Un diavolo per marito

Stampa questo copione


ovvero


Scherzo in tre atti

di Giuliano Mangano

DRAMATIS PERSONAE

Paolino Moiola, lo sposo

Simona, la moglie

Myriam, la sorella

Maria, la madre

Rina, la suocera

Joseph Franz Kustly, professore di psichiatria

Don Sante Dragone, chiaroveggente, pranoterapista, cerusico

Lalli, un'amica

Luigi, un amico

Katia, colf

Lucifero, capo infernale

Belzebu', diavolo di seconda categoria

La scena rappresenterà per tutti e tre gli atti un salotto di modesta eleganza di una famiglia piccolo-borghese. Nel fondo la comune ed una finestra, sul lato opposto alla finestra una credenza, sotto la finestra un divano, al centro un tavolo e un paio di seggiole. Da un lato ci sarà la porta che conduce nel salotto.

La scena del prologo sarà invece costituita da un trono centrale al quale si accede tramite scalini.


Carattere e trama della Commedia

Come viene specificato nel sottotitolo, si tratta di uno scherzo. In questa ottica, vengono ripresi alcuni modi della Commedia dell'arte (senza comunque volerla riproporre) alcune battute cabarettistiche,  alcuni colpi di scena tradizionali.

Ecco la trama. Lucifero si accorge che le donne in questo periodo non giungono più all'inferno in gran quantità, come ai bei tempi del medioevo (con le streghe) o ai primi del secolo (con le femministe).

Decide quindi di fare un'inchiesta (di questi tempi vanno di moda i sondaggi anche lì) e invia sulla terra Belzebù. Il quale però per poter svolgere il suo lavoro ha bisogno di "adoperare" il corpo di qualche uomo. A tale scopo si rivolge ad un giovane, che si sta suicidando per amore, proponendogli un patto: se questi lo farà entrare nel suo corpo, la donna di cui è innamorato sarà sua per sempre. Il giovane dopo un po' di titubanze, ci sta. E da qui in avanti l'inchiesta procede parallela con la vita del protagonista, attorno al quale gireranno amici veri e amici falsi, donne sincere e donne fraudolenti, con litigi, paci, imbrogli e assoluzioni. Quando il sondaggio-inchiesta sarà terminato, Belzebù se ne ritornerà nel suo inferno riportando a Lucifero le proprie   impressioni.


PROLOGO I

LUCIFERO - C'è qualcosa che non quadra. Da un po' di tempo a questa parte il mio Inferno non si riempie più come una volta.

BELZEBÙ - Sarà la crisi, come si chiama, demografica. Tasso di natalità sottozero.

LUCIFERO - Non credo. Anche perché gli uomini, i maschi, voglio dire, vengono giù a  frotte.

BELZEBÙ - E allora di che ti lamenti?

LUCIFERO - Sono le donne che non si fanno più vedere. Diminuiscono in continuazione.

BELZEBÙ - Una, come si chiama, crisi di vocazioni, dunque.

LUCIFERO - Proprio così. Sono passati quei bei tempi del medioevo, quando avevo la supremazia sulla maggioranza delle donne.

BELZEBÙ - Già. Poi è arrivata, come si chiama, l'inquisizione e te le ha bruciate tutte. Streghe e non streghe.

LUCIFERO - Eppure anche nel secolo scorso con l'avvento delle femministe le donne hanno cominciato a ridiscendere ancor più numerose che non nel medioevo. Mi stavo prendendo una bella rivincita nei confronti di quello lassù: mi sembrava di rifarmi di tutti i torti subiti. E invece ...

BELZEBÙ - E invece?

LUCIFERO - E invece i sondaggi dicono che adesso la mia personalità ha avuto presso le donne un calo del 40%. Ehi! Dico! Del 40%! !

BELZEBÙ - Certo che se si va avanti, come si chiama, così, non c'è da stare allegri.

LUCIFERO - E' appunto per questo che ho pensato a te. In primo luogo perché sei amico di tutti i professoroni di informatica... e perciò sei pratico di numeri... In secondo luogo tu hai una certa esperienza, se non mi sbaglio, di donne e di cose amorose...

BELZEBÙ - Questo è vero. Sono il guardiano del girone, come si chiama, degli amanti. (pausa) Dunque, che devo fare?

LUCIFERO - Vai sulla terra, prendi un bel ragazzo... di quelli che stanno sempre dietro alle donne e per le donne hanno sempre in testa di ammazzarsi. Promettigli tutto quello che vuole e cerca, attraverso di lui, di fare una bella inchiesta... coi fiocchi, mi raccomando. Così potrò finalmente sapere perché ho perso così tante simpatie presso le donne... E adesso va'. Non perdere tempo

BELZEBÙ - La tua volontà è anche, come si chiama, la mia.

LUCIFERO - In bocca al lupo.

BELZEBÙ - Crepi il lupo.

ATTO I

Scena prima

Paolino entra in scena rincorso dalla madre e dalla sorella. Compie due o tre volte il giro del tavolo.

MADRE - No! Paolino no! Per amore di tua madre!

MYRIAM - No! Paolino no! Per amore di tua sorella!

PAOLINO - Sì ! Paolino, sì ! Per amore di Simona!

MADRE - Ma sei diventato matto, figlio mio?

MYRIAM - Hai un figlio pazzo, madre mia!

MADRE - Tutto suo padre! Da me non ha preso nulla!

PAOLINO - Via! Via! Ho deciso! Lasciatemi   stare! (cercando di divincolarsi  dalle due) Devo suicidarmi.

MYRIAM - Solo perché Simona ti ha piantato?

PAOLINO - Come solo? Non è sufficiente?

MADRE e MYRIAM - No!!

PAOLINO - Via! Altrimenti faccio fuori anche voi due! (punta la rivoltella verso di loro)

MADRE e MYRIAM - (spaventate)   Ah! (Tentano   di togliergli   l'arma   dalle   mani. Poi nuovo inseguimento)

PAOLINO - Basta! Ho deciso. (punta l'arma alla tempia)

MYRIAM - Ma su ragiona!

PAOLINO - (tragico) Non è più il tempo dei ragionamenti, questo. Ci vogliono i fatti. Un fatto!

MADRE - Possibile che una sottana ti abbia cambiato tanto?!

PAOLINO - Cambiato? Io cambiato? E' lei, Simona, che è cambiata.

MYRIAM - A me sembra che non sia il caso di prendersela poi tanto. Esistono migliaia e migliaia di uomini a questo mondo che sono stati lasciati dalle rispettive donne...

PAOLINO - Simona, Simona, perché mi hai abbandonato? Perché? Lo so che ora te la fai con Franco... solo perché lui è più bello, più forte, più ricco ...

MYRIAM - Via! Non c'è una Simona sola, a questo mondo!

MADRE - Dicono le statistiche che ogni uomo ha a sua disposizione nientedimeno che sette donne.

PAOLINO - Menzogne. Sono tutte menzogne le statistiche! Evidentemente io sono l'eccezione che conferma la regola...

MYRIAM - Le donne sono come i taxi: ne perdi una, arriva subito quell'altra. Non lo sai? PAOLINO - Se è per quello io son sempre arrivato a casa a piedi.

(La madre tenta di rubargli l'arma. Non riesce il tentativo. Altra colluttazione, altro giro sulla scena)

PAOLINO - E' inutile! Se non mi lasciate libero di suicidarmi, vorrà dire che farò uno sproposito più grosso!

MADRE   Quale?

PAOLINO - Ammazzo anche voi, ammazzo! (con gli occhi allucinati) Ammazzo tutti! (punta la pistola sul pubblico) (Madre e sorella approfittano di un momento di distrazione e cercano di strappargli definitivamente l'arma. La sorella, con un colpo, riesce a fargli cadere la pistola dalle mani e subitamente la raccatta.) Ridammi la pistola!

MYRIAM - No!

PAOLINO - Ridammi la pistola!

MYRIAM - No!

(Mentre Myriam sta deponendo in un cassetto l'arma, Paolino dopo un po' di colluttazione riesce nuovamente a impadronirsi della pistola. Ancora giro attorno al tavolo con grida a soggetto. Ma improvvisamente parte un colpo. Urla. La scena si fa buia. Quando ritorna la luce appare Belzebù)

Scena seconda

(Il dialogo si svolge solo tra Belzebù e Paolino. La madre e Myriam rimangono immobili per tutto il tempo, come svenute)

PAOLINO - O Signore!? Sei già qui a prendermi?

BELZEBÙ - Per fortuna tua e mia, ancora non sei, come si chiama, morto. Ma lo sarai a meno che...

PAOLINO - A meno che...?

BELZEBÙ - A meno che tu non faccia un, come si chiama, con me.

PAOLINO - (ancora un po' ebete) Come si chiama cosa?

BELZEBÙ - Un come si chiama ... patto.

PAOLINO - Un patto? Ma...

BELZEBÙ - Niente ma! O ci stai o non ci stai!

PAOLINO - (inizia a riaversi) Oh bella! Un patto col diavolo mi sa tanto di bruciato... Chissà poi cosa dirà la gente! Non riesco a capacitarmi.... Ho persino fatto il chierichetto da piccolo!

BELZEBÙ - Comprendo il tuo, come si chiama, sbigottimento. In effetti non è cosa di tutti i giorni trovarsi in casa propria un come si chiama della mia razza.

PAOLINO - Infatti...Infatti... Ho bisogno di un attimo di ripensamento. Aspetta che prendo qualcosa di forte per rimettermi in sesto... (si alza) Ho un amaro che è la fine del mondo! Ne vuoi un po' anche tu? E' fatto dai frati, ma scommetto che lo apprezzeresti ugualmente!

BELZEBÙ - Portamelo che lo assaggio... anche se in, come si chiama, servizio non potrei bere. Roba di come si chiama poi....

PAOLINO - Non ti può far male! Io non so i frati come facciano a produrlo! Quando lo mandi giù sembra che insieme al liquore ti entri nello stomaco il demonio....Oh! Scusa, senza offesa...

BELZEBÙ - (tra il divertito e il risentito) Ora vedo che ti è passato completamente lo spavento…

PAOLINO - Senza offesa... si capisce! Tanto per dire due parole! (beve avidamente e con rumore) Adesso che mi sono rimesso dallo spavento, spiegati meglio, per favore, voglio ben capire il motivo della tua visita.

BELZEBÙ - Il mio come si chiama interessamento alla tua persona dipende dal fatto singolare che ti ha portato sull'orlo del come si chiama ...

PAOLINO - Suicidio... (sospirando) Eh! (pausa) Oh! Ma davvero non sono ancora morto?

BELZEBÙ - No! Te lo assicuro. E poi qui siamo a casa tua, non nella palude stigia...

PAOLINO - (guardandosi attorno) E già! Lì c'è mia madre, povera mamma! E lì mia sorella!. ... Ma non saranno mica morte?

BELZEBÙ - (un poco spazientito) No! sono vive. Ma ritorniamo al motivo della mia visita... Le traversie, i conflitti come si chiama intestini, i tuoi travagli intimi, amorosi...

PAOLINO - Adesso però ...quasi quasi mi è passata la voglia di suicidarmi...

BELZEBÙ - (secco) E no, caro mio! Il colpo di rivoltella è partito! E se non ci stai al come si chiama... patto... che ti sto per proporre addio! Sei bell'e che morto! Altro che! Non mi faccio mica turlupinare da uno come te! Tanto c'è sempre qualcuno sulla terra che vorrà suicidarsi per amore. Andrò da lui... Non è molto difficile! Il mondo è pieno di come si chiama ... Jacopo Ortis e Werter, genìa di matti!

