Un divorzio amichevole

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                                          UN DIVORZIO AMICHEVOLE

                                                                      DI

                                                          PIERRE CHESNOT

PERSONAGGI:

ROLAND BARROT

GILLES DELARIVE

PATRICK VERTBOIS

MONIKA MULLER

STEPHANIE MERCIER

GENEVIEVE MERCIE (madre di Stephanie)

LAETITIA

LA SCENA:

Un edificio moderno; il salotto di Roland Barrot, pubblicitario televisivo

Un misto di anni ’30 e di moderno.

Non è un arredamento freddo, perché contrassegnato da un lieve disordine dovuto al quotidiano e tradisce la presenza di una bimba che non mette in ordine i suoi giocattoli.

A sinistra, una porta si affaccia sull’ingresso.

In fondo a sinistra, la porta della cucina.

A destra, la camera di Julie.

In fondo a destra la camera di Roland e Fabienne.

Tra la porta della cucina e quella della camera di Julie, una grande porta a vetri si affaccia su una terrazza dalla quale si vedono i tetti imbiancati di neve; è inverno.

                                                        PRIMO ATTO

Quando si alza il sipario, Roland sta componendo un numero di telefono. E’ molto abbattuto.

ROLAND         Pronto, mamma…mammma…Fabienne mi ha lasciato…se n’è andata portandosi via Julie, e vuole divorziare…Ieri sera…Te l’aspettavi…te l’aspettavi! Senti, mamma, se ogni volta che un marito ha una storia con la segretaria la moglie se ne andasse via di casa, dove si andrebbe a finire!...E quando ha saputo che la storia con Stephanie durava da sette anni, mi ha fatto una di quelle scenate!....Sì, mamma, vuol divorziare, mi ha già dato il nome del suo avvocato. Tu la conosci, Fabienne: se dice “divorzio”, è divorzio…Sì, mamma, ho già telefonato. E Julie! Povera piccina! Si chiederà che cosa sta succedendo. Come?...Pensarci prima…Senti, mamma, non è il momento di fare la predica, e comunque è troppo tardi…No, non so dove siano…Ho telefonato a mia suocera, che mi ha sbattuto il telefono in faccia. Forse sono andate a dormire da Natacha o da Janine. (suonano) Mamma…hanno suonato…ti richiamo…ciao!

Roland riaggancia e va ad aprire. Entra Gilles Delarive. E’ un uomo di una quarantina d’anni, dall’aria estremamente seria. Scuote il soprabito pieno di neve.

GILLES                   Ciao! Allora è vero?...Fabienne se n’è proprio andata?

2

ROLAND           Sì, ieri sera…Vuol divorziare.

GILLES               Sei sicuro? Dice sul serio?

ROLAND         Toh, guarda: mi ha anche dato il biglietto da visita del suo avvocato – Jacquemart – lo conosci?

GILLES                No. Se ho ben capito, deve aver saputo di Stephanie…

ROLAND        Appunto. Ma intanto ti faccio notare che è lei che ha abbandonato il tetto coniugale portandosi via mia figlia.

GILLES            Piano, Roland! Non c’è abbandono del tetto coniugale se non dopo due mesi dalla scomparsa. Non siamo ancora a questo punto!

ROLAND             Non ritornerà, lo sento.  

GILLES                 Vorrei poterlo credere. Ma conosco il suo carattere…

ROLAND              E’ vero! E’ già difficile quando è di buon umore…

GILLES                 Roland e Fabienne che divorziano1 questa poi…

ROLAND              Lo vedi? Può capitare tutto!

GILLES                  Eppure, vi volevate bene…

ROLAND              Ci adoravamo…Lo vedi, ne parlo già come di cosa passata.

GILLES           Già, vi sono momenti in cui il tempo sembra scorra più veloce. Da quanto tempo eravate sposati?

ROLAND              Dal 12 giugno 1973. Ah, lo ricordo ancora…una giornata magnific…Fabienne aveva un abito da sposa da sogno: era come una nuvola di velo…

GILLES                   Risparmiati la descrizione. C’ero anch’io!

ROLAND               Già, è vero…Era meravigliosa, no?

GILLES                   Fantastica. Eravamo tutti un po’ invidiosi

ROLAND          Che pasticcio! Proprio un bel pasticcio! Ti supplico, Gilles, se deve esserci un divorzio, promettimi che si farà bene e nel modo più dignitoso possibile. Capisci cosa intendo dire?...

GILLES                   Sì. Un divorzio amichevole.

ROLAND                Esatto. Un divorzio senza pianti, senza liti, senza scenate. Sarà pur possibile, no?

GILLES                    Qualche volta…Avvierò subito la procedura, ma ti confesso che la cosa mi rattrista. Che cosa è successo, esattamente?

ROLAND                  Sì sono telefonate. E quando la moglie e “l’altra2 si telefonano, è un disastro…Sì, perché situazioni di questo genere si tengono in piedi solo grazie a piccole bugie, omissioni, scuse. E all’improvviso, bastano poche frasi…

GILLES                   ….e il piccolo edificio si sgretola…

ROLAND               Già. E ci troviamo presi in contropiede.

GILLES                    E Stephanie?

ROLAND           Dire che è triste sarebbe una bugia. E’ al settimo cielo. Per forza, il campo è finalmente libero. Le ho dato la notizia: mi ha detto “vengo subito”. Infatti la sto aspettando.

GILLES                     E tu come ti senti?

ROLAND                 Non saprei: sono ancora sotto choc. Non si cancellano quindici anni di vita in comune con un tratto dei penna…Quanto a Julie, mi manca molto. Se pensi che non si addormenta se il suo papà non le racconta una favola…Mi chiedo che ne sarà di loro…Vedi non posso fare a meno di preoccuparmi.

GILLES                      Fai male. Fabienne è ancora giovane e molto graziosa.

ROLAND                  E con questo?

GILLES                      Magari incontrerà presto qualcuno.

ROLAND                  Qualcuno?

GILLES                      Sì, spesso le cose finiscono per aggiustarsi molto meglio di quanto non ci creda…La donna si risposa e i figli ritrovano un padre.

ROLAND                   Un nuovo padre, vuoi dire?

GILLES                        Sì, son cose che succedono, sai.

ROLAND                     Julie, con un nuovo papà?...Ma quella piccina stravede per me…      

3

GILLES        Beh, farà come tanti altri bambini, che imparano a vivere tra genitori divorziati. Fabienne può benissimo incontrare una persona perbene capace di dare a Julie la tenerezza   e l’affetto di cui ha bisogno.

ROLAND         Ah, sì, eh?...Tu credi, vero?

GILLES             E’ quel che vedo tutti i giorni.

ROLAND          Allora, se ho capito bene, tra un anno Fabienne potrebbe risposarsi con chissà chi, e questo “chi “ potrebbe prendersi Julie sulle ginocchia e coccolarla?

GILLES              Ma andiamo, Roland…E’ normale, no?

ROLAND             Per carità! E’ semplicemente insopportabile.

GILLES                 Ma vale anche per te: potresti anche tu sposare una donna con una bambina.

ROLAND              Già!  Tu mi ci vedi, a tener sulle ginocchia una bambina che non conosco?....Non potrei mai. C’è chi lo farebbe, ma non io. Perciò – che cosa debbo fare?

GILLES                Per il momento non c’è da fare granchè. Se vuoi, puoi andare al commissariato a denunciare l’allontanamento di tua moglie, e basta.

ROLAND              Che pasticcio!! Proprio che pasticcio! Se penso a questa casa!...A quanto ci siamo dati da fare per metterla su…Le discussioni per l’arredamento…la ricerca dei tessuti, dei parati, della moquette…”Ti assicuro, caro, che questo color sabbia è molto più luminoso, e poi si accompagnerà molto meglio con i mobili biondo dorato”. E le tende – una vera cerimonia….Tre mesi di ricerche…ventiquattro viaggi dal tappezziere all’altro capo di Parigi. Non andava mai bene niente. Troppo corte…troppo lunghe…Ti risparmio il rivestimento del bagno…

GILLES                Sì, per favore. Vado di fretta.

ROLAND             Abbiamo girato tutta Parigi! Alla fine l’abbiamo fatto venire dall’italia tramite un amico che conosceva il direttore di una fabbrica vicino a Firenze. Ti rendi conto!

GILLES                 Certo!

ROLAND              Se fossi costretto a vendere, non potrei neppure portarlo via.

GILLLES                Chi ti dice che saresti costretto a vendere? Se dai a tua moglie l’equivalente di quello che lei può pretendere di avere, forse si può evitare.

ROLAND               Sarebbe magnifico, perché così Julie potrebbe conservare la sua cameretta, capisci. E poi, non me la sento proprio di traslocare. Abituarsi a dei nuovi fornitori, salutare nuovi vicini…

GILLES                    A proposito di vicini, quando sono arrivato, c’era uno che stava traslocando, proprio sul tuo pianerottolo.

ROLAND                   Che tipo è?     

GILLES                       Aria da giovane dirigente, dinamico, sorridente, simpatico.

ROLAND                    Beh, si vedrà. Se penso che dovrò abituarmi a vivere senza Julie…

GILLES                        All’inizio sarà certamente un po’ duro, ma vedrai, finirai per abituartici.

ROLAND                    E tu, come vai?

GILLES                        Chi io? perché?

ROLAND                     Con Nicole …tutto bene?

GILLES                         Sì, benissimo, ma perché me lo chiedi?

ROLAND                Mi sento come il malato che vede al suo capezzale il medico in piena forma. La salute degli altri dà fastidio…

GILLES                          Non posso inventarmi una piccola disgrazia per farti piacere! E poi io, caro mio, non ho altre donne che mia moglie.

ROLAND                         Già e fai bene. Perché sai, tutto sommato, un’amante è come una casa di campagna: quando hai la debolezza di fartene “una”, finisce che sei costretto ad “andarci”….

GILLES                              Sono perfettamente d’accordo con te.

ROLAND                          Senza contare che si passa la maggior parte del tempo a litigare: la prima volta, quando te ne vai. “Ma come, te ne vai già’ valeva la pena che mi dessi tanto da fare a prepararti la cena!”....E la seconda volta quando ritorni  a casa: “Ma come, arrivi a quest’ora? La cena si è raffreddata! Pensi solo a te stesso!” e poi, il più delle volte sei costretto a mangiare due volte, e se sei a dieta diventa un incubo. Ah, no! Se tornassi indietro, ci penserei due volte. Sul serio! Che pasticcio…ma che pasticcio!...Che ne sarà di me, senza Julie?

4

Gilles si è alzato, ha ripreso il soprabito e si dirige verso la porta.

GILLES          Comunque, dai retta  a me. Non startene a casa a piangere sul latte versato…Esci…vedi gente…viaggia…

ROLAND                Io! Piangere sul latte versato! Allora non mi conosci!...

GILLES                    Bisogna reagire subito, capisci…

ROLAND                E’ proprio quello che intendo fare.

GILLES                    Telefonerò all’avvocato Jacquemart e ti terrò informato.

ROLAND         Se hai bisogno di me, lasciami un messaggio sulla segreteria, e ti richiamerò immediatamente.

GILLES             Promesso. Ti saluto!

ROLAND          Grazie, Gilles. Abbraccia Nicole e la bambina. Approfittane finchè sei in tempo, perché come vedi la felicità fa presto a dileguarsi.

GILLES                 A presto, e fatti coraggio, amico mio! Non abbatterti!

ROLAND            Non preoccuparti, mi sforzerò. (Roland riaccompagna Gilles alla porta. Quando ritorna, ha l’aria sfinita e si lascia andare sul divano). Che guaio!...Proprio un guaio!...

Si versa un abbondante whisky. Una scampanellata. Roland riassume un atteggiamento più dignitoso per andare ad aprire. Si sente una voce di uomo.

VOCE PATRICK      Buongiorno, mi scusi se la disturbo. Sono il suo nuovo vicino, Patrick Vertbois. Ho traslocato stamani e avrei bisogno di un giravite per appendere le tende nella camera. Non riesco a trovare la cassetta dei ferri.

ROLAND                 Ah, sì…certo…si accomodi.

Patrick Vertbois entra. E’ un uomo sui trentacinque anni, l’aria di un tipo molto sicuro di sé.

PATRICK                 Grazie. Lei non sa che significa un trasloco….

ROLAND                  Non me ne parli, è terribile! Glielo prendo subito.

PATRICK                   Lei è molto gentile.

ROLAND                   Lo conosco, il suo appartamento. Non è niente male.

PATRICK                   Ho una stanza in meno.

ROLAND                   Sì, ma è più assolato.

PATRICK                    L’appartamento dove abitavo era grande: cinque stanze e un balcone.

ROLAND                   E come mai ha cambiato?

PATRICK                   Mia moglie mi ha lasciato. Già, sono divorziato da un anno.

ROLAND                   E ha dovuto lasciare l’appartamento di sua moglie?

PATRICK            Sì, purtroppo. Era suo. E siccome sta per risposarsi, era più opportuno che fossi io ad andarmene. E poi, per la bambina, è più semplice: conserva la sua camera.

ROLAND                    Oh, anche lei ha una bambina?

PATRICK                     Marie-Sophie, sei anni.

ROLAND                     Mi diceva che sua moglie si sposa?

PATRICK                      Sì, fortunatamente con uno molto a posto…molto, molto a modo. Sono fortunato.

ROLAND                     Ah, sì? Uno si prende una moglie e sua figlia e lei si ritiene fortunato?

PATRICK                   Sì. E’ un chirurgo di fama, guadagna bene e preferisco sapere che mia moglie e mia figlia con uno così, piuttosto che con un tipo qualunque con una posizione precaria. Sarebbe solo una preoccupazione in più.

ROLAND                Ha ragione. Ci stanno talmente a cuore, che anche dopo ci si preoccupa della qualità dei loro futuri mariti.

PATRICK               Appunto. Quando le ho chiesto: “Che cosa fa?” e lei mi ha risposto: “Chirurgo all’Ospedale Foch a Saint-Cloud”, ho quasi tirato un sospiro di sollievo.

ROLAND               Spero che non le abbia anche fatto le congratulazioni.

5

PATRICK             No, ma ci è mancato poco.

ROLAND            E di morale come si sente?

PATRICK            Sempre meglio.

ROLAND            Non ha avuto crisi depressive?

PATRICK             Forse, all’inizio. Ma adesso, va meglio.

ROLAND             Mi scusi, forse le sembrerò indiscreto, ma vede, mi è capitata esattamente la stessa cosa: mia moglie se n’è andata ieri sera, portandosi via la bambina. Tre giorni prima di Natale! E’ triste, sa!

PATRICK           Nel mio caso, fu il giorno prima delle vacanze.

ROLAND           Cos’è che voleva?

PATRICK           Un giravite.

ROLAND           Ah, sì! Mi scusi…mi trovo in uno stato…non so più che cosa faccio.

PATRICK           Eh, lo so, i primi giorni è dura…

ROLAND           A lei, com’è successo?

PATRICK           Semplice, una sera, rientrando a casa, infilai la chiave nella toppa. Non girava più. Sulle prime credetti di essermi sbagliato di piano, poi suonai. Chantal mi apre – solo uno spiraglio – e mi fa: “Ho fatto cambiare la serratura. Non abbiamo più niente da dirci. La valigia è in portineria. Ho telefonato a tua madre, ti aspetta”.

ROLAND              Aveva pensato a tutto!

PATRICK              E’ una Vergine, perciò si può immaginare!

ROLAND              E poi?

PATRICK               Cosa dovevo fare? Uno scandalo sul pianerottolo? Sono sceso e ho ritirato la valigia dal portiere.

ROLAND               E se n’è andato da sua madre.

