Un morto da vendere

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Un morto da vendere

Farsa alla maniera delle comiche finali


Personaggi

Ubriaco

Marco

Padre

Maria

Cliente


Un'osteria di campagna con due tavoli, parecchie sedie, un bancone sul fondo, qualche botte e molte bottiglie. Una pianola emette il suono di una polca. All'inizio del­l'atto Marco e il padre stanno giocando a carte. Ad un altro tavolo sta seduto un ubriaco.

ubriaco  ...E invece io voglio giocare!... ecco!...

marco Ho detto di piantarla!... noi con gli ubriachi non ci giochiamo!

padre ... Specie se non hanno soldi!...

ubriaco Ma perché dovrei avere soldi?... tanto vinco io...

padre Ma sentilo che faccia tosta!... Vince lui...

ubriaco Sì, vinco io, ma poi vi do indietro tutto... Gio­chiamo solo per far passare il tempo...

marco Ah sì, eh?... Be'!... mi dispiace, ma siccome noi siamo per l'eterna giovinezza, facciamo di tutto per non farlo passare il tempo... così giochiamo solo a quat­trini...

ubriaco Solo a quattrini?... e a orologi d'oro, no?...

padre A orologi d'oro?

ubriaco Sì, come questo, per esempio... oppure come questo! (Estrae da una tasca due cipolloni con tanto di catena).

marco Accidenti!

padre Fa' vedere... Sono una meraviglia... Ma da dove saltano fuori?

ubriaco C'è questo che suona perfino le ore... È un ri­cordo di famiglia.

marco Perché? Tu hai famiglia?

ubriaco No: è un ricordo di famiglia di quello che me lo ha dato... Tanto che in principio non voleva mica mollarlo... ma poi io ho insistito...

padre È davvero un gioiello!... Di', me lo vendi?... Avan­ti, quanto vuoi?

ubriaco Ah no!... I ricordi di famiglia non si vendono... al massimo si possono giocare a carte...

marco E va bene! Se proprio insisti... Siediti...

padre A che gioco vuoi giocare?

ubriaco A quello che stavate giocando prima; quello è un gioco che mi piace! ...

padre A poker? Ma guarda che è un gioco difficile... È un gioco nuovo...

marco È un gioco che viene dall'America...

ubriaco Dall'America?... Ho un cugino io in America... Chissà come sarà contento che gioco al suo gioco!...

marco E allora accontentiamo il cugino d'America... Chi dà le carte?... Le do io?... Le dà lui?... E va bene! Al­lora le do io! (Inizia velocissimo a distribuire le carte).

ubriaco Alt! Quel mio cugino d'America diceva sempre che chi alle carte non «coppa» il mazzo, s'accoppia a un cieco e sposa un pazzo!...

padre Ma cosa vuol dire?...

ubriaco Ah, non lo so... so solo che bisogna che sollevi le carte.

padre Che malfidente! stai giocando con galantuomini, mica con dei ladri!

ubriaco Se è per quello, io una volta sono stato in gale­ra e ho giocato con della gente che diceva la stessa cosa... Tre carte...

marco Come? Dicevano di essere dei galantuomini?

ubriaco No. Dicevano di essere dei ladri... Come dire che a carte non baravano come fanno i galantuomini.

marco Ah... ah... molto spiritosi... A chi tocca parla­re?... Tocca a lui? tocca a te? tocca a me? Va bene, toc­ca a me!

padre No! tocca a me: cinque per giocare...

ubriaco Dice dieci... (Posa un orologio in mezzo al ta­volo).

padre Dice dieci che ?...

ubriaco Dieci marenghi... Li vale, no?

padre Li vale sì, ma noi a un gioco così forte non ci sia­mo abituati... noi giochiamo solo di centesimi...

ubriaco Ma per una volta, giochiamo di marenghi... tanto ve l'ho già detto che quando poi ho vinto ve li do indietro!

padre Ah, se poi ce li dài indietro!... Trenta marenghi per giocare!... (Conta i soldi da scommettere).

marco Trenta marenghi?... Ma sei impazzito!... No, no… mi dispiace, ma io sapete cosa vi dico?... Che se volete continuare a giocare in questa maniera, allora... cin­quanta marenghi per giocare!... (Scarica una manciata di monete sul tavolo).

ubriaco Ah... ah... che simpatico!... Cinquanta... dice cinquanta... (Getta sul tavolo anche il secondo orolo­gio).

padre Vedo... (Sospinge nel centro tutti i soldi che ha davanti) Accidenti che piatto... Sentite, un piatto come questo bisogna festeggiarlo...

ubriaco Sì, sì, bisogna proprio fargli la festa...

padre Maria!

maria (da dentro) Sì, papà.

padre Portaci una bottiglia di quello speciale!

maria (entrando) Perché... Che cosa succede?

padre Dobbiamo brindare al più bel piatto dell'anno!...

maria Ci risiamo! Adesso vi mettete anche con gli ubria­chi! Ma non vi vergognate?! (Versa del vino nei bic­chieri dei giocatori).

marco Ma questo non è un ubriaco qualsiasi!... È un ubriaco romantico, pieno di ricordi, ricordi di famiglia.

padre Che beve per dimenticarli e... gioca per perderli... Evviva i ricordi perduti!

marco Salute!

padre Attento che questo è un vino che va al naso!

ubriaco È vero! Accidenti come pizzica!

padre Pizzica !... Pizzica !.. .

tutti Etcì! Etcì! Etcì! (Starnutano violentemente e spengono la candela che sta sul tavolo causando un buio assoluto).

padre Luce! Luce!

ubriaco Scusate, non ho fatto apposta...

maria Aspettate che accendo... (Riaccende la candela).

ubriaco Finalmente! Meno male che è tornata la luce perché a me il buio fa un'impressione... che poi riman­go impressionato anche quando c'è la luce...

padre Allora scopriamo le carte...

marco Tocca a me per primo...Tris di re...

padre Mi spiace per te, ma il piatto è mio... tris d'assi...

ubriaco A me spiace per tutti e due ma è mio... perché ho poker di fanti...

padre Accidenti che fortuna!

marco Fai un po' vedere; sono anni che non vedo un poker di fanti...

ubriaco E allora lustratevi gli occhi... uno due tre e...

marco Ma questo non è un fante... è un re... hai visto male...

padre È stata una svista... è successo anche a me, una volta...

ubriaco Eppure sono sicuro che...

maria ... Eh... quando si è sbronzi non si dovrebbe mai giocare... la vista fa certi scherzi...

padre (strizzando l'occhio) E non solo la vista!...

ubriaco Be'!... l'importante è non prendersela... come diceva sempre mio nonno quando c'era in giro la «spa­gnola»... Se mi aspettate un attimo vado a procurarmi dei soldi e ricominciamo a giocare.

padre Siamo sempre ai tuoi ordini...

