternerà qualche "ahjai, alleggiu".


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24

NATALINO

: (stirandosi) Allò ! Wari jù boy ?

PASQUALINO

: Vidisti n'moi13?

NATALINO

: Genitor, olvais scherzos, sempri sghirzusu, jù bigghi e baddh.

PASQUALINO

: Chi pigghiu jù?

NATALINO

: E chi ni sacciu! Ai do nou !

PASQUALINO

: Jù pigghiu l'ovu? Ahu figghiu di n'chiappata macari tu ti ci

metti, avanti forza smammamu, o vestiti prima ca scura e

t'attrovi prontu ppì curcariti.

NATALINO

: (andando a vestirsi in camera da letto, rivogendosi a Silvestro), Brodi

sdillabriti che affitir ni sucamu u milcki.(fratello, stirati che poi

beviamo il latte)

PASQUALINO

: Annachiti, prima ca tu dugnu jù  u broru di Tommy Micchi14,

(lo rincorre cercando di dargli uno scappellotto, ritorna allo specchio)

NATALINO

: Ahiai, Ahiai…. (senza aver preso botte)

(  V I A

)

EPIFANIA

: (rivolta a Natalino) Veni ccà a mammuzza o vestiti prima ca ti

pigghia n'coppu

( V I A )

PASQUALINO

:(prendendo un padella) Pirchì su non ti veni, tu dugnu jù.

SCENA VIa

PASQUALINO-SILVESTRO

Mentre Pasqualino ha quasi finito di insaponarsi e comincia a radersi, Silvestro indossa i pantaloni, camicia, maglione appoggiati in una sedia.


SILVESTRO


: (fa una sua riflessione) Papà ora ca veni cannaluvari chi fazzu?


PASQUALINO


: Ci rapi a porta e u fai trasiri, chi u voi lassari fora?


SILVESTRO


: Avaja papà, c'jai sempri u sbaddu?! Jù ti vogghiu diri comu mi vestu?


PASQUALINO


: E chi mi cunti a'mmia, vestiti di manuvali e ti ni vai a carricari madduni 'nta muratura.


13bue

14Tom Mix (famoso caw-boy)


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SILVESTRO

: Staju pinsannu.... e su mi vestu di buttigghia?

PASQUALINO

: Mih! Bellu, mi piaci.

SILVESTRO

: Però su cascu 'nterra mi rumpu?

PASQUALINO

: Ca certu! Tu n'hai vistu buttigghi ca non si rumpunu?

SILVESTRO

: Allura… mi vestu di alvuru.

PASQUALINO

: Bravu, mi piaci cu tutti ddi fogghi 'mpiccicati 'nta ricchi, 'nta

vucca, 'nta l'occhi! Bellu.

SILVESTRO

:(dimostrando un disappunto) I fogghi ‘mpiccicati? Sannunca... mi

pozzu vestiri di muru?! Ahh…chi dici ?! Non è bellu di muru?

PASQUALINO

: Magnificu, chistu è n'bellu vistitu. Piccatu ca ci sunu i cani.

SILVESTRO

: Pirchì tu chi dici, ca i cani passunu e mi...mi pisciunu?

PASQUALINO

: Tu cchi pensi?! Ca quannu ci scappa si ni vanu o cessu

pubblicu?

SILVESTRO

: Chi camurria....avaja papà...comu m'haja'vvestiri?

PASQUALINO

: E chi ni sacciu jù, pirchì mi stoni?

SILVESTRO

: Di Tarzini, ahh?!… Non è bellu Tarzini ?

PASQUALINO

: Oh! finalmenti n'vistitu originali, ti ni vai a villa, t'arrampichi

'nta na sipala di ficurinia, scausu, ccu ddu bellu custumeddu di

pilliccia.

SILVESTRO

: Anura? M'haja 'vvestiri anura?

PASQUALINO

: Nooo! Ti poi mettiri u cappottu, cretinu! Ma tu l'hai vistu mai a

Tarzini ccò cappottu?!

SILESTRO

: Mih...! mi staju siddiannu. Allura chi fazzu?

PASQUALINO

: Schifu! Non t'abbasta?

SILVESTRO

:(finalmente trova la soluzione) Di turcu! Basta, mi vestu di turcu ?!


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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PASQUALINO

: Ohh, menu mali. Pirchì su cuntinuava n'autru t'annicchia,

passava carnaluvari e tu ancora pinsavi comu t'ava a ‘vestiri.

SILVESTRO

: E comu mi tingiu? Ci vulissi na cosa niura.

PASQUALINO

: Ca certu, non è ca ti poi tingiri di turcu ca quacina, chidda

janca è!

SILVESTRO

:(trovando la soluzione) Cc’alivi niuri! A nanna i'ccattau.

PASQUALINO

: Bravu, giustu, cc'alivu niuru va beni.

SILVESTRO

:(prenderà un olivo nero ed in disparte comincerà a strofinarselo in faccia,

senza guardarsi allo specchio, quindi rivolto a Pasqualino gli farà...)

Buu!

PASQUALINO

:(che sta completando di radersi)Matri, mi scantai e cu sì?

SILVESTRO

: Jù sugnu!

PASQUALINO

: Tu cui?

SILVESTRO

: Jù Silvestru, chi fà non mi canusci?

PASQUALINO

:Bihh! Chi sì lariu, non t’ava ricanusciutu.

SILVESTRO

:(andrà di corsa in camera a guardarsi nello specchio)Mih! quantu mi

vaju a taliari 'nto specchiu granni.

( V I A dentro )

PASQUALINO

: (che avrà finito di radersi, comincerà a sciacquarsi la faccia ).

SILVESTRO

:(rientra afflitto) Ma quali, unn'è ca sugnu niuru? Jù sugnu sempri

u stissu.

PASQUALINO

: Ppì forza, tu curristi e co ventu si scancillau.

SILVESTRO

: Ahju caputu vah, quantu mi vò vesto

( V I A dentro )

PASQUALINO

: E annachiti ca a'ttia aspettu.


SCENA VII a


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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PASQUALINO-PROFESSORE

PROFESSORE

:(sporgendo la testa dalla tenda) Avaja Don Pasqualino a stu carusu

u stati facennu rincretiniri, ppì favuri pruitimi qualche pezzu di

carta ca 'nto chiovu non ci n'è appizzata.

PASQUALINO

:(strapperà  qualche  pezzo  di  carta  da  un  giornale)  Tiniti  ccà

acchiappati.(quindi parlando da solo) C'ianu u sbaddu...comu mi

vestu...a  buttigghia  si  rumpi,  u  cani  mi  piscia,  carduni  e

pagghiolu..pirchì non si vesti di spurtellu di banca viremu cu è

ca ci n'cafudda i soddi! Ahh ...appoi d'autru, u ranni dicu...Uhhh

quanto è spertu, strabilianti! Chiddu è tantu miricanu ca su

nasceva a'merica, i veri miricani s'avissinu sintutu fora postu e

s'inn'avissunu vinutu in Italia e u lassavunu sulu e minnicu.

PROFESSORE

:(uscendo già vestito) Don Pasqualino e chì parrati sulu? Oggi mala

pigghiata accuminciau. Arrusbigghiasturu na famigghia sana

che setti matinati, chì vi successi si pò sapiri? Siti sicuru ca vi

sintiti bonu? Vaju dittu ca ccu'mmia putiti parrari, su non

n'ajutamu 'nta parintela...

PASQUALINO

:  A  propositu,  io  gradiressi  ca  mi  sdillucidassiru  questo

'ntrignu15. Jù non m'aju pututu raccapizzari, com'è ca nuatri

semu parenti.

PROFESSORE

: Ca semplici no?! Vu ricordati quannu vostra figghia Stefania si

fici a cresima? E Neddu u marmuraru ci fici u patrozzu; tant'è

c'addivintasturu cumpari, speru ca chistu vu raccapezzolati?!

PASQUALINO

: Non smento, non smento...cuntinuvati.

PROFESSORE

: Dunque, ddu jornu jù era assittatu 'nti Giuvanni u varveri,

aspittannu ca avisa vinutu qualchedunu ppì farsi a varva e avissa

purtatu u giurnali...d'accussì jù mu puteva leggiri in santa paci.

PASQUALINO

: Certu, pirchì su vucc'attavuru non è ca vu putevuru leggiri ccà

paci.

PROFESSORE

: Appuntu! Allura Neddu passannu ddà d'avanti mi dissi: Nofriu

fammi cumpagnia quantu ci portu u certificatu da me cresima a

chiesa, pirchì c'jaia'ffari u patrozzu a Stefania a figghia di

Pasqualino Cachia. (e si fermerà nel proseguire)

PASQUALINO

: Eh !


15mistero


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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PROFESSORE

: Eh !

PASQUALINO

: Eh!(ripetendo e gesticolando con mano come dire allora!

PROFESSORE

: Eh ! Eh!

PASQUALINO

: Bih ! vadda che bella e chi c'è l'ecu. Ehh allura?

PROFESSORE

: Allura a lei nenti ci pari ca jù ci fici cumpagnia? Ppì lei nenti

significa? Io sono parente di accompagnamento di certificato.

PASQUALINO

: Ahh ! Ragiuni aviti ! Ca certu cu na parintela accussì stritta

jautru! E cu vi pò diri cosa? Finalmente u staju capennu.

SCENA VIIIa

PASQUALINO-NATALINO-PROFESSORE

NATALINO

:(uscirà vestito con un fagotto sotto braccio, masticando e stirando gomma

da masticare ) Sabbenarica prufissuri.

PROFESSORE

:  Ben  alzato  Natalinu,  chi  ti  successi,  non  putisti  dormiri

stamatina, t'acchiappau l'insonnia?

NATALINO

: Yessi... l'insonnia chiamata "Pasqualinu".

PASQUALINO

: E tu jochici, ca tinn'adduni. Pirchì su dugnu vuci... e me

canuscenzi, cosa ca non vogghiu fari, e tu u sai ca n'haiu

n'catafasciu,  t'attrovu  dui  tri  travagghiteddi  su  misura  ca

t'arricrii. Di matina ti mannu a fari u pannitteri, e comu minimu

ti susi e quattru, comu smunti...versu minziornu p'arrifriscariti u

ciriveddu di tuttu ddu garn caluri, ti ni vaj a scaricari balati di

ghiacciu a piscaria...finu e sei e setti di sira. Dopu t'arricogghi....

PROFESSORE

: Mangi e ti vò'cucchi .

PASQUALINO

: Mangia? Ca ora?! Sì cangia! Pirchì sarà assappanatu...e si ni và

a fari a vardia notturna a cuntrullari i saricineschi, macari...

dicemu finu all'una e poi javi vogghia di dormiri.


U' riccu di lastricheddu

3 atti di Angelo Scammacca

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NATALINO

: Haja caputu quantu cangiu aria ca è megghiu, i robbi ppì

cangiarimi cill’haju, quantu mi vo scrivu o collocamentu.