PATRICK               Niente affatto! Non crederà che avessi intenzione di fare tutto quel che voleva lei. Presi un taxi e mi feci portare a Roissy, deciso a prendere il primo aereo in partenza.

ROLAND                Per dove?

PATRICK                Nessuna parte. C’era lo sciopero. Dormii all’albergo dell’aeroporto. Il giono dopo m’era passata la voglia. E allora andai da mia madre. Passai otto giorni a letto. Al buio…come morto. E poi, una mattina, un raggio di sole filtrò attraverso le persiane e mi alzai. Non stavo ancora molto bene, naturalmente, ma già mi sentivo meglio. Tre giorni dopo partii per Roma. Ed è stato un piacere ritrovare le romane!....

ROLAND                Ha avuto un’avventura con una romana?

PATRICK                 No. Con una svizzera.

ROLAND                 Beh, perché no.

PATRICK                 E mi ha fatto bene! Sentire di nuovo parole d’amore, anche se con un accento svizzero, era meraviglioso! Ho ritrovato il gusto della vita e da allora approfitto del mio celibato, fino in fondo…Al massimo! Quando penso a tutte le splendide donne che si annoiano a Parigi e che aspettano una sola cosa: me! Come potrei star giù di morale1 del resto la mia agenda si arricchisce ogni giorno di più. Ecco perché ho assolutamente bisogno di un giravite. Devo metter su le tende. C’è una che viene stasera, “per aiutarmi”, dice lei, a sistemarmi. Se la vedesse!...Ventotto anni…che gambe!...

ROLAND                Mi scusi, ma per il momento queste cose non m’interessano.

PATRICK                 Oh, le passerà presto, vedrà.

ROLAND                 Può darsi. E il suo divorzio com’è andato?

PATRICK                  Benissimo.

ROLAND                  Niente scene, pianti, drammi?...

PATRICK               Macchè!...Pensi che la settimana scorsa abbiamo pranzato tutti e tre insieme, per mettere a punto alcuni dettagli.

ROLAND                   E la bambina non si annoia con nuovo papà?

PATRICK La cosa la sorprenderà, ma credo proprio di no. Ed è comprensibile: quell’uomo adora tutto quello che a lei ama fare: andare in bicicletta al parco, pattinare sul ghiaccio, il tennis. E’ raggiante.

ROLAND                   Raggiante, poi!

PATRICK                   Beh, tanto meglio, no?

6

ROLAND           Forse…

PATRICK           L’ha detto con un tono….

ROLAND           Può darsi, perché le confesso che ho in bocca un gusto molto amaro…

PATRICK            La capisco, ma deve reagire.  Fra tre giorni è Natale. Cos’ha intenzione di fare?

ROLAND         Beh, dovrò passarlo per forza con Stephanie. È  una mia amica….in un certo senso è proprio per colpa sua che è successo tutto questo.

PATRICK        Comunque, se ha bisogno di me, mi suoni. Da un anno in qua ho messo a punto piccole ricette anti-depressive molto, molto efficaci.

ROLAND            Grazie. A presto.

Patrick esce col giravite. Una volta solo, Roland riassume l’aria smarrita. Apre la porta della camera di Julie e ne esce con una enorme pantera rosa di peluche che guarda con tenerezza prima di sistemarla su una poltrona. Va al bar e si versa un altro bicchiere di whisky che manda giù con un sorso. Suonano alla porta. Roland va ad aprire. Entra una donna giovane e carina sulla trentina. Ha l’aria decisa e non sembra affatto contenta scontenta di trovarsi là.

STEPHANIE         Allora è vero!

ROLAND             Sì.

STEPHANIE     Quando stamattina mi hai detto: “Fabienne se n’è andata” non riuscivo a crederlo. Bada bene, detto fra noi va benissimo, perché visto che tu non eri capace di deciderti, ci ha pensato lei. E poi, è di parola. Ha fatto esattamente quello che aveva detto, e al momento giusto.

ROLAND           Perché, tu lo sapevi?

STEPHANIE       Sì. Tre giorni fa mi ha telefonato per dirmi che se volevo potevo venire a installarmi qui.

ROLAND           E non mi hai detto niente?!

STEPANIE         Non sarebbe cambiato niente. Sai, quando una donna dice ad un’altra: “Può anche trasferirsi a casa mia”, vuol dire che è finita. Del resto se mi sono permessa di precipitarmi qui è perché avevo l’autorizzazione.

ROLAND            Poteva anche chiedermi se ero d’accordo!

STEPHANIE        Credo che il tuo parere non le importasse. E così,  questo sarebbe il famoso appartamento! Tu permetti?...

ROLAND             Prego…(Stephanie apre le porte e guarda in giro esaminando ogggetti e mobili). Alcune cose, penso le vorrà indietro.

STEPHANIE          Meglio così, perché non tutto è di mio gusto. I cuscini, le tende, ad esempio…orrendi, non trovi?

ROLAND                Li avevamo scelti insieme.

STEPHANIE            (indicando un quadro) Quello crosta, poi…

ROLAND                 Crosta?! Ma è un Mikoto autentico!

STEPHANIE             Figuriamoci come sono i falsi!...E quel secretaire, è suo?

ROLAND                 Sì, e ci tiene moltissimo.

STEPHANIE             E la cucina, poi…

ROLAND                  Perchè cos’ha la cucina?

STEPHANIE              E’ orrenda. Che idea, una cucina arancione. E’ un pugno in un occhio, non trovi?

ROLAND                   Stephanie…Stephanie..me lo faresti un favore?

STEPHANIE               Certo…

ROLAND                 Non mi sento molto bene, e se per te è lo stesso, vorrei stare un po’ solo. Scusami. Torna magari domani a pranzo, se vuoi, ma stasera non me la sento di discutere sul colore della cucina.

STEPHANIE               Capisco…Siamo giù di corda…La mammina ci ha abbandonato…E’ così?

ROLAND                    In un certo senso. Mamma e figlia in una sola volta, è troppo.

STEPHANIE                Come vuoi. Hai da mangiare per stasera?

ROLAND                     Non ho fame. Prenderò un sonnifero e andrò subito a dormire, perché di certe giornate bisogna liberarsi prima possibile.

STEPHANIE                 Mentre altre bisogna assaporarle con gusto.

7

ROLAND                   Non me ne vuoi, vero?

STEPHANIE               Ma no. Vai a nanna e dormi bene. Domattina ti chiamo.

ROLAND                   Non prima delle sette.

Suonano. Roland va ad aprire. È Patrick.

PATRICK                    Non avrebbe un martello da prestarmi?....Oh, mi scusi,  non è solo!

ROLAND                   Niente di grave, si accomodi. Stepanie, ti presento Patrick Verbois, il mio nuovo vicino di casa, e questa è Stephanie, la mia….

STEPHANIE                 …futura moglie…

PATRICK                     Molto lieto. Dunque, se verrà a stare qui, non mancherà l’occasione di rivederci.

STEPHANIE                Certo. Mi scusi, ma stavo andando via. (Bacia Roland più che tenerosamente) A domani. (Esce)

PATRICK                      (con ammirazione) Complimenti, smico mio! Vedo con piacere che si è rimesso in piedi prima di me.

ROAND                         (con aria sinistra) Lei crede?

                                                 

                                                  BUIO

                                       SECONDO QUADRO

L’albero di natale brilla in mezzo al salotto. Roland, sprofondato in una poltrona, guarda – senza vederla – la televisione che diffonde canti di Natale. Suonano. Roland si alza: indossa un vecchio maglione, non è rasato e porta ai piedi delle vecchie pantofole. Entra Patrick, in abito da sera. E’ in piena forma.

PATRICK                Buon Natale!

ROLAND                Buon Natale!

PATRICK                Mi sono appena accorto che ho lasciato a lei anche il secchiello per lo champagne. Non ne avrebbe uno, alle volte?

ROLAND                Sì. Esce?

PATRICK          No. Aspetto una persona. Ho preparato una cenetta per due…le dico solo questo: una danese rimorchiata oggi al Centro Pompidou. Per rimorchiare. Il Centro Pompidou è speciale. Una ragazza…su-per-ba!....certi occhi…per non parlare delle gambe!...

ROLAND               Buon per lei.

PATRICK               Prego?

ROLAND               Era una battuta di spirito.

PATRICK                Beh, che c’è? Non si sente bene?

ROLAND               (sta per crollare) E’ la prima volta che passo il Natale senza Fabienne e Julie.

PATRICK                Nessuna notizia di loro?

ROLAND         No. Avevo persino comprato tutti i regali i regali. (Va a prendere dei pacchetti). Una bambola, la casa di Barbie, un ferro da stiro, una cucina con tutti i legumi e un piccolo carillon che suona…Non so neppure come farle avere tutto. Tramite avvocati, forse…Che allegria!

PATRICK             Magari sono semplicemente dai suoi suoceri.

ROLAND          Ho chiamato più di una volta, ma quando mia suocera sente la mia voce, piglia e rimette giù.

PATRICK         Eh, capisco, amico mio, sta passando un brutto momento. Eppure la giovane che ho intravisto l’altro giorno sembra molto attaccata a lei.

ROLAND          Per questo, lo è.

PATRICK           E lei?

8

ROLAND        Anch’io, naturalmente…non si può stare sette anni con una persona senza che si creino dei legami….

PATRICK             Ah….sono dunque sette anni che…

ROLAND          Sì. E’  per causa sua che mi trovo in questa situazione. Un giorno mia moglie le ha telefonato e le ha detto: “So che lei è l’amante di Roland!” E quella , invece di negare o inventare una scusa plausibile, le risponde: “Sì”. Si rende conto!

PATRICK            Effettivamente, è stata poco furba.

ROLAND           Lei è l’amante di Roland?...Sì!....Come vuole che si possa sistemare una situazione del genere! Impossibile. E sa che cosa mi ha detto, per giustificarsi…”Mi ha colto di sorpresa, sono stata presa dal panico”: si rende conto! Se dovessimo farci prendere dal panico, noi!...Insomma, per farla breve, la frittata era fatta…”Lei è l’amante di Roland?...Sì….”E’ proprio….

PATRICK         …..maldestro…

ROLAND            No, è criminale!

PATRICK            Per concludere, che cosa fa, stasera? È solo?

ROLAND             Sì e no. Aspetto Stephanie. Ha prenotato un tavolo su un battello e poi si è messa in testa di trascinarmi alla Messa di Natale.

PATRICK           Ma non si è ancora preparato!

ROLAND          Lo so….E’ da oggi pomeriggio che mi dico: “Roland, devi farti la barba”. La verità è che non mi va più di fare niente…Per esempio: un segno che non sbaglia mai, di solito la sera, qualunque cosa accada, mi dedico all amia collezione di francobolli. Beh, son trte giorni che non apro neppure un album.

PATRICK            E’ collezionista?

ROLAND            Oh, sì! Ho una collezione favolosa. Un giorno o l’altro gliela mostrerò. Che ora è?

PATRICK             Le nove. Dovrebbe prepararsi.

ROLAND             Lo so…

PATRICK             E’ stato dal dottore?

ROLAND             Non ancora.

PATRICK             Dovrebbe farsi vedere, non crede?

ROLAND             Forse.

PATRICK             (tende l’orecchio) Oh! Mi par di sentire il mio campanello.

ROLAND             Buona serata!

PATRICK   Poi le racconterò. (Patrick esce; si sente la sua voce sul pianerottolo) Ah!...Eccola…Stupenda!...Ero dal mio vicino…Mi scusi un momento…(Patrick riappare e fa cenno a Roland di affacciarsi alla porta di ingesso. Roland, anche se controvoglia, obbedisce). Roland, le presento Karen, la mia amica danese. Il mio vicino…(sottovoce, a Roland) Ha visto che bocconcino?

ROLAND             Sì… E’ proprio…carina.

PATRICK             Arrivederci! E….su con la vita, eh?

Patrick scompare e richiude la porta. Roland afferra un giocattolo ai piedi dell’albero e va a rannicchiarsi su una poltrona. Giocherella un po’ con il pupazzo. Suonano. Roland si alza a fatica e va ad aprire. È Stephanie. Indossa un abito elegantissimo, da sera, lungo, con la stola di visone bianco. Nel vedere Roland combinato com’è, ha un tono di stupore.

STEPHANIE          Non sei ancora pronto? Ma lo sai che ora è? Mi hanno riservato due posti sul battello fino alle dieci!

ROLAND                 Scusami…volevo prepararmi…e poi…

STEPHANIE             Che intendi fare?

ROLAND                 Quando?

STEPHANIE             Adesso.

ROLAND                 Non lo so.

STEPHANIE             Ah! ho capito…Restiamo qui…è così?

ROLAND                 Ti dispiace?

9

STEPHANIE         Per carità, ci mancherebbe! Niente affatto! Ho passato il pomeriggio dal parrucchiere, ho preso tre taxi per far modificare questo vestito e averlo in tempo, ho girato tutta Parigi per trovare la borsa intonata, per ritirare le scarpe che avevo provato al polo opposto della città, tremando alla sola idea che la commessa che mi aveva promesso di tenermele da parte potesse averle vendute…ho girato dodici profumerie per trovare un ombretto che non si trova quasi più…e per finire ho dovuto supplicare un gioielliere di farmi una saldatura a uno di questi magnifici orecchini, che si era rotto. Insomma, sono sul piede di guerra dalle sette di stamani e ho appena avuto il tempo di mandar giù un panino per essere pronta…e guarda! Lo sono. E quando arrivo che ti trovo? Uno spaventapasseri che mi domanda se mi dispiace di aver fatto tutto questo casino per niente.

ROLAND              Stephanie, sono davvero desolato….

STEPHANIE?        Davvero? E cosa proponi di fare?

ROLAND               Per…per stasera?

STEPHANIE          Già, per stasera. Hai qualche idea?

ROLAND              Ehm…potremmo benissimo cenare qui…

STEPHANIE          Ah, beh! Hai preparato qualcosa?

ROLAND               No…ma qualcosa si può sempre rimediare…

STEPHANIE          Qualcosa?

ROLAND               (entrando in cusina) Ci sono dei ravioli…delle lenticchie…

STEPHANIE           Roland…credi sul serio che mangerò delle lenticchie la vigilia di Natale, vestita come sono?

ROLAND               Aspetta!...Non ci sono solo le lenticchie..ho anche delle acciughe.

STEPHANIE          Stai scherzando, vero?

ROLAND              Non arrabbiarti!...Senti! ho una scatola di cozze! Lo vedi, abbiamo già i frutti di mare.

STEPHANIE    (seccamente) Roland! Hai esattamente dieci secondi per farti venire un’idea geniale, altrimenti non rispondo di me.

ROLAND              Aspetta!...Aspetta!...Ci sono!...Ma sì! Perché non ci ho pensato prima!

STEPHANIE          A cosa?

ROLAND              Alla trattoria!.....Ce n’è una sotto casa.

STEPHANIE          E’ buona?

ROLAND            (componendo un numero al telefono) Sì!...Spesso con Fabienne, quando eravamo stanchi, ci facevamo portare un pasto. Pronto..parla Barrot…17, rue Grange Batteliere…Potrebbe mandarmi due…(balbetta) appunto…ma il più presto possibile, per favore…Grazie tante.. perfetto. Mandano su subito, e sono sicuro che la troverai un’idea meravigliosa.

STEPHANIE          Lo spero proprio, Roland.

Suonano. Roland va ad aprire. E’ Patrick.

PATRICK           Mi scusi, amico mio, ma non avrebbe per caso delle pinze da aragosta? (vede Stephanie) Oh! Complimenti!...Lei è superba!...Buon Natale!...

STEPHANIE         (sinistramente)  Buon Natale!

PATRICK              Ho comprato delle aragoste, ma avevo dimenticato che non avevo le pinze.

