Un mazzo di fiori

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UN MAZZO DI FIORI

UN MAZZO DI FIORI

di Mauro Eberspacher

commedia brillante in un atto
2 uomini e 4 donne

Sinossi

Una tranquilla famiglia composta da Renato, Ada e Romeo, loro figlio, viene turbata dai tormenti di Ada, casalinga ossessionata dall’idea di essere la sola a preoccuparsi dell’ordine domestico senza aiuto da parte dei maschi di casa.

Accade un bel giorno che in casa giunga un mazzo di fiori di fonte ignota, corredato di un biglietto contenente una dedica molto “caliente” per “R., il maschio più sexy della casa”; il fatto che l’iniziale corrisponda sia al padre che al figlio e che l’iniziale della firmataria (“G.”) metta nei guai tanto Gloria, amica confidente di Renato, quanto Giulia, fidanzata di Romeo che sa benissimo di non essere stata lei ad inviarlo, scatena un inferno di scenate di gelosia, di cui cerca di approfittare Simonetta, sorella minore di Giulia, molto spregiudicata, che vorrebbe tanto “assaggiare” Romeo.

Dopo una serie di contrasti e incomprensioni, le cose sembrano ricomporsi, anche se l’autrice del biglietto non è scappata fuori; in una generale cerimonia della riconciliazione tutti sono lieti della serenità riconquistata, senonché…


Personaggi

RENATO             marito & padre

ADA                     moglie

ROMEO               figlio

GLORIA               amica e innamorata non corrisposta di Renato

GIULIA                fidanzata del figlio

SIMONETTA      sorella minore spregiudicata di Giulia

Ambientazione

La commedia si svolge in due ambienti:

Casa:          Sala/Living, su cui si aprono cinque porte: a destra la cucina e, dietro, il bagno; a sinistra la camera di Romeo e, dietro, quella di Renato e Ada; sul fondo o in terza quinta di destra, la porta di casa.

Esterno:      Giardino con panchina e cespuglio alle sue spalle.

Indice

Scena 1. 3

Scena 2. 4

Scena 3. 5

Scena 4. 8

Scena 5. 10

Scena 6. 12

Scena 7. 13

Scena 8. 14

Scena 9. 16

Scena 10. 18

Scena 11. 20

Scena 12. 21

Scena 13. 24

Scena 14. 26

Scena 15. 28

Scena 16. 31

FINE. 34


Scena 1

Casa. In scena Renato sta leggendo il giornale seduto su una poltroncina al centro della scena; al suo fianco, un tavolinetto con una bibita.

Nelle battute che seguono Ada attraverserà la scena a tutta velocità con le mani sempre occupate.

ADA                    (andando velocemente dalla camera di Romeo alla cucina, reggendo in mano bicchieri, tazze e bottiglie) Non è possibile. Non si può andare avanti così. È una questione di rispetto! (le ultime parole le dice già in cucina)

RENATO   (grugnito)

ADA                    (attraversa la scena in senso opposto con le mani occupate) Tutto io! Tutto io devo fare! (scompare in camera)

RENATO   (distrattamente, continuando a leggere) Posso darti una mano?

ADA                    (c.s. in senso opposto) Pure tu però! Non ti sforzi per niente! (via)

RENATO   (c.s.) Vuoi che faccia qualcosa?

ADA                    (c.s., in senso opposto) E tu lo vedi! E tu lo vedi! E non gli dici niente! (via)

RENATO   Ma no, ma no. Adesso che torna... (prende il bicchiere, beve un sorso e riposa il bicchiere ancora pieno sul tavolinetto)

ADA                    (c.s., tornando in cucina) Non c'è rispetto! Questo dico io! (prendendo al volo il bicchiere sul tavolinetto) Solo io m'ammazzo in questa casa per tenere in ordine (già fuori) Non m'aiuta nessuno!

RENATO   (c.s.) Ma dài, lo sai: basta che mi dici cosa devo fare... (si ferma perché con la mano ha cercato il bicchiere per bere un altro goccetto e solo adesso si accorge della sua sparizione. Rassegnato torna alla lettura.)

ADA                    (c.s., in senso opposto) Ma già: in questa casa c'è la serva! (via)

RENATO   (c.s., ripiegando con calma il giornale e depositandolo sul tavolinetto) Cara, scendo un attimo a comprare le sigarette.

ADA                    (c.s., in senso opposto, senza far caso al marito) Eh, ma se un bel giorno incrocio le braccia...!

RENATO   (c.s., alzandosi e dirigendosi alla porta di casa) Torno subito. Ti serve qualcosa?

ADA                    (c.s.) Voglio vedere! Qui si blocca tutto e va tutto a quel paese! (via)

RENATO   (esce)

ADA                    (c.s., rientrando in cucina) In mezzo alla porcheria vivreste, se dipendesse da voi! (via, poi, dopo una pausa, ad alta voce, dalla cucina) Mi porti le lenzuola sporche? Le ho lasciate per terra, in camera. (pausa) Me le porti? (pausa, poi a voce più alta) Renato, mi dài retta? (pausa, poi affacciandosi dalla cucina) Renato? Renato! (si rende conto che è uscito) Ma...! è uscito! (rientra in cucina; da fuori) Mai una mano! Tutto da sola! Ci fosse un cane ad aiutarmi! Ah, ma se mi stufo io....


Scena 2

Casa. La porta di casa viene aperta: è Romeo, il figlio, che torna a casa. Chiude la porta di casa

ADA                    (dalla cucina, avendo sentito chiudersi la porta di casa) Renato, vieni a darmi una mano, adesso?

ROMEO     (dà un'occhiata verso la camera dei genitori e prosegue verso la propria; esce)

ADA                    (dalla cucina, più forte) Renato. Renato! Ti dài una mossa? (pausa, poi entra in scena nervosissima) Ma insomma: Renato! I comodacci tuoi li hai fatti e... (prendendo atto del silenzio che le risponde) Ma chi c'è in casa?

 ROMEO    (si affaccia dalla sua camera) Sono io, Mamma.

ADA                    Ma: non sei papà !

ROMEO     Eh, beh: no.

ADA                    E lui dov'è?

ROMEO     Che ne so io, sono tornato adesso.

ADA                    E perché non m'hai risposto quando chiamavo?

ROMEO     Tu chiamavi Papà!

ADA                    Tutte le scuse sono buone pur di non dare una mano, eh Romeo?

ROMEO     Ma che stai dicendo? Non chiamavi me!

ADA                    Sono chiacchiere! Quando si sente che c'è bisogno di dare una mano si corre! (alzando la voce) Non si fa come fate voi che ve ne fregate, hai capito?

ROMEO     (alzando la voce come la madre) Ricominci? Non c'entro niente, t'ho detto!

ADA                    (alzandola ancora di più) Hai preso dalla famiglia di tuo padre: la donna di casa non è un essere umano, è una sguattera!

ROMEO     La solita storia? Basta, non ti voglio sentire! (dirigendosi alla porta di casa) Scendo a comprare le sigarette.

ADA                    (andandogli dietro) Scappi, eh? Tutte le scuse sono buone per non sporcarti le mani, eh?

ROMEO     (esce chiudendosi la porta di casa alle spalle)

ADA                    (gridando verso la porta) E poi le sigarette fanno male! Guarda tuo padre che non ha mai fumato in vita sua! (borbottando di ritorno in cucina) Ma già: gli esempi positivi non sono da imitare! C’ha la schiava, lui….


Scena 3

Esterno. Renato e Gloria stanno passeggiando sottobraccio.

RENATO     Capisci? Non c’è… non c’è più dialogo. Uno parla e l’altra non sente. Poi parla lei e io, devo confessarlo, appena capisco che è la stessa cosa che ha già ripetuto cinquanta volte non riesco più a starla a sentire… È così; è triste ma bisogna riconoscere che non c’è dialogo.

GLORIA      Eh, poveretto. Mi dispiace tanto per te.

RENATO     Sta sempre a ripetere che non le diamo una mano, che deve sempre fare tutto da sola…!

GLORIA      Ma anche lei, bisogna capirla: se nessuno l’aiuta, in casa!

RENATO     Ma io vorrei! Davvero, credi. Glielo dico: Vuoi che stiri un po’ di quella roba? Ma lei non vuole, mi scansa!

