Un branco di pecore matte

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Copione in italiano

Un branco di pecore matte

di Ermanno Cola

libero adattamento scenico di Lilia Flamigni e Francesco Pirazzoli

Personaggi ed interpreti

DON ARTURO

ARTURO PARMIANI

 

DON CLAUDIO

CLAUDIO BETTINI

 

MARIA

MARIA BAIONI

 

MARIA ANTONIA

MARIA ANTONIA MEDRI

TONINO

PIERANTONIO RAVAGLIA

 

RICCARDO

RICCARDO TESSE

 

SIMONA

SIMONA ZANOTTI

 

SARA

SARA MANTI

 

MARCO

MARCO BIANCOLI

 

DANIELE

DANIELE GILDENI

 

CECILIA

CECILIA MONTANARI

 

ISABELLA

ISABELLA BERARDI

 

E’ MISERABIL

MARCO GRAZIANI

 

Regia di LILIA FLAMIGNI

Scenografia

Lilia Flamini

Tecnici luci e suoni

Lino Guerra   Fabrizio Bacchi

Direttore di palcoscenico

Daniele Gildeni

Direttore di scena

Marco Biancoli

Assistente di palcoscenico

Carla Colombo

Acconciature e trucchi

Maria Antonia Medri

Costumi

Cecilia Montanari

Atto primo

Il presente copione è stato tradotto in italiano, mantenedo però, per quanto possibile, nella costruzione della frase, la grammatica e la sintassi romagnola.

Canonica della Chiesa di San Giuseppe, parrocchia di Don Arturo. L’azione si svolge in Romagna, ai nostri giorni.

SCENA 1^ MARCO DANIELE

MARCO # (In compagnia di Daniele è seduto al tavolo.) A me fanno ridere questi cattolici dell'ultima ora. Cosa si credono di fare? La religione è quella che è, e da due mila anni in qua ha sempre funzionato bene.

DANIELE # E' meglio dire... quasi sempre... (Fuma la pipa)

MARCO # Si, è vero, ha avuto anche lei i suoi momenti di crisi, pero sì è sempre difesa con onore e ha finito col trionfare sui propri avversari...

DANIELE # Speriamo faccia così anche stavolta!

MARCO # Stavolta siamo accomodati peggio, perchè, stavolta, i nemici più pericolosi e cattivi sono gia dentro la Chiesa e lavorano, giorno e notte, per sbaraccare tutto... (Entra da destra Maria portando un vassoio con una tazzina da caffe e un bicchierino da vermouth contenente ciliegie sotto spirito)

SCENA 2^ MARCO DANIELE MARIA

MARIA # Ecco il caffe per il signor Marco e le ciliegie per il signor Daniele...

MARCO # Grazie.

DANIELE # Grazie.

SCENA 3^ MARCO DANIELE MARIA CECILIA ISABELLA

CECILIA # (E' una rubiconda signora che sta lavorando per preparare i pacchi per le missioni. E' sempre seguita dalla figlia. Si presenterà in scena impolverata e con abbigliamento consono al lavoro che sta svolgendo. Assume, a volte, toni assai marcati e perentori, a volte è colta da dolori lancinanti. Con tono arrogante, collerica) Non sono ancora arrivati i ragazzi del Circolo?

MARIA # No, non si è ancora visto nessuno.

CECILIA # (Piccata ed irata) Guardate che i pacchi delle Missioni da soli non si fanno mica! Mi hanno preso per la figlia di dai dai!

MARIA # (Rivolta a Cecilia) State calma Cecilia. Tarderanno poco!

CECILIA # Staremo a vedere! E' andata la Simona a Bagnacavallo a prendere quelle scarpe?

MARIA # Non lo so.

CECILIA # (Irata) Come no! Glielo avrò detto mille volte. Simona va a prendere quelle scarpe a Bagnacavallo!

MARIA # Non ho detto che non c'è andata, ho detto che non lo so!

CECILIA # (Continuando col suo pensiero) Ma dove ha la testa quella ragazza! Cinquanta volte glielo avrò detto!

ISABELLA # Si! La mia mamma glielo ha detto cinquanta volte! (Rivolta alla madre) E' vero mamma che glielo hai detto cinquanta volte!

CECILIA # (Mentre fa per uscire)Adesso quando viene a casa Don Arturo, metteremo le cose in chiaro una volta per tutte!

ISABELLA # Si! (Rivolta alla madre) E' vero mamma che metteremo le cose in chiaro?

CECILIA # (Allarmata) Oh, Dio! Mi sento male! (Toccandosi il petto) Un attacco di asma... Odio muoio affogata...

ISABELLA # Pronto mamma, ecco le pastiglie...

CECILIA # (Ne ingurgita velocemente una) La colpa è dei ragazzi! Non mi danno retta e mi fanno agitare! (Ne ingurgita velocemente un'altra traendone velocemente beneficio) Oh. meno male... mi sta passando... Che attacco ho avuto! (Sentendosi male di nuovo)Oh, Dio! Isabella dammi subito un cioccolatino...

ISABELLA # Pronto mamma, ecco il cioccolatino...

MARIA # Cosa ti è successo?

CECILIA # (Anche questo lo ingurgita velocemente, facendosene dare immediatamente un altro da Isabella) Lo zucchero! Mi e calato di colpo lo zucchero!

ISABELLA # Alla mia mamma gli calano spesso gli zuccheri....

CECILIA # (Mentre si mangia l'ultimo, sollevata) Adesso mi sembra di stare meglio... sono gia cresciuti! (Escono)

SCENA 4^ MARCO DANIELE MARIA

MARIA # (Allargando le braccia) Eh! Poverette! (Rivolta a Daniele e a Marco) Il Signore, con loro, si è distratto un momentino!

MARCO # (Per togliersi quasi da una situazione di imbarazzo) Stavamo parlando dei nemici della Chiesa... il fatto è che sta perdendo tutta la sua autorità.

DANIELE # Come ha detto il Signore? “Io sono la via, la verita e la vite”

MARCO # Ha detto la vita! Ma a te la religione l'ha insegnata il maestro Zambone che per scrivere la lettera "o" usava un maccherone...

MARIA # Non faccio per criticare, ma mi ricordo anche che il Signore ha detto: “Io sono la vite”...

MARCO # (Ironico) Allora se vi ricordate voi...

MARIA # Non faccio per dire, ma se tutti i preti fossero come mio fratello...

MARCO # Certo che a lui la forza di difendere la vite non gli manca mica.

DANIELE # (Che si sara avvicinato al giradischi e ai dischi) A lui no! Pero quando si vedono dei preti come Don Claudio...

MARIA # (Con un sospiro) E' meglio non parlarne...

MARCO # Si, è vero che è un po' moderno, ma questo dipende dal fatto che è ancora così giovane.

MARIA # (Guardandosi attentamente attorno come per confidare un segreto) No, no, signor Marco, creda a me, Don Claudio è un anarchico...

MARCO # (Incredulo) Addirittura!?!

MARIA # Ma non vede come si comporta? Lui critica il Parroco, lui critica il Vescovo, lui critica il Papa... e poi, a volte, ha il coraggio di criticare anche me!

DANIELE # (Adulatore) Questo non lo credo...

MARIA # Perchè?

DANIELE # (C.S.) Perchè se non va d'accordo con una donna garbata e gentile e comprensiva come voi, è segno che è un animale!

MARIA # (Commossa) Voi, Daniele, siete troppo buono con me.

DANIELE # Se c'è qualcono che si permetta di offendervi, io scatto come una molla!

MARIA # (Compiaciuta) Oddio come siete impulsivo! A sentirvi parlare così mi viene la pelle d'oca!

MARCO # (Ironico) Anche a me...

DANIELE # Tu quella l'hai per natura!

MARCO # Io dico che se avete voglia di farmi portare il moccolo, aspettate almeno che spengano la luce!

MARIA # Ma cosa dice mai, signor Marco! Fra me e Daniele c’è solo una bella amicizia

MARCO # Alla faccia dell'amicizia, siete sempre assieme...

MARIA # Ma no, signor Marco, abbiamo solamente tanti interessi in comune... Le idee del signor Marco sono anche le mie... Andiamo d'accordo su tutto...

DANIELE # (Adulatore) Ma come si fa a non andare d'accordo con una donna come voi!...

MARCO # Con lei ti prendi in tutto… all'infuori del ballare, pero!

DANIELE # (Risentito) E con questo cosa vuoi dire!

MARCO # (Ridendo) Ti sei dimenticato la figuraccia che le hai fatto fare l'anno scorso al Veglione... Mi sembravi un manico di scopa... Ti guardavano tutti e ridevano...

DANIELE # Vuoi scommettere che rideranno meno quest'anno! Tu aspetta e vedrai... Ancora un paio di lezioni e via!... (Seleziona un disco e fa si appresta a metterlo sul giradischi) Ecco qua, l'avevo per le mani adesso...

SCENA 5^ MARCO DANIELE MARIA

Prima CECILIA (Apparendo sulla porta)

poi ISABELLA (Apparendo sulla porta)

CECILIA # (Apparendo con la testa) Non sono ancora arrivati i ragazzi?

MARIA # No, non sono ancora arrivati (Cecilia ritrarra la testa)

ISABELLA # (Apparendo, a sua volta, con la testa) Non sono ancora arrivati?

TUTTI (All'unisono) No!!! (Isabella ritrarra anch'esso la testa)

SCENA 6^ MARCO DANIELE MARIA

DANIELE # (Rivolto a Marco) Guarda! (Mette su il disco, e mentre la musica inizia, mettendosi in posa, rivolta a Maria) Prego, signorina Maria, proviamo la sessualita del tango!

MARIA # (Vergognosa) Ma cosa dice mai, signor Daniele, la sensualita... (E si mette in posa)

MARCO # (A parte, commentando) Ecco Fred Aster e Ginger Roger di Lugo...

DANIELE # (Iniziano a ballare, durante il ballo, passando vicino ad un vaso di fiori, prendera una rosa e se la mettera in bocca.)

SCENA 7^ MARCO DANIELE MARIA DON ARTURO

DON ARTURO # (Entra mentre, Daniele sta facendo fare il casque a Maria. La sua espressioone e allibita ed allo stesso tempo divertita)

MARIA # (Accortasi dell'ingresso del fratello. Rialzatasi, staccandosi) No, no... per l’amor di Dio. Mi gira la testa!

DON ARTURO # Si stava forse ghizzovigliando? Mi sembra di sognare! (Rivolto a Masett) Tu è meglio che stia attento a non forarti la bocca con quella rosa! (Rivolto, poi, a Maria, ridendo) E tu stai attenta perchè dopo rimarrai “incriccata” per una settimana!

MARCO # Lo sapete, Don Arturo, che Daniele va a scuola di ballo?

DON ARTURO # Ed è tutto li quello che ha imparato!

DANIELE # Io invece mi permetto di dire...

DON ARTURO # Dai, Daniele, quando si arriva ad una certa età... chi si contenta gode! Dico bene?

MARCO # (Ridendo divertito della discussione) Sono proprio d’accordo con voi, Don Arturo!

MARIA # (Rivolta a Marco, risentita) La vostra è tutta invidia...

DON ARTURO # Marco lo facciamo anche noi un bel tango!

MARCO # (Allarmato) Io a ballare con voi? Ma vi sono proprio così tanto simpatico?

DON ARTURO # Si, ma una cosettina giusta!

MARCO # (Guardando di sottocchi l’altra copia) E allora si vede che la simpatia ce l’ha qualcon altro...

DON ARTURO # E non si puo fare niente. Poverino, vedi, è la gioventù che vuole il suo sfogo...

MARIA # (Risoluta) Voi Daniele continuate a prendere le ultime lezioni e non date retta a nessuno!

DON ARTURO # (A Daniele) Tu dai retta solo a mia sorella Maria.

DANIELE # (Galante) E io lo faccio tanto volentieri!

MARIA # E non ci sarebbe proprio niente di male.

MARCO # E due!

DON ARTURO # Due cosa?

MARCO # Adesso siamo in due a portare il moccolo. Se va avanti di questo passo faremo la processione... (Entra dalla comune Don Claudio. E’ un giovane prete in abito laico)

SCENA 8^ MARCO DANIELE MARIA DON ARTURO DON CLAUDIO

DON CLAUDIO # Buona sera.

TUTTI # Buona sera.

DON CLAUDIO # (A don Arturo) Mi scusi se la disturbo, ma devo dirle che hanno telefonato i Capuccini...

DON ARTURO # E allora?

DON CLAUDIO # Domattina ci sarebbe un funerale...

DON ARTURO # Se vuoi andarci tu...

DON CLAUDIO # No, è meglio ci vada lei. (Esce a sinistra)

SCENA 9^ MARCO DANIELE MARIA DON ARTURO

MARIA # Io vado a fare i pacchi per le missioni...

DON ARTURO # Brava! E voi due, per piacere, andate a darle una mano...

MARCO # Pronto.

DANIELE # Tanto volentieri...

MARIA # (Galante con entrambi ma più marcatamente con Daniele) Signor Marco, prego... (Quasi melassosa) Signor Daniele... mi fa strada lei...

DANIELE # (Galante) Prego, dopo di lei... (Escono)

DON ARTURO # (Guardando allibito la scena e ridendo) L’arterio galoppa! Osta se galoppa!!!

SCENA 10^ DON ARTURO MARCO DANIELE MARIA

Prima CECILIA poi ISABELLA

CECILIA # (Incrociando coloro che escono)Non sono ancora arrivati i ragazzi?

TUTTI (All'unisono, uscendo) No!!!

SCENA 11^ DON ARTURO CECILIA ISABELLA

CECILIA # (Rivolgendosi a Don Arturo)Ha sentito, Don Arturo? I ragazzi non sono ancora arrivati!

DON ARTURO # Ma si... vedrai che tarderanno poco.

CECILIA # E pensare che mi ero raccomodata che fossero qui alle otto! C’è ancora tutta la roba da dividere, da inscatolarla, da preparare le etichette per gli scatoloni... siamo indietro...

DON ARTURO # Vedrai che la Provvidenza ci darà una mano...

ISABELLA # (Rivolta alla mamma)Mamma, chi è la Provvidenza? Una che ci deve venire ad aiutare?

CECILIA # Comunque quando si prende un impegno bisogna mantenerlo!

DON ARTURO # (Sbuffando)Hai ragione. E dimmi una cosa... Tutta quella roba che ci ha mandato quel negozio di abbigliamento, com’e?

CECILIA # (Quasi sciogliendosi)E’ bella... è proprio bella! Ci sono delle più belle camicie, delle giacche, dei calzoni... Io direi che, quasi quasi, quella roba la potremmo tenere indietro per i poveri della nostra parrocchia.

DON ARTURO # Hai ragione! Della miseria ce n’e tanta anche qui da noi! (Congedandole)Ecco, fa così!

CECILIA # (Allarmata, sentendosi male)Isabella, svelta, un cioccolatino...

ISABELLA # Ecco mamma...

DON ARTURO # (Fra se, non sentito) Mi scommetto che le sono calati gli zuccheri! (Rivolto a Cecilia, fingendo meraviglia) Cosa ti è successo?

CECILIA # (Ne ingurgita velocemente uno, facendosene dare immediatamente un altro da Isabella) Gli zuccheri! Mi sono calati di botta gli zuccheri!

DON ARTURO # (Rivolto al pubblico) Cosa vi avevo detto...?!?!

CECILIA # (Mangiandosi un altro cioccolatino. Sollevata) Adesso sto già meglio... sono tornati a livello!

ISABELLA # (Rivolta a Don Arturo)Don Arturo, c’è un bel vestitino a fiori di la... posso tenerlo per me?(Dopo l'accenno di assenso di Don Arturo, rivolta alla mamma, compiaciuta)Hai sentito? Don Arturo ha detto che posso tenerlo per me! (Escono)

SCENA 12^ DON ARTURO

DON ARTURO # (Con tanta amarezza, quasi commosso) Tienilo per te, poverina! Anche tu sei una delle miserie della nostra Parrocchia... Se ti può dare un po’ di felicità, tienilo per te! (Una piccola pausa, si asciuga una lacrima che sta scendendo, poi va all'uscita di sinistra e chiama) Don Claudio!

SCENA 13^ DON ARTURO DON CLAUDIO

DON CLAUDIO # (Entra dopo un poco da sinistra) Eccomi.

DON ARTURO # Perché mi ci vuoi mandare me, domattina, ai Capuccini...

DON CLAUDIO # No, io mi sono permesso di farle una proposta... Ma se lei ha delle difficoltà...

DON ARTURO # Se qui c’è uno che ha delle difficoltà, quello non sono certamente io.

DON CLAUDIO # (Con rassegnazione) Vuol dire che ci devo andare io? Va bene, se il problema è tutto li...

DON ARTURO # Don Claudio, vorrei ricordarti che un Parroco, quasi sempre, è più furbo di un cappellano.

DON CLAUDIO # Questa non è una questione di furbizia...

DON ARTURO # Lo so, secondo il tuo cristianesimo integrale, questa sarebbe una questione di moralità. Voi, rivoluzionari di Sacrestia, siete trasparenti come finestre senza vetro...

DON CLAUDIO # (Insofferente)O insomma!

DON ARTURO # (Io interrompe) Un momento! “O insomma” prima del cappellano lo deve dire il Parroco!