Marco e il Padre ridono mentre il poveraccio esce.

maria Bella prodezza! C'è proprio di che vantarsi... Ma verrà il giorno che incontrerete anche voi il vostro casti­gamatti!

marco Ma che cattiva che è stasera tua figlia!... Che le succede? Prendersela così per uno scherzetto che ab­biamo combinato ad uno stupido!

maria Già, perché quegli altri che vi è capitato di im­brogliare fino adesso erano dei furbi...

marco Be', adesso cara non esageriamo... Parli come se avessimo imbrogliato un reggimento... Gira e rigira era­no sempre quei due o tre clienti di passaggio...

padre ... Che se non ci fossero stati loro... con quella mi­seria di guadagno che si fa sul vino, avrei già dovuto chiudere da un pezzo!

marco Il guaio è che incominciano a marcar visita an­che quelli... Con questa maledetta mania che hanno tut­ti di andarsene a lavorare in Francia, verrà il giorno che in questo disgraziato paese non ci resterà più nessuno... E allora i polli li troveremo solo... nei pollai!

maria E quello sarà un gran giorno!...

padre Figlia ingrata!... E tu davvero vorresti vedere tuo padre giocare a «trassette» con le galline?

maria Ma io non voglio niente... Vorrei solo poter vive­re in un modo un po' meno stupido...

padre Perché?... Cos'è che non ti va?... Ti dà fastidio che io giochi a carte?

maria No. Mi dà fastidio che io debba dipendere dalla tua mania per il gioco... tanto da volermi costringere a sposare questo tuo socio di imbrogli... per il solo fatto che ti fa comodo tenertelo vicino...

padre Ti ho già detto che non ti voglio sentir fare certi discorsi davanti al tuo fidanzato... all'uomo che io ti ho consigliato come marito soltanto perché stimo...

maria ... come imbroglione...

padre Come imbroglione... Insomma, basta!... Lo sti­mo... perché lo stimo... E poi perché ti vuol bene e... pur di averti in moglie... farebbe qualsiasi cosa...

maria Sicuro... qualsiasi cosa... Perfino pagare i clienti di passaggio perché si fingano polli e tu possa così illuder­ti di averli imbrogliati...

padre Come, fìngersi polli ?... Cosa stai dicendo ?

maria Sto dicendo la verità. Perché quei due o tre clien­ti che ogni tanto bazzicano da queste parti in fatto di barare ti possono dare delle lezioni come e quando vuoi... Avanti, Marco, digli la verità!

marco E va bene, è vero... eravamo d'accordo... Li pa­gavo perché facessero i bari all'incontrario... Ma l'ho fatto solo per amore di tua figlia...

padre No, no... non è vero... Tu, il mio migliore amico, non dovevi farmi truffare in quel modo dai miei clien­ti... Io che li ho sempre imbrogliati lealmente!

marco Perdonami, ma era l'unico mezzo perché tu mi scegliessi come socio e quindi come marito della tua Maria...

padre ... E mi hai fatto imbrogliare anche da quell'ubria­co... È troppo!...

marco No, te lo giuro... dall'ubriaco, no!... Era la prima volta che lo vedevo... quello era un pollo vero...

maria Un pollo ubriaco... È già una bella soddisìazio­ne!

padre Ti prego, Maria... non ridere del dolore di un pa­dre... un padre pollo... che vergogna! E io che credevo di essere il più bel baro della provincia!

marco Be', adesso non è il caso di prendersela in quel modo... A parte che come imbroglione sei sempre da ri­spettare, non è detto che uno di questi giorni ci capiti un merlo grosso, come si dice... e allora... Non dimenti­chiamo che domani è giorno di mercato... potrebbe dar­si...

maria Ma si, papà... non avvilirti... e scusami se sono stata un po' cattiva poco fa... Vedrai che verrà anche per te il giorno buono... E ti prometto che d'ora in poi non mi lamenterò più... anzi, ti aiuterò a spennare tutti i polli che vorrai...

padre No, no... È inutile che cerchiate di consolarmi. Ormai ho perso ogni speranza... Sono anni che aspetto che un bel merlo pieno di quattrini entri da quella por­ta...

In quel momento entra un Cliente.

padre, maria e marco Il merlo!

cliente Come?

maria Volevamo dire... Ben arrivato, s'accomodi... in che cosa possiamo servirla?

cliente Avete da dormire?

padre No. Solo da bere e da giocare.

cliente Da giocare?

maria (correggendo il Padre) Mio padre vuol dire che questa non è una locanda, ma soltanto un'osteria...

cliente Accidenti!... È da questa mattina che sono in viaggio e adesso rischio di dormire all'addiaccio... Ma che razza di paese è questo che non ci si trova un allog­gio? Chi me lo ha fatto fare di venirci!...

marco Appunto: chi glielo ha fatto fare?... Volevo di­re... come mai da queste parti?...

cliente Ah, se fosse stato per me, non ci sarei venuto di certo... Ma vedete, mio padre è un commerciante di be­stiame e mi ha ordinato di venire al mercato che si terrà domani in questo maledetto paese, per vedere se è il caso di comperare qualche mandria...

padre Qualche mandria?...

cliente Sì, un centinaio di capi in tutto, non di più...

marco Non di più!!... e pagati per contanti, magari?...

I tre, man mano che il dialogo si fa interessante, si dàn­no da fare per servire il Cliente: sedia, sgabello, vino, ventaglio.

cliente Per contanti, si intende... Conoscete l'ignoran­za e la malfidenza degli allevatori... Se non vedono il te­stone del re, non mollano...

maria E poi dicono che da queste parti i contadini sono anarchici...

padre E, sono anarchici, sì... dal momento che voglio­no la testa del rè… Tutti ridono.

cliente Ah, siete proprio simpatici... peccato non po­ter rimanere di più in vostra compagnia... ma purtrop­po dovrò rimettermi in cammino... mi hanno detto che qui vicino c'è un convento di frati... Forse lì troverò da dormire...

marco Ah... ma non è mica tanto vicino... ci vorrà al­meno un'ora di buon passo... e se fossi in lei non mi ci arrischierei... se, come credo di aver capito, ha qualche soldarello addosso... Con tutti i briganti che circolano da queste parti...

cliente Circolano briganti?

marco Sicuro... Proprio oggi ho sentito dire che il Ma­gnaccio è tornato a farsi vedere nella zona... E quello mica scherza... Ha ammazzato più gente lui su queste strade che non pidocchi Napoleone sulla sua giacca!

cliente Già... ne ho sentito parlare anch'io di questo Magnaccio... del resto, che cosa posso fare?... E tutto per colpa di questi maledetti quattrini... (Estrae un mal­loppo di fogli di banca. Gli occhi dei due imbroglioni quasi schizzano dalle orbite).

padre Maledetti!... Quanti maledetti!... (Allunga le ma­ni per toccarli, ma Marco lo trattiene).

marco Non ho mai visto tanti maledetti in una volta sola!...

maria Forse si potrebbe rimediare in qualche modo... Non possiamo lasciarlo andare in giro col rischio di farsi portare via tutti quei soldi dal primo venuto...

padre Giusto. Altrimenti noi che ci stiamo a fare?... di­co... altrimenti dov'è la fratellanza degli uomini... se non si cerca di dare asilo al povero viandante indifeso... Per­ché lei è indifeso, vero?

cliente Come?

padre Sì, dico, non è che ha armi addosso?...

cliente no...

padre Meglio così...

cliente Perché meglio così?

maria Perché... se era già difeso, noi come potevamo di­fenderla?...