GLORIA      Sai stirare?

RENATO     Non l’ho fatto mai. Ma per dare una mano…

GLORIA      Carino da parte tua.

RENATO     Vero? Ma poi, non dico… È innegabile che la casa va avanti grazie a lei. Io mica sarei capace di fare tutte quelle cose… che so: stirare, tenere in ordine, lavare i piatti…

GLORIA      Non avete la lavastoviglie?

RENATO     Sì, ma dice che io non la so riempire e così… E poi cucinare, far andare la lavatrice…

GLORIA      Che ci vuole?

RENATO     Non sono mica capace. Non c’ho capito mai niente con quei programmi, quelle cose lì. Qualche volta mi son dovuto mettere a studiare il libretto d’istruzioni, ma poi ho scordato subito tutto!

GLORIA      Ma sì, ma sì. Sei un uomo e perciò…

RENATO     …in certe cose sono un mentecatto! Per me la lavatrice rimane un mistero. Poi il bucato bianco, quello colorato, quello delicato… io farei dei pasticci!

GLORIA      Comunque! Se è tutto qui…

RENATO     No, Gloria, non è tutto qui. Da un po’ di tempo non… noi non…

GLORIA      Non fate…?

RENATO     Beh, non dico che in un matrimonio, lungo poi come il nostro, questa sia la cosa più importante, ma…

GLORIA      Come fa a trascurare un bell’uomo come te? Se non sta attenta…!

RENATO     Ma chi vuoi che mi si pigli! A questa età…

GLORIA      (fermandosi e guardandolo negli occhi) Io una candidata ce l’avrei.

RENATO     (un tempo) Grazie. Lo so. Ma sai bene che tra tanti difetti io sono un uomo…

GLORIA      Sano, intelligente, sensibile, attraente…sexy!

RENATO     (schernendosi) Sì, vabbè, ma ho anche una certa età, una certa quantità di capelli bianchi, una certa pancia…

GLORIA      A me quelli tutti muscoli fanno schifo, li trovo deformi!

RENATO     …da un estremo all’altro, insomma !?!?

GLORIA      Renato, tu lo sai…

RENATO     Lo so, lo so. Ma tu sai anche quello che non m’hai lasciato finire di dire: sono un uomo…

GLORIA      Non dirlo!

RENATO     …fedele.

GLORIA      (un tempo) È pesante. Molto pesante.

RENATO     (accennando una carezza) Cara Gloria, mi dispiace tanto. Ma ne abbiamo già parlato. Tante tante volte. Te l’ho detto: non ti fissare con me, non potrei lasciare mai Ada…

GLORIA      Ma perché?

RENATO     Perché…forse è una parola grossa, dopo tanto tempo… ma credo di amarla ancora.

GLORIA      Ma lei non ti capisce!

RENATO     Non è poi tanto sicuro che io capisca lei. Con gli anni si crea come un’intesa tra, come dire…

GLORIA      Conviventi!

RENATO     Eh! Credo che si possa dire così. È una cosa diversa dall’eros, dal desiderio carnale. È più un affiancamento, che nasce dal condividere tante difficoltà, dal risolvere tanti problemi… Insieme, capisci? (Gloria nasconde il viso) Gloria. Gloria, che hai? Ma no, non fare così…

GLORIA      Niente, scusa, niente. È già passato. È che io non smetto di pensare a te e tu…

RENATO     Forse sarebbe meglio che smettessimo di vederci…

GLORIA      (spaventata) No! Non dirlo nemmeno! È stato un momento, è già passato. Non potrei sopportare l’idea di non vederti più.

RENATO     Io sto bene a passeggiare, a parlare con te; mi sfogo, ti racconto le mie cose, ma continuiamo a vederci solo a patto che…

GLORIA      Non succederà più. Ecco, tutto finito. Però non puoi pretendere che io…

RENATO     Lo capisco, ma non vorrei neanche che per te vederci sia un motivo di sofferenza.

GLORIA      Che dici? Io sono contenta, entusiasta! Ogni volta, dopo che si siamo visti, mi sento ringiovanita, tutto è più bello! Non mi serve molto…!

RENATO     (un tempo) Trovati un uomo: sei ancora una bella donna, si girano a guardarti, lo sai?

GLORIA      Io un uomo l’avevo trovato… (ad un cenno di ammonimento di Renato) …ma lui proprio non ne vuole sapere! E io non posso fare altro che stargli vicino ogni tanto!

RENATO     Ti voglio bene, lo sai, ma…

GLORIA      Per carità: potevo capitare con un gentiluomo che m’avrebbe riempita di bugie, oppure con un violento…

RENATO     Potresti incontrarlo, l’uomo giusto, se ti guardi intorno…

GLORIA      Certo, cosa credi che stia facendo? Anzi: è il caso che te ne torni a casetta; a quest’ora di sigarette ne dovresti aver comprato un furgone! Poi, se l’uomo giusto passa adesso magari mi vede con te e chissà che pensa!

RENATO     Ah, beh… sì, giusto. Allora… vado. (un tempo) Tutto a posto?

GLORIA      …bacino…

RENATO     No, che poi fai come l’altra volta!

GLORIA      Tengo le mani in tasca!

RENATO     Allora… (la bacia sulla guancia) Adesso devo proprio andare. (si avvia) Riguardati.

GLORIA      Anche tu. E… (Renato si ferma) niente. Ci vediamo.

Renato le fa un cenno poi esce. Lei aspetta un momento guardando dalla parte da cui lui è uscito e poi esce a sua volta dalla parte opposta.


Scena 4

Casa. Dalla porta di casa entra Romeo seguito da Giulia, la sua fidanzata.

ADA            (esce precipitosamente dalla cucina) Alla buon’ora! Te la sei presa comoda, eh?       

ROMEO       Mamma?

GIULIA        Buongiorno signora.

ADA            Ah, sei tu? (con altra voce) Ciao cara.

ROMEO       Io ho fatto subito: ho incontrato Giulia di sotto…

GIULIA        Sì, venivo a chiedere a Romeo se vuole venire al cinema con me…

ADA            (allarmata) Da soli?

ROMEO       …e Simonetta, sua sorella.

GIULIA        Sì, viene anche Simonetta.

ADA            La sorellina?

ROMEO       (tra sé) …ina…!

GIULIA        Io sono la maggiore.

ADA            E aiuti in casa?

ROMEO       Oddio, Mamma!

GIULIA        Quando serve…

ADA            (rivolta al figlio) Ecco, vedi? Femmina dovevi nascere!

ROMEO       (esasperato) A’ Mà! E sempre con questa storia! (esce in camera sua)

ADA            Appena sente puzza di fatica scappa! (cambiando tono) Scusami cara, ma è giusto che tu sappia bene con chi hai a che fare.

GIULIA        (imbarazzata) Ehm…già.

ADA            Mi dispiace dirlo, ma è uno scansafatiche, il ragazzo tuo.

GIULIA        (capendo) Ah, lui!

ADA            Lui, sì; e pure suo padre.

Suonano alla porta.

ADA            (andando ad aprire) Ecco il fannullone capo! Adesso mi sente!

GIULIA        (a margine) Dovrebbe essere mia sorella.

Entra Simonetta, bella ragazza vestita in modo piuttosto vistoso, seguita da Ada che continua a sbirciare all’esterno per vedere se il marito rientra.

SIMONETTA      Buongiorno, signora: mia sorella…ah eccola!

GIULIA        Ce ne hai messo!

SIMONETTA      Ho incontrato un paio di amici.

GIULIA        Mai meno di due per volta, tu, eh?

ADA            Hai molti amici?

SIMONETTA      Eh…beh…

GIULIA        Sì, sa: la scuola, l’oratorio,…

SIMONETTA      …il catechismo, il convento…

ADA            Frequenti un convento?

GIULIA        (prevenendo la sorella) Vuol dire che è stata in gita con la scuola a visitare un convento medievale!

SIMONETTA      Con tanti frati e fraticelli… Certi fratacchioni!

GIULIA        (sottovoce, alla sorella) Smettila!