DON CLAUDIO # Se per lei la religione è una questione di autoritarismo, dica pure...

DON ARTURO # E se par te è una questione di razzismo...

DON CLAUDIO # Questo non glielo permetto di dirlo.

DON ARTURO # (Esplodendo) O insomma!! (Don Claudio tace) Se quel povero disgraziato che devono seppellire domattina era un “Signore”, ti sembra giusto che tu ti vergogni di accompagnarlo al camposanto?

DON CLAUDIO # Quello non era solo un “Signore”, quello era una farabutto!

DON ARTURO # Quello adesso è un morto. E la sua anima deve passare un esame che né me con la mia ignoranza, né te con la tua presunzione, non possiamo neanche immaginare...

DON CLAUDIO # Ma facendosi fare del bene coi soldi che ha rubato da vivo...

DON ARTURO # Don Claudio, la tua è una bestemmia!!! (Pausa) E ricordati bene che in quel tribunale davanti al quale dovremo andare tutti, là non contano né i soldi dei “Signori” né le bombe dei rivoluzionari, la legge è uguale per tutti!

DON CLAUDIO # (Dopo una breve paura di riflessione) E adesso... se non ha altro da dirmi...

DON ARTURO # Dobbiamo ancora decidere per domattina...

DON CLAUDIO # Ci andò io...

DON ARTURO # No, ci andrò io! Per accompagnare un morto al camposanto ci vuole della carità cristiana, e tu quella domattina non la potresti avere, e quindi ruberesti anche i soldi che ci danno. No, Don Claudio, è meglio che ci vada io... Così facendo un po’ di bene per l’anima di quel disgraziato, ne farò un po’ anche per la tua.

DON CLAUDIO # Grazie. Posso andare?

DON ARTURO # Vai pure.

DON CLAUDIO # (Esce dalla comune)

SCENA 14^ DON ARTURO

DON ARTURO # E quello dovrebbe essere il mio aiutante. (Riflessivo) Però un po’ di ragione l’ha anche lui... Quel poveretto, adesso è morto e non si può dire niente, ma da vivo quante ne ha fatte!

SCENA 15^ DON ARTURO ISABELLA

ISABELLA # (Rivolta a Don Arturo e facendogli veder il vestito a cui ha accennato prima)Don Arturo, mi piace tanto questo vestito... (Provandoselo e volteggiando in scena) E’ proprio bello!

DON ARTURO # E ti sta anche bene!

SIMONA # (Altro tono) Però io ho pensato che là, dove deve andare questa roba, forse ne hanno più bisogno di me! (Altro tono)Io di vestiti ne ho tanti, e poi ho anche la mia mamma... Là, forse, c’è una ragazza, come me, che è senza vestiti e senza mamma...

DON ARTURO # (L'abbraccia, la bacia amorevolmente sulla fronte. Si inventa un falso starnuto per avere la scusa di estrarre il fazzoletto ed asciugarsi una lacrima) Eeetttcì! Stammi lontana… altrimenti ti attacco il raffreddore!... (Mentre Isabella esce volteggiando col vestito, Don Arturo ha un attimo di introspezione e fa per uscire a destra)

SCENA 16^ DON ARTURO MARIA ANTONIA

MARIA ANTONIA # (Entrando dalla comune) Si può? Mi ha detto il cappellano che eravate qui...

DON ARTURO # Avanti, avanti... ma guarda che bella sorpresa!

MARIA ANTONIA # Era un po’ di tempo che pensavo di venire... e stasera, ricordandomi che la vostra porta è sempre aperta, mi sono decisa.

DON ARTURO # Io, la mia porta, la lascio sempre aperta, specialmente per quelle pecorelle matte che vanno in giro da quest’ora di notte...

MARIA ANTONIA # Vede... si tratterebbe di una questione un po’ delicata… (Si volge ripetutamente a guardare la comune)

DON ARTURO # (Notando il tutto) Hai lasciato fuori qualcosa?

MARIA ANTONIA # Si... il mio uomo.

DON ARTURO # Chi, Tonino? Fallo accomodare...

MARIA ANTONIA # No, prima voglio parlarvi da sola... (Don Arturo offre da sedere a Maria Antonia) Grazie. (Siede) Don Arturo, voi lo sapete come siamo accomodati io e Tonino...

DON ARTURO # Più che accomodati, io direi che siete scomodati!

MARIA ANTONIA # Cosa vuole, lui ha i suoi principi...

DON ARTURO # E tu hai i tuoi. Ma se i tuoi non vanno d’accordo con i suoi, perché devi sempre dargliela vinta.

MARIA ANTONIA # Fra me e Tonino non è una questione di vincere o perdere. Quando ci siamo messi assieme l’abbiamo fatto per amore e quindi... ma forse voi fate un po’ fatica a capire...

DON ARTURO # E perchè?

MARIA ANTONIA # Perché non siete mai stato innamorato.

DON ARTURO # Questo non si può mai sapere.

MARIA ANTONIA # Volevo dire che non siete mai stato innamorato di una donna... o no?

DON ARTURO # Si dice che il prete sia il dottore dell’anima, e siccome il dottore del corpo può curare tutte le malattie senza bisogno che le abbia avute, anche un prete che non sia mai stato innamorato può benissimo curare una malattia d’amore... dì pure...

MARIA ANTONIA # Io, Don Arturo, è un pezzo che vivo nel peccato mortale...

DON ARTURO # Lo so, però si vede che ci hai fatto il callo...

MARIA ANTONIA # Ma cosa dice mai? E’ il dolore più grande della mia vita!

DON ARTURO # Dì su, se tu avessi una scarpa stretta quanto staresti senza andare dal calzolaio per fartela allargare?

MARIA ANTONIA # Cosa c’èntra il calzolaio adesso.

DON ARTURO # C’èntra... c’èntra. Perché tu sopporti più volentieri il peccato mortale che una scarpa stretta... (Rifacendo l’intonazione di Maria Antonia) O no?

MARIA ANTONIA # Voi avete una fatta maniera di dire le cose che sembra dite delle verità anche quando dite delle stupidaggini...

DON ARTURO # A saperle raccontare anche le stupidaggini sembrano delle verità... E allora cos'hai da dirmi?

MARIA ANTONIA # Don Arturo, io ho paura di essere alla fine delle mie speranze...

DON ARTURO # E perchè?

MARIA ANTONIA # Perché Tonino non cede.

DON ARTURO # Non cede in che cosa?

MARIA ANTONIA # Nell’idea di non regolarizzare la nostra posizione. Non pretendo mica che mi porti in Chiesa, macchè mai! Io, in mancanza d’altro, mi sarei accontentata anche di un mezzo matrimonio fatto in Comune. Ma non c’è stato niente da fare... con la scusa del libero pensiero...

DON ARTURO # Vuole stare libero anche lui!

MARIA ANTONIA # Ormai ha i suoi anni. Gli è calata la salute, la voglia di lavorare e anche quella di divertirsi...

DON ARTURO # Ho capito! E’ calato dappertutto, però lì tiene duro!

MARIA ANTONIA # Forse se avessimo avuto dei figli...

DON ARTURO # I figli bisogna meritarseli, e con una famiglia zoppa come la tua... Dunque, se ho capito bene, tu vorresti sposarti.

MARIA ANTONIA # Su per giù la mia idea sarebbe quella...

DON ARTURO # E io, su per giù, cosa posso farci? Tu lo sai che con Tonino non vado troppo d’accordo...

MARIA ANTONIA # Ma io non parlavo mica di Tonino...

DON ARTURO # (Sbalordito) No?!?! E di chi, allora?

MARIA ANTONIA # Ci sarebbe un tale... un uomo tanto per bene... che so che avrebbe delle intenzioni serie...

DON ARTURO # Un momento! Ma tu non sei la donna di Tonino?

MARIA ANTONIA # Su per giù è vero...

DON ARTURO # E dagli con ‘sto su per giù!

MARIA ANTONIA # (Incerta) Voi che siete un prete... potreste mettere una qualche parolina detta bene con quell’altra persona...

DON ARTURO # (Risentito) A me in seminario hanno insegnato tante cose... all’infuori di quel lavoro li!

MARIA ANTONIA # Visto che la prendete così... (Si avvia alla comune) vado a chiamare Tonino.

DON ARTURO # E lui cosa ha da dirmi?

MARIA ANTONIA # Non lo so... ma quando ha saputo che sarei venuta da voi, ha voluto venire a tutti i costi...

DON ARTURO # E dimmi ancora una cosa... quell’uomo così tanto per bene... sì, quello che avrebbe delle intenzioni serie... si può sapere chi è?

MARIA ANTONIA # E perché dovrei dirvelo, dal momento che non mi volete aiutare.

DON ARTURO # Per quello ne puoi stare certa. Ma almeno cavami questa curiosità.

MARIA ANTONIA # Ecco, se proprio lo volete sapere... si tratterebbe del signor Daniele...

DON ARTURO # (Sbalordito) No!!! E’ impossibile.

MARIA ANTONIA # Forse l’apparenza inganna, mo a conoscerlo bene si vede subito che ha un certo “chè”...

DON ARTURO # Per me ha solo il “chè” da pipa...

MARIA ANTONIA # E poi è un tipo allegro, spiritoso...

DON ARTURO # Che sia spiritoso non lo metto in dubbio... Con tutte le ciliegie sotto spirito che mi va mangiando!

MARIA ANTONIA # Credevo fosse qui...

DON ARTURO # L’ho mandato a fare i pacchi per le Missioni col signor Marco... (Maria Antonia fa per uscire dalla comune. Riflessivo) E tu dici che Daniele, forse, sarebbe disposto a sposarti?...

MARIA ANTONIA # Credo di sì. Ma visto che a voi questo argomento sembra vi dia fastidio...

DON ARTURO # Però, pensandoci meglio, e considerando che per te sarebbe un’opera buona...

SCENA 17^ DON ARTURO MARIA ANTONIA TONINO

TONINO # (Forte, fuori scena) Posso venire dentro?

DON ARTURO # Avanti... Si accomodi… (Entra Tonino) Come va Tonino?

TONINO # (Che tiene il cappello un testa) Non c’è male.

DON ARTURO # Mi scommetto che vi eravate stancato di aspettare?

TONINO # Si capisce. E poi non posso mica farmi vedere,là, fuori dalla Chiesa...

DON ARTURO # E perchè?

TONINO # Perchè ci rimetto di reputazione...

DON ARTURO # Ma guarda, guarda... (Rivolto a Maria Antonia) Maria Antonia, per piacere, va a vedere se hanno bisogno di aiuto.

MARIA ANTONIA # Va bene. E te, Tonino, prima di andare via dimmi qualcosa... (Esce a sinistra)

SCENA 18^ DON ARTURO TONINO

TONINO # (Rivolto a Maria Antonia) Va bene! (Imbarazzato) Don Arturo... eccoci qua...

DON ARTURO # (Facendo rimarcare il fatto che ha ancora il cappello in testa) Scusate, Tonino, non vi da fastidio quel cappello che avete in testa?

TONINO # (Strafottente) Neanche un po’.

DON ARTURO # (Indicandogli la Chiesa) Vorrei ricordarvi che di là c’è la casa del Signore...

TONINO # E se non mi cavo il cappello, il Signore cosa mi fa?...

DON ARTURO # Cosa vuole che faccia... Ne ha perdonati tanti più ignoranti di voi! Però voglio che sappiate che qui siete in casa mia.

TONINO # E con questo?

DON ARTURO # Con questo vi ci do una botta sopra che lo faccio volare fuori dalla finestra...

TONINO # Si fa presto a dirlo... è a farlo!

DON ARTURO # Sul serio. (Minaccioso) E se assieme al cappello prendesse di mezzo anche la testa... Ma, avanti, dategliela una soddisfazione a ‘sto povero prete.

TONINO # Bella maniera di rappresentare la religione... !!!

DON ARTURO # La religione qui non c’èntra. Voi col Signore siete a pari, ma col prete no... e siccome il prete è un tipo un po’ manesco...

TONINO # (Cedendo) E va bene... se si tratta di avere un riguardo per il prete...

DON ARTURO # Bravo Tonino! E visto che siete stato ragionevole, voglio offrirvi da bere...

TONINO # Non importa...

DON ARTURO # Fate conto sia un altro riguardo per me.

TONINO # Facciamo pure sempre conto...

DON ARTURO # (Versa da bere in due bicchieri Cerca con lo sguardo Tonino) E così la Maria Antonia vorrebbe regolarizzare la sua posizione...

TONINO # (Continuando a bere, taglia con lo sguardo Don Arturo)

DON ARTURO # Io, come prete, non posso farci niente. Toccherebbe a voi... con un po’ di buona volontà...

TONINO # Lo so. Ma io ho i miei principi...

DON ARTURO # Buona la scusa dei principi!

TONINO # Mi meraviglio che sia proprio lei a dirlo!

DON ARTURO # Perchè?

TONINO # Perché anche lei, come me, rispetta il principio di non sposarsi.

DON ARTURO # Con la differenza che io me ne vado a letto da solo senza nessuna che mi faccia compagnia. Fra me e voi c’è una bella differenza! (Brinda) Alla vostra salute.

TONINO # Ala sua. (Bevono. Cercando di fare lo spiritoso) Buono questo vino! Ha un colore che mi sembra il sangue del Diavolo!

DON ARTURO # Stavolta avete proprio indovinato! E’ vin Santo!!!

TONINO # (Storce la bocca e posa il bicchiere) Don Arturo, questa è una fregatura che da voi non me l’aspettavo.

DON ARTURO # E smettetela di fare l’eroe! Se io sapessi dove danno queste fregature, ci andrei tutti i giorni a prenderele. Avanti, finite il bicchiere... e state tranquillo... fino a che il vino non è benedetto non ci rimettete in reputazione!

TONINO # Lei capirà... Quando si tratta di un principio... Comunque ormai che ci sono la fregata è meglio che le prenda del tutto. (Vuota il bicchiere imitato da Don Arturo. Dalla comune entrano Don Claudio e Riccardo i quali osservano, esterrefatti, Don Arturo e Tonino che bevono vin santo)

SCENA 19^ DON ARTURO TONINO DON CLAUDIO RICCARDO

DON ARTURO # (Accorgendosi dell’arrivo di Don Claudio e di Riccardo) Tonino, venite con me che andiamo a finire la nostra conversazione nel mio studio (Si avviano per uscire a sinistra)

RICCARDO # (E’ evidentemente un “cattolico impegnato”. Indicando la bottiglia sulla tavola) Ma quella non è la bottiglia del vin santo?

DON ARTURO # (Che ha fatto accomodare Tonino e che non è ancora uscito, rivolto a Riccardo) Sì! Gliel’ho data per vedere se sono capace di convertirlo! (Esce a destra)

SCENA 20^ DON CLAUDIO RICCARDO

RICCARDO # (Allargando le braccia, accennando all’incontro di Don Arturo con Tonino) Hai visto che roba...

DON CLAUDIO # Non credere mica che io mi scandalizzi se lui si incontra con quell’anarchico...

RICCARDO # Ma gli ha offerto del vin santo...

DON CLAUDIO # Lo spirito del nuovo Concilio è tutt’altra cosa... Vedi i preti “anziani” come Don Arturo fanno fatica a coglierne lo spirito, gli orientamenti, i mutamenti...

RICCARDO # Sono sempre più convinto che è ora di rivoluzionare tutto... la gerarchia clericale, la concettualita retrograda del misticismo sacerdotale, il modo di essere sacerdoti... tutta la religione, insomma! (Dalla comune entrano Sara e Simona)

SCENA 21^ DON CLAUDIO RICCARDO SARA SIMONA

SARA # Buonasera

SIMONA # Buonasera.

RICCARDO # Era ora! Lo sapete che se non lavoriamo con impegno, arriva il camion delle missioni e i pacchi sono ancora da fare!

SCENA 22^ DON CLAUDIO RICCARDO SARA SIMONA CECILIA ISABELLA

CECILIA # (Entrando) Oh, finalmente siete arrivati! Simona sei andata a Bagnacavallo a prendere quelle scarpe?

SIMONA # No. Oggi sono andata via con mio babbo! Ci andrò domani...

CECILIA # Mi raccomando non dimenticati di andarci... Riccardo ricordaglielo anche te...

RICCARDO # Si Cecilia...

CECILIA # Ma Sara sei vestita molto bene... Hai preso qualcosa da cambiarti... ti impolveri tutti i vestiti...

SARA # Non capisco perché dobbiamo farlo noi, il lavoro delle Missioni... Non si possono prendere degli operai...

CECILIA # Che robe che mi tocca sentire! E con che cosa li paghiamo... Mica tutti hanno un babbo come il tuo! (Scimmiottando, risentita) Noi non potiamo prendere degli operai! (Allarmata) Oh, Dio, il fegato! Mi è venuta una colica al fegato! (Toccandosi il fegato) Ohhh, stavolta mi si spacca a metà... La mi Madonna che dolore...

ISABELLA # Pronto mamma, ecco le pastiglie...

CECILIA # (Ne ingurgita velocemente una.) Niente! Non contano niente! Isabella, presto vammi a prendere la morfina... (Ingurgita un'altra pillola. Rivolta a Riccardo e la Simona) La colpa è la vostra che non mi date retta e che mi fate agitare! (Ne ingurgita velocemente un'altra traendone velocemente beneficio) Oh. meno male... mi sta passando... Che attacco ho avuto! (Piangente) Oh, no! Ancora...Isabella, svelta, un cioccolatino...

