Un grande grido d’amore

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Un grande grido d'amore

Un grande grido d'amore

(Un Grand Cri D'Amour)

di

Josiane Balasko

Traduzione:

David Norisco

PERSONAGGI

GIGI ORTEGA

HUGO MARTIAL

LEON

SYLVESTRE

ATTO PRIMO

IL PRIMO GIORNO DI PROVE

(IL PALCOSCENICO E’ NUDO. IL FONDO SCENA DIPINTO DI NERO. UNA SCALA E’ APPOGGIATA AL MURO DI FONDO. DAL PALCOSCENICO SI SENTONO FRAMMENTI DI UNA DISCUSSIONE ANIMATA)

HUGO fuori scena:

Non posso crederci! Potrei strangolarla quella mignotta! (o quella disgraziata!)

SYLVESTRE fuori scena

Calmati Hugo, arrabbiarsi non serve a niente!

HUGO fuori scena:

Calmarmi? Non solo ci sta inculando ma dobbiamo dargli pure la vasellina?

 

(ENTRANO IN SCENA HUGO, CHE TIENE UN COPIONE IN MANO,   SYLVESTRE E LEON.)

HUGO:

E’ vergognoso! Avvertirci il primo giorno delle prove…E’ vergognoso!

 

LEON:

In venti anni di mestiere, è la prima volta che mi succede questo! Nemmeno quando lavoravo coi dilettanti (o con i dopo lavoro)!

HUGO:

Sei la sua agente da dieci anni e lei non ti ha accennato niente?

SYLVESTRE:

No, Myriam si riduce sempre all’ultimo momento, la conosci! Mi ha chiamato questa mattina appena ha avuto i risultati.

 

HUGO:

Che idea fare un figlio sull’orlo della menopausa! E’ di un egoismo! Ha pensato a tutte le persone che mette nella merda? (o in difficoltà?)

SYLVESTRE:

Veramente avremmo dovuto sospettarlo, da un bel po’ di tempo ci seccava con questo... Già l’anno passato aveva subito un trattamento.

 

HUGO:

Ma non potrebbe recitare sino al sesto mese, tanto chi se ne accorgerebbe, è così  scheletrica!

SYLVESTRE:

Sembra che debba restare allettata sino alla fine.

HUGO:

Che stronza!

 

SYLVESTRE:

Hugo!

HUGO:

La scusi pure! Che importa se la commedia non va in scena?  Sai che ti dico, me ne fotto, ho il contratto e mi rifaccio con la produzione! Domani manda loro una raccomandata!

 

SYLVESTRE:

Non ti preoccupare, di tutto questo me ne occupo io.

 

HUGO:

Ne è al corrente Maillard?

SYLVESTRE:

Gli ho faxato la novità questa mattina.

HUGO:

E perché non è qui? Siamo nella merda  (o cacca) e il produttore è assente!

SYLVESTRE:

E’ in talasso a Biarriz.

HUGO:

Sor Parrucca, spera che gli possano ricrescere i capelli?

SYLVESTRE:

Stiamo calmi!

LEON:

Diciamo pure che Myriam non è l'unica attrice per questo ruolo! Ci sono molte altre! 

HUGO:

Un nome in ditta, libero da oggi! E per giunta alla sua altezza, perché è molto brava, quella gran puttana!

LEON:

Vedrei bene la Delmas.

HUGO:

La Delmas? Vuoi scherzare? E’ al suo quarto lifting, non riesce nemmeno a sbadigliare! (LEON RIDE)  Finiscila...Non è abbastanza divertente...(LEON SMETTE DI RIDERE) Per la miseria...andiamo in scena tra sei settimane e quella si fa ingravidare da...Da chi?

SYLVESTRE:

Suo marito.

HUGO:

E beh...sai che verrà fuori...(CAMMINA SU E GIU') Sylvie Monnier?

 

LEON: 

Niente male!

 

SYLVESTRE:

Niente male ma per niente libera …La settimana prossima inizia un film...

HUGO:

E’ vero che gira, adesso che si è appaltata con un produttore!…Puttana!

SYLVESTRE:

Ascoltami, Ugo, dopo venti anni che faccio questo mestieri non ho mai visto fermarsi una produzione con la scusa che non trovavano attori. Si trova!

 

HUGO:

Oh certo, di cagne sai quante ce ne sono! Vi avviso, se mi appiccicate una cessa, io non lo faccio!

 

LEON:

Nessuno dice questo...Con te ci vuole qualcuna che faccia il paio...Vero Sylvestre?

SYLVESTRE:

Certamente...E’ nell’interesse di tutti.

LEON:

(APRE UN PACCHETTO DI SIGARETTE E NE OFFRE A HUGO) Ne vuoi?

HUGO:

No, ho smesso..

LEON:
Davvero? Come ci sei riuscito?

HUGO:

la volontà può tutto....!

LEON:

Ah! E’ per questo che ti trovo un po’.. (FA UN GESTO COME A DIRE CHE HUGO E’ INGRASSATO)

HUGO:
Un po’ come?

 

LEON:

Un po’...In una forma migliore che...Catherine Marchand! Ehi, Hugo, Catherine Marchand?

HUGO:

Moscia, triste e trasparente...Sei tu il regista, merda! Che devo spiegarti io il personaggio? Una donna di cui sono stato innamorato pazzo, deve essere credibile. Hugo Martial  non va certo a rovinarsi per un sacco monnezza.

LEON:

Certo che no...Ci verrà in mente...Si troverà...(CERCA NELLE TASCHE) Vado a prendere la mia agenda in ufficio. (ESCE)

SYLVESTRE:

Tranquillo, una soluzione la si trova sempre.

HUGO:

Sylvestre, sai quanto è importante per me questo ritorno sulle scene…Tutti mi aspettano, questi squali…I colleghi, i critici, tutti! Li vedo già...Hanno tirato fuori le mitragliatrici e le stanno lustrando (o lucidando).

 

SYLVESTRE:

Ci vorrebbe un’idea forte, che faccia colpo sui manifesti...Tu e Myriam eravate perfetti.

 

HUGO:

Eravamo perfetti ma lei non c’è più, quella baldracca. Volere un figlio a 45 anni, è accanimento terapeutico!

 

LEON f.s.:

Caroline Blanc!…Caroline Blanc! (RIENTRA IN SCENA CON L'AGENDA TRA LE MANI) Ehi? Caroline Blanc...

SYLVESTRE:

Occupata....Recita all’Atelier...Le Girardeaux

HUGO:

Da tre mesi...

LEON:

Ah! Finalmente c’è riuscita...Ecco...Francoise Valency.

SYLVESTRE:

Bella idea!...nella ripresa de “La Mouette” era perfetta

HUGO:

Perfetta per le riprese, ma non per gli allestimenti...(così nel testo, ma proporrei: Perfetta per le compagnie secondarie non per la nostra...)A meno che non sia Pètaouchnok-les-Eaux! (come dire Canicattì)

LEON:

Eliette Silvani? (HUGO NON SEMBRA GRADIRE) Troppo anziana...Sabine Yacinto ...giusta!

HUGO:

Sì.

LEON:

Ma troppo giovane...

HUGO:

Perché troppo giovane?

LEON:

Si presume che vi conosciate da quindici anni...Data la sua età, tu dovresti averla  conosciuta biblicamente all’asilo.

(HUGO CONTRARIATO GLI LANCIA UNO SGUARDO CUPO ALZANDOSI)

 

HUGO:

Vado a prendermi un caffè…Se caso mai vi viene un’idea geniale sono qui di fronte.

SYLVESTRE:

Un’idea geniale sarebbe Gigi Ortega…

HUGO:

(SI FERMA) Non sei divertente, non sei divertente per nulla!

 

SYLVESTRE:

Dicevo tanto per dire...Scusami.

 

(HUGO FA SPALLUCCE ED ESCE)

LEON:

Ma come ti è venuto in mente quel nome?

SYLVESTRE:

Ascolta Leon, siamo onesti (o chiari)...Hugo Matial, la star, è finito, tutto l’ambiente lo sa, solo lui non lo sa... Sono la sua agente da quando ha debuttato, so quello che dico. La vedette era Myriam, non Hugo. E’ così che ho venduto la coppia (o il progetto) a Maillard.

 

LEON:

Scusami, ma Gigi Ortega come vedette non lavora da sei anni, mai in video, una fishon, niente, e a causa...

 

SYLVESTRE:

Non è più così...Ha seguito una cura in Italia  (o Si è curata in Italia)...Non tocca una goccia d’alcool da sei mesi...

LEON:

Bene, meglio per lei! Ma tutto questo non ci regala un nome in ditta.

SYLVESTRE:

Non hai capito? Hugo Matial e Gigi Ortega, era una coppia mitica! Come Burton-

Taylor, Delon Scneider, Renault-Barrault!!

LEON:

Dieci anni fa!

SYLVESTRE:

Il loro came-back (in inglese nel testo)(o rientro) insieme, dopo tutto ciò che hanno passato, sarà un evento! Questa si che è una locandina!

 LEON:

(DOPO UNA PAUSA) Sì…Effettivamente...E’ una locandina...Ma infine, sono sogni! Non accetterà mai di recitare con lei, nemmeno sotto tortura.

 

SYLVESTRE:

E’ tardi per tornare indietro. L’ho chiamata stamattina.

  

LEON:

Sei completamente pazza!

SYLVESTRE:

Dovrebbe essere qui a momenti.

LEON:

E lei ha accettato di prendersi la parte?

 

SYLVESTRE:

Ha qualche alternativa?

LEON:

Porca vacca! Ma  se accetta, mi occorrerà una terapia psicanalitica per dirigere quei due dissociati

GIGI:

(ENTRA DALLA SALA)…Le ripeto che ho un appuntamento con il regista! Merda, mi lasci entrare! Sono Gigi Ortega! Non ne ha mai sentito parlare? Mi fa sbarcare (o passare) o che, questo burino!

LEON:

Dai, René, lasciala entrare!

GIGI:

(ATTRAVERSA LA SALA) Ma che idiota! Da dove esce!

SYLVESTRE:

Gigi…vieni, mia cara, vieni.

LEON:

Gigi! Come sono contento di vederti! Attenta alla scaletta.

(GIGI SALE SUL PALCOSCENICO. INDOSSA UN  VISONE DAL TAGLIO UN PO’ FUORIMODA E INFORCA DEI GRANDI OCCHIALI DA SOLE NERI. ABBRACCIA  LEON)

GIGI:

Mio caro Leon! (ABBRACCIA SYLVESTRE) Mia caraSylvestre!…

SYLVESTRE:

Ah, mia cara Gigi!…Lasciati guardare…Non sei cambiata!...Vero che non è cambiata?

 

LEON:

Ma sì!... è ringiovanita…Sembra una monella (o ragazzina)! Come fai?

 

GIGI:

(A LEON) A proposito, Leon, prestami cento franchi...per il taxi! Sbrigati, sta aspettando! Sono uscita come un fulmine, non ho niente con me.

 

LEON:

(FRUGANDOSI NELLE TASCHE) Merda! (o Per la miseria!) Ho lasciato il portamonete nell’impermeabile.

SYLVESTRE:

Tranquillo...Ci penso io.

GIGI:

(PRENDE I SOLDI DA SYLVESTRE) Lascia, vado io, l’autista vuole un autografo, mi ha riconosciuta, lui, non come quell’altro bifolco...

LEON:

E’ nuovo, sai...

GIGI:

E allora? non è una buona ragione!

LEON:

Attenta alla scaletta.

GIGI:

Bene, ho visto la scaletta! (ATTRAVERSA LA SALA. AL PORTIERE CHE NON SI VEDE) Deve uscire (o spaziare), mio piccolo buonuomo, o farà poca strada in questo mestiere. (o ambiente)

LEON:

Com’è cambiata! E’ irriconoscibile..

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             

SYLVESTRE:

E’ vero che è cambiata...Quanti anni ha, quarantadue?

LEON:

Certo... l'alcool non perdona!…Hai visto com’è gonfia...

SYLVESTRE:

Ma ha ancora grandi possibilità!...Hai notato la sua entrata?

LEON:

Sei certa che sia stata una buona idea ...Con le noie che rischiamo di avere.

SYLVESTRE:

Dammi fiducia....Lo sento a fiuto...E quando lo sento, lo sento!

 

LEON:

Che ora è? L'una e mezza…Semmai si incrociano... (SYLVESTRE ESCE) Dove vai?

SYLVESTRE:

Salgo in ufficio.

LEON:

Cosa racconto a Gigi?

SYLVESTRE:

Che le racconti? Sei tu il regista! Gli parli del suo ruolo, ecco. (ESCE IN QUINTA)

LEON:

Grazie Sylvestre!

GIGI:

(DAL FONDO DELLA SALA) Sylvestre, se n’è andata? Non mi ha aspettato?

 

LEON:

Torna...Attenta alla scaletta...

GIGI:

(SALE SULLA SCENA) L’ho vista, te l’ho già detto! (GUARDA LA SALA) E’ stato qui che abbiamo montato Guitry...ti ricordi?

LEON:

(OCCHI AL CIELO)…Oh sì!

 

GIGI:

Con quell’altro letamaio!...Ma non rivanghiamo i ricordi cattivi! Allora?

 

LEON:

Sylvestre non ti ha accennato alla commedia?

GIGI:

Molto vagamente...Mi ha raccontato che Myriam vi ha lasciato all’ultimo momento ...Se mi  chiamavi subito, non avreste avuto questo tipo di problemi.

LEON:

Myriam ci ha lasciato proprio nella merda (o nei casini). E non è finita!

 

GIGI:

E dai, Leon, ci sono io qua!

LEON:
Eh sì...

 

GIGI:

Fortuna vuole che fossi libera!

LEON:
E’ è un miracolo di Dio (o un colpo divino di fortuna)! Prendi, cara Gigi, leggi...(LE PORGE UN COPIONE)

GIGI:

(LEGGE) Chi è questo Vernon Davis? Un autore inglese?

LEON:

No, americano…una commedia a due personaggi, molto cruda e il tuo ruolo…

GIGI:

(SFOGLIA IL COPIONE) Chi fa il ruolo d’Avener?

LEON:

Capisci, sono due ruoli formidabili…il personaggio di Mona ha molte sfumature.

GIGI:

Mi auguro che sia un numero uno, perché...di fronte a lui...(RIDE)

LEON:

Si è pensato a molti attori e alla fine ci siamo trovati d’accordo su di uno..

GIGI:

Lo conosco?

 

LEON:

Certo che lo conosci...

 

GIGI:

E chi è?

 

LEON:

(DOPO UNA PAUSA) Hugo Martial...

GIGISI GIRA. GLI SI AVVICINA E LO COLPISCE CON UNO SCHIAFFO. POI ATTRAVERSA LA SCENA E FA PER SCENDERE LA SCALETTA

LEON:

(REAGISCE) Aspetta Gigi, non è stata una mia idea…E’ stata Sylvestre!

GIGI:

(TORNA SU I SUOI PASSI) Sylvestre,! E’ stata un’idea di Sylvestre! Benissimo!

L’aspetto! (SI SIEDE) Come si permette di propormi un lavoro con quel farabutto, dopo tutto quello che mi ha fatto passare?

LEON:

E’ vero, è un tipo difficile, ma è un meraviglioso commediante.

 

GIGI:

Un tipo difficile! Un fradicio ( o letame o mascalzone o pozzo nero) di prima scelta!

 

SYLVESTRE:

(RIENTRA DALLA SALA SORRIDENDO) Allora, Leon  ti ha spiegato?

GIGI:

(SI ALZA, VA VERSO SYLVESTRE  E LE DA UNO SCHIAFFO)

SYLVESTRE:

(SENZA INALBERARSI) Vedo che Leon ti ha spiegato...Ma non ti ha spiegato tutto.

 

LEON:

Mi scuso, ho avuto giusto il tempo di prenderne uno anch’io.

GIGI:

Spiegare cosa? Che mi state prendendo in giro?

 

SYLVESTRE:

Ma niente affatto! Se ti ho chiamata,  è che ho veramente bisogno di te...Abbiamo tutti bisogno di te...Vero Leon?

 

LEON:

Oh sì!

SYLVESTRE:

Siediti, mia cara...Vuoi bere qualcosa?

GIGI:

Acqua minerale naturale.

SYLVESTRE:
Scusa, Leon, ce la potresti prendere al bar?

LEON:

Li chiamo e arrivano in un attimo con un vassoio.

SYLVESTRE:
No, sarebbe meglio che andassi tu al bar!

 

LEON:

E perché?

SYLVESTRE:

Perché sì.

LEON:
Ah beh...Vado (ESCE DI QUINTA) Sarebbe stato molto più semplice chiamarli, ce l’avrebbero portata fin qui, visto che sono proprio di fronte, ma siccome vuoi che io vada e io vado...

GIGI:

Eccoci soli...sputa l’osso...

SYLVESTRE:

E’ sempre piuttosto imbarazzante parlare di queste cose...Vedi, Hugo...Hugo...passa un brutto momento...

 

GIGI:

Sai quanto me ne frega?