PASQUALINO

: Bravu a vistu cà u'nzirtasti, o cerchiti u travagghiu! E ghjettila

sta stiricallonga (chewingum)

PROFESSORE

: Vai vai!

NATALINO

: Bay bay ( come un abbaiare di cane)

( V I A )

PASQUALINO

: Miau miau...chistu saluta comu o cani.

SCENA IXa

PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA-ADDOLORATA

SILVESTRO

PROFESSORE

: Ora u sapiti cchì' ffazzu? mi ni vaju a villa e varagghi16

m'assettu n'ta n'sidili aspettu ca veni qualcunu ccò giurnali, mi ci

n'cugnu e mi leggiu u bellu giurnali. Anzi apprima mi vivu un

muccuneddu di latti.( versa mezzo litro di latte in una tazza e beve).

PASQUALINO

: N'muccuneddu?! Menu mali, pirchì su ni vulevuru 'nquartu vu

putevuru cunzari n'to vacili.(mentre indossa la camicia, cravatta e

giacca sdruciti; uscirà la moglie con la suocera e Silvestro)Ah! Ccà siti

finalmenti.

ADDOLORATA

: ( dando un involto come se ci fosse un filone da un chilo di pane) Teni a

nanna, su ti fa famuzza...

PASQUALINO

: Ti mangi stu muzzucuneddu di pani, siddu n'veci ti fa fami... ti

mangi l'ossa cco sali. Avanti, forza camina ca oggi impari una

nobilissima arte. (comincia a scoprire una vecchia bicicletta a pedali

usata dagli arrotini, che con la ruota posteriore azionava una mola;

lattina per l'acqua).

EPIFANIA

: Ahu! Attentu o picciriddu, no fari strapazzari.Prima ca...

PASQUALINO

: Si ci smovi l'inappitenza, stai tranquilla. Avanti rapemu a

porta, e tu ammutta ca oggi si mangia!  (non appena fuori ripeterà il

verso in modo sgangherato) ARROTINOOO....Ammola foffici e

cuteddi.

(Pasqualino e Silvestro E S C O N O )


16Villa Pacini di Catania, così chiamata perché frequentata da vecchi che sbadigliano


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SCENA Xa

PROFESSORE-EPIFANIA-ADDOLORATA

PROFESSORE

: Ata caputu chi erunu ddi schigghi ca faceva, si stava allinannu.

EPIFANIA

: U lu bestia, e chi ni vannia a nuatri davanti a porta?!

ADDOLORATA

: E su ni l'ava vanniari a nuatri chi bisognu c'era ca nisceva, ni

'mmulava ccà e bonanotti.

PROFESSORE

🙁 indosserà la giacca, il cappotto e bastone ed uscirà) Va beni ora

nesciu ca c'jaiu n'appuntamentu 'mpurtanti, ni viremu versu ura

di pranzu. Con pirmissu.

( V I A dalla comune )

EPIFANIA

: Faciti ccu comudu.

ADDOLORATA

: A vui aspittamu ppi mangiari.

SCENA XIa

EPIFANIA-ADDOLORATA

Cominciano a rassettare il disordine, sedie, tovaglia, daranno qualche colpo di scopa. Addolorata metterà a bollire un osso per fare il brodo.


ADDOLORATA


: Ma a tò figghia Stefania l'hai 'ntisu?


EPIFANIA


: Ca quali, javi dui jorna ca na sentu.


ADDOLORATA


: E ti pari, sarà ca 'Gnaziu o è malatu, o è 'mpignatu ppì travagghiu.


EPIFANIA


:(con velato sarcasmo) A certu pirchì chiddu quannu si tratta di travagghiari lassa macari soddi a cuntari (continuando a rassettare)


ADDOLORATA


: Allura com'è ca è sempri disoccupatu...


EPIFANIA


: E macari spasulatu?! Non l'haju pututu capiri; ma prima o poi qualche travagghiu u Signuri ciù sdirubba.


ADDOLORATA


: E chiddu, ppì non si fari 'ncagghiari, è capaci ca si sposta continuamenti.


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SCENA XIIa

EPIFANIA-ADDOLORATA-STEFANIA-IGNAZIO ( SUONANO ALLA PORTA )


EPIFANIA


🙁aprendo farà entrare Stefania ed Ignazio)

'nchianu.


Ohh! i sparrati niscenu


STEFANIA


: Ciau mamma, ciau nonna (bacio).


ADDOLORATA


: Ciau a niputi


IGNAZIO


: Bongiornu soggira; (una carezzina) nannaaaa... beddamatri ca si jù era chiù vecchiu....(alzerà il coperchio annusando)


STEFANIA


: Vinni evuru 'nsemi all'ospiziu.


IGNAZIO


: E chi è non si mangia?


EPIFANIA


:(rivolta alla madre) Ca quali ...salutivu è.


ADDOLORATA


: Jautru, salutivu e affamatu.(qunidi rivolgendosi ad Ignazio) chiù'ttardu a ura di pranzu c'è u broru.


Ora


IGNAZIO


: Bonu ca a'mmia a carni a broru mi piaci.


ADDOLORATA


: Carni? E cu a parratu di carni! Broru e basta. Acqua cu dui fogghi d'addauru.


STEFANIA


: Mamma i carusi unni sunu?


EPIFANIA


: Ca Natalinu...ava 'mettiri manu ppò travagghiu. E Silvestru si ni ivu cù tò patri.


IGNAZIO


: Ahu vi fazzu arririri, mentri stavumu vinennu ccà, di luntanu sintevumu a n'cretinu ca vanniava "Arottino, ci sugnu jù ca vi'mmolu e vi'llimo", e si misi a vanniari davanti a porta di Minicu Filabbussu (fa il gesto delle corna)chiddu ca sò muggheri....ci stampau. E allura Minicu ci dissi sì, sì, 'ncugnati. Ahu....strugghivu i cani, e vu lassu 'mmagginari.


EPIFANIA


:(che ha capito di chi si sta parlando) Sempri cretinu è! Ora s'infilò 'nta stautru affari.


STEFANIA


: Ma di cu stai parrannu? Ca non ti capisciu.


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ADDOLORATA

: Nenti cosi nostri sunu, appoi capirai.

IGNAZIO

: Ma me soggiru unni è? Ca c'jaiu a proporri n'affari.

EPIFANIA

: Ppì favuri, non criru ca è unu de tò soliti affari, comu a chiddu

di l'anno scorsu, ca dopu ca ni facisti jammari a pompa da

binzina all'isola, scopremu ca ddà c'era u divietu e ca non

putevunu caminari i machini.

IGNAZIO

: Quantu a faciti tragica...prima o poi s’ana siddiari di caminari

a’pperi.

SCENA XIIIa

EPIFANIA-ADDOLORATA-IGNAZIO-STEFANIA

PASQUALINO-SILVESTRO

Apparendo sulla comune Pasqualino seguito da Silvestro con la camicia strappata e fuori dai pantaloni dando così l'impressione di aver lottato contro dei felini, sarà sconvolto e stravolto.

PASQUALINO         : (a silvestro) Prestu trasi e chiuri...e aiutiti cretinu!

STEFANIA                   : Papà chi fù, chi ti successi?

EPIFANIA                     : Bih! N'autra vota ti strariasti? E sempri corpa porti?

IGNAZIO                        : Chi ven’addiri n'autra vota ti strariasti?! (con fare da protettore).

Cu cui è ca si strariavu già, dimmillu a 'mia ca ci scugnu i jangulara

PASQUALINO         :(avvicinamdosi al genero lo controlla prima da un lato, poi dall'altro)

Viremu, sì! Tuttu dui ci 'lhai aricchi, e allura ci poi iri! Ca levici

manu, ca tu non sì cosa mancu di farici u squatruni ccò

pospiru17.

ADDOLORATA   : Ma 'nsomma, tu non ti poi arricogghiri sempri scicatu e

sminnittiatu, comu su vinissi da guerra di l'Africa.

PASQUALINO         : E appuntu di Africa si tratta. Pirchì chiddi non erunu cani,

chiddi erunu liuni travistuti di cani.


17Un tempo si usava difendersi dai malfattori, con il bastone da passeggio, che saputo usare diventava un’arma.


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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IGNAZIO

:(rendendosi conto) Cu eri tu u'mmola forbici e cuteddi? Ah,Ah!

Staju murennu signuri mei…ah. ah. ah (riderà)

EPIFANIA

: Ma almenu qualche cosa a varagnasti ?

PASQUALINO

: Ca certu! Chi vaju a travagghiari ppì nenti? Ammulai na

furbicidda.

SILVESTRO

: Na furbicidda?? Voddiri, era na forbici tanta (grande da sarto), e

iddu  a  furia  d’ammulari  ci’arridduciu  accussì  (simula  una

forbicina). Donna Mara quannu si ‘ntisi addumannari 50 liri, e si

visti cunsignari dda cusicedda ci vuleva ittari manu. (si tocca il

ginocchio) Ahjai, m'abbamba u rinocchiu, quantu mi ci mettu

t'annicchia di spiritu. Ca ppì scappari de cani attruppicai e mu

sgaggiai.

EPIFANIA

:(assieme ad Addolorata e Stefania) Bih…veni dda banna, talia comu

si cunsumau, sdisinfittamula prima ca ti cogghi. (VIA dal centro)

SCENA XIVa

PASQUALINO-IGNAZIO

Mentre Pasqualino si spoglia, Ignazio gli porgerà la camicia

appesa in un appendiabiti.

IGNAZIO

: Teni 'nficchiti sta cammisa prima ca agghiacci. Ma chi ti metti

a'mmulari cuteddi?! A mia m'ana propostu n'affari, ca su ni va

ritta ca ni va ritta.....

PASQUALINO

: (serafico) Ni cunnannunu senza mancu prucissarini. Su inveci ni

va storta.....ni fucilunu.

IGNAZIO

: Ahu, ma quantu si pessimista, e ca tu non c'iaju fiutu pill'affari.

PASQUALINO

: Veru è, jù non c'iaju u fiutu! Ma tu non c'iaj i soddi, e siccomu

ora picciuli non ci n'haiu mancu jù, i tò affari proponiccilli

all'ostetricu, o a chiddi ca vinnunu tabbuti.... pirchì chiddi i

soddi l'anu sempri; di che munnu e munnu, si nasci e si mori.

IGNAZIO

: Ma chistu è n'affari di oru.

PASQUALINO

: E offriccillu o gioilleri e leviti davanti a mmia, ca sugnu stancu

d'arricchiri cu 'stàffari ca mi porti. I troppi sordi appoi va 'finiri

ca camuliunu. Non è ca pozzu dari soddi a tutti, a ppì cu mi

pigghiasti? Ppò riccu di lastricheddu! Arivodditi, ca si dici:

“ciumi la duna acqua a tanti banni, a qualcunu veni menu”!