ISABELLA # Ecco mamma...

CECILIA # (Ne ingurgita velocemente uno, facendosene dare immediatamente un altro da Isabella) Gli zuccheri! Mi sono calati di botta gli zuccheri! (Mangiandosi un altro cioccolatino. Sollevata) Adesso sto meglio... sono tornati al loro livello!

RICCARDO # (Ridendo) Andiamo a lavorare che è meglio... Eh, se non ci fossi tu Cecilia...

CECILIA # (Nell'uscire, a soggetto) Dovevate venire alle otto... Avete visto che ore sono! E mi raccomando ricorda a Simona di andare domani a Bagnacavallo a prendere quelle scarpe... Mi avete fatto venire un attacco di fegato e un calo di zuccheri!

RICCARDO # (Nell'uscire, a soggetto) Si hai ragione... No stai tranquilla glielo ricorderò... Ma no, non è niente! Forza Simona andiamo a lavorare... (Escono)

SCENA 23^ DON CLAUDIO SARA

SARA # (Si accende una sigaretta. Scruta Don Claudio che sta leggendo il breviario. Breve paura) Legge il breviario?

DON CLAUDIO # Si.

SARA # La facevo un prete più moderno...

DON CLAUDIO # Sono moderno quel tanto che basta. E mi dispiace se per te è ancora poco!

SARA # Io ho vent’anni e lei ne ha solo qualcuno in più di me...

DON CLAUDIO # A te ti hanno rovinato tutti i vizi che ti ha dato tuo padre!

SARA # Quando si è la figlia del padrone del paese, una qualche soddisfazione bisognerà poi togliersela, no?

DON CLAUDIO # Ce ne sono tante delle soddisfazioni, e quella di tormentare un povero prete non è certo la più bella...

SARA # Perchè si butta così giù? Di solito la parola prete apre tante porte...

DON CLAUDIO # (Pronto) E tante le chiude!

SARA # Per quello che mi riguarda, si accomodi pure.. (Con civetteria) E non stia neanche a chiedere permesso...

DON CLAUDIO # (Indignato) Sara!

SARA # (Carezzevole) Claudio!

DON CLAUDIO # Don Claudio! Per te e per tutti!!!

SARA # Don.. Don... Mi sembra una campana stonata... Se si fosse chiamato Giovanni, don Giovanni l’avrei detti più volentieri...

DON CLAUDIO # Basta! Te, adesso mi stai mancando di rispetto!

SARA # Come uomo, no! Anzi...

DON CLAUDIO # Io, prima di tutto, rappresento un’idea religiosa...

SARA # E dove si vede? Fate di tutto per assomigliare agli altri uomini...

DON CLAUDIO # (Dominandosi) Se hai voglia di fare un’opera di carità, vai di là che ci sono gli altri... o altrimenti vattene a casa!

SARA # Riccardo e la Simona stanno tanto bene da soli... Perché vuole che vada a disturbarli!

DON CLAUDIO # Perchè qui dai del disturbo a me! (Riprende il breviario)

SARA # (Dopo una pausa) E’ stato lei che ha incoraggiato, diciamo così, l'amicizia fra Riccardo e la Simona?

DON CLAUDIO # Si, sono stato io! E sono contento di averlo fatto!

SARA # E io chi sono? La figlia della serva! Farebbe bene anche a me un po’ di compagnia...

DON CLAUDIO # Te, per trovarla, non hai bisogno di nessuno!

SARA # Ma il fatto è che io ho dei gusti un po’ particolari... Del resto, al giorno d’oggi, è una regola... (Si avvicina, con intenzione, a Don Claudio)

DON CLAUDIO # Io non ho più niente da dire, e quella è la porta!

SARA # Ma non ci pensa alla mia dignità di donna? Non vede che sono ridotta a chiedere la carità?

DON CLAUDIO # Tu sei una povera bestiolina senza cervello!

SARA # Però ho un corpo che è fatto apposta per l’amore...

DON CLAUDIO # Basta, Sara! Basta!!! (Come uomo non sa più difendersi)

SARA # E a fare all’amore con un prete avrei anche il vantaggio che mi risparmierei di andarmi a confessare... (Don Claudio colpisce Sara con un ceffone. Pausa significativa. Dopo essersi toccata la parte colpita, con espressione gelida e minacciosa) Questo è un gesto che era meglio non l’avesse mai fatto!! (Col movimento del piffetto, getta la cicca della sigaretta addosso a Don Claudio. Dopo una breve pausa entrano Riccardo e Simona che hanno gli abiti impolverati)

SCENA 24^ DON CLAUDIO SARA RICCARDO SIMONA

RICCARDO # (A Sara) E allora ti decidi a venirci a dare una mano! Se tu non fossi in compagnia di un prete, direi che ti sta facendo delle gentilezze.

SARA # (Acida) Stasera i pacchi delle missioni ve li fate da soli!!!! (Esce, con fare sostenuto, dalla comune)

SCENA 25^ DON CLAUDIO RICCARDO SIMONA

RICCARDO # (Meravigliato a Don Claudio) Cosa ha fatto?

DON CLAUDIO # Mi è parso abbia detto che aveva mal di testa... (Esce a destra)

SCENA 26^ RICCARDO SIMONA

RICCARDO # A volte è strana Sara... (Con dolcezza) Come sei impolverata... Cosa ci tocca fare per meritarci il Paradiso!

SIMONA # (Dolce) A me basta essere vicino a te.

RICCARDO # Anche a me. E più ti sto vicino e più sono felice. (L’abbraccia e la bacia sulla guancia)

SIMONA # (Si divincola) Ma cosa fai? Non ci pensi che siamo in canonica? (Riesce a liberarsi)

RICCARDO # Ecco, appunto! Se non fossimo in canonica non ti avrei dato solo un bacino così...

SIMONA # (Seria) Lo sai che Don Arturo mi ha chiesto perchè non vado più a confessarmi da lui?

RICCARDO # E tu cosa gli hai detto?

SIMONA # Gli ho detto che vado da Don Claudio... e invece non è vero niente. E’ gia più di due mesi che non mi confesso più!

RICCARDO # E perchè?

SIMONA # Perchè mi vergogno.

RICCARDO # Cosa c’è da vergognarsi, poi? Quando due si amano se lo devono dimostrare, sinceramente, e come tu stai facendo! (Con intenzione) Ma vuoi mettere l’ipocrisia di quelle donne che dicono di voler bene ad un uomo e poi, giorno per giorno, calcolano i centimetri di pelle che possono mettere in mostra e che posso farsi toccare?

SIMONA # (Vergognosa) E io, invece, non ho calcolato niente...

RICCARDO # E va bene! Zero in matematica e dieci in amore! (Fa per abbracciarla)

SIMONA # (Si sottrae all’abbraccio) Ma la colpa è la tua, se tu non fossi sempre lì a tentarmi... E io che non sono capace di dire di no...

RICCARDO # E cosa facciamo di male? Io mi prendo solo un qualche anticipo...

SIMONA # Un anticipo oggi... un anticipo domani...

RICCARDO # E poi ancora pas domani e quell’altro giorno ancora! Hai forse paura di calare?

SIMONA # No, dì piuttosto che ho paura di crescere!

RICCARDO # (Ridendo) Ecco, e questo che mi piace di te! La tua ingenuità così naturale. E se per caso tu dovessi crescere, come dicevi tu, niente paura io sono pronto a fare il mio dovere. Tanto fra un mese entro in pianta stabile in banca, quindi... E adesso vieni che andiamo a finire di lavorare...

SIMONA # Io dovrò lavorare a più non posso per farmi perdonare i peccati che faccio con te.

RICCARDO # E allora stasera bisogna che tu ti ammazzi di fatica...

SIMONA # Perchè?

RICCARDO # Perchè ho una gran voglia di fare dei peccati speciali... (Ride. I due escono a sinistra tenendosi abbracciati. Dopo una breve pausa entrano da destra Don Arturo e Tonino)

SCENA 27^ DON ARTURO TONINO

DON ARTURO # (Proseguendo nel discorso) E se lei vi lascia, cosa fate?

TONINO # Cosa volete che faccia? Se io lotto per garantire la mia libertà, sarei un boia se volessi contrastare la libertà di un altro. (Notando la faccia perplessa di Don Arturo) Io sono coerente con me stesso e con gli altri. Non faccio mica come voi preti che vi buttate sempre dalla parte di chi vince.

DON ARTURO # Questa è una considerazione che non avevo mai fatta...

TONINO # E adesso mi vado a casa...

DON ARTURO # Vi devo chiamare la Maria Antonia?

TONINO # No. Mi vado a casa da solo.

DON ARTURO # Aspettate che beviamo un altro goccio...

TONINO # E no, basta vino santo... !!! Magari un'altra volta...

DON ARTURO # Come volete. (Tonino dalla comune)

SCENA 28^ DON ARTURO

(Si ferma a pensare, va sulla porta di sinistra e chiama Marco) Marco puoi venire di qua un attimo, per piacere?...

SCENA 29^ DON ARTURO MARCO

MARCO # (Dopo qualche istante entra Marco)

DON ARTURO # A che punto siete coi pacchi?

MARCO #Abbiamo quasi finito... E poi adesso che è venuta anche la Maria Antonia a darci una mano...

DON ARTURO # A proposito della Maria Antonia... (Prendendolo sottobraccio) Vieni qui... Volevo chiederti una cosa un po’ delicata... (Con circostanza) C’è mai stato niente fra lei e Daniele... (Accosta insieme il pollice e l’indice della mano) Quando erano giovani...

MARCO # Amore... o qualcosa del genere?

DON ARTURO # Sì, proprio quella roba lì.

MARCO # (Pensa) Mi sembra proprio! ... Lei allora, e anche adesso credo, era una grande romantica e lui le faceva girare la testa con quelle poesie zoppe che scriveva.

DON ARTURO # E’ vero, ne ho letta qualcuna anch’io.

MARCO # E lei, infatti, sempre per una questione di romanticismo, si è fatta circuire da Tonino e dai suoi famosi principi.

DON ARTURO # E allora non capisco il perchè, adesso, Daniele, visto che ha avuto la fortuna di rimanere zitello, voglia circuire mia sorella?

MARCO # Gli ha dato delle poesie da leggere?

DON ARTURO # Non credo. Ma con la Maria sarebbe tutto tempo perso. Basta dire che lei legge solo l’Artusi e il Libro dei Sogni.

MARCO # E quindi Daniele, adesso, è di là in compagnia di due delle sue fiamme..

DON ARTURO # Due fiamme a fargli luce! Gli parrà di essere un Santo sull’Altare. (Ride) E invece a sentire lui...

MARCO # In generale, tutti gli zitelli si vantano di essere stati dei gran galletti.

DON ARTURO # C’è un proverbio apposta che dice “Se vuoi vivere allegro e stare bene, non tenere d’acconto nè donne nè quattrini” (Da sinistra entrano Maria, Maria Antonia, Daniele, Cecilia e Isabella)

SCENA 30^ DON ARTURO MARCO MARIA DANIELE MARIA ANTONIA CECILIA ISABELLA

DANIELE # Con la fatica che ho fatto, mi sarò scontato duecento anni di purgatorio...

CECILIA # Fatica te? Tu, poverino, se non muori di paura, di fatica non muori certamente!

DANIELE # Mi fa male tutta schiena a stare sempre piegato a dividere tutta quella roba...

CECILIA # (Premurosa) Isabella, svelta, una pillola...

DANIELE # Eh, no! Mi tengo il mio mal di schiena!

CECILIA # Mo che uomo sei? Gli fa male la schiena per un po’ di lavoro... Il mio povero marito…

DANIELE # (Fra se e non sentito)Che sia in mezzo al Paradiso!!!

CECILIA # Che faceva il manovale da mutatore, quando i muratori...

DANIELE - MARCO # Lavoravano venti ore al giorno e non erano mai stanchi...!!!

CECILIA # Esatto! Quello sì che era un uomo! Mica fatto di carta velina come siete fatti voi!

DON ARTURO # Maria, per piacere, va a prendere qualcosa da bere, magari qualche caffè…! (Maria esce a destra)

SCENA 31^ DON ARTURO MARCO DANIELE MARIA ANTONIA CECILIA ISABELLA

E noi, intanto, potremmo giocare a briscola. (Rivolto a Daniele e Marco) Cosa ne dite?

DANIELE # Io sono sempre pronto.

MARCO # E io anche.

CECILIA # (Scandalizzata, sbuffando) Ci mancavano solo le carte in Canonica! In questa Parrocchia si fa di tutto! Vergognatevi! Schiavi del vizio!

ISABELLA # (Entusiasta) Mamma giocano a carte... Giochiamo anche noi?

CECILIA # (Risoluta) Forza, svelta, vieni con me che andiamo a letto! (Rivolta a Don Arturo) E poi domattina alle sei e mezzo dobbiamo essere qui a dare la cera ai banchi della Chiesa!

DON ARTURO # Anche se poi sono le sette, è lo stesso...

CECILIA # No... no! Alle si e mezza siamo qui! Don Arturo cercate di alzarvi per tempo e che non ci facciate aspettare... Perché quando si dice un orario deve essere quello. Anche stasera i ragazzi...

DON ARTURO # Sei peggio di una cambiale! Alle sei e mezza verrò ad aprirvi la Chiesa!

CECILIA # Così va bene! Buonanotte a tutti...

ISABELLA # Buonanotte...

TUTTI # Buonanotte (Cecilia e Isabella esconodalla comune)

SCENA 32^ DON ARTURO MARCO DANIELE MARIA ANTONIA

DON ARTURO # Strano... Non le sono calati gli zuccheri!

DANIELE # Forse aveva fatto rifornimento.. Allora 'sta briscola...

DON ARTURO # Pronto! Benissimo, io mi prendo il mio solito compagno e voi, Maria Antonia, state con Daniele...

MARCO # (Un po’ ironico) Due coppie ideali! (Tutti si siedono)

MARIA ANTONIA # Ma io non ho mai giocato a briscola! Non conosco neanche i segni...

DON ARTURO # Allora facciamo una bella cosa... io lascio il mio posto a mia sorella e mi metto qui vicino alla Maria Antonia per insegnarle un pochino.

DANIELE # Io una briscola in cinque non l’avevo mai vista.

DON ARTURO # Adesso la vedrai. Io però pensavo, la prima partita la facciamo tanto per insegnare qualcosa alla Maria Antonia (Entra Maria da destra. Ha in mano due bottiglie e cinque bicchieri che va a posare sul tavolo)

SCENA 33^ DON ARTURO MARCO MARIA DANIELE MARIA ANTONIA

MARCO # Maria, vostro fratello vuole giocare a briscola.

MARIA # A quest’ora?

DON ARTURO # Dopo la fatica ci vuole la ricompensa.

MARIA # Ed è proprio il suo mangiare. Il lavoro l’abbiamo fatto per le Missioni e la ricompensa ce la prendiamo giocando a carte.

MARCO # E le carte, se non lo sapete, si dice le abbia inventate il Diavolo. (Distribuisce le carte. Maria Antonia alla sua destra)

DON ARTURO # Se è vero, ne ha fatto una delle buone anche lui. Avanti Maria, questo è il tuo posto. (Indica il posto di fronte a Marco)

MARIA # (Non essendo d'accordo per l'accoppiamento predisposto da Don Arturo) Ma io...

MARCO # La briscola è... (Dice il seme di briscola) Tocca a voi Maria Antonia. (Don Arturo sta versando da bere nei bicchieri)

MARIA ANTONIA # Cosa debbo fare?

DON ARTURO # Gioca una carta e guarda sempre negli occhi al tuo compagno.

MARIA # (Un po’ seccata) Dovrà guardarlo solo se è necessario.

DON ARTURO # E’ meglio ci guardi sempre. Delle volte non dovesse scappargli un segno. (Termina il primo giro di carte)

MARIA ANTONIA # Don Arturo, Daniele mi ha stretto l’occhio. Che segno è?

DON ARTURO # (Rivolto a Maria Antonia) E’ un gran buon segno, Maria Atonia! (Trovandosi distante dai quattro giocatori e rivolgendosi al pubblico) E’ proprio vero che per fare il prete ci vuole una carta di tutti i giochi...!!! (Si chiude l'atto mentre un fascio di luce illumina solamente la parte anteriore della scena, ovvero quella occupata dal tavolo ove giocano)

fine primo atto

secondo atto

Venti giorni dopo, di sera. Don Arturo e Marco.

SCENA 1^ DON ARTURO MARCO

DON ARTURO # Se io cerco di convincere Daniele a fare il filo alla Maria Antonia, è perché ho i miei buoni motivi.Si. Lo so che non è una lavora da prete, ma se mia sorella si è messa in testa un’idea sbagliata, io bisogna che gliela cavi.

MARCO # Per sposarsi non è mai troppo tardi.

DON ARTURO # Ma se si deve ridurre a fare la dama di compagnia, è meglio che rimanga con me!

MARCO # Ma se lei si è messa in testa Daniele... cosa si può fare?

DON ARTURO # Si potrebbe tentare di cavargliela. Dai Marco, perché non mi aiuti tu?

MARCO # Io?!?

DON ARTURO # Si, proprio te.

MARCO # Ma in definitiva cosa dovrei fare?

