Un grande amore
Tre atti (sei quadri) di Ferenc Molnar
(traduzione dallungherese di Ignazio Balla e Mario de Vellis)
PERSONAGGI
LA MARCHESA
MARGHERITA AGHY
IRENE AGHY
IVAN
LUIGI
LA BARONESSA LANYI
HORVATH
LA PORTINAIA
PRIMA MODELLISTA
SECONDA MODELLISTA
UN VECCHIO CAMERIERE
A Budapest epoca presente.
ATTO PRIMO
QUADRO PRIMO
Il salottino della Marchesa, dopo un trattenintento. Le tre e mezzo del mattino. Nel caminetto la brace ancora incandescente. Nella parete di fondo, una porta che, aprendosi, lascia vedere l'anticamera. Quando il sipario si alza, attraverso l'uscio aperto si vede in anticamera la Marchesa - una signora di 65 anni - che si accommiata dai Suoi ospiti. Margherita e Irene sono al centra del salottino.
Marchesa - (agli ospiti) Arrivederci, cara
Voci - Bacio le mani - Buona notte, Marchesa Addio!... - Arrivederci...
Marchesa - Addio figliuoli! Buona notte, cara... Addio, angelo... Telefonami domani... Addio cara... Buona notte... Buona notte. (Entra. Chiude la porta. E stanca. Si getta su una poltrona. Trae un sospiro d sollievo) Uff! Se ne sono andati... E anche questa passata, care mie.
Margherita - Marchesa, sarebbe forse ora che anche noi...
Marchesa - No, no, rimanete ancora.
Margherita - Sono gi le tre e mezzo passate. quasi l'alba. Anche a lei, marchesa, farebbe bene andare a letto. Sar un po' stanca, con tanti invitati.
Marchesa - Sedete... non vado a letto. Se avessi voluto, non temete, non vi avrei detto d rimanere, prima di tutto, non posso dormire. Ci sono due esseri che invidio: Ripvan Winkle e la Bella addormentata nel bosco, perch entrambi dormirono venti anni. Io, invece, da ventanni non dormo e perci trattengo sempre i miei invitati fino all'alba. In secondo luogo, l'unico mio piacere di oneste serate di rimanere, quando la folla se n andata, con una o due persone alle quali voglio bene.
Margherita - Grazie, marchesa... Molto gentile!
Marchesa - Non mi sono occupata di voi per tutta la sera, perch sapevo che, poi, saremmo rimaste noi tre, nell'intimit, a discorrere delle cose della vita. (Entra un vecchio cameriere) Che bevete? Liquori ochampagne? (Le ragazze tacciano) Limonata?
Margherita - Se permesso chiederei limonata!.
Marchesa - (al Cameriere) Limonata. A me champagne. (Il Cameriere esce e durante la scena seguente torna e serve) Ed ora, cara Margherita, prima che me ne dimentichi, dopo domani vengo da voi per il vestito. Ma questa volta il mio vestito non importante, importante quello della baronessa Lanyi, perch il primo che le fate e voglio che rimanga soddisfatta, e perch gliel'ho raccomandata io la vostra casa. Non solo, ma le devi anche far spendere poco. Sei o non sei una grande direttrice?
Margherita - (con modestia) No, no, marchesa.
Marchesa - S, s, invece. Sei grande, tanto grande, che le signore ormai non osano pi rivolgersi direttamenre a te, e mi torturano per farsi raccomandare.
Margherita - Marchesa, lei infinitamente gentile. Per la baronessa far tutto quello che in mio potere.
Marchesa - Non essere modesti. Tu sei la direttrice della Casa Antonietta e senza di te non se la caverebbero.
Margherita - Se ho un po' d'autorit lo debbo a lei, marchesa, alla sua protezione, alle sue buone parole... e per questo sono stimata.
Marchesa - E anche il tuo gusto mi pare che conti qualche cosa, e il tuo modo di trattare le clienti, e poi anche il lavoro che fai, giorno e notte... un lavoro da barbari. Insomma mi hai promesso che il vestito della baronessa Lanyi sar bellissimo e, ci che pi importa, a buon mercato.
Margherita - Non dubiti, marchesa, far tutto quello che desidera.
Marchesa - Sai...? A lei piace vestire come una giovinetta. Su questo punto devi asse, condurla ciecamente. Anzi, vestila da bambina. Figuriamoci; vecchia e brutta come ... Ma pi sembrer ridicola e pi mi far piacere, perch trentanni fa, quando era ancora passabile, voleva sedurre mio marito. Merita proprio che io sia maligna con lei. Ora lasciamo andare i vestiti e occupiamoci di questa tua sorellina viziata per la quale ci diamo tanto da fare.
Margherita - Non so proprio come e quanto ringraziarla per la sua bont.
Marchesa - Lascia andare, figliuola mia. Quello che conta che il fidanzato di questa damina ha gi il suo posto nella Societ Anonima Macchine Agricole... un posto da leccarsi tutte e dieci le dita, te l'assicuro io. Sono contenta che mio marito abbia potuto farlo, perch, ad esser franca, temevo che non ci sarebbe riuscito. Mio marito assediato da una vera folla di poveri diavoli che cercano un posto ed tutta gente per bene che meriterebbe d'averlo.
Margherita - Appunto per questo, non so come faremo a dimostrarle la nostra gratitudine.
Marchesa - Non soltanto per me che mio marito s' mosso, ma anche per il vostro povero padre. Quando mio marito era ministro, gli voleva molto bene, lo chiamava il suo caro e bravo consigliere Aghy; era il suo consigliere prediletto.
Margherita - Anche per il babbo, Sua Eccellenza era il ministro prediletto: gli voleva molto bene.
Marchesa - In questa occasione mio marito m'ha detto; se si tratta della figlia di Pietro Aghy, tutto sar fatto. (A Irene) Insomma, sei una ragazza fortunata, perch oggi il tuo fidanzato ha avuto un magnifico posto. Si chiama Luigi, non vero? Luigi... e che cognome?... un cognome simpatico...
Margherita - Luigi Baci.
Marchesa - S, si, Baci. Luigi Baci.
Margherita - Per, non un cognome molto fortunato.
Marchesa - Non te la prendere con lui; prima di tutto non ne ha nessuna colpa, e poi, anzi, lo trovo un ottimo cognome, specialmente per un fidanzato.
Margherita - Dicevo soltanto... perch non troppo adatto a lui, E un uomo cos serio... pedante... un vero ingegnere.
Marchesa - Comunque sia, sarebbe bene che domani si presentasse da mio marito... tiene molto alle forme.
Margherita - naturale, marchesa... Va da s.
Marchesa - Sentiamo ora chi questo Luigi per il quale mi sono tanto battuta. (si accomoda meglio nella poltrona).
Margherita - Questo Luigi, ci questo Luigi Baci, da quattro anni il fidanzato di Irene. Le ho gi detto che ingegnere e noi ne siamo orgogliose. Ha al suo attivo due magnifiche invenzioni: un congegno per fissare i binari ed un apparecchio da riscaldamento a torba. Ed bravo non soltanto come tecnico, ma anche come uomo. Si figuri che campione di scherma.
Marchesa - Magnifico!
Margherita - Nel campionato di sciabola alle Olimpiadi ha preso il secondo premio.
Marchesa - Questo e interessante!
Margherita - un uomo di valore e molto onesto, e nostra madre, poverina, lo aveva scelto lei per Irene. Luigi poi, a pensarci bene, anche un nostro parente un po' lontano. Nostra madre era nata Emod. Suo fratello maggiore, Emerito, ha un figlio, Baldassarre, che ha sposato Anna Sukorsky. La zia di questa Anna divorzi dal marito Stefano Goro, per sposare Elemer Baci, il quale aveva due fratelli maggiori di lui; Andrea e Alessandro. Andrea ebbe due mogli: prima Lenke Zboky e poi Karola Kadar, vedova di Rodolfo Viikovics, con la quale ebbe un figlio, che il nostro Luigi.
Marchesa - Ti posso assicurare, figliola mia, e te lo dico con la coscienza tranquilla, che di tutto quanto mi hai detto non ho capito un'acca. Per ti posso assicurare egualmente che se me lo ripetessi...
Margherita - Volentieri!
Marchesa - ...anche allora non ci capirei nulla. Non c' speranza! Andiamo avanti. Insomma, Luigi era stato scelto da tua madre.
Margherita - S. Allora molti giovanotti gironzavano intorno a noi; nostro padre viveva ancora, era Eccellenza e, come si comprende, facevamo una vita agiata. Ma tutto questo ormai lontano. La mamma, fra i tanti, come ho detto, scelse Luigi; perch Irene, fin da allora, era una piccola selvaggia e anche Luigi, fin da allora, era serio e posato.
Marchesa - Giusta opposizione di caratteri per un buon accordo. E la tua cara mamma, perch non ha cercato un marito per te? Sei la maggiore...
Margherita - lo non mi sposer mai!
Marchesa - Che grande parola: mai!
Margherita - Oh mi trovo benissimo cosi. Oggi - non vero? - e superfluo spiegare perch: lavoro e guadagno abbastanza, tanto che ad Irene, non manca nulla e posso anche provvedere per Luigi.
Marchesa - Per Luigi? come? tu provvedi anche per lui?
Margherita - S, e sono contenta di aver avuto l'occasione di dirlo. Era inevitabile che lei, marchesa, prima o poi, venisse a saperlo e allora mi sarei vergognata molto di averlo taciuto alla mia protettrice, con la quale voglio essere sincera come se fosse la mia mamma. Da quattro anni temo io che lo aiuto. Lo aiutavo quando era all'Universit, l'ho aiutato per fargli prendere la laurea; ed ora abita da noi. Si capisce che consideriamo tutto questo un prestito che egli restituir a rate non appena avr un posto o quando gli riuscir di valorizzare le sue invenzioni. E siccome un uomo pedante e corretto, restituir tutto, fino all'ultimo centesimo.
Marchesa - Abita da voi?
Margherita - S!. Quando c'era ancora la mamma, aveva la camera al primo piano. In quei tempi felici, era la camera per gli ospiti. Ma dopo, la mamma fu costretta ad affittarla; il padre di Luigi aveva ancora la possibilit di pagare, e cos... cosi, ormai sono quattro anni che abita l. Noi due stiamo al pianterreno. Abbiamo tre camere e un piccolo vestibolo. La casa fu fatta costruire dal babbo ne! villaggio degli impiegati statali, e, in verit, non che una modesta casetta ad un piano. Quello che io, con tanto orgoglio chiamo piano, soltanto un abbaino al quale si accede dal vestibolo per una scala di legno.
Marchesa - Mi figuro che, in casa tua, regner un ordine militare.
Margherita - Certo! Non credo di essere immodesta, ma, dove sono io, c' l'ordine. Dunque... le ho detto dove sta Luigi. In quell'abbaino ha studiato ed diventato ingegnere.
Marchesa - Fa colazione e cena con voi?
Margherita - Naturale! Come buona, lei, marchesa, ad interessarsi delle nostre piccole cose!
Marchesa - Se sapessi come invidio questa giovane, modesta e bella vita di famiglia! Deve essere una casetta allegra e cordiale, la vostra. C' anche un giardino?
Margherita - Grande come questa stanza!
Marchesa - Oh che vita simpatical
Margherita - Una vita serena, sincera e pura. Ma soltanto ora sar veramente bella, quando Luigi, per la sua bont, marchesa, potr finalmente sposare Irene, Tutto rimarr immutato; soltanto Luigi scender ad abitare nella mia camera ed io salir sull'abbaino.
Marchesa - Insomma, anche per il futuro rimarrete insieme come prima,
Margherita - S.
Marchesa - E farete bene.
Margherita - Sono stati loro a chiedermi di rimanere. E per me sar una grande gioia assistere alla loro leuciti ed aiutarli dall'alto della mia soffitta.
Marchesa - Vigilerai su loro come le sentinelle delle torri.
Margherita - No, non pi; ho vigilato abbastanza. Ora tocca a Luigi vigilare.
Marchesa - Su chi?
Margherita - Su questa piccola avventuriera ,
Marchesa - (o Irene) Come? come? Sei una avventuriera?
Margherita - La mamma la chiamava cos. Gi da allora voleva diventare attrice cinematografica e, per profilassi, l'abbiamo messa in una banca. Ma non le ha giovato, perch non andava mai in orario e l'hanno licenziata. Voleva diventare Greta Garbo; per meno, non si sarebbe impegnata! Allora l'abbiamo messa in un altra banca. Ma da questa, invece, scappava ogni pomeriggio per andare al cinema, lo ce l'ho a morte con Greta Garbo. Quante povere ragazze ha fatto infelici! Ora siamo in due a sorvegliarla: Luigi ed io. E sono convinta che Luigi sar la fortuna della sua vita. La mamma, che era una donna molto assennata, ha compreso subito che Luigi era l'unica medicina per lei: solo un uomo serio pu far mettere giudizio ad una testolina cosi pazza. (La Marchesa sorride) Lei, marchesa, non lo crede?
Marchesa - proprio molto sventata, questa ragazza?
Margherita - Abbastanza,
Marchesa - E l'ingegnere, abbastanza serio?
Margherita - Molto.
Marchesa - Eh... allora sar una cosa difficile!
Margherita - Luigi preparato. E anch'io lo sono. Ma possiamo dirigerla, la nostra vita, e gli uomini si possono mutare.
Marchesa - Credi?
Margherita - Oh si!
Marchesa - lo non lo credo!
Margherita - Scusi, marchesa, ma lei non conosce Luigi. Io, abitualmente, non adopero parole simili, ma Luigi un santo.
Marchesa - Oh, oh!
Margherita - Per essere precisi: un santo relativo. Ma ogni ragazza potrebbe ritenersi fortunata di avere un marito cos perfetto. Se non fosse come dico, non avrei lavorato tutti questi anni e non mi sarei tanto affaticata a tirarlo su per questa cara figliuola. In quattro anni che vivo e lavoro soltanto per loro due, ho provveduto al corredo e alla biancheria di casa. La cucina, l'argenteria, il vasellame, il mobilio, tutto pronto, fino all'ultimo pezzo. E tutto la che aspetta il matrimonio. (Mostra un anello che ha al dito) Questo, poi, la dote: un brillante e lo chiamiamo la Fattoria Bogdan, ci che rimasto della Fattoria Bogdan quando il babbo and in rovina. L'ho ereditato dalla mamma, e il giorno delle nozze Irene la erediter da me. stato un assiduo frequentatore del Monte di Piet, ma ora qui ed aspetta anch'esso lo sposalizio.
Marchesa - (guarda Vaneo) Magnfico! Una pietra purissima! Quanti carati?
Margherita - Cinque e mezzo.
Marchesa - Oh! Varr circa seimila fiorini olandesi.
Margherita - Perch fiorini olandesi?
Marchesa - I brillanti si calcolano cosi, figliuola mia. Seimila fiorini olandesi, sono Quattromila dollari. Una bella dote! L'adori questa avventuriera! No?
Margherita - La mamma voleva pi, bene a lei che a me... Mi pare che basti, come raccomandazione... (Breve pausa) Per io alla mamma volevo tanto bene, quanto la mamma ne voleva a lei.
Marchesa - (a Irene che si asciuga gli occhi) -Non piangere, avventuriera! In tutta la sera non hai ancora detto una parola: rappresenti cos la tua parte? Ti ho invitata per conoscerti, e non parli. Sarebbe questa la famosa selvatichezza?
Margherita - Poverina! tutta cuore e affetto; ma ora tanto presa...
Marchesa - Dunque, abbi la bont di aprire la bocca. Finora Margherita ti ha criticata: ripagala criticando lei. Non c' maggior piacere che sentire due donne sparlare luna dell'altra. Dunque: fuori qualche malignit! Tua sorella forse troppo severa?
Irene - Severa s; ma non troppo.
Marchesa - Comanda a tutti, eh?
Irene - Oh si!
Marchesa - E tu, le ubbidisci?
Irene - Sempre.
Marchesa - Perch? Hai paura di lei?
Irene - No, no, perch le voglio bene.
Marchesa - Pero Luigi la teme?
Irene - Lui s, molto.
Marchesa - C' tanta disciplina, da voi?
Irene - Non potrebbe esservene di pi. (Sorride a Margherita).
Marchesa - Perch ridi, adesso?
Irene - Perch la Marchesa si degnata di chiedere se da noi c' disciplina. Ce n' tanta, che perfino il portinaio un poliziotto!