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(Ignazio offeso prenderà un vecchio rotocalco e si metterà a leggere, mentre Pasqualino tirerà fuori dalla tasca una schedina di totocalcio e comincerà a buttare dei risultati) Mi fazzu sta schedina.(dopo alcuni risultati) Lecco-Crema (al pubblico) sarà a squadra de pasticceri:

"per" ca ci fazzu "per" pareggiu! Fiorentina-Atalanta, chista è a squadra de chiancheri, mangiunu custati a fiorentina, arinfuzzati sunu: ccà ci’ntappu “unu”! Sampi e Doria-Cosenza, sampi e doria dui contru a unu: ci voli “unu” Lanerossi Vicenza - Internazionale, uhmm....nenti, Internazionali!, ci'ntappu 'n dui

quantu a na casa,(riflette ad alta voce) Internazionali u stissu nomu u dici, non po perdiri (ancora non avrà scritto il due, quando....)

SCENA XVa

PASQUALINO-IGNAZIO-SILVESTRO.

SILVESTRO

:(qualche attimo pima, entrando sarà incuriosito e avvicinandosi al padre

involontariamente lo urterà nel braccio e gli farà fare un segno di 1 nella

schedina).Papà chi stai iucannu a sisal....bih scusa non u fici

'apposta!

PASQUALINO

: Cretinu, bestia, mi facisti sbagghiari, mi facisti fari a 'nsinga

n'to Lanerossi, chisti non anu vinciutu mai na partita (gli da uno

scappellotto)

SILVESTRO

: Mih, chi ci pozzu fari, su attruppicaj! Ahjai ora mi duna

scoppuli.

PASQUALINO

: E dopu ca sì uvvulu! Ora comu fazzu ca schedini non n'haiu

cchiù.

IGNAZIO

: E chi ci fà, dici ca soddi assai non ni voi ca ti fannu a camula.

PASQUALINO

: Jù stava pinsannu:  chiddi ca m'assupecchiunu ci dugnu a me

jenniru! Pasienza voddiri ca ppì sta vota...non vinci. (continua a

scrivere) Pro Patria-Triestina, u nomu stissu u dici...Patria, Eh!

chi fà a Patria perdi? Quannu mai! Ccà bellu unu!

SCENA XVIa

PASQUALINO-IGNAZIO-SILVESTRO- ADDOLORATA

EPIFANIA-STEFANIA -

Entrano :  Epifania, Addolorata,Stefania.

STEFANIA

: Papà chi stai iucannu a schedina?

EPIFANIA

: Bih! st'autra nuvità c'è ora?


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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ADDOLORATA

:(sarcastica) Mentri ca c'è stu benessiri?!

IGNAZIO

: (a muso stretto) Sulu ppì'mmia u ...spurtellu è chiusu.

SILVESTRO

: Papà su vincemu chi facemu?

PASQUALINO

: Su vinciu chi fazzu?... M'accattu a Seicentu.

SILVESTRO

: Mih! Bellu, u primu ci vegnu jù a pigghiari a machina.

ci'acchianu u primu di tutti!

EPIFANIA

:(risentita, lo redarguisce veemente) Chi ffà? Tu ti staj intra, ca ccò

papà ci vaju jù !

La scena comincerà a caricarsi nei toni e nella rapidità, creando una notevole confusione, che tenderà a sfociare in un litigio.


IGNAZIO


:Non fussi giustu ca cu me soggiru ci issi jù, vistu ca semu soci?


ADDOLORATA


: Pirchì jù non cuntu? Sugnu bona sulu ppì stari e furnelli? Jù sugnu a cchiù granni e m'attocca a'mmia.


STEFANIA


: Nanna jù sugnu l'unica figghia fimmina e a liggi dici....


SILVESTRO


: Quali liggi e liggi, ci'achianu jù!


(a questo punto si creerà il caos ).


PASQUALINO


: Ohoooo! Basta! Scinniti tutti, e n'acchiana cchiù nuddu! Vadda che bella, Jù! Tu! Sì! No! A machina a vò pigghiu sulu, a portu sutta a casa e ni facemu na bella passiata.


EPIFANIA


: E ‘nta machina comu n'assittamu? Jù m’assettu d'avanti!


PASQUALINO


: Giustu,aspittati! (sistemerà sul palco 5 sedie come se fossero i sedilidell'auto, due davanti e tre dietro e siederanno con questa sequenza; nelle due davanti lui e la moglie, mentre dietro la suocera la figlia il genero con addosso Silvestro. Farà sedere prima la moglie, poi la farà scendere, perchè dietro dovrà far salire la suocera quindi sarà costretto ad inclinare la sedia in avanti come si fà con il sedile dell'auto. Poi rifarà lo stesso con


gli altri dell'altro lato)Allura tu t'assetti ccà (fa sedere Epifania)


EPIFANIA


:(che darà segni di soddisfazione, si sitemerà la gonna)


AHH!


PASQUALINO EPIFANIA


: No! aspetta scinni. (soddisfazione degli altri)

: E pirchì aia scinniri, chi ti scanti ca a machina mi distrubba.


U' riccu di lastricheddu   3 atti di Angelo Scammacca                   Pag        36

PASQUALINO

: Muta, gnuranti veicolare, s’apprima n'acchiana to matri, ppi

falla assittari chi ta fazzu scavarcari di incoddu. Avanti soggira

(la fa sedere nella sedia dietro a quella di Epifania). Eccu ora tu ti poi

assittari a caputu? (rivolto agli altri) Allura Stefania si metti n'to

menzu, tu 'Ngaziu t'assetti ccà e Silvestru 'ncoddu a'ttia. Allura

comu stati? Ora m'assettu jù. Ahhh! bellissimu .

EPIFANIA

: E chi fai ? non parti ?

PASQUALINO

: E si tu non chiuri u spurtellu comu partu.

EPIFANIA

: (si acorge che il coperchio del water è aperto e lo chiude) Ecco fatto.

PASQUALINO

: O la bestia, u cummoghiu do cessu chiuriu! (simuleranno un pò di

marcia, qualche curva, felicità di tutti, saluti ai passanti)

IGNAZIO

: Silvestru (ballerà sulle gambe di Ignazio), ca statti fermu ca mi

scafazzi.

SCENA XVIIa

PASQUALINO-EPIFANIA-ADDOLORATA-SILVESTRO

IGNAZIO-STEFANIA-PROFESSORE

PROFESSORE

:(provenendo da fuori) E chi successi, unni semu a giostra?

EPIFANIA

: Prufissuri ci piaci a machina? Acchianassi, forza acchianassi.

PROFESSORE

: E unni acchianu, ca di intra postu non ci nnè

PASQUALINO

: Prufissuri mittitivi d'arreri, che peri 'nto paraurti e vi tiniti 'nta

cappotta  (si  metterà  con  i  piedi  nelle  sbarre  di  dietro  delle

sedie,tenendosi con le mani nelle spalliere, tutti saluteranno) Apposto si

parte!

F I N E  I I° A T T O


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III° ATTO

SCENA Ia

PASQUALINO - PROFESSORE - SILVESTRO

Qualche giorno dopo, è il giorno di una scampagnata, Pasqualino grazie alla gomitata di Silvestro ha fatto dodici, con la schedina.

Pronti per la partenza

PROFESSORE          : Don Pasqualino finalmente avemu a machina, bella! Bella

daveru !

PASQUALINO         : Piccatu ca ppì'ncaddozzu sgangai u tridici, m'appi a cuntintari

do durici. Mah! ducentu mila liri, boni ppì l'anticipu, megghiu di

nenti, ppò restu ci firmai 120 cambiali.

SILVESTRO                :(con ironia) Menu mali, tuttu meritu tò.

PASQUALINO         : Pirchì chi civulissi diri, a schedina non ma jucai jù?

PROFESSORE          : Certu, a jucasturu vui. Ma su Silvestru non v'ammuttava u

vrazzu,    vogghiu     vidiri     vui     chi     avissuru       n'zittatu.

Propatria..Mih!a Patria vinci, UNU! Assai ni capiti, pessi setti a

zeru!

SILVESTRO                : E sparti mi desi macari corpa, pirchì secunnu iddu l'ava fattu

sbagghiari. Ci fici n'zirtari u Lanerossi ca vinciu e abbattivu l'Internazionali.

PASQUALINO         : Nenti ci fa, i corpa non ana fattu mai mali.

PROFESSORE          : Jù cridu, ca chiddu ca si'ssuppa na pensa d'accussì!

PASQUALINO         :(rivolto al figlio) Nenti, non ci fari casu, cunsidirali n'accuntu ppà

prossima vota.

SILVESTRO                : Avanti papà, dammi i chiavi da machina ca accuminciu a

grapiri e a fazzu rinfriscari.

PASQUALINO         : Teni e stai attentu, non cumminari vaj o solitu tò!

SILVESTRO                :(contento prende le chiavi) D’assutta sugnu. (V I A dalla comune )


SCENA IIa


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PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA-ADDOLORATA

ADDOLORTATA:(entrerà con un cesto di frutta) Ccà semu, pronti. Ni putemu fari sta scampagnata.

EPIFANIA

:(avrà una teglia coperta da un grande tovagliolo come se portasse della

pasta al forno) Mih! sta pasta o furnu vinni na billizza, mentri ca a

cummari ava'ddumatu u furnu n'apprufittai!

PASQUALINO

: Ahh…chi ciauru, staju svinennu, prufissuri ciaurati ccà.

PROFESSORE

: Uhmmm! S'arrusbigghiunu i morti, ahu, don Pasqualino non ni

scuddamu u vinu.

PASQUALINO

: S'annunca v'adduppa! Non vi prioccupati ca non mu scoddu.

Ora comu ci spuntamu 'nti me niputi a Siracusa, chidda ca no

sapi ca m'accattai a machina, e ccu sta bella pasta o furnu...chi

ciauru. Forza avanti semu pronti? (prenderà un fiasco col vino)

TUTTI

: Prontissimi!

PASQUALINO

: E allura partenza! (Spegnerà la luce ed usciranno, si sentirà chiudere

la porta a chiave. Dopo qualche secondo di scena vuota, si risentirà

rumore di chiavi rientreranno tutti imbronciati, con la teglia della pasta al

forno vuota in mano a Pasqualino, il quale entrerà per ultimo, si dovrà

avere l'impressione come se il tempo fosse trascorso ed è il rientro della

scampagnata, cosa che così non è)

SCENA IIIa

PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA -ADDOLORATA

SILVESTRO

EPIFANIA

: Sugnu avviluta, non c'iaju mancu jammu di moriri.

ADDOLORATA

:(con sarcasmo) Ca certu dopu na scampagnata di chissa.

PROFESSORE

: Signuri mei, arristai siccu 'nte robbi.