PAOLINO - No,no! Un momento! Dicevo così! Vediamo prima di che patto si tratta. Visto che ti sei scomodato non voglio averti fatto venir qui da me per nulla

BELZEBÙ - Bravo! Così mi piaci!

PAOLINO - Gli affari sono affari... si sa....

BELZEBÙ - Dunque arriviamo ai nostri di affari! Il come si chiama di cui parlavo consiste in questo: io vengo dentro al tuo corpo, e tu... tu potrai avere in primo luogo salva la come si chiama vita, ed in secondo luogo potrai goderti la tua Simona, per la quale poco prima ti stavi suicidando

PAOLINO - Ma in cambio cosa ti dovrò dare io? La mia anima forse?

BELZEBÙ - No! L'anima di uno stupido che si suicida per amore non mi interessa.

PAOLINO - E allora?

BELZEBÙ - Devo usare il tuo corpo per svolgere una come si chiama inchiesta.

PAOLINO - (preoccupato) E ci starai tanto nel mio corpo?

BELZEBÙ - Il tempo necessario, fin quando avrò risolto il mio come si chiama scopo... Per quanto riguarda il resto non ti devi minimamente preoccupare...

PAOLINO - Come si chiama, come si chiama, come si chiama ... Eh no! Non vorrei un domani ritrovarmi con una mano davanti ed una di dietro... Caro il mio diavoletto bello!

BELZEBÙ - Belzebù... per essere nel giusto! E poca confidenza!

PAOLINO - Belzebù senza confidenza, va bene così ?

BELZEBÙ - Ristabiliamo le distanze.

PAOLINO - Se devo fare un patto però, voglio mettere in chiaro alcune cose.

BELZEBÙ - (risentito) Basta! Me ne vado! Chi comanda qui sono io, non tu! Le leggi le detto io, questo solo deve essere come si chiama chiaro!

PAOLINO - Insomma... Devi capirmi. Non mi è mai capitato di parlare ad un demonio....

BELZEBÙ - Ti perdono! Ma che sia l'ultima volta, però!

PAOLINO - Grazie. (con inchino esagerato) Ma come entri nel mio corpo?

BELZEBÙ - Una cosa del tutto come si chiama .... spirituale

PAOLINO - Siamo sicuri? Sai, a me piacciono le cose tradizionali…..

BELZEBÙ - Dai, dai! Parola di Belzebù... (spazientito)

PAOLINO - Ma...ma... (Belzebù distende sopra Paolino le sue mani. Viene interrotto da un grido di Paolino) E loro? (facendo cenno a madre e sorella)

BELZEBÙ - Una volta compiuta l'operazione si  sveglieranno e tutto ritornerà come prima. Dai! Taci ora, altrimenti l'operazione fallisce. Concentrati! Sei capace di concentrarti?

PAOLINO - Sì... (incerto) ...Sì...

BELZEBÙ - (prende la rivoltella e spara contro Paolino) Così non mi potrai sfuggire più!

(S'ode un botto ed un urlo. Si   spengono le luci. Quando si riaccendono Belzebù è scomparso, si risvegliano la madre e la sorella)

Scena terza

MADRE - Ehi! Paolino! Che cosa stai facendo con la rivoltella fra le mani?

PAOLINO - (stordito) Niente... Niente...

MYRIAM - E allora rimettila al suo posto. Ti potresti far del male

PAOLINO - (ripone la rivoltella nel cassetto) Hai ragione. Ecco fatto! Sei contenta?

MADRE - Adesso sì ! Siamo più tranquille.

MYRIAM - Ma che spavento ci hai fatto prendere!

MADRE - Pensa che avevo sognato che ti fossi suicidato

PAOLINO - Non posso suicidarmi! Ho un appuntamento!

MYRIAM - E con chi?

PAOLINO - Ma con Simona, no?

MADRE e MYRIAM - Con Simona?

PAOLINO -Sì, perché?

MYRIAM - Ma se Simona sta con Franco ... Scusa non voglio rivangare il tuo dolore... ne sei sicuro?

PAOLINO - Sicurissimo!

MYRIAM - Non mi sembri del tutto sano, fratello mio!

PAOLINO - Me l'ha detto il come si chiama...

MADRE - Il come si chiama...?

PAOLINO - Niente... So io e basta!

MYRIAM - E' matto! Matto! L'amore gli ha dato alla testa!

MADRE - Anche a me non sembra molto normale. Spero di sbagliarmi.

(campanello)

Scena quarta

PAOLINO - (mentre le due si rimettono in sesto come per fare toilette, Paolino si guarda allo specchio. Suona di nuovo il campanello) Ma non andate ad aprire?

MADRE E MYRIAM - Beh!? Il tempo di metterci un po' in ordine!

PAOLINO - E poi danno del matto a me! Ma guardatele lì !  Per aprire ad uno sconosciuto devono fare la toilette! (Compie la mossa per andare ad aprire, ma la sorella lo precede)

MYRIAM - Chi è?

LUIGI - (da fuori) Sono Luigi. Son qui insieme con…….

PAOLINO - Che Belzebù abbia sbagliato persona? Io aspetto Simona, non Luigi.

(Entra Luigi)

LUIGI - Buongiorno signore!

MADRE e MYRIAM - Buongiorno Luigi.

LUIGI - Oh Paolino come sono contento di vederti!

PAOLINO - (a parte) Io a dire la verità no!

LUIGI - Sono venuto per proporti un affare.

PAOLINO - Sarebbe il secondo oggi.

LUIGI - Cosa hai detto?

PAOLINO - Niente..! Parlavo da solo... Ma...  si tratta di affari dove si prende o dove si dà via? Perché io di dar via... basta...  sono stufo!

LUIGI - Beh... come tutte le cose... Prender e dar via nello stesso tempo...

PAOLINO - E no! Non è possibile! O prendo o do via! O sono qui o sono là! Non posso trovarmi qui e là nel medesimo tempo! Non ho mica il dono della come si chiama obliquità. Oh... volevo dire dell'ubiquità! Mi sembra che non sia una bella proposta la tua...

MADRE - Ma lascialo parlare, benedetto figliolo!

LUIGI - Si tratta di costituire una società senza fini di lucro, almeno sulla carta, e in un primo momento...  dopo, in seguito, potrebbero arrivare anche dei guadagni...

MYRIAM - Spiegati meglio

LUIGI - Si tratta di una società destinata alla divulgazione e volgarizzazione della psicanalisi in genere e della psichiatria in specie...

MYRIAM - E perché hai pensato proprio a noi? Hai scambiato la nostra casa per un manicomio?

MADRE - Sembra però che sia arrivato al momento giusto.

 LUIGI - Ma no! Dai! E' una società non un ospedale psichiatrico!

MYRIAM - Già! Perché non avete mai provato che cosa significhi essere iscritti ad una società!

LUIGI - Perché tu hai una qualche esperienza diretta d'iscrizione ad una società?

MYRIAM - E come! Non ti ricordi più che facevo parte della società filodrammatica "Buvisiense "?

LUIGI - E con questo?

MYRIAM - Beh! Se non era un manicomio quella filodrammatica lì, non so in che cosa consista un manicomio!

LUIGI - Ma non divaghiamo. Lasciamo perdere la filodrammatica...  Stiamo in tema...  Anche perché la società che vi propongo è di tutt'altra natura...  Tu, Paolino cosa ne dici?

PAOLINO - Ma...  in questo momento non saprei...  devo pensarci.

LUIGI - Sei sempre titubante...  non so...  Questo è un vero affare...  dai!

PAOLINO - Ma.. insomma...  è meglio rimandare la questione...  prova fra un paio di mesi...  forse...

LUIGI - Se hai ancora dei dubbi, vorrà dire che andrò a chiamare il presidente della società. Così costaterai coi tuoi occhi, toccherai con le tue mani...  Come san Tommaso ...  e ti convincerai dello scopo benefico e divulgativo della società...  Va bene così?

PAOLINO - Va bene

MYRIAM - (Piano a Luigi) Adesso il Paolino è un po' fuori di testa.

LUIGI - Mi sono accorto! Bene, arrivederci! Torno col professore. (via con Myriam e Madre) Arrivederci...  fra un paio di mesi.

Scena quinta

PAOLINO - (rimasto solo in scena) Speriamo che sia vero quello che m'ha detto Belzebù. Ma non avrò sognato?…. No, no. Impossibile. Eppure gli effetti del patto ancora non si fanno sentire. Anzi. Ora mi scambiano anche per matto, per via della particolare esigenza che ho di parlare da solo...

(Campanello. Paolino esita, poi va ad aprire)

SIMONA - Meno male che sei ancora vivo, Paolino! In carne ed ossa! Pensa che avevo sognato che ti eri suicidato per me! (lo abbraccia e bacia)

PAOLINO - Sono ancora vivo, in carne ed ossa... è vero... Ma se aspettavi ancora un po' ad arrivare mi avresti trovato all'obitorio!

SIMONA - Ma ora sono qui ed è questo che conta. Perdonami, Paolino, se ti ho lasciato. Se ti ho fatto soffrire. E' stato tutto uno sbaglio. Un errore. Mi sono lasciata ingannare dai lustrini, dalle Mercedes, dalle ville a Montecarlo, dalla Costa Azzurra...  Ma ora eccomi tornata. E per sempre. Mi rivuoi? Vuoi ancora la tua Simona?

PAOLINO - E come no?! Ho fatto tutto un popò.

SIMONA - Che cosa hai fatto?

PAOLINO - Un popò.

SIMONA - Cioè?

PAOLINO - ...un bailamme, una macello, una confusione, un chiasso ...

SIMONA - Un casino.

PAOLINO - Sssttt.... Non si dicono queste parole.

SIMONA - Non fare il casto, con me. So che saresti capace anche di vendere l'anima al diavolo.

PAOLINO - Chi te l'ha detto?

SIMONA - Che cosa?

PAOLINO - Che ho venduto l'anima al diavolo

SIMONA - Ma nessuno, no? Sono frasi fatte

PAOLINO - Meno male. (al pubblico) Anche perché io ho venduto solo il corpo al diavolo. Mica sono scemo!

SIMONA - Cosa hai da borbottare?

PAOLINO - Niente! Parlo da solo. Ogni tanto mi piace parlare da solo.

SIMONA - Ora ci sono io. Puoi parlare con me. Non mi vuoi più?

PAOLINO - Certo che ti voglio. Ma andiamo di là, che qui ci sentono e ci vedono tutti, e io sono un ragazzo, come si chiama, vergognoso. (via)

Scena sesta

LUIGI - Visto che siete come San Tommaso, vi ho portato direttamente dall'Austria il professor, dottor, Joseph Franz Kustly, laureato in psichiatria e psicanalisi, membro effettivo della Reale Accademia Viennese di Scienze Naturali, Umanistihe e...

MYRIAM - Ho capito. Fermati qui altrimenti facciamo le ore piccole!

KUSTLY - Molto onoraten di faaare fostra conoscienzia, iaaaaaa! (batte i tacchi sull'attenti)

MYRIAM - Onoraten anch'io me.

MADRE - Ja!Ja!

KUSTLY - Mien segretarien ecquiì Luigi Cossa

LUIGI - Cosa, Cosa, con una esse sola, professore.

KUSTLY - Cosa, con una esse sola, dire che fstra inlustrissima sighnorìa folere conoscere bien fondazionem societatem nuestram Psico-Psica, und folieren pieigationissime subitissimamente, etceteràààà, etceterààà...

MYRIAM - Insomma... Lei che è un luminare della scienza, che mi illumini un poco, io sono solo una perito aziendale...