Marchesa - Saggia misura, Margherita Per me, vuol dire una grande tranquillit. La nostra casetta cosi lontana dal centro...
Marchesa - Insomma, non hai ancora detto male di tua sorella. Vorrei finalmente sentire qualcosa di cattivo. E pedante, severa, ha un poliziotto... tutto questo va bene. Ma avr anche qualche piccolo difetto?
Irene - Fuma troppo.
Marchesa - Bene! E gi qualche cosa. Nella vostra cantina non c' un po' di buon vino? non ci sono liquori?
Irene - S, si, abbiamo una bottiglia di vino... ma squisito. Tokay di cento anni. La custodiamo gelosamente. Ma finiremo per berla. Margherita l'ebbe dalla moglie di un direttore di banca, due anni fa, per Natale, e l'ha serbata per il giorno del mio matrimonio. (Si asciuga gli occhi) Mette tutto da parte per me.
Marchesa - E quel giorno anche la Fattoria Bogdan sar tua.
Irene - S.
Marchesa - Quanto ci vorr ancora?
Irene - Ormai non pi tanto lontana
Marchesa - Sei contenta?
Irene - Naturale!
Marchesa - Non vedi l'ora, eh? No, no, aspettai A questo non devi rispondere; me sfuggito di bocca. Per lui impaziente, no?
Irene - Luigi ha un altro carattere: considera la vita molto tranquillamente e molto seriamente.
Marchesa - E che ha detto quando volevi diventare attrice cinematografica?
Irene - Ha esaminato la cosa con molta obiettivit e ha concluso che non permette, solo perch non ho talento.
Marchesa - E come fa a saperlo?
Irene - Ma lui... lui ingegnere chimico... e si occupa anche di fotochimica. Mi ha fotografata spesso e ha trovato che il mio volto non fotogenico.
Marchesa - Luigi un uomo di buon senso, d grande buon senso. Spero che lo ami.
Irene - Oh, naturale!
Margherita - Il sentimento che hanno l'uno per l'altra, sia lodato Iddio, non un amore da ragazzi, romantico o sensuale. Si vogliono molto bene e si stimano... Ed proprio questa consuetudine di quattro anni, questa vita comune di famiglia che costituisce, per cos dire, la tranquilla base sul quale si edifica un matrimonio ragionevole ed onesto.
Marchesa - Parli come la radio domenicale!
Irene - Anch'io le dico sempre cos.
Marchesa - E lei, che risponde?
Irene - (guarda sorridendo Margherita) Posso dirglielo?
Margherita - (subito glielo proibisce) No, eh? (Si alza).
Marchesa - Grazie, Margherita! Ma cosa c'? Perch ti sei alzata?
Margherita - Veramente, marchesa, ormai non possiamo pi trattenerla. Mi pare che fuori vi sia gi il sole. E sarebbe proprio ora, per lei, di andare a riposare, (fa cenno ad Irene, che si alza).
Marchesa - Va bene, piccole furfanti! Capisco che sarebbe inutile trattenervi pi a lungo. Andate, dunque. (Suona) Vi mando via soltanto perch so che tu hai da fare la mattina presto. Non vado a letto... Sempre, quando resto sola, rimango ancora un pezzo davanti al caminetto a pensare.
Margherita - A chef
Marchesa - Ogni notte alla stessa cosa; al trapasso. Alla mia et, cosi.
Margherita - Oh marchesa... Che discorsi son questi?... Lei tanto giovane!
Marchesa - Lo so, figliuola mia, lo so. Non ho paura, per ora che quanto vecchi, si ha sempre davanti a s dieci anni di speranza. Chi ha settanta anni, probabilmente arriver ad ottanta. Chi ha raggiunto i novanta, si dice: Perch non potrei averne cento? E ha ragione. Chi ha cento anni, perch non potrebbe tirare avanti ancora fino a centodieci? E chi riuscito a toccare i centodieci... quello, poi, certissimo di arrivare a centoventi. (Al Cameriere che entra) L'autista porti a casa le signorine. (Cameriere esce) Ragazze, non vi accompagno: ho un po' freddo. Quest'anno abbiamo un maggio fresco. Dammi quel plaid. (Margherita glielo porge) Mi ci avvolgo ben bene... (Seduta nell'ampia poltrona si copre le gambe. Margherita e Irene l'aiutano) Cos... cosi... Bene intorno... grazie, care. Ora spegnete il lampadario. Lasciate accesa solo quella piccola lampada. (Margherita esegue) Grazie, cara! (Porge il bicchiere)Versami lo champagne... pieno... (Margherita esegue) Cos... grazie. Lo mettiamo qui vicino. (Lo mette davanti a s. Prende un sigaro) Dammi un po' di fuoco... (Margherita le fa accendere il sigaro) Cos... Grazie. Ed ora, andatevene a casa, buone buone. (A Margherita che vuol dire qualche cosa) No no. Non parlare. Non essermi grata. Non ringraziarmi di nulla. Ciao, care. (Porge la mano. Mentre le ragazze gliela baciano) Quello che ho fatto, l'ho fatto volentieri e, qualunque altra cosa vi occorresse, anche in avvenire, rivolgetevi a me francamente. Ho un po' di cuore, un po' di cervello un po' d'esperienza... e ti voglio molto bene. (Piano) Buona notte! (Tira una lunga boccata di fumo e rimane comodamente sdraiata nella poltrona). Margherita e Irene (dalla soglia) Buona notte! (Escono).
SIPARIO
QUADRO SECONDO
Il vestibolo modesto, grazioso e accogliente della casa delle ragazze. Tutto larredamento in tinte chiare. A sinistra, in primo piano, un vano dell'ampiezza d'una porta, tagliato nella parete, lascia vedere i primi scalini della scala di legno che conduce al piano superiore. In fondo a sinistra una porta che da nel giardino, che la comune; a destra un'ampia finestra a tre aperture, che d ugualmente nel giardino. A destra, in secondo piano, un vano che mette verso le camere. La porta dei giardino chiusa e le persiane, di legno, a saracinesca, sono abbassate. (Quando il sipario si alza, un attimo di buio. Fuori, nel giardino, vicino alla porta, si sente la voce delle due ragazze. Una chiave gira nella serratura. La porta si apre: si intravede un grazioso giardinetto e raggi del sole d'una bella mattinata di maggio irrompono nella stanza. Entra Irene seguita da Margherita, che lascia la porta aperta. Le due ragazze si tolgono i mantelli. Margherita tira su le persiane. Luce solare. Sono le cinque del mattino).
Irene - Che gioia avere gi il sole qui dentro!
Margherita - Non c' da stupirsi! Sono le cinque! La Marchesa una cara e buona creatura, ma, per esser franche, una despota!
Irene - Era cos piacevole, che l'avrei ascoltata fino a mezzogiorno.
Margherita - Sono le cinque. Decidiamo subito; dobbiamo vergognarci dinanzi a Luigi?
Irene - lo credo di no.
Margherita - Chi sa quante ce ne dir per questa scappata notturna. Mi par di vederlo il severo viso da ingegnere che far! E avr ragione! Guarda guarda... Horvath ha gi cominciato ad innaffiare il giardino.
Irene - Oh che meraviglia un'alba di primavera!
Margherita - Per te, facile ammirarla: ora te ne vai a letto e ci dormi sopra! Ma io ho appena il tempo di prendere un bagno e devo correre a lavorare. Dunque: a dormire, principessa!
Irene - Margherita... ho una fame terribile!
Margherita - Perch non hai mangiato l? Offrivano con tanta cortesia e il buffet era veramente magnifico.
Irene - Per essere franca, non osavo mangiare. Mi sentivo impacciata in quella compagnia di signori. E loro hanno mangiato tutto davantl a me! Vado nella dispensa a cercare qualcosa. Mi basterebbe solo una mela. (Si avvia verso la scala).
Margherita - Fa piano, non svegliare Luigi. Queste sono le ore del sonno pi dolce.
Irene - (a basse voce) Non mi pu sentire, di lass.
Margherita - (a bassa voce) Certo, se non farai scricchiolare la scala.
Irene - Non scricchioler. (Si avvia cautamente. Appena ha fatto tre scalini dal giardino entra la Portinaia).
Portinaia - Bacio le mani, signorine.
Margherita - Buon giorno, cara
Portinaia - (Irene c. s, ridiscende e ti ferma sull'ultimo scalino).
Portinaia - Bella cosa tornare a casa a quest'ora! Horvath ha gi innaffiato.
Margherita - L'abbiamo visto e ci siamo anche vergognate.
Portinaia - Sono venuta pensando che ora, dopo una notte di baldoria, cascherebbe a proposito un po' di caff caldo caldo.
Irene - Ottima idea! (C. S. scende in iscena).
Portinaia - L'ho fatto adesso. proprio fresco. Lo porto subito. Il caff buono soltanto se...
Margherita - Ssss (A bassa voce) Non parlate cos ad alta voce. Svegliate il signor Luigi.
Portinaia - (continua ad alta voce) Il signor Luigi?
Margherita - (c. s.) .. S.
Portinaia - Il signor Luigi...
Margherita - (la interrompe a lassa voce) Non gridate.
Portinaia - (a bassa voce) Non si sveglia. Posso gridare come voglio, perch il signor Luigi non c'.
Margherita - Come? Non in casa?
Portinaia - Oh mio Dio... l'ho tradito... ho sbagliato certo... non avrei dovuto dirlo,
Margherita - Non in casa alle cinque del mattino?
Portinaia - No!
Margherita - E allora dov'?
Portinaia - Non lo so, signorina.
Margherita - Come sapete che non in casa?
Portinaia - L'ha detto mio marito...
Margherita - Mandatemi subito vostro marito. (A Irene) E tu corri su a guardare. (La Portinaia esce di corsa net giardino. Irene corre su per le scale, poi torna).
Irene - Non c'. Il letto intatto.
Margherita - Santo cielo! Ho il presentimento che sia accaduto qualche cosa!
Irene - Oh! non mi spaventare, (il portinaio Horvath si presenta alla porta. Prima d entrare posa in terra l'innaffiatoio e si pulisce le scarpe. vestito da poliziotto e ha un grembiale blu).
Horvath - Bacio le mani.
Margherita - Horvath, che sapete del signor Luigi?
Horvath - So soltanto che ieri sera, dopo che le signorine sono andate al ballo un'ora dopo, tornato a casa. S' messo lo smoking e se n' andato va in automobile con un signore che lo aspettava fuori.
Margherita - In automobile?
Horvath - Si, una vecchia macchinetta mal ridotta, senza autista. Doveva essere di quel signore e lui stesso la guidava.
Margherita - E chi era?
Horvath - Non lo conosco. Un signore giovane. Il numero della targa ... (Guarda in un taccuino) B. A. 833. L'ho segnato.
Margherita - Perch?
Horvath - Cos, solo per me... non sarei agente...
Margherita - Che ora era?
Horvath - Verso le dieci.
Margherita - Le altre sere alle nove e mezzo gi a letto.
Horvath - Ma ieri invece di andare a letto andato fuori.
Margherita - In smoking...
Horvath - S. Con un fiore all'occhiello... in automobile...
Margherita - Mio dio! Certo accaduto qualche cosa. Come avete detto: che era una vecchia macchina?...
Horvath - S... una macchina da nulla.
Margherita - Si dovrebbe telefonare...
Irene - A chi?
Margherita - Non lo so neanche io... alla polizia, alla Croce Verde... all'ospedale...
Irene - Non agitarti, Margherita.
Margherita - Sicuro che mi agito! la prima volta che... Ieri gli ho detto: siccome noi siamo invitate, non dovete rimaner qui solo tutta la sera. Andate al cinema... Ma egli mi ha risposto che non sarebbe andato. Gesummaria! se gli accaduto qualche cosa...
Irene - Ma se uscito in smoking...
Margherita - Anche in smoking poteva accadergli qualche cosa.
Horvath - Vorrei dire... mi perdonino... ma perch le signorine sono cos spaventate... altrimenti non avrei parlato mai... dunque... non la prima volta che accade...
Margherita - ...che rimane fuori di notte?
Horvath - S!
Margherita - E quando rientra?
Horvath - Verso quest'ora.
Margherita - E... e... quante volte gi accaduto?
Horvath - Circa tre volte... questa la quarta.
Margherita - Santo cielo! Perch non me l'avete detto mai?
Horvath - Ma io... scusi... non faccio la spia! Neanche adesso avrei detto nulla... ma le signorine hanno avuto la bont di spaventarsi tanto, che sono stato costretto a tranquillizzarle.
Margherita - Va bene, Horvath. Ora sono tranquilla. Potete andare. Grazie. (Horvath esce, prende l'innaffiatoio e si allontana. Breve pausa) Lo aspetteremo. Di qui non mi muovo finch non tornato. (Irene piange) Non mi far diventare nervosa. Non piangere!
Irene - Piango soltanto perch vedo che questa cosa ti sconvolge.
Margherita - Senti... quando un... un intero mondo crollato dentro di me... (Entra la Portinaia e porta su un vassoio due tazze di caff e dei panini. Mette tutto su un tavolino).
Portinaia - (allegra) Caff caldo e panini freschi.
Margherita - Grazie. (Portinaia esce. Irene siede ai tavolino e comincia a far colazione) E tu sei capace di prendere il caff, adesso?
Irene - Ho fame... e del resto non dobbiamo pi pensare ad una disgrazia se gi la quarta volta che rimane fuori, come ha detto Horvath. (Continua a prendere il caff. Margherita, nervosa, accende una sigaretta e fuma. Pausa).
Horvath - (si affaccia olla porta) Arriva il signor Luigi.
Margherita - Va bene. Andate pure e continuate ad innaffiare. (Horvath esce. Pausa. Entra Luigi. in smoking, col cappello in testa e il soprabito sul braccio. Non vede le ragazze e in punta di piedi si dirige alla scala. alto, simpatico, serio: ha gi un volto da uomo maturo. Quando arriva alla scala Margherita, lo chiama) Luigi...
Luigi - (si volge sorpreso e si toglie il cappello) Vi bacio le mani. (Luigi non ubriaco, solo sorride gentilmente ed un po' incerto nel parlare).
Margherita - Se penso a Quello che ho detto di voi appena un'ora fa... (Luigi vergognoso gira il cappello tra le mani e tace) Venite qui! (Luigi le si avvicina e sorride) Che c' da sorridere?
Luigi - Sorrido, cos... un po'...
Margherita - Ma che succede? Non sarete forse ubriaco?
Luigi - Margherita! Non dite una cosa simile. Sorrido per il dispiacere d'essere cascato in una situazione cosi penosa... Torno a casa all'alba e vi trovo sedute qui. Non potevo essere preparato a questo.
Margherita - Dove siete stato finora?
Luigi - In una sala da ballo.
Margherita - Voi? Voi che nella vostra vita non avevate mai messo piede in uno di quei locali! la prima volta, oggi?
Luigi - No. Oggi ci andavo per la quarta volta.
Margherita - Mio Dio... per incontrare una donna?
Luigi - Macch!
Margherita - Allora con chi ci siete andato?
Luigi - Con un amico.
Margherita - Chi ?
Luigi - Un nuovo amico. Non lo conoscete. E un pittore: Ivan Adam.
Margherita - Anche le altre volte siete andato con lui?
Luigi - Si. un bravo ragazzo, simpatico e gentile: ci intendiamo a meraviglia. Mi ha invitato, abbiamo bevuto una bottiglia di vino... Mio Dio... veramente non so perch rimango qui ora come uno scolaretto. Per quello che ho fatto non casca il mondo.
Margherita - Cascher, Luigi, temo che cascher. Tornate a casa all'alba di nascosto... Chi quest'uomo che vi trascina e vi corrompe?
Luigi - Trascina! corrompe! Ma non sono un bambino.
Margherita - Chi ?
Luigi - Un ragazzo di molto talento, un artista... pittore...
Margherita - Ditemi subito dove e quando posso parlare con questo signore.
Luigi - Margherita!
Margherita - (con tono che non ammette contraddizioni) Dove e quando posso parlargli?
Luigi - (perdendo la pazienta) Vi prego! Se lo volete, anche qui e anche subito!
Margherita - Come, come?
Luigi - E in istrada che aspetta.
Margherita - Che aspetta?
Luigi - Che gli butti un libro dalla finestra,
Margherita - Terribile! (Dopo breve pausa) Chiamatelo subito.
Luigi - Margherita!
Margherita - Se non lo chiamate subito, vado io fuori.
