UN MARZIANO A ROMA
Commedia in sette quadri
di Ennio Flaiano
Personaggi
KUNT, marziano
ADRIANO, cronista
FABRIZIO, artista
FRED GOMES, professore d'arte varia
ALVARO, amico di
ORLANDO
MASSIMO e OLIVIERO, giornalisti
MARCO, fotografo
ALESSIO
ERCOLANI
BELLARIO intellettuali
ROMANO
LAZZARO
BARONE, funzionario
DOTTORE, commissario
ASTERIO, pittore
NARDONE, commendatore
IL RE D'ARCADIA, in esilio
YOUNG, attore
UN MENDICANTE, DUE STUDENTI
UN SARTO, UN FOTOGRAFO
UN PRETE, DUE PASSANTI
TRE IMPIEGATI, DUE OPERAI
DUE GUARDIE, DUE TELEFONISTI
DUE SIGNORI, TRE GIOVINASTRI
ANNA, ballerina
PATRIZIA e MARA sue compagne
GLORIA, contessa
ISABELLA, scrittrice
AMALIA e DIOMIRA, loro amiche
GRAZIELLA, attrice
UNA SVEDESE, UNA RAGAZZA
PASSANTI, SUONATORI DI JAZZ
AGENTI, GROOMS, INVITATI, CAMERIERI, ecc.
L'azione si svolge a Roma, da metà maggio a fine dicembre.
I nomi dei personaggi sono fittizi e gli avvenimenti pura fantasia dei personaggi.
NOTE SUI PERSONAGGI
Il Marziano è un giovane sui trent'anni. Niente di « diabolico » o comunque di strano nel suo volto e nelle sue maniere, che sono quelle di una persona perfettamente educata, con improvvisi slanci e cupi pentimenti. La sua disinvoltura è sempre meditata. Veste con sobria eleganza, cioè con una punta di goffaggine. Nell'ultimo quadro indossa un duffel-coat e si è fatto crescere una leggera barba.
Adriano è un giovane di trentacinque anni. È appassionato, volubile, confuso, cinico e sentimentale: un pasticcio di cui, egli per primo, non capisce niente. Veste senza nessuna cura, preferibilmente di grigio.
Fabrizio è l'artista libero, astuto, generoso e sempre a caccia di emozioni. Intelligente, si ritira a tempo. Veste di scuro, blu o nero, comunemente, senza eleganza. Ha trent'anni.
Fred Gomes ha quarantacinque anni, forse cinquanta. Si mantiene bene, veste con la equivoca serietà del magnaccia intellettuale. Un suo vezzo è di fissare, quando parla, l'interlocutore. Ha belle mani e se le guarda spesso. Nell'ultimo quadro ha perso un po' della sua sfrontatezza, parla a voce più bassa e ha gli occhiali.
Anna ha ventiquattro anni, ma spesso ne dimostra diciotto. È allegra ma pensosa e lontana, sfacciatamente dolcissima. Nell'ultimo quadro è una donna un po' stanca. Il suo fascino è anche nella prontezza delle risoluzioni, prese senza pensare agli altri, u-nicamente per seguire ciò che l'attrae, ma senza l'ombra di prostituzione. Veste di bianco, di celeste, di verde: è bionda.
Gli altri personaggi sono un po' suggeriti dalle loro azioni. Comunque, nessuno deve giustificare la caricatura, nemmeno le dame del quinto quadro, che anzi saranno belle ed eleganti, e tanto meno i personaggi minori: quali, ad esempio, il re d'Arcadia, che sarà imponente e languido, o Nardone che sarà confidenziale e veemente, ma con simpatica istrioneria. I giornalisti e gli intellettuali vestono con cura, hanno modi cortesi. Il pittore Asterio, alto e dinoccolato, settentrionale, ha un paio di pantaloni di tela, una maglia, una giubba larga. Mara e Patrizia sono due brave, oneste puttanelle, indossano con grazia abiti aderenti, ma senza sfarzo. Barone indossa un abito scuro e Dottore un abito chiaro. Il costume da centurione romano di Young è molto sobrio, senza elmo e mantello. Young ha i capelli tagliati cortissimi, un volto bello e inespressivo, la disinvoltura degli americani taciturni. Anna e Graziella, nello stesso sesto quadro, indossano tuniche da schiave egiziane con ornamenti essenziali, ma non ridicole parrucche.
QUADRO PRIMO
Musica astrale. Entrano il Marziano e Anna, leggendo messaggi.
Anna « Istruzioni per l'uso del migliore dei mondi possibili. »
Marziano « L'arte è un investimento di capitali, la cultura un alibi. »
Anna « Più una società è stanca, più ammira nella prostituzione la caduta dei suoi stessi ideali. »
Marziano « Il tiranno più amato è quello che premia e punisce senza ragione. »
Anna « Morire è un atto indecente. Tu sei nato in una società che sopporta soltanto l'idea della vita quotidiana. Morire è un atto indecente: ti sarà pagato, da chi resta, col silenzio e col rancore. »
Marziano « Supplemento alle istruzioni per l'uso del migliore dei mondi possibili: Se ammetterai che la m... » qui, una parola che non capisco « in fondo non è cattiva, dovrai mangiarla due volte al giorno. »
Anna « La parola serve a nascondere il pensiero, il pensiero a nascondere la verità. La verità fulmina chi osa guardarla in faccia. »
Escono Anna e il Marziano. La musica smette. Entra Adriano, trafelato.
Adriano Un essere di un altro pianeta è sceso a Roma con la sua aeronave! Cercherò di mantenere la calma, che ho perduto all'annunzio dell'incredibile evento e di reprimere l'ansia che subito mi ha spinto fuori di casa, per sapere se è vero. Tutta la popolazione si è riversata al centro della città e ostacola ogni traffico. È dunque vero? Non ci si muove più. La folla ondeggia, canta, grida, improvvisa danze. Ho visto i primi ubriachi. Vorrei raggiungere la redazione del mio giornale, certamente lì sapranno qualcosa, ma penso che sarà meglio non farsi vedere. Sono in ferie, ancora per una settimana. Segnate questo giorno come l'inizio della nuova storia! I tetti degli autobus brulicano di giovani e di ragazzi che urlano e agitano grandi bandiere. A tratti arriva, portato dal vento, un lontano scoppio di applausi, che riaccende la gioia e provoca sbandamenti, e una più viva confusione. O giornata felice!
Si leva il sipario. Un luogo cosiddetto "magnifico" di una Roma ideale: una scalinata, un obelisco, una fontana, palazzi. È una calda notte di metà maggio. Clamori di folla lontana. Un carabiniere sale di corsa le scale, due preti le scendono. Un vecchio mendicante con un berretto a visiera dorme accucciato in un angolo. Urtato dai passanti che salgono in fretta, Fabrizio scende le scale. È stravolto, inebetito, senza cravatta e senza scarpe, con calze di lana rossa. Adriano gli va incontro, sorpreso di vederlo in quello stato.
Adriano Fabrizio, che ti succede?
Fabrizio Adriano! (Scoppia in pianto.) Oh, non lasciarmi, che ore sono? Io avevo un appuntamento, resta qui, non lasciarmi, aiutami!
Adriano Che ti succede. Dio mio! Parla, siediti, non ti reggi in piedi. Dove hai messo le scarpe?
Fabrizio Le scarpe? Non lo so.
Adriano La tua mano sanguina.
Fabrizio Sì. È bello, il sangue... Quello degli altri mi fa orrore, ma il mio, il mio è l'unica prova che ancora esisto. Oh, Adriano! L'ho visto! L'ho visto scendere!
Adriano Dunque è vero! Quando? Dove? Racconta!
Fabrizio (siede su uno scalino) Lasciami respirare. No, non è possibile. Tutto deve cambiare. Se è vero quello che ho visto — e perché non dovrebbe essere vero? — se è vero, o Adriano, tutto deve cambiare! Non parliamo di questa nostra miserabile arte, che è un inganno, o forse una pietosa consolazione, ma la vita, i rapporti col prossimo, il determinismo cosmico, la religione, tutti questi concetti elementari che ci uccidono... Dammi una sigaretta. Grazie... La mano ti trema.
Adriano Sì, che mi trema. Mi dici cose che mi sconvolgono... Sì, tutto deve cambiare, non è possibile questa vita che ci prospetta solo l'orrore, il vuoto delle sue menzogne. Accendi bene... Dove l'hai visto?
Fabrizio Al Galoppatoio. Proprio quando è sceso. Guardami in faccia. Ti sembro pazzo? Ho l'aria di chi sta impazzendo? Ebbene, io divento pazzo.
Adriano Calmati, racconta tutto con ordine. Comincia dal principio.
Un passante si ferma ad ascoltare.
Fabrizio Ero uscito da casa. Avevo un appuntamento con una signora, bella, materna, ma tu la conosci... la Panocchia. No? Quella bruna dagli occhi larghi come l'inferno, ti piaceva tanto... Insomma, dovevo telefonarle per la conferma, perché andavamo in casa di una sua amica, che tra parentesi è una tua ammiratrice. Basta, invece di telefonarle, evidentemente invecchio, entro a Villa Borghese. L'aria era dolce, il cielo... hai mai visto un cielo più sereno e carico di promesse? Mi metto seduto in un prato, mi sdraio e mi esce di testa l'appuntamento. Ah, questo è il segno premonitore, sai, che nella vita arriva un certo momento in cui il cervello decide: sì, oggi vado con quella, e qualcosa, dentro di te, ti porta al cinema, o in una libreria, o in un prato. Stavo lì, ero felice. Di colpo, un cerchio d'oro nel cielo... un anello. Credevo a un'allucinazione, ma era fisica, persistente... Scende diritto come una spada, si ferma a una cinquantina di metri da terra, proprio contro il sole al tramonto, mandava il fruscio di un foulard di seta. Ho avuto tutto il tempo di guardarlo. Un gran piatto d'oro con una mezza cupola. Bello, lucente! Di colpo scende e si ferma, da qui a quella casa. Fremeva come un calabrone. La gente intorno scappava, urlava, mi trovo un bambino tra i piedi, casco in un fosso, scappo anch'io. La paura? No, era uno sgomento nuovo, che mi dava le vertigini, scappo senza vedere dove, piangendo e ridendo, preso a tratti da una felicità insostenibile, assurda, ma anche dal terrore. Sarò caduto cinque, o sei volte, senza accorgermene. Guarda le mani. Quanto tempo ho girato? Non lo so, sei la prima persona con cui parlo... (Scoppia in pianto.)
Adriano (commosso) Calmati, ti scongiuro! E le scarpe?
Fabrizio Non lo so. Non ricordo niente. Solo questa felicità insostenibile, che mi faceva piangere... Vorrei telefonare a casa, ma non ricordo il nuovo numero. E poi, che importanza ha? Tutto deve cambiare. Dammi un bacio. Abbracciamoci, Adriano, tutto ricomincia.
Si abbracciano e piangono.
Passante Sì, è vero, è sceso al Galoppatoio. Ma non si passa, ci sono i carri armati, la polizia.
Adriano E non si sa altro?
Passante Dice che è venuto da Marte. Almeno, così dicono.
Fabrizio Da Marte?
Passante Dice che da Marte, siccome è il momento in cui si trova vicino alla Terra, ci ha messo tre giorni.
Fabrizio Da Marte! Tutto deve cambiare. È chiaro che se hanno questi mezzi per arrivare sino a noi, lassù le cose sono più semplici da un pezzo. Per forza hanno dovuto eliminare, e forse non hanno nemmeno conosciuto, tutto il fango che rende opaca la nostra filosofia, la nostra scienza. Ti dirò di più: il nostro amore! Come ti chiami, tu?
Passante Pascotto Lorenzo.
Fabrizio Abbracciamoci. Siamo tutti fratelli. Tutto deve cambiare, non è possibile altrimenti. Oh, Lorenzo!
Adriano Sì, abbracciamoci! Che giorno grande e terribile.
Si abbracciano, ma Pascotto è poco convinto.
Scendono due Studenti.
Primo Studente No, è assurdo. Tre giorni sono 72 ore. Dividi 56 milioni, che è la distanza nel periodo di massima opposizione al sole, per 72 e hai, grosso modo, 780000 chilometri l'ora. Andiamo, ti sembra una velocità concepibile? Quando avremo altri dati, ragioneremo.
Secondo Studente È un trucco.
Passante Io vado.
Escono gli Studenti e il Passante.
Scendono Alvaro e Orlando, sconvolti anche loro.
Alvaro Ecco Adriano!
Orlando Adriano!
Adriano Orlando! Alvaro!
Alvaro Non si passa, siamo stati travolti dalla folla, su a Porta Pinciana, per un vero miracolo eccoci qui.
Orlando Ah, io l'ho visto, e adesso basta. Voglio vedere chi ha più il coraggio di venirmi a dire: tu non fai niente, tu non lavori, sei un frivolo e roba del genere. Sì, sono un frivolo! Ed è questo il motivo, che io avevo intuito, lo dicevo da anni, quando tutti ridevano. È venuto, siete contenti? e adesso ve la pigliate nel sedere col vostro lavoro, tutto da buttar via, non ci sarà una pietra, ma che dico una pietra, un foglio, una piuma, un pensiero che potrà inserirsi nella nuova armonia. Sbaglio, forse?
Fabrizio Dove l'hai visto?
Orlando Ciao, Fabrizio. Quando lo scortavano all'automobile.
Adriano Parla, racconta.
Orlando È alto, biondo, virile. La folla sembrava impazzita, un bambino gli è andato incontro, lui l'ha baciato. Così, semplicemente!
Alvaro Ha un aspetto serio, nobile.
Orlando E ti meravigli? Veste con un'eleganza sobria, che qui nemmeno ce la sogniamo. Noi, vestiti tutti come ballerini o magnaccia, gli spacchetti dietro, le scarpe a punta!
Alvaro Sembrava uno del Nord, uno svedese. Era stanco, ma sorrideva. Hai visto quando sorrideva e agitava le braccia?
Orlando Certo. Semplice, alla mano, e avrebbe potuto schiacciarci tutti.
Alvaro È un'altra mentalità.
Orlando Se gli uomini sono così, pensa le donne. Le marziane! Qui è tutto da rifare, amici miei, preparatevi. Tra due mesi le vostre donne vi sembreranno scarpe vecchie, ancorate ai loro pregiudizi, al loro concetto utilitario della bellezza... (A Fabrizio) E tu, dove hai messo le scarpe?
Fabrizio Non lo so, lasciami.
Adriano Lasciatelo, è sfinito. L'ha visto anche lui.
Orlando Ah! E che impressione ti ha fatto? Buona?
Fabrizio Lasciami in pace. Io non posso ascoltarvi. Tutto ciò che posso fare è restare solo con me stesso, chiarire, chiarire, (arrivare in fondo. Ci dev'essere, dentro di noi, in fondo, tra il fango e lo stereo che abbiamo accumulato in tanti anni, quell'idea, quella scintilla che doveva salvarci. Ma dobbiamo aprirci, rovesciarci come un guanto, camminare in ginocchio, leccare la terra... (Cade in ginocchio.)
Un Passante si ferma.
Secondo Passante Si sente male?
Adriano No, è un nostro amico.
Fabrizio Addio. Io vado. Non so dove. Non ricordo nemmeno il telefono di casa.
Adriano No, resta.
Alvaro Veniamo anche noi.
Orlando Certo, è tutto da rifare. Non ci sono dubbi. Ma come? Da che parte si comincia?
Fabrizio Da te! Da te stesso! Da dove vuoi cominciare, fratello? da te stésso!
Orlando Si fa presto a dire. Bisognerebbe prima mettersi tutti d'accordo.
Fabrizio Ma è questo il significato del suo arrivo tra noi! Non può essere altro. O pensate che sia un turista? E che venga qui per mangiare i vostri spaghetti?
Orlando I miei? Io odio gli spaghetti! Anzi, mi domando che cosa ci sto a fare in questo paese. Non sono facinoroso, non mi piacciono gli spaghetti, non mi piace il sole, mi piace il verde, mi piace la natura, il silenzio, la Svezia! A me fai questi discorsi?
Scendono tre Impiegati, allegri.
Primo Impiegato Aprono le chiese, hai visto, espongono il Sacramento.
Secondo Impiegato C'è il richiamo alle armi.
Orlando Per la guerra?
Secondo Impiegato No, per il servizio d'ordine. Se ne arriva uno in ogni città, come si ferma la gente?
Terzo Impiegato Domani è festa.
Primo Impiegato Domani soltanto? Per tre giorni io in ufficio non mi faccio vedere. È una data storica. Guarda il mio ministero, tutto illuminato. E il tuo? il tuo?
Terzo Impiegato Il mio non si vede da qui, è dall'altra parte.
Primo Impiegato Non avete neanche le candele, voi!
Secondo Impiegato Pensa, andare dal capufficio e fargli una bella pernacchia!
Primo Impiegato E se te la fa lui a te? Chissà da che parte si mette, lo sai tu da che parte si mette?
Gli Impiegati escono. Salgono due Operai.
Primo Operaio È al Quirinale!
Secondo Operaio Sta parlando col Presidente! È finita la pacchia!
Adriano Dove sta? Al Quirinale?
Primo Operaio Sì, lo porta il giornale! Domani ci sarà l'amnistia, tanto per cominciare! Dice che intorno alla Terra ci sono almeno un migliaio di altri così, che aspettano. Ormai comandano loro, è finita la pacchia. Con una bomba, sistemano tutti.
Fabrizio No, non useranno bombe! Ma non capite che la nostra dialettica da bambini cattivi e stupidi è finita per sempre? Tutto cambierà, sono d'accordo con voi, ma senza bombe. Tutto diventerà chiaro, semplice. Spettacoli che sino a oggi ci sono parsi indispensabili, umani, ci sembreranno ridicoli, resti di superstizioni. È finita la menzogna, questo sì, finito l'errore, finita l'ingiustizia. È il giudizio universale! Ognuno sarà giudicata per quel che è. Ma non vai al giudizio universale con le bombe in tasca.
Secondo Operaio Io dico quello che c'è sul giornale.
Primo Operaio Sì, lo dice il giornale. È finita! Avanti popolo, alla riscossa! (Canta) Bandiera rossa, bandiera rossa!
Gli Operai salgono di corsa, cantando.
Fabrizio (grida) Ma non ci sono più bandiere! Non c'è più popolo! Non c'è più niente! C'è l'uomo, nudo! È il primo giorno del mondo!
Scendono, calmi, tre signori: Bellario Alessio e Ercolani.
Ercolani Io non ci credo.
Alessio Il comunicato è stato smentito dalla radio stessa.
Bellario Non ci credo nemmeno se lo vedo. Olà, Adriano, hai
visto quanto chiasso per niente? Adriano Per niente? Ma è arrivato!
Bellario Sì, lo dicono. E poi, anche se fosse arrivato? E, bada bene, io non ci credo. Anche se fosse arrivato? La situazione può cambiare? Siamo ai blocchi, ormai. È la pace.
Fabrizio Ma tutto deve cambiare!
Alessio E perché tutto, scusi? Per fare il gioco dei cretini? Io sono per le riforme, ed è giusto che si facciano, ma nella legge.
Fabrizio Ciò che lei dice è assurdo, superato. Lei si preoccupa di questa miserabile situazione interna e mondiale?
Bellario Ma certo! Non siamo sulla luna, è la nostra situazione, questa.
Fabrizio E a se stesso, non pensa? Non vede che questo arrivo è il segno della fine?
Alessio L'anno mille!
Fabrizio L'anno zero! Si ricomincia daccapo. Dobbiamo spolverare i nostri cervelli, le nostre anime, ripresentarci come siamo venuti sulla terra, tabula rasa.
Ercolani Snobismi! Qualunquismo apocalittico!
Fabrizio L'innocenza sola trionferà, la verità sta arrivando e tenetevi pronti, perché l'inferno è pieno di gente come noi e come voi, che gira in cappello e cappotto, dicendo che l'inferno non esiste.
Alessio Ma non esageri. L'inferno è una comoda ipotesi e, nel migliore dei casi, un calcolo di probabilità.
Bellario La realtà è un'altra cosa.
Ercolani Restiamo coi piedi a terra, per favore.
Fabrizio Guardiamola, la vostra realtà. Vi piace?
Ercolani Moltissimo, se proprio vuol saperlo.
Bellario Non si scaldi. Tra due anni andremo anche noi su Marte. E tutto finirà con i soliti scambi culturali e le gite in comitiva, nelle quali noi italiani siamo maestri.
Fabrizio Lei è un uomo arido e probabilmente cretino!
Bellario Io ti spacco il muso!
Lottano. Adriano e Alessio li dividono. Ercolani si allontana, gli altri due lo seguono.
Fabrizio Ecco la cultura. C'è da piangere.
Adriano Lasciali stare.
Alvaro Sono signori, non hanno mai saltato un bagno.
Bellario Non fatevi illusioni!
Fabrizio E voi neppure! I duri di cuore morranno! (Bellario risponde con un suono sguaiato.) Tu vedi, tu vedi! La lotta non sarà facile, ma quale potente alleato abbiamo. Grazie, Signore, hai mandato il tuo angelo revisore, la sua spada manda fiamme contro il sole. Io l'ho vista.
(Scendono tre giovani di una banda di jazz, suonando. Dietro vengono Fred, Anna, Mara e Patrizia. Escono i giovani jazzisti. Clamore di una folla lontana.)
Sentite, il vento porta il grido di gioia della folla. È il grido della nostra vittoria, lo riconosco!
Adriano Vinceremo anche noi, una volta? Non ci crédo!
Fabrizio È in un giorno come questo, in un momento simile, che si capisce questa città, questa povera e grande Roma. Guarda le luci che scrutano il cielo e radono le cupole, guarda là in fondo, verso occidente, come le stelle palpitano di nuova speranza. O Roma. Ti avevamo scambiato per una garçonnière! Ma è qui che i martiri hanno versato il loro sangue, e tutti i giorni il martirio si ripete, tra la nostra bieca indifferenza. O povera Sodoma, povera Gomorra! La palla di fuoco è venuta a purificarti!