Tutti ridono.

cliente Ah, ah, non avrei mai creduto di trovare gente così simpatica da queste parti!... se permettete vorrei offrirvi da bere!...

padre Ma neanche per idea!... Lei è l'ospite, offro io... (Va verso il banco) Questo è un vino che fa girare la te­sta... ci vorrebbe qualche cosa per fermarla...

marco Facciamo girare le carte...

maria E, già, è un'idea: facendo girare le carte nel senso contrario di come gira la testa... tutto ritorna in equili­brio!

cliente Ah... ah... questa non l'avevo mai sentita... Io alle carte non ci so troppo fare... ma bisogna pure che provi questa nuova cura antisbronza.

padre Sì, sì, la provi... poi si sentirà più leggero... Allo­ra a che gioco giochiamo? A poker?... Lo conosce?...

cliente L'ho giocato una volta... ma a dire la verità non lo ricordo più tanto bene...

maria Non si preoccupi... Vedrà che dopo averlo gio­cato con loro due... non se lo dimenticherà più per un pezzo...

ubriaco (entrando) Fermi tutti!... Ecco... lo sapevo che non mi avreste aspettato... E io che mi sono dato tanto da fare per procurarmi i soldi...

cliente Chi è quello?...

maria Oh, niente, è un ubriacone !.. .

padre Un rompiscatole che adesso sistemereno subito... (Rivolto all'Ubriaco) Non ti vergogni di fare tutto 'sto baccano?... Su, avanti, vattene!

marco In che mondo viviamo!... Se adesso gli ubriachi cominciano ad entrare anche nelle osterie... chissà dove andremo a finire...

ubriaco Ehi!... Non cominciamo ad offendere... Perché, cosa ci sarebbe da dire sugli ubriachi? A parte che biso­gnerebbe sempre distinguere quelli che hanno la sbron­za buona... da quelli che l'hanno cattiva...

maria Perché? Tu ce l'avresti buona?

ubriaco Sicuro... buonissima... e io bevo appunto per diventare buono... a me il vino non piace neanche... ma siccome quando non bevo sono cattivo... e i cattivi fan­no sempre male al prossimo...

padre Tu bevi per il prossimo? ! Che sant'uomo! (Lo ba­cia sulla fronte).

cliente Ecco perché nei paesi protestanti mettono in ga­lera gli ubriachi!... Per paura che diventino santi!...

marco Ad ogni modo, signor santo, è meglio che sloggi, perché noi, qui, abbiamo da fare...

ubriaco Ma come? Volete giocare senza di me?... E al­lora cose me ne faccio di tutti questi soldi che mi sono procurato?... (Si accinge ad estrarli dalla tasca).

maria Comperati dell'altro vino e... perseguita nella san­tificazione...

Tutti alla vista di quel malloppo rimangono ammuto­liti e anche Maria si sente smorzare le parole in gola.

ubriaco E no, non posso berne di più... mi gira già trop­po la testa.

cliente  Se gli gira la testa bisogna per forza lasciarlo giocare... con qualche giro di carte forse gli passerà...

padre E va bene, facciamogli fare questo giretto... Ac­comodati.

ubriaco Come siete buoni voi... Allora a che gioco si gioca?... A quello del mio cugino d'America... che dopo lui in America è contento che giochiamo al suo gioco?...

marco Sì, giochiamo a poker... Allora chi dà le carte? Le do io?... Le dà lui?... Le dài tu?... Va bene, le do io... Vuoi alzare il mazzo? Ti fidi?... Si fida... Va bene... si fidano...

ubriaco Non mi fido... (Solleva il mazzo) ... Piuttosto, di quanto si gioca?

cliente Io direi di non superare i dieci soldi al piatto...

padre Giusto... si gioca per passare il tempo, mica per spennarci a vicenda...

marco Tanto più che soltanto i polli si spennano... E qui, di polli... Accidenti! Il guaio è che non abbiamo abba­stanza moneta spicciola... Bisognerà per forza giocare di marenghi...

maria O di marenghi o di fagioli... Se volete di là ce n'ho un sacchetto...

ubriaco Oh no, di fagioli no... Mi fanno acidità a me i fagioli... Piuttosto facciamo una cosa... Giochiamo di marenghi e facciamo finta che siano centesimi...

cliente E facciamo finta!... Tanto si fa per passare il tempo...

Nel frattempo sono state distribuite le carte.

padre Ma sicuro!... E poi, vorrà dire che se qualcuno ri­marrà spennato come un pollo... gli rimarranno sempre i fagioli che... ai polli piacciono tanto...

Tutti ridono, l'Ubriaco addirittura si sganascia, il suo piede destro sembra preso dal ballo di San Vito. L'U­briaco guarda severamente il piede poi lo prende a schiaffi.

ubriaco Cosa ridi tu ! Cosa ridi ! (Il piede smette all'istan­te di agitarsi).

marco A chi tocca parlare?... Tocca a me?... Tocca a lui... E va bene, tocca a me... ho toccato: dieci, dicia­mo... soldi, per giocare...

cliente Trenta, dico trenta soldi...

padre Accidenti!... Quello che voleva giocare di spiccio­li! Meno male che non si fa il piatto di fagioli... altri­menti invece delle tasche, bisognava tenersi in spalla una gerla ciascuno... Visti i trenta!

ubriaco Siccome io sono un po' sbronzo e ci vedo dop­pio... invece di trenta... dico sessanta... ah... ah... ses­santa per giocare ah ah... (Ride e guarda con severità il piede che stavolta non si muove).

padre Mamma mia, che piatto!... Se fossi capace di di­pingere gli farei il ritratto... e poi lo metterei in cornice sopra il letto... (Aggiunge i propri soldi) ... Maria!

maria (sopraggiungendo con un vassoio) Sì, papà, ho capito... dobbiamo festeggiare il più bel piatto dell'an­no...

padre Sei un tesoro, capisci sempre al volo, tu...

ubriaco (al Cliente) ... Attento che questo pizzica! ...

cliente Sì, sì, pizzica davvero!

marco Oh, come pizzica!

padre Pizzica, pizzica... Etcììì!...

ubriaco (velocissimo toglie la candela e lo starnuto va a vuoto) Ah... ah... ah... ha pizzicato a vuoto.

marco Pizzica pizzica!... Etcììì! Etcììì!

Ancora una volta l'Ubriaco riesce a scansare il cande­liere, starnuta anche il Cliente. È una battaglia di star­nuti, ma alla fine Maria fingendo uno starnuto spegne la candela.

ubriaco Eh, no, signorina! Se si mette a starnutire an­che lei che non ha bevuto, allora non vale!...

maria Eh... lo starnuto è contagioso... Ahi!... Chi mi ha dato un pizzicotto?

ubriaco Sono stato io... è venuto da pizzicare anche a me... Sa, è contagioso...

Si accende la luce; è il Cliente che ha acceso un fiam­mifero.

maria Ah, sì, eh?... Allora senti come pizzica questo... (Molla uno schiaffo che va a calere sul Cliente poiché l'Ubriaco si è scansato).

Il fiammifero si spegne e nella penombra vediamo un grande rimaneggiare di carte. Finalmente la luce torna ad opera dello stesso Ubriaco.

ubriaco Finalmente! Meno male che è tornata la luce perché a me il buio fa un'impressione!...

padre Ce lo hai già detto... Ad ogni modo, dopo la tem­pesta, viene sempre il sole... come si dice... quindi sco­priamo le carte e... vinca il migliore!

marco E credo che questa volta il migliore sia proprio io... Tris di donne!

cliente Mi dispiace ma è meglio che si consoli... perché io ho poker di fanti!

padre Che fortuna!

maria Accidenti! Un poker di fanti!... Faccia un po' ve­dere? Sono anni che non ne vedo! ...

cliente E allora, si lustri la vista... uno, due, tre e...

padre Ma questo non è un fante, ma un re... ha visto male...

marco È stata una svista... E successo anche a me una volta...

ubriaco Accidenti, quante sviste stasera!...

cliente Eppure ero sicuro...

ubriaco Eh, quando si beve non si dovrebbe mai gioca­re... la vista fa strani scherzi...

maria E non soltanto la vista...

padre Ad ogni modo si consoli... anche se avesse avuto davvero il poker avrebbe perso lo stesso: io ho una sca­la reale massima di quadri... Guardate qua... (Scopre le carte).

cliente Ma che dice? Questo non è un dieci di quadri, è un nove di cuori...

ubriaco Un'altra svista! Ma quante stasera...

padre Eppure ero sicuro...

ubriaco È successo anche a me una volta... E... quando si beve non si dovrebbe mai giocare... La vista fa certi scherzi...