Irene - Mia cara Margherita...
Margherita - Zitta! Andate a chiamarlo.
Luigi - (alza la spalle) Lo chiamo. Ma vi avverto che nasceranno altri guai. Del resto, non me ne importa... Meglio finirla subito. (Esce al fondo. Breve pausa. Rientra con Ivan, un bel giovane distinto, elegante e cortese, che indossa lo smoking).
Ivan - (a bassa voce, cortesemente) Buon giorno.
Margherita - Buon giorno.
Ivan - (a Irene) Bacio le mani.
Irene - Buon giorno, Ivan.
Margherita - (guarda Irene) Che hai detto? Ivan?
Ivan - Mi chiamo cos, scusi.
Margherita - (a Irene) Come?...Lo conosci?
Irene - S.
Margherita - Come l'hai conosciuto?
Irene - Me l'ha presentato Luigi.
Margherita - Quando?
Irene - Un mese fa.
Margherita - E dove?
Irene - Siamo andati insieme ai cinematografo.
Margherita - Insieme chi?
Irene - Noi tre: Luigi, lui e io.
Margherita - Oh mio Dio! (A Ivan) Vi prego di scusarmi... tutto questo mi sorprende talmente che... (A Irene) E quante volte ci siete andati?
Irene - Molte.
Margherita - Sempre in tre?
Irene - Sempre.
Margherita - E io lo ignoravo. E me l'avete tenuto nascosto... a me?
Luigi - Come vedete... abbiamo avuto ragione!
Margherita - Non posso raccapezzarmi. (Pausa).
Ivan - (con semplicit cortese) . Dunque, vedo che ormai tutto chiarito. Soltanto noi... perdonatemi se interloquisco... soltanto noi non ci conosciamo ancora. Sono il pittore Ivan ADAY. (Si inchina) Permettetemi di presentarvi i miei rispettosi ossequi.
Margherita - (sincera e semplice) Scusate... sinceramente non posso dire che mi rallegro di questa fortuna...
Ivan - Io, invece, s.
Irene - Accomodatevi, prego. (Gli indica una sedia e siede).
Ivan - Grazie. (Aspetta') Finch la padrona di casa non siede... (Margherita siede e anche Ivan. Luigi siede vicino al tavolino e, durante la scena che segue, tranquillamente beve il caff di Margherita).
Margherita - Proprio non posso raccapezzarmi.
Ivan - Mi parrebbe invece il momento pi opportuno per chiarire un piccolo particolare, Margherita... (Margherita, sentendo pronunziare il suo nome in tono cos confideniiale, sbigottisce)... e precisamente questo: che volevate da me?
Margherita - Siete un artista, voi?
Ivan - Sono regista di cinematografo.
Margherita - Avevate detto pittore, prima.
Ivan - Sono anche pittore.
Margherita - Fate molti mestieri.
Ivan - Oh si.
Margherita - E quali film avete messi in iscena, finora?
Ivan - Nessuno... ma adesso...
Margherita - (lo interrompe) Allora non siete ancora un regista.
Ivan - Avete ragione, parola d'onore. Se non fosse stato per altro, valeva la pena di venire qui.
Margherita - Vi prego di non canzonarmi.
Ivan - Non vi canzono certo, ma in qualche modo devo pure difendermi contro un tono offensivo e uno sguardo ostile che veramente non credo di meritare. Sono entrato qui sapendo di trovare la... la sorella di due miei cari amici, alla quale vorrei avvicinarmi con tutto il calore del mio cuore e...
Margherita - Vi prego... non desidero far conoscenza coi vostri sentimenti.
Ivan - Scusate... qui sono un ospite.
Margherita - Ospite?
Ivan - S, s. Due minuti ma sono stato invitato da voi...
Margherita - Non vi ho invitato, Vi ho fatto dire di venir dentro... e c' una grande differenza.
Ivan - Per voi... non per me. Da quando ho messo piede qui sono ospite; mentre voi, viceversa, profittando di questa mia qualit... non ve l'abbiate a male... siete tagliente con me.
Margherita - Aspettate e sar ancora pi tagliente. (A Luigi) Mi stupisce che voi, cos tranquillamente, prendiate il caff... e per giunta il mio caff.
Luigi - Oh! scusate...! (Posa la tazza).
Margherita - (a Ivan) Non vi meravigliate della mia nervosit; tutta la notte non ho dormito e ora mi capita inaspettatamente questa sorpresa...e poi un'altra ancora... (A Irene) ...che anche tu lo conosci... e che vai al cinematografo con lui.
Luigi - C'ero sempre io con loro.
Margherita - Fa lo stesso.
Ivan - Non si deve andare al cinematografo con me?
Margherita - No!
Irene - A me invece facevi sempre piacere che Ivan venisse con noi. Ci spiegava tanto bene il film che era una gioia ascoltarlo. regista lui... e ora deve andare a Hollywood...
Margherita - A Hollywood...? parte per Hollywood? Allora ho capito tutto! (Breve pausa) terribile. Trova che hai talento...
Ivan - Sicuro! E ne sono convinto. Certo che fotogenicamente parlando ha un viso ideale.
Margherita - Ah ahi E dovrebbe fare la carriera dell'attrice.
Ivan - Senza dubbio. Siete anche voi di quest'opinione ?
Margherita - Volete scherzare?
Ivan - No. Supponevo soltanto che...
Margherita - Allora sentite: vi prego di non giudicarmi dal tono di stamane. Sono nervosa... non potreste comprenderne i motivi... Anzi sono addirittura sconvolta. Di solito sono calma, ma ora...
Ivan - (semplice, sincero) Ora siete affascinante, cos agitata.
Margherita - Vi prego, risparmiatevi i vostri...
Ivan - E anche se non mi credete, avete un magnifico volto fotogenico.
Margherita - Grazie. A me non occorre. Dunque, sbrighiamoci. Mi rivolgo, al gentiluomo - perch suppongo che siate un gentiluomo - e lo invito solennemente a lasciare in pace mia sorella e a lasciare in pace anche il fidanzato di mia sorella. Luigi non ha nulla da fare nei luoghi d divertimenti notturni, e mia sorella non sar mai attrice cinematografica, anche se avesse il volto pi fotogenico del mondo. Da ora in poi lascerete tranquille queste due brave persone. A loro proibir d'aver contatti con voi in avvenire., A voi proibisco di...
Ivan - Scusate. A me, voi non proibite nulla, (Margherita lo guarda) Perch... se non ve n'avete a male... anche la mia pazienza ha un limite. (Si alza).
Margherita - Ma no! (Si alza, Gli altri due la imitano).
Ivan - Devo constatare, con tutto il rispetto di cui sono capace, che voi non avete su me nessun diritto. Voi per me non siete altro che una creatura bella e seducente che quando stizzita diventa addirittura angelica. E poich, come ho detto prima, anche la mia pazienza ha un limite, con mio grande rammarico sono costretto ad andarmene, mentre sarei rimasto volentieri ancora qualche tempo... specialmente se mi aveste offerto un po' di caff. Riverisco.
Irene - Arrivederci, Ivan.
Ivan - (a Luigi) Ciao.
Luigi - (gli stringe la mano) Ciao. E grazie tante per la bella serata. Domani telefoner.
Ivan si irrigidisce sull'attenti, fa un inchino a Margherita ed esce in fretta. Pausa).
Margherita - Che significano questi addii cosi calorosi? Vogliono essere una dimostrazione contro di me?
Luigi - No, Margherita, ma qualche soddisfazione gliela dovevamo! Voi non sapete neppure come siete stata crudele con lui.
Margherita - S, So sempre come sono e sono sempre come voglio. In pochi minuti sono state distrutte le mie illusioni di quattro anni. E per me erano tutu la vita... l'unico scopo della mia vita... Ma lasciamo andarci (Si riprende e si domina costringendosi ad essere calma) Cosa c' qui sotto? Raccontate subito..
Luigi - Vi racconter tutto; ma vi prego di rimaner calma.
Margherita - Rimarr calma.
Luigi - Sto volentieri in compagnia di quel ragazzo, perch gli voglio bene. Non c' da stupirsi... Come avete potuto vedere ... cosi simpatico... naturale che l'abbia presentato a Irene e che anche Irene gli voglia bene. S, vero, siamo stati spesso insieme; abbiamo passato insieme interi pomeriggi. Non ho osato condurlo qui, perch vi conosco. Qui non possibile portare un uomo vivo. E un po' ridicolo, ma siamo stati costretti ad incontrarci di nascosto... A me faceva piacere che stesse con noi, e anche lui, quando aveva un po' di tempo libero, non chiedeva di meglio che vederci...
Margherita - Vedere Irene... Ma siete cieco voi?
Luigi - No, no... Lo so.
Margherita - Come, come? Lo sapete?
Luigi - So che a Irene interessa pi lui...
Margherita - E ci state insieme?
Luigi - Margherita, mi avevate promesso di rimanere tranquilla.
Margherita - Avete ragione. Ecco. Continuate!
Irene - Margherita, permettimi che continui io. Sono innamorata di quel ragazzo! (Esce a destra piangendo. Pausa),
Margherita - Avete sentito?
Luigi - S.
Margherita - E non fate nulla?
Luigi - (nervoso, offeso) Che dovrei fare? Abbiate la bont di indicarmi quello che dovrei fare e lo far.
Margherita - tutto quello che sapete dire su quanto accaduto?
Luigi - la sola cosa che pu dire ogni uomo sano ed onesto. Io non posso proibire ad una ragazza intelligente ed assennata di avere un grande amore nella vita, solo perch ho qualche diritto su lei. Sono un uomo troppo geloso della mia dignit per poterlo fare. Di tutto questo ho parlato francamente con Irene. Irene non la mia schiava. Mi vergognerei di me stesso se dovessi costringerla ad agire contro la sua volont... e comunque...sappiate che non sarebbe neanche possibile.
Margherita - E voi considerate la cosa con tanta tranquillit?
Luigi - Con tanta tranquillit.
Marchesa - E passate le notti con quell'uomo?
Luigi - Solo un altro uomo potrebbe comprendere perchvado proprio con lui. Abbiamo molte cose da dirci.
Margherita - Invece di ucciderlo... di farlo a pezzi... e siete un campione di scherma!
Luigi - Sentite, Margherita, Quando mi sono accorto, per la prima volta, che Irene era innamorata di quel ragazzo, ho creduto anch'io che la cosa avrebbe prodotto chi sa quale effetto su me... Ebbene: vi dico francamente che io, per questo, non sarei capace di suicidarmi, per esempio... Dio sa perch!
Margherita - Non chiedevo tanto.
Luigi - A ogni modo, temo che l'avreste chiesto invano.
Margherita - E allora, caro Luigi, questa faccenda la metter a posto io!
Luigi - C' un errore nella vostra vita: credete che tutto si possa mettere a posto.
Margherita - Non un errore: la mia fede. Come? Rassegnarsi? Questo poi no. Lasciate fare a me! Vi far vedere io... Terribile! E io che... Non riesco ancora a convincermi... mi par di sognare... Ma come potuto accadere?
Luigi - Come accade da millenni. Ivan la personificazione dei desideri pi segreti... di quelli che pi fanno soffrire una ragazza sottomessa e tenuta in istato di schiavit. Io rappresento il carceriere, lui il liberatore. Inoltre Ivan un giovane seducente che pu far girare la testa a chi vuole.
Margherita - S provi con me.
Luigi - Se volete pmprio saperlo, vi dir che l'ha gi fatto.
Margherita - Quando?
Luigi - Qui, poco fa.
Margherita - Con me?
Luigi - S, si.
Margherita - E avete visto che mi sono buttata nelle sue braccia?
Luigi - No, ma stavate ad ascoltare quello che diceva.
Margherita - E poi?
Luigi - Di solito non lo fate.
Margherita - (irritata) Non lo faccio con voi perch so gi da prima che cosa direte.
Luigi - Invece io vorrei sempre trovare qualche cosa che potesse sorprendervi.
Margherita - E non ci riuscite. Quel ragazzo purtroppo stato per me una continua sorpresa. perci lo ascoltavo, sebbene fossi tanto preoccupata. Un tale... un tale...
Luigi - (suggerisce) ... mascalzone...farabutto...
Margherita - Non sono parole del mio linguaggio.
Luigi - Sono del mio. Ma ve le presto volentieri.
Margherita - Non mi pare il caso di scherzare quando sono cosi disperata.
Luigi - (sincera) Credetemi, questa la sola cosa che mi addolora: vedervi cosi disperata. Niem'altro mi addolora... nientaltro... solo questo. Sapete che per me siete una santa... siete lunica che... siete la donna che io, pi di ogni altra...
Margherita - Lasciamo andare.
Luigi - ...pi di ogni altra stimo e onoro in questo mondo. Siete l'unica donna che...
Margherita - Non parlate tanto.
Luigi - ...che amo, come...
Margherita - Volete tacere?
Luigi - ...come mia madre... scusate.
Margherita - E smettetela una buona volta con questa mia madre! Mi fate sempre pensare che v'ho messo al mondo quando avevo tre anni... E invece non sono vostra madre, sono vostra suocera.
Luigi - Eppure io, in questo mondo, soltanto voi...
Margherita - Non parlate tanto. Sapete che non mi piace.
Luigi - Lo so.
Margherita - E allora? (Breve pausa) Andate a dormire, sono le sei meno un quarto. (Con severit un po' materna) S vede che siete tutto spezzato. Non siete abituato a fare il nottambulo, E se pure volete nasconderlo, si capisce che tutta questa storia, anche a voi, ha dato dei tormenti... (Piccola pausa) Mi sembra come se m'avessero picchiata sulla testa, nel vero senso della parola. Un'ora fa ero una donna felice... (Breve pausa) Volete prendere qualche cosa prima di andare a letto?
Luigi - Grazie, Ho gi preso il vostro caff.
Margherita - Un p di frutta?
Luigi - No, grazie.
Margherita - Vi prego di non volermene se vi ho fatto male.
Luigi - No, non ve ne voglio. Voi non potete mai farmi male.
Margherita - Allora... ne riparleremo nel pomeriggio. Andate ora, e dormiteci sopra.
Luigi - E voi?
Margherita - Ormai non vado pi a letto.
Luigi - E che fate?
Margherita - Penser un po'... ho di che pensare. Su, sbrigatevi!
Luigi - (prende il soprabito e il cappello) Buona notte! (si avvia; sulla scala si ferma e si volge verso Margherita) Margherita, non vi struggete... Io sono un tecnico e penso realisticamente: vi dico che ormai non c' pi nulla da fare... non si pu mutar nulla...
Margherita - (stizzita, lottando con le lacrime) Andate a dormire, voi... (Con un singhiozzo) ... ingegnere! (Luigi via. Margherita si getta su una poltrona).
SIPARIO
ATTO SECONDO
QUADRO TERZO
Un elegante salotto nella casa di moda Antonietta. A sinistra, in primo piano, la comune. In fondo e a destro, porte che danno negli altri locali. Di sera, tra le sette e le otto. La Marchesa siede su un divano. La Baronessa Lanyi, nominata nel primo atto, vestita giovanilmente, in piedi davanti a uno specchio e si guarda.
Marchesa - Puoi fare a meno di dar retta a tuo marito; non se ne intende di vestiti di donne. Se Margherita ha fatto cos , vuol dire che cos sta bene. Ti puoi fidare ciecamente del suo gusto.
Baronessa - (continua a specchiarsi) S,L'abito bello, ma mi pare che mio marito abbia ragione dicendo che troppo giovanile.
(La Prima Modellista traversa il palcoscenico da sinistra a destra, portando stoffe. La Marchesa la osserva attentamente),
Marchesa - Tuo marito un uomo antiquato. Digli che il limite della giovent, per le donne di oggi, ha avuto una spinta di venti anni da quando noi siamo al mondo. Il romanzo di Balzac La donna di 30 anni, passato fra i classici perch dimostrava che la giovent delia donna finisce ai 30 anni, Karn Mchaelis ha dato una spinta di dieci anni all'et femminile; ma quanto siamo gi lontani dalla sua donna di 40 anni!... La giovinezza gi stata prolungata fino ai 50 anni... e non ancora finito. Staremo a vedere...
(La Seconda Modellista traversa il palcoscenico da destra a sinistra portando degli abiti. La Marchesa la osserva attentamente) Che belle ragazze... che magnifica statura... Una pi bella dell'altra. Questa una nuova prova del gusto squisito di Margherita, vieni a sedere qui... (La Baronessa le siede accanto)Che c di nuovo? Raccontami qualche cosa.