SYLVESTRE:
Lui mi ha chiesto di chiamarti.

GIGI:

(INTERDETTA LE LANCIA UNO SGUARDO INCREDULO) Hugo ti ha chiesto di chiamarmi?

 

SYLVESTRE:

Sì!

GIGI:

Ebbene, ecco fatto...Tu mi hai chiamato, io sono venuta e ho perso la mia mattinata.

 

SYLVESTRE:

Gigi, è un ruolo che può rilanciare la tua carriera.

 

GIGI:

Me ne frego! (SI ALZA PRENDE LA BORSA) Preferisco restare disoccupata!  Anche se sono quasi agli spiccioli (o agli sgoccioli)!

SYLVESTRE:

Quando glielo dirò, ci resterà proprio male.

GIGI:

(SOGGHIGNANDO) Non ti inquietare ( o non aver paura), non ne morirà...

 

SYLVESTRE:

Giustamente!...E’ molto malato...è veramente molto malato...

 

GIGI:

(SI FERMA AI PIEDI DELLA SCALETTA) Che avrebbe di così grave?

SYLVESTRE:

(CERCANDO UN’IDEA) Cos’ha?...Come faccio a dirtelo...Se credi che sia facile!... Ha anche smesso di fumare...Ma è troppo tardi...

 

GIGI:

Mi stai dicendo che ha...(SYLVESTRE FA UN CENNO DI ASSENSO) Non è vero ...Hugo? ... Ma si può operare?

SYLVESTRE:

Non allo stadio in cui è giunto...

 

GIGI:

…E permetti che vada in scena nelle sue condizioni?

SYLVESTRE:

Vuoi togliergli l’ultimo piacere che gli rimane...(GIGI E’ COLPITA DALLA NOTIZIA) Eh sì, ...Siccome è una forza della natura...terrà duro sino alla fine, non c’è da temere...Posso dire (o sono sicura) che ha ancora l’energia per recitare una pièce (o commedia) come questa....

 

GIGI:

Ma perché proprio io?

SYLVESTRE:

Bisogno (o ricerca) di serenità, di risolvere i suoi problemi prima di andarsene ( o scomparire)...

 

GIGI:

Perché non mi ha chiamato lui stesso?

SYLVESTRE:

Ha avuto paura...Era certo che avresti rifiutato...Sono stata io ad insistere...Perché ti conosco...E so che nei momenti difficili...

 

GIGI:

E nei miei momenti difficili dov’era? Era vicino a me, dopo il mio suicidio? No, non c’era, stava con quella puttanella  che mostrava il culo (o che recitava nuda) nei film d’avanguardia...

 

SYLVESTRE:

Ti ha telefonato...ero con lui...

GIGI:

Due giorni dopo mi ha telefonato,.

 

SYLVESTRE:

Sapeva (o gli avevano detto) che non eri grave...

GIGI:

Non ero grave! Avrei potuto uccidermi.

SYLVESTRE:

Avevi un braccio spezzato, non eri sul punto di morire! Non è il caso di andare a pescare (o rivangare) i cattivi ricordi, infin dei conti ti sei buttata dal pianterreno.

 

GIGI:

E’ falso! Era il piano rialzato! E’ stato lui a raccontare questa (storia) ai giornalisti.

 

SYLVESTRE:

Senti Gigi, fai quello che vuoi, ti ho detto quello che gli fa piacere, adesso sta a te  decidere...Prima però leggiti la piéce...

 

GIGI:

(TORNA AGITATA SULLA SCENA) Deve piacermi il ruolo, non ho più voglia di fare (o di perder tempo con) della robetta, non sono mica...

SYLVESTRE:

Ma certo, mia cara...leggila subito...Sembra scritta su di te. Detto tra noi, è una fortuna per la commedia che Myriam non la possa fare.

 

GIGI:

(PAUSA) Quando iniziano le prove?

SYLVESTRE:

(SI ALZA E L'ABBRACCIA) Vuoi che te lo dica? Sarà una bomba! E’ il TUO rientro, Gigi! Grazie! Grazie da parte sua...

GIGI:

Bene, basta! Guarda che (o Veramente) è solo per darti una mano!

 

SYLVESTRE:

Le prove domani alle due.

GIGI:

(SI ALLONTANA) Nel contratto aggiungi una clausola per il taxi, abito lontano e non ho nessuna intenzione di far loro dei regali (o di far regali alla produzione).

 

SYLVESTRE:

Stai tranquilla, Gigi…Abiti sempre da Bergaud?

GIGI:

Quel vecchio rincoglionito? Stai scherzando...Sto da Héléna Rozan...

 

SYLVESTRE:

Penso a tutto io, a domani mia cara! (GIGI ESCE) Che mestiere! (ESTRAE UN CELLULARE DALLA BORSA E FA UN NUMERO)  Pronto? sì, buongiorno, vorrei parlare con Héléna Rozan... sì... grazie...Héléna?...Sono Sylvestre. Tutto OK per Gigi Ortega. (HUGO RIENTRA DALLA QUINTA. AL NOME DI GIGI SI BLOCCA) Alla fine, molto meno (o molto più semplice) di quanto credessi...Ti confesso che procedo in due tempi...Hugo ancora non ne sa nulla...

HUGO:

Non so nulla di cosa?

SYLVESTRE:

(AL TELEFONO) Scusami...Una chiamata urgente sull’altra linea...La richiamo. (METTE A POSTO IL SUO CELLULARE)

HUGO:

Che è questa storia di Gigi Ortega?

SYLVESTRE:

Davo un colpo di telefono al sor Parrucca per tenerlo al corrente.

 

HUGO:

Non mi prendere per il culo (o in giro), Sylvestre! Che cos’è questa storia di Gigi Ortega?

SYLVESTRE:

E non t’arrabbiare, Hugo...Gigi è passata quando eri al bar. Lo dicevo a Maillard, e questo è tutto.

 

HUGO:

E’ venuta qui? E per quale motivo?

SYLVESTRE:

Voleva vedere Leon...

HUGO:

E' stato quel cretino a chiamarla?

SYLVESTRE:

Niente affatto!...E’ molto amica di Myriam, è venuta a sapere (o ha saputo) quello che stava succedendo (o che è successo)...

HUGO:

Ingenuamente (o Stranamente) è passata qui per caso per avere la parte.

SYLVESTRE:

Suppongo...

HUGO:

(RIDE, UNA RISATA LUNGA E CATTIVA) Era sobria?

SYLVESTRE:

(FA UN LUNGO SOSPIRO TRISTE) Non tocca più una goccia...E’ stato per me un colpo rivederla...Lei che era una forza della natura, così vitale...Ho visto arrivare una povera cosa ( o una cosetta)...

 

HUGO:

Non hai un kleenex, sento che mi metterò a piangere.

SYLVESTRE:

L’ombra di sé stessa...Non aveva nemmeno i soldi per pagare il suo taxi...(HUGO

NON REPLICA) Ha gli ufficiali giudiziari al culo (o addosso), sarà sbattuta fuori casa...

 

HUGO:

(ALLONTANANDOSI)  Molto triste...me ne torno a casa...Se ti viene un’idea, dico una buona idea, chiamami...

 

SYLVESTRE:

Spero per lei che la faccenda del libro vada in porto...

 

HUGO:

Perché adesso scrive? Che potrà scrivere? (RIDE) Anche quando firmava gli autografi scriveva strafalcioni!

SYLVESTRE:

Cosa può scrivere? I suoi ricordi, le solite storie.

HUGO:

(SI FERMA RIGIRANDOSI) ...Le memorie?…vuole sventolare i suoi panni sporchi in piazza?

SYLVESTRE:

Non so niente, io,  gliel’hanno proposto lei è nella merda (o disperata) e non può rifiutare

HUGO:

Oh! La troia, la vedo già sistemare i ricordi a modo suo, perché vuole uscirne bene: Martial-Ortega, la verità, ne sono certo! I miei anni infernali con un mostro! Me ne sbatto, le faccio causa...

SYLVESTRE:

L’ultima cosa da fare. Sarebbe uno scoop pubblicitario assicurato. da quello che mi ha raccontato, non è che le faccia piacere, ma dato che l’editore è pronto a darle un anticipo...o accetta questo o l’elemosina... 

HUGO:

(RIFLETTE IN SILENZIO) Nel frattempo, non le potresti trovare qualche lavoretto?

 

SYLVESTRE:

Cosa? Non sono il suo agente...Le avrei anche prestato dei soldi, ma sai com’è fatta, avrebbe rifiutato.

 

HUGO:

Orgogliosa com’è! Blefferebbe anche se sprofondasse nella merda (o anche se morisse di fame).

 

SYLVESTRE:

E’ un'attrice, era venuta qui per la parte. Non certo per la carità.

HUGO:

Per Mona!  E’ incredibile la mancanza di lucidità sino a questo punto.

 

SYLVESTRE:

Mi ha semplicemente chiesto di parlartene. E per quale ragione faccia questo...

 

HUGO:

Ma insomma, oggi chi è Gigi Ortega, non è nessuno!

SYLVESTRE:

Mi ha detto queste testuali parole: “di a Hugo che gli ho fatto molto male, che sto pagando e che se volesse fare un gesto...”

HUGO:

Oh! Una sfacciataggine mostruosa! Ed io, quand’ero sprofondato nella disperazione, dopo che mi aveva buttato via come una sacco della monnezza, ha fatto qualche gesto? Quando è scappata con quel bellimbusto italiano, quel pilota automobilistico dei miei coglioni, quando le scrivevo con le mie lacrime lettere di dieci pagine, io le scrivevo, lo dico senza vergogna, la signora ha fatto un gesto?

 

SYLVESTRE:

Conosco bene tutto questo...

HUGO:

E adesso, fa la martire, vuol riscrivere la storia, passerò come l’ultimo degli stronzi ...Come la conosco bene...Le leggo già le sue memorie...Sulla mia schiena, le venderà, quella bagascia!

 

SYLVESTRE:

Non dimenticare che tu e Gigi, eri una ditta! Tutte le commedie che avete recitato insieme sono stati dei successi! E non parlo dei film!

HUGO:

Non mi imbrogliare, Sylvestre, ti prego! Mi vuoi vendere Gigi Ortega? Stai giocando? Anche se avessi un minimo di rispetto per quella vipera, direi di no! Mona non può essere quell’ubriacona gonfia d’alcool!

 LEON:

(ARRIVA CON UN FOGLIO) Un fax di Parrucca.

HUGO:

Era l’ora, s’è svegliato...E che ha da dire?

 

SYLVESTRE:

(GUARDA IL FAX) Dice...dice...che se non troviamo un nome non mette in scena la piéce o la commedia). (ACCARTOCCIA IL FAX)

 

HUGO:

Fammi vedere! (SYLVESTRE GLI PORGE IL FAX CHE HUGO STENDE E LEGGE) Che deficiente! Ma con chi crede di avere a che fare, quella vecchia zitella!

SYLVESTRE:

La produzione costa cara.

 

LEON:

Grande scenografia...

SYLVESTRE:
Più la pubblicità...per giunta Maillard viene dal bagno di tre insuccessi  in due anni...

HUGO:

Gli occorre un nome! Un nome! E il mio, povero scemo!

SYLVESTRE:

(A LEON) Potresti andare a comprarmi delle sigarette?

LEON:

Ecco, prendi le mie..

SYLVESTRE:

Preferisco le brune.

LEON:

Sono stato al bar, me lo potevi dire...Da quando fumi le brune?

SYLVESTRE:

Da questo momento.

HUGO:

Leone, non hai capito che Sylvestre mi vuol parlare da solo a solo?

 

LEON:

Non ha che da dirlo, merda!

HUGO:

Sarebbe troppo semplice.

 

LEON:

OK...Sono di troppo! Puttana miseria, è un piacere scoprirlo!  (ESCE DALLA QUINTA)

HUGO:

Capisco, trovare un nome forte non è un’idea malvagia: IL REGISTA! A dire il vero Leon non è male, ma infine...è più grandi magazzini che alta moda.

 

SYLVESTRE:

Hai capito cosa manda a dire esattamente Maillard con il fax?

HUGO:

Grazie, so leggere.

SYLVESTRE:

Vuole una "vedette" vicino a te sul manifesto, o ferma tutto.

 HUGO:

Ce ne ha già una, gliene occorrono due?

SYLVESTRE:

(PAUSA) Una vera...

HUGO:

Cosa vuoi dirmi?

SYLVESTRE:

Lo sai bene...

HUGO:

Per una volta nella tua vita, Sylvestre, sii diretta, guardami negli occhi e parlami con franchezza, so che non è facile per te.

SYLVESTRE:

E' sul nome di Myriam Kleber che ha montato questa produzione...non sul  tuo. (PAUSA) Volevi che parlassi francamente...Sono tre anni che la tua carriera non è più tale, vero Hugo?...

HUGO:

Non accetto tutto quello che mi propongono...tutto qui. E se poi mi si rimprovera di essere esigente.

 

SYLVESTRE:

Due telefilm in tre anni…

HUGO:

Due bellissimi ruoli da protagonista...E una partecipazione in un film cileno che è stato a Cannes...

SYLVESTRE:

I telefilm non sono ancora stati programmati e il tuo film cileno è rimasto una settimana in piedi nel quartiere latino...Che ne pensi?

 

HUGO:

E’ con questo criterio che tu valuti adesso (o dai le tue valutazioni)? Mi deludi...

 

SYLVESTRE:

Sai bene che non dipende da me...Si lavora insieme da un bel po’ di tempo.

 

HUGO:

Allora per te sono finito... (CERCA NELLE SUE TASCHE) Passami una sigaretta.

SYLVESTRE:

(DOPO UN ATTIMO DI ESITAZIONE PRIMA DI TENDERGLI IL PACCHETTO. HUGO ACCENDE UNA SIGARETTA E L’ASPIRA A FONDO) Sto solo cercando di chiarire la situazione...Se non ne parliamo tra noi con chi ne vuoi parlare?

Hugo, so che non mi credi, ma io ti stimo enormemente...

HUGO:

E' per questo che mi disprezzi...per affetto...ed è ancora per questo che mi vuoi accollare quella “has been” (in inglese nel testo, letteralmente “persona finita” tradurrei con “residuato bellico”)  alcolizzata, dimenticata da tutti...Veramente coerente come strategia...Una brillante idea alla Maillard!

 

SYLVESTRE:

No, è mia. (HUGO LE LANCIA UNO SGUARDO INTERROGATIVO) E ho la certezza che sia un'idea vincente. Ma ti rendi conto della pubblicità! Martial Ortega! Il ritorno! E per te! Tutti penseranno (o Sottinteso) che tendi la mano alla tua vecchia partner! La promozione è gia fatta! Si batteranno per avere lo scoop! Saranno tutti vostri! So perfettamente che ti chiedo qualcosa di difficile, ma rifletti...Ma rifletti di corsa...I RIGOLOS cercano un teatro per riprendere il loro show.

HUGO:

I RIGOLOS?

SYLVESTRE:

Hanno fatto l’esaurito per sei mesi al Gymnase...I Rigolos...E sai quanto sia sentimentale sor Parrucca...(SI ALZA E FA PER ANDARE)

HUGO:

Ti rendi conto cosa mi stai proponendo? Di ritrovarmi davanti a dodici anni d’angoscia, d’isterismi, di...

SYLVESTRE:

...di successi...”La bisbetica domata”...”Chi ha paura di Virginia Woolf”... ”Desirèe”...vuoi che ti reciti la tua biografia...Ora rifletti. Chiamami questa sera...non mi muovo da casa.

(SYLVESTRE ESCE DALLA SALA. HUGO RESTA SOLO, MECCANICAMENTE CERCA  NELLE TASCHE DELLE SIGARETTE SENZA TROVARLE)

 

HUGO:

Merda di merda della puttana di questo mestiere del cazzo! (SI SIEDE SU DI UNA SEDIA GUARDANDO LA SALA DELUSO.  IL BUIO SCENDE LENTAMENTE))

BUIO- MUSICA

SECONDO GIORNO DI PROVE

LA SCENA PRENDE CORPO CON UN TAVOLO IN LEGNO E DELLE SEDIE. LEONE E’ SEDUTO AL TAVOLO E SFOGLIA FEBBRILMENTE IL COPIONE. SYLVESTRE, VISIBILMENTE NERVOSA, CAMMINA AVANTI E INDIETRO ATTORNO A LUI

 

LEON:

Sei riuscita a riunirli?

SYLVESTRE:

A lui ho lasciato dieci messaggi sulla sua segreteria...

 

LEON:

Cerchiamo un altro attore, non è così grave, e saremo tutti più rilassati...specialmente il sottoscritto...

 

SYLVESTRE:

Saremo tutti disoccupati...specialmente tu!

LEON:

Alle volte la disoccupazione è preferibile ad un esaurimento nervoso.

SYLVESTRE:

Leon, ti prego...Un po’ di palle! Non sono poi dei mostri!

 

LEON:

Ah! Sì, due begli esemplari caratteriali dall’ego all’ennesima potenza! Dei predatori che possono divorarsi senza il minimo scrupolo!

