Un bancario
Monologo
umoristico
di
Paolo Avanzi
Il protagonista è un impiegato di banca, cinquantenne, scapolo. Ha invitato una giovane donna nel proprio appartamento. La donna ha voluto andare a farsi una doccia nel suo bagno. Lui vorrebbe conquistare il cuore di questa donna, ma non avendo esperienza di rapporti con l’altro sesso, è alquanto agitato; èinoltre succube della sorella che gli impedisce di avere una vita privata decente.
La donna (che lui ha invitato) è appena entrata nella doccia. L’uomo cammina nervosamente nella stanza. Si rivolge alla donna chiusa nel bagno dietro le quinte. Parla ad alta voce.
Scusa Michela. Dimenticavo di dirti… l’accappatoio è appeso dietro la porta. E lo shampoo è nell’armadietto sotto il lavandino… E l’asciugamani se ti serve è nel cassetto vicino al water….
(Pensando tra sé ). Se sapevo che veniva a farsi qui la doccia, mi organizzavo meglio… Chi se lo immaginava … (con orgoglio) E poi? Che farà? Eh… nei film una donna dopo la doccia che fa? Va a letto con chi trova in casa… E io? Sarà trent'anni che mi sto preparando… Sono così preparato… che non so nemmeno da dove cominciare… (Si alza e va verso il bagno). Che faccio, le salto addosso? (mima con le braccia). No, no, sembro un maniaco sessuale. (Va di nuovo verso il bagno). Aspetto che mi salti addosso lei? (mima con le braccia) No, no, così sembro un animale imbalsamato.
No, piuttosto facciamo una cosa democratica.Ci saltiamo addosso tutti e due…Una bella orgia… (mima con le braccia). No, no, macché orgia. (si sforza di stare fermo) Forse sarà meglio stare un po’ calmi. No, no oggi non mi sento in forma. Le dirò che un tremendo mal di testa, così rimandiamo la notte di fuoco.(Squilla il suo cellulare).
Oddio, chi mi chiama adesso? (Guarda il cellulare con insofferenza).
No! Adelina sempre lei, che ossessione… Adesso non rispondo. Altrimenti quella
non mi molla più. (Il cellulare continua a squillare. Lui si rivolge al
cellulare). Smettila, basta, basta! (il cellulare continua a squillare)
. Oh, adesso se non rispondo, quella è capace che si allarmi e si fiondi qui…
peggio ancora.
(Lui prende il cellulare, si mette un
auricolare senza fili sull’orecchio e risponde seccato). Non posso rispondere, sono
impegnato adesso. Ti chiamo più tardi. (pausa) Sì, sono con una persona,
e allora? (pausa). E se fosse “una donna”? Non ho il diritto io di
invitare una donna a casa mia? (pausa) Oh, senti… Mi sembra che alla mia
età avrei il diritto di fare quello che cavolo mi pare a casa mia… e non sono
tenuto a riferirti tutto… (pausa) No, tu me lo hai impedito, tu e la
mamma… Lei poverina a 90 anni si può capire che non ragionava, sempre addosso…
E adesso che lei non c’è più… (pausa) Comunque non voglio stare qui a
discutere… (pausa) Sì, sono qui con… una donna… (pausa). Non mi
può ascoltare perché… è in bagno, sta facendo una doccia. (Pausa) Che
c’è di strano... E’ venuta qui, era sudata, e ha chiesto di farsi questa
doccia... (pausa). Uh, sai che follia! Ma le donne di oggi, le donne
giovani intendo… (pausa) Boh, avrà sui 26-27 anni… (pausa) Stavo
dicendo che le ragazze di oggi non sono come quelle di trentanni fa che per
dare un appuntamento ci mettevano una vita. Le donne di oggi sono disinibite,
sono tutte disinibite…. Fanno la doccia dove capita, fanno sesso subito con chi
gli va... (pausa) Ma non ho detto che sono tutte delle ninfomani!… (pausa)
Come? Non sai cosa vuol dire “ninfomane”? Be’, guarda meglio così. (pausa).
