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di Saverio Siciliano

Mail: sicilianosa@gmail.com

Testo tutelato dalla S.I.A.E. posizione 206203

PERSONAGGI


Enrico

Fabio

Dolores

Armanda

Elena


Marito

Becchino

Prima moglie

Seconda Moglie

Amante


Tutti i personaggi devono avere un’età dai 50/60 anni. Enrico, Dolores e Armanda, si sono conosciuti in una sala da ballo e il ballo è la loro passione.

Enrico è di corporatura media, pantaloni ben stirati, camicia bianca, papillon e cardigan.

Fabio veste abiti da lavoro sporchi. In una tasca ha i guanti da lavoro. Ogni tanto si deterge il sudore con il fazzoletto.

Dolores donna ancora piacente, leggermente rotondetta, vestita sobriamente.

Armanda più alta delle altre due donne, un po’ robusta con i capelli tinti di color rosso.

Elena elegante, ben truccata e quando parla con le altre donne, lo fa con un certo distacco come se si sentisse di essere di una classe superiore delle altre due.

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La scenografia deve essere essenziale: Un divano, qualche sedia o poltrone, un mobiletto con bottiglie di liquori, bicchieri, ed un tavolino.

All’apertura del sipario Enrico legge tranquillamente un quotidiano seduto al divano. Poco dopo sente bussare alla porta ripetutamente, una voce di uomo che lo chiama e voce di donne che litigano.

Fabio:       (Dall’esterno bussando freneticamente). Enrico per l’amor di Dio apri.

Enrico:     (Mette da parte il giornale e corre ad aprire). Cosa c’è, cosa sta succedendo?Che cosa tiè successo Fabio, qualche tuo cliente ti sta correndo dietro?

Fabio:       (In entrambe le mani, stringe i polsi di Armanda e Dolores. Le due donne si insultano e tentano di colpirsi con le borsette e calci). Magari, queste due sono molto peggio. Sonole tue mogli che si sono messe a beccarsi e a gridare come aquile, in un posto che dovrebbe essere di pace eterna. … Prendine una per favore, queste sono belve scatenate.

Enrico:    (Prende Armanda per il braccio e la fa piroettare come se stesse ballando un tango) Insomma fermatevi. (Accenna a un passo di tango e le fa fare il caschè). Si può sapere che cosa sta succedendo e perché siete qui tutte e due insieme?

Armanda: Questa cosa(indicando Dolores)tutti i …

Dolores:  Io mi chiamo Dolores, maleducata!

Armanda: Questa Dolores de panza.

Le due donne tentano di avere un contatto fisico, mentre i due uomini (sincronizzati) li lasciano avvicinare e poi le attirano come se stessero ballando un rok ed roll.

Dolores:  Hei, tu, ladra di mariti, rovina famiglie se non chiudi quella boccaccia da forno a legna, te la chiudo io per sempre.

I due uomini prendono le donne per la vita, e con i gesti del tango figurato (Giro della testa di scatto e gambe che passano in mezzo a quelle del partner a mo di calci) le fanno sedere una sul divano e l’altra in una poltrona ben distante.

Enrico:    Allora, adesso Bastaaaa! Si può sapere di cosa si tratta o vi devo sbattere fuori di casa tutti e due?

Armanda: A me non puoi sbattermi fuori di casa … Io sono tua moglie e quellalì che deve andarevia da casa mia.

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Enrico:    Io sono il padrone di casa e decido io chi deve restare e chi deve andare. … Ora siediti tranquilla qui e fai la persona civile. (A Dolores). Mi meraviglio di te che ti presti a fare queste sceneggiate. In trent’anni che siamo stati insieme non ti ho mai vista fare così.

Dolores:  Da quando ti sei messa in casa questa … questa …

Armanda: Mi chiamo Armanda, no sono questa!