DON ARTURO # Ti devi mettere in concorrenza con Daniele. Alla fine dei conti tu sei vedovo e mia sorella può credere che tu faccia sul serio.

MARCO # No, no, sarebbe un peccato mortale.

DON ARTURO # Macche mai! I peccati li conosco meglio io di te. Ecco, (Estrae un foglio dalla tonaca) questa è una poesia d’amore.

MARCO # E chi l’ha scritta?

DON ARTURO # Io.

MARCO # E per chi è?

DON ARTURO # Per la Maria

MARCO # O Dio, e poi dicono cha la religione è in ribasso!

DON ARTURO # Ma cos’hai capito? Questa poesia devi far d’averla scritta tu.

MARCO # No, è impossibile. Mi ricordo che anche da bambino non sono mai stato capace di leggere neanche il Sermone di Pasqua.

DON ARTURO # Un conto è leggere, e un conto è scrivere. Prendi... quando viene di qua mia sorella non devi far altro che leggergliela dicendo che l’hai scritta per lei. Io, vedi, la Maria la conosco bene e sono sicuro che se ci metti un po’ di sentimento le farai girare la testa.

MARCO # E lei farà girare la mia a forza di schiaffoni!

DON ARTURO # Ma neanche per sogno. Male che vada ti riderà in faccia.

MARCO # A me sembra di sognare! (Altro tono) Bisognerà almeno che la legga.

DON ARTURO # Naturalmente. (Porge il foglietto a Marco che l’afferra con due dita come fosse una cosa ripugnante) Anzi, fa un bel lavoro... adesso vai a casa e te la copi con la tua calligrafia.

MARCO # E se Daniele dovesse credere che io filo dietro alla Maria, cosa pensate che faccia?

DON ARTURO # Sta tranquillo che per lui sto preparando una sistemazione che sarà a posto per tutta la vita.

MARCO # Se è una sistemazione come la mia, povero Daniele (Entra Maria da destra)

SCENA 2^ DON ARTURO MARCO MARIA

MARIA # (Guardandosi attorno) Ho sentito nominare Daniele... è già arrivato?

DON ARTURO # No, è ancora presto per la briscola. (A Marco) Tu intanto va pure per i tuoi interessi...

MARCO # Veramente, io di interessi non ne ho...

DON ARTURO # Mi sembrava che tu avessi detto che dovevi andare a casa a scrivere una lettera...

MARCO # (Arrendevole) Ho detto così?... Allora vado. (Sulla comune si volge) Quando ho finito turno qui... (Esce)

SCENA 3^ DON ARTURO MARIA

MARIA # Cosa ha fatto Marco? Aveva una fatta faccia...

DON ARTURO # Ho visto anch’io! E poi mi ha fatto certi discorsi...

MARIA # Su cosa?

DON ARTURO # Sulle donne in generale. Io, già, se non sapessi chi è, direi che è innamorato.

MARIA # Chi Marco? Ma se è sempre stato freddo come un candelotto!

DON ARTURO # E tu come fai a dirlo? L’hai toccato?

MARIA # Una donna, certe cose le capisce al volo...

DON ARTURO # Cosa vuoi che ti dica? Si vede che sotto alla cenere c’è ancora una qualche brace...

MARIA # Macche mai! Al massimo ci sarà stato un “fumino”. La brace è un’altra cosa... brilla negli occhi!

DON ARTURO # E invece, Daniele, secondo te ha la brace?

MARIA # Si, a Daniele la si vede.

DON ARTURO # Stento a crederlo. S’, perché la sua cenere l’ha fatta anche lui, e se ha voluto cavarsela di dosso tutta, chissà quanto ha lavorato col badile!

MARIA # Bisogna vedere... Può essere che abbia trovato qualcuna disposta a dargli una mano... (Esce a destracanticchiando soddisfatta.)

SCENA 4^ DON ARTURO

DON ARTURO # E’ proprio vero che delle donne ce ne vorrebbero una per Parrocchia e che se prendesse il Parroco!. Ma, cosa dico, il Parroco sono io!. (Entrano dalla comune Cecilia e Isabella con un pacco di addobbi di carnevale)

SCENA 5^ DON ARTURO CECILIA ISABELLA

CECILIA # (Udendo il soliloquio di Don Arturo. Scandalizzata) Ma cosa dice mai, Don Arturo! Scherzerà... (Scandalizzata) Lei si vuole sposare?!?!

DON ARTURO # Ma no...

CECILIA # (Quasi svenendo) Oh, Dio! Mi viene male! (Toccandosi il petto) Il cuore... (Allarmata) Lo sento... ecco che arriva...

ISABELLA # (Preoccupata) Cosa, mamma.. cosa?

CECILIA # L'infarto! Senti... senti... non batte più il cuore! Oh, Dio! Mi è venuto un infarto!

ISABELLA # Pronto mamma, ecco le pastiglie...

CECILIA # (Ne ingurgita velocemente una traendone velocemente beneficio) Oh. meno male... mi è già passato! Che infertone ho avuto! (Rivolta a Don Arturo) E se morivo la colpa era la sua!

DON ARTURO # La mia?

CECILIA # Si, la sua! L’ho sentita, sa, prima! Si vuole sposare?

ISABELLA # Propri sul serio si vuole sposare?

CECILIA # (Incalzante)Si, si vuole sposare!

ISABELLA # Si vuole sposare?!?!

DON ARTURO # (Interrompendo il crescendo delle due donne) Spegnete la radio! Non crederai mica che io, con tutto il giudizio che ho messo insieme nell’invecchiarmi, abbia voglia di aver a che fare con una donna! Piuttosto, cosa vuoi?

CECILIA # Guardi, Don Arturo, cosa abbiamo trovato nello sgombrare la soffitta della Vittoria... Degli addobbi di Pasqua! Pensa che si possano usare da mettere in chiesa? (Incalzante) Guardi quanti ce ne sono!... Quanto spreco! Non è che poi corriamo il pericolo di "mescolare il sacro col profano?" E la gente cosa penserà poi!

DON ARTURO # (Interrompendola) Tu mettiglieli lo stesso!

CECILIA # (Sentendosi nuovamente male)Oh, Dio! Isabella dammi subito un cioccolatino...

ISABELLA # Pronto mamma, ecco il cioccolatino...

CECILIA # (Ne ingurgita velocemente uno, facendosene dare immediatamente un altro da Isabella) Gli zuccheri! Mi sono calati di colpo gli zuccheri!

DON ARTURO # (Ridendo)Da come mastichi quei cioccolatini, questa però è una malattia che ti prende spesso!

ISABELLA # Sì, per la mia mamma, è una malattia ricorrente...

DON ARTURO # (Esaltandone la stazza fisica)Vedo… vedo! Comunque anche se calano gli zuccheri, ne ha ancora una bella riserva! (Dalla comuneentra Maria Antonia)

SCENA 6^ DON ARTURO CECILIA SIMONA MARIA ANTONIA

MARIA ANTONIA # Buonasera... (Accorgendosi della presenza di Cecilia e Isabella) Oh... scusate... non volevo disturbare!

DON ARTURO # Ma quale disturbo...

CECILIA # (Con chiaro tono provocatorio) Non c’è più religione! Anche le donne degli anarchici vengono in Canonica (Con tono risoluto a Isabella e chiaramente rivolto a Maria Antonia) Qui c’è l’aria pesante!

ISABELLA # (Smarrita) Ma io, mamma, non ho mica niente per l’aria pesante!

MARIA ANTONIA # (Ribattendo)Io sarò la donna di un anarchico, però voi siete una donna cattiva!

DON ARTURO # (Rivolto a Isabella ma col chiaro intento di arrivare a Cecilia) E puoi far di meno di cercare la medicina per questa malattia, non c’è!!

CECILIA # (Con un alzata di spalle) Vieni con me che andiamo ad attaccare gli addobbi! (Escono)

SCENA 7^ DON ARTURO MARIA ANTONIA

DON ARTURO # (Come per stemperare) Ma quale sorpresa!

MARIA ANTONIA # (Agitata) Don Arturo, è proprio come avete detto voi.

DON ARTURO # E cioè?

MARIA ANTONIA # Tonino sa che lo voglio lasciare.

DON ARTURO # E come ha fatto a capirlo?

MARIA ANTONIA # Dal suo comportamento così diverso dal solito (Imbarazzata) E poi, se fossi sicura di non offendere la vostra coscienza dio prete, potrei anche raccontarvi dei particolari...

DON ARTURO # Dì pure. Dopo trent’anni che confesso delle donne, posso dire di avere le orecchie foderate di lamiera.

MARIA ANTONIA # Ecco... ieri sera. Quando ci siamo andati a letto, è stata una fatta roba… ma una fatta roba… Per prima cosa...

DON ARTURO # (Interrompe) Alt. Basta così. Un po’ di fantasia ce l’ho anch’io.

MARIA ANTONIA # E’ stata una cosa dell’altro mondo... ma una cosa… sembrava dovesse essere l’ultima volta.

DON ARTURO # Su per giù sarà stata come la prima volta.

MARIA ANTONIA # Beh, quella ormai non me la ricordo più! Povero Tonino, se non fosse perché lo voglio lasciare, gli vorrei un bene dell’anima.

DON ARTURO # Considerando che è fatto da una donna, può essere logico anche il tuo ragionamento.

MARIA ANTONIA # E con Daniele avete detto niente?

DON ARTURO # Come vuoi che faccia? Tu lo sai che fa il filo a mia sorella... (Dalla comune entra Daniele) Oh... Gente ricordata, gente arrivata...

SCENA 8^ DON ARTURO MARIA ANTONIA DANIELE

DANIELE # Bona sera

MARIA ANTONIA # Bona sera, Daniele...

DANIELE # Stavate forse parlando di me?

DON ARTURO # C’èra, qui, la Maria Antonia che mi stava facendo un paragone fra te e Tonino.

DANIELE # E’ tutto tempo perso. Fra me e Tonino c’è troppa differenza.

DON ARTURO # Sicuramente. E lei mi stava dicendo che se non si fosse sbagliata allora quando fece la sua scelta, chi lo sa? (Sospira rumorosamente)

DANIELE # Ma ormai sono tutte chiacchiere inutili.

DON ARTURO # Questo è vero. Però se pensiamo che Tonino è un po’ di tempo che da i numeri...

DANIELE # I numeri di che cosa?

DON ARTURO # Voglio dire che ha cambiato carattere. E in peggio. Stanotte, per esempio, e mi piange il cuore a dirlo, stanotte gliene ha fatto passare di tutti i coloro.

MARIA ANTONIA # Ma io veramente...

DON ARTURO # Sta zitta! Hai ancora il coraggio di difenderlo?

MARIA ANTONIA # Ma io volevo dire...

DON ARTURO # Sta zitta! (A Daniele) Lo sai cosa le ha fatto stanotte? Se ne è approfittato perché lei è una donna. (A Maria Antonia) Avanti, dì di no se hai il coraggio

MARIA ANTONIA # Ma, io veramente...

DON ARTURO # E sta zitta! (Maria Antonia sbalordita tace. A Daniele) La vedi com’è ridotta? Fa pena.

MARIA ANTONIA # Ma se voi mi permetteste di dire qualcosa...

DON ARTURO # Vuoi stare zitta, si o no! Ma se stanotte, al tuo posto, ci fosse stato Daniele, avrebbe fatto meno il gallo il tuo Tonino!

DANIELE # Questo è poco ma garantito.

DON ARTURO # Per te, Maria Antonia, ci vorrebbe un’anima buona, un galantuomo...

DANIELE # Per fare cosa?

DON ARTURO # Per risolvere una situazione contraria al buon senso e alla morale. Tu vedi benissimo che la Maria Antonia è ancora una donna messa bene, pulita, ordinata, fatta a posta per mandare avanti una famiglia...

DANIELE # Si, io vedo tutto, ma io cosa c’èntro?

DON ARTURO # Tu, niente... è un discorso che si stava facendo così… e siccome tu sei qui (Maria entrada destra col biccchierino di ciliege)

SCENA 9^ DON ARTURO

MARIA ANTONIA DANIELE MARIA

MARIA # Buona sera Daniele. Mi era sembrato di sentire la vostra voce...

DANIELE # Buona sera Maria.

MARIA # (Un po’ seccata nel vedere Maria Antonia) Ohi, ci siete anche voi...

DON ARTURO # (Prende il bicchierino di ciliege) Questa è proprio una buona idea!

MARIA # Ma io, veramente...

DON ARTURO # (A Maria Antonia) La golosità è uno dei miei più grossi difetti e se sarò costretto d’andare all’Inferno, la colpa sarà di mia sorella. (Mangia le ciliege)

MARIA # E per Daniele?

DON ARTURO # A Daniele ci penso io. (A Daniele) I ragazzi del Circolo stanno preparando i pacchi della carta di recupero, perché te e la Maria Antonia non andate a dare una pulitina alla Chiesa, dato che siamo vicino a Pasqua!

DANIELE # Venti giorni fa c’èrano i pacchi per le Missioni... adesso c’è la Chiesa da pulire...Ma la paga è sempre quella?

DON ARTURO # Si! Il Signore vi renderà merito. E quel po’ di fatica che fate servirà per scontare qualcuno dei vostri peccati.

DANIELE # Andiamo pure a lavorare! (Si fa precedere da Maria Antonia e la segue verso la Chiesa)

SCENA 10^ DON ARTURO MARIA

MARIA # Te, già, è un po’ di tempo che sembra ti diverta a farmi dei dispetti.

DON ARTURO # E perché dici così?

MARIA # Perché fai di tutto per sdegnarmi Daniele.

DON ARTURO # No! Sarà una tua impressione.

MARIA # Ricordati bene che un amore contrastato può portare a delle brutte conseguenze.

DON ARTURO # Io spero di no.

MARIA # Tu pensa solo al fatto di Giulietta e Romeo. Quella fu una tragedia provocata dall’incomprensione delle famiglie...

DON ARTURO # Si, ma Giulietta aveva 15 anni e Romeo ne aveva 17…

MARIA # A maggior ragione! Loro si sarebbero potuti rassegnare con tutto il tempo che avevano davanti, ma a me se scappa Daniele, cosa mi rimane?

DON ARTURO # Sta ad ascoltare Giulietta... volevo dire... Sta a sentire... se ti dovesse scappare Daniele, il tuo posto è qui, vicino a me.

MARIA # Ma tu sei mio fratello.

DON ARTURO # E non ti basta?

MARIA # No che non mi basta! Tu hai fatto un patto col Signore, e sempre per quel patto hai rinunciato all’amore materiale. Ma io, di patti, non ne ho fatto con nessuno e sono ancora libera, disponibile, fiduciosa e con tutta la mia curiosità intatta.

DON ARTURO # Se è per quello, tutte le donne hanno la curiosità intatta... intatta e sviluppata...

MARIA # Devo ridere anch’io?

DON ARTURO # Vedi, Maria, certe cose vanno fatte quando si è giovani, altrimenti con tutta la curiosità che hai messo insieme, la tua delusione potrebbe essere ancora più grande. E poi te non hai nessuna esperienza... intanto che si è giovani, l’amore materiale, come dici te, aiuta a perdonarsi i difetti... Ma se dovesse succedere che tu e Daniele doveste perdonarvi qualcosa...

MARIA # Io non ho difetti, e neanche lui!

DON ARTURO # Adesso perché vi vedete un paio d’ore al giorno, giacando a briscola, mangiando ciliegie sotto spirito… (Ironico) ballando il tango... ma se doveste sopportarvi dalla mattina alla sera… (Spingendo) e dalla sera alla mattina...

MARIA # Adesso stai diventando volgare.

DON ARTURO # Mo tu che hai passato tutta la tua vita all’ombra del campanile, cosa sai di queste cose qui? Cosa sai, tu, degli uomini?

MARIA # (Scandalizzata) Che robe che mi tocca sentire, e da un fratello per giunta! (Esce a destraagitatissima)

SCENA 11^ DON ARTURO

DON ARTURO # Forse non m’ha capito bene... O forse sono stato io che non sono riuscito a spiegarmi bene... (Dalla comuneentra Tonino. E’ senza cappello)

SCENA 12^ DON ARTURO TONINO

TONINO # Buona sera... signor Arturo

DON ARTURO # Buona sera... don Tonino.

TONINO # Don Tonino a me? Mo cosa va a tirare fuori?

DON ARTURO # Il primo a sbagliarvi siete stato voi, e io vi sono venuto dietro.

TONINO # Allora siamo pari.

SCENA 13^ DON ARTURO TONINO CECILIA ISABELLA

CECILIA # (Entra assieme a Isabella. Vedendo Tonino si fa immediatamente il segno della croce) Vade retro Satana!

ISABELLA # (Imita la madre nel farsi velocemente il segno della croce. Rivolta alla madre) Perché mamma ci siamo fatte il segno della Croce?

CECILIA # Perchè la canonica è infestata da infedeli... Viva le sante crociate!!! (Va per uscire velocemente seguita da Isabella)

DON ARTURO # (La ferma, ridendo)Cos’è che volevi?

CECILIA # Io, con voi, non parlo, infedele! Viva le sante crociate!!!

ISABELLA # Viva le sante crociate... (Alla madre sottovoce) Ma mamma cosa sono queste sante crociate...??? (Escono)

SCENA 14^ DON ARTURO TONINO

DON ARTURO # (Ridendo)Ci beviamo sù?