Certo che mi piace… è carina, simpatica, spigliata… (pausa) e giovane,
certo. (Pausa). Come sarebbe “troppo giovane per me”? Sono solo...
trentanni di differenza, e allora? (pausa) Ma al giorno d’oggi l’età non
conta più niente. Sai le donne di oggi che cercano in un uomo? Cercano la
personalità, il carisma, la sicurezza di sé. E io di sicurezza, oh, ne ho da
vendere... (balbettando) (pausa). Guarda, non ti permetterò di
rovinarmi questa occasione, come hai fatto con le altre… (pausa) Ma che
significa “non erano quelle giuste”? Secondo te, nessuna (balbetta)
donna al mondo sarà mai giusta per me! (pausa) Che lavoro fa? Ah guarda,
fa un lavoro meraviglioso, di aiuto ai poveri e agli anziani... l’assistente
sociale. (pausa) E’ evidente che sa che lavoro in banca… Ah, sai, come
ci siamo incontrati… Questa è da ridere… Ero appena uscito dall’ufficio, in
intervallo mensa, quando lei mi piomba addosso con il suo gelato alla fragola e
me lo spiaccica sul mio bel gessato grigio… Ah, ah, ah, che scena. Vedessi come
era dispiaciuta, disperata quasi… Ho dovuto rassicurarla io perché quasi si
metteva a piangere. Be’ poi siamo andati a prendere un caffè al bar. E… la sera
stessa siamo andati in pizzeria. E il giorno dopo siamo andati al ristorante a
pranzo e a cena. (pausa) Io corro troppo?! Lo sai che mi ha detto
stamattina... che è innamorata pazza di me! Sì, sono convinto, straconvinto
stavolta di aver fatto centro. (pausa) Michela, si chiama... e il
cognome... non me lo ricordo. Sì, sta ancora facendo la doccia . E allora? (pausa)
Cosa? La sua carta di identità? Nella borsetta? Ma sei impazzita! Non ci penso
neppure! No, è fuori discussione. Se quella mi vede che frugo lì, giustamente è
capace che mi pianti e se ne vada. No, no, e poi no. Tu e la tua mania di
ficcare il naso... Ma cosa vuoi che ci sia scritto nella carta di identità. (Poi
va verso la stanza del bagno, nota che lei sta ancora facendo la doccia. Ci pensa su..). Guarda., è
l’ultima, giuro, l’ultima cosa che ti faccio, dopodiché chiudo la telefonata. (Apre
la borsetta accanto una sedia, apre il portafoglio ed estrae la carta di
identità della ragazza. La legge e la ripone nella borsetta). Tutto
normale, c’è il nome, cognome, indirizzo… L’unica cosa un po’ strana è che a me
lei ha detto che si chiama Michela, mentre sulla carta c’è scritto Alessandra,
Alessandra Bianchi… (pausa). Prova? Prova di che… Ce n’è di gente che si
fa chiamare con un nome diverso dalla carta di identità! (pausa) Oh,
adesso fai anche la ricerca su internet… (pausa) Io non so niente di
lei? Ma se la conosco da… Va be’ solo da tre giorni, ma questo basta e avanza
per un bancario navigato come me (pausa) Ma è una ragazza come tante,
chi vuoi che sia… (pausa) Cosa? Hai trovato una Alessandra Bianchi
indagata per (balbetta) furti? Furti in appartamento? Possibile? (pausa.
Lui si mostra preoccupato) Aspetta, stiamo calmi… Bianchi è un cognome
comunissimo… e Alessandra pure. No, no, ce ne saranno decine e decine in giro
di Alessandra Bianchi. Quindi non c’è problema… (pausa). Questa
Alessandra Bianchi ha 26 anni? Ah. E questi furti sono stati fatti in zona qui
tra Milano e Como? Ah. Beh, sai che ti dico? Una pura coincidenza. La
Alessandra, cioè, la Michela che conosco io, è una persona aperta, simpatica...