Dolores:  Hai ragione. … Da quando ti sei sposato quest’armadio …

Armanda: (Si alza e viene rimessa a sedere da Enrico)Tu sei avvelenata perché ti ho fatto cornuta.Sei proprio una vipera cornuta. (A Enrico) E tu permetti che questa cornuta mi offenda?

Dolores:  Primo o poi, questo tipo metterà le corna anche a te. … E tu ti sei messo con questa che non sa nemmeno ballare. Potevi scegliere almeno una che sapesse ballare meglio di me.

Armanda: L’ha già fatto, e sono io meglio di te.

Enrico:    Adesso basta, state zitte tutte e due! Voglio sapere che cosa è successo. Vergognatevi a questa età state litigando come due bambine.

Le due donne si calmano, Enrico si rivolge a Fabio.

Enrico:    Senti Fabio dimmi tu quello che è successo. Queste sembrano due galline da combattimento.

Fabio:       É successo una cosa mai vista prima: Ero intento a scavare le fosse per i prossimi clienti, quando ad un tratto sento grida e male parole provenire dalla cappella della tua famiglia.

Dolores:  È stata lei a venirmia provocare. Io era li tranquilla a …

Armanda: Tu lì non ci devi andare, non fai più parte della famiglia.

Enrico:    Volete stare zitte? Voglio sentire Fabio. … Vai avanti Fabio.

Fabio:       Come ti dicevo, ho sentito un casino provenire dalla cappella della tua famiglia. … Sai com’è, nella pace di quel luogo basta un minimo rumore che si sente amplificato dieci volte. … Alzo gli occhi dal mio lavoro, e vedo che dalla porta aperta della cappella, volano fiori, lumini, portafiori, scarpe e tutto quello che avevano a portata di mano. … Corro per vedere cosa stava succedendo e vedo la tua ex moglie e la tua attuale moglie che si accapigliavano. … Fuori dalla cappella c’era già una folla di curiosi. … con tutta quella gente che c’era, sembrava che anche i morti fossero usciti dalle tombe per vedere che cosa stava succedendo.

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Dolores:  Tutta colpa di questa strega.

Armanda: A me strega? Ti sei guardata allo specchio?

Enrico:    Basta, lasciatelo finire!

Fabio:       Ho fatto una fatica tremenda a separarle, mi hanno morso anche una mano. (Fa vedere la mano a Enrico) … Guarda c’è ancora il segno.Poi ho preso il furgone,una l’holegata sulsedile della macchina di fianco con me e l’altra nel cassonetto e le ho portate qui da te.

Enrico:    Ti ringrazio Fabio sei un amico. Ora torna al tuo lavoro, non vorrei che qualcuno ti reclami.

Fabio:       I miei clienti sono pazienti e non reclamano mai, hanno molto tempo per aspettarmi, hanno tutta un’eternità.

Enrico:    Non parlavo dei morti, ma dei vivi, dei tuoi superiori. Comunque adesso lasciaci soli perché è una questione di famiglia.

Fabio:       Scusami, non voglio intromettermi nei tuoi affari. Ma a queste signore, da ora in poi, proibisco categoricamente di venire al cimitero contemporaneamente. O l’una o l’altra, insieme mai, altrimenti la prossima volta chiamo la polizia locale.

Dolores:  Ma guarda un po’ora il cimiero ha un padrone. Io ci andrò quando mi pare e piace.

Armanda: È un posto pubblico e io ci vado quando voglio. Piuttosto è lei che non ci deve andare inquella cappella perché non è un suo diritto.

Fabio:       Io vi ho avvisati. Se c’è dentro una delle due, deve aspettare che esca e poi entra l’altra.

Enrico:    (Ha fretta lo spinge fuori). Va bene Fabio, se succede, chiama pure la polizia, icarabinieri, l’esercito, tutto quello che voi tu. Ora vai! … (Chiusa la porta, alle due donne).Ok, ora tranquillamente ditemi cos’è successo.

Le due donne iniziano a parlare contemporaneamente, accusandosi a vicenda senza che si riesce a comprendere quello che dicono.