KUSTLY - Per exemplium?

MYRIAM - Non ho molto chiara la storia della psichiatria, mi scusi. A scuola non me l'hanno insegnata. Voglia favorire allora una spiegazione, razionale, analitica, sufficiente...

KUSTLY - Nuestra societatem essere grandimissimamiente importantem ja, daten il casso,ja LUIGI - Il caso, il caso, con una esse sola, professore.

KUSTLY - Daten il caso, dicebam, d'un vissuten quotidianum chi est tantum freneticum quantum stressantem, ja!

MYRIAM e MADRE - Ja, ja!

KUSTLY - In cvesto frankente mio segretarien und nobis raccoglierì em fondi di denari par la divulgazionem...

MADRE - E quanto viene a costare la raccolta dei fondi?

KUSLTY - Mille eurem a cranium...

MADRE -Ciumbia! Per me non sono affari questi!

KUSTLY - Ma si tratta... trattaresen de sociiii fondatorem.

MYRIAM - Più fondati di così... !

KUSTLY - Ma per il... il penem dell'umanitààààààà....

MADRE - Per quanto riguarda il bene dell'umanità non posso che essere d'accordo...  Mi sembra però che certuni scambino il bene dell'umanità per il bene proprio. Il fatto è che per il momento in questa casa, povera casa, non ci sono euro da buttare via...  Amici come prima, illustrissimo profezzorem.

LUIGI - Ma il Paolino non c'è? Magari lui...

MADRE - Lascia perde mio figlio, che in questo momento non ha più testa.

KUSTLY - (visibilmente risentito) Se vuestria sighnoria non foleren concluderen ien andarì an: und abuere àlteri impegni più impurtanti. Addio! (via )

Scena settima

LUIGI - (rincorrendo) Ma professore, permetta, non vada via così...  Si è arrabbiato ...  Mi dispiace che non hai voluto concludere in maniera positiva.

MYRIAM - Siamo senza un centesimo, caro il mio Luigi

PAOLINO - (entrando) Ho sentito parlare di affari...  Ne avrei anch'io uno da proporvi...

MADRE e MYRIAM - Quale?

PAOLINO - State qui e sentite (esce un secondo e ritorna con Simona) Ecco qui l'affare! (stupore e meraviglia) Ve l'avevo ben detto prima che avevo un appuntamento importante. Questo è il mio appuntamento e il mio affare!

LUIGI - A quando i confetti?

MADRE - Adesso cerca di non correre

PAOLINO - Questo è giusto...  ma intanto possiamo festeggiare l'avvenimento...

SIMONA - Paolino!

PAOLINO - Simona!

MYRIAM - (al pubblico) Però che bella coppia di colombi! E come tubano bene!

(Campanello. La madre va ad aprire, mentre i due continuano a soggetto nelle loro effusioni)

Scena ottava

RINA - (entrando di furia) Ah! Ti ho trovata finalmente! E in che posto sei finita, figlia mia! Ma come? Adesso non ascolti più nemmeno i consigli di tua madre? Quante volte t'ho detto di non frequentare certa gentaglia? Certi pidocchi diseredati?

SIMONA - Ma...

RINA - Ma cosa? Non vorrai mica dirmi che sei innamorata di uno spiantato simile? (Simona sta per rispondere, viene interrotta) Non parlare! Non cercare scuse! Lo so già quello che vuoi dirmi... Oggi mi hai dato un grande dispiacere, un grandissimo dolore. E' un affanno che mi porta dritto alla tomba!

PAOLINO - (a parte) Magari!!!

RINA - L'ultimo chiodo della mia bara è stato conficcato per bene! Ora posso morire, tanto non mi è rimasto più nulla sulla terra: nemmeno una figlia. (si accascia desolata su di una sedia)

 MADRE - Via! La nostra sarà una povera casa, ma dignitosa! E ne andiamo superbi!

MYRIAM - Brava!

PAOLINO - Il mio è un amore vero, signora, glielo giuro!

RINA - Amore vero? Quale amore? Non giurare il falso!

SIMONA - Sì ! Non è come tu credi, non voglio assolutamente darti un dispiacere: è l'ultima cosa che ho in testa. Io amo Paolino, l'amo veramente e pure lui...

PAOLINO - Ricambio sinceramente...

SIMONA - Dunque partecipa anche tu della nostra gioia, della nostra felicità...

RINA - Ma che gioia! Ma che felicità!

LUIGI - Signora, mi scusi se m'intrometto...  Ma vorrei associarmi alle parole di Paolino e di sua figlia Simona ...  Non vedo nulla di disonesto nel loro amore...

MYRIAM - Bravo!

RINA - Lei taccia!

SIMONA - Dai mamma!

RINA - Guarda in che pasticcio ti sei messa! Ma non ti accorgi dell'imbroglio in cui sei cascata?

PAOLINO - Oil mondo gira sottosopra o io sono matto veramente. Adesso l'amore lo chiamano imbroglio!

RINA - Sì! Imbroglio! E  impedirò il matrimonio con tutte le mie forze... Voi quattro vi farò finire in galera e lei (a Simona) lei la manderò in un ospedale psichiatrico...

PAOLINO - Se giungeva un attimo fa trovava il presidente...

SIMONA - Dai mamma! Mi sembra che esageri!

MADRE - Non posso sentire queste cose, e in casa mia! Sarò io che  mando in galera lei! Per oltraggio!

MYRIAM - Brava!

RINA - A imbroglio si aggiunge altro imbroglio.

PAOLINO - Lei può dire quello che vuole, ma noi non abbiamo mai imbrogliato nessuno!

RINA - Ah no?! Allora mi assicura  che l'amore che lei nutre per mia figlia è sincero? Senza altri fini? Senza nessun altro interesse??

PAOLINO - Certamente!

RINA - Ma che non mi faccia ridere per piacere, almeno davanti ad una donna di esperienza come sono io!

LUIGI - Per essere esperta, lo è di sicuro, la signora Rina! Dopo che è rimasta vedova per ben cinque volte! Ehi: dico: cinque volte, eh!

RINA - Quattro, prego!

LUIGI - Ah! già! Dimenticavo!... Il quinto marito non è morto... è scappato… dalla disperazione!

RINA - Perso dietro alle sottane d'un'entreneuse.

PAOLINO - Oh! Questa non la sapevo! Mi permette che anch'io mi informi sul suo conto, dopo che lei ha avuto la gentilezza di informarsi sul mio? Luigi, ragguagliami.

LUIGI - Il suo primo marito fu un tale di nome Pierino Loperso: dopo tre anni che era sposato...

PAOLINO - Si è perso.

LUIGI - No! L'hanno trovato morto in un torrente...

PAOLINO - Fuori uno!

LUIGI - Il secondo marito si chiamava, se non mi sbaglio, Serafino...  Il cognome... Mah?! Non me lo ricordo...  Fatto sta che questo poveretto ha resistito solo cinque anni... Morto d'infarto fulmineo!

PAOLINO - Fuori due!

LUIGI - Il terzo fu Gennaro Esposito... commerciante in pizza surgelata... detto Gennarino Pizza... Lui ha battuto il record della resistenza: l'ha sopportata per sette lunghi anni. Povero Gennarino Pizza!

PAOLINO - Chissà che pizza!

LUIGI - Dopo di che...  requiem è passato all'aldilà...

PAOLINO - Fuori tre!

LUIGI - Il quarto l'avete conosciuto tutti: e sarebbe poi il padre di Simona...

PAOLINO - Fuori quattro!

LUIGI - Il quinto, certo Battista Poggi, visto la mal parata, ha pensato bene di andare ad appoggiarsi da un'altra parte...

RINA - Con una sgualdrina di teatro...

LUIGI - Comunque è scappato!

PAOLINO - E questa sarebbe la sua esperienza? Congratulazioni signora! Se ci fossero le olimpiadi del matrimonio lei arriverebbe prima certamente! E batterebbe anche il record del mondo.

RINA - Ho accumulato tanta esperienza che sono in grado di capire quando si vuol nascondere sotto la parola amore altri tipi di interessi...

PAOLINO - Allora non ha capito nulla!

RINA - Ah sì!?

SIMONA - Paolino non ha nessun altro interesse nei miei confronti, se non il suo amore

RINA - Non ti sei accorta che sono le tue proprietà edilizie che gli fanno gola, e non i tuoi occhioni, bella mia!?

PAOLINO - Ma se non sapevo nemmeno delle sue proprietà, io! E non ne voglio sapere!

SIMONA - L'amore non guarda i denari.

MYRIAM - Brava!

RINA -Ma la vita sì! Voglio vedervi quando dovrete pagare e questo e quello e quell'altro!

PAOLINO - L'amore fa superare ogni ostacolo.

SIMONA - Bravo!

RINA - Comunque, questo matrimonio non s'ha da fare. Od io non mi chiamo più Rina Bordone! Chi vivrà vedrà! Addio! (via)

SIMONA - C'è sempre qualche ostacolo! Quando credi di aver raggiunto un po' di tranquillità, ecco: le uova ti si guastano nel paniere...  e la felicità appena raggiunta ti scivola via, come una saponetta bagnata.

MYRIAM - Ma io credo che un qualche rimedio lo si possa trovare.

PAOLINO e SIMONA - (all'unisono ) E quale sarebbe?

MYRIAM - Chi vivrà vedrà! Voi intanto andate avanti a tubare, dove eravate rimasti prima che arrivasse l'arpia!

MADRE - Al resto ci pensiamo noi.

TELA


ATTO II

Scena prima

LALLI - Non riesci a capire come hai fatto a sposare Paolino? Ma cosa dici mai, Simona? Mi sembra veramente strano, incomprensibile.

SIMONA - Non so. E' avvenuto tutto in modo così veloce. Come se una forza diabolica si fosse impossessata della sua e anche della mia volontà.

LALLI - Ma stai scherzando?

SIMONA - Guarda, non so rendermene conto nemmeno io. Ogni volta che vedo Paolino, che sto con lui, è come se...

LALLI - E' come se?

SIMONA - Non so. Ci   deve   essere   qualcosa in   lui di...  di...  come dire… infernale. Ecco, sì: infernale. Pensa che gli ho consigliato un ritiro spirituale.

LALLI - E lui cos'ha risposto?

SIMONA - Non glielo avessi mai proposto. Ha inscenato una tal pantomima che, guarda, mi sono persino pentita di essermi messa con lui.

LALLI - Ma va!? Non dirmelo. (pausa) Dimmi, dimmi...

SIMONA - Vedi, mio marito non è che...

LALLI - Non dirmelo...  (pausa) Dimmi, dimmi...

SIMONA - Paolino è un bravo..

LALLI - Non dirmelo. (pausa) Dimmi, dimmi...

SIMONA - Ferma! Ti dico o non ti dico?

LALLI - Dimmi, dimmi...

SIMONA - Oh! Dunque! Ti stavo dicendo che Paolino ha un atteggiamento...

LALLI - Un atteggiamento?

SIMONA - Un atteggiamento, come dire, non del tutto normale. Come se fossimo fratello e sorella...  Ecco!

LALLI - Portalo da uno specialista

SIMONA - E come posso fare? Se appena accenno ai suoi comportamenti, diventa ancora più matto di prima.

LALLI - Dai Simona! Un po' di fantasia! A noi donne non manca. Dice il proverbio che ne sappiamo una più del diavolo, no?

SIMONA - Ma!

LALLI - Ora che ci penso. Io conosco un pranoterapista, chiaroveggente, forse lui può scoprire qualcosa. Se pensi che ci sia di mezzo il demonio.