STEPHANIE          Lei ha delle aragoste, a casa sua?

PATRICK               Sì, e sono stupende!

STEPHANIE           E dopo?

PATRICK               Dopo, cosa?

STEPHANIE          Dopo le aragoste, che cosa mangia?

PATRICK          Delle quagliette, in gelatina al porto e un ceppo gelato, il tutto annaffiato con Dom Perignon…

STEPHANIE           E tutto questo, per lei solo?

PATRICK               Oh no!...Ho un’amica.

STEPHANIE           Lo immaginavo. Sarà soddisfatta.

PATRICK                Oh sì…ha l’aria molto distesa.

STEPHANIE           Dunque è ovvio che si tratterrà…

PATRICK                Certo. Perché?

10

STEPHANIE           Oh, niente!

Roland ritorna

ROLAND               Credevo di averla, ma mi dispiace, non ho pinze.

STEPHANIE           Non se la prenda, sono certa che saprà farsi perdonare.

PATRICK                E voi, cosa fate, stasera?

STEPHANIE         Beh, a conti fatti, preferiamo restare a casa. C’è una tale bolgia per Parigi, e i ristoranti sono così rumorosi e pieni…

PATRICK                E il battello?

STEPHANIE           Soffro di mal di mare.

PATRICK                Se è così, fate ben. Buon Natale!

STEPHANIE           Faccia anche tanti auguri di Buon Natale alla sua amica, da parte mia.

PATRICK               Molto gentile da parte sua. Non mancherò.

Patrick esce, accompagnato da Stephanie, quando lei rientra, Roland è di nuovo rannicchiato in una poltrona, completamente annientato.

STEPHANIE           Roland!...Ma insomma!...Che ti prende?...Non ti riconosco più!

ROLAND                Eppure sono sempre io…

STEPHANIE       Ti assicuro che non si direbbe! Io che ti ho conosciuto così allegro, pieno di fantasia, di idee…Tu che organizzavi partenze improvvise per Venezia,  alle nove di sera…che a volte il venerdì, uscendo dall’ufficio, mi facevi salire sul primo aereo per Londra, solo per vedere una commedia musicale!...Ma Roland, ricordi, non ti fermavi un momento!...

ROLAND               Lo so…lo so…solo che, capisci, a quell’epoca non ero libero…Già, è proprio questo il punto. Rubavo….rubavo del tempo. E credi a me, non c’è niente di più delizioso dei ritagli di tempo rubati. Piccoli frammenti di felicità strappati al quotidiano e al tran-tran dei giorni grigi. E poi, c’è anche quell’impressione di pericolosità, di mistero, insomma, un pizzico d’avventura, sai com’è…

STEPHANIE            E allora?...Che cosa è cambiato?

ROLAND                Tutto.

STEPHANIE            L’hai detto con un tono! Davvero, non capisco che cosa ti succede.

ROLAND                Neppure io.

STEPHANIE        Ma insomma, te l’aspettavi, questa separazione! Ricordi, mi ripetevi sempre, allora: “Piccola mia , sii ragionevole…Per il momento non sono libero, ma ti prometto che è l’ultimo Natale che passi da sola”…E io, stupida, ogni volta ci cascavo!...E finivo a passare la sera di Natale da mia madre, che ogni anno mi diceva: “Quello se ne frega, di te1 non lo capisci?”…E io: “Ma no, mamma, a modo suo mi ama”…E poi, ce ne andavamo alla Messa di mezzanotte come due vecchiette, mentre tu festeggiavi allegramente il Natale con tua figlia, tua moglie e i vostri amici.

ROLAND               Beh, come vedi, non ti ho mentito: stasera non sei sola.

STEPHANIE       Infatti. Non è ancora l’ideale, ma va già meglio. A proposito: la mamma vorrebbe conoscerti. Dopo sette anni che sente parlare di te, è abbastanza naturale, no?

ROLAND           Sì.

STEPHANIE       E così ho pensato che si potrebbe passare la notte di Capodanno insieme.

ROLAND            Se ci tieni.

STEPHANIE        Non preoccuparti, penserò io a tutto.

ROLAND             Come vuoi.

STEPHANIE         Se lo voglio! Ti avverto che ho smesso con la pillola.

ROLAND             Ah, bene!

STEPHANIE      Ho trent’anni, Roland, e se voglio avere un figlio, bisogna che incominci a pensarci. Non trovi?

ROLAND              Senti Stephanie, non potremmo parlarne un altro giorno? Stasera è Natale e…

11

STEPHANIE          (interrompendolo) Appunto, è la notte della a…allora?

ROLAND               Allora cosa?

STEPHANIE           Per il bambino…

ROLAND                Stephanie! Non si può programmare un bambino come libretto di risparmi! Un bambino è una cosa viva. Se viene, bene, e se non viene…

STEPHANIE         Verrà. Fidati di me…E’ come per l’appartamento: ho delle idee. Rifaremo la cucina. Quanto al bagno, te l’ho già detto cosa ne penso del rivestimento, no?

ROLAND                Sì.

Suonano. Roland va ad aprire.

UNA VOCE          A lei, signore, e Buon Natale!

ROLAND              Grazie…Buonasera…sì…altrettanto a lei!

Roland ritorna trionfante, con un enorme tegame di couscous.

STEPHANIE          No!....Couscous! La sera di Natale!!!

ROLAND               Sì…ma alle salcicce piccanti!

                                          FINE PRIMO ATTO

                                  

                  

 

 

12

                                                                SECONDO  ATTO

                    

                                             PRIMO QUADRO

Un pomeriggio, qualche giorno dopo.

Nell’appartamento regna un certo disordine. Roland apre la porta. E’ bagnato fradicio di pioggia e non ha l’aria di essere molto in forma. Meccanicamente, attiva la segreteria per ascoltare i messaggi e va in camera da letto per cambiarsi.

PRIMO MESSAGGIO   Pronto…ciao…sono Gilles…Ho parlato con l’avvocato Jacquemart. Non ne ho ricavato una buona impressione….Ti racconterò…Ti saluto!

SECONDO NESSAGGIO   Pronto….sono Bernard…Ma che diavolo fai?...Il pezzo sullo yogurth…lo stiamo aspettando!...Tussaud è seccato…Beh, ciao!

TERZO MESSAGGIO         Pronto…. sono Fabienne…(Roland appare sulla porta della camera in vestaglia) Sono passata a prendere alcune cose per Julie. Via, non meravigliarti…E poi, ti prego, piantala di chiamare la mamma, si è stufata.

Ha riagganciato. Roland, inquieto entra in camera di Julie e ne esce costernato. Suonano. Roland va ad aprire. E’ Gilles.

GILLES            Sono in ritardo?

ROLAND        No, vengo subito.

GILLES            Che razza di tempo!

ROLAND      Ero fradicio anch’io. Senti, Gilles, sono molto seccato…In mia assenza è venuta Fabienne e mi ha pure lasciato un messaggio.

GILLES             Ah, bene! E allora? E’ grave?

ROLAND     Quel che è grave, è che si è portata via Salomè, la pantera rosa di Julie, oltre tutti i suoi giocattoli e i posters di Walt Disney. Guarda la camera! Che tristezza!

GILLES             Si vede che tua figlia li ha chiesti.

ROLAND          E con questo? Anch’io ho bisogno di un ambiente familiare.

GILLES             Scusa, Roland, ma da quanto tempo non apri le finestre?

ROLAND         Oh…non lo so…

GILLES             Roland, tu mi preoccupi.

ROLAND          Lo so. E’ quello che mi dicono tutti.

GILLES              Che succede? Con Stephanie non funziona?

ROLAND          Si e no. Abbiamo discusso la sera di Natale, per via di un couscous…

GILLES              Se adesso anche Stephanie ti pianta…

ROLAND      Oh, non c’è pericolo…Stamattina mi ha telefonato per dirmi che dopodomani sera mi presenterà a sua madre.

Gilles si abbassa e raccoglie un pezzetto di carta.

GILLES            Dì un po’, questo non è uno dei tuoi francobolli’

ROLAND         Ma certo!...Non avrà mica osato toccare i francobolli!

Roland si dirige verso un cassetto e ne estrae due album. Apre il primo. Lo stupore e l’incredulità lo inchiodano perché dall’album scivolano non francobolli ma coriandoli.

GILLES           Roland…Roland! Che cos’hai?

13

ROLAND        (annientato) I francobolli, i miei francobolli!...Guarda!....guarda, ti dico!!! (Man mano che sfoglia le pagine, ne escono coriandoli).

GILLES                  Chi è stato?

ROLAND         E me lo chiedi?! Lei, no? Guarda! Tutta la collezione!... Anni di lavoro!...Ma perché?...Perchè?!

GILLES            Però, per un divorzio amichevole incomincia piuttosto male!

ROLAND        Io la denuncio!

GILLES            Tra coniugi, non è possibile.

ROLAND       Non importa, vado al commissariato a sporgere denuncia. (Roland entra in camera per vestirsi) Se vuole la guerra, l’avrà.

GILLES           E’ una frase che ho sentito spesso, ma che per lo più non porta molto lontano.

Roland esce dalla camera. Indossa un completo molto elegante, ma quando si volta notiamo un enorme squarcio in fondo ai pantaloni. E quando infila la giacca, una delle maniche è tagliata all’altezza del gomito). Scusa, Roland, ma non puoi uscire in quelle condizioni.

ROLAND        Metterò un impermeabile. Se la trovo l’ammazzo!

GILLES            Roland, volevo dire che non puoi uscire vestito così…guarda la manica!

ROLAND        (inorridito si guarda la manica della giacca) Manca una manica!

GILLES            Manca una manica!

GILLES            Manca pure un pezzo dei pantaloni…Dio mio! I vestiti!...(si precipita in camera. Caccia un urlo e ne riesce con uno smoking a brandelli e un soprabito con enormi squarci sulla schiena) Guarda!...Guarda…Un soprabito di cachemire comprato a Londra l’anno scorso!...Tutti i pantaloni sono tagliati al ginocchio e le camicie all’altezza del secondo bottone! Quanto ai calzini, tutti, senza tallone!

GILLES            E le scarpe?

ROLAND    Le  mie Church! (rientra in camera e ne riesce con delle scarpe prive di punta) le mie Church!...Gilles…guardale!...non ho più niente!...niente…

GILLES           Avresti dovuto far cambiare la serratura. E’ il consiglio che do sempre ai miei clienti.

ROALAND     Ma io avevo completamente dimenticato che lei aveva una chiave! Hai ragione. Bisogna provvedere subito. Potrebbe tornare. (Prende un elenco telefonico) Ma che le ha preso? La sapevo astiosa, vendicativa, gelosa,  ma fino a questo punto.

GILLES           Si vede che è cambiata.

ROLAND       Ah!  Ecco un fabbro. 8Compone un numero) Buongiorno, dovrei cambiare urgentemente la serratura della porta d’ingresso…Sì, ho molta fretta…Non prima della seconda settimana di Gennaio!..Ma io ho fretta!...Sì, una serratura a cinque elementi integrata in una porta blindata…Ah! ci vuole anche di più…non potrebbe darmi l’indirizzo di un collega che…Ah!...Ma sì, so benissimo che ci sono le feste…Ah…grazie. (A Gilles) Pare sia impossibile trovare un fabbro in tutta Parigi in questo momento per via delle feste: il personale è in vacanza. Ma intanto io che faccio?!

GILLES          Può darsi che non ritorni più adesso che si è sfogata.

ROLAND       Che violenza! Che animosità!

GILLES          Probabilmente ha sofferto molto.

ROLAND      Tu credi?

GILLES           Non si sa mai.

ROLAND       A te personalmente è già capitato qualcosa del genere?

GILLES          A me, mai! Con Nicole, in quindici anni, non ci siamo bisticciati neppure una volta.

ROLAND       Ah, sei fortunato! Perché noi, invece, eravamo piuttosto per il genere “mai una parola più bassa dell’altra”

GILLET           Litigavate spesso?

ROLAND       Sempre.

GILLES    Con Nicole, quando ci sposammo, facemmo un patto, che fino ad ora ha funzionato magnificamente.

ROLAND       Dunque sei un uomo felice.

GILLES           Sì, ma devo riconoscere che Nicole non ha mai avuto motivo di inquietarsi. Esco di casa la mattina alle otto, rientro alle cinque e mezza. Ho una vita regolare come un orologio svizzero.

14

ROLAND      E non ti è mai venuta la volgia di andare a pascolare altrove’

GILLES          Quando vedo nelle cause come vanno a finire certe cose, nella maggior parte dei casi…non è certo incoraggiante!

ROLAND         Fin dove si può arrivare?

GILLES           Ma fino al delitto! Cinque anni fa me n’è capitata una: lei gli ha sparato come a un coniglio.

ROLAND       Fabienne non farebbe mai una cosa del genere.

GILLES           Con le donne, non si sa mai.

ROLAND      Io non vorrei arrivare a questo punto.

GILLES          Lo so. Solo che una volta avviato l’ingranaggio…Sai com’è, si sa come comincia ma non si sa come finisce. Bene. Ed ora scusami, ma devo proprio andare.

ROLAND         (sognante) L’ingranaggio…

GILLES             Coraggio…non prendertela…nessuno ha il talento o l’aspirazione di ritrovarsi in una tragedia. La tua storia si concluderà certo mediocremente, come tante altre, con dei semplici alimenti.

ROLAND         Elevati?

GILLES             Può darsi. Solo che, sai com’è, quando non si hanno più vent’anni, le storie d’amore costano care…Ciao!

Gilles esce. Roland ritorna alla sua collezione di francobolli. Una scampanellata. Roland apre: è Patrick.

PATRICK         Salve! disturbo?

ROLAND        No, anzi. Venga, si accomodi…

PATRICK        Allora, come andiamo?

ROLAND        Male. Malissimo. Guardi…vede questi coriandoli? Ebbene, ecco come mia moglie ha ridotto la mia collezione di francobolli…Già. E questo brandello di francobollo è un frammento del “venti centesimi” della Compagnia delle Indie stampato a rovescio!...C’erano tre esemplari soltanto, in tutto il mondo…Adesso ne rimangono solo due…che per di più aumenteranno di valore…Che pasticcio…che pasticcio!

PATRICK          Ed è sicuro che sia stata proprio sua moglie a farlo?

ROLAND          Certo!...Sapeva dove pugnalarmi…E guardi i vestiti!...(Glie li mostra)

PATRICK           Ce l’ha con lei….

ROLAND       E’ vero che ho avuto un’avventura con la mia segretaria, ma onestamente, non meritavo questo vandalismo!

PATRICK           Le ha tagliato tutto!

ROLAND           Tutto!...Adesso, se devo uscire…siccome mi sono rimasti solo due calzoncini, dovrò mettere un casco coloniale.

PATRICK           Peccato! Ero giusto venuto ad invitarla stasera.

ROLAND           Beh, come vede, non è possibile.

PATRICK      Oh, la prego, non dica di no! Ho bisogno di lei. Siamo quasi della stessa taglia. Riuscirò certamente a prestarle qualcosa.

ROLAND           La ringrazio, ma non sono in vena.

PATRICK           Appunto, la tirerà su di morale.

ROLAND           Credo che niente potrà tirarmi su di morale.

PATRICK            Abbiamo appuntamento con due ragazze.

ROLAND            Chi, “abbiamo”?

PATRICK          Lei ed io! Pensi, stamattina, in ufficio, è arrivata una nuova segretaria…Un sogno! E così poco fa, all’uscita, l’ho invitata a bere qualcosa. Mi ha risposto che accettava, ma che aveva appuntamento con un’amica tedesca. E un quarto d’ora dopo ho visto arrivare un altro sogno…bionda…una ragazza…!