Rintocco di campana.
Orlando Ragazzi, è l'una.
Fabrizio L'una? Io vado. Ho dimenticato il numero di telefono, vado a piedi... Oppure tutto è diventato inutile?
Adriano Non hai le scarpe, ti farai male.
Fabrizio O Adriano, nessuno di quei martiri aveva le scarpe! Addio, lasciami andar solo. (Esce.)
Alvaro È rimasto scosso, se non sbaglio.
Adriano Tutti, siamo rimasti scossi. Se io penso a me stesso, ai miei ridicoli progetti di questa mattina, sento una grande pietà, nemmeno disgusto, una grande pietà.
Rintocco di campana. Anna, Mara e Patrizia seggono sugli scalini, annoiate.
Fred Con questa storia del Marziano oggi è una bella confusione. Io sono un uomo d'ordine e anche un po' moralista, dovevo muovermi, combinare, e la giornata è persa. Come può uno senza un fisso battersi contro un calendario che prevede cento giorni festivi, più il Marziano ? (Ad Adriano) Mio grande amico, Roma non è possibile, non siamo di ferro, la volontà ha un limite, e anche la fantasia. Glielo dice un disgraziato intellettuale che ha molta fantasia e che sa dominare la volontà. Ma che gli racconto domani all'ufficiale giudiziario per farmi sganciare i bauli col corredo scenico? Che è venuto un Marziano? Lo sa! Forse nei limiti della sua immaginazione ne gode persino. Se posso permettermi, che sta facendo di bello lei, nel campo letterario?
Adriano Professore, ho la testa per aria.
Fred E io? Siamo in un'epoca di transizione, ne sopportiamo le conseguenze. I valori spirituali vanno a farsi fottere, carissimo amico. L'uomo cerca facili miti, rifiuta il soprannaturale; non serve nemmeno rifugiarsi nell'arte.
Adriano Sì, sì, d'accordo. Io...
Fred Arte, ultimo inganno. (Cava delle fotografie di tasca.) Balletto Orleans, stile Anni Venti. Cambio nome, mi trucco da negro, balliamo. Lei dirà: è la fortuna! Nossignore! Da una settimana in attesa di un sì e oggi, che dovevo concludere, arriva il Marziano. Non ho falsi orgogli, amico, mi svendo. Tre bambole, più il sottoscritto da mettere insieme, a forfait, per una festa, in una villa, in casa di qualcuno. (Insinuante) Lei non immagina di quale aiuto può essere la mia volontà. Conosce nessuno? Anna, saluta il signore. La mia fidanzata.
Anna Ciao.
Fred Mara. Patrizia. Quasi minorenni. Allora? (Fissando, da ipnotizzatore, Adriano) Lei farà ciò che le dico? Lei vuol farlo!
Adriano (stordito) Sì, sì, ciao. Mi scusi, professore. Mi scusi, ne riparleremo. Non ora, non ora, la prego. (Torna verso i suoi amici.)
Orlando Simpatiche. Italiane?
Alvaro Decidiamo. Un sì e un no.
Adriano Andate, siete liberi, io non partecipo. (Siede affranto.)
Fred È triste sopravvivere alla propria arte. Lettura del pensiero, dominio della volontà. Non le vogliono più nemmeno in provincia. O è il mio sguardo che non convince? Sto diventando anche miope. E sono io che mi perdo, che mi affascino, negli occhi del soggetto. Ma che cosa voglio vederci? Non c'è niente nello sguardo di un uomo, solo un mucchietto di immondizia. Anna, le sigarette. No, tenterò di raggiungere il centro. E l'impresario. La mia presenza, qui, frena questi ipocriti.
Anna Ti aspettiamo?
Fred Se avete sonno, dormite nella macchina. Ma l'aurora non avrà dischiuso le palpebre che io sarò di ritorno. Ciao, donne. E state attente, che il popolo in festa ridiventa bambino e tende a non pagare i piaceri di cui gioisce. (Esce. Si incontra con Massimo, che trascina una ragazza bionda e brilla.)
Vedendo gli amici, Massimo si ferma e ride da ubriaco.
Massimo Ciao, ragazzi! Oh, Orlando! Qui si respira, laggiù è una bolgia, tutto fermo e pieno di bandiere. E la gente. Da dove èuscita fuori, tanta gente? Vecchie popolane ubriache, una con' un vestito tricolore... Al parlamento si stanno picchiando. Stanotte entra in vigore la legge marziale. Io ho fatto un epigramma.
Quando un Marziano ci assale
Noi promulghiamo la legge marziale!
Adriano L'hai visto, tu?
Massimo Era in giro poco fa in automobile, scortato da un reggimento, la gente impazzisce, sono sbronzo! Voglio vedere chi torna a casa stanotte! Si trovano donne, quante ne volete! Questa è svedese! Si chiama Eva.
Orlando Svedese? Stureplan!
Svedese Tak! Tak!
Massimo Ma è pieno, ne trovi quante ne vuoi! Una cosa simile non l'ho mai vista. Ci sarebbe da fare un'inchiesta, relazione tra impulso erotico femminile e i violatori dello spazio. La farò! Per arrivare all'automobile le donne si ammazzano. E i bambini? Io ne avrò calpestati cinque o sei. Ma tanto, in questo paese, non sono i bambini che mancano. Io vi saluto!
Adriano Ma viene proprio da Marte?
Massimo Se ci muoviamo e facciamo soltanto: ah!, è finita per noi! Ho piacere, così impariamo a vivere. Ecco la prima straordinaria, tenete, addio! (Getta loro un foglio ed esce con la ragazza.)
Essa saluta tutti. Alvaro raccoglie rapido il foglio.
Adriano « Un'impresa che apre nuove prospettive al mondo... Un Marziano a Roma! » La fotografia... Oh, che nobile volto!
Orlando Virile! Che vi dicevo?
Alvaro « L'astronave circondata da truppe... L'esultanza della folla... Il Marziano parla italiano! Il Marziano saluta la Terra! Sbalordimento in tutto il mondo... I colloqui proseguono. »
(Volta il foglio) « Strangola l'amante... »
Adriano Non c'è altro? Ma è poco! È poco!
Grida di gioia portate dal vento. Una campana suona a festa.
Orlando Andiamo verso il centro, anche noi! Che facciamo qui, partecipiamo, muoviamoci!
Adriano Non potremo vederlo. E poi, io non voglio vederlo! Non ho di queste curiosità plebee, la dittatura me le ha tolte per sempre. Mi basta la certezza che è arrivato. E forse, lui, è venuto quaggiù per farsi fotografare?
Orlando No, che ragionamenti, ma dobbiamo seguire l'impulso della folla. Che cos'è questo rinchiudersi nella torre d'avorio ?
Alvaro E un giorno eccezionale. Dobbiamo vedere.
Adriano No, restate, amici. Almeno voi, restate. Lasciate andare la folla, che fa il suo mestiere, e applaude tutto. Non ci salviamo, applaudendo. Forse quel mendicante sarà salvato... Ma noi, no. Siamo ciechi e vogliamo vedere, siamo sordi e vogliamo sentire! (Al mendicante) Fratello! Vuoi abbracciarmi? Abbracciami.
Mendicante Che ho fatto? Io stavo a dormire. Che adesso vi rode il culo, che non si può neanche dormire?
Adriano Abbracciami e perdonami. Da oggi siamo tutti fratelli.
Anna (ironica) E sorelle!
Adriano Sì, fratelli e sorelle! Anche voi, sorelle! Ma forse c'è un solo modo di farvi capire ciò che voglio dire. Tenete, ecco. Il mio denaro. Divido con voi quello che ho. E perdonatemi. Il superfluo!... Altro che superfluo, io vi do tutto!
Rintocco di campana.
Alvaro È vero, perché no? Siamo tutti fratelli. Tenete! Anch'io.
Adriano Ci ammazziamo per questa porcheria del diavolo.
Orlando Io non ho un soldo. Se li avessi ve li darei volentieri.
Alvaro Io mi tengo cento lire per il tram.
Adriano Oh. Ci si sente diversi, più liberi, innocenti come bambini. Non provi la stessa sensazione?
Alvaro Certamente.
Adriano Provo una dolcezza mai prima provata, vorrei cantare. Adesso capisco perché ogni nuova comunità, al sorgere di una nuova fede, cerca liberazione nel canto. Ma noi che cosa possiamo cantare?
Orlando Non sappiamo un inno. Non è mica come nel Nord, dove tutti cantano.
Adriano È la nostra ignobile abitudine allo scetticismo. Come gli scaccini di una chiesa, abituati a vivere tra le cose del culto, a toccare e a spolverare, e non le vedono più. La nostra filosofia, il possibile! Che cosa possiamo cantare?
Orlando Non abbiamo un inno.
Alvaro Il peggio è che non abbiamo un libro.
Adriano Ci siamo nutriti di libri, di saggi e di romanzi. Ma a-desso viene il momento, e non possiamo cantare un romanzo.
Alvaro O magari un saggio.
Orlando Possiamo dire una poesia. Chissà, i marziani, che poesia diversa dalla nostra.
mendicante Io so uno stornello. Ma è un po' sporco.
Anna Noi sappiamo una canzone.
Adriano Cantatela! Qualunque cosa, ma cantiamo.
Anna Vale come ringraziamento. Facciamo Il lamento del tabaccaio?
patrizia Comincia tu.
Mara Noi entriamo al ritornello.
Adriano Che cos'è, un inno?
Anna No, è il lamento di un tabaccaio. Non so poi perché si chiama così. Ma è tanto commovente.
(Canta: Il lamento del tabaccaio):
Stammi a sentire, da bambino ero un paggio.
Tu non mi credi? Ero buono e cortese.
Schiudi le orecchie, da bambino ero saggio,
credevo in Dio, amavo il mio Paese.
Guardami in faccia: ero serio e gentile.
Rispettavo le piante, i gatti. Ero vile.
Coro ragazze
Da vecchio, sarò l'onta del quartiere.
Da vecchio, tutte le voglio vedere.
Da vecchio, solo le donnacce e il bere.
Anna
Perché mi guardi? Da bambino ero bravo.
Mi devi credere, ero savio e ubbidiente.
Da bambino, perdio, mi ti mangiavo
nello studio. Da bambino ero prudente.
Tu ridi, fesso? Ero ben pettinato.
Rispettavo le aiuole, i cani. Ero ordinato.
Tutti
Da vecchio, sarò l'onta del quartiere!
Da vecchio, tutte le voglio vedere!
Da vecchio, solo le donnacce e il bere!
Mentre ripetono il ritornello, formano coppie e ballano. Il mendicante balla solo. E tutti, ballando, escono. Un rintocco di campana.
Sipario.
QUADRO SECONDO
Lo stesso luogo, qualche ora dopo, all'alba. Entrano Anna e Adriano stanchi. Anna siede subito su un muricciolo, poggia la schiena a un fanale e chiude gli occhi. Adriano, eccitato e pensoso, si scosta.
Adriano I riflettori illuminano a giorno il Galoppatoio, sul parco passa stanotte un gran soffio di vita, sta ancora esplodendo in un erotico abbandono, un ansimare tra i cespugli, grida, risa, lamenti... (Con schifo) Anch'io... Anch'io! Ma non è forse il segno che tutto cambierà? Questo sfrenarsi dei sensi non è già un purificarsi? Così dovevano essere, o Roma, i tuoi cupi saturnali, ma senza questa felice speranza che spinge la nostra follia. Dov'è il Marziano, che cosa sta facendo? Gridaci una sola parola, capiremo il resto! Poco fa mi sono fermato a leggere un manifesto di un partito, pieno di offese contro un altro partito. Tutto di colpo mi è sembrato ridicolo. Dove sono i miei amici? (Indicando Anna) Dorme!... « Questa Dea si chiama occasione! Imparate a conoscerla, vi appare spesso, ma sempre in diverse sembianze! » Oh, Goethe, proprio accanto alla tua statua! Addio, donna, com'è triste la carne, forse alla stazione troverò da comprare un libro. (Esce.)
Entra il Marziano seguito dal funzionario Barone, dal commissario Dottore e da Agenti. Tutti appaiono preoccupati, meno il Marziano che, felice e stordito, si guarda attorno.
Barone Ecco l'albergo, signor Kunt. Qui potrà riposare tranquillo.
Dottore Ho predisposto una stretta sorveglianza.
Barone E il segreto più assoluto. Tutti la credono ancora al Quirinale.
Dottore Nemmeno il direttore conosce la sua identità. Ah, che giornata incredibile.
Barone Affrettiamoci, signor Kunt.
Marziano Un momento, vi prego. Che stupendo spettacolo! Vi dispiace se guardo la vostra città? Dovete perdonarmi, è la prima volta che mi succede.
Tutti ridono educatamente.
Dottore Oh, sì, guardi. Monte Mario, San Pietro, Castel Sant'Angelo, il Gianicolo...
Marziano E quello laggiù?
Dottore Il gasometro.
Marziano Magnifico. Così bianco, immacolato!
Barone No, quel bianco è l'Altare della Patria. Un monumento...
Dottore In fondo, il mare. Ma non si vede.
Marziano O città felice e desiderata! (Quattro rintocchi di campana.) L'alba ha dappertutto lo stesso colore dell'attesa e infonde sempre nuove speranze, forse irragionevoli, ma qui sento che la mia vita non è stata inutile.
Tutti annuiscono.
Dottore È vero, l'alba...
Marziano Se questo viaggio non avesse altri scopi, o altre prospettive, basterebbe a non renderlo vano la certezza che nell'universo valgono dappertutto gli stessi sentimenti. Lo stesso amore vale dovunque. Io vi ringrazio, signori, di avermi tolto alla folla e di essere con voi in incognito. È un momento che non dimenticherò. Sembra che tutto debba cominciare per me, anche il giorno. Guardate laggiù come il cielo comincia a tingersi di rosa... è sempre così?... da noi il passaggio è più rapido e non conosce queste sfumature. Il rosso succede al nero, il bianco al rosso... Non sono stanco. Cerco di capire.
Dottore Più che giusto!
Marziano Ogni nuova città, arrivandoci per la prima volta, nasconde una promessa. Che cosa può nascondere un mondo nuovo? C'è da tremare. Le acclamazioni non mi hanno sorpreso, ma fino all'ultimo momento, prima di posarmi su quel prato, ho avuto paura. La gente fuggiva. Non sapevo che sorte mi riserbava questo pianeta, che noi, nelle notti della nostra lunga estate, guardiamo in un misto di ansia e di nostalgia... Come adesso io guardo quel puntino rosso, là, esattamente sopra quel colle, quel puntino rosso che è il mio pianeta.
Dottore Quello è Marte? Bellissimo.
Barone (declamando)
«... Ed ecco qual, sul presso del mattino
per li grossi vapor Marte rosseggia... »
Marziano (interrompendolo) «... giù nel ponente sovra 'l suol marino ». Questi versi mi hanno sempre commosso. È come se improvvisamente vi fosse data facoltà di vedervi, non allo specchio, ma staccati, camminare, volgervi, vivere. Ci vedevo la vostra ansia di sapere qualcosa di noi. Il nostro pianeta non è grande come il vostro, voi lo chiamate Marte, noi con una parola che significa: fratello. Fratello, di chi? Ma di chi? Ma di questo pianeta! Noi vi amiamo. Temevo una gelida accoglienza, anche la morte.
Tutti No, ma che dice! La morte!
Marziano Anche la morte, che è l'estrema risorsa del sospetto verso, lo straniero. Ciò che non si capisce, lo si uccide. È più comodo, no? Ma i vostri poeti mi confortavano. Il loro amore per le cose che non conoscono è così grande! Qui ho trovato una nuova vita. Anzi, ho ritrovato una vita di cui sapevo l'esistenza, ma che s'era persa nelle nostre leggende. Io non sono il primo a venire quaggiù.
Barone Non è il primo? Altri sono scesi prima di lei? Recentemente ?
Marziano Anticamente. Questo dicono le nostre leggende. Quel che sappiamo di voi è un risultato scientifico. Il resto, un affascinante argomento di conversazione per le nostre notti d'estate. Mischiando scienza e leggenda, sappiamo abbastanza di voi...
Dottore Con i vostri mezzi!
Marziano Sapevamo che Bene e Male valgono quaggiù come altrove, che la gioia si contrappone al dolore e che tutto si bilancia nell'armonia che ci governa. Ma averne la certezza è stato inebriante.
Dottore Il progresso fa girare la testa. Se penso che lei tre giorni fa stava su quel puntino rosso e adesso, così, naturale...
Barone Il suo arrivo, signor Kunt, sta suscitando grandi speranze. Riassumendo le impressioni generali, mi domando se qualcosa cambierà.
Marziano Voi sperate questo da me, da noi?
Barone Sarebbe un bene per tutti che lo sapessimo. La folla che oggi applaude domani si chiederà perché ha applaudito. E, dopodomani, chi può sobillarla? Sarebbe un bene che noi prima sapessimo. Per prevenire, indirizzare, per fugare ogni sospetto di minaccia. (Dolcemente) Qual è il suo programma, signor Kunt?
Marziano Il mio programma personale non è interessante che per me: conoscere, vedere, vivere. E il vostro programma?
Barone Signor Kunt, temo che lei avrà una giornata molto piena. E che sarà così per molti giorni. È umano. Lei appartiene al mondo, tutto il mondo ha gli occhi su questa città e su di lei.
Dottore Non si parla d'altro. E su Marte, che si dice, che si dice?
Barone Dovrà affrontare la grande curiosità. Stampa, fotografi, televisione, cinema, corpo diplomatico, visite di cortesia, banchetti. E gli scienziati. E la folla. Tutti vorranno acclamarla. Lei adesso ha poche ore da riposare. E anche noi. Poi tutti rientreremo nel turbine.
Dottore Noi rispondiamo della sua persona. Un onore immenso, d'accordo, ma che ci preoccupa. Vogliamo andare in quest'albergo?
Si avviano. Ma, vedendo Anna dormiente, il Marziano si ferma.
Marziano Lasciatemi guardare ancora un istante... La più sfrenata fantasia non potrebbe immaginare niente di simile. Il colore... gli alti palazzi di una pietra che sembra viva... quelle cupole immense... le cattedrali.... Dovrò abituarmi al disordine apparente, perché in queste cose sento vibrare un'anima. Strassen, redet ein Wort! Genius, regst du dich nicht? (trad. Strade, dite una parola! Genio, non ti muovi?)
Dottore Di qui il panorama è bello, ma io lo preferisco al tramonto. Il sole si nasconde dietro la cupola e il cielo si incendia!
Marziano Il cielo non può incendiarsi.
Dottore Oh, certo, dicevo così, è un'immagine.
Marziano Ma sono proprio le immagini che ci fregano, come dite voi.
Sorpresa del Dottore e del Barone.
Barone Lei conosce le sfumature della nostra lingua?
Marziano Non avevo altro da fare, lassù, che pensare a voi.
Barone Pensare a noi... Sarebbe interessante conoscere il motivo che l'ha spinto verso questa città, piuttosto che verso un'altra.
Marziano Se volete un motivo, ebbene è perché visto dai cicli, capovolto, il nome di questa città è Amor. (Ride.) Voi mi amate, io vi amo. Se volete, questo è lo scopo della mia venuta. Vi sembra puerile, siete delusi?
Tutti (insieme) No, no.
Marziano Siete delusi! Ma non so dirvi altro. Vi amo. (Finge sorpresa) Guardate... Una donna. È una donna, o mi sbaglio?
Dottore È una donna.
Marziano E sta dormendo. Anche da noi, l'estate, si dorme all'aperto. Come dorme serenamente, e che strana creatura. Permettete che la osservi un istante? È la prima donna che vedo così da vicino e che non grida e non applaude. Curioso. Mi piacerebbe interrogarla, se non dormisse. Lasciamola riposare. Oppure?... No, addio.
Barone Come sono le donne sul suo pianeta, signor Kunt? Belle, immagino.
Dottore Chissà che meraviglia!
Escono. Cinque rintocchi di campana. Anna si sveglia. Entrano Asterio e Fabrizio, sempre senza scarpe e angosciato.
Asterio Ma in fondo, caro, questa è la logica conclusione delle nostre ricerche. Ti sei mai domandato perché il figurativo è finito? Lascia stare il cinema, che è un'arte in ritardo di quarant'anni e poi fa un lavoro di consumo. To', guarda la Cina. Sei mai stato in Cina?
Fanfara lontana.
Fabrizio No...
Asterio (ad Anna) Ciao, cara. Come mai non sei a festeggiare il Marziano? Senti? Nessuno è andato a dormire. Tutta Roma ha perso la testa. Che, tra parentesi, non ha.
Anna Hai visto il professore?
Asterio No. Ciao... Dico la Cina per dire. È una rivoluzione pacifica. Ma anche noi, nell'arte, l'abbiamo fatta questa rivoluzione. Noi abbiamo rappresentato il mondo di domani, con gli elementi che oggi sfuggono alla massa. Pensa all'elettronica. Pensa all'atomo, pensa all'antiprotone. Ci pensi?
Fabrizio No...
Asterio Noi che abbiamo fatto? Non abbiamo spaccato l'atomo, forse? Non abbiamo cercato l'antiprotone? E ti meravigli se adesso arriva uno da un altro pianeta? Ma noi l'avevamo previsto con le nostre opere, fin dal '47, che qualcuno sarebbe venuto.
Fabrizio Io voglio tornare a casa, o telefonare. Ma non ricordo il numero. Dammi un bacio. Abbracciami. Non voglio restare solo!
Asterio Sì, caro, tieni un bacio. Strano paese, la Cina...
Escono Asterio e Fabrizio.