Enrico:   (Alzando la voce). Ho detto tranquillamente, adesso basta! …Sembrate due gallinespennacchiate. (Si mette davanti a Dolores, come se la invitasse a ballare. Con un paio di passi di meneito, la fa sedere sulla sedia più lontana). Inizia a parlare tu Dolores.

Dolores:  (Una volta seduta). Tu sai com’eroaffezionata ai tuoi genitori. … erano veramente dellesante persone, e due volte alla settimana vado in cappella a cambiare i fiori, accendo i lumini, lucido le lapidi.

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Armanda: Tu in quella cappella non ci devi più andare perché non hai nessun diritto. Quella è lacappella di famiglia e tu non fai più parte della famiglia. La vuoi capire o no!

Dolores:  Per trent’anni io ho vissuto con loro e negli ultimi momenti li ho accuditi e curati! Tu dov’eri quando erano malati?

Armanda: Ho conosciuto Enrico nella sala da ballo, dopo la morte dei suoi genitori, altrimenti liavrei accuditi anch’io.

Dolores:  Per una volta che non ho potuto accompagnarlo, hai approfittato di ballare il tango per mettere subito le tue gambe in mezzo alle sue.

Enrico:    Basta non stiamo a rivangare cose che abbiamo già discusso. Ma ora mi volete fare capire che cosa sta succedendo? Capisco la rivalità fra di voi, ma non capisco questo conflitto.

Armanda: Questa signora va dicendo che uno dei loculi della cappella“della nostra famiglia”, èsuo e pretende di occuparlo alla sua morte. Ma cosa centra lei con la nostra famiglia? Quel loculo spetta di diritto a me.

Enrico:    Tutto questo putiferio per un loculo? Ma andate tutte e due a quel paese.

Dolores:  No, no, questa cosa bisogna chiarirla subito! Non voglio andare a finire sotto terra dopo morta. Tuo papà quando ha costruito la cappella e aveva detto che quel loculo era per tua moglie e io in quel momento ero tua moglie e indicava me e non questo monumento ai caduti. (indicando Armanda) … Hai capito ladra di mariti.

Armanda: L’hai detto tu stessa, quel loculo è per sua moglie, e la moglie adesso sono io. Tu seidivorziata e per noi non sei nessuno.

Enrico:    (Guardando nel vuoto come se stesse ricordando). Un momento, se ci penso beneDolores non ha tutti i torti.

Dolores:  (Ad Armanda) Hai visto che ho ragione.Basta un po’ di cervello. … Quello che a temanca.

Enrico:    (Continuando) Quando il mio povero babbo. … Pace all’anima sua. … Aveva costruito lacappella, Aveva detto esattamente queste parole: “Ci sono sei loculi, uno è per me, uno per la mamma, uno ogni per le tue due sorelle, uno per te e l’ultimo per tua moglie”. In quel momento mia moglie era Dolores e pertanto è per lei.

Armanda: Tuo papà, saggio uomo, ha detto:“per tua moglie”ma non ha specificato il nome.

Pertanto, io sono tua moglie e quel loculo è mio.

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Enrico:    È vero anche questo. … Sentite, ci devo pensare per il momento non è destinato a nessuno delle due. Adesso tu Dolores vai a casa tua.

In quel momento suonano alla porta.

Enrico:    Chi altro sarà adesso! (Va ad aprire e entra Fabio tutto affannato).

Fabio:       (Concitato e sottovoce) Sta arrivando Elena. Sta arrivando Elena.

Enrico:    (Tutto agitato inizia a camminare a grande falcate fra un lato e l’altro del palco). No,no, no! Questa non ci voleva. Per favore fermala, non farla entrare, fai qualcosa, altrimenti qui scoppierà la terza guerra mondiale. … Vai Fabio fermala, fai qualcosa!

Fabio:       Ho tentato, ma quella mi ha già dato un calcio nelle palle. È già nel portone. (Suona il campanello della porta). È già qua?