TONINO # No, basta coi peccati!

DON ARTURO # A proposito di peccati… cosa avete mangiato ieri sera?

TONINO # Perchè?

DON ARTURO # Io ho l’impressione che voi siate piuttosto goloso.

TONINO # Stavolta ha indovinato. Dunque, ieri sera... ieri sera... Ah, la Maria Antonia mi ha preparato un brodetto di pesce che era la fine del mondo.

DON ARTURO # Mi scommetto che tantissimo pepato.

TONINO # Si, tanto! E io, poi, gli ho dato l’aggiunta con un bel bicchiere di aceto. Perché ho fatto qualcosa di male?

DON ARTURO # A mangiare non si fa mai del male. Ma quando si arriva ad una certa età bisogna stare attenti alle conseguenze...

TONINO # La ringrazio per le sue premure, ma io ho una salute di ferro.

DON ARTURO # Meglio per voi! Si vede che il Signore, di lassù, vi tiene una mano sopra...

TONINO # Per stare bene di salute è sufficiente avere la coscienza tranquilla, come quella che ho io e i miei compagni...

DON ARTURO # Sul serio? Quasi quasi mi segno anch’io negli anarchici. Li prendete i preti negli anarchici?

TONINO # Ci sono state delle volte che ne abbiamo preso dei peggio.

DON ARTURO # (Ironico) Sono convinto anch’io!

TONINO # E la Maria Antonia, dov’è?

DON ARTURO # In Chiesa che pulisce... ormai è Pasqua...

TONINO # Io ero venuto per dirle che farò tardi perché ho una riunione nel Circolo...

DON ARTURO # Dove nel Circo Togni?

TONINO # No, circo… Circolo! Il Circolo degli anarchici!

DON ARTURO # So che lo avete aperto da poco e mi scommetto che non lo avete neanche fatto benedire?

TONINO # (Fingendosi meravigliato) Penso abbia proprio ragione...

DON ARTURO # Uno di questi giorni, quando passo di li, mi fermo io a dargli una bella benedizione!

TONINO # (Continuando lo scambio di ironie) Lei, forse, non ci crederà, ma Gesù Cristo era dei nostri!

DON ARTURO # (Fingendosi meravigliato) Sul serio?!? C’èra il Vescovo che era curioso di saperlo. La prima volta che vado da lui glielo dico. (Entra Sara dalla comune)

SCENA 15^ DON ARTURO TONINO SARA

SARA # Buona sera.

DON ARTURO # Buona sera, Sara... Sei venuta per dare una mano ai ragazzi nel circolo?

SARA # Si, ma prima volevo parlare con Riccardo. Si è visto?

DON ARTURO # No, ma credo tardi poco.

TONINO # Allora, io vado... buona sera...

DON ARTURO # Aspettate, Tonino, che vi accompagno… (Escono Don Arturo e Tonino dalla comune)

SARA # Buonasera

SCENA 16^ SARA

SARA # (Dopo un po’ va a curiosare alla porta di sinistra. Poi chiama) C’è Riccardo? (Si riporta al centro della scena, mostrando di attendere l’arrivo di qualcuno. Don Claudio compare a sinistra)

SCENA 17^ SARA DON CLAUDIO

DON CLAUDIO # No, Riccardo non c’è, però ci sono io!

SARA # (Con disprezzo) Quando ho bisogno di un prete vado da don Arturo.

DON CLAUDIO # Sara io ti voglio dire due parole...

SARA # Sentiamo...

DON CLAUDIO # Perché ti sei messa con Riccardo?

SARA # In un caso del genere è sempre l’uomo che prende l’iniziativa. Perché non lo chiede a Riccardo?

DON CLAUDIO # Perchè, stavolta, l'iniziativa l’hai avuta tu!

SARA # Per sua norma e regola io non mi sono mai offerta a nessuno! (Don Claudio la guarda quasi incredulo) Beh, si capisce, non mi sono mai offerta a nessuno che non mi stesse a cuore in maniera particolare... Ma si vede che non eravamo adatti l’una per l’altro.

DON CLAUDIO # (Con forza) No, non eravamo adatti per nessun verso!

SARA # Comunque mi è bastata quella mortificazione, e adesso se qualcuno ha bisogno si faccia avanti! (Fa per uscire, ma Don Claudio la prende per un braccio)

DON CLAUDIO # (Con lieve minaccia) Sara!

SARA # (Sorpresa e compiaciuta) Mi ha già presa in parola? (Don Claudio abbandona il braccio di Sara) Perchè si ferma? Io, quando voglio, me le dimentico subito le offese...

DON CLAUDIO # Sara, tu sai che Riccardo era impegnato con Simona.

SARA # Impegnato? Ma le sembra la parola adatta?

DON CLAUDIO # Tu lascia stare le parole! Io, forse, mi ero sbagliato, ma se non ti ci fossi messa in mezzo tu per mandare a monte tutto, io sono sicuro che Riccardo avrebbe fatto il suo dovere.

SARA # E invece... L’uomo propone e la donna dispone.

DON CLAUDIO # Sara, perchè l’hai fatto? Riccardo era in obbligo con la Simona!

SARA # Perchè, cosa le ha dato lei, più di me?

DON CLAUDIO # Cosa che abbia dato non lo so… (Con rabbia che non sa reprimere) però gliel’ha dato prima di te!

SARA # E va bene! Se la Simona ha un diritto di precedenza, io posso anche farmi da parte. Ma il premio di consolazione, a me, chi me lo da?

DON CLAUDIO # (Disgustato) Tu non sei mica una donna, tu sei...

SARA # Basta così! Non voglio che faccia dei peccati per colpa mia.

DON CLAUDIO # Il peccato più grande, certe volte, è quello di essere capaci di dirle, certe parole!

SARA # Cosa si credeva, forse, che la vita fosse quella che ha studiato in Seminario? No, povero il mio pretino inesperto e inconcludente. La vita è questa! (Dalla comune entra Don Arturo)

SCENA 18^ DON CLAUDIO DON ARTURO SARA

Buona sera Don Arturo.

DON ARTURO # Buona sera. (Sara escedalla comune. Don Arturo la osserva incuriosito)

SCENA 19^ DON CLAUDIO DON ARTURO

Io, quella ragazza, non sono mai stato capace di capirla. E te?

DON CLAUDIO # Neanche io! (Esce a sinistra)

SCENA 20^ DON ARTURO

DON ARTURO # Ma quello di farsi capire è un problema che cresce tutti i giorni! Forse la colpa è del tempo che corre troppo in fretta (Si siede al tavolo, prende il mazzo delle carte, le rimescola e le dispone per fare un solitario. Don Claudio, agitatissimo entrada sinistra. Ha in mano una busta aperta e un foglio)

SCENA 21^ DON ARTURO DON CLAUDIO

DON CLAUDIO # Don Arturo, chi è che ha portato questa lettera?

DON ARTURO # Credo sia stata la Maria del fabbro...

DON CLAUDIO # E quant'è che è venuta?

DON ARTURO # Sarà stata una mezz’oretta… Perché?

DON CLAUDIO # (Disperato) Oh poveretto me! (si butta a sedere)

DON ARTURO # O insomma, si può sapere... (Prende la lettera dalle mani di Don Claudio e la legge) Cos’ha fatto?! (E’ molto emozionato) Mo allora bisogna correre...!!!

DON CLAUDIO # (Sta quasi per piangere) Ormai è troppo tardi.

DON ARTURO # Forza, vieni con me! (Fa per uscire dalla comune, ma poi esce a destrae rientra subito con un rotolo di corda. Via dalla comuneseguito da Don Claudio che si regge a stento.)

SCENA 22^ MARIA

MARIA # (Entra da destra) Che cosa sarà stato tutto questo trambusto? Avrà avuto da dire con don Claudio. Il mio Signore, che uomo insopportabile... (Si siede al tavolo, raccoglie le carte, le rimescola e le dispone una alla volta su due mucchietti per fare un gioco di divinazione) Questa è per me e questa è per lui... Questa è per me e questa è per lui... (Indicando le carte) E infatti anche le carte mi danno ragione... Questa è per me e questa è per lui... Ecco il pensiero fisso che ha lui... un amore violento e passionale... E quell’egoista di mio fratello che non si vuole convincere... Questa è per me e questa è per Daniele... (Quasi impaurita) Eh! una furia scatenata addirittura! (Sospira) Certo che a vederlo parrebbe quasi impossibile... Ma se le carte dicono così, io non posso farci niente. Questa è per me e questa è per Daniele. (Indica le carte) Ecco... ecco che arriva mio fratello... il solito rompiscatole... (Scocciata andrà al giradischi e rimetterà su lo stesso tango che ha fatto con Daniele. Ballerà da sola in maniera molto ridicola e in un casque si scontra con Riccardo che sarà entrato dalla parte del Circolo)

SCENA 23^ MARIA RICCARDO

RICCARDO # (Chiederà preoccupato) Ha bisogno di qualcosa, signorina Maria?

MARIA # (Cercando di minimizzare, vergognosa ed imbarazzata) No.. mi era caduto il... (Si avvia verso il giradischi per spegnerlo)

RICCARDO # Non deve vergognarsi... Anch'io sono innamorato e faccio il poeta... (Sospirando) Eh... L’amore è come l'ispirazione per un poeta... se non la cogli al volo... addio poesia.

MARIA # Ha ragione! Come le capisce bene, lei, le donne! Ma quant’è fortunata la Simona...

RICCARDO # (Con circostanza)No... vede, adesso mi interessa la signorina Sara.

MARIA # (Meravigliata) 0hi... io invece che credevo...

RICCARDO # Anch'io mi credevo... si vede che mi ero sbagliato! (Sospirando) Certo che l'amore è come un gelato, se non te lo mangi subito si scioglie come acqua.

MARIA # Pazienza. Allora io mi accontenterò di un semifreddo...

RICCARDO # (Altro tono)Si è vista Sara?

MARIA # Qui in Canonica no. Se non è di là nel Circolo con gli altri ragazzi...

RICCARDO # Non c'è. I ragazzi sono nel Circolo e in Chiesa ci sono il signor Daniele e la signora Maria Antonia...

MARIA # Da soli?

RICCARDO # Sì, sono da soli!

MARIA # (Preoccupata) Allora è meglio che vada a dargli una mano.

RICCARDO # Verrei tanto volentieri anch'io, ma stasera ho una riunione alla quale non posso assolutamente mancare.

MARIA # Vada pure. (Ha fretta di spedirlo)

RICCARDO # Quando vede Don Claudio gli dica, per favore, che verrò domani sera.

MARIA # Glielo dirò senz’altro.

RICCARDO # Buona notte.

MARIA # Buona notte. (Via Riccardo dalla comune)

SCENA 24^ MARIA

La Maria Antonia e Daniele sono di la, in Chiesa, da soli? (Minacciosa) Adesso gliela do io! E quello stupido di mio fratello che li incoraggia..!! Brutta schifosa di una civetta spennacchiata, adesso ti metto a posto io!(Esce dalla partedella Chiesa. Dopo una decina di secondi entra dalla comuneDon Arturo. La sua tonaca appare bagnata e infangata.

SCENA 25^ DON ARTURO

ed esce in fretta adestra. Rientracon un paio di coperte di lana, un telo da bagno e va alla comune ad attendere qualcuno).

DON CLAUDIO # (Dall’esterno) C’è nessuno?

SCENA 26^ DON CLAUDIO DON ARTURO SIMONA

DON ARTURO # No.

DON CLAUDIO # (Entra Don Claudio dalla comune. Ha sulle spalle Simona, svenuta, caricata come un sacco. Don Claudio fa scendere Simona e la sistema su di una sedia vicino al tavolo. E’ molto emozionato) Che sia ancora viva?

DON ARTURO # A me sembra di si. Senti se le batte il cuore (Si asciuga nel telo)

DON CLAUDIO # (Tasta un polso a Simona) Io non sento niente...

DON ARTURO # Mo è lì il cuore? Senti nel petto (Don Claudio, imbarazzato, non sa dove posare la mano sul petto di Simona) Non con le mani... con l’orecchio! (Don Claudio appoggia un orecchio sul petto di Simona)

DON CLAUDIO # (Dopo aver ascoltato per un po’) Batte… batte…

DON ARTURO # Avvolgila per bene in questa coperta. (Don Claudio avvolge Simona in una coperta.) Per fortuna che dell’acqua ce n’era poca.. Ma perché l’avrà fatto? Tu sai niente?

DON CLAUDIO # (Imbarazzato) Io no. Ma speriamo che ce lo dica lei.

DON ARTURO # (Andando a prendere il vin santo) Prova di farle aprire la bocca...

DON CLAUDIO # Per fare cosa?

DON ARTURO # Per darle un po’ di vin santo. Non vedi com’è pallida? Adesso che ho fatto la fatica di tirarla fuori dal pozzo, non vorrei che mi morisse dal freddo. (Don Claudio sì dà da fare per aprire la bocca a Simona)

DON CLAUDIO # Non gliela faccio... E’ rigida come un baccalà.

DON ARTURO # Se non fosse una faccenda seria ci sarebbe da ridere.

DON CLAUDIO # E perché?

DON ARTURO # Perchè, di solito, con le donne, la fatica più grande è quella di fargliela tenere chiusa la bocca! (Da il bicchiere a Don Claudio) Lascia che provi io. (Tenta di far aprire la bocca a Simona) Sono più pratico... Una volta avevo il somaro... Hai visto che gliel’ho fatta? Dai, butta giù! (Don Claudio dà da bere a Simona la quale tossisce violentemente) Ancora un po’... (Don Claudio fa bere Simona. La ragazza tossisce, poi, quasi soffocata, finalmente apre gli occhi)

SIMONA # (Si guarda attorno. Parla a fatica) Dove sono?

DON CLAUDIO # Sta tranquilla, Simona, ormai sei fuori pericolo. (L’assiste)

SIMONA # Non sono più nel pozzo?

DON CLAUDIO # No, adesso sei in Canonica e stai bene.

SIMONA # (Quasi implorando)Ma perché non sono più nel pozzo?

DON ARTURO # Se lo dice un’altra volta, giuro che gliela torno a buttare ancora!

SIMONA # (Rabbrividendo) Oh, che freddo!!!

DON CLAUDIO # Bevi un altro po’ (La fa bere) Questo ti riscalderà... ti farà tornare al mondo.

DON ARTURO # (A Simona) No, al mondo ti ho fatta tornare io. Ma adesso voglio sapere il perchè... (Simona non risponde) Avanti, ci sarà pure una spiegazione... Il mio pozzo non sarà diventata mica la piscina comunale… (Simona si mette a singhiozzare. Rivolto a Don Claudio) Dov’è quella lettera? (Don Claudio porge la lettera a Don Arturo, il quale la esibisce alla Simona) Ma cosa hai scritto che non si capisce niente? (Versa il vino in un bicchiere)Nel pozzo... come un cocomero da tenere al fresco... Anzi, eravamo due i cocomeri... eeeeee...tcii... (Starnuto) Ecco, e questo è il premio che mi è toccato! (Don Arturo uscirà adestra, recupererà una tonaca ed un paio di pantofole e rientreràsubito in scena)

DON CLAUDIO # Ma almeno parla, di qualcosa (Simona tace.) Ma perché l’hai fatto?E’ stata per colpa di Riccardo?

SIMONA # Io vi chiedo perdono... (Piange)Perchè non mi avete lasciata morire?

DON CLAUDIO # O insomma, ci sarà pure un perchè.

SIMONA # Si, mi sono buttata nel pozzo perché Riccardo non mi vuole più!

DON ARTURO # E ti sembra di avere fatto una bella cosa? Se tutti i fidanzati che si lasciano si andassero a buttare nel pozzo, non ci sarebbe più un goccio di acqua da nessuna parte!

SIMONA # Ma lui non doveva lasciarmi (Piange) Io gli volevo troppo bene!

DON ARTURO # Forse avrà creduto di volertene anche lui, e poi invece... (Starnutisce)

DON CLAUDIO # Salute.

DON ARTURO # Grazie. Hai capito Simona? Lui è giovane… tu sei giovane… e se vi siete sbagliati una volta siete ancora in tempo, tutti e due, per fare delle amicizie nuove. Lui si troverà un’altra ragazza… tu ti troverai un altro ragazzo... E un po’ alla volta, di questo grande amore, non ve ne ricorderete neanche più.

SIMONA # No, è impossibile.Perchè io sono incinta.

DON ARTURO # (Interrompendo violentemente uno starnuto che sta uscendo) Ah un cappero!!

DON CLAUDIO # Oh no! (Si abbandona affranto su di una seggiola)

DON ARTURO # Ma sei proprio sicura?

SIMONA # Purtroppo.

DON ARTURO # E lui lo sa?

SIMONA # No.

DON CLAUDIO # E allora, perchè non gliel’hai detto?

SIMONA # Perchè non voglio che mio voglia bene per compassione...

DON ARTURO # Don Claudio è un suo grande amico, vedrai che ci penserà lui a farlo ragionare.

SIMONA # Se non si fosse messa in mezzo Sara sarebbe stata tutto a posto. Ma perché l’ha fatto? Per lei, Riccardo, non è mai stato niente.

DON ARTURO # Poverina, da una dona ci si può aspettare di tutto...

SIMONA # Sono poi una donna anch’io e certe cose non sono capace di farle!