ADA            (senza capire bene, soprapensiero) Già, sì, beh, certo, i frati…Ho da fare in cucina; fate come se foste a casa vostra (esce in cucina)

SIMONETTA      Simpatica la vecchia!

GIULIA        Ma la fai finita? Controllati!

SIMONETTA      Faccio quello che posso, è solo che… più lo sento vicino e più…

GIULIA        La finisci di fare la sciacquetta? Non t’azzardare a mettere le zampe su Romeo.

SIMONETTA      Tu non ti rendi conto di quello che hai tra le mani.

GIULIA        Ma non ti bastano quelli che hai già?

SIMONETTA      Ma l’hai visto?

GIULIA        E smettila!

SIMONETTA      Dico solo che se sei stanca di lui, o se lui ti stanca troppo, puoi sempre contare sulla sorellina!

GIULIA        Ma sei incredibile!

SIMONETTA      Lo faccio per te!

GIULIA        Già, per me!

SIMONETTA      Se dopo resta con te vuol dire che non devi più temere nulla.

GIULIA        Modesta, eh?

SIMONETTA      Come sempre.

ADA            (dalla cucina) Scusate: una potrebbe venire un momento a darmi una mano?

GIULIA        (ad alta voce) Vengo signora. (alla sorella) E tu vedi di comportarti bene.

SIMONETTA      Sì, Mamma!

Giulia esce. Simonetta rimane un momento gironzolando per l’ambiente, poi, appena capisce qual è  la stanza di Romeo, dopo una rapida occhiata per verificare di non essere vista, s’infila velocemente nella stanza del ragazzo.


Scena 5

Casa. Romeo entra agitato

ROMEO       Simo! E dài! Ma è una mania la tua!

SIMONETTA      (entra riallacciandosi la camicetta) Io proprio non ti capisco.

ROMEO       Di che parli?

SIMONETTA      Ci sono un mucchio di ragazzi che darebbero chissà che per vedermi nuda anche solo un momento…!

ROMEO       Beh, io in primo luogo non ho voglia di dare niente per una soddisfazione del genere…

SIMONETTA      Faremo uno sconticino!

ROMEO       E poi: sei impazzita? Con mia madre, qui. Tua sorella!

SIMONETTA      Uffa…

ROMEO       La mia ragazza, pure!

SIMONETTA      Pure!? Quanta gente!

ROMEO       Senti, ragazzina: è bene che ti metta in testa che coi sentimenti non si gioca!

SIMONETTA      Ma che noia! Guarda che i tuoi cari sentimenti mica m’interessano! A me basta vedere cosa sai combinare, poi amici come prima.

ROMEO       Ma ti rendi conto…

SIMONETTA      Quante storie! In fin dei conti si tratta solo di lasciarsi un po’ andare, sentirsi bene e poi si torna in giro più rilassati e contenti! (avvicinandoglisi, gattina) Davvero non vorresti sentirti bene con me?

ROMEO       (allontanandosi dopo un attimo di sorpresa) Scherzi? Io sto bene, anzi benissimo con Giulia, non voglio altro. E non ho bisogno di altre!

SIMONETTA      (incuriosita) Sul serio? Non dirmi che tu e mia sorella…

ROMEO       (imbarazzato) Io e Giulia…che?

SIMONETTA      Hai capito benissimo. Però! Chi l’avrebbe detto: la sorellaccia maggiore s’è svegliata, finalmente!

ROMEO       Non insinuare sconcezze: noi due ci rispettiamo! Noi conosciamo il valore dell’amore spirituale, della vicinanza di due anime gemelle! Io e lei siamo uguali!

SIMONETTA      Uguali, eh? Allora mi sa che la mamma non ha spiegato niente né a te, né a lei. (prendendo una rapida decisione, afferra Romeo per un polso e lo tira verso la camera) Vieni con me che t’insegno un paio di cosette sull’uguaglianza dei sessi!

ROMEO       Ma Simonetta!

In questo preciso momento, annunciata dalle sue prime parole, dette ancora in cucina, rientra Giulia. I due fanno appena in tempo a staccarsi e a darsi un contegno.

GIULIA        Romeo! Tua madre non ha più bisogno di me, possiamo andare. (entrando e vedendoli ) Ah, siete qui! Bene, se non c’è nient’altro possiamo andare!

SIMONETTA      (a Romeo, con intenzione) C’è nient’altro?

ROMEO       (secco) No! (ad alta voce, verso la cucina) Mamma! Noi andiamo!

ADA            (da fuori) Di tuo padre nemmeno l’ombra, vero?

ROMEO       No, vedrai che adesso rientra. Ciao!

GIULIA        Arrivederci!

SIMONETTA      Buonasera!

ADA            (c.s.) Ciao! E salutate Mamma e Papà!

GIULIA        Grazie. Presenterò!

SIMONETTA      Chi è che gli vuoi presentare?

GIULIA        E cammina! (la spinge fuori)

I tre escono. La porta viene chiusa da Renato che li ha incrociati sulla soglia.


Scena 6

Casa. Renato attraversa la sala togliendosi il giaccone ed entra in camera; subito ne riesce senza. Si guarda intorno e dopo uno sguardo va in cucina. Un tempo.

ADA            (lancia un grido e poi, arrabbiata) Ma sei matto?  Quando sei rientrato?

RENATO     Adesso. Ho incontrato i ragazzi che…

ADA            Brutto farabutto, deficiente, cretino… (rumore di piatti infranti)

RENATO     Ehi! Ehi, ahi, ahi! (entra correndo cercando di ripararsi)

ADA            È così che si fa? Te ne vai senza dire niente! Non mi fai sapere nulla! Poteva esserti successa qualunque cosa…!

RENATO     Scusa, ma ho incontrato…

ADA            Uno squillo, un avviso… qualcosa! Non te ne frega niente se mi preoccupo!

RENATO     Ma no, mi dispiace, scusa!

ADA            Io non conto proprio niente, sono l’ultimo dei tuoi pensieri!

RENATO     Cara, non immaginavo…!

ADA            E quando mai!

RENATO     Ma…amore, eri in pensiero per me! (le cinge le spalle) Ma allora…

ADA            (liberandosi) Io qui ad ammazzarmi per mantenere un minimo di decenza a questa casa e tu, invece, in giro, a chiacchierare del più e del meno… Con chi?

RENATO     (imbarazzato) Ehm…eh?

ADA            Con chi sei stato a perdere tempo?

RENATO     Con…Gloria. (d’un fiato) L’ho incontrata qui sotto e così…

ADA            Sempre ‘sta Gloria. E hai anche la faccia tosta di sostenere che è una semplice amica, naturalmente!

RENATO     (recuperando orgoglio) Sì, una buona amica. E nient’altro.

ADA            Sta sempre intorno, quella. Intorno a te, voglio dire.

RENATO     Ma Ada: è tua cugina! Non sarai gelosa…

ADA            Certo che sono gelosa, è naturale, mi sembra! Se siamo parenti o no non ha nessun significato; a te non te ne frega nulla se io sto qui a rovinarmi le mani nell’acqua dei piatti e a rodermi il fegato perché vai in giro con le “amiche”! Ah, ma vorrei vedere se fossi io (si blocca, pensierosa)

RENATO     Ada, basta! Alla base di tutto c’è che tu non ti fidi di me, e se ti dico che…

ADA            (taglia corto) Basta! Di là c’è la cena pronta e se non ti sbrighi te la mangi fredda. (si avvia in cucina)

RENATO     (un tempo) E va bene, ma di questa faccenda dovremo parlare…

ADA            (da fuori) Comincia lo sceneggiato!

RENATO     (uscendo, ammansito) Ah, già! È l’ultima puntata! Chissà cosa s’inventano stavolta…


Scena 7

Casa. Altro giorno, mattina. Suonano alla porta. Le voci della famiglia, urgenti, sono tutte fuori scena.

ADA            (dalla cucina) Andate a vedere chi è? Io non posso!

RENATO     (dalla camera da letto) Romeo, vai tu che mi sto vestendo!

ROMEO       (dalla sua camera) Io sto in mutande!

ADA            Beh, buttati addosso qualcosa e vai ad aprire!

ROMEO       Mamma, vai tu che non posso proprio!

ADA            Renato, visto che tuo figlio non vuole aiutare, vacci tu.