SILVESTRO

:(entrando precederà il padre, il quale gli darà calci e scappellotti)Ahi,

Ahjai, Mih! no fici apposta.

PASQUALINO

: Tu nascisti ppì farimi moriri, ma nò di morti normali, bensì

comu n'disperatu. Sdisonestu, sdingusu.


EPIFANIA                       : Cosa fitusa!


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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ADDOLORATA

:  Ca  lassatulu  stari  o  picciriddu  (a  denti  stretti,  a  Silvestro)

Disgraziatu!

PASQUALINO

: U picciriddu...cascau da naca?! (scappellotto)  malasuttatu, e

cretinu.

PROFESSORE

: Don Pasqualino, ma Silvestru non u fici apposta.

PASQUALINO

: Ca ci mancava st'autra ca u faceva apposta (poi rivolto al figlio)

Ma dicu unni ti vinni di n'ficcari a chiavi do spurtellu 'nto

bloccasterzu, dicu unni, unni sciamunitu! (scappellotto)

SILVESTRO

: Ahjai mamma, a mia mi pareva...

EPIFANIA

: Chi ti pareva, disgraziatu, e sparti ricurri 'nti mia, jù ti sonu

'ncoddu (scappellotto)

SILVESTRO

: M’haia ‘dubbatu a coppa.   ( dalla comune

V I A )

SCENA IVa

PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA-ADOLORATA

PROFESSORE

: Ma il caruso… non aveva 'ntinzioni...

PASQUALINO

: (rapido) Di nesciri! Pirchì pinsava, apprima ni mangiamu dda

bedda pasta o furnu d'accussì mi na'ttocca cchiù assai, e appoi

ni’nni jemu a Siracusa, pirchì chiddu pensa sulu a panza ciù

dicu jù!

ADDOLORATA

: U culu cià'robba a cammisa.

PASQUALINO

: E allura pinsau, chi fazzu? Ora ci creju na difficoltà a me patri,

ci scafuniu ...u purtusu da chiavi do bloccasterzu.

EPIFANIA

: E inveci ci rumpivu a chiavi di intra, sdisonestu.

ADDOLORATA

: Bella inaugurazioni di machina, apperi e ca panza leggia.

PASQUALINO

: Putemu fistiggiari! Ancora aja'pavari ‘n mari di cambiali, e già

aja'gghiri accattari u bloccasterzu. E i soddi unni i vo'pigghiu ?

PROFESSORE

: E chi ci vuliti fari, cosi c'ammattunu, certu ca iddu non

pinsava...


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PASQUALINO

: (prontamente) Ca jù ci'aveva a teglia da pasta o furnu 'nte

manu?! ppì sarvarisi da mala parata, scappau e cu n'ammuttuni

mi fici accapputtari a teglia a’ffacci sutta.

ADDOLORATA

: E ddi jatti comu s'allanzanu, mih pari ca non n'avunu vistu mai.

PROFESSORE

: Iddi?! A’nuatri 'nveci, sti cosi, macari ni stuffanu a furia di

mangiarinnilli tutti i jorna (sarcastico).

PASQUALINO

: E comu arrancanu...signuri mei, tutti sti jatti 'nto quarteri non

l'ava  vistu  mai,  ma  di  unni  s'arricugghenu....a  propositu

d'arricugghirisi, ma tò figghiu u miricanu quannu s'arricogghi?

EPIFANIA

: E chi ni sacciu jù, a mia mu cunti

ADDOLORATA

: Ca a'stura sta travagghiannu e non talia u raloggiu.

PASQUALINO

: E macari ca u taliassi fussi u stissu pirchì 'ntantu no canusci, è

un raloggio taliano, non è ca è miricano?!.

EPIFANIA

: Pirtantu, non sin'adduna do tempu ca passa.

PROFESSORE

: Va beni donna Epifania, sarà ca non talia u raloggiu, ma non è

ca è orvu e non s'adduna ca scura e agghiorna, javi tri ghiorna ca

manca.

PASQUALINO

: U sapiti chi è Prufissuri?! Sarà ca comu circau travagghiu,

quarcunu ci'appa 'ddiri: voi travagghiari? Veni

ccu'mmia! A

iddu do forti preju... pirchì o travagghiu l'ha fuitu sempri, ci

pigghiau n'coppu e arristau mortu e siccu.

EPIFANIA

: Va beni vah! Ama caputu, ora lassau o nicu e pigghiau o

granni. Mamma amuninni dda banna, o cunzamu u lettu ca a

stamatina ppà primura ristau strammatu.

ADDOLORATA

:  Sì,  sì  a  mamma,  lassamulu  sulu,  ca  chissu  nascivu  ppì

'nfastidiri o prossimu, sfacinnatu e mangiapani a tradimentu.

( Le due donne

V I A )

SCENA Va

PASQUALINO-PROFESSORE-NEDDU

(Suonano alla  porta )

PROFESSORE

:(va ad aprire) S'accomutassi cumpari Neddu, ca intra è.


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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NEDDU

: C'è pirmissu, unn'è dda billizza di me cumpari.

PASQUALINO

: Ohhh! finalmenti turnasti, a quantu ta facisti longa, ma unni

fusti ca javi quattru misi ca manchi.

NEDDU

: Ca me muggheri vosi essiri purtata a Lecci 'nti so soru.

PASQUALINO

: A Lecci ? E chiddi sunu Pulintun, Pulintun.

PROFESSORE

: Don Pasqualino, viriti ca Lecci non è unni Frijunu a Venezia

Giulia o ‘nta l’Emilia Romantica, Lecci è 'nta Puglia.

PASQUALINO

: Ah! ‘Nta Puglia? E allura voddiri ca sunu… Pugliun, Pugliun.

NEDDU

: U carduni ca sì! Perciò secunnu tia chiddi da calabria sunu

Calabrun,Calabrun. Muschitti sunu jautru ca calabruni. Allura,

chi ama'ffari ? Ci'ama'gghiri a piscari?

PASQUALINO

: A postu, subutu! Ma no o portu?! Ni ni jemu a Marzamemi.

NEDDU

: A Marzamemi18? E comu ci jemu ccà littorina? Voddiri ca

partemu 'nta 'stati e piscamu 'nto'mennu!

PASQUALINO

: Ffù! ccà littorina! A ora?! Noatri ce ne antiamo co la machina.

NEDDU

: Ccà machina? Quali machina?

PROFESSORE

: Ca certu Don Neddu, no sapiti ca vostru cumpari s'accattau a

seicentu.

NEDDU

: Vaja, appiddaveru mu diciti?

PASQUALINO

: Ca ora sghirzamu 'nta sti cosi. Fin'ora veramenti a putemu

cunsidirari na triccentu, vistu ca ci’haja datu quattru soddi, e u

restu a scomputu, a cambiali.

NEDDU

: Bravu appostu, sugnu cuntentu, allura quannu partemu dumani,

e quattru va beni?

PROFESSORE

: Ehh..Ppì'mpastari u pani l'ura e bona. Ppì partiri non saprebbi.


18  Località a sud della Sicilia (pr. di Siracusa)


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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NEDDU

: Chi significa ppì'mpastari u pani?! E quannu aviti 'ntinzioni di

susirivi a minziornu? Si pisca di matina.

PASQUALINU

: Giustu dici, si pisca di matina...sa machina partissi, putroppu…

NEDDU

: Putroppu chi? Chi'ffà su non canta u jaddu a machina non

metti 'n 'motu?

PROFESSORE

:U jaddu iavi vogghia di cantari, si ci po’ arriciatari macari a

vuci.... (imbarazzato) e quistioni ...

PASQUALINO

: Di musica.

NEDDU

:  Di  musica?  Pirchì  u  jaddu  ppì  cantari  chi  voli  essiri

accumpagnatu da banna?

PROFESSORE

: Di l'orchestra! Non è ca s'accuntenta da banna.

PASQUALINO

: Avaja Neddu a quantu ci voli a capirlu, u meccanicu dici ca è

quistioni di cangiarici u bloccasterzu.

NEDDU

: Ah! Iddu è u maestru di musica? Ora capisciu, e quantu costa

stu strumentu?

PROFESSORE

:(guarda Pasqualino annuendo con la testa, alzerà la mano come se

facesse un acquisto all'asta)Chinnicimila!

PASQUALINO

: Cca manu d’opera, dicemu vintimila e non si ni parra cchìù!

NEDDU

:(come  un  banditore  d'asta)  vintimila  e  unu,  vintimila  e  dui,

vintimila e tri. (quindi rivolto al professore) Non è chiù di lei. Haia

caputu (mette la mano in tasca ed uscirà banconote per quarantamila).

Ppì sicurezza ti dugnu trentamila liri, casu mai su c'è restu…..

PASQUALINO

: Ci mettu a binzina, accattu l'isca...

PROFESSORE

: E qualche cosa ppì mangiari macari?!

NEDDU

: (canzonandolo come dire , in aggiunta) L'ami, i lenzi, i cimeddi...

ahu a belli ammiti ca faciti. Vah! quantu mi ni vaiu ca cia'nzettu.

PASQUALINO

: E allura aspetta ca niscemu cù'ttia, forza prufissuri amuninni

(aprendo  la  porta  della  camera  da  letto)  Epifania, nuatri stamu

niscennu, ni stamu jennu ad accattarini dui giurnali.


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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PROFESSORE

: Don Pasqualino pirchì dui ? Unu non n'abbasta?

PASQUALINO

: A vui sì, ca liggiti a sbafu. Inveci a mmia non m'abbasta, pirchì

quannu mi leggiu u giurnali mi l'haiu a gustari, senza nuddu ca

mi tira u ciatu. Avanti amuninni.

NEDDU

: Salutamu cummari.  (Pasqualino-Professore –Neddu - V I A)

SCENA VIa

EPIFANIA-ADDOLORATA

EPIFANIA

:(entrando dopo qualche istante) Ohh! finalmenti si ni jenu, trasi

mamma.

ADDOLORATA

: Chi ffà lariu mischinu, quant'è gnirriusu, a ddu picciriddu u

stava assintumannu de vastunati, ppì t'annicchia di pasta o furnu

(metteranno un pò d'ordine)

EPIFANIA

: Mamma, t'annicchia?! Non mi pari ca na teglia è t'annicchia!

ADDOLORATA

: E va beni. Ma mancu è giustu fari tuttu ddu schifiu, ppì na

chiavi rutta.

EPIFANIA

: Ca fussi sulu a chiavi, fussi nenti! E u bloccasghicciu ddocu

…comu si chiama, unni u metti, chi ti pari ca costa 'nsordu.?!