DON ARTURO # Tu sei capace di farne delle peggio (Starnutisce) Eeecctttì! E queste sono le conseguenze.

SIMONA # La Sara dice che i quattrini fanno andare l’acqua in su.

DON ARTURO # Macche mai. Delle volte per mandare l’acqua in su basta una buona pompa. Comunque quattrini o non quattrini, Riccardo deve fare il suo dovere. Don Claudio, accompagna a casa sua la Simona e trova una scusa coi suoi genitori…

SIMONA # Don Arturo, non so come andrà a finire questa faccenda, ma per adesso grazie!

DON ARTURO # Ringrazia Nostro Signore che proprio stamattina mi ha mandato a comprare quella corda per addobbare la Chiesa, altrimenti addio Simona...

SIMONA # (Si alza in piedi) E forse sarebbe stato meglio così.

DON ARTURO # E no, carina! (Indica il ventre di Simona) Adesso devi pensare che li c’è lui o lei che sia!

SIMONA # (Un po’ rasserenata) Questo non l’avevo considerato... Grazie Don Arturo. Grazie par me, par lui... o per lei che sia. (Si avvicina al prete non sapendo come esprimere la propria gratitudine.)

DON ARTURO # (Don Arturo afferra il volto di Simona fra le mani, la guarda intensamente e si stringe quindi la ragazza al petto. Mentre la ragazza riprende a singhiozzare, si emoziona a sua volta, si asciuga gli occhi e tira su rumorosamente col naso. Poi, staccandosi dalla ragazza volgendole le spalle per non mostrare la commozione finge un falso starnuto) Ma guarda che razza di raffreddore mi sono andato a prendere!

DON CLAUDIO # Vieni Simona. (Trascina Simona, avvolta nella coperta, fino alla comune. Simona si ferma e si volge)

SIMONA # E se questo fatto lo dovesse venire ad imparare qualcuno?

DON CLAUDIO # Sta tranquilla. Lo sappiamo solo noi tre... E nessuno di noi dirà mai niente!

DON ARTURO # (Grottesco, anche per stemperare una situazione fin gia troppo tesante) Lo sappiamo noi tre e San Giuseppe... ma stai tranquilla, per lui garantisco io che non dirà niente!

SIMONA # Grazie ancora, e buona notte. (Esce dalla comuneaccompagnata da Don Claudio)

SCENA 27^ DON ARTURO

DON ARTURO # (Solo. Si versa un bicchiere di vin santo. Beve tutto di un fiato. Entra Mariacome una furia, senza guardare Don Arturo, esce a destra) Cosa avrà fatto? (Chiama) Maria... Mariolina... Marioluccia...

SCENA 28^ DON ARTURO MARIA

MARIA # (Seccata, appare da destra) Cosa c’è?

DON ARTURO # Non giochiamo a briscola, questa sera?

MARIA # Me e te?

DON ARTURO # No, i soliti. Marco dovrebbe tardare poco, Daniele è in Chiesa che sta facendo un’opera di carità!

MARIA # (Indignata) Dì piuttosto che sta facendo un’opera di schifosità!

DON ARTURO # (Facendo il tonto) E con chi?

MARIA # Con quella sporcacciona della Maria Antonia. Lui gli corre dietro, e lei scappa per non farsi prendere!

DON ARTURO # E allora, di che cosa hai paura? Intanto che non si fermano non succede mica niente...

MARIA # Arturo... Pensi che la Maria Antonia si sia fatta prendere?

DON ARTURO # Io spero di no.

MARIA # Se si è fatta prendere è una vigliacca.

DON ARTURO # Perchè?

MARIA # Perchè sono sicura che le gambe le ha più buone lei.

DON ARTURO # Va là… Maria, è meglio che tu ci metta una pietra sopra...

MARIA # La colpa è la tua! Tu hai fatto di tutto per staccarlo da me.

DON ARTURO # Io ho cercato solo di farti aprire gli occhi...

MARIA # Brutto traditore che non è altro! Se penso a tutte le volte che mi ha lusingata...

DON ARTURO # E io, se penso a tutte le ciliegie sotto spirito che mi ha mangiato!

MARIA # (Commossa) E pensare che io, per Daniele, mi sarei buttata nel pozzo!

DON ARTURO # Eh no, basta coi pozzi!!! (Entra Marco dalla comune)

SCENA 29^ DON ARTURO MARIA MARCO

Ohi, Marco, sei venuto a fare la briscola?

MARCO # Si, io sarei venuto per quella ragione… (Lascia cadere un foglio)

DON ARTURO # Ma cosa hai nelle mani? Lascia che veda. (Prende il foglietto e lo legge) Tohhh!... Una poesia?!? E’ un’impresa della tua gioventù?

MARCO # No, è una sorpresa della mia vecchiaia...

DON ARTURO # Perchè non ce la leggi? Avanti, Maria, diglielo anche tu!

MARIA # Sentiamo pure... .

MARCO # Ma si, questo è un dente che è meglio togliercelo subito. (Legge) “Presentimento” (Dalla Chiesa entra Daniele)

SCENA 30^ DON ARTURO MARIA MARCO DANIELE

DON ARTURO # Veni avanti, Daniele! C’è Marco che legge una poesia d’amore a mia sorella. Si intitola “Presentimento”

DANIELE # (Meravigliato) Ma... l’ha scritta per lei?

MARIA # (Per far dispetto a Daniele) Si capisce. Perché c’è da farsene meraviglia? Per fare bella figura con le donne, c’è chi adopera le gambe e chi il cervello. Avanti signor Marco ci dia la molla alla poesia...

DON ARTURO # (Sbalordito) Questa non me l’aspettavo proprio!

MARCO # (Legge) “Presentimento. Dolce mi strugge un ansito di gioia ed erompe spretato dal mio petto...

DON ARTURO # Com’hai detto? (Prende il foglio e lo legge) Macchè spretato! “Ed erompe spietato dal mio petto... ” Che tipo, non è neanche capace di leggere la sua calligrafia... (Riconsegna il foglietto a Marco)

MARCO # (Legge) “... ed erompe spietato dal mio petto; io lo mando del core al mio diletto e gli dico: Va, va, prima ch’io muoia!” (Daniele indispettito, esce dalla comune)

SCENA 31^ DON ARTURO MARIA MARCO

DON ARTURO # Va, va! E Daniele se n’è andato! (Maria si asciuga una lacrima) Hai visto, Marco... L’hai fatta piangere!

MARCO # Maria; io vi chiedo scusa...

DON ARTURO # Va la che io ti conosco bene! Te, con la tua faccia di pesce in scatola, sembri l’individuo più innocente del mondo, ma quando si tratta di donne, tu… hai l’occhio che fa la spia!

MARCO # Cos’ho fatto io? Ma voi avete voglia di scherzare!

DON ARTURO # E’ la brace! E’ la brace che viene fuori! Guarda che roba Maria! Guarda che fenomeno... (Scrutando gli occhi di Marco imbarazzantissimo) Si, è vero che nell’occhio destro ha un principio di catarrata, ma quello sinistro brilla che è un piacere. Vieni a vedere Maria! (Fra se.) Il gregge pastorale? Macche mai: questo è un branco di pecore matte (Rivolto a Maria) E quella la, quella che sta piangendo, è la pecora più matta di tutte! (Cala la tela)

fine secondo atto

terzo atto

E’ la vigilia di Pasqua. In scena sono Maria, Simona, Cecilia e Isabella.

SCENA 1^ MARIA SIMONA CECILIA ISABELLA

CECILIA # (Mentre passeggia avanti indietro. Insofferente) Dove si sarà messo Don Arturo?

MARIA # Tarderà poco...

CECILIA # (Piccata ed irata) Aveva detto che alle sette sarebbe stato a casa!... Sono ormai le otto!...

MARIA # Si vede che il Vescovo l’avrà trattenuto più del previsto.

CECILIA # Ma come si permette il Vescovo! Non lo sa che ho bisogno io, di Don Arturo? E’ meglio che non si provi più a fare una cosa del genere... Perché se c’è una cosa che mi fa andare giù di testa è quella di aspettare!

SIMONA # Calma Cecilia... La calma è la virtù dei forti...

CECILIA # (Irata) Perchè non sarò mica agitata? Non sono mai stata così calma nella mia vita! (Piccata ed irata, rivolta a Maria) Ditelo voi... Sono calma?

MARIA # Si, come una pentola quando bolle!

ISABELLA # La mia mamma non è mai stata così calma... (Rivolta alla madre) E’ vero mamma che sei calma?

CECILIA # (Allarmata) Oh, mio Dio! Mi viene male! (Toccandosi il polso) La pressione... (Toccandosi il polso) Oddio anche l'infarto... Muoio...

ISABELLA # Pronto mamma, ecco le pastiglie...

CECILIA # (Ne ingurgita velocemente una.) La colpa è di Don Arturo e del Vescovo! (Ne ingurgita velocemente una traendone velocemente beneficio) Fortuna che mi sta passando... stavolta sono stata li lì per morire! (Sentendosi male di nuovo) Oh, Dio! Isabella dammi subito un cioccolatino...

ISABELLA # Pronto mamma, ecco il cioccolatino...

MARIA # (Fara da eco a Cecilia, non sentita)Gli zuccheri! Mi sono calati di colpo gli zuccheri!

CECILIA # (Ne ingurgita velocemente uno, facendosene dare immediatamente un altro da Isabella) Gli zuccheri! Mi sono calati di colpo gli zuccheri! (Altro tono) Adesso vado a casa a mangiare, ma dopo cena sono di nuovo qui e Don Arturo dovrà darmi delle spiegazioni... E’ meglio per lui!

ISABELLA # E’ meglio per lui! (Escono)

SCENA 2^ MARIA SIMONA

MARIA # Nono so se ridere o stare seria! Delle volte è una comica e delle volte è una pena...

SIMONA # (Avvicinandosi a Maria con discrezione. Tono confidenziale e riservato) Maria, ma che sia vero il fatto di Daniele e della scala?

MARIA # (Convinta) Ma si capisce che è vero! Con quel piolo della scala che si va a rompere proprio sul più bello... Io l’ho benedetto cento volte quel piolo! Era da dire... Si sa che il Diavolo fa le pentole e non i coperchi! Ma io, quello che non sono stata capace di capire, è come abbia fatto quello scalone da muratore ad essere la, vicino alla finestra della Maria Antonia.

SIMONA # Forse gliel’aveva portato Daniele...

MARIA # E’ impossibile! I muratori lavoravano a più di cinquanta metri di distanza da li, e per spostare quello scalone ci sarebbero voluti, a dir poco, due o tre uomini, ma di quelli robusti! (Guarda fuori della finestra) Sono quasi le otto e Don Arturo non si vede ancora...

SCENA 3^ MARIA SIMONA DON CLAUDIO

DON CLAUDIO # (Entra dalla comune) Buona sera!

MARIA # Buona sera!

SIMONA # Buona sera!

DON CLAUDIO # E’ già tornato, Don Arturo, dal Vescovo?

MARIA # Non ancora! (Altro tono) Io vado a vedere se la Chiesa è a posto. (Esce)

SCENA 4^ SIMONA DON CLAUDIO

SIMONA # Domani è Pasqua... (Sorridendo) Come è bello San Giuseppe sull’altare... con quella faccia sorridente e quel bastone nelle mani!

DON CLAUDIO # San Giuseppe dovrebbe adoperarlo meglio il suo bastone e picchiare addosso a tutti quelli che sgarrano! (Faccia perplessa di Simona) E giù botte a Riccardo e alla Sara! E a tutti quelli che gli assomigliano! A te per la tua testa balzana, a me che sono il più imbecille del branco. E giù botte fino a che il bastone non è diventata segatura.

SIMONA # Don Claudio, lei ha parlato con Riccardo?

DON CLAUDIO # Si, e il bastone di San Giuseppe sarebbe ancora poco! (Simona china la testa rattristata). Per la Sara è solo un capriccio... Ma se Riccardo ha fatto il male sarà costretto a fare la penitenza!

SIMONA # E la penitenza sarebbe quella di sposarsi con me?

DON CLAUDIO # Ma cosa hai capito!. Povera Simona! E pensare che sono stato io che ti ho messa in questo pasticcio.

SIMONA # No, la colpa è la mia e di Riccardo.

DON CLAUDIO # Ma se io l’avessi conosciuto un po’ meglio.

SIMONA # Ma cosa vuole... Se non sono stata capace di conoscerlo io che l’avevo sempre li vicino...

DON CLAUDIO # Troppo vicino, troppo vicino! E su l’avessi tenuto un po’ più lontano adesso, forse, saresti più allegra... (Improvvisamente dalla comuneappare il Miserabile.E’ di età indefinita. Ha capelli lunghi. Porta un cappello in testa. Alle mani un paio di guanti. Don Claudio e Simona appaiono scossi dall’apparizione)

SCENA 5^ SIMONA DON CLAUDIO IL MISERABILE

IL MISERABILE # Buona sera

DON CLAUDIO # Buona sera

SIMONA # Buona sera

IL MISERABILE # Scusate, ma la porta era aperta e allora sono entrato. Mi sono permesso di disturbare per chiedere la carità di un pezzo di pane o di un piatto di minestra… fuori è un freddo boia...

DON CLAUDIO # (Colto da carità cristiana) Venga avanti... Nostro Signore ha detto: Bussate e vi sarà aperto! Intanto che vi scaldate un pochino vado a sentire dalla Maria. (Via a destra)

SCENA 6^ SIMONA IL MISERABILE

IL MISERABILE # Oggi è la vigilia di Pasqua... Chissà che non ci sia un bel piatto di minestra coi fagioli... Ma come mai, signorina, è così seria? Ha due occhi scuri, che guardandoci dentro, sembra di trovarsi sull’orlo di un pozzo senza fondo. (Simona lo guarda impressionata) Ma forse è meglio cambiare argomento perché a scherzare coi pozzi è fatica sapere quello che può succedere. (Da destra entrano Maria e Don Claudio)

SCENA 7^ SIMONA IL MISERABILE MARIA DON CLAUDIO

IL MISERABILE # Buona sera signorina. Le ha detto niente il Cappellano?

MARIA # Si, ma io, più di un piatto di minestra coi fagioli, di pronto non ho altro...

IL MISERABILE # Per le mie esigenze è troppo anche quello.

MARIA # Si accomodi pure... (Precede Il Miserabile nell'uscire)

SCENA 8^ SIMONA DON CLAUDIO

DON CLAUDIO # Prego... E buon appetito!... (Altro tono) Ma chi sarà quel tipo così originale? Ha qualcosa di misterioso che non riesco a spiegarmi... (Altro tono) Forse sarà colpa della fame. Adesso ci pensa la Maria! (Dalla comuneappare Daniele. Ha un piede ingessato e si regge con un bastone)

SCENA 9^ SIMONA DON CLAUDIO DANIELE

DANIELE # Si può?

DON CLAUDIO # Avanti

DANIELE # Buona sera. C’è Don Arturo?

DON CLAUDIO # No, ma dovrebbe tardare poco. Prego, si sieda.

DANIELE # Grazie (Si siede)

SIMONA # Voi mi scuserete, ma si è fatto tardi e bisogna che vada a casa!... Ci vediamo più tardi alla Messa di mezzanotte... (Si avvia all'uscita)

DON CLAUDIO # Buona sera!

DANIELE # Buona sera! (Via Simona)

SCENA 10^ DON CLAUDIO DANIELE

DANIELE # Quella è proprio una gran buona ragazza (Nasconde il piede ingessato. Continua il suo discorso facendo finta di ignorare gli sguardi di Don Claudio al piede) Se fosse un uomo, la Simona la potrei paragonare ad un pezzo di pane, ma siccome è una donna, dirò che è buona come un pezzo di ciambella (Ride da solo. Don Claudio indicherà il piede di Daniele.) Ho capito… ho capito! A lei interessa più il mio piede che la Simona...

DON CLAUDIO # Ma neanche per sogno!

DANIELE # Mi sembra quasi impossibile... con tutte le chiacchiere che ci sono state in paese... (Sospirando) Forse è stato un segno del destino. Io che passavo di la, la Maria Antonia che mi ha fatto un segno dalla finestra, quel vigliacco di uno scalone da muratore che sembrava piovuto da cielo... . Lei, don Claudio, si metta nei miei panni...

DON CLAUDIO # (Ridendo) Ma, veramente io sono un prete...

DANIELE # Eh, lo so che sembra un fatto da ridere! Ma a me che è toccata la bazza, ho riso poco! Che disastro... io che ero rimasto “ingavagnato” nella scala, la Maria Antonia che credendo mi fossi ammazzato, si era messa a stridere come una tacchina, i vicini di casa che si erano fatti tutti alla finestra per vedere lo spettacolo... Sembrava di essere all’Arena di Verona...

DON CLAUDIO # E adesso cosa avete intenzione di fare?

DANIELE # Come dice il proverbio? “Chi rompe, paga”. E siccome la Maria Antonia dice che l’ho compromessa...

DON CLAUDIO # (Convinto) E ha ragione...!.

DANIELE # Ma l’ho compromessa una cosa da niente. Che robe! C’è della gente che dura dei mesi e degli anni ad andare con delle donne e gli va sempre liscia, io, che era la prima volta, guarda cosa mi va a capitare! E poi senza tenere conto che gli altri passano dalla porta, mentre io sono stato costretto a passare dalla finestra...

