Un ragazzo per modello

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Stanza da scultore

Un ragazzo per modello

Atto unico di

Peppino De Filippo

Personaggi

Bruni    (scultore)

Crispino (cantante ciabattino)

Mariuccia (moglie di Crispino)

Giovanni (maggiordomo di Emma)

Liduina ( moglie di Bruni)

Paolo (scultore)

Emma (fidanzata di Paolo)

Stanza da scultore. Cavalletto con argilla, busti di gesso, marmi, tavole, sedie di paglia. Porta in fondo e due laterali. È in scena Paolo Bruni.

Bruni          Che destino infame. Io un grande artista, un grande scultore costretto a fare  dei piccoli lavoretti per tirare a campare. Io, Paolo Bruni sarei capace di fare grandi opere ed invece…….

Crispino     (da dentro cantando accompagnandosi con la chitarra) Bella come tu sei non v'è nessuna, voglio, bella cantar, per te e la luna.

Bruni          EccoCrispino che se la canta. Maledizione. (getta via con impeto il martello)

Crispino     (lo riceve sul piede) Accidenti. Volevi ammazzarmi ? (ha la chitarra a tracolla)

                  Bruni         Abbi pazienza Crispino. È stato uno scatto di nervi.

Crispino     Capisco, uno di quei momenti di avvilente disperazione morale e materiale. Anch'io, quando non ho un soldo in tasca, il che succede spesso, divento nervoso. Oggi poi non ne parliamo...

Bruni        Non hai incassato ?

Crispino   Neanche un centesimo. Non si ama piú il bel canto. In verità non ci sono piú

                  belle melodie.

Bruni          La verità è che tu non hai voce e che faresti meglio a dedicarti completamente

                  all'arte di S. Crispino. L’arte del ciabattino

Crispino     Ma io un filino di voce ce l'ho.

Bruni          Sei stonato e spesso rauco.

Crispino     Certo non sono un tenore ma ho tanto bisogno di vi­vere anch'io. Se non fosse stato per te che mi hai accolto qui assieme a mia moglie, dove avrei trovato un giaciglio per dormire ? Se non mi arrangiassi ad aggiu­stare scarpe e gambali che di tanto in tanto mi danno modo di guadagnarmi qualche liretta, come farei a vi­vere ? (per cambiare discorso) Quasi  dimenticavo questa lettera è per te.

Bruni          (prendendola) Vediamo. (legge) Al Signor Paolo Bruni. Oh, è il mio amico  Paolo. Anche lui si chiama Paolo, ed anche lui è uno scultore, ha lo studio qui accanto ma  lui ha una posizione che io non ho, eppure abbiamo fatto gli stessi studi. Ma lui è piú fortunato di me nel ricevere commissioni. Già, è for­tunato in tutto, anche in amore! Ora la figlia di un ricco negoziante si è follemente innamorata di lui e forse si sposeranno.

Crispino     Che bella fortuna! Sposare una donna ricca.

Bruni          Vediamo cosa vuole: (legge) «Caro Paolo, ho ricevuto da un ricco banchiere inglese una commissione per una copia del Puttino del Pampaloni. Per certi affari di cui ti parlerò poi non ho il tempo di farlo. Cedo perciò a te quest'incarico. Ti farò portare il modello . Esegui subito la copia. A presto il tuo amico, Paolo». Povero amico, lui mi cede spesso qualche piccola commissione.

Crispino     Buone notizie ?

Bruni          Si, mio caro Crispino. Una buona commissione, un la­voretto che potrà farmi guadagnare dei soldi.

Crispino     Allora la giornata è iniziata bene per tutti e due. Anche a me hanno portato parecchie scarpe da risuolare, inoltre ho da mettere due mezze suole e due tacchi alle scarpe di una cameriera che paga bene ed è puntuale.

Bruni          E figurati se non sarò pagato bene io! La mia commis­sione è per un suddito della ricca Albione!

Crispino     Per un sordo che sta dentro un cannone?