Baronessa - Ugo potrebbe essere sottosegretario... se tu volessi...
Marchesa - E da quando in qua mi occupo d sottosegretari? Se si trattasse di un ministro... Scusami. (A Margherita che entra) Cara Margherita, ci hai proprio dimenticate... (Margherita viene, da destra, seguita della Prima Modellista; ha in mano delle carte e sembra molto indaffarata).
Margherita - No, marchesa, venivo appunto a pregarla di avere ancora un po' di pazienza. (Alla Seconda Modellista che si affaccia a sinistra) Teresina, dite al ragioniere che, prima di andar via, passi da me: per stasera, voglio sbrigare tutta questa roba, (Mostra le carte che ha in mano).
Marchesa - Hai molto da fare?
Margherita - Molto... sia lodato lddio! (Alla Seconda Modellista che sta per uscire) Aspettavo un signore per le sette, un giovanotto... Non e ancora arrivato?
Sec. Modella. - No, signorina.
Margherita - Naturale... ritarda. Per favore, quando viene, fatelo passare qui e avvertitemi subito.
Sec. Modella. - Va bene, signorina. (Via a sinistra),
Margherita - (ella Prima Modellista) Ilona, ora voi rimarrete qui per discutere tranquillamente con la baronessa Lanyi sul colore dei bottoni. (La Baronessa s alza) Per l'abito da sera ho gi parlato io, e in massima siamo d'accordo. Voi prenderete nota dei suoi desideri particolari.
PRIMA MOD. - S, signorina, subito, (Prende un taccuino).
Baronessa - Vi ringrazio molto, Margherita; quanta pena vi date per me.
Margherita - Le pare, baronessa.
Baronessa - ...anche dopo l'ora di chiusura,
Margherita - Mi comandi pure, baronessa. Resto sempre con piacere a sua disposizione fino a quando vuole. Su, Ilona, sbrigatevi. E state attenta a segnare tutto con massima esattezza.
Prima Modella. - S, signorina. Ai suoi ordini, baronessa. (Si appartano e discutono fra loro a bassa voce).
Marchesa - Ed sempre cosi? Dalla mattina alla sera?
Margherita - S, marchesa. Qualche volta dalla mattina a mezzanotte. Mi rincresce immensamente che lei debba aspettare. Ho invitato quel signore per le sette precise, e ha promesso di esser qui alle sette precise. E incomprensibile che ritardi ora.
Marchesa - Forse non verr neppure.
Margherita - Non oser giungere a tal punto, bench da lui ci si possa aspettar tutto. Credo che sia il diavolo in persona.
Marchesa - Come sei nervosa, figliuola mia!
Margherita -Non c' da stupirsi, marchesa... con una disgrazia cos improvvisa. Ma io voglio salvare quella pazza di mia sorella a costo di rovinarmi, anche se dovessi pagare di persona. Sono passati otto giorni da quella terribile mattinata... da quando cio, tornando all'alba da casa sua... Ma le ho raccontato tutto e forse a lei, marchesa, gi venuta a noia questa storia...
Marchesa -Ma che noia e noia! Mi addolora soltanto che tu te la prenda cos a cuore.
Margherita - Sono otto giorni che non dormo e non mangio. Io, che quasi non ero capace di piangere, ora lotto sempre con le lacrime. (Si asciuga gli occhi).
Marchesa - Cara la mia Margherita...
Margherita - Per quattro anni, per quattro lunghissimi anni, tutto andato liscio. Non c' mai stato nessun intoppo e ora che finalmente Luigi ha una posizione e che il matrimonio sta per farsi... a pochi passi dalla meta... un demonio... una catastrofe... creda: terribile per me.
Marchesa - E Luigi, il campione delle Olimpiadi, che ne dice, lui?
Margherita - Luigi fermo su una questione di dignit... Lui non pu costringere nessuno ...lui non pu calpestare l'anima di una ragazza dunque... non innamorato di Irene. Lo sapevo. Ma, appunto per questo, ritenevo che le cose sarebbero andate lisce... e appunto per questo ero sicura che il loro matrimonio sarebbe stato felice e tranquillo.
Marchesa - E tu che hai fatto con... Belzeb? Gli hai pi parlato dopo di allora?
Margherita - Certo. Glielo dico soltanto perch lei veda a che sono costretta... Ci siamo incontrati da soli... segretamente... in una pasticceria - L'ho scongiurato, l'ho minacciato, son stata perfino villana con lui.
Marchesa - Non servito a nulla, naturalmente.
Margherita - Al contrario. L'ho convinto e m'ha promesso di far tutto.
Marchesa - Sei stata rude con lui?
Margherita - Come una stuoia.
Marchesa - (stupita) Perch? Se vuoi ottenere qualche cosa...
Margherita - Non mi riesce di essere diversa.
Marchesa - E lui?
Margherita - In qualche momento stato sfacciato... poi carino... devo confessarlo. Ma io non mi lascio corrompere facilmente. Quanto pi era gentile lui, tanto pi ero aspra io.
Marchesa - Perch?
Margherita - (nervosa) Non lo so, Provavo per lui un'ostilit istintiva... (Cerca la parola) ... qualche cosa... qualche cosa... (Risoluta) Io... quell'individuo...
Marchesa - (la interrompe) Non dirmi che lo odii, ti prego. Mi faresti spaventare.
Margherita - (spaventata) Perch?
Marchesa - (la guarda. Breve pausa) Insomma, che hai detto: che ha promesso di far tutto?
Margherita - S. (Pausa) interessante... infatti, volevo proorio dire che lo odio. Sarebbe tanto grave?
Marchesa - Va avanti, figliuola. Dunque, ha promesso...
Margherita - S. Ma sono venuta a sapere che. di nascosto, si incontra egualmente con la radazza... che continua ad illuderla, quasi con ostinazione. So tutto, d lui anche il suo passato.
Marchesa - Cos giovane ha gi un passato?
Margherita - Ho informazioni pessime sul suo conto. Povera sorellina mia! Ormai non posso pi smettere... devo lottare sino alla fine! L'ho pregata di trovarsi qui, marchesa, quando verr quel poco di buono, perch voglio fare un ultimo tentativo: voglio gettargli in faccia le informazioni avute... Ma se dovessi trovarmi sola con lui... non potrei sopportare il suo atteggiamento cinico... non sarei capace di dominare il suo ardore... Sono arrivata al punto che lo temo. E se lei vorr essere cos buona da assistere al nostro colloquio, forse non oser... avr soggezione del suo nome, della sua autorit... della sua presenza... una prova terribile che sostengo, ma la mia ultima speranza. (Guarda il suo orologio da polso) Sono le sette e mezzo. Aveva promesso di essere qui alle sette. Abbia pazienza ancora dieci minuti, marchesa. maleducato... ma pu darsi che venga. Finora in ritardo di mezz'ora.
Marchesa - Cara Margherita, sai che aspetto volentieri, anche fino alle quattro di mattina. Ho tempo. Ma vorrei vederti un po' pi tranquilla. Se non sapessi che ce l'hai tanto con quel ragazzo, crederei che l'aspetti con impazienza. (Margherita la guarda) No, no...dico cosi per dire... sta tranquilla.
Margherita - Grazie marchesa. (Alla Baronessa) Desidera, baronessa? (Alla Marchesa) Scusi, marchesa. (Alla Baronessa) Comandi, baronessa. (Si avvicina alla Baronessa e rimane a parlare con lei e con la Modellista) Si capisce che la scollatura deve essere portata pi in alto. (Da sinistra entra la Seconda Modellista
Ivan - Non vero!
Margherita - Venerd all'alba... ieri hanno fatto otto giorni... veniste per la prima volta a casa nostra. Allora vi parlai molto seriamente e proibii ad Irene di aver ancora rapporti con voi in questa vita. Tuttavia, il giorno seguente... e cio il pomeriggio di sabato... vi incontraste nel viale Ilio. Perch osate dire che non vero?
Ivan - Perch tentavo di negare.
Margherita - Luned a mezzogiorno, vi vedeste nel viale Arena.
Ivan - Come lo sapete?
Margherita - Questo affar mio. II giorno dopo, marted, ci trovammo nella pasticceria Hollinger. Vi ho pregato, vi ho scongiurato e voi mi avete giurato che tutto era finito e che avreste lasciato in pace mia sorella. Quella stessa sera, a casa, ho parlato con la ragazza. Ha pianto, ha singhiozzato, anche lei ha giurato, facendo tutte le promesse possibili. E ieri sera vi siete incontrati di nuovo e di nuovo nel viale Arena.
Ivan - Naturale... il portinaio un poliziotto... Sherlock Holmes in stivaloni.
Margherita - Non vi permetto d canzonare
Horvath - Poi, per voi, fa lo stesso come io lo so; l'essenziale che io lo so. Questa l'ultima volta che uso la parola con voi... dopo dovrei ricorrere ad altri mezzi... Perch voglio che questa brutta storia finisca...ad ogni costo... anche se dovessi mandar tutto in rovina... Ma non posso permettere che quella ragazza sia sedotta e raggirata con false promesse.
Ivan - Prego, non vi agitate...
Margherita - S che mi agito. Andiamo avanti.
Ivan - Parola d'onore... non un modo di dire... mi fa molto male vedervi cos.
Margherita - Non mi interessa quello che vi fa male. Continuiamo. Ho detto che la lusingate con false promesse. Le avete fatto balenare il miraggio di una carriera cinematografica americana, con cameriere giapponese e autista negro. Non parlando poi di una villa a Beverley Hills sulla vetta di un poggio nelle vicinanze d Hollywood. Vergognatevi. La chiamate Carmen Carry, perch un nome da film, questo si che potete darglielo; ma un contratto non lo ha ancora... Lo avr da Lubitsch... Menzogna! ingannai truffai... Truffa e adescamento! Conoscete Lubitsch? (Ivan fa cenno d s col capo) Voi? ! (Ivan acconsente di nuovo) Personalmente?
Ivan - Si capisce. Ho parlato con lui a Parigi.
Margherita - Quando?
Ivan - Quando non ha voluto prendermi.
Margherita - Insomma, vi ha messo alla porta.
Ivan - Precisamente.
Margherita - Vedete?
Ivan - evidente che non conoscete lo stile cinematografico. Se sapeste quanti sarebbero felici di poter dire: Io sono stato messo alla porta da Lubitsch! .
Margherita - E su questo basate l'avvenire di mia sorella? E per questo sconvolgete una vita? Mandate all'aria un matrimonio? Per l'ultima volta vi ordino di lasciare in pace Irene... Ciarlatano!
Ivan - Ciarlatano! Avete fatto uno sforzo di eloquenza! Dite semplicemente la parola che pensate: farabutto!
Margherita - No, non lo dico.
Marchesa - Brava!
Margherita - (alla Marchesa) Adesso lei ha sentito, marchesa, quale il suo programma di vita. E guardi un po' quella cravatta! (La indica) Con una cravatta simile va d'accordo un simile programma.
Ivan - Cravatta? La comprerei secondo il vostro gusto, se fossi innamorato di voi. Ma non iosono. Viceversa, il programma della mia vita questo: osare... lottare... e, se si cade, rialzarsi e arrischiare ancora... e non aspettare che un piccione arrosto faccia un atterraggio forzato in bocca.
Margherita - (con tono cattedratico) In questi tempi di crisi.
Ivan - E smettetela una buona volta con le solite frasi fatte! Per me non c' crisi. La crisi per quelli che hanno conosciuto il vecchio mondo. Ma io non l'ho conosciuto. Da quando ho aperto gli occhi, il mondo l'ho visto cos... e per me cos la vita... anzi, se volete proprie, saperlo, a me piace moltissimo il mondo come ... e ne sono entusiasta.
Margherita - E in questa vostra vita nuova si deve mentire? Si devono imbottire di menzogne le teste delle ragazze?
Ivan - Non sono menzogne... sonole speranze. Io credo solo in quelle. Amo Irene e...
Margherita - ...cerco di portarmela via e frattanto non mi vergogno di andare insieme col suo fidanzato!
Ivan - lui che dovrebbe vergognarsi di venire conme! ( agitato, si alza, fa qualche passo. Pausa. La Prima Modellista entra da sinistra e s accnge ad attraversare il palcoscenico nel fondo).
Margherita - (tranquilla) Vi prego, non passate adesso. Dov' andato a finire il ragioniere?
Prima Modella. - Gli ho detto che lei lo desiderava...
Marchesa - Finora non si fatto vedere molto...
Prima Modella. - Glielo dir di nuovo, (Rientra a sinistra),
Margherita - (sorride alla Marchesa, un po' imbarazzata) Mi dispiacerebbe molto se lei, marchesa, credesse che non ho autorit... Ma il ragioniere Rado forse l'unica persona, qui, che non mi vuol bene.
Marchesa - Esiste una tale persona al mondo? E chi che non ti vuol bene?
Ivan - Prego... continuiamo. Ora non mi interessa sapere se il signor Rado vi vuole bene o no. Sono impaziente di sentire le altre minacce. Per il ragioniere c' tempo pi tardi.
Margherita - Decido io quando c' tempo per il signor Rado. Ma comprendo la vostra impazienza. Pare che sospettiate quello che verr dopo. Continuiamo. Dopo verr il vostro passato.
Ivan - Dopo verr il mio avvenire!
Margherita - Ma qui verr il vostro passato, (Fuma una sigaretta) Ora avete 27 anni. A 19 piantaste in malo modo la vostra famiglia, scappando di casa senza quattrini.
Ivan - Esatto! Ma quando si scappa, la famiglia, di solito, non di quattrini. E io... non ve l'abbiate a male, non ero abituato a rubare. Non fumate tanto! (Margherita lo guarda stupita) S, si, vi fa male. Vi rovina il cuore.
Margherita - Perch vi interessate del mio cuore?
Ivan - proibito? Quantunque siate cos cattiva con me, non mi permesso volervi un po' di bene?
Margherita - Nel gennaio del 1938, scappaste a Parigi e di l a Montecarlo
Ivan - Ma non v'avevo chiesto qualche cosa? E perch non rispondeste?
Margherita - (riprende con il tono di prima) Nel gennaio del 1928 scappaste a Parigi e di l a Montecarlo
Ivan - Va bene. Respingete il mio sentimento, Va bene anche cos. S, di l andai a Montecarlo.
Margherita - Il 1febbraio eravate gi a Berlino.
Ivan - L'avete imparato a memoria?
Margherita - Certo, Non sarei venuta impreparata a trattare con un individuo come voi. Il 1 febbraio eravate gi a Berlino.
Ivan - Infatti. forse un delitto?
Margherita - Non ancora. Ma dopo una settimana eravate a Stoccolma, e nello stesso mese a Londra e a Nuova York, per quanto febbraio sia il mese pi breve dell'anno. In marzo eravate di nuovo a Parigi. Tutto questo in sei settimane, eppure - non bisogna dimenticarlo perch l'essenziale - scappando di casa non avevate quattrini.
Ivan - Non ne avevo, si. E che vuol dire?
Margherita - Che siete un truffatore...
Marchesa - (soprappensiero)-Dio mio! che bel viaggio...
Margherita - ...vuol dire che siete un giuocatore, un baro, un avventuriero... E osate avvicinare una ragazza per bene! Perch a Montecarlo giuocavate giorno e notte?
Ivan - Per vincere.
Margherita - E perch di l siete corso a Berlino?
Ivan - Perch avevo vinto.
Margherita - (indignata) una risposta mostruosa.
Marchesa - Mostruosa, ma logica. (Breve pausa).
Margherita - Ora viene il meglio.
Ivan - Eh! lo immagino.
Margherita - Voi, ragazzo, avete moglie.
Marchesa - Oh Dio!
Ivan - Scusate: una novit o un capo d'accusa? Perch, come novit, per me sarebbe un po' vecchia, S, sono ammogliato,
Margherita - E vostra moglie ha quindici anni pi di voi.
Ivan - Dipende dal fatto che lei nata quindici anni prima, un delitto? Era innamorata di me.
Margherita - (con sdegno) Era innamorata!... Ha voluto sposarvi!
Ivan - Non la canzonate, vi prego. Ha voluto sposarmi appunto perch era innamorata di me. una cosa che accade alle donne. Anche alle donne come voi... Nella vostra vita non c' un uomo?
Margherita - Questo affar mio.