Anna La solitudine è una compagna dolce da quando gli uomini cercano in me soltanto una bellezza che io detesto. Non era così, una volta. Ricordo, o forse l'avrò letto in un libro, e non capisco più se è vero o falso, io ero vestita di bianco, in un giardino pieno di fontane, e di leoni che si lasciavano carezzare. Dove? Allo Zoo, in Africa? Un uomo, mio padre, suonava il violino. (Pausa.) E così, è andato via. Dopo tutto il suo entusiasmo... Se Fred non torna vado in albergo. Che giornata afo-sa avremo, guarda che cielo, dico io, sembra fatto di polvere e di stracci. Prima ho sognato un uomo alto che voleva sapere se ero un angelo o una donna. Io gli rispondevo, sguaiata: «C'è un solo modo di appurarlo, e non costa neanche molto». E ridevo. Sentivo di odiarmi. Dietro le spalle mi palpitavano due ali. To', ecco una piuma! (Soffia.) Strano sogno. L'arrivo di questo Marziano farà perdere la testa a tutti, alle donne per bene specialmente. Quello che ho visto stanotte non lo dimenticherò... Alla mia età non si dovrebbe desiderare la morte.
Entra il Marziano, guardingo.
Marziano Buongiorno. Ha dormito bene?
Anna Non così profondamente come stavo pensando. E lei non ha sonno?
Marziano Non ancora. Il vostro giorno è troppo corto per le mie abitudini.
Anna È un indovinello? Non sono molto intelligente.
Marziano Lei prima dormiva, qua, ferma come una statua, respirava appena. Ero con amici, ci siamo fermati a guardarla. C'era da domandarsi, l'abbandono del sonno la rendeva diversa... assente... se era una donna oppure...
Anna Un angelo? (Ride.) Ecco un altro sogno che non significa più niente!
Marziano Sì. Un angelo può essere una donna, e viceversa? Io non sono ancora in grado di distinguere.
Anna Lei è straniero?
Marziano Sì. Sono uscito dal mio albergo di nascosto, appunto perché volevo parlare con lei. Non potrei dormire. Ho bisogno di vedere, di parlare con qualcuno. Non le succede mai scendendo in un paese straniero di sentire che ogni momento è prezioso, che bisogna cogliere le differenze delle cose, degli sguardi, dei colori, e confrontare, gioire delle voci, dei suoni così diversi?...
Anna Perché, di nascosto?
Marziano Perché mi sorvegliano. Vede quel puntino rosso, là, sopra il colle ? Io vengo da lì. Da Marte. Il Marziano — scusi se rido, ma questa parola mi fa ridere — sono io.
Anna (cade in ginocchio) No! Non è possibile...
Marziano Sono io. Guardi il giornale, la mia fotografia. Io non posso star solo, ho bisogno di parlare, di guardare qualcuno negli occhi. La felicità mi stordisce, ma la folla non mi bastai devo dirlo a una sola persona, una sola, convincermi che è vero. Mi perdona?
Anna Oh, santo Dio, oh! (Bacia le mani del Marziano.)
Marziano Che cosa sta facendo?
Anna Niente, non si preoccupi, io che non ci credevo e non volevo nemmeno vederla, e lei è venuto... Mi lasci fare! Oh, Signore!
Marziano Ma, allora, anch'io! (Bacia le mani a Anna, che singhiozza.)
Anna No, lei no! (Si inginocchiano.) Lei, no! Sono io che devo! Come sono contenta di averla vista, signore. Abbiamo parlato tanto di lei, prima. Lei ci ha riaperto un po' il cuore alla speranza.
Marziano Anche a me è successo la stessa cosa.
Anna C'era un tale, là, che piangeva e baciava la terra. Un altro ha dato via tutti i suoi soldi. E io? Ah, quante volte dicevo : stai calma, le cose si mettono bene, lo dicono anche i giornali, uno di questi giorni arriva.
Marziano (carezzandola) I tuoi capelli sono morbidi, è la prima cosa vera che tocco, di questa terra. Tutte quelle mani orribili!
Anna (sorride) Qui si fa una vita da cani.
Marziano (si alza) Il sorriso tra le lacrime! Ecco, è questo! Come potevo immaginare? Era una frase vuota di senso!
Anna No, lei non può capire. Lei è troppo in alto.
Marziano (riabbassandosi) Posso riabbassarmi, se è necessario.
Anna Sono io che dovrei alzarmi fino a lei. Ma come? Lei non andrà via subito, vero? Possiamo vederci con un po' di calma?
Marziano Le tue mani scottano, lasciami! Lasciami la mano!
Anna No, la voglio tenere e poggiarvi la guancia. Oh, fa bene, sa?
Marziano Sì, fa bene.
Anna Una nuova dolcezza...
Dall'alto un segnale misterioso.
Marziano Non sta a me dirlo, ma l'universo non manca di un certo metodo. Quest'incontro lo dimostra... Guardi, si sta levando il sole.
Musica d'organo in sordina. Il Marziano e Anna declamano, sempre restando in ginocchio: L'universo sensibile.
Marziano
La follia universale non è senza umorismo,
in se stessa ripete un teorema riuscito.
Ci spinge l'implacabile, stupendo meccanismo
del cosiddetto infinito.
Anna
Del cosiddetto infinito.
Marziano
Miriadi di elissi fanno questo lavoro.
Così un uomo e una donna girano attorno al sole.
Mondi che evoluiscono si ignorano tra loro,
come un Eterno vuole.
Anna
Come un Eterno vuole.
Marziano
Agli scienziati bastano le quattro dimensioni,
li attira il labirinto dov'è chiuso l'errore.
L'uomo e la donna aggiungono, alle loro invenzioni,
la dimensione Amore.
Anna
La dimensione Amore.
L'organo tace. Entrano di corsa, il Dottore, il Barone e gli Agenti. Restano immobili, stupiti. Un silenzio.
Barone Signor Kunt. Lei ci ha messo uno spavento!
Dottore (ad Anna) E tu, piantala.
Barone Alle otto dobbiamo essere in piedi un'altra volta. Io rispondo della sua persona. Debbo pregarla!
Marziano Sì, andiamo. Arrivederla, signora. (Si avvia.) E voi dite che l'amore non è un motivo sufficiente per il mio viaggio? Conoscete quella signora?
Dottore È una passeggiatrice.
Marziano Passeggia? Vorrei mandarle dei fiori, e un invito.
Barone Signor Kunt, è una prostituta.
Marziano Pros?...
Dottore Una volgare meretrice. Una piaga, creda signore, una piaga. Eh, quante cose da sistemare sul nostro pianeta!
Barone Per questo dobbiamo seguirla, signor Kunt. Non è diffidenza. Ma non tutti gli incontri che lei potrebbe fare sono consigliabili.
Marziano Una meretrice?
Barone Una che vende al minuto il "motivo" che ha spinto lei quaggiù. Vende l'amore. O il suo corpo. Ma qui, purtroppo, lo chiamano amore.
Marziano Meretrice? (Torna verso Anna, che è rimasta in ginocchio.) Lei, meretrice? Amore? Pros?...
Anna (disperata) Sì, hai ragione, insultami. È vero. Dammi un calcio, schiacciami col tacco... Tu hai il diritto di farlo! Non loro! (Al Dottore) Io sono un'artista, ecco la mia tessera, e non avete il diritto di insultarmi. Io ballo, ho fatto anche qualche particina nei film, se volete saperlo.
Dottore Commediante! (Al Marziano) Di queste ne trova quante ne vuole, e anche meglio. Non ci perda tempo.
Anna Sì, vada a perdere il tempo con loro! Possiamo aspettare.
Marziano Domani? Dopodomani? Amore?
Anna E lasciami, anche tu! Non mi convinci, sai, con la tua aria ipocrita. Ritiro i miei pentimenti, io non cerco l'approvazione di nessuno, ma non mi piacciono gli ispettori che vengono a vedere se tutto è in ordine. Io sono quello che sono! (Pausa.) Mi perdoni. Vada con loro, le spiegheranno che non c'è niente da fare, ci nasciamo proprio, così, lei parla bene, prima mi sono commossa, ma a che servono le sue parole? Abbiamo solo bisogno di un po' di soldi.
Marziano Non volevo offenderla. Domani? Dopodomani?
Anna Mai! Lei mi offende con la sua sola presenza! Lei è una perfezione irraggiungibile, parliamo un linguaggio diverso, viene da un altro mondo. Mi domando perché. Noi l'aspettavamo. Ah, le cose che si desiderano veramente non dovrebbero mai succedere! Dicevamo è finita, comincia una vita nuova! — E perché? Io sono qui, e dov'è la vita nuova? Devo cominciarla io? Da che parte?
Barone Sciocchezze. Signore, andiamo.
Anna Perché crede che la gente le battesse le mani? E si ammazza per vederla? Per fortuna, eccomi già senza illusioni. Quanto a lei, Dottore, lei non ha il diritto di offendere una signora che non conosce. Io sono un'artista. Usciamo dall'equivoco.
Dottore Vuoi vedere che finisce male?
Anna ; Vediamo! Non ho paura. Ma non voglio trattenervi, andate a dormire, tra poco la festa ricomincia. (Al Marziano) Mi guardi? Il guaio è che per un momento ci ho creduto.
Marziano Domani? Dopodomani? Amore?
Anna Chi mi parla d'amore, se non l'abbiamo mai conosciuto? Chi mai ha avuto tempo? (Piange. Al Barone) Lei, con quella faccia! (Al Dottore) Lei? L'amore è una cosa per lei, che viene da un altro mondo. Voglio morire. (Singhiozza.)
Marziano (la cinge alle spalle, teneramente) Lei sbaglia, io so tutto, so tutto. Non ha fiducia in me?
Anna Fiducia? Ecco un'altra parola che non capisco.
Entra Fred.
Fred Che succede?
dottore Senti, poche storie e portala via!
Marziano Silenzio! (Ad Anna) Oggi? Adesso? Venga con me, signora. Parleremo delle cose che ci feriscono e ci daremo nuovo coraggio... « Erano i capei d'oro all'aura sparsi... che in mille e dolci nodi l'avvolgea... » Togliamoci dalla strada, i miei amici sono impazienti, come tutti i burocrati, impazienti di un tempo infinito che è soltanto loro e che li annoia. Andiamo! (Solleva Anna tra le braccia e si avvia.)
Tutti Oh!
Marziano Ho molte cose da chiederle e molte da dirle. Un nuovo giorno è nato, pieno di promesse...
Fred (grida) Ma chi è?
Anna (grida) È troppo lungo spiegarti!
Barone Signore!
Marziano ... e un nuovo giorno e un nuovo giorno per tutti. Anche per voi, amici. (A Fred) Anche per lei. Venite. Sì, tutti insieme, tutti insieme. (Esce portando Anna tra le braccia.)
Tutti lo seguono. Dalla scalinata scende in processione una piccola folla silenziosa, recando cartelli inneggianti allo Spazio e al Marziano.
Il Mendicante offre con voce querula fotografie del Marziano.
Mendicante Immagini del Marziano! Il Marziano aiuta e guarisce. Immagini del Marziano! Il Marziano aiuta e guarisce. Immagini del Marziano...
Escono la folla e il Mendicante. Sei rintocchi di campana. Entrano Alvaro e Adriano.
Alvaro La prima fotografia l'ha fatta Marco, il fotografo ambulante del Pincio. Stava fotografando due soldati quando lui è sceso. Pensa, gli hanno offerto un milione, che ancora la stava stampando. Poteva farci di più, ma è crollato davanti al milione, tutto in biglietti da diecimila. Non posso dargli torto... ma non trovi che in ogni avvenimento eccezionale, anche risolutivo come questo, gioca sempre un elemento di corruzione? E non ti fa pensare?
Adriano Non lo so. Camminiamo come formiche impazzite, questo so, cercando amici e amici, per comunicarci la nostra inebriante felicità. Tu hai visto la gente, che altri occhi, che altra gioia? Ogni cosa ci appare in una sua nuova dimensione... Non ho più sigarette.
Alvaro Neanch'io.
Adriano E non ho più un soldo... Potremo allungare la nostra vita, combattere le malattie, il male, l'ignoranza, evitare le guerre, mettere fine ai nazionalismi, dare pane a tutti, vivere come in un Eden ritrovato? Io dico di sì. Più ancora di ieri, sento che qualcosa si prepara. O mio Alvaro, ascolta quello che ti dico. Non è la fine del mondo, ma il principio del mondo. Non senti? C'è l'attesa del levarsi del sipario, resa più acuta, febbrile, da uno spettacolo che non conosciamo, ma del quale possiamo intuire la suprema bellezza, la suprema verità.
Sipario.
QUADRO TERZO
Venti giorni dopo, ai primi di giugno. Un salotto nell'appartamento di un grande albergo. Porte di fondo e laterali. Due enormi divani, poltrone, e altro arredamento confuso nel quale spicca un armonium, un telescopio, una bombola d'ossigeno e una bicicletta. Sui tavoli, bottiglie e mucchi di giornali. Nel fondo, la prima Guardia dorme, seduta. Anna, vestita elegantemente e col cappello, dorme su un divano. Mara e Patrizia spogliano alacremente mucchi di corrispondenza dividendola in vari scaffali. Al levarsi del sipario, la scena è in forte penombra. Dal proscenio, entrano Massimo, Oliviero e Adriano.
Adriano Ieri finalmente dopo tanti giorni, sono riuscito a vedere l'aeronave. Perdersi nella folla! Ho sentito una profonda, calma emozione. Io e uno sconosciuto, un operaio, ci guardavamo sorridendo e infine ci siamo stretti la mano, spinti da un impulso fraterno. Sono cose vere, belle.
Massimo Sabato scorso ero al concorso dei Nuovi Volti per il cinema. Che confusione, che applausi, che eccitazione. Non per le ragazze, per lui! Non ha detto una parola, ma doveva essere sconvolto.
Adriano Un cigno imbrattato di fango!
Oliviero Secondo voi, non partecipa a troppi ricevimenti, banchetti, cocktail? Ogni giorno, ogni giorno!
Adriano Ha dei doveri di rappresentanza. Che deve fare? Io dico che c'è una congiura del silenzio sulle sue intenzioni. Alle autorità avrebbe parlato chiaro. Ma adesso sapremo.
Escono dal proscenio. La scena si illumina a giorno, una pendola suona le dieci.
Mara Lo amo, sì, ma se togli gli attimi fuggenti, che ci resta?
Patrizia Ci resta tutto: servirlo, volergli bene, classificare la corrispondenza. To', una lettera anonima.
Mara La nostra vita disordinata aveva il suo fascino.
Patrizia Non la rimpiangere. Qui siamo su un altro piano, qui c'è il fascino dell'assoluta dedizione. Dorme, la favorita. Andiamo uh po' a sbirciare.
Vanno all'uscio di una stanza.
Mara Si gira!
Patrizia Si è girato sull'altro fianco!
Mara Hai ragione, lo amo...
Patrizia Attenta!
Tornano di corsa agli scaffali. Entrano Fred, Adriano, Oliviero e Massimo.
Fred Nel senso generale e primitivo lo sentono molto, d'accordo. È il male morale. Non sentono la trasgressione volontaria, ma questo si spiega con la loro avanzata civiltà. Buongiorno. Novità?
Mara Nessuna; dorme.
Fred (indicando le ragazze) Dopo tanti folli piaceri, finalmente hanno un orario. Eccole felici!
Massimo Lei ha studiato teologia?
Oliviero ride.
Fred (si irrigidisce) Teologia? Studiato? Ho fatto anche un anno di seminario, se è per questo. Ho fatto tutto. Artista, pittura, musica, la fame, il poeta, il signore... soprattutto il signore.
oliviero Me lo ricordo, lei, anni fa, in un cinema... Esperimenti di?...
Adriano Metapsichica.
Fred Dopo l'ulcera ho smesso. Genere finito. No, il male è più vasto, siamo soltanto superati, oggi la persuasione dev'essere totale, scientifica, e il pubblico che ride dell'onesto ciarlatano, non ride del tecnico. Melanconiche considerazioni. (Fruga sotto un divano con un bastone. Un grido. Dal divano esce un Fotografo.) Fuori!
Fotografo Non facevo niente, vi scongiuro, una sola fotografia! Un secondo! Non sono ancora riuscito a fargliene una. In tutta Roma, io solo!
Fred Alé, alé! Fuori, fuori! (Va a scuotere la Guardia che dorme.) Caruso, sveglia, non ti pago per dormire. Gioca, divertiti, fai il solitario. Leggi, analfabeta!
Prima Guardia Sì, professore.
Fred (guarda Anna) Dorme anche la mia fidanzata. (Fruga sotto il divano.) Nel suo sonno c'è qualcosa che mi ricorda il servizio militare. Forse, l'irresponsabilità? Dunque, voi non siete giornalisti. Siete miei amici. Fidiamoci, dopo non avremo tempo. Niente ringraziamenti.
I Giornalisti gli danno del denaro. Fred prende un vassoio con la colazione ed esce.
Anna (si sveglia) M'ero seduta per levarmi le scarpe e ho dormito un po'. Mi sveglio sempre come se avessi chissà quale buona notizia da gridare, pensieri smaglianti, idee che risolvono tutto. Poi, ecco, ogni cosa ritorna grigia. I primi giorni quest'albergo era meraviglioso, adesso vorrei andare al mare. Ma non in un posto fisso, camminare lungo la riva... Buongiorno.
Tutti Buongiorno.
Anna e Adriano si guardano ma non si riconoscono. Rientra Fred.
Fred S'è svegliato. Alle dodici avremo una commissione per un banchetto. Poi, fino alle tre, le quattro del mattino... E la gente mi invidia. Su Marte il giorno dura quarantotto ore. (Bussano.) Avanti! (Entrano due Grooms con un cesto di lettere. Dietro di lori) entra furtiva una Ragazza. Fred la blocca di corsa.) Via! Via! Caruso!
Ragazza Solo vederlo, solo vederlo, pietà! Lo amo! Io gli ho scritto, non risponde, che debbo fare? Solo vederlo, sarò buona! Carcerieri, canaglie! Il mio amore!
Fred e Caruso la spingono fuori. Gente che guarda, nel corridoio. I Grooms escono.
Fred Dobbiamo difenderci. Mara, Patrizia, occupiamoci della posta, Lo spoglio di ieri.
Mara Settecentododici inviti. Poi, richieste di denaro, lettere di elogio, le solite domande di matrimonio, tra poco non ci entreremo più in questa stanza. Ah, c'era una lettera anonima.
Anna Vediamola. (La prende.) Che imbecille!
Massimo Possiamo leggere?
Anna Bel documento della nostra miseria morale. Legga, legga ad alta voce.
Massimo (legge) «Cornuto».
Oliviero scoppia a ridere.
Anna No, carissimo, non ridiamo. Piangiamo. Tra parentesi, lui non sa nemmeno che significa.
Oliviero Sì, è bello perché è irrazionale. Lui può essere cornuto, ma che c'entra? Come se fosse in discussione la fedeltà di sua moglie, una marziana.
Anna Il dottore non è cornuto e non ha moglie.
Oliviero Appunto fa ridere. È assurdo!
Anna Questo è il genere di letteratura che attacca con la plebe. Se lo scrivete, ne arriva un carretto.
Massimo Riceve molte lettere anonime?
Mara La prima!
Patrizia La prima su centomila!
Fred Il mondo intero ci scrive e anche le richieste di denaro sono un segno di fiducia in noi. Non diamo niente, ma contano moralmente. Le richieste di guarigione, soprattutto.
Oliviero Il dottore... (ride) ... opera miracoli?
Anna Non è la parola.
Fred Che ne sappiamo? Viene da Marte. Ha un fluido? Non ce l'ha? La gente si rivolge a lui con fiducia. Vuoi vedere, dicono, che su Marte?... Parlare di miracoli? Sapete tutti di quel sedentario che appena l'ha visto si è messo a ballare. Dicono che c'è una spiegazione scientifica: l'emozione violenta. (Pensoso) Ma io mi domando: che sappiamo, noi? Chi siamo, noi?
Adriano Chi siamo e dove andiamo?
Fred Già. Dove andiamo?
Oliviero Dove andiamo e che cosa vogliamo? (Ride.)
Fred Interrogativi senza risposta. Ci sono richieste interessanti?
Mara Questo novantenne. Si annoia e vuole un violino.
Anna Ma lo sa suonare? Mio padre suonava il violino.
mara No. Vuole imparare.
Patrizia Un pedone ha inventato una macchina per vincere le lotterie. Chiede cinque milioni per mettere a punto la macchina.
Oliviero Potrebbe vincere una lotteria da cinque milioni.
Adriano Sono le più difficili. È proprio la somma che tutti vogliono vincere.
Anna Sì, è vero, anch'io una volta. (Ad Adriano) Noi ci siamo già conosciuti?
Adriano Credo di no. Non ricordo.
Anna Lei frequenta gli ambienti intellettuali?
Adriano Sì, verso l'ora della chiusura. Prego, continuate.
Mara Una sedicenne si lamenta di non poter trovare un posto, perché appena trova un posto il principale le dà fastidio. Acclude fotografia.
Fred Ma è nuda.
Mara Sì, dice di essere abbastanza ben fatta.
Fred Questo dovete scriverlo! È divertente.
Patrizia Un bambino che ogni giorno deve portare sulle spalle il nonno all'osteria, lontana un chilometro...
Anna Vuole il miracolo per il nonno?
Patrizia Vorrebbe che il dottore interessasse il governo per far costruire una osteria vicino a casa sua.
Fred Ecco, io ero felice, creavo, organizzavo e adesso sono sfinito. Il Marziano è una responsabilità. Se la stampa almeno mi aiutasse.
Oliviero La stampa non lo tratta bene, forse?
Fred E piatta, amministrativa, senza fantasia. Non indaga, non mette a nudo il suo lato umano. Io dico che l'obiettività non serve a nulla senza l'immaginazione. Immaginate, qualcosa resterà!