Bruni          Ma che dici?! Per un suddito, cioè per un cittadino.

Crispino     Haidetto cannone...

Bruni          Oh, Albione, vuol dire Inghilterra.

Crispino     E che lavoro devi fare ?

Bruni           Una copia del Puttino del Pampaloni.

Crispino     Una copia del codino ?

Bruni          Ma che diavolo dici! Che codino? Puttino.

Crispino     Ah! E cos'è un Puttino ?

Bruni          Un bimbo.

Crispino     Un bimbo ?

Bruni          Ma sí, un bambino.

Crispino     Un bambino?! E devi farlo tu? E come fai? Non sei mica una donna. E

                     poi ci vogliono nove mesi di gravidanza.

Bruni          Ma io devo farne una copia in marmo.

Crispino     Oh, di marmo. D'accordo, allora.

Bruni          Ascolta, se mentre sono fuori porteranno il puttino, mettilo di là nel mio

                          laboratorio, mi raccomando  con tutta la cura possibile.

Crispino     State tranquillo. Io quando si tratta di bambini, farei non so che cosa! Eh se quella buonannulla di mia mo­glie me ne avesse dato uno!

Bruni          Siamo pari, anche mia moglie!

Crispino     Già, ma la tua signora non pensa ad altro che a gri­dare sempre e a correrti dietro per la sua gelosia.

 Bruni         Hai ragione. A volte mi fa perdere la pazienza!

Crispino     Dovrebbe essere mia moglie!

Bruni          Va là che anche la tua ti tiene al chiodo.

Crispino     Una volta! Ma ora da quando ho trovato il rimedio adatto non mi dà piú fastidio. I primi giorni di matri­monio, sia detto a mio vanto, erano piú le botte che i morsi di pane!

Bruni          Che? Tu la picchiavi?.

Crispino     No, lei le dava a me. Mi ha fatto persino restare di­giuno per due giorni. Una volta, mi sono trovato fra le mani un bastone, e d’allora ogni volta che glielo mostro mia moglie si calma e diventa la donna piú dolce della terra. Fallo anche tu con Lindovina !

Bruni          Liduina, vuoi dire.

Crispino     Lidduvina, Lindovina, come si chiama lei!

Bruni          Non potrei, le voglio bene. Se ha dei difetti ha anche delle qualità! Beh, io esco per ordinare il marmo. Se viene il puttino siamo intesi. (via)

Crispino     Lo metterò nello studio, non dubitare! Ma che accidenti ha il mio stomaco oggi ? Ho una fame da lupo. Ve­diamo un po' se mia moglie sta cucinando. Mariuccia ? Mogliettina mia, sei pronta con i fagioli ? Mariuccia ? Perché non rispondi ?

Mariuccia   (da dentro) Non seccarmi, i fagioli sono ancora crudi, di fuoco ce n'è poco!

Crispino     E mettiamone dell'altro.

Mariuccia   (entrando) Che accidenti vuoi che ci metta ? Il carbone è finito e non ho denaro per comprarne dell'altro.

 Crispino    Fatti dare un po' di carbone a credito, glielo pagheremo oggi.

Mariuccia   Io non voglio andarci. Scomodati tu e vai a prenderlo.

Crispino     Questi nervi avrebbero bisogno di una buona rinfre­scata! Ma cara mogliettina, è piú  giusto che ci vada tu. Sono uomo e non sto bene con in mano la borsa della spesa.

Mariuccia   E già, il signor Marchese dei miei stivali ha vergogna! Soltanto quando s'ubriaca come un maiale e ritorna a casa rotolando non c'è niente di male.

Crispino     Finiscila e dammi da mangiare.

Mariuccia   Darti da mangiare?... Già, perché questo lupo non fa­rebbe altro che mangiare.

Crispino     Attenta che finisce male !

Mariuccia   Ma va, non farmi ridere! Coi nervi che ho stamattina, con un morso ti avveleno!

