Un indagato
Monologo
di Paolo Avanzi
Personaggi:
un uomo
In scena un uomo seduto sta di fronte ad una sedia vuota.
L’uomo si rivolge ad essa come se si trovasse di fronte ad un ispettore di polizia.
“Luigi Domelli? Mai visto, né sentito. Conoscevo un certo Comelli… o Pomelli… Ma Domelli Luigi… no, proprio no. Ho avuto diversi Luigi tra amici, parenti… Ma Domelli è un cognome che non mi dice… Oddio, non è che non mi dice niente, è che non… Non saprei che dire…
Giovedì alle
7 di sera? (pausa) Me ne stavo a casa a vedere la televisione. Ne sono
sicuro al cento per cento, perché a quell’ora io sto sempre a vedere la tele…
No, non c’è nessuno che possa confermarlo, anche perché vivo da solo. (pausa)
E’ una colpa vivere da solo? Ah, già, l’alibi…
E’ il colmo… se uno se
ne sta a casa per i cavoli suoi senza dar fastidio a nessuno rischia la galera,
un altro invece che se ne sta in mezzo a… dei balordi la passa liscia…
Guardi che io ho la coscienza a posto. Insomma non sono certo peggio di tanti altri…
Il mio medico? Che c’entra il mio medico!
Le pastiglie? (lui estrae dalla tasca una scatola di pastiglie con un foglietto di carta) Ecco, qui ci sono le pastiglie e la prescrizione del medico… Le ho sempre prese… Va be’ lo ammetto… Non proprio sempre. E’ che mi danno un intontimento, una nausea… Quando le prendo mi sembra… di perdere il contatto con la realtà… tutto mi sembra piatto, opaco…
Lei non mi crede, vero? Da subito, sa? Appena ho messo piede qui dentro ho notato il suo sguardo sospettoso… E allora indaghi, indaghi pure, caro ispettore, io non ho niente da nascondere… Vita normale, lavoro normale, famiglia normale, genitori normali… sono… solo. Il che non significa, spero, che mi si consideri uno svitato, un tipo pericoloso… Mi piace fare una vita tranquilla, io non dò fastidio agli altri e che gli altri non diano fastidio a me. Vivi e lascia vivere.
No, come le ho detto, Luigi Domelli, non l’ho mai conosciuto… Conoscevo un certo Luigi Lomelli, sì… faceva il commercialista… Brava persona, oddio brava, era anche un po’ stronzo a dire la verità, esoso… e anche infido… Ma questa è un’altra storia, no? Del resto ognuno ha le sue simpatie, antipatie… E lei caro ispettore? Ah, giusto, gli ispettori fanno solo domande…
(Lui si alza in piedi). Be’, se non ha altro da chiedermi io me ne andrei… (pausa). Non è finita? E va be’ andiamo avanti in questa… farsa… (lui torna a sedere).
Francamente non so nemmeno perché mi ha convocato… E’ chiaro che lei non si fida di me… Se io mi fido di me? Non lo so, forse, dipende dalle circostanze…
Le pastiglie, sì, le pastiglie le ho sempre prese… almeno negli ultimi giorni… Oggi per esempio… devo ancora prenderle… Non le ho prese nemmeno ieri, francamente, né l’altro ieri… Mi danno nausea, intontimento…
Luigi Domelli… Ma come è morto? (pausa) Ah, dovrei sapere io come è morto? Guardi che per me può essere perfettamente vivo e vegeto. Anzi, me lo auguro per lui.
(Con aria pensierosa) No, sinceramente non è che me lo auguro… Ma non sono stato io ad ammazzarlo… L’avrà fatto qualcun altro… Uno stronzo del genere ne avrà avuti di nemici… Fin da piccolo, alle elementari… No, non è che la memoria mi sta tornando… E’ lei, caro ispettore, che con i suoi silenzi, le sue allusioni… mi sta facendo il lavaggio del cervello… Li conosco i vostri metodi, sa? Uno alla fine, se non ha la schiena diritta e solida come il marmo, ne esce sempre colpevole!
Mentre i criminali, gli assassini veri, quelli tutti di un pezzo, la fanno sempre franca…
Domelli, Tomelli, Pomelli… può essere, tutto può essere… una consonante al posto di un’altra… Ma cosa vuole che me ne freghi… E’ passato tanto tempo…
Qualche porcheria , non dico di no, l’avrò fatta anche io in tanti anni… Io sono un tipo calmo e buono, ma se qualcuno mi urta, di proposito, intendo, con cattiveria… (pausa).
E’ che mi sfuggono i dettagli…. Tutto così confuso… Ma è lei che deve indagare, no?