GIGI:

(DALLA SALA AL PORTIERE CHE NON SI VEDE) Potete lasciarmi il braccio, René, so dov’è! Non è il caso che vi scomodiate, non più! Quant’è insistente questo qua!

SYLVESTRE:

Buongiorno Gigi!

GIGI:

Ciao ragazzi! (SALE SULLA SCENA. E' TRUCCATA E BEN MESSA) L' ho letta, l’ho finita alle due del mattino! E’ geniale! Adoro la parte...Non so se...Hugo sia veramente nel personaggio...va beh, Leon conosce il suo mestiere...Dimenticavo, lo scontrino del taxi per chi è? (LO PORGE A LEON CHE GLI INDICA SYLVETRE. GIGI SI TOGLIE IL CAPPOTTO CHE POSA SU UNA SEDIA) Sono la prima? La vedette non è ancora arrivata?

SYLVESTRE:

Un piccolo contrattempo…L’ho saputo solo adesso e non ho fatto in tempo ad avvisarti.

GIGI:

Cosa? Che succede? Il Signore ha cambiato idea? Beh, ditemelo, merda! (SI RINFILA IL CAPPOTTO E STA PER PARTIRE)

 

SYLVESTRE:

Ha avuto una crisi...

 

(LEON E' INTERDETTO)

GIGI:

Quando?

SYLVESTRE:

All’improvviso, mi ha chiamato il suo medico e...

 

GIGI:

Grave?

SYLVESTRE:

Non sono mai segni irrilevanti in questi casi, ma lui ci tiene a venire lo stesso...Avrà solo un po’ di ritardo...E’ molto coraggioso, lo sai...

 

LEON:

Ma non ne so niente di tutto questo? Che è questo storia della crisi? Che novità è?

 

SYLVESTRE:

(SCOCCIATA) Hugo non ama che se ne parli in giro. Mi raccomando, non fare gaffe, nessuno ne dovrebbe essere al corrente, a parte me.

GIGI:

Bisogna annullare la prova...non possiamo...Per una volta che non lo fa apposta a cacare il cazzo (o a rompere)!

HUGO:

(DAL FONDO SCENA) Chi è che caca il cazzo? (o Chi è che rompe?)

SYLVESTRE:

Gigì parlava di sor Parrucca. Quando tornerà dalla talassoterapia, sarà in forma, quindi ci romperà...Lo conosci, no? Come stai?

HUGO:

Che domanda, mi sento benissimo. Almeno bene come ci si può sentire in momenti come questi.

 

LEON:

Bene!…finalmente siamo tutti qui. (SCHERZOSO) Hugo, non ti presento Gigi…

HUGO:

No.

(PAUSA DI GELO. SI SGUARDANO COME CHI NON SI E’ VISTO DA DIECI ANNI)

 

GIGI:

Comunque buongiorno, Hugo.

HUGO:

Buongiorno anche a te, Gigi!

LEON:

Allora, vogliamo farci una breve lettura?

SYLVESTRE:

Beh, io vi lascio…mi raccomando, ragazzi, divertitevi! (A LEON) Buona fortuna! (ESCE DI SCENA DALLA SALA)

(HUGO CON IL COPIONE IN MANO SIEDE AL TAVOLO)

LEON:

Non vedo l'ora di iniziare…Sono sicuro che faremo un ottimo lavoro.

HUGO:

Se tutti facciamo uno sforzo…e quando dico tutti…

GIGI:

Certo...Se ognuno di noi si comporta...da professionista...Niente andrà storto.

 

LEON:

Giusto giusto giusto!

GIGI:

(FRUGA NELLA BORSA MOLTO CAPIENTE E NE ESTRAE VARI OGGETTI) Ah! Porca vacca (o

che cazzo)!

LEON:

Che ti succede, mia Gigi?

GIGI:

L’ho messo nella borsa mentre uscivo di casa...Non sono pazza! (ROVESCIA LA BORSA PER TERRA) Embé non ce l’ho! Ho lasciato il copione a casa...

(HUGO NON PARLA MA SOSPIRA FORTE. GIGI GLI LANCIA UNO SGUARDO DI FUOCO)

LEON:

E che problema c’è...resta un copione in ufficio, salgo a prenderlo. (ESCE DI CORSA IN QUINTA)

UNA PAUSA MOLTO CARICA. GIGI RIMETTE LE COSE SPARSE IN GIRO NELLA SUA BORSA.

GIGI:

Grazie, Hugo.

HUGO:

Per cosa?

GIGI:

Per aver pensato a me.

HUGO:

(INTERDETTO) Non c'è di che!…Ho dovuto insistere un bel po'…sarebbero stati degli schifosi a rifiutare...Vista la tua situazione...

 

GIGI:

E’ doppiamente gentile da parte tua.

HUGO:

In prima battuta erano sicuri che non saresti stata in grado di portare in scena Mona...

 

GIGI:

No?…(RIDE FALSAMENTE) Grazie grazie grazie, Hugo!

HUGO:

(SI SCHERNISCE) Che hai fatto di bello in tutti questi anni?

GIGI:

Ho ripreso a vivere...E tu?

HUGO:

Per me, tutto bene...Lo sai, quando uno sgobba, non si accorge del tempo che passa!

GIGI:

Hugo, almeno per cinque minuti esci dalla tua pista (o smetti di recitare).

HUGO:

La mia pista (o Di recitare)! Proprio tu parli di pista ( o di recitare)?

GIGI:

Chi credi di essere? L’uomo superiore  (o L’eroe) al di sopra della massa? Credevi che senza di te avrei smesso di vivere? Che fantasticavi (o che pensavi)? Un colpo di disperazione (o Che mi prendesse una botta di disperazione)?

HUGO:

E hop, uno si getta dalla finestra del pianterreno!

 

GIGI:

(DOPO AVER INCASSATO) Vuoi sapere da che altezza sono caduta?

HUGO:

No, e non me ne fotte niente!

GIGI:

Due metri e mezzo, specie di buco di culo ( o rotto in culo)!

HUGO:

Attenta, Gigi, non hai ancora firmato il tuo contratto...Sai, quelle pagine dattiloscritte in più copie in fondo alle quali tu metti una croce!

GIGI STA PER RISPONDERE QUANDO RIENTRA LEON CON IL COPIONE.

LEON:

Eccolo, è un po' rovinato, ma va bene per oggi...(CONSEGNA IL COPIONE A GIGI) Vogliamo iniziare “Un grande grido d’amore”?

 

HUGO:

(LEGGENDO) Avener nel suo ufficio sta parlando al telefono: "Sì…perfetto…le due giacche sportive e lo smoking…Sono state  aggiustate?…Passo a ritirarle domani… Benissimo...Beh, arrivederci”

LEON:

Non è beh,  ma Ben…Benjamin…il nome del tipo con cui parli al telefono.

(GIGI RIDE)

HUGO:

 (LEGGENDO)  "Sono state aggiustate...Benissimo, Ben...arrivederci”

 

LEON:

(LEGGENDO) Mona entra nell’ufficio…

GIGI:

"Betty...se n'è andata...”

HUGO:

Hai saltato una battuta! (SCOPPIA A RIDERE)

GIGI:

 (LEGGE) "Buongiorno Avener…è stato gentile a ricevermi…"

HUGO:

(LEGGE) Avener la vede e parla attraverso l'interfono: "Betty, venga nel mio ufficio e riaccompagni la signora Fischer…"

GIGI:

(LEGGE) "Betty, se n'è andata"

HUGO:

(LEGGE) "Ascolti, signora Fischer, non ho nessuna intenzione di vederla, né di ascoltarla…" (A LEON) Ascolti…ascoltarla…è pietoso, bisognerà rivedere l’adattamento, fa pietà…(LEGGE) "Mi deve scusare, ho delle pratiche da esaminare"

GIGI':

(LEGGE) "Hai ricevuto la mia lettera?  David non sta bene in questo periodo…"

HUGO:

(LEGGE) "Quanto tempo è che non ci vediamo?"

GIGI:

(LEGGE) "Dieci anni, credo..."

HUGO:

(LEGGE) "E dopo dieci anni, dopo aver spremuto tutti i gonzi (o gli sciocchi) di sua conoscenza, si è ricordata che ne restava ancora uno?

GIGI:

(LEGGE) Mona scoppia a piangere: "respira sempre con più fatica…soffre enormemente. Ha perduto del tutto l’appetito." (HA LETTO LE BATTUTE CON UN TONO MONOCORDE. HUGO

SCOPPIA A RIDERE) Che cosa c’è?

HUGO:

Niente, niente. Continua...

GIGI:

E’ una lettura, non sto recitando, leggo…non metto le intenzioni che non provo…io...

HUGO:

Vuoi continuare?

LEON:

Hugo, tocca a te.

HUGO:

Ah sì…"Ah no, con me non attacca…Signora Fischer, abbia un po' di buon gusto… spera di commuovermi piangendo come un vitello…?" Qua dobbiamo assolutamente rivedere la traduzione...Su, passami una sigaretta.

(GIGI SI INQUIETA)

LEON:

Credevo che tu avessi smesso.

(GIGI SI IRRIGIDISCE)

HUGO:

Sì, e adesso ho ripreso. Qualcosa in contrario?

LEON:

E chi  dice niente! (GLI PASSA PACCHETTO E ACCENDINO)

GIGI:

Se tu potessi evitare il fumo durante le prove, te ne sarei grata.

(SORPRESA DI LEON)

 

HUGO:

Prego?

GIGI:

Solo durante le prove…

HUGO:

Stai scherzando?

GIGI:

Io ho smesso per davvero e non ho nessuna intenzione di fumare per procura.

 

HUGO:

Dato che tu hai smesso, mi togli il respiro e mi impedisci di vivere?

 

GIGI:

Al contrario.

 

HUGO:

Facevi fuori una stecca a settimana, dimenticando le cicche e bruciando i mobili, e adesso  vuoi farmi la morale, sto (forse) sognando?

 

LEON:

Ascoltatemi, amici miei, sarebbe simpatico poter finire questa lettura senza  insulti ogni dieci righe.

HUGO:

Chi si insulta? Io? Non ho detto niente! Non bisogna nemmeno esagerare.! Oh! E che cazzo!

GIGI:

Hai ripreso a fumare per colpa mia?

HUGO:

Per colpa tua?

GIGI:

Ti stresso! E' così? Ti posso capire, anch’io sono stressata, ma non per questo riprendo a bere...a fumare...

 

HUGO:

(GHIGNANDO) Bere, fumare! Hai smesso tutto insieme! Complimenti! Veramente dovresti essere più rilassata, più distesa, no? Tutto questo non avrebbe dovuto attenuare la tua nevrosi?

LEON:

Per piacere, ragazzi, questo genere di discussioni sono veramente stupide.

 

GIGI:

Comunque, da per tutto sta scritto: "vietato fumare"! Lo dice la legge. Ed io sono in diritto di esigere che tu la rispetti.

 

HUGO:

'Fanculo!

GIGI:

Leon, hai visto come sia sempre rimasta corretta e come gliel’abbia chiesto educatamente. Mentre lui invece mi tratta come una merda?

LEON:

Ci eravamo promessi di fare tutti uno sforzo, l’hai detto tu per prima, Gigi, e allora sii coerente. Per la miseria, lascialo fumare se ne ha voglia,!

GIGI:

Ok..Ok...lascio correre.

HUGO:

Finalmente!                                                 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            

(PRIMA CHE HUGO REAGISCA, GIGI, PRENDE IL PACCHETTO DI SIGARETTE , LO SBATTE A TERRA CALPESTANDOLO)

HUGO:

Tu sei pazza! Ma è pazza! Leon, è pazza!

LEON:

Gigi…per favore, non cominciare…

HUGO:

E soprattutto non continuiamo! (VA VERSO LA QUINTA)

LEON:

Hugo,  dove vai?

HUGO:

Dal tabaccaio! Se resto la sfiguro! (ESCE)

GIGI:

(APPENA E' USCITO HUGO, TIRA FUORI UNA SIGARETTA DALLA TASCA E L'ACCENDE)

LEON:

Però (o Mio Dio)! Immaginavo fosse un inferno, sono esattamente dieci minuti che siete sul palco e siamo già nel dramma! (SI ACCORGE CHE GIGI FUMA)  Mi stai prendendo in giro? Da quando è che hai smesso di fumare, Gigi, da un quarto d’ora? da un’ora?

GIGI:

(COMMOSSA)  E tu, permetti che fumi nelle sue condizioni, non  è disgustoso (o non fai schifo)?

LEON:

Cosa? Ma che stai dicendo?

 

GIGI:

Uno con un cancro ai polmoni...

LEON:

Hugo ha un cancro ai polmoni! Da quando?

GIGI:

Me l'ha confidato Sylvestre. Hai sentito (o capito) no, non vuole che se ne parli! Credi che mi diverta recitare questa commedia? Adesso mi sento obbligata a smettere

di fumare! (SI ACCENDE UNA SIGARETTA)

LEON:

Un momento Gigi...Ricapitoliamo con calma...Sylvestre ti ha detto che Hugo ha un        cancro ai  polmoni. Quando?…

GIGI:

Ieri…altrimenti non avrei accettato di recitare con lui nemmeno per tutto l’oro del mondo (o a peso d'oro)…

LEON:

Ma se la settimana scorsa, ho accompagnato Hugo dal medico dell’assicurazione, apparentemente non ha nessun problema, c’è qualcosa sotto che non capisco.

 

GIGI:

Ma dai...Lui mi voleva…come potevo rifiutare…

LEON:

Ma chi voleva cosa?

GIGI:

(COMMOSSA) Che recitassi con lui…per l'ultima volta!

LACRIME DI GIGI. LEON REALIZZA IL GIOCO DI SYLVESTRE.

LEON:

…Oh (porca) puttana…oh (porca) puttana…

GIGI:

Ti giuro che non volevo creare dei problemi...Ma poi...vederlo distruggersi così...è un suicidio...

 

LEON:

E io mi chiedevo come fosse riuscita (o come avesse fatto)...

GIGI:

Tre pacchetti al giorno per vent’anni...era da aspettarselo...

LEON:

Merdaccia (o Porco boia)...Merdaccia (o Porco boia)...Passami il fumo...

(LEI GLI PASSA LA SIGARETTA CHE LUI RESPIRA GOLOSAMENTE)

GIGI:

Che dobbiamo fare? Continuiamo? Sono protestata?

LEON:

Devo assolutamente parlare con Sylvestre…Non è credibile...

HUGO:

(RIENTRA DALLA QUINTA CON UNA STECCA DI SIGARETTE

SOTTOBRACCIO) Ti avverto Gigi, mi hai già rovinato la vita per dodici anni, non sono disposto a lasciarti ricominciare. (APRE LA STECCA VIOLENTEMENTE, PRENDE UN PACCHETTO, LO APRE CON LA STESSA VIOLENZA E SI  INFILA DUE SIGARETTE TRA LE LABBRA  ACCENDENDOLE)

LEON:

Hugo, basta con i giochetti, non siamo più all’asilo!

HUGO:

Mi provoca!! Oggi sono le sigarette, domani chissà cosa…La conosco bene!

GIGI:

Perché tu non me l’hai rovinata la vita? Hai sempre avuto un comportato da gentleman, non è vero? Quando ero nella merda, hai cercato di affogarmici!

HUGO:

Non ne avevo bisogno, arrivavi ubriaca fradicia sul palcoscenico, nessuno ne voleva più sapere di te.

 

GIGI:

Ho smesso da sei mesi! Sono astemia, sai quello che vuol dire? Nemmeno una goccia d’alcool, niente, nemmeno la birra, né il sidro, niente...nemmeno i cioccolatini al liquore! Solo acqua!...Allora se non sei capace di smettere di fumare quelle sigarette di merda (o del cavolo) vuol dire che non hai coglioni!

 

HUGO:

Ma è un problema mio! Che te ne frega!

GIGI:

Preferisco andarmene, non posso vedere una cosa simile!

HUGO:

Brava, grazie Gigi! Vedi che ogni tanto ti rendi sopportabile....Arrivederci, diciamo addio, buona fortuna! Uff!

 

LEON:

E’ straordinario...E’ straordinario. (GIGI E HUGO LO GUARDANO SORPRESI) Così! Carichi! Siete già dentro i vostri personaggi! Siete Avener e Mona!...(GIGI E HUGO SONO SPIAZZATI) Con degli attori mediocri avremmo lavorato mesi per entrarci dentro (o per entrare nei personaggi)...Con voi, al primo giorno di prove, siamo già pronti!!! Lavoreremo come saette divine, miei piccoli tesori.

HUGO:

Se lei non mi caca più con le sigarette! (o Se lei la finisce di rompermi con le sigarette)

 

GIGI':

Se tu non fumi davanti a me!

LEON:

Che problema c’è, è Hugo? Faremo l’angolo del fumatore? Va bene così?