SIMONA - Non l'ho mai detto. E ti prego di non tirare certe conclusioni. Comunque che tipo è questo chiaroveggente?

LALLI - E' un cerusico di Napoli. Ma è bravo. Vedrai. E non si spende nemmeno tanto.

SIMONA - Se è per quello non mi interessa quanto si spende. Basta ritrovare il Paolino di prima.

LALLI - Nel frattempo fagli mangiare tanto aglio e cipolle. Dicono che scaccino gli spiriti maligni

SIMONA - Eh! Ho provato anche questo! Ma non funziona. Anzi una sera che forse avevo un attimo esagerato rincarando un po' più del necessario la dose, l'ho sentito tutta notte girarsi e rigirarsi nel letto. E deve aver fatto anche un brutto sogno, perché sentivo che nel sonno parlava e chiamava 'Belzebù, Belzebù... e se non sbaglio ho sentito parlare anche di un patto...  di affari.

Scena seconda

LALLI - Sento dei passi, forse sta rincasando Paolino...  Tolgo il disturbo.

SIMONA - Puoi anche restare, se vuoi.

LALLI - No... Devo ancora fare shopping.

PAOLINO - (entrando) Buongiorno Lalli, come stai?

LALLI. Non male! e...  (lo guarda stranamente) e tu?

PAOLINO - Oh! Benone! Mi sento vispo come un gallo e sano come un pesce. Mi sento come se fossi un galletto ruspante.

LALLI - (al pubblico) Potrebbe dire un cappone che è meglio! (a Paolino) Volevo ben dire!

PAOLINO - Perché?

LALLI - Oh niente... niente...

PAOLINO - (al pubblico) Mi pareva che avesse fatto una faccia strana nei miei confronti.

LALLI - Io scappo, allora ....  Arrivederci a tutti e due.

PAOLINO - Arrivederci!

SIMONA - Arrivederci... 

(Lalli via )

PAOLINO - Hai notato la faccia che ha fatto nel vedermi?

SIMONA - Che faccia vuoi che abbia fatto...  Era la sua.

PAOLINO - No,no! Non era la sua solita faccia: sembrava quella di una che si prende gioco delle persone...

SIMONA - Ti sbagli

PAOLINO - Vorrei proprio sbagliarmi....  Perché a me certe manie che voi donne avete di confidarvi, come si chiama, i segreti più intimi, più famigliari, non mi va molto a genio

SIMONA - E che cosa avrei confidato di tanto intimo? Sentiamo.

PAOLINO - Chiedevo....  Non si può chiedere?

SIMONA - Si può chiedere se le domande sono giudiziose.

PAOLINO - Perché? La mia ti pareva senza giudizio?

SIMONA - Mi sembrava una domanda di un uomo sospettoso

PAOLINO - C'è altro che avere dei sospetti dopo quello che mi hai fatto passare in questi mesi.

SIMONA - Ah! E' mia la colpa, allora

PAOLINO - Non si tratta di colpa...  Devi comprendermi.

SIMONA - Eh! (gesto significativo)

PAOLINO - Beh! Lasciamo perdere...  Anche perché ora mi è venuto un appetito da bestia.

SIMONA - Un bel piattino di cipolle in umido?

PAOLINO - Questa sì che è una novità! Da quando siamo sposati non ho provato nient'altro che cipolle in umido.

SIMONA - E stuzzichini d'aglio.

PAOLINO - Già dimenticavo!Cipolle e aglio! Aglio e cipolle! Che fantasia! Il bello poi è che hai insegnato a Katia a cucinare solo questi due piatti....  A proposito...  Katia! (Katia entra) Tieni. (Le dà un libro) Ti ho comperato un libro di ricette. Mi raccomando: seguilo in tutti i dettagli. E' scritto anche in russo, così lo capisci bene. E soprattutto non ci sono ricette con aglio e cipolle.

KATIA - (inchino esagerato e poi via)

SIMONA - E' brava. Però non ha ancora imparato l'italiano.

PAOLINO - E tu insegnaglielo.

Scena terza

RINA - (entrando) Buongiorno ragazzi

PAOLINO - Addio! E' finita la tranquillità! Ma...  Non si usa più suonare il campanello o bussare alla porta prima d'entrare in casa d'altri? Chiedere con educazione: 'è permesso? Si può? Posso Venire avanti? Eccetera...  E forse era già lì da un po' di tempo dietro l'uscio, ad ascoltare quello che stavamo dicendo.

RINA - Non stavo ascoltando...  Ero solo passata per caso, e per caso ho incontrato la signora Lalli che per caso mi ha riferito certe cose, e per caso vi ho sentito litigare e per caso...

PAOLINO - E per caso che vada a farsi benedire che è ora!

RINA - Come? E' in questa maniera che si riceve la tua seconda mamma?

PAOLINO - Che non faccia la sentimentale, adesso! Di mamma ne ho una sola. E avanza!

RINA - (a Katia che è rientrata) Buongiorno Katia. Non ti avevo vista.

KATIA - (inchino esagerato poi rimane in scena spolverando)

PAOLINO - La vista è sempre la prima ad invecchiare.

RINA - Cosa hai detto?

PAOLINO - Niente. Parlavo da solo.

RINA - Non mi sembra il caso che tu mi insulti davanti alla tua nuova domestica, che potrebbe scandalizzarsi. Chissà cosa potrà pensare di noi.

SIMONA - Oh! Non capisce ancora l'italiano!

PAOLINO - Così potrò dirle tutte le male parole che mi vengono in mente guardando la sua brutta faccia!

SIMONA - Non esagerare.

RINA - Ehi! Non offendere, sai?!

SIMONA - Via! Calmatevi!

PAOLINO - Mi calmo, solo a un patto. (al pubblico) adesso i patti li conduco io...

SIMONA - Sentiamo...

PAOLINO - Voglio sapere che cosa hai rivelato a Lalli di così importante nei miei confronti.

SIMONA - E cosa posso avergli detto?

RINA - La verità!

PAOLINO - Sarebbe a dire?

RINA - Le tue manie, i tuoi vizi, le tue pazzie, insomma...  le diavolerie che hai in corpo.

SIMONA - Mamma!?

PAOLINO - Allora il mio sospetto era giusto! Ecco perché mi guardava in quel modo! Adesso tutto il paese lo saprà in un battibaleno. Sono rovinato!

RINA - Se è solo per questo eri rovinato già prima.

PAOLINO - (rivolto al pubblico, dimenticando completamente le due donne che una regia di luci dovrebbe far rimanere nell'oscurità) Sono rovinato! Mi pareva di saperlo che con i suoi "come si chiama" Belzebù mi avrebbe rovinato...  Altro che! Maledico quel giorno che t'ho incontrata. (a Simona, che rimarrà impassibile, mentre un fascio di luce la illuminerà un istante) E maledico quel giorno che ho fatto il patto col demonio credendo di fare un affare! Questo imbroglione d'un Belzebù è entrato dentro di me e non si è fatto più sentire. Ha agito come certi amici che si fanno prestare fior di quattrini e se la svignano, senza dirti né bè e né tè!...  Neanche un cenno, neanche un piccolo starnuto, neanche un colpo di tosse, come se nemmeno fosse nel mio corpo...  (Si riaccendono tutte le luci - l'azione ritorna regolare) (Paolino brontolando si avvia verso l'attaccapanni da dove acchiappa la giacca e il berretto.)

SIMONA - Dove vai?

PAOLINO - Esco!

SIMONA - Guarda che fa freddo, oggi, rimani in casa.

PAOLINO - Ho necessità di prendere una boccata d'aria.

SIMONA - Non star molto in giro.

PAOLINO - Vedrò, non si sa mai! (calcandosi la coppola sugli occhi) Speriamo che nessuno mi riconosca! (via)

Scena quarta

SIMONA - Mi è capitata grossa, Dio che croce!

RINA - Un'altra volta ascolterai tua madre!

SIMONA - Dico la verità: tutti i torti forse non li avevi...  No! Però non è nemmeno giusto contraddirlo in quella maniera! Anche perché per il resto è un ragazzo d'oro...  Non mi lasci mancare nulla ...  Mi ha persino dato la possibilità di avere una domestica...

RINA - Sì, capisco, però...  Con quelle diavolerie in corpo chissà poi come si comporta, di sera, quando siete in intimità, nel fare il...  come si chiama...

(campanello con insistenza)

SIMONA - Un attimo! Arrivo! Che premura!

LUIGI - (entrando) Permesso?

SIMONA - Accomodati pure.

LUIGI - Buongiorno!

RINA - (freddamente) Buongiorno...

LUIGI - Dovevo incontrare tuo marito Paolino...  Mi ha telefonato dicendomi che si trattava di una cosa urgente....  così  sono accorso subito pensando....  Ma...  non lo vedo...  Non è in casa?

SIMONA - E' appena uscito. Possibile che non l'hai visto?

LUIGI - No! Ho incontrato un mezzo delinquente che aveva un berrettino sugli occhi...  Un tipo strano...  sembrava un mafioso: mi ha messo persino paura...  Tra di me ho pensato...  questo o è appena scappato dalla galera, o ha appena ucciso la suocera...

RINA - (scongiuri) Tiè!

SIMONA - E com'era vestito questo tizio?

LUIGI - Aveva una giacca di velluto, marrone, se non mi sbaglio...

SIMONA - E il berretto?

LUIGI - Un colore vomitevole.... Aveva anche, mi pare, una sciarpa rossa.

SIMONA - Ma allora era il mio Paolino...  Come mai non l'hai riconosciuto?

(campanello)

LUIGI - Veramente non mi sembrava che fosse Paolino. (campanello) Ma non va nessuno ad aprire?

SIMONA - Katia... 

(Katia va ad aprire)

LUIGI - (tra sè) Questa è bella: non l'ho riconosciuto...

Scena quinta

LALLI - Buongiorno a tutti!...  Ho visto Paolino con una piva addosso...  abbacchiato come un cane bastonato.

RINA (e presenti a soggetto) - Buongiorno

LUIGI - Ma si può sapere che cosa gli sia successo?

LALLI - Non sa ancora niente? (guardandosi intorno circospetta) Non conosce tutta la storia?

LUIGI - Quale storia? Si spieghi...  Non mi lasci col fiato sospeso.

SIMONA - Via, Lalli non è il caso....

LALLI - Per me è il caso. Venite qui che vi racconto tutto. (prende in disparte Luigi e racconta tutto sottovoce. Scene di esclamazioni, di meraviglia, di sorrisetti...)

RINA - (a Simona) Disperati! Hai visto che cosa ti capita a non ascoltare tua madre?

SIMONA - (scuote la testa, poi va ad abbracciare la madre) O mamma, mamma!

Scena sesta

(Paolino rientra bianco in volto, attorcigliato su se stesso, le mani se le passa in continuazione sullo stomaco e sulla pancia)

SIMONA - Meno male che sei rientrato.

PAOLINO - Mi sembra d'avere nello stomaco un terremoto, uno sconquasso.

SIMONA - Eppure non hai mangiato niente di strano, oggi.

PAOLINO - Saranno quelle tue cipolle in umido che mi hai obbligato a trangugiare per due mesi e mezzo di fila.

LUIGI - Sei molto pallido. Ti sei forse spaventato per qualcosa?

PAOLINO - E' solo un po' di mal di stomaco. Passerà.

LALLI - Fagli un po' di riso in bianco che restringe.

PAOLINO - Non ho fame...

LALLI - Del the al limone..

LUIGI - O una bella limonata calda...  Non c'è come il limone per combattere il demonio che uno si sente in corpo...