Crispino     Dici davvero ? E non vuoi andare in cucina ? Ba­stone mio, fa' tu! (lo prende) Scappi ora ?        

Mariuccia   (improvvisamente dolce) Vado a vedere se è pronto.

Paolo         (entrando) Il signor Bruni  dov'è-?

Crispino     È uscito.

Paolo         È uscito? E dove è andato.

Crispino     A prendere un pezzo di marmo per fare un pantalone.

Paolo         Vuol farsi dei calzoni di marmo?

Crispino     Non un calzone. Un polpettone... imbottito... un frut­tino... un pu... pu... pu...

Paolo         Che accidenti dici ? !

Crispino     Insomma, deve fare un bambino.

Paolo         Lui?! E come fa?!

Crispino     Non lui.

 Paolo        E chi ?

Crispino   Il marmo. Deve fare un bambino.

Paolo         Ora capisco. È la commissione che gli ho passato io. E potevi dirlo che è andato a comprare il marmo per fare una copia del Puttino del Pampaloni.

Crispino     Ecco, è proprio lui! Mi venisse un accidente se me ne ricordavo !

Paolo         Ed io sono venuto proprio per questo! Avrei dovuto mandarglielo, ma il giovane di studio è andato prima a... no, no, scusa... ma a te non posso dirlo.

Crispino     Né io voglio saperlo.

Paolo         No, è meglio che tu lo sappia cosí potrai dirglielo. Ho dovuto cambiare studio perché...

Crispino     ...per debiti?

Paolo         No, ho dovuto andar via per...

Crispino     ...per le tasse.

Paolo         No.

Crispino     Per l'affitto.

Paolo         No, quanto sei noioso! Non posso dirtelo.

Crispino     Ma io non voglio saperlo.

Paolo         È meglio che io vada ora.

Crispino     Bravo.

Paolo         Però se viene qualcuno a cercarmi, deve venire una per­sona e portare... (fa segno come di un bambino in fasce) e se domanda... allora tu se ci sei... se non ci sei non in­teressartene perché è meglio. Perché... scusa, ma non posso dirti nulla, neanche una parola, non avertela a male. (via)

Crispino     Mi ha fatto perdere mezz'ora e non ho capito cosa ha detto! Basta, vediamo se la mia dolce metà ha intenzione di farmi mangiare o preferisce prenderle ancora. Ma­riuccia ? Mogliettina mia, è pronta la pappa per il tuo maritino ?

Mariuccia   (d. d.) Un momento solo e sarete servito.

Crispino     S'è calmata. Chi può negare ora le magiche virtú del bastone

Giovanni    (entra portando un paniere grande aperto) Scusate, è questo lo studio del signor Paolo ?...

Crispino     Sí.

Giovanni    Chiamatelo e ditegli che ho portato quella cosa.          

 Crispino    Voi siete forse quel tale che deve portare il bam­bino ?

Giovanni    Appunto, ma voi come lo sapete ?

Crispino     È stato lui stesso a dirmi tutto.

Giovanni    Allora giacché sapete tutto, ecco il bambino. Mi racco­mando! Anzi ditegli che la signora ha detto che appena il padre sarà uscito lei verrà qui.

Crispino     Chi ?

Giovanni    Lei. Ora vado via per non dare sospetto. Arrivederci. (esce)

Crispino     Cosa mai vorrà dire. Lei... il padre... Basta, vediamo... (scopre) Oh, come è carino! È sveglio. Mi guarda con gli occhi e ride con la bocca! Però a pensarci bene co­me farà Paolo a ricopiarlo in marmo ? Beh, ora lo met­terò con la cesta sul divano. Oh, ha un pezzo di carta legato al collo. C'è scritto qualcosa. Sarà per Paolo. Mettiamoglielo qui. (mette il biglietto sul tavolo) Bello! E come è allegro. (via nello studio poi torna da dentro) Aspettami lí e non piangere. Ora vedrò se quell'angelo di mia moglie vuol fargli un po' di pappa. (via)

Liduina       (entrando) Paolo! Paolo! Come mai non c'è? Il signo­rino è sempre a zonzo e per me trova le scuse dello studio e del gran da fare. Questa idea mi fa ribollire il sangue. Lo studio è aperto, che sia dentro? Che ci sia qualche modella? Cosa vedo? Un bambino? Ha i bambini nascosti. Crispino!