HUGO:

Allora riprendiamo domani...Oggi abbiamo lavorato abbastanza, non trovi Gigi? Fare di più sarebbe indigesto. (SE NE VA A GRAN PASSI )

LEON:

(PAUSA. SOSPIRA PROFONDAMENTE E SI LASCIA CADERE DISTRUTTO SU DI UNA SEDIA)

GIGI':

(QUASI PIANGENDO) …E' molto difficile…a domani Leon...(SI MUOVE PER USCIRE)

 

LEON:

Gigi...dovrei dirti...di Hugo...

GIGI:

Non aver paura...resisterò...(o ce la farò)...(ESCE)

LEON:

E io, resisterò (o ce la farò)...(NEL PACCHETTO CALPESTATO CERCA UNA SIGARETTA, SE L’ACCENDE. IL TELEFONO SUONA SULLA SCENA. RISPONDE) Pronto?...Ah signor Maillard...Va tutto bene...E’ andata proprio bene...Ah sì, ha del miracoloso...ma lei mi conosce...so come prenderli...le assicuro che con qualche altro poteva succedere un dramma, ma...hanno fiducia in me, questo cambia tutto...ma la prego...faccio solo il mio dovere, tutto qui...grazie signor Maillard...A presto...(RIATTACCA, GUARDA IL PACCHETTO DISTRUTTO A TERRA) Stronza! Un intero pacchetto nuovo !

BUIO

FINE PRIMO ATTO

 

SECONDO TEMPO

All’inizio della seconda settimana di prove

IN SCENA SI TROVANO SYLVESTRE E LEON

LEON:

(AI MACCHINISTI FUORI SCENA) E’ mezz’ora che dovete portare la scrivania! Che state facendo? (o che combinate?) E dai (o Andiamo)! E dai (o Andiamo)! (ENTRANO I MACCHINISTI CON UNA SCRIVANIA) Va Bene, va bene (o Così, così)! Là! Stop! (I MACCHINISTI ESCONO DI SCENA. LEON SI GIRA VERSO SYLVESTRE) Sai che passeremo (o che succederà) quando lei saprà (o scoprirà o verrà a sapere) che Hugo scoppia di salute!?

SYLVESTRE:

Ha firmato il contratto, e pure lui. Tutto scorre, mio caro Leon.

 

LEON:

Ho ripreso con il prozac (o ho ripreso coi tranquillanti). (VA ALLA SCRIVANIA, TIRA DI TASCA UNA BOTTIGLIETTA DI WHISKY E NE BEVE UN SORSO E LA POGGIA SULLA SCRIVANIA)

SYLVESTRE:

Non farla vedere in giro, Gigi non deve cadere in tentazione (o avere tentazioni).

LEON:

Non sono pazzo...Mi da un colpo di frusta (o Mi da energia). Sai che lo whisky è un ottimo cardiotonico...(PRENDE UNA POLTRONA E LA METTE DIETRO LA SCRIVANIA. VI SI LASCIA CADERE )

SYLVESTRE:

Tutto bene fin’ora (o sino a qui)?

LEON:

Eh?

SYLVESTRE:

Tutto bene?

LEON:

Se si può dire! Gigi, da quando ha smesso di fumare, è in uno stato di nervi spaventoso (o da spavento o è nervosa che fa paura)...Grazie tante, Sylvestre per le tue strategie diarroiche (o per i tuoi piani merdosi o per le tue strategie assurde o del cazzo o di alta politica)

SYLVESTRE:

So bene che il trucco è troppo evidente, ma per adesso tiene...

LEON SI ALZA E VA AD ESAMINARE LA SCENOGRAFIA, SPALLE AL PUBBLICO.

LEON:

(AI TECNICI FUORI SCENA) Gilles, mi tiri su l’americana! Grazie...Jean-Louis, dammi l’effetto 11! (A SYLVESTRE) Puoi sederti nella...nella...

SYLVESTRE:

...poltrona?

LEON:

Sì, la poltrona!...In quanto a Hugo, si spara nel cesso una sigaretta ogni quarto d’ora ...Veramente pratico (o comodo) per provare...

SYLVESTRE:

Ah! Amo gli attori. Sono degli eterni fanciulli (o bambini)...

LEON:

Sono dei mostri, vorrai dire...(o Vorrai dire dei mostri...)

SYLVESTRE:

Non hai debuttato anche tu come attore? (o Agli inizi non sei stato anche tu un attore? o Non hai iniziato come attore?)

LEON:

Sì, ma ho smesso...Non ero abbastanza mostruoso...

SYLVESTRE:

(RIDENDO) A che ora provano?

LEON:

Adesso. Hugo sta dando un'intervista, anche per questa è successo un inghippo ( o un casino o un bordello) con l'ufficio stampa, Gigi voleva essere intervistata insieme a lui (o voleva fare l’intervista pure lei), lui non la voleva…a farla breve, la routine (o le solite storie o niente di nuovo) Adesso, Gigi è dal medico dell’assicurazione...

SYLVESTRE:

Ah giusto (o è vero)...il medico dell’assicurazione...

(LEON SI PIEGA VERSO SYLVESTRE E LE PRENDE LA MANO GUARDANDOLA INTENSAMENTE)

SYLVESTRE:

Sì?

LEON:

Siamo solo all’inizio della seconda settimana delle prove, Sylvestre, io sono già finito (o da buttare o spossato)…Questa continua attenzione (o Essere continuamente all’erta o essere di continuo in tensione) perché non si sbranino (o non si saltino alla gola)...(RESTANO COSI’ MANO NELLA MANO)

 

GIGI:

(ARRIVANDO DALLA SALA) Allora si filtra? (o Allora si sta tubando o Ecco i due

piccioncini!)

LEON SI INNERVOSISCE, SYLVESTRE FA PER ANDARE

SYLVESTRE:

Ah! Ecco Gigi! (SI ALZA)  Vi lascio lavorare!

GIGI:

Non scappare, Sylvestre!

SYLVESTRE:

E chi scappa! (o Per niente!) Ho un appuntamento e...(GIGI SALE IN SCENA)! Gigi, sei splendida ( o sei bellissima).

GIGI:

(LE DA UNO SCHIAFFO) Farabutta (o stronza o bagascia o qualsiasi parolaccia)

LEON:

Degli eterni fanciulli (o bambini)...

SYLVESTRE:

(SENZA PERDERE LA CALMA) Il medico dell’assicurazione?

GIGI:

Che mi ha riso in faccia...Sylvetre, sei veramente il massimo dell’ignominia! (o sei il peggio del peggio o sei il re dei rotti in culo o qualsiasi offesa)

SYLVESTRE:

Gigi, in ogni caso è una bella notizia...Lo credevi condannato (o al lumicino) e invece è in ottima salute (o scoppia di salute)

GIGI:

Anch’io ho da darti una bella notizia: (o Anch’io ho per te una bella notizia) interrompo la commedia! (o interrompo le prove!) (BUTTA IL SUO COPIONE AI PIEDI DI SYLVESTRE) (MA IN ITALIA PORTA IELLA!)

SYLVESTRE:

Hai firmato, Gigi.

GIGI:

Te lo puoi ficcare dove te lo dico io, il contratto. (o Il contratto ficcatelo in quel posto o Il contratto te lo puoi ficcare in quel posto)

SYLVESTRE:

Devi spiegarlo a Maillard.

GIGI:

E poi? (o E allora?) Che pensi che mi farà, Maillard? (o Che può farmi, Maillard) Un secondo buco del culo (o un altro buco del culo o Potrà uccidermi)? Può farmi causa,

non ho niente da perdere, non ho un soldo (bucato)!

LEON:

Un attimo; Gigi (o Aspetta, Gigi) abbiamo fatto un ottimo lavoro, non puoi lasciar

perdere (o non puoi lasciare adesso)!

GIGI:

Avrei una gran voglia di dartene uno pure a te...per avermi informata (o influenzata) ...                                                                                                                                                                                             

SYLVESTRE:

Fai attenzione, Gigi, (o Attenzione, Gigi) è una seconda (o un’altra) chance per te…Così  ti  stai rovinando! (o Non ti rovinare così o non vorrai rovinarla) Pensa alla tua carriera...

GIGI:

La mia carriera...tu parli della mia carriera…(PIANGE) Ripartire da zero a...quaranta ...trentotto anni...Riuscirò mai a recitare questa commedia? Non ci avete pensato?... Dopo tanto tempo...(dopo tutto questo tempo)...

LEON:

(SI AVVICINA A GIGI) Ma sarai straordinaria (o formidabile), siamo con te (o ti siamo vicini), Gigi...Ti amiamo (o Ti vogliamo bene)...Siamo tutti con te...vero (o eh) Sylvestre?

 

GIGI:

Lasciami! (SI SIEDE ALLA SCRIVANIA ACCANTO ALLA BOTTIGLIETTA DI WHISKY)

SYLVESTRE:

(LE ALLUNGA IL FAZZOLETTO) Prendi, soffiati il naso, mia cara...c’è quel tipo di “Match” (settimanale francese) che ti sta aspettando (o ti aspetta)...Quattro pagine in apertura, non puoi mandarle a monte (o non puoi rifiutare o non puoi mancare o non puoi perderle)

 

GIGI:

Lasciami in pace...(o Ho altro a che pensare!)

SYLVESTRE SI ALLONTANA CON UN GESTO D’IMPOTENZA VERSO LEON. GIGI VEDE LA BOTTIGLIA E LA PRENDE

LEON:

E’ mia...

GIGI:

Hai paura che la beva (o la scoli)? (ENTRA IN SCENA HUGO E LE PASSA DAVANTI)  Ecco, è arrivato il malato! (o il moribondo)

HUGO:

Ma che le prende? Arrivo e lei mi aggredisce! (o Mi aggredisce appena arrivo)

GIGI:

Chiedilo a Sylvestre....(TIRA FUORI UN PACCHETTO DI SIGARETTE E SE NE 

ACCENDE UNA)

HUGO:

Perché, adesso fumi? (o Perché adesso tu fumi?)

GIGI:

(SI ALZA E MOSTRA LA BOTTIGLIETTA)  Sì! Fumo e bevo...Conosci la teoria, Sylvestre, le sigarette ristringono le arterie, l’alcool le dilata, quindi, per una buona salute, mai uno senza l’altro! (SI ALZA E VA VERSO LA QUINTA)

LEON:

Gigi, dove stai andando? (o dove vai)

GIGI:

...il tipo di “Match”...quattro pagine d’apertura...non posso mandarle a monte (o non posso perderle) (ESCE)

HUGO:

Che sta succedendo? (o Che cosa succede o Che cosa sta succedendo)

SYLVESTRE:

Niente di grave!

HUGO:

Mi prendete per il culo! (o Vi prendete gioco di me o Mi prendete in giro) Da quando si è rimessa a tracannare? (o da quando ha ripreso a bere ?o a alzare il gomito?)

LEON:

Da questo momento (o Da adesso)…

HUGO:

E si è portata (o Ha portato) la bottiglia di whisky?

SYLVESTRE:

No...l’ha trovata sulla scrivania.

HUGO:

Chi è quell'imbecille che ha avuto la grande (o geniale) idea di lasciarla (o di portarla)?

LEON:

(PAUSA)…Io…

HUGO:

Ma sei pazzo! (o cretino) E’ da criminali fare questo (o una cosa simile)... (o E’ criminale comportarsi così)...

LEON:

Una svista…sono desolato (o sono mortificato)...

HUGO:

E ne era pure uscita (o E aveva pure smesso)!...Ti rendi conto di cosa hai combinato (o fatto)...Bisogna essere (o Vuol dire

essere) totalmente irresponsabili!...(LEON ABBASSA LA TESTA) Sylvestre, e tu l’hai lasciata fare? Se ci ricasca (o ricade) la piéce (o commedia) va in fumo (o all’aria), e tu stai lì con le mani in tasca (o le mani in mano)?  

SYLVESTRE:

Non potevo (certo) strapparle la bottiglia (di mano). Ci ha preso alla sprovvista...

HUGO:

(AVANTI E INDIETRO SUL PALCOSCENICO) Fin dall'inizio è stata una pazzia (o follia), io vi avevo avvertiti (o avvisati o io ero stato chiaro)…E ancora non ha finito di stupirci (o Non ha finito ancora di sorprenderci o Ne vedremo delle belle)!...Ve lo dico io... (SQUILLA IL SUO CELLULARE, CHE LUI PRENDE DALLA GIACCA) Pronto…sì, mia cara?…ci vediamo stasera...No, meglio verso le 9...Ma Cinthia, sto provando…cara...Ascoltami, non essere ridicola (o sciocca)...se tu sapessi cosa ci fa passare in questi momenti.

 

LEON:

Oh si!

HUGO:

(LO FULMINA CON UNO SGUARDO)…Aspetta (o Un momento)...Ci stanno ascoltando (o c’è chi ci ascolta)...Passo dietro le quinte (o vado in quinta)... (ESCE IN QUINTA)

 

LEON:

E’ colpa mia...E’ colpa mia...Mi prenderei a botte...Ma perché non mi sono ripreso quel cazzo di bottiglia (o quella bottiglia di merda o quella bottiglia schifosa)...

SYLVESTRE:

Gigi non ci ricadrà (o non tornerà a bere)…Si è messa a bere (o Ha preso a bere) quando si sono separati (o divisi)...Adesso Gigi ha ritrovato Hugo...

 

LEON:

Un nuovo colpo di fulmine. Fammi ridere (o Ma non farmi ridere)...Con quell’altra, Cinthia Lehenri, che lo chiama ogni due ore, è come un cagnolino.

HUGO f.s.:

(SEMPRE AL TELEFONINO) Ma ascolta (o Ascoltami), bebé (o tesorino o amore o piccola), se vuoi, vieni alle prove!...Sai bene (o benissimo) che ti amo, mio bebé (o amoruccio mio, o tesoruccio mio). E’ stupido...Sii un po’ adulta...

SYLVESTRE:

Ma non è innamorato di Cinthia...Esce (o Sta) con lei per cooptazione...Siccome lei è stata con (o si è ripassata) tutti i VIP (o i notabili o i papaveri o le persone più importanti), così lui mantiene alto il suo “standing”(o la sua reputazione o la sua fama)…La sola donna (o L’unica) donna che abbia amato è Gigi...e la cosa è reciproca.

LEON:

Ma che vai dicendo (o Che stai raccontando o Che favole vai raccontando)? Non si possono reggere (o sopportare), lo so ben io (o chi lo può sapere meglio di me)...

 

SYLVESTRE:

Se non è per amore, per quale ragione una che divora (o si fa fuori o si finisce) una stecca di sigarette alla settimana smette di fumare?

HUGO:

(RIENTRA FINENDO LA TELEFONATA) Sì, amore mio (o tesoro mio)...anch’io ti desidero (o ne ho voglia)...A questa sera, amore mio (o tesoro mio o mio bebé). (RIATTACCA E POSA IL TELEFONINO SULLA SCRIVANIA) Allora, non vorrà raccontare la sua vita (o tutta la sua vita), la diva delle commesse (o dei banconi da bar), quando si prova?

SYLVESTRE:

E’ appena andata, lasciale il tempo di parlare...

 

HUGO:

E con quelle memorie del cazzo  a che punto sta? (o A che punto è di quelle memorie del cazzo o del cavolo)?

 

SYLVESTRE:

Cosa?

HUGO:

Vuole sempre pubblicarle? (Ha sempre l’intenzione di pubblicarle)?

SYLVESTRE:

Ma non lo sai? Ha chiuso (o E’ finita)...Da quando sa che torna sulle scene, ha smesso (o ha lasciato cadere)

HUGO:

Chissà se veramente andremo in scena (o debutteremo) (o Chissà se potremo andare in scena o Chissà se riusciremo a debuttare)...

LEON:

Di che memorie parlate?  (o Che è questa storia delle memorie?)

SYLVESTRE:

Niente...Un coso (o Una cosa)...

(ENTRANO I MACCHINISTI CON UN PANNELLO DELLA SCENOGRAFIA CHE POGGIANO SULLA SCENA)

SYLVESTRE:

Beh, ragazzi, io vi lascio lavorare. (ESCE DALLA SALA)

LEON, ANCORA CHOCCATO, SI ABBANDONA SU UNA SEDIA. HUGO PRENDE IL SUO COPIONE, SIEDE SULLA SCRIVANIA E LO RILEGGE. MUSICA. I MACCHINISTI ABBANDONANO LA SCENA. FINE DELLA MUSICA. LEON VA A CONTROLLARE I CAMBIAMENTI, PROVA LA PORTA.

HUGO:

Ma cosa sta combinando? (o Cosa fa o Cosa sta facendo) per quello che ha da dire ...Fa in fretta (o Ci vuole poco)...A meno che non si stia ubriacando nel suo camerino! Di nuovo bravo Leon (o Ancora complimenti Leon)!

LEON:

E va bene (o D’accordo), ho sbagliato di grosso (o ho fatto un grosso errore). Mea culpa! Non vorrai pure inchiodarmi ad una croce (o mettermi in croce)?

 

HUGO:

(SQUILLA IL TELEFONINO. LO CERCA NELLA TASCA) Il mio telefono!…IL MIO TELEFONO!

LEON:

Sulla scrivania, l’hai lasciato sulla scrivania...