ADDOLORATA

:  Ca  tò  maritu  i  soddi  l'avi...ora  ci'arrivunu  l'arritrati  do

stipendiu.(entreranno Silvestro e Natalino)

SCENA VIIa

EPIFANIA-ADDOLORATA-SILVESTRO-NATALINO

SILVESTRO

:(entra seguito da Natalino, quest’ultimo sarà sporchissimo e nero di

carbone,  in  quanto  si  è  imbarcato  su  di  una  carboniera)Mamma

turnau, vinni Natalinu

EPIFANIA

: (stupita) Natalinu ma unni hai statu, com'è ca non t'ha fattu

sentiri… ma chi ‘ssì lordu a matri.

ADDOLORATA

: Finalmenti ti smuvivu a fami?! Ma dicu d'accussì si stila, si pò

sapiri chi ti successi ?

NATALINO

: (zittendole) Scccc....sciarap, no spiccki jù america

EPIFANIA

: Spiccki, no spiccki, ca erumu testi d'agghiu .


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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ADDOLORATA

: No! Dissi sciroppu! Sarà ca c'iavi a tussi.

EPIFANIA

: Si, gileppu di ceusa! Mamma ma chi è ca senti?!

ADDOLORATA

:(versando un pò d'acqua nella bacinella)Veni ccà leviti sta magghia

e laviti a facci ca sta parennu u figghiu do carbunaru.

SILVESTRO

: Mamma, Natalinu a statu America.

EPIFANIA

: 'Nta tri ghiorna? Ma allura è vicinu?...E parra, non ni teniri 'nte

spini. (Epifania, Addolorata e poi Natalino siederanno attorno al tavolo)

NATALINO

:(che ha finito di sciacquarsi, ed ha indossato una maglia più pulita)

All'autru jornu niscii ppì'gghiri a circari travagghiu, e stava

aspittannu davanti all'ufficiu di collocamentu. Voddiri c'era na

fudda ca pareva a festa di Sant'Aita. Nisciu unu cu na catta e

liggivu, "C'è na chiamata di n'postu all'ebanisteria".

ADDOLORATA

: A'ttia t'ha piaciutu sempri fari l'ebanista, ast’ura ti priasti?

NATALINO

: Apprima certu ca mi priaj, difatti comu chiddu mi dissi: " Tu

veni ccà". Mi taliau, e mi dissi: sì beddu picciottu, 'mpustatu; chi

ffà l'anchi ti dolunu? A carina l'hai bona veru?! Allura sei

assomuto!

EPIFANIA

: L'anchi, a carina? Ma scusa l'ebanista non allucida chi manu e

u cuttuni19 ccò spiritu ?

SILVESTRO

: L'anchi ci sivvevunu p'arrancari, e a carina pp'impunirisi, vistu

ca si n'ava'gghiri a chiana.

ADDOLORATA

: A chiana? P'allustrari mobili? Chi bisognu c'era di irasinni a

chiana; allura chiddu c'allustra i mobili a via Tessitori20 chi ffà

ne 'llustra boni?

NATALINO

: Nanna, jù macari ava caputu "Ebanisteria", inveci chiddu ava

dittu  "Evvolisteria",  chiddi  di  l'erva,  da  virdura  'nsomma,

pirchistu vuleva ca ava'gghiri a chiana!

EPIFANIA

: Eh bonu macari! Chi ci fà su mangiaumu lattuchi, cicoria,

citrola…

19Ovatta

20Vecchia via di Catania


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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SILVESTRO

: No! citrola non ci ni davunu, pirchì dici ca Natalinu cià

‘bastava, vistu ca è ‘n citrolu misu additta...Ah ah ah (riderà)

NATALINO

: Mutu cretinu. Ma quali pumaroru e citranguli, chiddu vuleva

ca mi nn'ava'gghiri a 'mpunirimi casci di ortaggi a chiana,

cuvecchi di bastardi, cufini di muluni. E jù ci dissi ...e lei

ammenzu a tutti chisti ca semu ccà vinni a piscari a mia?! Non

eppi a cui 'ncagghiari: ( si indica)“Tu!” Veni sei assomuto!

SILVESTRO

: Sei assuntumato! Ah,Ah, (ride)

EPIFANIA

: Allura pirchì mancasti tuttu stu tempu? Unni a statu?

NATALINO

:Vistu  ca  m’ava  sfumatu  d’occasioni,  mi  vinni  l'idea  di

iramminni o portu. Comu arrivai,‘ntisi a unu ca diceva, forza

spicciamuni, ca comu allistemu, sta navi parti ppà'america. Jù

dissi: appostu Natalinu, l'occasioni d'oru e ccà apprufittini.

N'somma  'nta  na  vutata  d'occhiu,  mi  fici  vasciu  vasciu,

acchianai e m'ammucciai sutta 'ntiluni. (alzandoci simula l’azione)

ADDOLORATA

: E stasti sempri ammucciatu finu'america?

NATALINO

: No! Jù quannu a navi partiu, aspittai 'npocu di jorna ca pessi

macari u cuntu; na vota ca fomu arrivati a mari ranni, desi na

taliata, visti ca era notti, c'erunu luci a manu ritta, luci a manu

manca, mi fici cuntu ca erumu o strittu di Gilbiterra, allura dissi:

comu facemu n’autra pocu di strata, nesciu fora e ci dicu ca

mana 'purtari a'merica.

EPIFANIA

: Forza! Allura? E comu finiu?

SILVESTRO

: Forza, non t'affruntari, a diccillu quantu fù bella sta'merica.

NATALINO

: Allura dopu n'pocu, pigghiai e niscii, 'ncuntrai n'turcu niuru,

ch'era lariu scanzatini, ca comu mi visti si scantau.

SILVESTRO

: Certu, di comu spuntasti parevi n'pipistrellu a luttu strittu.

NATALINO

:(continuando) Pigghia e mi dissi: "com'iar", vieni fratello.

ADDOLORATA

: Bih ! T'aveva scangiatu ppì ssò frati, sarà ca ci'assumigghi.

EPIFANIA

: Ca quali, sarà ca comu visti ca eracchiù niuru di iddu, appa

pinsari, comu minimu cu chistu semu frati.


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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NATALINO

: Quindi mi dissi: (americanizzando) "Andiamo, chi ti fazzo pallari

ccò capitano"

EPIFANIA

: Bih! c'era macari iddu? E comu mai ?

SILVESTRO

: (canzonandola) Sarà d'accussì ppì sbagghiu, capaci ca vuleva iri

a'merica macari iddu.

NATALINO

: Allura comu mi purtò davanti o cumannanti, jù ci dissi "Bay-

Bay" (quasi come fosse un abbaiare di cani)

ADDOLORATA

: Ci'abbaiasti? e chi era ‘n cani?

NATALINO

: Nannaaa!...

EPIFANIA

: E no ciaurasti?(imitando il modo di odorarsi dei cani)

SILVESTRO

: Si ci isau macari l'anca.(alza la gamba imitando il cane che fa la pipì)

NATALINO

: Avaja, ca ci parrai a usu sò, in modu di farici vidiri ca jù era

patruni da lingua .

ADDOLORATA

: Ah picchì unu a’gghessiri patruni da lingua? E l'autri ci vanu

ca lingua ‘mpristata?

EPIFANIA

: Mamma ca mettitillu 'n'mussili21.

NATALINO

: In definitiva, iddu vosi sapiri su jù america ci aveva parenti,

amici, corcorunu 'nsomma, e ‘nta me testa pinsai: e chi tu dicu

a’ttia. Allura jù ci dissi: assolutamente! Ciù giuru, sono il primo

Cachia in America. Allura iddu mi dissi Okey, beni! Wait ccà,

jù tender boat!

EPIFANIA

: Ci'ava teniri a buatta?

ADDOLORATA

: Sarà ca ci vuleva fari a pasta ca sassa!

NATALINO

: Insomma non passanu mancu deci minuti, e spuntò na varca da

Capitaneria, mi ficiunu scinniri, e mi sbarcarunu ...a Missina.

ADDOLORATA

: A Missina? Ma tu non ava dittu ca eruvu vicinu America?


21museruola


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3 atti di Angelo Scammacca

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47

NATALINO

: D'accussì pinsava jù, sulu ca 'nveci erumu o strittu di Missina.

E vaja cuntatu u fattu.

(SI SENTIRA' PARLARE DALL'ESTERNO)

ADDOLORATA

: Chistu sarà tò patri ca s'arritira, di sicuru ca'nveci di soddi

porta coppa, pirchi chiddi i porta in abbondanza.Veni amuninni

dda'banna o ripositi prima ca 'ncumincia.(TUTTI E S C O N O)

SCENA VIIIa

PASQUALINO-PROFESSORE

RINCASANDO SIEDERANNO SEPARATAMENTE,

E COMINCERANNO A LEGGERE IL GIORNALE.

PROFESSORE

: Bih! chi cosi, Don Pasqualinu ascutati ccà.(legge) "Il trammi del

pollo".

PASQUALINO

: Ma unni stati liggennu?

PROFESSORE

: Ccà a pagina tri.

PASQUALINO

: Ma jù sta nutizia na'ttrovu...(ripeterà) Il trammi del pollo boh!

Piccasu  chi  vi  stampanu  n'fogghiu  apposta

ppì  vui?

Ahh!

ccà...(leggendo)

"Dramma al Polo"

PROFESSORE

:(continuando a leggere) Pero maturo del cesso in Articolo.

PASQUALINO    :(corregendolo) Prematuro decesso in Artico

PROFESSORE

: Li...taliano (traducendo a Pasqualino), li hanno guardati vah!

PASQUALINO

: Ma unni? A cu è ca taliunu! (corregendolo) L'Italiano.

PROFESSORE

: Do..manico

PASQUALINO

: Do matteddu... prufissuri ...Domenicu.

PROFESSORE

: Eh! Domenicu, giustu, e ca senza lenti non ci sberciu bonu,

dunqui...unn'erumu arrivati, ah…eccu, Domenicu Lampadini

PASQUALINO

: Sì! Lumi a pitroliu. Ascutati a mia prufissuri ca megghiu è,

mittitivilla a bicicletta(gli occhiali);… Domenico Lamparini.


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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PROFESSORE

: Eh chi vi pari...ragiuni aviti,(inforca un paio d'occhiali) allura,

aaahhh...(soddisfatto scorrerà col dito la notizia) fantasticu, ora sì ci

semu, (riprende  a  leggere),  L'italiano Domenico Lampadini è

morto stuffato ed ha fatto causa al pollo difettoso, quindi ha

salato un papore.

PASQUALINO

: Sì angiovi salau. E' morto a causa di una stufa difettosa al

Polo,  dopo  averne  esalato...(annuserà  in  modo  evidente  per

dimostrazione)  ciaurò  i  vapori;  ma...scusati  siti  sicuru  ca  è

quistioni di binoculu?

PROFESSORE

: Pirchì vulissuru sdinniari l'apparenza?

PASQUALINO

: No! L'apparenza appare, ma mi piacissi sapiri, comu fù ca vi

vinni sta filici idea, d'accattarivi sta lenti.