Crispino     (entrando) Oh, siete voi ?

Liduina       Venite avanti e non mentite. 

 Crispino    Stavo mangiando...

Liduina       Silenzio! Dov'è Paolo?...

Crispino     E’  andato ad ordinare del marmo.

 Liduina      Il marmo? ... Lí c'è un bambino!

Crispino         Lo so. Carino; vero?

Liduina       Di chi è ? Chi è sua madre? Come e perché è qui?!

Crispino     Non cominciate con la solita gelosia, ora! Quello è un bambino che Paolo ha voluto per modello per fame uno anche lui.

Liduina       Come per modello? Perché? Come deve farlo?

Crispino     Dovete sapere che un certo... Suddito d'Inghilterra Can­none, ha voluto che Paolo, non vostro marito ma quel­l'altro, gli facesse un Puttino Polpettone. D'altra parte questi sono affari che non mi riguardano e vado quindi a continuare il pranzo.

Liduina       Voi siete d'accordo per ingannarmi! Ma quel bambino dev'essere stato portato qui da una donna!

Crispino     No, per la verità l'ha portato un uomo e ha portato anche quella lettera.

Liduina       Dov'è la lettera?! (furiosa) Dov'è?!

Crispino     È lí. (esce di scena impaurito)

 Liduina      (che avrà aperto la lettera) Qui vi è un tradimento. (osserva la lettera) È scritta a matita. Ca­rattere femminile... (legge) «Caro Paolo, mio padre è rientrato da Firenze e non è piú possibile indugiare. Bi­sogna perciò gettarsi ai suoi piedi, confessar tutto e to­gliere qualunque ostacolo che si frapponga alla nostra felicità». Oh, me sventurata, cosa leggo! L'ostacolo so­no io di certo. Proseguiamo «Mando a te per il momento il nostro bambino, appena sarò libera verrò a nutrirlo, la tua Emma » . Dio, Dio, non ci vedo piú. La testa mi gira... io muoio... (sviene sul divano ac­canto alla porta d'entrata)

Bruni          (entrando) Che vedo? Mia mo­glie svenuta? Liduina, Liduina ! Cos'è stato ? Crispino ! Crispino!

Crispino     (da dentro a bocca piena) Che c'è ?

Bruni          Un po' d'aceto, presto!

Crispino     (fuori con piatto di fagioli e cucchiaio) Cosa l'è suc­cesso ?

Bruni          C'è qualcosa di forte da farle odorare?

Crispino     Il peperoncino dei fagioli.

Bruni          Ma no, sorreggila. Io corro dal farmacista. (via)

 Crispino     Signora Liduina... signora Liduina...

Liduina       (con smania) Assassino!...

Crispino     Ti venisse un bene, per poco non mi faceva cascare per terra i fagioli! Ah, non vuoi star ferma? E sbrigatela da sola ! (lascia Liduina ed esce)

Bruni          (con boccetta) Liduina, animo su, odora e poi bevine un sorso.

Liduina       (si scuote e balza in piedi) Infame, vuoi avvelenarmi ?

Bruni          Che parole son queste ?

Liduina       Vuoi liberarti di me.

Bruni          Ma tu sogni.

Liduina       Scellerato, la prova del delitto è là.

Bruni          Quale delitto?

Liduina       So tutto, ho visto il bambino che t'ha mandato, è lí nello studio! Però la giustizia esiste ed io corro...

 Bruni         Fermati !