DON CLAUDIO # E adesso la Maria Antonia dov’è?

DANIELE # E’ andata ad abitare con suo fratello. Staremo a vedere... Mica che io sia contrario a sposarmela... però non posso dire neanche di avere tutta quanta sta contentezza! (Entra dalla comune Don Arturo)

SCENA 11^ DON CLAUDIO DANIELE DON ARTURO

Oh, ben arrivato!

DON ARTURO # Buona sera

DON CLAUDIO # Buona sera

DANIELE # Stavo raccontando a Don Claudio il fatto della scala...

DON CLAUDIO # Fatto il male bisogna fare la penitenza!

DANIELE # E sarebbe giusto! Però a me tocca fare la penitenza senza aver fatto il male! Anzi, io, il male l’ho sentito!

DON ARTURO # E’ vero. Ma, a te, quella sera, l’amore aveva dato le ali...

DANIELE # Se avessi avuto le ali non mi sarei mica rotto il piedi! Ma io ero venuto a sentire per quelle carte che bisogna fare... .

DON ARTURO # Avremo tempo per parlarne con calma. Prima di fare un passo bisogna sapere dove si mettono i piedi!

DANIELE # A mettere i piedi dovevo stare attento quella sera quando sono andato su per la scala!

DON ARTURO # Beh, adesso vai pure, che io ho altre cose da fare! Ne parleremo, con calma, i prossimi giorni.

DANIELE # Basta che facciamo presto altrimenti, questa, è una faccenda che va a finire peggio dei Promessi Sposi.

DON ARTURO # Ma neanche per sogno. Buona notte.

DANIELE # Buona notte...

DON CLAUDIO # Buona notte (Esce Daniele dalla comune)

SCENA 12^ DON CLAUDIO DON ARTURO

DON ARTURO # Daniele l’ha detto per ridere, ma questa è proprio una faccenda una specie dei Promessi Sposi. Anzi, è ancora più complicata. E, naturalmente c’è un prete vigliacco e inconcludente che si rassegna a fare la parte di Don Abbondio.

DON CLAUDIO # E chi sarebbe ‘sto prete?

DON ARTURO # Sono io.

DON CLAUDIO # (Meravigliato) Mi sembra quasi impossibile.

DON ARTURO # Il fatto è che la mia opinione non va d’accordo con quella del Vescovo... Sai come dicono in Germania? “Il superiore ha sempre ragione, specialmente quando ha torto.”

DON CLAUDIO # Ma di preciso cosa ha detto?

DON ARTURO # Ha cominciato col dire che io e te abbiamo trasformato la Canonica di San Giuseppe in un Ufficio di collocamento per cuori solitari. Tu per il fatto di Simona e Riccardo, io per La Maria Atonia e Daniele.

DON CLAUDIO # Ma tutte queste informazioni così precise da chi le ha avute?

DON ARTURO # Da chi vuoi che le abbia avute? Da quel porco del signor Michele e dalla Sara, la sua degna figlia.

DON CLAUDIO # (Indignato) Ah brutta...!

DON ARTURO # (Lo interrompe) Alt! Battezzando il padre, ho battezzato pure la figlia!

DON CLAUDIO # E adesso cosa si fa?

DON ARTURO # Nel primo articolo del nostro regolamento c’è solo una parola: Obbedienza!

DON CLAUDIO # Ma se l’obbedienza è in contrasto con la giustizia, io sono pronto a combattere e a sopportare anche tutte le conseguenze!

DON ARTURO # Sono io che, come Parroco, sono sotto querela col Vescovo...

DON CLAUDIO # E io, invece, non sono in pace con la mia coscienza, ed è un bel po’ peggio!

DON ARTURO # Che colpa ne hai tu se la Simona si è fidata di Riccardo?

DON CLAUDIO # Io mi ero già prospettato tutto quello che poteva succedere, e in un caso come questo sarei stato costretto a fare un atto di giustizia.

DON ARTURO # E cioè?

DON CLAUDIO # E cioè… trovare un qualcuno che si prenda la Simona.

DON ARTURO # E chi potrebbe essere “ questo qualcuno”?

DON CLAUDIO # Potrei essere anch’io.

DON ARTURO # (Sbalordito) Te?!? Voglio che ti ricordi che tu sei un prete!

DON CLAUDIO # E con questo?

DON ARTURO # Io voglio che tu consideri che siamo rimasti tanto pochi...

DON CLAUDIO # E a fare i vigliacchi c’è la speranza che cresciamo? E quel povero bambino che deve nascere, è giusto che debba avere un babbo?

DON ARTURO # Un babbo ce l’ha già. Anzi ne ha due.

DON CLAUDIO # Chi è il secondo?

DON ARTURO # Io che ho salvato la vita alla sua mamma.

DON CLAUDIO # E va bene. E allora io sarà il terzo!

DON ARTURO # Però è buffa, non è ancora venuto al mondo e ha già tre babbi. (Viadalla comune. Dopo poco appare il Miserabile)

SCENA 13^ DON ARTURO IL MISERABILE

IL MISERABILE # Si può venire avanti?

DON ARTURO # (Sbalordito) E questo chi è?

IL MISERABILE # Sono un poveretto che ha bussato alla sua porta per chiedere la carità di un piatto di minestra.

DON ARTURO # E’ stato accontentato?

IL MISERABILE # Si, ed era proprio buona.

DON ARTURO # Allora... se non ha bisogno d’altro... (Tenta di congedarlo)

IL MISERABILE #(Fingendo di non capire) E così il nostro Cappellano ha una gran voglia di fare da babbo a quel povero bambino...

DON ARTURO # (Meravigliato) Ma a lei cosa interessa?

IL MISERABILE # Magari si potrebbe pensare che abbia anche una gran voglia di fare da marito alla Simona.

DON ARTURO # Giovanotto, mi faccia il piacere di darci un taglio!

IL MISERABILE # Ma se Riccardo non vuole fare il suo dovere, perché non si prova lei, Don Arturo, a convincerlo...

DON ARTURO # E’ tutto tempo perso... I miei argomenti all’antica, con un cattolico avanguardista come Riccardo, non fanno alcun effetto. (Altro tono) Ma lei come fa a sapere tutte queste cose?

IL MISERABILE # Mi sono permesso di ascoltare la sua conversazione col Cappellano.

DON ARTURO # E lo sa che dovrebbe vergognarsi?

IL MISERABILE # Io volevo dire che potrebbe essere proprio un argomento all’antica a convincere Riccardo... Uno di quegli argomenti che meglio di lei non è capace di usarli nessuno.

DON ARTURO # E cioè?

IL MISERABILE # Io penso che quattro schiaffoni, in difesa della morale cristiana, sarebbero l’argomento più adatto.

DON ARTURO # (Meravigliato) Quattro schiaffoni?

IL MISERABILE # In difesa della morale cristiana. E se non bastano quei quattro, si può anche crescere la dose.

DON ARTURO # Ma lei, si può sapere, per chi mi ha preso?

IL MISERABILE # Se ho detto quello che ho detto, è segno che ero sicuro di poterlo dire!

DON ARTURO # Oh insomma, lei l’ha avuto il suo piatto di minestra?

IL MISERABILE # Si.

DON ARTURO # E allora quella è la porta.

IL MISERABILE # Don Arturo, io la facevo un tipo meno permaloso... Forse mi ero sbagliato a giudicarla... Si, perchè quando un prete si diverte a girandolare la notte con uno scalone da settanta/ottanta chili sulla schiena... E adesso vado per il mio destino.. (Fa per andarsene)

DON ARTURO # (Agitato ed innervosito) Un momento. Ma lei chi è, un poliziotto in borghese?

IL MISERABILE # E il povero Daniele che si credeva che lo scalone lo avesse portato là la Provvidenza...

DON ARTURO # Parli piano, che non senta mia sorella...

IL MISERABILE # E quel piolo che rompendosi ha rovinato il piede e la reputazione di Daniele, chi l’aveva segato? (Don Arturo appare impaurito)

DON ARTURO # Lei è peggio di un poliziotto. Lei è il Diavolo in persona!

IL MISERABILE #(Ride) Stavolta ha quasi indovinato! E quindi mi lasci dire che se lei ha fatto uno scherzo del genere ad un galantuomo come Daniele, non vedo il perché lei dovrebbe vergognarsi a dare quattro schiaffoni ad un disonesto!

DON ARTURO # Non è mica che io mi vergogni... è che il Vescovo mi ha detto di lasciare andare le cose per la loro strada.

IL MISERABILE # Ma chi è il Vescovo?

DON ARTURO # Per un povero prete di campagna come me, il Vescovo è come sia il Papa.

IL MISERABILE # E chi è il Papa?

DON ARTURO # (Scandalizzato) Il Papa?!? Ma il Papa è... il Papa!

IL MISERABILE # E di sopra dal Papa, che c’è?

DON ARTURO # C’è Nostro Signore. E con questo? Certo che Nostro Signore fosse qui e mi dicesse di fare il contrario di quello che mi dice il Vescovo, io lo farei subito!

IL MISERABILE # E lei faccia conto...

DON ARTURO # Faccia conto?!? No, giovanotto, adesso non ci siamo più!. Io non ho mica tempo da perdere...

IL MISERABILE # Don Arturo, se lei non da retta al Vescovo, cosa succede?

DON ARTURO # Niente...

IL MISERABILE # Dove ha detto che la manda, Sua Eccellenza, per punizione?

DON ARTURO # (Impressionato) E lei come fa a saperlo?

IL MISERABILE # E allora, dove ha detto che la manda?

DON ARTURO # Io non dico niente, tanto sono sicuro che lei lo sa già!

IL MISERABILE # A Santa Maria in Purocielo... una parrocchia sperduta fra i monti fra Brisighella e Marradi... Dico bene?

DON ARTURO # E’ impressionante!

IL MISERABILE # Se non sbaglio, i suoi vecchi facevano i contadini da quelle parti...

DON ARTURO # E’ incredibile!

IL MISERABILE # No. Questo è un particolare che ho saputo in un posto dove mi sono fermato a chiedere la carità di un piatto di minestra.

DON ARTURO # Ma lei mangia solo della minestra?

IL MISERABILE # Dicono faccia bene per sviluppare l’intelligenza. E così il nostro Don Arturo, per la paura di andare a respirare un po’ di aria di montagna, non rischia di fare niente per convincere Riccardo a sposarsi con la Simona.

DON ARTURO # Ma se anche l’ammazzassi di botte, potrebbe sempre dire di no.

IL MISERABILE # Ma potrebbe anche dire di si! Basterebbe che una certa persona dicesse la verità dell’improvviso innamoramento della Sara per Riccardo. E forse non ci sarebbe bisogno di mettere in opera gli schiaffoni.

DON ARTURO # Ohi! E chi è questa persona?

IL MISERABILE # Senta da Don Claudio, meglio di lui non lo sa nessuno!

DON ARTURO # Però io potrei cercare di accomodare le cose con le buone...

IL MISERABILE # E pensare che avevo un così bel concetto di lei, dopo il fatto del pozzo... (Via dalla comune)

SCENA 14^ DON ARTURO

DON ARTURO # (Sbalordito) E questo come faceva a saperlo?!? (Entra Maria da destra)

SCENA 15^ DON ARTURO MARIA

MARIA # (Come trasognata) E’ andato via?

DON ARTURO # Si.

MARIA # Aveva un modo di fare che mi dava soggezione. Ti ha detto chi è?

DON ARTURO # Macche mai. Non ha fatto altro che parlare dei miei affari, e ti garantisco che ne sapeva più lui della serva del Vescovo.

MARIA # E con me ha fatto uguale. Ma quello che mi ha fatto più impressione è quando mi ha parlato di Daniele...

DON ARTURO # (Un po' intimorito) E... cosa ti ha detto?

MARIA # Ha tentato di convincermi che Daniele fa bene a sposarsi con la Maria Atonia perché la salva da un peccato mortale, e io mi farei un merito ancora più grande lasciandolo libero... Ma l’ha detto in una fatto modo... Lo sai che sa anche il fatto dello scalone?

DON ARTURO # No!!!!

MARIA # E poi sa anche che l’ha portato sotto alla finestra della Maria Antonia...

DON ARTURO # E... Te l’ha detto?

MARIA # No. Ma ormai, per me, non ha alcuna importanza...

DON ARTURO # (Tranquillizzato) Meglio così... (Pausa)

MARIA # Arturo, tu ci credi nei miracoli?

DON ARTURO # Don Claudio dice che i miracoli sono le figurine a premio nel concorso della religione!

MARIA # Don Claudio è un miscredente. Ma te ci credi, si o no?

DON ARTURO # Si, io ci credo!

MARIA # Ed io, questa sera, mi sono convinta del tutto. Quel giovanotto con quello sguardo così misterioso, con quel modo di farsi capire ancora prima d’aprir bocca, con quegli occhi che sembrava ti leggessero fino in fondo all’anima... Io, se non avessi paura di fare un sacrilegio, ti farei una confessione...

DON ARTURO # Di pure...

MARIA # Arturo, sotto a quel cappellino ridicolo... cosa c’èra? E perchè non se l’è cavato neanche qui in casa, e neanche i guanti?

DON ARTURO # Io penso avesse qualcosa da tenere nascosto... Ma cosa vuoi che sappia!

MARIA # (Prende un Crocefisso) Arturo, qui gli spini hanno lasciato dei brutti segni...

DON ARTURO # (Spaventato) Ma cosa ti salta in testa!

MARIA # (Tocca le mani e i piedi del Crocifisso) Qui, nelle mani e nei piedi, i chiodi hanno trapassato la carne.

DON ARTURO # No, basta!!!

MARIA # Perchè, hai paura?

DON ARTURO # No, ma sarebbe troppo grossa.

MARIA # Per uno che è Onnipotente diventa facile anche l’impossibile...

DON ARTURO # No, tu corri troppo con la fantasia!

MARIA # O insomma, tu ci credi o no?

DON ARTURO # Se non ci crede un prete chi dovrebbe crederci? (Maria posa il crocefisso sul tavolo) Ma allora, se fosse così, si riuscirebbe a capire tutte quelle cose che sapeva sul mio conto e che pareva le avesse viste coi suoi occhi!E quella forza di convinzione che aveva addosso...

MARIA # Me mi ha convinta con due parole!

DON ARTURO # Se non è un miracolo questo! E poi, aspetta, c’è stato un momento in cui ha detto che facessi finta che Nostro Signore fosse qui.

MARIA # (Emozionata) E te?

DON ARTURO # Io gli ho detto che mi sembrava il Diavolo.

MARIA # (Si fa il segno della croce) Libera nos Domine!(Si butta in ginocchio) Grazie Signore! Grazie che mi avete permesso di vedervi con i miei occhi! (Dalla comune entrano Riccardo e Sara)

SCENA 16^ DON ARTURO MARIA RICCARDO SARA

RICCARDO # Beh, cosa ha fatto la signorina Maria?

DON ARTURO # Niente, sta facendo una novena (Aiuta Maria a rialzarsi) Adesso, Maria, per piacere va di la che io devo fare due chiacchiere con questi due giovanotti.

MARIA # Ma li hai mandati a chiamare te?

DON ARTURO # No. E anche questo arrivo improvviso è una conferma delle tue teorie.

MARIA # Buona sera.

RICCARDO # Buona sera.

SARA # Buona sera. (Via Maria a destra)

SCENA 17^ DON ARTURO RICCARDO SARA

RICCARDO # Io, Don Arturo, le chiedo scusa per l'ora tarda, ma siccome dobbiamo parlare del nostro matrimonio...

DON ARTURO # (Deciso) Per adesso lascia stare la Sara, e parliamo solo del tuo matrimonio...

RICCARDO # Ma non è la stessa cosa?

DON ARTURO # Tanto per concludere alla svelta, tu con chi hai intenzione di sposarti?

RICCARDO # (Ride) Ah, ho capito, lei Don Arturo ha voglia di farmi ridere.

SARA # Io credo, invece, che Don Arturo ti voglia tirare in un tranello.

DON ARTURO # Nel tranello glielo hai tirato tu, e stai attenta a come parli, altrimenti ti do quattro schiaffoni che conteranno quanti quelli che non ti ha mai dato quell’imbecille di tuo padre!

RICCARDO # Ma le pare che sia un linguaggio da prete?

DON ARTURO # Si. E adesso, se hai voglia di fare le carte per sposarti, io sono pronto. Ma la sposa tu lo sai chi deve essere!

SARA # Ancora con quella sbambocciata? Basta! Io ormai sono piena fin sopra agli occhi!

DON ARTURO # No, è la Simona che è piena! Ed è stato questo disonesto qui... (Indica Riccardo) che le ha fatto fare l’indigestione!

SARA # Se ha fatto l'indigestione, prenda un purgante...

DON ARTURO # Il purgante te lo do a te!!!

RICCARDO # Ma come si permette?

DON ARTURO # Tu stai zitto! Altrimenti a te, oltre al purgante, faccio mandar giù anche la bottiglia!

RICCARDO # Forse non è la serata giusta. (A Sara) Vieni che ce ne andiamo...

DON ARTURO # (Sbarrando loro la strada) Quando sarà ora di andare via ve lo dirò io!

SARA # Questo fatto lo vado subito a raccontare a mio padre.

DON ARTURO # Bene! E se viene qui, glielo faccio capire ancora meglio!