Enrico:    (Ancora più agitato). Adesso cosa faccio? Fabio dille che non ci sono, mandala via,racconta quello che vuoi, ma non farla entrare. (Esce di corsa).

Le altre due donne non riescono a capire cosa sta succedendo e guardano la scena seguendo i movimenti di Enrico. Ogni tanto si guardano e si domandano “Che cosa succede?” Fabio socchiude la porta e senza federe chi è, dice:

Fabio:       Non c’è Enrico.

Elena:       (Blocca la porta e senza parlare, sposta Fabio con un braccio, e come se fosse in casa sua, con noncuranza, getta la borsetta su una poltrona, va al mobile dove ci sono le bottiglie di liquori, si versa un whisky in un bicchiere, si siede su una sedia o in poltrona). Lo aspetto.

Fabio:       Forse non torna, mi ha detto che ti chiamerà lui.

Elena:       Aspetto qui la chiamata. … E queste due che cosa fanno qui? Oggi non era il giorno della libera uscita?

Armanda: Senti si può sapere chi sei tu? …

Dolores:  Già chi sei?

Armanda: Sei entrata qui spavalda come se fosse casa tua, … questa è casa mia!

Elena:       Tu abiti qui, ma la casa non è tua.

Armanda: Che cosa vuoi dire che è tua?

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Elena:       Se fossi in te, andrei a informarmi.

Armanda: (Minacciosa)Prima che ti sbatto fuori casa, mi vuoi dire chi sei?

Fabio vede che le cose si stanno mettendo male, va verso la quinta e chiede aiuto ad Enrico.

Fabio:       Enrico per favore vieni fuori altrimenti qui si scannano. … Non fare il codardo, affronta la situazione, tutto questo l’hai creato tu.

Enrico:    (Esce agitando le mani). Elena, per cortesia, non fare anche tu le scenate. Oggi, comevedi, ho dei problemi con le mie mogli. Non ti ci mettere anche tu.

Elena:       Ti sei dimenticato? Oggi è il nostro giorno. Piuttosto che cosa fanno qui queste due?

Armanda: (Guardando Enrico e poi Dolores).Si può sapere chi è questa tizia?

Enrico:    È Elena.

Armanda: Non ho chiesto come si chiama, ma chi è? È entrata come se fosse casa sua. È forse unatua parente?

Elena:       (Mostrando la mano con le corna e agitandola come se fosse un saluto). No, no carine.

Voi lo avete sposato io invece sono la sua amante.

Armanda e Dolores: (In coro)La sua amante?

Elena:       (Snobbandole) … E sì, mie care. Sono la sua amante, e anche di lunga data. Sono stata ioa cogliere il frutto ancora acerbo. Sono stata io la sua rampa di lancio. Sono io il suo giocattolo. Io ho preso la parte migliore di lui, mentre voi, sposandolo, fate le cameriere e fra qualche anno, farete anche le badanti.

Armanda: (A Dolores)In tutti questi anni ti ha messo tutte queste corna e non ti sei mai accorta?Sei una cornuta d’annata.

Dolores:  Adesso anche tu sei una novella cornuta. … un po’ più giovane di me, ma sempre cornuta sei.

Armanda e Dolores: (A Enrico)Brutto maiale.

Elena:       Vi ricordate la vostra prima notte di nozze e perché siete andate tutte e due in bianco? Perché l’addio al celibato l’ha fatto con me. La notte prima gli ho fatto sparare tutte le cartucce e alla vostra prima notte è arrivato completamente scarico. A voi, vi ha detto che

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era stanco, che la giornata era stata faticosa e aveva bevuto troppo. Invece la verità era che non aveva più colpi da sparare.

Enrico:    Per favore Elena, almeno stai zitta.

Armanda: (A Dolores). Hai sentito? La solita terrona che trova l’allocco benestante e si famantenere.