Massimo Che ne pensa delle donne italiane?
Fred Finalmente una domanda stupida!
Mara Le adora.
Patrizia Lo adorano.
Massimo Scriverò sugli amori del Marziano. Sesso e Infinito. Ha un avvenire il Sesso nello Spazio? È vero che si è innamorato di una ballerina che parla di lui in termini ignobili?
Un silenzio imbarazzato.
Fred Non limitiamoci ai particolari, che ogni particolare, gettato là senza simpatia, cari amici, diventa solo un capo d'accusa. Nei particolari siamo tutti degni della galera. Voi dite: è innamorato. Ottimo. E tutti pensano: poveraccio, perché da noi innamorarsi non è un arricchimento della personalità come da lui, o negli Stati Uniti, ma una disgrazia. Voi dite: è incorruttibile, disprezza il denaro. Ma allora disprezza anche noi, sciagurati, che stiamo al chiodo per questo sporco denaro e aspettiamo tutta la vita, invano, un corruttore, sbaglio? Voi dite: parla poco. Dovreste aggiungere: ma pensa molto. Invece, lasciate intendere: non ha niente da dire. Datemi una virtù e io ve la respingo su un piatto come il più insultante dei vizi. Siamo seri, lasciamo da parte le virtù, che annoiano! E scrivete tutto! La discrezione è il segno dello stile, e il segreto della qualità, ma si tratta la storia in modo vile, senza il coraggio dell'infedeltà. (Siede all'armonium.)
Tutti cantano: Le strofe della stampa indiscreta.
Fred
Un vecchio amico della verità
può guardare negli occhi l'incredibile.
Scrivere è solo rendere possibile.
Ciò che supera, spesso, la realtà.
Tutti
Il vero che diventa verosimile:
questo è il fine dell'imparzialità.
Per ottenere un risultato simile,
noi dobbiamo inventarne la metà.
Fred
Scandalizzarsi è sciocco ed imprudente
per ogni abuso di curiosità.
Quando lo stile è impassibilità
ogni invenzione non è mai indecente.
Tutti
Bisogna dedicare molto spazio
e rasentare l'immoralità,
frugando a fondo nell'intimità
di un brav'uomo che viene dallo Spazio.
Fred
L'uomo in sé non sarebbe mai perfetto
senza il miraggio della castità.
Noi stimoliamo appunto l'intelletto,
facendo audace ogni attualità.
Tutti
Sollevare gli umani dal lor tedio
è una premessa alla felicità.
Mescolando erotismo e umanità,
noi rendiamo pensoso il ceto medio.
Un silenzio. Entra il Marziano in vestaglia, assonnato.
Marziano Senta, professore, nel bagno c'è un idraulico che mi vuole fotografare. Ma forse vi disturbo.
Fred Dottore, sono miei amici. All'idraulico penso io.
Mara e Patrizia baciano il Marziano. Fred esce.
Mara Ben levato, signore!
Patrizia Buongiorno amore!
Marziano Buongiorno. (Bacia tutte, anche Anna.) Mi sono svegliato, vado nel bagno per fare la doccia, e c'è un tale che mi dice : « Si spogli, faccia pure la doccia, io devo riparare un tubo». E voleva fotografarmi nudo.
Massimo Dev'essere Marco. Il successo gli ha dato alla testa.
Oliviero Oddio, oddio! Ah, ah! (Ride.)
Marziano Il signore non si sente bene?
Massimo No, è sempre così. Adesso gli passa. Non lo guardi. Se lo guarda, è peggio.
Entrano Fred e Marco, con una antiquata macchina fotografica a treppiedi.
Fred Abuso, abuso e violazione di domicilio. Si scambia la libertà per licenza. (A bassa voce) Non avevi una macchina meno vistosa?
Marco È la mia macchina!
Marziano Voleva fotografarmi nudo.
Marco Per una pubblicazione scientifica. Ecco il telegramma, da New York.
Marziano Io non voglio farmi fotografare nudo.
Marco Lo sapevo. Per questo m'ero travestito. (Felice.) Ho imparato tutti i trucchi! Se crede che mi piaccia andare vestito così.
Marziano Io apprezzo il suo tatto, ma non voglio farmi fotografare nudo.
Marco A che serve l'esperienza del Pincio? In questi casi non capisco se si tratta di pudore o di testardaggine. A me piace lavorare con la donna, perché la donna è Natura, e la Natura accetta l'arte, anzi fino a pochi anni fa la copiava. Se uno di voi dice a una bella donna: Spogliati, essa rifiuterà indignata, ma perché dovrebbe resistere al fotografo? (A Patrizia) Spogliati! (Patrizia comincia a spogliarsi.) Davanti al fotografo, la donna diventa paesaggio, nuvola, montagna, valanga, fiume, campo di grano, mare, cielo. E natura.
Anna (pensosa) Basta, Patrizia.
Patrizia smette di spogliarsi.
Marco Gli uomini invece restano sempre uomini. Esseri artificiali!
Fred Ci hai convinto. Adesso te ne vai.
Marziano Ma no... resti pure. Il suo punto di vista è interessante. Che cosa prende?
Marco Una birra, grazie. Ragazzi, ma lo sentite voi il caldo, o è una mia impressione?
Anna A giugno di solito fa caldo. Sulla riva del mare fa meno caldo.
Massimo Su Marte, fa caldo come qui?
Marziano Meno. Noi stiamo un po' più lontani dal Sole.
Oliviero Dev'essere come la Norvegia.
Anna Dev'essere come in certe giornate d'aprile, tiepide, sulla riva del mare.
Adriano Dev'essere come nei ricordi dell'adolescenza. Come nei racconti giapponesi.
Anna Lei è mai stato in Giappone?
Adriano Credo di no. Non ricordo.
Un silenzio.
Massimo Mi tolga una curiosità, Kunt. A che punto siamo, su Marte, con l'unificazione dei sessi?
Oliviero Già! E non trova che il nostro imperfetto sistema ha pure i suoi vantaggi?
Massimo Uno alla volta! La densità atmosferica influisce sul comportamento erotico?
Un silenzio.
Marziano Voi chi siete? Amici del professore, ma che genere di amici? Giornalisti? (A Fred) Le avevo proibito!
Fred Sono giornalisti amici.
marziano Uscite, prego.
Adriano Va bene, siamo giornalisti, signor Kunt. Noi facciamo un lavoro, tra parentesi io non ci sono nemmeno tagliato. Crede forse che mi esalti scrivere ogni giorno due colonne su di lei, quello che fa, che dice, che mangia? Lei l'altra sera ha cenato in una sordida cantina elegante di Trastevere. Ha mangiato cibi dai nomi immondi, ascoltato canzoni mielate, perché la canaglia impone oggi anche i suoi falsi rimorsi. Interrogato da una o due signore su ciò che l'ha colpito del nostro paese, ha risposto, non lo neghi: « Il sole, le canzoni ». Io ho dovuto scrivere queste futilità, si figuri con quanto disgusto. Perché? Perché la condanna del nostro tempo è la diffusione delle notizie inutili. E a forza di scrivere l'Inutilità, io mi guasto lo stile. Sì, io volevo fare il narratore, voglio farlo, ma appena mi metto a scrivere qualcosa, un racconto, le parole se ne vanno. Oppure si raggruppano tra di loro, si aggrumano, diventano frasi fatte, ideogrammi. Debbo far parlare due personaggi, un uomo e una donna. Li mando a spasso. Pensano, forse? Riflettono sulle cose che vedono, sulla strada che percorrono, sul passato, sul cielo, sui loro sentimenti? No. Guardano le vetrine, fanno spese nei negozi, aprono e chiudono porte, fumano sigarette, bevono, salutano. E io finisco per scrivere queste miserie.
Anna Perché non tenta la poesia?
Adriano Dev'essere una sensazione curiosa, i primi tempi.
Anna Dev'essere come in un bosco. O in una cattedrale senza panche.
Oliviero E io che volevo scrivere commedie?
Massimo Non diamo la colpa al signor Kunt. Io non ho rimorsi. Voglio fare questo e lo faccio.
Marco Anch'io. Non ha caldo, dottore? Perché non si leva la vestaglia?
Marziano Io non amo i cronisti. Vi chiedo perdono. Singolarmente, vi amo. Amo lei, lei, lei, lei.
Tutti Grazie.
Marziano Non vi amo quando mi assalite, in gruppo. Voi mi trattate come una curiosità e io invece mi sento simile a voi. Le vostre domande mi avviliscono, le vedo riflesse contro di voi, creature animate da un soffio immortale, e ne provo pena. Voi abbassate l'umanità cercando di dare una risposta alle questioni più oziose che vi sfiorano l'intelletto e che presumete possono riguardarmi. Questioni che riterreste offensive, se rivolte a voi. Nessuno mi ha ancora domandato chi sono. Era una domanda semplice, che un bambino poteva pensare. Avete accettato l'ipotesi del Marziano, che è vera. Ma l'avete accettata subito. Avete preferito chiedermi che cosa faccio, se preferisco questo o quello, se mi tratterrò molto, e seguite le mie giornate con la tenacia di una muta di cani che insegue la volpe, non perché la volpe vi incuriosisca realmente, ma per straziarla, farla a pezzi, eliminarla. Questo è il vostro lavoro.
Adriano Non è vero. Noi siamo dei cani che la seguiamo con simpatia.
Marziano Sì? Allora venga qui e mi abbracci. Vediamo.
Tutti ridono, meno Anna e Oliviero.
Adriano Ho detto simpatia, non amore.
Tutti ridono, meno Anna e Oliviero.
Oliviero Quando gli altri ridono, io non rido. Questo è il mio carattere. Anzi, divento serio e penso. Dai vostri discorsi, deduco una morale: che noi giornalisti svolgiamo un servizio igienico. Noi distruggiamo ciò che aspetta di essere distrutto. Se una cosa, una persona, sono vere, non le intacchiamo nemmeno. Se sono false, la nostra curiosità le distrugge, le elimina. I cani che rincorrono la volpe, rincorrono una povera cosa. Un leone si ferma appena a guardarli e i cani cambiano strada.
Anna Voi lo distruggerete?
Adriano Lei lo teme?
Anna Credo di no. Ma a volte si ha la sensazione.
Adriano Sì, di essersi già conosciuti.
Marziano Posso andarmene da un momento all'altro, se voglio. Potrei andarmene lunedì. Chi mi trattiene? Non voi, né il vostro governo, né gli applausi, né la certezza di averne finché voglio o i sorrisi delle vostre donne e le lettere dei vostri bambini buoni. Potrei andarmene anche adesso. Non ho che correre al Galoppatoio, chiudermi nel mio apparecchio, premere un bottone. In pochi secondi di questa città vedrei una macchia bianca, una pustola infetta, poi nulla. Potrei scendere in un'altra città, ricominciare... altri applausi, altre offerte, altri giornalisti. Potrei divertirmi a scatenare odi, conflitti, e ridere di voi. Potrei diventare ricco e sarei ritenuto saggio, perché voi ammirate una sola riuscita: la ricchezza.
Adriano Non è giusto. La ricchezza mi lascia indifferente.
Anna La grande ricchezza, non la media. O lei preferisce la piccola?
Adriano Non so. Non ricordo. Forse.
Marziano Ha ragione, sono ingiusto. In un certo senso, noi siamo fratelli. Tanto io che voi inseguiamo qualcosa che ci sfugge, perché supera la nostra conoscenza. Voi interrogate me, sperando di cavarne un ritratto, una storia da vendere, io interrogo un mondo che non è mio, cercando di cavarne... che cosa? Posso dire: una verità? O questa parola mi bolla di presunzione?
Una pausa.
Fred Dottore, vogliamo vestirci?
Massimo Ancora una domanda, quella che potrebbe fare un bambino: chi è lei, dottore?
Marziano Perché mi chiama: dottore?
Massimo Sento che tutti la chiamano così.
Marziano E lei crede a quello che dicono gli altri?
Massimo Per cortesia, in questo caso.
Marziano Se lei è un uomo cortese, non mi faccia domande impertinenti.
Tutti ridono, meno Anna e Oliviero.
Oliviero Seguiteremo allora a occuparci di ciò che lei mangia, dei suoi apprezzamenti sul nostro clima, sulle nostre donne, eccetera?
Marziano (va alla bombola d'ossigeno, respira) Sta a voi deciderlo. Se vi sembra che non ci sia altro, continuate così. Io non posso imporvi di vedermi altrimenti. (Va al telescopio, guarda.) Ma non è certo per rispondere a queste domande che ho lasciato il mio pianeta. Da laggiù questo mondo mi appariva pieno di promesse. (Va alla bicicletta, suona il campanello.) E io so che non sono vane, ho guardato la gente negli occhi, ho visto che la mia persona suscitava brucianti speranze in qualche cuore. (Getta via un pacco di giornali.) Non mi riferisco ai commenti entusiastici dei primi giorni. Allora... allora si è parlato come di... come di un nuovo messia. (Bussano.) Avanti!
Entrano due Operai del telefono.
Primo Operaio Ci scusino, dobbiamo mettere la linea volante per i due nuovi apparecchi. Buongiorno.
Secondo Operaio Tanto non disturbiamo.
Marziano Non avranno macchine fotografiche?
Primo Operaio Fotografiche? E perché?
Fred Il signore è il Marziano.
Primo Operaio Ah. E vuole che lo fotografiamo?
Secondo Operaio Noi siamo del telefono. Lei può continuare tranquillamente, in dieci minuti è fatto. Guardi il tesserino. Colombino, comincia a tirare il filo.
Primo Operaio Cominciamo. (Va alla finestra.) Pomodoro! Tira!
Secondo Operaio Continuate. Noi lavoriamo sempre in mezzo alla gente, ci siamo abituati.
Oliviero Un nuovo messia... Un'ipotesi lusinghiera.
Marziano Sì, Cristo torna sulla Terra e viene assalito dai fotografi, dai giornalisti, e dai cacciatori di autografi. Tra costoro si mischiano truffatori, spie, provocatori, agenti del fisco, maniaci sessuali, un comitato internazionale, diplomatici, sindacalisti,, osservatori. Il resto è gente del popolo, in buona fede, la gente che lavora, il buon popolo che piange e applaude. La televisione trasmette le scene dei vari incontri. Pregato di fare alcune dichiarazioni alla stampa... gli farebbero dire che è particolarmente felice di essere in questa città, cara ai suoi migliori apostoli. Ma potrebbe anche dire: E adesso chi mi ama ancora mi segua...
Voce Colombino, tira!
Marziano ... lasciate che i morti seppelliscano i loro morti, date a Cesare quel che è di Cesare, porgete l'altra guancia, non mettete da fiaccola sotto il moggio, gli ultimi saranno i primi. Già, anche questo bisogna tener presente: gli ultimi e i penultimi.
Oliviero Sì, e poi?
Marziano Poi si passerebbe ai miracoli. Con cinque pani e cinque pesci...
Anna (pensa) La platea vorrebbe altri miracoli.
Oliviero Sì, qualcuno griderebbe: Noi non abbiamo visto! Ancora!
Marziano Continuerebbe. E infine annuncerebbe a tutti di prepararsi, perché la fine del mondo sarebbe prossima. E sparirebbe in una gloria di luce, lasciando la folla a commentare i miracoli e i giornalisti a descriverli e a discutere le sue dichiarazioni. (Pausa.) E i commenti sarebbero sfavorevoli. Perché nessuno accetta più volentieri l'ipotesi che il mondo debba finire e che il giudizio sia tanto prossimo. Il mondo deve continuare. È così bello! Oggi le idee si chiariscono, la tecnica si perfeziona, la scienza promette di spiegare ogni fenomeno, i popoli si amano. Lo Spazio vi tenta. Perfino dai lontani pianeti vi arriva un messaggio, io, con la promessa implicita che tutto continuerà. L'avvenire della Terra è certo, tutti ci puntano sopra, forse è eterno. Non si tratta più di prepararsi alla fine, ma al più alacre dei proseguimenti. Si spera di allungare l'esistenza umana, di scendere a patti con le leggi che regolano l'universo, e forse dominarle. Dio lavora per la continuità. Dunque, l'ipotesi che io sia un nuovo messia è ridicola, infondata. Io avrei dovuto scuotere le folle, trascinare gli uomini di buona volontà, cacciare i mercanti dal tempio, precisare la entità del superfluo, smascherare gli ipocriti, ammonire i perversi. Tutto ciò, in attesa di che cosa? Della continuazione? Si aspettava da me un gesto, una parola? Ma quale? Non è stato già tutto detto? O forse qualcosa è stato taciuto?
Adriano Qualcosa è stato reso incomprensibile.
Marziano A chi? A voi, che siete i sacerdoti della verità quotidiana? E se qualcosa è stato reso incomprensibile, io sarei sceso col compito del decifratore? (Ride.) Io, che sono qui da venti giorni e della folla conosco soltanto la curiosità per le minuzie della mia persona, io che vedo dappertutto bocche sorridenti, mani tese, mani che applaudono, e sento elogi, proposte di collaborazione, progetti di scambi culturali, tentativi di corruzione, e non posso aprire bocca senza che qualcuno si contorca, di piacere, di stupore, di desiderio? La verità è che ognuno spera che io sia venuto per risolvere le sue faccende. Patrizia!
Patrizia Dottore!
Marziano La cartella dei contratti, per favore... Ecco i contratti che mi offrono.
Fred Occasioni incredibili.
Marziano Me li offrono perché pensano che io sia sceso a dare una mano al buon proseguimento. Firmando una dozzina di questi contratti, io... Tutto, guardate: pubblicità, immobiliari, televisione, cinema, industria pesante e leggera, applicazioni nucleari, sfruttamenti marziani, viaggi spaziali, biscotti. Ho la scelta. E ho scelto. (Strappa i contratti.)
I Telefonisti si scambiano segni di approvazione.
Fred È un gesto precipitato, dottore.
Marziano Ma tutto quello che faccio io è precipitato! E non ha senso! Lei andrebbe su un altro pianeta?
Fred (offeso) Non sono un tecnico. Ma qualche contratto si poteva salvare. Ci ripenseremo, chiederò le copie.
Marziano Non sono venuto per firmare contratti. Semmai, ho altre ambizioni. E siete stati proprio voi a darmele. Accanendovi contro una falsa immagine del Marziano, mi avete mostrato quale può essere la vera.
Oliviero Quale?
Marziano È troppo presto per parlarne. Ho i miei doveri di ospitalità, di rappresentanza... Ma oggi più che mai sento che Roma era la mia giusta meta. Fidiamoci sempre delle prime impressioni.
Patrizia Bravo, amore mio! (Lo abbraccia.)
mara Anch'io, anch'io.
Marziano (le palpa, turbato) Anime semplici abitano talvolta corpi complessi. Dovrò cominciare a prendere appunti o molte cose me le scorderò. (Ad Adriano) Il suo silenzio mi piace. Beviamo qualcosa.
Un silenzio. Tutti bevono.
Adriano Sì, beviamo. Io getto la maschera. Il suo arrivo, per molti di noi, è stato qualcosa di più di una prodezza scientifica. Dicevo appunto con un amico... non è la fine del mondo, ma il principio. Non la continuazione. Ma adesso mi accorgo con quanta arroganza, con quanta utilitarietà! Il segreto dell'impresa è più sottile. Forse lo intuisco, ma non voglio parlarne. Io debbo ascoltare. (Ride.) Ma il segreto è sottile. Lei prima mi chiedeva di abbracciarla. E io ho rifiutato scherzando. Bisognava essere semplici come queste due colombe? In noi poveri cronisti rimane sempre un fondo giovanile, che ci fa volgere in scherzo le cose veramente serie, perché appunto ne temiamo la gravità. Quando il leone si ferma a guardarci, anche noi ci fermiamo e buttiamo la cosa in scherzo. Io non mi vergogno di dirle che adesso sarei felice di toccarle il lembo della veste.
Anna Della vestaglia.
Adriano Non ho detto vestaglia? (Al Marziano) No, non fraintenda. Non aspetto miracoli e assoluzioni. Salto la barricata. Che c'è dietro? Non lo so. Io non scriverò più niente su di lei, almeno come ho fatto fino a oggi. Mi caccino pure. Sarò il primo che ci avrà rimesso il posto, col suo arrivo. Mi darò alla narrativa neodecadente, o alla poesia climaterica. Ma sì! Questo è il mio biglietto, telefono e tutto, se vuole può disporre di me.
Oliviero Che c'entra, anche di me.
Massimo Di me.
Marziano Grazie... sì, grazie. Confortante. Dovrò trovare la forza di non deludervi. Il bello è che non so nemmeno io che cosa...
Seconda Guardia Buongiorno. (Dà il cambio all'altra Guardia, che esce.)
Prima Guardia Buongiorno.
Adriano Lei non potrà darci più delusioni di quante ce ne siamo date noi stessi. E non legga i giornali, non se la prenda. Séguiti a guardare la gente negli occhi. È lì che vedrà una risposta. Mi perdoni, io vado, debbo averla annoiata.
Marziano No! (L'abbraccia.) Diamoci del tu. Come ti chiami?
Adriano Adriano Martello.
Marziano E un buon nome per battere. E noi batteremo. Tutti qui attorno a me! Voglio stringere le vostre mani, un patto di amicizia, qualcosa di più solenne, che ci impegni. Una congiura! (Pausa.) Ma non oggi. Giuriamo comunque sulla nostra a-micizia. Io...
Un lungo silenzio. Fred si apparta distratto e pensoso.
Marco (si scuote) Adesso che siamo diventati tutti amici, lo facciamo questo gruppo? Souvenir?
Marziano (debolmente) No, no...
Oliviero Kunt, si parla in giro di un tuo vago fidanzamento. È vero? Sei favorevole ai matrimoni misti interplanetari?
Massimo Hai trovato differenze sostanziali nel corpo umano terrestre?