RENATO     Romeo, datti una mossa, sennò quando usciamo?

Pausa. Suonano di nuovo.

ADA            (alzando il tono) Ma insomma! Vi volete decidere? Ho le mani piene di pasta!

RENATO     Porca miseria, guarda che calzini!

ROMEO       ‘Sti capelli fanno quello che gli pare…

RENATO     Romeo, porca miseria! Lascia stare i capelli e và ad aprire!

ROMEO       (esce vestito e con i capelli mezzi davanti e mezzi dietro, borbottando) Ecco, come al solito, non ho mai il tempo di fare quello che mi serve. Sempre a me tocca, sempre a me. (rientra con un mazzo di fiori) Mamma! Dei fiori! (li depone sul tavolinetto e s’infila in camera sua) Adesso vediamo se ce la faccio!

ADA            Dei fiori? E per chi?

RENATO     (entra finendo d’infilarsi la camicia nei pantaloni) Romeo! E che cavolo! È tardi! Tardissimo!

ROMEO       (rientra con il pettine in mano) Ma io non ho finito!

RENATO     Ma hai visto che ora è?

ROMEO       (dà un’occhiata) Oddio! Non ce la facciamo!

RENATO     Andiamo così, forza, sennò ci perdiamo il primo tempo!

ROMEO       Prendo il giaccone (di corsa in camera)

RENATO     Io ce l’ho in macchina… Fiori? E di chi sono? (un’occhiata all’orologio) Madonna! (si dirige alla porta di casa) Io vado. Ciao! (esce)

ADA            (dalla cucina) Ciao!

ROMEO       (uscendo di corsa dalla camera e correndo dietro al padre) Arrivo, aspetta! (forte verso la cucina mentre esce) Ciao!

Pausa. Ada esce dalla cucina indispettita guardando verso la porta. Si ferma davanti ai fiori.

ADA            (fingendo di parlare con loro presenti) No, no, per carità! Le smancerie non le sopporto! Andate, andate! State facendo tardi, non vi preoccupate di salutarmi tanto calorosamente! (fingendo sorpresa) Oh! Dei fiori! Per chi saranno? Chissà cosa c’è sotto? Un ammiratore? E per chi?

Corrucciata, prende in mano il mazzo di fiori e rimane a studiarli concentrata.


Scena 8

Casa. Alcune ore dopo. Il mazzo di fiori è stato infilato in un bel vaso e posto sul tavolino della sala. Scena vuota. Si sente girare la chiave nella porta di casa ed entra Renato, mesto e cupo.

RENATO     (ad alta voce, sfilandosi il giaccone ed avanzando nella scena) Ciao!

Scorge i fiori; gli si avvicina e si mette ad osservarli perplesso. Ada entra dalla camera da letto con viso severo. Vedendo Renato lo cambia in un caldo sorriso e si avvicina al marito.

ADA            Caro! Sei tornato! Com’è andata la partita?

RENATO     (borbottando, sempre rivolto ai fiori) Insomma…

ADA            Oh, mi dispiace: non avete vinto?

RENATO     (c.s.) Non proprio. No. (un tempo) Abbiamo perso, abbiamo…

ADA            Beh, vincerete la prossima!

RENATO     Era il derby. Di ritorno. Non c’è la prossima. (un tempo) Di chi sono questi fiori?

ADA            (fingendo stupore) Cosa? Che fiori, quelli?

RENATO     Questi, sì. Chi li manda?

ADA            (sempre fatua) Mah, non so… Mi pare che ci sia un biglietto…

RENATO     (dopo un’occhiata sospettosa alla moglie mette la mano nel mazzo e prende il biglietto; sempre tenendo d’occhio le reazioni di Ada lo apre e comincia a leggerlo) "Ad R. , il maschio più sexy della casa. Con rovente desiderio….” (rimane a bocca aperta)

ADA            (stessa espressione di prima, con accentuata falsità) Firmato “Tua G . “. (falsamente candida) Chi sarebbe questa “G” ? Non hai nessuna idea?

RENATO     Eh? Chi? Io?

ADA            (diventando via via più furiosa) Ma chi può essere che invia a mio marito dei fiori così belli? Quale donna con un nome che comincia per “G” può farsi venire in mente di fare un regalo del genere al marito di un’altra, eh?

RENATO     E… e che ne so…

ADA            Ah, non lo sai, eh? Una che pensa che tu sia non solo “maschio”! Ma anche “sexy”! Non te ne viene in mente nessuna?

RENATO     N-no… così, su due piedi…

ADA            Con “desiderio”! “Rovente” addirittura! Ma che gli farai mai tu alle donne!

RENATO     Io non…

ADA            Brutto traditore! Io rovente ti ci faccio diventare la faccia! (gli molla una sberla)

RENATO     Ahio! Ada, non ne so nulla!

ADA            (dandogliene un altro, mentre Renato comincia a sfuggirle) T’insegno io a fare il sexy fuori di qui. Dove vai? Non scappare che ti devo mostrare il rovente desiderio che c’ho di mostrarti quanto ti trovo sexy io!!

RENATO     Aiuto! (si rifugia in bagno)

ADA            (alla porta) Esci fuori! Esci subito fuori! Maschio dei miei… Sei scappato in bagno perché te la fai sotto! Ma adesso t’aggiusto io! (si dirige verso la cucina) Qualcosa per buttare giù la porta…una cosa qualunque (esce in cucina)


Scena 9

Casa. Si sente aprire la porta di casa. Entra Romeo accompagnato da Giulia.

ROMEO       (euforico) Che forza! Li abbiamo schiantati, hai visto?

GIULIA        (poco convinta) Eh già: bravi!

ROMEO       Tutto qui? Ma l’hai visto Papà, che faccia lunga aveva? Si ricorderà per anni e anni…

GIULIA        E ti sembra bello?

ROMEO       Che?

GIULIA        Tuo padre è addolorato e tu sei contento.

ROMEO       E allora? Dovevi vedere l’anno scorso quando hanno vinto loro! Me ne ha dette di tutti i colori!

GIULIA        Litigate, per questo?

ROMEO       A casa mia non si litiga mai per…

ADA            (entrando tempestosamente dalla cucina con un coltellaccio da macellaio che parlando agiterà in aria senza badarci; minacciosa) Dov’è? Ah, siete voi? Credevo che fosse tuo padre che cercava di uscire da… Ma gli faccio vedere io! (salottiera) Ciao cara, ti sei divertita?

GIULIA        (inquietata dai volteggi del coltellaccio) Mah, veramente…

ADA            Come suo padre: quando c’è la partita noi diventiamo inutili!

ROMEO       Ma se le è piaciuto!

GIULIA        (c.s.) …insomma…

ADA            Ecco vedi? A proposito: hai visto tuo padre?

ROMEO       Allo stadio. Poi se n’è andato per conto suo e non so…

ADA            Lascia stare, lo so io dov’è. (occhiataccia verso il bagno) Ma deve metterla fuori ‘sta testa! (esce in cucina)

GIULIA        Non litigate mai, voi, eh?

ROMEO       Che ne so che è successo! Ma… amore, sei pallida, ti senti poco bene?

GIULIA        No, no, è solo…

ROMEO       Vuoi bere qualcosa? Ecco: siediti qui, vicino a questi bei fiori. Intanto vado a prenderti un bicchier d’acqua. (l’aiuta a sedersi) Torno subito. (esce in cucina)

Giulia, in attesa che le passi lo shock, si guarda intorno e lo sguardo le cade sul biglietto. Lo prende, lo legge e arrossisce violentemente. Si alza col biglietto in mano, si porta al centro della scena e lo rilegge.

ROMEO       (entra con un bicchiere d’acqua in mano; si dirige alla poltroncina, ma la trova vuota) Ecco qui l’acqua per Giulietta mia… Giulia! Ma dove… (la scorge e si dirige verso di lei) Ah ti sei alzata: ti senti meglio, tesoro?

GIULIA        (impassibile, ad occhi sbarrati) “G”

ROMEO       Vuoi dire “Sì”? Eh, beh, meno male…

GIULIA        No: “G”! Chi è “G”?

ROMEO       “G” chi?

GIULIA        E chi sarebbe Gichì? Da quanto la conosci?