Elena:       (Quasi sdegnata). Ah, senti chi parla.Sei tu che l’hai sposato, sei tu che ti fai mantenere.Io lavoro, e con quello che guadagno, vivo bene. … E poi non sono una meridionale, sono veneta.

Dolores:  Ora che ci penso, ho già sentito il tuo nome. … Non mi ricordo se sei un’attrice o una cantante, ma so che fai un lavoro in cui ti mostri molto volentieri al pubblico. Sei nata in una famosa cittadina pugliese. … Scusa perché dici che sei veneta?

Armanda: Infatti, Tròia è in Puglia, pertanto sei una terrona.

Elena:       Non sono di Tròia.

Armanda: Ma anche se tu fossi nata sul Canal Grande, sei sempre una tròia.

Enrico:    (A Dolores e Armanda). Ora basta voi due. Anche lei è una donna che amo al pari di voidue, perciò portatele rispetto.

Dolores:  Sentilo il mandrillo che sono più di trent’anni che mi tradisce con questa qua, ti devi vergognare.

Armanda: Pensa un po’ ora devo portare rispetto a questa … a questa tro… tro… trovatella.Nondico la parola adeguata per rispetto a te e non a questa tròia.

Elena:       (Ad Enrico sempre con una certa superiorità). Da dove sei andato a prenderle queste due.

…Una è sempre in travaglio ed è piena di dolores. Invece quest’armadio dove l’hai trovata all’Ikea? … Però, quando l’hai montata, l’hai montata anche male. Oltre a essere brutta è anche acida.

Fabio:       (Già sulla soglia per uscire). Enrico io vado. È una questione famigliare, vi lascio da soli.

Enrico:    No, aspetta Fabio, ho bisogno del tuo aiuto e della tua professionalità. … Fammi un piacere, di là c’è una lavagna di carta, prendila e portala qui.

Armanda: (Le viene un dubbio)Perché anche lei è qui? Non pretenderà anche lei di entrare in quelloculo?

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Dolores:  Il loculo è fuori discussione. Quello non è né tuo e nemmeno il suo. Di diritto è solo mio.

Armanda: Ancora devi capire che non sei più sua moglie e non hai nessun diritto? Solo la mogliegli può star accanto nel riposo eterno.

Dolores:  Tu ti dimentichi che io sono stata accanto a lui per trent’anni, e tutti questi anni non si possono cancellare perché una ladra come te mi ha portato via il marito e adesso tenta di portarmi via anche il loculo. È proprio vero, una ladra non si smentisce mai. … E poi io lo amo ancora, nonostante tutti i tradimenti che ho subìto. Lo perdono e potremmo tornare ancora insieme.

Fabio:       (Entra con la lavagna). Ecco qua la lavagna.

Elena:       (Pensando ad alta voce). Pensa che queste due fanno di tutto pur d'aver un loculo.…Che meschinità, che orrore. Pensano che quando saranno morte faranno le zombie. (Imitando le voci).“Caro usciamo stasera andiamo a vedere chi c’è al bar-bara”.

Dolores:  (A Elena). A te, tutto questo non riguarda. Tu non sei nessuno per nessuno. Sei meno dizero.

Elena:       Questo lo dici tu, ma prova a chiederlo al tuo ex marito. Io e quest’uomo, ci amiamo da quarant’anni e se proprio vogliamo stare a vedere, chi ha più diritto delle tre, sono io. Sono io che l’ho conosciuto per prima e gli sono stata fedele. Sono stata io a far cogliere il primo fiore …

Armanda: … E il fiore saresti tu? …Al massimo potresti essere un carciofo.

Elena:       Quando lui mi ha colto, ero come la rosa del mattino bagnata dalla rugiada. (Si alza e passeggia per farsi vedere meglio). Ancora oggi, come allora, quando ci amiamo è comela prima volta. Lui non può fare a meno di me, e io non posso fare a meno di lui. … Io sono colei che ha lo scettro in mano mentre voi siete le reginette che avete (fa le corna con entrambe le mani) la coroncina sulla testa.