 

HUGO:

(LO PRENDE E RISPONDE) Pronto?…Sì, Cinthia...ma che ti passa per la mente  amore mio (o Cosa vai a pensare tesoro mio)…Ascoltami, Cinthia, ho già abbastanza problemi così...ma te l’ho detto e ripetuto (o ridetto) perché pensi (o come puoi                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         pensare) che voglia farmi quella sciuretta (o quella disgraziata o quella poveretta). Ma per chi mi prendi?

 

GIGI:

(ENTRA ALLE SPALLE DI HUGO. HA EVIDENTEMENTE SENTITO TUTTO. SI FERMA VICINO AD HUGO)

LEON:

Gigi cara, è andata bene la tua intervista?

HUGO:

(SCOPRE GIGI)…Ti richiamo dopo, amore...Da qui non lo so (o Ora non so dirtelo) ...Sul tardi...Devo riattaccare...

GIGI:

(PIEGATA SUL TELEFONINO DI HUGO E PARLA IN MODO DI FARSI SENTIRE DA CINTHIA) Buongiorno caro amore mio! Sono molto, molto, molto, molto felice di rilavorare con te, orsacchiotto mio! (GLI SCHIOCCA UN GRAN BACIO SULLA FRONTE, POI SI ALLONTANA TITUBANTE)

 

HUGO:

(INTERDETTO AL TELEFONO) Eh?...Ma che ne so (o Non lo so)...E’ la prima volta che mi chiama così...Cinthia...Cinthia...(MA CINTHIA HA RIATTACCATO. HUGO FOLLE PER LA RABBIA RIMETTE IL TELEFONO IN TASCA)  Porca troia, adesso l’ammazzo!

LEON

(TRATTIENE HUGO) Su, calmati! Scherzava...(o Stava scherzando)   

HUGO:

Scherzava?...E’ ubriaca...Puzza d’alcool...

GIGI:

Amici, vogliamo cominciare? (o si incomincia o si va)

LEON:

(PAUSA) Riprendiamo dal primo faccia a faccia (o incontro)…Gigi, tu sei in quinta.

(SCENDE IN SALA)

GIGI:

(A  HUGO) Quello che t’ho detto è vero...(o Ti ho detto la pura verità)…Sono molto, molto contenta. (GLI BUTTA UN BACIO SPARENDO IN QUINTA)

HUGO:

(RESTA INTERDETTO CON IL COPIONE IN MANO)

LEON:

Hugo…Hugo…Tu finisci di rispondere al telefono!

HUGO-AVENER:

Ah, sì…(RECITA PENSANDO AD ALTRO) Sì…perfetto…i ritocchi sono stati fatti ...Le due giacche sportive e lo smoking?…Passo a ritirarle domani…Ben, arrivederci.

GIGI-MONA:

(ENTRA IN SCENA) " …buongiorno Albert"

LEON:

Avener!

GIGI:

…eh?

LEON:

Avener…buongiorno Avener!

GIGI-MONA:

Buongiorno Avener…è stato simpatico a… (A LEON) a che?

LEON:

E' stato gentile a ricevermi…

GIGI-MONA:

E' stato gentile a ricevermi…

HUGO NON RISPONDE. GUARDA GIGI

LEON:

…tocca a te Hugo…

HUGO:

(PAUSA)…Non posso (o non ce la faccio)…Non posso (o riesco) provare così…

LEON RISALE SUL PALCO

GIGI:

…con la sciuretta ( o la disgraziata o la poveretta)

LEON:

E se facessimo una pausa caffè, così discuteremmo della scena tranquillamente, magari diamogli una rilettura (o rileggerla un po’)...

GIGI:

(A LEON)  Bisogna riconoscere che io non faccio i pompini (o le pompe) così bene (o Diciamolo pure, io non sono così brava a fare i pompini) come Cinthia Leheri! Con lei non c’è paragone (o non ci si confronta)...E’ la Molère del bocchino!...Ma io sono una vera attrice, io, vero Leon?

 

LEON:

Ma sicuro, Gigi cara...Vuoi berti un caffè?

 

GIGI:

Che ne pensa la grande vedette con cui ho l’estremo onore di provare?

 

HUGO:

E’ completamente ubriaca, adesso che ne vuoi fare di questa? (o che facciamo?)

 

LEON:
Vado a prendere dei caffè...(FUGGE PRATICAMENTE DI SCENA)

HUGO GUARDA GIGI IN SILENZIO

GIGI:

Cosa hai da guardare? Ti piaccio così tanto!

HUGO:

Pensavo che fossi una persona con del coraggio (o coraggiosa), invece vedo solo uno straccio (o sei solo uno straccio).…

GIGI:

Collega, di chi è la colpa?

HUGO:

Tua, Gigi! E’ solo colpa tua!…E tu lo sai perfettamente! Non ti ho mai spinto a bere! Hai cominciato molto prima che ci lasciassimo!

GIGI:

Vero! (o Esatto!) Le mie prime sbronze...quando è successo?...Come si chiamava

quella seducente...zoccola…olandese o fiamminga...Chi c’è stata dopo? (o Chi è stata quella dopo?)

HUGO:

Mi prendi in giro? Vuoi che anch’io ti faccia la lista (o l’elenco)?...E non parlo del tuo pilota dei miei coglioni!

GIGI:

Che bella faccia tosta! Che verme (o che farabutto)!...Dimmi chi? Dai, chi? Su, chi? Chi? Chi?

HUGO:

 (PAUSA) L’acrobata di “Monsieur et Madame Sans-Gene”, il capo operatore della serie televisiva “Diciasette settimane” e il pattinatore austriaco, quello che ti aveva insegnato a ridere di nuovo! Non sto inventando niente, sta scritto tutto su “Match”!...Allora? Allora? Allora?

GIGI:

Allora?...Ho fatto come te...

HUGO:

Allora siamo pari e allora chiudi il becco su questa storia e non trovare (o darti) scuse per ridurti in questo stato!

GIGI:

Mi hai sorpreso...Che memoria...Mi ero scordata completamente dell’acrobata!...Un tipo di un’agilità...(PAUSA) OK...Non parliamone più...E’ finita (o Basta)...

SILENZIO

HUGO:

Che vuoi fare di noi adesso? (o Che intenzioni hai adesso su di noi? o Che cosa vorresti fare adesso?) Sai che succederà? (o Lo sai che succederà?)  Io lo so! Non potremo debuttare (o andare in scena o Non debutteremo)! Per causa tua (o Per colpa tua)! Perché l’hai fatto? (o Perché hai fatto questo?)...Non ti sei mai ubriacata quando si recitava insieme! Avevi almeno rispetto del tuo lavoro (o mestiere)!...E dei tuoi partners (o colleghi)!

GIGI:

Stai certo (o Stai sicuro) che emetteremo questo grande grido d’amore!

HUGO:

Proprio quando stavi ringranando?...Prendi una pistola (o un revolver) e sparati un colpo in testa (o in fronte), è più veloce (o svelto)!...Gigi, mi fa male (al cuore) (o Mi sconvolge) vederti in questo stato (o vederti così)!

LEON:

(RIENTRA CON UN VASSOIO CON DEI CAFFE’ CHE POSA SULLA SCRIVANIA) Ho portato dei caffè doppi, vedrete che andrà subito meglio!

HUGO:

Di sicuro! Con tutto quello che si è scolata!

GIGI:

(SI ALZA NORMALMENTE) Non sono sbronza!

HUGO:

A chi lo vuoi far credere! Hai un alito da cavallo.

 

GIGI:

Non sono sbronza, prima di entrare mi sono fatta un gargarismo al whisky...

HUGO:

Cosa?

GIGI:

E’ vero che ho rischiato, ma ci sono cascata una volta Hugo e mi è (stato) sufficiente (o mi basta o mi è bastato).

 

LEON:

Gigi, non  (ci) capisco più niente, perché l'hai fatto?

GIGI:

(RESTITUISCE LA BOTTIGLIETTA A LEON) Prendi Leon…non ho toccato la tua bottiglia…controlla il livello.

HUGO:

Ti rendi conto della mente contorta di questa donnicciola (o buona donna o donnetta)! E’ da ricovero psichiatrico! E’ una pazza (o una folle)! Abbiamo a che fare con una pazza vera!

GIGI:

Niente di tutto questo (o Non è vero affatto)...lavoravo sul mio personaggio...Per me Mona ha bevuto prima di incontrare Avener...Che ne dici Leon (o che ne pensi Leon)?

LEON:

Può essere un'idea (o Veramente interessante o Proprio interessante)…Da questo punto di vista (o Da quest’angolazione)...

HUGO:

E intanto (o Nel frattempo) Avener cosa fa? (o cosa combina?) Perché non tira fuori  una striscia di coca dal suo cassetto, tanto per tenere duro (o resistere)? Che state dicendo! O forse ho letto un’altra commedia (o O forse non ho letto la stessa commedia!)

LEON:

Obbiettivamente trovo che sia un approccio interessante...

HUGO:

Scusa, chi firma (o chi fa) la regia? Gigi Ortega o tu?

LEON:
C
he c'entra, (o Non vedo il rapporto) Hugo. Ogni attore ha il diritto di apportare un’idea (o qualche idea) al suo personaggio…

GIGI:

Se ne ha…

HUGO:

Ma è proprio ridicolo...(o Fatemi ridere!) Una donna, che vuol salvare suo figlio, si presenta ubriaca come una barbona per chiedere soldi (o bussare a cassa) al suo ex-marito? E’ grottesco!

GIGI:

Ma no! Sai quante volte succede nella vita reale…

HUGO:

E tu sai bene di che si tratta!...(o Tu sei una vera esperta in merito o E tu conosci a fondo la materia).

LEON:

Con calma. Non usciamo dal tema (o Non andiamo fuori tema o Non deviamo dall’argomento)...Sì, Mona ha bevuto un po’ per darsi coraggio, è plausibile...

 

HUGO:

Ah!...E’ una farsa (o una commedia comica)...Non me ne ero accorto!...Bisogna riconoscere che sono proprio stupido (o ignorante)...

 

LEON:

Subito esagerato...(o Come esageri subito)

GIGI:

Non ti stancare a convincerlo, ha paura che io gli rubi la scena.

HUGO:

 Io?...Ah ah ah! Paura che tu mi rubi la scena? Ah ah! Ma la scena la posso fare anche di spalle (o Guarda che io posso recitare anche di spalle)...Non sarà di sicuro con i casini che avrai le copertine...Al contrario...(SILENZIO) OK...Fai quel che ti pare (o Fai come vuoi), se ti piace arrampicati pure sulle tende (o ti puoi pure agganciare alle tende), a me non importa (o non me ne frega niente)...Proseguiamo! (o Continuiamo)

 

LEON:
Va bene, continuiamo (o proseguiamo)! Gigì, ripeti il tuo ingresso? (o Ripeti il tuo ingresso, Gigi)

(GIGI VA IN QUINTA)

HUGO-AVENER:

(AL TELEFONO) Sì, perfetto…I ritocchi sono stati fatti? Le due giacche sportive e lo smoking. Passo a ritirarle domani…Benissimo, Ben! Arrivederci... (RIATTACCA)

GIGI-MONA:

(ENTRA) Buongiorno Avener…è stato gentile a ricevermi.

(HUGO FA UNA PAUSA)

LEON:

(SBUFFA) "Betty, venga nel mio ufficio…"

HUGO:

Va bene, lo so…Facevo una pausa...L’osservavo...Puoi ridarmi la battuta?

GIGI-MONA:

(A LEON) Lascia che prenda le sue pause..! Buongiorno, Avener. E’ gentile a ricevermi...

HUGO-AVENER:

Betty,  venga nel mio ufficio e riaccompagni la signora Fischer…

GIGI-MONA:

Betty…se n’è andata.

HUGO-AVENER:

Ascolti, Signora Fischer, non ho nessuna intenzione di vederla, né di ascoltarla…Le chiedo di andarsene. Grazie, mi deve scusare, ho delle pratiche da esaminare. (CERCA IN UN CASSETTO DELLA SCRIVANIA TIRANDO FUORI UNA PRATICA IMMAGINARIA)

LEON:

Alzati piuttosto. (o Meglio se ti alzi.) Avrai degli scaffali (o delle mensole) dietro di te, la prenderai da uno scaffale (o da una mensola)

(HUGOESEGUE)

 

GIGI:

Hai intenzione di fare questo movimento (o di farlo così)?

HUGO:

Perché? Ti sconvolge (o disturba)?

 

GIGI-MONA:

No, no, affatto (o per niente)!…(TORNA AL SUO PERSONAGGIO) Hai ricevuto la mia lettera? David non sta bene in questo periodo…

HUGO-AVENER:

Quanto tempo è che non ci vediamo?

GIGI-MONA:

Dieci anni, credo…

HUGO-AVENER:

E dopo dieci anni, dopo aver spremuto tutti i gonzi (o gli sciocchi) di sua conoscenza, si è ricordata che ne restava ancora uno?

GIGI-MONA:

(CADE IN GINOCCHIO IN LACRIME) Respira sempre con più fatica...soffre enormemente. Ha perduto del tutto l’appetito.

HUGO-AVENER:
Ah no, con me non attacca…Signora Fischer, abbia un po' di buon gusto…spera di commuovermi piangendo come un vitello?

GIGI-MONA:

Per te sono degli spicci (o So che per te è una cosa da niente o So che per te è poca cosa), Ti restituirò questi soldi. Te lo giuro sulla sua testa...

 

LEON:

Non mollare, Gigi…tieni la stessa emozione!

GIGI:

Non è esagerato? (o Non è un po’ troppo?)

LEON:

E’ tuo figlio, sei disposta a tutto per lui (o faresti qualsiasi cosa per lui)…Non pensi che a lui. (o Non hai che lui nella testa). Andresti anche all'inferno se ne avesse bisogno, e tu ci sei già nell'inferno…Riprendiamo!

GIGI-MONA:

Per te sono degli spicci (o So che per te è una cosa da niente o So che per te è poca cosa), Ti restituirò questi soldi. Te lo giuro sulla sua testa...

HUGO-AVENER:

Non voglio più avere a che fare con lei, mai più! Esca, per favore!

GIGI-MONA:

No!

LEON:

No! Non la guardare!

HUGO-AVENER:

(DOPO UN SOSPIRO) Non voglio più avere a che fare con lei, mai più! Esca, per favore!

GIGI-MONA:

No!

LEON:

Perché se la guardi sei fottuto (o fregato), ami ancora questa donna...Lei ti ha tradito, ma tu l’ami...

GIGI:

Ma Leon, non l'ha tradito. Aveva delle buone ragioni (o le sue ragioni) per comportarsi come si è comportata (o Aveva delle buonissime ragioni per questo).

HUGO:

Farsi mettere incinta (o ingravidare) dal suo amante che è il miglior amico di suo marito, di sicuro è una buona ragione!

GIGI:

Perché tu non volevi figli, ecco (spiegato)!

HUGO:

Come poteva mantenerli (o farli crescere)? Non avevano un soldo in quel periodo! E se poi, Mona avesse veramente voluto un figlio da  (o con) Avener, avrebbe trovato il modo! Non sarebbe la prima! (o Non sarebbe stata la prima!)

GIGI:

Certo, ma lei è una persona (o una donna) leale.

HUGO:

(RIDE) La lealtà vista  da (o secondo) Gigi Ortega!

GIGI:

(CON RABBIA) Tu non sei certo la persona giusta per dare lezioni di morale.(o Tu non sei nella migliore condizione per dare lezioni di morale)

LEON:

Si può continuare (o proseguire)? Si era partiti bene (o Stava andando bene)!

GIGI:

Puoi riprendere (o Mi dai la battuta)?

HUGO-AVENER:

Non voglio più avere a che fare con lei, mai più! Esca, per favore!

GIGI-MONA:

No!

HUGO-AVENER:

Come no!?

GIGI-MONA:

Tu non mi hai mai dimenticata.

LEON:
(LA INTERROMPE) Ora è il momento di guardarla (o E adesso tu la guardi veramente), per la prima volta.

HUGO-AVENER:

Non voglio più avere a che fare con lei, mai più! Se ne vada, per favore! (LA GUARDA) Così, no?

GIGI-MONA:

Lasciami il tempo di spiegare (o Lascia almeno che ti spieghi). Non hai mai voluto sentire le mie ragioni! (o Non mi hai mai permesso di spiegare o Non hai mai voluto che mi spiegassi).

HUGO-AVENER:

Cosa devi spiegarmi? (o Spiegare cosa?) Che hai bisogno di ventimila dollari per far curare il tuo bastardo.

(GIGI DA UNOSCHIAFFO A HUGO)

HUGO:

Che ti piglia (adesso)? (A LEON) Gliel' hai detto tu di schiaffeggiarmi (o darmi uno schiaffo)?

LEON:

No (o Assolutamente o Per niente)!

GIGI:

L’ho sentita così (o Mi è venuto istintivo)! Non può lasciare che insultino suo figlio!

HUGO:

Leon! Fai (o Devi fare) qualcosa. Se  continuiamo (o Se si continua) così le do un pugno in faccia (o l'appiccico al muro con un pugno), la sbatto fuori e la commedia finisce dopo un quarto d'ora.