PROFESSORE

: Ca quann'era picciriddu o cummittu prima, e o culleggiu

currezioni poi...

PASQUALINO

: (al pubblico) Mih! Pari c'avissa dittu a scola elementari e a scola

media .

PROFESSORE

:  I....Bidelli,  'nsomma  quannu  cunsignavunu  qualche  littra,

'nfurcavunu  l'ucchiali  e  liggevunu  nomu  e  cugnomu  do

destinatariu. Quindi io ho repudiato ca ppì leggiri ci vuleva a

lenti, d'accussì (con la mano fa il gesto del furto)  mi n'accattai

‘n'paru a prima occasioni ca mi capitò.

PASQUALINO

: Ah! ho capitu, sulu ca chiddi sapevunu leggiri e vui no! Pirchì

vui pinsavuru ca bastava 'ntapparisi du funni di buttigghia supra

o nasu e unu liggeva. Ca bonu è d'accussì, allura putissunu

chiudiri tutti i scoli e licenziari e prufissuri. A propositu di

prufissuri, vistu ca non sapiti leggiri, stu titulu di prufissuri di

unni vi scasò ?

PROFESSORE

: Chistu mu pigghiai quann'era n'galera...

PASQUALINO

: All'università, unni vi lauriasturu 'nsomma!

PROFESSORE

: Ahu…era l'asu ppì sfilari pottafogghi, raloggi, chiavi, la

qualunqui 'nsomma, tantu ca tutti mi chiamavunu u Prufissuri.

PASQUALINO

:  Uhmm..capito.Ora  si  ca  ho  chiara  la...  diciamo  vostra

specializzazioni. Allura, a stu puntu jù vi putissi cunsiderari,

chissacciu, menzu maestru di viulinu... menzu prufissuri vah!


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49

PROFESSORE

: E scusatimi Don Pasqualinu, pirchì menzu e non tuttu?

PASQUALINO

:  Caru  prufissuri,  n'maestru  di  viulinu  cu  dda  speci  di

scafuniaturi  (farà  il  gesto  dell'archetto  del

violino)  chi

cosa

fa...tu'nfilu e tu sfilu,...tu'nfilu e tu sfilu e chiddu è ’n Prufissuri.

Asatto? Vui 'nveci sfilati sulamenti. Pirciò siti di cunsiderarivi

menzu prufissuri.

PROFESSORE

: Boh! comu vuliti vui, cuntentu  vui, cuntenti tutti. E ...allura

comu mi chiamati..Prufi o ssuri?

PASQUALINO

:Chi c'entra vi chiamu sempri prufissuri, però vi cunsideru

menzu.

SCENA IXa

PASQUALINO-PROFESSORE-DELEGATO-ADDOLORATA

(SI SENTIRA' SUONARE IL CAMPANELLO DELLA PORTA) PASQUALINO :(chiamerà la moglie) Epifania, stanu sunannu.


ADDOLORATA PROFESSORE ADDOLORATA PASQUALINO


:(entrando dall’interno) Epifania sta facennu curcari o picciriddu.

: Silvestru? E chi avi non si senti bonu.

: No! A Natalinu ca vinni d'america (va ad aprire).

: S'arricugghiu finalmenti? Sarà ca a fami ci pungivu.


ADDOLORATA


:(entrerà  presentando  il  delegato  dell'Istituto


Case  Popolari)


Prego


s'accomiti, questo è me jenniru.


DELEGATO


: Buongiorno, il signor Cachia?


PASQUALINO


: (si alza e gli va un po’ in contro) Per servirla.


DELEGATO


: Molto lieto Pappalardo, delegato dell'ISTICAP, Istituto Case Popolari (tende la mano per salutare)


PASQUALINO


:(stringendogliela) Oh, piacere, piacere, mi permetta, ci presento il professore Maccaruni.


PROFESSORE


:    Sì!    Iritaleddu!(caricandosi)Professor


Nofrio


Maccarrone,


lietissimo!


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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PASQUALINO

: E mia suoggera.

ADDOLORATA

:(lestamente si presenta) Crisci Addolorata, cu piaciri.

PASQUALINO

: Sparti ci'avi macari piaciri, spiriamu almenu ca mori cuntenta.

ADDOLORATA

: Quantu sì strudusu....felicissima, mancu?!(stringe la mano)

DELEGATO

: Dunque tutta quì la famiglia?

PASQUALINO

: Tutta qui?! Vuole scherzare, chista è a bassa forza, ci manca

tuttu u statu “mangiori”.

DELEGATO

: Lo Stato maggiori?

PASQUALINO

: Nò, Nò! Mangiori non ha capito beni, chiddi ca mangiunu.

DELEGATO

: Ho capito, se li vuole chiamare per favore.

PASQUALINO

: Ci mancherebbe, se intanto si vuole accomodare. Prego non

faccia  complimenti.  Soggira  chiama  a  truppa  a  rapporto,

cumpresu u'miricanu.

ADDOLORATA

: Subbito, immidiatamenti.

( V I A  )

SCENA Xa

PASQUALINO-PROFESSORE-DELEGATO-EPIFANIA

NATALINO-SILVESTRO

DELEGATO

: (uscirà dalla borsa la pratica e delle schede e le poggia) Allora caro

signor Cachia, abbiamo preso in esame la sua domanda di

richiesta di un alloggio popolare e come lei può ben capire,

prima ca l'istituto assegna na casa, fa tutti gli accertamenti,

soprattutto,  prende  in  esame  questo  modulo  che  io  debbo

compilare...quindi in base a ...zoccu io ci scrivo....lei mi capisce

insomma?! (strofina pollice ed indice in modo velato) Chistu per

evitare ca venunu assignati casi a cui non n'avi di bisognu

PROFESSORE

: Certo, almenu semu sicuri ca è na cosa fatta ccù serietà, nuatri

problemi non n'avemu. A nicissità c'è ( in un momento in cui il

delegato cercherà la penna nella borsa, non visto prenderà una scheda).

PASQUALINO

: C'èèè? E' lampanti, la può toccare con le sue stesse mani, anzi

se ci dà l'onore di restare a pranzu ci uffremu ‘n bellu piattu di

fame di schiena, con contorno di appetito inarrestabile. E ppì


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

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digestivu me soggira, dopu o brodu di l'ova cirusi, c'iavi… (dal

bagno prende e mostra il clistere), quì la fami si tagghia c'accetta.

EPIFANIA

:(entra seguita dalla madre, da Silvestro, e da Natalino in camicia da notte

della nonna) Oh, carissimo Delicato.

PASQUALINO

: Accura ca è comu n'ala di farfalla. Delecato scecca. La

perdoni, mia moglie è di origine del nord, stava vicinu a

Taormina, e quindi c'iavi a pronuncia 'ncaccata.

ADDOLORATA

: Ccà c'e me figghia e i me niputi. Ci manca sulu me niputi

Stefania e so maritu 'Ngnaziu e semu a cumpleto. (come se fosse il

conducente di un bus)

PROFESSORE

: Forza chiuremu i porti ca si parti.

SILVESTRO

: Bongionno!

NATALINO

: Gud morningi, Delicheit!

PASQUALINO

: Chistu non avi bisognu di prisentazioni!

DELEGATO

: Allora caro signor Cachia (prenderà una scheda in mano) adesso vi

prego di mettervi in fila in ordine di responsabilità familiare, in

modo  che  io  possa  verificare  l’esattezza  delle  vostre

dichiarazioni; mi basta sapere nome, cognome, e mestiere.

Si disporranno in fila con la faccia verso il

pubblico, di

fianco il delegato, ed a turno faranno un passo avanti per poi

indietreggiare. In quest'ordine:Pasqualino, Epifania, Natalino,

Silvestro, Addolorata ed il Professore.

Non appena ultimata la fila

SUONANO ALLA PORTA

Addolorata andrà ad aprire, ed entrerà Stefania ed Ignazio.

SCENA XIa

PASQUALINO-PROFESSORE-DELEGATO-EPIFANIA

NATALINO-SILVESTRO -STEFANIA-IGNAZIO

EPIFANIA

: Ohh, me fighia Stefania c'è ccà, e macari so maritu,trasi,trasiti.

PASQUALINO    :(al pubblico) E pessumu e bedda casa!


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STEFANIA

:(sempre gioiosa) Bongiorno, ciau mamma, ciau papà.

IGNAZIO

: Salutamu, chi stanu spattennu? A nuatri non ni n'attocca?

PROFESSORE

: Signor Pappalardu, vidissi su ci'assuperchianu canali, na pocu

di madduni ca o signò Lanzafami ci fanu comudu, non si pò

sapiri mai…qualche affari.

PASQUALINO

: (impaziente)Allura chi fà ni mittemu n'fila, prima ca sti casi

speddunu e nuatri non ci'arruvamu.

I due prenderanno posto: Stefania dopo Epifania, Ignazio dopo Addolorata, dopo qualche istante di silenzio. La scena seguente

si dovrà svolgere con una certa rapidità.


DELEGATO PASQUALINO EPIFANIA STEFANIA PASQUALINO STEFANIA NATALINO PASQUALINO DELEGATO SILVESTRO


: Dunque! Avanti il primo!

:(declamando) Pasqualino Cachia, "Sdisoccupato." (indietreggia)

: (passo avanti) Epifania Colite in Cachia "Accasata"(indietreggia)

: (passo avanti) Stefania Cachia in Lan ..za..fame. (indietreggia)

: (immediato) Cronica!

:(concludendo) Moglie.

: (passo avanti,americaneggiando) Natalino Cachia(indietreggia)

: Miricano.

:(rivolto al pubblico) Pasqualinu, Epifania, Natalinu mihh! Si fici

tutti i festi Cachiannu.

: (passo avanti) Sintissi ci sugnu macari jù! “Silvestro Cachia”.

(indietreggia)


DELEGATO ADDOLORATA PASQUALINO IGNAZIO


: E macari u capurannu!...Ed i signori in fondo?

: (passo avanti) Crisci Addolorata. (indietreggia)

: Nullafacente.

: (passo avanti) 'Ngnazio Lanzafame. (indietreggia)


U' riccu di lastricheddu

3 atti di Angelo Scammacca

Pag   53

PASQUALINO

: Affarista!

PROFESSORE

:  (passo   avanti)   Professore  Nofrio  Maccarrone,  Parente.

(indietreggia)

PASQUALINO

: Sbafista!

DELEGATO

: Bene cridu ca ora possiamu effettuari il sopralluogo dei

"VANI",(quindi prendendo in mano il modulo e la penna. Mentre tutti

non avendo capito "vani" bensì "mani" protenderanno le mani avanti, con

il palmo rivolto verso l'alto. Il delegato nota tutti con le mani tese).