Enrico:    Basta così! Voi siete le tre donne che ho amato nella mia vita. … Sì è vero, ho colto tre fiori, ma tre fiori differenti e vorrei avervi vicino tutte e tre anche dopo la morte. Ora, con l’aiuto di Fabio, che è un tecnico della sepoltura, troveremo una soluzione.

Elena:       A me escludimi, lascio il posto a queste due arpie. … Tanto anche nell’aldilà, troveremo il modo di trovarci clandestinamente. … Ormai sono rassegnata, il mio amore sarà sempre condiviso con queste due.

Enrico:    Grazie cara, mi faciliti il compito.

Dolores:  Tanto lei non ha nessun diritto.L’unica ad avere tutti i diritti sono io.

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Armanda: Sapete come si fa a spegnere questa qui? È un disco rotto, ripete sempre la stessa cosa.

Fabio:       (A Enrico). Iniziamo altrimenti queste cominciano di nuovo a litigare.

Enrico:    Ora state zitte e lasciateci trovare una soluzione. (Disegna sulla lavagna di carta un rettangolo). Questa è l’area della cappella.

Fabio:       L’ingresso è qui. (Indica un lato corto del rettangolo)

Enrico:    Ora disegniamo i loculi. (Disegna tre bare da un lato e tre dalla parte opposta). Nel primo loculo c’è il mio povero papà. È lui che ha voluto e costruito la cappella, ed è giusto che abbia il posto d’onore, e l’abbiamo messo qui. (Fa una croce sul primo loculo).

Fabio:       Quanta fatica ha fatto il tuo povero papà. Tutti i giorni veniva al cimitero dopo il lavoro e ogni volta, costruiva un pezzo di cappella. Poi siamo andati insieme a scegliere il marmo.

Enrico:    Il marmo di Carrara, è un marmo molto prezioso. Rimane sempre lucido.

Dolores:  È sempre lucido perché sono io che vado quasi tutti i giorni a lucidarlo.

Armanda: Anch’io vado a lucidare i marmi e cambio l’acqua ai fiori.

Elena:       Menomale che avete quest’hobby. Voi andate al cimitero a trovare i morti e io vengo qui a trovare il vivo.

Armanda: Io sono una donna onesta e non mi vado ad infilarmi nel letto di tutti.

Elena:       Io almeno mi diverto … poi, m’infilo solo nel letto di tuo marito perché gli sono sempre stata fedele.

Dolores:  E con questo ti candidi anche tu per il posto nella cappella? Questo scordalo, quel posto è mio.

Elena:       (Snobbando). Tienitelo pure, non ci penso nemmeno. Io penso a vivere e non a morire.

Enrico:    Allora volete smetterla voi tre? … Fabio, continuiamo. Dunque, nella seconda c’è la mia povera mamma.

Fabio:       Santa donna. Quando ero piccolino, mi dava sempre qualche biscottino o una fetta di torta. Mi ricorderò sempre la sberla che mi dette. … Per tre giorni portai il segno della sua mano sul viso. (Si tocca la parte del viso).

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Elena:       Però, non era mica tanta santa se ti dette quel sberlone che te lo ricordi ancora oggi.

Fabio:       La sberla me la meritavo, perché stavo rubando la torta appena sfornata. Ma non me la dette perché rubavo la torta …

Elena:       Te la dette per non fartela mangiare.

Fabio:       No, non per quello, ma per non farmi scottare. Era troppo calda. … Poi capii che mi aveva salvato da una scottatura. … Santa donna.

Armanda: … E sì,con la sberla ti aveva battezzato e fatto il miracolo.

Enrico:    Zitta tu! ... Mia madre era veramente una santa donna. Non stava mai ferma, lavorava tutto il giorno, aveva sempre un qualcosa da fare.

Dolores:  Proprio così. Ho vissuto trent’anni con lei ed era veramente una santa donna. … Era come una mamma per me.