ROMEO       Conosco chi?

GIULIA        Gichì.

ROMEO       Gichì chi?

GIULIA        E chicchirichì!

ROMEO       Pure?

GIULIA        (livida, abbassa lo sguardo sul bicchiere, poi torna a puntare lo sguardo su Romeo) Tua madre ci tiene ai bicchieri?

ROMEO       (al massimo della confusione) Beh, sì. Perché?

GIULIA        Dà qua. (Romeo le consegna il bicchiere) I roventi desideri…

ROMEO       I che?

GIULIA        …ti ci rendo rovente la faccia! (gli dà uno schiaffo)

ROMEO       Ma perché?

GIULIA        Perché sei “maschio”, ecco perché! (gliene dà un altro)

ROMEO       Ahio! Ma che sei matta?

GIULIA        No! Sei tu che sei troppo “sexy”!

Giulia cerca di dargliene altri, ma Romeo comincia a scappare per la stanza

ROMEO       Giulia! Giulia! Giulietta!

GIULIA        Vieni qua che ho il “desiderio” di farti il culo “rovente” a forza di calci!

Romeo cerca rifugio in bagno, ma quando arriva alla porta questa non si apre.

RENATO     (da dentro) Occupato!

ROMEO       (mentre Giulia lo tempesta di calci e di pugni alle spalle) Aiuto, m’ammazza!

RENATO     (c.s.) Pure a me!

ROMEO       Permesso! (inseguito da Giulia scappa in camera sua)


Scena 10

Esterno. Renato siede su una panchina, desolato.

ROMEO       (entra in scena, molto nervoso; vede il padre e si dirige subito verso di lui) Complimenti, eh? Ah sì, bel casino che m’hai combinato!

RENATO     Io t’ho combinato, che?

ROMEO       Non sei capace di dire alle tue amiche che se proprio devono mandare dei fiori, almeno stessero attente a quello che scrivono nei biglietti?

RENATO     Io? (si alza infuriato) Tu, piuttosto, devi imparare a gestirti meglio gli ormoni impazziti! Lo vedi che succede quando una delle tue “ammiratrici” va fuori dal seminato? Sono dovuto scappare di casa per colpa tua!

ROMEO       Mia?

RENATO     Ma certo! Mica glielo potevo dire che i fiori erano stati mandati a te: avrei fatto la figura del genitore meschino che getta fango sui figli per proteggere sé stesso!

ROMEO       Papà: ma io non ne so niente di chi ha mandato quei fiori.

RENATO     Adesso vuoi venirmi a raccontare che non c’è nessuna che ti viene dietro…oltre a Giulia intendo.

ROMEO       (sconcertato) …dietro? A me? Vuoi dire che… i fiori…sarebbero stati mandati a me?

RENATO     E che, a me? Alla mia età?

ROMEO       Beh, insomma…magari Gloria…

RENATO     (con sfida) “Gloria” che?

ROMEO       Niente, niente, dicevo che si sa che Gloria…

RENATO     Ma porca di una miseriaccia ladra: pure con te devo stare a giustificare l’amicizia che ho con Gloria! Non basta tua madre? Non metterla in mezzo!

ROMEO       No, no, va bene…

RENATO     (un tempo) Ma allora…non ne sai niente nemmeno tu?

ROMEO       No, proprio no!

RENATO     È strano, però.

ROMEO       Ma certo che… insomma: te la sentiresti di mettere la mano sul fuoco che…?

RENATO     …Gloria?

ROMEO       Eh!

RENATO     (un tempo) Tu dici?

ROMEO       Beh…

RENATO     Sì,insomma…al limite…proprio in via ipotetica…È che non ce la vedo proprio…

ROMEO       (pensieroso) …neanche io…

RENATO     E tu che ne sai?

ROMEO       No, è che stavo pensando…dalla parte mia…

RENATO     C’è una che potrebbe…?

ROMEO       In fondo in fondo…ma proprio al limite…

Pausa. Padre e figlio si guardano.

ROMEO       Che facciamo?

RENATO     Bel casino!

ROMEO       (improvviso) Idea!

RENATO     Sì?

ROMEO       Glielo chiediamo!

RENATO     Mmm! Sei sicuro che la tua ti risponderà sinceramente?

ROMEO       (vagamente minaccioso) La convinco io! (un tempo) Papà, però pure tu…

RENATO     Sì, pure io.

ROMEO       Allora d’accordo?

RENATO     (scuotendosi) Ma sì, facciamo così. Appena scopriamo qualcosa ce lo diciamo tra di noi, però, eh? Perché sennò, se la cosa sfugge, chissà che polverone si alza! Invece dobbiamo sistemare le cose un passo alla volta. Va bene?

ROMEO       Ci sto.

RENATO     Bene. (pugno destro sul cuore) Cornovaglia libera!

ROMEO       Eh?

RENATO     (gesto alla “ti saluto!”) Vabbè, và! Ciao!

ROMEO       Ciao.

Si allontanano in direzioni opposte


Scena 11

Casa. Suonano alla porta. Ada attraversa la scena e va ad aprire; è nervosissima.

SIMONETTA      Buongiorno, signora.

ADA           Vieni, vieni.

SIMONETTA      Mi scusi, sono passata per vedere se c’è mia sorella.

ADA           No, no, non lo so dov’è. Starà ancora correndo dietro a Romeo.

SIMONETTA      Come?

ADA           Sì, devono aver bisticciato per qualcosa, non so bene, stavo di là… Robe da innamorati, le solite! Se vuoi aspettarla qui…(esce in cucina)

SIMONETTA      Magari torna Romeo…

ADA           (da fuori) Fà come se fossi a casa tua, ho una cosa sul fuoco.

SIMONETTA      Sì, grazie!

Simonetta si guarda in giro, poi vede i fiori. Si avvicina, nota il biglietto, lo legge.

SIMONETTA      (con un sorrisetto compiaciuto) Hai capito la sorellona!


Scena 12

Esterno. Gloria siede sulla panchina ed osserva incuriosita Renato che fa avanti e indietro nervosamente

GLORIA      E allora?

RENATO     Senti Gloria… (si spegne)

GLORIA      (un tempo) Che cosa? Renato: devo preoccuparmi? C’è qualcosa che non va?

RENATO     Beh…che vuoi…

GLORIA      Di grosso, intendo? Tu quando c’è un problema grosso non dici mai niente a nessuno, tieni tutto per te, non ti confidi neanche con me…

RENATO     Anche tu fai così.

GLORIA      È proprio per questo che riesco a capirti quando fai così. Cosa c’è? Si tratta di una faccenda così grossa che non riesci a dirmela?

RENATO     (un tempo) La cosa riguarda te.

GLORIA      Me?

RENATO     “Proprio per questo riesci a capirmi”, no? Beh, se ti faccio una domanda mi risponderai sinceramente?

GLORIA      Se posso…

RENATO     Speriamo davvero che tu possa, perché è importante… A casa è successo un macello.

GLORIA      E io che c’entro? (prevenendo Renato) Aspetta, aspetta! Per farti cominciare in maniera così seria deve trattarsi di una cosa in cui sarei implicata, una cosa brutta, molto probabilmente senza che ne sappia niente…perché io non ho mai fatto niente per…

RENATO     Lo spero, tu non sai quanto.

GLORIA      No, non lo so, infatti. E non vedo l’ora di scoprirlo. (Renato esita) Allora? Vogliamo diventarci vecchi? Poi potresti non piacermi più!

RENATO     (sorride) È questo tuo senso dell’umorismo che mi fa dubitare…Gloria, ti devo avvisare che non ci credo, ma devo escludere anche la più remota possibilità che tu…sì, insomma che tu abbia potuto…

GLORIA      Adesso il senso dell’umorismo se n’è bello che andato.

RENATO     (un tempo, poi la fissa) Gloria, li hai mandati tu?

GLORIA      Cosa?

RENATO     I fiori.

GLORIA      Che fiori?

RENATO     A casa.

GLORIA      Casa tua?

RENATO     (scatta) E dove sennò?!