Ivan - Mentite: non c' nessuno.
Margherita - (gridando) Non avevo detto che c'.
Ivan - Avete risposto: affar mio volendo lasciar intendere che c' qualcuno... e invece non c'...
Margherita - E a voi che importa?
Ivan - perch se ci fosse, sapreste che vuol dire soffrire per amore, e non giudichereste severamente una donna che desidera appartenere all'uomo che ama. E sempre la mia disdetta... mi trovo dinanzi ad una donna seducente, alla quale per nessuno ha insegnato a soffrire per amore.
Margherita - (con dolore) Come lo sapete?
Ivan - (con un gesto della mano) Lasciamo andare... S... mia moglie mi amava ardentemente e io la sposai, secondo la legge, nel modo pi corretto. Mi amava moltissimo... una buona creatura con un'anima candida... Non permetto che si dica neanche una sola parola contro di lei. Mi ama ancora. E un delitto?
Margherita - E allora come pensate di mettere a posto questa faccenda con la mia sorellina?
Ivan - Divorziando. Mia moglie mi ama e non vuole impedirmi di essere felice: ha gi acconsentito al divorzio. La sentenza sar pronunziata fra pochi giorni. Lei si, una donna... una donna che ama veramente e che paga con la meta del suo cuore. Quando penso a lei, stringo i denti per non piangere come un bambino. (S padroneggia ma quasi piange. Breve pausa) Che significa chiedermi: come intendete mettere a posto questa faccenda? Non penserete che io voglia diventare bigamo.
Margherita - (con sarcasmo offensivo) Voi?...
Ivan - Non esageriamo... Questo non lo credete neanche voi. Lo dite soltanto per farmi male... il male per il male. Cose che fanno solo gli innamorati.
Margherita - Come?
Ivan - Non ho detto nulla. (Nella immagitazione prende fuori un portasigarette e accende una sigaretta).
Margherita - Avevate detto che non fumate...
Ivan - Scusate. (Spegne nel portacenere la sigaretta accesa).
Marchesa - Mi era subito sembrato sospetto.
Margherita - E allora spiegatemi: se quella donna... vostra moglie, vi ama tanto e voi avete tanta stima di lei... perch la rendete infelice abbandonandola per un'altra? Un uomo onesto non fa una cosa simile.
Ivan - Anzi: proprio un uomo onesto che la fa. Un altro, se le terrebbe tutte e due. un delitto divorziare? La legge lo permette. Dovrei uccidere mia moglie?
Margherita - Non avreste dovuto sposarla.
Ivan - Potevo mai prevedere?
Margherita - Tutto si pu prevedere.
Ivan - No, no... non si pu preveder nulla. Non fumate tanto.
Margherita - Che v'importa? Fumo quanto mi piace.
Ivan - Prevedere! A ventidue anni! Se Cristoforo Colombo fosse stato ragionevole come voi, non ci sarebbe ancora l'America. A Parigi, quando facevo i voli a vela...
Margherita - Che cosa?
Ivan - I voli a vela... senza motore.
Margherita - Terribile!
Ivan - Vi spaventate adesso? Avreste dovuto aver paura allora... Oggi potete essere tranquilla, sono passato al motore.
Margherita - Quello che odio soprattutto l'agire senza uno scopo... l'affannarsi...il disordine... le mezz'ore di ritardo... la leggerezza dei giudizi... il contegno da avventuriero... l'azzardo... come se la vita fosse un giuoco.
Ivan - Me... insomma.
Margherita - Se preferite.
Ivan - Permettetemi di dissipare subito un equivoco: non da voi che ambisco essere amato; ma dalla vostra gentile sorellina.
Margherita - (alla Marchesa) Ha sentito anche lei, marchesa?
Marchesa - Che vuoi farci, figliuola mia? Su questo punto ha ragione.
Margherita - E a lei piace questo tono, marchesa?
Marchesa - Il tono no... piuttosto il ragazzo. (Pausa penosa).
Margherita - Concludiamo, vi prego.
Ivan - Ho finito. Io non cedo... porto Irene con me in America. Non ve la prendete tanto a cuore: cos, enon c' nulla da fare. Con le mie dieci unghie lotter per la gloria e per la ricchezza, sua e mia. Ho fede in lei e anche in me. Non prometto pi... agisco, ora. Voi non potete comprendermi... voi rappresentate un altro mondo. Ma per confortarvi e perch vi voglio bene... e perch proprio non mi giudichiate un farabutto, vi dir una cosa che forse sar adatta anche alla vostra mentalit antica: un uomo che ama come me, si emenda se ha accanto nella vita una piccola compagna energica.
Margherita - Mia sorella?... Che dite?... ci vorrebbe per lei un compagno energico... Non vi sar di nessun aiuto.
Marchesa - Vedi? Per questo ragazzo veramente saresti adatta tu.
Margherita - Iddio mi scampi! Perch' dice cosi, marchesa?
Ivan - Perch non dovrebbe dire ci che pensa?
Marchesa - Non prendete te mie difese, figliuolo... non molto lusinghiero per me...
Ivan - Potrebbe chiamarsi fortunato un uomo che avesse una donna cos intelligente, energica e carina...
Margherita - (violenta) Smettetela con questa stupida parola... l'avete gi detta tre volte. Su me le adulazioni non hanno presa.
Ivan - Lo so... e perci non ho detto bella , ma soltanto carina .
Margherita - ora di finirla! (Suona) Discutere ancora non servirebbe a nulla. Ora so come regolarmi... non voglio trattenervi oltre. (Alla Prima Modelusta che entra da sinistra) la terza volta che faccio chiamare il ragioniere.
Ivan - (col cappello in mano) Allora vado.
Prima Modella. - Scusi... ha detto che qui non pu venire.
Margherita - Qui? Non pu venire qui? E perch? (La Prima Modellista guarda Ivan sorridendo e tace imbarazzato) Perch non pu venire qui? Rispondete!
Prima Modella. - Scusi... non posso che ripetere le sue parole. Ha detto che finch il signore qui, lui non entra.
Margherita - Come, come?
Prima Modella. - Forse il signore potrebbe spiegare...
Margherita - Questo tenore? E che ha d comune... (A Ivan) Cosa c'? Conoscete il ragioniere, voi?
Ivan - Mio Dio... Se questo conoscere... allora lo conosco.
Margherita - Non capisco.
Ivan - (molto semplicemente) una cosa da nulla... non vale neanche la pena d parlarne... un piccolo incidente. Quando sono entrato nel portone, alle sette... perch sono venuto alle sette precise, capite?; non ero in ritardo... nel portone due signori parlavano ad alta voce. Anzitutto non mi piace che la gente parli ad alta voce; ma poi uno di essi, e precisamente il ragionier Rado, diceva all'altro, ad alta voce; quella Margherita Aghy, col suo grosso Brillante, non me la d a bere... certo ha qualche ricco protettore . Ripeto parola per parola quello che ha detto. Ed allora, naturalmente l'ho preso a schiaffi... sul posto. A me non piace che di una donna...
Margherita - Che avete fatto?
Ivan - (con semplicit, in fretta) L'ho preso a schiaffi perch a me non piace che di una donna si parli su quel tono, specialmente pi quando se ne fa il nome. Lui non ha accolto con gioia il mio intervento e sebbene gli avessi premurosamente dato il biglietto da visita, ha volato chiamare la polizia...
Margherita - Chi ha chiamato?
Ivan - Oh ! non volevo pronunziare la parola Polizia ... ha chiamato un agente... e sono stato costretto a seguirli qui vicino in un ufficio...
Margherita - Che ufficio?
Ivan - ...diciamo al Commissariato, se volete, dove abbiamo scritto un raccontino del fatto.. Questo tutto... roba da nulla... L'ho detto soltanto perch avendo ritardato mezz'ora mi avete fatto una lavata di testa... avete detto che si poteva prevedere... Vi domando contutto il rispetto: com'era possibile prevedere a questo? No? Ma ora veramente me ne vado. Vi bacio le mani. (Bacia la mano alla Marchesa).
Margherita - Un momento, un momento. Non scappate... non vorrei che...
Ivan - (la interrompe. Con molta finezza) No, no... voi ora avete da fare e non vorrei impedire a quel ragioniere di entrare qui.
Margherita - Sono io che vi prego.
Ivan - Riverisco, (Si inchina ed esce dalla comune. Pausa. La Marchesa sorride, conquistata. La Prima Modellista che stava nel fondo esce in punta di piedi a destra. Margherita, nervosa, accende una sigaretta e siede. Pausa).
Margherita - Che mostro!
Marchesa - S... un vero mostro. (Breve pausa) Se avessi una figlia...e si innamorasse di lui... le romperei la schiena... (Dopo una piccola pausa)... ma la invidierei. (Margherita la guarda e fuma. Pausa). Un vero mostro! (Pausa) Mi pare che tutte e due ci siamo innamorate di lui... E tu, non fumare tanto!
SIPARIO
QUADRO QUARTO
Il vestbolo in casa delle rogante, la stessa sera, un'ora dopo il quadro precedente. Ambiente sereno: la lampada accesa, la Portinaia finisce di apparecchiare la tavola per la cena, Luigi va su e gi.
Portinaia - La signorina in ritardo. Sono quasi le nove. Si vede che ha avuto molto a fare.
Luigi - un periodo di lavoro, questo, per le case di moda. Ogni sabato sera cosi; ma ormai non pu tardare. Poco fa, quando ho telefonato, mi hanno detto che era gi uscita. (Va su e gi. La Portinaia continua a darsi da fare intorno alla tavola). Cera l marchesa...anche lei l'avr trattenuta. (Breve pausa).
Portinaia - Signor Luigi... veramente non so come regolarmi... devo apparecchiare per tre e o per due?
Luigi - (nervoso) Come volete.
Portinaia - Non sarebbe meglio per tre?
Luigi - No, no... solo per dire, (Nervoso) Perch tante finzioni? Sapete benissimo che Irene se n'e andata e non torner... E allora, perch chiedere?
Portinaia - Scusi... come posso sapere dove andata la signorina?
Luigi - Lo sapete benissimo. Le avete portato le valige nella macchina... Irene non cena a casa. Potete tranquillamente apparecchiare solo per due...
Portinaia - La signorina Margherita si spaventer, se vedr solo due coperti.
Luigi - La signorina Margherita si spaventer sempre... cinque minuti prima e dopo...
Portinaia - (apparecchia) Meglio cinque minuti dopo... metto tre coperti. (Dopo breve pausa entra Margherita. Ha in mano una borsa di cuoio e un pacchetto).
Margherita - Buona sera.
Luigi - Buona sera.
Portinaia - Bacio le mani. (Le prende d mano il cappello, il pacchetto, ecc.).
Margherita - (risente ancora della scena di prima, E nervosa) In quel pacchetto c' la cena. Apritelo. Prosciutto, lingua, cetrioli, burro, formaggio, mele.
Portinaia - Si, signorina. (Mette nei piatti la cena che Margherita ha comprato).
Margherita - Sono nervosa, stanca. Ho un ronzio nel cervello. (Siede in un'ampia poltrona verso il proscenio. Chiude gli occhi. Alla Portinaia) Non fate tanto fracasso coi piatti... Per sarebbe meglio se usciste tutti e due. Lasciatemi un momento sola. Non mi parlate. Non ne posso pi. Andate, vi prego. Lasciatemi.
Luigi - Che avete, Margherita?
Margherita - Nulla, nulla. Troppo lavoro. sabato sera.
Luigi - Avete avuto qualche dispiacere?
Margherita - Lasciatemi, Luigi,
Luigi - C'era da voi quel... quello...
Margherita - S.
Luigi - Avete parlato?
Margherita - S.
Luigi - stato insolente, secondo il solito?
Margherita - No. Vi sorprender... stato addirittura... carino. Non saprei com'era... prima in un modo, poi nell'altro, e in qualche momento aveva perfino ragione. Mi ha scombussolata. Mi sembra d'essere io la palla, non mia sorella.
Luigi - Margherita... ma che cosa accaduto dunque?
Margherita - Nulla, v'ho detto. Credo di averlo offeso troppo.
Luigi - Avete avuto una disputa?
Margherita - S.
Luigi - Ma poi siete riusciti a mettervi d'accordo su qualche punto?
Margherita - No. Non ci siamo messi d'accordo.
Luigi - E la marchesa?
Margherita - C'era anche lei. rimasta sino alla ftne.
Luigi - E che ha detto?
Margherita - Lei?... una vecchia signora originale. Alla fine mi ha detto qualche cosa... qualche cosa che mi ha tolto mentre la voglia di non tornare mai pi a casa e di andarmi a gettare nel Danubio, invece.
Luigi - Che v'ha detto?
Margherita - Lasciamo andare, vi prego. Tanto, fa lo stesso. Non mi chiedete nulla. Vorrei rimanere qui, tranquilla. Finalmente sono di nuovo a casa... nel silenzio, nella calma, nella pace della nostra piccola casa... (Chiude gli occhi) Com' riposante!
Portinaia - (la quale frattanto era uscita, toma con una vestaglia) Ecco la vestaglia, signorina. (Gliela porge).
Margherita - Lasciatemi stare, adesso. Fatemi respirare un po'. Dov' Irene? (Silenzio imbarazzante, La Portinaia esce con la vestaglia, Margherita guarda Luigi e ripete) Dov' Irene?
Luigi - Ecco... appunto... dov' Irene? (Va su e gi senza parlare).
Margherita - (un cattivo presentimento lo sfiora) Perch non parlate? Che c'? Dov' Irene?
Luigi (si ferma) E andata via.
Margherita - Dov' andata?
Luigi - Se n' andata... per sempre.
Margherita - Come? Per sempre?
Luigi - Ha riunito tutta la sua roba, l'ha messa in due valige...
Margherita - Insomma: scappata.
Luigi - Mah!... si pu dire anche cosi... Anzi, questa l'espressione esatta.
Margherita - (balza in piedi. Alla Portinaia che entrata e sta nel fondo spaventata) Chiamate subito Horvath, (La Portinaia esce da destra e torna subito con Horvath. Nell'attesa, silenzio).
Horvath - (sull'attenti) Bacio le mani.
Margherita - Buona sera; Horvath, che cosa accaduto qui?
Horvath - (netto e precito) La signorina. Irene andata via di casa e ha portato con s tutta la sua roba.
Margherita - Infatti. Quando e come?
Horvath - Alle 8,40 Un'automobile si fermata davanti alla casa. Numero della targa B. A. 833. La stessa macchina che stata qui una volta la settimana scorsa. La guidava lo stesso signore. Ha suonato la tromba, la signorina Irene uscita subito e ha comandato a mia moglie di mettere le sue valige nella macchina. Ma moglie ha eseguito l'ordine. La signorina Irene salita in macchina e la macchina partita.
Margherita - Quando?
Horvath - Ho detto alle 8,40.
Margherita - (nervosa) Che ne so io delle 8,40? Quando partita?
Horvath - Un quarto d'ora fa.
Margherita - Allora parlate chiaramente. Perch non mi avete avvertita subito?
Horvath - Il signor Luigi ha telefonato...
Luigi - ...e m'hanno risposto che eravate gi uscita per tornare a casa.
Margherita - Grazie, Horvath. (Horvath esce a destra, la Portinaia rimane nel fondo. A Luigi) Ivan venuto a prenderla con la sua macchina. Appena uscito da me corso direttamente qui.
Luigi - S.
Margherita - Dove saranno andati?
Luigi - A casa di Ivan, certo.
Margherita - Come fate a dirlo?
Luigi - Irene si accommiatata da me, onestamente e lealmente. Irene Euna brava creatura.
Margherita - E... e a me... a me non ha lasciato nulla? Una lettera?
Luigi - No. Mi ha detto che il suo stato d'animo, ora, non le consentiva di farlo. Ma che pi tardi vi avrebbe scrtto tutto.
Margherita - Da dove? (Luigi tace) Da dove?
Luigi - Dall'America, (Margherita va alla poltrona, vi si accascia, muta. Breve pausa) Partiranno fra qualche giorno... Aspettano la sentenza di divorzio. Irene ha detto che non poteva pi rimaner qui. Sono convinto che Ivan l'ha costretta a fuggire. Sa che voi fate quello che volete di Irene. Temeva che la mandaste lontano... che le facestefare un viaggio. Avete dovuto spaventarlo molto, oggi, quel ragazzo... (Dopo una pausa) Partiranno per Vienna, Parigi, Cherbourg, Nuova York... (Breve pausa) Hanno gi i biglietti.