Armanda: Basta con questa storia che hai vissuto per trent’anni con loro. Mettiti bene nella menteche tu sei divorziata e non fai più parte di questa famiglia.

Enrico:    … Smettetela e cerchiamo di andare avanti. … Nella terza c’è già la mia povera sorella.

Fabio:       A proposito, non ho mai saputo di cosa è morta tua sorella?

Enrico:    Sai che a mia sorella piaceva mangiare.

Fabio:       Lo so, lo so. Era talmente grassa che abbiamo fatto i buchi alla bara all’altezza del bacino per farla entrare. Poi quando l’abbiamo tumulata, abbiamo dovuto abbattere il divisorio del loculo di tua madre. … Sarà mica morta mangiando?

Enrico:    Il giorno che è morta, è andata con una sua amica, alla trattoria “La milanesa”.

Fabio:       Aaaah, lì sì, che si mangia veramente bene. … È tutta roba casalinga. … La cassӧela, Luigina, la cucina a regola d’arte. … Quando si va da lei, è come mangiare a casa. … E quel giorno, cos’era il piatto del giorno?

Enrico:    Quel giorno c’era la busecca. Lei andava matta per la busecca, non gli bastava mai. Sai che la Luigina fa i piatti abbondanti.

Fabio:       È vero! Quando ci vado con mia moglie, qualche volta, ordiniamo solo un piatto e mangiamo in due. Ma quando c’è la busecca, il mio piatto non lo divido con nessuno. (Estasiandosi) È troppo buona.

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Enrico:    Per mia sorella, un piatto di trippa per lei era l’antipasto. Quel giorno se ne mangiò tre piatti, uno dietro l’altro.

Fabio:       Cosa è successo le è scoppiata la pancia?

Enrico:    No, non è stata la trippa a fargli male, ma il bicchier d’acqua fredda che si è bevuta dopo.

…Gli è venuta la congestione ed è morta.

Fabio:       Tu pensa cosa può fare un bicchier d’acqua, può anche uccidere. Pensa che una volta ho visto una, annegare in un bicchier d’acqua.

Elena:       Il solito sbruffone. … Ha visto annegare una in un bicchier d’acqua, … ma valla a raccontare a qualche altro.

Fabio:       È vero! Una volta avevo un bicchier d’acqua in mano e una mosca si è tuffata dentro.

Non sapeva nuotare ed è morta. … Però poi, le ho fatto il funerale e l’ho seppellita.

Enrico:    Adesso ti ci metti anche tu. Stiamo risolvendo una cosa seria e tu racconti le fesserie. ...

Andiamo avanti. … Allora, di fronte al mio babbo. … Mi raccomando a te Fabio, quando capiterà a me, quello è il mio loculo. Se qualche parente mi vuole mettere in un altro posto, tu ti devi opporre. Capito? Quel loculo è il mio.

Dolores:  E se muore prima Fabio?

(Fabio fa tutti gli scongiuri).

Enrico:    Prima di morire lo dirà al suo sostituto.

Armanda: Come farà a dirlo al suo sostituto se è già morto.

Fabio:        Per essere più sicuro, ti consiglio di mettere già la lapide e ci scrivi anche un'epigrafe.

Enrico:    Questa potrebbe essere una buona idea. Cosa potrei scrivere … “Qui giace l’uomo più amato dalle donne.”

Dolores:  No, io scriverei, invece: “Qui giace il più grande traditore della storia”.

Elena:       L’unica che non è stata mai tradita, sono io. … Non l’ho mai sposato!

Armanda: Non riesco a capire perché parli e t'intrometti nei nostri affari. Tu non hai niente daspartire con noi.

Elena:       Per il momento condividiamo lo stesso uomo, io prendo la crema e voi avete preso e prendete quello che avanzo.

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Enrico:    Ricominciamo? Basta con le chiacchiere dopo penserò cosa scrivere. … Allora hai capito Fabio il mio loculo è di fronte a quello del mio babbo e vicino all’angelo che è in fondo alla cappella.