LEON:

Hai ragione (o E’ vero), non c’è scritto, ma è una possibilità.

HUGO:

Per giunta, non sa nemmeno dare gli schiaffi! Non vorrei (o Non mi va di) avere tutte le sere la testa come un cocomero.

GIGI:

Oh! Povera creatura!

LEON:

Ascolta, Gigi, lo schiaffo pensalo, prova una reazione, alzati, se vuoi vai verso di lui, ma non darlo...è troppo presto...

GIGI:

Quando dovrei darlo, secondo te? (o Quando lo darei, secondo te?)

HUGO:

Merda (o Per la miseria), non siamo su di un ring (o non stiamo facendo del pugilato)! Inoltre (o In più) non è un insulto, quel bambino è proprio un bastardo!

 

GIGI:

Non è vero! Hubert l’ha riconosciuto!

HUGO:

E’ già tanto (o Sai che gioia) che l’abbia riconosciuto, quel grande imbecille!

SYLVESTRE:

(ARRIVA DALLA QUINTA) Buongiorno a tutti! Guardate qua! E’ solo abbozzata.

METTE  SOTTO IL LORO NASO LA LOCANDINA FORMULATA COME DI SEGUITO:

GIGI ORTEGA – HUGO MARTIAL

UN GRANDE GRIDO D’AMORE

UNA FOTO DI TUTTI E DUE, CIASCUNA SOTTO IL PROPRIO NOME

LEON:

Ah! bene bene!...Non ci sono ancora tutti i nomi?……

SYLVESTRE:

E’ una prima bozza...Tu stai proprio sotto (o subito dopo) il titolo. In rosso, si staccherà bene...(AGLI ALTRI) Che ne pensate?

GIGI:

Non va (o Non mi piace)...La mia foto va ritoccata (o Bisogna ritoccare la mia foto), in genere non ho una pappagorgia (o un gozzo) così (o come questa)...

SYLVESTRE:

E tu, Hugo?

HUGO:

Non è coerente...

 

SYLVESTRE:

Cosa, la foto?

 

HUGO:

La foto per me va bene (o passa), parlo dei nomi....

SYLVESTRE:

Il grafico ha rispettato i contratti (o gli accordi).

HUGO:

Gigi a sinistra?

SYLVESTRE:

Come per Myriam…

HUGO:

Myriam ha dato forfait...

GIGI:

Vuoi essere davanti, è così? Spiegati (o Dillo), invece di girarci attorno (o non farla tanto lunga o invece di prenderla alla larga)…Personalmente me ne sbatto (o me ne frego)…A sinistra a destra...Purtroppo avrai il tuo nome sopra la mia testa...

 

SYLVESTRE:

Possiamo invertire la foto...Va bene così?

HUGO:

Un momento, (o Aspettate) anch’io me ne frego, a destra o a sinistra, semplicemente (o solo) suonerebbe meglio. Quando si recitava insieme, se ti ricordi,  era sempre così che facevamo: Hugo Martial-Gigi Ortega...Vero o falso? (o Non è vero?)

GIGI:

Effettivamente, facevamo così...

SYLVESTRE:

E allora, continuiamo!

BUIO

QUINDICESIMO GIORNO DELLE PROVE

(LA SCENA SI E' ARRICCHITA CON ALTRI MOBILI. L’UFFICIO DI AVENER PRENDE FORMA. GIGI E HUGO SONO IN SCENA. GIGI E’ IN GINOCCHIO)

 

HUGO-AVENER:

Non avrai niente da me…Niente. Puoi piangere, strisciare a quattro gambe, non cambierà niente...

 

GIGI-MONA:

Posso farti una sola domanda (o Posso domandarti solo una cosa) e dopo me ne vado (o scompaio), una  sola?

HUGO-AVENER:

Avanti? (o Cosa?)

GIGI-MONA:

Come hai fatto a tenere per dieci anni tanto odio? Ti osservo e vedo lo stesso sguardo, la stessa violenza di quando (o del giorno che) ci siamo lasciati. Come hai potuto? (o come hai fatto?)

HUGO-AVENER:

Alla domanda, ti puoi dare una risposta da sola. (o penso che puoi risponderti da sola). Arrivederci.

 

GIGI-MONA:

(SI GETTA A TERRA) Sei l'uomo più ricco della città…

LEON:

Gigi, a questo punto potresti alzarti…Stai troppo a lungo a quattro zampe...(o Per tutto questo tempo a quattro zampe…)

GIGI-MONA:

(SI ALZA) Sei l'uomo più ricco della città…Ogni settimana vedo la tua foto nei carnet mondani (o sugli articoli mondani o nelle corrispondenze mondana) Avener Montague.(LO PRONUNCIA IN INGLESE)  il playboy."

LEON:

Dillo in francese, è meglio...Montague. Avener Montague.

GIGI:

Dato che ho un ottimo accento inglese…Credevo (o pensavo)...

LEON:

E’ meglio in francese.

GIGI-MONA:

Avener Montagne, il playboy. Apparentemente sei un uomo così realizzato (o soddisfatto). Cos’è per te quello che ti chiedo (o domando). Tu lo spendi in sei mesi dal tuo sarto.

 

HUGO-AVENER:

L’hai detto tu stessa. Io ti odio, Mona...

 

GIGI-MONA:

(TORNA A METTERSI A QUATTRO ZAMPE) Senza questa operazione è perduto (o non ce la farà)...Non ha che te che (o Solo tu ) puoi salvarlo."

LEON:

No, no, resta in piedi, Gigi...E’ più forte (o vera)…

GIGI-MONA:

(SI RIALZA) Senza questa operazione è perduto (o non ce la farà)...Non ha che te che (o Solo tu ) puoi salvarlo.

 

HUGO-AVENER:

(SI GIRA VERSO DI LEI) Meraviglioso voltafaccia. Stai invertendo la storia (o la situazione)…

LEON:

…E qui ti giri!

 

HUGO:

E’ quello che stavo facendo...

 

LEON:

Scusa!

HUGO-AVENER:

Meraviglioso voltafaccia. Stai invertendo la storia (o la situazione)…

 

LEON:

Applaudi, Hugo, applaudi che la rafforzi.

 

HUGO-AVENER:

(RIPRENDE) "Brava" (BATTE LE MANI E SI GIRA VERSO LEON) Non sono convinto di questo (o Non mi convince molto questo)…Sono io il colpevole! Brava! Avevo dimenticato quanto sai essere convincente...E’ sempre stato il tuo sistema di difesa (o il tuo modo per difenderti)…Tu sbagli (o sei in torto) e gli altri pagano… Bravissima (o molto brava)…Tradisci la fiducia di tuo marito…Normale, dato che il mascalzone (o il derelitto) non voleva figli…

GIGI-MONA:

In fin dei conti (o A proposito) perché eri così contrario? Inventavi dei pretesti (o delle scuse), ma in verità qual’era il vero motivo)? Tu che mi amavi così tanto come potevi rifiutare di costruire una famiglia con me?."

HUGO-AVENER:

Forse un presentimento…Faresti meglio, ad andartene adesso...(o sarebbe meglio se te ne andassi adesso)..."

GIGI-MONA:

(UNA PAUSA SULL'USCITA SI BLOCCA) Ti ricordi di Albert?

HUGO-AVENER:

Non conosco…Arrivederci!

GIGI-MONA:

Albert Brown, il tuo ex-contabile…

LEON:

In francese, Gigi, Albert Brown...Sempre in francese.

GIGI-MONA:

…Siamo rimasti in contatto...

HUGO-AVENER:

Ah, sì...

GIGI-MONA

Ha dell’incredibile la memoria che ha quell’uomo per le cifre...

HUGO-AVENER:

Cosa stai macchinando, Mona?

 

GIGI-MONA:

Ti sto solo ricattando…Ha le fotocopie dei tuoi libri contabili.

HUGO-AVENER:

Credi che ci caschi?

GIGI-MONA:

Tu forse no. Ci sono, invece, molte probabilità con gli ispettori del fisco (o La guardia di finanza)”. (ESCE)

HUGO-AVENER:

Gigi, sei proprio la regina delle puttane (o mignotte)!

GIGI:

(RIAPPARE E DA LA BORSA IN FACCIA AD HUGO)

HUGO:

Cosa? Cosa ho detto?

GIGI:

Il personaggio si chiama Mona. Se tu potessi evitare di trattarmi da puttana (o mignotta), sarebbe molto simpatico (o grazioso) da parte tua.

HUGO:

(RIDE) Scusami, è stato un lapsus!

GIGI:

Un lapsus del mio culo (o del cazzo o del cavolo)! Merdoso (o Schifoso)!

HUGO:

Oh! Oh! Cambia tono! Sei completamente isterica!

 

LEON:

(DALLA SALA) Era formidabile ragazzi, si riprende!

 

GIGI:

Se credi  che sia venuta a recitare per beccarmi gli insulti! (o Se credi che abbia voglia di recitare quando mi insultano!)

LEON:

(SALE SUL PALCOSCENICO) Manon ti stava insultando, Gigi,  ha sbagliato (o è stato uno sbaglio o errore).

HUGO:

Quello di cui ha bisogno, è un pugno in faccia, ne avrei una voglia!

GIGI:

Non è uno sbaglio (o errore) da parte sua, è ciò che pensa veramente! E dire che ho potuto credere per un istante che stava per crepare di cancro!

 

HUGO:

Ma che racconta? Cos'è questa storia del cancro?

LEON:
E se facessimo una piccola (o breve) pausa? (A LA REGIA) Jean-Louis, mi ridai le luci?

GIGI:

Perché credi che abbia accettato di recitare con te? Per divertimento? (o Per piacere?)

HUGO:

(RIDE CATTIVO) Che domanda! Stava crepando con la gola aperta! (o Stava morendo di fame!) Avresti accettato anche una farsa con l’ultimo degli amatoriali:

 

GIGI:

L' ho fatto per umanità,…so bene che questo concetto non ti appartiene.

HUGO:

Cosa?

 

GIGI:

Quella stronzona (o sporcacciona o falsa o bugiarda) di Sylvestre mi ha raccontato che avevi il cancro del fumatore!...Solo per questo ho accettato! Specie di...letame (o pozzo nero)! (ESCE IN QUINTA)

LEON:
Gigi…aspetta! (o un momento o ti prego)!

HUGO:

(GUARDA LEON MINACCIOSO) Il cancro del fumatore?...Potresti darmi dei dettagli, (o Potresti spiegarmi meglio,) non ho afferrato bene...

LEON:

Hugo, è stata un’idea di Sylvestre...Io non c’entro per niente...

 

HUGO:

Tu non sapevi niente? (o Tu non ne eri al corrente?)

LEON:

Io?…No, sì…Infine (o Insomma), no, l’ho saputo adesso (o appena saputo)...Tu mi conosci, come avrei potuto inventarmi una messinscena così complessa…E' stata Sylvestre…

HUGO:

Tu lo sapevi (o ne eri al corrente) e non mi hai detto mezza parola (o niente)! Mi avete preso tutti e due per un deficiente (o un idiota o un cretino o uno stupido)! Mi avete preso bellamente in giro (o per il culo)! Vi siete serviti ( o approfittati) di me per i vostri mediocri (o meschini) intrallazzi!

LEON:

Ti ripeto che non c'entro! Ti prego, Hugo, stai calmo (o calmati).  

SI FA BUIO MENTRE HUGO SI AVVICINA A LEON.

BUIO VELOCE

POCHE ORE DOPO

(SYLVESTRE, PIEGATA SU LEON, CHE E’ SEDUTO SU UNA POLTRONA, GLI TAMPONA UN OCCHIO NERO)

LEON:

Lo ripeto: smetto, smetto! Basta! (o Non ce la faccio più)

 

SYLVESTRE:

Ma Hugo non ce l' ha con te!

LEON:

Ma sono io che ci vado di mezzo, a questo punto dico basta prima di farmi massacrare!

SYLVESTRE:

State facendo un lavoro straordinario, questa, Leon, è la tua regia più bella!

LEON:

Ho bisogno di tranquillità (o di calma), di persone normali, anche (o al limite) di restare disoccupato (o senza lavoro)!

SYLVESTRE:

Rifletti, non puoi lasciare. (o interrompere o mollare)

 

LEON:

Ebbene, non sarebbe la prima volta che un regista da forfait. Trovatene un altro, ce ne sono tanti (o non ne mancano di sicuro o sai quanti ce ne sono), uno robusto, uno che sappia di (o conosca le) arti marziali! Ma io ho chiuso.

 

HUGO:

(APPARE DALLA SALA) Trova un sostituto anche per me, già che ci sei!

SYLVESTRE:

(SENZA ABBATTERSI) Ma cos’è questo uno psicodramma? (o ma che siamo in uno psicodramma?)

HUGO:

(SALE SUL PALCOSCENICO) Se tu fossi un uomo, Sylvestre, ti romperei la faccia…(nel testo: Se tu avessi 10 anni di meno, ti spaccherei la faccia, Sylvestre) Scusami, Leon, c’eri tu lì davanti…Mi è partito da solo…

LEON:

Si dia il caso che ci sia sempre io là davanti quando parte da solo!

 

SYLVESTRE:

Hugo, ora che siamo più tranquilli (o ora che la rabbia è sbollita) cerchiamo di parlare con calma.

 

HUGO:

Ma io sono calmissimo, estremamente calmo. Uno, tu non sei più la mia agente, due, protesto (o stralcio) il mio contratto, tre...

 

SYLVESTRE:

Tre?

HUGO:

Passando ti ho sfregiato, per tutta la lunghezza, la tua Porche.

 

SYLVESTRE:

(GEME) Eh!

HUGO:

Non dovevi parcheggiarla davanti al teatro.

SYLVESTRE:

Tu scherzi? (o Stai scherzando?)

HUGO:

Nel mio stato, visto che sono condannato, non ho più niente da perdere... (TOSSISCE FORTE) Porca puttana, mi riprende!

 

SYLVESTRE:

(VA VERSO DI LUI MINACCIOSA) Mi hai sfregato la Porche?

HUGO:

Esattamente. Mi conosci! Vedi, ci sono ancora delle tracce di vernice sulle mie chiavi. (MOSTRA IL SUO MAZZO DI CHIAVI SOTTO IL NASO DI SYLVESTRE. SYLVESTRE GLI SALTA AL COLLO)

SYLVESTRE:

Bastardo! bastardo!

 

HUGO:

Figlia di puttana!

LEON:

(TENENDO LA SUA BENDA) Per piacere! Hugo! Sylvestre!

 

(GIGI ENTRA E GUARDA LA SCENA CON CALMA, ACCENDENDOSI UNA SIGARETTA. LEON TENTA DI SEPARARE I CONTENDENTI E SI PRENDE UN COLPO DI GOMITO SUL NASO. HUGO E SYLVESTRE CONTINUANO A LOTTARE IN QUINTA)

LEON:
Smettete, siamo tra persone civili (o serie o evolute), non potete battervi come degli staccivendoli (o cenciaioli o buzzurri)!

 

GIGI:

(A LEON) Leon, non metterti in mezzo (o non t’immischiare). E’ un problema loro.

 

LEON:

Ma si uccidono!

GIGI:

Dove hai visto un attore far fuori (o ammazzare o uccidere) il suo agente? A parte ( o Forse) nei film dell'orrore.

HUGO:

(PROPRIO ALLORA RIENTRA IN SCENA CON IL MAGLIONE STRAPPATO SULLE SPALLE)(GUARDA I DANNI) Puttana (o Cazzo o Per la miseria), il mio pullover di cachemire! Non è possibile!

SYLVESTRE:

(TORNA PIEGATA IN DUE) Ah! la mia schiena!

 

GIGI:

Un punto per uno! Pareggio!

SYLVESTRE:

Che pareggio! Sapete quanto costa riverniciare la Porsche?

LEON:

Signori, per favore! Calmatevi!

SYLVESTRE:

Tremila euro, almeno!

HUGO:

Sei una ruffiana, Sylvestre! Una ruffiana con dei metodi da ruffiana! E una macchina  da ruffiana. 

SYLVESTRE:

Inutile ricordarti che sei una vecchia puttana (o vecchia ciabatta), sarebbe pleonastico.

 

(HUGOTENTA DI NUOVO DI SALTARLE ADDOSSO FERMATO DA LEON)

LEON:

Calmiamoci! calmiamoci! (o Stiamo calmi)

HUGO:

Questa vecchia puttana (o Questa vecchia ciabatta) quanto ti ha fatto guadagnare dopo quindi anni che mi sfrutti?

 

GIGI:

Che bel cast!  (o che bella distribuzione o che bei personaggi) Una vecchia puttana, (o una vecchia coabatta) una ruffiana e un’ex-alcolizzata! Si direbbe Brecht! (o Sembra Brecht)

LEON:

Beh, e io?

GIGI:

Ci hanno fregati, Hugo...Ma per una volta ce ne siamo accorti.