GLORIA      Ehi! Calmo, Renato. Qui mi sa tanto che non c’è in gioco una gita al mare fatta passare per una trasferta della tua squadra. Ho proprio l’impressione che si tratti di qualcosa di più importante, quindi i nervi lasciamoli da parte ed evitiamo confusioni. (un tempo) Parlavi di certi fiori…

RENATO     No, niente, è chiaro che non ne sai niente.

GLORIA      Scusa, ma adesso è meglio che mi spieghi tutto per bene. Non possiamo lasciare le cose così per aria; se ho capito bene mi sembra che si tratti di macigni, belli grossi anche, e quando cadono sulla testa fanno male. Quindi è meglio toglierli di mezzo. Su!?!?

RENATO     A casa mia sono arrivati dei fiori. (si aspetta un intervento di Gloria che non arriva e prosegue) C’era un biglietto. Diceva: “A R puntato, il maschio più sexy della casa. Con ardente desiderio tua G puntato”. Che ne pensi?

GLORIA      (un tempo, poi gelida) Come hai potuto pensare a me?

RENATO     Te l’ho detto, io…

GLORIA      Anche per un momento, voglio dire. Se hai avuto l’esigenza di pormi la domanda significa che anche se poco così, c’hai creduto che potessi essere stata io a fare una cosa simile. Non hai pensato almeno un momento che il tuo dubbio poteva offendermi?

RENATO     Sì, c’ho pensato, ma ho sperato che la tua capacità di capire, di comprendere…

GLORIA      No. (si alza a fronteggiare Renato) Mi dispiace. È un dispiacere che provo nei miei stessi confronti. Devo constatare che la mia capacità di comprensione ha dei limiti. Tu me li hai fatti raggiungere. (gli gira le spalle)

RENATO     Gloria, a chi avrei potuto rivolgermi se non a te?

GLORIA      Chiedi al fioraio.

RENATO     Eh, l’ho fatto, ma c’era l’aiutante.

GLORIA      Chiedi all’aiutante.

RENATO     Se n’è tornato in Romania.

GLORIA      (girandosi adirata) Insomma, basta, Renato! Mi pare chiaro che rimane una sola soluzione.

RENATO     No, Gloria, no!

GLORIA      (un tempo) Io adesso vado. Non cercarmi. Non telefonarmi, non pensarmi neppure. Fa come se non esistessi.

RENATO     Ti prego, pensaci, aspetta!

GLORIA      No. (con le lacrime agli occhi) Non posso pensarci. La mia vita è stata per troppo tempo appesa alla tua. Adesso vedo che non era giusto, che era sbagliato… Tu sei, sei…

RENATO     Gloria, dài!

GLORIA      …sei un uomo capace di scambiarmi per l’autrice di una cosa così goffa e volgare. Hai fatto uno scambio, lo sai, vero? Gloria in cambio di un biglietto. Complimenti: ottima scelta. Tienitelo pure. (si volta  e s’incammina all’uscita)

RENATO     Per favore, non voglio che te ne vada così!

GLORIA      (si ferma un attimo prima d’uscire) Già, manca una cosa, una piccola cosa.

RENATO     (incerto) Una…cosa? Che cosa?

GLORIA      Vuoi sapere se ho mandato io i fiori?

RENATO     Se…vuoi…dirmelo…

Gloria apre la bocca come per parlare, poi fa un sorriso beffardo ed esce. Renato rimane un momento interdetto, poi le esce dietro.


Scena 13

Esterno. Giulia entra arrabbiatissima seguita da Romeo. Giulia si gira e lo affronta,

GIULIA        Ma bravo!

ROMEO       Insomma, Giulia, se non sei stata tu…

GIULIA        Ma per chi m’hai presa? Io certe cose neanche le penso! Come hai fatto a credere che potessi essere stata io?

ROMEO       Ma infatti non dicevo che…

GIULIA        Nooo! M’hai solo domandato se, per caso, per accidente, per incidente, anzi, avessi comprato dei fiori per te e c’avessi messo un biglietto pieno di cose sconce. (tornando ad infuriarsi e tempestandolo di pugni sul petto) Come hai potuto? Come hai potuto?

ROMEO       Giulietta, senti…

GIULIA        (con la voce rotta di pianto) E smettila con ‘sta scemenza di Giulietta e Romeo! Non ti voglio più vedere! (esce)

ROMEO       Giulia, no!

Mentre Giulia esce piangendo, incrocia Simonetta che stava entrando e che rimane incuriosita a seguire con lo sguardo la fuga della sorella

ROMEO       (affranto si lascia andare sulla panchina, con la testa fra le mani) È finita, è finita!

SIMONETTA      Ma che è successo?

ROMEO       Non mi ama più! Ho rovinato tutto!

SIMONETTA      Ah sì? E come hai fatto?

ROMEO       (con la voce rotta di pianto) Perché le ho chiesto se per caso non era stata lei a mandare dei fiori a casa mia!

SIMONETTA      Uh! Roba grossa, allora! E tu hai pensato che li avesse mandati lei?

ROMEO       No. Però stavo andando a cercare…sì, insomma cercavo un’altra e invece ho incontrato lei e allora, non so neanch’io perché, gliel’ho chiesto e lei…e lei…(torna a nascondere la faccia tra le mani singhiozzando)

SIMONETTA      (si avvicina a carezzargli la testa) Oh! Povero Romeuccio mio! Tanto male t’ha fatto, eh? (Romeo annuisce vigorosamente) Tu invece non volevi fare niente di male, non è vero? Solo una semplice domanda… (Romeo c.s.) Ah! Cattiva sorellaccia, cattiva! Solo perché il suo ragazzo riceve un semplice mazzo di fiori con un biglietto un po’ “hard”!

ROMEO       E…e tu… che ne sai…?

SIMONETTA      (allungando pericolosamente le sue carezze) Come si fa ad ignorare che sei un maschio molto sexy, mmm?

ROMEO       Sexy?

SIMONETTA      (c.s., un po’ di più) Il rovente desiderio viene da sé, angelo mio!

ROMEO       Ma…Simo, come fai a sapere certe cose?

SIMONETTA      (scivolando sulla panchina, addosso a lui) Ma come deve fare una donna per fartele capire, le cose?

ROMEO       (urlando scatta in piedi) Aaaah! Tu! Sei stata tu! Ma allora adesso…! Giulia… (correndo verso l’uscita) Giulia! Giulia! Giuliaaaa! (esce)  

Simonetta rimane sola sulla panchina e sbuffa


Scena 14

Casa. Scena vuota.

ADA            (entrando con foga dalla cucina) Ah! Non voglio starti a sentire! Vattene, vattene via!

GLORIA      (entrando dietro di lei e seguendola) Ada, aspetta, lasciami dire…

ADA            Non ci sono scuse per quello che hai fatto! Se povera zia sapesse…

GLORIA      Lascia stare le buon anime e pensiamo a noi, Ada. Devi credermi: io…

ADA            (mettendosi le mani sulle orecchie)  Non ti voglio sentire, Non ti sento!

GLORIA      È così che fai tu: ti tappi le orecchie, nascondi la testa nella sabbia e fai finta che le cose non succedano! E invece le cose succedono e continuano a succedere peggio di prima!

ADA            Tu vieni a farmi questi discorsi, che in vita tua non hai mai voluto affrontare il rischio della vita con un uomo? Ce l’avevi e l’hai mandato via e poi ti sei messa a ronzare intorno a Renato: credi che non me ne sia accorta? È facile fare la farfallona intorno ad uno che c’ha la camicia stirata e le mutande pulite perché gliele lavo e gliele stiro io! È incredibilmente bello presentarsi solo ogni tanto col trucco a posto e i capelli ben sistemati, senza correre il rischio di farsi vedere al risveglio la mattina, col viso gonfio e le rughe belle in vista! Ah, quant’è facile campare così!

GLORIA      (un tempo) Ada, non ti capisco. Sei piena di livore nei miei confronti che, invece, non ho niente contro di te e non ho fatto niente per procurarti dolore.

ADA            Se la mettiamo su questo piano, certo, non m’hai mai puntato un coltello alla gola, ma non è che poi girare intorno a Renato sia molto diverso: mi sembra di avere sempre una frana sopra la testa pronta a crollarmi addosso!

GLORIA      Renato ti ama.

ADA            Ah!