ROLAND            Il venti centesimi della compagnia delle Indie tagliato a pezzettini.

PATRICK          Prego?

ROLAND          Prendersela con degli innocenti francobolli!

PATRICK          Il mio sogno biondo non le interessa

15

ROLAND          Le assicuro che il mio venti centesimi stampato a rovescio era molto più raro di una bionda.

PATRICK      Quando le ho viste, tutte due, il cuore ha preso a galoppare!

ROLAND      Tre in tutto il mondo!...E uno lo avevo io!

PATRICK       Non le interessa quello che dico?

ROLAND       Sì,sì…mi scusi!

PATRICK   Ventisette anni..un metro e settanta…gambe da sogno…occhi di sogno…Immediatamente, dentro di me, ho organizzato la serata: un teatro, un ristorante, e l’ultimo bicchierino a casa! Che ne dice?

ROLAND       Di che cosa?

PATRICK        Dei miei due sogni! Abbiamo appuntamento tra un’ora.

ROLAND       Dopo quel che mi è capitato, non mi va di uscire.

PATRICK        Ma sì, amico mio, anzi! Deve reagire! E fra l’altro, io ho bisogno di lei, perché alla fine della serata bisognerà separarle, e senza di lei, finiranno per tornarsene a casa loro insieme, e addio occasione!

ROLAND        Gliel’ho detto, non me ne importa.

PATRICK       Beh, a me sì, perché non ci tengo affatto a passare la notte da solo. Mi segue?

ROLAND        Sì…forse…ha ragione lei…Forse non  mi farebbe male.

PATRICK        Ma certo…la tirerà su di morale.

ROLAND        Può darsi.

PATRICK         Allora, si va?

ROLAND         Non ho più niente…ma proprio niente!

PATRICK        A questo punto!?

ROLAND        Il mio guardaroba è Chernobyl!

PATRICK        Coraggio, venga da me, c’è tutto l’occorrente per vestirsi. Vedrà come le farà bene. E ci divertiremo moltissimo.

ROLAND        (sinistramente)  Se ci tiene…andiamo…andiamo a divertirci…

                                                             BUIO

                                                 SECONDO QUADRO

Qualche ora più tardi. E’ l’una del mattino e la scena è vuota. Dal pianerottolo giungono risate e il rumore di una porta. Roland e Patrick entrano. Sono molto allegri.

PATRICK        (rivolto alle ragazze che non si vedono) Laurence! Entri in casa, vengo subito…In frigo c’è una bottiglia di champagne…(a Roland) Beh, che ne dici?

ROLAND          Niente male…Devo dire che mi stai viziando…

PATRICK          Alludo alla serata…

ROLAND          Il posto non era granchè, e quanto al resto, meglio non parlarne.

PATRICK          Però ce ne siamo fatte, di risate!

ROLAND        (ridendo) Questo sì! Quando il maitre ha sbattuto per terra il vassoio con i frutti di mare che non avevamo ordinato e stava per fare lo stesso con i crauti che non erano per noi, neppure quelli!...

PATRICK        Era talmente grasso che dondolava sulle scarpe. Via, Roland, da quanto tempo non uscivi con delle ragazze così?

ROLAND           Un paio di secoli…

PATRICK            Lo immaginavo! Solo che, a questo punto, non devi esitare.

ROLAND           Esitare a fare cosa?

PATRICK           A mettere a letto Monica. Cos’è quella faccia? Mi fai paura! Forse non ti piace?

ROLAND          Temo che i miei riflessi…Quando uno si è barcamenato, come me, per sette anni, tra una moglie e un’amante, rimanendo sempre fedele a entrambe…sai com’è, l’istinto del cacciatore si affievolisce.

16

PATRICK              Beh, questo, amico mio, è imborghesimento bello e buono. E’ come il leopardo che diventa troppo grasso e non ce la fa più ad acchiappare le gazzelle.

ROLAND           Proprio così!

PATRICK     Senti, amico mio, comunque sia, a questo punto devi agire. Non è più il momento di abbandonarsi a discorsi del tipo: “Qual è l’ultimo libro che ha letto?” oppure “quale genere di musica preferisce?”

ROLAND            Sì, certo…non…

PATRICK             Te la mando di qua, eh? E parti deciso all’attacco!

ROLAND             Giusto, all’attacco!...Fidati di me. (Patrick esce)

Roland sembra abbastanza in forma e ben disposto. Riordina i cuscini sul divano, prepara i bicchieri, tira fuori una bottiglia di champagne dal frigo. Entra Monika. Una ragazza bellissima, d’aspetto molto distinto.

Roland non avverte subito la sua presenza.

ROLAND          (da solo) Ma dove cavolo l’avrò messo quello stramaledetto secchiello del ghiaccio?...Che casino, questo appartamento!..(la vede) Ah..è..è qui!...

MONIKA             Patrick mi ha detto che lei aveva bisogno di me urgentemente. Si sente male, forse?

ROLAND        Niente affatto. Patrick esagera sempre. Si sieda, la prego. (Monica si siede sul bordo del divano) Che serata, eh?

MONIKA              Molto divertente…il ristorante molto buono..grazie!

ROLAND              Sono lieto che le sia piaciuto. Un po’ di champagne’

MONIKA              Ancora!...Ho paura che dopo non mi terrò più in piedi.

ROLAND        A Parigi una serata finisce sempre con lo champagne. (Le porge una coppa, va a sedersi accanto a lei e leva il bicchiere) Alla sua!...

MONIKA             Alla sua!...E’ buono!

ROLAND             Beh, lo faccio venire direttamente dal produttore. Almeno so da dove viene. E’ meglio. (Un lungo silenzio) Monika…

MONIKA            Sì?

ROLAND             Qual è l’ultimo libro che ha letto?

MONIKA             Una storia della letterature francese del XIX secolo. Molto interessante: parla dell’influenza della letteratura sull’evoluzione della società francese tra il 1850 e il 1900.

ROLAND              Ah, bene…

MONIKA               Eccome…Pensi!...l’evoluzione sociale..è…(un gesto vago)

MONIKA            Davvero interessante. Si scopre che durante la grande rivoluzione industriale del XIX secolo c’è tutto un mondo in fermento. C’è chi si arricchisce e c’è che si richiude in se stesso, senza afferrare il senso del momento storico. Certi nobili, con lo sguardo ancorato al proprio passato, respingono l’idea di un capovolgimento sociale che coinvolge la società moderna. E’ appassionante, non trova?

ROLAND            Molto!....Moltissimo!....

MONIKA            Ecco perché: proprio prima della guerra quattordici diciotto, si pensa che….

ROLAND            Monika, Monika, la prego…non mi parli di guerra. Non lei…e soprattutto non stasera….

MONIKA            Oh, chiedo scusa, ma mi lascio sempre trasportare dalla passione.

ROLAND            Vuol diventare insegnante di Economia Politica o cosa?

MOMIKA           No. Veramente insegno Scienze Naturali: sono specializzata in rettili e animali velenosi.

ROLAND            Ah…

MONIKA             Sì. Perché bisogna difendere anche quelli. Per esempio nessuno sa che la grande lucertola blu del Vietnam del Nord è in via di estinzione. Lei lo sapeva?...

ROLAND             No…dunque siamo a questo punto….

MONIKA              Sì. E se non si corre ai ripari, anche le vipere cornute.

ROLAND         Questo, poi, sarebbe un vero peccato!...Ma Monika, crede che sia questo il momento di parlare di cose tanto tristi?

MONIKA               Oh, chiedo scusa di nuovo, ma l’indifferenza dei governi mi sconvolge. Se vuole, possiamo parlare d’altro. Lei, di che cosa si…

17

ROLAND               Ecco…ehmmm…..di che cosa? (un grande silenzio) qual è il suo compositore preferito’

MONIKA               Ravel.

ROLAND           Oh!…lo adoro!...Il concerto per la mano…destra!....Una meraviglia…

MONIKA            Sinistra…Per la mano sinistra.

ROLAND            Ah, sì, certo…Ma senta questa, non è male, neanche questa. 8Si alza e va a mettere su un po’ di musica. Sono le note di “Un americano a Parigi” di Gershwin) Quando viene a Parigi va sempre da Laurence?

MONIKA         Sì, ma stasera molto seccata sono. Lei tenere la chiave e credo che ora non bisogna disturbare loro.

ROLAND          In effetti, non sarebbe carino….

MONIKA          Patrick sembra molto innamorato di lei, vero?

ROLAND          Molto.

MONIKA          Spero lui fa sul serio.

ROLAND          Patrick? Ah, sì! Molto sul serio!

MONIKA          Sì, lo dico perché non voglio che lui fa del male a Laurence. Capisce? L’avventura di una sera…

ROLAND           Oh, no!...L’avventura di una sera, non è assolutamente il genere di Patrick.

MONIKA           Lui divorziato, credo’

ROLAND            Sì, ma perché non parliamo di lei, piuttosto? Le va?

MONIKA            Di me?

ROLAND       Lei sembra così giudiziosa che mi chiedo se lo sia veramente o se, ogni tanto, si concede qualche distrazione.

MONIKA            Cosa significa “distrazione”?

ROLAND            Delle…parentesi….

MONIKA             Ah, vuol dire forse “scappatelle”?

ROLAND             Proprio così.

MONIKA             Oh, sì! Per fortuna!

ROLAND             Allora, ancora un po’ di champagne?

MONIKA             Dopo le gambe che sento molli, e la testa che rischio di perdere!

ROLAND             (brindando) Alla sua!...

MONIKA             (brindando a sua volta) Anche alla sua!...

ROLAND             Posso dire…. Alla nostra?

MONIKA              Perché no? (Roland si è avvicinato a lei e l’abbraccia. Suona il telefono)

ROLAND    Mi scusi…Pronto…come?...Ah!...Julie?...Che cos’ha?...Come sarebbe a dire “sembra malata”?...Fabienne non c’è?...Ah!...E’ a Parigi…E non sa dove…andiamo bene! …E non sa cosa fare…Ma non ci sono i medici a Chasternat?...Non è in cas…(a Monika). Mi scusi, Monika, ma la bambina che è dai nonni in Auvergne, sta male…Pronto….mi dica…sì…mal di testa..e questo pomeriggio ha vomitato la merenda…ha la febbre?...Come, non lo sa!...Ma bisogna prenderle immediatamente la temperatura!....Ah!...non vuole…Me la passi…Pronto, Julie?...Sì, piccina mia, sono papà…sì tesoro, anch’io sono contento di sentirti…ma sì, ci vedremo presto…Stai male?...Allora bisogna prendere la temperatura…Prima la nonna? No, Julie!...La nonna non è malata, sei tu che devi misurarti la febbre…(a Monika) Mi scusi…Vuoi misurartela con me!...Ma, passerotto, sono troppo lontano…fai la brava, fallo per amore mio…Sei una brava bambina..ripassami la nonna…Allora, le prenda la temperatura e cerchi di trovare il dottore…La chiamerò domattina…D’accordo…(Roland riaggancia). La bambina sta male…sua madre non si sa dove sia..e, io, sono qui impotente. Che cosa avrà?…Il morbillo?...La rosolia?...Insomma… sono desolato, ma con tutto questo, non so più neppure che cosa stavamo dicendo.

MONIKA           Lei voleva parlare di me.  

ROLAND           Ah, sì, Monica. Volevo dire che stasera lei è apparsa nella mia vita come un raggio di luce…forse è la varicella..non l’ha ancora avuta…Dunque, dicevo?

MONIKA            Lei parlava di raggio di luce, e questo molto carino.

ROLAND         Sì…è vero…un raggio di luce e di freschezza, e inoltre, lei è terribilmente affascinante..Proprio così…è la parola giusta: affascinante…Oh! Mi scusi, ma devo assolutamente sapere cos’ha. (Va al telefono e compone un numero). Ho un’amico pediatra a Fontainebleau. Solo che a quest’ora  starà dormendo.

18

Pronto!...Pronto!...Serge?...Sono io, Roland…Roland!...Ti ho svegliato?...Oh, scusami, ma ho un problema con Julie. Vedi, è in vacanza in Auvergne, ha la febbre e ha vomitato la merenda…Come?...Vedere se ha qualcosa di sospetto sul corpo…Bene. Telefono e ti richiamo.

(Riaggancia e compone un altro numero. Pronto…sono io…Ho appena parlato con un amico medico…vuole sapere se ha la febbre…le ha preso la temperatura?...Non ancora!...Ma che aspetta!...Sì, gliela prenda subito…sì, aspetto… (Roland scuote il telefono come un termometro, e sorride sorninamente a Monika, che si è alzata e balla al ritmo della bella musica di Gershwin)

MONIKA         Ah, Roland! Quanto piace questa musica!

ROLAND        Anche a me, anche a me….

MONIKA       Gene Kally…meraviglioso!...

ROLAND       Sì,,,

MONIKA        Con questa musica, sembra avere ali, vero?

ROLAND         Sì…

MONIKA         Che bella serata, Roland! Adoro Parigi!

ROLAND         Anch’io…

MONIKA         Lei non balla?

ROLAND         Subito…un momento solo e arrivo…Ma che diavolo fanno!...

MONIKA         Credo che prenderei volentieri altro champagne. Posso?

ROLAND         Prego! (Monika riempie due coppe e gliene porge una, intrecciando il braccio con quello di lui per bere) Pronto!...Sì…quaranta!...Ma è sicura?...La guardi bene: non ha niente di sospetto sul corpo?...Sì, la spogli, aspetto…

MONIKA         Senta, Roland, nello champagne, cosa provocare quella piccola esplosione nel cervello-bollicine?

ROLAND           Sì…

MONIKA     Se mio vedesse mia madre! Quando partita stamattina mi ha detto: “Attenta ai francesi, Monika”!

ROLAND         Ah…ha detto così, sua mamma?...Mi scusi…Ah!...delle macchie rosse all’inguine e sul collo..La richiamo. (Riaggancia e ricompone un altro numero) Pronto Serge…ha delle macchie rosse all’inguine e sul collo…Forse la scarlattina?...Ah, sì, la lingua tutta arrossata….con dei puntini bianchi…come una fragola…Bene. Sento e poi ti richiamo. (Riaggancia) Sta a vedere che mi fa la scarlattina a cinquecento chilometri di distanza!

MONIKA           Che cos’è, scarlattina?

ROLAND     (compone il numero) In tedesco, non lo so…Pronto, sì…Allora, le faccia aprire la bocca…bene…la lingua è rossa con dei puntini bianchi…sì, come una fragola….esatto…Allora, è scarlattina…Ah! finalmente!...E’ riuscita a trovare il dottore?...Perchè non me l’ha detto?...Sì la richiamo domani…esatto…e quando parlerà con Fabienne, le dica pure cosa penso di lei. (Riaggancia)

MONIKA         Allora, è scarlattina?

ROLAND       (formando un numero)  Mi scusi, devo richiamare il mio amico…Pronto, Serge…Dunque, avevi ragione tu…è scarlattina, ma finalmente sono riusciti a trovare il dottore…Grazie infinite…sono davvero mortificato…scusami!...Mi capisci…grazie…a presto. (Riaggancia e si lascia cadere sul divano)

MONIKA          Roland, una cosa grave?

ROLAND          No. E’ una malattia infantile. Solo che, capisce, con mia moglie, ci siamo appena separati. E quindi, sentire all’improvviso la voce di mia figlia, al telefono…Ma non si preoccupi, passerà

MONIKA            Ah…sua moglie e lei…tutto finito?

ROLAND            Sì. Tre giorni prima di Natale.

MONIKA            E portato via la bambina? (Roland scuote la testa) Capisco…Molto triste, tutto questo…

ROLAND             Già. Per questo sono giù di morale, sa…sono a pezzi…

MONIKA             Eppure stasera sembrava in piena forma…

ROLAND             Mi sforzavo. In realtà, sono a terra.