Insomma jù non mettu 'n’dubbiu ca facisturu a dumanna ppà

casa popolari, ma non è ca tutta a famigghia vi putiti mettiri a

schiera pp'addumannari l'elemosina, su vi dassi qualche cosa ad

ognunu, finissi m'avissa 'mettiri 'nfunnu a fila macari jù .Ma chi

stati facennu cu sti manu all'aria?

EPIFANIA

: Veramenti nuatri pinsamu, sarà ca prima di cunsignarini i

chiavi da casa voli vidiri su ci'avemu i caddi 'nte manu?!

PASQUALINO

: L'ugna loddi ?!

PROFESSORE

: Chi aumu a'gghiri a'ffari i cammareri.

DELEGATO

: Signori mei, io ho detto “Vani” e non Mani! I stanzi insomma.

PASQUALINO

: Ah! Ho capito. Benissimo! Ci'mmustru subbutu.Carusi vuatri

smammati  agghiri  fora,  ca  ccà  semu  assai,  o  puliziati  u

machinariu.

(NATALINO E SILVESTRO dalla comune V I A)

STEFANIA

: Mamma nuatri amuninni ddà'bbanna ca 'Ngnaziu t'ha proporri

n'affari. (Epifania, Addolorata, Stefania, ed Ignazio

verso la camera

da letto V I A )

SCENA XIIa

PASQUALINO-PROFESSORE-DELEGATO

PASQUALINO

:  Dunque  signor  Pappalardo,  questa  è:  stanza  da  pranzo,

ingresso, cucina e...cessizio, tutto 'nsemi.

DELEGATO

: Vedo, vedo. (Scrivendo) Doppio vano, con cucina indipendente,

più servizio separato.

PASQUALINO

: Boh! Qua sopra invece, c'è il locale panoramico, in uso al

professore.


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

Pag   54

PROFESSORE

: Prego tettu mortu a postu lettu.

DELEGATO

: Prendo atto, (sale appena per scrutare) Ammezzato sopraelevato.

PASQUALINO

:(aprendo gli sportelli del sottoscala) Questo è il ripostiglio notturno

dei picciriddi. Si è reso necessario allestirlo, pirchì finu a

qualche annu fà i curcavumu 'nte casciola do settimanili. ora

sunu sviluppateddi, e lei mi capisci.

DELEGATO

: Certo, certo; (ripetendo mentre scrive) dunque, stanzetta biposto

letto, con chiusura indipendente.

PASQUALINO

: Ecco: bagno mono pezzo, lei può vedere, (sposta la tendina

facendo vedere il water)  con impianto di acqua corrente a mano

(mostra il secchio di zinco)

DELEGATO

: Regale, questo è cosa da Re!

PROFESSORE

: Allura scusati, prima c'avissa a riturnari a monarchia e u vulissi

turnatu, vi dispiaci su n'apprufittu.

( V I A in bagno)

PASQUALINO

: Preco facissi ccù comuto.(al pubblico) Ci'aja'mmettiri na tassa

d'ingressu, ma quantu voti ci và! Dunga, jemu appressu,(mentre

stanno per entrare in camera da letto, dalla quale rientreranno quasi

subito. Entrerà Addolorata.)

( V I A N O )

SCENA XIIIa

ADDOLORATA- PASQUALINO-DELEGATO

PROFESSORE

ADDOLORATA

:(entrando rivolta al Delegato) Mi scusassi, ‘nto frattempu ci vulissi

dari na scupata e na rizzittatedda, ca sta casa mi sta parennu

n'manicomiu . (mentre Addolorata scopa, origlia dietro la porta)

DELEGATO

:(prima di entrare in camera da letto) Prego fate con comodo.(poi

dall'interno si sentirà)Bene, benissimo, non c'è altro? Possiamo

rientrare. (rientrano)

PASQUALINO

: Dunqui chidda è a cammira di lettu! Comu lei ha vistu è tuttu

ddà! Lettu matrimoniali e basta.

DELEGATO

: (ammiccando)E mi scusi a sò soggirà unni sa curca 'nto menzu?


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

Pag

55

PASQUALINO

: Ca ci mancava st'autra ora, lei non le ha viste lei quelle due

poltrone ai piedi del letto?  La sera li arunchiamo, insomma li

incogniamo e ci conziamo il letto a me soggira.

DELEGATO

: Ho capito. Dunque caro signor Cachia, (mazzata) lei,... con una

gran casa  come questa, si

è ritenuto in grado

di richiedere

l'assegnazione di un alloggio popolare! Ma ci sembra onesto?

PASQUALINO

: Mi scusassi delecato, ma tutta sta ron casa lei unni a visti? Non

è ca pircasu taliava qualche autru postu?

DELEGATO

:(elencandole) Soggiorno, cucina, ammezzato, stanzetta due posti,

camera matrimoniale tre posti, e semu a cincu vani più doppio

servizio… a lei nenti ci parunu!

PASQUALINO

: Ppì daveru mu dici, e jù aja'avutu tuttu stu ben di diu e non mi

n'haju addunatu.

PROFESSORE

:(uscendo dal bagno) Scusi se mi intrometto, ma si ccà ppi'gghiri o

bagnu n'ama prinutari, unni fussi stu doppiu serviziu.

DELEGATO

: Sotto la poltrona della stanza da letto, c'era un rinale, lei

chiddu comu u cunsidera? Mu dicissi lei, si non è n'doppiu

serviziu! Comunque… a me

sembra difficile ca v'assegnunu a

casa, dopo la relazione che sarò costretto a presentare. Lei u pò

capiri ca jù non pozzu scriviri na cosa ppì n'autra, carta scritta

leggiri si fà! (mentre rassetta le sue carte, il professore lo urterà

facendogli  scivolare  la  carpetta  con  le  pratiche  a  terra.  In  questo

frangente Pasqualino farà chiamare Epifania per salutare il delegato, il

professore si pronterà per raccogliere le cartelle. In effetti

non

sostituirà

il modulo che si era preso con quello scritto dal delegato, si saprà poi che

lo ha fatto).

PASQUALINO

: Mamma, chiama a Epifania.

(ADDOLORATA VIA )

SCENA XIVa

PASQUALINO-PROFESSORE-DELEGATO-EPIFANIA

PROFESSORE

: Oh! mi scusi non l'ho fatto apposta, ci ricogghiu subbutu.

EPIFANIA

:(entrando) Allura? Com'è andata? Quannu carriamu ?

DELEGATO

: Beh! cara signora, è un poco difficili. Veda, noi assegniamo le

case a chì ne ha realmente bisogno, basta ca pavanu ddu picculu

mensili richiesto. Poi per non dire, che entrando, ho intravisto


U' riccu di lastricheddu   3 atti di Angelo Scammacca                   Pag        56

un  machinario  semicoperto  qua  fuori,  che  sicuramente

costituisce una ricca fonte d’introito. Pertanto credo che il

vostro reddito entri ‘nta fascia fra chiddi ca non fa scattari

l'assegnazioni. Poi, non ho ben capito chi misteri fà sò maritu!

(in modo da indurlo a farsi dire il mestiere)

PASQUALINO

:  Ca  chi  misteri  fazzu!?  Ca  ammolu  forbici  e  cuteddi

m'arricchisciu, ppù.

DELEGATO

: E lei… che quindi può essere considerato un'industriale do

settori metallurgico e siderurgico, vulissi a casa? Ca si luvassi

ddocu. I casi sunu ppè bisugnusi, ppì chiddi ca c'ianu realmenti

a nicissità. Comunqui ora debbo andare, io pozzu passari a

pratica a commissioni, loro decidono. Signori con pirmissu.

( V I A )

SCENA XVa

PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA-NEDDU

EPIFANIA

: Ma scusa non capii, ma allura sta casa na dununu o nò?

PROFESSORE

: E' quistioni di misteri, Pasqualinu fa n'misteri nobili, quindi

difficili  mi  pari.  Si  'nveci  era  orefici,  avvucatu,  'ngigneri,

'nsomma di chiddi bisugnusi…allura puteva essiri cchiù facili.

NEDDU

:(entrando) Cu era chistu c'ancuntrai 'nto curtigghiu?

PASQUALINO

: U delegatu dill'Isticap, pp'assignarini a casa popolari.

NEDDU

: A ci'hai tutti i furtuni.(dandogli le chiavi dell'auto) Teni, ccà ci

sunu i chiavi, l'elettrautu ci cangiavu u bloccasterzu, ora ninni

putemu iri a piscari.

PROFESSORE

: E allura apprufittamuni, megghiu di ora non c'è. U ferru si batti

mentri e cauru.

PASQUALINO

: E amuninni, pigghiamuni i robbi e i cappeddi, i cimeddi sunu

appizzati davanti a porta (indosseranno la giacca, si alzeranno la

svolta dei pantaloni come i pescatori)Ciau Epifania

( V I A )

NEDDU

: Cummari addumatici 'nta paredda, stasira pisci frittu! (V I A )

EPIFANIA

:(accompagnandoli ) Ahu! circati di piscari n'pocu di pisci a feddi!


U' riccu di lastricheddu   3 atti di Angelo Scammacca                   Pag        57

SCENA XVIa

EPIFANIA-ADDOLORATA-PASQUALINO-PROFESSORE

ADDOLORATA

: Finalmenti si ni jenu, oh… t'annicchia di paci. Quannu c'è tò

maritu intra non s'arraggiuna.

EPIFANIA

: I sbarattamu, arrifriscamu! Iddi si ni jenu a piscari, e ppì nuatri

significa na pocu di uri di riposu ppò ciriveddu.

ADDOLORATA

: Ora priparamu a paredda, facemu na bella 'nzalata… su non mi

sbagghiu mi pari ca c'è n'pumaroru.

EPIFANIA

:  Mittemuci  macari  n'pocu  di  carbuni  'nto  cufuni22,  pirchì

a'mmia u pisci mi piaci arrustutu.

ADDOLORATA

: U puddisinu e u limoni nu facemu dari da cummari .

RIENTRERANNO

Pasqualino ed il professore, vistosamente infasciati. Pasqualino alla testa ed una gamba, il Professore braccio a tracolla tenuto da un fazzoletto, cerotto sullo zigomo e sorreggerà Pasqualino, che, frà l'altro sarà stato colpito da un collasso e siederà con un cuscino dietro le spalle ed i piedi su di una sedia. (INCIDENTE  D'AUTO)

PASQUALINO         : Ahi! Ahjiai! alleggiu prufissuri.

EPIFANIA                     : Assai parramu!

PROFESSORE          : Viniti don Pasqualinu appuggiativi a mia! Prestu n'cuscinu.

ADDOLORATA   : Oh! Matri santissima chi vi successi?

EPIFANIA                     : Ma è mai possibili ca non t'arricogghi si non sì chinu di

vastunati.

PROFESSORE          : Non sunu corpa, è 'mmistimentu !

EPIFANIA                     : ‘Mmististi? E a machina chi si fici?