GLORIA      Non hai capito: Renato ha preferito te. (Ada s’immobilizza, concentrata e attenta) C’ho provato molte volte, è vero, in…molti modi a…fargli fare una scelta diversa…ma niente: ogni volta è stato duro, forte, inflessibile; con molta cortesia e molto tatto mi ha respinta…e a me è rimasto il ruolo dell’amica del cuore, vicina al suo animo quanto era possibile. Ho raccolto le sue confidenze, i suoi sfoghi, le sue amarezze…

ADA            Anche i suoi sentimenti, hai raccolto?

GLORIA      No. La voglia di fare, di creare qualcosa insieme è rimasta dalla parte tua. A me…non è toccata.

ADA            (un tempo) E nient’altro?

GLORIA      Nient’altro. (un gesto di rassegnazione) Mi basta, me lo faccio bastare, di più non posso avere. (un tempo) E a proposito di quei fiori...Renato non ha nessuna colpa.

ADA            Li hai mandati tu?

GLORIA      No.

ADA            E allora chi, secondo te?

GLORIA      (sconcertata) Ma…non so.

ADA            Già. Non lo sai. E così l’autrice di quel biglietto ancora non è scappata fuori. (scandendo le parole) Non ancora. (scuotendosi) Gloria, devi farmi un favore!


Scena 15

Esterno. Simonetta e Giulia siedono imbronciate sulla panchina.

GIULIA        Non avevi niente di meglio da inventarti?

SIMONETTA      Magari ci cascava!

GIULIA        Romeo non è come quei superficiali degli “amichetti” tuoi.

SIMONETTA      No, è peggio: quello ci crede veramente!

GIULIA        Hai visto che hai combinato?

SIMONETTA      Che ne sapevo io?

GIULIA        Eccolo lì, lo vedi?

(da fuori si sentono in lontananza dei “Giulia!, Giulia!”)

SIMONETTA      Ancora?

GIULIA        Siamo al quarto giro.

SIMONETTA      Beh, in effetti mi sembra che la corsa si sia un po’ appesantita.

GIULIA        Povero Romeo mio, me lo stai ammazzando!

SIMONETTA      A mollarlo mica sono stata io!

GIULIA        Vabbè, ma dirgli quella cosa…!

SIMONETTA      Oh, insomma! Càpito a casa sua, leggo quel biglietto, poi me lo ritrovo affranto e sconsolato da solo nel boschetto…chiunque c’avrebbe provato!

GIULIA        Mi fai schifo.

SIMONETTA      Lui no, però, a quanto pare!

GIULIA        Povero amore mio!

SIMONETTA      Non l’avevi mollato?

GIULIA        Così…a parole!

SIMONETTA      Ma quante chiacchiere fate, voi due! E fatti, niente?

Rumore fuori scena ed un respiro pesante

GIULIA        Ah! Cos’è?

SIMONETTA      (eccitata)Un maniaco! Non scappiamo, vediamo che fa!

GIULIA        Simo! Sei impazzita? Quello ci salta addosso!

SIMONETTA      È una vita che aspetto questo momento: ore e ore di palestra!

GIULIA        Ma smettila! Presto, nascondiamoci dietro a questo cespuglio. Arriva!

Giulia trascina via Simonetta a nascondersi dietro al cespuglio che sta alle spalle della panchina, dimenticandoci sopra una sciarpina di seta. Entra Romeo col fiatone e si trascina a fatica fino alla panchina su cui si abbandona a corpo morto.

ROMEO       (con un filo di voce) Oddio!...Giulia…! Madonna…!

SIMONETTA      (piano) Ha fatto la santa trinità!

GIULIA        (piano) Zitta!

ROMEO       (c.s.) Giulia! Muoio! Amore mio! A che serve campare senza di te?

SIMONETTA      (piano) A divertirti con me! (Giulia le dà una botta in testa)

ROMEO       (c.s.) Cosa ho fatto? Come ho potuto essere tanto stupido? È proprio vero che… che sono un cretino! Avevi ragione tu… e io t’ho portato allo stadio… e tu non capisci nemmeno la differenza tra fuorigioco e fallo laterale…

SIMONETTA      (piano, alla sorella) A questo punto sei? (Giulia minimizza)

ROMEO       (c. s.) …che anzi ti sembrava una cosa sconcia…

SIMONETTA      (piano, alla sorella) No?!?

ROMEO       Oh! E questo cos’è? La sua sciarpina! Quella che gli avevo regalato io al Luna Park! L’avevo vinta alla prova di forza…!

SIMONETTA      (piano) Ih! Pure? Irresistibile! Cara mia adesso vado lì e…!

GIULIA        (piano) Non t’azzardare!

ROMEO       Tesoro mio! La mia vita non ha un senso se non sei con me. Il sopra e il sotto rimangono parole senza sostanza e mi si confondono davanti in un’oscena danza macabra…

GIULIA        (piano) Sta male!

SIMONETTA      (piano) Zitta! Agonizza poeticamente!

ROMEO       Luna, sii mia testimone: affido a questa sciarpina il fiume delle mie lacrime e la depongo qui, ecco, guarda, in attesa che lei, ritrovandola, la possa usare per rinfrescarsi nelle giornate afose di un’estate che non passerà con me…

GIULIA        (piano) Amore mio!

SIMONETTA      (piano) Fermalo che sennò quella sciarpina la butti!

ROMEO       Mai più sentirò la sua voce. Le sue parole carezzevoli, i suoi periodi morbidi e sinuosi…

SIMONETTA      (piano) Mi sa che voi due avete fatto un po’ di confusione!

ROMEO       Parlami, Luna! Dammi gli ultimi suoni che ascolterò. Già il respiro si contrae e torna bambino nel petto, ora che gli orizzonti dorati della vita con lei sono sfumati per sempre…

GIULIA        (non controllando la voce) Amore mio!

ROMEO       Dea argentata, che splendi tra stelle servili: usi gli accenti dispersi nel cielo dalla donna che amo. Capisco: una nuvola diafana, passando, ne ha trattenuto i suoni vellutati e adesso li rendi per velare il mio dolore con un soffio di misericordia…

GIULIA        Ma dunque, tanto m’ami!

ROMEO       Più di me stesso e del mio passato.

GIULIA        E il futuro?

ROMEO       Senza di te il tempo si ferma e niente più accade. Fugge l’attimo, si congela il ruscello; tace il cardellino, cade il silenzio e la notte, distratta, dimentica di cedere il passo al giorno…

GIULIA        Ma il sole torna, amore mio. Sarà così anche domani!

ROMEO       Senza di te il domani non ci sarà. E se pur ci fosse sarebbe solo tempo, dimenticato in giro da un creatore smarrito per l’immenso dolore della tua perdita.

GIULIA        Ma…se un miracolo, uno di quelli che la notte cela in segreto, ti concedesse un’altra occasione? (uscendo allo scoperto) Se ancora una volta potessi affidarmi i tuoi sospiri, i tuoi più intimi pensieri? (sedendoglisi vicina) Se un’ultima volta potessi cercare nei miei occhi il sogno profondo dell’anima tua? Se potessi, se potessi…

ROMEO       Un dono mi fai, astro incantato, che rende concreti i miei stanchi respiri e modella nelle sue belle forme i cupi vapori del silenzio. Ecco: (esegue) accarezzo la spalla che crei col suo sembiante, sfioro il suo collo perfetto, gioco con capelli che inventi meravigliosi come i suoi, mi perdo in uno sguardo e nelle sue profondità in cerca della dura pietra che sono adesso i miei sentimenti per lei, caldi come l’alito sfuggito a queste labbra. Ultimi aneliti: a raccolta! Andiamo a dimenticarci sulla soglia del paradiso e con un bacio chiudiamo questo tormento ed apriamo la porta al sogno!

Si baciano  

SIMONETTA      (uscendo fuori, applaudendo con le lacrime agli occhi) Ma guarda questa scema: e stava per giocarsi uno così!


Scena 16

Casa. In mezzo alla scena viene portata una tavola che nel corso delle prossime battute viene apparecchiata da Gloria e Simonetta vestite da cerimonia.

GLORIA      E così di chi ha scritto il biglietto non si sa nulla!

SIMONETTA      Escluse le presenti…!