MONIKA            Povero Roland!

ROLAND            Che pasticcio!...Proprio un pasticcio!...Eppure, eravamo felici, tutti e quattro….

MONIKA            Ah!...perchè ne ha due, di bambini!

19

ROLAND            No, no…volevo dire. Fabienne, Julie, io e Stephanie.

MONIKA         Stephanie?

ROLAND         Un’amica.

MONIKA         Ah…Ma lei, provato mai far pace con sua moglie?

ROLAND         Troppo tardi. Ce l’ha proprio con me. Che pasticcio!...

Roland si accascia su se stesso. Monika, con gesto materno, prende la testa di Roland e se la posa sulle ginocchia. Gli accarezza i capelli come si farebbe con un bambino).

MONIKA       Troppo tardi, dice? Deve parlare e fare pace con lei.

ROLAND       Io non di cerco altro…ma lei è arrabbiata…mi ha tagliato tutti i vestiti e mi ha distrutto la collezione di francobolli.

MONIKA        Se lei così furiosa. Molto bene.

ROLAND        Ah, lei trova?

MONIKA     Sì. E’ peggio l’indifferenza. L’odio è pur sempre un sentimento. E finchè c’è sentimento, c’è speranza.

ROLAND         Ma no! E’ finita! Le dico che è finita1 la mia vita è finita!

MONIKA        Via Roland, la vita non è mai finita. Solo, deve sapersi amministrare. Dovrebbe scriverle.

ROLAND        Sì. Si può sempre…Ma non credo che questo possa cambiare qualcosa.

MONIKA        Io sento che forse lei ritornare.

ROLAND        Grazie, Monika. Lei è veramente un angelo. Sì…un vero angelo…Monika.

Si è addormentato. Monica rimane un istante con la testa di Roland sulle ginocchia. E poi, in silenzio, si alza, gli mette un cuscino sotto la testa, lo copre con un plaid, spegne tutte le luci ed entra in camera da letto.

                                                           BUIO

                                                 TERZO QUADRO

La mattina dopo.

Roland dorme ancora.

Monika esce dalla camera, gli lancia un’occhiata e in punta di piedi esce dall’appartamento. Il rumore della porta che si chiude sveglia Roland. Si stira, si alza, fa qualche movimento per sgranchirsi e si dirige verso la camera. Apre la porta e si rende conto che Monika se n’è andata. Entra in cucina per prepararsi un caffè. Ma una scampanellata lo fa uscire all’istante. Va ad aprire. E’ Gilles.

ROLAND          Tu?...a quest’ora!

GILEES              Si, scusami, ma ero da queste parti , e così sono salito.

ROLAND           Qualcosa non va?

GILLES               Sì. Nicole mi ha piantato.

ROLAND            No!!

GILLES               Ieri sera…

ROLAND           Nicole!

GILLES               Sì, vecchio mio…dopo quindici anni!...

ROLAND            Avete litigato?

GILLES                Macchè!...Mai!

ROLAND             Allora, cos’è successo?

20

GILLES                 Ecco, ieri sera, rientrando a casa, alle cinque e mezzo, trovo un biglietto sul tavolo: “Riscaldati le patate al gratin, io vado al cinema con Evelyne!.

ROLAND         Le capitava spesso si andare al cinema senza di te?

GILLES        Mai! Per questo l’ho trovato molto strano. Comunque ho fatto come aveva detto. Ho riscaldato le patate al gratin!...E poi ho aspettato che rientrasse.

ROLAND      E poi?

GILLES         Mezzanotte, niente!...L’una, niente!...Le due e mezzo, niente!...Alle tre, una telefonata: “Gilles, io non torno a casa…La vita con te non è più possibile…ecc,ecc…”

ROLAND        Nicole, la cara Nicole!...piantati in questo modo!

GILLES            Proprio così, amico mio. Educata dalle suore..Puoi figurarti che notte ho passato! Sono sceso, ho preso la macchina, e come un pazzo ho cercato di scoprire dove potesse essere andata.

ROLAND         Capirai, con tanti alberghi che ci sono, a Parigi!...

GILLES             Cosa ti fa pensare che fosse in albergo?

ROLAND          Niente…. Così…

GILLES              Potrebbe essersi rifugiata a casa di un’amica…

ROLAND          Certo. Può darsi.

GILLES              A furia di girare mi sono ritrovato praticamente sotto casa tua, e così sono salito.

ROLAND          Hai fatto bene. Un caffè’

GILLES              Con piacere…Ma dove sarà mai?...sbaglia a lasciarmi, perché sarà molto infelice!

ROLAND           Sai, su questo non ci giurerei!

GILLES        Scusami, Roland, ma sono completamente a terra. Quindi anni di felicità distrutti da una telefonata!

ROLAND            E tua figlia?

GILLES                E’ in vacanza, in colonia, sulla neve…per fortuna! Ma dov’è!...dove può essere!...

Suonano. Roland va ad aprire. E’ Patrick. E’ in veste da camera e ha perduto la sua sicurezza.

PATRICK              Scusami…Oh! Hai visite?

ROLAND              Entra pure, non importa! Prendi un caffè?

PATRICK              (scuro in volto) Con piacere…

ROLAND              (presentandoli) Gilles, il mio avvocato…e Patrick Verbois, il mio nuovo vicino.

PATRICK              (sinistramente) Piacere…

GILLES                  (stesso tono)    Piacere…

ROLAND              Beh, anche tu, stamattina, non sembri molto in forma. Sono da te?

PATRICK               Sono appena andate via.

ROLAND               Allora?...E’ andata bene?...

PATRICK               Questo è il punto…ma mi trovo un po’ imbarazzato a….

ROLAND               Oh, sai, Gilles è amico mio da vent’anni…

GILLES                  Posso lasciarvi….

PATRICK               No. Dopo tutto, siamo tre uomini.

ROLAND            Ma sì, Gilles ci è abituato. (a Gilles) Ieri sera, con Patrick, siamo usciti con due ragazze molto carine…e poi le abbiamo portate qui. (A Patrick) Allora? Com’è andata?

PATRICK              Ecco, appunto…non è andata…

ROLAND              Non è andata?

PATRICK           Già. Non è andata, ma veramente, non è esatto…No so se sia stata colpa dello champagne o della stanchezza…ma all’improvviso: cilecca.

ROLAND              All’improvviso cilecca?

PATRICK               Se dico cilecca, è cilecca, capisci….

ROLAND               Sì, certo…

PATRICK               Ti rendi conto?

ROLAND               Sai, una cilecca improvvisa può capitare a chiunque.

PATRICK               Sai, una cilecca improvvisa può capitare a chiunque.

21

PATRICK               Non a me, amico mio. Insomma…finora non m’era mai successo. sono in uno stato!...

ROLAND               Hai ragione, non ci resta poi molto.

PATRICK      Veramente avevo già avuto un avvertimento con la piccola cambogiana, la settimana scorsa…Ma mi ero ripreso…Ieri sera, invece: un di-sa-stro!

ROLAND               E Laurence?

PATRICK        Oh!...adorabile!....ci abbiamo riso su…specialmente lei…e poi, abbiamo finito per fare la nanna…Capisci…

ROLAND              Una notte da pensionato, insomma.

PATRICK               Sì. Ma questo non incoraggia a chiedere la pensione anticipata!

ROLAND               E stamattina?

PATRICK            Monika ha suonato. Quando Laurence si è alzata, ho preferito far finta di dormire…e se ne sono andate. E tu?

ROLAND             Ecco, io ero terrorizzato…insomma, neppure io ero in gran forma.

PATRICK              Sarò un po’ egoista, ma vedi, la cosa mi consola.

ROLAND              Sì. Io, soprattutto. Che notte!

GILLES                  A chi lo dice!

PATRICK              (a Roland)  Che cos’ha?

ROLAND              Sua moglie l’ha piantato ieri sera.

GILLES                  Sì signore…dopo quindici anni di felicità!...

ROLAND           Hai proprio ragione: per esempio, un’amica di mia nonna ha piantato il marito, a ottantatrè anni.

GILLES                  In tribunale, in quattro anni, le cause sono raddoppiate!

ROLAND              Gilles è un matrimonialista specializzato in divorzi.

PATRICK               Ah…

GILLES                  Sì, lo so, in questo momento somiglio un po’ al becchino che organizza il proprio funerale.

PATRICK               Sì, ma lei se non altro non rischia di cadere nelle trappole della procedura!

GILLES                   Questo no, certo!...Lei, invece deve stare molto attenta, perché se le venisse

  In mente di fare un passo falso, beh, allora…

ROLAND               Di che genere?   

GILLES         Scrivere una lettera, per esempio…Presa!...Crac!...Sarebbe terribile! Sarei costretto a servirmene contro di lei. E’ spaventosa, una lettera: la svisceri, le fai dire quello che vuoi…Una lettera è una cosa terribile!

PATRICK                Questo è vero! Io, per esempio, ne avevo scritte diverse…che cosa m’è costato!...

GILLES                    Purchè non scriva lettere!

ROLAND                 Forse ci starà attenta!

GILLES                     Non ne sarei sicuro…adora scrivere…

ROLAND                 Avvertila!

GILLES                     Non posso! Il marito dovrebbe farlo, ma non l’avvocato. Capisci in che situazione sono?

ROLAND                  Roba da tragedia!

GILLES                  E poi, conosco tutti i trucchi…Sarà spaventoso…avrà diritto a tutto! Decadenza della patria potestà…alimenti…

ROLAND                  Quanto pensi di darle?

GILLES                       Chi io? niente. Sarà lei a dare qualcosa  a  me!

PATRICK                    Ah?

ROLAND                    Ah!...si può arrivare anche a questo?

GILLES                     Per forza! Siccome io otterrò la custodia di mia figlia e Nicole ha un’ottima posizione, sarà costretta a contribuire alle spese.

ROLAND                   Ah, però!...mica male!

GILLES                 Del resto è logico: gli uomini e le donne sono uguali davanti alla legge, no? Dunque non vedo perché, in caso di divorzio, dovremmo ignorare questa legge per far sì che solo l’uomo paghi il conto di un fallimento che, nella maggior parte dei casi, è da imputare a tutti e due.

ROLAND              Hai ragione! L’uguaglianza è l’uguaglianza! E io?...credi che potrei chiedere qualcosa?

22

GILLES                  Per te sarà più difficile, perché tua moglie non lavora…Lei sosterrà che, per la serenità della bambina, eccetera, eccetera..

PATRICK           A me, mi costa una cifra!

GILLES               E’ stato difeso bene?

PATRICK            Tenuto con delle circostanze, no.

GILLES                Quali circostanze?

PATRICK             Ecco…non so se…

GILLES                 Vede, un avvocato è come un confessore.

PATRICK               E’ che…non l’ho mai confidato a nessuno.

ROLAND              E’ dunque tanto grave?

PATRICK              Ridicolo, più che altro. Vede, mia moglie mi picchiava.

ROLAND              Come hai detto?!

PATRICK               Sì, me le suonava.

ROLAND               Vuoi scherzare?

GILLES                   No, no, no…capita molto più spesso di quanto non si creda. Conosco molti casi del genere.

ROLAND               E tu non ti difendevi?

PATRICK                All’inizio, sì. Ricordo che una sera le feci pure un occhio nero…

ROLAND               Ah, bene!

PATRICK            Sì, ma lei mi dette il coperchio della pentola a pressione sulla testa…tre punti di sutura…per cui, capisci…

ROLAND               Ah, bene!

GILLES               Guarda…anch’io ho cominciato mica male!

PATRICK             Non ti fidare, Roland…Quando sono scatenate, è terribile….terribile…

ROLAND              E per quanto tempo hai sopportato tutto questo?

PATRICK               Due anni. Speravo sempre che cambiasse, e soprattutto c’era la bambina, e così…per lei ho pazientato…E poi, malgrado tutto, ci volevamo bene…

ROLAND               Se lo dici tu!...Comunque, avresti dovuto fare qualche cosa.

PATRICK     Che cosa?!...Telefonare all’ S.O.S. dei bastonati? …o andare al Commissariato a denunciarla?...Sai le risate…no, no, no..ho preferito andarmene.

GILLES                     ….passando dalla parte del torto!

PATRICK                Appunto!

ROLAND               Ma al processo, il tuo avvocato non ha raccontato quel che ti faceva?

PATRICK                Sono stato io a impedirglielo.

ROLAND                E sapevi perché era così aggressiva?

PATRICK         Depressione, diceva il dottore. Sembra che ora stia meglio…Peccato! Una donna così carina!....

ROLAND                 Ma tu l’ami ancora?

PATRICK                  Sarò idiota, ma sì, amico mio. Insomma…

ROLAND                  L’amore , non si discute.

GILLES                      E la bambina, la vede?

PATRICK                   Ogni quindici giorni.

ROLAND                   Gilles, tu dici che otterrai la custodia della bambina: ne sei sicuro?

GILLLES                  Certo! La distruggerò, Nicole. Le mie arringhe sono di una tale virulenza che in tribunale mi hanno soprannominato “il lanciafiamme”. Quando avrò finito, di lei non rimarranno che briciole. Comunque!...piantarmi così, una sera per l’altra!...pensare che avevamo appena fatto rifare la cucina!

ROLAND        Già: ultra moderna…tutto a incasso…forno a ventilazione di calore, autopulente, multifunzione…piastre di cottura alogene in ceramica…congelatore a scompartimenti…quindici testoni!

PATRICK                     A sua moglie piaceva cucinare?

GILLES                         Per niente…ma la trovava bella.

ROLAND              Già…le nostre nonne, con tre casseruole e due tegami ci propinavano dei tesori di inventiva, mentre adesso, una vaschetta di surgelati nel microonde, e trenta secondi dopo , te la ritrovi nel

23

piatto. E se hai il coraggio di osservare che il pesce bollito è un po’ triste, scatta subito la risposta, decisa: “Credevo fossi a dieta” E provate un po’ a dire, al giorno d’oggi, che non sei a dieta!...I ristoranti non sono

mai stati tanto pieni, le vetrine straripano di golosità, m siccome tutti sono a dieta ci si chiede chi compra tutta quella roba.

PATRICK           Sapete, il vantaggio del riacquistato celibato è che io, per esempio, non sono più a dieta.

ROLAND           Hai ragione…anch’io. Io lo facevo per lei…mentre adesso. (a Gilles)E tu?

GILLES               Io? Non ho fame. E non so neppure se un giorno ritroverò l’appetito…mi vedete da solo, nella mia cucina nuova di zecca, a farmi un uovo alla coque…che allegria!

ROLAND            Ma se ritornasse, che cosa faresti?

GILLES                Un agnello saltato in padella.

ROLAND           (a Patrick) E tu?

PATRICK            Tanto per cominciare, le toglierei di mano l’attizzatoio, poi le direi: “Chantal, amore mio, la vita è così breve…quanto tempo perduto!...Ricominciamo, vuoi?”

ROLAND               Credi che avresti qualche possibilità?

PATRICK               Non lo so, ma, stando a quel che mi è stato riferito, sembra che con il bel chirutgo le acque non siano più tanto tranquille…Certo, con il carattere che si ritrova!

ROLAND                Senza contare che, se le capita uno scalpello a portata di mano, la cosa può diventare pericolosa!

ROLAND              Ad ogni modo, staremo a vedere. In ogni, stamattina, sono completamente a terra.

ROLAND               Anch’io. Tutto sommato si vive male da soli,eh?

PATRICK               Sì. In casa c’è silenzio!