PAOLINO - Il demonio? Il demonio? (come in delirio) E già! Me n'ero scordato! Belzebù in persona...  nel mio corpo...!

LUIGI - Cosa sta blaterando?

PAOLINO - (uscendo arrotolato su se stesso) Il demonio... il demonio...

SIMONA - (Simona lo segue) Katia, vieni con me.

(Katia via)

LUIGI - Non pensavo mai più che un piccolo mal di pancia potesse creare certi danni. (fa segno la testa)

LALLI - Speriamo che non sia niente di serio...

RINA - No, no! Di serio in Paolino non ci può essere proprio niente. E' il demonio che gli spasseggia nel cervello, ecco cos'è

LALLI - Beh! Io devo andare... Tolgo il disturbo e scappo... Caso mai passerò più tardi.. a vedere come sta il moribondo...  (via)

LUIGI - Macché moribondo! Per un po' di mal di stomaco!...  Beh! Scappo anch'io. (affacciandosi alla porta della camera) Se ci fosse bisogno chiamatemi! (via)

Scena settima

SIMONA - (rientrando con Katia) Si è calmato un attimo

RINA - Adesso calmati anche tu.  Non agitarti per nulla....  E non stare in pensiero per un animale simile...! Guarirà... e più in fretta di quello che credi...

PAOLINO - (rientrando un po' curvo) Mi sento meglio, decisamente...

SIMONA - Dovevi rimanertene a letto, così prendi freddo per niente.

PAOLINO - Non è necessario...

RINA - Io vado, arrivederci.

PAOLINO - Era ora!

RINA - Vedi che non capisci nulla? Io sarei rimasta per il tuo bene.

PAOLINO - Sì! Il mio bene! Vada, vada!

(Rina via)

SIMONA - Ciao, mamma!

PAOLINO - Addio! (guarda nella credenza) Ora che tua mamma se n'è andata mi è venuto un po' d'appetito.

SIMONA - Buon segno.

PAOLINO - Già. ... C'è qualcosa da mettere sotto i denti?

SIMONA - Se è per quello avevo preparato delle cipolle in umido...

PAOLINO - Per favore no! Non ricordarmele nemmeno!

SIMONA - Vuol dire che scenderò insieme con Katia a prenderti qualcosa...  Che cosa gradiresti? Gorgonzola, pancetta, robiola, salame?...  Parla...

PAOLINO - Guarda tu quello che c'è....

SIMONA - Ho capito...  Allora scendo, ma...  non uscire tu, eh? E se risenti i dolori chiama la mia amica Lalli che abita vicino al dottor Zola...  potrebbe aiutarti. (Simona sta per andarsene, ritorna sui suoi passi) Dimenticavo! Il numero di Lalli è sulla rubrica verde, sotto il nome Camperini...

PAOLINO - Caprini...

SIMONA - Camperini, Camperini...! Non Caprini! (via)

Scena ottava

BELZEBÙ - Sono andati via tutti?

PAOLINO - Sì!

BELZEBÙ - Meno male...  potremo parlare più liberamente...

PAOLINO - Ehi! Ma cosa mi hai combinato, diavolo bestia!?

BELZEBÙ - Non gridare! Che ho già sentito le mie da chi di dovere!

PAOLINO - Ed io cosa devo dire allora?

BELZEBÙ - Basta che non dici le solite come si chiama scemate, parla pure liberamente! Come se fossi mio fratello...

PAOLINO - Piano con la parentela! Ancora non sono all'inferno!

BELZEBÙ - Si fa per dire...

PAOLINO - Ma spiegami come mai in tutto questo tempo non mi hai mai risposto, con tutto il chiamarti che ho fatto! Dico io: questi sono scherzi da preti, non da demonio!

BELZEBÙ - Non è uno scherzo...  il fatto è che come si chiama mi sono addormentato...

PAOLINO - E dovevi addormentarti proprio dentro di me? Non avevi qualche parente più vicino?

BELZEBÙ - E' stato il pranzo del tuo sposalizio...  Troppa roba...  Troppi vini, troppo come si chiama spumante...  troppi liquori... e tutto quanto mescolato insieme...  è stato più potente di un sonnifero! Hai preparato un pranzo degno d'un re! Che dico? D'un papa!...  e che Lucifero mi perdoni!

PAOLINO - Sfido io! Mi è costato lira di Dio...  Ma...  dovevi proprio dormire due mesi e mezzo di fila?

BELZEBÙ - A questa seconda domanda è difficile dare una come si chiama risposta....  Non riesco bene a rendermi conto, infatti dopo un paio di giorni stavo effettivamente risvegliandomi quando non so una specie di come si chiama gas mortifero mi ha perforato le narici, i polmoni, e mi ha riaddormentato di nuovo!...  Ho persino pensato d'essere finito nell'Olona ...  Non so cosa può essere successo.

PAOLINO - Un gas mortifero hai detto?...  Erano le cipolle in umido, sono sicuro!

BELZEBÙ - Ma hai solo quelle schifezze da mangiare?

PAOLINO - Era mia moglie che mi dava quelle porcherie

BELZEBÙ - E perché mai?

PAOLINO - Questo te lo spiegherò in privato...

 

(si sentono dei passi)

BELZEBÙ - Ho sentito sbattere la porta ... sarà come si chiama tua moglie...

PAOLINO - Via, via! Scappa! Che se ti trova ricominciano i guai per me... 

(Belzebù via)

Scena nona

SIMONA - Con chi parlavi?

PAOLINO - Parlavo da solo.

SIMONA - Ricominci a parlar da solo? O Signore! Con chi mi sono mai sposata!?

PAOLINO - Ti lamenti dopo tutto quello che tu, e sottolineo tu, mi hai fatto passare...?

SIMONA - Mi pare d'aver il diritto di lamentarmi, dato i tuoi, e sottolineo tuoi, atteggiamenti...

PAOLINO - Basta! Lasciamo stare i miei atteggiamenti...  Che cosa hai comperato che voglio fare un buon desinare...

SIMONA - Il pane era finito, t'ho comprato del salame, del prosciutto e una focaccina ....

PAOLINO - Liscia...

SIMONA - Con le cipolle...

PAOLINO - (in escandescenza) Basta! Basta! Non voglio nemmeno sentirle nominare le cipolle!

SIMONA - Lascia perdere la focaccia allora...

PAOLINO - Lascio perdere tutto...  Mi è passata la fame....

SIMONA - Ih! Che caratterino! (via)

Scena decima

PAOLINO - (mentre Belzebù si affaccia dal fondo, guardandosi attorno, quasi circospetto) Hai sentito? Mi ha detto: che caratterino! Questa è bella! Dopo tutte le sue scalmane d'oggi!

BELZEBÙ - A me pare che comunque non abbia tutti i torti

PAOLINO - Ehi!? Da che parte stai: con me o con lei?

BELZEBÙ - Veniamo a cose più serie.

PAOLINO - Ecco, a cose più serie.

BELZEBÙ - Da laggiù mi hanno fatto capire che, se voglio essere perdonato per il mio lungo silenzio, devo allargare l'inchiesta sulle donne. Nel frattempo ho conosciuto tua moglie, ma non è sufficiente. Avrei bisogno di fare la come si chiama conoscenza di qualche altra donna...

PAOLINO - Mia suocera, mi pare, fa al caso tuo!

BELZEBÙ - Bene! Ma... è necessario chiamarla...

PAOLINO - Eh no! E' un sacrificio troppo grande! Mi è sempre tra i piedi! E poi non è necessario chiamarla...

BELZEBÙ - Perché?

PAOLINO - Si intrufola sempre in casa mia quando meno me l'aspetto, e...  quando mi dà più fastidio...

BELZEBÙ - Beh!  Speriamo che capiti qui presto...  così   finirò in fretta la come si chiama inchiesta...  Prima mi libero da queste donne meglio è!

PAOLINO - Ora sì che parli bene

BELZEBÙ - Ma se facevi talmente il matto fino a tentare il suicidio per poterne avere una?

PAOLINO - Non sapevo ancora che cosa volesse dire...  Ero senza esperienza...

BELZEBÙ - Bravo! Ma potevi rifletterci prima, però.

PAOLINO - Avevo un cattivo consigliere: il cuore.

(campanello)

BELZEBÙ - Forse è tua suocera...

PAOLINO - Lo posso escludere certamente! Lei non suona mai!

Scena undecima

(campanello)

PAOLINO - Ma non sparisci dalla scena?

BELZEBÙ - No.Tanto la gente comune non mi vede. Solo tu hai questo come si chiama privilegio.

(campanello)

PAOLINO - Ne sei sicuro? Non combinarmi qualche altro scherzo!

SIMONA - (rientrando di corsa irata) Ma non senti che stanno suonando alla porta? Te ne stai lì come uno stupido, e parli da solo! Ma che cosa hai in corpo, il diavolo?!

LALLI - (entrando) Sento gridare...  allora significa che Paolino sta meglio!

SIMONA - Sta meglio sì...  ma mi pare sempre come sotto choc, stordito dal dolore...

LALLI - Ma va?

SIMONA - Si comporta ancor in uno strano modo...

LALLI - E somministragli qualche ricostituente...

PAOLINO - Basta che non sappia di cipolle... 

(il diavolo intanto tiratosi da parte annota tutto quanto)

LALLI - Tra l'altro, sempre per rimanere in argomento, ho già parlato con quel tale, pranoterapista, amico mio,...  in via del tutto eccezionale potrebbe fargli una visitina specializzata....

PAOLINO - Non bisogna nemmeno parlare di queste cose!

(il diavolo a cenni lo convince ad accettare)

LALLI - Ma è un ottimo cerusico, uno dei primi nel settore del paranormale.

SIMONA - Hai capito?

PAOLINO - Paranormale, certo.

LALLI - Allora?

PAOLINO - Ma...  insomma...  vedremo.. (il diavolo gli dà una scrollata alle spalle) Va bene!

SIMONA - Ma costa tanto la visita?

LALLI - Se è per quello non devi preoccuparti...  E' onesto...  Un vero specialista...  Anzi, ti confiderò, ma non andare in giro a dirlo, è pure stato il mio amante.

(il diavolo si frega le mani soddisfatto)

SIMONA - Dici davvero? E...   tuo marito?

LALLI - Mio marito niente! Rientra nel contratto sociale! Oh! Mi raccomando: zitta! Per un cornetto su e giù non è la fine del mondo!

PAOLINO - (a Belzebù) Guarda che roba! Tanto e tanto non è la fine del mondo, un qualche cornetto su e giù...! (a Lalli) Tuo marito dovrebbe essere contento...  gli sono spuntate le corna in testa, ma sono corna del tutto paranormali! E soprattutto specializzate!

Scena dodicesima

RINA - (entrando) E' permesso? Posso entrare?

PAOLINO - Non è necessario chiedere permesso. Questa ormai è casa sua.

RINA - Buondì a tutti!

PAOLINO - Contraccambio con riverenza!

RINA - Come sta il moribondo?

SIMONA - Sta meglio, grazie a Dio!

PAOLINO - Fino a poco fa stava meglio...  Da quando è entrata lei il moribondo ha iniziato a peggiorare...  E adesso gli si rivolta lo stomaco sotto sopra.

SIMONA - Potresti essere un po' più gentile con mia madre.

PAOLINO - E' tua mamma, non la mia...  Non sono stato così sfortunato...  e poi la Bibbia ha raccomandato di rispettare i propri genitori, non quelli della moglie! Anzi... (al demonio) E tu segna, non lasciar scappare nemmeno una virgola: mi raccomando! Qui la materia c'è...  e come!