Oliviero Tutto sommato... le tue esperienze in questo campo sono positive?
Adriano Kunt, andiamocene. Lascia perdere i tuoi impegni, per un giorno solo, o manda tutto al diavolo. C'è una Roma che tu non conosci, vecchie ali di muro, parchi nascosti, strade dove le pietre sono uomini e gli uomini hanno l'impassibilità e la saggezza delle pietre... navate nude e Fredde... un popolo generoso che tu amerai perché ti guarda senza giudicarti. Di' alle ragazze di buttare all'aria le loro carte. Venite anche voi. E lei, Fred Gomes. Tu, Oliviero. (Ad Anna) Arriveremo al mare! Conosco posti dove la solitudine ha ancora un senso, rive selvagge... vi staremo accampati come naufraghi felici. Faremo il bagno e ricominceremo tutto daccapo. Nel tuo arrivo Kunt, c'è un sbaglio, lo troveremo. Leviamoci da questa tana, dove c'è il tanfo dello spreco... (Suona una pendola.) ... e dove anche le pendole suonano ore che non significano niente.
Un silenzio.
Anna (abbraccia Adriano) Saresti capace, tu, di amare una donna?
Adriano Sono capace di tutto!
Anna Allora portami via. Ogni cosa va fatta con un po' di entusiasmo, ho conosciuto un signore che ti somigliava, ma dove? Se dici: sì, io posso amarti da questo momento. Dev'essere bello amare. Dev'essere come ammalarsi. Quello che conta è andarsene. Andiamo?
Adriano Lei si riferisce al mare?
Anna Mio padre oltre che suonare il violino era anche poeta. Una domenica sul treno di Ostia improvvisò questi versi:
Tutti al mare, tutti al mare!
Troveremo sulla spiaggia
l'innocenza degli istinti,
la certezza salutare!
Solitudine selvaggia,
ci farà degni di amare.
Ma non vedemmo l'acqua, era una domenica. Adriano, decidi. Andiamo?
Tutti guardano il Marnano. Fred sbadiglia.
Marziano Sì, ho deciso, andiamo tutti al mare.
Esultanza. Un colpo di cannone.
Patrizia Mezzogiorno! Affrettiamoci!
Un Groom introduce due Signori, e il Sarto col suo Aiutante. Silenzio.
Primo Signore Il signor Kunt? Chiediamo perdono. Siamo forse in'anticipo? La commissione... Sono lieto di porgerle il suo primo saluto...
Secondo Signore L'ansia di conoscerla... Disturbiamo?
Marziano No, no. Benvenuti. Dimenticavo il banchetto e la commissione. E il sarto. Io adoro il mare... Anna, non voglio turbare la gita. Andate. Oppure, andiamo tutti domani, senza fretta? O un altro giorno... lunedì. Sei tu, Adriano, che hai avuto l'idea del mare?
Adriano È un'idea semplice. Cominciamo col lavarci!
Marziano Sfuggire le responsabilità. Dicono: al mare! e tutto sembra risolto. Ma certamente andremo. Vediamo questi abiti? Presto, per favore, il mare ci aspetta.
sarto Dovrebbe togliersi la vestaglia, dottore.
Marziano Marco, anche lei al mare, è prudente portarsi un idraulico quando si va al mare.
Marco (si affanna attorno alla macchina mentre il Marziano si toglie la vestaglia) Un momento, così, devo fare la posa. Ah, la fretta, il magnesio! Su, resti così, signor Kunt, anche i geni oggi si fanno fotografare in mutande, anzi la familiarità è proprio il segno del successo. Si spogli anche lei. Spogliatevi tutti. Spogliatevi! Professore, metta un bel disco, un po' di musica. Accidenti, le lastre! Dove ho messo le lastre?
Fred aziona un giradischi. Musica suadente. Tutti si immobilizzano, eccetto Adriano.
Marco Trent'anni di esperienza nei giardini pubblici! Faccio un gruppo, becco un altro milione, le lastre, la pera di gomma! (A Fred) Professore, aiuto!
Fred si scuote. Mimica da ipnotizzatore.
Fred Non avete sentito? O volete disobbedire? Sapete bene che è impossibile, gli rendete soltanto un po' faticoso il lavoro e quando lui si stanca perde simpatia per il soggetto. Coraggio, dopo sarete felici. Siamo granelli di sabbia, già morti, nell'universo morto. Su, il pubblico vuole soltanto un po' di spogliarello, con risultati artistici e morali. Resistete pure, non cambia nulla, Marco testimonierà la vostra ribellione, che è una forma più dolorosa di esibizione. Dolorosa per voi... io me ne frego. Marco, spicciati.
Marco La pera non funziona! Continui professore!
Fred Tutto esiste, amici, la libertà, la volontà, ma la libertà di non volontà è assurda, non si può non volere, non credere, non vivere. È così bello spogliarsi di ogni pregiudizio. Su, piano, i signori uomini la cravatta, le signore donne la cintura. Metti la lastra, cretino!
Marco Non funziona il soffietto!
Fred Vedrete come sarà dolce liberarsi della non volontà, affidarsi agli istinti, ritornare alla natura, annullarsi nell'abbraccio di uno specchio profondo... Vi invidio. Io non riesco a spogliarmi.
Marco Forse ci siamo professore. Continui.
Adriano (scattando) No, basta, è ignobile, è stupido! (Ferma il giradischi. Tutti si scuotono.) Io me ne vado. Scusi, signora, non resisto, rimandiamo la gita a tempi migliori. Addio, Kunt, se vuoi chiamami. Ma senza questa gente. Addio! (Esce.)
Anna No, Adriano, aspetta.
Marziano Adriano, non abbandonarmi! Ti chiamerò io! Domani! (Comincia a infilare varie giacche, indifferente a ciò che segue.)
Marco siede accasciato: rinunzia.
Patrizia Sei tu, Anna, sei tu la causa di tutto! Era bello, dovevamo andarcene, via, liberi, anche loro, ma tu hai voluto guastare l'accordo, gelosa, pazza, ridicola!
Anna Patrizia, che ho fatto? Mi odi tanto?
Patrizia Sì, ti odio! Non guardarmi! (Schiaffeggia Anna.)
Confusione. Patrizia fugge, Mara la segue.
Anna Patrizia, se ti ho offeso, ti chiedo perdono! Tutto così, senza ragione? Che ho fatto?
Marco Sarà per un'altra volta. L'arte è pazienza. (Esce.)
Anna piange e Fred si scuote.
Fred È il momento della pazzia. Lo sentivo. (Ai giornalisti) Sarebbe bene togliere il disturbo.
Massimo Abbiamo argomenti per un mese.
Oliviero Oddio, oddio!
Escono, ridendo.
Anna Come tutto succede senza una ragione! Sono infelice. Lasciatemi, che fa quell'uomo, lì, in piedi?
Fred Guardia, seduto!
La Guardia siede.
Anna E quei due? Sono fotografi anche loro?
Primo Operaio Siamo del telefono. Chi firma qui?
Fred Io. Grazie.
Secondo Operaio È una gabbia!
Escono.
Anna Ci siamo diviso il pane e il lavoro come sorelle, e adesso... Io non posso capire. Adriano è un guastafeste. Dove l'ho conosciuto ?
Sarto Io per me ho finito. Le dispiace, dottore, un autografo ? Il mio bambino fa collezione. Le dispiace? Ecco, qui. La penna. Grazie. Non si disturbino. Signora, i miei omaggi. (Esce con l'aiutante.)
Anna (piange) Arrivederla, sarto. Oh, si respira.
Un silenzio. Fred è distratto, turbato da nuovi pensieri. Il Marziano si guarda allo specchio.
Fred L'evo moderno è finito. Comincia il medio evo degli specialisti. Oggi anche il cretino è specializzato. Mah, non finisce bene... (Pausa.) Dottore, lei prima ha strappato i contratti, ci sono stati applausi, crede che non abbia capito? Ma bisogna continuare, come fa la Natura, scavalcando le tombe. Stasera ci propongono la inaugurazione di un ritrovo marino. Andiamo tutti per un'ora. La sola presenza. E un modo di andare al mare. Per un'ora, ci danno...
Marziano (interrompe) Io non ho spese, sono ospite del governo. (Ad Anna) Come ti sembra la marsina? Cade bene? Le code? I risvolti?
Anna Cade bene. Tutto bene.
Fred È vero, lei è ospite. Ma noi? L'assegno del concorso è finito.
Marziano L'hanno pagato per me?
Fred Immediatamente.
Anna Fred, dobbiamo cambiare strada. Lui non è venuto qui per fare il pagliaccio. È un uomo serio, non finiamo per favore nell'avanspettacolo. Non voglio divertirmi. Faremo la fame, andremo vestiti di stracci, ma rispettiamolo.
Marziano E questa giacca? Tira bene? Aderisce? Come fa le spalle?
Anna Bene, bene. Voglio tutti qui, che lo stiano a sentire, che lo adorino, come lo adoriamo noi.
Marziano I bottoni d'oro li lasciamo? Ma sì. Festa marina. Ci andremo! Ma da domani, si cambia vita. Anzi, da lunedì. Così sbrigo un po' di impegni. È abbastanza lunga? Sì, direi.
Anna Mi duole la testa. Puoi lasciarci, Fred? E licenzia quelle puttanelle.
Marziano No, le puttanelle restano.
Sorpresa. Fred fa un dignitoso saluto definitivo ed esce. Un silenzio.
Anna Vèstiti, quei signori aspettano.
Primo Signore Oh, fate pure, fate pure!
Marziano Stamattina non ti ho sentita uscire.
Anna Dormivi, eri bello, sono uscita in punta di piedi. (Sospira.). Com'eragaia la nostra Roma, le strade erano piene di sole e di gente, le vetrine, i gesti, i suoni e i colori. Io non vedo che bei colori, adesso.
Marziano Questo colore ti piace? Midnight blu.
Anna Sì. E certe volte, pensando a questa storia, mi viene una felicità che non ho mai provata. Oggi ridevo e molti si voltavano a guardarmi.
I due Signori si appartano. Uno va alla bicicletta, l'altro all'armonium.
Marziano Ti guardavano perché sei bella.
Anna Più bella delle tue donne di lassù? (L'abbraccia.)
Marziano Non ho mai pensato prima d'ora alla bellezza. Era una parte di me stesso, come il fegato, il cervello. Non so spiegarti, da noi la bellezza è un fatto interiore... Contemplazione? Organo? Non ne conosciamo altra.
Anna Come mi vedi, tu? Come una cosa da contemplare? Come un organo?
Marziano Come una cosa tangibile. Da le vertigini. Che buon odore.
Anna In un giardino carezzavo i leoni. Adesso mi ricordo dove ho conosciuto Adriano! Dietro la statua di un poeta, tra un diavolo e una donna nuda.
Il primo Signore inforca la bicicletta, il secondo Signore tocca piano l'armonium. E sbirciano.
Marziano Donna nuda? Il tuo corpo è una certezza. La certezza dell'incerto, del morbido, del profondo. (Pausa.) Anche quello di Patrizia. Anche quello di Mara.
Anna Mi ami? Ci ami?
Marziano Non lo so. Non posso dirlo. Stasera tutti al mare.
Anna Io ti ucciderò.
Campanello di bicicletta, note di armonium. Sipario.
QUADRO QUARTO
Un mese e mezzo dopo. Lo stesso luogo del primo quadro. In più, a destra, una chiesa con portico. Il Marziano è sotto il portico, in attesa. Sta leggendo un telegramma. Seduto sugli scalini della chiesa, il Mendicante legge il giornale. Via vai di passanti. Entra Adriano, leggendo un foglio. Un tuono lontano. Musica.
Adriano «Al Marziano, Grand Hotel, Roma. Urgente.»
Il lamento dell'analfabeta.
Niente mi hanno insegnato all'Università,
solo a scrivere in chiaro il mio nome et cognome,
non a capire un gesto, aut il mistero di un occhio,
né la calma del tempo, aut il segreto di un sasso. Stop.
Io non so scrivere altro, solo il mio nome et cognome,
ho scritto sette romanzi per metterci sopra il mio nome.
(Un tuono, più vicino.)
Niente mi hanno insegnato all'Università,
non a capire un uomo, non a guardarmi allo specchio,
aut un paese morto, nemmeno un giorno di morte.
aut a svegliarmi un mattino rinchiuso in una bara,
io non conosco un paese, un mese di fame, un anno
di disperazione. Stop. So scrivere solo il mio nome. Stop.
Disoccupato da un mese e mezzo, mi sono chiuso in casa per scrivere un romanzo, tutto quello che ho scritto, eccolo qua. C'è da piangere. L'ho inviato per telegramma al Marziano, ho speso una tombola, ma lo scuoterà la mia satira? Ah, Marziano!
Tradimento! Un segno, un segno che sei ancora vivo!
Un tuono. Pioggia. Passanti che scappano. Adriano sale di corsa le scale ed esce. Entrano di corsa Orlando e Alvaro e si riparano sotto il portico.
Alvaro A luglio basta un acquazzone per portarsi via le ultime illusioni sull'estate. Gli anni saltano uno alla volta, a metà estate. Al mio paese oggi fanno una festa.
Orlando Le conosco quelle feste, me ne sono rimasti gli odori nel naso. L'acetilene delle bancarelle, le noccioline, i cocomeri, il caldo e i profumi delle donne che passeggiano su e giù nel corso. Poi la sera, la banda in piazza che suona la Carmen e Casta Diva.
Alvaro L'acuto della cornetta...
Orlando ...e il botto che annuncia i fuochi d'artificio.
Alvaro I primi amori sono rimasti laggiù.
Orlando Li rimpiangi? Mi hanno fatto sbagliare tutto!
Un silenzio. Il Marziano ascolta.
Alvaro Sei stato ieri al ricevimento in Campidoglio?
Orlando Non sono potuto arrivare nemmeno a piazza Venezia. C'era una folla enorme. Ignobile curiosità!
Alvaro No, c'era un'altra calma, nell'aria. Devo dirti che mi è piaciuta. Mi sono fermato vicino a certi autobus, i bigliettai e i conducenti erano anche un po' indifferenti. Sai, bloccati lì da ore, qualcuno se la prendeva già col Marziano.
Orlando Sempre i soliti italiani, cinici. Non esiste una società. Vogliamo partire, andarcene in Danimarca per una settimana?
Alvaro Stai a sentire questo dialogo. C'era un bigliettaio che diceva a un compagno: « Ma che c'è venuto a fare? ».
Orlando Ah, che orrore, per loro ci vuole il cantante!
Alvaro E l'altro gli ha risposto: « Vuoi mettere come si sta a Roma e come si sta su Marte? Tu ci staresti su Marte? ». « Manco morto » ha detto il primo.
Alvaro e Orlando ridono.
Orlando Certo, tutto sommato...
Dalla chiesa esce Anna, che resta accanto al Marziano silenziosa.
Alvaro Ma non sai che è successo dopo al Campidoglio! Il sindaco ha parlato di Roma maestra di civiltà.
Orlando Oddio, oddio, sul serio?
Alvaro Il giornale non lo porta. Ci sono stati colpi di tosse, ma la gaffe era irreparabile. Così ha proseguito alla meglio, elogiando il sistema planetario, ricordando Galileo Galilei, che ha contribuito alla scoperta col cannocchiale, gli studi del Sole, e che so io. Il Marziano sorrideva, dice che si è chinato verso un cardinale che gli stava vicino e gli ha detto qualcosa all'orecchio. Il cardinale ha sorriso, paternamente.
Orlando Io l'ho visto ieri notte, tardi.
Alvaro Dove?
Orlando A via Veneto. È sempre emozionante. Io e Pierino stavamo fumando, quando lo abbiamo visto venire, sottobraccio a due ragazze abbastanza belle, non quelle principesse della festa...
Alvaro Lo hanno abbandonato.
Orlando Certo, è un intellettuale! Poi, sembra che non si diverta. Dicevo, due belle ragazze, normali, forse di un balletto. Lui rideva, simpatico. Ha smesso di ridere quando ci è passato davanti, benché noi evitassimo di guardarlo. Più giù ha incrociato l'ex re d'Arcadia, che si annoiava e sbadigliava. Non si sono salutati.
Alvaro Se almeno smettesse di piovere. (Grida) Fabrizio!
Fabrizio arriva di corsa e si ripara.
Fabrizio Orlandino! Alvaro! Bella, la pioggia, vero? Ah, mi mette sempre un'allegria irresponsabile! La gente che corre, le diverse cose che uno si mette sulla testa, un giornale, una scatola, una sedia, ho visto uno che si riparava con un bambino. Pensa, e il bambino batteva le mani, contento! Che mi dite? Siete ancora schierati a favore della Donna, o siete passati dall'altra parte?
Alvaro La donna resta per me un bel mistero.
Orlando Io amo le donne del Nord, più chiare, responsabili, inserite però nella Natura. Semmai il loro mistero è questo: la naturalezza.
Fabrizio Io adesso devo vedere una specie di tigre che mi fa paura. Mi sento emozionato come se dovessi dare gli esami. L'altro ieri stavamo in macchina, io ero distratto, mi volto a guardarla, s'era spogliata. In camicia, ti dico! « Ma che fa? » le ho detto. E lei, guardandomi con certi occhi da bambina, sembrava che volesse piangere: « Uffa, dottore! Ho caldo ». Scottava come una stufa. Datemi una sigaretta. Grazie.
Orlando Il mistero per me è un altro. Bello anche questo, però.
Alvaro La semplicità non si ripete mai. È il suo fascino.
Fabrizio Sì, fascino. Non avete per caso anche diecimila lire? Non fate quella faccia, come se scherzassi. Dico sul serio. Non importa, la lezione del Marziano non vi serve a niente, anime opache. Nessuna libertà, nessun estro nell'accettare le domande più affettuose degli amici. Oh, ecco laggiù la tigre, sulla porta del caffè. Io vado. Guardate che fianchi. Un'anfora!
Alvaro Che fai stasera? Ti vediamo?
Fabrizio Stasera? Non so. Mi ha telefonato Gloria, quella contessa che scrive, poverina, — a proposito, come scrive? — per invitarmi a una cena Fredda che da in onore del Marziano. Ho risposto io, imitando la voce della cameriera, e dicendo che avrei riferito. Non ci andrò. Conoscere il Marziano, tra gente che vorrà accaparrarselo, chi per raccontargli come stanno veramente le cose in Italia, chi per invitarlo a un'altra cena, chi per coinvolgerlo in una giuria, mi sembra inutile. Ci vediamo, amici. E pensatemi! Io vi penso sempre. (Esce correndo.)
Un silenzio.
Orlando Partiamo, ci fermiamo a Copenaghen tre giorni, poi magari una puntata in Svezia.
Alvaro Il mare, lassù, non sembra neanche mare, sulla riva cresce l'erba. E il grande amore di una settimana se ne va dandoti la mano e dicendo: « Arrivederci, signore ». È questa purezza che mi turba. L'assenza di complicazioni, di passioni.
Orlando Se domani fa bel tempo, vado a trovare Adriano.
Alvaro Se domani fa bel tempo, mi sparo. Le cinque! Devo lasciarti.
Orlando Aspettami, che faccio io qui, solo? Accompagnami a casa! Non ti piace il mio quartiere? Sì, hai ragione, è squallido.
Escono correndo. Una pausa. Un tuono più forte.
Anna Il parroco viene tra poco. Possiamo entrare, intanto.
Marziano No, guardo la pioggia. Mi calma. Mi calma un po' l'ansia di andarmene.
Anna Vuoi andare? Dove?
Marziano Non lo so. Mi sento davanti a un muro. Dovrei trovare la forza di scalarlo, o tornare indietro. Oppure, sedermi ai piedi del muro e aspettare. Che cosa? Che mi crolli addosso. Oppure, potrei dargli una mano di calce e affrescarlo. O farci un buco e guardare che c'è dall'altra parte. Quante soluzioni! Forse ho bisogno di star solo, di chiudermi dentro una torre, e la vorrei in riva a un lago, per potermi quietare con un salto a portata di mano. O sputare, forse? Sputare nell'acqua, fare dei cerchi perfetti, una miriade di cerchi e creare così un universo con uno sputo? E anche nel cerchio più piccolo, un microbo che divora un altro microbo non sognerebbe il dominio della sua goccia di sputo? O forse dovrei agire, ma il peggio che può capitare a un genio è di essere compreso prima ancora di dire: «a». Tutti mi applaudono, ma nell'applauso sento già lo scalpiccio dei piedi che si avviano all'uscita. (Pausa.) No, devo agire.
Anna Dovresti calmarti. In fondo hai tutto quello che un uomo può desiderare. E io, non conto?
Marziano Non è questo, è qualcosa di più.
Anna Non ci credo.
Marziano È proprio così.
Anna Allora, partiamo, andiamocene dove vuoi.
Marziano Lo dici come una soluzione di ripiego, come se dovessimo partire per toglierci dalla noia e fare un po' di vacanze! Per me la cosa è diversa, è un'altra partenza quella che mi propongo, e che ti esclude. Partire, per me, significa muovere un piede da questo gradino e camminare, perdermi nelle strade qua attorno, scrutare il mistero di un sasso, conoscere un paese, un mese di fame, fare altri incontri, cercare nuovi amici, ma soprattutto rispondere alla domanda che sento nell'aria. Tu non c'entri in questa storia. Adesso più che mai.
Anna Ah, no? Io volevo andare al mare quando tu non volevi.
Marziano E chi dice che ora lo voglia? Forse dovrei raccogliere un po' le idee. Ci sarebbe un'altra soluzione: toccare il fondo, abbandonarsi. Sì, è la soluzione migliore. Che conosco, io? Niente. Fino a ora, un pacchetto di varie sensazioni, molto gradevoli, alcune noiose, ma non conosco niente. Neanche te.
Anna Non c'è bisogno di conoscersi... Forse il giorno in cui tu arrivassi a conoscermi, me ne andrei. E potresti trovarmi che so? dove ci siamo incontrati la prima volta. E pretendere di essere pagata.