SYLVESTRE:

Che dici (o Come), vi siete fatti fregare? State sgobbando, cazzo (o per la miseria o porca vacca) C’è l’ottanta per cento di disoccupati nel vostro mestiere (o tra i vostri colleghi) e voi state montando una pièce (o commedia) formidabile (o straordinaria) e vi avrebbero fregati? E’ delirio puro! (o E’ pura follia!)

HUGO:

Tra un minuto ci chiederà pure di ringraziarla, questa (letterariamente) dorifora (o cavalleta o sanguisuga).

SYLVESTRE:

(A HUGO) Non volevo arrivare a tanto, ma ti manderò la mia fattura!

HUGO:

Con o senza il 10 per cento?

LEON:

(SEGUENDO SYLVESTRE CHE ESCE SCENDENDO DAL PALCO) Sylvestre, aspetta, mio cognato è carrozziere, ti può fare un prezzo speciale!

GIGI E HUGO SI GUARDANO. FINISCONO PER SCOPPIARE A RIDERE. UNA RISATA A CREPAPELLE

GIGI:

Passami un fazzoletto, mi si squaglia (o mi cola) il rimmel.

HUGO:

Eh!...Ah...(CERCA INVANO NELLE TASCHE DEI PANTALONI. SCOPRE UNA SCIARPA GETTATA SU DI UNA POLTRONA E LA PORGE A GIGI, CHE MACCHINALMENTE CI SI SOFFIA IL NASO)

GIGI:

Che cos’è?

 HUGO:

La sciarpa di Sylvestre.

GIGI SI METTE A RIDERE COME UNA BAMBINA, LANCIA LA SCIARPA A HUGO CHE LA USA PER PULIRSI LE SCARPE.

GIGI:

E’ la prima volta che la vedo così...…

HUGO:

In ogni caso (o Comunque), non ho salvato (o risparmiato) la sua Porsche!...Che bella soddisfazione!

GIGI:

Ricordi la volta che ti sei preso a botte con quel direttore di teatro? In che posto era? (o Dov’era?)

HUGO:

Quello che si rubava i fiori che io ti regalavo per portarseli a casa! Oh, sì! Gli ho fatto ingoiare un buquet (o mazzo) di peonie! Con tutto il gambo (o Con i gambi)! E tappandogli (o riempiendogli) la bocca con la carta d’alluminio (o stagnola)!

RIDONO COME BAMBINI. SUONA IL CELLULARE DI HUGO. LO PRENDE DALLA TASCA E RISPONDE)

HUGO:

(RIDENDO) Pronto?...(SERIO) Ah...Va bene, non va affatto bene! No, non scherzo ...E allora, anche se rido?...Ho il diritto di ridere! E di respirare pure (o Anche di respirare)!...Sì...Sì, anche tu mi fai cacare (o schifo)...e voglio essere gentile...No, non sono solo...Sì, perché lavoro, io, e non solamente con il culo, io! Giusto! (RICHIUDE IL TELEFONO. UNA PAUSA. GIGI OFFRE UNA SIGARETTA A HUGO) Se tu non mi avessi creduto moribondo (o morente), avresti accettato?

GIGI:

 Non lo so...Non avevo scelta. (PAUSA)  E a te cosa ha raccontato Sylvestre?

HUGO:

La verità...Che eri nella merda (o all’elemosina)...

GIGI:

Se tu smettessi di raccontare balle...(o di mentire...)

HUGO:

Io, racconto balle? (o mento?)

GIGI:

Nemmeno tu avevi scelta, Hugo!

HUGO:

Se ti fa piacere crederlo.…Non vorrai litigare...

GIGI:

Non c’è nessuna ragione per litigare...Ma non giocare con me! (o non scherzare con me o non prendermi in giro)! Riconosci almeno che non ti sta andando bene come un tempo...

 

HUGO:

(PAUSA) Ma non per questo mi sono attaccato alla bottiglia (o ho avuto bisogno di trincare o bere), io!.

GIGI:

Perché sei un uomo e c’è sempre lavoro per un uomo! Anche se ti ricopri di rughe o prendi dieci chili, non ha importanza! Non sei obbligato ad aspettare al telefono un appuntamento per dei ruoli orrendi che nemmeno riuscirai ad avere!

HUGO:

Mi sento in colpa (o desolato o Mi dispiace) di aver continuato a lavorare, me ne scuso umilmente! Se capisco bene, avrei

dovuto restare disoccupato perché tu ne uscissi?

 

GIGI:

Ma non è solo questo!

 

HUGO:

Sei tu che mi hai lasciato, te lo ribadisco (o ricordo)!

 

GIGI:

Cos’altro potevo fare, non mi amavi più...Se mai l’hai fatto!

HUGO:

Falso! Arcifalso! Sai perfettamente (o bene) che ti ho amato come un pazzo...Ho aspettato mesi sperando che tu tornassi...Come un fesso (o idiota o scemo)!

 

GIGI:

Sono dovuta andarmene perché ti accorgessi della mia esistenza!

 

HUGO:
Falso, sempre più falso! Te ne sei andata perché non mi amavi più!

 

GIGI:

Cosa?...

HUGO:

Noi due insieme si formava una ditta (o equipe o squadra) straordinaria, professionalmente parlando! E questo aiuta molto nella coppia. (o E questo aiuta, nella coppia, a rafforzarsi).

 

GIGI:

Come puoi dire una cosa simile (o questo)? Quando ci siamo conosciuti, io lavoravo già (o sono stata io che ho lavorato per prima!)

 

HUGO:

Non parlo di lavoro, parlo d'amore!

GIGI:

Anch’io!

 

HUGO:

Non posso dire di aver avuto (o che io abbia avuto) molte prove

GIGI:

Mi sono buttata dalla finestra per te, questa non è una prova?

HUGO:

Oh! Ancora con questa storia...(o Non vorrai ricominciare con questa storia...)

 

GIGI:

Sì, lo so, per te è stato un bluff tanto per farti cacare! (o per farti perdere tempo o per romperti i coglioni)! Te ne sei fregato (o fottuto) alla grande!

 

HUGO:

Ti ho chiamata all’ospedale!

GIGI:

Come minimo! (o Era il meno che potevi fare o Era il minimo)

HUGO:

Porca vacca, stavo girando in Sicilia, non potevo scappare! Ho sempre fatto in modo di esserci quando hai avuto bisogno di me! (GIGI ALZA LE SPALLE) Ero con te quando hai perduto il bambino...Dormivo in clinica nella tua stessa camera.

GIGI:

(PAUSA) Non l’ho perduto, tu lo sai bene...Non ho voluto interrompere la piéce (o la commedia)...Sono stata io a deciderlo...E’ comprensibile che tu ce l’abbia potuta avere con me...La colpa è mia... (o E’ mia la colpa o E’ colpa mia)...

HUGO:

Ti ho mai detto niente? Ti ho mai rimproverata di qualcosa allora (o in quel momento)?

GIGI:

Avrei preferito. (SI METTE A PIANGERE) Avrei preferito che tu m’ingiuriassi! Perché non mi hai obbligata a fermare la commedia, Hugo? Perché?

HUGO:

La commedia marciava come un treno...(o aveva un successo straordinario...)

 

GIGI:

Sei un mostro!

 

HUGO:
Noi siamo dei mostri. (PAUSA GIGI PIANGE SOMMESSAMENTE. LUI LE SI AVVICINA CON UN CERTO IMBARAZZO) Gigi…E' lontano ormai (o E’ tutto così lontano).....E’ finita...

 

GIGI:

(SI RADDRIZZA, LO GUARDA INTENERITA) Sì...E’ finita.

SI GUARDANO. GIGI GLI ACCAREZZA I CAPELLI. LUI L’ATTIRA A SE’. LEON RIAPPARE DALLA SALA

LEON:

Oh là là! Sylvestre è in un tale stato! Era talmente incacchiata che mettendo in moto (o partendo) ha distrutto il paraurti! (SI BUTTA SU DI UNA SEDIA) Che vogliamo fare, ma che vogliamo fare?

GIGI-HUGO:

Ricominciamo. (o Riprendiamo.)

LEON:
Eh?

HUGO:

Eravamo rimasti a: “Tu sei veramente la regina delle mignotte (o puttane)...Mona...

BUIO

UNA SETTIMANA PRIMA DEL DEBUTTO

(L’OSSATURA DELLA SCENA ORA E’ MONTATA)

LEON:

(E’ SOLO IN SCENA. PARLA CON QUALCUNO CHE STA ALLA REGIA IN FONDO ALLA SALA MENTRE PULISCE LA SCENOGRAFIA CON UNA SCIARPA DI SYLVESTRE, RESA NERA DALLO SPORCO) Dammi il 6 e il 7…Ecco…Qui c'è  un buco…Sulla scrivania....No, hai ragione, c’è un faro...OK...(GUARDA L’ OROLOGIO) Che stanno facendo? (VERSO LA REGIA) Hai visto Gigi e Hugo? ...Eh? Ah, i costumi...OK...

SYLVESTRE:

(ENTRANDO DALLA SALA ) Allora queste rifiniture...

 

LEON:

Veramente non siamo proprio in anticipo...(SYLVESTRE SALE SUL PALCOSCENICO. LEON ALLA PARLA CON LA REGIA) Devi fare attenzione al buio del secondo atto, è sempre un po’ rapido...

 

SYLVESTRE:

(SPIEGA UN GIORNALE SOTTO IL NASO DI LEON) Guarda qui...pagina intera. Hugo Martial Gigi Ortega si rimettono insieme (o si riconciliano o di nuovo insieme). (LEON SCORRE VELOCEMENTE L’ARTICOLO) A proposito, nessuno ha trovato la mia sciarpa?

LEON:

(SI RENDE CONTO DI TENERE TRA LE MANI LA SCIARPA ROVINATA E LA NASCONDE NELLA GIACCA) Del regista non se ne parla...Non è importante...(o Non ha importanza o Non conta niente)

 

SYLVESTRE:

Era un regalo, mi dispiace, ci tenevo molto...

 

LEON:

Vedo che parlano di te...

SYLVESTRE:

Per forza...Mi è costata quattromila euro di verniciatura e la schiena bloccata per una settimana...

LEON:

Se tocchi questo tasto...Dopo aver preso uno schiaffo e un pugno, dovevano almeno citare il mio nome.

 

SYLVESTRE:
Quel periodo lì è passato, adesso sono in pieno sdilinquimento (o adesso è tutto un tubare)! Questo è almeno è piacevole per tutti.

 

LEON:

Vuoi scherzare! Sono diventati di un moscio! Si guardano con gli occhi persi nel vuoto. Appena c’è una pausa, corrono a filtrare nei loro camerini! Qualche volta mi verrebbe voglia di buttar loro dei secchi d’acqua (gelata)!

SYLVESTRE:

Veramente? (o Che mi dici?)

LEON:

Fanno proprio cacare (o Danno il voltastomaco o Fanno rabbia), Sylvestre. Non è rimasto niente, nessuna intensità, prendono delle pause come fossero impiegati, e in più devono scopare ogni notte come dei pazzi (o devono passare delle notti di fuoco), sono distrutti, non se ne cava niente!

 

SYLVESTRE:

Avresti potuto dirmelo prima.

LEON:

E’ appena successo, è una cosa nuova, da appena una settimana...

GIGI:

(ENTRA DALLA PORTA DI SCENA) Hello! (FA UNA PAUSA PER FAR AMMIRARE IL SUO COSTUME DI SCENA. UN VESTITO NERO, MOLTO CORTO E CON UN GENEROSO DECOLTEE)

LEON:

Cos’è quello?

GIGI::

Che domande, il mio costume di scena! Buongiorno, cara Sylvestre, va meglio la tua schiena?

SYLVESTRE:

Nessun problema, mia Gigi...con un buon terapista.

LEON:

Cos’è quel vestito? Non vorrai mica mettere della roba del genere?

 

GIGI:

Perché? Trovo che mi stia benissimo!

LEON:

Non è questo! Mona non può andare da Avener mascherata da mignotta (o vestita da prostituta)!

GIGI:

Veditela con la costumista, io lo trovo perfetto! (A SYLVESTRE)  Sylvestre, tu che hai gusto che ne pensi?.

SYLVESTRE:

Bene...

                                                                                                                                                      

LEON:

Ma insomma, il bozzetto era tutt’altra cosa, così hai le tette praticamente al vento!

SYLVESTRE:

Vi lascio, salgo in ufficio! (ESCE)

LEON:

Conosco Heléne, lavoro con lei da dieci anni, non ha mai sbagliato nella realizzazione di un costume! (o non aveva mai dato un’interpretazione sbagliata dei costumi!)

GIGI:

D’accordo...Sono io che l’ho pregata di modificarlo un po’...Sembravo una vedova di guerra...Era troppo chiuso.

 

LEON:

Adesso non è più chiuso, è ridicolo!

GIGI:

Non la penso come te, e sono io che porto il costume...

 

LEON:

Ti ricordo che non sei al Crazy Horse, e si presuppone che dovresti far commuovere! Così,  per la tua entrata rischi di raccogliere delle gran risate,

GIGI:

Mio povero Leo, io potrei far piangere anche con uno slip di strass!

LEON:

Non ne dubito!

 

GIGI:

Prego?

HUGO:

(ENTRA DALLA PORTA DI SCENA)  Che succede, Gigi? Problemi?

LEON:

Hai visto il suo vestito?

HUGO:

Sì...E allora?

LEON:
Non può indossarlo! Non è nel personaggio:

 

HUGO E GIGI SI GETTANO UNO NELLE BRACCIA DELL’ALTRO E SI ABBRACCIANO VORACEMENTE

HUGO:

Se Mona vuole sedurre Avener, deve adoperare tutti i mezzi.

SI ABBRACCIANO DI NUOVO

LEON:

Ma lei non vuole sedurlo, vuole solo la grana (o i quattrini) per salvare il suo marmocchio! (Il termine grana e marmocchio riflettono il modo popolare usato in francese)

HUGO:

Grazie, la commedia l'ho letta pure io! Personalmente trovo questo vestito interessante, e poi le sta da Dio (o le sta benissimo)...Girati mia cara...

GIGI ESEGUE, SI INCOLLA A LUI CHE L’ABBRACCIA

HUGO:

Diciamo che è leggermente (o un pelino) troppo corto!

LEON:

Leggermente (o Un pelino)? In prima fila le vedranno le tonsille quando si siederà.

GIGI SOSPIRA SPREZZANTE. SYLVESTRE RIAPPARE IN QUINTA

GIGI:

Beh, si prova? Tengo a precisare che andiamo in scena tra una settimana!.

SYLVESTRE:

Vi da noia se io guardo un po’?

GIGI:

Al contrario...Vedrai, siamo soddisfatti di noi, eh Hugo?

 

HUGO:

Sì, ci siamo entrati alla grande!

LEON:

(SPICCIO) Su, avanti…(ALLA REGIA)) Riprendiamo dall'ingresso di Mona.

SYLVESTRE E LEON SCENDONO DAL PALCOSCENICO, MENTRE GIGI E HUGO S’ABBRACCIANO VORACEMENTE, SENZA POTERSI STACCARE

LEON:

(DALLA SALA) Bene! Volete iniziare?

SI LASCIANO CON DISPIACERE LANCIANDOSI DEGLI SGUARDI INNAMORATI. RECITERANNO LA SCENA FIACCAMENTE, SENZA SMETTERE DI GUARDARSI, CON UN SORRISO INGENUO SULLE LABBRA

HUGO-AVENER:

(AL TELEFONO) Sì…perfetto…i ritocchi sono stati fatti...Le due giacche sportive e lo smoking?…Passo a ritirarle domani…Ben, arrivederci. (RIATTACCA)

GIGI-MONA:

(ENTRA, FA UNA PAUSA SULLA PORTA, E’ MOLTO PROVOCANTE) Buongiorno Avener…sei stato gentile a ricevermi.

HUGO-AVENER:

(FA UNA PAUSA. GUARDA GIGI AMOREVOLMENTE) ) Betty, venga nel mio ufficio e riaccompagni la signora Fischer…

GIGI-MONA:

Betty…se n’è andata.

HUGO-AVENER:

Ascolti Signora Fischer, non ho nessuna intenzione di vederla, né di ascoltarla…Le chiedo di andarsene. Grazie. Mi deve scusare, ho delle pratiche da esaminare. (VA A PRENDE UNA PRATICA E LA SFOGLIA)

 

GIGI-MONA:

Hai ricevuto la mia lettera? David non sta bene in questo periodo…

HUGO-AVENER:

Quanto tempo è che non ci vediamo?

GIGI-MONA:

Dieci anni credo…

HUGO-AVENER:

E dopo dieci anni, dopo aver spremuto tutti gli amici di sua conoscenza, si è ricordata che ne restava ancora uno?

LEON:

Tutti i gonzi (o gli sciocchi), tutti i gonzi (o gli sciocchi) di sua conoscenza!

GIGI-MONA:

(CADE IN GINOCCHIO PIANGENDO) Respira sempre con più fatica...soffre enormemente. Ha perduto del tutto l’appetito.

HUGO-AVENER:
(LE GUARDA FISSO SUI SENI)Ah no, con me non attacca…Signora Fischer, abbia un po' di buon gusto…spera di commuovermi piangendo?