PROFESSORE          : Avaja donna Epifania, a vostru maritu ci pigghiau menzu

'nfartu e vui pinsati a machina?!


22barbecue


U' riccu di lastricheddu  3 atti di Angelo Scammacca

Pag   58

ADDOLORATA

: Ma comu fu? cuntatini!

PASQUALINO

:(semincosciente farfuglierà) I soddi! I beddi soddi!

PROFESSORE

:  Mentri  erumu  agghicati  vicinu  o  portu,  c'era  u  stoppi,

Pasqualinu non u visti, non si firmau.  Barabamm! (imitando il

rumore dell'incidente)e stuccavu in 'dui na bedda Mercedisi nova

nova.  Chiddu  ni  vosi  cuntu  e  ragiuni.  Ddà  vicinu  c'era

n'carruzzeri, ci lassau a machina, e vistu ca Pasqualinu non

aveva l'assicurazioni, cumpari Neddu ci appa‘llasari i soddi

pp'arripararici a machina a chiddu.

PASQUALINO

: Nenti ma fazzu siquistrari!, non m'intaressa. I soddi (sempre

vagheggiando)

EPIFANIA

: Ma chi è scemuniu! Chi è ca si voli fari sequestrari?

PROFESSORE

: Ca a machina! Primu: dici comu fa a pavari i cambiali.

Secunnu:  cià'ddari  i  soddi  a  Neddu  do  bloccasterzu,  da

Mercedisi...e chiddi ca cì'arrubbanu!

ADDOLORATA

: Comu ci'arrubbanu! Quali soddi ci’àrrubbanu??

PROFESSORE

: Comu Neddu capiu ca iddu si vuleva fari siquistrari a machina

pirchì non aveva i soddi ppì farisilla riparari, ci dissi veni a casa

ca ti'mprestu jù, ama fattu trenta, facemu trentunu. E d'accussì

ficimu, iemu a casa di Neddu, e ci pristau i soddi; appoi ni

pigghiamu l'autobussu pi purtaraccilli o carruzzeri in modu

c'arriparava  macari  a  seicentu.  Ebbeni  signuri  mei...'nta

l'autobussu… non ci'arrubbanu u portafogghiu?!

PASQUALINO

: M'ammazzu, vogghiu moriri, chista non è svintura, chista è

disgrazia pirniciusa...I soddi m'arrubbanu, I soddi, (si dispera).

EPIFANIA

: E bonu, veni ccà, non ti pigghiari collira ca nenti ci fà, ora a

cosa s'abbessa, leviti sta giacca, (tira fuori dalla tasca un involtino

come  se  fosse  l'esca,  sfilandola  cadranno  delle  banconote)  Livamu

st'isca di intra a sacchetta, ca fa ‘nfetu?!... E chi sunu sti soddi!

PASQUALINO

:(come rinsavito all'udire della parola soldi si alza di scatto) Soddi?

Quali soddi! Unni sunu sti soddi!

ADDOLORATA

: Ccà 'nta sacchetta! Cascanu mentri nisceva l'isca.

PROFESSORE

: E allura u portafogghiu....?!


U' riccu di lastricheddu   3 atti di Angelo Scammacca                   Pag        59


PASQUALINO


:  (ripresosi  perfettamente)  Leggiu!...mi  futtenu  u  portafogghiu

leggiu. (farà il gesto dell’ombrello) Tehh! (si metterà a ballare la

tarantella ridendo)Ah!Ah!


SCENA XVIIa

PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA-ADDOLORATA-

IGNAZIO

IGNAZIO

:(entrando) Chi successi? 'Ntisi ca ci fu n'incidenti di na seicentu

vicinu o portu.

EPIFANIA

: Ca tò soggiru 'mmistiu e a machina è 'nto carruzzeri.

IGNAZIO

: E va beni! A mè soggiru oggi na bella nutizia cià dugnu jù!

PASQUALINO

: Sintemu!

IGNAZIO

: Siccomu ci fici fari n'affari o diritturi do macellu.

PASQUALINO

: Mu'mmagginu, fa cuntu ca n'attaccunu.

IGNAZIO

: Iddu si 'ntisi obbligatu e mi ricambiau u favuri e ti fici dari

l'incaricu ufficiali di ammola forbici e cuteddi o macellu di

Catania, dumani po' mettiri manu.

PROFESSORE

: Bravu a 'gnaziu, e lei non ha mai avutu firucia, ha vistu chi

sappi fari?! Chi disprezza compra. (felicità di tutti)

SCENA XVIIIa

PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA-ADDOLORATA

IGNAZIO-NATALINO

NATALINO

:(entrando con una busta in mano) Papy notizies for jù.

PASQUALINO

: Chi mi ni vinni! ‘N'figghiu scemu accapitau, e m'ammattivu a

mmia! Dammi chi è sta littra. (leggendo)  Signor Pasqualino

Cachia. Spedisce Istituto Case Popolari. Chi l'haju a leggiri

a'ffari, oramai a sintenza nà'mmagginamu (apre  la  busta  tutti

faranno capanello tranne il professore che sorridente sarà in disparte)

Egregio Signor Cachia, questa commissione dopo aver preso in

esame la sua domanda, e visto l'esito "FAVOREVOLE" del

rapporto pervenutoci dal nostro delegato, ritiene di assegnarle

un alloggio popolare di vani cinque. Per l'espletamento la

invitiamo presso i nostri uffici. Firmato il direttore. (ripetendo)


U' riccu di lastricheddu   3 atti di Angelo Scammacca                   Pag        60

esito favorevole?! Ma su chiddu pareva n'corvu a luttu strittu di quantu a videva niura. Prufissuri vui chi ni sapiti, pirchì arririti?


PROFESSORE


:(ridendo) Caru Pasqualinu, jù u capii di chi pasta era fattuchiddu, e ca ci vuleva l'ogghiu ppì sbloccari da sirratura, allura mi dissi: prufissuri vinni u tò mumentu. 'Nta na vutata d'occhiu ci sfilai n'modulu, m'anficcai 'nto cessu, ci scrissi quattru papalati, ca poi erunu a virità; cu n'ammuttatedda ci fici cascari i carti 'nterra, e ‘nta ‘n coppu ci cangiai u fogghiu, e chistu è u risultatu.


PASQUALINO


: E bravu u Prufissuri.(con clamore)allura siti appidaveru un Prufissuri ca SSU maiuscola e cu tantu di laurea. Prufissuri u sapiti chi vi dicu: T'unfilu e tu sfilu, T'nfilu e tu sfilu. (rideranno)


F I N E

Rielab.sett/2006

Angelo Scammacca

Via Fra Liberato 19 Catania

Tel.095 455324


U' riccu di lastricheddu   3 atti di Angelo Scammacca                   Pag        61

I° ATTO

Da pag  5             a  pag 19

SCENA

Ia

EPIFANIA-ADDOLORATA-SILVESTRO

SCENA

IIa

EPIFANIA-ADDOLORATA-PASQUALINO

SCENA IIIa

PASQUALINO-ADDOLORATA-SILVESTRO-

NATALINO

SCENA

IVa

PASQUALINO-ADDOLORATA-SILVESTRO-

PROFESSORE

SCENA Va

PASQUALINO-PROFESSORE

SCENA

VIa

PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA-

NATALINO ADDOLORATA – SILVESTRO

SCENA

VIIa

PASQUALINO-PROFESSORE-NATALINO-

SILVESTRO

SCENA VIIIa

PASQUALINO-PROFESSORE-NATALINO-

SILVESTRO-EPIFANIA – ADDOLORATA


U' riccu di lastricheddu   3 atti di Angelo Scammacca                   Pag        62

I I°

ATTO

SCENA

Ia

da pag

20

a pag 36

PASQUALINO

SCENA IIa

PASQUALINO-ADDOLORATA-EPIFANIA-

PROFESSORE

SCENA

IIIa

PASQUALINO-PROFESSORE

SCENA

IVa

PASQUALINO-EPIFANIA

SCENA Va

PASQUALINO-EPIFANIA-SILVESTRO-NATALINO

SCENA VIa

PASQUALINO-SILVESTRO

SCENA

VII aPASQUALINO-PROFESSORE

SCENA  VIIIaPASQUALINO-NATALINO-PROFESSORE

SCENA

IXa

PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA-

ADDOLORATA

SILVESTRO

SCENA Xa

PROFESSORE-EPIFANIA-ADDOLORATA

SCENA XIa

EPIFANIA-ADDOLORATA

SCENA

XIIa

EPIFANIA-ADDOLORATA-STEFANIA-IGNAZIO

SCENA

XIIIaEPIFANIA-ADDOLORATA-IGNAZIO-STEFANIA

PASQUALINO-SILVESTRO

SCENA XIVa

PASQUALINO-IGNAZIO

SCENA XVa

PASQUALINO-IGNAZIO-SILVESTRO

SCENA XVIa

PASQUALINO-IGNAZIO-SILVESTRO-

ADDOLORATA -EPIFANIA-STEFANIA

SCENA XVIIa

PASQUALINO-EPIFANIA-ADDOLORATA-

SILVESTRO-IGNAZIO-STEFANIA-PROFESSORE


U' riccu di lastricheddu   3 atti di Angelo Scammacca                   Pag        63

III° ATTO

da pag 37  a pag 60

SCENA

Ia

PASQUALINO - PROFESSORE – SILVESTRO

SCENA IIa

PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA-ADDOLORATA

SCENA IIIa

PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA

ADDOLORATA - SILVESTRO

SCENA IVa

PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA-ADOLORATA

SCENA

Va

PASQUALINO-PROFESSORE-NEDDU

SCENA VIa

EPIFANIA-ADDOLORATA

SCENA VIIa

EPIFANIA-ADDOLORATA-SILVESTRO-NATALINO

SCENA VIIIa

PASQUALINO-PROFESSORE

SCENA IXa

PASQUALINO-PROFESSORE-DELEGATO-ADDOLORATA

SCENA

Xa

PASQUALINO-PROFESSORE-DELEGATO-EPIFANIA

NATALINO-SILVESTRO

SCENA XIa

PASQUALINO-PROFESSORE-DELEGATO-EPIFANIA

NATALINO-SILVESTRO - STEFANIA-IGNAZIO

SCENA XIIa

PASQUALINO-PROFESSORE-DELEGATO

SCENA XIIIa

ADDOLORATA- PASQUALINO-DELEGATO

PROFESSORE

SCENA XIVa

PASQUALINO-PROFESSORE-DELEGATO-EPIFANIA

SCENA XV

PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA-NEDDU

SCENA XVIa

EPIFANIA-ADDOLORATA-PASQUALINO-PROFESSORE

SCENA XVIIa

PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA- IGNAZIO

ADDOLORATA

SCENA XVIIIa

PASQUALINO-PROFESSORE-EPIFANIA-ADDOLORATA -

IGNAZIO-NATALINO