ROLAND               E la cosa più terribile è che adesso, quando cerco una cosa, la trovo. Prima con Fabienne e Julie che cambiavano sempre posto alle cose, passavo il tempo a urlare. Mentre adesso, quando cerco le forbici, le trovo al loro posto…a sinistra…sull’angolo della scrivania…Una tristezza!

PATRICK              Lo stesso per me. Non voglio dire che mi piacesse schivare gli oggetti che mi tirava addosso contro, ma adesso, quando torno a casa, posso farlo con tutta tranquillità. Dovrei sentirmi sollevato. Invece, è strano, ma non sono del tutto soddisfatto…E il rumore della chiave nella serratura!...

ROLAND              Questo è vero! Quando uno è solo, il rumore della chiave nella serratura, otto volte su dieci, è un tentativo di rapina.

PATRICK               Già. Hai un bel dire: Vedrai, prima o poi ci farai l’abitudine”, beh, è falso. Non ti ci abitui.

ROLAND               Che disastro!...Un vero disastro!...Eppure la vita era piacevole, con i compleanni, i Natali…

PATRICH               A me, quel che più manca è il Natale…Marie-Sophie, la mattina, davanti al caminetto…

ROLAND               Già, gli occhi stupiti di Julie davanti all’albero con i regali…

GILLES                  Sì…beh, tutto questo è finito…

ROLAND               Le vacanze in riva al mare, tutti e tre, con le chiappe dorate come brioches…

GILLES E PATRICK        (insieme) Tutto finito!

ROLAND                Il ritorno a scuola…con i quaderni nuovi, i libri da foderare…con pianti e il panino alla cioccolata bello caldo, alle quattro…

PATRICK E GILLES   (insieme) Tutto finito!

ROLAND             Già. Finito. Bisogna ammettere che non ci resta granchè.

PATRICK              Le fatture.

GILLES                 E’ vero. Ma credete a me, non lamentiamoci troppo, perché lalgrado tutto esiste ancora un legame…e molto importante.

ROLAND               Non dirlo troppo forte! Ce lo farebbero pagare salato…

                                                                         

                                                             BUIO

E’ la sera di San Silvestro.

24

In un angolo del soggiorno è stata apparecchiata una bella tavola per tre persone. La scena è vuota, ma si sente Roland in cucina.

Suonano. Roland esce dalla cucina. Ha un grembiule legato alla vita, perché sta aprendo delle ostriche. Lo sentiamo parlare con qualcuno.

VOCE DO ROLAND        Ah! e’ arrivato un’ora fa…grazie…(Roland riappare con un bel pacchetto-regalo infiocchettato di rosa. Lo posa sul mobile contro il muro di fondo e si toglie il grembiule. Comincia a disfare il pacchetto quando squilla il telefono. Roland prende la cornetta) Pronto?...Ah, sei tu, Gilles…Come stai?...Non molto bene…Ancora niente di nuovo?...Ah sì, bene…ti ha scritto,,una cartolina da Rio…è a Rio?...Si, immagino che non sia sola…No, io sto aspettando Stephanie e sua madre. E tu, non fai niente, immagino?...Sì…un capodanno-sorpresa…beh, hai ragione, sempre meglio che starsene a casa…Scusami, ma non ho ancora finito di aprire le ostriche…appunto…anche tu…A risentirci…(Si accinge di nuovo ad aprire il pacchetto quando suonano alla porta. Va ad aprire il pacchetto quando suonano alla porta. Va ad aprire. Entra Patrick. Patrick è in abito da gran sera e sembra molto eccitato)

PATRICK        Scusami, ma devo proprio raccontarti…

ROLAND        Vai, ti ascolto…

PATRICK         Mi capita una cosa incredibile!

ROLAND         Hai appuntamento con una creatura straordinaria.

PATRICK          Esatto.

ROLAND          Me l’aspettavo.

PATRICK          Mia moglie!

ROLAND          No!...

PATRICK     Prorpio lei…ti rendi conto!...Stamattina mi ha chiamato a proposito della custodia della bambina, e abbiamo parlato…quasi amichevolmente…Abbiamo cominciato a rievocare qualche ricordo un po’…insomma, si sentiva un certo tono di nostalgia…e a poco a paco, mentre parlavamo. Abbiamo ritrovato il dialogo…sai, come…proprio prima che tuto andasse a rotoli.

ROLAND           Avete rievocato pure…le scene di Karatè?

PATRICK           Sì.

ROLAND           Tutto quello che ti ha fatto passare?

PATRICK       Sì. E mi ha detto che le dispiaceva…aveva i rimorsi, degli incubi…insomma, non aveva coscienza di tutto. Le ho risposto che, dopo tutto, dovevo avere anch’io qualche colpa e siccome le ho chiesto che cosa faceva stasera, con mia grande sorpresa mi ha risposto: “niente” e mi ha confessato che era in grado di passare il capodanno a quattr’occhi con me senza darmi il secchiello dello champagne sulla testa, alla fine della cena. Ha riso….abbiamo riso..e ho accettato. Abbiamo appuntamento tra un’ora, tutti e due, come una volta.

ROLAND        Bene, amico mio, sono molto contento per te.

PATRICK        Credi che abbia ancora una possibilità?

ROLAND        E’ lei che ha delle possibilità.

PATRICK         Non puoi immaginare come mi sento felice!

ROLAND         Si vede.

PATRICK         In verità, questa vita da scapolo mi aveva stufato! E tu, come vai con tua moglie?

ROLAND     Oh, io…sempre uguale! Ieri è venuta a scaricarmi le sue immondizie sul pianerottolo, e ho trovato la mia golf con tutte e quattro le gomme squarciate.

PATRICK         Dunque continua…

ROLAND         Senza sosta.

PATRICK          Che cosa conti di fare?

ROLAND          Cosa vuoi che faccia. Incasso e basta. Non so più neanche dove sia. Mi sembra di essere nel Vietnam: il nemico è vicino, ma invisibile. Siccome aspetto Stephanie e sua madre, spero soltanto che non abbia minato le scale…Insomma, staremo a vedere!

PATRICK       (gli mostra due cravatte?) Quale delle due?

ROLAND      Questa.

PATRICK       Non fa un po’ troppo  “fico”?

ROLAND      Potrebbe piacerle proprio per questo.

25

PATRICK       E’ sciocco, ma ho una tale fifa! Pensa se non funziona!...

ROLAND       Via, Patrick: una donna che accetta di cenare con te dopo mezzanotte, è scontta!

PATRICK        Anche se sitratta della moglie?

ROLAND        Anche lei.

PATRICK        Avevo voglia di presentarmi con un grosso mazzo di rose.

ROLAND        Una basta. Non vorrai andare tutta la sera in giro con una corbeille!

PATRICK         Hai ragione. Grazie, Roland, io vado! Non dimentico niente?

ROLAND         Hai preso i cerotti, il mercurocromo?

PATRICK         Ho una fifa!...Ti racconterò poi…

ROLAND         Beato te!

Patrick esce. Roland rimane in  mezzo alla stanza, con espressione un po’ nostalgica. Poi ricomincia a disfare il pacchetto. Tolta la carta trova una scatola. Stupito, si ritrae: un enorme ragno peloso e grosso come una mano esce dalla scatola e, sotto lo sguardo inorridito di Roland, si arrampica sul muro e scompare dietro un mobile. Roland si lascia cadere su una sedia. Ha in mano una busta che finisce per aprire e ne estrae una carta che legge ad alta voce.

ROLAND        “Caro Roland…Questa affascinante bestiolina è un ragno della famiglia delle migale…Questa specie non è mortale, ma la sua puntura provoca comunque orticarie ed edemi spettacolari. Siccome so che stasera hai invitato la tua promessa e sua madre, ho pensato di animare un po’ la serata. Dirai, forse, che sto esagerando. Hai ragione…Ma sapessi come fa bene…Ti odio! Fabianne”. Ma è impazzita!...Completamente impazzita…A proposito, come fa a sapere che Stephanie e sua madre vengono qui, stasera?...Come ha fatto?...Come?...(prende il telefono) Pronto?...Gilles?...Ah, sei ancora lì…un secondo soltanto…Ecco: mi è capitata una cosa inaudita…Fabienne mi ha fatto recapitare a casa un enorme ragno velenoso…proprio così, vecchio mio!...Continua!...Vuole distruggere la mia psiche…e finirà per riuscirci…Solo, c’è una cosa che mi intriga: nella lettera d’accompagnamento dice che sa che stasera verranno Stephanie e sua madre. Ora, io non l’ho detto a nessuno che lei conosca…Come?..Sì, ho un risponditore…sì…a distanza…con il telecomando che permette di ascoltare i messaggi da fuori…ehm, il telecomando?...Ma…hai ragione…sono otto giorni che lo cerco!...Ah!...se l’è portato via, e così, dovunque si trovi, può tranquillamente avviare il risponditore ed ascoltare  tutti i mie messaggi!...Oh, che carogna!...Ma cosa posso fare?...Sì…certo, tanto per cominciare , staccare l’apparechcio…Che cosa farò?...Per il ragno?...Che ne so!...La cosa migliore sarebbe avvertire Stephanie e andarcene al ristorante…ma siccome mi presenta sua madre, ci tiene talmente a che la serata riesca, che ha cucinato tutto il pomeriggio…E sinceramente mi trovo a disagio a doverle annunciare: “Stephanie, la tua serata è fottuta: c’è una migale in casa”…D’altra parte, se non riesco a farla secca prima che arrivino loro, e se rispunta fuori durante la cena, rischio di avere due sincopi!..Perchè Stephanie…solo a sentire la parola “ragno”, si copre a chiazze…Ah sì, come dici tu!...Davvero non so cosa fare…Ammazzarla prima!...Insomma inventerò qualcosa…Bene..anche a te, buona serata.

Riaggancia e va in cucina. Appena è scomparso, si sente una chiava girare nella serratura ed entra una donna giovane e molto attraente. Indossa un magnifico mantello di pelliccia. Avanza nel soggiorno, apre la porta della camera e ne esce quasi subito senza pelliccia. La schiena è quasi nuda. Si siede in poltrona, mettendosi in posa. Roland riesce dalla cucina con guanti di gomma e una scopa. Vedendo la giovane, ha un sussulto di stupore.

LAETITIA        Il signor Roland Barot? (Roland fa cenno di sì con la testa) Buon Anno!

                                        

                                                     INTERVALLO

26

                                                            TERZO ATTO

Il sipario si alza sulla stessa scena e si trovano i personaggi nella stessa posizione in cui li abbiamo lasciati.

LAETITIA        Sono Laetitia.

ROLAND        Ma che cosa…

LAETITIA        Capisco che lei sia stupito: sono una sorpresa.

ROLAND        Un momento…un momento…Chi è lei?

LAETITIA        Gliel’ho detto. Sono Laetittia.

ROLAND         Bene, Laetitia, lei ha sbagliato piano.

LAETITIA         Ma lei è il signor Barrot, no?

ROLAND         Sì…

LAETITIA         Allora sono al piano giusto.

ROLAND         Vuol dirmi ora che cosa ci fa, qui?

LAETITIA          Sono una sorpresa!

ROLAND          Senta, signorina, deve trattarsi certo di un errore.

LAETITIA         Mi stupirei! Nella mia professione, non capita mai. Pensi cosa succederebbe se arrivassi a casa di un uomo sposato la cui moglie è in casa!

ROLAND     Bene, dunque, adesso ricominciamo daccapo. Ammettiamo che lei sia quel che dice di essere…che sia all’indirizzo giusto e al piano giusto. Posso sapere il motivo?

LAETITIA   Gliel’ho detto: sono un regalo. Mi capita spesso. Regali di compleanno, regali professionali…Stasera la signora Daniela mi ha dato la chiava del suo appartamento e mi ha detto: “Stasera, farai il regalo-sorpresa”.

ROLAND           Le ha dato la chiave…?

LAETITIA           (porgendogli la chiave) E’ questa, no?

ROLAND           Cercherò di rimanere calmo. Come ha avuto questa chiave? Che ci fa qui, così svestita?

LAETITIA     Ehi!...ci vada piano!...Di solito, la prospettiva di passare una notte con me, li mette di buonumore, gli uomini!

ROLAND            No, ma dico. Si è guardata allo specchio?...E’ seminuda!

LAETITIA            Già. E con il freddo che fa, mi creda, è veramente per coscienza professionale!

ROLAND            Allora, chi le ha dato la chiave?

LAETITIA            Gliel’ho detto: la signora Daniela, la mia agente.

ROLAND            La sua agente?

LAETITIA       Sì. La signora Daniela ha un’agenzia per indossatrici ed accompagnatrici per uomini soli…capisce quel che intendo dir?

ROLAND            Incomincio a capire…Le ha dato la chiave, l’indirizzo e le ha detto di vestirsi così?...E lei, ha trovato la cosa normale….

LAETITA           Sa, io, ormai, non mi stupisco più di niente…e poi, vestita così o diversamente, finisce sempre allo stesso modo, per cui….

ROLAND            Comunque, c’è una cosa che mi intriga. Chi gliel’ha data la chiave alla signorina Daniela?

LAETITIA      Certamente la persona che ha pagato. Non c’è nessuno nel suo giro di conoscenze che potrebbe avere avuto l’idea di farle questa sorpresa o questo scherzo che sia? Caoita…

ROLAND         (è colto da un sospetto) Santo cielo! Non è possibile!...Non può essere stata lei!!! Ma sì!...è stata lei….Ha avuto questo coraggio!!!

LAETITIA        Oh, aspetti. Dimenticavo. C’è un biglietto. Dove l’ho messo?...(Gli porge una graziosa busta con un ghirigoro rosa)

ROLAND             (leggendo) “Poiché ti piacciono le ragazze. Buon divertimento e auguri di buon anno!” (Roland si lascia cadere sul divano)

LAETITIA           Allora, ha capito? Sa chi è stato?

ROLAND           Sì, mia moglie.

27

LAETITIA           Sua moglie?

ROLAND           Sì, da un po’ di tempo è diventata spiritosa…Ma che incubo!...

LAETITIA            E’ la prima volta che rappresento un incubo per qualcuno!

ROLAND            Capirà presto perché. Vede quella bella tavola?

LAETITIA            Aspetta gente?

ROLAND            La mia futura moglie e sua madre…

LAETITIA            Oh, cavolo!

ROLAND            Proprio così!

LAETITIA            Le ha combinato proprio un bello scherzo!

ROLAND            Per non parlare del ragno…

LAETITIA            Quale ragno?

ROLAND            Oh, niente…un altro scherzo!...Ma adesso che faccio?...Mi dica lei?...

LAETITIA          Sono desolata, ma non potevo immaginare. Mi scusi…prendo la pelliccia e me ne vado. Però gliene dirò quattro, a Daniela…Perché a me non piace ritrovarmi in situazioni simili. Sul serio! E’ mortificante…(entra in camera e ne riesce con la pelliccia) Me ne ricorderò per un pezzo di questo Capodanno!

ROLAND             Anch’io, mi creda! (suonano) Troppo tardi!

LAETITIA             E se mi presentasse come sua sorella?

ROLAND           La scongiuro, entri in quella camera, tre minuti, tanto sono costretto a portarle al risporante.

LAETITIA           Tre minuti, non uno in più, intesi? Non ho più l’età per giocare a nascondino.

ROLAND           (spingendola nella camera) Promesso!

Nuova scampanellata. Roland va ad aprire. Entra Stephanie, seguita da sua madre, Genevieve, un’affascinante signora di mezza età, sulla sessantina.

STEPHANIE         Oh, finalmente! Roland, ti presento la mamma.

ROLAND              Cara signora, sono felice di fare la sua conoscenza.

GENEVIEVE          Anch’io. Sento parlare di lei da tanto tempo!