maria (guardando l'Ubriaco con intenzione)  ... E non sol­tanto la vista...

ubriaco (rivolto a Marco) Ad ogni modo il piatto se lo prende lei col suo tris di donne... perché io... ho soltanto un tris di dieci! (Scopre le carte) ...Accidenti alla vi­sta! ! Non è un tris di dieci... ma un poker di dieci! ! !

cliente È proprio un poker! ...

ubriaco Eppure ero proprio sicuro... È inutile, quando si beve... E adesso va a finire che mi devo beccare tutto questo piattone ah, ah! (Ride, il piede si agita, lo schiaf­feggia) Scusatelo...

maria Che scherzi fa la vista!

ubriaco E non soltanto la vista! (Raccoglie il denaro a manciate).

padre Maria, porta via questo maledetto vino e cambia le candele con lucerna schermata!

maria Quella contro gli starnuti, vero, papà?

ubriaco Se è per me, portate anche una torcia... perché tanto io ho fìnito... mi sono sfogato e me ne vado... (Fa per alzarsi).

padre (trattenendolo) Ehi, piano... non facciamo scher­zi... Il giocatore che vince non può alzarsi dal tavolo finché...

ubriaco Finché non perde?...

padre Sicuro!... No... volevo dire... finché chi perde non dice basta...

marco Questa è la regola...

cliente Be', se è per quello, il basta lo posso dire io...

padre Eh no, lei non può!

cliente Come non posso?... Anch'io ho perso!

padre Sì, ma non ha ancora perso tutto!

marco Questa è la regola!

ubriaco Be', allora se questa è la regola, facciamo una cosa... Io lascio il mio posto alla signorina... Compresa la posta al completo... Lei giocherà per me... Se vince, vince e se no... amen... Io bisogna proprio che vada a farmi un giretto... Qui dentro mi si spacca la testa...

padre Be'... se la mettiamo su questo piano!...

maria (avvicinandosi tutta morbida all'Ubriaco) E se poi perdo tutto, non me ne vorrà a male?

ubriaco E perché dovrei? Il male ce l'hanno solo i cat­tivi... E io stasera ci ho una sbronza così buona... che mi sembra di essere in paradiso... (Va verso il fondo oscillando paurosamente, invece di salire per la scaletta monta sulla pianola) Accidenti come sono alte le scale del paradiso! Buona sera fratelli! (Esce).

maria Che tipo! È matto ma è simpatico...

marco Be', allora si gioca?

padre Siediti, Maria, tocca a te dare le carte.

cliente Sentite, io continuo volentieri, però se cambia­rne gioco...

padre Perché? Non le piace il poker?

cliente Sì, ma preferisco quello alla marsigliese...

maria  Il poker alla marsigliese?

marco Mai sentito nominare!

cliente È come il poker normale... Con qualche regola in più che è inutile vi stia a spiegare; ve la dirò man mano che si gioca... Imparerete subito...

padre E si gioca con cinque carte come l'altro?

cliente Ma sì, ve l'ho detto che è quasi uguale...

marco Ah... be', se è quasi uguale... Forza, Maria, dài le carte...

cliente Trenta per giocare...

cliente Due carte.

padre Che buono questo vino... Ne berrei delle coppe... Tre...

maria Tre coppe?... (Consegna tre carte che ha scelto nel mazzo).

marco Accidenti! M'è venuta una fame... Delle volte, Maria, non ti è rimasto un po' di quel buon prosciutto all'osso?

maria Prosciutto all'osso di che?...

marco Ma sì, quel prosciutto che stava appeso di fuo­ri...

maria Prosciutto all'asso di fiori?... No, non ne ho più... Però m'è avanzata un'ottima piccata di vitello dalla cena di stasera...

marco E dammi 'sta piccata...

Maria consegna tre carte col segno di picche avendo l'ac­cortezza di mostrarle al pubblico.

cliente Con i vostri discorsi avete fatto venir fame an­che a me... Non avreste della minestra in brodo?

maria (distratta) No, in brodo solo quadrucci...

cliente Quadrucci ?...

padre Maria! Cosa stai dicendo?... Stai attenta al gio­co... Altre trenta per giocare...

marco Cinquanta.

maria Visti.

cliente Visti... (Anche il Padre arrotonda). A chi tocca parlare per primo?

marco Tocca a me?... Sì, tocca a me... Ecco che tocco: poker d'assi!...

padre Scala reale di coppe...

maria Poker di re...

cliente Fermi tutti! Il piatto è mio...

padre Come è suo?... Se non ha una carta uguale all'al­tra.

cliente Appunto. È questo il punto più alto del poker marsigliese. Si chiama cocoricò... cocoricò nessuna carta uguale ho. Ve l'avevo detto che c'era qualche regola da imparare. Ad ogni modo adesso che l'avete imparato…

padre Facciamo un altro gioco... Non ha mai sentito parlare della briscola col morto? (Si leva la giacca).

cliente (facendo altrettanto mentre Maria si appresta a togliere di mezzo i bicchieri) Ah, ho capito. Deve essere una specie di «tirarsi in camicia». Be', lo gioco vo­lentieri...

I due indietreggiano. Nel togliersi la giacca il Cliente ha scoperto, infilate nella cintura, tre pistole.

padre Ma non aveva detto di essere disarmato?

marco Che scherzi sono questi?

cliente Oh, bella! Vi assicuro che non me ne ricordavo. Deve essere stato un pensiero gentile di mia madre. Sa­pete, io sono molto delicato di stomaco... soffro di col­pi d'aria, e di altri colpi in genere... e lei, povera cara, è convinta che il pancino si difenda meglio con tre o quattro pistole caricate a palla, che non col solito foglio di giornale ripiegato... Ad ogni modo, se vogliamo gio­care questa briscola col morto... o preferite il cocoricò... senza morto?

padre No, no... meglio senz 'altro il cocoricò...

marco Sì, sì, il cocoricò senza morto... e possibilmente anche senza pistola...

maria Sicuro! Non è da gentiluomini giocare con le pi­stole alla cintola...

cliente Se è per quello... (Le toglie e le depone sul ta­volo in direzione ognuna di ciascun giocatore) ... Piut­tosto chi dà le carte? Le do io? Le dà lei?... Va bene... Le do io...

marco Sì, le dia lei...

Tutti sono impietriti e guardano terrorizzati ciascuno la bocca della pistola rivolta nella propria direzione.

cliente Be', adesso basta con le malinconie... allegria! (Spara un gran colpo contro la pianola che incomincia a suonare impazzita).

Volano manate cordiali sulle spalle, brindisi, risate. I tre soci approfittano della confusione per passarsi le carte false. Poi, alla fine, ecco che la pianola cessa di suonare. È il gran momento. Il piatto è enorme. I giocatori si accingono a scoprire le carte.

maria Cocoricò!

padre Cocoricò!

marco Cocoricò!

cliente Doppia al re...

Un attimo di silenzio.

padre (allungando le mani per prendersi il piatto) Que­sta volta il piatto è nostro!

cliente Perché?

marco Abbiamo fatto cocoricò!

cliente Già, ma la regola del poker alla marsigliese di­ce che il cocoricò vale una volta sì... e due no... Quindi con la doppia al re il piatto me lo ribecco me! Ah... ah... ah...

I tre restano per un attimo agghiacciati, poi scoppiano in una risata isterica, mentre il Cliente butta ambo le braccia sul grosso bottino. La posizione è favorevole ai due uomini che subito ne approfittano per afferrare le pistole. Ma una è rimasta sul tavolo. Il Cliente l'afferra al volo. I tre si trovano in una imbarazzante posizione.

maria (retrocedendo terrorizzata manda un urlo) Nooo! ...Mio Dio s'ammazzano! (Va a sbattere col posteriore contro la pianola che ricomincia a suonare. Terrorizza­ta dal suono la ragazza si trova fra le braccia del Cliente che la afferra in una posizione di danza).

cliente Bene... permette questo ballo, signorina?