Gliel’ho già detto: giovedì alle ore 19.00 stavo davanti alla televisione… Be’ non è che tutti tutti i giovedì sera li passo davanti alla televisione… Ma poi, scusi, di quale giovedì stiamo parlando? (pausa) Dovrei saperlo io? E allora le potrei parlare di un giovedì… a caso… in cui un tizio… a caso… ammazza un altro tizio… a caso… (pausa).
E va bene, lo ammetto… io quel Domelli o Comelli o quel diavolo che è, lo conoscevo… Facevamo le elementari assieme, le medie… Era uno stronzo, anzi, un bastardo patentato… Ruffiano con le maestre, bullo con i compagni più timidi tipo me, il classico prototipo in embrione di carrierista dedito al mobbing… e alla rovina delle persone perbene… Ne ho conosciuti, sa?, di individui del genere… e, guarda caso, sono tutti ai posti di comando in questa maledetta società… E lei, caro ispettore, viene a fare le pulci a un poveraccio come me?
No, non voglio fare il giustiziere. Vivi e lascia vivere… come le ho detto. Il punto… Sa quale è il punto… è che se uno non ti lascia vivere, che fai? Ti devi difendere, adotti le tue contromisure… A volte è come un tarlo, sa?, che gira e gira nel tuo cervello e non ti lascia stare, e va avanti da anni e anni… E bisogna trovare delle soluzioni… Nel tuo cervello? Oh, per questo ci sono le pillole (estrae dalla tasca la scatola di pastiglie e le agita)… Ma per quello che sta fuori… dal tuo cervello? E’ questo il problema: come la controlli la realtà? …il male?!
Quando passi ore, giorni interi a vedere alla tele… scene di sopraffazione, di violenza, ti immedesimi a tal punto in certi personaggi… che se uno mi chiedesse: sei tu che hai fatto fuori Tizio o Caio? Be’, guardi, avrei qualche dubbio a rispondere di no… Se poi ci mettiamo anche le virgole di mezzo, le consonanti, Tomelli, Domelli, Pomelli… è un bel casino, eh, ispettore!
Non ho alibi, gliel’ho già detto… Un movente… bah, gira e rigira, quello lo si trova sempre… Anzi te lo trovano sempre. L’arma del delitto pure, una pistola, un coltello, un cacciavite… Vittime, cioè, farabutti da eliminare… non ne parliamo.
(Estrae alcune compresse dalla scatola e le inghiotte nervosamente). Ha visto? Faccio come mi ha detto il dottore… Sono ligio alle regole, io, le prendo anche se mi fanno schifo… Secondo me, non servono a niente.
La mia… malattia? Non voglio nemmeno pensarci. Mi preoccupa piuttosto la memoria… che va e viene… Un giorno mi sento innocente e un momento dopo… E poi sono suggestionabile, sono maledettamente suggestionabile… e questa, questa qui intorno è l’atmosfera perfetta per… farmi sentire un verme.
(Lui si gira nervosamente nella stanza). Immagino che se mi dichiarassi colpevole, tutto andrebbe a posto, almeno per lei, caro ispettore, vero?
Potrei resistere ore, giorni, settimane, mesi… Dichiarare e giurare la mia innocenza… Ma chi mi crederebbe? Non so… A questo punto sto pensando a come avrei potuto far fuori questo Luigi Tomelli o Comelli o come diavolo si chiama… Una pugnalata alle spalle, veleno, strangolamento… E quando? In quale giovedì alle ore 19 io lo avrei ammazzato?
Perché sono io il principale indiziato… Il poveraccio da incastrare… L’anello debole della catena, vero ispettore? Lo sapevo, sa? Che saremmo arrivati a questo punto, che era stato tutto deciso, fin dal primo momento… Sì, sono perfetto come capro espiatorio… e purtroppo sono talmente coglione, intriso di tali e tanti sensi di colpa che non ho nemmeno la forza di reagire… Se siamo arrivati a questo punto, in fondo me lo merito… A tutto c’è una ragione… Vero, ispettore?
(Lui incrocia i polsi davanti alla sedia di fronte come nell’atto di essere arrestato). Avanti, facciamola finita, mi arresti, è questo che voleva, no? (Rimane fermo in silenzio).
Allora, ispettore, che aspetta? Ispettore?! (Lui si avvicina alla sedia, fa come per toccare la sagoma dell’ispettore, accorgendosi però che la sedia è vuota. Si trattava di una sua allucinazione. Ha una espressione di smarrimento e sorpresa.)
Stavo sognando… Ah, già, le pastiglie… le pastiglie stanno facendo effetto… Dio mio, le solite allucinazioni… Che stupido… Luigi Tomelli o Domelli… (ridacchiando fra sé)… mai visto, né sentito… (Lui esce dalla scena scuotendo la testa e ridacchiando).