Marziano Bisognerebbe ricominciare daccapo.
Anna Per ritrovarci qui.
Marziano Dovevo arrivare di nascosto.
Anna Ci saremmo incontrati di nascosto.
Marziano Adesso che ho tutto, sento che tutto mi sfugge. Vorrei essere un uomo come gli altri, come quei giovani che erano qui poco fa, parlare, ridere, avere amici che ti riscaldano con la loro amicizia, che danno un senso alle strade, alle piccole abitudini, anche alla noia. Oh, poter dare importanza alle cose che non ne hanno, sentirsi in quel perfetto stato di mediocrità, che permette tutte le delusioni! Mio Dio, perché non sono un uomo mediocre? Dammi oggi le mie mediocri ambizioni quotidiane! Dammi un limite, dammi un amico pigro e disoccupato!
Anna Sono io, un amico.
Marziano Tu? Ma ne voglio cento, mille, un miliardo, tutti con me, poter dire: seguitemi!
Anna Aspettando che ti si chiariscano le idee?
Una pausa. Un tuono lontano. Entra Fred che, vedendo i due, si nasconde dietro una colonna, in vista del pubblico.
Marziano Tu mi seguiresti senza fare domande?
AnnaIo sì. Ma è un altro discorso.
Marziano Allora, cominciamo noi due.
Anna Quando ero io a volerlo...
Marziano Niente recriminazioni. Cominciamo. Da questo momento è finita con questa città, il chiasso e gli applausi. Basta coi ricevimenti! Ma certo, ecco la strada, e non averla vista prima! Possiamo prendere con noi anche Adriano, un cuore generoso, un amico.
Anna È al mare, sta lavorando. Scrive un romanzo.
Marziano Come lo sai?
Anna Qualcuno me l'ha detto.
Marziano Bene. Adriano. E tre. Escludiamo Fred, che è troppo cinico e utilitario e pretenderebbe di organizzarci.
Anna Escludiamo anche le ragazze.
Marziano Escludiamole. E questo mendicante?
Anna Non credo che verrebbe. Lavora.
Marziano Escludiamolo. Ma siamo in tre! Non capisci che è già enorme essere in tre e moltiplicarsi secondo una progressione geometrica, purché ognuno di noi tre convinca altri tre, e questi a loro volta altri tre? O possiamo imbarcarci sulla mia nave e tentare altrove. Insomma, tutto fuorché questa accetta-zione supina di un successo che sembra nato da un equivoco. Io debbo chiarire quest'equivoco, se c'è. O forse renderlo più oscuro, fondo, per prendere tempo, studiare meglio la situazione, colpire al momento giusto, quando nessuno si occuperà più di me con la morbosa curiosità che oggi mi gettano in faccia? No, no, agire! Andar via a piedi, l'idea del mare, le rive selvagge di Adriano cominciano ad attirarmi. E com'è bella la pioggia! Che allegria irresponsabile mette nel cuore!
Un Prete esce dalla chiesa.
Prete Il padre vi aspetta.
Anna Il padre ci aspetta. Andiamo.
Marziano Non oggi! Adesso so quello che debbo fare. Un legame più forte ci unisce da questo momento: la complicità. E poi non mi piacciono le cose fatte di nascosto, né è il caso di suscitare altro chiasso. Abbiamo cambiato idea. Tu mi segui?
Anna Ci scusi, padre. Abbiamo cambiato idea.
Marziano Corriamo da Adriano, tu avevi visto giusto. Le cose si fanno subito o non si fanno.
Anna Ci perdoni, padre, abbiamo cambiato idea! Aspettami, Kunt! Non posso correre!
Escono. Il Prete guarda il cielo e rientra nella chiesa. Un tuono lontano. Anche Fred guarda il cielo.
Fred Un uomo come me tocca il fondo. Tutto è chiaro. È in vantaggio, sa che tutto è chiaro, finita la responsabilità, la paura... Con questo Marziano volevo sistemarmi e posso riuscirci. E ora me lo lascio scappare... Sono un fesso? Che mi prende? Una specie di stanchezza per l'imbroglio? Una specie di pena... di pena... per lui? È questa la noia? Che sapore vecchiaia lascia in bocca. No, caro professore, vattene anche tu! Piglia il tuo bravo baule, vattene in tournée. Solo. Lettura del pensiero, telepatia, esperimenti magici... I teatrini comunali, i cinema di paese, i manifesti scritti a mano, le trattorie con alloggio, e le stanze umide, le lampadine vecchie, le mosche, le attese alla stazione... i treni! Se tutto almeno fosse rimasto così... come allora!
Un tuono. Fred esce, correndo. Sipario.
QUADRO QUINTO
La sera dello stesso giorno. Salone con colonne. Nel fondo, altra sala, con una tavola imbandita per una cena Fredda. Gli invitati sono in abito da sera. Il Marziano, in marsina, è allungato su un divano. Tra gli invitati: Oliviero, Lazzaro, Massimo, Alessio, Ercolani, Romano, Anna, Mara, Patrizia, Isabella, Amalia e Diomira. La padrona di casa, Gloria, sorveglia felice la festa. Al levarsi del sipario, tutti gli invitati, meno il Marziano, cantano: La canzone della ricchezza che porta all'indecisione.
Coro Femminile
Milady, Monseigneur, Mylord, Sir,
Veranda, Belvedere, Ambassador?
Rivoli, Tivoli, Florida, Eclair, Grandair,
Grandieu, Thunder, Commodor?
Coro Maschile
Converti, Convertible, Caravan,
California, Invertible, Kapitan,
Capri, Corsaire, Metropolitan?
Coro Femminile
Regence, Empire, Fregate, Roi, Comiche,
Zephir, Esquire, Riviera, Luxurial?
Riche, De Riche, Très-Riche, Extra-Très-Riche,
Luxurious, De Luxe, Lux-Perpetual?
Coro Maschile
Amalfi, Portofino, Queen, Sultan,
Skyline, King, Bermuda, Manhattan,
Montecarlo, Biarritz, Deauville, Can-Can?
Finita la canzone, gli invitati si dispongono variamente a continuare la loro cena in piedi.
Gloria Si sente meglio, adesso, Kunt?
Marziano Sì meglio. Io non capisco ancora quando bisogna smettere di bere. In acqua, credo che affogherei.
Tutti ridono.
Marziano Che cosa stavate cantando?
Gloria Una canzone sulle automobili. Il benessere porta all'indecisione, che tipo di automobile comprare?
Marziano Non solo il benessere porta all'indecisione. Credo che l'indecisione sia una qualità della intelligenza. O difetto? Vedete, sono indeciso, anche nelle definizioni.
Romano L'automobile, che noia! Aumenta la solitudine dell'uomo. L'ho anche scritto.
Alessio Tu hai scritto tutto.
Romano Faccio quello che posso. E tu sei un pigro!
Lazzaro Ieri guardavo certe automobili. (Tutti mangiano. Un silenzio.) Non è possibile che soltanto lo sfarzo volgare della nostra epoca possa suggerire il barocco di certe decorazioni. Ci dev'essere un motivo più profondo. (Al Marziano) Potrebbe essere un motivo religioso, un residuo totemico? Lei che ne dice?
Ercolani No, l'automobile è un tentativo inconscio di glorificare il corpo femminile. Io lo so.
Lazzaro Già, con la tecnica di scomposizione dei cubisti!
Ercolani Ma è chiaro! Il seno fa da paraurti, il cofano è il ventre, le code, le gambe.
Isabella È vero!
Alessio C'è da chiedersi se il guidatore si accorge di guidare una Venere Callipigia o le Tre Grazie!
Romano Trascurato dalle Arti, il corpo umano ispira l'Industria. Più l'Arte diventa extraumana, più gli oggetti d'uso diventano antropomorfici. Mi fate dire banalità! (Al Marziano) Lei, che ne pensa?
Marziano Io detesto le macchine, tutte. Finiranno per darci consigli, e per giudicarci. Da noi si verificano già i primi casi. No, non voglio parlarne. Un po' di champagne, se non vi dispiace.
Anna Non vorresti invece del caffè con un po' di limone?
Marziano (duro) Lasciami in pace! Lo champagne dà la stessa sensazione dello Spazio. Anche lassù la mente si smarrisce in questo semplice piacere, che accende il desiderio e allontana la sua realizzazione.
Isabella Ebbrezza per ebbrezza, vado al limite. Avete mai provato l'acqua pura? Non la provavo da molto tempo, ma l'altra sera, così per sbaglio, bevo un bicchiere d'acqua e sono rimasta stordita! Una folla di immagini, di ricordi, i ruscelli di montagna, un ritorno liquido della adolescenza... Forse stiamo perdendo l'uso di certe sensazioni, che sono inebrianti perché semplici.
Ercolani Non esageriamo. Anche l'acqua minerale è buona.
Marziano Dov'è il bagno?
Anna Ti accompagno, vieni.
Escono. Tutti mangiano. Un silenzio.
Gloria Che uomo eccezionale, non vi sembra? Romano, dica qualcosa.
Romano Gli uomini eccezionali mi annoiano. Sono già io un'eccezione, e abbastanza fastidiosa. Io mi odio.
Isabella Si odia! Vedete dove si caccia a volte la vanità.
Romano Tu sei una regina scontenta. Scontenta e capricciosa!
Amalia Io lo trovo un vero uomo. Ha quell'aria indifesa, che ti fa desiderare di proteggerlo, di stargli vicino. Un uomo per piacermi, deve darmi il rimorso della purezza.
Romano Rimorso, purezza, Dio che discorsi, mi fa male la testa! Me ne vado!
Ercolani È stato un errore invitarlo assieme al Marziano. Un grave errore.
Romano Tu sei un mangione! No, adesso leviamo gli scherzi, è un uomo interessante, benché non si possa giudicare così, a prima vista.
Lazzaro Io trovo che non ci sono punti in comune, sono ancora in quella fase di rispetto che può preludere alla catastrofe. Io lo guardo, lo ascolto, tutto bene. Mi è anche simpatico, come mi sono simpatiche tutte le persone che hanno le qualità che io non ho. Lui beve, io no. Io sono geloso, lui no. Lui è calmo, veste bene, questo soprattutto. Sì, la persona vestita bene mi sembra subito di un altro mondo.
Oliviero Ma lui è appunto di un altro mondo!
Lazzaro Insomma, mi piace, lo giuro. Solo trovo, non vorrei sbagliarmi... lo trovo leggermente impegnato in qualcosa che non lo riguarda.
Isabella Ma è una cosa che riguarda tutti.
Alessio Io non vorrei pronunciarmi. Ma penso che sia stato tu,
Oliviero a montargli la testa. Tutte quelle storie ridicole.
Oliviero (ride) Io? Adriano, vorrai dire.
Alessio Tu e Adriano.
Entrano Anna e il Marziano.
Marziano Dalla finestra del bagno si vede una città sconosciuta, un deposito di baracche, un miscuglio di tetti sfondati, di comignoli, la terra sembra rosicchiata, c'è un topo giù nel cortile che mi guardava, ritto in piedi, e su tutto un cielo giallo, cattivo. È ancora Roma? Dove sono le cupole, c'è gente in quelle case?
Gloria Il panorama migliore è dall'altra parte.
Alessio Sì, quello del bagno è il panorama di servizio.
Tutti ridono.
Romano Si trattiene molto a Roma?
Marziano Non credo. Ho intenzione di viaggiare, forse verso il Sud, lungo la costa.
Romano Il Sud. Tutto parla di morte in un paesaggio erotico. Conosce la questione meridionale?
Marziano Non conosco nemmeno un mese di fame.
Isabella Va col suo apparecchio?
Marziano No, a piedi.
Gloria A piedi! Ma è meraviglioso!
Marziano Partiremo in tre. Io, Anna e un nostro amico.
Lazzaro e Oliviero ridono.
Gloria Ah, come verrei volentieri. Chi vuole ancora champagne?
Un silenzio, Tutti bevono.
Romano Come le appare la condizione umana, la nostra condizione ?
Marziano Lo scopo del mio viaggio è appunto di trovare una risposta alla sua domanda.
Romano La condizione marziana è preferibile?
Marziano È un discorso difficile.
Romano Facciamolo.
Marziano Bene, vi farà ridere se vi dico che anche il Marziano non riesce a consolarsi del fatto di non essere più il centro dell'universo. Questo è successo all'Uomo qualche secolo fa, a noi da molto più tempo.
Alessio (ipocrita) Se è lecito, come vi siete confortati di questo
spostamento del... centro?
Marziano La meditazione... Meditandoci sopra.
Un silenzio.
Romano Allora, meditiamo! (Dà un colpo sulla schiena di Ercolaniì) Medita, mangione!
Ercolani No, no, mi fai cadere il piatto!
Lazzaro (ipocrita) Un momento, cerchiamo di capirci sul significato del suo impegno. Meditare significa infine accettare. O sbaglio? Ora (indica Romano) lui impegna il suo « Io » verso un fine che annulla il suo « Io »? Non lo conosce! Sarebbe un suicidio, per lui.
Romano Sì, vorrei proprio morire, invece.
Gloria Chi vuol suicidarsi?
Ercolani Lui, Romano.
Marziano Ammettiamo che la soluzione ultima offerta all'umanità sia appunto il suicidio. È una ipotesi. Un suicidio collettivo. Per mancanza di fede in qualcosa, in se stessa. Credo che il nostro impegno sia di impedire appunto questa assurda soluzione. Se vogliamo continuare a parlare di suicidio, bene ma che sia un suicidio nella direzione opposta, cioè alla ricerca del centro « nell'Io ». No? Ogni uomo sia il centro del « suo » universo. Chiamiamola teoria del suicidio vitale. Un annullamento che è rinascita. Champagne, prego.
Amalia Io trovo che è meraviglioso.
Isabella Io, sola, mi sento infatti un universo. A voi non succede?
Romano Sì, e appena sei sola mi telefoni, per noia. Bugiardella!
Isabella Presuntuoso e canaglia!
Romano (le fa il solletico) Civettuola!
Isabella Oh, no, il solletico, no! (Rovescia il suo piatto addosso al Marziano.)
gloria Sbadata, ma guarda che hai fatto!
Isabella Oh, perdono signor Kunt! La colpa è di genio maleducato. Venga, venga, lo laviamo subito, l'accompagno anch'io.
Marziano Non è nulla, vi prego.
Escono il Marziano, Isabella e Anna. Un silenzio.
Ercolani No, no, no...
Alessio Che devo dirvi? Siamo a corto di informazioni. La mia può essere, anzi lo è senz'altro, presunzione. Ma io mi domando, capisco Kant, capisco Hegel, perché non devo capire questo Marziano che, via, diciamolo pure, sarà una degna persona, ma non è un genio? Non metto in dubbio la sua sincerità. Sono perplesso.
Romano C'è una paginetta di Leopardi sugli stranieri. Leopardi, neanche lui era un genio, nel senso moderno, ma certe cose le aveva capite. Dice, appunto: lo straniero fa sempre un'ottima impressione, la prima volta, perché arriva con una carica di novità, con un brio che è diverso dal nostro e ci interessa. Poi, si scopre che è un cretino.
Gloria Non direi che questo sia il caso di Kunt.
Amalia È un essere affascinante!
Patrizia Per giudicarlo, bisogna averlo conosciuto.
Diomira A me piace quel suo modo sereno di guardare. È così maschile. Dà il senso di una sicurezza nuova.
Ercolani Sicurezza! Voi non sapete che farvene della sicurezza, in un uomo. Voi avete bisogno di uomini deboli come noi.
Romano Concludendo, mi consola sapere che non soltanto la Terra è piena di cretini, ma anche l'universo. Lo sospettavo da tempo. Dio è uguale per tutti. Io vado, debbo alzarmi presto, lavoro al nuovo romanzo.
Alessio Se penso che basterebbe un sonnifero. No, aspetta.
Massimo Volete sapere l'ultima sul Marziano? Sta venendo? No. Due sere fa, stavo a via Veneto, lui doveva essere in un'automobile ferma, perché, camminando, mi avvicino a due ragazze che stazionano sempre là, all'angolo, e vedo che parlottano tra loro. Aguzzo l'orecchio. Una diceva: « Vieni col Marziano? E su, vieni! ». L'altra sembrava nervosa e seccata: « Io no, vacci tu. Io col Marziano non ci vado ».
Amalia È enorme!
Gloria Davvero?
Romano Bisognerebbe sapere se il rifiuto della ragazza era dovuto a timore dell'ignoto, o soltanto a spirito di nazionalismo. È noto che le prostitute sono conservatrici. L'ho anche scritto.
Tutti ridono.
Alessio Bene, se ci mettiamo su questa strada, io vi dico: sapete quanti film sono in preparazione sul Marziano? Lo so perché oggi mi trovavo da un produttore. Nove! Non uno, nove!
Tutti ridono.
Ercolani Vi dirò di più. È in ribasso anche con le fotografie. Erano arrivati a pagare un servizio tre milioni.
Oliviero È vero, è vero.
Ercolani Ieri parlavo con un tale, un fotografo, e mi ha detto che il Marziano, invitato all'aeroporto per accogliere un'attrice americana — che, badate bene, aveva pagato per questa pubblicità — è stato pregato da un paio di fotografi di allontanarsi. Sembra infatti che se c'è lui, in una fotografia, certe riviste illustrate non la comprano.
Oliviero È possibile!
Massimo Sì, una scena penosa. C'ero. « A marzià, te scanzi? » gli dicevano. E lui, senza capire bene, agitava la testa e le mani, salutando.
Amalia Attenti, viene.
Rientrano il Marziano., Isabella e Anna.
Marziano Vogliamo bere su questo grazioso incidente? Ogni macchia è stata tolta. Era del gateau à l'orange, e l'arancio è un po' il simbolo di questo paese.
Romano Se adesso tiriamo fuori quel noioso di Goethe, me ne vado davvero.
Gloria Sì, beviamo! Versate!
Lazzaro E su Marte... su Marte, a che punto siamo con le teorie estetiche?
Marziano C'è una sola arte: la Vita. Una sola bellezza: il Nulla.
Lazzaro Non dev'essere molto divertente. (Tutti ridono.) No, perché ridete, ma guarda che mascalzoni! Mi scusi, i miei amici sono disabituati alle discussioni serie e anche leggermente portati, con una punta di bontà, verso un'attenzione canagliesca. Ridono perché credono che io stia scherzando.
Marziano Dalla finestra del bagno, un quartiere sordido, e un cielo che non promette niente di buono.
Un silenzio.
Alessio Un paese assurdo, dove tutti giocano con la loro noia, ma non è la pura noia dell'analfabeta, è la noia del gorilla chiuso in gabbia. Nove film! Che mancanza di immaginazione, nella fantasia dei pulcinella. Il sesso e il ventre. E tutto il resto, vuoto, nulla, gabbia! Io me ne vado.
Gloria No, Alessio, resti ancora! Anna, che le succede, lei non beve, è triste, non dice una parola.
Anna Sono triste? Non credo. Ma lo divento, se mi dite che lo sono.
Isabella Oh, cara, com'è vero!
Gloria Cara, cara, Anna, dal viso melanconico di bambina responsabile.
Anna Se mi ci fate pensare, divento triste. E piango.
Gloria Facciamo qualche gioco? La verità? La torre?
Romano No, no, per favore! La Sfinge è sempre banale!
Gloria Dentro o fuori?
Tutti No, no, niente giochi.
Lazzaro C'è ancora gente a cui piace giocare? (Declama)
La donna è dentro? No, fu fatta fuori.
E il commendatore? È sempre dentro.
L'amore come va? È ancora dentro.
Sei stasera da me? No, ceno fuori.
Tutti ridono. Entrano Fabrizio e Adriano.
Fabrizio Carissima Gloria, sono mortificato per il ritardo. In compenso vi porto un amico, Adriano, veramente non è la persona che si dovrebbe portare tra gente per bene, chiudete l'argenteria. Carissima, ho letto cose sue bellissime, toccanti, mi hanno commosso.
Gloria Davvero? Ma non ci davamo del tu, caro?
Fabrizio Ma certo, bella bambolona mia, vieni qua, fammi sentire un poco. (L'abbraccia.) Come stai bene, tu sai che mi turbi sempre.
Gloria Oh, che furore. Fabrizio, vorrei presentarti...
Fabrizio E tu cattiva Diomira, non mi vuoi più bene? Perché mi guardi severamente?
Diomira Fermo!
Gloria Fabrizio, vorrei...
Fabrizio No, Oliviero, non ti abbraccio, niente paura, mi sei antipatico. Abbraccio questa, invece. Ecco la stella Isabella, che viene nei mici sogni, verso l'alba, col suo passo di gatta.
Isabella Niente carezze, ho ripreso a scrivere, non posso turbarmi.
Fabrizio Bene, brava, scrivi! (Vede Anna.) Deliziosa e sconcertante creatura! (L'abbraccia.) Quanto tempo, sei un'altra, qualcosa di nuovo nei tuoi occhi, mi piaci di più. E ricordo anche come ti chiami. Anna! Oh, Anna, sono maturo per il totale abbandono. Sei sempre con quel missionario di Fred Gomes?
Gloria Fabrizio! Vorrei presentarti al signor Kunt, il fidanzato di Anna.
Oliviero ride. Un silenzio.
Fabrizio Ah, certo! Il signor Kunt, lei? Bene non so che cosa dire. Ridete? Ho atteso tanto questo incontro, che ho paura di mettermi a balbettare. Mi scusi, certi momenti hanno una loro magia, un loro significato, non voglio turbarli. (Pausa.) Forse quest'ambiente frivolo non è il più adatto per dirle che cosa è stata per noi la sua venuta quaggiù. Grazie. Io sbaglio sempre tutto. Spero di diventare suo amico.
Marziano Un amico?