Margherita - (si alza) E voialtri... voialtri mi avete lasciata entrare qui, tranquillamente... invece di gridarmi subito dalla porta: Irene scappata mi lasciate sedere, chiacchierare, riposare... (Alla Portinaia che piagnucola nel fondo) ...e voi m'offrivate anche la vestaglia, invece di strillarmi nelle orecchie che mia sorella fuggita!
Luigi - Margherita, cara, tornate in voi, calmatevi...
Margherita - (fuori di si) Che percentuale di calma dovrei avere, ingegnere? (Alla Portinaia) Chiamatemi un tass, subito! (La Portinaia corre via a destra).
Luigi - Dove volete andare?
Margherita - E me lo domandate? Dall'uomo che se l' portata via.
Luigi - E che volete fare l?
Margherita - Non so: gridare, lottare, scongiurare, minacciare, fare uno scandalo... non ancora... ora devo andare l, devo andare l... devo impedire questo...
Luigi - Ormai tutto inutile.
Margherita - Non ve l'ho chiesta Vi chiedo invece se volete venire con me.
Luigi - No. Non potete esigerlo. Sono un uomo, scusate. Tra noi abbiamo finito tutto. Irene si accommiatata da me.
Margherita - E voi?
Luigi - Anch'io da lei.
Margherita - Ma io no, io non ancora... Forse adesso le dir addio... perch, .badate, la salver quella ragazza, anche, se per lei, dovessi uccidere qualcuno. Dove abita?
Luigi - Viale Zuglo, 40.
Margherita - Viale Zuglo 40- (Breve pausa) Ah!... magnifico: ormai tutto inutile... .
Luigi - Questa la mia opinione. Quando tornerete di l, mi darete ragione. Vi conosco. Ora sarebbe impossibile trattenervi. Andate, dunque.
Margherita - Vado,
Luigi - Per voi non potete pi nulla su quei due. Ricordatelo: n legalmente nspiritualmente.
Margherita - Esiste anche un altro potere al mondo, caro Luigi...vi far vedere io... (Entra la Portinaia).
Portinaia - C' il tass.
Margherita - Vengo. (La Portinaia esce. Margherita in fretta raccoglie le sue cose. A Luigi) Cenate, voi. Non dovete aspettarmi.
Luigi - terribile andar l in questo stato d'animo.
Margherita - (davanti allo specchio, macchinalmente s mette il cappello e grida) Lasciatemi in pace! non parlate! andatevene! (Luici alza le spalle, e, offeso, va vie per la scala. Margherita ha messo il cappello. Ora, in fretta, macchinalmente, per abitudine, comincia ad incipriarsi davanti allo specchio. Improvvisamente si accorge di quello che fa, butta a terra il piumino della cipria, scoppia in un'ira impotente) Ma che faccio qui?... che succede in me?... che cos' questo?... Fuori mi aspetta la macchina ed io... io sto qui a farmi bella... (Getta a terra con violenza lo scatolina della cipria) ... per quel... per quel farabutto!... (Via d corsa dal giardino).
SIPARIO
ATTO TERZO
QUADRO QUINTO
La stessa sera, dopo il quadro precedente. Una stanzetta da bohemien, in un abbaino, accanto allo studio di pittore di Ivan. In primo piano, a sinistra, la comune che da nell'anticamera, A destra, una porta che d nello studio. Appoggiato alla parete, un cavalletto. Tavolozze, pennelli, cenci per i colori, ecc. Schizzi senza cornici in terra e sulle pareti. Un'ottomana. Pochi mobili spaiati, A terra, le due valige di Irene. Una di esse, aperta, lascia vedere indumenti femminili. Quando il sipario si alza. Ivan ed Irene sono abbracciali. Si comprende che hanno appena finito d darsi un lungo bacio. Poi si baciano di nuovo, allegramente.
Ivan - E se non avremo denaro per il treno, da Nuova York a Hollywood...
Irene - ...a piedi!
Ivan - E se non avremo denaro per una bistecca...
Irene - ...lardo!
Ivan - E se non ne avremo per il lardo...
Irene - ...pane secco!
Ivan - E se neanche...
Irene - ...digiuni! Ma sempre con te! (Ivan la bacia ancora, poi Irene si svincola dalle sue braccia e s asciuga gli occhi).
Ivan - Che c', tesoro mio? Piangi di nuovo?
Irene - Non piango. (Si padroneggia) sempre lo stesso pensiero. Come deve essere terribile, ora, per Margherita...
Ivan - Margherita la pi buona creatura del mondo, ma ora non pensarci, tesoro mio. Cerca di distaccarti un po' da questo pensiero... Pensa solo a me! sempre a me!
Irene - Hai ragione. Mi sforzer. Ma proprio quando mi sento pi felice, a un tratto, come se ricevessi un colpo, mi viene in mente lei...
Ivan - Passer anche questo. Non un'ora che te ne sei andata di casa...
Irene - Non mi devi lasciare neppure per un minuto. Hai fatto bene a portarmi via. Qui, da te, mi sento pi forte. A casa, negli ultimi giorni, la vita era terribile... discussioni continue... colloqui notturni interminabili... Hai ragione! vivevo per ore ed ore in uno stato di suggestione... non so che forza mi tenesse: so che era impossibile liberarmi.
Ivan - Perci era necessario allontanarti da l. Dopo quanto m'ha detto stasera, non si poteva pi esitare. Sono tanto felice che hai avuto la forza di venir via con me. Ormai non si torna pi indietro.
Irene - Ho una sola preoccupazione... no, non una preoccupazione: una certezza.
Ivan - Che verr qui?
Irene - S.
Ivan - Sono preparato. Non temere. Supereremo anche questo.
Irene - La conosco tanto bene, che posso calcolare al minuto quando suoner alla porta. Noi siamo andati via alle nove meno un quarto...
Margherita - tornata a casa alle nove circa... Quando le hanno detto che non c'ero, uscita immediatamente. Mi meraviglio che non sia ancora qui. Ma se mi guarder... con quei suoi begli occhi tristi... come potr... (Commossa) ...come potr resisterle?
Ivan - Sar presente anch'io. La riceveremo insieme.
Irene - Non lasciarmi neppure per un attimo. Rimani con me! (Si baciano. Poi, restano abbracciati, ripetono il dialogo precedente, come un ritornello).
Ivan - E se non avremo denaro per il treno?
Irene - A piedi!
Ivan - E se non mangeremo bistecche?
Irene - Lardo.
Ivan - E se non ci sar lardo?
Irene - Pane secco! O digiuni! Ma sempre con te! (Lungo bacio. Campanello tra le quinte) Margherita! (Si svincolano).
Ivan - Promettimi di esser forte!
Irene - Te lo prometto. (Secondo squillo).
Ivan - Se riesci ad essere forte, allora...
Irene - Si. Ma tu devi rimanermi vicino quando entra.
Ivan - No, tesoro mio! Prima le parler io. Tu, intanto, vai di l, nello studio. (Indica a destra) Ti chiamer quando sar necessario. Va, tesoro mio, e non temere. (Terzo squillo. Irene corre nello studio. Ivan esce a sinistra e dopa qualche istante torna con Margherita).
Margherita - (indica le valige) Irene qui!
Ivan - S.
Margherita - (agitata) Se l'avete nascosta, perch non avete nascosto anche le sue valige?
Ivan - Margherita, perch tanta agitazione? Non ne faccio un mistero che Irene qui. Parliamo con calma...
Margherita - Se non ne fate un mistero, perch non in questa stanza, ora? Dov'? scappata di casa...
Ivan - Un momento, vi prego. Ascoltatemi con calma, se no, non si va avanti. Non scappata! Sono andato a prenderla e l'ho portata via. Se si trattasse d'una fuga, non saremmo qui. (Gentilmente) Sedete, vi prego mia cara e buona Margherita... Per amor d Dio, parliamo ragionevolmente. Sedete,
Margherita - Non seggo! (Ricomincia) Ha abbandonato la casa senza dirmi addio. E questa una fuga.
Ivan - Non ha avuto il coraggio di accomiatarsi da voi.
Margherita - Ed per questo che sono venuta.
Ivan - Non le ho permesso di rimanere a casa. Dopo il nostro colloquio di stasera, ho dovuto decidermi subito. Francamente; ve l'ho portata via perch temevo per lei.
Margherita - Avevate paura di me!... Per mia sorella?
Ivan - Per la sua felicit. E per la mia felicit. Dite chiaramente, Margherita: che volete, adesso?
Margherita - Riportarmela a casa!
Ivan - Non ve la riporterete!
Margherita - (sfidando) Credete?
Ivan - Non ve la riporterete perch non ve la restituisco! terribile che io sta costretto a parlare con voi su questo tono!
Margherita - Non vi date la pena di essere cortese. Continuate pure ad essere arrogante! Preferisco.
Ivan - Non mi provocate, Margherita. Badate...
Margherita - Vi provoco e non bado a nulla. Vi disprezzo!
Ivan - (dopo breve pausa) ra potete dire tutto quello che volete. Piego la testa con umilt dinanzi al vostro amore fraterno, anche se sbagliate.
Margherita - Io sbaglio?
Ivan - E anche se mi fate male, comunque. In questa parte, vi stimo ancora di pi!
Margherita - Non sostengo una parte. Non declamate! E fate a meno di stimarmi: la vostra stima un'ingiuria, per la gente onesta. (A un gesto di Ivan) Che volete?
Ivan - Voglio baciarvi la mano.
Margherita - (la ritira di colpo) La vostra insolenza non ha limiti. (Breve pausa).
Ivan - Volete ascoltarmi, Margherita?
Margherita - Avanti!
Ivan - Sedete.
Margherita - (con le lacrime nella voce) t Non seggo.
Ivan - Avrei potuto evitare quest'incontro con voi in modo molto semplice: conducendo Irene direttamente al treno. Ma non ho voluto perch domattina ci sposiamo, e fino a domani dobbiamo rimanere qui. (Al gesto di Margherita) Stasera vi ho taciuto la verit, altrimenti Irene l'avreste fatta scappar voi, non io! Il divorzio mi stato concesso fino dalla settimana scorsa. Ci sposiamo domattina alle nove e mezzo.
Margherita - (piano) Dio mio! (Siede allottomana e si chiude il viso tra le palme. Pausa)
Ivan - Cos deciso e cos sar fatto. (Margherita singhiozza, muta) Non piangete, Margherita, Meglio rassegnarvi. Domattina andremo davanti all'ufficiale dello Stato Civile e il nostro treno parte a mezzogiorno. (Cavandoli di tasca) Ecco i biglietti per Nuova York. Non distruggete la felicit di vostra sorella! (Le siede accanto e con tenerezza le cinge le spalle) Non piangete, Margherita. Datevi pace, per amore ai vostra sorella...perch voi l'amate veramente, la vostra sorellina... Rappacificatevi anche con me... Siate la mia sorella... (Margherita soffoca i singhiozzi celando con la mano il viso rivolto dall'altra parte) Margherita... cara Margherita... (Le prende l'altra mano) Non mi amate, va bene... ma, almeno, non mi odiate! (Le bacia la mano e la trattiene tra le sue) Cara, bella, buona Margherita... non pu esser vero, che mi disprezzate cos profondamente.
Margherita - (piano) Lasciatemi, vi prego... (Si svincola, si alza, s allontana, siede in un altro posto, prende un fazzoletto dalla sua borsetta, s asciuga gli occhi e poi lo ripone),
Ivan - (a voce sommata, con calore) Non posso credere... che mi odiate...
Margherita - (affranta, con voce stanca) Che azzardo... gettarla nella vita... una creatura cos giovane... portarla all'estero... e che cosa... che cosa volete cominciare?... dove volete andare?... con che, volete andar via?...
Ivan - (piano, con molta dolcezza) I biglietti ci sono gi. E per i primi giorni, non temete, ci sono rimasti anche degli spiccioli. Tutto quello che possedevo l'ho... come si dice?... realizzato. (Le si avvicina. Siede tao accanto a lei, stretto stretto, carezzevole; pi tardi, quasi senza accorgersene, mentre le parla, le cinge teneramente le spalle) Ho venduto tutto, mia cara Margherita, Non era molto, quel tutto; ma ci che avevo, l'ho (marcato) tutto trasformato in denaro... Avevo una bella pelliccia... una meravigliosa pellccia russa, foderata di opossum. Me la feci fare a Lipsia, Vi assicuro che era un poema... che ho venduto per 220 pengo. (Margherita lo guarda incredulo) Perch' mi guardate cos? Forse voi avreste potuto venderla meglio? (Margherita fa cenno d si) Peccato! Ma ormai... Poi, avevo qualche mobile... un tappeto... un autentica Saroarkand... L'ha comprato la ditta Klinger... La conoscete?
Margherita - (singhiozzando, piano) S... s...
Ivan - Anche voi, i vostri tappeti antichi, li avete venduti a Klinger...
Margherita - (c. s.) S.
Ivan - (carezzevole) Vedete?... Fra noi, c', dunque, un piccolo punto di contatto... Insomma, dal tappeto, sono venuti fuori altri duecento perige (Come se raccontaste ad una bimba) Poi, c'era una volta unabella, bellissima marsina con sei magnifici gil bianchi. Venduti anche questi? S? Certo! Poi, c'era una volta un bell'orologio d'oro, a doppia cassa. Era un orologio (auto... sapete? Suonava le ore, piano, piano... tin tin rin E io l'ho venduto... insieme con una sottile, elegante catena di platino che gli faceva compagnia E ho venduto un quadro...
Margherita - (quasi dimenticando il suo dolore, con ironia, piano) Un quadro? Voi?
Ivan - S, certo! Per 350 pengo! E poi si osa dire che i giovani pittori non riescono mai a vender quadri!
Margherita - Che cosa era?
Ivan - Un piccolo paesaggio...di Segantini. Sili? Certo! Avevo anche una piccola automobile: ci ha accompagnati stasera fin qui... ma era venduta. Sili? Certo! Mi hanno dato dieci pengo per ogni cavallo.
Margherita - Quanti cavalli erano?
Ivan - Venti. Non vi stancate a fare la moltiplicazione. duecento pengo.
Margherita - (quasi ancora piangente ma stanca e un fio' rassegnata) E e... volete andare a Nuova York?
Ivan - Per ora a Nuova York, s.
Margherita - E se laggi... laggi... il denaro... finir?
Ivan - In caso estremo, ho due buoni amici.
Margherita - Chi sono?
Ivan - Lavapiatti e Spazzaneve, Li conosco bene... li hogi praticati. Ottimi amici. Non sono ricchi, ma fedeli e sicuri. Ora mi guardate di nuovo con disprezzo.
Margherita - (come una ragazzina pacificata) -. lo? Non vi guardo con disprezzo... io io...(Con tenerezza, ma un po' goffamente, gli accarezza il volto) ... non vi guardo con disprezzo... (Quasi piangendo) Ora siete... siete cos dolce.
Ivan - Perch ora sono responsabile di una vita... forse anche perch sono felice. Mi famale soltanto che voi...
Margherita - Non abbiate piet di me. (Si riprende) Vi chiedo... chiamate Irene.
Ivan - La chiamer. Ma promettetemi di rimanere tranquilla.
Margherita - Vedete? Ormai sono calma.
Ivan - Va bene. (Si alza, apre la porta dello Studio e chiama) Irene! (Irene entra, si ferma).
Margherita - Voglio parlarti!
Irene - Ma lui... lui deve restare qui.
Margherita - Pu restare. Non aver paura di me, tesoro mio. Mi fa male vedere che hai tanta paura di me. il mio dovere verso te e anche verso Luigi... un dovere sacrosanto... tentare ancora una volta, l'ultima, di riportarti a casa. stata... un'avventura. Se torni a casa ti perdoniamo.
Irene - Non torno a casa.
Margherita - Luigi ti perdona,
Irene - Ma non gli perdono io.
Margherita - Che cosa non gli perdoni?
Irene - ...che mi voleva sposare solo per onest... (Agitata) ...solo per onest, senza amarmi. Non ha il diritto di perdonarmi e neanche tu lo hai... (Scoppia in pianto) Scusami! Non posso parlarti cos... cara, cara... non posso! (Si butta davanti a lei e china la testa nel suo grembo. Piange. Poi si riprende. Per rimane ancora dinanzi a lei) Ti scongiuro, cara, non ostacolarmi. So che saresti capace di convincermi. Sei cos forte, tenace, energica...ed io ti amo tanto, che alla fine non saprei darti un dolore. Alla fine mi arrenderei..ma rovineresti questo mio amore, questa mia speranza. Sei abbastanza forte; ma non lo fare... guarda: non lotto con te, ti prego, invece... non lo fare... Ti scongiuro, abbi piet della mia povera piccola vita! (China la testa nel suo grembo. Margherita tace. Pausa).