GLORIA      Chi altro avrebbe potuto essere! Eh, è triste quando le cose vanno così!

SIMONETTA      A me sembra che a tutte due sia toccato prendere in testa il vaso…

GLORIA      …e raccoglierne i cocci!

Uno sguardo tra di loro.

SIMONETTA      Io…mi rendo conto.

GLORIA      Di che?

SIMONETTA      Non dev’essere facile… Voglio dire: tirare avanti nella sua condizione…

GLORIA      La…”sua”?

SIMONETTA      Sì, voglio dire: la “sua” di te!

GLORIA      Ah! Dammi del tu, per favore. E…sì, non è facile…(un tempo) Poteva andare peggio!

SIMONETTA      Eh, già.

GLORIA      Anche per te, ho l’impressione, non dev’essere diverso: è proprio vero che con Romeo vorresti solo…?

Un altro sguardo

SIMONETTA      Io per Romeo ci perdo la vita! Sono pronta anche fare come fa lei, cioè:  come fai tu. Giulia non lo sa quant’è fortunata a potergli stare vicino ogni singolo momento!

GLORIA      Siamo sicure che non lo sappiano? In fin dei conti piangere miseria non è mai stata una tattica così sbagliata! “Il mio uomo mi trascura! Il mio uomo non m’aiuta! Faccio tutto da sola!”.

SIMONETTA      E intanto se lo legano bello stretto per compassione…

GLORIA      E risparmiano l’amore, quel poco che rimane, per altre occasioni!

SIMONETTA      E a noi restano le briciole, i vapori di sfogo…

GLORIA      Suvvia, potremmo rimanere anche senza quelli! (un tempo) Simonetta, non percorrere la mia strada.

SIMONETTA      Non ho scelta. (leggera) Se mi accorgerò di averne una cercherò di approfittarne!

ROMEO       (dalla sua camera) Come sto?

Romeo, seguito da Giulia fa il suo ingresso: è vestito da cerimonia in un completo grigio e ben pettinato. È seguito da Giulia graziosamente vestita anch’essa per l’occasione

SIMONETTA      Cacchio!

GLORIA      (intervenendo prontamente) Sì, ecco; sono d’accordo: fate proprio una bella coppia. Non è vero, Simonetta?

SIMONETTA      (si scuote e va ad abbracciare la sorella) Giulia, sei davvero bellissima con questo vestito!

GIULIA        (con un radioso sorriso) Oh, grazie, Simo: non puoi immaginare quanto mi fanno piacere i tuoi complimenti!

ROMEO       Ma anche tu stai molto bene, Simonetta: sembri più…più…

GLORIA      Donna?

ROMEO       Già, proprio così. È come se fosse cambiato qualcosa!

SIMONETTA      No, no, non è cambiato proprio niente!

RENATO     (dalla sua camera) Largo all’uomo più bello del mondo!

Renato entra dalla propria camera in abito elegante. È seguito da Ada vestita per un’occasione importante. Al loro ingresso i presenti fanno un piccolo applauso cui Renato e Ada rispondono con graziosi cenni del capo come sovrani in visita.

GIULIA        Complimenti! Che bella coppia siete!

RENATO     Beh, neanche mio figlio sembra aver fatto una cattiva scelta!

GIULIA        (arrossisce) Oh! Avete sempre voglia di scherzare!

ROMEO       Scherzando scherzando spesso si dicono le verità più vere.

ADA            Grazie! Grazie!

GLORIA      Va bene come abbiamo sistemato?

ADA            È perfetto, Gloria, grazie tante. Non so come avrei fatto senza di te!

RENATO     Bene. E adesso non sarebbe male se ci dicessi a cosa dobbiamo questa bella festa!

ADA            È presto detto. (si sistema al centro) Renato, Gloria, figlio mio, sorelline care: la faccenda del misterioso mazzo di fiori ha creato un bel trambusto…e anche una bella paura, diciamolo! (risatina generale) Ma forse senza di esso non avremmo potuto capire quanto sono importanti le persone che abbiamo vicino, ogni giorno… (rivolta a Renato) e che ci sopportano! (altra risatina)  Certo l’autrice del misterioso biglietto non ha avuto un nome, ma…in fondo che importanza ha? Seppure avesse voluto portare zizzania è solo riuscita a rinsaldare i vincoli che ci legano. (a Gloria) Tutti. E di questo dobbiamo esserle grate. Perciò…(mimando con un ampio gesto) “Grazie a te, o misteriosa ed involontaria amica!”

Tutti applaudono sorridendo. Nel fare il gesto, dall’abito di Ada è caduto un foglietto che si ferma per terra vicino a Simonetta che lo raccoglie e comincia a leggerlo.

ADA            Grazie, amici cari…eccetera! (altra risatina) La vostra contentezza è il premio migliore ad una vita lungamente votata alla serenità familiare…

SIMONETTA      (attirando l’attenzione di Gloria) Ma…guarda un po’ qua! (Gloria le si avvicina)

ADA            …costruita con pazienza ed abnegazione, sopportando i vizi e le eccessive virtù l’un dell’altro…

A Simonetta e Gloria si è avvicinata anche Giulia che comincia ad esaminare il biglietto. Dal gruppetto escono esclamazioni che vanno via via disturbando sempre più il discorso di Ada.

ADA            D’altronde se è vero che la donna è l’angelo del focolare è pur vero che l’uomo è cacciatore e…insomma, qualcuno ‘sta lepre dovrà pur cucinarla, no? (risatina ridotta ai due uomini) Eh, già, ma…(rivolta al gruppetto delle donne) cosa c’è? Avete trovato qualcosa di curioso?

GLORIA      No, è che…

GIULIA        …è buffa ‘sta cosa!

RENATO     Di che si tratta?

SIMONETTA      Questo foglietto… Si direbbe…

GLORIA      …sembra…

GIULIA        Che “sembra”: è!

ADA            (insicura) È…che cosa?

SIMONETTA      La brutta copia del biglietto dei fiori!

ROMEO       No!

GIULIA        Sì!

RENATO     Scherzate?

GLORIA      Per niente: guarda qua! (si fa dare il foglietto da Simonetta e lo porge a Renato) 

RENATO     Eh sì, è proprio come dite voi… Ma dove l’avete trovato?

Tutt’e tre le donne si girano verso Ada

ADA            Non…non dimostra niente!

Le donne, con espressione bellicosa, fanno per avvicinarsi ad Ada, ma Romeo le si para dinanzi a braccia aperte.

ROMEO       Ferme! Siamo usciti indenni da un casino infernale e non possiamo ricader…

SIMONETTA      (scansa il ragazzo) Indenni un cavolo! Fatti da parte, pupazzo! Questa signora ha qualcosa da spiegare!

GLORIA      Beh, Ada? Perché l’hai fatto? 

ADA            Io… io non volevo…

GIULIA        Non voleva…che?

ADA            Io…ecco…Renato mi trascurava e allora mi sono mandata dei fiori, ma…

GLORIA, SIMONETTA & GIULIA  Ma?

ADA            …ma non se ne sono neanche accorti e così ho pensato che se avessi aggiunto un biglietto…

GLORIA      Brutta disgraziata: allora era me che volevi fregare, eh? 

ROMEO       Mamma! Ma io che c’entravo?

ADA            Eh, figlio mio: pure tu vai a trovarti una ragazza con le stesse iniziali…!

Mentre le tre donne scambiano le battute seguenti, Ada silenziosamente si defila cercando di guadagnare la porta della camera.

GIULIA        E così quello che ho passato è stato solo un danno collaterale!

SIMONETTA      Se non fosse stato per questa maledetta storia magari a quest’ora io e Romeo…

GLORIA      Io mi sono sentita in colpa, ma vi rendete conto? 

GIULIA        Ma può passarla liscia?

SIMONETTA      Lasciate fare a me!

GLORIA      È una questione di famiglia: reclamo la precedenza!

Le sorelle concedono a Gloria la precedenza, ma quando questa si gira vede Ada ormai quasi fuori scena. 

GLORIA      Occhio, ragazze: la stronza se la batte!

Comincia un inseguimento forsennato con le quattro donne che attraversano la scena in lungo e largo mentre i due uomini rimangono al centro del tutto spaesati.

FINE