Molto più di te… se permetti. Tutta questa smania di indagare nei fatti altrui
mi dà veramente ai nervi! E adesso chiudo qui questa nostra amabile
chiacchierata (pausa. Mostrandosi allibito). Cosa? (balbetta)
Omicidio? Indagata, ricercata per… omicidio di un imprenditore in appartamento?
Ma stai scherzando o che cosa? Io non ho il pc davanti, chissà cosa diavolo ti
è comparso sullo schermo (pausa) Comunque qui siamo lontani anni luce da
una criminale (balbetta) assassina… Anzi. Adesso che me lo hai detto,
sinceramente, mi sento anche meglio. Sono sicuro al cento per cento che non si
tratta di quella là. (pausa). Figurati, una assistente sociale che
ammazza il prossimo... Ma non ha nessuna pistola nella borsetta, andiamo! (pausa)
Ma che è questa qui la vedova nera, che prima si accoppia e poi mi accoppa? (pausa)
Ma cosa vuoi che abbia… in casa. (Guarda nei cassetti di un armadietto
e trova un coltello). Un coltello da cucina… (pausa) Oh, senti non
ci voglio nemmeno pensare a queste cose qui. Tutto questo è assurdo. Tu e la
tua smania di ficcare il naso nei fatti altrui... (pausa) Ho capito,
secondo te non è casuale che lei abbia voluto beccare un bancario che
(nell’immaginario collettivo) è uno pieno di soldi, e per di più sprovveduto
come me. (pausa) Ma io sono benissimo in grado di difendermi! D’accordo,
starò attento, starò molto attento… Se necessario, chiamerò la (balbetta)
polizia… e se mi aggredisce, uso il coltello. Ciao (pausa). Sì, ho
capito, ho capito perfettamente… Adesso chiudo perché non ne posso più. (Dopodiché
chiude la telefonata e si toglie l’auricolare. Si mette a girare nervosamente
per la stanza).
Dio mio, quello che
doveva essere una banalissima piacevole serata… è diventata… un incubo! Mia
sorella… la ammazzerei. Però su una cosa ha ragione, sono un ingenuo. Basta che
una bella ragazza mi sorrida e subito ci casco. E adesso? Ci sarà solo una
probabilità su cinquanta, o su venti o su dieci… che quella sia una
delinquente. No, non posso correre rischi. Se quella è capace di rubare, di
uccidere… è senz’altro più furba di me. (Apre
un cassetto ed estrae un grosso coltello da cucina e se lo mette in tasca). Accidenti, che coltellone. Va be’
meglio abbondare che deficere . Sono certo che tutto andrà liscio… però non si
sa mai. (Si tocca i pantaloni). Allora il mio il coltello l’ho in tasca,
il mio cellulare per chiamare la polizia l’ho a portata di mano. Su andiamo, un
bel respiro profondo… Tranquillo, rilassato e sorridente. (Lui va verso il
bagno e sparisce dalla scena. Si mette a parlare alla donna che è ancora in
bagno. Cerca di sembrare tranquillo). Allora Michela, tutto bene? Eh, eh.
Devi scusarmi sai, ho avuto una telefonata un po’… animata con quella
rompiscatole di mia sorella. Ti volevo chiedere, sai… Cioè, non per fare i
fatti tuoi… Ma il tuo vero nome è (balbetta) Alessandra? Alessandra Bianchi?
Da ridere, sai, perché c’è una tua omonima indagata per… Perché quella faccia?
No, guarda, che non volevo… (pausa) Ma io dicevo solo per… (urlando)
Ehi, ma stai attenta! Cosa stai facendo?!! Ti prego… Sei impazzita? Adesso la
smetti, sai, la smetti altrimenti io chiamo... (rumore in sottofondo di
colluttazione) …No, no, noooo!!! (Si odono le urla di lui e di lei come
se entrambi fossero coinvolti in una colluttazione dove lei ammazza lui con il
coltello, o viceversa. Gli spettatori rimangono nel dubbio su cosa sia
successo nel bagno tra i due.).
FINE