ROLAND               Già, dev’essersi chiesta se avevo un volto…

STEPHANINIE       Infatti. Ti aveva soprannominato “Fantomas”.

GENEVIEVE           Avevo intravisto  una vaga foto, ma di persona è meglio.

ROLAND                Grazie. Stephanie, devo dirti…

GENEVIEVE           E’ proprio bello, qui da lei.

STEPHANIE            Non è male…ma vedrai, ho molte idee…Vuoi visitare l’appartamento?

ROLAND                 Più tardi, Stephanie, devo dirti una cosa- c’è un problema.

GENEVIEVE            Sento che passeremo una magnifica serata.

ROLAND                 Sentite, mi dispiace dovervelo dire, ma temo di no.

STEPHANIE             Perché?

ROLAND                 E’ successa una catastrofe: le ostriche…sono sospette…

STEPHANIE             Ma che dici?

ROLAND                 Sì, sono strane…un colore…un odore…insomma, secondo me sono pericolose. Per questo sarebbe più prudente andare al ristorante. (prende il cappotto e lo indossa)

STEPHANIE             Ma che dici? Le ostriche’…le ho comprate io!

ROLAND                  Beh, risparmia i complimenti al fornitore.

STEPHANIE              Questa poi! Mi stupisci! (Entra in cucina)

GENEVIEVE              Ha ragione, se le ostriche non sono fresche, bisogna stare attenti.

ROLAND                   Altro che fresche!  (Stephanie rientra)

STEPHANIE               A me sembrano buone. Si muovono ancora!

ROLAND                   Non si muovono; agonizzano non è la stessa cosa! Guarda….guarda, ti dico! Sono verdi!...Con le ostriche non si possono correre rischi. Per questo insisto che è meglio andare al ristorante.

STEPHANIE           Un momento…riflettiamo…(Lui si toglie il cappotto)

GENEVIEVE           Forse ha ragione.

28

STEPHANIE        Io, intanto, vorrei bere qualcosa. E anche se le ostriche sono sospette, c’è sempre il salmone e la coda di rospo all’americana che ho preparato io.

ROLAND             Be’, te lo raccomando, anche il salmone!

STEPHANIE         Perché cos’ha?

ROLAND              E’ guasto…manda un odore!

STEPHANIE          Odora di salmone!

ROLAND              Se l’hai preso dallo stesso fornitore delle ostriche, non mi stupisce…

STEPHANIE          (entrando in cucina) Ma insomma, Roland!...

ROLAND           E’ vero…con la scusa che viene dal Nord, si crede che sia tutto fresco! Ma anche lassù c’è l’inquinamento!

GENEVIEVE          Lei è un ambientalista?

ROLAND               Esatto! La terra sta diventando una pattumiera! (Satephanie ritorna con il piatto)

STEPHANIE           Guarda, mamma: è uno spettacolo.

GENEVIEVE          Sì, in effetti mi pare…

STEPHANIE           E’ norvegese!

ROLAND            E con questo? Anche in Norvegia ci sono le pattumiere…No, è andata male, male!...Meglio non insistere e andare subito al ristorante. (si rimette il cappotto)

STEPHANIE       Roland!...Un momento!...Ho portato della vodka all’erba di bisonte e vorrei berne un goccio, si può? (lui si leva il cappotto)

GENEVIEVE         Oh, sì, anch’io.

STEPHANIE          Sentirai, Roland, è sublime!

ROLAND           Bene, d’accordo. Ma dopo, hop! Filiamo al ristorante! (Roland va aprendere dei bicchieri e serve tutti)

GENEVIEVE        (bevendo) Via! La vodka si manda giù d’un sorso! Così!...E adesso, andiamocene! (si rimette il cappotto)

STEPHANIE          Veramente, Roland, io non avrei tanta voglia di uscire, con questo freddo.

GENEVIEVE          Neanch’io…Si sta così bene qui!

STEPHANIE          Anche senza le ostriche e il salmone, c’è sempre la coda di rospo, i formaggi, le meringhe…

GENEVIEVE        Stephanie ha ragione: ce n’è abbastanza, e sarebbe un peccato non passare la serata qui da lei.

ROLAND               (si toglie il cappotto e prende da parte Stephanie) Stephanie, non volevo dirtelo, ma visto che mi costringi, ecco: Fabienne mi ha giocato un brutto tiro.

STEPHANIE        Dovresti esserci abituato!

ROLAND             Sì, ma in questo caso ha passato i limiti. Mi ha sguinzagliato un migale in casa.

STEPHANIE        Ma che stai raccontando!

ROLAND            La verità. Toh. Ecco la scatola…e questo è il biglietto di accompagnamento.

STEPHANIE      Non ci credo. Ma via, bene o male, credo di conoscerla un po’, Fabienne: è incapace di fare una cosa simile!

ROLAND            Ma insomma, leggi!!!

STEPHANIE      Ma andiamo! Ci crederò quando lo vedrò! Dio sa se ho paura dei ragni!...Ma insomma..non me la darai a bere…Che altro hai in mente?

ROLAND            Io? Niente! Ti assicuro…è enorme!

STEPHANIE      Senti; Roland, ti prego, smettila di raccontare storie1 E poi, sai che detesto parlare di quelle bestie.

ROLAND            Bene, come vuoi…Ma io ti ho avvertita.

STEPHANIE        Un migale!…Perché non un coccodrillo!...

ROLAND            Stephanie!

STEPHANIE        Basta così, Roland!

ROLAND        Come vuoi…Quand’è così, chi se ne frega!...(cambia tono e voltandosi verso Genevieve) Allora, cara signora, stava dicendo?

GENEVIEVE      Stephanie mi ha detto che lei si occupa di pubblicità..

ROLAND           Pubblicità televisiva, per l’esattezza.

29

GENEVIEVE       Ah…è lei che inventa quei graziosi “spots”?

ROLAND            Alcuni, sì.

STEPHANIE        (orgogliosa)  “Con pitipò, il bebè fa popò” è suo!

GENEVIEVE       Aah! …E il bimbo è irresistibile! A che cosa sta lavorando, al momento?

ROLAND           (assente) Come?...Ah, su una marca di yogurt.

GENEVIEVE      E cos’ha di particolare, questa marca?

ROLAND           Niente.

GENEVIEVE       Ha l’aria un po’ tesa, spero che non sia colpa mia.

ROLAND         Niente affatto, niente affatto! Ma mi scusi, credo di aver lasciato la finestra aperta in camera da letto. (entra in camera)

STEPHANIE        Com’è nervoso! Non l’ho mai visto così…

GENEVIEVE       Io, quando tuo padre mi ha presentato alla mia futura suocera, ero nelle stesse condizioni.

STEPHANIE        Comunque, lo trovo strano…Un altro bicchiere, mamma?

GENEVIEVE        Credi sia il caso?

STEPHANIE        Ma sì, stasera bisogna festeggiare! Incominciamo un nuovo anno, ed io, una nuova vita.

GENEVIEVE        A proposito. È d’accordo per il bambino?

STEPHANIE        E’ ancora un po’ reticente, ma fidati di me…

ROLAND       (esce dalla camera, con espressione preoccupata) Stephanie! Ti assicuro…andiamocene al ristorante…

STEPHANIE       No. Non insistere. Te l’ho detto: ci crederò quando la vedrò.

ROLAND            Basa, te ne pentirai!...

GENEVIEVE       E’ proprio bello, qui. Una volta sposati, pensate di continuare a vivere qui?

ROLAND           Se possibile, sì.

GENEVIEVE       Se verrà un bambino, non sarà troppo piccola, la casa?

ROLAND            Infatti. Finchè rimane un’idea, non sono affatto contrario.

GENEVIEVE      Lei non immagina quanto ne sarei felice! Se poi fosse un maschietto.

ROLAND           Sarebbe formidabile, vero?  

GENEVIEVE    Sì, perché con un po’ di fortuna potrebbe anche assomigliare a suo nonno, e io avrei così l’impressione di ritrovare un po’ il mio Antoine.

STEPHANIE      La mamma adorava papà…

GENEVIEVE       Fino a quando….(soffoca un singhiozzo)

STEPHANIE       Via mamma, non vorrai rattristare la serata. Adesso bisogna pensare all’avvenire.

GENEVIEVE      E l’avvenire è il bambino!

STEPHANIE       Non siamo ancora a questo punto, mamma.

ROLAND            No.

GENEVIEVE        Per le vacanze, si potrebbe andare a Tremissou. La conoscete?

ROLAND            Prego?

GENEVIEVE  Tremissou…la casa dei miei genitori. Non è grande, ma d’estate, come ci si sta bene!...Vero…Stephanie?

ROLAND           Ah, sì!...Tremissou! dov’è?

GENEVIEVE       Proprio sotto Dunkerque.

ROLAND            Ah, sta sul mare?

GENEVIEVE        No, dista otttanta chilometri…ma il mare, lo si sente…! Vero Stephanie?

STEPHANIE        Sì, non è un grande villaggio. Ma…è vero…ci si sta bene. La nostra casa è un po’ fuori mano.

GENEVIEVE        La fattoria degli impiccati…

STEPHANIE         Sì, perché durante la rivoluzione, all’epoca del terrore, la gente del posto non aveva i mezzi per acquistare una ghigliottina, e così impiccavano nobili nella fattoria a fianco alla nostra casa. E’ storia.

GENEVIEVE         Ci sono solo due vicini.

ROLAND             Ah, ci sono dei vicini, anche.

STEPHANIE         Ah, sì…a proposito, mamma, Paulette è ancora viva?

GENEVIEVE         A Pasqua l’ho vista.

STEPHANIE          Quanti anni ha, adesso?

30

GENEVIEVE          Ottantanove..è nata col secolo.

STEPHANIE          E’ sempre tanto sporca’

GENEVIEVE       Più che mai! Io non riesco a mettere piede in casa sua. “Venga, si accomodi”  mi dice sempre “le faccio un caffè!” L’ultima voltanon ci sono riuscita.

ROLAND             E questa…sarebbe la vicina.

GENEVIEVE      Sì, la più vicina. Ma poco oltre, di fronte, abita il padre Fauchereux. E’ il bracconiere del posto.

STEPHANIE          Un caratteraccio!...

GENEVIEVE          Sì, e con Paulette, non possono vedersi. Si tirano i sassi contro le finestre.

STEPHANIE          Mette sempre quelle terribili trappole?

GENEVIEVE          Eccome!

STEPHANIE          (a Roland) Piazza dei marchingegni con denti enormi….

GENEVIEVE          Sì, quando si va a fare delle passeggiate bisogna stare attenti.

ROLAND               Credevo fosse proibito…

STEPHANIE          Al Padre Fachereux nulla è proibito…Pensa, dorme col fucile! Persino i guardiani locali non osano avvicinarsi.

GENEVIEVE            A me fanno paura specialmente i suoi cani….

STEPHANIE           Tre dobermann…delle belve…

GENEVIEVE           Sì, e quando cammina lungo il sentiero bisogna stare attent!

ROLAND                Abbaiano molto?

STEPHANIE            No. Solo nelle notti di plenilunio…

ROLAND                A parte i cani, Paulette e il bracconiere, ci sono pure dei vampiri?

STEPHANIE            Perché dici così?

ROLAND                Niente, ma mi veniva in mente un film…

GENEVIEVE      Sono sicura che le piacerebbe, Tremissou. E poi si possono fare tante di quelle cose. Camminate, andare per funghi…e poi c’è il giardino!...Ah! il giardino!...

STEPHANIE            Sì. L’orto è uno spettacolo.

GENEVIEVE            Sono sicura che la divertirà occuparsene.

ROLAND                  No.

STEPHANIE              Come puoi dirlo se non hai mai provato….

ROLAND                  Il terreno è venti centimetri troppo basso per la L5 e la L6.

GENEVIEVE             L5, L6?....

ROLAND                  Le lombari…non vogliono piegarsi.

GENEVIEVE          Peccato, perché inoltre, con la pioggia che cade tutto l’anno, a Tremissou ci cresce di tutto! Vero, Stephanie?

STEPHANIE                Sì, a luglio l’erba è talmente alta che non si vede più la casa.

GENEVIEVE         Quanto a tranquillità, si sta tranquillissimi…Non si vede una macchina in tutta la settimana!

ROLAND              E’ là che andavi a passare le vacanze, ogni anno?

STEPHANIE          Dovevo pur andare da qualche parte, visto che tu non eri libero….

GENEVIEVE          A proposito, avete già fissato la data del matrimonio?

ROLAND               No

STEPHANIE           Mamma!...Bisogna che prima Roland sia divorziato…

ROLAND               (La porta della camera si socchiude e Roland si precipita) Ah! Quella finestra!...(entra in camera)

STEPHANIE            Beh…come lo trovi?

GENEVIEVE            Nervoso.

STEPHANIE        Sì. Non so cos’ha stasera. Ma a parte questo, sai, mamma, è un ragazzo molto onesto, e soprattutto molto serio.

GENEVIEVE             Comunque ha tradito la moglie…

STEPHANIE             Con chi?

GENEVIEVE             Con te!

STEPHANIE              Beh, sì! Ma non era la stessa cosa: era tutta colpa di lei!

31

Roland esce dalla camera da letto molto contrariato.

GENEVIEVE          Quanto tempo ci vorrà per divorziare?

ROLAND               Come?

GENEVIEVE          Ci vorrà molto, per divorziare?

ROLAND               Non saprei…si mesi…un anno…

GENEVIEVE           Comunque, adesso, si possono avere figli anche senza essere sposati.

STEPHANIE           Mamma, smettila di parlare di figli!

GENEVIEVE           Ma Stephanie, alla mia età, tutte le mie amiche sono nonne! Che figura ci faccio io?

STEPHANIE       Parliamo d’altro, per favore…Roland, ti ho mai detto che la mamma è appassionata di politica?

ROLAND                Davvero?

STEPHANIE            E’ gaullista, vero mamma?

GENEVIEVE            …dal quaranta…E, allora, eravamo in pochi!...Ho anche fatto la resistenza!...

ROLAND                  Ah, davvero?

GENEVIEVE             Pensi che durante la guerra un ufficiale tedesco voleva assolutamente portarmi a letto. Beh, ho resistito!...E mi creda, c’è voluto del coraggio…

ROLAND                   Perché? La minacciava?

GENEVIEVE               No, ma era talmente bello!...Insomma…Che ne pensa dell’attuale politica governativa? Non trova che il discorso del Primo Ministro è stato, come sempre, molto sibillino? (Roland, che ha appena visto la migale uscire da dietro il mobile e arrampicarsi lungo il muro per scomparire sotto un tendaggio, rimane a bocca aperta). Vedo che la mia domanda la stupisce…Ho notato che ogni volta che il governo è in difficoltà su delle questioni economiche, il Primo Ministro viene in aiuto del Ministro del Bilancio e ci propina un discorso soporifero. Non ha anche lei questa impressione? (Roland è sempre pietrificato dall’angoscia) Spero di non urtare le sue convinzioni politiche.

STEPHANIE               Ma no, niente affatto! Lo dice sempre anche lui.

GENEVIEVE               Allora vuol pesare le sue parole.

STEPHANIE               Certo. Perché Roland  non è uno che parla senza riflettere. Vero Roland?

ROLAND                    Eh?

STEPHANIE                Dicevo che non sei uno che parla a vanvera.

ROLAND                     A proposito di che?

STEPHANIE                 A proposito di quello che dici!

ROLAND                      Ma io non ho detto niente!

STEPHANIE                 Di quello che dici di solito sulla politica!

ROLAND                      E’ appena passata…

STEPHANIE                 Che cosa?

ROLAND                      La bestia…

STEPHANIE               Roland, non riuscirai a farmi arrabbiare…sono in piena forma e da anni non passavo una così bella serata.