Fabio:       È grazie a me che c’è quel bellissimo angelo nella vostra cappella. … Quando tuo papà la stava costruendo, io stavo demolendo una tomba e mi dispiaceva buttare via quell’angelo. Allora ho chiesto agli eredi del morto se lo vendevano e sono riuscito ad averlo a un buon prezzo. … È stato veramente un affare.

Enrico:    … Per te. Lo dovevi buttare via e tu l’hai venduto al mio babbo non proprio a prezzo di favore. … Con tutti i tuoi macabri traffici ti sei comprato tre appartamenti.

Fabio:       Sei ingiusto a dire così. L’angelo l’ho fatto ripulire e lucidare da un marmista ed è per questo che è costato. Non mi approfitto degli amici.

Enrico:    Scusami è meglio lasciar stare quest’argomento ed andiamo avanti. … Io voglio stare sotto le ali protettici dell’angelo. … Nel loculo di fianco al mio ci andrà la mia seconda sorella. … A proposito Fabio, mi sono sempre domandato perché non hai sposato mia sorella? Se la sposavi, forse quel loculo era tuo.

Fabio:       Non ti stai dimostrando un vero amico. Scusa se te lo dico, ma hai guardato bene tua sorella come è brutta?

Enrico:    Oddio, a guardarla adesso che è zitella, è vero si è lasciata un po’ andare e fa paura. Ma quando era più giovane era carina.

Fabio:       … Come un bulldog quando scodinzola. Quando passa davanti allo specchio, lo specchio si spaventa. È un tronco unico, non si capisce dove finisce il seno e inizia la pancia. … Non portarla mai in montagna altrimenti se casca rotolerà fino a valle. … E il loculo non mi interessa.

Enrico:    Lasciamo perdere mia sorella, comunque quello è il suo posto. … Adesso rimane l’ultimo posto disponibile. Che andrà …

Dolores:  …A me. Tuo padre,(sottolineando)mio suocero, lo aveva promesso a me e ci andrò io.

Armanda: È possibile che non ti entri in quella testa vuota che il loculo è destinato alla moglie diEnrico? … E fino a prova contraria la moglie di Enrico, sono io.

Elena:       Litigate, litigate pure tanto fra le due litiganti la terza gode.

Fabio:       Alt fermi tutti! Ho la soluzione per accontentare tutte e tre.

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Dolores, Armanda, Elena: Quale sarebbe?

Enrico:    Sapevo che avresti trovato la soluzione, … Qual è?

Fabio:       Semplice, vi fate cremare tutte e tre, così c’è posto anche per qualche altra donna. … Non si sa mai che …

Enrico:    Hai ragione. Sei un genio Fabio.

Dolores:  L’Einstein dei cimiteri. Ti daranno il nobel per la morte eterna. Per me,non se ne parla nemmeno. Io voglio arrivare davanti al creatore tutta intera.

Armanda: Per me è lo stesso,lascio decidere al Signore se devo essere bruciata all’inferno, nonsarò certamente io a farmi bruciare volontariamente.

Elena:       Per me è indifferente, dicono che sono una peccatrice e andrò all’inferno. Essere bruciata prima o poi, per me è indifferente.

Enrico:    (Come se fosse stato illuminato in quel momento). Alto là, ho trovato la soluzione per chideve essere l’ultimo posto disponibile.

Tutti quanti lo guardano interrogativamente.

Fabio, Dolores, Armanda, Elena: (In coro).Chiiii?

Enrico:    Per me scegliere fra voi tre è molto difficile. Allora ho deciso …

Fabio, Dolores, Armanda, Elena: (cs) Siiii?

Enrico:    Ho deciso che verrà con me…

Fabio, Dolore, Armanda, Elena: (cs) Siiiii?

Enrico:    Verrà con me, CHI MUORE PRIMA.

Fabio:       Sto andando al cimitero, chi di voi vuol venire con me?

Sipario

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