Ha inizio così una nuova assurda pantomima dei due che danzano e degli altri due che ad ogni «figura» sono co­stretti a coprirsi, nascondersi, riapparire, fare spaccate e piroette in uno strano contrappunto da balletto figu­rato. Finché si trovano a ballare abbracciati per offrire meno bersaglio scoperto al nemico. Sul più bello ecco che entra l'Ubriaco che a quella vista rimane per un at­timo interdetto; poi accenna anche lui ad un passo di danza e nell'euforia manda un urlo e spicca un salto sul tavolo. Preso alla sprovvista il Cliente si trova sbilan­ciato, del che ne approfitta la ragazza facendo «ponte» e mandandolo lungo disteso a sbattere la testa contro la pianola che si blocca sull'istante.

maria (raccattando la pistola da terra) E adesso cambiamo musica...

ubriaco Perché cambiar musica? Era così bella quella di prima... Oh! ma guardali... Tutti con le pistole... che bello... anch'io, anch'io con la pistola!... (Estrae da ta­sca la pipa e la impugna come se fosse un'arma) E ades­so, cosa si fa?

padre Adesso si continua a giocare a cocoricò... ma que­sta volta le regole le facciamo noi...

ubriaco Cocoricò?... Cos'è, un nuovo gioco?... Un gio­co con le pistole?... Ci gioco anch'io?... Avanti, come si fa? Chi spara per primo?

cliente (estraendo un'altra pistola) Forse sparo io...

Parte un colpo. Marco e il Padre cadono di schianto. Dopo qualche secondo anche il Cliente stramazza al suolo ribattendo la testa contro la pianola che, questa volta, attacca a suonare una marcia funebre.

ubriaco E no, non vale... Se si spara prima di fare la conta... Avanti, ricominciamo da capo...

maria Non facciamo scherzi... Qui ci sono due morti di troppo... Il colpo è stato uno solo... papà, papà... (Si getta sul corpo del Padre) Meno male, il cuore batte an­cora. Su, papà, sveglia... non sei morto.

padre (sollevando appena la testa) No, no... tu dici così per tirarmi su il morale... ma io lo so che sono morto-Cosa credi, che non abbia sentito lo sparo? No, con me le bugie pietose non attaccano...

maria Smettila, papà... ti dico che è stato un colpo so­lo... non potete essere morti tutti e tre...

marco (sollevando la testa) Hai detto un colpo solo?... Allora se il morto sei tu, io sono vivo... Meno male! Ma­ria, ti faccio le mie condoglianze più sentite. Povero Arturo. Eri così buono... Mi mancherai...

Intanto l'Ubriaco è andato vicino al corpo del Cliente ed ha cominciato a scuoterlo.

ubriaco Su, giovanotto, su con la vita. Il morto l'ab­biamo trovato... si alzi che ricominciamo da capo... Ma questa volta facciamo la conta... eh? (Il Cliente ricade). Ehi! Ma questo è morto sul serio...

maria L'abbiamo ammazzato...

padre Chi l'ha ammazzato?

marco Ah!... io no di sicuro... sarai stato tu o tua fi­glia...

maria Mascalzone! Spergiuro! Prima spara e poi finge di essere morto per buttare la colpa su di noi... E tu me lo volevi dare per marito!

padre Spergiuro! Avanti! Giura sui tuoi morti più stret­ti che non sei stato tu a far fuori il morto!

marco Che io possa essere morto... se il morto... Un mo­mento. Ma chi vi ha detto che debba essere stato pro­prio uno di noi tre a farlo fuori? (Indicando l'Ubriaco) C'era anche lui al momento dello sparo.

padre È vero! Mi ricordo che ha detto: chi spara per primo?

maria Ma non dite sciocchezze... Mica ha potuto spara­re con una pipa...

ubriaco Eh no... io non sono capace di sparare con la pipa...

marco Quando uno è sbronzo non sa mai quello che fa... e non avete idea di cosa sanno fare questi ubriaconi quando perdono la trebisonda... sono capaci di tutto...

padre Perfino di sparare con la pipa come ha fatto lui...

ubriaco Ma, a dir la verità, io non me ne sono neanche accorto della pipa che ha sparato...

maria Poveretto... Ma tu guarda che scherzi fanno certe volte le pipe...

marco Eh!... Sono aggeggi pericolosi... Io mi ricordo di un mio zio che con una sola pipata ha ammazzato cin­que buoi e un mulo...

padre Con una sola pipata?

marco E... sì, era sbronzo naturalmente ed era andato a fumare la pipa proprio nel pagliaio sopra la stalla... Una pipata andata a male e... trac... tutti bruciati vivi, lui compreso...

maria Ne ho sentito parlare anch'io. È stata quella volta che hanno levato il porto di pipa a tutti gli ubriachi del paese...

padre A proposito... tu ce l'hai il porto di pipa?

ubriaco (con l'aria del ragazzino che dice la bugia) ... Mi è scaduto!

padre E allora avrai delle grane con la polizia... Ti con­viene dire che l'hai ammazzato con la pistola... Tieni la mia...

ubriaco Grazie... Come è buono lei.

marco Potrai sempre dire che ti è scappato un col­po...

ubriaco Come siete buoni voi... che mi aiutate... Be', non mi resta che andare alla polizia e raccontare com'è andata...

padre Sì, sì, ma vacci subito...

marco E mi raccomando... se non vuoi erane non dir niente della pipa...

ubriaco No, no... non dico... dico che ero sul pagliaio a fumarmi la pistola, un tiro andato male... ho ammazza­to tre buoi e un mulo... lui era sotto il mulo... è morto soffocato. Come siete buoni voi... (Esce).

I rimasti si buttano sul morto per cercare quattrini.

padre Giù le mani... dividi tutto per tre...

marco Perché, per tre?

maria Perché, fino a prova contraria, c'ero anch'io con la pistola in mano... E questo che cos'è? (Spiega un fo­glio e legge) «Taglia di mille marenghi d'oro a chi con­segnerà vivo o morto il brigante Pietro Gambone detto il Magnaccio colpevole di ben trenta omicidi per rapi­na»... Oh, Dio!

marco Ma che c'è?

maria Guardate la fotografia!

padre (confrontando la foto col morto) È lui! Abbiamo ammazzato il Magnaccio!

marco Piano, abbiamo ammazzato il Magnaccio... L'ave­te detto voi che sono stato io a sparare... Quindi, il mor­to è mio e i mille marenghi me li becco io...

padre Tu non ti becchi niente... Giù le mani dal morto o sei morto! (Gli punta la pistola proprio mentre l'altro si sta caricando il morto sulle spalle).

marco No, non facciamo scherzi. (Facendosi scudo del

morto) Non vorrai far morto il futuro marito di tua fi­glia... per un morto estraneo. (Solleva le braccia del mor­to nella posizione di «mani in alto»),

maria Non farti incantare, papà... ammazzalo... con un morto come quello in dote troverò tutti i mariti che vuoi.

padre E chi ti dice che lo darò in dote proprio a te... per poi vedermelo sperperare dal primo cacciatore di dote che troverai...

marco Ben detto, Arturo... questo si chiama ragionare da uomo intelligente... (Fa gesticolare il morto mano­vrandolo dal di dietro) Se abbassi un momento la pisto­la... ti faccio una proposta saggia e onesta.