GENEVIENE                 (alzando il bicchiere) Al vostro amore! (E manda giù d’un sorso la sua vodka)

ROLAND                      Comunque! Che ne direste di mangiare in fretta e andarcene in un night?

STEPHANIE           Con la mamma?! Vuoi scherzare! Pensa piuttosto a procurare del ghiaccio, perché la vodka si conserva al fresco.

ROLAND                 Bene. E poi?

STEPHANIE             Beh, poi metterai a scaldare la coda  di rospo all’americana.

ROLAND                  Appunto! Mangiamo la coda di rospo e poi si va al night.

Va in cucina. Il ragno esce dal nascondiglio, attraversa il muro e scompare dietro il mobile. Genevieve, che si accingeva a bere, lo scorge e si blocca. Guarda il bicchiere e lo riposa cautamente sul tavolo.

STEPHANIE             Che c’è?

GENEVIEVE             Niente.

32

STEPHANIE           E’ vodka autentica, sai.

GENEVIEVE           Si vede!

STEPHANIE            (vuota il bicchiere d’un sorso) L’adoro!

GENEVIEVE           Ci vedi bene, tu?

STEPHANIE            Sì, perché?

GENEVIEVE           Oh, niente…

Dalla cucina giunge il rumore di un piatto che cade e va in frantumi.

STEPHANIE            Roland!

Roland esce e Stephanie entra in cucina.

ROLAND                 La coda di rospo!...Sono scivolato…E’ finita per terra!

 Stephanie riesce.

STEPHANIE           (scoraggiata) Ce n’è dappertutto. Un disastro!

ROLAND                (infilandosi il cappotto) Presto!...Corriamo al ristorante finchè siamo in tempo!

STEPHANIE           Mamma, credo purtroppo che Roland abbia ragione.

Il ragno esce di nuovo dal nascondiglio e attraversa il muro, proprio davanti a Genevieve che impallidisce di colpo e si lascia cadere su una poltrona.

STEPHANIE           Mamma! Non ti senti bene?

GENEVIEVE          Non so…vedo delle cose strane…

STEPHANIE           Come delle mosche davanti agli occhi?

GENEVIEVE          Non si tratta di mosche…

STEPHANIE           Roland, come vedi la mamma non è in condizioni da uscire…

ROLAND                Sì…HA FAME…HA BISOGNO DI UN PO’ D’ARIA!

STEPHANIE           No, te l’assicuro. Sono preoccupata e preferirei rimanere qui, perché se si dovesse chiamare la Guardia Medica…

ROLAND                Fate come volete!...per me…Dunque..che si mangia?

STEPHANIE           Ti assicuro che il salmone è perfetto. Scalda dei toasts

Roland va in cucina

GENEVIEVE          Non si dovrebbe bere così quando non si è abituati….

STEPHANIE           Ti senti meglio?

GENEVIEVE                          Dev’essere la vodka…Non preoccuparti e goditi la serata.

STEPHANIE           Forse ha ragione Rland: hai fame…

Suonano

GENEVIEVE          Deve arrivare qualcuno?

STEPHANIE           Nessuno! vado io…

Stephanie va ad aprire. Entra Monika.

MONIKA               Scusate il disturbo…C’è Roland, per favore?

STEPHANIE           Roland?...Ma sì, certo…Ma si accomodi…(Stephanie apre la porta della cucina) Roland…c’è “una persona” che chiede di te.

33

Roland esce dalla cucina.

ROLAND              Ah, sì…Monica! Buonasera…

MONIKA             Scusa…volevo avvertire te ma non avevo tuo nome né telefono…così sono venuta.

ROLAND              Hai fatto benissimo.

MONIKA             Riparto subito, ma molto seccata..L’altra sera, ho perduto qui orecchini con brillanti…

ROLAND              Io non ho trovato nulla.

MONIKA             Io so dove stare. Avevo posato su tavolino da notte. Orecchini ricordo di nonna, e io tenere molto. (Monika si dirige rapidamente verso la porta della camera l’apre ed entra).

ROLAND              (a Stephanie) Eppure ho fatto le pulizie e non ho visto niente…deve essere finito sotto il letto…

STEPHANIE         O nel letto…

ROLAND              No. Ha detto di averli posati sul comodino…

STEPHANIE         Senti, Roland, mi stai prendendo in giro?...Adesso capisco perché hai inventato la storia del ragno e volevi portarci tutti i costi al ristorante…Sapevi del suo arrivo!

ROLAND              Ma niente affatto!...niente affatto!...

STEPHANIE         Quando è stato?

ROLAND              Giovedì sera.

STEPHANIE         Se ho ben capito, questa ragazza ha passato la notte qui…

ROLAND              Sì…io ho dormito sul divano, e lei in camera mia.

STEPHANIE         Ed è tutto!...

ROLAND              Tutto cosa?

STEPHANIE         Roland!...

ROLAND              Sì…(Monika esce dalla camera fissando Roland) L’ha trovato?

MONIKA             Sì. Ho trovato anche altra cosa.

ROLAND              Bene, meglio così!...

MONIKA             Era scivolato lungo il muro. (A Roland sotto voce) vuole vederti…dice essere stufa…

STEPHANIE         Ha impegni, per stasera?

MONIKA             No, perché?

STEPHANIE         Le piace il salmone?

MONIKA             Lo adoro…

STEPHANIE         Allora, resta a cena con noi.

MONIKA             Oh no!...siete in famiglia…

STEPHANIE         Appunto! Se ho ben capito, anche lei ne fa un po’ parte…

MONIKA             Molto gentile lei…Ma io non…

STEPHANIE         (spingendola verso la poltrona) Non sia timida!...quel che è detto, è detto!...Avanti, si sieda, e le servirò da bere. (a Roland) Non trovi che una buona idea, di tenere con noi la signorina?

ROLAND              Come vuoi…Del resto, io me ne frego, perciò…

STEPHANIE         Come dici?

ROLAND              Dico che è una serata nata male…perciò..

STEPHANIE         Beh, io non trovo, anzi! E’ molto istruttiva…Allora, Monika, un goccio di vodka?

MONIKA             Solo un bicchiere. Dopo iop parto perché ho paura di temporale.

STEPHANIE         Temporale, il 31 Dicembre!....(Suonano, Roland fa per andare ad aprire, ma Stephanie lo ferma con un gesto) Vado io. Non si sa mai. Potrebbe essere una squadra di majorettes…

VOCE DEL PORTIERE       Stasera hanno recapitato questo…l’ho trovato rientrando…la porto su adesso…è strano…

Stephanie ritorna con una corona mortuaria.

STEPHANIE         Roland!...Roland…Guarda che cosa ha avuto il coraggio di fare!

Su un nastro si legge: “AL NOSTRO AMORE DEFUNTO. FABIENNE”. Roland ha voglia di ridere ma si trattiene.

34

GENEVIEVE        C’è un funerale?

STEPHANIE         Ma no, mamma…è la sua ex-moglie che cerca di rovinarmi la serata…

GENEVIEVE        Se è uno scherzo, non è del gusto migliore!

STEPHANIE         (a Roland) E tu? Non dici niente?

ROLAND              Sono costernato…ecco, costernato.

MONIKA             Io voglio andare.

STEPHANIE         No!

MONIKA             Lei rifiuta farmi partire?

STEPHANIE         Certo, perché ho ancora qualche dettaglio da chiarire.

ROLAND              Stephanie! Lasciala in pace!...

MONIKA             Allora io prendo vodka prima di temporale.

Stephanie si accinge a servire Monika, ma questa afferra la bottiglia e la tracanna)

STEPHANIE         Eppure lei ci sta dentro fino al collo, mi creda!..Dunque, ricominciamo. Se ho ben capito, lei ha passato qui la notte di giovedì…

MONIKA             Sì.

ROLAND              Ma se ti dico che ho dormito su questo divano e Monika in camera mia!

STEPHANIE         Cominciamo daccapo. Com’è arrivata qui? Nel sacco di Babbo Natale?

ROLAND              No, una sera sono uscito con Patrick, il mio vicino, e…

STEPHANIE         E vi siete portati a casa due pollastrelle!...

ROLAND              Ma no!...non è andata affatto così!...

STEPHANIE         Roland, io non ti credo.

ROLAND              Che cosa vuoi fare, divorziare’

STEPHANIE         Roland, manteniamo la calma…L’hai guardata bene, Monika?

ROLAND              Sì.

STEPHANIE         E’ uno schianto, sì o no?

ROLAND              Sì.

STEPHANIE         Notevolmente ben fatta…molto giovane…e molto appetitosa…

ROLAND              Questo è vero.

STEPHANIE         E vorresti farmi credere che ti sei tenuto questa creatura in casa, nel tuo letto, per tutta la notte, senza sfiorarla!

ROLAND              Ti assicuro che ogni tanto certe cose capitano!

STEPHANIE         Vieni con me, devo parlarti. Perchè non ho fatto voglia di essere volgare davanti alla mamma (Spinge Roland in cucina)

MONIKA             Io  molto seccata…Non voglio che loro litigano per causa mia…

GENEVIEVE        Le dispiace passarmi la vodka, per favore…

Come ha visto fare a Monika, Genevieve beve la vodka d’un sorso. Proprio nel momento in cui la migale esce dal suo nascondiglio sotto il naso di Monika che lo guarda stupita.

MONIKA             Ma… quella essere una migale!...ma sì!...del Nord Brasile!…Signora!...Migale stare qui?

GENEVIEVE        Una migale?...una migale…

MONIKA             Proibito avere migale in appartamento. Lei non mortale, ma…grosso ragno!

GENEVIEVE        Ah, sì…il ragno…Lei ha bevuto la vodka?

MONIKA             Sì.

GENEVIEVE        Allora, non si preoccupi, la vedo anch’io.

Il ragno si è diretto verso la porta della camera e scompare. Roland e Stephanie escono dalla cucina.

STEPHANIE         Io! Gelosa…Ah, questa poi!...

35

MONIKA             Roland! Tu sapere che c’è migale, qui?

ROLAND              E’ un regalo di mia moglie.

MONIKA             Ma non si può lasciarla libera in appartamento! Lei non mortale, ma velenosa!

STEPHANIE         Ma che sta dicendo?

ROLAND              Non hai voluto credermi…Monika, che studia Scienze Naturali, ha visto la migale che Fabienne ha sguinzagliato nell’appartamento.

STEPHANE          E come se non bastasse, siete pure complici! Avete inventato questa storia per stornare l’attenzione!

Dalla camera giunge un urlo e Laetitia irrompe nella stanza.

LAETITIA              Aiuto!...Aiuto!...un ragno!...un ragno…Ho visto un ragno!...

Un grande silenzio.

STEPHANIE         E quella chi è?

Roland                 Beh, sono sicuro che non mi crederai neppure adesso…

GENEVIEVE        Stephannie, ricomincio a vederci doppio….

Stephanie           Non è colpa dei tuoi occhi mamma.

LAETITIA              Qualcuno potrebbe pendermi la pelliccia, di là, perché io non ci rimetto piede, in quella stanza…E’ enorme!...

Monica entra nella camera.

STEPHANIE         Ti ascolto, Roland. Ma dovrai appellarti a tutto il tuo talento per spiegarmi la presenza di questa donna….

ROLAND              A che serva’ non mi crederai…

STEPHANIE         Tu provaci…

ROLAND              E’ un altro scherzo di Fabienne.

STEPHANIE         Mi prendi in giro?

ROLAND              E’ stata Fabienne a pagare la signorina Laetitia perché venisse qui, sapendo che ti avevo invitato con tua madre. Non è così signorina?

LAETITIA              Così ha detto…Ma che spavento!...Ne ho abbastanza di questa serata!...Ma mi sentirà, Daniela…mi sentirà, glielo assicuro!

GENEVIEVE        Io non ci capisco più niente. Devo aggiungere un altro coperto, anche per la signorina?

STEPHANIE         (piagnucolando) E io che ti credevo un tipo serio!

ROLAND              Stephanie, è uno scherzo, ti dico…di cattivo gusto, ma uno scherzo…Quanto al ragno…

STEPHANIE         Roland, ti ho già detto che non te la caverai inventando dei ragni!

LAETITIA              Io me ne vado…

Monika                Anch’io….

STEPHANIE         Mamma, sono desolata…ti chiedo scusa per averti trascinato in casa di questo svitato.

GENEVIEVE        Ma no, perché? Sono tutti così simpatici e ci divertiamo tanto!

LAETITIA              Arrivederci!

ROLAND              Sono mortificato…

LAETITIA              Non se la prenda…Ho visto serate peggiori…Qui, almeno, mi sono divertita un po’…Se un giorno dovesse essere solo!...Beh, buona notte e…comunque buon anno! (esce)

STEPHANIE         (in lacrime) Comincia bene, l’anno!

GENEVIEVE        Devo confessare una cosa. Non ho capito niente.

STEPHANIE         Meglio così. perché non è affatto divertente.

MONIKA             Arrivederci, Roland…Io andare…

36

ROLAND              Mi scusi, Monika…Non capisco cos’è successo stasera…Ho vissuto qui dieci anni, tranquillo…con una moglie e una bambina. Avevamo una vita regolare, e all’improvviso un ciclone ha spazzato via ogni cosa…

MONIKA             Io ripartire domani per Berlino. Io scrivo.

ROLAND              Lei è molto gentile, Monika. Spero che non conserverà di me un ricordo troppo cattivo.

MONIKA             Niente affatto! Magari un po’ strano…ma molto simpatico. Buon Anno! (Lo bacia)

ROLAND              Altrettanto a lei!

MONIKA             Arrivederci, signore…Buon Anno (esce)

GENEVIEVE        Buon Anno, signorina!...Se ne va?...Allora tolgo un coperto…

STEPHANIE         (con finta calma) Bene, Roland, adesso che siamo di nuovo soli, vorrei che mi spiegassi tutto, senza alcuna fretta, e dal peincipio. E voglio la verità. Perciò non ricominciare con la storia del ragno, eh?

ROLAND              Non è una storia, te lo giuro…

La migale riappare sul muro, proprio davanti a Stephanie. Stephanie sbarra gli occhi, incredula. Spaventata, apre la bocca e comincia a tremare. Attraversa il soggiorno indietreggiando verso l’ingresso. Genevieve la guarda stupita e la segue. Roland, mentre passano, tende loro le borsette e i mantelli.

GENEVIEVE        Stephanie! Ma che fai?...Ce ne andiamo? (Stephanie, sempre incapace di emettere un qualsiasi suono, le mostra il ragno sul muro. Il ragno scompare nella camera). Ma non è niente!...E’ colpa della vodka!...Non faccio che vederne anch’io…(Stephanie, sempre terrorizzata, esce, seguita da Genevieve). Stephanie!...Dove vai?...Aspettami…Stephanie!...

Si sente sbattere la porta d’ingresso. Roland chiude gli occhi. Poi entra nella camera, con una scarpa in mano. Si sentono due colpi molto forti. Roland riesce con una palla di giornale. Scompare nel corridoio e si sente il rumore dello sciacquone. Rientra. Ha l’aria esausta. Spegne le luci e si lascia cadere sulla poltrona. Finalmente è tornata la calma. Improvvisamente risuonano i dodici rintocchi della mezzanotte. Al dodicesimo rintocco, la porta di ingresso si apre. Roland si alza inquieto. Salomè, la pantera rosa, lanciata con forza, atterra tra le sue braccia. Una valigia enorme, seguita da una seconda, e da altri bagagli atterrano al centro del salotto. Due ombre si delineano nel vano della porta. Improvvisamente, Roland si inginocchia e tende le braccia verso una piccola figura…

ROLAND              Julie!!! …e il sipario cala sulla…

                     

                                        FINE DELLA COMMEDIA