SIMONA - Ma cosa continui a parlare da solo?

LALLI - Sta invecchiando prima del tempo

RINA - Più che invecchiare, sta diventando matto, se già non lo è.

PAOLINO - Senti chi parla!...  E poi...  un uomo che parla da solo, non è vecchio, né matto...  è onesto! Lo dice anche il Manzoni che la sapeva lunga! (al demonio) Intanto gli ho dato anche dell'ignorante!

LALLI - Cambiando discorso...  Simona cosa hai poi deciso per quel mio amico cerusico? Gli posso telefonare? Ti assicuro che è uno specialista!

PAOLINO - Se è bravo come nell'incornare i mariti, si può rischiare!

SIMONA - Allora è deciso, lo chiamiamo, Paolino?

PAOLINO - E fallo chiamare!

SIMONA - Sicuro? Non cambi idea dopo?

PAOLINO - Sicuro! Caso mai non ti bastassero i soldi, la signora Lalli gli farà un po' di moine in più, un qualche bacetto, tanto per rimbambirlo un attimino...  E se non bastasse nemmeno questo, abbiamo sempre pronta tua madre che con la sua esperienza...!

RINA - Oh! Ma se credi che io sia disposta a pagare anche per te, ti sbagli di grosso!

PAOLINO - Io non intendevo cercarle i denari...  Intendevo solo liberarmi di lei...  dandola in pegno, come ricompensa, al cerusico...!

LALLI - Allora restiamo intesi così...  Mi faccio premura di chiamarlo...  Arrivederci...  (via)

PAOLINO - (con un profondo inchino e mostrando le corna) Ar-ri-ve-der-ci!

SIMONA - Non fare il pagliaccio, per favore!

PAOLINO - A casa mia mi comporto come fa comodo a me! E poi alle pagliacciate si risponde da pagliaccio...

RINA - Ogni volta che entro in questa casa trovo sempre delle novità...

PAOLINO - E lei che si risparmi la fatica di venire qui, così le novità non le incontrerà mai più!

RINA - Scappo perché non posso più sopportarlo! (via)

PAOLINO - E' una cosa reciproca! Ma io non scappo, perché qui è casa mia! (affacciandosi alla comune) Che non corra troppo, che è vecchia! E rischia di cadere...  Attenzione alle scale che sono ripide! (rientra)

SIMONA - Ma perché continui a litigare con mia madre?

PAOLINO - E' lei che mi incita!

SIMONA - Sei troppo maleducato nei suoi confronti, dai! Cerca di trattenerti!

PAOLINO - (alzando le spalle) Beh! Forse hai ragione! Forse! Ma ogni tanto, certe donne, è necessario strapazzarle un po'! Altrimenti si rischia di far la fine di quel mio amico di Porta Cicca che gridava, gridava, gridava come un matto... "se non si fa così con le donne!... se non si fa così con le donne!"...  e mentre gridava, le stava buscando di sana pianta, e proprio da sua moglie! Altro che!

TELA


ATTO III

Scena prima

PAOLINO - (mettendo una mano all'orecchio) Sta arrivando mia moglie...  sento i suoi passi...  Se mi becca a parlare con te, dopo mi rinfaccia di parlare da solo!...

BELZEBÙ - E tu lascia che ti rinfacci...  tanto non è la verità...

(Simona si affaccia scuotendo la testa)

PAOLINO - Ma...  sai come son fatte le donne, che carattere hanno

BELZEBÙ - Alle donne la verità non bisogna mai dirla...  tanto e tanto, come si chiama, non ti crederanno ugualmente...

PAOLINO - Questo è vero!...  Una volta che ho confessato a Simona d'essere stato a ballare con Francesca, non mi ha creduto...  Ed era la verità!...  Un'altra volta che le ho detto d'aver fatto tardi perché mi s'era bucata una gomma della macchina...  ed era la verità...  mi ha accusato d'esser rimasto in giro a far bisboccia dopo aver raccolto una ragazzina in autostop!...  Pensa un po'!?

SIMONA - Cosa continui sempre a biascicare, il rosario?

PAOLINO - Non sono religioso come pensi.

SIMONA - E dovresti esserlo invece!...  Almeno ti passerebbero tutte le stranezze che ti ritrovi, tutti i diavoli che hai in corpo...

PAOLINO - (al diavolo) Usciamo che si parla meglio. (via lui e Belzebù)

SIMONA - Mi dà delle grandi preoccupazioni, mio marito! Se non ne fossi innamorata l'avrei già lasciato da un pezzo...   Adesso poi, al posto di migliorare, peggiora: e parla, parla da solo in continuazione!...  Non so da chi abbia preso...   Il fatto è che non riesco nemmeno a capire quello che dice...  e fossi capace di partecipare ai discorsi che blatera, magari riuscirei anche a farlo smettere...  Invece...  niente! Come se tra me e lui ci fosse una parete, o una persona...  una quache diavoleria, insomma, della quale non riesco a capacitarmi!...  (Paolino entra canticchiando con gioia) Canti? Sei allegro?

PAOLINO - Non posso?

SIMONA - Te ne chiedevo il motivo.

PAOLINO - Il motivo è che son contento!

SIMONA - Meno male che sei contento! Mi si rinfranca il cuore...  fosse sempre così!

PAOLINO - Sarà sempre così...  vedrai. (via canticchiando)

SIMONA - Non riesco più a capirlo! Ora è arrabbiato come una vipera,   ora è allegro come un fringuello…

(campanello)

Scena seconda

(Belzebù entra in scena e sparisce a suo piacimento, sempre con un calepino tra le mani sul quale segna in continuazione)

SIMONA - Che sia già qui il medico? (campanello) Vengo...  Che fretta!...  Ah! Sei tu?

LUIGI - In persona! Non c'è Paolino?

SIMONA - Sì, sì! Stava cantando poco fa come un fringuello talmente era contento...

LUIGI - Ehi! Paolino! Dove sei? Esci che devo parlarti! Si tratta di un affare importante!

PAOLINO - (da fuori) Se si tratta di affari sono pronto in un baleno!Voilà!

LUIGI - Oh! Parli anche francese adesso?

PAOLINO - Francese, inglese, brianzolo, turco! Tutte le lingue della terra...  Del resto, basta seguire un po' più da vicini le donne e la lingua impari subito a farla andare!...  E molto bene!

LUIGI - Noto che sei in vena di scherzare! E se un uomo è in vena di scherzare significa che sta bene...  nel morale e nel corpo...

PAOLINO - Hai esternato una grande novità! Non la conoscevo! Me la segnerò sul diario, così domani quando la dirò anch'io, farò bella figura...  Vuoi per caso i diritti d'autore?

LUIGI - Tienili pure, non mi interessano!

PAOLINO - Meno male! Perché costano un occhio della testa.

LUIGI - Per farla breve...  ti dirò...  Ti ricordi di quella benedetta società per la divulgazione della psicanalisi...? Te ne avevamo parlato prima del tuo matrimonio, rammenti? Ecco: abbiamo bisogno subito di   una risposta... 

(Belzebù che nel frattempo è entrato fa cenno di sì)

PAOLINO - Aspetta un momento...  (si avvicina al diavolo) Ma...  sei sicuro che non sia un imbroglio, io di quei due lì mica mi fido tanto... 

BELZEBÙ - Sicuro al cento per cento no! Ma lo faremo diventare sicuro, come si chiama, l'affare!

SIMONA - Quando si tratta di prendere una decisione importante mio marito ha preso l'abitudine di bofonchiare da solo!

LUIGI - Lascialo bofonchiare...  Lo guariremo presto!

PAOLINO - Bene! Allora ci sto! Hai detto che la spesa iniziale...  la quota associativa è...

LUIGI - Mille euro...

PAOLINO - (consultandosi con Belzebù) Ma io non possiedo euro da buttare così al vento!

BELZEBÙ - Fatteli prestare dalla suocera...

PAOLINO - Sì! Hai scovato la persona giusta!

BELZEBÙ - Vedrai che li tira fuori. Scommettiamo!?

PAOLINO - Tentar non nuoce! Pari è mio, dispari è tuo...   Bim bum bam...   Dispari, mi hai fregato un'altra volta!

LUIGI - Allora?! Hai deciso sì o no?!?

PAOLINO - Ho deciso...  Va bene!...  Bene inteso (guardando fisso la moglie) se riesco a trovare il contante...

LUIGI - Bene! Allora posso andare a prendere il contratto. Te lo porto qui subito...  e...  e così sei sistemato!

PAOLINO - Sono proprio sistemato!

LUIGI - Torno immediatamente! Non uscire è questione di un paio di minuti...  aspettami qui! (via)

Scena terza

RINA - Ho trovato aperto...  e sono entrata...

PAOLINO - (a Belzebù) Anche se avesse trovato chiuso...

RINA - (a Simona) Ho visto andar via Luigi...  Che cosa voleva quel ruffiano?

SIMONA - Sono venuti per una certa società da proporre a Paolino...

RINA - Eh, già! A nessun altro potrebbe rivolgersi quello lì! Nessuno lo ascolta...  Solo il tuo Paolino ne subisce il fascino!...

PAOLINO - E' proprio fuori strada, signora! Non sa nemmeno di cosa si tratta?

RINA - Non serve sentire! Quando le proposte vengono da una determinata parte sono sempre da scartare! Punto e basta!

PAOLINO - O diavolo! (a Belzebù) Rifacciamo il bim bum bam!

BELZEBÙ - Aspetta, non fare l'asino! E goditi la scena!

RINA - (a Simona) Che affari ha poi proposto il ruffiano?

SIMONA - Ma!?...  Non ho ben capito!...  So che parlavano di euro...

RINA - Oh!Allora si è arricchito quel pezzente! E...  Di cosa parlava?

SIMONA - Luigi parlava d'uno psichiatrico e...  e di volgarità...

PAOLINO - Ma che psichiatrico! Che volgarità! Si trattava di costituire una società per promuovere, divulgare, volgarizzare...  cioè: spiegare alla gente...  la psicanalisi e la psichiatria! Voi donne capite sempre Roma per Toma...  Siete irrecuperabili!

RINA - Comunque...  questo affare, se davvero è come ha spiegato Paolino, non è del tutto da buttare...   Anzi, ti dirò: potrebbe interessare anche a me!...

SIMONA - Eh!?

BELZEBÙ - Cosa ti ho detto?

PAOLINO - E allora perché prima ha insultato in quel modo il mio amico Luigi??

RINA - Mi sono sbagliata...  Non posso sbagliarmi?

PAOLINO - (a Belzebù) Segna, segna! Prendi un registratore se è necessario! E' un avvenimento storico questo!

BELZEBÙ - Taci! So qual è il mio mestiere! Non ho bisogno di come si chiama un aiuto diavolo... Va là!

PAOLINO - Katia prendi un paio di bicchieri, io porterò un vinello speciale per festeggiare l'avvenimento...

RINA - Quale avvenimento? L'affare?

PAOLINO - No! Il fatto che lei ha riconosciuto d'aver sbagliato!...

RINA - Ma...

PAOLINO - Katia! Contrordine!...  La suocera si ritira!...

RINA - Chi l'ha mai detto...?

PAOLINO - Mi sembrava, visto che comunque bisogna versare qualche centinaia di euro… .

RINA - In questo caso è necessario andare con i piedi di piombo

PAOLINO - Ecco perché striscia sempre le zampe quando cammina

RINA - Innanzitutto voglio vedere chiaro, in modo più dettagliato...