SARA # Riccardo, guai a te se ti lasci impressionare!

RICCARDO # Don Arturo, e se io volessi fare i miei comodi, lei cosa fa?

DON ARTURO # Invece di un matrimonio faccio un funerale. Per me è lo stesso… ho la stessa tariffa!

RICCARDO # Se bastassero le chiacchiere, lei sarebbe bravo di quel poco!

DON ARTURO # (Prende Riccardo per il bavero e lo scuote violentemente) Giovanotto...!!!

RICCARDO # Lei se ne approfitta perchè è un prete.

DON ARTURO # (Si arresta suo malgrado e scaraventa Riccardo su di una seggiola) Hai ragione...

SARA # (A Riccardo) Se Don Arturo ha finito di fare i suoi esercizi spirituali, possiamo anche andarcene... (Riccardo e Sara fanno per uscire ma si infacciano in Don Claudio che entra)

SCENA 18^ DON ARTURO RICCARDO SARA DON CLAUDIO

DON ARTURO # Proprio te! Don Claudio io voglio che tu dica subito, subito a Riccardo il perché dell’improvvisa cotta che la Sara ha preso per lui...

DON CLAUDIO # (Meravigliato) Ma lei, cosa sà?

DON ARTURO # (Bluffando) Io so tutto... Avanti...

DON CLAUDIO # Ecco... io... veramente...

DON ARTURO # Diglielo come ha fatto a nascere questo grande amore.

SARA # (A Riccardo) Perchè vuoi stare qui a perdere del tempo? (Entra Tonino)

SCENA 19^ DON ARTURO RICCARDO SARA DON CLAUDIO TONINO

TONINO # Buona sera.

DON ARTURO # Buona sera Tonino

DON CLAUDIO # (Quasi implorando a Don Arturo) Forse è meglio che questo discorso lo finiamo un’altra volta...

DON ARTURO # No, è meglio che lo finiate subito! Andate di la, nel mio studio. (Sara fa per uscire al comune ma Don Arturo la ferma decisamente) Vai anche tu, Sara! (I tre giovani escono a destra)

SCENA 20^ DON ARTURO TONINO

TONINO # Forse ho disturbato una conversazione...

DON ARTURO # Macche mai! Stanno organizzandosi per mettere su una commedia.

TONINO # Bene! E’ da ridere?

DON ARTURO # Non lo so ancora... io spero tanto di si.

TONINO # Un’altra volta che venga al mondo, voglio fare il prete anch’io

DON ARTURO # Perchè?

TONINO # Perchè voi preti non avete mai nessuna bega al mondo!

DON ARTURO # (Ironico) Stavolta avete detto una grande verità!

TONINO # E poi, in più, non avete mai a che fare con le donne!

DON ARTURO # Stavolta avete detto una verità ancora più grande!

TONINO # Eh, che brutta cosa l’animale macodo! Guardi il mio caso... Io tenevo d’occhio la porta… e lei se li faceva venire in casa dalla finestra!

DON ARTURO # Un momento. Daniele si è solo provato, ma gli è andata buca...

TONINO # E se non si fosse rotto quel piolo, cosa sarebbe successo?

DON ARTURO # Ma il piolo si è rotto, e non è successo niente!

TONINO # E’ vero che stanno preparando le carte per sposarsi?

DON ARTURO # Si!

TONINO # Bon viaggio! Capirà che un po' mi dispiace... Dopo tanti anni che eravamo insieme.. E ci siamo anche voluti bene... Io, per quelle che erano, diciamo così, le sue esigenze materiali, ho sempre cercato di fare il mio dovere... solo che ultimamente diceva che la tormentava il problema dell’anima! Io avrei anche potuto capirla, se fosse stata una pesca...

DON ARTURO # L’anima l’abbiamo tutti... e senza bisogno di essere delle pesche! Comunque lasciandola andare al suo destino siete stato un galantuomo.

TONINO # Io sono solo stato coerente coi miei principi. Perché se i miei principi mi danno il diritto di combattere per la mia libertà, mi danno anche l’obbligo di combattere per la libertà degli altri!

DON ARTURO # Bravo Tonino! E questo dimostra che l’anima l’avete anche voi. (Sara entrada destra ed escesenza guardare i presenti, ne salutare)

TONINO # Però che bella educazione!

DON ARTURO # Si vede che nella commedia che devono mettere su, deve fare la parte della maleducata! (Altro tono) E con la salute, Tonino, coma andiamo?

TONINO # Poco bene! Il dottore mi ha detto che mi farebbe bene l’aria di collina... (Amaro) E, invece mi ridurrò a campare, da solo, con quel po’ di pensione che prendo...

DON ARTURO # Ma senti un po’! Tonino, io avrei voglia di farvi una proposta.

TONINO # Sentiamo pure…

DON ARTURO # Io non sono ancora sicuro del tutto, ma forse dovrò cambiare parrocchia. E siccome dovrei andare in un posticino tranquillo in collina... Perchè non venite con me?

TONINO # Io?! A fare cosa?

DON ARTURO # A vivere tranquillo... E intanto potreste darmi una mano in Chiesa e nei lavori dell’orto!

TONINO # Ma cosa dice mai? Un anarchico che va a lavorare per un prete? Sarebbe troppo grossa!

DON ARTURO # Ma neanche per sogno! Prima di tutto là non vi conoscerebbe nessuno e poi, per avere la coscienza tranquilla, potreste sempre dire che lavorate per il compagno Gesù Cristo! Non avete detto che era uno dei vostri anche lui?

TONINO # Ma lei crede proprio di andarci in quel posto che mi ha detto?E come si chiama questa parrocchia?

DON ARTURO # Santa Maria in Purocielo

TONINO # (Ride) Ho capito. E’ quella che in dialetto si chiama " E purzil"!

DON ARTURO # Proprio quella!

TONINO # Beh, io, per adesso, non le dico ne si ne no. Però per un cattolico della mia forza, quella sarebbe proprio la Parrocchia più adatta!

DON ARTURO # E adesso venga con me che le voglio far sentire una bottiglia che ho aperto oggi a mezzogiorno...  (Da destraentra Riccardo e si arresta come a voler parlare con Don Arturo)

SCENA 21^ DON ARTURO TONINO RICCARDO

Hai bisogno di dirmi qualcosa? (Cenno di assenso di Riccardo. A Tonino) Abbiate pazienza, Tonino... Fatemi il piacere di andare di la da mia sorella... Io vengo subito... (Via Tonino a destra)

SCENA 22^ DON ARTURO RICCARDO

(A Riccardo) E allora?

RICCARDO # (Vergognandosi) Don Arturo, io le chiedo scusa...

DON ARTURO # (Amorevolmente) Sono io che ti devo chiedere scusa...

RICCARDO # No, sono stato un imbecille e basta!

DON ARTURO # Se te lo dici da solo!

RICCARDO # Ma non è grossa? Io la dovevo consolare da una delusione amorosa...

DON ARTURO # Praticamente tu eri uno strumento!

RICCARDO # Si! Bisogna dirlo che io ero il surrogato di un prete! (Altro tono) Povera Simona, che torto le ho fatto!

DON ARTURO # Te, una ragazza come la Simona non tela meritavi, e dopo quello che è successo il meno che tu possa fare è quella di sposartela, e alla svelta!

RICCARDO # Ha ragione. Ma se lei, Don Arturo, ci mettesse una parolina buona...

DON ARTURO # Le paroline buone sei più capace tu dirle che io... fatti venire in mente quelle che le hai detto la prima volta che ti è caduta fra le braccia, se hanno funzionato allora, può darsi che funzionino anche adesso... E ricordati che vogliamo fare alla svelta le carte per sposarvi.

RICCARDO # Senz’altro. Buona notte.

DON ARTURO # Bona notte (Riccardoesce)

SCENA 23^ DON ARTURO MARIA TONINO

(EntranoTonino e Maria) Tonino, io vi chiedo scusa, ma sono stato trattenuto più del previsto...

TONINO # Ma cosa dice mai? Ho fatto due chiacchiere con sua sorella... è una donna simpaticissima.

DON ARTURO # (Rivolto alla sorella) Almeno un bicchiere di vino ve l’ha offerto?

TONINO # No. Mi ha trattato ancora meglio, mi ha dato delle ciliegie sotto spirito.

DON ARTURO # (Sinceramente meravilgiato) Così presto?

TONINO # Cosa vuol dire così presto? Sono ormai le undici...

MARIA # Il signor Tonino mi ha detto che forse andiamo via di qui.

DON ARTURO # Perchè, ti dispiacerebbe?

MARIA # Non lo so. Bisogna vedere dove ti mandano...

DON ARTURO # Beh, di quello avremo tempo a parlarne.

MARIA # E poi il signor Tonino mi ha detto che forse viene anche lui con noi. (Sorride) Però, come è curiosa la vita. (Cambiando tono. Con amore ed accarezzando il fratello) Sai, Arturo, che sono già le undici... Fra mezz'ora c’è la Messa do Pasqua... e te ti devi ancora vestire...

DON ARTURO # Sì, Maria... Non preoccuparti... E’ Pasqua... (Facendosi il segno della croce) Nostro Signore risorge... Va in Chiesa, Maria, e prega, prega per tutti... (Maria esce)

SCENA 24^ DON ARTURO TONINO

TONINO # In Chiesa... che si potrebbe dire che è la casa del popolo anche quella! (Don Arturo sorride) Signor Parroco, se lei va nel porcile... io sono quasi sicuro che verrò con lei.

DON ARTURO # Bene! Così staremo allegri nello stalletto... Volevo dire in canonica...

TONINO # E adesso, se lei non ha niente in contrario e se è vero che la Chiesa è la casa del popolo, vado a fare un saluto al compagno Gesù Cristo.

DON ARTURO # Ho capito! Domattina, per fare compiuto il quadro, metterò la bandiera rossa sul campanile!

TONINO # Buona idea, le farò avere la mia... (Esce)

SCENA 25^ DON ARTURO

DON ARTURO # Se faccio una cosa del genere non me la cavo mica solo col porcile… mi danno la scomunica! (Rivolgendosi al pubblico) Però, ha proprio ragione mia sorella, è proprio curiosa la vita! O no?!?

SCENA 26^ SIMONA CECILIA ISABELLA

CECILIA # (Entranodalla comune. Vestono abiti da festa perchè devono andare a Messa)Stasera lei è tornato a casa troppo tardi... E noi che l’abbiamo aspettata...

ISABELLA # L'abbiamo aspettato tanto così!

DON ARTURO # Il Vescovo mi ha trattenuto più del solito...

CECILIA # Ma come si è permesso il Vescovo! Non lo sapeva che noi la stavamo aspettando? Quando verrà per le Comunioni ne sentirà quattro!

ISABELLA # Ne sentirà quattro... (Rivolta alla madre) Se però gliene diciamo otto, sono di più!

CECILIA # (Autoritaria, rivolta a Don Arturo) E adesso, svelto, si vada a vestire... Fra poco c’è la Messa do mezzanotte... E si pettini, anche, perché l’anno scorso era tutto spettinato e io voglio che il mio Parroco sia bello sull’altare!

ISABELLA # Sì, lo vogliamo bello!

DON ARTURO # Guarda, stasera mi darò anche la brillantina, sei contenta!... (Cecilia e Isabella borbottando escono)

SCENA 27^ DON ARTURO IL MISERABILE

DON ARTURO # (Si toccherà i capelli, sorridendo, mentre apparedalla comune il Miserabile) Lei?!...

IL MISERABILE # Io. Perchè? (Don Arturo non parla) Non mi dice più niente?

DON ARTURO # Cosa vuole che dica? Non so neanche con chi sto parlando...

IL MISERABILE # Perchè chi crede che io sia?

DON ARTURO # Io non so cosa dire... ma mia sorella si è messa in testa che lei sia una persona fuori dell’ordinario.

IL MISERABILE # Ma, al giorno d’oggi, chi per un verso e chi per un altro, siamo tutti fuori dall’ordinario. Al giorno d’oggi la normalità è una vergogna!

DON ARTURO # Mia sorella pensa che lei sia capace di fare delle robe... come posso dire... miracolose! Però a me sembra così grossa.!

IL MISERABILE # Ma per chi mi ha preso? Per Gesù Cristo?

DON ARTURO # Precisamente! E, se devo dire la verità, è un dubbio che ho anch’io! Con tutte quelle cose che sapeva sul mio conto...

IL MISERABILE # Ma è logico. Il suo è un paese talmente piccolo...

DON ARTURO # E quei discorsi fatti a quattr’occhi col Vescovo?

IL MISERABILE # Lei, stasera, prima di venirsi a casa, è passato dal Parroco di San Giovanni?

DON ARTURO # Si.

IL MISERABILE # E con lui ha parlato della conversazione col Vescovo?

DON ARTURO # Si...

IL MISERABILE # Io, in quel momento, ero nella cucina del Parroco.

DON ARTURO # A mangiare un piatto di minestra?

IL MISERABILE # Mo non era niente di speciale! Vede, io sono un uomo come tutti gli altri...

DON ARTURO # E il fatto della scala? Quello era un mistero per tutti.

IL MISERABILE # All’infuori di me. Si, signor parroco, io l’ho vista quella sera ed è stato proprio per quello che mi è venuta la curiosità di conoscere tutto il resto dei suoi affari. Ma stia tranquillo, io sono un buon cattolico, e le boiate che fa un prete non le vado a raccontare a nessuno... (Altro tono) Poco fa ho visto che Riccardo è uscito dopo la Sara e avevano, tutti due, la faccia scura.

DON ARTURO # Sembra che Riccardo abbia capito l’errore che stava facendo…

IL MISERABILE # Bene. E c’è stato bisogno degli schiaffoni…?

DON ARTURO # Ma cosa dice mai? Una persona delicata come me!

IL MISERABILE #(Ride) Sul serio? E quella passeggiata con quello scalone da settanta/ottanta chili sulla schiena?

DON ARTURO # Beh, quello è stato un momento di debolezza...

IL MISERABILE # Alla faccia della debolezza! E adesso se non ha altro da chiedermi...

DON ARTURO # (Minimizzando la curiosità) Mica io, no… mia sorella... si è fatta impressionare da quei guanti e dal cappello che porta.

IL MISERABILE #(Sorride) Ho capito. (Prende il Crocefisso dal tavolo) Ma io potrei avere una malattia della pelle...

DON ARTURO # Potrebbe averla… o ce l’ha?

IL MISERABILE # Ah... Ah... Ma allora non è curiosa mica solo sua sorella!

DON ARTURO # Beh, è vero che la curiosità è una prerogativa delle donne, ma siccome porte le sottane anch’io... E poi adesso che, per dare retta a lei, ci ho rimesso la Parrocchia di San Giuseppe... vorrei almeno vedere se il gioco vale la candela.

IL MISERABILE #(Si tocca il palmo di una mano) Ho capito, lei vorrebbe vedere... A proposito di giochi, ha mai giocato, lei, a poker?

DON ARTURO # No. Però conosco le regole...

IL MISERABILE # E, quindi, potremmo farci una partita.

DON ARTURO # Ma, veramente, io ho solo le carte da briscola.

IL MISERABILE # Non importa… la faremo senza carte… e al posto delle carte useremo le parole. (Pausa) Lei, Don Arturo, anche se è andato contro la volontà del Vescovo, è convinto di avere fatto un’opera buona?

DON ARTURO # Io penso di si.

IL MISERABILE # Ma si sa che, a volte, a fare delle opere buone, si possono avere delle brutte conseguenze... E siccome lei, quell’opera buona, l’ha fatta un po’ per colma mia, e per il fatto di sapere se il gioco vale la candela, lei sarebbe curioso di sapere cos’ho sotto questi guanti...

DON ARTURO # Io sarei curioso...

IL MISERABILE # Anzi, è un suo diritto... Si, perchè lei, con la sua opera buona, ha già mostrato il suo gioco, e quindi adesso toccherebbe a me fare vedere cos’ho nelle mani...

DON ARTURO # Mea culpa!

IL MISERABILE #(Inizia a sfilarsi lentamente il guanto di una mano) E’ emozionato?

DON ARTURO # Si, tanto!... .

IL MISERABILE #(Continua lentissimamente l'operazione) Invece delle cinque carte ho cinque dita... (Si arresta) E adesso... ci pensi bene. Me lo devo proprio togliere questo guanto?

DON ARTURO # (E' congestionato. Si allarga il colletto. Dopo una pausa significativa) No, è meglio di no!

IL MISERABILE #(Sorridente) Perchè?

DON ARTURO # Perchè se lei fosse veramente quello che pensa mia sorella sarebbe troppo bello, ma la mia partita a poker sarebbe già finita.

IL MISERABILE # E invece la sua partita, per scoprire il mistero più grande del mondo, deve durare fino all’ultimo giorno della sua vita. Bravo Don Arturo, lei ha capito quella che è la regola più importante del gioco della vita. E la curiosità che si è rimasta stasera, la tenga d’acconto, perché è una carta importante anche quella. (Si avvia) Ho ancora una cosa da dirle... ed è che… a giocare contro quell’avversario che ci troveremo davanti nell’ultimo giorno della nostra vita, il "bluff" non conterò niente. Buona notte, Don Arturo. (Viadalla comune. Don Arturo si butta in ginocchio mentre nel fondale si illumina il crocefisso. Cala la tela.)