Fabrizio Di quante cose vorrei parlarle, ma non ora, non ora. Spero che un giorno, tra un anno, tra due anni, con più calma... che cosa fa domani, perché non stiamo insieme?
Marziano Domani parto e non so se avrò occasione di tornare in questa città. Il mistero di un occhio, un anno di disperazione...
Fabrizio Parte? Impossibile. Ma la capisco. Levarsi, togliersi da una città quando diventa un'abitudine! L'abitudine uccide la conoscenza. Sembra un paradosso.
Marziano Non lo è?
Fabrizio O forse il segreto è guardare ogni giorno la stessa realtà con occhi sempre nuovi, sempre accesi di amore?
Adriano Qui si parla ancora d'amore?
Stupore di tutti. Una pausa.
Anna Perché è venuto, lei? Non doveva.
Adriano Sapevo di trovarti. Sono venuto per riprendere un discorso che abbiamo lasciato a metà. Vieni con me?
Anna (dopo un silenzio) Credo di sì.
Adriano Non ti offro un grande amore, ma un'imitazione da quattro soldi, propria di quest'epoca senza amore. È tutto quello che ho. Un pasticcio da farsi dove capita, da talpe, scappando. Ho giù la macchina. Vieni?
Anna Credo di sì. Mi offri troppo. Non posso rifiutarlo.
Adriano Aspetta, non ho finito, mi sono dato alla poesia anch'io, come tuo padre. Stai a sentire:
Andiamo, donna, è tempo d'amare,
sul raccordo anulare.
La campagna ci attende, il cacciatore,
e il fido pastore.
Andiamo, donna, togliti il rossetto.
Offriti. Aspetto. (Adriano e Anna si baciano.)
Così furtivo, il desiderio passa,
nell’uomo-massa.
Tutti
Andate, amanti, è tempo d'amare
sul raccordo anulare!
Escono Anna e Adriano, di corsa. Emozione.
Marziano Anna! Anna! Adriano! Aspettatemi!
Un silenzio.
Alessio Io vado.
Romano Anch'io.
Marziano No, restate. Conosco il suo carattere. Credo che sia meglio bere alla sua felicità. La felicità di un momento, l'unica che dura tutta la vita. (Beve.) Riprendiamo la conversazione. Parlavamo dell'abitudine, del guardare le stesse cose, ogni giorno con occhi nuovi... O sbaglio?
Un silenzio.
Alessio Un paese brulicante di maschere, una società di maschere, che suda sotto la sua maschera, ma. non se la può togliere, perché il suo volto è orribile, senza lineamenti, liscio come un uovo! Alle due chiude il caffè, faccio ancora in tempo, addio, addio.
Romano Stia bene, Kunt, sono contento, ci vedremo. Anche da noi, come vede, la vita di società ha questo di buffo, che ognuno crede di recitarvi la parte principale.
Alessio e Romano escono. Un silenzio.
Fabrizio Parlavamo dell'abitudine, sì.
Amalia E di come può diventar vita.
Marziano Il mistero di un sasso. (Getta il bicchiere.) Oh, scusatemi. No, vi prego, non è niente, beviamo. Mara, Patrizia, qui. (Le abbraccia.)
gloria Sì, prendiamo le cose come vengono. Begli amici, Fabrizio, che mi porti in casa!
Fabrizio Lo invidio, vorrei poterlo imitare! La donna d'altri! E la cosa sola che mi turba. Ma una volta il rimorso veniva dopo, adesso mi precede. E lo trovo là, che mi aspetta.
Musica: valzer o tango.
Marziano Brindiamo alla vita! Balliamo!
Isabella Brindiamo all'universo!
Ercolani La Terra mi basta, ma brindiamo!
Oliviero Massimo, ricordi la lettera anonima! La lettera di un profeta! Oddio, oddio!
gloria Silenzio. Balliamo. Kunt, balliamo.
Tutti formano coppie.
Marziano Miriadi di elissi fanno questo lavoro! Uno... due... tre!
Al «tre» tutti ballano, facendo complicate figure, il Marziano con allegro impegno.
Sipario.
QUADRO SESTO
Due mesi dopo. Un giardino ai piedi di una antica torre, sulla riva del mare. Un grande cancello oltre il quale si vede la spiaggia, con capanni e barche. Arredamento marino, con divano a dondolo e poltrone di vimini. È un pomeriggio di fine settembre. Entrano il Marziano, in tenuta trasandata da mare, e Alvaro.
Marziano Vuol sedersi? Sono subito da lei. (Entra in casa.)
Alvaro È la prima volta che parlo col Marziano. Non è antipatico. Mi trovavo sulla spiaggia, poco fa, e l'ho subito riconosciuto. Eravamo noi due soli, eppure il mare di questa stagione è così bello, rilassato, stanco dopo tanti bagni, sembra più profondo. (Siede.) Guardava l'orizzonte e ogni tanto si fermava a raccogliere una conchiglia, qualcuna se ne metteva in tasca. Si è avvicinato per chiedermi un fiammifero. Io ho fatto le viste di non conoscerlo, per non offenderlo con la mia curiosità. È stato lui a dirmi, puntandosi un dito sul petto: « Io, Marziano ». Ho finto un po' la sorpresa. « Ah, davvero, come sono contento. » Poi mi è balenata l'idea di intervistarlo. Pensavo di mettere giù un'intervista diversa dalle altre, un po' letteraria, ma... lasciamo perdere. Mi sembra indifeso, come certe persone che mostrano un'età inferiore a quella che hanno. È alto, e io le persone alte non le capisco. L'ho invitato a bere qualcosa al chiosco. «No,» ha detto «sono io che invito, andiamo a casa mia. » Poveraccio, deve annoiarsi. Tra parentesi, ho anche fretta.
Entra il Marziano con un vassoio e serve da bere. Un silenzio.
Marziano Non ho capito bene il suo nome.
Alvaro Alvaro Di Giovanni. (Pausa.) Si sta bene qui. Forse la notte... ma il giorno dev'essere ridente.
Marziano Sì, abbastanza ridente. Beva.
Alvaro Non è la solita spiaggia. Ha un suo carattere.
Marziano Sì, ha un suo carattere. Che cosa fa, lei?
Alvaro Teoricamente, non faccio niente. Vivo ancora coi miei, del resto sono figlio unico. Ho preso la laurea in lettere e filosofia e adesso sono incerto se fare il concorso o mettermi a scrivere.
Marziano Ah, scrivere. Scrittore. Lei ha molto tempo libero?
Alvaro Le dirò... A volte sì, a volte no. Leggo molto.
Marziano Io sto scrivendo un libro. Avrei proprio bisogno di qualcuno, una persona seria, preparata, che mi dia una mano, corregga qua e là, riveda la sintassi.
Alvaro Ah, un libro. Interessante.
Marziano Qualcosa tra il diario e la relazione di viaggio, ma c'è anche un'appendice dedicata ai problemi urgenti dell'Umanità. Il titolo è: Un Marziano a Roma. Le piace?
Alvaro Le dirò... mi sembra un po' cronistico. Ma forse è meglio. Più chiaro. E quali problemi affronta, se è lecito?
Marziano Diciamone uno solo: l'emigrazione.
Alvaro È una cosa per specialisti. Dovrebbe consultare uno specialista.
Marziano Beva. Ho studiato un piano per l'emigrazione di massa della Terra.
Alvaro Interessante.
Marziano Con grandi aeronavi attrezzate allo scopo... dove sono i miei appunti? (Cerca sul tavolo.) Ah, ecco. Con una sola di queste aeronavi io posso fare... trenta diviso sei, cinque... cinque (per dodici, sessanta... sessanta viaggi l'anno. Ogni viaggio, cinquecento persone, sessanta per cinquecento... trentamila. Cento aeronavi: tre milioni di persone l'anno. Poco?
Alvaro No, anzi. E questi tre milioni di persone le porta su Marte?
Marziano Assurdo, no? (Ride.) Bisognerebbe studiare i particolari, l'organizzazione, un lavoro immenso, di anni. Per il momento inutile pensarci. Sì, è uno stupido progetto, perché gli uomini non vorranno mai saperne di lasciare la Terra.
Alvaro Ci sono pregiudizi molto radicati. Forse, col tempo...
Marziano Eppure, ha mai pensato lei, Di Giovanni, che la Terra potrebbe essere l'inferno di un altro pianeta?
Alvaro Francamente, non ci ho mai pensato.
Marziano Lei è giovane. A cinquant’anni troverà difficilmente un'altra teoria per giustificare questo pianeta.
Alvaro Conto molto sull'abitudine. (Ride.)
Marziano Lei ama il suo prossimo?
Alvaro Le dirò... non come me stesso, ma in generale. Se ci penso bene, lo amo.
Marziano Stavo pensando che amare il prossimo, in fondo, è la forma più raffinata di disprezzo verso il prossimo. Lo si ama! Si ammette che non si può fare altro che amarlo e che per tutto il resto è inutilizzabile. Mi aiuta per il mio libro? Mi dia il suo numero di telefono, le dispiace?
Alvaro Mi dia lei il suo, io non ho telefono. L'abbiamo tolto, mia madre non può sentire lo squillo, è un po' ansiosa. Sa, è meridionale.
Marziano Neanch'io ho telefono. Ma lei può telefonare al chiosco e chiedere di me. Mi avvisano subito. Beva. (Pausa.) E che cosa sta leggendo di bello?
Alvaro Sto leggendo tutto Shakespeare.
Marziano Le piace?
Alvaro Le dirò... è un po' troppo drammatico. Ogni tanto qualcuno entra e suona una tromba.
Breve silenzio, poi squillo di tromba modulato di un'automobile. Sorpresa.
Fabrizio (al cancello) Kunt! Disturbo? Ehilà, come va carissimo Kunt?
Marziano Fabrizio carissimo!
Fabrizio Come stai bene, sembri un altro, ho un sacco di cose da dirti. Però non vogliamo disturbarti, devi scrivere? Un momentino solo, siamo di passaggio. (Ad Alvaro) Ma tu sei sempre tra i piedi! Hai una sigaretta? Volevo dirti, Kunt, c'è anche Anna.
Entrano Nardone, Anna, Graziella e Young. Anna e Graziella sono vestite da schiave egiziane, Young da centurione romano, ma tutti sobriamente, senza ombra di caricatura né ridicoli copricapi.
Marziano Avanti, vi ringrazio della visita. Ciao, Anna.
Fabrizio Sono stato con Nardone qui a Fossoscuro dove girano quel film e siamo venuti a trovarti. Nardone voleva conoscerti, è un amico. Questo è Young, bello ma di una stupidaggine incredibile, parla pure chiaro, tanto non capisce una parola d'italiano. E questa è Graziella, buona e bella, col cuore a ciambella!
Graziella Non puoi parlare senza toccarmi?
Fabrizio Voglio farti capire tutto, perché tu hai una testolina bizzarra, e non afferri le allusioni. Kunt ti invidio! C'è uno scoramento, una felicità calma nel cielo, ma guardate il colore, tutto liquido. Facciamo un salto sulla spiaggia?
Marziano Non volete bere?
Nardone Io vorrei, se possibile, parlare al dottore di quella cosa.
Fabrizio (ipocrita) Che cosa? Io vado in casa a vedere, permetti Kunt, se trovo un biscotto, ho fame, vieni Graziella, ho una grande sorpresa per te.
Graziella La conosco. Non è tanto grande.
Fabrizio E nemmeno una sorpresa... (Esce.)
Marziano Anna, siedi. Lo scrittore Di Giovanni. E lei? Che deve dirmi?
Nardone (si concentra, poi) Se lei mi toglie la speranza, dottore, che cosa mi succede? Io mi uccido. Perché io ho bisogno di speranza come ho bisogno del pane, tutti hanno bisogno di speranza. A chi deve parlare l'arte del nostro tempo? Alla folla. Non è vero? Invento, forse? E la folla, dottore, ha un solo occhio. Il nostro. Quel piccolo occhio di cristallo che abbraccia i sentimenti e le passioni, le gioie e i dolori, in una parola: la vita. Io dico al poeta: guardami negli occhi, fesso, perché io e te siamo la Folla e dobbiamo capirci. Il poeta si nasconde? Ma anche lo struzzo si nasconde! E con ciò? Dov'è l'arte? Dov'è la poesia? E dove va a farsi fottere la speranza? (Pausa.) Ieri viene da me Fabrizio e, così parlando, mi dice: Perché non fai un film sul marziano? Ma non devi farlo serio, il marziano è solo uno spunto, tu lo fai comico! Hodetto comico? Divertente, umano, poetico! Bene, questa per me è un'idea. Guardami negli occhi, Kunt. Non mi abbracci? Tutto è pronto, voglio soltanto firmare con te.
Marziano Con me? Non capisco.
Nardone Tu devi fare una parte nel film. Questa è l'idea! (Silenzio. Il Marziano si irrigidisce. Rientra Fabrizio.) Tu mi dici la cifra e io accetto.
Fabrizio Hai sistemato davvero bene dentro, c'è un calore di famiglia, io ci verrei a lavorare. Facciamo una corsa alla spiaggia, questo è il momento d'oro, quando la sabbia comincia a diventare Fredda e le ombre si allungano.
Nardone Ho parlato al dottore della nostra idea. Parla anche tu.
Fabrizio (ipocrita) Che idea? Sì, dicevo, in generale, ogni idea può diventare interessante se a sostenerla c'è una realtà evidente, diciamo controllabile.
Nardone No. Un personaggio. Un famoso personaggio! La poesia che si compenetra della cronaca e la fa lievitare! L'hai detto tu!
Fabrizio Io? L'ho detto?
Marziano (grida) Lasciatemi in pace! (Un silenzio.) Ho gridato, scusatemi, non volevo gridare.
Un silenzio.
Fabrizio Andiamo un po' sulla spiaggia? Vieni anche tu, Kunt.
Marziano Sono un po' stanco, andate.
Fabrizio Passiamo dopo a salutarti. Devo dirti molte cose.
Alvaro Non vorrei perdere la corriera. Arrivederla, signor Kunt, e grazie.
Marziano Oh, a lei grazie. Mi telefoni, al chiosco. Quando? Dopodomani?
Alvaro Uno di questi giorni.
Fabrizio Stammi vicino, Graziella, che ti spiego tutto il mare. Vedi, il mare è quella cosa piena d'acqua...
Escono tutti, meno Anna e il Marziano. Un lungo silenzio, impacciato.
Marziano Mi fa piacere vederti. Sono quasi due mesi.
Anna Sì, due mesi. Stai bene, qui. Forse la notte è un po' cupa, se non c'è la luna, ma il giorno dev'essere bello.
Marziano Sì, abbastanza bello. Bevi?
Anna Mi piace perché non è la solita spiaggia piena di gente.
Marziano Sì, è piuttosto deserta. (Pausa.) E tu, che cosa fai?
Anna Lo vedi. Per mangiare. Non ho nessuna ambizione. Mi chiamo Afté e dico due battute. La prima è: « Ma questo il Faraone non lo permetterà mai ». La seconda è: « Guardalo, padroncina, è bello come il Dio Api ». L'importante è andare avanti e finire, non ho nessuna ambizione, come in carcere quando ti danno un solo foglio per scrivere una lettera, tu sbagli, vorresti ricominciare, ma vai avanti, tanto è inutile farsi capire. Io vorrei ricominciare daccapo e invece vado avanti.
Marziano Sei stata in carcere?
Anna Pochissimo... (Pausa.) Anni fa. (Pausa.) Ho lasciato Adriano. Anzi, mi ha lasciata lui, dopo due settimane, perché cominciava a volermi bene. Dice che nella vita bisogna avere una sola valigia, non possedere altro, essere liberi di partire senza dover avvisare nessuno, altrimenti è inutile partire.
Marziano E come hai vissuto, dopo? Fred?
Anna No, è sparito. Ora che ci penso: che non sia dentro? No, m'avrebbe scritto.
Marziano Quel signore del cinema?
Anna No, adesso c'è Young. Diceva Adriano che Young è l'unico uomo che non dice mai sciocchezze, ma che le pensa sempre, ti suo corpo però è intelligente.
Marziano Una sola valigia, dici? Adriano ha ragione, il mio torto è di averlo sottovalutato. Io ho una valigia. E tutto il resto potrei lasciarlo senza rimpianti. Ricordi quel progetto di viaggi? Non devo avvertire nessuno, quindi il viaggio può essere utile. Ci penso ancora. (Una pausa.) Verresti con me?
Anna Tu sai bene che all'ultimo momento non partirai.
Marziano No. Bisognava arrivare a questo punto. Quell'orrido uomo che vuol pagarmi per... Tu, il mio fiore, la mia sciagurata speranza, che ti vai imbrattando nei letti sconosciuti. Andiamo via, Anna. Vedi, io vivo un giorno alla volta, non riesco a mettere insieme due giorni. Con te, sarebbe differente. Vado a prendere la valigia! (Entra in casa di corsa.)
Un silenzio.
Anna (pensosa) Ma questo il Faraone non lo permetterà mai.
Ritorna il Marziano con una valigia.
Marziano Lascerò le chiavi al chiosco, avvertirò il proprietario della... No, non avverto nessuno. Nemmeno le ragazze.
Anna Tra poco scenderà la sera. La notte è Fredda. Vuoi proprio partire, o non sarà meglio rinviare a domani?
Un silenzio.
Marziano Che significa domani? La notte! E vero, le nuvole laggiù diventano un lungo telone, il sole si copre la faccia prima di tramontare come quegli antichi senatori raggiunti dai sicari. È orribile, la notte.
Una pausa. Poi, declamano: Il lamento del tramonto edegli anni.
Marziano
S'oscura il mare, vedi? La Fredda notte s'appressa.
Troveremo il nepente, la pace ai nostri affanni?
Anna
Torniamo indietro, caro, la fine non m'interessa.
Marziano
Gli anni, uno alla volta, saltano e vanno via.
E, da fedeli amici, diventano poveri inganni.
Anna
Gli anni non hanno fretta, prova a mandarli via.
Marziano
Tutto è un inganno, amore, anche la mia verità,
anche quella dolcezza che provai sul tuo seno.
Anna
Il naufragio consola di ogni mediocrità.
Viene la notte fonda, guarda il cielo sereno.
Un silenzio. Il Marziano beve. Entrano Fabrizio, Nardone, Graziella, Young.
Fabrizio C'è un reattore, su in alto, una punta di spillo, che divideva il cielo in due, esattamente, col gesso, come un bambino. Ah! Io non posso pensare di tornare in città. E questa torre? Non è la torre della figlia del re? « In mezzo al mare un'isola c'è / e vi comanda la figlia del re. »Venite a vederla dentro. E poi diciamo che la realtà non è favola. Tu, Kunt, farai grandi cose, in questa solitudine. Alle cose fatte senza il tempo e la solitudine, non ci credo. Possiamo entrare?
Marziano Vi prego. Le ragazze sono andate a Roma, oggi, non ho nemmeno riordinato.
Graziella Anche la mia zia aveva una casetta così. Però in montagna.
Fabrizio Sei la solita intellettuale. Anna, vieni! Come no, Young!
Escono Fabrizio, Graziella, Anna e Young.
Marziano Volevo dirle. Mi dispiace di aver perso la calma, prima.
Nardone Io la capisco, le voglio anche bene. Non volevo proprio offenderla.
Marziano Non mi ha offeso. Sono un po' stanco. Ne riparleremo, ma non oggi. Beva.
Nardone Verrò a trovarla col mio avvocato. (Pausa.) Si sta bene, qui. Io la notte preferisco la città, ma il giorno qui, francamente...
Marziano Sì, il giorno è abbastanza...
Nardone Io non posso soffrire le spiagge affollate. Questa non è affollata.
Marziano Sì, ha questo di buono, che è quasi deserta.
Nardone Una torre così, è un'idea.
Marziano Sì, è comoda, non impegnativa.
Nardone E poi ha un suo carattere.
Marziano Un suo carattere.
Rientrano Fabrizio e Graziella.
Fabrizio Sono sempre più entusiasta. Quando partirai, Kunt, la prendo io questa torre.
Graziella Io la dipingerei tutta di rosa.
Marziano Bevete!
Bevono, in silenzio. Il Marziano guarda verso la torre, ansioso. Di scatto corre in casa. Trambusto, grida. Dalla torre esce correndo Young, inseguito dal Marziano, che brandisce la spada di legno del centurione. Emozione. Grida.
Young No, no, Fabris, Nardona! Help!
Il Marziano lo raggiunge e colpisce. Viene trattenuto. Confusione. Young si tampona un orecchio.
Fabrizio Ti scongiuro, Kunt, non facciamo pazzie!
Nardone Calma, vi prego Kunt, calma! Young, non è niente, un equivoco. Fai vedere l'orecchio, solo uno sgraffio, ne vorrei di questi sgraffi! Niente di grave. Un po' d'alcool, ecco mettici il cognac. (Il Marziano tace, annichilito.) Per favore non perdiamo lo stile, siamo tre gentiluomini, non ingrandiamo un incidente ridicolo, e tu, Poeta, sorridi! Parlo io a Young, tutto si accomoda. L'essenziale è collaborare!
Fabrizio Ma certo, tutto s'accomoda, non è niente, la stanchezza, i nervi, anch'io sono nervoso. L'aria marina. Kunt, ti dispiace? La spada. (La rimette nel fodero alla cintura di Young.)
Un silenzio.
Nardone Noi andiamo, dottore. Mi farò vivo. Sono proprio contento.
Escono Nardone, Young e Graziella. Sulla porta della torre appare Anna. Si avvia verso il cancello.
Fabrizio Va', Anna, io resto. Andate.
Anna Adriano diceva che era condannato alla pena di vivere, perché gli avevano respinto la grazia. Ognuno gioca con quel che ha. Adriano, tu, con la disperazione, io... Ciao, Kunt. Perdoniamoci. (Esce.)
Tromba di automobile. Un silenzio.