Liduina       Non toccarmi ! Questa carta è la prova. Ora prenderò tutto ciò che mi appartiene e tornerò da mia madre. (via fuggendo)

Bruni          Povero me, mi mancava la moglie pazza! Parlava di un bambino che è di là? Vediamo. Oh! Un lattante nel mio studio? Il mio laboratorio è diventato l'ospizio dei trovatelli ? Crispino, Crispino! Non risponde... (via in camera di Crispino)

Paolo         (entrando con Giovanni) Giovanni mio, ma cosa hai fatto ? Il mio studio non è questo.

Giovanni    (con puttino di gesso, in mano) Ma quello lí mi ha detto che il signor Paolo abita qui!

Paolo         Già, ma il mio amico si chiama Paolo anche lui. E per combinazione attende anche lui un bambino, ma questo di gesso, non quello di carne!  Presto, ora, lascia questo e prendi quello. (Giovanni esegue) Andiamo, dopo scap­perai da Emma ed io ti farò sapere dov'è il mio nuovo studio.

Giovanni    Facciamo presto perché le ho detto che si trovava al numero 13.

Paolo         Andiamo. (escono)

Crispino     (entrando con Bruni e con Mariuccia) Ma cosa volete che dica. Io non ne so nulla. L'ha portato un uomo, io ho creduto che fosse quello che serviva per modello e l'ho fatto mettere lí.

Bruni          Ma come, un modello di carne? Di gesso deve essere!

Crispino     lo cosa ne so !

Mariuccia Tu non me la conti giusta, chissà che imbroglio hai combinato.

Crispino     lo ?

Bruni          Ora sai cosa faccio ? L'Ospizio dei Trovatelli è qui vi­cino. Vado lí, faccio           rapporto e dico che lo mandino a prendere.

Crispino     E sareste capace di mettere quell'anima innocente ?...

Bruni          Ma lo sapete che se mia moglie ritorna e ritrova qui il bambino è capace di ucciderlo?!

Crispino     E che colpa ne ha lui.

Bruni          Appunto, per evitare altri scandali, lasciatemi andare. I genitori lo cercheranno prima o poi! (via)

Crispino     Ma questo non è giusto... Portare quel povero bambino...

Mariuccia   E a te cosa te ne importa ? O c'è pericolo che qui sotto c'è qualche tuo imbroglio ?

Crispino     Non dire sciocchezze e pensa piuttosto a fare un po' di pappa per quell'anima innocente!

Mariuccia   Vedi, vedi ?... T'interessi troppo... Dev'esserci sotto qual­cosa!

Crispino     C'è una bella bastonata in testa se non la smetti.

Mariuccia  Ah, è cosí ? E allora sbrigatela da solo! (via)

Crispino     Me lo sbrigo io? Se quello mangiasse i fagioli me la vedrei io certamente, ma se piange cosa gli dò?!

Emma.       (sulla porta) Il numero 13 è qui.

Crispino     Chi è ?

Emma        Scusate, non ho piú fiato... Paolo ?

Crispino     Ritorna subito.

Emma        Dov'è il bambino?

Crispino     Ah, voi sapete... ?

Emma        Parlate piano, sono sua madre.

Crispino     Ah, voi siete la madre? Avete fatto bene a venirlo a prendere perché se aveste tardato ancora un po' non l'avreste piú trovato.

Emma        Come? Cosa volete dire?

Crispino     Voglio dire che il signor Paolo è uscito poco fa pro­prio per sistemare il piccolo all'Ospizio.

Emma        Cosa? Mio figlio! Suo figlio?! ... Signore, voi mentite.

Crispino     Anche suo figlio ? Corpo di una mezza suola! Dite dav­vero ? È anche, figlio suo ?

Emma        Quale meraviglia. Non ve l'ha detto ?

Crispino     No! Allora aveva ragione Liduina.

Emma        Una donna ? Chi è costei ?

Crispino     Chi è ? È la moglie, di Paolo. ,

Emma        Cosa avete detto? Paolo sposato? Io sono sua moglie capisci ? !

Crispino     Bravo Paolo, s'è presa la pariglia!

Emma        Ma saprò farmi giustizia! Mio figlio dov'è ? Lo voglio! (si dispera)

Crispino     Ve lo dò subito.