Ivan - (sincero, con molte bont) Allora dico una cosa. Se vi fa tanto male che andiamo via... sapete che non sono l'uomo dei programmi... strappo Questi due biglietti. Non vi lasciamo sola. Ora anche qui si ricomincia a lavorare un po' col cinematografo. Tenter qui la mia fortuna. Possiamo rimanervi vicino... se vi fa tanto male.
Margherita - Non abbiate piet di me, vi prego. E non usate questo tono affettuoso: non vi sta bene.
Ivan - Siete ingiusta.
Margherita - S, sono ingiusta.
Ivan - Ho detto soltanto che... se restiamo qui, anche in avvenire potrete vegliare sulla vostra sorellina. Starete con noi. Renderete pi lieta la nostra gioia. Sarei felice se abitaste con noi..
Margherita - Siete impazzito?
Ivan - Perch? Se Luigi avesse sposato Irene, sareste rimasta con loro. Con Luigi s?
Margherita - Con lui, s.
Ivan - E con me, no?
Margherita - (sopraffatta dal pianto) No.
Ivan - Perch?
Margherita - Perch... (Si padroneggia) Vi prego, andate via un momento. Sono molto nervosa e vorrei dire qualche parola a Irene a Quattr'occhi... (Ivan ha un gesto cortese ed'esce a destra. La porta si chiude dietro di lui. Irene si alza) Dammi la borsetta. (Irene gliela consegna. Margherita prende un fazzoletto, si asciuga gli occhi, ripone il fazzoletto. Prende il portasigarette e accende una sigaretta, Dopo un po', calmata ma con evidente commozione, che cerca di soffocare) Senti. Ora bisogna finirla, questa faccenda...tutta questa faccenda. Io ora... non si pu pi continuare cos... io ora abbandono la lotta e ti lascio libera di seguire la tua strada. Acconsento.
Irene - Margherita...
Margherita - A me accaduta una disgrazia. Ho lottato per te, sai... e in questa lotta sono rimasta ferita. Mi sono innamorata di quel ragazzo, tesoro mio, (Irene la guarda stupita) S, si...
Irene - (piano, stupita) Da quando?
Margherita - Non so. Temo dal primo momento, da quando entrato in casa nostra e mi ha detto Buon giorno , Mi pare di non riuscire a nasconderlo... ormai lui se n accorto e perci buono con me come il pane. Bisogna essere onesti. Ora non ho pi il diritto di togliertelo...perch non saprei se agisco per amore fraterno o per gelosia, Ma cos non si pu pi continuare... Non vero? (Una lunga pausa. Fuma la sigaretta. Guarda la valigia aperta) Hai preso anche i vestiti d'inverno?
Irene - S.
Margherita - Le giacche di lana, le maglie?
Irene - S, (Pausa),
Margherita - Non te l'avrei detto mai. Ma non voglio che tu creda che ti abbandono. Fin da marted, quando gli ho parlato nella pasticceria, ho sentito qualche cosa, vagamente. Stasera, quando lho sgridato, quando l'ho insultato... (Si ferma perch le manca la parola, poi riprende) Quando l'ho sgridato e l'ho insultato...aspetta... ora ti spiego... (Nervosa, spegne la sigaretta) ... questo molto interessante. In principio godevo quasi di ogni mio sgarbo; ma poi... ad un tratto... ho cominciato a soffrirne... perch ho compreso che non era pi per te che ero sgarbata...ma per me... perch non si accorgesse che io... come dire?...che io l'amo. Hai capito? (Nervosamente, allunga la mano e prende la borsetta, cava fuori il portasigarette ma vuoto) Terribile! Sono finite anche le sigarette. (Ripone tutto) Non ne hai una?
Irene - Ivan ne avr certo. (Corre alla porta dello studio, l'apre e chiama) Ivan, dammi un paio di sigarette. Subito, (Le prende e chiude la porta) Ecco, tesoro mio.
Margherita - Grazie. (Accende la sigaretta) Ma non ha nessuna importanza. Ecco. Guarir. Qualche anno fa, certo, sarei guarita pi facilmente; ma non fa nulla. Andr a posto egualmente. Basta pensare a tutti i guai che hanno gli altri; guai assai pi seri delle sofferenze d'amore! C' chi muore... chi non ha da mangiare... chi entra in un ospedale. Bisognerebbe vergognarsi di soffrire per amore. Si deve pensare praticamente. E si deve essere corretti; credo che questa sia la cosa pi importante. S deve essere puri non solo esteriormente, ma anche dentro. (Si preme la mano sul petto e ha una leggera contrazione del viso come se soffrisse).
Irene - Che hai? Ti fa male qualche cosa?
Margherita - strano... Mi pare che non sia soltanto un dolore morale ma anche fisico. Da qualche tempo, sempre, quando penso a questa cosa... qui, nel petto... proprio qui...mi fa male addirittura! (Breve pausa) Dunque, figliuola mia... (Breve pausa) Ecco ciche ti volevo dire. (Pausa).
Irene - (commossa) cos grande... cos grande l'amore?
Margherita - Dipende da quello che si intende per un grande amore. Secondo me, un grande amore quello che non ha spiegazioni, che non ha scopi, che non ha altro piacere che il sacrificio. Tutti gli altri sono piccoli amori. Non aver piet di me, perch ora mi sento cos pura che sono quasi felice... ed ora basta. Addio... (Comincia a raccogliere le sue cose),
Irene - Chiamo Ivan, perch...
Margherita - No... lo chiamerai solo quando sar andata via. E... non devi raccontargli mai questo... mai, mai. Deve essere il nostro segreto, sorellina mia... il nostro piccolo segreto. Va bene? (Prende le sue cose) Dunque... buon viaggio... e scrivimi. Va bene? E... (Le consegna l'anello) Ecco la fattoria Bogdan... Non dovete lavare i piatti o spazzare la neve. Hai capito? Addio. Il Signore ti benedica, (La bacia piano, commossa, con molta semplicit) Addio! (Esce).
SIPARIO
QUADRO SESTO
Il piccolo vestibolo in casa delle ragazze. La mattina seguente, domenica. La porta e la finestra sul giardino sono spalancate. Me magnifico. Nel giardino, verde e fresco, fiori primaverili. Quando il sipario si alza, la Portinaia, con l'abito della festa, sola in iscena e dispone dei lill in due vasi. Poi, al fondo, appare Luigi che viene dal giardino. Si ferma sulla soglia.
Luigi - Avete detto alla signorina Margherita che vorrei parlarle?
Portinaia - S,verr subito.
Luigi - gi vestita?
Portinaia - Naturale!
Luigi - Ho chiesto, perch stanotte tornata a casa molto tardi...
Portinaia - S. (Con un gran sospiro) tornata molto tardi. Speravoche riportasse Irene e invece... (Sospira).
Luigi - Perch sospirate tanto?
Portinaia - Non se ne pu parlare... e allora dico il mio pensiero coi sospiri.
Luigi - Sono in giardino. Quando viene la signorina Margherita, chiamatemi. (Esce).
Portinaia - Sissignore. (Mettendo a posto i fiori sospira e dice fra s) Irene scappata... Irene ci ha piantati...
Margherita - (entra da destra. calma. Sembra purificata, come se avesse ritrovato la sua pace. Ha un piccolo sorriso doloroso) Eccomi qui. Se il signor Luigi desidera parlarmi, avvertitelo.
Portinaia - in giardino che aspetta. Lo chiamo subito. (si avvia).
Margherita - Un momento... libero Horvath oggi?
Portinaia - S signorina.
Margherita - Allora ditegli distare attento e d avvertirmi appena vede arrivare la macchina della marchesa. Mi ha telefonato or ora che sarebbe venuta. Preparate subito in un vassoio dei sandwich, un po' di frutta, vermut, liquori, biscotti. Mi raccomando di fare tutto per bene... E mettete la tovaglietta pi bella.
Portinaia - Subito, signorina. (Esce in giardino. Dopo breve pausa durante la quale Margherita odora i fiori e li riordina, entra dal giardino Luigi).
Luigi - Buon giorno... Margherita
Margherita - Buon giorno, Luigi. Sento che volete parlarmi.
Luigi - S, Margherita.
Margherita - (guardandolo) Come siete solenne
Luigi - S... Anche questo momento doveva giungere.
Margherita - E... infatti!
Luigi - domenica.
Margherita - (sedendo) Sedete.
Luigi - Ho sentito quando siete tornata, stanotte. Non dormivo ancora. Era molto tardi.
Margherita - S... perch di... di la ...sono andata dalla Marchesa e ci sono rimasta sino all'alba.
Luigi - Per consiglio?
Margherita - Anche. E per molte altre cose.
Luigi - Ero sempre sveglio quando siete rientrata; ma non ho voluto scendere, apposta... sicch... non so che cosa avete deciso... coi ragazzi.
Margherita - Partiranno.
Luigi - Quando?
Margherita - In questi giorni. Forse domani... o forse oggi stesso.
Luigi - Per l'America?
Margherita - S.
Luigi - E voi?
Margherita - Mi sono accommiatata da loro. (Pausa).
Luigi - Ve l'avevo detto che ormai non avete pi nessun potere su Irene.
Margherita - Infatti, (Pausa).
Luigi - Allora... non c' pi ragione per non dire quello che volevo dirvi.
Margherita - Va bene: ditelo pure... ma vi prego di non parlare con tanta solennit.
Luigi - Non mi fate diventar nervoso, Margherita, Sono un po' turbato... e non c' da stupirsi dal momento che devo comunicarvi che oggi stesso lascer questa casa per sempre.
Margherita - Oggi stesso?
Luigi - S.
Margherita - proprio tanto urgente?
Luigi - Per ragioni tecniche, no... piuttosto morali... o, per essere pi precisi, psicologiche.
Margherita - Ohi come mi piace poco questo modo di parlare all'intellettuale!
Luigi - Scusate, non posso rimanere pi neanche un giorno. Vi piaccia o no il mio modo di parlare, un'assurdit morale e psicologica. La ragione della mia presenza qui cessata; nello stesso momento devo andar via. E se debbo andarmene, meglio oggi che domani, Parlare di questo, per me, forse pi penoso che per voi; ma non posso andarmene sema congedarmi... come... ma ora non si tratta di lei. Ora si tratta di me, se non considerate che sia troppo immodesto da parte mia. Margherita, tra noi c' una questione finanziaria.
Margherita - Lasciate, vi prego.
Luigi - Mi rincresce, ma una volta se ne deve pur parlare. Margherita... ho segnato tutto, fino al centesimo. Conoscete la mia pedanteria. Ogni centesimo. Sono in debito con voi di quella somma e io...
Margherita - insopportabile solo a sentirlo.
Luigi - ... e io ve la rimborser fino all'ultimo centesimo, a rate. Ve la rimborser in diciotto mesi. Ho gi fatto i calcoli, e ho compilato un prospettino.
Margherita - Tutto questo bellissimo; ma ora smettete, vi prego. S?
Luigi - S. Continuo. Tra noi poi c' un'altra questione..- cio c'era, perch Irene l'ha risolta personalmente ieri sera, alle 8,40
Margherita - S.
Luigi - infine ce n' una terza e ultima: l'affare del mio posto alla Societ Anonima Macchine Agricole. Quel posto, naturalmente, io non l'occuper. Quel posto l'ha avuto il futuro marito di Irene Aghy, Per, siccome...
Margherita - Va bene, va bene. Le conclusioni le posso trarre anch'io.
Luigi - Sicch, dunque, ormai a me non resta altro... (Commosso) ...che esprimervi la mia gratitudine per tanti anni di... (Gli manca la parola, non capace di continuare. Piccola pausa).
Margherita - E... dove andrete a stare?
Luigi - Per ora, in casa di un mio amico.
Margherita - Come si chiama? (Sorride).
Luigi - Emerito ikrtalan. Perch sorridete?
Margherita - Un vostro amico... Cos... mi passata un'idea.
Luigi - Si. Un mio vecchio e buon amico.
Margherita - Va bene. E ditemi... non ve l'avete a male se vi faccio qualche domanda?
Luigi - Margherita... Vi pare?
Margherita - Scusate... Di che cosa vivrete?
Luigi - Di quello d cui vivono tutti gli altri giovani ingegneri: della speranza di un posto. C una persona che si interessa seriamente ad una delle mie invenzioni.
Margherita - Quale? Quella dei binari?
Luigi - No, no, l'altra... quella della torba. Poi devo tradurre dal tedesco un lavoro tecnico... e infine preparer un giovane conte agli esami di laurea.
Margherita - E, questo baster per colazione, pranzo, cena...?
Luigi - Si capisce; colazione e pranzo. E diciamo anche... cena.
Margherita - vestiti, scarpe!
Luigi - ne ho ancora per un anno. E ora... lasciatemi andar va, Margherita. il mio stato danimo non il pi adatto per una conversione, piuttosto, se permettete, verr un'altra volta, tra qualche mese... Mi inviterete a prendere un t e forse allora potr discorrere con calma e piacevolmente. Ora il mio amor proprio sanguina... E... (impacciato) ...tutti i ricordi ai quattro lunghi anni... in questa cara, piccola casa... (late, pausa).
Margherita - Luigi, vi devo una confessione, stanotte avrei potuto impedire ad Irene di legare la sua vita a quel ragazzo... perch essa la lega, la sua vita... (guarda lorologio al polso) forse proprio in questo momento... davanti aiVumciak dello Stato Civile.
Luigi - In questo momento? E lo dite cos? E siete qui?
Margherita - Lo dico cos e sono qui. V'ho detto che stanotte mi sono accommiatata da loro. Per non vorrei mentire con voi Se avessi voluto, Irene sarebbe qui... Se avessi usato dei mio potere... ma non l'ho fatto. Perch?... affar mio. Ormai sono io che voglio farli andar via. E per questo vi debbo un risarcimento.
Luigi - Un risarcimento?
Margherita - Si. Non per Irene... non vi amavate, questo lo sapevamo anche prima e ormai possiamo dirlo... ma per la vostra vita, per il vostro avvenire, per la calma dei vostro spirito...Tutto crollato, ora: inutile negarlo. (Dopo una piccola pausa) Luigi, rimanete tranquillamente qui, su, nella vostra cameretta, come prima.
Luigi - Impossibile. Potete immaginare... come pare infelice quando... potete immaginare quanto sia terribile per me andar via... riprendere il bastone del viandante... uscire fuori.... nella vita, solo. E dicendo solo intendo... senza di voi. Non era gi molto bello che vivessimo qui in tre... ma in due, ora, in questa casa... che direbbe la gente? (La Portinaia si affaccia alla porta del giardino).
Portinaia - La macchina della signora marchesa. (Via),
Luigi - Allora me ne vado. (Si avvia).
Margherita - No, no... rimanete... aspettate qui. (Corre nel giardino. Di fuori voci. Margherita mima la Marchesa, poi, quando la Marchesa entra dal giardino, la segue un po' agitata ma pi allegra).
Marchesa - Il piccolo cancello graziosissimo, la porta veramente bella; il giardinetto incantevole... (Guarda intorno) E questo il vestibolo? Carino! Com' carino!
Margherita - il pi grande onore che potessi desiderare, marchesa, salutarla finalmente nella nostra modesta casetta.
Marchesa - Spero che non sar l'ultima volta che mi saluti. (A Luigi che si inchina profondamente) Questo qui, suppongo, Luigi... (Porge la mano che Luigi bacia) Lo straordinario Luigi, Luigi l'Olimpionico, Luigi il Grande, Luigi il Santo! Fatevi vedere un po', (Lo guarda) Non affatto brutto. Vi conosco benissimo, Luigi; soltanto, non vi avevo ancora veduto. Voi avete fatto una magnifica impressione a mio marito. Lo avete addirittura sedotto... Forse, sedotto un po' esagerato; per gli siete piaciuto abbastanza, ed gi molto per un uomo come lui.
Luigi - Le sono infinitamente grato, marchesa.
Margherita - Si accomodi, prego. (La conduce alla poltrona).