padre Sentiamo questa proposta...

marco (manovrando sempre le braccia del morto come fos­sero quelle di una marionetta) Giochiamocelo a car­te: se vinco io tu mi dài tua figlia in moglie e vieni a vivere con noi... Se vinci tu io sposo tua figlia e venia­mo a vivere con te... In ciascuno dei casi il morto rimar­rà sempre in famiglia...

maria E se vinco io?...

padre Tu?!... No, tu non giochi... Queste son faccende da uomini... Avanti, Marco, dài le carte... E questo mettiamolo a sedere qui... (Afferra il morto per il col­letto della giacca e lo fa saltellare fino all'altezza della sedia) Ci faremo un bel tressette col morto...

maria Ah, ah... adesso che ci penso... state giocando la pelle del morto prima ancora di averlo ammazzato...

marco Ma cosa stai dicendo?

maria Vi state dimenticando dell'ubriaco... Quello è già dal brigadiere a raccontare che il morto è suo...

padre Già... e pensare che siamo stari proprio noi a re­galarglielo... con la bella trovata delle pipe che spara­no... (Indica Marco).

marco (rispondendo a tono) E col porto di pipa!

padre Ci sarebbe proprio di che sputarci in faccia!

ubriaco (appare sulla porta) Sputarsi in faccia? Cos'è un nuovo gioco, un gioco che si sputa? Ah, che bel gio­co... anch'io, anch'io... Questa volta però facciamo la conta eh!

maria Un momento... e il brigadiere?

ubriaco Quale brigadiere?

marco Ma come? Non sei andato dalla polizia?

ubriaco (scoppiando in lacrime) Ecco, adesso lo so già che mi sgridate! Ma... ho avuto vergogna... Il brigadiere è così nervoso che se uno gli va a dire che ha ammaz­zato un altro... lui diventa nervoso... che mi fa diven­tare nervoso... così nervoso... che nervoso quel briga­diere... nervoso...

padre Come? Come?... Allora nessuno sa niente del morto...

ubriaco No, nessuno... Ma vi prego... aspettiamo alme­no fino a domani... perché oggi mi sento così buono-che se poi mi dicono che sono cattivo... (Piange).

marco No... nessuno... ti dirà che sei cattivo... ma san­to... vieni, fratello. (Lo bacia sulla fronte).

padre Beati i poveri di spirito... beato il vino che ti ha fatto così beota... (Lo abbraccia).

maria Beota beato!

ubriaco Come siete buoni voi: davvero mi perdonate?

padre Perdonarti? Sei tu che ci devi perdonare... Tu non immagini quale rimorso ci ha presi per averti lasciato andare solo e indifeso a costituirti... Ma adesso che sei tornato, figliol prodigo... ripareremo subito... Saremo noi a prenderci la colpa del delitto commesso...

ubriaco Voi? No, non posso... Il morto è mio e il ca­stigo me lo prenderò io...

marco No... il morto ce lo becchiamo noi...

ubriaco Ma il castigo?

padre Non sarà un castigo, figliolo... ma un premio... il più bel premio della nostra vita...

ubriaco No, non posso... se accettassi sarei un cattivo, e siccome io voglio rimanere buono...

marco Va a finire che comincio a diventare cattivo io, ma sul serio! (Lo afferra per il bavero).

L'Ubriaco reagisce mettendosi nell'atteggiamento del gatto aggredito dal cane... soffia e porta le mani ad ar­tiglio all'altezza della faccia di Marco che molla la preda e indietreggia terrorizzato.

maria Adesso non trascendiamo... Piuttosto voi non sta­vate giocandovelo a carte? (Indica il morto).

padre (ha capito il suggerimento) Maria, sei una ragazza in gamba. Vieni qua, fratello, siediti... e gioca... decide­rà la sorte...

marco Ben detto... ce lo disputeremo al gioco che ab­biamo interrotto al tuo arrivo...

ubriaco Ah, allora sì che ci sto... Chi comincia per primo?

padre Comincia pure tu...

ubriaco (sputando in faccia al Padre e a Marcò) Sptu... sptuu! Ah, ah, che bel gioco questo di sputare!...

maria Ma che ti succede? Sei impazzito?

ubriaco Perché? Quando sono entrato non stavate gio­cando a sputarvi in faccia?

marco Disgraziato! Io giocherei a staccarti la testa!... (Fa il gesto di colpirlo).

L'Ubriaco si rimette nell'atteggiamento da gatto arrab­biato soffiando e mostrando i denti.

padre Calma... calma!...

ubriaco Ho vinto io... è mio il morto...

maria D'accordo... hai vinto tu... ma se permetti vor­rei... parlarti da solo...

marco Come ha vinto lui? Ma sei rinscemita?

padre Sei tu rinscemito! Non hai ancora capito? Ci pen­sa lei... Su, vieni, andiamo di là.

I due escono e la ragazza scoppia in un pianto dirotto.

maria Lo sapevo... lo sapevo che sarebbe finita così!... Adesso non mi resta che andare in convento...

ubriaco Ma signorina, perché piange?... Cosa le è suc­cesso? Perché deve andare in convento? (Afferra per il colletto della giacca il morto e lo appende per il colletto stesso all'attaccapanni).

Il morto scivola dentro la giacca e le braccia si sollevano fino a farlo sembrare uno spaventapasseri. Ha inizio una vera e propria competizione fra l'Ubriaco che vuole far­lo stare diritto e il morto che si ritira dentro la giacca come una lumaca nel suo guscio.

maria (sempre tra i singhiozzi) Era l'ultima speranza, capisci... l'ultima...

ubriaco Chi era l'ultima speranza?

maria Quel morto... Senza di lui non mi potrò più spo­sare...

ubriaco Vuol sposarsi questo morto che si ritira?

maria Sì, cioè no... Vedi, quel giovanotto che sta di là... è il mio fidanzato che di mestiere fa il becchino...

L'Ubriaco non si dà per vinto, afferra un ombrello dal­l'attaccapanni, lo apre, e costringe il morto ad impu­gnarne il manico, così che l'ombrello funge da paraca­dute e il morto ora sta ritto.

ubriaco (soddisfatto, facendo il gesto dei giocolieri al ter­mine di ogni esercizio riuscito) Oplà!... sta' su. Cosa diceva? Il suo fidanzato fa il becchino? Oh! il becchi­no!...

maria Lo so, non è un lavoro molto romantico... ma quando l'ho conosciuto io era il più bravo becchino del­la provincia... Venivano anche dall'estero per farsi sep­pellire da lui... Aveva una palata così leggera...

ubriaco E adesso non ce l'ha più la palata leggera?

maria No, ce l'ha ancora... è un po' giù d'allenamento, se vogliamo...

ubriaco Come mai?

maria È proprio qui il fatto... In questo maledetto pae­se sono più di dieci mesi che non muore più nessuno... e così il Comune ha deciso di fare chiudere il cimitero e lui, poverino, verrà licenziato...

ubriaco E già, per mancanza di clientela... Accidenti che tempi: adesso incominciano a fallire anche i cimiteri!

maria Purtroppo mio padre non mi permetterà mai di sposare un disoccupato...

ubriaco Be'... un po' ha ragione... È già grave dare la figlia a un becchino... ma a un becchino disoccupato è troppo!... Piuttosto non ha provato a cambiare mestiere?

maria Sì, ha provato a fare il macellaio, ma era tanta l'a­bitudine che appena gli capitava di ammazzare qualche bestia, la seppelliva subito. È fallito in due mesi...

ubriaco Quando si dice l'abitudine...

maria Capisci adesso perché quel morto era la nostra sal­vezza? Se fosse stato suo, avrebbe potuto seppellirlo... il Comune gli avrebbe rinnovato il contratto, avrebbe fatto riaprire il cimitero... e noi ci saremmo potuti spo­sare.

ubriaco (commosso alle lacrime) Nella chiesetta del camposanto... coi fiori su tutte le tombe...