PAOLINO - Questo è giusto! Però io vorrei brindare lo stesso! Katia porta tre bicchieri!

SIMONA - Katia, portane quattro di bicchieri...

PAOLINO - Allora già che ci sei, portane cinque!

SIMONA - Ma siamo solo in quattro, con Katia.

RINA - Povera me! Nemmeno i conti sa fare!!

PAOLINO - Son cose tra me e me! Katia, cinque bicchieri!

(Katia va avanti e indietro con i bicchieri)

RINA - Ma fatti curare! Ragazzo mio!

PAOLINO - Sono sano come un pesce.

RINA - Nel cervello non mi sembra proprio.

PAOLINO - Bene! Se non volete brindare in cinque, io me ne vado, così brindo in cinque, in sei, in dieci, e chi più ne ha più ne metta...

SIMONA - Luigi ti ha raccomandato di non uscire!

PAOLINO - Io esco ugualmente!...  In barba a te, a lei e un po' anche a Luigi! (rientra Katia) Katia, riporta indietro i bicchieri, non si brinda più! (via)

Scena quarta

SIMONA - Ci sono momenti in cui non lo capisco!

RINA - E' matto come un cavallo da corsa!

SIMONA - Ma tu, adesso, con tranquillità, spiegami che cosa hai visto di buono nella Società di psichiatria...

RINA - Non li leggi i giornali? Non sai che la psichiatria e la psicanalisi sono argomenti d'alta borghesia? Ed io non voglio rimaner fuori dal giro!... Tra l'altro, a dirti la verità, non so spiegarmi come una cosa del genere sia capitata tra le mani di quei due...   comunque...  staremo a vedere...  Sto sul chi va là!...

 

(campanello)

SIMONA - Katia! Vai tu ad aprire? (Consuelo esegue) (entra Luigi) Stavamo proprio parlando di te! Vieni, vieni avanti, accomodati! Paolino è uscito un attimo, ma torna presto...

LUIGI - E' uscito? Oh che testa! Gli ho anche detto di non uscire che tornavo immediatamente col contratto!

RINA - Senta giovanotto, mi faccia dare anche a me un'occhiatina al contratto...  Vediamo cosa comporta...  (prende il foglio e legge) Interessante...  oh!...  veramente...  oh! Certo...  manca... interessante...  sì! L'ho sempre sostenuto pure io!...  Ci vuole uno stimolo...  mica male...  (a Luigi) Si potrebbe averne una copia? Mi interessa...

LUIGI - Sono più che compiaciuto di un simile interessamento...  Mi farò in quattro per farglielo avere...  Anzi...  se proprio insiste le potrò prestare il mio...

RINA - E il denaro?

LUIGI - Per quello, quando le fa comodo, signora Rina...

RINA - Perdoni la mia curiosità, ma come ha potuto avere tra le mani un affare del genere?

(Campanello. Katia va ad aprire)

LUIGI - Sarebbe una cosa troppo lunga da spiegare...   Faremmo notte...   Un'altra volta, magari...  in un'altra occasione...  Magari quando ci incontreremo davanti al notaio, prima di mettere la firma...

Scena quinta

LALLI - Non è in casa Paolino?

RINA - Vede bene che non è qui!

LALLI - Ma fra un po' arriverà il cerusico, don Sante Dragone, viene nientemeno che da Napoli... Oei! Non facciamolo arrivare per nulla?! Dopo bisogna pagarlo ugualmente! E' una personalità, non può scomodarsi salvo buon fine!!

LUIGI - Sarà anche una personalità, ma può attendere un momento come del resto stiamo facendo noi.

SIMONA - Le persone importanti si fanno sempre aspettare!

RINA - Non vorrai forse insinuare che tuo marito sia una persona importante?

SIMONA - Per me è più importante del medico.

LALLI - Ma don Sante Dragone ha fatto il giro del mondo, lo sai?

LUIGI - In ottanta giorni, scommetto! Andata e ritorno!

LALLI - Non c'è nulla da scherzare! E poi...  e poi...  vedrete che sapienza...  che...  comportamento... che...  che... dignità... che...

RINA - Calma, calma!

SIMONA - Ma verso che ora ha detto che arriverà questo santone?

LALLI - Di preciso non l'ha detto...  Ma di solito arrriva verso l'ora di cena...

RINA - Non è poi tanto stupido, eh!?

LUIGI - E mi dica, signora Lalli, il cibo è compreso nel prezzo o è a parte?

LALLI - Quello dipende dalle conoscenze...

RINA - Allora, conoscendo lei, possiamo star tranquilli...  la cena è compresa! Katia, prepara due piatti in più.

LALLI - Penso che non dovrebbe lamentarsi...  se il cibo è di suo gradimento...

SIMONA - Oh! Se è solo per questo, penso io a cucinare un mangiarino coi fiocchi per non scontentare il dottore...

LUIGI - E la dottoressa!

LALLI - Vado ad attenderlo in casa mia...  l'appuntamento era lì...  (via)

RINA - Vada pure! Noi di qui non ci muoviamo.

LUIGI - Mi sono ricordata, signora Rina, a proposito del contratto, che sarebbe opportuno contattare un notaio...  Così prima si risolve la faccenda, meglio è...

RINA - Non vedo tutta questa fretta...  però se non sta più nella pelle, vada pure a chiamarlo questo benedetto notaio...  Ho proprio sotto mano un libretto di assegni...  firmerò...  e quel che è fatto è fatto...

LUIGI - Ben detto! Oh, che brava! Lei sì che ha il senso degli affari... Torno subito... Arri vederci...  (via)

Scena sesta

SIMONA - Mi sembra che hai avuto un po' troppa fretta per combinare un simile affare...  Non ti ho mai vista prima d'ora così

RINA - Non voglio farmelo scappare! Si tratta di entrare nel giro dell'alta borghesia milanese... Capisci? Salotti, incontri, cultura, arte e soprattutto...   politici... 

SIMONA - Te li raccomando quelli!

RINA - Non si può mai sapere! Intanto tu vai ad aiutare Katia a preparare cena, ai soldi ci penso io!

SIMONA - Bene! Vado...  Se Paolino ritorna, non essere scorbutica, come al solito...  Trattalo bene, mi raccomando! Non comportarti da classica suocera!

RINA - Non ho bisogno di consigli, e tanto meno da te!

Scena settima

(Rientrano Belzebù e Paolino. Gli altri via, tranne Rina)

PAOLINO - Hai capito? Carissimo Belzebù? Scusa se ti do del carissimo! Hai capito come ragionano le donne?

BELZEBÙ - Ti confiderò che non mi aspettavo da parte delle donne tanta malizia...  tanti sotterfugi...  E per   contro tanta, come si chiama, ingenuità, quasi santa, da parte degli uomini!

PAOLINO - Senti che odorino! (a Katia, nel frattempo rientrata) Cosa sta facendo di buono mia moglie?

KATIA - Ich verstehe nicht.

PAOLINO - Nicht che cosa?

RINA - Ich verestehe nicht. E' un cibo tipico bavarese, ignorante.

BELZEBÙ - (a Paolino) Ich verestehe nicht vuol dire che non ha capito.

PAOLINO - Ah! E poi sarei io l'ignorante! (a Rina) Ma mi faccia il piacere!

RINA - Perché...?

PAOLINO - Ich verestehe nicht vuol dire non ho capito! Capito?

RINA - (alzando le spalle) Che cosa devo sapere io!

PAOLINO - Almeno saprà perché ci sono tutti questi preparativi.

RINA - Deve arrivare il cerusico, medico, chiaroveggente.

PAOLINO - E poi che cosa?

RINA - Pranoterapista, di Napoli.

PAOLINO - Ho capito...  Il viaggio gli ha messo appetito.

RINA - Si dice che sia un grandissimo specialista...

PAOLINO - Nel mangiare?

RINA - Macchè! Nel visitare la gente!

PAOLINO - E nella parcella? E' specialista pure in quella?

RINA - Non saprei...  Però, dato le conoscenze, assicura Lalli che si può accontentare di una cenetta...

PAOLINO - Scommetto che per contorno non gli dispiacerebbero dei cornetti...

RINA - Lalli assicura che è un grand'uomo!

PAOLINO - Nel mettere le corna, appunto! Poi se lo dice Lalli…   . Lei lo conosce proprio bene... Anche biblicamente!

(campanello)

Scena ottava

PAOLINO - Avanti...  è aperto!

LUIGI - (entrando) Ah! Finalmente, sei tornato! Ma adesso l'affare te l'ha soffiato la suocera!

PAOLINO - Non fa niente! Resta sempre in famiglia!

RINA - E il notaio?

LUIGI - Sarà qui a momenti! Per di più sono riuscito a scovare il presidente della società costituenda...  Se volesse farne conoscenza...  Posso presentargliela?

PAOLINO - Presenta, presenta! Tanto un piatto in più o  meno è uguale...  quando si tratta di mangiare va bene tutto! Tranne le cipolle in umido, quelle no!

LUIGI - Allora vado a chiamarlo! (via)

PAOLINO - Bravo, va a chiamarlo!

RINA - Ed io vado a dare una mano in cucina...

PAOLINO - Brava anche lei! Vada, vada!

(Rina via)

Scena nona

PAOLINO - Così siamo rimasti da soli! Che pace, finalmente! Non ne potevo più...  Si respira un tantino...  Che tranquillità!

BELZEBÙ - Ci sono stati certi momenti che mi pareva di essere ritornato nel come si dice mio inferno.

(campanello)

PAOLINO - Addio tranquillità! Ricominciamo...  Sembra stregata questa giornata! (va ad aprire) (rientrando) Simona, hai qualche centesimo? C'è un frate di fuori che cerca la carità.

LALLI -  (entrando  di furia) Ma che carità!  E' il cerusico,  dottor Sante Dragone!  Venuto appositamente da Napoli per te!

PAOLINO - Allora doveva presentarsi! Vestito così  l'ho scambiato per un frate della San Vincenzo, uno dei tanti che sono in giro a cercare per gli orfanelli!

DRAGONE - Pecchè 'o dicce sta fetenzia? Aggio tenuto 'o viagge 'e tre jorni   pe' venira in tu ccasa...  mò che songo arrivatu sto biello trattamiento aggio a sopportamere?...

LALLI - Non s'arrabisca dottore, la prego!

PAOLINO - Ma chi è lui che ha il diritto d'arrabbiarsi in casa mia?

DRAGONE - Statte   bbono!...  Statte   zitto!...  Ca tu m'offiendi a mea personalitate!...

PAOLINO - Se aggio offenduto lu, mì ca colpa ca n'ho? Lei se spiega malamentu!

DRAGONE - Ma è pussibbile ca vuiatte uommene num cappite mai niente?

LALLI - Che si calmi, dottore!...  E.. tu, Paolino, lascia agire il dottore qui presente...  Io intanto vado a chiamare Simona...  Forse è meglio! (via)

(Il santone compie nel frattempo strani gesti, girando per tutta la scena, seguito ironicamente da Belzebù e da Paolino...)

DRAGONE - Partenope 'a serena!...  Cumà, cumè e comò!...  Pizzifalcò 'sta museca doce!... Chiulì sa vo' chiulà!... Zimpete, zampete e zà!

PAOLINO - Parapunzipunzipà!

DRAGONE - Zitte, o guaglione! Chista è 'a dottrina d'u cerusice!...  Chista è sapienza 'e Napule! Viva San Gennaro! Viva Nino D'Angelo! Vieni, si vo' 'e vède lu paraviso!...  Accurre appresso a mia...  ma tu te   tacere...  Pusilleco, Vesuvio, o Margellina..zimpete, zampete e..