Fabrizio Strana, Anna, come tutte le donne, del resto. Chi riuscirà mai a capirne una? Ma è poi necessario? O non è meglio restare sulla soglia di un mistero e immaginarlo immenso? Sediamoci. (Siedono sul divano a dondolo. Pausa.) È imprudente, inutile cercare la verità in fondo a queste cose. La donna mi attira e mi spaventa sempre, come una jungla dalla quale non sai se ritorni vivo. Sabbie mobili, pantere, fiori stupendi e mortali. Quando ti amano è peggio. Nel loro amore c'è la minaccia celata, il veleno che agirà dopo. Vogliono ucciderti, questo è il loro scopo. Una donna una volta mi amava a tal punto che io presi, l'aeroplano per raggiungerla e lei mi disse: « Ho pregato tutta la notte che l'aeroplano cadesse ». Aveva ragione. Mi amava! Nell'amicizia, questo non succede. Io e te possiamo volerci bene, ma senti sempre che c'è rispetto, un desiderare l'uno la gioia dell'altro. Ho la febbre? Senti un po' se scotto, dammi la mano. Sulla fronte.
Marziano No, non hai febbre.
Fabrizio Nell'amore c'è qualcosa di umido, di viscerale, di conturbante. Ti senti preso, offeso, umiliato, aneli alla pace e vuoi che il supplizio continui, tremi che possa finire, all'idea del vuoto che seguirà. Nella amicizia, come tutto è chiaro, cristallino, come scalda! È un giorno di vacanza, il piacere delle mute confessioni, di una solidarietà che non chiede sacrifici. Si sta bene, qui, la notte dev'essere anche meglio del giorno.
Marziano Sì, la notte.
Fabrizio La spiaggia si popola di ombre, di voci.
Marziano Sì, un deserto diverso. Un deserto incomprensibile... Un calabrone stanotte è entrato nella mia stanza, è andato a battere velocemente contro la lampada, le pareti, i mobili. Il rumore secco delle sue zuccate faceva crepitare il silenzio. Dopo un po' si è acquattato per riprendere forze, ha ricominciato contro la lampada, le pareti, i vetri, e daccapo la lampada. Infine è caduto sul tavolo, zampe all'aria, annaspava, e stamattina era ancora lì, secco, leggero, morto. Non ha capito niente, ma non si può dire che non abbia tentato... Vuoi restare a cena con me?
Fabrizio Sì, volentieri.
Marziano Con la corriera delle otto torneranno Mara e Patrizia.
Non ti danno fastidio?
Fabrizio Mara e Patrizia? No, affatto. Io non voglio tornare in città. Care ragazze, Mara e Patrizia. (Pausa.) Se non ti scomoda troppo, resto anche a dormire. E domani facciamo il bagno. Abbandonarsi alla passione, rifiutarla? Tentare di classificarla? Sono tutte uguali, le passioni. Come si sta bene qui. La sera scende, una rugiada sui sensi... (Fa dondolare piano il divano.) Sei sicuro che non ho la febbre? Stringimi la mano. Scotto?
Marziano Perché tanta tenacia, quale oscura follia lo spingeva?
Fabrizio Chi?
Marziano Quel calabrone... No, non scotti. (Pausa.) Dal dolore nasce il rifiuto e la geometria del nulla. Linee da percorrere, angoli e linee, e ancora angoli amari. Il sole annoia, si cade in un pozzo e, quando il volo già piace, ecco il tonfo.
Fabrizio Che silenzio, si sente il primo grillo. Quando hai detto che tornano Mara e Patrizia? Ah, questo è un momento felice. Non trovi? Che fai, chiudi gli occhi? Il vento è calato. Appoggiati pure alla mia spalla. Guarda... La luna!
Un silenzio. Il divano dondola. Sipario.
QUADRO SETTIMO
Una tiepida notte di fine dicembre. Lo stesso luogo del primo quadro, ornato di festoni natalizi. Sui vari piani della scena, sedie e tavolini da caffi, vuoti, tra i quali passano, signori e signore, giovinastri, ragazze. Un cameriere in marsina viene ogni tanto a controllare. Un solo tavolo di proscenio è occupato da Adriano — che legge, un libro volgendo le spalle agli altri tavoli — e da Orlando, Amalia e Oliviero.
Tutti i personaggi in scena cantano: La canzone delle 52 settimane.
i.
Il lunedì mi riposo,
martedì non comincio mai niente,
mercoledì, che giorno noioso...
Muoversi, giovedì, chi se la sente?
Mi dici: Facciamo qualcosa.
Che cosa — ti dico — facciamo?
Muoviamoci — dici — su, andiamo...
Ma dove? — ti dico. — Calmiamoci.
Andare, levarsi? E fare
che cosa? Tu dici: Qualcosa!
Alziamoci, almeno proviamo —
tu dici. Io dico: Calmiamoci.
ii.
Il venerdì sono superstizioso.
Di sabato non si combina niente.
La domenica è giorno di riposo.
Il calendario non è divertente.
Partire? E come? E fare
che cosa? Se tutto è già fatto!
Tu dici? Io dico: Nel letto
tornare. Tu dici: Perfetto.
Ma gli anni — tu dici — che passano...
Gli anni, va bene, è finita.
Svegliamoci — dici — Che vita!
Io dico: Ma no, addormentiamoci.
Un silenzio. Riprende il via vai.
Orlando Ma non sentite che caldo, stasera, eppure siamo già a Capodanno. Voi che cosa fate per Capodanno?
Oliviero Non parlare sempre di feste, sono nauseanti.
Orlando Lo dici a me? Io le odio! Il Natale a Stoccolma è tutto diverso; intanto fa Freddo e la gente sa divertirsi. Roma ha un clima infernale e la gente si annoia.
Amalia Chissà come passa le feste il Marziano.
Oliviero Il Marziano! Ma non sapete?
Orlando (ride) No, no, racconta.
Oliviero Sembra dunque che ha fatto amicizia con un giovinastro, un attorucolo, e che vive nella preoccupazione di apparire politicamente ortodosso agli occhi dei suoi complanetari, che certamente lo sorvegliano, coi mezzi che posseggono loro e di cui a noi non ci frega niente. Dunque, sembra che il Marziano, adesso abita qui dietro, un giorno, dopo essere rimasto nella sua stanza con questo giovinastro si è levato in piedi e, proprio con l'aria di chi si rivolge a un ascoltatore invisibile, oddio, oddio, avrebbe detto ad alta voce, scandendo bene le parole: «Ma tu perché non vieni a vivere su Marte, paese della vera democrazia? ». Oddio, oddio, non è bella?
Orlando Ma no, questa è enorme! Ah, ah!
Amalia Io trovo che è commovente, mi fa piangere. Ha sentito, Adriano?
Adriano No.
Orlando Sembra che gli hanno sequestrato l'aeronave. I fornitori, i debiti.
Oliviero Bene, io non rido più. (Ride.) No, no. Ieri Alessio mi ha fatto ridere tutto il giorno. Si parlava delle cose italiane e ha avuto una battuta geniale. « Ma per quale ragione, » ha detto « per quale ragione sarebbe dovuto scendere proprio qui? Io dico che non c'è venuto di proposito, c'è cascato. » Oddio, oddio! (Serio.) Tutta la sera non ho fatto che ridere, ripensandoci. Cascato!
Adriano Il Marziano è un caso tipico di idolatria dell'ignoto e finirà linciato. Non parliamone, vi prego.
Fred attraversa la scena. E' molto cambiato, ha gli occhiali, veste male. Entra il re d'Arcadia in marsina e al braccio di una signora vistosa, seguito da due guardie del corpo.
Orlando Il re d'Arcadia! Simpatico, come porta bene il suo esilio.
Musica. Il re d'Arcadia canta: La città dormiente.
Re d'Arcadia
L'Oriente ha un suo mistero profondo
che l'Occidente non ha — non ha.
Una donna è venuta al mondo,
per dare un mistero alla vanità.
Così fondo è il mistero
di una donna d'Oriente,
così vago, insincero,
così dolce e indolente!
L'uomo che scende in questo mare,
non torna — non torna a navigare.
Una città è una donna di pietra,
ti scalda ma sangue non ha — non ha.
E resta una statua di pietra
che ti schiaccia mentre si dà.
Così fondo è il piacere
di una città dormiente!
Ha le pose lubriche e severe
di una donna d'Oriente.
L'uomo che scende in questo mare
non torna — non torna a navigare.
(Esce col seguito.)
Amalia e Oliviero si alzano e si avviano.
Orlando Mi accompagnate a casa? O andiamo in un night? Cerchiamo di divertirci, ciao Adriano, aspettatemi, voi! Oliviero, ma è appena l'una, dove andiamo?
Escono. Entra il Marziano, esita, siede a un tavolo centrale. È molto cambiato. Indossa un duffel-coat, appare stanco. Adriano, che gli volge le spalle, non si accorge di lui.
Marziano Eccoci qua, tra poco la fine e già la soluzione sembra ovvia, inutile come lo stesso problema. Nella vita contano i fatti della giovinezza, e i pensieri dell'età di mezzo, ma niente sostituisce la gioia di scoprire la vita giorno per giorno e di sapersi forte. Viviamo o ci sembra di vivere? Ora la stanchezza si insinua come un ladro in una casa deserta. Che guaio. Ora l'amore è fastidio, il vivere una certezza che peggiora, il sonno un agitarsi tra larve senza luce, e il giorno arriva, per ricominciare tutto daccapo. Dovrei rivedere i miei appunti. Mah, siamo al punto che anche scrivere è già stato fatto, tuttavia vediamo... (Scrive su un taccuino.) « I pensieri si mangiano tutto il raccolto. » Sì, non è male. « Oggi il cretino è specializzato. » Che cosa vorrà dire, mah, scriviamolo lo stesso.
(Entra Fabrizio, frettoloso.)
Marziano Fabrizio, carissimo, vieni!
Fabrizio Ciao, Kunt. Non posso sedermi, ho una persona che mi aspetta, che ore sono, l'una e un quarto, ma sono contento di vederti. Che fai? Scrivi? Bravo, un giorno mi farai leggere. Come va?
Marziano Benissimo, vedi.
Fabrizio Malissimo, vuoi dire? Mi dispiace. Non puoi aspettare domani?
Marziano Ma non ho chiesto niente, solo un saluto. Siedi.
Fabrizio Un momento, Kunt. (Va verso Adriano.) Ciao, carissimo Adriano, vedo che finalmente hai imparato a leggere. Una vittoria morale. Senti, dimentichiamo il passato, sotto il triste aspetto economico, devo partire assolutamente, mi servono cinquantamila lire. Quaranta. Trenta. Guarda, che sotto venticinque non scendo, non farti illusioni. Perché non rispondi? Mi porti il broncio, non mi ami più? Venti? Sembriamo due clown. Su, Giacomino, venti! Oh, Toni!
Adriano Diecimila. Non ho altro.
Fabrizio Sono molto deluso. Grazie comunque, Adrianuccio, scappo, ho un appuntamento. Un bacetto? Domani ti telefono, pensami. (Torna verso il Marziano.) Ecco Kunt, ti bastano cinque?
Marziano Ma sei sempre il caro adorabile amico! Grazie.
Fabrizio Io scappo. Bello il Natale, vero? Che aria di festa di bambini, e anche questo caldo irragionevole, confortante, che ti assolve, così doveva essere il Natale a Betlemme, un Natale con i palloncini e il castagnaccio, e la gente che fa confusione, i pastori abruzzesi... Ciao, ciao, ciao. Telefonami! (Bacia il Marziano ed esce.)
Entra Fred, vede il Marziano, va al suo tavolo, felice.
Fred Dottore... cercavo proprio di lei. Sono passato, prima.
Marziano Sieda, Fred. Quanto tempo! Ho saputo che lei è stato fuori.
Fred Sì, ho viaggiato un po'. Riparto domani e volevo salutarla.
Marziano Organizza qualcosa? Un balletto? Le sue mille attività!
Fred No, vado in giro. Non posso vedermici, fermo. Così, viaggio.
Marziano Viaggia? Nel Sud?
Fred Anche. Sono stato in un'isola, uno scoglio, giù, un mese e mezzo. Non c'era niente, ma è difficile spiegare. Qualche vecchio, bambini, cani. Mi annoiavo? No. Sono tornato, ho venduto la macchina e riparto. Chiudo un periodo. Sto meglio, mi sembra di aver trovato una certa calma e allora ho detto: seguitiamo. Ho anche ripreso un po' i vecchi studi, leggo...
Marziano Che studi? (Pausa.) È vero che lei da giovane voleva fare il missionario?
Fred (sorride) Una delle tante idee. Sì, un anno di seminario, poi niente. Chi glielo ha detto?
Marziano Anna, credo. O Fabrizio.
Fred Da ridere, no? Un ragazzo. Mi piaceva l'Africa, l'idea di viaggiare, di convincere... Fissare la gente negli occhi e convincere. Poi, niente, un bel giorno piantai lì.
Marziano A volte si cambia idea.
Fred No, io impazzivo. (Pensoso.) Cercavo la Causa prima.
Marziano La Causa prima?
Fred Succede, nei giovani. Così piantai tutto e cominciai a ballare. Poi feci il venditore di automobili, l'attore e l'ipnotizzatore. Ah, ma perché rivanghiamo? (Pausa.) Dicevo: siamo nati già morti, siamo granelli di sabbia nell'universo, che è morto anche lui: che senso ha tutto questo imbroglio? Chi lo muove? Chi ha interesse? Abbiamo un bell'alzarci sulla punta dei piedi... i nostri capelli sono già contati, contati e morti. Non avevo la forza di continuare, e neanche l'intelligenza. La sproporzione era tra la mia intelligenza e i problemi. Ma a che dovrebbe servire l'intelligenza se non a capire proprio che non serve? Se sbaglio, mi corregga. Una sigaretta? (Pausa.) E strano, a ricordarli, quei giorni, la mia pazzia... non crede che la cosa che io cercavo era proprio dentro di me e si muoveva in quel senso, giù, fino in fondo? Ero un morto che portava un vivo. Lo sono anche adesso, ma è consolante saperlo, perché... (Pausa.) E lei?
Entrano Ercolani, Alessio, Bellario e Lazzaro. Siedono all'altro tavolo di proscenio.
Marziano (rigido) Parte domani, professore? Dove va?
Fred Ho tutto il tempo per pensarci. (Pausa.) Anna, sta bene? Mara? Patrizia.
Marziano Non le ha viste? Sono sempre da queste parti. Anna è a casa, credo.
Fred Me le saluti tanto. (Sospira.) Insomma, abbiamo passato dei bei momenti, insieme. Quei giorni... io me li ricordo, in fondo devo tutto a lei dottore. Grazie. (È commosso.) Io penso spesso a lei, sa?
Marziano Vattene, Fred. Buon viaggio. Vattene!
Fred esita e sorride, sorpreso, poi va via rapido e dignitoso. Un silenzio.
Ercolani C'è il Marziano, vi prego non cominciate.
Lazzaro Dicono che sta scrivendo un libro.
Alessio Un libro. Roma è piena di sciagurati che scrivono un libro. Invece di comprarli e di leggerli, che farebbero meglio.
Lazzaro (al Marziano) Buonasera. Come va? Allora, che notizie ci dà di questo suo libro di cui si parla tanto? Vedo lì un taccuino.
Marziano Questo? Sì, prendo qualche appunto.
Lazzaro Appunti? Il signore prende appunti, avete sentito? Interessante. Non pensa di pubblicarli? Io potrei aiutarlo, se crede.
Marziano Sono semplici appunti.
Lazzaro Mi faccia vedere. (Si alza, prende il taccuino.) Posso? (Il Marziano non risponde, è disfatto.) Vedo, vedo. State a sentire, lei permette? Sono riflessioni, pensieri. « Felici gli antichi che credevano il cielo a tremila metri, e tenevano i loro Dei su un monte alto meno di tremila metri. E l'Infinito che ci distrae. » Bello! Che monte era? Il Gran Sasso?
Alessio Ma che bambino questo Lazzaro.
Lazzaro Ah, l'Olimpo. La memoria! Senti, Ercolani, questo è per te : « Quando la vanità si placa, l'uomo è pronto a morire e comincia a pensarci ». Preparati!
Ercolani Sono ancora vanitosissimo! Ma il pensiero è profondo, mi piace.
Bellario Siamo sul piano di Pascal.
Lazzaro « Un gatto fa quello che io vorrei fare, ma con meno letteratura. » Delizioso. Veramente. « 3 ottobre. Oggi sulla spiaggia deserta un giovane e una ragazza che giocano a lanciarsi una palla. Corpi pieni di grazia, quasi nudi » oh! oh! « vascolari. Dare, se possibile, la purezza di questo spettacolo senza turbamento. » Qui ci scappa il racconto. O una poesia.
Alessio Per favore, è diventato impossibile venire al caffè.
Lazzaro Tieni, leggi tu, Alessio.
Alessio Preferirei di no. (Prende il taccuino.) Non ci vedo bene. « Conosci te stesso. Dopodiché ti diventerà impossibile vivere con te stesso. » Qui andiamo in profondità. Complimenti.
Il Marziano non ascolta. Entra Anna e va al suo tavolo, senza sedersi.
Anna Ciao. Non prendi troppo Freddo? Hai la sciarpa, almeno?
Marziano Siedi, sta qui, non fa Freddo. Siedi.
Anna (siede) Devo andare. Se hai fame, nella ghiacciaia c'è il bollito. Ci sono anche le uova e il formaggio. Vino ce n'è poco. Non ci ho pensato. Mi perdoni?
Marziano Non ho fame, ma forse più tardi. Devo lavorare stanotte.
Anna Comunque, non aspettarmi. (Gli fa una carezza.) Ha telefonato un tale, ma non ho capito bene il nome. Ritelefona domattina. Dice che deve vederti. Insisteva... Che cielo, le nuvole non somigliano a niente, sembra una coperta. To' una stella, una stella rossa. (Il Marziano guarda il cielo. Un silenzio.) Gennaio, febbraio, e poi anche l'inverno sarà finito. Povero inverno. (Si alza.) Ciao, amore. Ah, ricordati di lasciare fuori il gatto.
Marziano Ciao, ti aspetterò. Buonanotte.
Anna Buonanotte. (Esce.)
Alessio Anche questo non va male, è azzeccato, mi sembra. « Condannato alla pena di vivere. La grazia, respinta... » « Il successo si paga con lo spogliarello. » Ah, spiritoso!
Adriano volge il capo, un attimo, e vede il Marziano.
Marziano Datemi quel taccuino, per favore.
Lazzaro Ancora uno, questo : « Che fanno i leoni aspettando il domatore? Ripassano la parte ». Acuto, fine.
Alessio Una certa finezza, sì.
Marziano (sfinito) Il taccuino, prego.
Lazzaro Ecco, grazie. Complimenti.
Passano tre Giovinastri, uno dei quali ha una tromba.
Primo Giovinastro Aoh! Er Marziano. Guarda.
Secondo Giovinastro Pija er fresco, sotto le feste.
Terzo Giovinastro Quant'è buffo. Me fa ride.
primo giovinastro Forza, ragazzi, circolare.
Escono. Gli altri si alzano.
Alessio Andiamo dentro, fa Freddo. Buonasera.
Ercolani Tra due giorni, Capodanno. Buonasera.
Bellario Buonasera.
Lazzaro Arrivederla, Kunt. I suoi pensieri sono precisi, hanno un certo nerbo, sì veramente. Domani sera, se ci vediamo, mi fa leggere gli altri, così, da amico, sono anch'io nella stessa barca...
Marziano (secco) La prego. Buonasera.
Lazzaro Mi scusi. Buonasera.
Escono.
Marziano (sfoglia il taccuino e legge) «Amare il prossimo è la forma più raffinata di... » Oh, basta. (Chiude il taccuino.) Perché ridevano? Perché sono così spietati? Perché volevo amarli? Perché mi abbandonano? Vado a casa.
Voce A Marziano!
Il Marziano si ferma. Il silenzio è squarciato da una pernacchia e da uno stridulo suono di tromba.
Altra Voce Marzianooooooo!
Terza Voce Marzianooooooo!
Un altro suono di tromba, comico, straziante, offensivo, modulato di fiorettature. Nel silenzio che segue, una risata.
Marziano (grida) Mascalzoni! (Risponde la tromba più forte, e un coro infernale di sconce risate, che man mano si allontana. Silenzio. Il Marziano mormora) Mascalzoni... canaglie... (Getta via il taccuino e siede affranto, la testa tra le mani.)
Entrano tutti i personaggi della commedia, disponendosi variamente. Adriano raccoglie il taccuino, lo sfoglia e legge.
Adriano « Il profeta riceve tutti i giorni, eccetto il venerdì, in cui viene ucciso. »
Musica. Si declamano: Le strofe della conclusione.
Fabrizio
La cosa significa tutto
e niente. È soltanto un rito.
Sta a voi darle un costrutto,
fingendo di aver capito.
Marco
Io fisso ciò che risplende.
La mia arte è puntualità,
souvenir. Ciò che oggi vi offende,
domani ci commuoverà.
Fred
Quando ha perduto il padrone,
al cane non serve abbaiare.
Non serve attorno girare,
non serve nemmeno il nome.
Anna
Resto una puttana riscattabile,
e così voi mi sopportate —
voi, che avete una moglie abile
e quella altrui desiderate.
Adriano
Vivo con qualche riluttanza,
nel dubbio del dovere.
Un uomo senza importanza
può rifiutare il piacere?
Marziano
Tutto si muove nel mondo
verso un eterno amplesso.
Anche toccare il fondo
fa parte del successo.
Musica cambia: La città dormiente. Tutti cantano:
Tutti
Così fondo è il piacere
di una città dormiente!
Ha le pose lubriche e severe
di una donna d'Oriente.
L'uomo che scende in questo mare,
non torna — non torna a navigare!
Sipario.