Marchesa - Cos presto sei gi levata? Ma brava! Erano le due e mezzo quando sei andata via da me, stanotte... Non vero?
Margherita - S.
Marchesa - S, s. Sei venuta alle dieci e abbiamo chiacchierato quattro ore e mezza e con che seriet! (Con tenerezza) Hai potuto dormire un po', figliuola?
Margherita - Un po'.
Marchesa - E quel... quel dolore al petto, va meglio?
Margherita - Non molto.
Marchesa - (l'attira a s e le accarezza la testa) Sei proprio una brava ragazza.
Margherita - Si accomodi.
Marchesa - (siede. A Luigi) Credevo... (Indica Margherita) di trovarla ancora a letto, E rimasta con me sino alle ore piccole e invece eccola gi bell'e pronta, mentre concede un'udienza... che io ho interrotta.
Luigi - Le pare, marchesa...
Marchesa - No, no... non c' da perdonarmi, figliuolo mio... so quello che dico: non ho disturbato, ho soltanto interrotto l'udienza... per un po', perch ora si riprender subito, me presente. Non vi stupite, caro ragazzo: conosco con precisione di che parlavate; anzi sono venuta appunto per darvi qualche idea. E se qui c' qualcuno che disturba gli altri due, non sono io, Margherita piuttosto, (Prende la mano di Margherita) Per puoi rimanere egualmente, perch, comesai, per te non ho segreti. Prima di cominciare, devoinformarvi che il marito della baronessa Lanyi, stamattina alle otto e mezzo, ha strappato in cento pezzi il vestito nuovo di sua moglie: quello che avevamo ideato noi due e che provava ieri sera. Be'! ora veniamo a noi.
Margherita - Le ha strappato il vestito?
Marchesa - S, cara, se Dio vuole! Dunque, entriamo in argomento, che pi importante. Come vedo, Luigi era qui per l'udienza di congedo. (A Luigi) E vero?
Luigi - Press'a poco, marchesa.
Marchesa - Motivazione: siccome Irene scappata con un giovanotto, venuto a crearsi un nuovo stato di cose, per il quale non pi compatibile che egli rimanga qui.
Luigi - Esatto, marchesa. Parola per parola. Si deve aggiungere che sono infinitamente grato alla signora Marchesa per la sua benevola protezione, ma che, con le debite forme, comunicher a Sua Eccellenza il marchese che non sono pi in grado d accettare il posto presso la Societ Anonima Macchine Agricole.
Marchesa - Come, come? Non accettare il posto quando siete piaciuto tanto a mio marito?... cio, non esageriamo, quando mio marito non ha trovato nulla da ridire contro di voi? Avete documenti e certificati di prim'ordine, e, a quanto ho sentito dire, una delle vostre invenzioni addirittura magnifica. (Da destra entra la Portinaia con un vassoio riccamente preparato. Lo appoggia sul tavolo).
Margherita - (vicino al tavolo) Liquori? Vermut?
Marchesa - Vermut, figliuola mia. (Mentre Margherita le versa, osserva la Portinaia) Questa sarebbe la moglie del poliziotto, eh?
Margherita - S, marchesa,
Portinaia - (felice) Sono la Portinaia... bacio le mani.
Marchesa - E... fa anche la cucina?
Margherita - E come! E, un'ottima cuoca!
Marchesa - Brava! (Alla Portinaia) Che c' oggi da colazione?
Luigi - (ride) Oh marchesa! Questo, da noi, non si deve chiedere.
Margherita - Alla Marchesa permesso tutto.
Luigi - Allora un'altra cosa. Perch noi non abbiamo diritto di parola su questo. Dio ci scampi, domandare una cosa simile, interloquire su tale argomento!
Margherita - Perch qui voglio l'ordine. Il mio principio che le redini devono essere tenute da una mano sola, si tratti di una guerra, di una sartoria, o del governo di una casa. Ci mancherebbe altro che ognuno desse ordini in cucina secondo i propri gusti! Non una trattoria,questa!
Marchesa - Dittatore!
Luigi - S. Proprio cos!
Margherita - (alla Portinaia) Voi potete andare. (Portinaia via a destra).
Marchesa - Che vita piacevole e ordinata! Un piccolo giardino, grazioso e olezzante, una casetta linda, dei mobili comodi, una buona cuoca e un cos severo e bel dittatore! (D'improvviso, a Luigi) E avreste il cuore d'andarvene?
Luigi - Non ho il cuore, marchesa; ma la forza di farlo... E, mi creda, ce ne vuole molta... Giardini ve ne sono tanti... una comoda poltrona, un buon pranzo, si trovano anche in altri posti... ma un dittatore severo... oh! quello mi mancher molto... ed ecco il guaio, marchesa!
Margherita - Perch mi adulate? A che servono le parole ormai?
Luigi - Putroppo non servono a molto. Ma che altro potrei offrirvi nella vita? Ogni volta che si far il vostro nome, il mio cuore trover per voi le parole pi belle e pi buone....
Margherita - (lo interrompe) Come siete eloquente, oggi!
Marchesa - Lascia andare... tanto bello ci che dice.
Luigi - Sempre cos. Vi d una doccia... la sua passione smorzare gli entusiasmi con l'acqua fresca. (A Margherita) Sono felice di poter finalmente dire a qualcuno che nessuno vi conosce come me... perch soltanto io so chi siete...
Marchesa - Dite un po', figliuolo mio: per caso non siete innamorato d Margherita?
Luigi - No.
Marchesa - Come fate ad esserne cos sicuro?
Luigi - Non mi spaventi, marchesa. E possibile essere innamorati e non saperlo?
Marchesa - S capisce!
Luigi - Allora una bella cosa! Chi ci avrebbe mai pensato... (Si alza) Ma guarda!... Che bel regalo m'ha portato la domenica! Potrei avere un po' d'acquavite? (Margherita gli versa e Luigi beve d'un fiato) Ma guarda!... (Passeggia su e gi).
Marchesa - Venite qui, (Luigi le si avvicina) Voi non siete bugiardo, non vero?
Luigi - Io? No, marchesa.
Marchesa - Mettetevi la mano sul cuore. (Luigi esegue) Andate via per sempre di qui?
Luigi - S.
Marchesa - Per vorreste rimanere? (Luigi sta per dire qualche cosa e alza la mano per fare un gesto) Rimettete la mano sul cuore! Avreste proprio molto desiderio di rimanere?
Luigi - (con la mano sul cuore) Molto.
Marchesa - Va bene. Potete togliere la mano. Sentite... e state bene attento perch citer un classico. Il vostro sentimento per Irene non era un amore da ragazzo romantico e sensuale... Me l'ha detto Margherita e io la cito parola per parola vero?
Luigi - Vero.
Marchesa - Attenzione: continua Ha detto anche che l'arietta, la stima, una consuetudine d quattro anni... avete capito? quattro anni!... la vita comune di famiglia, costituiscono per cos dire la tranquilla base sulla quale si edifica un matrimonio ragionevole ed onesto. (A Margherita) Spero che tu, di ci che dicevi, fossi anche convinta.
Margherita - Sicuro! E l'ho ripetuto spesso a Luigi.
Marchesa - E anche voi avevate fiducia in questo?
Luigi - (abbassando gli occhi) S...
Marchesa - Non vi vergognate, figliuolo mio... ci credo anch'io. Con mio marito siamo sposati da 45 anni e mio marito sempre innamorato di me. Io lo stimo e lo rispetto; per non sono ancora riuscita ad innamorarmi di lui... Ma finch c' vita c' speranza. (A Margherita) Di' un po': intelligente questo ragazzo?
Margherita - Molto.
Marchesa - Allora la mia conferenza finita. (Guarda Luigi. Pausa. Luigi imbarazzato, resta a testa china. La Marchesa si alza) Non avertene a male, cara, se me ne vado. (Anche Margherita si alza e suona) Vado precisamente dalla baronessa Lanyi che a letto con una crisi di nervi... per colpa tua. Ma gi, tu sei colpevole di tutto... E poi, ormai ho visto tutti gli abitanti della tua piccola casa... ad eccezione del poliziotto che per mi piacerebbe conoscere, cos sui due piedi, se non hai nulla in contrario...
Margherita - (alla Portinaia che entrata da destra quando ha suonato) Chiamate Horvath (La Portinaia esce in fretta a destra).
Marchesa - (a Luigi) Avete il viso della disperazione. Perch siete triste?
Luigi - Io? Strano... Credevo di essere felice... (Da destra entra Horvath in divisa, senza berretto. Si mette sull'attenti).
Marchesa - lui?
Margherita - S. Il pi brav'uomo del mondo.
Marchesa - Una gran bella cosa! Venite un po' avanti, figliuolo! Ho molte relazioni nella polizia, io... (Prende un piccolo taccuino dalla borsetta) Come vi chiamate?
Horvath - (detta garbatamente) Horvath....
Marchesa - il nome di battesimo?
Horvath - Giovanni.
Marchesa - E il vostro numero?
Horvath - 2.086.
Marchesa - Non dicevo quello di matricola... Di Giovanni Horvath ce ne saranno a dozzine, nella polizia. Che Giovanni Horvath siete?
Horvath - Nooo. Horvath Giovanni, sono. Bacio le mani.
Marchesa - Grazie. (Ripone il taccuino) Finalmente anch'io ho preso le generalit di un poliziotto. A che siete addetto?
Horvath - Circolazione stradale, signora marchesa.
Marchesa - Dove?
Horvath - Al Ponte delle Catene.
Marchesa - Allora prendete voi il taccuino. (Horvath eseguisce) Segnate: il numero della mia macchina BO 917. (Horvath annota) Non si sa mai!
Horvath - (sull'attenti) Ai suoi ordini, signora marchesa.
Marchesa - Iddio vi benedica. (Horvath esce a destra) E Iddio benedica anche voi... ora me ne vado sul serio. (A Luigi che le bacia la mano) E per quanto riguarda il famoso posto, caro figliuolo... io, a mio marito ho detto che era per il fidanzato di una delle ragazze Aghy. Avete compreso? Non voglio passare per bugiarda davanti a mio marito, Levatevelo dalla testa! (A Margherita) Hai detto che un ragazzo intelligente?
Margherita - S.
Marchesa - (a Luigi) Allora sper che avrete capito! (Esce, Margherita accompagna la Marchesa e scompaiono in giardino, Luigi si versa un altro bicchiere di acquavite e lo beve d'un fiato. Siede. Aspetta). (Margherita torna dal giardino, mentre laPortinaia entra da destra).
Margherita - (indicando il vassoio) Potete togliere. Rimettete i liquori nella dispensa. Li frutta serve per la colazione. E i panini imburrati in ghiacciaia: li porterete col t del pomeriggio.
Portinaia - S, signorina. (Esce a destra portando il vassoio).
Margherita - Dunque? Avete gi fatto portar gi la valigia?
Luigi - S. dalla Portinaia
Margherita - Quando andate via? (Luigi tace) Quando andate via?
Luigi - Dunque... credo subito. (Pausa) Ma ditemi, vi prego... cosa c' di nuovo? Che voleva intendere la marchesa?...
Margherita - Anche stanotte, fino all'alba, mi ha ripetuto le stesse cose. Ha capito che il vero guaio che rimango sola. M'ha detto di farmi forza... (Sorride con indulgenza) ...che dovrei avere qualcuno che stimo... che non mi desse disillusioni... (Dopo breve pausa) ...diciamolo pure francamente... che devo sposarmi.
Luigi - E voi che avete risposto?
Margherita - Quello che dico di solito: mai!
Luigi - E tuttavia la Marchesa venuta qui... e ha detto certe cose... Io... io sono tutto sconvolto.
Margherita - (sorride) Ha l'idea fssa che voi mi amate. Non strano? Anche ora, in giardino, m'ha detto che mi adorate.
Luigi - Su un punto la Marchesa ha ragione: che non potete rimaner sola.
Margherita - una situazione difficile...
Luigi - Avete perduto una piccola famiglia, perdendo vostra sorella.
Margherita - Era pi che una sorella per me... era una figlia.
Luigi - Voi non avete bisogno della tenerezza d un altro; avete bisogno di qualcuno a cui dare la vostra tenerezza. State male se non potete comandare, se non potete amare, se non potete curare qualcuno... In fin dei conti...non potete dare tutto il vostro cuore agli Horvath. Ci vuole qualcuno per voi.
Margherita - Pu darsi.
Luigi - Si capisce. Voi non siete capace di innamorarvi... di essere innamorata...
Margherita - No.
Luigi - (convintissimo) Questo certo.
Margherita - Certissimo.
Luigi - E d'altra parte, se vi sposate senza amore, perch prendere un estraneo?... perch non sposare un uomo che voi stessa avete preparato alla carriera di marito?
Margherita - Come, come? Che vuol dire? Anche voi... anche voi pensate a voi stesso?
Luigi - Sono opera vostra...potrebbe esservi raccomandazione migliore? La marchesa una donna di buon senso... e non una sua idea fissa che vi adoro: la mia! (Sconvolto, va su e gi) Perch non m'avete lasciato andar via quando volevo andarmene? terribile! Ora sono tutto sconvolto! Una prospettiva paradisiaca... una cos divina possibilit...cio impossibilit. Perch non m'avete lasciato andar via subito?
Margherita - Non cos facile per me dividermi da voi. Ma questo non che egoismo e vanit. Si dice che vi siano pittori i quali, per anni ed anni, lavorano ad un quadro...al capolavoro della loro vita... per anni ed anni, con passione, con tormento... E quando il quadro finito, e chi l'ha comprato vuol portarselo via, il pittore non ha cuore di separarsene... Non perch lo valuti troppo, ma perch in quel quadro ama i suoi stessi anni di amarezze, le sue notti insonni, la sua fede in qualche cosa... (Luigi china la testa. Pausa) Non vi commuovete tanto! Non facciamo gli eroi da romanzo! Accomodiamo le cose prosaicamente, come devono fare appunto un tecnico e una sarta. Va bene: andatevene... Avete ragione. Sapete che si pu fare? Non ci lasciamo, oggi restate qui a colazione... e poi venite quando volete... anche dopo... anche ogni giorno...
Luigi - Quando voglio? (Ricercando in se stesso con tormento) Ma ora... ad un tratto... sperare cos... ragionevole da parte mia?
Margherita - Non so. Ma s dice che... se Cristoforo Colombo fosse stato ragionevole l'America non vi sarebbe ancora. (Dopo una pausa) E allora, Luigi, che volete, oggi per colazione?
Luigi - Margherita! Non vi riconosco pi. Finora, se osavo dire una sola parola, mi davate proprio il contrario...
Margherita - (con sorriso doloroso) . Da ora in avanti, vi sar sempre quello che vorrete voi.
Luigi - Oh, mio Dio!
Margherita - Dovete abituarvi (marcato) a questo.
Luigi - (commosso, serio, sicuro) Margherita... ma voglio dirvi... che io sempre... sempre... soltanto voi...
Margherita - (piano, con tenerezza) Non parlate tanto. Sapete che non mi piace.
Luigi - (umile) Lo so.
Margherita - Allora... (Pausa, piccolo sospiro) Dunque: pollo panato e fritto...
Luigi - (molto umile, con la gola stretta) Si.
Margherita - ...patatine...
Luigi - S.
Margherita - ...e carciofi...
Luigi - Si.
Margherita - ...insalata...
Luigi - S.
Margherita - ...torta di mele e mandorle...
Luigi - (animato) . Oh s! Grazie, cara... dolce...
Margherita - Non ringraziate. soltanto il mio dovere di padrona di casa. Ora non fate pi parte della famiglia: siete un ospite.
Luigi - (entusiasmato) Cara! (Le bacia la mano. Piccola pausa. Poi, turbato, con ingenuit) Quando io... quando mi preparavo ad accommiatarmi da voi... perdonatemi questa ingenuit... avevo progettato di darvi un bacio sulla fronte... un bacio onesto. E ora dovrei esserne privato?
Margherita - (sorride) Allora se voi... se l'avevate gii progettato... posso anche esaudire questo vostro modesto desiderio. (China la testa. Luigi con grande rispetto la bacia in fronte. Proprio in questo momento la Marchesa, venendo in fretta, apparisce sulla porta del giardino, come se avesse dimenticato qualche cosa).
Marchesa - A proposito, Margherita.... (Si distaccano) Oh! Ma che cosa magnifica! Vi giuro... parola d'onore... ero tornata soltanto per consigliarvi questo! Addio, ragazzi! (Sparisce),
SIPARIO
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