PAOLINO - Zàzà! Oei Lalli! Vieni qui subito che c'è stato un pri quo pro! Questo non è uno specialista del paranortmale, è un paranormale lui stesso!...  Lalli, oei! Lalli!

LALLI - Cosa c'è?

DRAGONE - Num se puo te a travagliari in pace!

PAOLINO - E lei chiama travagliari a tutta sta messa in scena? Nemmeno Nino D'Angelo in concerto fa tanti versi!

LALLI - Che scusi, maestro, la sua ignoranza...  Che venga di là, nell'altra stanza...  Là potrà lavorare meglio...  con più tranquillezza...

PAOLINO - Che scusi dottore, se la mia ignoranza non è pari alla sua (via Lalli e il santone, il quale continua a sproloquiare frasi senza senso). (a Belzebù) Hai visto che razza di gente mi portanmo in casa? Io non sono stato capace di dir di no, anche su tuo consiglio...  ma credevo si trattasse di un medico classico...  di quelli che in buon italiano ti dicono... "che si sbiotti, signore!… che tossisca...  prego...  che dica trentatrè... eccetera eccetera...  Invece m'hanno portato qui un ciarlatano che più che parole senza senso non sa pronunciare!

BELZEBÙ - E' stata una sorpresa anche per me...  Però per il momento lasciamolo agire...  vedremo poi dove andranno a parare

PAOLINO - E poi?

BELZEBÙ - E poi lo prendiamo per la crapa e... via! Lo sbattiamo fuori!

PAOLINO - Oh! Non iniziare anche tu a parlare difficile! Che cos'è sta crapa, qualcosa che si mangia?

BELZEBÙ - Crapa vuol dire testa nel mio dialetto.

PAOLINO - E parla come si mangia! Da buon demonio!...   Però non vorrei nel frattempo che, sull'esempio di Lalli, facesse qualche cornetto pure a me!

BELZEBÙ - Vado di là a controllare! (via)

Scena decima

PAOLINO - Se non avessi dalla mia Belzebù, chissà che fine avrei già fatto a quest'ora! Al manicomio, certamente! (campanello) Oh! Non è ancora finita la giornata? Avanti, venghino signori... c'è posto per tutti...

LUIGI - Ho portato il dottore professore Joseph Kustly, diplomato in psico...

PAOLINO - Ferma lì! So già tutto

KUSTLY - Mien segretarien diren a mia che vuestra illustrissima reverendissima essere interessata... ja, ja...

PAOLINO - Ja, ja...  interessaten, ja.

KUSTLY - Oh! Pardonem?

PAOLINO - Pardonatem! E' mia suocera che ha interessen...  Adesso io chiamaren e poi voi due parlaren und farem societtatem...   eccetera...  eccetera...  (verso la cucina, quasi gridando) Rina! Rina! Venga venga che c'è qui un tedesco che la cerca! (al pubblico)Tedesco con tedesca andranno sicuramente d'accordo!

RINA - Eccomi! Non gridare come un pagliaccio!

PAOLINO - Ah! Sarei io il pagliaccio?! E quel tipo che è entrato un momento fa chi sarebbe? Il pastorello del presepio?

RINA - Ogni tanto mio genero non sa quel che dice!

KUSTLY - Essermene accorten!

RINA - Le carte sono tutte pronte?

LUIGI - Ecco!

(Rina prende, annuisce, sfoglia, sta per estrarre il libretto degli assegni...)

Scena undicesima

(Entra il Santone. Luigi e Kustly danno un balzo seguito da esclamazioni varie)

LUIGI - Ma lei cosa fa qui e vestito in questa maniera, poi?

KUSTLY - Che pagliacciata è mai questa?

DRAGONE - Ah! Vi ho preso finalmente! E i miei soldi? Che fine hanno fatto i miei soldi? Brutti porci ladri! Delinquenti!

LUIGI - Che si calmi che le spiegherò tutto! Del resto questa non è casa sua e non può urlare in quel modo, liberamente!

DRAGONE - Che si calmi lei piuttosto! E che mi dia quello che mi aspetta! Ladro, imbroglione che non è altro!

KUSTLY - L'imbroglione sei tu, che hai tradito la nostra buona fede! Che hai cambiato le carte in tavola!

DRAGONE - Ah! Sarei io l'imbroglione?! Sentitelo! Ma io faccio chiamare la questura e ti faccio portare a San Vittore, qui sui due piedi, insieme con i tuoi due complici!

(Succede un po' di parapiglia. Intanto escono tutti sulla scena. I tre tentano di venire alle mani)

PAOLINO - Oè! Oè! Oè! Che cosa state facendo, cosa succede?! Questa fino a prova contraria è ancora casa mia!! (Al Santone) Ma lei sento che parla con accento non dico milanese...  ma insomma ci siamo quasi, non è il Santone di Napoli?

DRAGONE - Macchè! Mi sono diciamo travestito in questo modo per accontentare la mia amica Lalli che, a sua volta, voleva far contenta sua moglie, poverina...

PAOLINO - Accontentare di qui...  far contenta di là e .. e...  e fregare me?!...  E lei...  lei non è il dottore  professore di psichiatria Joseph Kù... Kù... Kù...

KUSTLY - Ma neanche per idea!...  Io sono il ragionier Mario Formenti! (estrae un biglietto da visita che Paolino getta via)

PAOLINO - E il motivo di tutta questa mascherata?

KUSTLY - Deve sapere che sono un grande giocatore di poker, e incallito per di più. Sa, giocando un euro oggi un euro domani, e perdendo un euro oggi.

PAOLINO - Un euro domani

KUSTLY - No! Mille euro domani, mi sono indebitato fino all'inverosimile, proprio con quel signore lì che a sua volta s'è travestito da santone...

PAOLINO - Don Sante Ricchione...

DRAGONE - Dragone!

KUSTLY - Dicevo...  essendo pieno di debiti fino al collo, ho pensato, così in via del tutto provvisoria, di usare quel piccolo trucchetto per venire in possesso almeno di qualche migliaia di euro e non essere più perseguitato dal qui presente Sante Dragone...

PAOLINO - E quindi di venire in casa mia per imbrogliarmi, porco demonio! (sta per scagliarsi contro di lui, ma Belzebù lo ferma) E voi due...  tu Luigi e tu Lalli come entrate in questa storia... Anche voi volevate legarmi come un bel salame?

SIMONA - Già! Come avete potuto tradire un'amicizia?

KUSTLY - Si sono fatti prestare dei soldi da me! E ancora non me li hanno restituiti!

RINA - Già! Intanto s'è prestato al gioco dei quattro cantoni! Non capisco più niente! (stringe il suo libretto di assegni)

SIMONA - Ma chi l'avrebbe mai pensato?! Siamo finiti in una bella conbriccola di ladri. Ruba tu che rubo anch'io.

PAOLINO - Già! Chi l'avrebbe mai pensato!...   Ebbene!...  Sapete adesso che cosa penso io?!...  Io penso che (irato) che in primo luogo dovreste   andar fuori tutti   da casa   mia...  E alla svelta! Altrimenti la questura   la chiamo io, la chiamo!...  Via!.. Via   tutti!...  Lei, Santone   delle   mie scatole...  Sante Ricchione...

DRAGONE - Dragone, prego, Dragone! (via)

PAOLINO - Lei signor finto professore dei matti! (Kustly via) Tu Luigi, che avresti dovuto essermi amico e invece...  Via!

LUIGI - Ma lascia che ti spieghi!...

PAOLINO - Non c'è nulla da spiegare! Via, via! (via) E tu, Lalli, anche tu...  bella amica ti sei dimostrata per mia moglie!...  Un cornetto su, uno giù...  E volevi continuare la tresca in casa mia con il tuo amante Ricchione!...

LALLI - Dragone! (via)

PAOLINO - Dragone o ricchione o imbroglione è uguale! Non cambia la suonata! Via! Non vi voglio più in casa mia! Qui resto solo in compagnia di mia moglie, alla quale voglio un bene da morire, e anche...  anche in compagnia (tosse) di mia suocera...  sì...  anche lei può rimanere...  perché dopo aver tirato tutte le somme, è sempre stata sincera...  e anche se qualche volta non siamo andati completamente d'accordo, beh! non ha mai cercato d'imbrogliarmi! Abbiamo litigato, è vero, ma mai con cattiveria...   Erano litigi che...  in fondo in fondo...  ma proprio in fondo... erano a fin di bene...

Scena ultima

PAOLINO - Sono andati via tutti? (pausa, si guarda attorno, non ancora persuaso) Che pace! Come si sta bene accanto alle persone a cui si vuole bene!...  Ma scusate un attimo, donne, per l'ultima volta, ve lo giuro, è proprio l'ultima volta veramente, lasciatemi sfogare...   Vorrei parlare da solo, se permettete!

SIMONA - Ma che sia veramente l'ultima volta

PAOLINO - Giuro! (a Belzebù) Oei! Belzebù! Cosa pensi di questo mondo? Come è andata a finire la tua inchiesta infernale?

BELZEBÙ - E' fallita miseramente!

PAOLINO - E perché mai?

BELZEBÙ - Ho quasi vergogna a dirlo. Ma non è vero che tutte le colpe siano da addossare alle donne. Anche gli uomini hanno le loro responsabilità. Se in questo secolo il mio capo non trova più favori presso il gentil sesso, le cause vanno ricercate altrove, non certo nel comportamento delle donne. Non è giusto classificare tra i cattivi le donne e tra gli onesti gli uomini...  C'è buono e cattivo nella stessa misura, sia tra gli uomini che tra le donne!

PAOLINO - E ora cosa farai?

BELZEBÙ - Tornerò all'inferno e riferirò al mio capo le mie impressioni...  quello cioè che ho potuto constatare in casa tua, grazie anche alla tua collaborazione...

PAOLINO - Dunque, mi lasci?

BELZEBÙ - Credo ormai di non aver più bisogno di te...

PAOLINO - Ma...  ma...  Simona?

BELZEBÙ - Quella rientra nel patto... Te la lascio come si chiama in eredità. La parola è parola... Ma...

PAOLINO - Ma?

BELZEBÙ -Non lamentarti dopo, eh!?

PAOLINO - Certo che no! Mi hai tolto un peso dallo stomaco.

BELZEBÙ - Arrivederci!

PAOLINO - Che arrivederci?...  Addio! E.. per sempre!...  Almeno...  spero! (alle donne) Bene! Ho finito di parlare da solo! Voglio proprio festeggiare per essermi liberato di tutte le diavolerie che sono entrate in questa casa! (Si alza, prende una bottiglia e tre bicchieri, ritorna a sedersi) E' vino buono questo! E' vin santo!

SIMONA - (mentre Paolino versa da bere) Adesso che sei ritornato normale...  che ti sei calmato... voglio raccontarti quello che mi è capitato una notte...  Si vede che avevo mangiato troppo e non avevo ben digerito...  verso le tre, tre e un quarto, mi sveglio e, girando gli occhi dalla tua parte... mi è parso d'aver visto un brutto muso, tutto nero, così nel dormiveglia...  mi è parso anche d'averlo per sbaglio sfiorato...  e mi pareva che scottasse...  come un tizzone ardente...  e  tra l'altro, in fondo alla schiena, mi è sembrata d'aver visto una piccola coda che scodinzolava felicemente...

PAOLINO - Dove hai detto che era questa brutta bestia?

SIMONA - Nel nostro come si chiama letto, naturalmente...

PAOLINO - O Signore!...  Ho bisogno di parlare un'altra volta da solo! (via)

CALA LA TELA