I due uomini che erano usciti rientrano proprio in quel­l'istante e rimangono perplessi davanti a quella scena di sconforto.

padre Che succede?...

marco Perché piangete?

ubriaco Senti, becchino, mi devi scusare, ma io non sa­pevo. (Stacca il morto dall'attaccapanni e lo libera del­l'ombrello) Prenditi il morto con tutti i miei auguri. È il mio regalo di nozze... E adesso scusatemi se me ne vado... ma mi sento così buono che se resto qui ancora va a finire che vi ammazzo il padre per darlo in dote alla figlia! (Afferra una pistola dal tavolo e la punta).

padre Grazie! Ma non è il caso che ti scomodi... (Gli to­glie la pistola di mano).

maria Ah! grazie, grazie davvero...

marco Grazie, è davvero un bel regalo...

ubriaco Si figuri! Morto più morto meno... E poi se cer­ti regali non si fanno ai becchini... a chi si dovrebbero fare? (Esce).

marco Non ho capito con chi ce l'ha con 'sto fatto del becchino.

padre Evidentemente ce l'ha con te... Deve essere stata qualche trovata della mia Maria...

marco Ad ogni modo è una trovata che non mi piace.

maria Ma ti piacerà la taglia che riscuoterai!

padre Come, che riscuoterai? Che riscuoteremo, vorrai dire! Fino a prova contraria sei stata tu a fargli avere il morto...

marco E io le farò avere una bella casa!

padre Nella quale verrò a vivere anch'io, come d'ac­cordo!

marco E no, caro! Quello era l'accordo nel caso l'avessi vinto a carte! Ma dal momento che mi è stato regalato!

maria Hai sentito, papà?... Bel farabutto mi volevi dare per marito... Fuori! Fuori di qui... Io gli faccio regalare il morto e lui ti sbatte fuori di casa.

padre Mascalzone, ladro... rompo il fidanzamento !... (Lo aiuta a caricarselo in spalla).

maria Avanti! Prenditi anche questa, è roba tua! (Gli consegna una busta).

marco Che cos'è?

maria Ah, non so proprio... Gli è cascata dalla giacca... Se è tuo il morto è tua anche questa.

Marco, che è riuscito a trascinare il morto sul piccolo ballatoio, incuriosito se ne libera mettendolo lungo di­steso sulla pianola.

padre (afferrando la lettera e aprendola) Ah... ah... que­sta è bella... è proprio bella! Ah... ah... Oh, Dio! Mi fa morire... Non mi sono mai divertito tanto...

marco Cos'è? (Gli strappa la lettera di mano) No... non è vero! (Scoppia a piangere disperato) Non voglio mo­rire!

maria (leggendo la lettera) «Al fortunato giustiziere che ammazzandomi avrà la possibilità di ritirare la taglia di ben mille marenghi... faccio tutti i miei complimenti e le mie più sentite condoglianze... poiché con quei soldi po­trà pagarsi un magnifico funerale. Infatti i miei due fra­telli Antonio e Gilberto non lasceranno trascorrere nem­meno un giorno dalla mia morte per vendicarmi. La morte sia con te. Arrivederci in cielo... tuo Pietro Gambone detto il Magnaccio». Ah... ah... è bella da morire! ... il becchino che si fa seppellire... È bella... è bella... e per aver accettato un morto non suo... ah... ah...

marco (riavendosi aggressivo) L'avete detto! Un morto che non è mio! Ma che è nostro! (Gira la manovella del­la pianola, il morto si risolleva come sospinto da un in­granaggio, fino a trovarsi seduto).

padre Ma sentilo!... Prima, quando valeva un sacco di marenghi era soltanto suo. Adesso che il morto scot­ta... lo vuole mettere in cooperativa...

marco E allora sentiamo; quando verrà il brigadiere qua­li prove avrete per dimostrargli che sono stato io ad ac­copparlo? E non dimentichiamo che la responsabilità di tutto quello che succede in un locale pubblico è sem­pre del gestore... E chi è il gestore qui dentro? Avanti, ridi adesso!

padre (fa qualche smorfia cercando di ridere) Non ce la faccio... (Si mette a piangere istericamente).

maria Di' un po', tu che poco fa parlavi di prove; mi sai dire chi di noi ha i soldi del morto?

marco Come chi li ha?... Li hai tu in tre parti, no?

maria Sì, ma a te ho dato quelli del morto e a noi due il resto del piatto...

marco Stai scherzando? Da quando in qua i marenghi si possono riconoscere da quelli di un vivo?

maria Eppure, certe volte, anche i marenghi fanno certi scherzi...

marco (nel frattempo ha estratto il malloppo dei quattri­ni) Ma sono falsi!... Tutti falsi... Che brigante... gio­cava con soldi falsi... Ci ha giocati! (Scaraventa il mal­loppo sul torace del morto che per il colpo solleva di scatto la testa in un atteggiamento minaccioso. Marco retrocede terrorizzato).

maria Be'? Che cosa ti aspettavi da un brigante? Era il minimo che potesse fare... Ad ogni modo la polizia non avrà difficoltà ad individuare il colpevole... cioè il meri­tevole... Ti beccherai un bel premio e anche una bella pallottola in testa... (Marco scoppia in lacrime sulla spal­la del Padre che piange a sua volta). Ma non vi vergo­gnate, grandi e grossi come siete? Smettetela! Va bene, vorrà dire che il morto me lo prenderò io.

padre Ma sei impazzita!...

marco Be'... non è poi un cattivo affare...

padre Nient'affatto! Non permetterò mai che mia figlia si sacrifichi per un mascalzone come te!,..

marco Ma non è detto che Maria si debba proprio sacri­ficare... Una volta denunciato il delitto... cioè l'atto di giustizia... potrà sempre squagliarsela...

maria Sì, ma senza ritirare il premio...

padre E già, se aspettasse la consegna della taglia... pas­serebbero sempre due o tre giorni... e i fratelli del Ma­gnaccio avrebbero tutto il tempo... no... no... non posso permettere una cosa simile... tu te la squaglierai senza ritirare il premio.

maria D'accordo... però il premio me lo darete voi...

marco e padre (insieme) Noi???

maria E si, per squagliarmela come si deve, bisognerà che io me ne vada il più lontano possibile... Magari in Ame­rica... e mi ci vorranno parecchi quattrini... mille ma­renghi e forse più...

padre Mille marenghi??

marco Facciamo cinquecento...

maria Mille.

padre Settecento...

maria Mille...

marco Novecento...

maria Mille!...

padre E va bene, mille...

maria ... e cinquecento !

padre Come... e cinquecento?...

maria E sì, mille e cinquecento... Intanto che contratta­vate, mi è venuto in mente che mille erano pochi... e può darsi che ripensandoci... anche mille e cinquecento.

marco No! no... non ripensarci... Va bene così!... Avan­ti, Arturo, settecento cinquanta a testa! Accidenti, cosa ci costa 'sto morto!

padre È il morto più caro che abbia conosciuto… Mentre Marco conta i soldi il Padre solleva il sedile di una sedia e ne estrae un malloppo di quattrini.

maria Ah! Ecco dove li nascondevi... E piangevi mise­ria... (Rivolta a Marco) È inutile che conti quelli, te l'ho già detto che sono falsi! (Marco li scaraventa con forza contro la pianola che ricomincia a suonare. Quindi si sbottona la camicia e ne estrae un enorme pacco di ban­conote). E ti vantavi di avere il più bel torace del pae­se... Adesso capisco perché!