LEON:

(DALLA SALA) Come un vitello...piangendo come un vitello...

 

GIGI-MONA:

(CONTINUA SENZA CURARSI DI LEON) Per te sono degli spicci (o So che per te è una cosa da niente o So che per te è poca cosa), Ti restituirò questi soldi. Te lo giuro sulla sua testa...

GIGI POSA LE MANI SU UNA COSCIA DI HUGO CHE RESTA VISIBILMENTE TURBATO

HUGO-AVENER:

Non voglio più avere a che fare con lei, mai più! Esca, per favore!

GIGI-MONA:

No!

HUGO-AVENER:

Come no!?

GIGI-MONA

(SI SIEDE ACCATTIVANTE SUL BORDO DELLA SCRIVANIA,  IL CORTO VESTITO RISALE SULLE COSCE CHE HUGO GUARDA) Lasciami il tempo di spiegare (o Lascia almeno che ti spieghi). Non hai mai voluto sentire le mie ragioni! (o Non mi hai mai permesso di spiegarmi o Non hai mai voluto che mi spiegassi).

HUGO-AVENER:

Cosa devi spiegarmi? (o Spiegare cosa?) Che hai bisogno di ventimila dollari per far curare  tuo figlio?

LEON:

(DALLA SALA) "Il tuo bastardo", non tuo figlio…"il tuo bastardo"…Riscrivete pure

la commedia? Cosa state dicendo? Che recitate? Una sitcom per la TV! (RISALE SUL PALCOSCENICO. A GIGI) Perché ti siedi in questa maniera?

GIGI:

E perché no?

 

LEON:

(A HUGO)  E tu, smetti di fissare i suoi seni, non è certo questo il momento opportuno.

 

HUGO:

Io non fisso i seni, come dici tu, io recito!

GIGI:

Sai che succede, Hugo? Leon, se la fa sotto dalla paura (o è così impaurito) che riversa le sue angosce su di noi! Leon, non sei il solo, abbiamo tutti paura, ma cerca di non interromperci mentre recitiamo (o lavoriamo).

SI ABBRACCIA CON HUGO CON PASSIONE E SI STENDONO SULLA SCRIVANIA, CONTINUANDO A FILTRARE OLTRAGGIOSAMENTE SOTTO IL NASO DELL’ARRABBIATO LEON 

LEON:

Se vi scoccia veramente d’essere diretti, posso anche andarmene, è così semplice! Avete la memoria, i movimenti possono andare. Fatelo (da soli). Se poi volete che vi dica: formidabile, ve lo dico: formidabile!

 

GIGI:

In più sei pure paranoico!

HUGO:

(A SYLVESTRE IN SALA) Tu Sylvestre,  cosa ne pensi?

SYLVESTRE:

(SALE SUL PALCO) Non vedevo le prove da dieci giorni...sta prendendo forma…

GIGI:

(A LEON) Vedi?

SYLVESTRE:

Devo dirti, Leon, che non sono del tutto d’accordo con te per il vestito di Gigi...E’ vero che è un colpo di flash straordinario. Entra e non si vede che lei.

 

HUGO HA UNA REAZIONE ALL’ISTANTE

LEON:

Dai Sylvestre, non è questa la commedia .

SYLVESTRE:

E' una chiave di lettura. (o E’ un’interpretazione). Di chi seguiamo la storia? Di Mona. Io la vedo così...

HUGO:

Un pochino, ma è anche la storia di Avener!

SYLVESTRE:

Ma certo...

 

GIGI:

Mona è una madre, siamo d’accordo, ma è pur sempre una femmina…Non può vestirsi come un vecchio trombone! Credo che l’autore non volesse questo. (o Credo che questo non sia la volontà dell'autore).

LEON:

E l’autore voleva farvi cambiare il testo? (o Ed è la volontà dell’autore farvi cambiare il testo?)

 

HUGO:

(SENZA ASCOLTARLO) E’ vero che l’aspetto un po’ sexy del vestito e del modo di fare, toglie del pathos. Così io non posso più tenere il personaggio nella stessa maniera.

SYLVESTRE:

Al contrario. Sei perfettamente coerente, Hugo, il personaggio è totalmente soggiogato…Non è vero, Leon?...Capisci dove voglio arrivare?

LEON:

Beh, direi di sì...penso di aver capito (o intuito)...

HUGO:

Ma no,  Avener non può essere  soggiogato da una poveretta (o una donna da niente) che gli mostra il culo (o gli mostra un po’ di carne),  è un po’ più complesso...

 

GIGI:

Una poveretta (o La donna da niente), come la definisci tu, è comunque il grande amore della sua vita..

HUGO:

Non mi fraintendere, Gigi, ma posso capire le reticenze di Leon…Così   sminuisci un po’ il personaggio di Mona…A mio modesto avviso.

GIGI:

Lo sminuisco o non si vede che lei? Mettetevi d’accordo.

LEON:

Scusatemi un minuto, ragazzi, devo chiamare la scenografia. (SCAPPA IN QUINTA)

GIGI:

Non capisco perché si sia fissato su questo vestito.

SYLVESTRE:

Ha paura che tu sia troppo forte.

HUGO:

Rifletti, sicuramente Mona non si sarebbe vestita così.

GIGI:

Di cosa hai paura? Che non ti si veda più? (o Che tu possa scomparire?)

HUGO:

Non essere stupida (o sciocca)!

 

GIGI:

Posso vestirmi color tappezzeria, se ti fa piacere. Un delizioso color grezzo! Tono su tono con la scena!. Con dei collant color moquette!

HUGO:

Ecco, stai correndo (o virando o vai dritta o  infilandoti) verso l’imbecillità pura!

 

GIGI:

E te, che hai rizzato un casino (sollevato un vespaio) per la tua camicia con il collo troppo alto e che ti  stringeva le spalle! Per non parlare dei soprattacco.

 

HUGO:

Che, soprattacco? Quale soprattacco?

SYLVESTRE:

A che serve insultarvi (A che servono questi insulti)! Sono dettagli!

GIGI:

Come mai deve rompermi l'anima per il mio vestito, se ha le scarpe con il tacco di cinque centimetri! E’ Avener, questo? Un uomo sicuro di sé che porta i tacchi? Dove l’hai mai visto recitare? (o Come puoi interpretarlo?)

 

HUGO:

Gigi, ora cominci veramente a stancarmi! (Per me) puoi anche recitare con una piuma nel culo (o tra le chiappe) se ti fa piacere?

 

GIGI:

Povero idiota! (o stronzo o scemo o mentecatto)

 

LEON:

(RIENTRA) Domani riposo, insomma italiana se volete, devono pitturare la scena! Si riprende?

 

HUGO:

Gigi, uno dei tuoi più grossi limiti, è la volgarità.

LEON:

Siamo ad una settimana dalla prima, non perdiamo tempo! Su, si riprende, ragazzi! (A LA REGIA) Si riprende dall’ingresso di Mona! (GIGI NON SI MUOVE) Vai, Gigi?

GIGI:

No, non mi muovo, fino a quando non abbiamo chiarito il problema del mio vestito.

SYLVESTRE:

Gigi, abbiamo già chiarito…Ti piace? Tienilo.

GIGI:

Ci sono troppe riserve, questo mi blocca!

HUGO:
Ma che cacona! (o Che scassacazzo o Che rompipalle o Quanto rompi)! Mio Dio, che cacona! (o Che scassacazzo o Che rompipalle o Quanto rompi) (VA VERSO LA QUINTA)

LEON:
Cosa fai?

HUGO:

Mentre madame (o la signora) si sblocca! Vado a concentrarmi nel mio camerino! (ESCE)

GIGI:

Dieci minuti fa, impazziva per questo vestito…

SYLVESTRE:
Lo trovava giusto per farti piacere…E’ molto charmant (o grazioso) da parte sua...in più, è una maniera carina per dimostrarti il suo affetto…E poi gli faceva comodo.)

GIGI:

In che senso, gli faceva comodo?

SYLVESTRE:

Tu lo conosci meglio di me e sai che è piuttosto complicato...Con un vestito simile, non è facile recitare sobriamente...E lui è lì che eccelle...

GIGI:

E allora, dove sta il problema! (o Non vedo il problema)

LEON:

Sylvestre vuole dirti che tutti trovano questo costume orrido (o una cacata), ma non

te lo diranno mai...per diverse ragioni.

 

GIGI:

Ho capito!...Non pensavo che sarebbe arrivato sino al punto di tentare di coprirmi! (o fino al punto di volermi annullare completamente! o fino al punto di farmi scomparire! o fino al punto di coprirmi!)

 

SYLVESTRE:

Non è cattivo.

GIGI:

No, solo meschino...Crede di fregarmi così...Sogna!...Leon, vai a chiamarlo nel suo camerino, che poi si ride!

LEON:

Non vorrete riprendere a litigare?

SYLVESTRE:
Assolutamente no, Leon, adesso sono pronti a lavorare. (LEON ESCE DI QUINTA)  Penso che non ci sia più bisogno di me, vi lascio provare...

 

GIGI:

Sylvestre?

SYLVESTRE:

Che c’è, (o  Dimmi,)  Gigi?

GIGI:

Come si può amare una simile monnezza ( o carogna o uno stronzo simile o un simile disgraziato)?

 

SYLVESTRE:

Sarete sublimi tutti e due! Lo fiuto (o lo sento)! E quando io lo fiuto (o lo sento)! (ESCE DI QUINTA)

GIGI:

(RIMASTA SOLA, OSSERVA IL COSTUME, POI VA VERSO LA PORTA DEL GIARDINO) Hélène! Hèléne, vieni a vedere! Te l’avevo detto che non andava per niente (o che non andava bene) questo vestito!

BUIO-MUSICA

GIORNO DEL DEBUTTO

(IL SIPARIO E’ CHIUSO. SI SENTE IL RUMORE DEL PUBBLICO CHE PRENDE POSTO. LEON GUARDA DA UN BUCO DEL SIPARIO NELLA SALA. SYLVESTRE ENTRA DI QUINTA)

SYLVESTRE:

Esaurito! Non sanno più dove metterli! Ah, come adoro tutto questo! (o Come sono felice! o Come mi piace!) (GUARDA ANCHE LEI DAL BUCO DEL SIPARIO) Rilassati Leon! Sarà un successone! Hai paura? (o Hai la tremarella?)

LEON:
Assolutamente no! (o Per niente!)…Sono stanco…Il contraccolpo di questi ultimi giorni...Come se avessi attraversato l’Atlantico a nuoto...Per quale ragione, Sylvestre, facciamo questo mestiere del cavolo (o questo mestiere orrendo o del cazzo)?

SYLVESTRE:

Che domanda! Perché lo amiamo! Le belve come vanno (o stanno)?

LEON:
Non si rivolgono più la parola da una settimana...Inutile spiegarti quanto sia stato facile dirigerli...(Non ti dico quanto sia stato facile dirigerli...)

SYLVESTRE:

Ma sono pronti?

LEON:
Se è per questo, sono proprio nei personaggi!

SYLVESTRE:

Ce l'abbiamo fatta! Tu ce l’hai fatta!...Sinceramente...penso che nessun altro avrebbe resistito. Possono ringraziarti...ed io pure. (LEON ABBOZZA UN SORRISO) Sei un grande, Leon! Chapeau! (o Complimenti! o Tanto di cappello!)

 

LEON:
Beh...Vado in regia.

 

SYLVESTRE:

Allora merda, merda, merda! Ricordami, devo darti una commedia, un gioiello! Un giovane autore...pane per i tuoi denti…A proposito, hanno consegnato i fiori a Gigi?

 LEON:
Le peonie?…Sì, le ho pagate io…Ti ho conservato lo scontrino (o la ricevuta)...

 

SYLVESTRE:
Allora sei libero a gennaio? (USCENDO CON LEON)

LEON:

Per adesso sì...(SI ALLONTANANO DALLA QUINTA DEL GIARDINO)

 

GIGI ENTRA DA DESTRA. HA L’ARIA TESA. INDOSSA UN COSTUME TEATRALMENTE GIUSTO. CAMMINA SUL PALCOSCENICO RIPETENDOSI LE BATTUTE

HUGO ENTRA A SUA VOLTA, LA IGNORA E VA A GUARDARE DAL BUCO DEL SIPARIO. GIGI GLI LANCIA DEGLI SGUARDI INSISTENTI, CHE LUI NON RACCOGLIE.

GIGI:

Hugo…(HUGO SI GIRA CON FREDDEZZA VERSO DI LEI) Grazie per i fiori...

HUGO:

I fiori?

GIGI:

Le peonie…Ti sei ricordato che adoro le peonie…Grazie.

HUGO:

Ma, io non ti ho mai...(SI BLOCCA)…Ah, sì…i fiori...E’ una consuetudine.

 

GIGI:

E' stato proprio chic (da testo) da parte tua aver fatto il primo passo, mi sono sentita proprio sciocca…E’ talmente stupido litigarsi così...diciamo per niente...

HUGO:

Normale…(o E’ normale...) i nervi…(GUARDA IN SALA)

GIGI:

(LE SI AVVICINA) Chi vedi? ( o Vedi qualcuno?)

HUGO:

Ci sono tutti…Ci aspettano...

GIGI:

Sono terrorizzata… Da stamattina faccio pipì ogni tre minuti …(LO PRENDE TRA LE BRACCIA) Stringimi forte.

HUGO:

Smettila…Sai che detesto essere toccato prima di un debutto.

GIGI:

(SI ALLONTANA) E se vado in panne? (o E se se non ci riesco?) Non so più niente, non ho più memoria...Mi aiuti, Hugo, se ho un buco (di memoria).

 

HUGO:

E quando ti è successo di avere un buco il giorno della prima?

GIGI:

C'è sempre una prima volta!

 

HUGO:

Smettila di dire cazzate! (o stronzate o fesserie)! Va a finire che mi porti iella!

GIGI:

Come se tu non avessi paura!

 

HUGO:

Io non ho paura, ho semplicemente una diarrea galoppante da ieri, ma non ho paura.

GIGI:

Facciamo (o Si fa o Vogliamo fare) come un tempo (o una volta)?

HUGO:

Cosa?

GIGI:

Ti ricordi, prima che si alzasse il sipario, cosa facevamo? Lo fai più?

HUGO:

Certo che no! E’ ridicolo...

 

GIGI:

...Lo facevamo sempre…Hugo, dai (o ti prego)!

HUGO:

Non abbiamo più l'età!

GIGI:

Su (o Dai), Hugo! Ci portava fortuna.

HUGO:

E' ridicolo!…Se qualcuno ci vede…

GIGI:

Chi se ne frega! (o E allora?)…E poi non c'è nessuno…Dai! sai quanto sia importante!

 

ESEGUONO UNA SPECIE DI BALLETTO I BAMBINI QUANDO IMITANO I BALLERINI CLASSICI. HUGO, TENENDO I BORDI DELLA SUA GIACCA COME UN TUTO, GIRA ATTORNO A GIGI CHE MIMA DI STARE SULLE PUNTE, LE BRACCIA A CERCHIO SULLA TESTA. FINISCONO PER SCOPPIARE A RIDERE.

HUGO-GIGI:

(IN CORO) Li vinceremo! Li vinceremo!

BUIO-MUSICA

RISUONANO I TRE COLPI (Segna l’inizio dello spettacolo per il teatro francese) IL SIPARIO SI APRE SULLA SCENA DELL’UFFICIO. IL FONDOSCENA E’ OCCUPATO DA UNA PORTA FINESTRA IN VETRO. E’ IL TRAMONTO.

GIGI-MONA E’ SULLA PORTA, STA PER ANDARE.

GIGI-MONA:

Addio! Avener! (ESCE)

HUGO-AVENER:

(ALLA SCRIVANIA) Mona!...

APRE UN CASSETTO, PRENDE UN REVOLVER, LO PORTA ALLA TEMPIA E SPARA, IL TUTTO MOLTO TEATRALE, ANCHE ESAGERATO. CROLLA SULLA SCRIVANIA.

GIGI-MONA:

(RIAPPARE) Avener! Avener!

CORRE VERSO DI LUI, VITTIMA DI UN ARRESTO CARDIACO SOFFOCA CROLLANDO SULLA SEDIA.

 

                                                                                           BUIO – MUSICA DRAMMATICA     

RITORNA LA LUCE. GIGI E HUGO SI ALZANO E VENGONO IN PROSCENIO.

HUGO:

(AL PUBBLICO) La commedia che abbiamo avuto l’onore di recitare per voi questa sera è di Vernon Davis.

GIGI:

Per la regia di Leon Lefranc.

ENTRA LEON CHE VIENE A RINGRAZIARE

LEON:

Grazie agli strattagemmi di Sylvestre l’agente delle star e la star degli agenti!

ENTRA SYLVESTRE CHE VIENE A RINGRAZIARE

SYLVESTRE:

Con Hugo Martial!

HUGO RINGRAZIA

LEON:

E Gigi Ortega!

RINGRAZIANO TUTTI

BUIO FINALE - MUSICA

FINE