Emma        Ma costui sbaglierà di certo. Non è possibile ciò che afferma.

Crispino     (porta il cesto aperto) Eccolo povero bambino, starà dormendo. (lo scopre) Oh, mamma mia! Il bambino è diventato di gesso dalla farne!

Emma        Ah, ladro! Dov'è mio figlio ?

Crispino        Si è trasformato.

Emma        Tu lo hai nascosto!

Crispino      Sí, ce l'ho in tasca!

Emma          Mio figlio... Mio figlio!... (sviene)

 Crispino     Su... su... ! (la sostiene a stento)

Mariuccia   (entrando, agitata) Oh, ti ho colto, briccone! E sotto i miei occhi. Oh, mi sento mancare... (sviene)

 Bruni         (arrivando) Ora verranno a prenderlo. Che? Un'altra donna svenuta?

Crispino     Sei arrivato giusto in tempo, guarda che spettacolo!

Bruni          Ma dunque il mio studio è divenuto una calamita per le donne svenute?

Emma        Infame Paolo!

Bruni          A me infame?

Mariuccia Cane Crispino.

Crispino       A me cane, senza sapere perché ?

Emma         Mio figlio, datemi mio figlio!

Crispino      E non aiutarmi sai?! E prendine una anche tu, no?

Bruni              Ma chi è, io non la conosco.

Crispino      Ora non la conosci ? To'. (esegue)

Bruni              Ma infine di quale figlio parla ?

Crispino      Di quello che era lí dentro.

Bruni              Oh, è suo? E daglielo dunque e che vada via.

Crispino      E dove vuoi che vada a prenderlo ? Credevo che ti fossi tolto questo vizio, ma sei peggio di prima! (andando avanti e indietro con la mo­glie fra le braccia)

Bruni          Ma cosa dici ? Sono cose da pazzi! Signora, signorina! Fatemi il favore di rimettervi e di spiegarmi.

 Liduina       (nell'entrare, vedendoli) Oh!

Bruni          Oh!(cerca di adagiare Emma su di una sedia)

Liduina         Fra le sue braccia, scellerato ? Io muoio... (sviene)

Crispino     Un'altra volta? Ma questo è un macello!

Bruni          Tienila un momento. Io non ci capisco piú nulla!

Crispino     E a questa qui gli svenimenti le durano a giornate in­tere.

Mariuccia   (afferra Crispino per il collo) E' ora di finirla infame assassino. (si azzuffano)

Paolo         (entrando con Giovanni) Ah, eccola qui. Come ? Cosa vedo? Mia moglie svenuta?

Emma        Paolo sei tu ?

Bruni          Questa dunque è tua moglie ?

Paolo         Sí,amico mio, ed ora posso dirlo forte perché è stata perdonata dal padre.

Emma        È possibile ?... E nostro figlio?

Paolo          Èin braccio a tuo padre. Glielo ha portato tua zia che si è messa di mezzo ed

        ha accomodato tutto.

 Liduina       (che sarà rinvenuta) E quel fanciullo come...

Emma        Quel fanciullo è nostro figlio e per sottrarlo alle ire di mio padre lo avevo mandato da Paolo.

Giovanni    Ed io, credendo che questo fosse lo studio del signor Paolo, Io lasciai a voi con la lettera.

Crispino     E noi vi ringraziamo tanto tanto. Ma come mai dopo è diventato di gesso?

Giovanni    L'ho cambiato io.

Bruni          Ed avendo lo stesso nome ne sono venuti fuori tanti equivoci.

Paolo         Andiamo ora, corriamo da tuo padre, e a te amico mio, ti raccomando la copia del Puttino ! Falla al piú presto!

 Crispino     Si,cominciatela oggi stesso. E sul piedistallo scrivete di questa giornata campale che abbiamo passato. Il povero Crispino tormentato da tre mogli gelose, un bambino di gesso e un altro di carne! (cala il sipario)

FINE