marco Sanguisuga!

maria (contando i soldi) Sicuro! Ma non pensi che con questo salasso ti salvo la vita? Piuttosto datevi da fare… andate a tirar fuori il cavallo e attaccatelo al biroccio se volete che vi tolga dai piedi questo impiastro...

padre Sì... sì... ci andiamo subito. Ma mi raccomando, non dire al brigadiere che lo hai accoppato nella mia osteria!

maria Stai tranquillo! Racconterò di averlo ammazzato sulla strada che va al convento per difendermi da una aggressione...

padre Grazie, figlia mia, sei un angelo!

marco Sì, sì, sei un angelo... Ma ti prego, una volta par­tita non ti far più viva... Neanche per lettera... Capirai, sarebbe pericoloso...

maria Già, pericoloso... soprattutto per voi... (Escono. Il morto, mentre Maria si affretta a mettere in una borsa il malloppo dei quattrini, solleva pian piano la testa, si alza in piedi e si avvicina quatto quatto alle spalle della ragazza con le mani protese per afferrarla. Vedendosi comparire le mani davanti al viso, la ragazza emette un grido soffocato) Ah!... (Poi si rivolge al resuscitato) Stu­pido! Mi hai fatto paura!...

cliente Bravo tesoro! Sei stata formidabile! Se non fos­se stato perché avevo paura di mandare tutto all'aria sarei sbottato a ridere chissà quante volte!... (L'abbrac­cia teneramente).

maria Però anche tu sei stato bravo... tanto da vivo che da morto! Ah... ah... come li abbiamo imbrogliati bene... Guarda che per riuscire a farsi pagare il viaggio di nozze dal promesso sposo e da un taccagno come mio padre bisogna proprio essere furbacchioni come noi due!

cliente E che bel viaggio di nozze !... Ce n'è di che farlo durare tutta la vita!... Pensare che se tu non avessi avuto questa idea... Per colpa di tuo padre, non avresti mai potuto diventare mia moglie... (Fa per baciarla).

maria (scansandosi dolcemente) Oh, ti prego... togliti quella parrucca, che mi fa impressione... (Il Cliente si leva la parrucca rossa e i baffi, fanno per riabbracciarsi ma si fermano di colpo. Dall'esterno giunge il rumore di una carrozza). Il biroccio è pronto! Stiamo pronti anche noi!

marco (entra da sinistra seguito dal Padre; ma nello stes­so istante, non visti, i due escono a destra) Ecco fatto, Maria, puoi partire!

padre Ma dov'è Maria?...

maria (la cui voce giunge dall'esterno) Sono qui, papà... (Rumore di ruote).

padre Aspetta, è troppo pesante... perché tu lo possa ca­ricare da sola...

maria Ho già fatto... addio papà!

padre Addio, Maria, grazie!...

maria Grazie a voi...

marco Arrivederci! Mi raccomando... non scrivere...

padre (commosso) Che ragazza d'oro! Sacrificarsi per me!... Proprio non se lo meritava un padre simile...

marco Bando alle malinconie... L'abbiamo scampata bel­la... Avanti, porta qui una bottiglia e le carte... e crepi la miseria... Mi voglio rifare!

padre E ti vorresti rifare con me?... E va bene... a che gioco giochiamo?

ubriaco (riapparendo in quell'istante) Giochiamo a quel gioco del mio cugino d'America?

marco Rieccolo un'altra volta...

padre Ah! Ma sei proprio un tormentone!

marco Fammi un piacere! Lasciaci in pace!

ubriaco Ah, bella accoglienza che mi fate! E poi vai a regalare i morti agli amici!

marco Bel regalo davvero! Lo sai chi era quel tale che avevamo fatto fuori?

ubriaco Chi?

padre Il Magnaccio!

ubriaco Il Magnaccio? Ah... ah... questa è bella!

marco E allora, se è bella, guarda qui! (Gli sbatte sotto

gli occhi il manifesto della taglia).

ubriaco Accidenti!

padre Come mai non ridi più, adesso? Ma stai tranquil­lo; il Magnaccio è morto!

ubriaco (toccandosi dappertutto) No... no... sì... sì... Me­no male, sono ancora vivo!

marco (scoppiando a ridere) Sì... sì... sei vivo, ma l'hai scampata bella anche tu!

ubriaco (sempre rimirando la foto) Come assomiglia!... Però a pensarci bene, stavo meglio coi baffi... bisogna che me li faccia crescere...

padre Sì, a pensarci bene... se ti lasciassi crescere i baffi e ti tingessi anche i capelli di rosso...

ubriaco (togliendosi il cappello che gli è rimasto calcato fino alle orecchie) Non ce n'è bisogno, io ce li ho già rossi...

I due alla vista dei capelli rossi hanno un attimo di ter­rore.

marco (riavendosi) Ah... ah... accidenti... quasi quasi mi sembravi davvero il Magnaccio resuscitato!...

ubriaco Come resuscitato? Io non sono mai morto...

padre D'accordo, tu no, ma il Magnaccio sì!

ubriaco No... se non è morto il Magnaccio... non sono morto neanch'io... Perché il Magnaccio, se non vi di­spiace, sono io!...

padre Ma non dire stupidaggini!... E allora, quello che abbiamo accoppato prima, chi era?

ubriaco Che accoppato, se l'ho visto poco fa sul biroc­cio che si sbaciucchiava con tua figlia. Da quando in qua i morti sbaciucchiano?... ridacchiano?... canticchiano? Li abbiamo fregati, cantavano, fregati tutti e due...

padre Fregati?... Adesso che ci penso... mi sembra che assomigliasse a qualcuno, quel morto...

marco Ma sicuro... assomigliava al figlio del calzolaio... quello che faceva la corte a tua figlia... Era lui! ...

padre E allora se era lui... lui... è... il Magnaccio!?...

marco Il Magnaccio!

Indietreggiano terrorizzati.

ubriaco Il Magnaccio! Sicuro... e adesso che abbiamo fatto le presentazioni... facciamoci questa partita e be­viamoci qualche cosa perché sento che mi sta ritornando la cattiveria... (Estrae dei soldi, catene d'oro ed orolo­gi) ... E invece io voglio essere tanto buono...

marco (rimanendo sempre a rispettosa distanza) Sì, sì, buono, tanto buono... Ma da dove viene tutta questa roba?

ubriaco Oh... niente, ho fatto pam pam a dei signori che ho incontrati...

padre Ma allora... anche quei soldi e quegli orologi di prima?

ubriaco Sì, sempre pam pam...

marco Ma non diciamo sciocchezze!... Pam pam con la pipa!

ubriaco Sì, con la pipa. (Punta la pipa contro la pianola e ne fa uscire un colpo fragoroso. La pianola si mette in moto).

padre e marco Una pipa che spara?

ubriaco Sì, è stata una mia trovata. È una pistola ca­muffata da pipa. Così, anche se mi prendono di sorpre­sa, l'ultima sorpresa ce l'ho sempre io... E adesso, gio­chiamo... Avanti, mettetevi a sedere, ma vi avverto che il primo che fa scherzi gli arriva una pipata nel cervello!

padre e marco No! Niente scherzi...

padre Mia figlia me lo diceva che avremmo trovato il castigamatti!

ubriaco (cominciando a distribuire le carte a velocità folle) Chi dà le carte? Le do io? Le dài tu?... va bene, le do io... nessuno vuol sollevare il mazzo?... ti fidi, si fida... si fidano...

Sul crescendo mimico dei due che raccolgono le carte e versano da bere terrorizzati, la musica della pianola au­menta sino a sovrastare tutto.